supermercati della vita - Associazione Laicale Missionaria
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supermercati della vita - Associazione Laicale Missionaria
Ed i t o r i a l e di Ester Mantovan I SUPERMERCATI DELLA VITA Finalmente ho capito: la Parola è il pane della vita che occorre imparare a mangiare, quotidianamente. Non si può trangugiare tutta d’un fiato, non serve a niente; non si può sbocconcellare quando se ne ha voglia…. neanche il desiderio rimane. Non si può mangiarla oggi anche per domani, non è accumulabile. Quando si capisce tutto questo allora lo spirito e il corpo vanno di pari passo e ci si sente in armonia con se stessi. E’ un dono, l’unico merito per riceverlo è la costanza nel tempo, senza stancarsi, mettersi con calma a leggere con il cuore la Parola di Dio che, d’improvviso si accende, illumina, riscalda il cuore e la mente, irrompe con tante fiammelle dentro di noi. Diventa poi naturale leggere la Parola, i salmi, le varie letture, lentamente, evocando interiormente le visioni di ogni parola letta che diventa così reale perché tocca ambiti concreti di oggi, non di secoli fa. E’ da qui che è nata la grande esigenza di tenere sempre desto lo spirito. Come per il nostro corpo abbiamo bisogno di alimenti, di acqua e di sonno, e stiamo anche molto attenti a quello che compriamo e dove lo compriamo, così anche il nostro spirito ha bisogno di supermercati di vita dove poter trovare il pane soprannaturale. Abbiamo bisogno cioè di cercare questo cibo spirituale che ci possa far star bene nello spirito. Non possiamo dire: “è già molto se vado a messa la domenica!” La ricerca di questo pane è quotidiana. Ben vengano quindi tutti quei SUPERMERCATI DELLA VITA, luoghi dove lo spirito può trovarsi bene potendo scegliere cosa e come “mangiare”. Quante volte sentiamo il desiderio di infinito dentro di noi, quante volte il “cielo”, lo spirito ci fa presente che ha fame? Lo sentiamo questo grido? (Gal. 4,6) Non dipende dalle nostre ricchezze o dalla nostra povertà materiale. Il grido HO FAME si fa sentire quando meno ce lo aspettiamo solo che richiede attenzione anche se a volte è talmente forte che non si può fare a meno di accorgersene. E’ proprio questa riflessione che mi ha messo nel cuore il desiderio di cercare il pane soprannaturale e di pormi la domanda: cosa posso MANGIARE perché il mio spirito VIVA? Ho capito che era importante organizzare bene il tempo durante l’anno. Non basta fare il bene e muovere gli avvenimenti per il bene occorre anche dare del tempo all’ESSERE. Anche a Cittadella ho trovato tante belle opportunità come il corso biblico del centro Charles de Foucauld sul Vangelo di Luca, gli Atti degli Apostoli e l’anno della fede; il corso biblico parrocchiale sul Vangelo di Giovanni e altri corsi della CASA DI SPIRITUALITA’ di Camposampiero con diverse iniziative, con un certo ritmo di vita che scandisce il tempo del corpo e dello spirito. Anche la nostra vocazione si rafforza, allora, si cresce e si vive sotto lo sguardo consolante e presente del Padre. marzo 2013 ● la bisaccia 3 dal mondo Scelte di Risurrezione Di Rita gallo scuola, andrò avanti da sola, pagherò le tasse con il mio lavoro: ho già iniziato “la Kibrawa” (lavoro a giornata) e metterò da parte il denaro necessario”. Rita in visita ad una amica!!!!! Una delle tante giornate belle volge al termine ed io mi sto godendo un meraviglioso tramonto nel contesto di una natura viva e ricca di verde e fiori dopo le ultime piogge. Davvero un clima ottimo, rilassante sotto tutti gli aspetti. Un vero dono del Signore. Anche la popolazione è felice, tutti con la zappa in mano, non lasciano incolto nessuno spazio di terreno, neppure il più piccolo attorno a casa. Tutti sperano che le piogge proseguano regolari ed arrivi il raccolto, sono felici anche se oggi devono ridurre il cibo; purtroppo molti si devono accontentare di un solo pasto al giorno. La siccità in queste zone rurali crea grossi problemi; per fortuna loro sono abituati ai sacrifici, non si scoraggiano facilmente. Oggi per me è una delle giornate speciali, non certamente 4 la bisaccia ● marzo 2013 solo per la bellezza del creato, no, c’è qualcosa di più profondo. Infatti continuo a pensare a Frida, alla sua scelta, decisione che mi riempie di gioia, ma anche di trepidazione. Frida è una giovane studente al IV anno di scuola secondaria, volitiva, irrequieta, ribelle ed egoista, pretende tutto da tutti. Orfana di padre, abbandonata della madre, la quale si è fatta una nuova famiglia. Questa giovane, fino allo scorso anno, ha avuto un valido supporto dai parenti, i quali, proprio per il suo carattere impossibile, l’hanno lasciata senza nessun tipo di sostegno. Frida, nella sua solitudine, non si è scoraggiata, anzi ha avuto un sussulto d’orgoglio, questa volta positivo. Mi disse: “scelgo di continuare la La sua decisione mi ha lasciata senza parole; a convincermi che Frida faceva sul serio è stato il suo sguardo volitivo, sereno e fiducioso. La sua è una scelta che la rende libera, capace di dare un senso alla sua giovane vita, di guardare al futuro con fiducia. Al tramonto, mi ritorna alla mente quanto scritto da Thomas Merton: “Ogni scelta che ci fa liberi è una resurrezione di Cristo nella nostra vita”. Non so se Frida è consapevole dell’importanza della sua scelta, mi auguro trovi in se stessa e in Dio la forza di viverla fino in fondo. Per quanto mi riguarda, ringrazio il Signore per questa opportunità di riflessione proprio mentre si avvicina la Pasqua – Risurrezione di Cristo che trasforma e dà senso alle tante nostre piccole ed insignificanti scelte della nostra vita. Febbraio 2013 dal mondo Cecy Barcena ha terminato nel Gennaio 2013 la sua esperienza missionaria di due anni in Tanzania. Ci ha inviato questo “Riassunto” per condividere con noi la gioia di ciò che ha vissuto. Grazie Cecy per il tuo prezioso servizio e per i bellissimi articoli che ci hai sempre inviato e che sicuramente sono stati apprezzati da tutti i lettori della Bisaccia. Auguri per il tuo futuro!!!! RESUMEN di Cecy Barcena RIASSUNTO di Cecy Barcena ¡Uf! Para resumir esta extraordinaria experiencia que Dios me ha concedido vivir puedo decir lo siguiente: Per fare un riassunto di questa straordinaria esperienza che Dio mi ha concesso di vivere, posso dire quanto segue: DOY GRACIAS A DIOS por haberme llamado y sostenido durante estos dos años que, al principio fue difícil pero ya después se fueron como agua en las manos…¡GRACIAS SEÑOR! RINGRAZIO DIO per avermi chiamato e sostenuto durante questi due anni che all’ inizio sono stati difficili però, dopo, sono passati come acqua nelle mani … GRAZIE SIGNORE! Este bello país rico en recursos naturales tiene sus contrastes como todos los países. Según las estadísticas, de los 30 países más pobres del mundo, Tanzania es uno de ellos. Hacen falta el impulso de proyectos a mediano y largo plazo para combatir la pobreza y la pandemia del SIDA y sus consecuencias. Questo bel paese, ricco di risorse naturali, ha i suoi contrasti, come tutte i paesi. Secondo le statistiche, la Tanzania è uno dei 30 paesi più poveri del mondo. Manca l’ impulso ai progetti a mezzo e lungo termine per combattere la povertà e la pandemia dell’ AIDS con tutte le sue conseguenze. La región de Iringa que yo conocí es visitada por muchos turistas debido a los Parques Naturales de animales y creo que es un punto a explotar de manera consciente. Así lo hacen los Tanzanianos, pero hacen falta recursos. La regione di Iringa che ho conosciuto è visitata da molti turisti. Ci sono Parchi Naturali di animali e credo che sia una zona da esplorare a fondo. En cuestión de fe…aquí no se ha aparecido ni la virgen ni ningún otro santo. . Así que no me atrevo a decir que sea una fe superficial como sostienen algunos europeos. No tienen esta dinámica de dimensiones y tantos grupos, sólo las comunidades eclesiales de base, los coros, catecismo, etc. Cursos y congresos muy pocos, apenas se están