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INDICE INTRODUZIONE .......................................................................................................... 3 CAP. I Sex and the City ................................................................................................. 5 1.1 Quadro generale di Sex and the City ................................................................ 5 1.2 1.3 Origine del serial, il genere “Chick lit” ........................................................ 7 Adattamento letterario: tra libro e serie televisiva ................................... 10 CAP. II Analisi testuale della serie televisiva ................................................................ 16 2.1 Profili delle protagoniste e dei loro principali intrecci amorosi ............................. 22 CAP. III Elementi fondamentali di Sex and the City: ..................................................... 32 New York e la moda ..................................................................................................... 32 3.1 Visione di New York nella cinematografia .......................................................... 32 3.1.2 Sex and THE CITY! ..................................................................................... 34 3.2 La moda ..................................................................................................... 43 CAP. IV La Censura .................................................................................................... 50 4.1 Storia della censura in Italia ................................................................................. 50 4.2 Censura in Sex and the City ed effetti prodotti ................................................ 53 CAP. V Il pubblico fandom e gli elementi che hanno contribuito alla formazione del cult ..................................................................................................................................... 58 Conclusione .................................................................................................................. 65 Riferimenti bibliografici................................................................................................ 67 Sitografia ...................................................................................................................... 68 INTRODUCTION ........................................................................................................ 69 CHAP. I Sex and the City ............................................................................................ 71 1.1 General Sex and the City profile .......................................................................... 71 1.2 Series’ origin, the “chick lit” literature genre ................................................... 72 CHAP. II Textual analysis of Sex and the City .............................................................. 74 2.1 Textual analysis................................................................................................... 74 2.2 Protagonists profiles and their love affairs ....................................................... 78 CHAP. III Fundamental elements of Sex and the City: New York and fashion ............... 83 3.1 The image of New York in the movies ................................................................. 83 3.1.2 Sex and THE CITY! ..................................................................................... 83 3.2 Fashion ....................................................................................................... 85 CHAP. IV Censorship ................................................................................................... 87 1 4.1 Censorship in Italy .............................................................................................. 88 4.2 Effects of censorship on Sex and the City ........................................................ 89 CHAP. V The fandom public and elements that made Sex and the City a cult ............... 94 CONCLUSION ............................................................................................................ 97 INTRODUCCIÓN ........................................................................................................ 99 CAP. I Sex and the City .............................................................................................. 101 1.1 Ensayo general sobre Sexo en Nueva York ........................................................ 101 1.2 Origen de la serie, el género literario “chick lit” ............................................ 102 CAP. II ANÁLISIS DE TEXO.................................................................................... 104 2.1 La serie ............................................................................................................. 104 CAP. III Elementos fundamentales en Sexo en Nueva York: ....................................... 109 Nueva York y la moda ................................................................................................ 109 3.1 Visión de Nueva York en la cinematografía ...................................................... 109 3.1.2 Sexo en NUEVA YORK! ........................................................................... 110 3.2 La moda .................................................................................................... 113 CAP. IV La Censura ................................................................................................... 116 4.1 Historia de la censura en Italia ........................................................................... 117 4.2 Censura de Sex and the City y efectos producidos .......................................... 118 Conclusión.................................................................................................................. 124 2 INTRODUZIONE Il seguente lavoro ha origine dalla mia passione per la serie televisiva Sex and the City che mi ha portato a condurre una ricerca attraverso internet, libri e raccolte di saggi sociologici, che prende in esame elementi della serie ed aspetti ad essa legati, che hanno fatto sì che la serie divenisse un vero e proprio cult, adorato da milioni di spettatori (in particolare donne) per i quali è divenuta un modello da seguire e a cui ispirarsi sia in materia comportamentale, che di moda e stile di vita. Il primo capitolo fornisce un quadro generale sulla serie televisiva in oggetto, i produttori, il regista, gli attori, l’emittente che l’ha trasmessa in America ed in Italia e i riconoscimenti che essa ha ottenuto. Segue un’analisi del genere letterario chick lit, cui fa capo il libro da cui ha avuto origine la serie, genere rispetto al quale esistono molti pregiudizi, e che portano ad affermare che esso è altrettanto famoso quanto criticato. Inoltre viene proposta un’analisi dell’adattamento letterario del libro rispetto alla serie televisiva, ripercorrendo differenze ed analogie tra essi. Nel secondo capitolo troviamo un’analisi testuale della serie in esame (rispetto ad altri tipi di testi) che aiuta a comprendere le strutture che si celano dietro il fluido scorrimento della serie che rispecchia quello della vita reale. Inoltre vi sono tracciati i profili delle protagoniste e vengono ripercorse le principali relazioni intrattenute all’interno delle sei stagioni. 3 Nel terzo capitolo sono stati analizzati gli elementi fondamentali della serie: New York e la moda. In primo luogo una ricerca volta ad individuare la visione di New York all’interno della cinematografia per capire da dove derivi quella presente nella serie in cui quest’ultima non funge da mero sfondo, ma incarna la quinta protagonista, senza la quale la serie non sarebbe stata altrettanto famosa. In secondo luogo vi è un’analisi (nata da saggi sociologici) di uno dei fattori presenti fin dall’inizio che seguendo un’evoluzione costante arriva all’apoteosi nell’ultima stagione ed infine nei film, la moda, che assume un’importanza tale consacrando la serie a dettatrice di tendenze e di un nuovo modello consumistico. Nel quarto capitolo si parla di censura, tracciando a grandi linee una storia della censura in Italia che spiega l’origine della chiusura mentale ancora oggi vigente nel nostro Paese. Segue poi un’analisi delle origini dei tabù e della censura all’interno del serial in questione e di come, se pur non stravolgendone la natura, la censura influisca (attraverso il doppiaggio) sul risultato finale andando a creare un effetto differente dal prodotto in lingua originale. Nel quinto ed ultimo capitolo vengono esposti il fenomeno mediatico del pubblico fandom e le componenti principali che hanno fatto sì che la serie divenisse un vero e proprio cult. In conclusione propongo quelle che ritengo siano le motivazioni che hanno portato ad un tale successo Sex and the City basandomi sulla mia esperienza personale e sui dati emersi dal lavoro di tesi svolto. 4 CAP. I Sex and the City 1.1 Quadro generale di Sex and the City Sex and the City nasce dal genio della giornalista Candace Bushnell, che trasferitasi a New York all’età di 19 anni ha iniziato a lavorare per importanti riviste e quotidiani newyorkesi scrivendo colonne umoristiche sullo stile di vita delle donne della “grande mela” e sui loro rapporti con il sesso maschile, ponendo le basi per la sua grande opera, il romanzo “Sex and the City”scritto nel 1995 e divenuto bestseller in America e poi in tutto il mondo 1 . Questo libro è stato adattato in una serie televisiva destinata a diventare un vero e proprio fenomeno mediatico degli anni ’90. Essa è stata varata dal canale via cavo HBO, emittente della Time Warner, e mandata in onda per la prima volta il 6 giugno 1998 fino al termine dell’ultima serie nel 2004, destinandola ad un pubblico non generalista, anche in virtù dei suoi contenuti strettamente legati alla sessualità . Tale serie televisiva è stata creata da Darren Star insieme ai produttori esecutivi: Michael Patrick King, John Melfi, Cindy Chupack, Jenny Bicks e la stessa Sarah Jessica Parker, 2 protagonista principale in tutta la serie. La serie televisiva Sex and the City racconta le avventure di quattro amiche e donne in carriera Carrie Bradshaw, giornalista di successo, interpretata da Sarah Jessica Parker, Miranda Hobbes, avvocatessa in un importante studio legale, interpretata 1 2 Cfr.,http://www.candacebushnell.com/bio.html Cfr., http://www.hbo.com/sex-and-the-city/about 5 da Cynthia Nixon, Charlotte York, gallerista, interpretata da Kristin Davis e Samantha Jones, che si occupa di pubbliche relazioni ed è interpretata da Kim Cattral. Le quattro protagoniste vivono nella città simbolo del sogno americano, New York , in un contesto profondamente segnato dalla globalizzazione in cui regnano sovrani la complessità e il cosmopolitismo e ogni giorno si relazionano a fatti e situazioni di rilevanza sociale come lo status delle donne nella società e il loro ruolo nella famiglia, raccontando le loro esperienze amorose, sessuali e facendo risaltare in modo particolare il rapporto di amicizia, profondo e sincero, che le lega. Sex and the City è stato il primo programma della tv via cavo a ricevere onorificenze nella categoria serie commedia, con innumerevoli riconoscimenti tra cui 50 nomination agli Emmy Awards e 24 Golden Globe Awards,3 di cui 7 Emmy Award e 8 Golden Globe vinti. In Italia invece la serie è stata trasmessa da TMC, poi divenuta LA7 , <<una rete più aperta rispetto agli altri network nazionali all’emergere del nuovo 4 >>. Il successo della serie televisiva ha portato in seguito alla creazione del primo film Sex and The City. Le ragazze sono tornate, nel 2008 e del secondo film nel 2010, ottenendo un grande riscontro di gradimento, nonostante il passaggio ad una differente modalità di rappresentazione <<dalla commedia frammentata alla commedia espansa.>>5 3 Ibid. 4 Sergio Brancato, La forma fluida del mondo. Sociologia delle narrazioni audiovisive tra film e telefilm, Ipermedium libri, 2010, cit., p.176 5 Ibid. p.166 6 1.2 Origine del serial, il genere “Chick lit” La scrittrice inglese Candace Bushnell iniziò a scrivere per il New York Observer nel 1993. Nel novembre 1994 creò la colonna Sex and the City che mantenne per due anni. La raccolta di queste colonne fu pubblicata nel celebre libro “Sex and the City” da cui fu tratta nel 1996 l’omonima serie televisiva della HBO.6 Il libro fa parte del genere letterario “chick lit”, nome che deriva dallo slang statunitense chick che sta ad indicare “ragazza” e lit abbreviazione di literature , dunque “letteratura per ragazze”. Questo genere letterario nasce in Inghilterra negli anni Novanta e viene presto adottato ed evoluto dalle scrittrici statunitensi. Capostipite del genere Helen Fielding con il suo bestseller “Il Diario di Bridget Jones”, seguita subito dopo da Candace Bushnell, per l’appunto, con “Sex and the City”. Entrambe le autrici hanno dichiarato di essersi ispirate al precursore di questo genere la celeberrima Jane Austen, autrice dei classici amati dalle donne di tutto il mondo. Anche l’origine dei romanzi è la stessa in quanto entrambi i libri derivano da colonne scritte su giornali, poi raccolte in un libro a seguito del grande interesse suscitato nel pubblico. Dunque i due libri divenuti bestseller, costituiscono la genesi di uno dei generi più diffusi e redditizi degli ultimi 6 Cfr,http://www.candacebushnell.com/bio.html 7 decenni, tra cui vennero in seguito “I love shopping” di Madeleine Wickham, in arte Sophie Kinsella e “Il diavolo veste Prada” di Laure Weisberger. 7 Il genere presenta varie caratteristiche. 8 È un genere scritto da donne e che si rivolge, attraverso la scelta delle protagoniste, a donne tra i venti e i quarant’anni, solitamente single e in carriera, che vivono in grandi città. Affronta argomenti di vita come amore, matrimonio, amicizia, lavoro, problemi di peso, dipendenze. Il narratore è in prima persona e attraverso tipi di testi quali e-mail o diari si rivolge al lettore come se si stesse confidando. Il più delle volte il personaggio principale, una donna eccentrica, bizzarra, si trova in situazioni esagerate. La protagonista solitamente ha una famiglia invadente e autoritaria, si trova ad affrontare la mancanza di un uomo o a rapportarsi con uomini non adatti a lei, ed è affiancata da un gruppo di amici che la sostengono. Spesso le protagoniste sono appassionate di moda e shopping e parlano apertamente della propria vita sentimentale e sessuale. Il genere in questione è un genere fondamentalmente leggero e fresco ma alcuni libri sono anche profondi, stimolanti e commoventi. Ciò che distingue il genere “chick lit” dagli ordinari romanzi rosa è il tono molto confidenziale e personale che viene utilizzato. Questo tipo di tono utilizzato è molto realistico e coinvolgente, al punto da dare al lettore l’impressione di ascoltare un amico che ci racconta della propria vita, il lettore si trova ad 7 8 Cfr., http://it.wikipedia.org/wiki/Chick_lit Cfr., http://www.westga.edu/~jkesler/chick_lit_characteristics.htm 8 osservare i personaggi affrontare situazioni che egli stesso ha affrontato o situazioni che hanno affrontato persone attorno a lui e in cui molte donne si immedesimano. Altre peculiarità di questo genere rispetto ai romanzi, sono il tono umoristico, brillante e spesso anche sarcastico, le situazioni comiche in cui i personaggi si trovano e l’attento studio dei personaggi, così dettagliato da portare il lettore ad una profonda conoscenza di essi, del loro modo di agire e di pensare. Il genere “chick lit” è stato spesso accusato di frivolezza e di non essere un genere letterario all’altezza di questo nome. 9 Questo probabilmente è dovuto in parte al fatto che le case editrici, e coloro che si occupano dell’aspetto marketing, confezionano questi libri con copertine glamour, colorate, immagini stereotipate di donne, scarpe e dando a questi libri titoli audaci, che non rispecchiano l’effettivo contenuto del libro. È pur vero che come accade per ogni genere letterario ci sono sia libri buoni che libri scritti male e realmente frivoli, superficiali. Questo però non deve condizionare il giudizio del genere nella sua totalità, che come non tutti sanno tratta una vasta gamma di argomenti, da un punto di vista femminile postmoderno, tutt’altro che frivoli quali ad esempio come affrontare la perdita di un parente, malattie come il cancro e persino la religione. In definitiva il “chick lit” si trova a metà strada tra il romanzo e la letteratura, un genere fresco ma non superficiale che si rivolge alle donne e tratta 9 Cfr., http://chicklitbooks.com/what-is-chick-lit/ 9 un’ampia gamma di argomenti, senza mai annoiare il lettore e tenendone viva l’attenzione grazie al suo caratteristico tono comico e umoristico. 1.3 Adattamento letterario: tra libro e serie televisiva Il libro Sex and the City scritto da Candace Bushnell, ha ispirato la prima stagione della serie televisiva omonima. È importante però precisare che coloro che leggono il libro pensando di ritrovarvi la prima stagione della serie, rimangono inevitabilmente delusi. La narrazione inizia esattamente come la prima puntata della serie, ovvero descrivendo la prima esperienza amorosa di una donna inglese appena trasferitasi a New York. A differenza del primo episodio della serie non vi è la presentazione di Carrie in qualità di narratrice della storia, infatti l’identità del narratore onnisciente resta celata. All’inizio il narratore, sempre di sesso femminile, è semplice osservatore delle storie dei molteplici personaggi della città. Solo più tardi viene introdotta Carrie come amica della narratrice, la cui storia inizia ad intrecciarsi con quelle degli altri personaggi, che la rendono partecipe delle proprie esperienze. La differenza maggiore che il libro presenta rispetto alla serie riguarda i personaggi, in primo luogo le amate protagoniste della serie sono personaggi marginali, con caratteristiche diverse e lo speciale rapporto di amicizia che le lega le une alle altre è praticamente inesistente. Darren Star è 10 partito quasi da zero per inventare le quattro amiche. Charlotte nel libro è la giornalista inglese di cui si parla nell’incipit che in seguito ad una delusione d’amore capisce che a New York non c’è spazio per il romanticismo, per questo motivo si adegua allo stile di vita newyorkese. Non è alla ricerca disperata di un uomo da sposare e non è puritana né perbenista come nella serie, anzi passa volentieri da un uomo all’altro godendosi le infinite possibilità che la città offre. La cinica avvocatessa della serie, Miranda è una dirigente televisiva. Nel libro compare pochissimo, lei e Carrie sono amiche ma non hanno un forte legame, piuttosto si vedono e si sentono di tanto in tanto. Del personaggio della serie restano la sua sincerità nel dire ciò che pensa e la sua scontrosità nei confronti del sesso maschile con il quale nel libro essa si limita ad intrattenere rapporti sessuali occasionali. Samantha non è una P.R., bensì una produttrice cinematografica. Nel libro, come nella serie, Samantha ha diversi partner sessuali ma i suoi discorsi sul sesso, che nel serial sono una parte sempre presente e divertente mancano nel libro, inoltre il legame che ha con Carrie è lontano anni luce da quello della serie. La differenza principale è che nel libro Samantha desidera un uomo con cui condividere la propria vita, è invidiosa delle donne sposate o che hanno una relazione stabile. Alla fine del libro, infatti, va a convivere a Los Angeles con un attore famoso. Un personaggio invece molto presente nel libro e nella vita di Carrie è Stanford Blatch. Nel libro non è un talent scout basso e calvo, ma uno sceneggiatore alto e con lunghi capelli ricci che conosce tutte le persone importanti ed è invitato ad ogni evento mondano. Ciò che rende faticosa la lettura del libro è che non ci sono storie da seguire, si procede piuttosto per argomenti, tutti trattati attraverso il racconto 11 delle esperienze di molteplici personaggi , che si inseriscono di punto in bianco nella narrazione raccontando una propria esperienza riguardo l’argomento in oggetto per poi lasciare la narrazione. L’elemento che accomuna il libro e la serie si riscontra nell’indagine sociologica sullo stile di vita dell’alta società newyorkese per ciò che concerne i principali argomenti trattati nel libro e che hanno ispirato la serie: “il sesso e la città”, attraverso una ricerca realmente condotta dalla scrittrice del libro che ha fatto ricerche sul campo inserendosi nella vita mondana dell’alta società per raccontarla senza esclusione di colpi. Gli argomenti trattai dai personaggi in materia di relazioni, ad esempio: come riuscire a sposarsi anche superati i trenta, avere figli, i triangoli amorosi, uomini ossessionati dalle modelle, l’omosessualità, il diverso modo che hanno donne ventenni e donne trentenni di vivere la vita a New York sono ciò che rende evidente che la serie prende spunto dal libro. Le esperienze raccontate sono a volte identiche in tutto e per tutto a quelle riportate nella serie, ma nel libro occupano uno spazio maggiore, infatti vengono raccontate anche esperienze più scioccanti, scandalose e dure che rispecchiano in modo realistico e impietoso la trasgressiva vita newyorkese che nella versione più “addolcita”, seppur sempre audace della serie, sono state escluse. Il sesso è onnipresente sia all’interno della serie che nel libro, ma mentre nella prima il sesso sottende in realtà una ricerca inconscia di un partner stabile, nel libro questo aspetto ha una centralità quasi ossessiva e viene descritto nei minimi particolari, nei suoi aspetti più scabrosi ed imbarazzanti, esso è volto principalmente al semplice piacere fisico oppure viene utilizzato come mezzo per ottenere beni materiali oppure vantaggi dal punto di vista lavorativo. 12 Per quanto riguarda la città, New York viene vista come una giungla urbana in cui regna il caos e i suoi abitanti lottano per la sopravvivenza, in cui tutto ciò che conta è conoscere le persone più potenti e cercare di evitare di essere al centro di gossip spietati e di rovinarsi la reputazione, poiché questo porterebbe all’emarginazione sociale. La città è la matrice primaria delle esperienze dei suoi abitanti che si perdono nell’intricata rete di locali che sbalza repentinamente i personaggi dagli ambienti più chic a quelli più squallidi. È impressionante come a differenza della serie, nel libro si faccia un uso spropositato di alcool e droghe, cocaina e marijuana sono i migliori amici di uomini potenti e donne in carriera. L’unica storia che non è stata completamente stravolta rispetto alla serie è quella di Carrie Bradshaw alter ego della scrittrice Candace Bushnell, che ha infatti le sue stesse iniziali C.B. e svolge il suo stesso lavoro. Nel libro Carrie non è la protagonista principale, ma solo una dei personaggi centrali, tra l’altro il personaggio è diverso per certi aspetti: Carrie ha un legame con la sua famiglia in Connecticut che va anche a trovare di tanto in tanto, mentre nella serie Carrie non ha alcun rapporto con la famiglia e con nulla che abbia a che fare con la sua vita precedente al suo trasferimento a Manhattan; nella serie la famiglia di Carrie è rappresentata dalle sue tre migliori amiche che la sostengono e la confortano nei momenti difficili della sua vita, mentre nel film Carrie non ha amici così stretti che la sostengano nelle difficoltà, nel libro ciò che “aiuta” Carrie nei momenti difficili sono l’alcool e la droga; il personaggio inoltre è meno profondo e sicuramente più disinibito. Inoltre nel libro mancano tutte le riflessioni di Carrie sugli argomenti trattati che caratterizzano la serie, l’opinione della scrittrice nel libro riguardo certe tematiche è deducibile da alcuni commenti, per lo più 13 sarcastici, ma non è una riflessione esaustiva come quelle di Carrie, piuttosto induce alla riflessione riguardo l’immorale e angosciante vita degli abitanti della “Grande Mela” negli anni Novanta. Ispirata al libro è anche la relazione che Carrie ha con Mr. Big, molti ritengono che in realtà questa storia d’amore sia ispirata alla vita dell’autrice del libro e che Mr. Big sia l’alter ego del famoso editore Ron Galotti, con cui la Bushnell aveva una relazione a quei tempi. Anche la relazione di Carrie e Big presenta delle differenze rispetto alla serie. Nella prima serie la relazione tra Carrie e Mr. Big non sembra una cosa seria, i due si vedono ma non trascorrono molto tempo insieme a causa di Big che è molto sfuggente, inoltre si parla anche della loro passionale vita sessuale, invece nel libro non si accenna mai alla vita sessuale della coppia, molto più spazio viene dato alla loro vita insieme, alle loro uscite e ai loro week end, Carrie presenta addirittura Big alla sua famiglia. All’interno del libro i due convivono e la loro relazione viene mostrata come una relazione reale con tutte le sue incomprensioni, le incertezze e i punti deboli delle relazioni reali. Inoltre mentre alla fine della prima serie Carrie e Big si lasciano, perché lui non riesce a dirle che la ama, nel libro Carrie e Big litigano ma non si lasciano perché nonostante le paure Big confessa a Carrie che la ama e che non vuole perderla. 