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INDICE
INTRODUZIONE .......................................................................................................... 3
CAP. I Sex and the City ................................................................................................. 5
1.1
Quadro generale di Sex and the City ................................................................ 5
1.2
1.3
Origine del serial, il genere “Chick lit” ........................................................ 7
Adattamento letterario: tra libro e serie televisiva ................................... 10
CAP. II Analisi testuale della serie televisiva ................................................................ 16
2.1 Profili delle protagoniste e dei loro principali intrecci amorosi ............................. 22
CAP. III Elementi fondamentali di Sex and the City: ..................................................... 32
New York e la moda ..................................................................................................... 32
3.1 Visione di New York nella cinematografia .......................................................... 32
3.1.2 Sex and THE CITY! ..................................................................................... 34
3.2 La moda ..................................................................................................... 43
CAP. IV La Censura .................................................................................................... 50
4.1 Storia della censura in Italia ................................................................................. 50
4.2 Censura in Sex and the City ed effetti prodotti ................................................ 53
CAP. V Il pubblico fandom e gli elementi che hanno contribuito alla formazione del cult
..................................................................................................................................... 58
Conclusione .................................................................................................................. 65
Riferimenti bibliografici................................................................................................ 67
Sitografia ...................................................................................................................... 68
INTRODUCTION ........................................................................................................ 69
CHAP. I Sex and the City ............................................................................................ 71
1.1 General Sex and the City profile .......................................................................... 71
1.2 Series’ origin, the “chick lit” literature genre ................................................... 72
CHAP. II Textual analysis of Sex and the City .............................................................. 74
2.1 Textual analysis................................................................................................... 74
2.2 Protagonists profiles and their love affairs ....................................................... 78
CHAP. III Fundamental elements of Sex and the City: New York and fashion ............... 83
3.1 The image of New York in the movies ................................................................. 83
3.1.2 Sex and THE CITY! ..................................................................................... 83
3.2 Fashion ....................................................................................................... 85
CHAP. IV Censorship ................................................................................................... 87
1
4.1 Censorship in Italy .............................................................................................. 88
4.2 Effects of censorship on Sex and the City ........................................................ 89
CHAP. V The fandom public and elements that made Sex and the City a cult ............... 94
CONCLUSION ............................................................................................................ 97
INTRODUCCIÓN ........................................................................................................ 99
CAP. I Sex and the City .............................................................................................. 101
1.1 Ensayo general sobre Sexo en Nueva York ........................................................ 101
1.2 Origen de la serie, el género literario “chick lit” ............................................ 102
CAP. II ANÁLISIS DE TEXO.................................................................................... 104
2.1 La serie ............................................................................................................. 104
CAP. III Elementos fundamentales en Sexo en Nueva York: ....................................... 109
Nueva York y la moda ................................................................................................ 109
3.1 Visión de Nueva York en la cinematografía ...................................................... 109
3.1.2 Sexo en NUEVA YORK! ........................................................................... 110
3.2 La moda .................................................................................................... 113
CAP. IV La Censura ................................................................................................... 116
4.1 Historia de la censura en Italia ........................................................................... 117
4.2 Censura de Sex and the City y efectos producidos .......................................... 118
Conclusión.................................................................................................................. 124
2
INTRODUZIONE
Il seguente lavoro ha origine dalla mia passione per la serie televisiva Sex
and the City che mi ha portato a condurre una ricerca attraverso internet, libri e
raccolte di saggi sociologici, che prende in esame elementi della serie ed aspetti
ad essa legati, che hanno fatto sì che la serie divenisse un vero e proprio cult,
adorato da milioni di spettatori (in particolare donne) per i quali è divenuta un
modello da seguire e a cui ispirarsi sia in materia comportamentale, che di moda e
stile di vita.
Il primo capitolo fornisce un quadro generale sulla serie televisiva in
oggetto, i produttori, il regista, gli attori, l’emittente che l’ha trasmessa in America
ed in Italia e i riconoscimenti che essa ha ottenuto. Segue un’analisi del genere
letterario chick lit, cui fa capo il libro da cui ha avuto origine la serie, genere
rispetto al quale esistono molti pregiudizi, e che portano ad affermare che esso è
altrettanto
famoso
quanto
criticato.
Inoltre
viene
proposta
un’analisi
dell’adattamento letterario del libro rispetto alla serie televisiva, ripercorrendo
differenze ed analogie tra essi.
Nel secondo capitolo troviamo un’analisi testuale della serie in esame
(rispetto ad altri tipi di testi) che aiuta a comprendere le strutture che si celano
dietro il fluido scorrimento della serie che rispecchia quello della vita reale.
Inoltre vi sono tracciati i profili
delle protagoniste e vengono ripercorse le
principali relazioni intrattenute all’interno delle sei stagioni.
3
Nel terzo capitolo sono stati analizzati gli elementi fondamentali della
serie: New York e la moda. In primo luogo una ricerca volta ad individuare la
visione di New York all’interno della cinematografia per capire da dove derivi
quella presente nella serie in cui quest’ultima non funge da mero sfondo, ma
incarna la quinta protagonista, senza la quale la serie non sarebbe stata altrettanto
famosa. In secondo luogo vi è un’analisi (nata da saggi sociologici) di uno dei
fattori presenti fin dall’inizio che seguendo un’evoluzione costante arriva
all’apoteosi nell’ultima stagione ed infine nei film, la moda, che assume
un’importanza tale consacrando la serie a dettatrice di tendenze e di un nuovo
modello consumistico.
Nel quarto capitolo si parla di censura, tracciando a grandi linee una storia
della censura in Italia che spiega l’origine della chiusura mentale ancora oggi
vigente nel nostro Paese. Segue poi un’analisi delle origini dei tabù e della
censura all’interno del serial in questione e di come, se pur non stravolgendone la
natura, la censura influisca (attraverso il doppiaggio) sul risultato finale andando a
creare un effetto differente dal prodotto in lingua originale.
Nel quinto ed ultimo capitolo vengono esposti il fenomeno mediatico del
pubblico fandom e le componenti principali che hanno fatto sì che la serie
divenisse un vero e proprio cult.
In conclusione propongo quelle che ritengo siano le motivazioni che hanno
portato ad un tale successo Sex and the City basandomi sulla mia esperienza
personale e sui dati emersi dal lavoro di tesi svolto.
4
CAP. I Sex and the City
1.1 Quadro generale di Sex and the City
Sex and the City nasce dal genio della giornalista Candace Bushnell, che
trasferitasi a New York all’età di 19 anni ha iniziato a lavorare per importanti
riviste e quotidiani newyorkesi scrivendo colonne umoristiche sullo stile di vita
delle donne della “grande mela” e sui loro rapporti con il sesso maschile, ponendo
le basi per la sua grande opera, il romanzo “Sex and the City”scritto nel 1995 e
divenuto bestseller in America e poi in tutto il mondo 1 . Questo libro è stato
adattato in una serie televisiva destinata a diventare un vero e proprio fenomeno
mediatico degli anni ’90. Essa è stata varata dal canale via cavo HBO, emittente
della Time Warner, e mandata in onda
per la prima volta il 6 giugno 1998
fino al termine dell’ultima serie nel
2004, destinandola
ad un pubblico
non generalista, anche in virtù dei suoi
contenuti
strettamente
legati
alla
sessualità . Tale serie televisiva è stata creata da Darren Star insieme ai produttori
esecutivi: Michael Patrick King, John Melfi, Cindy Chupack, Jenny Bicks e la
stessa Sarah Jessica Parker, 2 protagonista principale in tutta la serie. La serie
televisiva Sex and the City racconta le avventure di quattro amiche e donne in
carriera Carrie Bradshaw, giornalista di successo, interpretata da Sarah Jessica
Parker, Miranda Hobbes, avvocatessa in un importante studio legale, interpretata
1
2
Cfr.,http://www.candacebushnell.com/bio.html
Cfr., http://www.hbo.com/sex-and-the-city/about
5
da Cynthia Nixon, Charlotte York, gallerista, interpretata da Kristin Davis e
Samantha Jones, che si occupa di pubbliche relazioni ed è interpretata da Kim
Cattral. Le quattro protagoniste vivono nella città simbolo del sogno americano,
New York , in un contesto profondamente segnato dalla globalizzazione in cui
regnano sovrani la complessità e il cosmopolitismo e ogni giorno si relazionano
a fatti e situazioni di rilevanza sociale come lo status delle donne nella società e il
loro ruolo nella famiglia, raccontando le loro esperienze amorose, sessuali e
facendo risaltare in modo particolare il rapporto di amicizia, profondo e sincero,
che le lega. Sex and the City è stato il primo programma della tv via cavo a
ricevere onorificenze nella categoria serie commedia, con innumerevoli
riconoscimenti tra cui 50 nomination agli Emmy Awards e 24 Golden Globe
Awards,3 di cui 7 Emmy Award e 8 Golden Globe vinti. In Italia invece la serie è
stata trasmessa da TMC, poi divenuta LA7 , <<una rete più aperta rispetto agli
altri network nazionali all’emergere del nuovo 4 >>. Il successo della serie
televisiva ha portato in seguito alla creazione del primo film Sex and The City. Le
ragazze sono tornate, nel 2008 e del secondo film nel 2010, ottenendo un grande
riscontro di gradimento, nonostante il passaggio ad una differente modalità di
rappresentazione <<dalla commedia frammentata alla commedia espansa.>>5
3
Ibid.
4
Sergio Brancato, La forma fluida del mondo. Sociologia delle narrazioni audiovisive tra film e
telefilm, Ipermedium libri, 2010, cit., p.176
5
Ibid. p.166
6
1.2 Origine del serial, il genere “Chick lit”
La scrittrice inglese Candace Bushnell iniziò a scrivere per il New York
Observer nel 1993. Nel novembre 1994 creò la colonna Sex and the City che
mantenne per due anni. La raccolta di queste colonne fu pubblicata nel celebre
libro “Sex and the City” da cui fu tratta nel 1996 l’omonima serie televisiva della
HBO.6
Il libro fa parte del genere letterario “chick lit”, nome che deriva dallo
slang statunitense chick che sta ad indicare “ragazza” e lit abbreviazione di
literature , dunque “letteratura per ragazze”.
Questo genere letterario nasce in
Inghilterra negli anni Novanta e viene presto
adottato
ed
evoluto
dalle
scrittrici
statunitensi. Capostipite del genere Helen
Fielding con il suo bestseller “Il Diario di
Bridget Jones”, seguita subito dopo da Candace Bushnell, per l’appunto, con “Sex
and the City”. Entrambe le autrici hanno dichiarato di essersi ispirate al precursore
di questo genere la celeberrima Jane Austen, autrice dei classici amati dalle donne
di tutto il mondo. Anche l’origine dei romanzi è la stessa in quanto entrambi i libri
derivano da colonne scritte su giornali, poi raccolte in un libro a seguito del
grande interesse suscitato nel pubblico. Dunque i due libri divenuti bestseller,
costituiscono la genesi di uno dei generi più diffusi e redditizi degli ultimi
6
Cfr,http://www.candacebushnell.com/bio.html
7
decenni, tra cui vennero in seguito “I love shopping” di Madeleine Wickham, in
arte Sophie Kinsella e “Il diavolo veste Prada” di Laure Weisberger. 7
Il genere presenta varie caratteristiche. 8
È un genere scritto da donne e che si rivolge, attraverso la scelta delle
protagoniste, a donne tra i venti e i quarant’anni, solitamente single e in carriera,
che vivono in grandi città.
Affronta argomenti di vita come amore, matrimonio, amicizia, lavoro,
problemi di peso, dipendenze.
Il narratore è in prima persona e attraverso tipi di testi quali e-mail o diari
si rivolge al lettore come se si stesse confidando.
Il più delle volte il personaggio principale, una donna eccentrica, bizzarra,
si trova in situazioni esagerate.
La protagonista solitamente ha una famiglia invadente e autoritaria, si
trova ad affrontare la mancanza di un uomo o a rapportarsi con uomini non adatti
a lei, ed è affiancata da un gruppo di amici che la sostengono.
Spesso le protagoniste sono appassionate di moda e shopping e parlano
apertamente della propria vita sentimentale e sessuale.
Il genere in questione è un genere fondamentalmente leggero e fresco ma
alcuni libri sono anche profondi, stimolanti e commoventi.
Ciò che distingue il genere “chick lit” dagli ordinari romanzi rosa è il tono
molto confidenziale e personale che viene utilizzato. Questo tipo di tono utilizzato
è molto realistico e coinvolgente, al punto da dare al lettore l’impressione di
ascoltare un amico che ci racconta della propria vita, il lettore si trova ad
7
8
Cfr., http://it.wikipedia.org/wiki/Chick_lit
Cfr., http://www.westga.edu/~jkesler/chick_lit_characteristics.htm
8
osservare i personaggi affrontare situazioni che egli stesso ha affrontato o
situazioni che hanno affrontato persone attorno a lui e in cui molte donne si
immedesimano.
Altre peculiarità di questo genere rispetto ai romanzi, sono il tono
umoristico, brillante e spesso anche sarcastico, le situazioni comiche in cui i
personaggi si trovano e l’attento studio dei personaggi, così dettagliato da portare
il lettore ad una profonda conoscenza di essi, del loro modo di agire e di pensare.
Il genere “chick lit” è stato spesso accusato di frivolezza e di non essere un
genere letterario all’altezza di questo nome. 9 Questo probabilmente è dovuto in
parte al fatto che le case editrici, e coloro che si occupano
dell’aspetto marketing, confezionano questi libri con
copertine glamour, colorate,
immagini stereotipate di
donne, scarpe e dando a questi libri titoli audaci, che non
rispecchiano l’effettivo contenuto del libro. È pur vero che
come accade per ogni genere letterario ci sono sia libri
buoni che libri scritti male e realmente frivoli, superficiali. Questo però non deve
condizionare il giudizio del genere nella sua totalità, che come non tutti sanno
tratta una vasta gamma di argomenti, da un punto di vista femminile postmoderno,
tutt’altro che frivoli quali ad esempio come affrontare la perdita di un parente,
malattie come il cancro e persino la religione.
In definitiva il “chick lit” si trova a metà strada tra il romanzo e la
letteratura, un genere fresco ma non superficiale che si rivolge alle donne e tratta
9
Cfr., http://chicklitbooks.com/what-is-chick-lit/
9
un’ampia gamma di argomenti, senza mai annoiare il lettore e tenendone viva
l’attenzione grazie al suo caratteristico tono comico e umoristico.
1.3 Adattamento letterario: tra libro e serie televisiva
Il libro Sex and the City scritto da Candace Bushnell, ha ispirato la prima
stagione della serie televisiva omonima. È importante però precisare che coloro
che leggono il libro pensando di ritrovarvi la prima stagione della serie,
rimangono inevitabilmente delusi.
La narrazione inizia esattamente come la prima puntata della serie, ovvero
descrivendo la prima esperienza amorosa di una donna inglese appena trasferitasi
a New York. A differenza del primo episodio della serie non vi è la presentazione
di Carrie in qualità di narratrice della storia, infatti l’identità del narratore
onnisciente resta celata. All’inizio il narratore, sempre di sesso femminile, è
semplice osservatore delle storie dei molteplici personaggi della città. Solo più
tardi viene introdotta Carrie come amica della narratrice, la cui storia inizia ad
intrecciarsi con quelle degli altri personaggi, che la
rendono partecipe delle proprie esperienze.
La differenza maggiore che il libro presenta
rispetto alla serie riguarda i personaggi, in primo
luogo le amate protagoniste della serie sono
personaggi marginali, con caratteristiche diverse e
lo speciale rapporto di amicizia che le lega le une
alle altre è praticamente inesistente. Darren Star è
10
partito quasi da zero per inventare le quattro amiche. Charlotte nel libro è la
giornalista inglese di cui si parla nell’incipit che in seguito ad una delusione
d’amore capisce che a New York non c’è spazio per il romanticismo, per questo
motivo si adegua allo stile di vita newyorkese. Non è alla ricerca disperata di un
uomo da sposare e non è puritana né perbenista come nella serie, anzi passa
volentieri da un uomo all’altro godendosi le infinite possibilità che la città offre.
La cinica avvocatessa della serie, Miranda è una dirigente televisiva. Nel libro
compare pochissimo, lei e Carrie sono amiche ma non hanno un forte legame,
piuttosto si vedono e si sentono di tanto in tanto. Del personaggio della serie
restano la sua sincerità nel dire ciò che pensa e la sua scontrosità nei confronti
del sesso maschile con il quale nel libro essa si limita ad intrattenere rapporti
sessuali occasionali. Samantha non è una P.R., bensì una produttrice
cinematografica. Nel libro, come nella serie, Samantha ha diversi partner sessuali
ma i suoi discorsi sul sesso, che nel serial sono una parte sempre presente e
divertente mancano nel libro, inoltre il legame che ha con Carrie è lontano anni
luce da quello della serie. La differenza principale è che nel libro Samantha
desidera un uomo con cui condividere la propria vita, è invidiosa delle donne
sposate o che hanno una relazione stabile. Alla fine del libro, infatti,
va a
convivere a Los Angeles con un attore famoso. Un personaggio invece molto
presente nel libro e nella vita di Carrie è Stanford Blatch. Nel libro non è un talent
scout basso e calvo, ma uno sceneggiatore alto e con lunghi capelli ricci che
conosce tutte le persone importanti ed è invitato ad ogni evento mondano.
Ciò che rende faticosa la lettura del libro è che non ci sono storie da
seguire, si procede piuttosto per argomenti, tutti trattati attraverso il racconto
11
delle esperienze di molteplici personaggi , che si inseriscono di punto in bianco
nella narrazione raccontando una propria esperienza riguardo l’argomento in
oggetto per poi lasciare la narrazione.
L’elemento che accomuna il libro e la serie si riscontra nell’indagine
sociologica sullo stile di vita dell’alta società newyorkese per ciò che concerne i
principali argomenti trattati nel libro e che hanno ispirato la serie: “il sesso e la
città”, attraverso una ricerca realmente condotta dalla scrittrice del libro che ha
fatto ricerche sul campo inserendosi nella vita mondana dell’alta società per
raccontarla senza esclusione di colpi. Gli argomenti trattai dai personaggi in
materia di relazioni, ad esempio: come riuscire a sposarsi anche superati i trenta,
avere figli, i triangoli amorosi, uomini ossessionati dalle modelle, l’omosessualità,
il diverso modo che hanno donne ventenni e donne trentenni di vivere la vita a
New York sono ciò che rende evidente che la serie prende spunto dal libro. Le
esperienze raccontate sono a volte identiche in tutto e per tutto a quelle riportate
nella serie, ma nel libro occupano uno spazio maggiore, infatti vengono raccontate
anche esperienze più scioccanti, scandalose e dure che rispecchiano in modo
realistico e impietoso la trasgressiva vita newyorkese che nella versione più
“addolcita”, seppur sempre audace della serie, sono state escluse.
Il sesso è onnipresente sia all’interno della serie che nel libro, ma mentre
nella prima il sesso sottende in realtà una ricerca inconscia di un partner stabile,
nel libro questo aspetto ha una centralità quasi ossessiva e viene descritto nei
minimi particolari, nei suoi aspetti più scabrosi ed imbarazzanti, esso è volto
principalmente al semplice piacere fisico oppure viene utilizzato come mezzo per
ottenere beni materiali oppure vantaggi dal punto di vista lavorativo.
12
Per quanto riguarda la città, New York viene vista come una giungla
urbana in cui regna il caos e i suoi abitanti lottano per la sopravvivenza, in cui
tutto ciò che conta è conoscere le persone più potenti e cercare di evitare di essere
al centro di gossip spietati e di rovinarsi la reputazione, poiché questo porterebbe
all’emarginazione sociale. La città è la matrice primaria delle esperienze dei suoi
abitanti che si perdono nell’intricata rete di locali che sbalza repentinamente i
personaggi dagli ambienti più chic a quelli più squallidi. È impressionante come a
differenza della serie, nel libro si faccia un uso spropositato di alcool e droghe,
cocaina e marijuana sono i migliori amici di uomini potenti e donne in carriera.
L’unica storia che non è stata completamente stravolta rispetto alla serie è
quella di Carrie Bradshaw alter ego della scrittrice Candace Bushnell, che ha
infatti le sue stesse iniziali C.B. e svolge il suo stesso lavoro. Nel libro Carrie non
è la protagonista principale, ma solo una dei personaggi centrali, tra l’altro il
personaggio è diverso per certi aspetti: Carrie ha un legame con la sua famiglia in
Connecticut che va anche a trovare di tanto in tanto, mentre nella serie Carrie non
ha alcun rapporto con la famiglia e con nulla che abbia a che fare con la sua vita
precedente al suo trasferimento a Manhattan; nella serie la famiglia di Carrie è
rappresentata dalle sue tre migliori amiche che la sostengono e la confortano nei
momenti difficili della sua vita, mentre nel film Carrie non ha amici così stretti
che la sostengano nelle difficoltà, nel libro ciò che “aiuta” Carrie nei momenti
difficili sono l’alcool e la droga; il personaggio inoltre è meno profondo e
sicuramente più disinibito. Inoltre nel libro mancano tutte le riflessioni di Carrie
sugli argomenti trattati che caratterizzano la serie, l’opinione della scrittrice nel
libro riguardo certe tematiche è deducibile da alcuni commenti, per lo più
13
sarcastici, ma non è una riflessione esaustiva come quelle di Carrie, piuttosto
induce alla riflessione riguardo l’immorale e angosciante vita degli abitanti della
“Grande Mela” negli anni Novanta.
Ispirata al libro è anche la relazione che Carrie ha con Mr. Big, molti
ritengono che in realtà questa storia d’amore sia ispirata alla vita dell’autrice del
libro e che Mr. Big sia l’alter ego del famoso editore Ron Galotti, con cui la
Bushnell aveva una relazione a quei tempi. Anche la relazione di Carrie e Big
presenta delle differenze rispetto alla serie. Nella prima serie la relazione tra
Carrie e Mr. Big non sembra una cosa seria, i due si vedono ma non trascorrono
molto tempo insieme a causa di Big che è molto sfuggente, inoltre si parla anche
della loro passionale vita sessuale, invece nel libro non si accenna mai alla vita
sessuale della coppia, molto più spazio viene dato alla loro vita insieme, alle loro
uscite e ai loro week end,
Carrie presenta addirittura Big alla sua famiglia.
All’interno del libro i due convivono e la loro relazione viene mostrata come una
relazione reale con tutte le sue incomprensioni, le incertezze e i punti deboli delle
relazioni reali. Inoltre mentre alla fine della prima serie Carrie e Big si lasciano,
perché lui non riesce a dirle che la ama, nel libro Carrie e Big litigano ma non si
lasciano perché nonostante le paure Big confessa a Carrie che la ama e che non
vuole perderla.
14
In conclusione quando si inizia a leggere questo libro aspettandosi di
ritrovarvi
la prima stagione di Sex and the City la delusione è inevitabile,
l’amicizia di Carrie con le tre amiche è inesistente, così come i loro dialoghi
geniali ed esilaranti, e le profonde riflessioni di Carrie. Inoltre nel libro New York
sembra un posto angosciante dal quale fuggire a gambe levate, dove droga e
alcool regnano sovrani e in cui le donne hanno una vita a dir poco difficile,
diversamente dalla serie in cui New York è comunque una metropoli caotica ma
che genera situazioni piacevoli ed elettrizzanti.