abriendo a esta dinámica eclesial. Por lo que sostengo que es fe y punto. Quanto alle questioni di fede … qui non è apparsa la Madonna né altri santi. La gente ha ugualmente fede e non una fede superficiale come sostengono alcuni Europei. Non hanno tanti gruppi, soltanto comunità ecclesiali di base, cori, catechismo, ecc. Corsi e Seminari sono rari: si stanno appena aprendo a questa dinamica ecclesiale. Per questo io sostengo che è fede e basta. marzo 2013 ●l a bisaccia 5 dal mondo Gozan de una relativa paz que ya quisiéramos en México, Aquí los niños caminan solitos hasta el kínder, sin la necesidad de ir de la mano de los padres. Y así mismo regresan, cosa que me sorprendió tanto. Hanno una pace relativa che ci piacerebbe avere in Messico. Qui i bambini vanno a piedi da soli fino all’ asilo, senza che i genitori li prendano per mano, lo stesso quando tornano a casa, cosa che mi ha causato stupore. Encontré muchas similitudes de México con la Tanzania, en general. Les gusta el baile, el canto, lo traen en la sangre; les gusta reunirse, festejar cada cosa; tienen muchos “puentes” de descanso, jeje, hay corrupción, estupefacientes, amor a la patria; gente trabajadora y gente floja, gente dependiente del dinero de los “blancos” y gente que lucha a diario para el sustento de la familia. Ho trovato molte similitudini tra Messico e Tanzania, in generale. A loro piace ballare, cantare, lo hanno nel sangue; piace incontrarsi, fare festa per qualche occasione. Durante le ore di lavoro fanno molte soste, c’è la corruzione, la droga. C’è gente che lavora tanto e gente pigra, gente che si attacca molto al soldi dei “bianchi” e gente che lotta ogni giorno per portare avanti la famiglia. Los jóvenes, la esperanza de que las cosas empiecen a cambiar por el bien de este pueblo. Espero que Dios les acompañe para que defiendan su juventud y la sepan manejar con responsabilidad y amor propio. La educación es un gran reto. Si esta generación se da cuenta de que con la educación se puede mejorar el nivel de vida en general, podrán llegar inversiones del extranjero y el progreso…con las consecuencias de este también, obviamente. Acá tienen la fiebre de los celulares y un poco el internet. La tecnología les llegó de “zopetón”, es decir, no tuvieron el proceso de comunicación del telégrafo hasta el i-pad, así que ahora es la novedad y necesidad. El problema es que si quieres comprar algún aparato electrónico tienes el riesgo de que salga de mala calidad. A la Tanzania llega mucho producto de pésima calidad (chinos), pero se vende y así se activa la economía. La cultura “Hehe” que habita en esta región de Iringa tiene sus supersticiones, así como nosotros en México. Espíritus, mal de ojo, brujería, chismes y demás son pan del diario, así como en México, jeje. 6 la bisaccia ● marzo 2013 I giovani, rappresentano la speranza che le cose comincino a cambiare per il bene di questo popolo. Spero che il Signore li accompagni perché sappiano difendere la loro gioventù e la sappiano gestire con responsabilità e amor proprio. L’ istruzione è una grande sfida. Se questa generazione si rende conto che con la istruzione può migliorare il livello di vita in generale, potrà arrivare il progresso con tutte le sue conseguenze positive. Qui c’è la febbre dei cellulari e un po’ di Internet. La tecnologia è arrivata tutta ad un tratto, non hanno avuto il processo di comunicazione dal telegrafo fino al tablet, così questa è la novità e il bisogno. Il problema è che se si vuole comprare un apparecchio elettronico, c’è il rischio di prenderne uno di bassa qualità. In Tanzania arrivano molti prodotti cinesi che, come si sa, non sono dei migliori, però si vendono e così si muove l’ economia. La cultura “Hehe” presente in questa regione di Iringa, ha le sue superstizioni, così come noi le abbiamo in Messico. Spiriti, malocchio, stregoneria, continuo sparlare e altro sono pane quotidiano. dal mondo La cultura “Masai” es maravillosa; también tiene sus puntos interrogativos como la poligamia, pero veo que viven en paz. Es una cultura enigmática. La cultura “Masai” è meravigliosa: anche loro hanno i loro punti interrogativi come la poligamia, però vedo che vivono in pace. E’ una cultura enigmatica. Quiero dar agracias a mis Papás, hermanos, cuñadas, sobrinos y sobrinas por su apoyo, comprensión y paciencia en todo este tiempo. También doy gracias a mi parroquia que estuvo al pendiente de mis cartas y Norma las imprimía para la gente que no usa internet. Quisiera agradecer también a la Asociación Laical Misionera la gran oportunidad y la confianza que me brindaron al realizar esta bella experiencia misionera. Voglio ringraziare i miei Genitori, fratelli, cognate e nipoti per il loro sostegno, comprensione e pazienza in tutto questo tempo. Voglio anche ringraziare la mia parrocchia che mi ha seguita attraverso le mie lettere e Norma che ha stampato per le persone che non usano internet. Voglio ringraziare la Associazione Laicale Missionaria per la grande opportunità e la fiducia concessa per realizzare questa bella esperienza missionaria. Nos vemos mi hermosa Tanzania, gracias por recibirme sin pedir que yo viniera. Gracias por enseñarme tantas cosas sin que terminara de aprender. Gracias por tu piel oscura, tus ojos serenos, tus pestañas rizadas, tu canto y tu baile. Gracias por compartir tu fe conmigo, tu fe en el Único Dios. Arrivederci mia bella Tanzania, grazie per avermi accolto. Grazie per avermi insegnato tante cose senza finire di imparare. Grazie per la tua pelle scura,i tuoi occhi sereni, le tue ciglia folte, il tuo canto e il tuo ballo. Grazie per condividere la tua fede con me, la fede in un unico Dio. No sé cómo voy a llenar los huecos que ya empiezo a sentir en mi corazón sin tu presencia; ¿dónde y con quién vaciaré toda esta experiencia? Nos vemos pronto, primero Dios Non so come riempierò i vuoti che già comincio a sentire nel mio cuore senza la tua presenza. Dove e con chi potrò condividere questa esperienza? Ci vediamo presto, a Dio piacendo!! marzo 2013 ● la bisaccia 7 dal mondo NEWS di Clementina Iezzi E’ ormai più di un anno che mi trovo a Nyumba Yetu (Casa dei Bambini). Beh, preferisco ora a un anno fa quando non sapevo ancora che cosa mi aspettava venendo qui. Ora mi sento a mio agio e al mio posto in quello che sto facendo. La vita di questo posto nelle sue diverse sfaccettature assorbe tutto il mio tempo e le mie energie mentre nello stesso tempo continua a darmi nuovi stimoli e ad insegnarmi cose nuove. Da quando sono venuta a Ismani ad ora molta gente è passata per questo centro. Molte persone sono cambiate e tra breve altre si avvicenderanno. Alcune di loro sono state una ricchezza averle accanto e ne sentirò di più la mancanza soprattutto quando tra un po’, rimarremo solo un paio della vecchia guardia. I ragazzi del servizio civile hanno finito in gennaio il loro anno, anche Cecilia, la volontaria ALM messicana, con la quale ho passato in buona compagnia questi ultimi mesi, ha completato i suoi due anni ed è tornata in Messico. Cecilia è stata sostituita da Juana Elena Estrada, volontaria messicana ALM. Con la partenza di Augusto all’inizio di dicembre, (il volontario amministratore fin dall’apertura del centro), e con la venuta a Nyumba Yetu di una Comunità di Fratelli Africani, possiamo dire che è iniziato il processo di africanizzazione di questa struttura. Ci stiamo avviando concretamente lungo il cammino della consegna di Nyumba Yetu alla diocesi di Iringa nel 2015. I Fratelli si occuperanno della parte amministrativa (per ora come aiuto a Lina, l’incaricata di Agrigento) e della manutenzione. Come qualcuno forse ricorda, Il mio lavoro a Nyumba Yetu, consiste nel coordinare le quattro case famiglia aperte, e seguire la parte sanitaria dei bambini sieropositivi e non. Il lavoro più grande però direi che non è legato ai bambini che sì, danno da fare, ma che comunque nella vita giornaliera normale sono seguiti e accuditi dalle mamme e zie (così chiamiamo le donne che se ne occupano in ogni casa), bensì la gestione del personale che gira intorno alle case stesse. Questo è un mondo complesso, la cui convivenza nel centro non è sempre facile. Sono lavoratori a tutti gli effetti con le loro esigenze di orari, di ricambi, di ferie, di rimpiazzi, il solito che tutti sappiamo, ma sono soprattutto un mondo a sé, profondamente imbevuto della cultura locale, con un livello di istruzione per lo più solo di base. Il loro è un mondo dentro il mondo di Nyumba Yetu, un mondo complesso che va conosciuto e seguito, ma soprattutto gestito. 