14 In conclusione quando si inizia a leggere questo libro aspettandosi di ritrovarvi la prima stagione di Sex and the City la delusione è inevitabile, l’amicizia di Carrie con le tre amiche è inesistente, così come i loro dialoghi geniali ed esilaranti, e le profonde riflessioni di Carrie. Inoltre nel libro New York sembra un posto angosciante dal quale fuggire a gambe levate, dove droga e alcool regnano sovrani e in cui le donne hanno una vita a dir poco difficile, diversamente dalla serie in cui New York è comunque una metropoli caotica ma che genera situazioni piacevoli ed elettrizzanti. Se però si pensa al libro in sé senza volerci ritrovare a tutti i costi la serie, si possono fare varie osservazioni. All’inizio è molto difficile seguire la narrazione poiché non ci sono protagonisti, i personaggi sono tantissimi ed entrano ed escono dalla narrazione senza un filo logico raccontando storie diverse circa le proprie esperienze in materia di sesso e vita a New York. La narrazione diventa molto più coinvolgente quando viene inserita la storia di Carrie e di alcuni suoi amici, che continua fino alla fine del libro. Le esperienze raccontate sembrano a tratti incredibili, scandalose, sconcertanti e i personaggi sembrano pensare solo al piacere fisico o a concludere affari, che si tratti di lavoro o di matrimoni di convenienza. Vivono la vita in modo trasgressivo facendo abuso di sesso, alcool e droga trattando con riverenza le persone potenti e famose e con sufficienza, se non disprezzo, quelle impopolari e “inferiori”. La New York dell’alta società sembra un universo spietato nel quale se non si riesce ad inserirsi, adeguarsi e realizzarsi si viene schiacciati, distrutti ed esclusi. 15 Il tono usato dalla scrittrice è dissacrante, critico, schietto, leggero, a tratti ironico, nel libro si trova uno scambio di battute tra Samantha e Carrie che potrebbe sembrare come una sorta di giudizio della scrittrice sul suo stesso lavoro: - Samantha: “È carino. È leggero. Insomma, non è Tolstoj” – Carrie: “Non sto cercando di diventare Tolstoj”. La scrittrice dunque propone un quadro sociologico dell’alta società newyorkese degli anni novanta davvero impietoso, spregiudicato e a tratti agghiacciante, eppure nonostante i suoi aspetti negativi il suo valore inestimabile risiede nell’autenticità, nel superare i limiti del dicibile, nell’audacia di non celare le verità scomode e lasciare che siano i lettori a giudicare. CAP. II Analisi testuale della serie televisiva L’intero serial Sex and the City è composto da sei stagioni e 94 episodi, ciascuno dei quali dura all’incira 25 minuti. La serie è stata trasmessa per la prima volta negli Usa nel 1998 e terminati nel 2004, la prima trasmissione in Italia arriva sempre circa due anni dopo iniziando nel 2000 e termina l’ultima stagione nel 2004 ed è l’unica stagione che è stata trasmessa poco dopo quella negli Usa, arrivando in Italia quasi in contemporanea. 10 La serie televisiva, così come altri tipi di testi costituisce un testo narrativo. Il racconto inizia quando una serie di avvenimenti vengono sottratti alla realtà per essere inseriti all’interno di un tempo cornice in un intreccio il cui 10 F. Bonazzi e D. Pusceddu, Sex and the City e I paradossi della postmodernità, Franco Angeli, 2010, cfr., pp. 37-48 16 ordine cronologico non risponde a quello reale, ma si basa su libere scelte tecniche ed espressive. Il fruitore è consapevole di trovarsi di fronte ad una realtà fittizia che al termine del racconto resterà immutabile e, nel tempo garantirà le stesse emozioni ogni volta che verrà rivisto. La differenza tra le serie televisive e altri tipi di testo è l’assenza di un preciso disegno che preveda un inizio, uno svolgimento e una fine, tant’è che la maggior parte degli autori quando la serie inizia non sa quanto essa durerà e quando avrà fine. La struttura narratologica del serial, infatti, è aperta e infinita, in quanto il serial prende vita dall’ intreccio del tempo della storia con il tempo della realtà. È per questo che la conclusione di una serie non avviene quando lo scioglimento di situazioni viene risolto ma solo quando gli intrecci della storia hanno esaurito la loro produttività. A differenza dei testi narrativi in cui il tempo non deve sottostare ad alcuna norma, l’autore di una serie deve sfruttare il breve tempo del racconto corrispondente ad un episodio in cui la fabula e l’intreccio devono sottostare al tempo reale, ovvero il presente di cui è mimesi. In Sex and the City questa mimesi non viene intaccata dalla segmentazione del processo narrativo in episodi poiché sebbene alla fine dell’episodio la narrazione venga interrotta, essa riprende nell’episodio successivo esattamente dal punto in cui si trovava garantendo la continuità temporale di episodi legati a quello precedente e a quello seguente che vengono poi uniti dallo spettatore in un blocco unitario. Lo stesso accade in ogni singola puntata in cui attraverso la tecnica del montaggio parallelo diversi microepisodi che hanno luogo in spazi diversi vengono narrati parallelamente, interrompendosi per rispettare la sincronia con gli altri. Anche grazie a questa tecnica lo spettatore ha l’impressione di assistere ad avvenimenti che si svolgono contemporaneamente nel presente in 17 quanto rispettano la successione logico-temporale-causale, lasciando a lui il compito di ricomporre ogni vicenda e darle unità. Il passato viene talvolta inserito nella narrazione sottoforma di ricordo ma solo al fine di comprendere ciò che accade nel presente. Ciò che rende l’impressione del presente però non sono solo i ritmi della quotidianità, bensì il fatto che il tempo della storia coincide con il tempo presente dei fruitori della prima programmazione. Questo si evince da alcune marche temporali presenti all’interno della serie: ad esempio Samantha nel sedicesimo episodio della seconda serie dice a Carrie: “Svegliati, siamo nel 2000”; o, ancora, Miranda nel quarto episodio della prima serie dice alle amiche : “Non ci sono trentenni disponibili sulla piazza di New York. Giuliani li ha fatti sloggiare insieme ai barboni” riferendosi a Rudolph Giuliani, allora sindaco di New York. Anche se oggi il telefilm viene ancora trasmesso e le marche temporali non coincidono più con quelle del tempo dei fruitori la fedele riproduzione dei ritmi della quotidianità fa sì che anche oggi la serie risulti contemporanea a coloro che la seguono. Un’altra caratteristica dei serial rispetto ai testi narrativi è rappresentata dall’”imprevedibilità” il cui intento è quello di rappresentare l’imprevedibilità della vita stessa, per cui i personaggi, pur uscendo dalla narrazione potrebbero sempre ricomparire, a meno che non muoiano, proprio come accade nella vita reale. In Sex and the City ogni puntata è costituita da due diverse sequenze, una narrativa e una riflessiva, strettamente legate in quanto ognuna perderebbe di senso senza l’altra.11 Nelle sequenze narrative vengono raccontati i vissuti, tutti 11 Ibid., cfr., pp. 52-61 18 inerenti al tema trattato in quel particolare episodio, mentre in quelle riflessive i vissuti in questione, diventano oggetto delle riflessioni di Carrie, che li seziona e li interpreta mostrando il suo punto di vista. Le sequenze riflessive però possono svolgersi anche all’interno del gruppo amicale: in questo caso, esse servono a collegare le varie storie, a sottolineare il forte legame affettivo tra le quattro amiche, ma anche i lati del carattere di ognuna e le forti differenze che le caratterizzano. Anche le scelte stilistico-espressive di Sex and the City rispondono alla necessità di integrare sequenze narrative e sequenze riflessive. Il ritmo della narrazione è frenetico ed incalzante, così come gli scambi verbali e i cambi di scena , per rispecchiare i frenetici ritmi di vita newyorkesi; nelle sequenze riflessive, che uniscono le vicende per conferire loro significato, troviamo, invece, scambi verbali più lenti e intimi per favorire la compartecipazione emotiva dello spettatore. La componente verbale trova maggiore espressione negli spazi chiusi (quasi sempre legati al cibo) e nella voce narrante. Il linguaggio utilizzato è caratterizzato da leggerezza e naturalezza, nonché audacia e ironia. Il suo utilizzo cambia in base al genere di cui si discute: quando l’oggetto delle discussioni è il genere maschile, il linguaggio è assolutamente impietoso; quando si discute del genere femminile il linguaggio è il più delle volte comprensivo. .Il narratore della serie è Carrie Bradshaw nella funzione di voce narrante, che apre e chiude ogni puntata, introduce e commenta gli eventi e funge da narratore etero diegetico (esterno alla narrazione), onnisciente poiché conosce tutto ciò che succede e lo racconta in modo obiettivo, aggiungendo poi le sue riflessioni. 19 La struttura narrativa degli episodi cambia dalla prima stagione a quelle successive. Negli episodi della prima e della seconda stagione sono presenti vere e proprie interviste condotte da Carrie per indagare sulla tematica trattata nell’episodio confrontando punti di vista di persone differenti per sesso, estrazione sociale, condizione economica, professione …. ma tutte accomunate da un unico denominatore: l’essere newyorkesi. Questi uomini e donne vengono presentati con delle scritte che informano il pubblico sul loro nome, cognome, età e professione,questi guardando dritto nella telecamera, come se si rivolgessero agli spettatori rispondono ai quesiti sulle relazioni sollevati da Carrie basandosi sulle proprie esperienze. È per questo motivo che Carrie nella prima stagione presenta sé stessa come “antropologa sessuale” più che come giornalista, in quanto il suo lavoro è uscire ogni sera per conoscere tutto in materia di locali da frequentare per conoscere le persone giuste e sapere tutto della vita a Manhattan e dei suoi abitanti al fine di scrivere la sua rubrica che potrebbe definirsi come “guida per la sopravvivenza nella vita e nelle relazioni a New York”. Della struttura narrativa della prima stagione fa parte anche il quesito strategico 12 di Carrie che distoglie l’attenzione dalla storia per guardare in telecamera e rivolgere questo quesito agli spettatori che in questo modo si sentono direttamente coinvolti nella narrazione e hanno così l’impulso di riflettere per rispondere a Carrie e aiutarla. Purtroppo questa interessante natura di indagine sociologica della serie inizia a scemare già nella seconda stagione per poi scomparire e lasciare il posto esclusivamente alle storie delle quattro protagoniste 12 Renée Capolupo, Cult-testualità in Sex and the City, in Alfonso Amendola (a cura di), È tutto Sex and the City. Moda, metropolis, amicizia e seduzione in una fiction televisiva, Liguori Editore, 2011, cfr., p. 104 20 in cui ormai gli spettatori sono pienamente coinvolti e che ormai costituiscono esse stesse una risposta ai quesiti di Carrie. Questo espediente dell’intervista dunque viene eliminato, ma per non eliminare il realistico effetto di cronaca resta in ogni episodio l’immagine del computer sul quale Carrie scrive la sua rubrica e all’inizio di ogni puntata scrive un quesito, sempre pertinente all’oggetto in questione nell’episodio, ormai rivolto esclusivamente al pubblico in modo da mantenere saldo il legame tra la protagonista e gli spettatori. Le quattro protagoniste vivono la vita in modo ironico, glamour e senza precludersi alcuna esperienza, questo fa sì che all’interno della serie esse incontrino i più svariati personaggi e vivano esperienze insolite e mai scontate, possibili solo a Manhattan. 13 L’incontro con i personaggi avviene in modo casuale, come un incontro della vita reale , ancora una volta a beneficio dell’effetto realistico. Alcuni personaggi sono destinati a durare per tutta la serie, altri invece sono “di passaggio” e hanno la funzione di esemplificare il tema trattato nell’episodio in cui appaiono o di rappresentare un aspetto delle relazioni o della vita newyorkese. Essi infatti (soprattutto uomini) incarnano degli stereotipi: lo scapolo d’oro, lo sciupa femmine, l’artista, l’uomo ossessionato dalle modelle, il cocco di mamma, il fanatico dello sport, il religioso, il politico, il superdotato, il poco dotato, il ventenne e addirittura il vecchio; che vanno a costituire un quadro ironico, desacralizzato e spregiudicato degli abitanti della “grande mela”. 13 F. Bonazzi e D. Pusceddu, op. cit., pp. 62,63 21 14 Per quanto concerne le tematiche trattate, esse includono le tematiche più varie: il divorzio, la carriera, il cancro, il MAC, l’omosessualità, il fumo, il tradimento, il viagra, lo shopping compulsivo, la bisessualità, l’autoerotismo; tutte tematiche che nessun serial aveva il coraggio di trattare prima e che attribuiscono a Sex and the City il merito di costituire un veridico e trasparente trattato di attualità. 2.1 Profili delle protagoniste e dei loro principali intrecci amorosi Concentrarsi sulle caratteristiche delle protagoniste e sui principali intrecci amorosi di queste ultime aiuta la riflessione sui temi principali affrontati nel serial. Innanzitutto è importante osservare, in materia di relazioni importanti, che anche le storie d’amore destinate a durare vengono interrotte per lasciare il posto ad altre avventure e in secondo luogo bisogna sempre tenere presente che l’unica relazione stabile nel serial è quella che intrattengono le quattro amiche, che costituisce l’unico punto fermo delle loro vite. Carrie Bradshaw: La protagonista, Carrie Bradshaw è una donna arrivata a New York per realizzarsi, lavora per il New York Star dove tiene una rubrica che tratta del sesso e della città, indaga sulla vita nella città, di cui conosce gli abitanti, la vita mondana e le abitudini sessuali, al punto da 14 Alfonso Amendola, Cartografia di un fenomeno di massa, in Alfonso Amendola (a cura di), è tutto Sex and the City, op.cit., cfr., p.77 22 definire se stessa e il suo lavoro come “antropologa sessuale” e nonostante sia orgogliosamente single, è inconsciamente alla ricerca dell’amore. 15 Carrie racconta tutto della sua vita, dei suoi pregi e difetti, vizi inclusi, del suo lavoro, le sue relazioni. Non sappiamo nulla della sua vita prima di New York, ormai la sua vita è a Manhattan e la sua vera famiglia sono le tre amiche Miranda, Charlotte e Samantha, insieme al suo amico gay, Stanford, i quali sono per lei l’unica sicurezza e l’unico punto fermo nella caotica vita a Manhattan. La sua passione più grande è l’alta moda, tutto ciò che indossa è rigorosamente firmato, abiti accessori e in particolare scarpe, Manolo Blahnik, per le quali ha una vera e propria ossessione. Il suo stile è unico, caratterizzato da accostamenti di colori e stili diversi ed eccentrici, a tal punto da mostrare outfit a volte geniali, altre volte così eccessivi da risultare improponibili. Il suo look dà di sé l’immagine di una donna, carismatica, sicura di sé, che non ha paura di osare e assolutamente autonoma, che è diventata per i fan un’ icona di stile. La sua vita mondana la porta a conoscere tanti uomini ma un incontro che le cambierà la vita è quello con 15 F. Bonazzi e D. Pusceddu, op.cit., cfr., pp.64-70 23 Mister Big, un ricco ed affascinante manager quarantaduenne, che vive in un appartamento elegante, con tanto di autista con limousine. I due si scontrano casualmente per strada, da allora continuano ad imbattersi fortuitamente l’uno nell’altra in qualsiasi luogo, tanto che sembra escano insieme senza volerlo. In seguito poi tra i due nasce una relazione sentimentale, ma l’irraggiungibile Big non permette mai realmente a Carrie di entrare nella sua vita così lei lo lascia. Durante la serie la loro storia vede continue riconciliazioni e separazioni perché Carrie non accetta che i suoi sentimenti non siano completamente ricambiati. Carrie analizza di continuo questo rapporto sia interiormente che nei dialoghi con le amiche che pur sostenendola nelle sue scelte cercano di evitare che soffra troppo a causa del suo desiderio di volere qualcuno inaccessibile. Nella terza serie Big sposa una modella, Natasha e la storia con Carrie sembra finita per sempre. Il nuovo amore di Carrie, Aidan Shaw, è un falegname, un uomo semplice e diretto, con dei valori e che vuole farsi una famiglia. Carrie ama Aidan, ma finisce per tradirlo con Big. Aidan la ama al punto da perdonarla e le propone persino di vivere insieme e di sposarla, ma proprio in questo momento Carrie lo lascia perché si rende conto che l’unico uomo con cui immagina un futuro è Mister Big. Successivamente Carrie, incontra un famoso scultore russo, un po’ in età, Alexandre Petrovsky, e viene travolta da questa relazione fatta di un romanticismo d’altri tempi, cene eleganti, poesie e notti passionali. In realtà Carrie è una moderna donna newyorkese dall’intensa vita sociale e lui un tradizionale uomo russo, artista internazionale che mette la sua arte prima di tutto, due figure opposte che convivono in modo interessante. Alexander al contrario di Big lascia che Carrie entri nella sua vita e la coinvolge al punto che lei decide di trasferirsi con 24 lui a Parigi a costo di abbandonare le sue amiche e la sua amata vita di donna in carriera a New York. Al suo arrivo a Parigi Carrie è entusiasta, ma Alexander è troppo preso dal lavoro e inizia a trascurarla. Nemmeno lo shopping Parigino consola Carrie che sente la mancanza della sua vita a New York, delle amiche, ma soprattutto di Big, il quale capisce a sua volta di amarla e corre a Parigi per riprendersela col consenso delle tre amiche. Carrie intanto lascia Petrovsky perché non vuole rinunciare alla sua vita per aspettare lui e la sua arte e mette in chiaro che ciò che vuole è il vero amore. Big finalmente trova Carrie e le confessa che dopo tanto tempo ha capito che è lei che vuole, così Carrie ha il suo lieto fine e torna definitivamente dai suoi amori più grandi: New York e le sue amiche. Charlotte York: anche di lei non si sa niente della vita che precede il suo ingresso nella serie, sappiamo solo che proviene dall’alta società e che è stata educata dalle suore, dunque anche per lei la famiglia è rappresentata ormai dalle tre amiche ed il suo amico gay Anthony Marentino.16 Charlotte è direttrice 16 Ibid., cfr., pp. 71-74 25 di una galleria d’arte, una donna di classe, dolce ed innocente il cui obiettivo principale nella vita è trovare l’uomo perfetto da sposare e vivere una vita perfetta in una casa perfetta. Anche se in una città caotica e senza regole come Manhattan Charlotte, che è la perbenista del gruppo, si trova spaesata dalle insolite abitudini relazionali, apprezza comunque le mille possibilità di incontri che New York offre e cambia numerosi partner, tutti rigorosamente belli, ricchi e di buona famiglia, sempre nelle vesti di eventuali candidati per realizzare il suo unico scopo di trovare l’uomo perfetto da sposare. L’ingenuità di Charlotte però non significa che essa sia una donna debole, anzi, è tenace nel raggiungimento dei suoi obiettivi e ha la forza di rimettersi in piedi dopo ogni delusione senza perdere la fede nell’amore. Charlotte finalmente trova il principe azzurro, Trey McDougal, un medico affascinante e appartenente ad un’importante famiglia scozzese dell’alta società che le chiede di sposarlo. Purtroppo però prima delle nozze Charlotte scopre che Trey non è perfetto in quanto soffre di una disfunzione erettile, ma decide comunque di sposarlo pensando che la cosa si risolverà col tempo. Charlotte ha finalmente il matrimonio perfetto che ha sempre desiderato (organizzato dal suo amico Anthony) con le sue amiche come damigelle d’onore. Nella prima fase del matrimonio Charlotte cerca instancabilmente di far funzionare le cose ma non riesce a restare incinta e dopo che Trey le confessa che non vuole figli, nemmeno in adozione, Charlotte decide di divorziare. Per fortuna la vita è imprevedibile e non tutti i mali vengono per nuocere. Nel momento in cui Charlotte si reca dall’avvocato per divorziare , conosce Harry Goldenblatt, un avvocato che riesce a far vincere a Charlotte la causa contro la madre di Trey, che le è sempre stata ostile. In seguito tra Charlotte ed Harry scatta una forte 26 attrazione e nonostante Harry sia troppo sudato, pelato, e lontanissimo dai canoni che Charlotte ha sempre cercato, Charlotte capisce che è una persona fantastica, che la ama e la rende davvero felice. Harry è di fede e famiglia ebrea, ma Charlotte decide di convertirsi. Finalmente Charlotte corona il suo sogno, stavolta per sempre, con l’uomo giusto, il vero amore. Il suo lieto fine nasce da una situazione difficile, che rispecchia l’imprevedibilità della vita e si conclude con l’adozione di comune accordo con Harry, di una bambina cinese. Miranda Hobbes: è la rossa con un cinismo ai limiti del comico, la donna che si è fatta da sé, avvocato di successo che riesce infine a diventare socio del suo studio legale. È l’amica di Carrie più speciale tra le tre, che conosce tutti i suoi segreti e la critica quando fa scelte avventate, per evitare che soffra troppo. Le uniche cose che contano nella sua vita sono il lavoro, le sue amiche e l’autosufficienza, è determinata ed orgogliosa, e non rinuncerebbe mai alla sua indipendenza per dipendere da un uomo.17 17 Ibid., cfr., pp. 75-78 27 Miranda è l’unica delle quattro di cui sappiamo qualcosa in più della famiglia d’origine, che irrompe nel serial nel momento in cui sua madre viene a mancare, le sue amiche le stanno vicino in questo momento doloroso sostenendola e dimostrando di essere per lei una vera e propria famiglia. L’unica storia d’amore importante di Miranda è quella con il barman Steve Brady. Miranda pensa che tutti gli uomini fingano di essere innamorati soltanto per arrivare al sesso, ma Steve riesce a farle capire che si sbaglia e che prova dei sentimenti reali per lei. In questa storia d’amore appare lampante l’inversione dei ruoli, nella coppia è Miranda quella che vuole affermare la propria indipendenza, che prende le decisioni e che guadagna molto di più, per questo motivo la loro storia d’amore si interrompe varie volte poiché Steve non si sente al livello di Miranda e vorrebbe poterle dare di più. I due si riavvicinano quando Steve confessa a Miranda di avere un tumore ad un testicolo e nonostante riesca a salvarsi entra in crisi perché si sente privato della sua virilità. In seguito Miranda scopre di aspettare un figlio da Steve e dopo tante esitazioni deciderà di tenerlo. Nonostante stiano con altre persone, al primo compleanno del piccolo Brady, Miranda e Steve decidono di tornare insieme e di sposarsi. La decisione però che cambia la vita di Miranda è quella di abbandonare Manhattan per trasferirsi a Brooklyn e dunque affrontare l’abbandono 28 del suo stato di donna single, glamour e in carriera ed il passaggio a madre e donna di famiglia con delle responsabilità, anche economiche e che deve sacrificare il suo stile di vita precedente per la famiglia. Le amiche hanno paura che questo trasferimento possa cambiare Miranda e allontanarle, ma Miranda riesce a sostenere questa doppia appartenenza e a mantenere il forte legame con le amiche. Con il suo trasferimento a Brooklyn Miranda matura e impara ad affrontare le difficoltà della vita reale e soprattutto impara la responsabilità e l’amore. Samantha “estrema” in Jones: tutto: è potremmo estremamente definirla bella, estremamente intelligente, estremamente competitiva, estremamente sfacciata e spregiudicata e soprattutto estremamente sexy e sicura di sé. Samantha è manager nelle pubbliche relazioni di cui si occupa con piacere e con successo e incarna in tutto e per tutto lo stile di vita newyorkese. 