Se però si pensa al libro in sé senza volerci ritrovare a tutti i costi la serie,
si possono fare varie osservazioni.
All’inizio è molto difficile seguire la narrazione poiché non ci sono
protagonisti, i personaggi sono tantissimi ed entrano ed escono dalla narrazione
senza un filo logico raccontando storie diverse circa le proprie esperienze in
materia di sesso e vita a New York. La narrazione diventa molto più coinvolgente
quando viene inserita la storia di Carrie e di alcuni suoi amici, che continua fino
alla fine del libro. Le esperienze raccontate sembrano a tratti incredibili,
scandalose, sconcertanti e i personaggi sembrano pensare solo al piacere fisico o a
concludere affari, che si tratti di lavoro o di matrimoni di convenienza. Vivono la
vita in modo trasgressivo facendo abuso di sesso, alcool e droga trattando con
riverenza le persone potenti e famose e con sufficienza, se non disprezzo, quelle
impopolari e “inferiori”. La New York dell’alta società sembra un universo
spietato nel quale se non si riesce ad inserirsi, adeguarsi e realizzarsi si viene
schiacciati, distrutti ed esclusi.
15
Il tono usato dalla scrittrice è dissacrante, critico, schietto, leggero, a tratti
ironico, nel libro si trova uno scambio di battute tra Samantha e Carrie che
potrebbe sembrare come una sorta di giudizio della scrittrice sul suo stesso lavoro:
- Samantha: “È carino. È leggero. Insomma, non è Tolstoj” – Carrie: “Non sto
cercando di diventare Tolstoj”.
La scrittrice dunque propone un quadro sociologico dell’alta società
newyorkese degli anni novanta davvero impietoso, spregiudicato e a tratti
agghiacciante, eppure nonostante i suoi aspetti negativi il suo valore inestimabile
risiede nell’autenticità, nel superare i limiti del dicibile, nell’audacia di non celare
le verità scomode e lasciare che siano i lettori a giudicare.
CAP. II Analisi testuale della serie televisiva
L’intero serial Sex and the City è composto da sei stagioni e 94 episodi,
ciascuno dei quali dura all’incira 25 minuti. La serie è stata trasmessa per la prima
volta negli Usa nel 1998 e terminati nel 2004, la prima trasmissione in Italia arriva
sempre circa due anni dopo iniziando nel 2000 e termina l’ultima stagione nel
2004 ed è l’unica stagione che è stata trasmessa poco dopo quella negli Usa,
arrivando in Italia quasi in contemporanea.
10
La serie televisiva, così come altri tipi di testi costituisce un testo
narrativo. Il racconto inizia quando una serie di avvenimenti vengono sottratti
alla realtà per essere inseriti all’interno di un tempo cornice in un intreccio il cui
10
F. Bonazzi e D. Pusceddu, Sex and the City e I paradossi della postmodernità, Franco Angeli,
2010, cfr., pp. 37-48
16
ordine cronologico non risponde a quello reale, ma si basa su libere scelte
tecniche ed espressive. Il fruitore è consapevole di trovarsi di fronte ad una realtà
fittizia che al termine del racconto resterà immutabile e, nel tempo garantirà le
stesse emozioni ogni volta che verrà rivisto. La differenza tra le serie televisive e
altri tipi di testo è l’assenza di un preciso disegno che preveda un inizio, uno
svolgimento e una fine, tant’è che la maggior parte degli autori quando la serie
inizia non sa quanto essa durerà e quando avrà fine. La struttura narratologica del
serial, infatti, è aperta e infinita, in quanto il serial prende vita dall’ intreccio del
tempo della storia con il tempo della realtà. È per questo che la conclusione di una
serie non avviene quando lo scioglimento di situazioni viene risolto ma solo
quando gli intrecci della storia hanno esaurito la loro produttività. A differenza dei
testi narrativi in cui il tempo non deve sottostare ad alcuna norma, l’autore di una
serie deve sfruttare il breve tempo del racconto corrispondente ad un episodio in
cui la fabula e l’intreccio devono sottostare al tempo reale, ovvero il presente di
cui è mimesi. In Sex and the City questa mimesi non viene intaccata dalla
segmentazione del processo narrativo in episodi poiché sebbene alla fine
dell’episodio la narrazione venga interrotta, essa riprende nell’episodio successivo
esattamente dal punto in cui si trovava garantendo la continuità temporale di
episodi legati a quello precedente e a quello seguente che vengono poi uniti dallo
spettatore in un blocco unitario. Lo stesso accade in ogni singola puntata in cui
attraverso la tecnica del montaggio parallelo diversi microepisodi che hanno luogo
in spazi diversi vengono narrati parallelamente, interrompendosi per rispettare la
sincronia con gli altri. Anche grazie a questa tecnica lo spettatore ha l’impressione
di assistere ad avvenimenti che si svolgono contemporaneamente nel presente in
17
quanto rispettano la successione logico-temporale-causale, lasciando a lui il
compito di ricomporre ogni vicenda e darle unità. Il passato viene talvolta inserito
nella narrazione sottoforma di ricordo ma solo al fine di comprendere ciò che
accade nel presente. Ciò che rende l’impressione del presente però non sono solo i
ritmi della quotidianità, bensì il fatto che il tempo della storia coincide con il
tempo presente dei fruitori della prima programmazione. Questo si evince da
alcune marche temporali presenti all’interno della serie: ad esempio Samantha nel
sedicesimo episodio della seconda serie dice a Carrie: “Svegliati, siamo nel
2000”; o, ancora, Miranda nel quarto episodio della prima serie dice alle amiche :
“Non ci sono trentenni disponibili sulla piazza di New York. Giuliani li ha fatti
sloggiare insieme ai barboni” riferendosi a Rudolph Giuliani, allora sindaco di
New York. Anche se oggi il telefilm viene ancora trasmesso e le marche temporali
non coincidono più con quelle del tempo dei fruitori la fedele riproduzione dei
ritmi della quotidianità fa sì che anche oggi la serie risulti contemporanea a coloro
che la seguono.
Un’altra caratteristica dei serial rispetto ai testi narrativi è rappresentata
dall’”imprevedibilità” il cui intento è quello di rappresentare l’imprevedibilità
della vita stessa, per cui i personaggi, pur uscendo dalla narrazione potrebbero
sempre ricomparire, a meno che non muoiano, proprio come accade nella vita
reale.
In Sex and the City ogni puntata è costituita da due diverse sequenze, una
narrativa e una riflessiva, strettamente legate in quanto ognuna perderebbe di
senso senza l’altra.11 Nelle sequenze narrative vengono raccontati i vissuti, tutti
11
Ibid., cfr., pp. 52-61
18
inerenti al tema trattato in quel particolare episodio, mentre in quelle riflessive i
vissuti in questione, diventano oggetto delle riflessioni di Carrie, che li seziona e
li interpreta mostrando il suo punto di vista. Le sequenze riflessive però possono
svolgersi anche all’interno del gruppo amicale: in questo caso, esse servono a
collegare le varie storie, a sottolineare il forte legame affettivo tra le quattro
amiche, ma anche i lati del carattere di ognuna e le forti differenze che le
caratterizzano. Anche le scelte stilistico-espressive di Sex and the City rispondono
alla necessità di integrare sequenze narrative e sequenze riflessive. Il ritmo della
narrazione è frenetico ed incalzante, così come gli scambi verbali e i cambi di
scena , per rispecchiare i frenetici ritmi di vita newyorkesi; nelle sequenze
riflessive, che uniscono le vicende per conferire loro significato, troviamo, invece,
scambi verbali più lenti e intimi per favorire la compartecipazione emotiva dello
spettatore. La componente verbale trova maggiore espressione negli spazi chiusi
(quasi sempre legati al cibo) e nella voce narrante. Il linguaggio utilizzato è
caratterizzato da leggerezza e naturalezza, nonché audacia e ironia. Il suo utilizzo
cambia in base al genere di cui si discute: quando l’oggetto delle discussioni è il
genere maschile, il linguaggio è assolutamente impietoso; quando si discute del
genere femminile il linguaggio è il più delle volte comprensivo.
.Il narratore della serie è Carrie Bradshaw nella funzione di voce narrante,
che apre e chiude ogni puntata, introduce e commenta gli eventi e funge da
narratore etero diegetico (esterno alla narrazione), onnisciente poiché conosce
tutto ciò che succede e lo racconta in modo obiettivo, aggiungendo poi le sue
riflessioni.
19
La struttura narrativa degli episodi cambia dalla prima stagione a quelle
successive. Negli episodi della prima e della seconda stagione sono presenti vere e
proprie interviste condotte da Carrie per indagare sulla tematica trattata
nell’episodio confrontando punti di vista di persone differenti per
sesso,
estrazione sociale, condizione economica, professione …. ma tutte accomunate da
un unico denominatore: l’essere newyorkesi.
Questi uomini e donne vengono presentati con delle scritte che informano
il pubblico sul loro nome, cognome, età e professione,questi guardando dritto
nella telecamera, come se si rivolgessero agli spettatori rispondono ai quesiti sulle
relazioni sollevati da Carrie basandosi sulle proprie esperienze. È per questo
motivo che Carrie nella prima stagione presenta sé stessa come “antropologa
sessuale” più che come giornalista, in quanto il suo lavoro è uscire ogni sera per
conoscere tutto in materia di locali da frequentare per conoscere le persone giuste
e sapere tutto della vita a Manhattan e dei suoi abitanti al fine di scrivere la sua
rubrica che potrebbe definirsi come “guida per la sopravvivenza nella vita e nelle
relazioni a New York”. Della struttura narrativa della prima stagione fa parte
anche il quesito strategico 12 di Carrie che distoglie l’attenzione dalla storia per
guardare in telecamera e rivolgere questo quesito agli spettatori che in questo
modo si sentono direttamente coinvolti nella narrazione e hanno così l’impulso di
riflettere per rispondere a Carrie e aiutarla. Purtroppo questa interessante natura di
indagine sociologica della serie inizia a scemare già nella seconda stagione per poi
scomparire e lasciare il posto esclusivamente alle storie delle quattro protagoniste
12
Renée Capolupo, Cult-testualità in Sex and the City, in Alfonso Amendola (a cura di), È tutto Sex
and the City. Moda, metropolis, amicizia e seduzione in una fiction televisiva, Liguori Editore,
2011, cfr., p. 104
20
in cui ormai gli spettatori sono pienamente coinvolti e che ormai costituiscono
esse stesse una risposta ai quesiti di Carrie.
Questo espediente dell’intervista dunque viene eliminato, ma per non
eliminare il realistico effetto di cronaca resta in ogni episodio l’immagine del
computer sul quale Carrie scrive la sua rubrica e all’inizio di ogni puntata scrive
un quesito, sempre pertinente all’oggetto in questione nell’episodio, ormai rivolto
esclusivamente al pubblico in modo da mantenere saldo il legame tra la
protagonista e gli spettatori.
Le quattro protagoniste vivono la vita in modo ironico, glamour e senza
precludersi alcuna esperienza, questo fa sì che all’interno della serie esse
incontrino i più svariati personaggi e vivano esperienze insolite e mai scontate,
possibili solo a Manhattan.
13
L’incontro con i personaggi avviene in modo
casuale, come un incontro della vita reale , ancora una volta a beneficio
dell’effetto realistico. Alcuni personaggi sono destinati a durare per tutta la serie,
altri invece sono “di passaggio” e hanno la funzione di esemplificare il tema
trattato nell’episodio in cui appaiono o di rappresentare un aspetto delle relazioni
o della vita newyorkese. Essi infatti (soprattutto uomini) incarnano degli
stereotipi: lo scapolo d’oro, lo sciupa femmine, l’artista, l’uomo ossessionato dalle
modelle, il cocco di mamma, il fanatico dello sport, il religioso, il politico, il
superdotato, il poco dotato, il ventenne e addirittura il vecchio; che vanno a
costituire un quadro ironico, desacralizzato e spregiudicato degli abitanti della
“grande mela”.
13
F. Bonazzi e D. Pusceddu, op. cit., pp. 62,63
21
14
Per quanto concerne le tematiche trattate, esse includono le tematiche più
varie: il divorzio, la carriera, il cancro, il MAC, l’omosessualità, il fumo, il
tradimento, il viagra, lo shopping compulsivo, la bisessualità, l’autoerotismo; tutte
tematiche che nessun serial aveva il coraggio di trattare prima e che attribuiscono
a Sex and the City il merito di costituire un veridico e trasparente trattato di
attualità.
2.1 Profili delle protagoniste e dei loro principali intrecci amorosi
Concentrarsi sulle caratteristiche delle protagoniste e sui principali intrecci
amorosi di queste ultime aiuta la riflessione sui temi principali affrontati nel
serial. Innanzitutto è importante osservare, in materia di relazioni importanti, che
anche le storie d’amore destinate a durare vengono interrotte per lasciare il posto
ad altre avventure e in secondo luogo bisogna sempre tenere presente che l’unica
relazione stabile nel serial è quella che intrattengono le quattro amiche, che
costituisce l’unico punto fermo delle loro vite.
Carrie Bradshaw: La protagonista,
Carrie Bradshaw è una donna arrivata a New
York per realizzarsi, lavora per il New York
Star dove tiene una rubrica che tratta del sesso
e della città, indaga sulla vita nella città, di
cui conosce gli abitanti, la vita mondana e le abitudini sessuali, al punto da
14
Alfonso Amendola, Cartografia di un fenomeno di massa, in Alfonso Amendola (a cura di), è
tutto Sex and the City, op.cit., cfr., p.77
22
definire se stessa e il suo lavoro
come “antropologa sessuale” e
nonostante sia orgogliosamente
single, è inconsciamente alla
ricerca dell’amore.
15
Carrie
racconta tutto della sua vita, dei
suoi pregi e difetti, vizi inclusi,
del suo lavoro, le sue relazioni.
Non sappiamo nulla della sua
vita prima di New York, ormai
la sua vita è a Manhattan e la
sua vera famiglia sono le tre
amiche Miranda, Charlotte e
Samantha, insieme al suo amico gay, Stanford, i quali sono per lei l’unica
sicurezza e l’unico punto fermo nella caotica vita a Manhattan. La sua passione
più grande è l’alta moda, tutto ciò che indossa è rigorosamente firmato, abiti
accessori e in particolare scarpe, Manolo Blahnik, per le quali ha una vera e
propria ossessione. Il suo stile è unico, caratterizzato da accostamenti di colori e
stili diversi ed eccentrici, a tal punto da mostrare outfit a volte geniali, altre volte
così eccessivi da risultare improponibili. Il suo look dà di sé l’immagine di una
donna, carismatica, sicura di sé, che non ha paura di osare e assolutamente
autonoma, che è diventata per i fan un’ icona di stile. La sua vita mondana la porta
a conoscere tanti uomini ma un incontro che le cambierà la vita è quello con
15
F. Bonazzi e D. Pusceddu, op.cit., cfr., pp.64-70
23
Mister Big, un ricco ed affascinante manager quarantaduenne, che vive in un
appartamento elegante, con tanto di autista con limousine. I due si scontrano
casualmente per strada, da allora continuano ad imbattersi fortuitamente l’uno
nell’altra in qualsiasi luogo, tanto che sembra escano insieme senza volerlo. In
seguito poi tra i due nasce una relazione sentimentale, ma l’irraggiungibile Big
non permette mai realmente a Carrie di entrare nella sua vita così lei lo lascia.
Durante la serie la loro storia vede continue riconciliazioni e separazioni perché
Carrie non accetta che i suoi sentimenti non siano completamente ricambiati.
Carrie analizza di continuo questo rapporto sia interiormente che nei dialoghi con
le amiche che pur sostenendola nelle sue scelte cercano di evitare che soffra
troppo a causa del suo desiderio di volere qualcuno inaccessibile. Nella terza serie
Big sposa una modella, Natasha e la storia con Carrie sembra finita per sempre. Il
nuovo amore di Carrie, Aidan Shaw, è un falegname, un uomo semplice e diretto,
con dei valori e che vuole farsi una famiglia. Carrie ama Aidan, ma finisce per
tradirlo con Big. Aidan la ama al punto da perdonarla e le propone persino di
vivere insieme e di sposarla, ma proprio in questo momento Carrie lo lascia
perché si rende conto che l’unico uomo con cui immagina un futuro è Mister Big.
Successivamente Carrie, incontra un famoso scultore russo, un po’ in età,
Alexandre Petrovsky, e viene travolta da questa relazione fatta di un romanticismo
d’altri tempi, cene eleganti, poesie e notti passionali. In realtà Carrie è una
moderna donna newyorkese dall’intensa vita sociale e lui un tradizionale uomo
russo, artista internazionale che mette la sua arte prima di tutto, due figure opposte
che convivono in modo interessante. Alexander al contrario di Big lascia che
Carrie entri nella sua vita e la coinvolge al punto che lei decide di trasferirsi con
24
lui a Parigi a costo di abbandonare le sue amiche e la sua amata vita di donna in
carriera a New York. Al suo arrivo a Parigi Carrie è entusiasta, ma Alexander è
troppo preso dal lavoro e inizia a trascurarla. Nemmeno lo shopping Parigino
consola Carrie che sente la mancanza della sua vita a New York, delle amiche, ma
soprattutto di Big, il quale capisce a sua volta di amarla e corre a Parigi per
riprendersela col consenso delle tre amiche. Carrie intanto lascia Petrovsky perché
non vuole rinunciare alla sua vita per aspettare lui e la sua arte e mette in chiaro
che ciò che vuole è il vero amore. Big finalmente trova Carrie e le confessa che
dopo tanto tempo ha capito che è lei che vuole, così Carrie ha il suo lieto fine e
torna definitivamente dai suoi amori più grandi: New York e le sue amiche.
Charlotte York: anche di lei non si sa niente
della vita che precede il suo ingresso nella serie,
sappiamo solo che proviene dall’alta società e che è
stata educata dalle suore, dunque anche per lei la
famiglia è rappresentata ormai dalle tre amiche ed il suo
amico gay Anthony Marentino.16 Charlotte è direttrice
16
Ibid., cfr., pp. 71-74
25
di una galleria d’arte, una donna di classe, dolce ed innocente il cui obiettivo
principale nella vita è trovare l’uomo perfetto da sposare e vivere una vita perfetta
in una casa perfetta. Anche se in una città caotica e senza regole come Manhattan
Charlotte, che è la perbenista del gruppo, si trova spaesata dalle insolite abitudini
relazionali, apprezza comunque le mille possibilità di incontri che New York offre
e cambia numerosi partner, tutti rigorosamente belli, ricchi e di buona famiglia,
sempre nelle vesti di eventuali candidati per realizzare il suo unico scopo di
trovare l’uomo perfetto da sposare. L’ingenuità di Charlotte però non significa che
essa sia una donna debole, anzi, è tenace nel raggiungimento dei suoi obiettivi e
ha la forza di rimettersi in piedi dopo ogni delusione senza perdere la fede
nell’amore. Charlotte finalmente trova il principe azzurro, Trey McDougal, un
medico affascinante e appartenente ad un’importante famiglia scozzese dell’alta
società che le chiede di sposarlo. Purtroppo però prima delle nozze Charlotte
scopre che Trey non è perfetto in quanto soffre di una disfunzione erettile, ma
decide comunque di sposarlo pensando che la cosa si risolverà col tempo.
Charlotte ha finalmente il matrimonio perfetto che ha sempre desiderato
(organizzato dal suo amico Anthony) con le sue amiche come damigelle d’onore.
Nella prima fase del matrimonio Charlotte cerca instancabilmente di far
funzionare le cose ma non riesce a restare incinta e dopo che Trey le confessa che
non vuole figli, nemmeno in adozione, Charlotte decide di divorziare. Per fortuna
la vita è imprevedibile e non tutti i mali vengono per nuocere. Nel momento in cui
Charlotte si reca dall’avvocato per divorziare , conosce Harry Goldenblatt, un
avvocato che riesce a far vincere a Charlotte la causa contro la madre di Trey, che
le è sempre stata ostile. In seguito tra Charlotte ed Harry scatta una forte
26
attrazione e nonostante Harry
sia troppo sudato, pelato, e
lontanissimo dai canoni che
Charlotte ha sempre cercato,
Charlotte capisce che è una
persona fantastica, che la ama e
la rende davvero felice. Harry è di fede e famiglia ebrea, ma Charlotte decide di
convertirsi. Finalmente Charlotte corona il suo sogno, stavolta per sempre, con
l’uomo giusto, il vero amore. Il suo lieto fine nasce da una situazione difficile, che
rispecchia l’imprevedibilità della vita e si conclude con l’adozione di comune
accordo con Harry, di una bambina cinese.
Miranda Hobbes: è la
rossa con un cinismo ai limiti
del comico, la donna che si è
fatta da sé, avvocato di successo
che riesce infine a diventare
socio del suo studio legale. È l’amica di Carrie più speciale tra le tre, che conosce
tutti i suoi segreti e la critica quando fa scelte avventate, per evitare che soffra
troppo. Le uniche cose che contano nella sua vita sono il lavoro, le sue amiche e
l’autosufficienza, è determinata ed orgogliosa, e non rinuncerebbe mai alla sua
indipendenza per dipendere da un uomo.17
17
Ibid., cfr., pp. 75-78
27
Miranda è l’unica delle quattro di cui sappiamo qualcosa in più della
famiglia d’origine, che irrompe nel serial nel momento in cui sua madre viene a
mancare, le sue amiche le stanno vicino in questo momento doloroso sostenendola
e dimostrando di essere per lei una vera e propria famiglia. L’unica storia d’amore
importante di Miranda è quella con il barman Steve Brady. Miranda pensa che
tutti gli uomini fingano di essere innamorati soltanto per arrivare al sesso, ma
Steve riesce a farle capire che si sbaglia e che prova dei sentimenti reali per lei. In
questa storia d’amore appare lampante l’inversione dei ruoli, nella coppia è
Miranda
quella
che
vuole
affermare
la
propria
indipendenza, che prende le decisioni e che guadagna
molto di più, per questo motivo la loro storia d’amore si
interrompe varie volte poiché Steve non si sente al livello
di Miranda e vorrebbe poterle dare di più. I due si
riavvicinano quando Steve confessa a Miranda di avere
un tumore ad un testicolo e nonostante riesca a salvarsi
entra in crisi perché si sente privato della sua virilità. In seguito Miranda scopre di
aspettare un figlio da Steve e dopo tante esitazioni deciderà di tenerlo. Nonostante
stiano con altre persone, al primo compleanno del piccolo Brady, Miranda e Steve
decidono di tornare insieme e di
sposarsi. La decisione però che
cambia la vita di Miranda è
quella di abbandonare Manhattan
per trasferirsi a Brooklyn e
dunque affrontare l’abbandono
28
del suo stato di donna single, glamour e in carriera ed il passaggio a madre e
donna di famiglia con delle responsabilità, anche economiche e che deve
sacrificare il suo stile di vita precedente per la famiglia. Le amiche hanno paura
che questo trasferimento possa cambiare Miranda e allontanarle, ma Miranda
riesce a sostenere questa doppia appartenenza e a mantenere il forte legame con le
amiche. Con il suo trasferimento a Brooklyn Miranda matura e impara ad
affrontare le difficoltà della vita reale e soprattutto impara la responsabilità e
l’amore.