8 la bisaccia ● marzo 20013 dal mondo Il benessere dei bambini ,come potete immaginare, dipende molto anche dall’atmosfera che si respira tra il personale che si occupa di loro. L’impegno nostro, mio in particolare, è di cercare di mandare avanti le cose, avendo a cuore tutto ciò che è la vita e le relazioni di queste persone. Sono profondamente convinta che non varrebbe la pena per noi “missionari” partire, venire qui e freddamente lavorare come in un’azienda. Pur dovendo essere a volte molto fermi e seri, un messaggio e una testimonianza da cristiani deve comunque partire e poter arrivare a queste persone. E’ una sfida continua che mette in gioco cervello, cuore e professionalità, caratteristica questa a cui io tengo particolarmente anche come missionaria. Non sto a dirvi quello che facciamo perché sarebbe un po’ lungo e difficile. Il lavoro non è solo all’interno di Nyumba Yetu è anche all’esterno, nei 24 villaggi da cui provengono i nostri bambini o dove vivono quelli già usciti, per tenere un filo diretto con le famiglie e monitorare, per quello che è possibile, la loro situazione mano a mano che crescono, ma anche fare seminari per far capire alla gente il problema di base che genera bambini destinati a diventare orfani, cioè l’AIDS. L’impegno maggiore comunque è di rendere capaci queste persone con cui mi trovo a lavorare ad essere capaci loro stesse di pensare e fare autonomamente, quello che ora necessariamente dobbiamo fare insieme. E’ un processo lungo e faticoso, ma solo questo serve. Le scelte future spetteranno a loro stessi in base alle capacità di pensare e fare, acquisite ora. L’esperienza che sto facendo a Nyumba Yetu è particolare! Con i bambini ero abituata dagli anni passati in pediatria, e di neonati ne ho spupazzati parecchi negli anni di ostetrica. Qui però è diverso, è vivere continuamente a contatto con 40 di loro. Sono bambini come tutti, giocano, piangono, ne combinano di tutti i colori, si ammalano, litigano, scappano dalla scuola e via dicendo. Questo contatto continuo, averli sempre intorno e sentirli, vedere i loro cambiamenti, vederli vivere e purtroppo anche morire, (metà sono sieropositivi in trattamento), mi fa sentire molto mamma, nonna??? non ancora…!! ma soprattutto mi fa riscoprire e capire di più il loro mondo. Sono belli, alcuni pestiferi, ma me li sto godendo veramente, mi ripagano delle fatiche del lavoro. marzo 2013 ● la bisaccia 9 dal mondo LE MIE PRIME ESPERIENZE IN TERRA DI MISSIONE di Claudia Miyamoto - Volontaria Messicana ALM Hace ya un mes y medio que llegue a Kabwe, Zambia donde estare realizando mi trabajo como voluntaria. En el poco tiempo que llevo aqui he podido conocer un poquito, Kabwe es una Ciudad muy segura por lo cual se vive en paz y con tranquilidad, es una ciudad con clima calido, mucha vegetacion, con una poblacion aproximada de 250,000 habitantes , se dedican a la mineria y al comercio principalmente, el platillo tipico es un plato de vegetales con pollo y shima, esta es una mezcla espesa preparada a base de maiz, parece muy facil cuando la preparan pero el secreto principal esta en la manera en que se mezcla: esta medio pesadita se necesita buen brazo. La gente es encantadora sobre todo las mujeres y los ninos., Las mujeres son muy trabajadoras, amables y son muy bellas. los ninos son muy alegres y disfrutan hasta las cosas mas sencillas, son muy carinosos y extrovertidos. La gente conserva sus tradiciones a pesar que estan en proceso e apertura al cambio, la mujeres para ir a misa usan chitenkes se, ven muy lindas. La casa de mision en la cual vivire durante mi tiempo en Kabwe viven Amalia y Joyce, ambas son asociadas permanentes de ALM para los que no lo saben, son muy buenas personas y muy comprometidas en lo que hacen, ambas forman una linda familia y me han recibido muy bien por lo cual les estaré siempre agradecida. La comida en casa es deliciosa cada dìa es un manjar, Amalia es toda una experta de la cocina, y en la casa tiene un jardìn hermoso donde ha cultivado arboles frutales y vegetales y 300 gallinas las cuales llegaron apenas hace un semana, la idea es vender los huevos y tener de esta manera un poquito de ingresos extras para el sostenimiento de la casa. En la casa adjunta viven el jardinero y su esposa con dos hijitas, la mayor se llama Miriam y la pequena bebé se llama Letto, ambas son encantadoras, tambien hay dos perros muy juguetones sobre todo uno de ellos se llama pluto. 10 la bisaccia ● marzo 2013 E’ passato già un mese e mezzo dal mio arrivo in Kabwe, Zambia dove presterò il mio servizio come volontaria. In questo breve periodo ho potuto conoscere qualcosa: Kabwe è una città molto sicura con una popolazione di circa 250,000 abitanti in cui si vive in pace e in tranquillità. Il clima è caldo, la vegetazione lussureggiante , il lavoro nelle miniere e il commercio sono le principali attività. Il piatto tipico è un piatto di verdure con pollo e “nshima”, questa è una specie di polenta che sembra molto facile quando si prepara però il suo segreto principale è la maniera di mescolare, è un po’ densa e c’è bisogno di un braccio forte. Le persone sono incantevoli soprattutto le donne e i bambini. Le donne lavorano molto, sono gentili e molto belle, i bambini sono sempre gioiosi e sono felici con le cose più semplici, sono molto affettuosi ed estroversi. La gente conserva le sue tradizioni anche se sono aperte al cambiamento. Le donne soprattutto per andare in chiesa usano “chitenkes”(stoffe particolarmente belle e vivaci che si annodano alla vita). Nella casa di missione dove vivrò durante il mio tempo in Kabwe, abitano Amalia e Joyce, tutte due sono Associate ALM, sono persone molto buone e impegnate in quello che fanno, tutte e due formano una bella famiglia e sono stata accolta da loro molto bene e per questo sono loro molto grata. Il mangiare a casa è delizioso. Amalia è una esperta di cucina e la casa ha un bel giardino dove si trovano degli alberi da frutto e ortaggi e anche 300 galline che sono arrivate la settimana scorsa. L’ idea è quella di vendere le uova e avere in questo modo un po’ di soldi “extra” per il mantenimento della casa. Accanto alla casa abitano il giardiniere con sua moglie e due bambini: la più grandina si chiama Miriam e la piccola Letto, tutte due sono incantevoli. Ci sono due cani molto giocherelloni soprattutto uno che si chiama Pluto. dal mondo En cuanto a mi trabajo como voluntaria dio inicio el dia 14 de enero 2013, en la Escuela Robert Shitima de los Hermanos del Sagrado Corazon de Jesus. Il mio lavoro come volontaria, è iniziato il giorno 14 di gennaio 2013 nella Scuola Robert Shitima dei Fratelli del Sacro Cuore di Gesù. La escuela se divide en tres proyectos principalmente: ♦ Shitima Basic School que comprende la ensenaza a nivel primaria comprendida en 9 grados equivalente en Mexico a las primaria y secundaria. ♦ Julie Ann Children’s Home: Este proyecto es que los estudiantes que viven el los pueblos mas lejanos se quedan a vivir en la escuela, se les proporcona alojamiento, alimentacion, educacion, vestido, productos de higiene personal, utiles, en fin absolutamente todo lo que los ninos requieren para llevar a cabo su educacion integral, todo esto es sin costo alguno para los padres de familia. ♦ Outside Students:En este proyecto se les da apoyo a los estudiantes de otras primarias y se apoya a los