18 Anche di Samantha non sappiamo niente della sua vita precedente al serial e della sua famiglia, ormai rappresentata esclusivamente dalle tre amiche. Questa donna nonostante i quarant’anni passati non sente il bisogno di avere un uomo accanto a sé, di crearsi una famiglia, le bastano le sue inseparabili amiche e sentirsi libera di vivere a pieno la sua carriera e la sua vita di donna sessualmente libera ed attiva che non si preclude nessuna 18 Ibid., cfr., pp. 75-78 29 esperienza. Samantha è anti perbenista, fa commenti spregiudicati, parla esplicitamente di sesso e dichiara di fare sesso come un uomo, ovvero senza sentimenti. Samantha pensa ormai non c’è più disparità tra i sessi e dunque non dovrebbe esserci nemmeno nella maniera di vivere la vita sessuale e che il romanticismo è una cosa vecchia, eppure, nel corso della serie avrà tre relazioni. Essendo la quattro, permetterà apertura mentale l’argomento più trasgressiva con di la delle sua affrontare dell’omosessualità femminile sperimentando, pur non essendo gay, una relazione con una donna, Maria Reyes, famosa pittrice. Samantha ha un’altra relazione amorosa con il proprietario di una prestigiosa catena alberghiera, Richard Wright, dal quale è affascinata poiché quest’uomo potente, ammaliatore, sessualmente attivo, che non desidera impegnarsi in una relazione rispecchia sé stessa. Inizialmente la relazione procede a meraviglia ma poi Samantha copre che Richard la tradisce. Nonostante lo perdoni, ha perso la fiducia in lui e dal momento che vivere di paure e preoccupazioni non fa per lei decide di tornare alla sua vita da single. La storia d’amore più importante di Samantha è quella con il giovane attore Jerry. All’inizio la loro storia è incentrata sul sesso ma Jerry tiene a Samantha, la quale decide di diventare sua la p.r. e lo aiuta a diventare un attore famoso, il cui nome d’arte è Smith Jarrod. La dolcezza e la comprensione di 30 Smith verso Samantha sono continue, inoltre lui le prova il suo amore standole vicino e restandole fedele nel momento in cui Samantha si trova a dover affrontare un cancro al seno. Samantha riesce a sconfiggere il cancro grazie alla sua forza d’animo e al sostegno delle sue amiche e accetta finalmente l’amore di Smith nella sua vita. Stanford e Anthony: Stanford Blatch e Anthony Marentino, sono i due amici gay di Carrie e Charlotte. 19 Stanford ha un’agenzia di modelli artistici ed è dolce, romantico ed elegante nei suoi stravaganti look sempre colorati. Stanford pensa che l’unico luogo a New York in cui si possa ancora trovare del romanticismo sia la comunità gay. Della sua famiglia conosciamo solo la nonna, che non accetta la sua omosessualità, per Stanford la famiglia è rappresentata da Carrie, i due hanno bisogno l’uno dell’altra, vanno insieme ad i party quando non hanno un accompagnatore, e si confessano i segreti più imbarazzanti e le delusioni amorose. Anthony Marentino è il migliore amico di Charlotte, che lei conosce poiché lui le fa da wedding planner al suo primo matrimonio. Anthony è uno stilista di origine siciliana impeccabile ed autoritario che le fa da spalla quasi come una madre. Anthony ha stile e carattere, un carattere 19 Ibid., cfr., pp. 81-83 31 passionale, esuberante ed esigente o che lo rendono unico. Stanford e Anthony sono rivali, e perpetuando una continua guerra fredda al fine di trovare un fantastico compagno da esibire. In realtà sia il sensibile Stanford che l’autoritario Anthony sono due single dalle personalità opposte che infondo come tutti cercano la stabilità in un rapporto amoroso. CAP. III Elementi fondamentali di Sex and the City: New York e la moda 3.1 Visione di New York nella cinematografia New York è considerata la perla dell’America, famosa in tutto il mondo e da sempre generatrice di miti e sogni, così come di ricordi connessi a grandi capolavori cinematografici. Innumerevoli registi in passato hanno utilizzato New York come sfondo dei propri film, ma20 a partire da Abel Ferrara, ha inizio un filone cinematografico in cui New York non funge più da semplice scenario ma acquista lo status di vero e proprio personaggio. Oltre a Ferrara, anche Martin Scorsese e Travis Bickle nel suo celeberrimo Taxi Driver (1976) descrivono la Grande Mela come una città caotica, sporca con riprese di estremo realismo all’interno dei luoghi più pericolosi di una città caratterizzata dalla perdizione e dall’immoralità che spinge gli uomini e le donne di quest’universo alla violenza e al malessere. Woody Allen 20 Antonio Iannotta, Manhattan, la New York di Sex and the City, in Alfonso Amendola (a c. di) è tutto Sex and the City, op.cit., cfr., pp. 117-121 32 ha il merito di ribaltare questa visione ripartendo dall’immaginario proposto da Blake Edwards in Colazione da Tiffany (1961) in cui New York viene vista attraverso lo sguardo sognante di Audrey Hepburn che dà inizio alla visione di New York come luogo in cui tutto è possibile. Woody Allen segue la linea dei precedenti registi che assegnano il ruolo di protagonista a questa città, ma la dipinge con toni differenti, assolutamente positivi mostrando il bello della città ed esaltandone le qualità e gli aspetti romantici. Il film Manhattan (Woody Allen 1979) è una dichiarazione d’amore alla città di New York (al pari di quelle di Carrie) e la consacra come città del desiderio e del romanticismo dando origine ad un’infinita serie di commedie di successo che descrivono la città con gli stessi toni, come il celebre Harry, ti presento Sally (1989) di Rob Reiner fino alla sitcom cult Friends che rispecchia un altro importante aspetto celebrato da Woody Allen presente anche in Sex and the City ovvero l’importanza dell’ essere newyorkese. Nell’episodio pilota di Sex and the City che parla di donne che fanno sesso come gli uomini l’introduzione di Carrie che dà al pubblico il benvenuto nell’era dell’anti-innocenza dove nessuno fa colazione da Tiffany e l’autoconservazione e gli affari hanno priorità assoluta, in cui descrive la città come un luogo caotico dove ci sono migliaia di donne fantastiche ma sole e solleva il quesito “ le donne di New York stavano davvero rinunciando 33 all’amore?”, Carrie depista il pubblico dando l’impressione di distaccarsi da questo filone romantico e sognatore alleniano che esalta in tutto e per tutto la città e l’essere newyorkese. Carrie sembra descrivere Manhattan come città ricca di promesse, ma dove nulla può essere dato per scontato e si va continuamente incontro alla disillusione, invece man mano che la serie procede ed arriva al suo compimento si capisce chiaramente che Sex and the City non si distacca dal filone alleniano, anzi lo celebra apertamente. Le affermazioni iniziali verranno fortemente smentite dalle continue manifestazioni d’amore di Carrie per la città e del suo essere newyorkese e dal finale in cui Carrie chiarisce di essere una donna in cerca del vero amore e dal lieto fine che vede ognuna delle quattro donne con l’amore della sua vita viene rivelato che in realtà gli incontri con i molteplici uomini di ognuna delle quattro donne erano mirati a questo e New York ne esce fuori come il luogo in cui i sogni possono avverarsi. 3.1.2 Sex and THE CITY! “è un mito, la città: le stanze e le finestre, le strade che eruttano vapore: per ciascuno, per chiunque un mito diverso, la testa di un idolo con occhi di semaforo che ammiccano un tenero verde, un cinico rosso. Questa isola galleggiante su acqua di fiume come un iceberg di diamante, chiamatela New York, chiamatela come vi pare: il nome non importa poiché, arrivando dalla maggiore realtà dell’altrove, uno va alla ricerca soltanto di una città,di un posto dove nascondersi, dove smarrire o scoprire se stesso, 34 per fabbricare un sogno all’interno del quale dimostrare che, dopo tutto, non sei il brutto anatroccolo, ma un essere meraviglioso e degno di essere amato.” TRUMAN CAPOTE 21 Appartenente al continente americano New York si differenzia in realtà dall’esteso territorio dell’America più profonda e costituisce un territorio a sè in quanto fortemente influenzata dalle proprie radici europee. New York è dunque l’Europa fatta America ed è diventata matrice per gli stilemi europei. New York è il DNA dell’Occidente, una metropoli in cui convergono le migliori caratteristiche delle città più desiderate al mondo, come dice la voce narrante di Carrie Bradshaw “La cosa straordinaria di New York è che ogni sera puoi andare a Parigi” alludendo al The Paris Theatre (4 W. 58 Street ) dove vengono trasmessi vecchi cult del cinema francese. 21 Ibid., cfr., pp. 115-116 35 Si noti che all’interno della serie ogni volta che si parla di New York ci si riferisce in realtà a Manhattan, la “City” del titolo della serie. Manhattan22 è quasi un continente a sé diviso in diversi quartieri che costituiscono dei piccoli mondi caratterizzati da diverse etnie, classi sociali e modi di vivere e da cui gli abitanti non vogliono uscire. Il principale scenario della serie in questione è l’Upper East Side, che va dalla Fifth Avenue all’East River, e ospitando musei di livello mondiale quali il MET e il Guggenheim, club, hotel e ristoranti costosissimi e le supergriffate vetrine della Madison Avenue costituisce la zona residenziale più ricca del mondo, nonché l’habitat naturale delle classi sociali elevate e degli imprenditori di successo, così come l’habitat perfetto delle quattro eroine della serie e della vasta gamma di personaggi che ruota intorno ad esse. La caotica capitale della moda, New York, non funge meramente da scenario, ma ha un ruolo ben preciso e talmente rilevante da essere stata definita dalla serie stessa come la quinta protagonista. Darren Starr riesce, attraverso la serie e attraverso le quattro protagoniste, in particolar modo Carrie, ad esprimere l’amore degli Stati Uniti per la città di New York e persino nell’ultima serie in cui New York viene messa a duro confronto con la bellissima Parigi, la”grande mela” non ne esce sconfitta, anzi questo paragone non fa altro che accentuare in conclusione l’amore 22 Cfr., http://digilander.libero.it/sexandthecity2002/New%20York.htm 36 indiscusso che Carrie prova per essa. All’interno della serie le dichiarazioni d’amore di Carrie per la città, l’unico amore che le è stata e a cui è stata sempre fedele, sono esplicite, valga come esempio il dialogo di Carrie con Charlotte e Miranda nel primo episodio della quinta stagione: Carrie: “sono andata al cinema da sola” Charlotte: “di sabato sera?” Carrie: “non si è mai soli a New York, è il posto perfetto per i single. È lei la tua amante” Miranda: “Fai l’amore con New York?” Carrie: “ Da 18 anni. È una faccenda seria. Credo di essermi innamorata” Miranda: “Che farai dopo?” Carrie: “Chissà…è New York!” Nello stesso episodio Carrie incontra un affascinante marinaio Louis che però scarica poiché lui non ha una buona opinione di New York: Louis: “è la prima volta che vengo a New York. Non fa per me. Voglio dire, la sporcizia, il chiasso, non so come fai a resistere” Carrie voce off: “Se Louis aveva ragione e si poteva avere un solo grande amore, New York poteva essere il mio”. Ogni puntata della serie parte con la sigla che rappresenta proprio l’attraversamento metropolitano. La sigla alterna immagini dei grattacieli, delle Twin Towers e delle strade di Manhattan coi tombini sbuffanti alternate ad 37 immagini di Carrie, la protagonista principale, una bionda riccioluta vestita in modo stravagante, che cammina per le strade di New York e ammicca al pubblico oltre la telecamera e ai nomi delle altre protagoniste che si stagliano sulle immagini di New York. Poi un pullman sulla cui fiancata c’è un grosso striscione: “Carrie Bradshow knows good sex, and isn’t afraid to ask” e dall’altro lato “Every Wednesday in the New York Star” presenta l’essenza dell’intero serial, il sesso e la città, interpretati e interrogati dalla giornalista Carrie Bradshaw. È già chiaro dall’intro, dunque, che New York è parte integrante del racconto ed ha un forte legame con le protagoniste. Dopo la sigla, anche l’inizio di ogni episodio è costituito da una visuale di New York, l’Empire State Building, Central Park e le strade perennemente trafficate. 23Non sono però solo i luoghi aperti della città visibili a primo impatto a costituire la più vera essenza della “grande mela”, ma i luoghi interni, il cuore di questa città, quali i negozi, le caffetterie, i bar, i ristoranti, i locali notturni (tutti rigorosamente in) così come le gallerie sono protagonisti dei vari snodi della serie, custodi delle confessioni amicali, luoghi della vita notturna che la serie ha contribuito a trasformare in luoghi di tendenza e largamente frequentati. I luoghi della serie hanno assunto una tale sacralità per le fan al punto che numerose guide turistiche, nonché innumerevoli 23 Alfonso Amendola, Cartografia di un fenomeno di massa, in Alfonso Amendola, è tutto Sex and the City, cfr., pp. 82,83 38 siti legati alla serie organizzano tour-itineranti, tra cui quello di “On location Tours”. Questi tour organizzati portano i visitatori negli hotspots della serie ad esempio nei locali notturni, nei ristoranti e nelle tavole calde dove le quattro ragazze si riunivano per discutere delle proprie esperienze, a fare shopping nei negozi preferiti dalle protagoniste, allo Scouts (Onieal's Speackeasy - 174 Grand Street) il bar di Aidan e Steve, al negozio Manolo Blahnik (31 West 54th Street), al romantico ristorante accanto al lago The Boathouse restaurant (Park Drive North, E. 72nd Street) dove Carrie e Big finiscono in acqua, al The Salomon R. Guggenheim (1071 5th Avenue) dove Carrie va quando decide di fidanzarsi con la città godendosi le sue meraviglie, da Vogue (Conde Nast Building 4 Time Square) dove Carrie inizia a lavorare dopo aver lasciato Aidan o alla casa di Carrie (66 Perry Street - Greenwich Village) che per le fan rappresenta quasi un vero e proprio tempio di culto. Manhattan, si presenta come una città aperta al cambiamento, “la città delle infinite possibilità”, una città che possiede il fascino dell’ignoto e la possibilità di nuove esperienze, ma che rappresenta al contempo anche una sorta di limite, di confine che separa e protegge i suoi abitanti da tutto il resto, poiché Manhattan è vista come l’unica città in cui è possibile e auspicabile vivere, al di fuori della quale regnano incertezza e smarrimento. Lasciare Manhattan per andare a vivere in un altro distretto, per questioni economiche o per mettere su famiglia costituisce quasi una sorta di trauma per queste donne ormai abituate allo 39 stile di vita della city, stile di vita che cambierà necessariamente una volta fuori da essa. Questo cambio di residenza andrà a cambiare la percezione che la donna ha di sé mettendola faccia a faccia con il suo cambio di status ad esempio da donna glamour e single, indipendente e con un reddito alto a donna che costretta a fare economia vive in uno degli altri distretti, sposata e con una famiglia, come succede ad esempio a Miranda costretta a trasferirsi a Brooklyn e ad altre donne presenti nella serie. 24 In Sex and the city, i luoghi che le protagoniste frequentano e l’uso che esse ne fanno, non è casuale e contribuisce alla costruzione dell’identità di genere e di ciascuna di esse. I luoghi frequentati dalle quattro amiche sono in grado di affermare il loro status sociale rivelando l’immagine che si vuole dare di queste donne, emancipate, libere, benestanti e glamour, tant’è vero che tutta la parte “non glamour” della città, dunque l’Up Town, non viene mostrato nella serie. Gli stessi luoghi dove le protagoniste abitano rispecchiano e sottolineano il loro status sociale e le loro identità: il Greenwich Village, quartiere di artisti bohemien, per la scrittrice Carrie, nel suo appartamento intellectual chic ed intellettuale pieno di libri e riviste; l’elitaria Park Avenue, per una donna di classe come Charlotte, nel suo ampio ed elegante appartamento da brava ragazza; 24 R. Borghi, A. Rondinone, Geotema, 2009, cfr., pp. 33-43. http://www.academia.edu/254251/Donne_di_citta_in_citta_da_uomini_unanalisi_geografica_di _Sex_and_the_City_Urban_women_in_man_made_cities._A_geographical_analysis_of_Sex_and _the_city_ 40 la zona ovest di Central Park, area di business, per l’avvocato Miranda che alloggia in un appartamento minimalista ed efficiente esattamente come lei; ed il Meat Packing District, noto negli anni Novanta come centro di spaccio e prostituzione transessuale che nonostante il processo di gentrificazione subito, non ha perso la sua stravagante aura di perdizione, 25 per la trasgressiva Samantha nel suo appartamento trendy. A riconferma della volontà di affermare il proprio status sociale di donne dell’ upper class tramite l’utilizzo dei luoghi, bisogna notare che le amiche frequentano quasi esclusivamente spazi d’élite, con accesso limitato a persone di una certa influenza. Oltre ai luoghi della mondanità non mancano però luoghi della cultura quali librerie, musei, teatri e gallerie d’arte a sottolineare che lo stile di vita glamour 25 Ibid. 41 delle quattro protagoniste non è fatto solo di superficialità e dunque non esclude la cultura. Bisogna notare che nella serie tutte e quattro le donne non utilizzano mai la cucina, che è stata vista da sempre come luogo della femminilità, dunque della donna vista come angelo del focolare. Le quattro protagoniste sono troppo impegnate a lavorare e a vivere la propria vita per avere il tempo di restare relegate in casa a cucinare (la stessa Carrie ribadisce varie volte di utilizzare il proprio forno come contenitore per i maglioni) anzi ci troviamo di fronte ad una sorta di scambio di ruoli poiché la maggior parte delle volte sono i partner delle quattro donne ad usare le cucine per preparare loro da mangiare, dunque questa sorta di scambio di ruoli e ancora una volta l’uso che si fa di un luogo sono atti a sottolineare l’identità di queste donne e la loro emancipazione.26 In definitiva la chiave di lettura di questa serie 27 che può essere individuata nella storia di Carrie che intrecciandosi con altre vite le fornisce lo spunto per riflettere sulla propria vita e darle un senso, oppure può essere individuata nella città di New York, generatrice di esperienze per tutti i suoi abitanti. New York con la sua sola esistenza caratterizza lo stile di vita di coloro che la vivono, le loro scelte di vita e le loro esperienze, dunque è stata New York a rendere possibili le 26 27 Ibid. F. Bonazzi e D. Pusceddu, op. cit., cfr., p.58 42 appassionanti storie di queste quattro donne e la realizzazione di una serie il cui successo dipende in gran parte dalla <<riuscita amalgama delle storie e le location.>>28 3.2 La moda << La moda è imitazione di un modello dato e appaga il bisogno di appoggio sociale. Conduce il singolo sulla via che tutti percorrono, dà un universale che fa del comportamento di ogni singolo un mero esempio. Nondimeno appaga il bisogno di diversità , la tendenza alla differenziazione, al cambiamento, al distinguersi. [….] la ragione fondamentale della sua efficacia è che le mode sono sempre mode di classe, che le mode della classe più elevata si distinguono da quelle della classe inferiore e vengono abbandonate nel momento in cui quest’ultima comincia a farle proprie. Così la moda non è altro che una delle tante forme di vita con le quali la tendenza all’eguaglianza sociale e quella alla differenziazione individuale e alla variazione si congiungono in un fare unitario>> ( Simmel 1911: p. 15-16 ) È sorprendente come, a distanza di un secolo, non solo la valenza sociologica di questo concetto resti assolutamente attuale, ma lo stesso autore ci stupisce nella sua capacità quasi predittiva quando chiama in causa, a riguardo della moda il concetto di “ inutilità pratica “29, con cui si sottolinea che la spinta a possedere ciò che fa tendenza, svuota gli oggetti stessi non solo della propria 28 Alfonso Amendola, Cartografia di un fenomeno di massa, in Alfonso Amendola, è tutto Sex and the City, cit., p.83 29 Vincenzo Bernabei, Il sesso, la città, la marca, in Alfonso Amendola, è tutto Sex and the City, cfr., pp.107-109 43 funzione strumentale, ma della loro stessa usability, la funzionalità che solitamente si cerca nel momento in cui ci si serve di un mezzo per raggiungere, appunto, un obiettivo pratico. L’esempio più significativo è l’altezza dei tacchi delle protagoniste della serie, che con lo loro portabilità ridotta al minimo, sfidano costantemente le leggi della gravità. Molti mutamenti epocali possono essere letti come il risultato di processi di liberazione da movimenti culturali e politici delle precedenti generazioni, compreso lo stesso femminismo, inteso come percorso di emancipazione sessuale e culturale del genere femminile iniziato qualche decennio fa per affrancare il corpo della donna dalla mera funzione riproduttiva. Così il filone letterario cosiddetto chick lit , cominciato con Bridget Jones, continuato con i libri di Sophie Kinsella o Il diavolo veste Prada si inquadra in un processo di liberatoria devozione verso il disimpegno, in cui si innestano ed attecchiscono benissimo tanto le sei stagioni di Sex and the City, quanto gli omonimi film usciti nel 2008 e nel 201030. In essi la moda, basata su un consumismo sfrenato di oggetti griffati diventa parte integrante di un processo di liberazione dalla realtà della vita inscindibilmente legata a problematiche esistenziali e relazionali che causano sofferenza , laddove gli oggetti vengono utilizzati come antidoto contro ogni questione esistenziale e contro qualsiasi crisi sentimentale. Se, però, nella generazione di scrittori, produttori e artisti del chick lit , in generale, si colloca la proposta di un modello comportamentale basato sul fascino del simulacro, piuttosto che della realtà, in Sex and the City si ricorre all’idea della liberazione dalla praticità, per cui, spogliati gli oggetti dalle funzioni che ricoprivano 30 Ibid., cfr., p.108 44 precedentemente, non resta altro, per l’oggetto stesso che la sua identificazione con la marca. La moda, allora, intesa come insieme di modi di comportarsi, atteggiarsi, vestirsi, rapportarsi col mondo, intesa come strumento di immedesimazione e diversificazione tra i personaggi, tra i personaggi e i fan, 31 viene superata dalla marca, dai brand , che in una società liberata dalla cristallizzazione tipica dell’impegno politico, lascia che siano gli abiti, gli accessori ad esprimere stati d’animo o piuttosto a nasconderli se non addirittura a soffocarli. Negli anni Ottanta il pubblicitario francese Jaques Séguéla (1982) è giunto a parlare di marca-star, attribuendo ad essa la stessa sacralità delle stelle hollywoodiane. Le marche diventano di per se stesse un valore, brand values,32 la cui proposta propagandistica trova un nuovo canale di trasmissione, che intercettando il desiderio di protagonismo di una intera generazione di giovani di tutto il mondo, usa il product placement posizionando strategicamente prodotti e marchi all’interno di opere di entertainement destinate ad un target che essa stessa ha generato, attraverso un medium che essa stessa ha inventato. A riguardo Abruzzese afferma, appunto che la moda <<centra meglio di ogni altra esperienza ciò che spinge il soggetto verso il prodotto, la soggettività emergente dalla sua incarnazione di consumatore. [...] le dinamiche della moda contribuiscono cioè alla costruzione dell’individuo in quanto consumatore delle nostre società>> (Abruzzese 2003: p.345). 31 32 L’intreccio tra brand e forme audiovisive non si Ibid., cfr., pp. 109,110 Ibid., cfr., p.112 45 verifica per la prima volta nel 1998, ma ciò che cambia è la mentalità alla base del concetto di comunicazione di un prodotto: se in passato presentare le caratteristiche di un prodotto ha voluto dire mostrare la merce in sé, o, al limite, costruire artificiosamente intorno ad essa una storia o uno sketch (vedi l’esperienza italiana di Carosello), adesso il brand prende il sopravvento, arrivando a regolare un rapporto tra desiderio e desiderabilità sociale che caratterizza Sex and the City. 33 Il pubblico è proiettato in una virtualità reale (Castells 1996) in cui emulazione e imitazione da un lato, e differenza e diversificazione dall’altro, mettono in risalto i brand che rispondono alle esigenze estetiche di interi segmenti di consumatori, i quali di volta in volta decidono il loro grado di conformazione e difformità rispetto ai modelli e alle mode che vengono loro proposti. Basti pensare che prima che uscisse nelle sale Sex and the City the movie, in rete prevalevano le informazioni e l’interesse per gli abiti che avrebbe indossato Carrie, prima ancora che per l’epilogo del film. Sex and the City, in definitiva, si pone nei confronti del pubblico come generatrice di trend di consumo mai prima realizzati e guida nei confronti dei consumi di moda, nelle relazioni d’amore e d’amicizia. 