Samantha
“estrema”
in
Jones:
tutto:
è
potremmo
estremamente
definirla
bella,
estremamente intelligente, estremamente competitiva,
estremamente sfacciata e spregiudicata e soprattutto
estremamente sexy e sicura di sé. Samantha
è
manager nelle pubbliche relazioni di cui si occupa con
piacere e con successo e incarna in tutto e per tutto lo stile di vita newyorkese. 18
Anche di Samantha non sappiamo niente della sua vita
precedente
al serial e
della
sua
famiglia,
ormai
rappresentata esclusivamente dalle tre amiche. Questa
donna nonostante i quarant’anni passati non sente il
bisogno di avere un uomo accanto a sé, di crearsi una
famiglia, le bastano le sue inseparabili amiche e sentirsi
libera di vivere a pieno la sua carriera e la sua vita di donna
sessualmente libera ed attiva che non si preclude nessuna
18
Ibid., cfr., pp. 75-78
29
esperienza. Samantha è anti perbenista, fa commenti spregiudicati, parla
esplicitamente di sesso e dichiara di fare sesso come un uomo, ovvero senza
sentimenti. Samantha pensa ormai non c’è più disparità tra i sessi e dunque non
dovrebbe esserci nemmeno nella maniera di vivere la vita sessuale e che il
romanticismo è una cosa vecchia, eppure, nel corso della serie avrà tre relazioni.
Essendo
la
quattro,
permetterà
apertura
mentale
l’argomento
più
trasgressiva
con
di
la
delle
sua
affrontare
dell’omosessualità
femminile sperimentando,
pur non
essendo gay, una relazione con una donna, Maria Reyes, famosa pittrice.
Samantha ha un’altra relazione amorosa con il proprietario di una prestigiosa
catena alberghiera, Richard Wright, dal quale è affascinata poiché quest’uomo
potente, ammaliatore, sessualmente attivo, che non desidera impegnarsi in una
relazione rispecchia sé stessa. Inizialmente la relazione procede a meraviglia ma
poi Samantha copre che Richard la tradisce.
Nonostante lo perdoni, ha perso la fiducia in
lui e dal momento che vivere di paure e
preoccupazioni non fa per lei decide di
tornare alla sua vita da single. La storia
d’amore più importante di Samantha è quella
con il giovane attore Jerry. All’inizio la loro storia è incentrata sul sesso ma Jerry
tiene a Samantha, la quale decide di diventare sua la p.r. e lo aiuta a diventare un
attore famoso, il cui nome d’arte è Smith Jarrod. La dolcezza e la comprensione di
30
Smith verso Samantha sono continue, inoltre lui le prova il suo amore standole
vicino e restandole fedele nel momento in cui Samantha si trova a dover
affrontare un cancro al seno. Samantha riesce a sconfiggere il cancro grazie alla
sua forza d’animo e al sostegno delle sue amiche e accetta finalmente l’amore di
Smith nella sua vita.
Stanford e Anthony: Stanford Blatch e
Anthony Marentino, sono i due amici gay di
Carrie e Charlotte. 19 Stanford ha un’agenzia di
modelli artistici ed è dolce, romantico ed
elegante nei suoi stravaganti look sempre
colorati. Stanford pensa che l’unico luogo a New
York in cui si possa ancora trovare del
romanticismo sia la comunità gay. Della sua famiglia conosciamo solo la nonna,
che non accetta la sua omosessualità, per Stanford la famiglia è rappresentata da
Carrie, i due hanno bisogno l’uno dell’altra, vanno insieme ad i party quando non
hanno un accompagnatore, e si confessano i segreti più imbarazzanti e le delusioni
amorose. Anthony Marentino è il
migliore amico di Charlotte, che lei
conosce poiché lui le fa da wedding
planner al suo
primo matrimonio.
Anthony è uno stilista di origine
siciliana impeccabile ed autoritario che
le fa da spalla quasi come una madre. Anthony ha stile e carattere, un carattere
19
Ibid., cfr., pp. 81-83
31
passionale, esuberante ed esigente o che lo rendono unico. Stanford e Anthony
sono rivali, e perpetuando una continua guerra fredda al fine di trovare un
fantastico compagno da esibire. In realtà sia il sensibile Stanford che l’autoritario
Anthony sono due single dalle personalità opposte che infondo come tutti cercano
la stabilità in un rapporto amoroso.
CAP. III Elementi fondamentali di Sex and the City:
New York e la moda
3.1 Visione di New York nella cinematografia
New York è considerata la perla dell’America, famosa in tutto il mondo e
da sempre generatrice di miti e sogni, così come di ricordi connessi a grandi
capolavori cinematografici.
Innumerevoli registi in passato hanno utilizzato New York come sfondo
dei propri film, ma20 a partire da Abel Ferrara, ha inizio un filone cinematografico
in cui New York non funge più da semplice scenario ma acquista lo status di vero
e proprio personaggio. Oltre a Ferrara, anche Martin Scorsese e Travis Bickle nel
suo celeberrimo Taxi Driver (1976) descrivono la Grande Mela come una città
caotica, sporca con riprese di estremo realismo all’interno dei luoghi più
pericolosi di una città caratterizzata dalla perdizione e dall’immoralità che spinge
gli uomini e le donne di quest’universo alla violenza e al malessere. Woody Allen
20
Antonio Iannotta, Manhattan, la New York di Sex and the City, in Alfonso Amendola (a c. di) è
tutto Sex and the City, op.cit., cfr., pp. 117-121
32
ha il merito di ribaltare questa visione ripartendo dall’immaginario proposto da
Blake Edwards in Colazione da Tiffany (1961) in cui New York viene vista
attraverso lo sguardo sognante di Audrey Hepburn che dà inizio alla visione di
New York come luogo
in cui tutto è possibile.
Woody Allen segue la
linea
dei
precedenti
registi che assegnano il
ruolo di protagonista a
questa
città,
ma
la
dipinge con toni differenti, assolutamente positivi mostrando il bello della città ed
esaltandone le qualità e gli aspetti romantici. Il film Manhattan (Woody Allen
1979) è una dichiarazione d’amore alla città di New York (al pari di quelle di
Carrie) e la consacra come città del desiderio e del romanticismo dando origine
ad un’infinita serie di commedie di successo che descrivono la città con gli stessi
toni, come il celebre Harry, ti presento Sally (1989) di Rob Reiner fino alla sitcom cult Friends che rispecchia un altro importante aspetto celebrato da Woody
Allen presente anche in Sex and the City ovvero l’importanza dell’ essere
newyorkese. Nell’episodio pilota di Sex and the City che parla di donne che fanno
sesso come gli uomini l’introduzione di Carrie che dà al pubblico il benvenuto
nell’era
dell’anti-innocenza
dove
nessuno
fa
colazione
da
Tiffany e
l’autoconservazione e gli affari hanno priorità assoluta, in cui descrive la città
come un luogo caotico dove ci sono migliaia di donne fantastiche ma sole e
solleva il quesito “ le donne di New York stavano davvero rinunciando
33
all’amore?”, Carrie depista il pubblico dando l’impressione di distaccarsi da
questo filone romantico e sognatore alleniano che esalta in tutto e per tutto la città
e l’essere newyorkese.
Carrie sembra descrivere Manhattan come città ricca di promesse, ma dove
nulla può essere dato per scontato e si va continuamente incontro alla disillusione,
invece man mano che la serie procede ed arriva al suo compimento si capisce
chiaramente che Sex and the City non si distacca dal filone alleniano, anzi lo
celebra apertamente. Le affermazioni iniziali verranno fortemente smentite dalle
continue manifestazioni d’amore di Carrie per la città e del suo essere newyorkese
e dal finale in cui Carrie chiarisce di essere una donna in cerca del vero amore e
dal lieto fine che vede ognuna delle quattro donne con l’amore della sua vita
viene rivelato che in realtà gli incontri con i molteplici uomini di ognuna delle
quattro donne erano mirati a questo e New York ne esce fuori come il luogo in cui
i sogni possono avverarsi.
3.1.2 Sex and THE CITY!
“è un mito, la città: le stanze e le finestre, le strade che eruttano vapore:
per ciascuno, per chiunque un mito diverso, la testa di un idolo con occhi
di semaforo che ammiccano un tenero verde, un cinico rosso.
Questa isola galleggiante su acqua di fiume come un iceberg di diamante,
chiamatela New York, chiamatela come vi pare: il nome non importa poiché,
arrivando dalla maggiore realtà dell’altrove, uno va alla ricerca soltanto di una
città,di un posto dove nascondersi, dove smarrire o scoprire se stesso,
34
per fabbricare un sogno all’interno del quale dimostrare che, dopo tutto,
non sei il brutto anatroccolo, ma un essere meraviglioso e degno di essere amato.”
TRUMAN CAPOTE
21
Appartenente al continente americano New York si differenzia in realtà
dall’esteso territorio dell’America più profonda e costituisce un territorio a sè in
quanto fortemente influenzata dalle proprie radici europee. New York è dunque
l’Europa fatta America ed è diventata matrice per gli stilemi europei. New York è
il DNA dell’Occidente, una metropoli in cui convergono le migliori caratteristiche
delle città più desiderate al mondo, come dice la voce narrante di Carrie Bradshaw
“La cosa straordinaria di New York è che ogni sera puoi andare a Parigi”
alludendo al The Paris Theatre (4 W. 58 Street ) dove vengono trasmessi vecchi
cult del cinema francese.
21
Ibid., cfr., pp. 115-116
35
Si noti che all’interno della serie ogni volta che si parla di New York ci si
riferisce in realtà a Manhattan, la “City” del titolo della serie. Manhattan22 è quasi
un continente a sé diviso in diversi quartieri che costituiscono dei piccoli mondi
caratterizzati da diverse etnie, classi sociali e modi di vivere e da cui gli abitanti
non vogliono uscire. Il principale scenario della serie in questione è l’Upper East
Side, che va dalla Fifth Avenue all’East River, e ospitando musei di livello
mondiale quali il MET e il Guggenheim, club, hotel e ristoranti costosissimi e le
supergriffate vetrine della Madison Avenue costituisce la zona residenziale più
ricca del mondo, nonché l’habitat naturale delle classi sociali elevate e degli
imprenditori di successo, così come l’habitat perfetto delle quattro eroine della
serie e della vasta gamma di personaggi che ruota intorno ad esse.
La caotica capitale della moda, New York, non funge meramente da
scenario, ma ha un ruolo ben preciso e talmente rilevante da essere stata definita
dalla
serie
stessa
come
la
quinta
protagonista. Darren Starr riesce, attraverso
la serie e attraverso le quattro protagoniste,
in particolar modo Carrie, ad esprimere
l’amore degli Stati Uniti per la città di New
York e persino nell’ultima serie in cui New
York viene messa a duro confronto con la
bellissima Parigi, la”grande mela” non ne
esce sconfitta, anzi questo paragone non fa
altro che accentuare in conclusione l’amore
22
Cfr., http://digilander.libero.it/sexandthecity2002/New%20York.htm
36
indiscusso che Carrie prova per essa. All’interno della serie le dichiarazioni
d’amore di Carrie per la città, l’unico amore che le è stata e a cui è stata sempre
fedele, sono esplicite, valga come esempio il dialogo di Carrie con Charlotte e
Miranda nel primo episodio della quinta stagione:
Carrie: “sono andata al cinema da sola”
Charlotte: “di sabato sera?”
Carrie: “non si è mai soli a New York, è il posto perfetto per i single. È lei
la tua amante”
Miranda: “Fai l’amore con New York?”
Carrie: “ Da 18 anni. È una faccenda seria. Credo di essermi innamorata”
Miranda: “Che farai dopo?”
Carrie: “Chissà…è New York!”
Nello stesso episodio Carrie incontra un affascinante marinaio Louis che
però scarica poiché lui non ha una buona opinione di New York:
Louis: “è la prima volta che vengo a New York. Non fa per me. Voglio
dire, la sporcizia, il chiasso, non so come fai a resistere”
Carrie voce off: “Se Louis aveva ragione e si poteva avere un solo grande
amore, New York poteva essere il mio”.
Ogni puntata della serie parte con la sigla che rappresenta proprio
l’attraversamento metropolitano. La sigla alterna immagini dei grattacieli, delle
Twin Towers e delle strade di Manhattan coi tombini sbuffanti alternate ad
37
immagini di Carrie, la protagonista principale, una bionda riccioluta vestita in
modo stravagante, che cammina per le strade di New York e ammicca al pubblico
oltre la telecamera e ai nomi delle altre protagoniste che si stagliano sulle
immagini di New York. Poi un pullman sulla cui fiancata c’è un grosso striscione:
“Carrie Bradshow knows good sex, and isn’t afraid to ask” e dall’altro lato
“Every Wednesday in the New York Star” presenta l’essenza dell’intero serial, il
sesso e la città, interpretati e interrogati dalla giornalista Carrie Bradshaw. È già
chiaro dall’intro, dunque, che New York è parte integrante del racconto ed ha un
forte legame con le protagoniste.
Dopo la sigla, anche l’inizio di ogni episodio è costituito da una visuale di
New York, l’Empire State Building, Central Park e le strade perennemente
trafficate. 23Non sono però solo i luoghi aperti della città visibili a primo impatto a
costituire la più vera essenza della “grande mela”, ma i luoghi interni, il cuore di
questa città, quali i negozi, le
caffetterie, i bar, i ristoranti, i
locali
notturni
(tutti
rigorosamente in) così come le
gallerie sono protagonisti dei
vari snodi della serie, custodi
delle
confessioni
amicali,
luoghi della vita notturna che la serie ha contribuito a trasformare in luoghi di
tendenza e largamente frequentati. I luoghi della serie hanno assunto una tale
sacralità per le fan al punto che numerose guide turistiche, nonché innumerevoli
23
Alfonso Amendola, Cartografia di un fenomeno di massa, in Alfonso Amendola, è tutto Sex and
the City, cfr., pp. 82,83
38
siti legati alla serie organizzano
tour-itineranti, tra cui quello di
“On location Tours”. Questi tour
organizzati portano i visitatori
negli hotspots della serie ad
esempio nei locali notturni, nei ristoranti e nelle tavole calde dove le quattro
ragazze si riunivano per discutere delle proprie esperienze, a fare shopping nei
negozi preferiti dalle protagoniste, allo Scouts (Onieal's Speackeasy - 174 Grand
Street) il bar di Aidan e Steve, al negozio Manolo Blahnik (31 West 54th Street),
al romantico ristorante accanto al lago The Boathouse restaurant (Park Drive
North, E. 72nd Street) dove Carrie e Big finiscono in acqua, al The Salomon R.
Guggenheim (1071 5th Avenue) dove Carrie va quando decide di fidanzarsi con la
città godendosi le sue meraviglie, da Vogue (Conde Nast Building 4 Time Square)
dove Carrie inizia a lavorare dopo aver lasciato Aidan o alla casa di Carrie (66
Perry Street - Greenwich Village) che per le fan rappresenta quasi un vero e
proprio tempio di culto.
Manhattan, si presenta come una città aperta al cambiamento, “la città
delle infinite possibilità”, una città che possiede il fascino dell’ignoto e la
possibilità di nuove esperienze, ma che rappresenta al contempo anche una sorta
di limite, di confine che separa e protegge i suoi abitanti da tutto il resto, poiché
Manhattan è vista come l’unica città in cui è possibile e auspicabile vivere, al di
fuori della quale regnano incertezza e smarrimento. Lasciare Manhattan per
andare a vivere in un altro distretto, per questioni economiche o per mettere su
famiglia costituisce quasi una sorta di trauma per queste donne ormai abituate allo
39
stile di vita della city, stile di vita che cambierà necessariamente una volta fuori da
essa. Questo cambio di residenza andrà a cambiare la percezione che la donna ha
di sé mettendola faccia a faccia con il suo cambio di status ad esempio da donna
glamour e single, indipendente e con un reddito alto a donna che costretta a fare
economia vive in uno degli altri distretti, sposata e con una famiglia, come
succede ad esempio a Miranda costretta a trasferirsi a Brooklyn e ad altre donne
presenti nella serie.
24
In Sex and the city, i luoghi che le protagoniste frequentano e l’uso che
esse ne fanno, non è casuale e contribuisce alla costruzione dell’identità di genere
e di ciascuna di esse.
I luoghi frequentati dalle quattro amiche sono in grado di affermare il loro
status sociale rivelando l’immagine che si vuole dare di queste donne, emancipate,
libere, benestanti e glamour, tant’è vero che tutta la parte “non glamour” della
città, dunque l’Up Town, non viene mostrato nella serie.
Gli stessi luoghi dove le
protagoniste abitano rispecchiano e
sottolineano il loro status sociale e le
loro identità: il Greenwich Village,
quartiere di artisti bohemien, per la
scrittrice Carrie, nel suo appartamento intellectual chic ed intellettuale pieno di
libri e riviste; l’elitaria Park Avenue, per una donna di classe come Charlotte, nel
suo ampio ed elegante appartamento da brava ragazza;
24
R. Borghi, A. Rondinone, Geotema, 2009, cfr., pp. 33-43.
http://www.academia.edu/254251/Donne_di_citta_in_citta_da_uomini_unanalisi_geografica_di
_Sex_and_the_City_Urban_women_in_man_made_cities._A_geographical_analysis_of_Sex_and
_the_city_
40
la zona ovest di Central Park, area di
business, per l’avvocato Miranda
che alloggia in un appartamento
minimalista
ed
efficiente
esattamente come lei; ed il Meat Packing District, noto negli anni Novanta come
centro di spaccio e prostituzione
transessuale che nonostante il
processo di gentrificazione subito,
non ha perso la sua stravagante
aura di perdizione,
25
per la
trasgressiva Samantha nel suo
appartamento trendy.
A riconferma
della
volontà
di
affermare il proprio
status
sociale di
donne dell’ upper
class
tramite
l’utilizzo dei luoghi, bisogna notare che le amiche frequentano quasi
esclusivamente spazi d’élite, con accesso limitato a persone di una certa influenza.
Oltre ai luoghi della mondanità non mancano però luoghi della cultura quali
librerie, musei, teatri e gallerie d’arte a sottolineare che lo stile di vita glamour
25
Ibid.
41
delle quattro protagoniste non è fatto solo di superficialità e dunque non esclude la
cultura.
Bisogna notare che nella serie tutte e quattro le donne non utilizzano mai
la cucina, che è stata vista da sempre come luogo della femminilità, dunque della
donna vista come angelo del focolare. Le quattro protagoniste sono troppo
impegnate a lavorare e a vivere la propria vita per avere il tempo di restare
relegate in casa a cucinare (la stessa Carrie ribadisce varie volte di utilizzare il
proprio forno come contenitore
per i maglioni) anzi ci troviamo
di fronte ad una sorta di
scambio di ruoli poiché la
maggior parte delle volte sono i
partner delle quattro donne ad
usare le cucine per preparare
loro da mangiare, dunque questa sorta di scambio di ruoli e ancora una volta l’uso
che si fa di un luogo sono atti a sottolineare l’identità di queste donne e la loro
emancipazione.26
In definitiva la chiave di lettura di questa serie 27 che può essere individuata
nella storia di Carrie che intrecciandosi con altre vite le fornisce lo spunto per
riflettere sulla propria vita e darle un senso, oppure può essere individuata nella
città di New York, generatrice di esperienze per tutti i suoi abitanti. New York
con la sua sola esistenza caratterizza lo stile di vita di coloro che la vivono, le loro
scelte di vita e le loro esperienze, dunque è stata New York a rendere possibili le
26
27
Ibid.
F. Bonazzi e D. Pusceddu, op. cit., cfr., p.58
42
appassionanti storie di queste quattro donne e la realizzazione di una serie il cui
successo dipende in gran parte dalla <<riuscita amalgama delle storie e le
location.>>28
3.2 La moda
<< La moda è imitazione di un modello dato e appaga il bisogno di
appoggio sociale. Conduce il singolo sulla via che tutti percorrono, dà un
universale che
fa del comportamento di ogni singolo un mero esempio.
Nondimeno appaga il bisogno di diversità , la tendenza alla differenziazione, al
cambiamento, al distinguersi. [….] la ragione fondamentale della sua efficacia è
che le mode sono sempre mode di classe, che le mode della classe più elevata si
distinguono da quelle della classe inferiore e vengono abbandonate nel momento
in cui quest’ultima comincia a farle proprie. Così la moda non è altro che una
delle tante forme di vita con le quali la tendenza all’eguaglianza sociale e quella
alla differenziazione individuale e alla variazione si congiungono in un fare
unitario>> ( Simmel 1911: p. 15-16 )
È sorprendente come, a distanza di un secolo, non solo la valenza
sociologica di questo concetto resti assolutamente attuale, ma lo stesso autore ci
stupisce nella sua capacità quasi predittiva quando chiama in causa, a riguardo
della moda il concetto di “ inutilità pratica “29, con cui si sottolinea che la spinta a
possedere ciò che fa tendenza, svuota gli oggetti stessi non solo della propria
28
Alfonso Amendola, Cartografia di un fenomeno di massa, in Alfonso Amendola, è tutto Sex and
the City, cit., p.83
29
Vincenzo Bernabei, Il sesso, la città, la marca, in Alfonso Amendola, è tutto Sex and the City,
cfr., pp.107-109
43
funzione strumentale, ma della loro stessa usability, la funzionalità che
solitamente si cerca nel momento in cui ci si serve di un mezzo per raggiungere,
appunto, un obiettivo pratico. L’esempio più significativo è l’altezza dei tacchi
delle protagoniste della serie, che con lo loro portabilità ridotta al minimo, sfidano
costantemente le leggi della gravità.