estudiantes universitarios que muestran un buen desarrollo escolar. La scuola ha tre progetti principali: El objetivo principal es el apoyar e impulsar el optimo desarrollo humano de los estudiantes, de tal manera que una vez concluida su educacion puedan ser personas productivas y puedan regresar a sus pueblos y generar fuentes de ingresos no solo para ellos sino para los demas. L’ obiettivo principale è di sostenere e dare impulso allo lo sviluppo umano degli studenti in modo che, una volta finiti gli studi possano essere persone produttive quando tornano nei loro villaggi.. Mi trabajo es apoyar en lo administrativo a tres deptos como sigue: Brother George (USA) quien es el Gerente Ejecutivo a cargo de los tres proyectos y de la direccion de la escuela en general. Esta Cluny Mcpherson (Canada) como Gerente de operaciones y el Contador General Sokoni Mwelwa (Lusaka), que puedo decirles son unos caballeros y unos profesionales lo cual hace un excelente ambiente de trabajo y a pesar de ser culturalmente distintos han encontrado la forma de canalizar todos sus esfuerzos en el objetivo en comun que es el optimo desarrollo humano de los estudiantes y que alegria poder trabajar para esta causa. Il mio lavoro consiste nel dare un aiuto nell’amministrazione collaborando con: Fratello George (USA) che è il Responsabile Esecutivo dei tre progetti e della direzione della scuola in generale, Esta Cluny Mcpherson (Canada), Direttore Operativo, e il Commercialista Sokoni Mwelwa (Lusaka). Posso dire che sono tutti gentili e professionisti e questo crea un eccellente ambiente di lavoro. Culturalmente diversi, hanno saputo trovare la maniera di canalizzare tutti gli sforzi verso l’obiettivo comune che è lo sviluppo umano degli studenti ed è una gioia lavorare per questo. Estoy aprendiendo de cada uno de ellos, la semana entrante vendra uno de los contadores de Inglaterra para instalar el nuevo sistema y darnos la capacitacion correspondiente la verdad es que me encanta aprender. Sto imparando da ognuno di loro. La prossima settimana verrà un contabile dall’ Inghilterra per installare un nuovo sistema e darci la formazione adatta per seguirlo. Questo mi fa piacere perché mi dà soddisfazione imparare cose nuove. En la escuela lo ninos son muy lindos, no tengo mucho contacto con ellos debido al ritmo y a la naturaleza de mi trabajo pero de repente platicamos un poquito, los mas pequenos hablan bemba pero pronto aprenderan el ingles. Nella scuola gli studenti sono molto carini ma non ho molto contatto con loro per il ritmo del mio lavoro tuttavia ogni tanto parliamo un po’. I più piccoli parlano Bemba ma presto impareranno l’inglese. ♦ ♦ ♦ Shitima Basic School che comprende la scuola elementare e media. Julie Ann Children’s Home: Queste progetto è per gli studenti che abitano in villaggi lontani e rimangono a vivere nella scuola. Si offre loro vitto, alloggio, educazione, vestiti, prodotti per l’ igiene personale, materiale didattico, tutto quello di cui gli studenti hanno bisogno per portare avanti la loro formazione integrale, tutto questo senza spese per i genitori. Studenti esterni: In questo progetto si concedono borse di studio a studenti di altre scuole primarie e medie e anche ad alcuni universitari che hanno avuto buoni risultati scolastici.. marzo 2013 ● la bisaccia 11 dal mondo Mis horarios de Lunes a Viernes: 6:30 am misa, horarios de trabajo son 8:00-12:30 hrs. salgo a comer y regreso al trabajo de 14:3017:00 hrs, y aproximadamente a las 18:30 rezamos despues cenamos. MI medio de transporte son mis dos piecesitos los cuales tendran que acostumbrarse a las carreteras de aqui que realmente requieren mucho trabajo por delante y sobre todo en tiempo de lluvia, afortunadamente me traje mis tenis y mis botas para la lluvia gracias a Dios. Los sabados vamos a misa las 7:00 am y es el dia que hacemos limpieza en casa y lavar ropa y el resto del dia podemos si queremos ir al centro o lo que preferamos hacer es tiempo libre, el domingo vamos a misa a veces a las 8:00 am o a veces a la 9:00 am la misa dominical es Hermosa, me encanta como celebran aqui en Zambia, los ninos bailan y la gente en general, los coros muy bien organiizados, la misa puede durar como dos horas y media pero no se sienten.Los cantos son hermosos y siempre esta llena a mas no poder, en bemba es muy hermosa lo malo es que no entiendo nada, solo se como 8 frases en bemba es todo. Le mie giornate da Lunedì a Venerdì: 6:30 S. Messa. Lavoro dalle ore 8:00 - 12:30. Vado a casa per pranzo e torno al lavoro dalle ore 14:30 alle 17:00. Verso le ore 18:30 preghiamo e dopo mangiamo. Il mio mezzo di trasporto sono i piedi che hanno bisogno di abituarsi alle strade soprattutto nel tempo delle piogge, fortunatamente ho portato con me le scarpe da tennis e quelle adatte alle piogge, grazie a Dio. Il sabato andiamo a messa alle ore 7:00 ed è il giorno che facciamo la pulizie nella casa, laviamo la nostra biancheria, dopo possiamo andare in centro o dovunque ci piace andare perché è il nostro tempo libero. La domenica andiamo a messa o alle ore 8:00 o alle ore 9:00.La messa domenicale è bellissima, mi piace molto come si celebra qui in Zambia. Le bambine ballano e anche tutta la gente: la messa può durare anche due ore e mezza però non ci si rende conto. I canti sono bellissimi anche se non capisco quasi niente della lingua Bemba e la chiesa è sempre piena. Fino ad ora conosco solo 8 frasi in Bemba. A la fecha hemos pasado fechas importantes como el ano nuevo, el cumpleano de Amalia y hace poco tuvimos una reunion en casa con los Sacerdotes Salecianos y Las Hermanas de la congregacionde Caritas y dos amigos Ana y Tom que son voluntarios vienen de Polonia, pasamos una velada inolvidable, como siempre Amalia toda una anfitriona preparo una pizza que no tengo palabras para contarles es la pizza mas italiana y deliciosa que he probada, hecha en casa, preparo unas donas y lo mejor es que ya se como prepararlas, tambien un pastel de frutas, todos estuvieron muy contentos y fue una excelente oportunidad para compartir y poder unirnos mas como parte de la iglesia. Abbiamo vissuto date importanti come l’Anno Nuovo, il compleanno di Amalia e una riunione nella casa dei Sacerdoti Salesiani e dalle Suore della congregazione Caritas, due amici Ana e Tom che sono volontari polacchi. Abbiamo avuto una bella serata e Amalia, come buona ospite, ha preparato della pizza che non ho parole per descrivere, è la pizza più italiana e deliziosa che ho mangiato, fatta in casa. Ha preparato anche delle frittelle e così adesso so come farle, anche un dolce di frutta, tutti sono stati molto contenti ed è stata una opportunità per stare insieme. In questo modo possiamo essere più uniti come appartenenti alla stessa Chiesa . Bueno les ire contando mas con el paso del tiempo sobre mi desarrollo en el trabajo y sobre mis experiencias por ahora solo les puedo decir que estoy disfrutando mucho mi trabajo y que estoy echandole muchas ganas para ser una buena companera para Amalia y Joyce , la vida en comunidad es algo distinto en mi vida de lo cual tengo mucho que aprender. Continuerò a scrivere di più con il passare del tempo del mio lavoro e delle mie esperienze. Per adesso posso solo dire che sono molto contenta, faccio del mio meglio per essere una buona compagnia per Amalia e Joyce. La vita in comunità è per me qualcosa di nuovo e ho molto da imparare. Cuidense mucho y que Dios los bendiga Abbiate cura di voi e che Dio vi benedica. Con todo mi amor desde Kabwe. Con tutto il mio amore da Kabwe. Febrero 2013 Febbraio 2013 12 la bisaccia ● marzo 2013 dal mondo Dicen que la vida es como un libro que se escribe dia a dia y pienso que asi es, por tal motivo he querido compartir con ustedes esta experiencia misionera. “La fe vivida a traves de la mision” Juana Elena Estrada (Volontaria messicana) Dicono che la vita è come un libro che si scrive giorno per giorno e penso che sia cosi, per questo ho voluto condividere