33 Ibid. 46 Nella serie l’attenzione per la moda si palesa in modi diversi, anzitutto nel look delle protagoniste, in una New York, capitale mondiale per la disponibilità di beni e dello shopping più estremo dove si può avere accesso ai prodotti più elitari. Nella prima stagione, in particolare l’attenzione dello spettatore-consumatore viene focalizzata sulle scarpe, oggetto del desiderio di Carrie, facendo diventare famosissime, tra tutte le fan quelle di Manolo Blahnik, scarpe da 400 dollari in su, come tiene a sottolineare la stessa Carrie. Ma già dalla seconda serie l’universo degli acquisti alla moda si estenderà a tutti abbigliamento e , i capi di non a caso, l’intera serie si conclude non a New York, palcoscenico su cui si è interamente svolta, bensì a Parigi, la capitale della moda. Essa ha un ruolo fondamentale in quanto passione che, oltre quella per gli uomini, accomuna le quattro protagoniste, diventando il cemento della loro stessa amicizia, in quanto appaga il loro naturale bisogno di coesione e, allo stesso tempo, di differenziazione L’amicizia, individuale. sentimento che intesse le relazioni umane da sempre, convinzioni <<comunione di e di ideali basata sullo sviluppo congiunto delle potenzialità tipiche, fra uomini 47 liberi e autonomi, che implica crescere insieme senza perdere la propria identità, donarsi per possedersi in forma allargata, fondersi in un tutto unico e tuttavia continuare ad esistere ciascuno per proprio conto>> (Kracauer 1917-21: p. 47), qui resta quel vincolo che permette alle persone di rimanere salde nelle tempeste della vita, come Carrie, voce narrante e protagonista indiscussa della serie afferma all’inizio del primo film spin-off della serie (2008) dicendo: “le mie amiche single sono state la mia salvezza”. Tuttavia la comune passione per la moda le spinge, appunto insieme, a passare progressivamente , come analizza Abruzzese, dall’”essere alla moda” all’”essere moda”: il vincolo dell’amicizia e la passione per grandi marche si fondono così profondamente tra loro, che, come ancora sostiene Abruzzese, verrebbe da dire che per Carrie, Miranda, Samantha e Charlotte, l’amicizia è l’unica griffe che non può passare di moda. La moda assurge perfino a metro e misura delle loro scelte sentimentali: i loro partner vengono cambiati o scelti con la stessa naturalezza e con gli stessi criteri di discernimento con cui si cambiano i capi di vestiario.34 Sintomatica è la decisione presa da Carrie di dare una chance ad uomo a cui non è particolarmente interessata, analogamente a quando in una boutique si può decidere di provare un abito da cui non si è particolarmente attratti: “Era l’equivalente in carne e ossa di un classico vestito chic di New York: sai che non è il tuo stile, ma ce l’hai davanti, così te lo provi comunque”. La connessione tra moda e amore appare evidente ancora nella scena del primo film in cui al posto di un anello di 34 Antonio Iannotta, Manhattan, la New York di Sex and the City, in Alfonso Amendola, è tutto Sex and the City, cfr., p.121 48 fidanzamento Mr. Big chiede a Carrie di sposarla offrendole una cabina armadio da sogno e infilandole al piede una Manolo Blahnik. D’altronde nel finale del film quando Carrie si trova con le quattro amiche in un ristorante a festeggiare il cinquantesimo compleanno di Samantha, la sua voce off recita: “Nella stessa città in cui si erano incontrate da ragazze, quattro donne newyorkesi entravano nella successiva fase della loro vita vestite da capo a piedi d’amore, questa è l’unica griffe che non passa mai di moda”. 49 CAP. IV La Censura Un prodotto audiovisivo è un prodotto che comunica simultaneamente attraverso il canale visivo e quello audiovisivo che per essere reso fruibile a livello internazionale passa attraverso il processo di traduzione audiovisiva, ovvero la traduzione dei dialoghi originali dalla Lingua di Partenza, ovvero quella in cui vengono creati, alla Lingua di Arrivo, ovvero quella del paese in cui il prodotto verrà distribuito. 35 Prima della distribuzione, tutti questi prodotti vengono sottoposti alla censura 36 , ossia la pratica che prende in esame ogni opera d’arte con l’intento di rimuovere gli elementi considerati inaccettabili o politicamente scorretti o pericolosi e tutto ciò che potrebbe essere considerato offensivo a livello personale e/o morale dalla cultura di arrivo. Nella traduzione multimediale la censura agisce attraverso doppiaggio e sottotitolaggio che vengono usati per nascondere l’omissione o la trasformazione di elementi, allusioni o riferimenti erotici, volgari o scomodi. 4.1 Storia della censura in Italia In Italia37 la censura è un’istituzione centenaria che ebbe inizio durante il Governo Giolitti nel 1913 in cui furono fondate delle commissioni speciali per impedire la distribuzione di film che potevano essere ritenuti offensivi nei confronti degli usi e costumi locali. Durante la Seconda Guerra Mondiale la censura fu potenziata ulteriormente fino all’istituzione nel 1934 di una Direzione 35 Fay. R. Ledvinka, What the fuck are you talking about?, eris pamphlet, cfr., p.14 Ibid., pp. 15,28 37 Ibid., pp. 29-34 36 50 Generale per la Cinematografia così da impedire alla gente di vedere un modello di vita diverso da quello del proprio paese imposto dal regime fascista. Con la fine della Seconda Guerra Mondiale attraverso l’articolo 21 della Costituzione fu sancita la libertà di pensiero e di espressione. Oggi la legge vigente n.161 del 21 aprile 1962 “Revisione dei film e dei lavori teatrali” assoggetta la proiezione e l’esportazione al rilascio del nulla osta della commissione revisionante. Ciò rispecchia la consapevolezza delle istituzioni di un popolo che tende ad imitare ciò che vede sullo schermo e la tendenza a voler precludere al pubblico la visione di altre culture e stili di vita e il fatto che tutt’oggi l’Italia sottostia ad una legge alquanto datata mostra quanto il nostro paese sia relegato (o tenti di relegare il popolo) ad una mentalità ristretta. Negli Stati Uniti invece non esiste la censura cinematografica, bensì una classificazione, operata dall’MPAA (Motion Picture Association of America) che attribuisce ai film cinque tipologie di classificazione avvisando qualora i film non siano adatti ai bambini o ad un pubblico minore di una certa età a causa dei contenuti. Anche in Italia l’industria cinematografica utilizza la censura per classificare i film in base ai contenuti, dalla visione aperta a tutti, quella per cui si consiglia l’accompagnamento dei genitori, fino a quella vietata ai minori di 18 anni. Eppure la censura di immagini, ma soprattutto la censura totale dei dialoghi così come la loro cattiva traduzione, che snatura il testo originale, 51 danneggia il prodotto originale dell’artista che l’ha creato ed impedisce al pubblico di scegliere cosa guardare e di giudicarlo per ciò che realmente è. In Italia prodotti americani come Sex and the City vengono censurati non solo attraverso l’esclusione di scene o la mitigazione di linguaggio forte e tabù, ma anche attraverso il contrassegno che consiglia la visione in presenza di un adulto ad un pubblico di minori e in particolar modo dal loro essere relegati alla trasmissione via cavo o satellitare oppure quantomeno alla fascia protetta della seconda serata dopo le 22.30 e dunque ad un pubblico di nicchia. La parola tabù 38 arriva dalle isole Tonga, in polinesiano tabu significa <<proibito, proibire>> ed è un termine che fu usato per la prima volta nel diario di viaggio del 1777 del capitano James Cook, che usò questa parola in riferimento all’atteggiamento dei membri della società verso tutto ciò che per loro era considerato tabù. Oggi i tabù sono universali e quelli più fortemente radicati sono legati alla religione, agli escrementi e al sesso e impongono restrizioni sociali agli individui sia nel comportamento che nel comportamento verbale. Tutto ciò che è considerato linguaggio tabù, è oggi unificato nella categoria delle “parolacce” che vanno evitate in quanto considerate offensive, discriminatorie, immorali e socialmente inaccettabili. Eppure dalle origini della parola tabù i tempi sono cambiati, la mentalità dei paesi è più aperta e le parolacce e i riferimenti alla sfera sessuale sono ormai all’ordine del giorno. Questo ha fatto sì che anche in Italia una serie televisiva come Sex and the City non sia stata giudicata e pregiudicata a causa dell’ampio trattamento della sfera sessuale, è stata proprio l’audacia dei dialoghi tra le quattro protagoniste a garantirne il successo. 38 Ibid., cfr., pp. 21,22 52 4.2 Censura in Sex and the City ed effetti prodotti L’audacia dei contenuti e dei dialoghi della serie è stata resa possibile dalla natura dell’emittente americana HBO (Home Box Office) appartenente alla Time Warner Entertainment Company dalla quale la serie è stata prodotta e trasmessa in prima visione, una pay-tv per la sua famosa proprio quasi totale estraneità alla censura, che ha reso possibile la creazione di un prodotto come Sex and the city, la cui singolarità è data proprio dalla sua ironia, dalle scene audaci e comiche insieme e dai suoi singolari dialoghi “senza peli sulla lingua”, in cui non c’è nulla di troppo scandaloso da non poter essere trattato o detto da quattro donne speciali i cui dialoghi ricordano un po’ il cameratismo maschile. In America 39 la HBO iniziò a trasmettere la serie nel 1998 dalle 20.00 alle 00.30, mentre in Italia la serie arriva due anni dopo nel 2000 sul canale privato LA7 dove veniva trasmesso nella fascia protetta dapprima dalla mezzanotte in poi ed in seguito dalle 22.45. Oggi giorno in Italia le repliche della serie vengono trasmesse al di fuori della fascia protetta sul canale Fox di SKY e i DVD italiani della serie mostrano il simbolo della visione in presenza di un adulto. Dunque la prima azione della censura in Italia La censura della serie in Italia ha agito attraverso la programmazione della serie, i canali che la hanno trasmessa, le fasce protette e la 39 Delia Chiaro, Not in front of the children? An analysis of sex on screen in Italy, Università di Bologna, Forlì, cfr., pp. 256- 270 http://www.lans-tts.be/img/NS6/LANS6_Co.pdf 53 censura nella traduzione audiovisiva, dunque sottotitoli e doppiaggio, ma è importante notare che almeno i contenuti visivi non sono stati affatto censurati. Il linguaggio tradotto in italiano, più che dei veri e propri tagli, presenta la mitigazione di linguaggi forti o legati alla sfera sessuale e la perdita di allusioni, probabilmente dovuti all’autocensura dei traduttori causata dalla loro appartenenza ad un paese come l’Italia in cui i tabù sono maggiormente radicati rispetto all’America e la mentalità è più ristretta, soprattutto se paragonata a quella specificamente newyorkese. A primo impatto, senza bisogno di un’analisi traduttiva ciò che si perde nel passaggio dalla lingua di originale all’ italiano, ciò che si nota è la differenza di ritmo, di fluidità della lingua d’origine e soprattutto la tempestività dello scambio di battute. Un altro elemento che concorre alla diversità del risultato finale tra l’originale e l’italiano è la perdita dei differenti idiomi, i diversi tipi di accento inglese che caratterizzano la “grande mela” e i differenze dell’ inglese parlato da personaggi appartenenti a varie classi sociali si perdono nel doppiaggio italiano in cui la dizione perfetta dei doppiatori e l’uso esclusivo dell’italiano standard danno vita ad un parlato troppo chiaro ed unitario rispetto a quello vario e fortemente caratterizzato dell’inglese, o per meglio dire dell’americano, originale. La serie americana in questione segue convenzioni che tendevano a lasciare il parlato degli attori così com’era anche se questo non suonava chiaramente, i personaggi di Sex and the City, ed in particolare le quattro protagoniste nei loro dialoghi parlano con naturalezza biascicando le parole e talvolta addirittura tagliandone i finali, mentre 54 in italiano chiarezza totale e la perfetta articolazione delle parole fa sì che venga a mancare l’effetto di mis-communication, elemento essenziale di tutto il serial. Un ulteriore fattore di diversità e di mitigazione rispetto all’originale è dato sempre dal doppiaggio che modula il caratteristico vocio di New York mettendolo a tacere e generando una versione meno realistica in quanto troppo “silenziosa” rispetto all’originale. Oltre che dai toni, la differenza tra il prodotto originale e quello in lingua italiana viene data dalla censura via traduzione/doppiaggio che allevia argomenti sessuali per quanto riguarda la designazione di organi genitali, i riferimenti a rapporti sessuali e a ulteriori pratiche sessuali. È vero che il doppiaggio va incontro a limiti e regole quali la sincronizzazione labiale, ma viene anche da notare che le attenuazioni e i tagli più frequenti avvengano sempre in coincidenza di dialoghi contenenti argomenti tabù, in particolare il sesso. Bisogna comunque fare attenzione perché qualora scene contenenti atteggiamenti sessuali non vengono censurate un adattamento eccessivo del doppiaggio dei dialoghi che alludono ad esse rischia di snaturare la scena e privarla della sua audacia originaria. Per quanto riguarda la designazione di organi genitali, ad esempio quando si riferiscono al pene , oltre a questo termine stesso penis, le varianti connotate da tabù e più volgari dick e cock vengono attenuate dalla traduzione italiana “uccello” o addirittura ridotte al semplice pronome neutro “lo”, mentre il corrispondente più volgare di tutti “cazzo” che in americano viene largamente usato, viene tradotto in italiano con estreme rarità anche a costo di creare un effetto un po’ finto dal momento che la parola “uccello” in italiano non è molto 55 usata a differenza del corrispettivo più volgare “cazzo” ampiamente diffuso. Ad esempio nel quinto episodio della prima serie la frase di Samantha: “He has a tiny little penis but he knows exactly how to use it” è stata tradotta ed indebolita con : “Ce l’ha piccolissimo ma lo sa usare bene” oppure nel quinto episodio della terza serie quando Samantha parlando del suo nuovo ragazzo afro-americano afferma: “He happens to have the biggest black cock”, frase molto forte che è stata tradotta con: “Si da il caso che abbia il più grande uccello nero”. La stessa cosa avviene anche per quanto riguarda gli organi genitali femminili in cui i volgari corrispondenti americani di vagina, quali pussy e cunt vengono privati della forte connotazione volgare e tradotti debolmente con termini come “passera” o addirittura con termini usati dai bambini come “patatina”. Questo particolare aspetto della censura italiana, oltre alla componente tabù, è anche dato dalla componente varietà, poiché in inglese esistono e si dicono molte più parolacce, (soprattutto a sfondo sessuale) che in italiano, per cui tradurle tutte darebbe un tono forzato. Inoltre un’altra componente è data dal fatto che mentre in America c’è un linguaggio comune in tutto il paese, l’Italia è caratterizzata dai dialetti regionali e dunque le parolacce (siccome sono qualcosa di istintivo e che spesso è collegato ad emozioni forti che portano a non filtrare il linguaggio attraverso i pensieri e servono da sfogo) vengono dette nel proprio dialetto, è per questo che mentre in americano esistono venti modi ad esempio per riferirsi al membro maschile in modo volgare, in italiano ce ne saranno solo tre o quattro e sono anche poco usati poiché questa parola viene pronunciata in dialetto, e dunque è in dialetto che esistono più termini per dire questa parola o altre parolacce in generale, ma ovviamente il serial non può essere doppiato in dialetto perché 56 precluderebbe la comprensione a tutti coloro che non conosco quel dialetto in particolare. Ovviamente anche quando si parla di rapporti sessuali la censura interviene. In americano fuck è una parola molto usata, anzi abusata direi, al punto che ormai nella maggior parte ha assunto la valenza di semplice intercalare, seppur sempre forte. Viene spesso tradotto in italiano con la parola “cazzo” ma viene spesso omesso poiché tradotto ogni volta che viene detto in americano e soprattutto in certe frasi, renderebbe l’italiano innaturale e macchinoso, intaccando la fluidità del discorso, tuttavia ci sono frasi in cui il suo uso è indispensabile per rendere la stessa intensità. Oltre al suo uso di intercalare e al suo uso di fucked nel senso di “raggirato” o più verosimilmente di “preso per il culo”, fuck è una parola che si riferisce all’atto sessuale e viene spesso tradotto perdendo la sua originale forza con “scopare”, “farsi qualcuno” o in modo ancora più debole con “farlo”, parole che comunicano inequivocabilmente il messaggio, ma spesso non riescono a trasmetterne la forza. Valga la memorabile frase detta da Miranda nel primo episodio della prima serie: “OK! Linda Fiorentino fucking that guy up against the chain-link fence” che nella sua traduzione italiana “Che scena! Linda Fiorentino che si fa quel tizio contro la rete di recinzione” molto più debole rispetto all’originale crea un effetto dissonante rispetto all’enfasi che Miranda pronunciando questa frase mette nella voce, così come nella sua mimica facciale e nella gestualità. Per non parlare della traduzione più odiata da tutte le fans della serie della frase caratteristica di Mr. Big “abso-fuckin-lutely!” che è stata completamente privata della sua forza con la traduzione “Assolutamente sì!”. 57 Nonostante la censura nella programmazione e quella verbale che ha causato la perdita di intensità in svariati punti, e la perdita di allusioni Sex and the City è stato un prodotto innovativo che ha con l’audacia dei suoi dialoghi e dei temi trattati la soglia del “dicibile” in Italia così come in numerosi altri paesi in tutto il mondo, aggirando il pubblico di nicchia a cui mirava ad essere destinato e ha conquistato fan ed estimatori, donne e non solo, in tutto il mondo diventando un vero e proprio cult. CAP. V Il pubblico fandom e gli elementi che hanno contribuito alla formazione del cult Inserendo su Google la voce di ricerca “Sex and the City” è significativo che tra i milioni di risultati che si ottengono il primo di essi sia un sito riguardante la serie in questione creato dai suoi fan italiani. 40 Questo sito, generato dal fenomeno fandom41, contiene tantissime informazioni tutte riguardanti la serie e ciò che ruota attorno ad essa, come il libro, i film, i personaggi e si trovavano in anteprima notizie sui film sequel della serie prima che essi uscissero, compresi i rumors ad essi connessi. Ciò che già a prima vista emerge da questo sito è che i fan adorano la serie e hanno creato un vero e proprio culto su di essa e tutti i suoi vari aspetti: l’amicizia tra le protagoniste, le storie d’amore, New York e 40 Delia Chiaro, Not in front of the children? An analysis of sex on screen in Italy, Università di Bologna, Forlì, cfr., pp. 256- 270 http://www.lans-tts.be/img/NS6/LANS6_Co.pdf 41 n. Il termine ha origine dalla lingua inglese, ed è la fusione del termine fan (da fanatic, appassionato) e dal suffisso –dom appartenente al termine Kingdom (regno), dunque questo termine potrebbe essere tradotto con “mondo degli appassionati”. Persone che condividono l’interesse comune per uno stesso oggetto, spesso facenti parte di un social network http://it.wikipedia.org/wiki/Fandom 58 soprattutto la moda. I fan hanno creato dei forum per discutere tanto delle storie delle quattro protagoniste e quindi per confrontare le proprie opinioni su queste e interrogarsi su quale sarà il loro esito, sia forum che si interessano all’aspetto modaiolo della serie in cui si discute e ci si scambiano consigli riguardo a trucco, acconciature, abbigliamento, scarpe ed accessori, in cui i fan parlano degli outfit indossati nella serie, che molti conoscono alla perfezione e creano attorno ad essi una sorta di guida da seguire, ispirandosi alle icone della serie. Sex and the City è anche, infatti, una serie televisiva che vede il caso di protagonismo del pubblico che si è ribellato alla chiusura della serie e ha preteso la sua riapertura che è stata realizzata attraverso le due successive rappresentazioni cinematografiche, per dare al pubblico fandom l’happy ending da esso desiderato.42 Oltre al “sesso e la città” e le storie d’amore delle quattro protagoniste, gli elementi fondamentali della serie che hanno contribuito al culto di quest’ultima sono il tema dell’amicizia e la moda. 42 S. Brancato, op. cit., p. 177 59 Il primo, l’amicizia è un valore che viene riconosciuto come fondamentale fin dall’inizio e che resterà un punto fermo della serie, le ragazze in cerca della propria stabilità in un universo caotico come Manhattan trovano nell’amicizia il proprio punto fermo, di forza che le aiuta ad affrontare tutte le difficoltà che la vita riserva loro. Più che un gruppo amicale, le quattro donne rappresentano reciprocamente una famiglia di elezione, il cui legame prescinde dal legame di sangue ed è ben più forte, il gruppo è ciò che le protegge, che appoggia le loro scelte lavorative ed affettive e ciò su cui esse possono sempre contare nei momenti di bisogno, come Carrie quando soffre d’amore per Big, Charlotte nella difficoltà di trovare l’uomo da sposare ed in seguito quando scoprirà di non potere avere figli, Miranda quando perde la madre e quando si troverà all’inizio a crescere un bambino da sola, senza avere la minima idea di come farlo e Samantha quando si trova ad affrontare un dramma sempre più diffuso ai giorni nostri, un cancro al seno. Le relazioni che esse instaurano con gli uomini passano in secondo piano rispetto al legame delle quattro amiche e appaiono quasi come un mero pretesto per nutrire i loro confronti, le riflessioni, le discussioni e costituiscono il soggetto principale dei loro discorsi che accrescono giorno dopo giorno la conoscenza che esse hanno le une delle altre e rinsaldano il loro legame. 