Molti mutamenti epocali possono essere letti come il risultato di processi
di liberazione da movimenti culturali e politici delle precedenti generazioni,
compreso lo stesso femminismo, inteso come percorso di emancipazione sessuale
e culturale del genere femminile iniziato qualche decennio fa per affrancare il
corpo della donna dalla mera funzione riproduttiva. Così il filone letterario
cosiddetto chick lit , cominciato con Bridget Jones, continuato con i libri di
Sophie Kinsella o Il diavolo veste Prada si inquadra in un processo di liberatoria
devozione verso il disimpegno, in cui si innestano ed attecchiscono benissimo
tanto le sei stagioni di Sex and the City, quanto gli omonimi film usciti nel 2008 e
nel 201030. In essi la moda, basata su un consumismo sfrenato di oggetti griffati
diventa parte integrante di un processo di liberazione dalla realtà della vita
inscindibilmente legata a problematiche esistenziali e relazionali che causano
sofferenza , laddove gli oggetti vengono utilizzati come antidoto contro ogni
questione esistenziale e contro qualsiasi crisi sentimentale. Se, però, nella
generazione di scrittori, produttori e artisti del chick lit , in generale, si colloca la
proposta di un modello comportamentale basato sul fascino del simulacro,
piuttosto che della realtà, in Sex and the City si ricorre all’idea della liberazione
dalla praticità, per cui, spogliati gli oggetti dalle funzioni che ricoprivano
30
Ibid., cfr., p.108
44
precedentemente, non resta altro,
per l’oggetto stesso che la sua
identificazione con la marca. La
moda, allora, intesa come insieme
di
modi
di
comportarsi,
atteggiarsi, vestirsi, rapportarsi col mondo, intesa come strumento di
immedesimazione e diversificazione tra i personaggi, tra i personaggi e i fan,
31
viene superata dalla marca, dai brand , che in una società liberata dalla
cristallizzazione tipica dell’impegno politico, lascia che siano gli abiti, gli
accessori ad esprimere stati d’animo o piuttosto a nasconderli se non addirittura a
soffocarli. Negli anni Ottanta il pubblicitario francese Jaques Séguéla (1982) è
giunto a parlare di marca-star, attribuendo ad essa la stessa sacralità delle stelle
hollywoodiane. Le marche diventano di per se stesse un valore, brand values,32 la
cui proposta propagandistica trova un nuovo canale di trasmissione, che
intercettando il desiderio di protagonismo di una intera generazione di giovani di
tutto il mondo, usa il product placement posizionando strategicamente prodotti e
marchi all’interno di opere di entertainement destinate ad un target che essa
stessa ha generato, attraverso un medium che essa stessa ha inventato. A riguardo
Abruzzese afferma, appunto che la moda <<centra meglio di ogni altra esperienza
ciò che spinge il soggetto verso il prodotto, la soggettività emergente dalla sua
incarnazione di consumatore. [...] le dinamiche della moda contribuiscono cioè
alla costruzione dell’individuo in quanto consumatore delle nostre società>>
(Abruzzese 2003: p.345).
31
32
L’intreccio tra brand e forme audiovisive non si
Ibid., cfr., pp. 109,110
Ibid., cfr., p.112
45
verifica per la prima volta nel 1998, ma ciò che cambia è la mentalità alla base del
concetto di comunicazione di un prodotto: se in passato presentare le
caratteristiche di un prodotto ha voluto dire mostrare la merce in sé, o, al limite,
costruire artificiosamente intorno ad essa una storia o uno sketch
(vedi
l’esperienza italiana di Carosello), adesso il brand prende il sopravvento,
arrivando a regolare un rapporto tra desiderio e desiderabilità sociale che
caratterizza Sex and the City. 33 Il pubblico è proiettato in una virtualità reale
(Castells 1996) in cui emulazione e imitazione da un lato, e differenza e
diversificazione dall’altro, mettono in risalto i brand che rispondono alle esigenze
estetiche di interi segmenti di consumatori, i quali di volta in volta decidono il
loro grado di conformazione e difformità rispetto ai modelli e alle mode che
vengono loro proposti. Basti pensare che prima che uscisse nelle sale Sex and the
City the movie, in rete prevalevano le informazioni e l’interesse per gli abiti che
avrebbe indossato Carrie, prima ancora che per l’epilogo del film. Sex and the
City, in definitiva, si pone nei confronti del pubblico come generatrice di trend di
consumo mai prima realizzati e guida nei confronti dei consumi di moda, nelle
relazioni d’amore e d’amicizia.
33
Ibid.
46
Nella serie l’attenzione per la moda si palesa in modi diversi, anzitutto nel
look delle protagoniste, in una New York, capitale mondiale per la disponibilità di
beni e dello shopping più estremo dove si può avere accesso ai prodotti più elitari.
Nella prima stagione, in particolare l’attenzione dello spettatore-consumatore
viene focalizzata sulle scarpe, oggetto del desiderio di Carrie, facendo diventare
famosissime, tra tutte le fan quelle di Manolo Blahnik, scarpe da 400 dollari in su,
come tiene a sottolineare la stessa
Carrie. Ma già dalla seconda serie
l’universo degli acquisti alla moda si
estenderà
a
tutti
abbigliamento e ,
i
capi
di
non a caso,
l’intera serie si conclude non a New
York, palcoscenico su cui si è
interamente svolta, bensì a Parigi, la capitale della moda. Essa ha un ruolo
fondamentale in quanto passione che, oltre quella per gli uomini, accomuna le
quattro protagoniste, diventando il cemento della loro stessa amicizia, in quanto
appaga il loro naturale bisogno di coesione e, allo stesso tempo, di
differenziazione
L’amicizia,
individuale.
sentimento
che
intesse le relazioni umane da
sempre,
convinzioni
<<comunione
di
e di ideali basata
sullo sviluppo congiunto delle
potenzialità tipiche, fra uomini
47
liberi e autonomi, che implica crescere insieme senza perdere la propria identità,
donarsi per possedersi in forma allargata, fondersi in un tutto unico e tuttavia
continuare ad esistere ciascuno per proprio conto>> (Kracauer 1917-21: p. 47),
qui resta quel vincolo che permette alle persone di rimanere salde nelle tempeste
della vita, come Carrie, voce narrante e protagonista indiscussa della serie
afferma all’inizio del primo film spin-off della serie (2008) dicendo: “le mie
amiche single sono state la mia salvezza”. Tuttavia la comune passione per la
moda le spinge, appunto insieme, a passare progressivamente , come analizza
Abruzzese, dall’”essere alla moda” all’”essere moda”: il vincolo dell’amicizia e la
passione per grandi marche si fondono così profondamente tra loro, che, come
ancora sostiene Abruzzese, verrebbe da dire che per Carrie, Miranda, Samantha e
Charlotte, l’amicizia è l’unica griffe che non può passare di moda. La moda
assurge perfino a metro e misura delle loro scelte sentimentali: i loro partner
vengono cambiati o scelti con la stessa naturalezza e con gli stessi criteri di
discernimento con cui si cambiano i capi di vestiario.34 Sintomatica è la decisione
presa da Carrie di dare una chance ad uomo a cui non è particolarmente
interessata, analogamente a quando in una boutique si può decidere di provare un
abito da cui non si è particolarmente attratti: “Era l’equivalente in carne e ossa di
un classico vestito chic di New York: sai che non è il tuo
stile, ma ce l’hai davanti, così te lo provi comunque”. La
connessione tra moda e amore appare evidente ancora
nella scena del primo film in cui al posto di un anello di
34
Antonio Iannotta, Manhattan, la New York di Sex and the City, in Alfonso Amendola, è tutto Sex
and the City, cfr., p.121
48
fidanzamento Mr. Big chiede a Carrie di sposarla offrendole una cabina armadio
da sogno e infilandole al piede una Manolo Blahnik. D’altronde nel finale del film
quando Carrie si trova con le quattro amiche in un ristorante a festeggiare il
cinquantesimo compleanno di Samantha, la sua voce off recita: “Nella stessa città
in cui si erano incontrate da ragazze, quattro donne newyorkesi entravano nella
successiva fase della loro vita vestite da capo a piedi d’amore, questa è l’unica
griffe che non passa mai di moda”.
49
CAP. IV La Censura
Un prodotto audiovisivo è un prodotto che comunica simultaneamente
attraverso il canale visivo e quello audiovisivo che per essere reso fruibile a
livello internazionale passa attraverso il processo di traduzione audiovisiva,
ovvero la traduzione dei dialoghi originali dalla Lingua di Partenza, ovvero quella
in cui vengono creati, alla Lingua di Arrivo, ovvero quella del paese in cui il
prodotto verrà distribuito.
35
Prima della distribuzione, tutti questi prodotti
vengono sottoposti alla censura 36 , ossia la pratica che prende in esame ogni
opera d’arte con l’intento di rimuovere gli elementi considerati inaccettabili o
politicamente scorretti o pericolosi e tutto ciò che potrebbe essere considerato
offensivo a livello personale e/o morale dalla cultura di arrivo. Nella traduzione
multimediale la censura agisce attraverso doppiaggio e sottotitolaggio che
vengono usati per nascondere l’omissione o la trasformazione di elementi,
allusioni o riferimenti erotici, volgari o scomodi.
4.1 Storia della censura in Italia
In Italia37 la censura è un’istituzione centenaria che ebbe inizio durante il
Governo Giolitti nel 1913 in cui furono fondate delle commissioni speciali per
impedire la distribuzione di film che potevano essere ritenuti offensivi nei
confronti degli usi e costumi locali. Durante la Seconda Guerra Mondiale la
censura fu potenziata ulteriormente fino all’istituzione nel 1934 di una Direzione
35
Fay. R. Ledvinka, What the fuck are you talking about?, eris pamphlet, cfr., p.14
Ibid., pp. 15,28
37
Ibid., pp. 29-34
36
50
Generale per la Cinematografia così da impedire alla gente di vedere un modello
di vita diverso da quello del proprio paese imposto dal regime fascista.
Con la fine della Seconda Guerra Mondiale attraverso l’articolo 21 della
Costituzione fu sancita la libertà di pensiero e di espressione. Oggi la legge
vigente n.161 del 21 aprile 1962 “Revisione dei film e dei lavori teatrali”
assoggetta la proiezione e l’esportazione al rilascio del nulla osta della
commissione revisionante. Ciò rispecchia la consapevolezza delle istituzioni di un
popolo che tende ad imitare ciò che vede sullo schermo e la tendenza a voler
precludere al pubblico la visione di altre culture e stili di vita e il fatto che
tutt’oggi l’Italia sottostia ad una legge alquanto datata mostra quanto il nostro
paese sia relegato (o tenti di relegare il popolo) ad una mentalità ristretta. Negli
Stati Uniti invece non esiste la censura cinematografica, bensì una classificazione,
operata dall’MPAA (Motion Picture Association of America) che attribuisce ai
film cinque tipologie di
classificazione
avvisando
qualora i film non siano
adatti ai bambini o ad un
pubblico minore di una certa
età a causa dei contenuti. Anche in Italia l’industria cinematografica utilizza la
censura per classificare i film in base ai contenuti, dalla visione aperta a tutti,
quella per cui si consiglia l’accompagnamento dei genitori, fino a quella vietata ai
minori di 18 anni.
Eppure la censura di immagini, ma soprattutto la censura totale dei
dialoghi così come la loro cattiva traduzione, che snatura il testo originale,
51
danneggia il prodotto originale dell’artista che l’ha creato ed impedisce al
pubblico di scegliere cosa guardare e di giudicarlo per ciò che realmente è.
In Italia prodotti americani come Sex and the City vengono censurati non
solo attraverso l’esclusione di scene o la mitigazione di linguaggio forte e tabù,
ma anche attraverso il contrassegno che consiglia la visione in presenza di un
adulto ad un pubblico di minori e in particolar modo dal loro essere relegati alla
trasmissione via cavo o satellitare oppure quantomeno alla fascia protetta della
seconda serata dopo le 22.30 e dunque ad un pubblico di nicchia.
La parola tabù 38 arriva dalle isole Tonga, in polinesiano tabu significa
<<proibito, proibire>> ed è un termine che fu usato per la prima volta nel diario di
viaggio del 1777 del capitano James Cook, che usò questa parola in riferimento
all’atteggiamento dei membri della società verso tutto ciò che per loro era
considerato tabù. Oggi i tabù sono universali e quelli più fortemente radicati sono
legati alla religione, agli escrementi e al sesso e impongono restrizioni sociali agli
individui sia nel comportamento che nel comportamento verbale. Tutto ciò che è
considerato linguaggio tabù, è oggi unificato nella categoria delle “parolacce” che
vanno evitate in quanto considerate offensive, discriminatorie, immorali e
socialmente inaccettabili. Eppure dalle origini della parola tabù i tempi sono
cambiati, la mentalità dei paesi è più aperta e le parolacce e i riferimenti alla sfera
sessuale sono ormai all’ordine del giorno. Questo ha fatto sì che anche in Italia
una serie televisiva come Sex and the City non sia stata giudicata e pregiudicata a
causa dell’ampio trattamento della sfera sessuale, è stata proprio l’audacia dei
dialoghi tra le quattro protagoniste a garantirne il successo.
38
Ibid., cfr., pp. 21,22
52
4.2 Censura in Sex and the City ed effetti prodotti
L’audacia dei contenuti e dei dialoghi della serie è stata resa possibile
dalla natura dell’emittente americana HBO (Home Box Office) appartenente alla
Time Warner Entertainment Company dalla quale la serie è stata prodotta e
trasmessa in prima visione,
una pay-tv
per
la
sua
famosa proprio
quasi
totale
estraneità alla censura, che ha
reso possibile la creazione di
un prodotto come Sex and the
city, la cui singolarità è data proprio dalla sua ironia, dalle scene audaci e comiche
insieme e dai suoi singolari dialoghi “senza peli sulla lingua”, in cui non c’è nulla
di troppo scandaloso da non poter essere trattato o detto da quattro donne speciali
i cui dialoghi ricordano un po’ il cameratismo maschile. In America 39 la HBO
iniziò a trasmettere la serie nel 1998 dalle 20.00 alle 00.30, mentre in Italia la
serie arriva due anni dopo nel 2000 sul canale privato LA7 dove veniva trasmesso
nella fascia protetta dapprima dalla mezzanotte in poi ed in seguito dalle 22.45.
Oggi giorno in Italia le repliche della serie vengono trasmesse al di fuori della
fascia protetta sul canale Fox di SKY e i DVD italiani della serie mostrano il
simbolo della visione in presenza di un adulto. Dunque la prima azione della
censura in Italia La censura della serie in Italia ha agito attraverso la
programmazione della serie, i canali che la hanno trasmessa, le fasce protette e la
39
Delia Chiaro, Not in front of the children? An analysis of sex on screen in Italy, Università di
Bologna, Forlì, cfr., pp. 256- 270
http://www.lans-tts.be/img/NS6/LANS6_Co.pdf
53
censura nella traduzione audiovisiva, dunque sottotitoli e doppiaggio, ma è
importante notare che almeno i contenuti visivi non sono stati affatto censurati.
Il linguaggio tradotto in italiano, più che dei veri e propri tagli, presenta la
mitigazione di linguaggi forti o legati alla sfera sessuale e la perdita di allusioni,
probabilmente dovuti
all’autocensura dei traduttori causata dalla loro
appartenenza ad un paese come l’Italia in cui i tabù sono maggiormente radicati
rispetto all’America e la mentalità è più ristretta, soprattutto se paragonata a
quella specificamente newyorkese.
A primo impatto, senza bisogno di un’analisi traduttiva ciò che si perde nel
passaggio dalla lingua di originale all’ italiano, ciò che si nota è la differenza di
ritmo, di fluidità della lingua d’origine e soprattutto la tempestività dello scambio
di battute.
Un altro elemento che concorre alla diversità del risultato finale tra
l’originale e l’italiano è la perdita dei differenti idiomi, i diversi tipi di accento
inglese che caratterizzano la “grande mela” e i differenze dell’ inglese parlato da
personaggi appartenenti a varie classi sociali si perdono nel doppiaggio italiano in
cui la dizione perfetta dei doppiatori e l’uso esclusivo dell’italiano standard danno
vita ad un parlato troppo chiaro ed unitario rispetto a quello vario e fortemente
caratterizzato dell’inglese, o per meglio dire dell’americano, originale. La serie
americana in questione segue convenzioni che tendevano a lasciare il parlato degli
attori così com’era anche se questo non suonava chiaramente, i personaggi di Sex
and the City, ed in particolare le quattro protagoniste nei loro dialoghi parlano con
naturalezza biascicando le parole e talvolta addirittura tagliandone i finali, mentre
54
in italiano chiarezza totale e la perfetta articolazione delle parole fa sì che venga a
mancare l’effetto di mis-communication, elemento essenziale di tutto il serial.
Un ulteriore fattore di diversità e di mitigazione rispetto all’originale è
dato sempre dal doppiaggio che modula il caratteristico vocio di New York
mettendolo a tacere e generando una versione meno realistica in quanto troppo
“silenziosa” rispetto all’originale.
Oltre che dai toni, la differenza tra il prodotto originale e quello in lingua
italiana viene data dalla censura via traduzione/doppiaggio che allevia argomenti
sessuali per quanto riguarda la designazione di organi genitali, i riferimenti a
rapporti sessuali e a ulteriori pratiche sessuali. È vero che il doppiaggio va
incontro a limiti e regole quali la sincronizzazione labiale, ma viene anche da
notare che le attenuazioni e i tagli più frequenti avvengano sempre in coincidenza
di dialoghi contenenti argomenti tabù, in particolare il sesso. Bisogna comunque
fare attenzione perché qualora scene contenenti atteggiamenti sessuali non
vengono censurate un adattamento eccessivo del doppiaggio dei dialoghi che
alludono ad esse rischia di snaturare la scena e privarla della sua audacia
originaria.
Per quanto riguarda la designazione di organi genitali, ad esempio quando
si riferiscono al pene , oltre a questo termine stesso penis, le varianti connotate da
tabù e più volgari dick e cock vengono attenuate dalla traduzione italiana
“uccello” o addirittura ridotte al semplice pronome neutro “lo”, mentre il
corrispondente più volgare di tutti “cazzo” che in americano viene largamente
usato, viene tradotto in italiano con estreme rarità anche a costo di creare un
effetto un po’ finto dal momento che la parola “uccello” in italiano non è molto
55
usata a differenza del corrispettivo più volgare “cazzo” ampiamente diffuso. Ad
esempio nel quinto episodio della prima serie la frase di Samantha: “He has a tiny
little penis but he knows exactly how to use it” è stata tradotta ed indebolita con :
“Ce l’ha piccolissimo ma lo sa usare bene” oppure nel quinto episodio della terza
serie quando Samantha parlando del suo nuovo ragazzo afro-americano afferma:
“He happens to have the biggest black cock”, frase molto forte che è stata tradotta
con: “Si da il caso che abbia il più grande uccello nero”. La stessa cosa avviene
anche per quanto riguarda gli organi genitali femminili in cui i volgari
corrispondenti americani di vagina, quali pussy e cunt vengono privati della forte
connotazione volgare e tradotti debolmente con termini come “passera” o
addirittura con termini usati dai bambini come “patatina”. Questo particolare
aspetto della censura italiana, oltre alla componente tabù, è anche dato dalla
componente varietà, poiché in inglese esistono e si dicono molte più parolacce,
(soprattutto a sfondo sessuale) che in italiano, per cui tradurle tutte darebbe un
tono forzato. Inoltre un’altra componente è data dal fatto che mentre in America
c’è un linguaggio comune in tutto il paese, l’Italia è caratterizzata dai dialetti
regionali e dunque le parolacce (siccome sono qualcosa di istintivo e che spesso è
collegato ad emozioni forti che portano a non filtrare il linguaggio attraverso i
pensieri e servono da sfogo) vengono dette nel proprio dialetto, è per questo che
mentre in americano esistono venti modi ad esempio per riferirsi al membro
maschile in modo volgare, in italiano ce ne saranno solo tre o quattro e sono anche
poco usati poiché questa parola viene pronunciata in dialetto, e dunque è in
dialetto che esistono più termini per dire questa parola o altre parolacce in
generale, ma ovviamente il serial non può essere doppiato in dialetto perché
56
precluderebbe la comprensione a tutti coloro che non conosco quel dialetto in
particolare.
Ovviamente anche quando si parla di rapporti sessuali la censura
interviene. In americano fuck è una parola molto usata, anzi abusata direi, al punto
che ormai nella maggior parte ha assunto la valenza di semplice intercalare,
seppur sempre forte. Viene spesso tradotto in italiano con la parola “cazzo” ma
viene spesso omesso poiché tradotto ogni volta che viene detto in americano e
soprattutto in certe frasi, renderebbe l’italiano innaturale e macchinoso,
intaccando la fluidità del discorso, tuttavia ci sono frasi in cui il suo uso è
indispensabile per rendere la stessa intensità. Oltre al suo uso di intercalare e al
suo uso di fucked nel senso di “raggirato” o più verosimilmente di “preso per il
culo”, fuck è una parola che si riferisce all’atto sessuale e viene spesso tradotto
perdendo la sua originale forza con “scopare”, “farsi qualcuno” o in modo ancora
più debole con “farlo”, parole che comunicano inequivocabilmente il messaggio,
ma spesso non riescono a trasmetterne la forza. Valga la memorabile frase detta
da Miranda nel primo episodio della prima serie: “OK! Linda Fiorentino fucking
that guy up against the chain-link fence” che nella sua traduzione italiana “Che
scena! Linda Fiorentino che si fa quel tizio contro la rete di recinzione” molto più
debole rispetto all’originale crea un effetto dissonante rispetto all’enfasi che
Miranda pronunciando questa frase mette nella voce, così come nella sua mimica
facciale e nella gestualità. Per non parlare della traduzione più odiata da tutte le
fans della serie della frase caratteristica di Mr. Big “abso-fuckin-lutely!” che è
stata completamente privata della sua forza con la traduzione “Assolutamente sì!”.
57
Nonostante la censura nella programmazione e quella verbale che ha
causato la perdita di intensità in svariati punti, e la perdita di allusioni Sex and the
City è stato un prodotto innovativo che ha con l’audacia dei suoi dialoghi e dei
temi trattati la soglia del “dicibile” in Italia così come in numerosi altri paesi in
tutto il mondo, aggirando il pubblico di nicchia a cui mirava ad essere destinato e
ha conquistato fan ed estimatori, donne e non solo, in tutto il mondo diventando
un vero e proprio cult.
CAP. V Il pubblico fandom e gli elementi che hanno
contribuito alla formazione del cult
Inserendo su Google la voce di ricerca “Sex and the City” è significativo
che tra i milioni di risultati che si ottengono il primo di essi sia un sito riguardante
la serie in questione creato dai suoi fan italiani. 40 Questo sito, generato dal
fenomeno fandom41, contiene tantissime informazioni tutte riguardanti la serie e
ciò che ruota attorno ad essa, come il libro, i film, i personaggi e si trovavano in
anteprima notizie sui film sequel della serie prima che essi uscissero, compresi i
rumors ad essi connessi. Ciò che già a prima vista emerge da questo sito è che i
fan adorano la serie e hanno creato un vero e proprio culto su di essa e tutti i suoi
vari aspetti: l’amicizia tra le protagoniste, le storie d’amore, New York e
40
Delia Chiaro, Not in front of the children? An analysis of sex on screen in Italy, Università di
Bologna, Forlì, cfr., pp. 256- 270
http://www.lans-tts.be/img/NS6/LANS6_Co.pdf
41
n. Il termine ha origine dalla lingua inglese, ed è la fusione del termine fan (da fanatic,
appassionato) e dal suffisso –dom appartenente al termine Kingdom (regno), dunque questo
termine potrebbe essere tradotto con “mondo degli appassionati”. Persone che condividono
l’interesse comune per uno stesso oggetto, spesso facenti parte di un social network
http://it.wikipedia.org/wiki/Fandom
58
soprattutto la moda. I fan hanno creato dei forum per discutere tanto delle storie
delle quattro protagoniste e quindi per confrontare le proprie opinioni su queste e
interrogarsi su quale sarà il loro esito, sia forum che si interessano all’aspetto
modaiolo della serie in cui si discute e ci si scambiano consigli riguardo a trucco,
acconciature, abbigliamento, scarpe ed accessori, in cui i fan parlano degli outfit
indossati nella serie, che molti conoscono alla perfezione e creano attorno ad essi
una sorta di guida da seguire, ispirandosi alle icone della serie. Sex and the City è
anche, infatti, una serie televisiva che vede il caso di protagonismo del pubblico
che si è ribellato alla chiusura della serie e ha preteso la sua riapertura che è stata
realizzata attraverso le due successive rappresentazioni cinematografiche, per dare
al pubblico fandom l’happy ending da esso desiderato.42
Oltre al “sesso e la città” e le storie d’amore delle quattro protagoniste, gli
elementi fondamentali della serie che hanno contribuito al culto di quest’ultima
sono il tema dell’amicizia e la moda.