con voi questa esperienza missionaria. “La fede vissuta attraverso la missione” Juana Elena Estrada (Volontaria messicana) Primi giorni di Elena ad Isimani: con i bimbi di Nyumba Yetu e con Cecy e Clementina. (Gennaio 2013) En la vida todos los dias estamos tomando decisiones unas no tan importantes como por ejemplo , que me pondre el dia de hoy, veo la tele o hago ejercicio ,etc. , pero hay otras que son de vital importancia ya que cambian nuestra vida y son trascedentales como por ejemplo, que carrera estudiare, me casare , sere sacerdote , religiosa o religioso, me voy de misiones o continuo con mi vida como hasta ahora, etc.. El tomar una decision de este tipo no es facil, es un proceso que require de tiempo y discernimiento. En lo personal cuando tome la decision de ser misionera por dos anos tuve que pasar por diversas etapas como la illusion, el miedo, la insertidumbre, la aceptacion y el agradecimiento, ilusion porque cuando me hablaron de la mision el primer sentimiento que broto en mi fue precisamente ese la ilusion de poder anunciar a Cristo a traves del testimonio y las obras , miedo porque cuando me fui dando cuenta de que tenia que dejar familia, amigos, patria, costumbres, etc Nella vita tutti i giorni prendiamo decisioni, alcune non molto importanti come per esempio: che abito userò questo giorno, vedo la televisione o faccio ginnastica , ecc. però ci sono altre che sono di vitale importanza perché cambiano la nostra vita e ci trascendono come, ad esempio: che carriera studiare, mi sposerò, sarò sacerdote, religiosa o religioso, vado in missione o continuo con la mia vita come ho fatto fino ad ora, ecc. Il prendere una decisione di questo tipo non è facile, è un processo che richiede tempo e discernimento. Personalmente, quando ho preso la decisione di essere missionaria per due anni, ho dovuto passare per diverse tappe come l’ illusione, la paura, l’ incertezza, l’ accettazione e il ringraziamento. Illusione perché, quando mi hanno parlato della missione, il primo sentimento che è venuto fuori è stato proprio l’ illusione di poter annunciare Cristo marzo 2013 ● la bisaccia 13 dal mondo E ir a un lugar muy lejano, con otro idioma y sola senti miedo, insertidumbre porque tuve que enfrentar diversas pruebas y habia momentos en los que parecia que dios se ausentaba y no me permitia ver con claridad lo que el esperaba de mi, hubo momentos fuertes de oracion ante el sagrario pero al final terminaba siendo fortalecida en cada prueba, por fin pude ver con claridad cual era su voluntad y fue entonces que acepte y agradeci a Dios la oportunidad que me estaba dando de poder servirle a traves de la mision attraverso la mia testimonianza e le opere; paura perché, quando mi sono resa conto che dovevo lasciare la famiglia, gli amici, la mia patria, la mia cultura, ecc. e andare in un posto molto lontano, con altra lingua e da sola, ho sentito paura, incertezza perché ho dovuto affrontare diverse prove e c’erano momenti nei quali pareva che Dio fosse assente e non mi lasciava vedere con chiarezza quello che Lui si aspettava da me. Ci sono stati momenti forti di preghiera davanti al Santissimo Sacramento però alla fine mi trovavo più forte in ogni prova e ho potuto vedere chiaramente quale era la Sua volontà e in quel momento ho accettato e ringraziato Dio per l’ opportunità che mi offriva di poter servirlo attraverso la missione. Por fin despues de un ano de preparacion para la mision como voluntaria por dos anos de la asociacion laical misionera (ALM) llego el momento de emprender el viaje teniendo que dejar a toda la gente que quiero y que son una parte importante en mi vida. Dopo un anno di preparazione (formazione) alla missione, come volontaria per due anni, nell’ Associazione Laicale Missionaria (ALM) è arrivato il momento di iniziare il viaggio lasciando tutta le persone a cui voglio bene e che sono una parte importante nella mia vita. El viaje de Mexico a Roma me resulto bastante agradable ya que me encontraba acompanada por Claudia Miyamoto mi companera de mision, al llegar a Roma ya nos estaban esperando en el aeropuerto Mary Gallegos de Mexico, Nives y Franca de italia, dandonos un recibimiento muy calido y emotivo. Il viaggio dal Messico a Roma è stato abbastanza gradevole perché mi trovavo in compagnia di Claudia Miyamoto anche lei in partenza per la missione. Arrivando a Roma, ci aspettavano all’ aeroporto Mary Gallegos, (Messicana) Nives e Franca, (Italiane) che ci hanno accolto con molto calore ed entusiasmo. Nuestra estancia en Roma fue de 12 dias ya que teniamos que hacer el tramite de la visa para sambia y Tanzania, durante los dias que estuvimos en roma tuvimos la oportunidad de conocer a varias de las asociadas de la alm que se encontraban en esos dias en roma, Mary Gallegos, Agnese Valente, Nives Labinaz, Mariuccia Idrato, Franca Vergani y Franca ZulianI, Giovanna Sansini, Nuncia Demuru, Maria Ausilia Testa, Ester Mantovan, Graziella Piscopo y Chiara Serra, todas ellas muy generosas y hospitalarias, haciendonos sentir en todo momento como si estuvieramos en nuestra casa. Para cada una de ellas mi admiracion y respeto por tantos anos de entrega y servicio en la mision, mi carino y agradacimiento por todas sus atenciones en nuestra estancia en Roma. La nostra permanenza a Roma è stata di 12 giorni perché dovevamo fare le pratiche per il visto per lo Zambia e la Tanzania. Nei giorni che siamo state a Roma, abbiamo avuto l'occasione di conoscere varie associate ALM: alcune di loro risiedono a Roma (Mary Gallegos, Nives Labinaz, Franca Vergani, Franca ZulianI, Giovanna Sansini, Nunzia Demuru, Maria Ausilia Testa ),altre sono venute in occasione delle feste natalizie. (Ester Mantovan, Graziella Piscopo, Chiara Serra,Agnese Valente. Mariuccia Idrato). Tutte loro sono state molto generose e accoglienti, così ci siamo sentite a casa tutto il tempo. Per ognuna di loro la mia ammirazione e rispetto, per tanti anni di dedizione e servizio alla missione, il mio affetto e ringraziamento per tutte le loro attenzioni durante la nostra permanenza a Roma. Asante sana (muchas gracias). Asante Sana (Grazie mille) El 28 de Diciembre Claidia y yo partimos de Roma, hacia Addis Ababa (Etiopia) lugar donde terminaria nuestro viaje juntas ya que en el aeropuerto nos separariamos, Claudia iria Zambia y yo a Tanzania. Il 28 Dicembre 2012 Claudia ed Io siamo partite da Roma verso Addis Ababa (Etiopia) dove è finito il nostro viaggio insieme perché in quell’ aeroporto dovevamo separarci: Claudia andava in Zambia e io in Tanzania. 14 la bisaccia ● marzo 2013 dal mondo Ese fue el momento mas dificil y duro de mi viaje a africaya que de pronto me vi completamente sola, muy lejos de mi casa, con gente desconocida y que hablaba un idioma que no entendia, fue un impacto muy fuerte y lo unico que lograba yo pensar era: “Que estoy haciendo aqui” y lo que deseaba en ese momento era regresar a casa, pero entendi que eso era imposible y que tenia que continuar adelante asi que le pedi a dios que me ayudara para localizar el gate en donde tomaria el proximo vuelo que me llevaria a Dar es Salam capital de Tanzania ya que si no lograba localizarlo a tiempo perderia el vuelo y entonces si que estaria en graves problemas, pero como dios es muy bueno y cuida de sus hijos, puso en ese momento en mi camino a un senor que hablaba ingles y alcanse a escuchar que se dirigia al mismo destino que yo, asi que le pregunte en ingles que si sabia cual era el gate de donde saldria el vuelo me respondio que si y me dijo cual era, pero para mi mayor seguridad y no perderme decidi seguirlo a donde el fuera, tal vez le parecio un poco extrano, pero no me dijo nada y cuando por fin llegamos al gate volteo y me dijo aqui es y se sento y yo hice lo mismo, tambien me sente a esperar juntos a que saliera el vuelo , ya dentro del avion me senti mas tranquila y relajada. Quello è stato il momento più difficile e duro del mio viaggio in Africa perché ad un