60 Il legame di amicizia si basa anche sulla consapevolezza delle azioni dell’altro sullo sfondo di convinzioni simili da accrescere e coltivare insieme, secondo quanto afferma Kracauer. La solidarietà del gruppo e di un legame che si fonda sulla condivisione delle avventure della vita, sul dialogo ininterrotto, sullo scambio di consigli e confidenze libere, senza pudori e senza (quasi mai) essere giudicate è considerata fondamentale per l’equilibrio di ognuna. La capacità di ascolto e la comunicazione interpersonale utilizzate come antidoto nei confronti della durezza della vita è ciò che spinge ogni donna appassionata della serie al desiderio di inserirsi in questo gruppo e al desiderio della creazione di un gruppo analogo nella propria vita. L’altro elemento principale che ha contribuito alla formazione del culto di Sex and the City è un elemento invece dinamico, ovvero la moda. Il gruppo è presente in tutte le stagioni ma acquisisce man mano un ruolo sempre più rilevante all’interno della serie, attraversando un’evoluzione nei consumi e nell’attenzione alla moda da parte di ciascuna delle protagoniste fino a raggiungere il proprio culmine nel primo, ma soprattutto nel secondo film. Nel primo episodio quando vediamo per la prima volta Carrie, ci appare vestita come una ragazza normale che a causa del lavoro non ha troppo tempo per dedicarsi alla scelta accurata dei vestiti, ma col passare delle stagioni l’attenzione al look assume un’importanza sempre più rilevante e quasi ossessiva, fino ad arrivare 61 all’ultima serie in cui si ha quasi l’impressione che ogni volta che Carrie esca di casa sia pronta per sfilare su una passerella , fino a giungere alla conclusione della serie nella capitale della moda Parigi in cui troviamo abiti da favola che hanno fatto sognare le donne di tutto il mondo. Il film è stata una vera opera di product placament, che si apre con una visuale su New York e su una vetrina sfavillante, che sembra rappresentare alla perfezione questo film, vetrina della moda in cui sembra che tutto esista in quanto ha una griffe, come preannunciato nell’apertura: “Anno dopo anno, donne sulla ventina vengono a New York city in cerca delle due G, Griffe e Grande amore”. Nelle prime scene quando Carrie va a vedere la casa da comprare assieme a Mr. Big indossa una Eiffel Bag, firmata Timmy Woods Beverly Hills, fatta con 6300 cristalli Swarosky, per un costo di circa 2.700 dollari. Samantha utilizza un’auto chiaramente marcata MercedesBenz (nel film le ragazze partecipano alla 62 Mercedes-Benz fashion week) che mostra il cofano rigorosamente pieno di buste marcate Chanel, Dior e Gucci. Anche il film non si dispensa dall’esaltare le famose scarpe ormai divenute simbolo della serie, le Manolo Blahnik che Mr. Big regala a Carrie al posto dell’anello di fidanzamento e mostra una serie infinita di abiti di alta moda indossati dalle protagoniste, raggiungendo il top nel servizio fotografico di Carrie per Vogue “L’ultima ragazza single” in cui compaiono modelli da capogiro delle marche più importanti da Vera Wang , Christian Lacroix, Dior, Oscar de la Renta a Vivienne Westwood che regala l’abito a Carrie. Per le fan, soprattutto in questi tempi di crisi, è divertente potersi aggirare tra i negozi di New York insieme alle protagoniste e più che suscitare invidia questo sfoggio di lusso riesce a far sognare le sue spettatrici che ammirando il continuo cambio di look, di abiti di alta moda e di scarpe da 450 dollari compensano il loro sogno di vivere una vita altrettanto glamour. I forum del pubblico fandom rispecchiano che il vero fenomeno di culto nel pubblico interessa l’identificazione incrociata fra le dinamiche di amicizia e comportamenti di consumo alla moda. Infatti prima dell’uscita dei film ciò che suscitava l’interesse maggiore non era l’esito delle storie amorose, piuttosto l’interesse era rivolto a cosa sarebbe stato indossato da Carrie e le amiche, ci si chiedeva quali sarebbero stati gli abiti indossati piuttosto 63 che l’epilogo del film. Sex and the City si pone dunque non solo come un guida da seguire nelle relazioni d’amore e di amicizia, ma come innovazione comportamentale nei consumi 64 di moda. Conclusione A metà strada tra una fiaba metropolitana fatta di scarpe, griffe e vita mondana e un documentario audace sullo stile di vita newyorkese e le relazioni, il vero senso di questa serie televisiva che ha raccolto fan adoranti in tutto il mondo è da ricercarsi nell’importanza che essa attribuisce all’esistenza e nella sua capacità di formare un legame affettivo tra i personaggi e la storia, da un lato, e gli spettatori dall’altro. Tra i motivi del successo della serie troviamo l’attrattiva verso le ampie tematiche trattate per la loro attualità, e l’immediatezza con cui vengono affrontate, senza tabù né di linguaggio né di immagini, non scadendo, tuttavia, nella volgarità. Il tono leggero e spensierato, alternato ad un tono profondo e riflessivo; spesso ironico e dissacrante e talvolta serio e coinvolgente, che fa sì che gli argomenti trattati, che spaziano dal futile all’impegnativo, non risultino mai pesanti, ma al contrario siano avvincenti e piacevoli allo stesso tempo. Entrambi questi elementi hanno contribuito a rendere Sex and the City per tutti i fan un attuale, amatissimo e indispensabile vademecum nelle relazioni interpersonali e nella vita. Ciò che più di altri fattori, ha contribuito al successo di Sex and the City è la serialità quotidiana che coinvolge episodio dopo episodio, giorno dopo giorno i suoi spettatori, rendendoli quasi diretti interlocutori delle riflessioni di Carrie sulla vita, partecipi delle avventure delle protagoniste, dei segreti più intimi e imbarazzanti che esse si confidano e confidano loro fino a creare tra storie, 65 personaggi e spettatori un legame affettivo. Le quattro protagoniste diventano per i fan un modello cui ispirarsi e compagne di vita, generando in essi una sorta di inconsapevole compensazione di un vissuto insoddisfacente e poco emozionante grazie all’immedesimazione in questi personaggi stereotipati che non rappresentano un tipo di donna ma una parte della personalità di ogni donna; vari modi di essere che ciascuno è capace di esprimere o che restano inespressi e che trovano il loro compimento nella fruizione della serie. In conclusione coloro che conoscono la serie solo per sentito dire o per averne visto saltuariamente solo qualche episodio, sono molto critici eq giudicano Sex and the City un prodotto superficiale, che mostra una vita surreale e comportamenti libertini, vetrina di griffe irraggiungibili e di lusso sfrenato, che si svolge su un palcoscenico, New York, città dei desideri e dello stile di vita mondano e privo di senso. In realtà coloro che seguono la serie sono consapevoli di trovarsi di fronte ad una vita non reale, nella quale si immergono per distogliersi almeno temporaneamente dalle difficoltà della vita, affidandosi ad un prodotto quasi certamente a lieto fine, ma che non si distacca del tutto dalla realtà in quanto, nonostante queste donne siano realizzate e vivano una vita piacevole e agiata, anch’esse, come la gente comune, non vengono risparmiate dal dover affrontare incertezze e situazioni problematiche. L’insegnamento che se ne trae è che sebbene non sia sbagliato godere di piacevoli “accessori” le uniche scarpe che possono proteggerci dalle cadute nella vita, sono i valori dell’amore e dell’amicizia. 66 Riferimenti bibliografici Brancato Sergio, (2010), La forma fluida del mondo, Sociologia delle narrazioni audiovisive tra film e telefilm, Ipermedium libri (Collana Società moderna) Amendola Alfonso ( 2011), <<Cartografie di un fenomeno di massa>>, in Alfonso Amendola, è tutto Sex and the City Moda, metropoli, amicizia e seduzione in una fiction televisiva, Liguori editore (collana Mediologie 25) Bonazzi Franco e Pusceddu Daniela (eds) ( 2010), Sex and The City e i paradossi della postmodernità, FrancoAngeli (collana Consumo, comunicazione, innovazione) Ledvinka Fay R. ( 2011) , What the fuck are you talking about?, Eris edizioni (collana pamphlet) Capolupo Renée, (2011), <<Cult-testualità in Sex and the City>>, in Alfonso Amendola, è tutto Sex and the City Moda, metropoli, amicizia e seduzione in una fiction televisiva, Liguori editore (collana Mediologie 25) Iannotta Antonio, (2011), <<Manhattan, la New York di Sex and the City>>, in Alfonso Amendola, è tutto Sex and the City Moda, metropoli, amicizia e seduzione in una fiction televisiva, Liguori editore (collana Mediologie 25) Bernabei Vincenzo , (2011) <<Il sesso, la città, la marca. Sex and the City e il branded entertainment>>, in Alfonso Amendola, è tutto Sex and the City Moda, metropoli, amicizia e seduzione in una fiction televisiva, Liguori editore (collana Mediologie 25) Borghi R., Rondinone A., 2009, << Geotema>>, http://www.academia.edu/254251/Donne_di_citta_in_citta_da_uomini_unanalisi_ geografica_di_Sex_and_the_City_Urban_women_in_man_made_cities._A_geogr aphical_analysis_of_Sex_and_the_city_ Chiaro Delia, <<Not in front of the children? An analysis on sex on screen in Italy>> http://www.lans-tts.be/img/NS6/LANS6_Co.pdf 67 Sitografia http://www.candacebushnell.com/bio.html http://www.hbo.com/sex-and-the-city/about ,http://www.candacebushnell.com/bio.html http://it.wikipedia.org/wiki/Chick_lit http://www.westga.edu/~jkesler/chick_lit_characteristics.htm http://chicklitbooks.com/what-is-chick-lit/ http://digilander.libero.it/sexandthecity2002/New%20York.htm http://www.academia.edu/254251/Donne_di_citta_in_citta_da_uomini_unanalisi_geografica_di _Sex_and_the_City_Urban_women_in_man_made_cities._A_geographical_analysis_of_Sex_and _the_city_ http://www.lans-tts.be/img/NS6/LANS6_Co.pdf http://www.lans-tts.be/img/NS6/LANS6_Co.pdf 68 INTRODUCTION The following thesis arises from my passion for the tv-series Sex and the City. That is why I decided to carry out a research through the internet, books, and a collection of sociological essays, examining elements and features linked to this series. This research is aimed at pinpointing the reasons that ensured it to become an out-right cult, loved by millions of viewers (above all women) that have come to consider it as a reference model in the matter of behaviour, fashion and lifestyle. The first chapter provides a general profile of the series examined: the filmmakers, the film director, the actors, the broadcasting station that broadcasted it in America and in Italy and the honours achieved by the series. It is then followed by an analysis of chick lit. A genre that gave birth to the series, a genre so affected by prejudice that we could say that it is as famous as criticized. In the second chapter there is a textual analysis of the series examined (compared with other types of texts) that helps to identify the structures that lie behind the fluid flow of the series that mirrors the flow of real life. Then the profiles of the main characters have been outlined and also their main relationships within the six seasons have been retraced. In the third chapter there is an analysis of the fundamental series’ elements: New York and the fashion industry. First, comes a research to identify how New York was viewed in the cinematography aimed at understanding where the way of viewing New York in the series comes from. A vision in which the city is not just a mere background, but embodies the fifth protagonist, without whom the series wouldn’t have achieved the same success. Secondly an analysis 69 comes (deriving from sociological essays) of the fashion, one of the factors that is present in the series since the beginning and undergoing a stable evolution reaches the apotheosis in the last season and then in the films. Fashion gains such an importance that it gives the series the status of trend setting and of a new consumer model. The matter of the fourth chapter is censorship, in which a brief history of censorship in Italy is looked at in order to explain the origin of the narrow-minded vision still present today in our Country. Then the explanation of the word taboo’s origin and an analysis of censorship in Sex and the City and how, even if not distorting its nature, censorship affects (through dubbing) the final result creating a different effect compared to the original language one. In the last chapter the subjects are the media event of the fandom and the main factors that led the series to become an out-right cult. Finally I submit those I think are the reasons that brought Sex and the City to its success according to my personal experience and on the data emerged by the research carried out for this thesis. 70 CHAP. I Sex and the City 1.1 General Sex and the City profile Sex and the City (from now onwards SatC) arises from the genius of Candace Bushnell who wrote humorous columns on the “big apple”, women’s lifestyle and their relationships with men from which in 1995 the book “Sex and the City” was created becaming a bestseller in America and all over the world. In 1996 the book was made into a TV-series by the cable TV network HBO that became a media phenomenon of the 90s. 43 The series was created by Darren Star with the executive producers Michael Patrick King, John Melfi, Cindy Chupack, Jenny Bicks and the series protagonist Sarah Jessica Parker.44 SatC’s plot narrates the adventures of four friends and career girls, staring Sarah Jessica Parker as Carrie Bradshaw, a famous journalist; Cynthia Nixon as Miranda Hobbes, a corporate lawyer; Kristin Davis as Charlotte York, an art gallery manager; and Kim Cattral as Samantha Jones a PR executive. The protagonists live in New York, the city that embodies the American dream, that is a cosmopolitan city characterized by globalisation, where they attend social events and situations and are always torn about their status as women within the society and their role in the family. They speak frankly about their love and sexual experiences always showing their deep and sincere friendship. SatC has been the first cable show to take honours in the comedy series category winning 7 Emmy Awards and 8 Golden Globe Awards. 45 In Italy the series was broadcast by TMC, that became 43 Cf.,http://www.candacebushnell.com/bio.html Cf.,http://www.hbo.com/sex-and-the-city/about 45 Ibid 44 71 LA7, that is more open to new products compared to other networks.46 The TVseries success led to the creation in 2008 of the first movie Sex and the City. The girls are back and in 2010 of the second movie, achieving a positive feedback. 1.2 Series’ origin, the “chick lit” literature genre The English writer Candace Bushnell worked for the New York Observer and in November of 1994 she created the column Sex and the City. In 1995 these columns were gathered in the famous book “Sex and the City” that in 1996 was made into a TV-series by HBO.47 The book falls under the “chick lit” literature genre. The term “Chick lit” comes from the American slang chick that stands for girl and lit that is an abbreviation of literature, so “girls’ literature”. This literature genre arose in England in the 90s and was soon adopted also by American writers. The genre’s progenitor is Helen Fielding with her bestseller Bridget Jones’s Diary, soon after follows indeed Candace Bushnell with Sex and the City. Both authors are clearly influenced by the precursor of the genre, Jane Austen, author of the classics loved by women all over the world. Both books grow out of columns that were gathered in a book because of the public appreciation achieved. Both books became bestsellers, they represent the genesis of one of the most widespread and profitable genres of the last decades, 46 Sergio Brancato, La forma fluida del mondo. Sociologia delle narrazioni audiovisive tra film e telefilm, Ipermedium libri, 2010, cit., p.176 47 Cf., http://www.candacebushnell.com/bio.html 72 subsequently came I love shopping by Madeleine Wickham a.k.a Sophie Kinsella and The Devil wears Prada by Laure Weisberger.48 The genre has several characteristics:49 it’s written by women for women aged between twenty and forty, usually singles and career girls, who live in big cities; it debates topics like love, marriage, friendship, job, weight problems, and addictions. It tends to be written using a first person narrator, and uses texts like email or diaries to address the reader giving the impression s/he is opening his heart to him/her. Most of the times the main character is a quirky woman that lives outrageous situations; generally has an interfering and overbearing family, faces the lack of a man or has relationships with unsuitable men and its supported by a group of friends. Often the protagonists have a passion for fashion and shopping and speak frankly about their sentimental and sexual life. The characteristic of “chick lit” genre compared to the ordinary romantic novels is the confidential and personal tone used. A realistic and engaging tone, that gives the readers an impression of listening to a friend telling about her life, the characters live situations that the readers themselves have lived, this leads to many women relating to it. “Chick lit” genre has often been accused of being frivolous and not up to be defined a literature genre.50 This is probably due to the fact that the publishing houses and those who deal in the marketing side, package these books with glamourous covers and stereotyped images of women, shoes and give them daring 48 Cf.,http://it.wikipedia.org/wiki/Chick_lit 49 Cf.,http://www.westga.edu/~jkesler/chick_lit_characteristics.htm 50 http://chicklitbooks.com/what-is-chick-lit/ 73 titles that don’t reflect the actual content of the book. In fact this genre debates a wide range of meaningful topics like how to face the death of a family member or a diseases like cancer and also religion. In conclusion “chick lit” is not a romantic novel, rather a type of breezy but not superficial literature addressing women debating a wide range of issues, that never bores the readers and captures their attention thanks to its humorous tone. CHAP. II Textual analysis of Sex and the City 2.1 Textual analysis The serial SatC it’s composed of six seasons and 94 episodes, each episode is roughly 25 minutes. The series was broadcast for the first time in the US in 1998 and ended in 2004, it arrived in Italy in 2000 ending in 2004 almost simultaneously with the US. TV-series are a narrative text like other types of texts. 51 The narration begins when a series of events are subtracted to reality to be included into the framework time of a plot whose chronological order doesn’t coincide with real time, but it’s based on free technical and expressive choices. SatC like other series has an open and infinite narrative structure, so its end doesn’t occur when the plot is solved, it ends when the plot has depleted its productivity. Differing from 51 F. Bonazzi e D. Pusceddu, Sex and the City e I paradossi della postmodernità, Franco Angeli, 2010, cf., pp. 37-48 74 narrative texts that don’t have to respect any norms concerning time, in the series the narration must respect real time, that’s to say the present time that it mirrors. In SatC this reflection of real time is not compromised by the narration segmentation in episodes since although the narration is suspended at the end of every episode, in the following episode it restarts from where it had been suspended. This guarantees the temporal continuity of episodes linked both to the previous and the following episode that the viewer unites into a uniform block. This also occurs in every single episode where thanks to the parallel editing technique that alternates several scenes that happen simultaneously but in different locations the viewer gets the impression to be watching events taking place contemporary in the present because they respect the logical succession of time. The impression that the series is happening at the present time is also given by the fact that the period of the story coincides with the present time of the first broadcasting. That can be deduced by some temporal marks within the series, for instance in the fourth episode of the first season Miranda says: “There are no available men in their thirties in New York. Giuliani had them removed along with the homeless” referring to the then-mayor of New York, Rudolph Giuliani. Although these temporal remarks don’t coincide anymore with the historical context of today’s viewers the faithful reproduction of the everyday routine rhythm still lets the series seem contemporary to its viewers. Another characteristic of the series is its unpredictability that aims at representing life unpredictability, that’s why even if some characters leave the series they can always come back, unless they die, just like it happens in real life. 75 In SatC every episode is composed of two different sequences, a narrative one and a reflective one, closely related to each other because one would lose its sense without the other.52 Narrative sequences recount experiences concerning the topic dealt with in the episode, whereas reflective sequences analyze the experiences, Carrie interprets them according to her point of view, the experiences become the object of Carrie’s or her friends considerations. The girls link the stories together and their discussions highlight their emotional ties, the personality of each of these girls and the differences among them. In the narrative sequences the rhythm of the narration is agitated and persisting, so are the lines exchanged and the switching of the scenes, to reflect the chaotic rhythm of life in New York; while in the reflective sequences the lines exchanged are slower and heartfelt to foster the emotional sharing of the viewer. The language used is breezy and spontaneous, and also daring and ironic. It changes depending on the gender the girls talk about: when they talk about male sex the language is uncompassionate, while when they talk about women it is sympathetic. Carrie Bradshaw is the narrator of the series, her voice-over opens and closes every episode, introducing and commenting the events. She is an external and omniscient narrator who knows everything and recounts it objectively and then she adds her opinion. The narrative structure changes from the first seasons to the others. In the first and in the second season Carrie conducts a research on the episode topic interviewing different people who have different points of views but something in common: they’re from New York. These men and women overlook the camera as 52 Ibid., cf., pp. 52-61 76 if they were talking to the viewers and they answer Carrie’s questions based on their personal experience. In the first season’s narrative structure Carrie looks into the camera and addresses a strategic question53 to the viewers so that they feel themselves involved in the story and are urged to think about it to help Carrie answer her question. Unfortunately this interesting nature of sociological survey decreases in the second season until it disappears to be replaced by the four protagonists stories alone that come to be the only answer to Carrie’s questions. The interview expedient is removed, but the questions that Carrie types on her laptop keep the link between her and the viewers alive. Many characters participate in the series and they hit on the protagonists just like it happens in real life. The men they meet personify some stereotypes: the eligible bachelor, the artist, the modelizer, the sport fanatic, the religious, the politician, the wellendowed, the poorly-endowed, the twenty-something guy and even the old man; they all make up an ironic and daring picture of the inhabitants of the “big apple”. 54 For what concerns the topics debated, they include: divorce, cancer, the MAC computer, homosexuality, Viagra, compulsive shopping, bisexuality; all topics that no series dared to face before and that give credit to SatC to represent a truthful and straightforward treatise of topical life. 53 Renée Capolupo, Cult-testualità in Sex and the City, by Alfonso Amendola, È tutto Sex and the City. Moda, metropolis, amicizia e seduzione in una fiction televisiva, Liguori Editore, 2011, cf., p. 104 54 Alfonso Amendola, Cartografia di un fenomeno di massa, by Alfonso Amendola, è tutto Sex and the City, op.cit., cf., p.77 77 2.2 Protagonists profiles and their love affairs The protagonists love affairs help us comprehend their characters and the topics debated. It is important to note that among all love affairs the only committed relationship that lasts through the entire series is the girls friendship. Carrie Bradshaw: The main character is Carrie, a woman who came to New York to get ahead in her career, she works for the New York Star writing a column dealing with sex and the city, she knows everything about the city, its inhabitants, clubs, lifestyle and sex habits, to the point that she defines herself as a “sexual anthropologist”, but although she is proud to be single, she is unconsciously looking for love. Carrie tells us everything about her life, virtues and vices, job and relationships, but nothing about her life before she moved to New York. Now her life is in Manhattan, her family are her friends Miranda, Charlotte, Samantha and her gay friend Stanford, they are her only anchor in her chaotic life in Manhattan.55 Her greatest passion is high fashion, all that she wears is branded, including her shoes, she is especially obsessed by especially Manolo Blahnik shoes. Her style is unique, characterized by matching several and eccentric colours and styles, to such an extent that her outfits are brilliant sometimes, and so excessive that they’re unadvisable other times. Her style gives her the appearance of a confident, charming woman that isn’t afraid to dare, that’s why she is a fashion icon to her fans. Her nights out lead her to meet a lot of men but the one encounter that will change her life, is when she bumps into Mr. Big, a forty-two year old rich and fascinating manager, complete with limousine and 55 F. Bonazzi e D. Pusceddu, op.cit., cf., pp.64-70 78 chauffeur. They kept bumping into one another everywhere, it was almost if they were dating accidently so they decided to bump into each other on purpose and started a love affair. They like each other but the unattainable Big never really lets Carrie enter his life, and she can’t take this so they break up. Throughout the series they keep coming back together and breaking up because Carrie can’t stand that Big doesn’t completely return her feelings. She always analyzes their relationship alone or with her friends’ help who to avoid her suffering too much for wanting someone out of reach. In the third series Big marries another woman and Carrie has a new boyfriend, the carpenter Aidan Shaw, who is a simple and sincere man with values that wants a family. Aidan loves Carrie and forgives her when she confesses to him that she cheated on him with Big, but when he asks her to marry him she understands that the only man she wants in her life is Big so they break up. Afterwards Carrie falls in love with a Russian, an older man, an artist whose romantic ways are from another time. Petrovsky unlike Big lets Carrie into his life and asks her to move to Paris with him when he has to go there for work and she decides to follow him even at the cost of leaving her beloved life as a career girl, her friends and Manhattan behind. When Carrie arrives in Paris she is enthusiastic but Alexandre starts to overlook her thinking of his work. Carrie starts to miss her life and especially Mister Big and confesses to Alexandre that she didn’t give up her life to wait for a self-centred man whose priority is art because she is looking for real love, the “I can’t live without you” kind of love so she leaves him. With Carrie’s friends approval Big goes to Paris, finds Carrie and tells her that he finally realized that he wants her in his life. Carrie has her happy 79 ending and comes back for good to her greatest loved ones: New York and her girlfriends. Charlotte York: there is no information about her life before the series, we only know that she comes from high society and that she received a religious education, even for her family is represented by her three girlfriends and her gay friend Anthony. She is an art gallery manager, a classy, sweet and harmless woman whose main objective to achieve is finding the perfect man to marry, to have a perfect family and life. 56 She is quite confused by Manhattan’s chaotic lifestyle and relationships, although she appreciates the plenty of possibility it offers to meet partners and change many of them always as eventual handsome, rich and well-bred candidates to be her perfect husband. Her candour doesn’t mean that she is weak, indeed she is persistent and rises again after every moment of disillusion. Finally she seems to have found her prince charming, Trey McDougal, a doctor from a Scottish upper-class family that asks her to marry him. Charlotte has her perfect wedding, but Trey has an erectile dysfunction. Charlotte solves this problem but when she can’t get pregnant and asks Trey to adopt a child she discover that he doesn’t want a baby so she sorely decides to divorce. But every cloud has a silver lining, the lawyer that helps her defeat Trey’s evil mom and obtain the divorce is Harry Goldenblatt. He looks anything but perfect, too sweaty and bald but Charlotte sees what an amazing person he is, and how he can make her feel happy and beloved so she falls in love with him. Harry comes from a Jewish family but Charlotte converts herself to Judaism. 