Nel centeneario della nascita di Amancio Williams una monografia a

Transcripción

Nel centeneario della nascita di Amancio Williams una monografia a
A cura di
Fausto Giovannardi
I sombrilla
sombrillas
ombrillas di
Amancio Williams
“…sul finire degli anni cinquanta,dopo il crollo
del peronismo e prima che la serie di generali
e dittatori degradasse il paese, Buenos Aires
poteva davvero essere considerata una
piccola
(non
tanto
piccola)
Parigi
latinoamericana. Vivaci correnti artistiche (da
nueva vision a Arte Madì)… in pieno
fermento1.” La città era piena di europei
fuggiti dalla guerra ed in attesa del rientro per
la ricostruzione. Ricordiamo il Manifesto
Blanco (1946) di Lucio Fontana, l’attività
dell’Associación Arte Concreto-Invención
con Tomas Maldonado:
…“La era artística de la ficción
representativa toca a su fin. La
estética científica reemplazará a
la milenaria estética especulativa
e idealista [...] Por el júbilo
inventivo. Contra la nefasta polilla
existencialista o romántica [...] Contra todo
arte de élites. Por un arte colectivo [...] El
arte concreto habitúa al hombre a la
relación directa con las cosas y no con las
ficciones de las cosas [...] A una estética
precisa, una técnica precisa. La función
estética contra el ‘buen gusto’. La función
blanca. NI BUSCAR NI ENCONTRAR:
INVENTAR”.
Il movimento artistico Madì – acronimo
dei quattro concetti artistici base:
Movimiento, Abstracción, Dimensión,
Invención – promosso dall’artista e
poeta ungherese Gyula Kosice,
naturalizzato argentino. Le opere dello
scultore basco Jorge Oteiza, docente alla
Scuola Nazionale di Ceramica di Buenos
Aires, e le conferenze di Bruno Zevi ed il
lavoro degli architetti italiani del gruppo
costituitosi attorno alla rivista Metron,
sull’architettura organica, Enrico Tedeschi e
Cino Calcaprina (suo il monumento alle
Fosse Ardeatine a Roma), arrivati da poco in
Argentina. Contemporaneamente, Pier Luigi
Nervi e Giulio Pizzetti con i loro riferimenti
naturalistici, estendono il discorso alle
questioni strutturali dell’architettura ed
iniziano un dialogo, attraverso scritti, progetti
e opere, con gli ingegneri Atilio Gallo e Josè
Luis Delpini. Tra gli architetti coinvolti
sicuramente Amancio Williams ed Eduardo
Catalano.
E’ in questo ambiente che si sviluppa la
collaborazione tra Amancio Williams e Giulio
(Julio) Pizzetti, attorno alla definizione
dell’idea dell’architetto di una nuova ed
originale forma di copertura ad ombrello
(sombrilla), studiata per tre ospedali da
costruire per conto del governo nella
Provincia di Corrientes.
Sul numero 5,
anno
1954,
della
rivista
Nv
Nueva
Visión, edita a
Buenos Aires
e diretta da
Tomas Maldonado, viene pubblicato l’articolo:
Una nueva unidad estructural, a firma
dell’arquitecto Amancio Williams e dell’Ing. asesor
2
Julio Pizzetti (Giulio Pizzetti) .
Willians e Pizzetti presentano la “bóveda
cáscara” come il risultato dell’evoluzione nell’uso
del cemento armato, che apporta “nuevas
soluciones constructivas y plastica a la
arquitectura moderna.” La struttura presentata
resiste per forma e utilizza“ … al maximo el valore
2
1
Gillo Dorfles: Victoria Ocampo. L’affascinante signora che controllò
la cultura argentina.(9 agosto 2002) - Corriere della Sera. Pag.31
Di G.Pizzetti vedi anche: “Los nuevos mundos de la arquitectura
estructural”, in Nv Nueva Visión, 1951, N.1 (dicembre)
estructural que puede adquisir una lámina
resistente con un disegno adecuato. El problema
de la forma reviste asì una importancia
fundamental en este tipo de estructuras, que se
proyectan y ensayan experimentalmente con
anterioridad al calculo teòrico, que es sólo de
verificación.”
Viene poi illustrato l’esempio della copertura per
l’ospedale di Mburutuyà nella provincia di
Corrientes (non realizzato), dove è stata prevista
“una bóveda cuadrata de 13 metros de lado y 4
centimetros de espesor. Cada unidad resiste
cargas extraordinarias y puede mantenerse en
equilibrio por si misma sin necesidad de ningun
punto de contacto con las otra bóvedas que
forman la estructuras. Ofrece muy poca
resistencia al viento y tiende a descargarse de
peso por acción del mismo. La dilatación térmica,
tanto en unidades aisladas como en una serie de
ellas, resulta absorbida por la elasticidad que
adquiere la bóveda en razón de su forma.”