tratto mi sono vista completamente sola, lontana da casa, con gente sconosciuta e che parlava un’altra lingua che io non capivo. E’ un impatto molto forte e io riuscivo soltanto a pensare: “Che ci sto a fare io qui?” Avrei voluto ritornare a casa, però ho capito che era impossibile e che dovevo andare avanti. Così ho chiesto a Dio di aiutarmi per trovare l’uscita da dove si prendeva il prossimo volo che mi doveva portare a Dar es Salaam, la Capitale della Tanzania. Se non lo avessi trovato in tempo c’era il rischio di perdere il volo e mi sarei potuta trovare in grossi problemi. Però il Signore è molto buono e ha cura dei suoi figli, così ha messo accanto a me,in quel momento, un signore che parlava Inglese. Ho potuto capire che andava verso la stessa destinazione e così gli ho chiesto se sapeva quale era l’uscita da dove sarebbe partito il volo. Mi ha risposto di sì. Però, per maggiore sicurezza e per non perdermi ,ho deciso di seguirlo. Forse lo ha trovato un po’ strano però non mi ha detto niente e quando alla fine siamo arrivati al cancello si è voltato e mi ha detto: “è qui” e si è seduto e io ho fatto lo stesso. Insieme abbiamo aspettato che l’aereo partisse e finalmente mi sono sentita più tranquilla e rilassata. Despues de varias horas de vuelo por fin llegue al aeropuerto de Dar es Salaam en donde gracias a dios ya me estaban esperando Cecy Barcena voluntaria de la ALM y originaria de Torreon y Clementina Iezzi asociada de la ALM de Italia, fue para mi una verdadera alegria el poder encontrarme con ellas y ver una cara conocida ya que cecy y yo nos conocemos desde la preparatoria. Dopo varie ore di volo, sono arrivata all’aeroporto di Dar Es Salaam dove grazie a Dio mi aspettavano Cecy Barcena, volontaria ALM, Messicana, e Clementina Iezzi, associata ALM, Italiana. E’ stata per me una vera gioia trovarle all’aeroporto e vedere una faccia che conoscevo perché Cecy e io ci conosciamo fino dal liceo. Despues del recibimiento calido que me dieron me llevaron al centro diocesano de dar es salaa a que descansara el resto de la tarde ya que al dia siguiente nos teniamos que levantar a las 5 de la manana para tomar el autobus que nos llevaria a iringa, fue un viaje largo de aproximadamente 8 horas y el camion era tipo pollero como decimos en Mexico, asi que el viaje no fue muy comodo que digamos pero como me dicen los que saben de esto: ”Asi es la vida del misionero”, ese fue el primer contacto que tuve con la gente de Tanzania. Dopo la loro calorosa accoglienza siamo andate al Centro Diocesano che offre alloggio per riposare, perché il giorno dopo dovevamo partire presto, alle 5 del mattino, per prendere l’ autobus che ci doveva portare ad Iringa. E’ stato un viaggio lungo di circa 8 ore e l’ autobus era pieno e si fermava da tutte le parti. Non è stato un viaggio molto comodo però, come mi hanno detto quelle che sanno queste cose, la vita del missionario è così. Questo è stato il primo contatto che ho avuto con la gente della Tanzania. Yesu asante sana (Jesus muchas gracias) YESU ASANTE SANA (GESU’ GRAZIE MILLE) marzo 2013 ● la bisaccia 15 dall’Italia BREVE SOSTA IN TANZANIA di Franca Zuliani Alla fine dello scorso Ottobre sono partita per la Tanzania dove sono rimasta per un breve periodo. Giunta nella capitale, mi ha colpito l’aumento dei mezzi di trasporto. Il traffico era caotico, pericoloso, dovuto soprattutto all’insufficienza di semafori e vigili. Guidare in città nelle ore di punta richiede coraggio, riflessi pronti e nervi saldi….ci vorrebbero almeno quattro occhi perché dalle strade laterali sbucano macchine o altri mezzi. Il viaggio dalla capitale ad Iringa è lungo e richiede dalle otto alle nove ore di pullman. Viaggiando verso il Nord ho notato con piacere, come anche nei villaggi, molte capanne sono state sostituite da casette in muratura con due o più stanze ma i tetti sono purtroppo ancora in gran parte in lamiera. Durante il percorso si passa davanti al parco di Mikumi ed è facile vedere alcune giraffe, gruppi di gazzelle o alcuni branchi di elefanti. Certo l’orario non è il migliore, comunque è sempre piacevole scorgere vicino alla strada o più lontano dei viaggiatori a quattro zampe… L’arrivo ad Iringa è stato puntualissimo e c’erano ad attendermi Jolanda e Presenzia. La cittadina è situata a 1600 mt. di altitudine ma, ciò nonostante, il caldo si faceva sentire perché la stagione delle piogge era molto vicina. La permanenza è stata di breve durata ma molto intensa: un po’ troppo, sia per il caldo intenso sia per il materiale da svolgere. E questo soprattutto per chi che si trova davanti un campo di studio nuovo. vole. E’ un cammino di crescita che dura tutta la vita. Ma il Buon Dio non ci lascia sole in questa avventura ma cammina con noi e tramite il suo Spirito ci guida, ci illumina, ci guarisce e ci fortifica. Le giornate scorrevano in fretta ed il caldo aumentava. Tutto Novembre è trascorso senza una goccia d’acqua! Le nubi si ammassavano nel pomeriggio ma poi alla sera delle folate di vento se le portavano via…e il giorno dopo faceva ancora più caldo, specie nelle ore pomeridiane. Andando a Messa mi colpiva come ogni piccolo angolo di terreno era stato vangato con tanta fatica e sudore. Finalmente ai primi di Dicembre la tanto sospirata acqua è arrivata con due acquazzoni. La gente era contenta e portava a termine il lavoro nei campi. E poiché in città lo spazio per coltivare è limitato, fanno kilometri e kilometri per trovare un pezzo di terreno. Eravamo in Avvento e la fatica dei contadini era per me un invito a preparare il terreno del mio cuore, a liberarlo da ciò che impediva l’accesso alla Grazia di operare. Il caldo delle giornate faceva sgorgare spontanea ed insistente la preghiera della Chiesa in questo periodo liturgico “Maranathà!” : “Vieni Signore Gesù”! Vieni Signore a operare in noi, illuminaci e purificaci con la tua Grazia, feconda l’opera e la fatica dei contadini con l’abbondanza delle piogge che assicurino il Pane quotidiano! Mi sarebbe piaciuto fermarmi più a lungo; dispiace sempre partire, lasciare persone, amiche, gruppi ma ognuna ha la sua strada tracciata da Qualcuno che ci conosce profondamente e ci chiama per nome! La giornata iniziava con una frettolosa camminata di circa mezz’ora per poter partecipare alla celebrazione Eucaristica. Al rientro, dopo la colazione, circa tre ore di lezione sul programma formativo ed al pomeriggio altre due ore. Nelle ore più calde scovavamo gli angoli più freschi della casa dove lavorare. Presenzia è una intelligente giovane Zambiana che ha sempre partecipato attivamente alle lezioni rendendo il tutto più facile e interessante. La conoscenza di sé è un cammino interessante ma richiede: determinazione, impegno, pazienza e tempo per la riflessione. La scoperta di certi aspetti personali non è a volte né facile né piace- 16 la bisaccia ● marzo 2013 Franca e Presenzia dall’Italia “B Missionario: dedito all’ evangelizzazione di ASTA”! - FERMATI UN ATTIMO….. di Luigi V. Gruppo Giovani “Giovanni Paolo II” - genti ignare della fede cristiana Secondo il dizionario Zanichelli, compito del missionario è quello di evangelizzare. Secondo la nostra fantasia è colui che sta nei posti più sperduti del mondo rischiando la vita per cercare di essere utile. In realtà il missionario dovrebbe far conoscere Dio nel mondo che ne ha tanto bisogno. E come si può allora andare cosi lontano avendo la consapevolezza che la nostra terra ha tanto bisogno di fare questa conoscenza? In mezzo a tutto questo mare di gente nel quale parla bene chi parla più forte, fatto di social network, sms, messaggi istantanei, comunicazioni veloci, smartphone, tablet, sistemi androidi sempre più veloci, gente sempre più di fretta, sembra che la nostra vita va a velocità accelerata. In mezzo a tutto questo, il missionario deve intervenire e dire: “Basta, fermati un attimo: Dio è pa- ce, è silenzio, Dio è salvezza”. E quando a dirci queste cose ci pensa una di noi, cresciuta