56 Ibid., cf., pp. 71-74 80 Charlotte has found true love, she marries Harry and as jointly agreed they adopt a Chinese little girl. Miranda Hobbes: is the red-haired woman whose cynicism borders on comical, she is a self-made woman, a corporate lawyer that also manages to become partner of her law office. She is Carrie’s most special friend, who knows all her secrets and criticizes her when she makes reckless choices to save her from suffering too much. The only things that matter to her in life are her job, friends and self-sufficiency. She is her own boss and would never give up her independence for a man. 57 She is the only character out of the four girls of which we know about her family that burst into the series when her mother dies, in this painful moment her friends support her proving to be like a real family for her. The only man who Miranda commits to is the barman Steve Brady. Miranda thinks that all men fake love in order to get sex, but Steve manages to prove her wrong and that he carries true feelings for her. In this relationship Miranda is the one who wears the pants, she makes decisions, has a good job and earns more than him, so they will keep breaking up during the episodes because Steve doesn’t feel like he is at her level. They get close again when Steve gets Miranda pregnant, after many hesitations they decide to get married and to move to Brooklyn. To her this will mean a big change, although she will maintain her double identity of a responsible mother and wife and still her girlfriend’s partner in crime. Samantha Jones: we could define her as “extreme” in everything: she is extremely beautiful, extremely smart, extremely competitive, extremely impudent 57 Ibid., cf., pp. 75-78 81 and unscrupulous, and above all extremely sexy and self-confident. She is a public relations executive that perfectly embodies the new Yorker lifestyle. For her, family is exclusively represented by her three girlfriends. 58 Despite being the eldest in the group she doesn’t want a committed relationship, she only wants to completely enjoy her life and sexual freedom. Samantha is anti-prig, she makes daring comments, explicitly talks about sex and has sex just as a man, that’s to say without feeling nothing afterwards. She has numerous sexual partners, nevertheless she has three committed relationships. She is so open-mined that will experience a gay relationship with the painter Maria Reyes. Then she falls in love with her powerful, charming and sexually active boss Richard Wright that breaks her heart cheating on her. The most important love affair she has is the one with her handsome boy-toy Smith Jerrod that she will help to become a famous actor and that shows her what true love is and even supports her when she has to face a breast cancer. Stanford and Anthony: Stanford Blatch and Anthony Marentino are the two gay friend of Carrie and Charlotte. Stanford is a talent agent and he is sweet and romantic. He thinks that in New York the only place where love can still be found is in the gay community. Carrie is his best friend and is always there for him when he needs her. Anthony Marentino is Charlotte’s best friend, they have known each other since he was her wedding planner. Anthony is an impeccable and authoritarian stylist that shoulders to her just like a mother does. Stanford and 58 Ibid., cf., pp. 78-80 82 Anthony are rivals and have opposite personalities but they’re both single men looking for love. 59 CHAP. III Fundamental elements of Sex and the City: New York and fashion 3.1 The image of New York in the movies In the past many movie directors set their screenplays in New York city, but Abel Ferrara started a cinematographic current along with Martin Scorsese and the famous movie Taxi Driver where New York acquires the status of an outright character.60 They describe the “Big Apple” as a chaotic, dirty and immoral city. Woody Allen has been given the credit of changing New York’s image into a romantic place where everything is possible drawing inspiration from Blake Edward’s Breakfast at Tiffany’s. Allen’s movie Manhattan, will inspire future comedies and tv-series that declare the love for New York and the pride of being a new Yorker, just like in SatC. 3.1.2 Sex and THE CITY! New York sums up the best qualities of the most desired cities in the world.61 “The City” the title of the series refers to is actually Manhattan rather 59 Ibid., cf., pp. 81-83 Antonio Iannotta, Manhattan, la New York di Sex and the City, by Alfonso Amendola è tutto Sex and the City, op.cit., cf., pp. 117-121 61 Ibid., cf., pp. 115-116 60 83 than New York itself. The chaotic fashion capital, New York, has such a leading role that it has been defined by the series as the fifth protagonist, indeed Carrie states that the city is the only lover she’s been faithful to for 18 years. From the opening theme with footage of the city traffic, the Empire State Building and Central Park, it is already clear that the city is integral part of the narration. But the true soul of the “Big Apple” is the indoor scene: stores, cafeteria, restaurants, clubs which actively witness the happenings of the series. These places happened to become that trendy and popular, almost sacred, that several tour-operators and websites organize visited tours for the fans in the hotspots of the series. Manhattan is a city open to change, “the city of the infinite chances”, but at the same time it represents a boundary that defends its inhabitants from what’s outside. According to them “there is no world outside Manhattan”. 62The places, highly glamorous and exclusive that protagonists frequent mirror their social status of wealthy, self-sufficient women, for whom moving to a different boroughs would mean accepting to become a housewife, like it happens to Miranda when she moves to Brooklyn. The areas and apartments they live in reflect their social status and identities: Greenwich Village, the bohemian artistic district for the bold writer Carrie, with her intellectual chic condo full of books and fashion magazines. The upper-class Park Avenue for the classy Charlotte with her elegant good girl apartment; west Central Park business area for the lawyer Miranda with her minimalist and efficient apartment; and the Meat Packing District sexual transgressive area for Samantha with her trendy apartment. The 62 R. Borghi, A. Rondinone, Geotema, 2009, cf., pp. 33-43. http://www.academia.edu/254251/Donne_di_citta_in_citta_da_uomini_unanalisi_geografica_di _Sex_and_the_City_Urban_women_in_man_made_cities._A_geographical_analysis_of_Sex_and _the_city_ 84 protagonists never use their kitchens that has always been seen as femininity and housewife symbol because they’re too busy working and living their lives (Carrie uses the oven as a closet for her sweaters). Furthermore, the ones who actually use their kitchens and cook for them are their partners. This underlines a sort of role exchange and the protagonists emancipation. 63 SatC is not just Carrie’s life but it is also the story of a city that generates plenty of stories and experiences. 64 The popularity of this series is mostly due to the successful blend between the stories and the locations.65 3.2 Fashion More than one century ago the philosopher Simmel maintained that fashion is imitation of a model and fulfils the need of social support, it is one of the forms of life that unites the trend to social equality and to social differentiation and variation. He maintained that fashions are class fashions that the upper-class uses in order to differ from lower classes and that it abandons when lower classes borrow them. At the present moment the sociological value of this concept is still up-to-date and its author has shown an amazing predicting capability introducing the concept of fashion’s practical uselessness, 66 talking about the impulse to own what is trendy, and about the emptying of the objects function and the loss of the objects’ usability, the functionality that people usually aim at when they use 63 64 Ibid F. Bonazzi e D. Pusceddu, op. cit., cf., p.58 65 Alfonso Amendola, Cartografia di un fenomeno di massa, in Alfonso Amendola, è tutto Sex and the City, cit., p.83 66 Vincenzo Bernabei, Il sesso, la città, la marca, in Alfonso Amendola, è tutto Sex and the City, cf., pp.107-109 85 objects as a means to reach a practical purpose. By way of example the protagonists’ high-heeled shoes are precious non wearable items which constantly challenge the laws of gravity. The “chick lit” genre to which SatC belongs to is placed in a process of liberation from cultural and political movements, feminism included, that results in a deep release in which fashion and its excessive consumerism of branded objects becomes a liberating way to overcome the problems of life and sentimental crisis. This liberation process culminates in the loss of the objects usability, so the only thing that’s left for them is their identification with the brand, that has the task to express people’s moods or rather to hide or repress them. The brands themselves become values, brand values, 67 that as the French publicist Jacques Séguéla (1982) states, are comparable to Hollywood stars. A brand-star whose propaganda uses the product placement strategy, placing products within the entertainment productions that an attention-seeking generation of young people prefers, and that generates the need of identification with a suggested model. The intertwine between brands and audiovisual forms doesn’t occur in 1998 for the first time, but the innovation is the basis of the concept of a product communication, that is not shown anymore as a good itself, but as a brand that regulates a link between desire and social desirability. 68 Definitively SatC achieved in setting a trend consumption never reached before since it represents to its public a guide on the matter of fashion consumption. In the series there is great attention placed on the protagonists’ look, in the first season the object of desire is represented by Manolo Blahnik shoes, made 67 68 Ibid., cf., p.112 Ibid 86 more famous thanks to the series, in the later seasons this attention is extended to all clothing and fashion accessories. It’s no coincidence that the series is entirely set in New York. Fashion even becomes a parameter for their sentimental choices: they change and choose their partners with the same simplicity and the same criteria they change and choose their clothes. 69 Fashion has a leading role since it is a passion that the four protagonists share, beyond the passion for men, and it cements their friendship because it fulfils their natural need of cohesion and of individual differentiation at the same time. Abbruzzese states that the four girlfriends “are fashion” rather than just “being fashionable”, indeed in the epilogue of the film when Carrie is with her girlfriends her voice-over says: “And there, in the same city where they met as girls, four New York women entered the next phase of their lives, dressed head to toe in love, and that’s the one label that never goes out of style”. CHAP. IV Censorship An audiovisual product needs an audiovisual translation in order to be distributed abroad, that is to say that the dialogues are translated from their mother tongue to the target language these dialogues must also undergo censorship according to the regulation on the matter of the Country where the product will be shown. Censorship70 is the procedure that examines artistic products with the aim of removing elements that are considered inadequate or not politically correct and 69 Antonio Iannotta, Manhattan, la New York di Sex and the City, in Alfonso Amendola, è tutto Sex and the City, cf., p.121 70 Fay. R. Ledvinka, What the fuck are you talking about?, eris pamphlet, cf., p.14 87 all that could be considered personally and/or morally offensive by the target culture. Censorship also acts through dubbing and subtitling that are often used to hide the omission or the transformation of parts, allusions or erotic, vulgar or controversial references. 4.1 Censorship in Italy Censorship is a centenary institution in Italy71 that started in 1913 under Giolitti’s Government that established special commissions to impede the distribution of films that could have been considered offensive towards the local customs and traditions. During Fascism censorship was strengthened further to the establishment in 1934 of a General Directorate for the Cinema to impede the people to see a lifestyle different from the one that Fascist regime imposed to its Country. When the Second World War was over, article 21 of the Constitution ratified the freedom of communication. The law in force at present No.161, of April 21,1962 on the review of films and theatrical performances, puts the showing and the exportation through the authorisation of a special commission. This reflects the institutions’ awareness that the people tends to imitate what it sees on the screen and their inclination to try to preclude the public from watching other cultures and lifestyles. The fact that still today Italy withstands such a dated law proves how our Country is close-minded or tries to maintain its people close-minded. In the United States instead this types of censorship doesn’t exist. In the US the MPAA (Motion Picture Association of America) operates a 71 Ibid., pp. 29-34 88 classification in five types, warning whether the contents of a movie are not appropriate for children or for a public under a certain age. Also in Italy the film industry uses censorship to classify films depending on their contents, whether the viewing is appropriate for everyone, whether it requires parental guidance, or whether it is prohibited for people under 18. The problem is that the censorship of scenes and dialogues, as well as their bad translation that distorts the original text, damages the original product that the artist created and precludes the public from choosing what to watch and form judging a product for what it really is. At the base of censorship there is the principle that it is to be considered taboo, a Polynesian word that means “forbidden, to forbid”, all that is linked to religion, excrements and sex, that imposes social restrictions to the individuals both in behaviour and in verbal communication. All that is considered as taboo language is at present included in the “bad language” category that must be avoided since it is considered offensive, discriminatory, immoral and socially unacceptable. Nevertheless, time has changed since the origin of the word taboo, the mentality of Countries is more open and bad language and references to sex are now on the agenda and this permitted that even in a Country like Italy a TVseries like SatC could succeed. 4.2 Effects of censorship on Sex and the City The American cable television network HBO (Home Box Office) owned by Time Warner Entertainment Company produced and broadcast SatC for the first time. This networks’ lack of censorship is what made a production like SatC 89 possible. A series whose uniqueness is due to its irony, its scenes provocative and funny at the same time, and to its “in so many words” characteristic dialogues, in which nothing is too scandalous to be said by four women whose dialogues resemble those of males. In America72 HBO started to broadcast the series in 1998 from 20.00 to 00.30, while in Italy the series arrived two years later in 2000 on the private channel LA7 where it was broadcast in the pre-watershed initially from midnight and then from 22.45. At present in Italy the series is being rerun outside the prewatershed on the SKY channel Fox and DVDs in Italy show the parental guidance symbol. So, the censorship of the series in Italy was done firstly through the programming, the watershed and secondly through the audiovisual translation, but it is important to notice that at least the scenes were not censored at all. Rather than undergoing cuts, the verbal content translated in Italian underwent mitigations where it was too risqué or linked to sex, and it lost allusions. This is probably due to the self-imposed censorship of the Italian translators caused by their awareness to belong to a Country in which taboos are more rooted and the people is more close-minded compared to the American people, even more so if compared to New Yorkers. Even without analyzing the dubbing translation it is possible to notice losses and different effects due to the transition from the original language to Italian. The first thing that is lost is the rhythm and the fluency of the American language, but above all the promptness in the exchange of the lines. Another effect caused by the dubbing is the loss of all American accents that characterize 72 Delia Chiaro, Not in front of the children? An analysis of sex on screen in Italy, University of Bologna, Forlì, cf., pp. 256- 270 http://www.lans-tts.be/img/NS6/LANS6_Co.pdf 90 the “Big Apple” which in Italian is replaced by the perfect diction of the dubbing actors that exclusively use the standard version of Italian, this causes the Italian version’s language to be too clear and uniform compared to the varieties of spoken American. In addition, this American production tends to leave actor’s voices sounding unclear, SatC’s characters speak spontaneously, they slur the words and drop off some endings , while the clear and perfectly uttered Italian eliminates the effect of mis-communication that is an integral part of this series. A further dissimilarity is due to the dubbing that modulates the characteristic clatter of New York eliminating it and creating a version which is less realistic and too quiet compared to the original one. It is not easily perceived, but the Italian language version is slightly different compared to the original one because of the dubbing translation that alleviates sexually related matters for what concerns the naming of genitalia and references to sexual intercourse.73 Even though it is true that dubbing undergoes limits and rules, such as labial synchronization but it is also true that the most frequent mitigations occur when the dialogue content has to do with taboos, especially with sex. The adaptation of the dialogues should never be excessive because it could distort the scenes and deprive them of their audacious nature. For what concerns the naming of male genitalia, for instance referring to the “penis”, in addition to this term itself, the protagonists use the taboo affected and more vulgar alternatives as “dick” and “cock” that are weakly translated in Italian as “uccello”(literally “bird”) or even softened to the simple pronoun “lo”(that is to say “it”). The most vulgar equivalent of the word would be “cazzo”, 73 Ibid 91 but while it is widely used in American, in Italian it is rarely translated this way even at the cost of producing a fake effect, since in Italian the word “uccello” is not often used in real speaking unlike its vulgar equivalent. For example in the fifth episode of the first season Samantha says: “He has a tiny little penis but he knows exactly how to use it” has been translated and unnecessarily mitigated as: “Ce l’ha piccolissimo ma lo sa usare bene”, another example concerns a sentence that Samantha says in the fifth episode of the third season talking about her new Afro-American boyfriend: “He happens to have the biggest black cock”, a risqué sentence that has been translated as: “Si da il caso che abbia il più grande uccello nero” which sounds quite unusual rather than provocative. The same thing also occurs for the naming of female genital, in fact the term “vagina” is mostly translated with the vulgar equivalents “pussy” or “cunt” that in Italian are translated with weaker and less vulgar terms as “passera” or even with terms that are child friendly as “patatina” (literally “little potato”). This aspect of Italian censorship, beyond the rooted taboo, is also due to the fact that in American there are many more bad words (especially related to sex) and translating them every single time would cause the Italian language to sound unnatural. In addition, while in America the vulgar language is the same in all the Country, in Italy it is mostly ascribed to regional dialects. This is why in Italian there are less ways to say offensive words because most of them are said in dialect, but obviously the series can’t be dubbed in dialect because this would impede the comprehension to those who don’t understand that particular dialect. Clearly censorship also intervenes when the subject matter is sexual intercourse. In American the word “fuck” is widely used, or rather abused, to the 92 extent that now it is used as a mere stock phrase, even if a strong one. It is often translated in Italian with the word “cazzo”, but it is not translated every single time, because it would make the Italian sound complex and would undermine the fluency of the speech. However, there are sentences in which its use is essential to convey the same intensity. Beyond being used as a stock phrase, this word also refers to sexual intercourse and it loses its strength when it is translated, as often occurs, as “scopare” (“bonk” or “screw”), or “farsi qualcuno” (“have someone”) and more and more weaker when it is translated as “farlo” (“do it”). These translations unequivocally convey the message, but often they’re not enough to convey its strength. For instance the unforgettable sentence that Miranda says in the first episode of the first season: “OK! Linda Fiorentino fucking that guy up against the chain-link fence” translated in Italian as:“Che scena! Linda Fiorentino che si fa quell tizio contro la rete di recinzione”. The Italian version of the sentence is too weak compared to the original one and moreover it creates a dissonant effect because the emphasis Miranda puts in her voice, facial and body expression clashes with the weakness of the words she says in Italian. Speaking of translations that waste the strength of the original sentences, it’s unavoidable to mention Mr. Big’s distinctive remark: “abso-fucking-lutely!”, that has been criticized by the fans because of its mild Italian version: “Assolutamente si!” ( literally “absolutely yes”). Despite the action of censorship SatC has been an innovative series that with its provocative dialogues and topics, crossed the threshold of “the speakable” in Italy as in many other Countries all over the world. SatC went beyond the small 93 public it aimed at and won millions of fans and enthusiasts, not only women, and became an out-right cult. CHAP. V The fandom public and elements that made Sex and the City a cult If we type in “Sex and the City” on Google among the millions of result we find a lot of sites created by its fans, among which some of these were created by its Italian fans. This site has been generated by the fandom phenomenon 74, and includes plenty of information all about the series. 75 At first sight it is clear that the fans adore the series and have created a cult around the series and all of its elements. They’ve created as forum to debate the stories regarding the four protagonists and how their relationships would have ended. There are forums about the fashion aspect of the series where they discuss the outfits worn in the series, and create a sort of handbook on them, inspired on the fashion icons of the series. SatC has seen the case of an attention-seeking public that has opposed the closure of the series demanding its reopening, that has been realized with the two sequel films, that gave the fandom public the happy ending it wanted. 