La bóveda è sorretta da un unico alto pilastro, di
sezione circolare, vuoto all’interno per lo scarico
delle acque, con un capitello finestrato, che “ sirve
de vàlvula de seguridad de desagùe”.
L’anno seguente, in ottobre, presso la Facultad de
Arquitectura y Urbanismo di Buenos Aires, nella
mostra:
Cinco proyectos del Arq. Amancio Williams,
troviamo riferimenti più precisi ai sombrillas.
Tres hospidales en la provincia de Corrientes
…
Su una vasta area, Williams ha concepito una
copertura che collocasse l’ospedale al riparo dal
vento, dalla pioggia e dal sole intenso del giorno e
dal gelo della notte, permettendo liberamente la
circolazione all'esterno o le riunioni con proiezioni
di film educativi con fini di divulgazione scientifica.
Inoltre, l'area coperta è stato pensata in modo da
poter ospitare
elicotteri e piccoli aerei che
svolgono funzioni di ambulanza aerea.
La difficoltà maggiore era nella necessità di
collegare i diversi servizi, perché, data la
necessità di ventilare e illuminare i locali
lateralmente, era solo possibile raggrupparli a due
a due, separati dalla circolazione, il che portava
ad una dimensione planimetrica eccessiva. Da qui
l’idea del tetto unico sopra gli ospedali che
consente l'illuminazione ambientale e la
ventilazione degli ambienti con la possibilità di
raggrupparli in qualsiasi numero, risolvendo il
problema della intercomunicazione. Sotto questo
tetto costituito da volte a autoportanti si muove
tutta una città in miniatura, con uffici, camere,
garage, laboratori. Inoltre aerei o automobili,
elicotteri o camions, tutti possono essere
parcheggiati. Nei giardini sono condotte le visite ai
pazienti, le loro passeggiate, il ritrovo del
personale medico, infermieri e suore.
Per
determinare
l'illuminazione
naturale,
necessario in ogni ambiente, sono stati effettuati
studi specifici in collaborazione con tecnici
nazionali ed olandesi, procedendo per aprire
attraverso il tetto e nei punti risultanti da tali studi,
una "finestra sul cielo", che è stata ottenuta sia
rimuovendo gli angoli di due volte adiacenti o in
altri casi eliminando un intero elemento dell’alta
struttura.
Per dare forma costruttiva alla struttura
immaginata da Williams sono stati condotti studi
approfonditi che sono arrivati a concepirla come
un insieme di elementi autoportanti posti uno
accanto all'altro, costituenti nella loro totalità un
tetto alto.
Questi elementi autoportanti dovevano lavorare
per forma per essere il più leggeri possibile e
coprire grandi luci, con un numero ridotto di
sostegni, per lasciare più libero lo spazio coperto.
La forma di questo elemento è stato studiata
prima con modelli in scala molto ridotta, arrivando
a quella che per intuizione soddisfaceva meglio.
Poi,
è
stato
necessario
esprimerla
geometricamente, rifacendosi alle due sezioni
principali del modello, tagliato al proposito.
Determinate le altezze rispetto al piano
orizzontale, si è constatato che i punti
corrispondenti alla medesima circonferenza,
avevano la stessa altezza per quelli vicino al
centro e diversa allontanandosi da esso. Pertanto
il guscio aveva una parte centrale che era di
rivoluzione e l’altra che non lo era. Si fece l’ipotesi
che nella lunghezza di dette circonferenze si
sviluppassero sinusoidi di altezza uguale alla
differenza tra i punti dell’una e altra sezione. Si
potè quindi determinare l'altezza di un punto
qualsiasi della volta, rispetto al un piano
orizzontale.
Determinata così, geometricamente, la volta, il
professor ingegnere J. Pizzetti (Giulio Pizzetti)
studiò le sezioni di calcestruzzo e la distribuzione
delle armature che a suo parere era necessaria,
in parte valutandola intuitivamente, perché non
era una forma calcolabile analiticamente.
Per arrivare ad una sezione corretta di
calcestruzzo e distribuzione della armatura di
rinforzo, furono fatte numerose prove presso
l’Instituto de Ensayos de Materiales de la
Municipalidad de Buenos Aires, con modelli in
scala 1:10, avendo cura che sia i componenti
granulometriche che le sezioni di armatura
fossero utilizzati nella stessa scala. Dopo la
presa sono stati caricati con sacchi di sabbia da 1,
1,5, 4 e 5 chili in posizione simmetrica e
asimmetrica, misurando con flessimetri ed
estensimetri, il lavoro nei punti più significativi.