nei nostri stessi luoghi, che se la prende se le dai del lei, la quale a un certo punto ha avuto la forza e la grazia di mollare tutto ed andare in capo al mondo a portare la Buona Novella, se è lei a dirci che Dio esiste davvero, l’ effetto è straordinario. Questa è la terra di missione, questo è il compito del missionario. Compito che Graziella continua a portare avanti ogni giorno, in una terra che l’ ha concepita ed ha tanto bisogno di lei quanto un affamato del Messico. Favara (AG) - Febbraio 2013 Gruppo giovani “Giovanni Paolo II” ESPERIENZE VISSUTE A FAVARA DURANTE LA QUARESIMA 2013. di Graziella Piscopo L’anno 2013 è caratterizzato da molti avvenimenti, in tanti settori, siano essi locali che nazionali, per non parlare degli avvenimenti sconvolgenti dentro la Chiesa stessa. Le mie giornate in questo pezzo di isola siciliana vengono riempite da un programma settimanale e mensile molto fitto. Penso ai vari momenti vissuti con i giovani Scout, ai momenti belli ed intensi regalati dal Signore con gli ammalati , alle esperienze e scambio di idee con le famiglie, al contributo dato dal nuovo parroco marzo 2013 ● la bisaccia 17 dall’Italia al gruppo “Buon Samaritano”, alle lunghe ore nei cenacoli trascorse tra preghiera e condivisione, all’ incontro positivo e molto arricchente con le sette classi di catechismo in Chiesa Madre, là dove il tema da svolgere si tramuta in un’ora di dialogo e scambio con la nuova generazione favarese, caratterizzata da forti cambiamenti sociali e da grandi sfide. La Quaresima 2013 quest’ anno é segnata dalle dimissioni del Papa, Benedetto XVI. Questo evento diventa momento di scambio con la gente dove si svolgono le attività, momento di condivisione, momento di riflessione ed inoltre di rafforzamento nel saper leggere (come cristiani con una certa cultura e mentalità tradizionalista) “I Segni dei tempi”. Un momento molto intenso è stato la visita a Padre Angelo Burgio, il missionario ferito in Tanzania. É stato bello riabbracciarlo e ringraziarlo per la sua testimonianza di più di 30 anni a servizio della Chiesa locale. Grazie Padre Angelo!! Altri momenti arricchenti durante la settimana sono gli incontri con i giovani di due realtà locali. Parlare ai giovani implica il parlare di sfide e di novità. Attualmente svolgo l’ attività dei “Cenacoli” in una delle zone più disagiate di Favara. Nella semplicità e nell’ umiltà, riescono incontri bellissimi e ricchi di spiritualità e fede semplice della gente. Mi sento in piena missione, se per missione si intende stare con “semplicità di cuore” con la gente che sempre ti ricarica e ti dà la dimensione grande ed immensa del servizio e della fede cristiana. Personalmente in questo periodo, precisamente dallo scorso Novembre 2012, sto vivendo l’ esperienza affascinante di seguire un piccolo gruppo di bambini, due volte a settimana, per brevi lezione d’ inglese, colorate dalla dolcezza di bimbi pronti a condividere queste ore in allegria e in armonia. In attesa del nuovo Vicario di Pietro per la guida della Chiesa, auguro a tutti gioia e pace nel Signore Gesù. Anno della Fede .....Anno di Grazia............................ GRAZIELLA 1 con i bambini del catechismo 2 con Padre Angelo Burgio 3 con il gruppo delle catechiste della Chiesa Madre di Favara 18 la bisaccia ● marzo 2012 dall’Italia MISSIONARIA A CITTADELLA di Emma Emma del Gruppo Missionario di Cittadella (PD) ci scrive questa esperienza: Mi chiamo Emma e da 25 anni sono volontaria nella casa di Riposo per anziani di Cittadella oltre che nel gruppo missionario. Gli ultimi cinque anni sono stata inserita anche nell’associazione AVO. Ho cominciato ad andare al mercoledì e alla domenica pomeriggio collaborando con gli animatori della casa di Riposo per il gioco della tombola e delle carte. In tutti questi anni ho visto e seguito molti anziani tra cui anche 3 ex alunne compagne di scuola elementare della mia classe, del 1931. Vedendole e ripensando agli anni trascorsi assieme ho pensato di lanciare l’idea di fare una festicciola invitando anche tutte le altre compagne di scuola esterne alla casa di riposo. Il coordinatore e gli animatori sono stati d’accordo e ci hanno assegnato una stanza dove ci siamo riunite in dieci ex alunne e ci guardavamo l’una con l’altra per ritrovare quel tempo passato insieme nella scuola elementare che tanto amavamo e che tanto ci ha dato come istruzione e possibilità di imparare ad amare lo studio. Tutte hanno accettato di buon grado e ci siamo trovate con bibite e dolci consentiti dalla casa di riposo. Abbiamo parlato molto, ricordando con tanta gioia la maestra che ci aveva seguito per 5 anni, i nostri giochi, il cammino che ognuna poi ha seguito negli anni.. Ci siamo aggiornate sulla situazione attuale delle famiglie, dei figli e dei compagni di scuola mancanti. Ancora ci ricordavamo l’elenco delle presenze a scuola e soprattutto l’ultimo anno quando si trattava di ricevere il diploma di scuola elementare e di poter proseguire gli studi alle medie. A quel tempo non tutti potevamo frequentare le scuole medie in quanto non c’era la possibilità economica di poterlo fare anche se tutti volevano continuare ad andare a scuola. Questa festa per me è stata un’esperienza molto forte perché ho imparato a donare: è la ricompensa più grande che si possa ricevere. Prego tanto il buon Dio che mi dia ancora un po’ di salute e forza di continuare quel poco che posso fare ancora. marzo 2013 ● la bisaccia 19 dall’Italia C AMMINARE INSIEME L’obiettivo della Missionarietà di Mariuccia Idrato e Agnese Valente Il Vescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia, ha convocato le Realtà Missionarie Torinesi in un’Assemblea diocesana, occasione unica e speciale per incontrare le Parrocchie, le diverse Associazioni, le Onlus e ONG, gli Istituti religiosi aventi missione. L’appuntamento è stato per sabato 16 febbraio. Agnese e Mariuccia (ALM) assieme agli Operatori OMG e ad altri Volontari, alle 8,30 hanno iniziato ad accogliere le persone che via via sono arrivate all’appuntamento, consegnando il materiale predisposto per la mattinata. All’assemblea erano rappresentati i tanti gruppi missionari che operano nella Diocesi di Torino. Tra i 250 partecipanti, c’era anche un gruppo della Comunità francofona di diversi Paesi Africani, i cui giovani hanno fatto gustare i loro canti corali. Gruppo della Comunità Francofana Mons. Valter Danna, Vicario del vescovo, ha offerto una riflessione sull’amore di Dio, che sta all’origine della missione. Questo amore che diventa fonte di comunione è una chiamata personale ma anche comunitaria. Inoltre ha invitato a creare una rete unitaria, coordinata nel servizio dei diversi gruppi “quale unico popolo di Dio che cammina insieme. Una Chiesa non per sè stessa ma per il mondo, per l’umanità che accoglie senza frontiere, con ospitalità contagiosa dunque missionaria”. Mondialità, sviluppo, formazione, coordinamento e condivisione sono stati i grandi temi emersi durante la riflessione. Nelle diverse considerazioni sono affiorate delle linee da percorrere oggi per trasmettere la fede: > avere un vero interesse verso chiunque capita sulla nostra strada quotidiana, > avere spirito di gratuità e motivazioni disinteressate. “Annunciare senza lo scopo di fare proseliti, > fare esperienza di preghiera e in essa, portare il mondo davanti a Dio. Don Marco Prastaro, già Fidei Donum con esperienza decennale in Kenya e nuovo direttore del Centro Missionario diocesano di Torino, esorta a tenere viva la dimensione della cattolicità e universalità della Chiesa, a non rinchiudersi nei propri gruppi, comunità o missione. “Ogni uomo ha diritto ad avere l’annuncio cristiano. Quando il Vangelo è annunciato ed accolto, il mondo fa un passo in avanti… Nei gesti di solidarietà deve emergere l’Amore di Dio per ogni uomo”. Don Marco ha sottolineato l’importanza della formazione nel servizio missionario. Di seguito ha presentato un bilancio di una realtà molto vivace e attiva ma che fa ancora fatica ad avere un respiro unitario. Nella diocesi di Torino ci sono 360 parrocchie e 120 gruppi missionari, di cui 70 collegati con il CMD e 9 sacerdoti attualmente Fidei Donum. Ha anche parlato delle giornate nazionali di raccolta a favore delle Missioni, dei Malati di lebbra, delle singole persone, gruppi e parrocchie impegnati nel sostenere economicamente 2587 adozioni a distanza, gestite tramite il Centro Missionario. Inoltre ha ricordato la Quaresima di fraternità con cui la Diocesi manifesta la sua attenzione ai Paesi poveri. Era il 1963 quando Edo Gorzegno, ferroviere impegnato nel Comitato Torinese, “Contro la fame nel mondo”, ha organizzato la prima Quaresima di Fraternità della quale si celebrano i 50 anni dalla nascita. A conclusione dell’Assemblea sono state lasciate ai partecipanti alcune domande su cui riflettere per maturare il senso universale della missione, per rimotivarsi e creare legami più profondi di interscambio: dare-ricevere e ripensare la carità-cooperazione nel nuovo contesto mondiale. In chiusura c’è stato anche un invito ad attuare viaggi missionari, andando ben preparati per tornare arricchiti. 