76 The fundamental elements of the series that contributed to making it a cult, beyond “sex and the city” and the stories of the four protagonists, are friendship and fashion. 74 n. The term consists of fan as fanatic and –dom as kingdom, and refers to a group of fans who share a common interest for something, and who spend time and energy for this interest, often they’re also part of a social network., http://en.wikipedia.org/wiki/Fandom 75 Delia Chiaro, Not in front of the children? An analysis of sex on screen in Italy, University of Bologna, Forlì, cf., pp. 256- 270 http://www.lans-tts.be/img/NS6/LANS6_Co.pdf 76 S. Brancato, op. cit., p. 177 94 Friendship is a value that is recognized to be fundamental since the beginning of the series and that remains so, these girls looking for their stability in a chaotic universe like Manhattan have friendship as their anchor in life that helps them face life’s sorrows. Besides being friends the girlfriend mutually represent a family to each other, their ties are stronger than family connection, the group supports each other and their choices, and is something they can always rely on when they are in need. For example when Carrie bleeds for Big’s love, Charlotte when she has troubles getting pregnant, Miranda when her mother dies and Samantha when she has breast cancer. Their relationships with men move to the background compared to their friendship tie and seem to be a mere excuse to feed their debates that get them more and more acquainted with each other and strengthen their friendship. Their friendship is base on the other’s behaviour awareness on the basis of similar beliefs to enhance and foster together (Kracauer). Their ability to listen and communicate used as a cure to heal from life sorrows prompts every fan of the series to the desire of joining their group or creating an analogous group in their life. The other element that contributed in making SatC an out-right cult is a dynamic element, that’s to say fashion. Fashion is an ever-present element that gains more and more importance in the series, undergoing an evolution in its consumption and in the attention each protagonist pays to fashion, reaching its acme in the two sequel films. In the first episode of the series Carrie is dressed as an ordinary woman but as the seasons pass her look becomes almost obsessive, in the last season it seems like Carrie is ready to model on the catwalk every single time she goes out, and the dream clothes she wears in the ending of the series in 95 the capital of fashion, Paris, made fans dream on. The movie represented an actual product placement operation, in the sparkling New York City showcase where it seem that everything exists only because it has a designer label. Glaring examples of this are: Carrie’s Eiffel bag, designed by Timmy Woods Beverly Hills, Samantha’s Mercedes-Benz GLK whose open bonnet is packed with Chanel, Dior and Gucci bags and the wedding dresses designed by Vera Wang, Oscar de la Renta and Vivienne Westwood that Carrie wears during her photo-shoot for Vogue. In this economic crisis this showing off luxury doesn’t push its fans to envy them rather to admire them because watching the series compensates their desire to live a life as glamourous as the protagonists. The fandom public’s forum prove that the series has become a cult due to the crossed identification between friendship and the behaviour in fashion consumption. Indeed, before the movie release fans wondered which clothes would have been worn rather than which would have been the epilogue of the stories. SatC it’s not just a guide to follow on the matter of love and friendship but also an innovative model of fashion consumption behaviour. 96 CONCLUSION Halfway between a metropolitan fairytale made of shoes, labels, nights out and a daring documentary about New York’s lifestyle and relationships. The deep meaning of this TV-series that has collected revering fans all over the world can be found in the importance that it attributes to life and in its capability to establish an emotional bond between the characters, the story and the public. Among the reasons of the series’ success we find the attraction to the wide range of up-to-date topics concerned and the spontaneous way to debate them, with no taboos neither in the language used nor in the scenes, despite never becoming obscene. The tone is light and cheerful sometimes, and deep and thought-provoking other times; often it is ironic and irreverent and serious and moving at times. This tone gives the possibility to debate topics ranging from trivial matters to demanding ones, for this reason they are never boring, rather they are both engaging and enjoyable. Both these elements contributed in making of Sex and the City an up-to-date, loved and essential vademecum on relationships and life for all of its fans. The most important factor that contributed to Sex and the City’s success is the everyday routine nature of the series that involves its viewers episode by episode, day by day, making them the direct interlocutors of Carrie’s considerations about life. Letting them share the adventures of the protagonists, share their most intimate and embarrassing secrets that they entrust to each other and to the viewers. This creates an emotional bond among the stories, the characters and the viewers. The four protagonists become for the fans a reference model to inspire to and sharing the protagonists’ life unknowingly helps the fans 97 to compensate a disappointing and little exciting life through the identification with these stereotyped characters that represent part of every woman’s personality rather than a type of woman. They represent a way of being that everyone can express or that can’t be expressed but that can be fulfilled by watching the series. In conclusion, all who know the series only relying on hearsay or who have watched a few episodes now and then, criticize the series and judge it as something superficial, that shows a dreamlike life and promiscuous behaviour. They consider it like a showcase of out of reach labels and wanton luxury, performed on the New York city stage, in the city of desires and of the empty high-society lifestyle. But the point is, those who follow the series are aware they are watching an unreal life. However this helps them forget their life problems for a little while, relying upon a predictably happy-ending product that, when all is said and done doesn’t differ that much from reality. Although these women have got ahead in their careers and live a pleasant and comfortable life, they’re not dispensed with facing uncertainties and troubles in their life, just like ordinary people. So the lesson we learn from this series is that accessories can adorn our life but not be the focus unlike values as love and friendship. 98 INTRODUCCIÓN El presente trabajo deriva de mi pasión por la serie televisiva Sexo en Nueva York que me ha inducido a desarrollar un estudio por medios de internet, libros y colecciones de ensayos sociológicos, examinando los elementos y aspectos de esta serie, que hicieron que haya tenido tanto éxito hasta el punto de llegar a ser un auténtica serie de culto, adorada por millones de espectadores ( mujeres en particular) para los cuales representa un modelo de referencia y en el que basarse en lo que concierne al comportamiento, moda y estilo de vida. El primer capítulo provee un cuadro general de la serie televisiva en cuestión, los productores ejecutivos, el realizador, los actores, la emisora que la transmitió en América y en Italia y los reconocimientos que ha conseqguido. Sigue con un análisis del género literario “chick lit”, al que pertenece el libro del cual deriva la serie, un género sobre el que existen muchos prejuicios, y del que se podría decir que es tan famoso como criticado. En el segundo capítulo hay un análisis de texto de la serie examinada ( en comparación con otros tipos de textos) que es útil para comprender las estructuras que están por encima del fluido desenvolvimiento de la serie que reproduce lo real de la vida. En el tercer capítulo se analizan los elementos fundamentales de la serie: Nueva York y la moda. En primer lugar hay una investigación para definir el papel de Nueva York en la cinematografía a fin de comprender de de donde deriva su papel en esta serie en la que no un mero escenario, sino que personifica a la quinta protagonista, sin la cual la serie no habría conseguido tanto éxito. En segundo lugar hay un análisis (derivado de ensayos sociológicos) de uno entre los 99 elementos presentes desde el inicio que progresa constantemente hasta alcanzar su apoteosis en la última temporada y después en las películas. Este elemento es la moda, que gana tal importancia que la serie está considerada como nuevo modelo consumista que impone tendencias. El cuarto capítulo trata de la censura, se hace una descripción general de la historia de la censura en Italia para explicar de dónde proviene la mentalidad estrecha que aún hoy caracteriza este País. Lo que viene a continuación es un análisis de los tabúes y de la censura en la serie examinada. Censura que, aunque no haya tergiversado la índole de la seire, ha actuado (mediante el doblaje) creando un efecto diferente del producto en su lengua original y ha influido en el resultado final. En conclusión propongo las que yo considero que son las razones que han hecho que Sexo en Nueva York fuera tan exitosa, basándome en mi experiencia personal y en los datos emergidos del trabajo de tesina efectuado. 100 CAP. I Sex and the City 1.1 Ensayo general sobre Sexo en Nueva York Sexo en Nueva York deriva del ingenio de Candace Bushnell que escribía una columna humorística sobre el estilo de vida en la “Gran Manzana” y sus relaciones con el sexo masculino de la que se originó en 1995 el libro Sexo en Nueva York que se convirtió en un bestseller en America y después en todo el mundo.77 En 1996 el libro se convirtió en una serie de televisión por cable del canal HBO y llegò a ser un fenómeno mediático de los años noventa. La serie fue ideada por Darren Star junto con Michael Patrick King, John Melfi, Cindy Chupack, Jenny Bicks y la protagonista Sarah Jessica Parker.78 La serie trata de las aventuras de cuatro amigas, mujeres de carrera: la famosa periodista Carrie Bradshaw interpretada por Sarah Jessica Parker; la abogada Miranda Hobbes interpretada por Cynthia Nixon; la corredora de arte Charlotte York interpretada por Kristin Davis; y Samatha Jones que trabaja en relaciones públicas interpretada por Kim Cattral. Las protagonistas viven en Nueva York, la ciudad que personifica el sueño americano, caracterizada por la globalización y el cosmopolitismo, que cada día se enfrentan con hechos y situaciones sociales como el status de las mujeres en la sociedad y sus roles en la familia, contando sus experiencias de amor y sexo, siempre poniendo en evidencia su sincero vínculo de amistad. Sexo en Nueva York ha sido el primer programa de televisión por cable que ha recibido títulos en la categoría de series de comedia ganando 7 Premios 77 http://www.candacebushnell.com/bio.html 78 Cfr., http://www.hbo.com/sex-and-the-city/about 101 Emmy y 8 Globos de Oro.79 En Italia la serie se transmitió en TMC, que ahora se llama LA7, una red televisiva más abierta a nuevas producciones. 80 El éxito de la serie llevó a la creación de la primera película Sex en Nueva York. La película en 2008 y a la segunda en 2010, consiguiendo resultados positivos. 1.2 Origen de la serie, el género literario “chick lit” La escritora Candace Bushnell trabajaba para el periódico New York Observer, en el que empezó a escribir en 1994 empezó a escribir la columna Sex and the City. En el 1995 esas columnas fueron recolectadas en el libro homónimo que en 1996 fue convertido en una serie televisiva por la HBO. 81 El libro pertenece al género literario “chick lit”,cuyo nombre deriva del argot americano “chick” que significa chica y “lit” que es la abreviación de “literature”, literatura, traduciéndose como “literatura para chicas”. Ese género literario fue originado en Inglaterra en los años noventa y pronto fue adoptado también por las escritoras americanas. La fundadora de ese género es Helen Fielding con El diario de Bridget Jones, y la siguiente en la lista es Candace Bushnell con Sex and the City. Ambas autoras se han inspirado en la precursora de ese género, Jane Austen, autora de los clásicos queridos por las mujeres de todo el mundo. Ambos libros tienen su origen en columnas que fueron convertidas en libros por el interés suscitado en el publico. Ambos libros han llegado a ser bestseller y representan la génesis de uno entre los géneros más extensos y rentables de las últimas décadas, 79 Ibídem Sergio Brancato, La forma fluida del mondo. Sociologia delle narrazioni audiovisive tra film e telefilm, Ipermedium libri, 2010, cit., p.176 81 Cfr.,http://www.candacebushnell.com/bio.html 80 102 al que también pertenecen los siguientes bestseller, I love shopping Sophie Kinsella seudónimo de Madeleine Wickham y The Devil wears Prada de Laure Weisberger.82 Ese género tiene varias características 83: es escrito por mujeres para mujeres; generalmente solteras, que viven en grandes ciudades; trata de temas como el amor, el matrimonio, la amistad, el trabajo, problemas de dieta y adicciones; el narrador rn primera persona utiliza tipos de texto como correos electrónicos o diarios para que los lectores tengan como la impresión que el escritor estuviese abriéndose a ellos; la mayoría de las veces le protagonista es una mujer excéntrica que se encuentra en situaciones exageradas; generalmente tiene una familia entrometida y autoritaria, le falta un hombre en su vida o tiene relaciones con hombres que no se portan bien con ella, y tiene un grupo de amigos que la apoyan; son aficionadas a la moda y las compras y hablan francamente de su vida sentimental y sexual. Lo que diferencia el “chick lit” de la novela rosa es el tono confidencial y personal que esto utiliza. Un tono muy realista y cautivador, que da al lector la impresión de escuchar a un amigo contando de su vida y de experiencias que el lector mismo ha vivido. Por esta razón muchas mujeres se identifican con las protagonistas. El género “chick lit” ha sido acusado de frivolidad y de no estar a la altura de ser llamado un género literario.84 Esto es parcialmente imputable al hecho de que las casas editoriales y los que se ocupan de su mercadotecnia empaquetan estos libros con cubiertas atractivas e imágenes estereotipadas de mujeres, zapatos 82 Cfr., http://it.wikipedia.org/wiki/Chick_lit Cfr., http://www.westga.edu/~jkesler/chick_lit_characteristics.htm 84 Cfr., http://chicklitbooks.com/what-is-chick-lit/ 83 103 de tacón y les dan títulos provocativos que no reflejan el contenido real del libro. En realidad los libros de este género tratan de temas importantes como afrontar la muerte de un pariente o enfermedades como el cáncer o religión. En conclusión el “chick lit” es un género que se encuentra a medio camino entre la novela y la literatura: un género leve pero no superficial para mujeres que trata una amplia gama de temas, sin aburrir los lectores y manteniendo viva su atención gracias a su característico tono cómico y humorístico. CAP. II ANÁLISIS DE TEXO 2.1 La serie La serie entera SATC está compuesta por seis temporadas y 94 episodios, de casi 25 minutos. La serie fue transmitida por la primera vez en los EEUU en 1998 y terminada en 2004; en Italia empezò en 2000 y la última temporada terminó en 2004, y fue la única temporada que se transmitió casi a la vez que en los Estados Unidos. Al igual que los demás tipos de textos, las series televisivas constituyen un texto narrativo.85 La narración empieza cuando se sustraen una serie de eventos a la realidad, para incluirlos en el tiempo de la narración, cuyo orden cronológico no corresponde a la realidad, sino que se basa en elecciones técnicas y expresivas. Cada serie tiene una estructura narrativa abierta e infinita, así que la narración no 85 F. Bonazzi e D. Pusceddu, Sex and the City e I paradossi della postmodernità, Franco Angeli, 2010, cfr., págs. 37-48 104 termina cuando el enredo narrataivo viene se soluciona, sino cuando los enredos narrativos agotan su productividad. A diferencia de los textos narrativos en que el tiempo no tiene que respetar alguna norma, en las series el tiempo de la narración tiene que respetar el tempo de la realidad, o sea el presente que las series reflejan. En el Sexo en Nueva York las mímesis del presente no está mancillada por la segmentación del proceso narrativo en episodios ya que, aunque éstos interrumpan la narración, ésta se reanuda en el episodio siguiente desde el punto en que se interrumpió, de modo que relacionando cada episodio con lo que le precede y lo que le sigue, se conseguirá la continuidad temporal, que permite al espectador de unir los episodios en un conjunto unitario. Lo mismo ocurre en cada episodio en que se utiliza la técnica del montaje paralelo que consiste en contar de forma simultánea acciones que ocurren en lugares diferentes pasando de una historia a otra respetando la sincronía temporal. También esta técnica contribuye a dar la impresión de asistir a acontecimientos que ocurren en contemporaneidad en el presente porque respetan la sucesión lógico-causal-temporal. Además del ritmo de la cotidianidad, otro elemento que da la impresión de presente es el hecho de que el tiempo de la narración coincide con el tiempo presente de los espectadores de la primera programación. Eso se deduce por algunas marcas temporales presentes dentro de la serie, por ejemplo en el cuarto episodio de la primera temporada Miranda dice a sus amigas: “En Nueva York no hay treintañeros libres. El alcalde Giuliani los ha quitado de en medio como a los vagabundos.”, refiriéndose a Rudolph Giuliani, entonces alcalde de Nueva York. Aunque hoy en día las marcas temporales no coinciden más con las del tiempo de los 105 espectadores, la conforme reproducción de los ritmos de la cotidianidad asegura que aún hoy la serie resulte contemporánea a quienes sigan la serie. Otra característica de la serie es su “imprevisibilidad”, cuyo propósito es representar la imprevisibilidad de la vida misma. Por lo tanto, los personajes, aunque salgan de la narración, siempre pueden regresar, a no ser que mueran, justo como pasa en la vida real. En Sexo en Nueva York cada episodio se compone de dos diferentes secuencias, una narrativa y una reflexiva, estrechamente conectadas porque cada una perdería de sentido sin la otra.86 En las secuencias narrativas se cuentan las vivencias, todas inherentes al tema tratado en ese episodio en particular, mientras que en las reflexivas la vivencias en cuestión llegan a ser el objeto de las reflexiones de Carrie, que las secciona y las interpreta mostrando su opinión. Las secuencias reflexivas también pueden ser objeto de las reflexiones del grupo amistoso que conecta los relatos. Esto sirve para destacar el fuerte vínculo afectivo que une a las cuatro amigas, pero también el carácter de cada una y las diferencias que las caracterizan. En las secuencias narrativas el ritmo de la narración es frenético e insistente, así como los cambios de partes y de escenas, para manifestar los frenéticos ritmos de la vida en Nueva York; en cambio en las secuencias reflexivas los cambios de partes son más lentos y profundos a fin de favorecer la coparticipación emotiva del espectador. El lenguaje que se utiliza se define por su ligereza y espontaneidad, aunque también por su descaro e ironía. Su utilización cambia de acuerdo con el género del que se habla: cuando se habla 86 Ibíd., cfr., págs. 52-61 106 del género masculino el lenguaje es completamente despiadado; cuando se habla del género femenino es casi siempre comprensivo. La narradora de la serie es Carrie Bradshaw que hace las veces de la voz narrativa, que introduce y concluye cada episodio, saca y comenta los eventos y hace las veces de narrador heterodiegético (externo a la narración) omnisciente, porque conoce todo lo que pasa y lo cuenta de modo objetivo, para después añadir sus reflexiones. La estructura narrativa de los episodios cambia de las primeras a las últimas temporadas. En los episodios de la primera y de la segunda temporada hay verdaderas entrevistas que Carrie hace con el fin de indagar acerca del tema discutido en el episodio, confrontando opiniones de personas diferentes, pero todas unidas por un único denominador: ser neoyorquinos. Estos hombres y mujeres miran a la cámara, como si hablaran con los espectadores y contestan a los interrogatiorios sobre las relaciones que Carrie les hace en base a sus experiencias. Por esta razón en la primera temporada Carrie se presenta a sí misma como una “antropóloga sexual” antes que periodista, puesto que su trabajo consiste en salir todas las noches para conocer todo acerca de locales que frecuentar, y para conocer a las personas justas y saberlo todo sobre la vida en Manhattan y sus habitantes, a fin de escribir su columna, que podría definirse como “manual de supervivencia para la vida y las relaciones en Nueva York”. También forma parte de la estructura narrativa de la primera temporada el interrogatorio estratégico del que aparta la atención de la narración para mirar a cámara y hacer un interrogatorio a los espectadores, que así se sienten directamente involucrados en la narración y tienen el impulso de reflexionar para 107 contestar a los interrogatorios de Carrie y ayudarla. Desafortunadamente, este interesante carácter de indagación sociológica de la serie comienza a desaparecer y deja lugar exclusivamente a los relatos de las protagonistas, que ahora constituyen es sí mismos una respuesta a las investigaciones de Carrie. El expediente de la entrevista desaparece, pero la relación entre la protagonista y los espectadores se conserva gracias a los interrogatorios 87 que Carrie hace al público al escribir en su ordenador. En la serie figuran muchos personajes cuyos encuentros con las protagonistas ocurren tan casualmente como en la vida real. Los hombres que las cuatros mujeres encuentran encarnan algunos estereotipos: el buen partido, el artista, el que está obsesionado con las modelos, el aficionado al deporte, el fanático religioso, el político, el superdotado, el escasamente dotado, el veinteañero e incluso el viejo; que van a componer un cuadro irónico e inescrupuloso de los habitantes de la “Gran Manzana”. Por lo que concierne a los temas tratados88 - divorcio, cáncer, ordenador Apple, homosexualidad, Viagra, compras compulsivas, bisexualidad –, todos son temas que ninguna serie había osado tratar antes y que hacen honor al mérito de Sexo en Nueva York de constituir un verídico y sincero tratado en materia de actualidad. 87 Renée Capolupo, Cult-testualità in Sex and the City, in Alfonso Amendola (por), È tutto Sex and the City. Moda, metropolis, amicizia e seduzione in una fiction televisiva, Liguori Editore, 2011, cfr., p. 104 88 Alfonso Amendola, Cartografia di un fenomeno di massa, in Alfonso Amendola (por), è tutto Sex and the City, ob.cit., cfr., p.77 108 CAP. III Elementos fundamentales en Sexo en Nueva York: Nueva York y la moda 3.1 Visión de Nueva York en la cinematografía Hay muchos directores que en el pasado han utilizado Nueva York como escenario de sus películas, empezando por Abel Ferrara 89 , que inició un movimiento cinematográfico al que pertenecen también Martin Scorsese y Trevis Bickle con su famoso Taxi Driver (1979), en el que Nueva York no tiene el papel de un mero escenario, sino que adquiere el status de verdadero personaje. Esos directores describen la “Gran Manzana” con filmaciones de extremo realismo, dibujándola como una ciudad caótica, sucia, caracterizada por la inmoralidad que lleva a sus habitantes a la violencia y al malestar. Se atribuye a Woody Allen el mérito de haber dado la vuelta a esta visión, reiniciando para el imaginario lo propuesto por Blake Edwards en Desayuno con Diamantes (1961), que origina la visión de Nueva York como la de un lugar en que todo puede pasar. Desde su película Manhattan (1979), 90Woody Allen dota a Nueva York del papel de protagonista, y exalta sus cualidades y aspectos románticos, declarándole su amor, tal y como hace Carrie. Desde aquí nacen 89 Antonio Iannotta, Manhattan, la New York di Sex and the City, in Alfonso Amendola (por) è tutto Sex and the City, ob.cit., cfr., págs. 117-121 90 Ibíd. 109 muchísimas comedias románticas y exitosas en las que se celebra otro importante aspecto introducido por Allen, que también está presente en Sexo en Nueva York: la importancia de “ser neoyorquinos”. 