Dall'analisi di questi studi, fu deciso di vedere
come lavorava la volta, cambiando la
distribuzione delle armature e della forma,
realizzando
cinque
modelli testati come il
primo, che hanno dato la
certezza
che
la
progettazione, la sezione
in calcestruzzo e la
distribuzione
delle
armature
lavoravano
armoniosamente. Il carico,
applicato
in
qualsiasi
punto, era sopportato
dalla
collaborazione
dell’intera volta. In un
settimo modello, privo di
armatura, modesti carichi
equamente
distribuiti,
producevano fessurazioni
le cui forme e direzioni
permisero di determinare la deformazione elastica
del campione.
Con queste volte è stato progettato il tetto la cui
parte inferiore è a 10,70 m. di altezza sopra
l'elevazione del terreno e la parte superiore a
12,53 m. (altezza del sombrillo 1,83 m, 13 m di
lato e 4 cm di spessore).
Recentemente il progetto è stato sottoposto ad
una attenta valutazione sull’efficacia della
soluzione del tetto alto, ai fini dei moderni
parametri di vivibilità, con esito molto positivo.
… En el caso del Hospital “Mburucuyá”, provincia de
Misiones, latitud 28º 01’, el proyecto responde
correctamente a la condición climática de la región
(Muy cálida). Las estrategias de sombreo y ventilación
a partir de la utilización de un doble techo rigieron los
lineamientos del proyecto cuidando los requerimientos
funcionales de los espacios cerrados, así también
como los abiertos. El proyecto asegura con su techo
superior una protección solar generalizada minimizando
las cargas térmicas propias (por su reducido espesor) y
las del complejo hospitalario. Se asegura una
iluminación indirecta en el complejo, con la inclusión de
focos cenitales, y una iluminación directa en el período
invernal en los sectores de internación, evidenciando la
inclusión de los conceptos higienistas de la época. Su
emplazamiento
en
función
de
los
vientos
predominantes y la disposición del doble techo con
calados parciales
permitieron una ventilación
adecuada. Los ensayos visuales en el túnel de viento
verifican significativas corrientes en el espacio
conformado entre ambos techos con eventuales
efectos de succión provocados por los calados
generados en las bóvedas coincidentes con los
espacios abiertos del complejo hospitalario.
Elías Rosenfeld, Gustavo San Juan, Carlos Discoli, Luciano
Dicroce, Bárbara Brea, Mariana Melchiori
Edificios proto-bioclimaticos en la Argentina: tres ejemplos
relevantes
Ambiente Construído,Porto Alegre,v.7,n.3,p.7-21,jul./set. 2007.
Nel 1966 Amancio Williams, progetta il Padiglione
della Bunge Y Born, all’esposizione per il
Centenario della Sociedad Rural Argentina, nel
quartiere Palermo di Buenos Aires, dove vengono
realizzati per la prima volta due “sombrillas”.
I sombrillas crearono uno spazio al di sotto del
quale vi erano strutture tutte resistenti per forma,
senza colonne e travi.
Le installazioni, promosse
dal collezionista d’arte
Ignacio
Pirovano,
prevedevano
l’arte
concreta di Lidi Praty, la
musica sperimentale dell’
Instituto Di Tella e l’azione
scenica di Marilú Marini,
con nove proiettori ed un
nastro magnetico.
Costruito con una rapidità
straordinaria, il padiglione
raccoglieva
tutta
l’ideologia
creativa
di
struttura e forma di
Williams, che si oppose
ferocemente
alla
sua
demolizione, avvenuta pochi mesi dopo.
Altri sombrillas
sombrillas
“ crear, inventar, descubrir, las funzione más
nobles del hombre”.
Non solo Williams, anche Clorindo Testa fa uso di
sombrillas, che si richiamano però agli hypar di
Félix Candela.
I “sombrillas” furono concepiti molto tempo prima,
nel 1948, quando fu incaricato dal Ministero della
Salute Pubblica del governo Argentino, della
progettazione di tre ospedali nell’arida ed assolata
provincia di Corrientes, dove compaiono i primi
sombrillas. La copertura di ambienti è infatti
pensata da Amancio Williams a partire dal 1939
per la copertura di una fabbrica a Cordoba, ma
definita in dettaglio ed utilizzata tra il 1948 ed il
1970 in una serie di almeno 12 progetti, alcuni dei
quali anche costruiti. Sempre sono utilizzati come
“tetto alto” per proteggere e rendere vivibile lo
spazio sottostante. I progetti a cui facciamo
riferimento sono: tre ospedali in Corrientes Curuzú Cuatiá, Esquina, Mburucuyá- (19481953), Stazione di servizio a Avellaneda (19541955), Supermercato Textil a Bernal (1960),
Scuola Industriale a Olavarria (1960), Casa a
Punta del Este per l’industriale Di Tella (1961),
Monumento omaggio a Alberto Williams (1963),
Padiglione Bunge & Born all’esposizione per il
centernario della Sociedad Rural a Palermo
(1966), Santuario Nuestra Señora de Fátima a
Pilar (1967-1968) , Country del Club Sirio
Libanese di Pergamino (1968-1971) Case a
Lomas de San Isidro (1969).