42
S. Brancato, op. cit., p. 177
59
Il primo, l’amicizia è un
valore che viene riconosciuto come
fondamentale fin dall’inizio e che
resterà un punto fermo della serie,
le ragazze in cerca della propria
stabilità in un universo caotico come Manhattan trovano nell’amicizia il proprio
punto fermo, di forza che le aiuta ad affrontare tutte le difficoltà che la vita riserva
loro. Più che un gruppo amicale, le quattro donne rappresentano reciprocamente
una famiglia di elezione, il cui legame prescinde dal legame di sangue ed è ben
più forte, il gruppo è ciò che le protegge, che appoggia le loro scelte lavorative ed
affettive e ciò su cui esse possono sempre contare nei momenti di bisogno, come
Carrie quando soffre d’amore per Big,
Charlotte nella difficoltà di trovare
l’uomo da sposare ed in seguito
quando scoprirà di non potere avere
figli, Miranda quando perde la madre e quando si troverà all’inizio a crescere un
bambino da sola, senza avere la minima idea di come farlo e Samantha quando si
trova ad affrontare un dramma sempre più diffuso ai giorni nostri, un cancro al
seno. Le relazioni che esse instaurano con gli uomini passano in secondo piano
rispetto al legame delle quattro amiche e appaiono quasi come un mero pretesto
per nutrire i loro confronti, le riflessioni, le discussioni e costituiscono il soggetto
principale dei loro discorsi che accrescono giorno dopo giorno la conoscenza che
esse hanno le une delle altre e rinsaldano il loro legame.
60
Il legame di amicizia si basa anche sulla consapevolezza delle azioni
dell’altro sullo sfondo di convinzioni simili da accrescere e coltivare insieme,
secondo quanto afferma Kracauer.
La solidarietà del gruppo e di un legame che si fonda sulla condivisione
delle avventure della vita, sul dialogo ininterrotto, sullo scambio di consigli e
confidenze libere, senza pudori e senza (quasi mai) essere giudicate è considerata
fondamentale per l’equilibrio di ognuna. La capacità di ascolto e la
comunicazione interpersonale utilizzate come antidoto nei confronti della durezza
della vita è ciò che spinge ogni donna appassionata della serie al desiderio di
inserirsi in questo gruppo e al desiderio della creazione di un gruppo analogo nella
propria vita.
L’altro elemento principale
che ha contribuito alla formazione
del culto di Sex and the City è un
elemento invece dinamico, ovvero la
moda. Il gruppo è presente in tutte le
stagioni ma acquisisce man mano un
ruolo sempre più rilevante all’interno della serie, attraversando un’evoluzione nei
consumi e nell’attenzione alla moda da parte di ciascuna delle protagoniste fino a
raggiungere il proprio culmine nel primo, ma soprattutto nel secondo film. Nel
primo episodio quando vediamo per la prima volta Carrie, ci appare vestita come
una ragazza normale che a causa del lavoro non ha troppo tempo per dedicarsi alla
scelta accurata dei vestiti, ma col passare delle stagioni l’attenzione al look
assume un’importanza sempre più rilevante e quasi ossessiva, fino ad arrivare
61
all’ultima serie in cui si ha quasi l’impressione che ogni volta che Carrie esca di
casa sia pronta per sfilare su una passerella , fino a giungere alla conclusione della
serie nella capitale della moda Parigi in cui troviamo abiti da favola che hanno
fatto sognare le donne di tutto il mondo.
Il film è stata una vera opera di product placament, che si apre con una
visuale su New York e su una vetrina sfavillante, che sembra rappresentare alla
perfezione questo film, vetrina della moda in cui sembra che tutto esista in quanto
ha una griffe, come preannunciato nell’apertura: “Anno dopo anno, donne sulla
ventina vengono a New York city in cerca delle due G, Griffe e Grande amore”.
Nelle prime scene quando Carrie va a
vedere la casa da comprare assieme a Mr.
Big indossa una Eiffel Bag, firmata
Timmy Woods Beverly Hills, fatta con
6300 cristalli Swarosky, per un costo di
circa 2.700 dollari. Samantha utilizza
un’auto chiaramente marcata MercedesBenz (nel film le ragazze partecipano alla
62
Mercedes-Benz fashion week) che mostra il cofano rigorosamente pieno di buste
marcate Chanel, Dior e Gucci. Anche il film non si dispensa dall’esaltare le
famose scarpe ormai divenute simbolo della serie, le Manolo Blahnik che Mr. Big
regala a Carrie al posto dell’anello di fidanzamento e mostra una serie infinita di
abiti di alta moda indossati dalle protagoniste, raggiungendo il top nel servizio
fotografico di Carrie per Vogue “L’ultima ragazza single” in cui compaiono
modelli da capogiro delle marche più importanti da Vera Wang , Christian
Lacroix, Dior, Oscar de la Renta a
Vivienne Westwood che regala l’abito a
Carrie.
Per le fan, soprattutto in questi
tempi di crisi, è divertente potersi
aggirare tra i negozi di New York
insieme alle protagoniste e più che
suscitare invidia questo sfoggio di lusso
riesce a far sognare le sue spettatrici che
ammirando il continuo cambio di look, di
abiti di alta moda e di scarpe da 450 dollari compensano il loro sogno di vivere
una vita altrettanto glamour. I forum del pubblico fandom rispecchiano che il vero
fenomeno di culto nel pubblico interessa l’identificazione incrociata fra le
dinamiche di amicizia e comportamenti di consumo alla moda. Infatti prima
dell’uscita dei film ciò che suscitava l’interesse maggiore non era l’esito delle
storie amorose, piuttosto l’interesse era rivolto a cosa sarebbe stato indossato da
Carrie e le amiche, ci si chiedeva quali sarebbero stati gli abiti indossati piuttosto
63
che l’epilogo del film. Sex and the City si pone dunque non solo come un guida
da seguire nelle relazioni d’amore e di amicizia, ma come innovazione
comportamentale
nei
consumi
64
di
moda.
Conclusione
A metà strada tra una fiaba metropolitana fatta di scarpe, griffe e vita
mondana e un documentario audace sullo stile di vita newyorkese e le relazioni, il
vero senso di questa serie televisiva che ha raccolto fan adoranti in tutto il mondo
è da ricercarsi nell’importanza che essa attribuisce all’esistenza e nella sua
capacità di formare un legame affettivo tra i personaggi e la storia, da un lato, e gli
spettatori dall’altro.
Tra i motivi del successo della serie troviamo l’attrattiva verso le ampie
tematiche trattate per la loro attualità,
e l’immediatezza con cui vengono
affrontate, senza tabù né di linguaggio né di immagini, non scadendo, tuttavia,
nella volgarità. Il tono leggero e spensierato, alternato ad un tono profondo e
riflessivo; spesso ironico e dissacrante e talvolta serio e coinvolgente, che fa sì che
gli argomenti trattati, che spaziano dal futile all’impegnativo, non risultino mai
pesanti, ma al contrario siano avvincenti e piacevoli allo stesso tempo. Entrambi
questi elementi hanno contribuito a rendere Sex and the City per tutti i fan un
attuale, amatissimo e indispensabile vademecum nelle relazioni interpersonali e
nella vita.
Ciò che più di altri fattori, ha contribuito al successo di Sex and the City è
la serialità quotidiana che coinvolge episodio dopo episodio, giorno dopo giorno i
suoi spettatori, rendendoli quasi diretti interlocutori delle riflessioni di Carrie sulla
vita, partecipi delle avventure delle protagoniste, dei segreti più intimi e
imbarazzanti che esse si confidano e confidano loro fino a creare tra storie,
65
personaggi e spettatori un legame affettivo. Le quattro protagoniste diventano per
i fan un modello cui ispirarsi e compagne di vita, generando in essi una sorta di
inconsapevole compensazione di un vissuto insoddisfacente e poco emozionante
grazie
all’immedesimazione
in
questi
personaggi
stereotipati che
non
rappresentano un tipo di donna ma una parte della personalità di ogni donna; vari
modi di essere che ciascuno è capace di esprimere o che restano inespressi e che
trovano il loro compimento nella fruizione della serie.
In conclusione coloro che conoscono la serie solo per sentito dire o per
averne visto saltuariamente solo qualche episodio, sono molto critici eq giudicano
Sex and the City
un prodotto superficiale, che mostra una vita surreale e
comportamenti libertini, vetrina di griffe irraggiungibili e di lusso sfrenato, che si
svolge su un palcoscenico, New York, città dei desideri e dello stile di vita
mondano e privo di senso. In realtà coloro che seguono la serie sono consapevoli
di trovarsi di fronte ad una vita non reale, nella quale si immergono per
distogliersi almeno temporaneamente dalle difficoltà della vita, affidandosi ad un
prodotto quasi certamente a lieto fine, ma che non si distacca del tutto dalla realtà
in quanto, nonostante queste donne siano realizzate e vivano una vita piacevole e
agiata, anch’esse, come la gente comune, non vengono risparmiate dal dover
affrontare incertezze e situazioni problematiche.
L’insegnamento che se ne trae è che sebbene non sia sbagliato godere di
piacevoli “accessori” le uniche scarpe che possono proteggerci dalle cadute nella
vita, sono i valori dell’amore e dell’amicizia.
66
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http://www.academia.edu/254251/Donne_di_citta_in_citta_da_uomini_unanalisi_geografica_di
_Sex_and_the_City_Urban_women_in_man_made_cities._A_geographical_analysis_of_Sex_and
_the_city_
http://www.lans-tts.be/img/NS6/LANS6_Co.pdf
http://www.lans-tts.be/img/NS6/LANS6_Co.pdf
68
INTRODUCTION
The following thesis arises from my passion for the tv-series Sex and the
City. That is why I decided to carry out a research through the internet, books, and
a collection of sociological essays, examining elements and features linked to this
series. This research is aimed at pinpointing the reasons that ensured it to become
an out-right cult, loved by millions of viewers (above all women) that have come
to consider it as a reference model in the matter of behaviour, fashion and
lifestyle.
The first chapter provides a general profile of the series examined: the
filmmakers, the film director, the actors, the broadcasting station that broadcasted
it in America and in Italy and the honours achieved by the series. It is then
followed by an analysis of chick lit. A genre that gave birth to the series, a genre
so affected by prejudice that we could say that it is as famous as criticized.
In the second chapter there is a textual analysis of the series examined
(compared with other types of texts) that helps to identify the structures that lie
behind the fluid flow of the series that mirrors the flow of real life. Then the
profiles of the main characters have been outlined and also their main
relationships within the six seasons have been retraced.
In the third chapter there is an analysis of the fundamental series’
elements: New York and the fashion industry. First, comes a research to identify
how New York was viewed in the cinematography aimed at understanding where
the way of viewing New York in the series comes from. A vision in which the
city is not just a mere background, but embodies the fifth protagonist, without
whom the series wouldn’t have achieved the same success. Secondly an analysis
69
comes (deriving from sociological essays) of the fashion, one of the factors that is
present in the series since the beginning and undergoing a stable evolution reaches
the apotheosis in the last season and then in the films. Fashion gains such an
importance that it gives the series the status of trend setting and of a new
consumer model.
The matter of the fourth chapter is censorship, in which a brief history of
censorship in Italy is looked at in order to explain the origin of the narrow-minded
vision still present today in our Country. Then the explanation of the word taboo’s
origin and an analysis of censorship in Sex and the City and how, even if not
distorting its nature, censorship affects (through dubbing) the final result creating
a different effect compared to the original language one.
In the last chapter the subjects are the media event of the fandom and the
main factors that led the series to become an out-right cult.
Finally I submit those I think are the reasons that brought Sex and the City
to its success according to my personal experience and on the data emerged by the
research carried out for this thesis.
70
CHAP. I Sex and the City
1.1 General Sex and the City profile
Sex and the City (from now onwards SatC) arises from the genius of
Candace Bushnell who wrote humorous columns on the “big apple”, women’s
lifestyle and their relationships with men from which in 1995 the book “Sex and
the City” was created becaming a bestseller in America and all over the world. In
1996 the book was made into a TV-series by the cable TV network HBO that
became a media phenomenon of the 90s. 43 The series was created by Darren Star
with the executive producers Michael Patrick King, John Melfi, Cindy Chupack,
Jenny Bicks and the series protagonist Sarah Jessica Parker.44 SatC’s plot narrates
the adventures of four friends and career girls, staring Sarah Jessica Parker as
Carrie Bradshaw, a famous journalist; Cynthia Nixon as Miranda Hobbes, a
corporate lawyer; Kristin Davis as Charlotte York, an art gallery manager; and
Kim Cattral as Samantha Jones a PR executive. The protagonists live in New
York, the city that embodies the American dream, that is a cosmopolitan city
characterized by globalisation, where they attend social events and situations and
are always torn about their status as women within the society and their role in
the family. They speak frankly about their love and sexual experiences always
showing their deep and sincere friendship. SatC has been the first cable show to
take honours in the comedy series category winning 7 Emmy Awards and 8
Golden Globe Awards. 45 In Italy the series was broadcast by TMC, that became
43
Cf.,http://www.candacebushnell.com/bio.html
Cf.,http://www.hbo.com/sex-and-the-city/about
45
Ibid
44
71
LA7, that is more open to new products compared to other networks.46 The TVseries success led to the creation in 2008 of the first movie Sex and the City. The
girls are back and in 2010 of the second movie, achieving a positive feedback.
1.2 Series’ origin, the “chick lit” literature genre
The English writer Candace Bushnell worked for the New York Observer
and in November of 1994 she created the column Sex and the City. In 1995 these
columns were gathered in the famous book “Sex and the City” that in 1996 was
made into a TV-series by HBO.47 The book falls under the “chick lit” literature
genre. The term “Chick lit” comes from the American slang chick that stands for
girl and lit that is an abbreviation of literature, so
“girls’ literature”. This
literature genre arose in England in the 90s and was soon adopted also by
American writers. The genre’s progenitor is Helen Fielding with her bestseller
Bridget Jones’s Diary, soon after follows indeed Candace Bushnell with Sex and
the City. Both authors are clearly influenced by the precursor of the genre, Jane
Austen, author of the classics loved by women all over the world. Both books
grow out of columns that were gathered in a book because of the public
appreciation achieved. Both books became bestsellers, they represent the genesis
of one of the most widespread and profitable genres of the last decades,
46
Sergio Brancato, La forma fluida del mondo. Sociologia delle narrazioni audiovisive tra film e
telefilm, Ipermedium libri, 2010, cit., p.176
47
Cf., http://www.candacebushnell.com/bio.html
72
subsequently came
I love shopping
by Madeleine Wickham a.k.a Sophie
Kinsella and The Devil wears Prada by Laure Weisberger.48
The genre has several characteristics:49 it’s written by women for women
aged between twenty and forty, usually singles and career girls, who live in big
cities; it debates topics like love, marriage, friendship, job, weight problems, and
addictions. It tends to be written using a first person narrator, and uses texts like email or diaries to address the reader giving the impression s/he is opening his
heart to him/her. Most of the times the main character is a quirky woman that
lives outrageous situations; generally has an interfering and overbearing family,
faces the lack of a man or has relationships with unsuitable men and its supported
by a group of friends. Often the protagonists have a passion for fashion and
shopping and speak frankly about their sentimental and sexual life.
The characteristic of “chick lit” genre compared to the ordinary romantic
novels is the confidential and personal tone used. A realistic and engaging tone,
that gives the readers an impression of listening to a friend telling about her life,
the characters live situations that the readers themselves have lived, this leads to
many women relating to it.
“Chick lit” genre has often been accused of being frivolous and not up to
be defined a literature genre.50 This is probably due to the fact that the publishing
houses and those who deal in the marketing side, package these books with
glamourous covers and stereotyped images of women, shoes and give them daring
48
Cf.,http://it.wikipedia.org/wiki/Chick_lit
49
Cf.,http://www.westga.edu/~jkesler/chick_lit_characteristics.htm
50
http://chicklitbooks.com/what-is-chick-lit/
73
titles that don’t reflect the actual content of the book. In fact this genre debates a
wide range of meaningful topics like how to face the death of a family member or
a diseases like cancer and also religion.
In conclusion “chick lit” is not a romantic novel, rather a type of breezy
but not superficial literature addressing women debating a wide range of issues,
that never bores the readers and captures their attention thanks to its humorous
tone.
CHAP. II Textual analysis of Sex and the City
2.1 Textual analysis
The serial SatC it’s composed of six seasons and 94 episodes, each episode
is roughly 25 minutes. The series was broadcast for the first time in the US in
1998 and ended in 2004, it arrived in Italy in 2000 ending in 2004 almost
simultaneously with the US.
TV-series are a narrative text like other types of texts. 51 The narration
begins when a series of events are subtracted to reality to be included into the
framework time of a plot whose chronological order doesn’t coincide with real
time, but it’s based on free technical and expressive choices. SatC like other series
has an open and infinite narrative structure, so its end doesn’t occur when the plot
is solved, it ends when the plot has depleted its productivity. Differing from
51
F. Bonazzi e D. Pusceddu, Sex and the City e I paradossi della postmodernità, Franco Angeli,
2010, cf., pp. 37-48
74
narrative texts that don’t have to respect any norms concerning time, in the series
the narration must respect real time, that’s to say the present time that it mirrors.
In SatC this reflection of real time is not compromised by the narration
segmentation in episodes since although the narration is suspended at the end of
every episode, in the following episode it restarts from where it had been
suspended. This guarantees the temporal continuity of episodes linked both to the
previous and the following episode that the viewer unites into a uniform block.
This also occurs in every single episode where thanks to the parallel editing
technique that alternates several scenes that happen simultaneously but in
different locations the viewer gets the impression to be watching events taking
place contemporary in the present because they respect the logical succession of
time. The impression that the series is happening at the present time is also given
by the fact that the period of the story coincides with the present time of the first
broadcasting. That can be deduced by some temporal marks within the series, for
instance in the fourth episode of the first season Miranda says: “There are no
available men in their thirties in New York. Giuliani had them removed along
with the homeless” referring to the then-mayor of New York, Rudolph Giuliani.
Although these temporal remarks don’t coincide anymore with the historical
context of today’s viewers the faithful reproduction of the everyday routine
rhythm still lets the series seem contemporary to its viewers. Another
characteristic of the series is its unpredictability that aims at representing life
unpredictability, that’s why even if some characters leave the series they can
always come back, unless they die, just like it happens in real life.
75
In SatC every episode is composed of two different sequences, a narrative
one and a reflective one, closely related to each other because one would lose its
sense without the other.52 Narrative sequences recount experiences concerning the
topic dealt with in the episode, whereas reflective sequences analyze the
experiences, Carrie interprets them according to her point of view, the experiences
become the object of Carrie’s or her friends considerations. The girls link the
stories together and their discussions highlight their emotional ties, the personality
of each of these girls and the differences among them. In the narrative sequences
the rhythm of the narration is agitated and persisting, so are the lines exchanged
and the switching of the scenes, to reflect the chaotic rhythm of life in New York;
while in the reflective sequences the lines exchanged are slower and heartfelt to
foster the emotional sharing of the viewer. The language used is breezy and
spontaneous, and also daring and ironic. It changes depending on the gender the
girls talk about: when they talk about male sex the language is uncompassionate,
while when they talk about women it is sympathetic.
Carrie Bradshaw is the narrator of the series, her voice-over opens and
closes every episode, introducing and commenting the events. She is an external
and omniscient narrator who knows everything and recounts it objectively and
then she adds her opinion.
The narrative structure changes from the first seasons to the others. In the
first and in the second season Carrie conducts a research on the episode topic
interviewing different people who have different points of views but something in
common: they’re from New York. These men and women overlook the camera as
52
Ibid., cf., pp. 52-61
76
if they were talking to the viewers and they answer Carrie’s questions based on
their personal experience. In the first season’s narrative structure Carrie looks into
the camera and addresses a strategic question53 to the viewers so that they feel
themselves involved in the story and are urged to think about it to help Carrie
answer her question. Unfortunately this interesting nature of sociological survey
decreases in the second season until it disappears to be replaced by the four
protagonists stories alone that come to be the only answer to Carrie’s questions.
The interview expedient is removed, but the questions that Carrie types on her
laptop keep the link between her and the viewers alive. Many characters
participate in the series and they hit on the protagonists just like it happens in real
life. The men they meet personify some stereotypes: the eligible bachelor, the
artist, the modelizer, the sport fanatic, the religious, the politician, the wellendowed, the poorly-endowed, the twenty-something guy and even the old man;
they all make up an ironic and daring picture of the inhabitants of the “big apple”.
54
For what concerns the topics debated, they include: divorce, cancer, the
MAC computer, homosexuality, Viagra, compulsive shopping, bisexuality; all
topics that no series dared to face before and that give credit to SatC to represent a
truthful and straightforward treatise of topical life.
53
Renée Capolupo, Cult-testualità in Sex and the City, by Alfonso Amendola, È tutto Sex and the
City. Moda, metropolis, amicizia e seduzione in una fiction televisiva, Liguori Editore, 2011, cf., p.
104
54
Alfonso Amendola, Cartografia di un fenomeno di massa, by Alfonso Amendola, è tutto Sex and
the City, op.cit., cf., p.77
77
2.2 Protagonists profiles and their love affairs
The protagonists love affairs help us comprehend their characters and the
topics debated. It is important to note that among all love affairs the only
committed relationship that lasts through the entire series is the girls friendship.