3.1.2 Sexo en NUEVA YORK! Nueva York es Europa hecha América, y se ha convertido en matriz para los estilos europeos. 91 Nueva York es una metrópolis en la que convergen las mejores características de las ciudades más deseadas en el mundo, como afirma la misma Carrie. Cabe subrayar que cada vez que en la serie se habla de Nueva York en realidad se quiere decir Manhattan, que es la “city” a la cual se refiere el título en lengua original “Sex and the City”. La caótica capital de la moda, Nueva York, tiene un papel tan importante que ha sido definida por la misma serie como la quinta protagonista. Darren Star ha logrado expresar, por medio de las cuatro protagonistas, y en particular Carrie, el amor de los Estados Unidos por la ciudad de Nueva York; tanto que Nueva York triunfa aún cuando en la última temporada es comparada con París. En la serie Carrie declara continuamente su amor por la ciudad, que ella misma define como el único amor al que ha sido siempre fiel y que siempre le ha sido fiel. Ella confiesa que NY es su amante desde hace 18 años y afirma estar enamorada de ella. La cabecera de cada episodio de la serie empieza con imágenes del tráfico metropolitano de Nueva York mezcladas con imágenes de Carrie y los nombres de las otras protagonistas, dejando claro ya desde el principio que Nueva York es parte integral del relato, y que las protagonistas están my compenetradas con ella. 91 Ibíd., cfr., págs. 115-116 110 También al principio de cada episodio hay una vista de Nueva York, el Empire State Building, Central Park y todas las calles con tráfico 92, aunque la verdadera esencia de la “Gran Manzana” son los lugares interiores, las tiendas, las cafeterías, los bares, los restaurantes, las discotecas (todos rigurosamente de moda); éstos son los protagonistas de todos los puntos de inflexión de la serie, guardianes de las confesiones amistosas, lugares de la vida nocturna que gracias a Sexo en Nueva York se han puesto muy de moda y están muy concurridos en la actualidad. Ahora esos lugares son considerados tan sagrados por los aficionados que las guías turísticas y los sitios de internet organizan excursiones itinerantes, entre las cuales se encuentra el “On location Tours”, que lleva a los visitantes a los “hotspots” de la serie. Manhattan es una ciudad abierta al cambio: “la ciudad de las infinitas posibilidades”; una ciudad que tiene el encanto de lo desconocido, pero que representa al mismo tiempo una especie de barrera que separa y protege a sus habitantes del entorno, considerada la única ciudad donde es posible y deseable vivir. En Sexo en Nueva York, los lugares que las protagonistas frecuentan y el uso que hacen de éstos no son casuales, sino que contribuyen a la construcción de la identidad de sexo de cada una de ellas. 93 Frecuentan lugares elitistas con ingreso restringido que confirman su status social de mujeres liberadas, independizadas, acomodadas y su glamour. Para ellas, por consiguiente, dejar Manhattan para irse a otro distrito significaría cambiar la conciencia de sí mismas 92 Alfonso Amendola, Cartografia di un fenomeno di massa, en Alfonso Amendola, è tutto Sex and the City, cfr., págs. 82,83 93 R. Borghi, A. Rondinone, Geotema, 2009, cfr., págs. 33-43. http://www.academia.edu/254251/Donne_di_citta_in_citta_da_uomini_unanalisi_geografica_di _Sex_and_the_City_Urban_women_in_man_made_cities._A_geographical_analysis_of_Sex_and _the_city_ 111 y de su status social por la de mujeres casadas y con familia constreñidas a ahorrar y, en consecuencia, a mudarse a otros distritos. Esto le sucede, por ejemplo, a Miranda cuando se casa y tiene un hijo, lo que le obliga a mudarse a Brooklyn. Las mismas zonas y casas donde las mujeres viven reflejan y subrayan su status y personalidad: el Greenwich Village, distrito artístico bohemio donde vive la atrevida periodista Carrie, en un apartamento lleno de libros y revistas de moda; la zona de clase alta Park Avenue, donde vive la elegante Charlotte en un apartamento de chica bien; la zona oeste de Central Park, área de negocio donde vive la abogada societaria Miranda, en un apartamento minimalista y eficiente como ella; y el Meat Packing District, antigua zona de prostitución transexual en los años noventa - y que todavía no ha perdido su halo de perdición -, donde Samantha vive en un hermoso apartamento a la moda. En la serie las cuatro mujeres nunca utilizan la cocina, concebida desde siempre como lugar de feminidad - es decir, de la mujer considerada ángel del hogar. Las protagonistas están demasiado ocupadas con el trabajo y con su propia vida para quedarse en casa cocinando (Carrie utiliza el horno como armario para sus jerseys); de hecho, hay un verdadero intercambio de roles, 94 porque en la mayoría de las veces son los novios de las cuatro mujeres quienes cocinan. En otra ocasión, el uso que se hace de un lugar subraya la identidad de las mujeres y su emancipación. Además de ser el relato de las experiencias de Carrie y de sus reflexiones, Sexo en Nueva York también puede considerarse como una historia coral cuya protagonista es Nueva York, creadora de experiencias para sus habitantes, que 94 Ibíd. 112 caracteriza su estilo de vida, sus elecciones, y que hace posibles las emocionantes historias de las cuatro mujeres. 95 El éxito de esta serie debe en gran parte a la “lograda amalgama de historias y locaciones”. 96 3.2 La moda Hace más de un siglo, el filósofo y sociólogo Georg Simmel afirmaba que la moda es imitación de un modelo y satisface la necesidad de apoyo social, siendo una de las formas de vida con la que la tendencia a la igualdad social, a la diferenciación individual y a la variación, se unen. Él decía que las modas son modas de clase, y que la clase más alta utiliza la moda para distinguirse de la clase baja, y que la clase alta la abandona cuando la clase baja se apropia de ella. El alcance sociológico de este concepto aún hoy sigue siendo actual, y el mismo autor da muestra de su capacidad casi predictiva, utilizando el concepto de ”inutilidad práctica”97 de la moda, hablando del impulso de poseer lo que está de moda, y el concepto de privar a los objetos de su función instrumental, y por consiguiente de la pérdida de su utilidad, es decir, la funcionalidad que usualmente se va buscando cuando se utiliza un objeto para conseguir un objetivo práctico. El ejemplo más significativo son los tacones super altos que llevan las protagonistas, cuya utilidad está reducida al mínimo, y que desafían continuamente las leyes de la gravedad. 95 F. Bonazzi e D. Pusceddu, ob. cit., cfr., p.58 Alfonso Amendola, Cartografia di un fenomeno di massa, en Alfonso Amendola, è tutto Sex and the City, cit., p.83 96 97 Vincenzo Bernabei, Il sesso, la città, la marca, en Alfonso Amendola, è tutto Sex and the City, cfr., págs.107-109 113 El género “chick lit” al que Sexo en Nueva York pertenece está situado en un proceso que se desliga de movimientos culturales y políticos, feminismo incluido, que, desembocando en un profundo rechazo del compromiso en que la moda, con su consumismo desenfrenado de objetos de marca sirve de instrumento liberatorio de los problemas de la vida y de las crisis sentimentales. Este proceso de liberación llega a su cumbre con la privación de los objetos de su utilidad práctica; por tanto solo queda para ellos su identificación con la marca, con el “brand” que se encarga de expresar los estados de ánimo, o más bien de ocultarlos o reprimirlos.98 La marca llega a ser en sí misma un valor moral, “brand values” 99, que se puede paragonar, como declara el publicitario francés Jaques Séguéla (1982), con las estrellas hollywoodianas, marca-estrella, cuyo canal de propaganda utiliza la estrategia de “product placement”, es decir, la introducción de productos dentro de las obras de entretenimiento preferidas por una generación de jóvenes deseosa de protagonismo, en la que se genera la necesidad de identificación con el modelo propuesto. El entrelazamiento entre brand y producciones audiovisuales no se verifica por primera vez en 1998, sino que lo que cambia es la mentalidad detrás del concepto de comunicación de un producto, que no se introduce como mercancía en sí misma, sino como marca que gobierna una relación entre deseo y deseabilidad social. 100 Sexo en Nueva York, en definitiva, actúa con relación a su público como marcadora de tendencias de consumo jamás llevadas a cabo antes y guía de consumo de moda, relaciones, amor y amistad. 98 Ibíd., cfr.,págs . 109,110 Ibíd., cfr., p.112 100 Ibíd. 99 114 En toda la serie el esmero por la imagen de las protagonistas empieza en la primera temporada, en la que el objeto del deseo está representado por los zapatos Manolo Blahnik, popularizadas masivamente por la serie; en las temporadas siguientes se extiende a todas las prendas y acesorios de vestir. No es una coincidencia que la serie tenga lugar en Nueva York, capital mundial de la disponibilidad de bienes y las compras extremas, y termine en París, capital de la moda. La moda se convierte hasta en criterio y baremo de las elecciones sentimentales de las protagonistas: ellas cambian y eligen sus parejas con la misma naturalidad y con los mismos criterios de discernimiento con que cambian sus prendas de vestuario. 101 La moda tiene un papel fundamental en cuanto a pasión que, además de por los hombres, une a las cuatros protagonistas, convirtiéndose en la base de su amistad, porque complace su necesidad innata de cohesión y, al mismo tiempo, de diferenciación individual. Como afirma el sociólogo Abbruzzese, las cuatros amigas, más que “estar de moda”,”son moda”; tanto que la voz en off de Carrie, en el epílogo de la primera película, cuando se halla con sus amigas, dice: “En la misma ciudad en la que se habían conocido siendo unas crías, cuatros mujeres neoyorquinas entraban en la siguiente etapa de sus vidas vestidas de arriba a abajo con las prendas de su amor, que es la única marca que nunca pasa de moda”. 101 Antonio Iannotta, Manhattan, la New York di Sex and the City, en Alfonso Amendola, è tutto Sex and the City, cfr., p.121 115 CAP. IV La Censura Para que un producto audiovisual sea utilizable a nivel internacional tiene que pasar a través del proceso de traducción audiovisual, es decir, la traducción de los diálogos en la lengua original a la lengua del país en que será distribuido el producto.102 Antes de su distribución, todos estos productos pasan por la censura, o sea, la práctica que examina cada obra de arte con el intento de quitar todo aquellos elementos considerados insultantes a nivel personal y/o moral por la cultura de llegada. 103 En la traducción multimedia la censura obra también mediante el doblaje y subtitulado, que se utilizan para ocultar la omisión o la transformación de elementos, alusiones o referencias eróticos, groseros o incómodos. 102 Fay. R. Ledvinka, What the fuck are you talking about?, eris pamphlet, cfr., p.14 103 Ibíd., págs. 15,28 116 4.1 Historia de la censura en Italia En Italia la censura es una institución centenaria que comenzó durante el Gobierno de Giolitti en 1913 104, cuando se fundaron comisiones especiales para impedir la distribución de películas que podían ser consideradas insultantes respecto a usos y costumbres locales. Durante el Fascismo la censura fue aún más potenciada hasta que en 1934 fue instituida una Dirección General de Cinematografia para impedir que la gente viese un estilo de vida diferente de lo que imponía el régimen fascista de su País. Cuando cesó la Segunda Guerra Mundial el artículo 21 de la Constitución ratificó la libertad de pensamiento y expresión. Hoy en día la ley en vigor acerca de la inspección de películas y obras de teatro n. 161 del 21 de abril de 1962 condiciona su proyección y exportación al visto bueno de una comisión. Esto demuestra que las instituciones son conscientes de que su pueblo tiende a imitar lo que ve en la pantalla y por lo tanto tienden a impedir al público la visión de culturas y estilos de vida diferentes. El hecho que hoy Italia esté todavía sometida a una ley tan vieja muestra hasta qué punto el País italiano es de mente estrecha, o al menos, cuánto intentan las instituciones limitar la apertura de mente de su pueblo. En cambio, en los Estados Unidos no existe censura cinematográfica; más bien hay una clasificación de la MPAA (Motion Pictures Association of America) de películas en cincos categorías, avisando en el caso de que las películas no sean adecuadas para niños o para menores de una cierta edad por su contenido. También en Italia la industria cinematográfica utiliza la censura para clasificar las películas en base a sus contenidos, desde la visión que admite todos los públicos, 104 Ibíd., págs. 29-34 117 la que sugiere guía paterna, hasta la que está prohibida para los menores de 18 años. No obstante, la censura de imágenes y, sobre todo, la censura total de diálogos - como su mala traducción, que desvirtúa el texto original - perjudican el producto creado originalmente por el artista e impide al público elegir lo que quiere ver y juzgarlo por lo que es en realidad. En las raíces de la acción de censura está el principio de que debe considerarse tabú - palabra polinesia que significa “prohibir, prohibido”- todo lo que tiene que ver con religión, excrementos y sexo, o que impone restricciones sociales a los individuos tanto en la manera de comportarse como en la manera de hablar.105 Todo lo que es considerado lenguaje tabú se encuentra en la categoría de las “palabrotas” que deben evitarse, porque se consideran insultantes, discriminatorias, inmorales y socialmente inadmisibles. No obstante, ha pasado mucho tiempo desde el origen de la palara tabú, y las mentalidades de los países son más abiertas, y las palabrotas y referencias a la esfera sexual están ahora a la orden del día. Por esto también en Italia una serie televisiva como Sexo en Nueva York ha tenido éxito. 4.2 Censura de Sex and the City y efectos producidos La emisora HBO (Home Box Office), que pertenece a la Time Warner Entertainment Company, es la televisión por cable que produjo y emitió Sexo en Nueva York por la primera vez, y que al ser casi totalmente ajena a la censura, ha permitido la distribución de un producto como Sexo en Nueva York , singular por 105 Ibíd., cfr., págs. 21,22 118 su ironía, sus escenas al mismo tiempo provocativas y cómicas, y por sus peculiares diálogos sin tapujos, en los cuales no hay nada tan escandaloso que no pueda ser dicho por cuatros mujeres cuyos diálogos recuerdan a la camaradería masculina. En América la HBO empezó a transmitir la serie en 1998 entre las 20.00 y 00.30, mientras que en Italia la serie llegó dos años más tarde - en 2000 por el canal privado nacional LA7, donde se transmitía fuera del horario de protección infantil: en un primer momento a partir de medianoche y en un segundo momento a partir de 22.45. Hoy en día en Italia las la serie se emite en horario de protección infantil en el canal Fox de SKY y los DVD italianos de la serie recomiendan la guía paterna.106 Esto significa que, por lo que concierne a esta serie, en Italia la censura ha actuado en la programación, la elección de canales que la han transmitido y mediante la traducción audiovisual, pero cabe subrayar que por lo menos los contenidos visuales no han sido censurados en absoluto. La traducción en italiano de los diálogos, más que cortar escenas, ha moderado el lenguaje fuerte, las alusiones y las referencias a la esfera sexual. Esto es probablemente debido a la autocensura de los traductores por su pertenencia a un país como Italia, donde los tabúes tienen raíces más profundas y la mente es estrecha en comparación con América, y más aún en comparación con Nueva York. 106 Delia Chiaro, Not in front of the children? An analysis of sex on screen in Italy, Universidad dieBologna, Forlì, cfr., págs. 256- 270 http://www.lans-tts.be/img/NS6/LANS6_Co.pdf 119 No hace falta un análisis de la traducción para notar que pasando de la lengua original al italiano hay elementos que se pierden y efectos diferentes con respeto al original. 107 Primero, se pierden el ritmo y la fluidez de la lengua original, y la inmediatez del intercambio de partes. Segundo, se pierden los diferentes acentos causados por la diferente procedencia que caracteriza a los personajes que viven en la “Gran Manzana”, porque en el doblaje italiano éstos son sustituidos por la excelente dicción de los dobladores y por el empleo exclusivo del italiano estándar, que genera un lenguaje demasiado comprensible y unitario en comparación con el lenguaje variado y fuertemente característico del americano. Esta serie deja el sonido de los actores tal y como es aunque no se oiga claramente: los personajes de Sexo en Nueva York hablan con naturalidad, chapurrean las palabras y a veces cortan sus finales, mientras que en italiano la comprensibilidad y la perfecta pronunciación de las palabras eliminan el efecto de “problemas de comunicación”, que es un elemento esencial de toda la serie. Otro elemento de diferencia y de moderación está causado por el doblaje que reduce al silencio el característico vocerío de Nueva York, produciendo una versión menos realista que resulta demasiado “silenciosa” comparada con la versión original. Aunque no se percibe, la versión en lengua italiana es algo diferente de la original a causa de la censura por medio de la traducción/doblaje, que modera temas sexuales concretados en nombrar los órganos genitales y las referencias a relaciones sexuales.108 Es cierto que el doblaje está sujeto a límites y reglas tales como la sincronización labial, pero cabe subrayar que las moderaciones y los 107 108 Ibíd. Ibíd. 120 cortes más frecuentes siempre ocurren en coincidencia con diálogos que contienen argumentos tabúes (sexo en concreto). Sin embargo, la adaptación no puede ser excesiva porque se arriesga a desvirtuar las escenas y privarlas de su audacia. En lo relativo a nombrar los órganos genitales, por ejemplo cuando las protagonistas se refieren al pene, además de usar el mismo término en inglés “penis”, ellas usan términos más connotados por tabúes y más vulgares: “dick” y “cock” (“rabo”, ”polla”), que la traducción italiana modera traduciéndolos como “uccello” (literalmente “ave”) o nada menos que reduciéndolos al simple pronombre “lo” (“lo/le”). El término más vulgar “cock”, que en americano se usa muchísimo, se traduce raramente en italiano con su exacto correspondiente. No obstante, elegir el término “uccello” crea un efecto simulado, pues en italiano este término se utiliza poco, a diferencia de su correspondiente vulgar “cazzo” (en español “polla”), generalmente utilizado. Lo mismo pasa en lo relativo a nombrar los órganos genitales femeninos, puesto que, además de la palabra “vagina” (igual en español), las protagonistas usan los términos vulgares “pussy” y “cunt” (en español “chocho” y “coño”), que en la traducción italiana pierden su fuerte connotación vulgar y son traducidos con términos débiles como “passera” (literalmente gorrión) o nada menos que “patatina”(literalmente patatita), y otros términos como los que emplean los niños. Este aspecto de la censura italiana, además de deberse a los tabúes, deriva del hecho de que en inglés existen y se dicen muchas más palabrotas (sobre todo de inspiración sexual) que en italiano; por eso traducirlas todas daría un tono forzado al italiano. Además, mientras que en América hay un lenguaje común en todo el País, Italia se caracteriza por la presencia de dialectos regionales, y la mayoría de las palabrotas se dicen en el 121 propio dialecto. Por consiguiente, en cada dialecto existen muchos más términos para decir palabrotas, pero obviamente la serie no se puede doblar en dialecto, porque esto impediría la comprensión a todos los que no conocen aquel dialecto en particular. Lógicamente, la censura actúa también cuando se habla de relaciones sexuales. En americano “fuck” (en español “joder”) es una palabra que se utiliza mucho, hasta el punto de que se emplea como simple muletilla, aunque sea fuerte. A menudo se traduce en italiano como “cazzo” (en español su equivalente en lenguaje vulgar sería “coño”) pero muchas veces se omite, porque si fuera traducido cada vez que se encuentra en americano y en algunas frases en particular, el italiano resultaría afectado y enredado, y perjudicaría la fluidez del habla. Sin embargo, hay frases en las que traducirlo es indispensable para expresar su intensidad. Además del uso de “fuck” como muletilla y al uso de “fucked” en el sentido de “engañado” o mejor “tomar el pelo”, “fuck” (en español “follar” o “joder”) es también una palabra que se refiere al acto sexual y a menudo se traduce en italiano con el más débil “scopare” o “farsi qualcuno” (en español “tirarse a alguien”) o de manera aún más débil “farlo” (literalmente “hacerlo”), traducción que comunica el mensaje de manera inequívoca, pero no consigue expresar su intensidad, y a menudo produce un efecto disonante respecto al énfasis de la gestualidad y de la mímica facial de los personajes. Pese a la censura, Sexo en Nueva York ha sido un producto innovador que ha pasado el umbral de lo “decible”, gracias a la audacia de sus diálogos y de los temas tratados, tanto en Italia como en numerosos Países de todo el mundo, capeando el público marginado al que había sido destinado, y se ha ganado la 122 admiración de aficionados y admiradores - no solo mujeres -, llegando a ser una auténtica serie de culto de los años noventa. 123 Conclusión A medio camino entre un cuento metropolitano hecho de zapatos de tacón, marcas y vida mundana, y un audaz documental sobre el estilo de vida neoyorquino y las relaciones, el verdadero sentido de esta serie televisiva, que ha ganado fanáticos en todo el mundo, estriba en la importancia que ella atribuye a la existencia y en su capacidad de crear un vínculo afectivo entre los personajes y la trama por un lado, y los espectadores por otro. En medio de las razones del éxito de la serie está el atractivo de los temas tratados y su actualidad, y el descaro con que éstas se afrontan, sin tabúes en el lenguaje ni en las imágenes, y sin caer en lo vulgar. El tono ligero y despreocupado, alternado con un tono profundo y reflexivo, a menudo irónico y desacralizador, y a veces serio y cautivador, hace que los argumentos tratados, que abarcan de lo fútil a lo laborioso, nunca resulten pesados; más bien a la vez interesantes y agradables. Estos dos elementos han contribuido a hacer de Sexo en Nueva York un actual, amado e indispensable vademécum acerca de las relaciones interpersonales y la vida para todos sus aficionados. Lo que en mayor proporción ha contribuido al éxito de Sexo en Nueva York es la cotidianeidad de la serie, que involucra a sus espectadores episodio tras episodio, día tras día, casi en calidad de interlocutores directos de las reflexiones de Carrie acerca de su vida, haciéndolos participar en las aventuras de las protagonistas, e incluyéndolos en los más íntimos y embarazosos secretos que se confían a los espectadores, hasta el punto de crear un vínculo afectivo entre relatos, personajes y espectadores. Las cuatro protagonistas llegan a ser para sus 124 aficionados un modelo en el que inspirarse, y compañeras de vida, generando en ellos una especie de inconsciente compensación de una existencia insatisfactoria y poco emocionante, gracias a la identificación con estos personajes estereotipados que no representan un tipo de mujer sino un lado de la personalidad de cada mujer; formas de ser que cada uno tiene la capacidad de manifestar o que quedan no expresadas y se cumplen por medio de la fruición de la serie. En conclusión, los que conocen la serie solo de oídas o han visto solo algunos episodios con discontinuidad critican Sexo en Nueva York y lo juzgan como algo superficial, que muestra una vida surrealista y comportamientos libertinos, como un escaparate de marcas inalcanzables y de lujo asiático, y cuyo palco escénico es Nueva York, ciudad de los deseos y del estilo de vida mundano y sin sentido. En realidad quienes siguen la serie son conscientes de asistir a una vida que no es real, a la que se entregan para distraerse al menos un rato de los problemas de su vida, contando con un producto que tiene un desenlace casi siempre feliz, pero que a fin de cuentas no es tan diferente de la vida real porque, aunque estas mujeres se han realizado y viven una vida agradable y acomodada, ellas tampoco pueden ahorrarse tener que enfrentar vacilaciones y problemas en la vida, al igual que la gente común. La lección que aprendemos de esta serie es que, aunque no está mal gozar de agradables complementos, los únicos zapatos que pueden impedirnos caer en la vida son valores como la amistad y el amor. 125