20 la bisaccia ● marzo 2013 dall’Italia Lo sguardo oltre l’incompiuto: la Pasqua cristiana di Emanuele Verderosa P otremmo anche non essere credenti ma l’icona del Cristo che ribalta il macigno sepolcrale, difficilmente ci lascia indifferenti. È arduo eludere quel fremito inquieto che ci attraversa allorché ci rispecchiamo in un traguardo che visceralmente ci appartiene. E non solo in ragione di quel senso antico di indistruttibilità che portiamo dentro di noi e che ci rimanda ad una genesi divina. Ma perché quell’evento afferma e conferma in noi molto di più ed altro. Un di più che sfugge ai canoni dell’evidenza o della speculazione razionale, ma che non è estraneo alla vita. Inesplicato alla ragione ma congeniale alla fede. È la fede, infatti, che rende lo sguardo più acuto, affinato e potenziato dalla speranza. È la fede che ce ne fa cogliere la portata universale e sostanziale a livello sia antropologico che cristologico. È la fede che legge nella resurrezione il senso ultimo della sofferenza e della morte. E ne anticipa il riscatto e la fecondità. Ed è ancora la fede che annuncia un’eredità di grazia anche per chi non ha fede. Un dono insospettato anche per chi ha dimenticato la speranza. Il nostro problema è che ci siamo così abituati alle liturgie, alle iconografie ed alle parole per cui, troppo spesso, la resurrezione di Gesù di Nazareth rimane un evento sbiadito e consunto da duemila anni di storia, smarrito nei meandri di una logora quotidianità. Eppure la Pasqua è l’evento per eccellenza per noi cristiani. Un fatto vitale. Fondamento e vertice della rivelazione al punto che:“Se Cristo non è risorto, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede”. 1 Cor15,14. La Pasqua trascende culture, epoche e credi. È una certezza impressa nella trama stessa dell’umanità di ogni tempo e per sempre. Cristo è promessa ed ingresso all’esistenza nuova. Cristo è pegno di cieli nuovi e terra nuova. Con la sua vittoria sulla morte è l’intera vicenda umana che in Lui valica i limiti del tempo e dello spazio. Così che non la fine ma la trasfigurazione è il destino dell’uomo amato e redento. Qui non si tratta di fughe ingenue e consolatorie o di sminuire l’al di qua a pro dell’al di là. Qui siamo di fronte ad una promessa. Una promessa fatta da Dio in Cristo. Il mondo futuro cui aneliamo, lo sappiamo, è già qui. Pur velato esso si affaccia ed incalza come luce, come bellezza, come bontà, come eticità inscritta nella vita, nelle cose, nelle persone, nel mondo. È una prospettiva che vive in noi come seme destinato a pienezza. Come aurora che matura la luce. Come gemito del cuore che diventerà gioia. «La fede è sostanza di cose sperate e convinzione di cose che non si vedono». Ebr 11,1 La Pasqua è promessa di ciò che sta per compiersi. È antici- po e sigillo alla bellezza dell’universo. È preparazione ad un convito di festa dell’intera famiglia umana. È ricapitolazione del mondo e del cosmo nell’armonia della Signoria di Dio. “Dio ha resuscitato Gesù dai morti” At 2,32. Con la forza vivificante dello Spirito. La forza dell’amore. In virtù di Cristo, del Figlio che ci ha resi figli, tutto è ricondotto al Padre. Ma c’è ancora una rivelazione che ci viene dalla Pasqua. Guardiamo l’icona. I segni della passione sul corpo del Redentore, ci spalancano lo sguardo su una verità profonda. È l’amore che ha resuscitato Cristo dalla morte. L’amore fino al dono della vita. Ed è l’amore come valore supremo, superiore alla vita stessa, che ci è richiesto come ragione e condizione per la pienezza di comunione e di destino con Cristo. È l’amore che rende bella e abitabile e buona e meravigliosa la nostra terra e la famiglia umana. E la Pasqua è dell’umanità il suo diadema e coronamento futuro. Questa è celebrazione feconda della Pasqua di Gesù. E della nostra. È tempo di riappropriarcene. Di fare della Pasqua il centro ed il vertice irrinunciabile della nostra esistenza di risorti. Di restituire respiro, vigore e gioia alla nostra fede. marzo 2013 ● la bisaccia 21 dall’Italia U n “Pellegrinaggio di Fiducia” a Roma. di Nives Labinaz A Roma si gode spesso di avvenimenti che danno gioia e rinvigoriscono la mente. Dal 28 dicembre 2012 al 2 gennaio 2013 si sono radunati a Roma circa 45.000 giovani per un incontro europeo. E’ stata un’ottima occasione soprattutto per chi aveva il desiderio di compiere un pellegrinaggio alle sorgenti della fede e della carità: pregare nelle varie basiliche di Roma “Città Eterna” e presso le tombe degli Apostoli e dei Martiri per Cristo. L’incontro con il Papa Benedetto XVI è stato un forte momento di incoraggiamento per tutti i presenti. Il suo discorso è stato un grande augurio di fiducia e unità. Il Papa ha esortato tutti ad essere costruttori di unità tra i cristiani: “Giovani, siete chiamati ad essere piccole luci….” In questo anno della fede migliaia di giovani hanno voluto essere testimoni del Vangelo. Circa 70 anni fa, Fratel Roger ha dato vita alla “Comunità di Taizè” e, 35 anni dopo, ebbe l’idea di aiutare i giovani nel loro cammino verso Cristo. Nacque così “Il Pellegrinaggio di Fiducia” con lo scopo di sostenere e incrementare il fuoco dell’ecumenismo del fondatore della Comunità. Tutti coloro che passano da Taizè sono incoraggiati a diventare dei cercatori di comunione. I programmi proposti a questi giovani presenti a Roma sono stati: Preghiera comunitaria Condivisione in piccoli gruppi internazionali Incontri di riflessione Brevi pellegrinaggi, sulle orme dei primi cristiani, a luoghi storici del cristianesimo Ospitalità nelle famiglie I giovani trascorrevano la mattinata nelle parrocchie e il pomeriggio in alcune importanti Chiese del centro di Roma per la preghiera. I pasti quotidiani sono stati offerti dal Comune di Roma. L’incontro è stato organizzato dalla Comunità di Taizè in collaborazione con il Vicariato di Roma. Questi pellegrinaggi di fiducia si sono svolti in quasi tutte le capitali e grandi città europee. In Italia c’erano stati già 5 incontri tra Roma e Milano. Noi dell’ALM di Roma ci siamo messe a disposizione per accogliere i giovani nelle nostre case. Otto giovani sono stati ospitati per tutto il periodo, ben poca cosa in confronto alle migliaia di giovani che sono stati ospitati in ambienti poco accoglienti e privi di riscaldamento. Il nostro contributo se pur povero, è stato apprezzato dalle Parrocchie dove la ALM è presente. Ci auguriamo che questo avvenimento centrato nella preghiera e nel dialogo abbia lasciato spazio per far crescere nei cuori dei giovani il Sì a Cristo, la Fede nell’Unico Dio, padre di Gesù. Ringraziamo la Diocesi di Roma che attraverso i suoi operatori ha potuto dare l’opportunità di accogliere un così importante evento in modo coinvolgente. Nunzia con due ragazze della Comunità di Taizè 22 la bisaccia ● marzo 2013