Carrie Bradshaw: The main character is Carrie, a woman who came to
New York to get ahead in her career, she works for the New York Star writing a
column dealing with sex and the city, she knows everything about the city, its
inhabitants, clubs, lifestyle and sex habits, to the point that she defines herself as a
“sexual anthropologist”, but although she is proud to be single, she is
unconsciously looking for love. Carrie tells us everything about her life, virtues
and vices, job and relationships, but nothing about her life before she moved to
New York. Now her life is in Manhattan, her family are her friends Miranda,
Charlotte, Samantha and her gay friend Stanford, they are her only anchor in her
chaotic life in Manhattan.55 Her greatest passion is high fashion, all that she wears
is branded, including her shoes, she is especially obsessed by especially Manolo
Blahnik shoes. Her style is unique, characterized by matching several and
eccentric colours and styles, to such an extent that her outfits are brilliant
sometimes, and so excessive that they’re unadvisable other times. Her style gives
her the appearance of a confident, charming woman that isn’t afraid to dare, that’s
why she is a fashion icon to her fans. Her nights out lead her to meet a lot of men
but the one encounter that will change her life, is when she bumps into Mr. Big, a
forty-two year old rich and fascinating manager, complete with limousine and
55
F. Bonazzi e D. Pusceddu, op.cit., cf., pp.64-70
78
chauffeur. They kept bumping into one another everywhere, it was almost if they
were dating accidently so they decided to bump into each other on purpose and
started a love affair. They like each other but the unattainable Big never really lets
Carrie enter his life, and she can’t take this so they break up. Throughout the
series they keep coming back together and breaking up because Carrie can’t stand
that Big doesn’t completely return her feelings. She always analyzes their
relationship alone or with her friends’ help who to avoid her suffering too much
for wanting someone out of reach. In the third series Big marries another woman
and Carrie has a new boyfriend, the carpenter Aidan Shaw, who is a simple and
sincere man with values that wants a family. Aidan loves Carrie and forgives her
when she confesses to him that she cheated on him with Big, but when he asks her
to marry him she understands that the only man she wants in her life is Big so
they break up. Afterwards Carrie falls in love with a Russian, an older man, an
artist whose romantic ways are from another time. Petrovsky unlike Big lets
Carrie into his life and asks her to move to Paris with him when he has to go there
for work and she decides to follow him even at the cost of leaving her beloved life
as a career girl, her friends and Manhattan behind. When Carrie arrives in Paris
she is enthusiastic but Alexandre starts to overlook her thinking of his work.
Carrie starts to miss her life and especially Mister Big and confesses to Alexandre
that she didn’t give up her life to wait for a self-centred man whose priority is art
because she is looking for real love, the “I can’t live without you” kind of love so
she leaves him. With Carrie’s friends approval Big goes to Paris, finds Carrie and
tells her that he finally realized that he wants her in his life. Carrie has her happy
79
ending and comes back for good to her greatest loved ones: New York and her
girlfriends.
Charlotte York: there is no information about her life before the series,
we only know that she comes from high society and that she received a religious
education, even for her family is represented by her three girlfriends and her gay
friend Anthony. She is an art gallery manager, a classy, sweet and harmless
woman whose main objective to achieve is finding the perfect man to marry, to
have a perfect family and life. 56 She is quite confused by Manhattan’s chaotic
lifestyle and relationships, although she appreciates the plenty of possibility it
offers to meet partners and change many of them always as eventual handsome,
rich and well-bred candidates to be her perfect husband. Her candour doesn’t
mean that she is weak, indeed she is persistent and rises again after every moment
of disillusion. Finally she seems to have found her prince charming, Trey
McDougal, a doctor from a Scottish upper-class family that asks her to marry
him. Charlotte has her perfect wedding, but Trey has an erectile dysfunction.
Charlotte solves this problem but when she can’t get pregnant and asks Trey to
adopt a child she discover that he doesn’t want a baby so she sorely decides to
divorce. But every cloud has a silver lining, the lawyer that helps her defeat
Trey’s evil mom and obtain the divorce is Harry Goldenblatt. He looks anything
but perfect, too sweaty and bald but Charlotte sees what an amazing person he is,
and how he can make her feel happy and beloved so she falls in love with him.
Harry comes from a Jewish family but Charlotte converts herself to Judaism.
56
Ibid., cf., pp. 71-74
80
Charlotte has found true love, she marries Harry and as jointly agreed they adopt
a Chinese little girl.
Miranda Hobbes: is the red-haired woman whose cynicism borders on
comical, she is a self-made woman, a corporate lawyer that also manages to
become partner of her law office. She is Carrie’s most special friend, who knows
all her secrets and criticizes her when she makes reckless choices to save her from
suffering too much. The only things that matter to her in life are her job, friends
and self-sufficiency. She is her own boss and would never give up her
independence for a man. 57 She is the only character out of the four girls of which
we know about her family that burst into the series when her mother dies, in this
painful moment her friends support her proving to be like a real family for her.
The only man who Miranda commits to is the barman Steve Brady. Miranda
thinks that all men fake love in order to get sex, but Steve manages to prove her
wrong and that he carries true feelings for her. In this relationship Miranda is the
one who wears the pants, she makes decisions, has a good job and earns more
than him, so they will keep breaking up during the episodes because Steve doesn’t
feel like he is at her level. They get close again when Steve gets Miranda
pregnant, after many hesitations they decide to get married and to move to
Brooklyn. To her this will mean a big change, although she will maintain her
double identity of a responsible mother and wife and still her girlfriend’s partner
in crime.
Samantha Jones: we could define her as “extreme” in everything: she is
extremely beautiful, extremely smart, extremely competitive, extremely impudent
57
Ibid., cf., pp. 75-78
81
and unscrupulous, and above all extremely sexy and self-confident. She is a public
relations executive that perfectly embodies the new Yorker lifestyle. For her,
family is exclusively represented by her three girlfriends. 58 Despite being the
eldest in the group she doesn’t want a committed relationship, she only wants to
completely enjoy her life and sexual freedom. Samantha is anti-prig, she makes
daring comments, explicitly talks about sex and has sex just as a man, that’s to say
without feeling nothing afterwards. She has numerous sexual partners,
nevertheless she has three committed relationships. She is so open-mined that will
experience a gay relationship with the painter Maria Reyes. Then she falls in love
with her powerful, charming and sexually active boss Richard Wright that breaks
her heart cheating on her. The most important love affair she has is the one with
her handsome boy-toy Smith Jerrod that she will help to become a famous actor
and that shows her what true love is and even supports her when she has to face a
breast cancer.
Stanford and Anthony: Stanford Blatch and Anthony Marentino are the
two gay friend of Carrie and Charlotte. Stanford is a talent agent and he is sweet
and romantic. He thinks that in New York the only place where love can still be
found is in the gay community. Carrie is his best friend and is always there for
him when he needs her. Anthony Marentino is Charlotte’s best friend, they have
known each other since he was her wedding planner. Anthony is an impeccable
and authoritarian stylist that shoulders to her just like a mother does. Stanford and
58
Ibid., cf., pp. 78-80
82
Anthony are rivals and have opposite personalities but they’re both single men
looking for love. 59
CHAP. III Fundamental elements of Sex and the City: New
York and fashion
3.1 The image of New York in the movies
In the past many movie directors set their screenplays in New York city,
but Abel Ferrara started a cinematographic current along with Martin Scorsese
and the famous movie Taxi Driver where New York acquires the status of an outright character.60 They describe the “Big Apple” as a chaotic, dirty and immoral
city. Woody Allen has been given the credit of changing New York’s image into a
romantic place where everything is possible drawing inspiration from Blake
Edward’s Breakfast at Tiffany’s. Allen’s movie Manhattan, will inspire future
comedies and tv-series that declare the love for New York and the pride of being
a new Yorker, just like in SatC.
3.1.2 Sex and THE CITY!
New York sums up the best qualities of the most desired cities in the
world.61 “The City” the title of the series refers to is actually Manhattan rather
59
Ibid., cf., pp. 81-83
Antonio Iannotta, Manhattan, la New York di Sex and the City, by Alfonso Amendola è tutto Sex
and the City, op.cit., cf., pp. 117-121
61
Ibid., cf., pp. 115-116
60
83
than New York itself. The chaotic fashion capital, New York, has such a leading
role that it has been defined by the series as the fifth protagonist, indeed Carrie
states that the city is the only lover she’s been faithful to for 18 years. From the
opening theme with footage of the city traffic, the Empire State Building and
Central Park, it is already clear that the city is integral part of the narration. But
the true soul of the “Big Apple” is the indoor scene: stores, cafeteria, restaurants,
clubs which actively witness the happenings of the series. These places happened
to become that trendy and popular, almost sacred, that several tour-operators and
websites organize visited tours for the fans in the hotspots of the series.
Manhattan is a city open to change, “the city of the infinite chances”, but
at the same time it represents a boundary that defends its inhabitants from what’s
outside. According to them “there is no world outside Manhattan”. 62The places,
highly glamorous and exclusive that protagonists frequent mirror their social
status of wealthy, self-sufficient women, for whom moving to a different
boroughs would mean accepting to become a housewife, like it happens to
Miranda when she moves to Brooklyn. The areas and apartments they live in
reflect their social status and identities: Greenwich Village, the bohemian artistic
district for the bold writer Carrie, with her intellectual chic condo full of books
and fashion magazines. The upper-class Park Avenue for the classy Charlotte with
her elegant good girl apartment; west Central Park business area for the lawyer
Miranda with her minimalist and efficient apartment; and the Meat Packing
District sexual transgressive area for Samantha with her trendy apartment. The
62
R. Borghi, A. Rondinone, Geotema, 2009, cf., pp. 33-43.
http://www.academia.edu/254251/Donne_di_citta_in_citta_da_uomini_unanalisi_geografica_di
_Sex_and_the_City_Urban_women_in_man_made_cities._A_geographical_analysis_of_Sex_and
_the_city_
84
protagonists never use their kitchens that has always been seen as femininity and
housewife symbol because they’re too busy working and living their lives (Carrie
uses the oven as a closet for her sweaters). Furthermore, the ones who actually use
their kitchens and cook for them are their partners. This underlines a sort of role
exchange and the protagonists emancipation. 63 SatC is not just Carrie’s life but it
is also the story of a city that generates plenty of stories and experiences. 64 The
popularity of this series is mostly due to the successful blend between the stories
and the locations.65
3.2 Fashion
More than one century ago the philosopher Simmel maintained that
fashion is imitation of a model and fulfils the need of social support, it is one of
the forms of life that unites the trend to social equality and to social differentiation
and variation. He maintained that fashions are class fashions that the upper-class
uses in order to differ from lower classes and that it abandons when lower classes
borrow them. At the present moment the sociological value of this concept is still
up-to-date and its author has shown an amazing predicting capability introducing
the concept of fashion’s practical uselessness, 66 talking about the impulse to own
what is trendy, and about the emptying of the objects function and the loss of the
objects’ usability, the functionality that people usually aim at when they use
63
64
Ibid
F. Bonazzi e D. Pusceddu, op. cit., cf., p.58
65
Alfonso Amendola, Cartografia di un fenomeno di massa, in Alfonso Amendola, è tutto Sex and
the City, cit., p.83
66
Vincenzo Bernabei, Il sesso, la città, la marca, in Alfonso Amendola, è tutto Sex and the City,
cf., pp.107-109
85
objects as a means to reach a practical purpose. By way of example the
protagonists’ high-heeled shoes are precious non wearable items which constantly
challenge the laws of gravity.
The “chick lit” genre to which SatC belongs to is placed in a process of
liberation from cultural and political movements, feminism included, that results
in a deep release in which fashion and its excessive consumerism of branded
objects becomes a liberating way to overcome the problems of life and
sentimental crisis. This liberation process culminates in the loss of the objects
usability, so the only thing that’s left for them is their identification with the
brand, that has the task to express people’s moods or rather to hide or repress
them. The brands themselves become values, brand values, 67 that as the French
publicist Jacques Séguéla (1982) states, are comparable to Hollywood stars. A
brand-star whose propaganda uses the product placement strategy, placing
products within the entertainment productions that an attention-seeking generation
of young people prefers, and that generates the need of identification with a
suggested model. The intertwine between brands and audiovisual forms doesn’t
occur in 1998 for the first time, but the innovation is the basis of the concept of a
product communication, that is not shown anymore as a good itself, but as a brand
that regulates a link between desire and social desirability. 68 Definitively SatC
achieved in setting a trend consumption never reached before since it represents to
its public a guide on the matter of fashion consumption.
In the series there is great attention placed on the protagonists’ look, in the
first season the object of desire is represented by Manolo Blahnik shoes, made
67
68
Ibid., cf., p.112
Ibid
86
more famous thanks to the series, in the later seasons this attention is extended to
all clothing and fashion accessories. It’s no coincidence that the series is entirely
set in New York. Fashion even becomes a parameter for their sentimental choices:
they change and choose their partners with the same simplicity and the same
criteria they change and choose their clothes. 69 Fashion has a leading role since it
is a passion that the four protagonists share, beyond the passion for men, and it
cements their friendship because it fulfils their natural need of cohesion and of
individual differentiation at the same time. Abbruzzese states that the four
girlfriends “are fashion” rather than just “being fashionable”, indeed in the
epilogue of the film when Carrie is with her girlfriends her voice-over says: “And
there, in the same city where they met as girls, four New York women entered the
next phase of their lives, dressed head to toe in love, and that’s the one label that
never goes out of style”.
CHAP. IV Censorship
An audiovisual product needs an audiovisual translation in order to be
distributed abroad, that is to say that the dialogues are translated from their mother
tongue to the target language these dialogues must also undergo censorship
according to the regulation on the matter of the Country where the product will be
shown. Censorship70 is the procedure that examines artistic products with the aim
of removing elements that are considered inadequate or not politically correct and
69
Antonio Iannotta, Manhattan, la New York di Sex and the City, in Alfonso Amendola, è tutto Sex
and the City, cf., p.121
70
Fay. R. Ledvinka, What the fuck are you talking about?, eris pamphlet, cf., p.14
87
all that could be considered personally and/or morally offensive by the target
culture. Censorship also acts through dubbing and subtitling that are often used to
hide the omission or the transformation of parts, allusions or erotic, vulgar or
controversial references.
4.1 Censorship in Italy
Censorship is a centenary institution in Italy71 that started in 1913 under
Giolitti’s Government that established special commissions to impede the
distribution of films that could have been considered offensive towards the local
customs and traditions. During Fascism censorship was strengthened further to the
establishment in 1934 of a General Directorate for the Cinema to impede the
people to see a lifestyle different from the one that Fascist regime imposed to its
Country. When the Second World War was over, article 21 of the Constitution
ratified the freedom of communication. The law in force at present No.161, of
April 21,1962 on the review of films and theatrical performances,
puts the
showing and the exportation through the authorisation of a special commission.
This reflects the institutions’ awareness that the people tends to imitate
what it sees on the screen and their inclination to try to preclude the public from
watching other cultures and lifestyles. The fact that still today Italy withstands
such a dated law proves how our Country is close-minded or tries to maintain its
people close-minded. In the United States instead this types of censorship doesn’t
exist. In the US the MPAA (Motion Picture Association of America) operates a
71
Ibid., pp. 29-34
88
classification in five types, warning whether the contents of a movie are not
appropriate for children or for a public under a certain age. Also in Italy the film
industry uses censorship to classify films depending on their contents, whether the
viewing is appropriate for everyone, whether it requires parental guidance, or
whether it is prohibited for people under 18. The problem is that the censorship of
scenes and dialogues, as well as their bad translation that distorts the original text,
damages the original product that the artist created and precludes the public from
choosing what to watch and form judging a product for what it really is.
At the base of censorship there is the principle that it is to be considered
taboo, a Polynesian word that means “forbidden, to forbid”, all that is linked to
religion, excrements and sex, that imposes social restrictions to the individuals
both in behaviour and in verbal communication. All that is considered as taboo
language is at present included in the “bad language” category that must be
avoided since it is considered offensive, discriminatory, immoral and socially
unacceptable. Nevertheless, time has changed since the origin of the word taboo,
the mentality of Countries is more open and bad language and references to sex
are now on the agenda and this permitted that even in a Country like Italy a TVseries like SatC could succeed.
4.2 Effects of censorship on Sex and the City
The American cable television network HBO (Home Box Office) owned
by Time Warner Entertainment Company produced and broadcast SatC for the
first time. This networks’ lack of censorship is what made a production like SatC
89
possible. A series whose uniqueness is due to its irony, its scenes provocative and
funny at the same time, and to its “in so many words” characteristic dialogues, in
which nothing is too scandalous to be said by four women whose dialogues
resemble those of males.
In America72 HBO started to broadcast the series in 1998 from 20.00 to
00.30, while in Italy the series arrived two years later in 2000 on the private
channel LA7 where it was broadcast in the pre-watershed initially from midnight
and then from 22.45. At present in Italy the series is being rerun outside the prewatershed on the SKY channel Fox and DVDs in Italy show the parental guidance
symbol. So, the censorship of the series in Italy was done firstly through the
programming, the watershed and secondly through the audiovisual translation, but
it is important to notice that at least the scenes were not censored at all. Rather
than undergoing cuts, the verbal content translated in Italian underwent
mitigations where it was too risqué or linked to sex, and it lost allusions. This is
probably due to the self-imposed censorship of the Italian translators caused by
their awareness to belong to a Country in which taboos are more rooted and the
people is more close-minded compared to the American people, even more so if
compared to New Yorkers.
Even without analyzing the dubbing translation it is possible to notice
losses and different effects due to the transition from the original language to
Italian. The first thing that is lost is the rhythm and the fluency of the American
language, but above all the promptness in the exchange of the lines. Another
effect caused by the dubbing is the loss of all American accents that characterize
72
Delia Chiaro, Not in front of the children? An analysis of sex on screen in Italy, University of
Bologna, Forlì, cf., pp. 256- 270
http://www.lans-tts.be/img/NS6/LANS6_Co.pdf
90
the “Big Apple” which in Italian is replaced by the perfect diction of the dubbing
actors that exclusively use the standard version of Italian, this causes the Italian
version’s language to be too clear and uniform compared to the varieties of
spoken American. In addition, this American production tends to leave actor’s
voices sounding unclear, SatC’s characters speak spontaneously, they slur the
words and drop off some endings , while the clear and perfectly uttered Italian
eliminates the effect of mis-communication that is an integral part of this series. A
further dissimilarity is due to the dubbing that modulates the characteristic clatter
of New York eliminating it and creating a version which is less realistic and too
quiet compared to the original one.
It is not easily perceived, but the Italian language version is slightly
different compared to the original one because of the dubbing translation that
alleviates sexually related matters for what concerns the naming of genitalia and
references to sexual intercourse.73 Even though it is true that dubbing undergoes
limits and rules, such as labial synchronization but it is also true that the most
frequent mitigations occur when the dialogue content has to do with taboos,
especially with sex. The adaptation of the dialogues should never be excessive
because it could distort the scenes and deprive them of their audacious nature.
For what concerns the naming of male genitalia, for instance referring to
the “penis”, in addition to this term itself, the protagonists use the taboo affected
and more vulgar alternatives as “dick” and “cock” that are weakly translated in
Italian as “uccello”(literally “bird”) or even softened to the simple pronoun
“lo”(that is to say “it”). The most vulgar equivalent of the word would be “cazzo”,
73
Ibid
91
but while it is widely used in American, in Italian it is rarely translated this way
even at the cost of producing a fake effect, since in Italian the word “uccello” is
not often used in real speaking unlike its vulgar equivalent. For example in the
fifth episode of the first season Samantha says: “He has a tiny little penis but he
knows exactly how to use it” has been translated and unnecessarily mitigated as:
“Ce l’ha piccolissimo ma lo sa usare bene”, another example concerns a sentence
that Samantha says in the fifth episode of the third season talking about her new
Afro-American boyfriend: “He happens to have the biggest black cock”, a risqué
sentence that has been translated as: “Si da il caso che abbia il più grande uccello
nero” which sounds quite unusual rather than provocative. The same thing also
occurs for the naming of female genital, in fact the term “vagina” is mostly
translated with the vulgar equivalents “pussy” or “cunt” that in Italian are
translated with weaker and less vulgar terms as “passera” or even with terms that
are child friendly as “patatina” (literally “little potato”). This aspect of Italian
censorship, beyond the rooted taboo, is also due to the fact that in American there
are many more bad words (especially related to sex) and translating them every
single time would cause the Italian language to sound unnatural. In addition, while
in America the vulgar language is the same in all the Country, in Italy it is mostly
ascribed to regional dialects. This is why in Italian there are less ways to say
offensive words because most of them are said in dialect, but obviously the series
can’t be dubbed in dialect because this would impede the comprehension to those
who don’t understand that particular dialect.
Clearly censorship also intervenes when the subject matter is sexual
intercourse. In American the word “fuck” is widely used, or rather abused, to the
92
extent that now it is used as a mere stock phrase, even if a strong one. It is often
translated in Italian with the word “cazzo”, but it is not translated every single
time, because it would make the Italian sound complex and would undermine the
fluency of the speech. However, there are sentences in which its use is essential to
convey the same intensity. Beyond being used as a stock phrase, this word also
refers to sexual intercourse and it loses its strength when it is translated, as often
occurs, as “scopare” (“bonk” or “screw”), or “farsi qualcuno” (“have someone”)
and more and more weaker when it is translated as “farlo” (“do it”). These
translations unequivocally convey the message, but often they’re not enough to
convey its strength. For instance the unforgettable sentence that Miranda says in
the first episode of the first season: “OK! Linda Fiorentino fucking that guy up
against the chain-link fence” translated in Italian as:“Che scena! Linda Fiorentino
che si fa quell tizio contro la rete di recinzione”. The Italian version of the
sentence is too weak compared to the original one and moreover it creates a
dissonant effect because the emphasis Miranda puts in her voice, facial and body
expression clashes with the weakness of the words she says in Italian.
Speaking of translations that waste the strength of the original sentences,
it’s unavoidable to mention Mr. Big’s distinctive remark: “abso-fucking-lutely!”,
that has been criticized by the fans because of its mild Italian version:
“Assolutamente si!” ( literally “absolutely yes”).
Despite the action of censorship SatC has been an innovative series that
with its provocative dialogues and topics, crossed the threshold of “the speakable”
in Italy as in many other Countries all over the world. SatC went beyond the small
93
public it aimed at and won millions of fans and enthusiasts, not only women, and
became an out-right cult.
CHAP. V The fandom public and elements that made Sex and
the City a cult
If we type in “Sex and the City” on Google among the millions of result
we find a lot of sites created by its fans, among which some of these were created
by its Italian fans. This site has been generated by the fandom phenomenon 74, and
includes plenty of information all about the series. 75 At first sight it is clear that
the fans adore the series and have created a cult around the series and all of its
elements. They’ve created as forum to debate the stories regarding the four
protagonists and how their relationships would have ended. There are forums
about the fashion aspect of the series where they discuss the outfits worn in the
series, and create a sort of handbook on them, inspired on the fashion icons of the
series. SatC has seen the case of an attention-seeking public that has opposed the
closure of the series demanding its reopening, that has been realized with the two
sequel films, that gave the fandom public the happy ending it wanted. 76 The
fundamental elements of the series that contributed to making it a cult, beyond
“sex and the city” and the stories of the four protagonists, are friendship and
fashion.
74
n. The term consists of fan as fanatic and –dom as kingdom, and refers to a group of fans who
share a common interest for something, and who spend time and energy for this interest, often
they’re also part of a social network., http://en.wikipedia.org/wiki/Fandom
75
Delia Chiaro, Not in front of the children? An analysis of sex on screen in Italy, University of
Bologna, Forlì, cf., pp. 256- 270
http://www.lans-tts.be/img/NS6/LANS6_Co.pdf
76
S. Brancato, op. cit., p. 177
94
Friendship is a value that is recognized to be fundamental since the
beginning of the series and that remains so, these girls looking for their stability in
a chaotic universe like Manhattan have friendship as their anchor in life that helps
them face life’s sorrows. Besides being friends the girlfriend mutually represent a
family to each other, their ties are stronger than family connection, the group
supports each other and their choices, and is something they can always rely on
when they are in need. For example when Carrie bleeds for Big’s love, Charlotte
when she has troubles getting pregnant, Miranda when her mother dies and
Samantha when she has breast cancer. Their relationships with men move to the
background compared to their friendship tie and seem to be a mere excuse to feed
their debates that get them more and more acquainted with each other and
strengthen their friendship. Their friendship is base on the other’s behaviour
awareness on the basis of similar beliefs to enhance and foster together
(Kracauer). Their ability to listen and communicate used as a cure to heal from
life sorrows prompts every fan of the series to the desire of joining their group or
creating an analogous group in their life.
The other element that contributed in making SatC an out-right cult is a
dynamic element, that’s to say fashion. Fashion is an ever-present element that
gains more and more importance in the series, undergoing an evolution in its
consumption and in the attention each protagonist pays to fashion, reaching its
acme in the two sequel films. In the first episode of the series Carrie is dressed as
an ordinary woman but as the seasons pass her look becomes almost obsessive, in
the last season it seems like Carrie is ready to model on the catwalk every single
time she goes out, and the dream clothes she wears in the ending of the series in
95
the capital of fashion, Paris, made fans dream on. The movie represented an actual
product placement operation, in the sparkling New York City showcase where it
seem that everything exists only because it has a designer label. Glaring examples
of this are: Carrie’s Eiffel bag, designed by Timmy Woods Beverly Hills,
Samantha’s Mercedes-Benz GLK whose open bonnet is packed with Chanel, Dior
and Gucci bags and the wedding dresses designed by Vera Wang, Oscar de la
Renta and Vivienne Westwood that Carrie wears during her photo-shoot for
Vogue. In this economic crisis this showing off luxury doesn’t push its fans to
envy them rather to admire them because watching the series compensates their
desire to live a life as glamourous as the protagonists. The fandom public’s forum
prove that the series has become a cult due to the crossed identification between
friendship and the behaviour in fashion consumption. Indeed, before the movie
release fans wondered which clothes would have been worn rather than which
would have been the epilogue of the stories. SatC it’s not just a guide to follow on
the matter of love and friendship but also an innovative model of fashion
consumption behaviour.
96
CONCLUSION
Halfway between a metropolitan fairytale made of shoes, labels, nights out
and a daring documentary about New York’s lifestyle and relationships. The deep
meaning of this TV-series that has collected revering fans all over the world can
be found in the importance that it attributes to life and in its capability to establish
an emotional bond between the characters, the story and the public.
Among the reasons of the series’ success we find the attraction to the wide
range of up-to-date topics concerned and the spontaneous way to debate them,
with no taboos neither in the language used nor in the scenes, despite never
becoming obscene. The tone is light and cheerful sometimes, and deep and
thought-provoking other times; often it is ironic and irreverent and serious and
moving at times. This tone gives the possibility to debate topics ranging from
trivial matters to demanding ones, for this reason they are never boring, rather
they are both engaging and enjoyable. Both these elements contributed in making
of Sex and the City an up-to-date, loved and essential vademecum on
relationships and life for all of its fans.
The most important factor that contributed to Sex and the City’s success is
the everyday routine nature of the series that involves its viewers episode by
episode, day by day, making them the direct interlocutors of Carrie’s
considerations about life. Letting them share the adventures of the protagonists,
share their most intimate and embarrassing secrets that they entrust to each other
and to the viewers. This creates an emotional bond among the stories, the
characters and the viewers. The four protagonists become for the fans a reference
model to inspire to and sharing the protagonists’ life unknowingly helps the fans
97
to compensate a disappointing and little exciting life through the identification
with these stereotyped characters that represent part of every woman’s personality
rather than a type of woman. They represent a way of being that everyone can
express or that can’t be expressed but that can be fulfilled by watching the series.
In conclusion, all who know the series only relying on hearsay or who
have watched a few episodes now and then, criticize the series and judge it as
something superficial, that shows a dreamlike life and promiscuous behaviour.
They consider it like a showcase of out of reach labels and wanton luxury,
performed on the New York city stage, in the city of desires and of the empty
high-society lifestyle. But the point is, those who follow the series are aware they
are watching an unreal life. However this helps them forget their life problems for
a little while, relying upon a predictably happy-ending product that, when all is
said and done doesn’t differ that much from reality. Although these women have
got ahead in their careers and live a pleasant and comfortable life, they’re not
dispensed with facing uncertainties and troubles in their life, just like ordinary
people. So the lesson we learn from this series is that accessories can adorn our
life but not be the focus unlike values as love and friendship.
98
INTRODUCCIÓN
El presente trabajo deriva de mi pasión por la serie televisiva Sexo en
Nueva York que me ha inducido a desarrollar un estudio por medios de internet,
libros y colecciones de ensayos sociológicos, examinando los elementos y
aspectos de esta serie, que hicieron que haya tenido tanto éxito hasta el punto de
llegar a ser un auténtica serie de culto, adorada por millones de espectadores (
mujeres en particular) para los cuales representa un modelo de referencia y en el
que basarse en lo que concierne al comportamiento, moda y estilo de vida.
El primer capítulo provee un cuadro general de la serie televisiva en
cuestión, los productores ejecutivos, el realizador, los actores, la emisora que la
transmitió en América y en Italia y los reconocimientos que ha conseqguido.
Sigue con un análisis del género literario “chick lit”, al que pertenece el libro del
cual deriva la serie, un género sobre el que existen muchos prejuicios, y del que se
podría decir que es tan famoso como criticado.
En el segundo capítulo hay un análisis de texto de la serie examinada ( en
comparación con otros tipos de textos) que es útil para comprender las estructuras
que están por encima del fluido desenvolvimiento de la serie que reproduce lo real
de la vida.
En el tercer capítulo se analizan los elementos fundamentales de la serie:
Nueva York y la moda. En primer lugar hay una investigación para definir el
papel de Nueva York en la cinematografía a fin de comprender de de donde deriva
su papel en esta serie en la que no un mero escenario, sino que personifica a la
quinta protagonista, sin la cual la serie no habría conseguido tanto éxito. En
segundo lugar hay un análisis (derivado de ensayos sociológicos) de uno entre los
99
elementos presentes desde el inicio que progresa constantemente hasta alcanzar su
apoteosis en la última temporada y después en las películas. Este elemento es la
moda, que gana tal importancia que la serie está considerada como nuevo modelo
consumista que impone tendencias.
El cuarto capítulo trata de la censura, se hace una descripción general de la
historia de la censura en Italia para explicar de dónde proviene la mentalidad
estrecha que aún hoy caracteriza este País. Lo que viene a continuación es un
análisis de los tabúes y de la censura en la serie examinada. Censura que, aunque
no haya tergiversado la índole de la seire, ha actuado (mediante el doblaje)
creando un efecto diferente del producto en su lengua original y ha influido en el
resultado final.
En conclusión propongo las que yo considero que son las razones que han
hecho que Sexo en Nueva York fuera tan exitosa, basándome en mi experiencia
personal y en los datos emergidos del trabajo de tesina efectuado.
100
CAP. I Sex and the City
1.1 Ensayo general sobre Sexo en Nueva York
Sexo en Nueva York deriva del ingenio de Candace Bushnell que escribía
una columna humorística sobre el estilo de vida en la “Gran Manzana” y sus
relaciones con el sexo masculino de la que se originó en 1995 el libro Sexo en
Nueva York que se convirtió en un bestseller en America y después en todo el
mundo.77 En 1996 el libro se convirtió en una serie de televisión por cable del
canal HBO y llegò a ser un fenómeno mediático de los años noventa. La serie fue
ideada por Darren Star junto con Michael Patrick King, John Melfi, Cindy
Chupack, Jenny Bicks y la protagonista Sarah Jessica Parker.78 La serie trata de
las aventuras de cuatro amigas, mujeres de carrera: la famosa periodista Carrie
Bradshaw interpretada por Sarah Jessica Parker; la abogada Miranda Hobbes
interpretada por Cynthia Nixon; la corredora de arte Charlotte York interpretada
por Kristin Davis; y Samatha Jones que trabaja en relaciones públicas interpretada
por Kim Cattral. Las protagonistas viven en Nueva York, la ciudad que
personifica el sueño americano, caracterizada por la globalización y el
cosmopolitismo, que cada día se enfrentan con hechos y situaciones sociales como
el status de las mujeres en la sociedad y sus roles en la familia, contando sus
experiencias de amor y sexo, siempre poniendo en evidencia su sincero vínculo de
amistad. Sexo en Nueva York ha sido el primer programa de televisión por cable
que ha recibido títulos en la categoría de series de comedia ganando 7 Premios
77
http://www.candacebushnell.com/bio.html
78
Cfr., http://www.hbo.com/sex-and-the-city/about
101
Emmy y 8 Globos de Oro.79 En Italia la serie se transmitió en TMC, que ahora se
llama LA7, una red televisiva más abierta a nuevas producciones. 80 El éxito de la
serie llevó a la creación de la primera película Sex en Nueva York. La película en
2008 y a la segunda en 2010, consiguiendo resultados positivos.
1.2 Origen de la serie, el género literario “chick lit”
La escritora Candace Bushnell trabajaba para el periódico New York
Observer, en el que empezó a escribir en 1994 empezó a escribir la columna Sex
and the City. En el 1995 esas columnas fueron recolectadas en el libro homónimo
que en 1996 fue convertido en una serie televisiva por la HBO. 81 El libro
pertenece al género literario “chick lit”,cuyo nombre deriva del argot americano
“chick” que significa chica y “lit” que es la abreviación de “literature”,
literatura, traduciéndose como “literatura para chicas”. Ese género literario fue
originado en Inglaterra en los años noventa y pronto fue adoptado también por las
escritoras americanas. La fundadora de ese género es Helen Fielding con El diario
de Bridget Jones, y la siguiente en la lista es Candace Bushnell con Sex and the
City. Ambas autoras se han inspirado en la precursora de ese género, Jane Austen,
autora de los clásicos queridos por las mujeres de todo el mundo. Ambos libros
tienen su origen en columnas que fueron convertidas en libros por el interés
suscitado en el publico. Ambos libros han llegado a ser bestseller y representan la
génesis de uno entre los géneros más extensos y rentables de las últimas décadas,
79
Ibídem
Sergio Brancato, La forma fluida del mondo. Sociologia delle narrazioni audiovisive tra film e
telefilm, Ipermedium libri, 2010, cit., p.176
81
Cfr.,http://www.candacebushnell.com/bio.html
80
102
al que también pertenecen los siguientes bestseller, I love shopping Sophie
Kinsella seudónimo de Madeleine Wickham y The Devil wears Prada de Laure
Weisberger.82
Ese género tiene varias características 83: es escrito por mujeres para
mujeres; generalmente solteras, que viven en grandes ciudades; trata de temas
como el amor, el matrimonio, la amistad, el trabajo, problemas de dieta y
adicciones; el narrador rn primera persona utiliza tipos de texto como correos
electrónicos o diarios para que los lectores tengan como la impresión que el
escritor estuviese abriéndose a ellos; la mayoría de las veces le protagonista es
una mujer excéntrica que se encuentra en situaciones exageradas; generalmente
tiene una familia entrometida y autoritaria, le falta un hombre en su vida o tiene
relaciones con hombres que no se portan bien con ella, y tiene un grupo de amigos
que la apoyan; son aficionadas a la moda y las compras y hablan francamente de
su vida sentimental y sexual.
Lo que diferencia el “chick lit” de la novela rosa es el tono confidencial y
personal que esto utiliza. Un tono muy realista y cautivador, que da al lector la
impresión de escuchar a un amigo contando de su vida y de experiencias que el
lector mismo ha vivido. Por esta razón muchas mujeres se identifican con las
protagonistas.
El género “chick lit” ha sido acusado de frivolidad y de no estar a la altura
de ser llamado un género literario.84 Esto es parcialmente imputable al hecho de
que las casas editoriales y los que se ocupan de su mercadotecnia empaquetan
estos libros con cubiertas atractivas e imágenes estereotipadas de mujeres, zapatos
82
Cfr., http://it.wikipedia.org/wiki/Chick_lit
Cfr., http://www.westga.edu/~jkesler/chick_lit_characteristics.htm
84
Cfr., http://chicklitbooks.com/what-is-chick-lit/
83
103
de tacón y les dan títulos provocativos que no reflejan el contenido real del libro.
En realidad los libros de este género tratan de temas importantes como afrontar la
muerte de un pariente o enfermedades como el cáncer o religión.
En conclusión el “chick lit” es un género que se encuentra a medio camino
entre la novela y la literatura: un género leve pero no superficial para mujeres que
trata una amplia gama de temas, sin aburrir los lectores y manteniendo viva su
atención gracias a su característico tono cómico y humorístico.
CAP. II ANÁLISIS DE TEXO
2.1 La serie
La serie entera SATC está compuesta por seis temporadas y 94 episodios,
de casi 25 minutos. La serie fue transmitida por la primera vez en los EEUU en
1998 y terminada en 2004; en Italia empezò en 2000 y la última temporada
terminó en 2004, y fue la única temporada que se transmitió casi a la vez que en
los Estados Unidos.
Al igual que los demás tipos de textos, las series televisivas constituyen un
texto narrativo.85 La narración empieza cuando se sustraen una serie de eventos a
la realidad, para incluirlos en el tiempo de la narración, cuyo orden cronológico
no corresponde a la realidad, sino que se basa en elecciones técnicas y expresivas.
Cada serie tiene una estructura narrativa abierta e infinita, así que la narración no
85
F. Bonazzi e D. Pusceddu, Sex and the City e I paradossi della postmodernità, Franco Angeli,
2010, cfr., págs. 37-48
104
termina cuando el enredo narrataivo viene se soluciona, sino cuando los enredos
narrativos agotan su productividad. A diferencia de los textos narrativos en que el
tiempo no tiene que respetar alguna norma, en las series el tiempo de la narración
tiene que respetar el tempo de la realidad, o sea el presente que las series reflejan.
En el Sexo en Nueva York las mímesis del presente no está mancillada por la
segmentación del proceso narrativo en episodios ya que, aunque éstos
interrumpan la narración, ésta se reanuda en el episodio siguiente desde el punto
en que se interrumpió, de modo que relacionando cada episodio con lo que le
precede y lo que le sigue, se conseguirá la continuidad temporal, que permite al
espectador de unir los episodios en un conjunto unitario. Lo mismo ocurre en cada
episodio en que se utiliza la técnica del montaje paralelo que consiste en contar de
forma simultánea acciones que ocurren en lugares diferentes pasando de una
historia a otra respetando la sincronía temporal. También esta técnica contribuye a
dar la impresión de asistir a acontecimientos que ocurren en contemporaneidad en
el presente porque respetan la sucesión lógico-causal-temporal. Además del ritmo
de la cotidianidad, otro elemento que da la impresión de presente es el hecho de
que el tiempo de la narración coincide con el tiempo presente de los espectadores
de la primera programación. Eso se deduce por algunas marcas temporales
presentes dentro de la serie, por ejemplo en el cuarto episodio de la primera
temporada Miranda dice a sus amigas: “En Nueva York no hay treintañeros libres.
El alcalde Giuliani los ha quitado de en medio como a los vagabundos.”,
refiriéndose a Rudolph Giuliani, entonces alcalde de Nueva York. Aunque hoy en
día las marcas temporales no coinciden más con las del tiempo de los
105
espectadores, la conforme reproducción de los ritmos de la cotidianidad asegura
que aún hoy la serie resulte contemporánea a quienes sigan la serie.
Otra característica de la serie es su “imprevisibilidad”, cuyo propósito es
representar la imprevisibilidad de la vida misma. Por lo tanto, los personajes,
aunque salgan de la narración, siempre pueden regresar, a no ser que mueran,
justo como pasa en la vida real.
En Sexo en Nueva York cada episodio se compone de dos diferentes
secuencias, una narrativa y una reflexiva, estrechamente conectadas porque cada
una perdería de sentido sin la otra.86 En las secuencias narrativas se cuentan las
vivencias, todas inherentes al tema tratado en ese episodio en particular, mientras
que en las reflexivas la vivencias en cuestión llegan a ser el objeto de las
reflexiones de Carrie, que las secciona y las interpreta mostrando su opinión. Las
secuencias reflexivas también pueden ser objeto de las reflexiones del grupo
amistoso que conecta los relatos. Esto sirve para destacar el fuerte vínculo
afectivo que une a las cuatro amigas, pero también el carácter de cada una y las
diferencias que las caracterizan. En las secuencias narrativas el ritmo de la
narración es frenético e insistente, así como los cambios de partes y de escenas,
para manifestar los frenéticos ritmos de la vida en Nueva York; en cambio en las
secuencias reflexivas los cambios de partes son más lentos y profundos a fin de
favorecer la coparticipación emotiva del espectador. El lenguaje que se utiliza se
define por su ligereza y espontaneidad, aunque también por su descaro e ironía.
Su utilización cambia de acuerdo con el género del que se habla: cuando se habla
86
Ibíd., cfr., págs. 52-61
106
del género masculino el lenguaje es completamente despiadado; cuando se habla
del género femenino es casi siempre comprensivo.
La narradora de la serie es Carrie Bradshaw que hace las veces de la voz
narrativa, que introduce y concluye cada episodio, saca y comenta los eventos y
hace las veces de narrador heterodiegético (externo a la narración) omnisciente,
porque conoce todo lo que pasa y lo cuenta de modo objetivo, para después añadir
sus reflexiones.
La estructura narrativa de los episodios cambia de las primeras a las
últimas temporadas. En los episodios de la primera y de la segunda temporada hay
verdaderas entrevistas que Carrie hace con el fin de indagar acerca del tema
discutido en el episodio, confrontando opiniones de personas diferentes, pero
todas unidas por un único denominador: ser neoyorquinos. Estos hombres y
mujeres miran a la cámara, como si hablaran con los espectadores y contestan a
los interrogatiorios sobre las relaciones que Carrie les hace en base a sus
experiencias. Por esta razón en la primera temporada Carrie se presenta a sí
misma como una “antropóloga sexual” antes que periodista, puesto que su trabajo
consiste en salir todas las noches para conocer todo acerca de locales que
frecuentar, y para conocer a las personas justas y saberlo todo sobre la vida en
Manhattan y sus habitantes, a fin de escribir su columna, que podría definirse
como “manual de supervivencia para la vida y las relaciones en Nueva York”.
También forma parte de la estructura narrativa de la primera temporada el
interrogatorio estratégico del que aparta la atención de la narración para mirar a
cámara y hacer un interrogatorio a los espectadores, que así se sienten
directamente involucrados en la narración y tienen el impulso de reflexionar para
107
contestar a los interrogatorios de Carrie y ayudarla. Desafortunadamente, este
interesante carácter de indagación sociológica de la serie comienza a desaparecer
y deja lugar exclusivamente a los relatos de las protagonistas, que ahora
constituyen es sí mismos una respuesta a las investigaciones de Carrie. El
expediente de la entrevista desaparece, pero la relación entre la protagonista y los
espectadores se conserva gracias a los interrogatorios 87 que Carrie hace al público
al escribir en su ordenador.
En la serie figuran muchos personajes cuyos encuentros con las
protagonistas ocurren tan casualmente como en la vida real. Los hombres que las
cuatros mujeres encuentran encarnan algunos estereotipos: el buen partido, el
artista, el que está obsesionado con las modelos, el aficionado al deporte, el
fanático religioso, el político, el superdotado, el escasamente dotado, el
veinteañero e incluso el viejo; que van a componer un cuadro irónico e
inescrupuloso de los habitantes de la “Gran Manzana”.
Por lo que concierne a los temas tratados88 - divorcio, cáncer, ordenador
Apple, homosexualidad, Viagra, compras compulsivas, bisexualidad –, todos son
temas que ninguna serie había osado tratar antes y que hacen honor al mérito de
Sexo en Nueva York de constituir un verídico y sincero tratado en materia de
actualidad.
87
Renée Capolupo, Cult-testualità in Sex and the City, in Alfonso Amendola (por), È tutto Sex and
the City. Moda, metropolis, amicizia e seduzione in una fiction televisiva, Liguori Editore, 2011,
cfr., p. 104
88
Alfonso Amendola, Cartografia di un fenomeno di massa, in Alfonso Amendola (por), è tutto
Sex and the City, ob.cit., cfr., p.77
108
CAP. III Elementos fundamentales en Sexo en Nueva York:
Nueva York y la moda
3.1 Visión de Nueva York en la cinematografía
Hay muchos directores que en el pasado han utilizado Nueva York como
escenario de sus películas, empezando por Abel Ferrara 89 , que inició un
movimiento cinematográfico al que pertenecen también Martin Scorsese y Trevis
Bickle con su famoso Taxi Driver (1979), en el que Nueva York no tiene el papel
de un mero escenario, sino que adquiere el status de verdadero personaje. Esos
directores describen la “Gran Manzana” con filmaciones de extremo realismo,
dibujándola como una ciudad caótica, sucia, caracterizada por la inmoralidad que
lleva a sus habitantes a la violencia y al malestar.
Se atribuye a Woody Allen el mérito de haber dado la vuelta a esta visión,
reiniciando para el imaginario lo propuesto por Blake Edwards en Desayuno con
Diamantes (1961), que origina la visión de Nueva York como la de un lugar en
que todo puede pasar. Desde su película Manhattan (1979), 90Woody Allen dota a
Nueva York del papel de protagonista,
y exalta sus cualidades y aspectos
románticos, declarándole su amor, tal y como hace Carrie. Desde aquí nacen
89
Antonio Iannotta, Manhattan, la New York di Sex and the City, in Alfonso Amendola (por) è
tutto Sex and the City, ob.cit., cfr., págs. 117-121
90
Ibíd.
109
muchísimas comedias románticas y exitosas en las que se celebra otro importante
aspecto introducido por Allen, que también está presente en Sexo en Nueva York:
la importancia de “ser neoyorquinos”.
3.1.2 Sexo en NUEVA YORK!
Nueva York es Europa hecha América, y se ha convertido en matriz para
los estilos europeos. 91 Nueva York es una metrópolis en la que convergen las
mejores características de las ciudades más deseadas en el mundo, como afirma la
misma Carrie. Cabe subrayar que cada vez que en la serie se habla de Nueva York
en realidad se quiere decir Manhattan, que es la “city” a la cual se refiere el título
en lengua original “Sex and the City”. La caótica capital de la moda, Nueva York,
tiene un papel tan importante que ha sido definida por la misma serie como la
quinta protagonista. Darren Star ha logrado expresar, por medio de las cuatro
protagonistas, y en particular Carrie, el amor de los Estados Unidos por la ciudad
de Nueva York; tanto que Nueva York triunfa aún cuando en la última temporada
es comparada con París. En la serie Carrie declara continuamente su amor por la
ciudad, que ella misma define como el único amor al que ha sido siempre fiel y
que siempre le ha sido fiel. Ella confiesa que NY es su amante desde hace 18 años
y afirma estar enamorada de ella.
La cabecera de cada episodio de la serie empieza con imágenes del tráfico
metropolitano de Nueva York mezcladas con imágenes de Carrie y los nombres
de las otras protagonistas, dejando claro ya desde el principio que Nueva York es
parte integral del relato, y que las protagonistas están my compenetradas con ella.
91
Ibíd., cfr., págs. 115-116
110
También al principio de cada episodio hay una vista de Nueva York, el Empire
State Building, Central Park y todas las calles con tráfico 92, aunque la verdadera
esencia de la “Gran Manzana” son los lugares interiores,
las tiendas, las
cafeterías, los bares, los restaurantes, las discotecas (todos rigurosamente de
moda); éstos son los protagonistas de todos los puntos de inflexión de la serie,
guardianes de las confesiones amistosas, lugares de la vida nocturna que gracias a
Sexo en Nueva York se han puesto muy de moda y están muy concurridos en la
actualidad. Ahora esos lugares son considerados tan sagrados por los aficionados
que las guías turísticas y los sitios de internet organizan excursiones itinerantes,
entre las cuales se encuentra el “On location Tours”, que lleva a los visitantes a
los “hotspots” de la serie.
Manhattan es una ciudad abierta al cambio: “la ciudad de las infinitas
posibilidades”; una ciudad que tiene el encanto de lo desconocido, pero que
representa al mismo tiempo una especie de barrera que separa y protege a sus
habitantes del entorno, considerada la única ciudad donde es posible y deseable
vivir. En Sexo en Nueva York, los lugares que las protagonistas frecuentan y el
uso que hacen de éstos no son casuales, sino que contribuyen a la construcción de
la identidad de sexo de cada una de ellas. 93 Frecuentan lugares elitistas con
ingreso restringido que confirman su status social de mujeres liberadas,
independizadas, acomodadas y su glamour. Para ellas, por consiguiente, dejar
Manhattan para irse a otro distrito significaría cambiar la conciencia de sí mismas
92
Alfonso Amendola, Cartografia di un fenomeno di massa, en Alfonso Amendola, è tutto Sex and
the City, cfr., págs. 82,83
93
R. Borghi, A. Rondinone, Geotema, 2009, cfr., págs. 33-43.
http://www.academia.edu/254251/Donne_di_citta_in_citta_da_uomini_unanalisi_geografica_di
_Sex_and_the_City_Urban_women_in_man_made_cities._A_geographical_analysis_of_Sex_and
_the_city_
111
y de su status social por la de mujeres casadas y con familia constreñidas a ahorrar
y, en consecuencia, a mudarse a otros distritos. Esto le sucede, por ejemplo, a
Miranda cuando se casa y tiene un hijo, lo que le obliga a mudarse a Brooklyn.
Las mismas zonas y casas donde las mujeres viven reflejan y subrayan su
status y personalidad: el Greenwich Village, distrito artístico bohemio donde vive
la atrevida periodista Carrie, en un apartamento lleno de libros y revistas de moda;
la zona de clase alta Park Avenue, donde vive la elegante Charlotte en un
apartamento de chica bien; la zona oeste de Central Park, área de negocio donde
vive la abogada societaria Miranda, en un apartamento minimalista y eficiente
como ella; y el Meat Packing District, antigua zona de prostitución transexual en
los años noventa - y que todavía no ha perdido su halo de perdición -, donde
Samantha vive en un hermoso apartamento a la moda.
En la serie las cuatro mujeres nunca utilizan la cocina, concebida desde
siempre como lugar de feminidad - es decir, de la mujer considerada ángel del
hogar. Las protagonistas están demasiado ocupadas con el trabajo y con su propia
vida para quedarse en casa cocinando (Carrie utiliza el horno como armario para
sus jerseys); de hecho, hay un verdadero intercambio de roles, 94 porque en la
mayoría de las veces son los novios de las cuatro mujeres quienes cocinan. En
otra ocasión, el uso que se hace de un lugar subraya la identidad de las mujeres y
su emancipación.
Además de ser el relato de las experiencias de Carrie y de sus reflexiones,
Sexo en Nueva York también puede considerarse como una historia coral cuya
protagonista es Nueva York, creadora de experiencias para sus habitantes, que
94
Ibíd.
112
caracteriza su estilo de vida, sus elecciones, y que hace posibles las emocionantes
historias de las cuatro mujeres. 95 El éxito de esta serie debe en gran parte a la
“lograda amalgama de historias y locaciones”. 96
3.2 La moda
Hace más de un siglo, el filósofo y sociólogo Georg Simmel afirmaba que
la moda es imitación de un modelo y satisface la necesidad de apoyo social,
siendo una de las formas de vida con la que la tendencia a la igualdad social, a la
diferenciación individual y a la variación, se unen. Él decía que las modas son
modas de clase, y que la clase más alta utiliza la moda para distinguirse de la clase
baja, y que la clase alta la abandona cuando la clase baja se apropia de ella. El
alcance sociológico de este concepto aún hoy sigue siendo actual, y el mismo
autor da muestra de su capacidad casi predictiva, utilizando el concepto de
”inutilidad práctica”97 de la moda, hablando del impulso de poseer lo que está de
moda, y el concepto de privar a los objetos de su función instrumental, y por
consiguiente de la pérdida de su utilidad, es decir, la funcionalidad que
usualmente se va buscando cuando se utiliza un objeto para conseguir un objetivo
práctico. El ejemplo más significativo son los tacones super altos que llevan las
protagonistas, cuya utilidad está reducida al mínimo, y que desafían
continuamente las leyes de la gravedad.
95
F. Bonazzi e D. Pusceddu, ob. cit., cfr., p.58
Alfonso Amendola, Cartografia di un fenomeno di massa, en Alfonso Amendola, è tutto Sex and
the City, cit., p.83
96
97
Vincenzo Bernabei, Il sesso, la città, la marca, en Alfonso Amendola, è tutto Sex and the City,
cfr., págs.107-109
113
El género “chick lit” al que Sexo en Nueva York pertenece está situado en
un proceso que se desliga de movimientos culturales y políticos, feminismo
incluido, que, desembocando en un profundo rechazo del compromiso en que la
moda, con su consumismo desenfrenado de objetos de marca
sirve de
instrumento liberatorio de los problemas de la vida y de las crisis sentimentales.
Este proceso de liberación llega a su cumbre con la privación de los objetos de su
utilidad práctica; por tanto solo queda para ellos su identificación con la marca,
con el “brand” que se encarga de expresar los estados de ánimo, o más bien de
ocultarlos o reprimirlos.98 La marca llega a ser en sí misma un valor moral, “brand
values” 99, que se puede paragonar, como declara el publicitario francés Jaques
Séguéla (1982), con las estrellas hollywoodianas, marca-estrella, cuyo canal de
propaganda utiliza la estrategia de “product placement”, es decir, la introducción
de productos dentro de las obras de entretenimiento preferidas por una generación
de jóvenes deseosa de protagonismo, en la que se genera la necesidad de
identificación con el modelo propuesto. El entrelazamiento entre brand y
producciones audiovisuales no se verifica por primera vez en 1998, sino que lo
que cambia es la mentalidad detrás del concepto de comunicación de un producto,
que no se introduce como mercancía en sí misma, sino como marca que gobierna
una relación entre deseo y deseabilidad social. 100 Sexo en Nueva York, en
definitiva, actúa con relación a su público como marcadora de tendencias de
consumo jamás llevadas a cabo antes y guía de consumo de moda, relaciones,
amor y amistad.
98
Ibíd., cfr.,págs . 109,110
Ibíd., cfr., p.112
100
Ibíd.
99
114
En toda la serie el esmero por la imagen de las protagonistas empieza en la
primera temporada, en la que el objeto del deseo está representado por los zapatos
Manolo Blahnik, popularizadas masivamente por la serie; en las temporadas
siguientes se extiende a todas las prendas y acesorios de vestir. No es una
coincidencia que la serie tenga lugar en Nueva York, capital mundial de la
disponibilidad de bienes y las compras extremas, y termine en París, capital de la
moda.
La moda se convierte hasta en criterio y baremo de las elecciones
sentimentales de las protagonistas: ellas cambian y eligen sus parejas con la
misma naturalidad y con los mismos criterios de discernimiento con que cambian
sus prendas de vestuario. 101 La moda tiene un papel fundamental en cuanto a
pasión que, además de por los hombres, une a las cuatros protagonistas,
convirtiéndose en la base de su amistad, porque complace su necesidad innata de
cohesión y, al mismo tiempo, de diferenciación individual.
Como afirma el sociólogo Abbruzzese, las cuatros amigas, más que “estar
de moda”,”son moda”; tanto que la voz en off de Carrie, en el epílogo de la
primera película, cuando se halla con sus amigas, dice: “En la misma ciudad en la
que se habían conocido siendo unas crías, cuatros mujeres neoyorquinas entraban
en la siguiente etapa de sus vidas vestidas de arriba a abajo con las prendas de su
amor, que es la única marca que nunca pasa de moda”.
101
Antonio Iannotta, Manhattan, la New York di Sex and the City, en Alfonso Amendola, è tutto
Sex and the City, cfr., p.121
115
CAP. IV La Censura
Para que un producto audiovisual sea utilizable a nivel internacional tiene
que pasar a través del proceso de traducción audiovisual, es decir, la traducción de
los diálogos en la lengua original a la lengua del país en que será distribuido el
producto.102 Antes de su distribución, todos estos productos pasan por la censura,
o sea, la práctica que examina cada obra de arte con el intento de quitar todo
aquellos elementos considerados insultantes a nivel personal y/o moral por la
cultura de llegada. 103 En la traducción multimedia la censura obra también
mediante el doblaje y subtitulado, que se utilizan para ocultar la omisión o la
transformación de elementos, alusiones o referencias eróticos, groseros o
incómodos.
102
Fay. R. Ledvinka, What the fuck are you talking about?, eris pamphlet, cfr., p.14
103
Ibíd., págs. 15,28
116
4.1 Historia de la censura en Italia
En Italia la censura es una institución centenaria que comenzó durante el
Gobierno de Giolitti en 1913 104, cuando se fundaron comisiones especiales para
impedir la distribución de películas que podían ser consideradas insultantes
respecto a usos y costumbres locales. Durante el Fascismo la censura fue aún más
potenciada hasta que en 1934 fue instituida una Dirección General de
Cinematografia para impedir que la gente viese un estilo de vida diferente de lo
que imponía el régimen fascista de su País. Cuando cesó la Segunda Guerra
Mundial el artículo 21 de la Constitución ratificó la libertad de pensamiento y
expresión. Hoy en día la ley en vigor acerca de la inspección de películas y obras
de teatro n. 161 del 21 de abril de 1962 condiciona su proyección y exportación al
visto bueno de una comisión. Esto demuestra que las instituciones son conscientes
de que su pueblo tiende a imitar lo que ve en la pantalla y por lo tanto tienden a
impedir al público la visión de culturas y estilos de vida diferentes. El hecho que
hoy Italia esté todavía sometida a una ley tan vieja muestra hasta qué punto el País
italiano es de mente estrecha, o al menos, cuánto intentan las instituciones limitar
la apertura de mente de su pueblo.
En cambio, en los Estados Unidos no existe censura cinematográfica; más
bien hay una clasificación de la MPAA (Motion Pictures Association of America)
de películas en cincos categorías, avisando en el caso de que las películas no sean
adecuadas para niños o para menores de una cierta edad por su contenido.
También en Italia la industria cinematográfica utiliza la censura para clasificar las
películas en base a sus contenidos, desde la visión que admite todos los públicos,
104
Ibíd., págs. 29-34
117
la que sugiere guía paterna, hasta la que está prohibida para los menores de 18
años.
No obstante, la censura de imágenes y, sobre todo, la censura total de
diálogos - como su mala traducción, que desvirtúa el texto original - perjudican el
producto creado originalmente por el artista e impide al público elegir lo que
quiere ver y juzgarlo por lo que es en realidad.
En las raíces de la acción de censura está el principio de que debe
considerarse tabú - palabra polinesia que significa “prohibir, prohibido”- todo lo
que tiene que ver con religión, excrementos y sexo, o que impone restricciones
sociales a los individuos tanto en la manera de comportarse como en la manera de
hablar.105 Todo lo que es considerado lenguaje tabú se encuentra en la categoría
de las “palabrotas” que deben evitarse, porque se consideran insultantes,
discriminatorias, inmorales y socialmente inadmisibles. No obstante, ha pasado
mucho tiempo desde el origen de la palara tabú, y las mentalidades de los países
son más abiertas, y las palabrotas y referencias a la esfera sexual están ahora a la
orden del día. Por esto también en Italia una serie televisiva como Sexo en Nueva
York ha tenido éxito.
4.2 Censura de Sex and the City y efectos producidos
La emisora HBO (Home Box Office), que pertenece a la Time Warner
Entertainment Company, es la televisión por cable que produjo y emitió Sexo en
Nueva York por la primera vez, y que al ser casi totalmente ajena a la censura, ha
permitido la distribución de un producto como Sexo en Nueva York , singular por
105
Ibíd., cfr., págs. 21,22
118
su ironía, sus escenas al mismo tiempo provocativas y cómicas, y por sus
peculiares diálogos sin tapujos, en los cuales no hay nada tan escandaloso que no
pueda ser dicho por cuatros mujeres cuyos diálogos recuerdan a la camaradería
masculina. En América la HBO empezó a transmitir la serie en 1998 entre las
20.00 y 00.30, mientras que en Italia la serie llegó dos años más tarde - en 2000 por el canal privado nacional LA7, donde se transmitía fuera del horario de
protección infantil: en un primer momento a partir de
medianoche y en un
segundo momento a partir de 22.45. Hoy en día en Italia las la serie se emite en
horario de protección infantil en el canal Fox de SKY y los DVD italianos de la
serie recomiendan la guía paterna.106 Esto significa que, por lo que concierne a
esta serie, en Italia la censura ha actuado en la programación, la elección de
canales que la han transmitido y mediante la traducción audiovisual, pero cabe
subrayar que por lo menos los contenidos visuales no han sido censurados en
absoluto.
La traducción en italiano de los diálogos, más que cortar escenas, ha
moderado el lenguaje fuerte, las alusiones y las referencias a la esfera sexual. Esto
es probablemente debido a la autocensura de los traductores por su pertenencia a
un país como Italia, donde los tabúes tienen raíces más profundas y la mente es
estrecha en comparación con América, y más aún en comparación con Nueva
York.
106
Delia Chiaro, Not in front of the children? An analysis of sex on screen in Italy, Universidad
dieBologna, Forlì, cfr., págs. 256- 270
http://www.lans-tts.be/img/NS6/LANS6_Co.pdf
119
No hace falta un análisis de la traducción para notar que pasando de la
lengua original al italiano hay elementos que se pierden y efectos diferentes con
respeto al original. 107
Primero, se pierden el ritmo y la fluidez de la lengua original, y la
inmediatez del intercambio de partes. Segundo, se pierden los diferentes acentos
causados por la diferente procedencia que caracteriza a los personajes que viven
en la “Gran Manzana”, porque en el doblaje italiano éstos son sustituidos por la
excelente dicción de los dobladores y por el empleo exclusivo del italiano
estándar, que genera un lenguaje demasiado comprensible y unitario en
comparación con el lenguaje variado y fuertemente característico del americano.
Esta serie deja el sonido de los actores tal y como es aunque no se oiga
claramente: los personajes de Sexo en Nueva York hablan con naturalidad,
chapurrean las palabras y a veces cortan sus finales, mientras que en italiano la
comprensibilidad y la perfecta pronunciación de las palabras eliminan el efecto de
“problemas de comunicación”, que es un elemento esencial de toda la serie. Otro
elemento de diferencia y de moderación está causado por el doblaje que reduce al
silencio el característico vocerío de Nueva York, produciendo una versión menos
realista que resulta demasiado “silenciosa” comparada con la versión original.
Aunque no se percibe, la versión en lengua italiana es algo diferente de la
original a causa de la censura por medio de la traducción/doblaje, que modera
temas sexuales concretados en nombrar los órganos genitales y las referencias a
relaciones sexuales.108 Es cierto que el doblaje está sujeto a límites y reglas tales
como la sincronización labial, pero cabe subrayar que las moderaciones y los
107
108
Ibíd.
Ibíd.
120
cortes más frecuentes siempre ocurren en coincidencia con diálogos que contienen
argumentos tabúes (sexo en concreto). Sin embargo, la adaptación no puede ser
excesiva porque se arriesga a desvirtuar las escenas y privarlas de su audacia.
En lo relativo a nombrar los órganos genitales, por ejemplo cuando las
protagonistas se refieren al pene, además de usar el mismo término en inglés
“penis”, ellas usan términos más connotados por tabúes y más vulgares: “dick” y
“cock” (“rabo”, ”polla”), que la traducción italiana modera traduciéndolos como
“uccello” (literalmente “ave”) o nada menos que reduciéndolos al simple
pronombre “lo” (“lo/le”). El término más vulgar “cock”, que en americano se usa
muchísimo, se traduce raramente en italiano con su exacto correspondiente. No
obstante, elegir el término “uccello” crea un efecto simulado, pues en italiano este
término se utiliza poco, a diferencia de su correspondiente vulgar “cazzo” (en
español “polla”), generalmente utilizado. Lo mismo pasa en lo relativo a nombrar
los órganos genitales femeninos, puesto que, además de la palabra “vagina” (igual
en español), las protagonistas usan los términos vulgares “pussy” y “cunt” (en
español “chocho” y “coño”), que en la traducción italiana pierden su fuerte
connotación vulgar y son traducidos con términos débiles como “passera”
(literalmente gorrión) o nada menos que “patatina”(literalmente patatita), y otros
términos como los que emplean los niños. Este aspecto de la censura italiana,
además de deberse a los tabúes, deriva del hecho de que en inglés existen y se
dicen muchas más palabrotas (sobre todo de inspiración sexual) que en italiano;
por eso traducirlas todas daría un tono forzado al italiano. Además, mientras que
en América hay un lenguaje común en todo el País, Italia se caracteriza por la
presencia de dialectos regionales, y la mayoría de las palabrotas se dicen en el
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propio dialecto. Por consiguiente, en cada dialecto existen muchos más términos
para decir palabrotas, pero obviamente la serie no se puede doblar en dialecto,
porque esto impediría la comprensión a todos los que no conocen aquel dialecto
en particular.
Lógicamente, la censura actúa también cuando se habla de relaciones
sexuales. En americano “fuck” (en español “joder”) es una palabra que se utiliza
mucho, hasta el punto de que se emplea como simple muletilla, aunque sea fuerte.
A menudo se traduce en italiano como “cazzo” (en español su equivalente en
lenguaje vulgar sería “coño”) pero muchas veces se omite, porque si fuera
traducido cada vez que se encuentra en americano y en algunas frases en
particular, el italiano resultaría afectado y enredado, y perjudicaría la fluidez del
habla. Sin embargo, hay frases en las que traducirlo es indispensable para expresar
su intensidad. Además del uso de “fuck” como muletilla y al uso de “fucked” en
el sentido de “engañado” o mejor “tomar el pelo”, “fuck” (en español “follar” o
“joder”) es también una palabra que se refiere al acto sexual y a menudo se
traduce en italiano con el más débil “scopare” o “farsi qualcuno” (en español
“tirarse a alguien”) o de manera aún más débil “farlo” (literalmente “hacerlo”),
traducción que comunica el mensaje de manera inequívoca, pero no consigue
expresar su intensidad, y a menudo produce un efecto disonante respecto al
énfasis de la gestualidad y de la mímica facial de los personajes.
Pese a la censura, Sexo en Nueva York ha sido un producto innovador que
ha pasado el umbral de lo “decible”, gracias a la audacia de sus diálogos y de los
temas tratados, tanto en Italia como en numerosos Países de todo el mundo,
capeando el público marginado al que había sido destinado, y se ha ganado la
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admiración de aficionados y admiradores - no solo mujeres -, llegando a ser una
auténtica serie de culto de los años noventa.
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Conclusión
A medio camino entre un cuento metropolitano hecho de zapatos de tacón,
marcas y vida mundana, y un audaz documental sobre el estilo de vida
neoyorquino y las relaciones, el verdadero sentido de esta serie televisiva, que ha
ganado fanáticos en todo el mundo, estriba en la importancia que ella atribuye a la
existencia y en su capacidad de crear un vínculo afectivo entre los personajes y la
trama por un lado, y los espectadores por otro.
En medio de las razones del éxito de la serie está el atractivo de los temas
tratados y su actualidad, y el descaro con que éstas se afrontan, sin tabúes en el
lenguaje ni en las imágenes, y sin caer en lo vulgar.
El tono ligero y despreocupado, alternado con un tono profundo y
reflexivo, a menudo irónico y desacralizador, y a veces serio y cautivador, hace
que los argumentos tratados, que abarcan de lo fútil a lo laborioso, nunca resulten
pesados; más bien a la vez interesantes y agradables.
Estos dos elementos han contribuido a hacer de Sexo en Nueva York un
actual, amado e indispensable vademécum acerca de las relaciones interpersonales
y la vida para todos sus aficionados.
Lo que en mayor proporción ha contribuido al éxito de Sexo en Nueva
York es la cotidianeidad de la serie, que involucra a sus espectadores episodio
tras episodio, día tras día, casi en calidad de interlocutores directos de las
reflexiones de Carrie acerca de su vida, haciéndolos participar en las aventuras de
las protagonistas, e incluyéndolos en los más íntimos y embarazosos secretos que
se confían a los espectadores, hasta el punto de crear un vínculo afectivo entre
relatos, personajes y espectadores. Las cuatro protagonistas llegan a ser para sus
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aficionados un modelo en el que inspirarse, y compañeras de vida, generando en
ellos una especie de inconsciente compensación de una existencia insatisfactoria y
poco emocionante, gracias a la identificación con estos personajes estereotipados
que no representan un tipo de mujer sino un lado de la personalidad de cada
mujer; formas de ser que cada uno tiene la capacidad de manifestar o que quedan
no expresadas y se cumplen por medio de la fruición de la serie.
En conclusión, los que conocen la serie solo de oídas o han visto solo
algunos episodios con discontinuidad critican Sexo en Nueva York y lo juzgan
como algo superficial, que muestra una vida surrealista y comportamientos
libertinos, como un escaparate de marcas inalcanzables y de lujo asiático, y cuyo
palco escénico es Nueva York, ciudad de los deseos y del estilo de vida mundano
y sin sentido. En realidad quienes siguen la serie son conscientes de asistir a una
vida que no es real, a la que se entregan para distraerse al menos un rato de los
problemas de su vida, contando con un producto que tiene un desenlace casi
siempre feliz, pero que a fin de cuentas no es tan diferente de la vida real porque,
aunque estas mujeres se han realizado y viven una vida agradable y acomodada,
ellas tampoco pueden ahorrarse tener que enfrentar vacilaciones y problemas en la
vida, al igual que la gente común.
La lección que aprendemos de esta serie es que, aunque no está mal gozar
de agradables complementos, los únicos zapatos que pueden impedirnos caer en la
vida son valores como la amistad y el amor.
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