Nel 1955, il concorso indetto dalla Sociedad
Central de Arquitectos in Buenos Aires, per il
nuovo centro civico di Santa Rosa, viene vinto da
Clorindo Testa, Augusto Gaido e Francisco Rossi
con un progetto che si richiama al lavoro di Le
Corbusier a Chandigarh. La grande piazza
d’ingresso al Palazzo del Governo ed il terminal
della stazione dei bus sono coperti con grandi
ombrelli sul tipo di quelli di Candela, con profilo a
paraboloide iperbolico e pilastri a croce. I lavori
sono completati nel 1963.
Ed anche nella sperduta provincia fiorisco
gli ombrelli.
Dopo la morte di Williams, due sombrillas sono
stati realizzati come “Monumento Homenaje a
Amancio Williams, con motivo del Fin del Milenio´
da un suo discepolo, l’arch. Claudio Vekstein, sul
litorale di Buenos Aires in fondo a calle Mello.
Ed a Santa Fe, è stato recuperato il vecchio
Molino Franchino e trasformato in El Molino
Fabbrica Cultural, sul modello del padiglione
Bunge Y Born di Amancio Williams.
La riviera nord est del lago di Epecuén fu
risistemata nel 1967, dopo una alluvione, sulla
base di un progetto dell’architetto Horacio
Scabuzzo con gli ingegneri Luis Sensini e Rubén
Rábano. Nel balneario, come copertura dei bagni
e ristoro, sono stati usati degli ombrelli rovesciati
a paraboloide iperbolico in calcestruzzo armato
curati nei più piccoli dettagli. Questi sombrillas
hanno costituito senza dubbio il segno distintivo
del luogo. Un totale di 42 ombrelli, ognuno di 25
metri quadrati e 5 cm di spessore, che,
nell’intenzione del progettista, "hanno costituito un
elemento estetico fondamentale per imitare gli
alberi che non possono svilupparsi nella zona."
Williams, Amancio (1913(1913-1989).
Architetto argentino nato nel 1913 a Buenos
Aires. Studia prima presso la Facoltà di
3
Ingegneria di Buenos Aires (1931-1934) ma poi
passa ad Architettura e si laurea nel 1941. Nel
frattempo (1934-38) si dedica intensamente
all’aviazione appassionandosi ai nuovi materiali
ed al loro utilizzo in condizioni di sforzo limite e
percorrendo in aereo tutto il paese. Sposa la
compagna di studi ed architetta, Delfina Gálvez
Bunge, ed avranno 8 figli. La sua formazione
avviene durante la seconda guerra mondiale, un
periodo in cui l'Argentina è scollegata dai
principali centri culturali del tempo. Questo
accentua in lui un profondo senso di
responsabilità per il pericolo che l'umanità corre
trovandosi sull'orlo della distruzione e lo indirizza
verso le grandi questioni della modernità, nel
campo che conosceva. Il suo lavoro privilegia
opere di natura sociale, con grande attenzione
alla dignità della vita umana. Da subito fa parte
del gruppo di architetti riunito attorno alla
Organizacion de la Vivienda Integral en la
República Argentina (OVRA) costituita nel 1942
da Ernesto Santamaría ed Antonio Bonet,
lavorando attorno all’intervento di quartiere “Casa
Amarilla”, nella zona sud di Buenos Aires.
4
Progetta e realizza per suo padre, il compositore
Alberto, la “Casa del Puente” a Mathew y Funes
(Mar del Plata), ispirata dalla villa Savoye (192830) di Le Corbusier e dal ponte di Schwanbach
(1933) di Robert Maillart. Per lui la conoscenza
storica dell’architettura è una fonte inesauribile di
ispirazione. Le Corbusier è uno dei pionieri di
questa metodologia e la Casa sobre el Arroyo, ne
è un esempio straordinario unendo gli stilemi della
villa individuale con il ponte.
Un altro dei suoi primi progetti, las vivienda en el
espacio, prevista nella periferia sud di Buenos
Aires; una casa collettiva a scalinata, in cui riesce
a dare ad ogni appartamento un giardino, sul tetto
dell’appartamento sottostante , … la soluzion
plastica està basata en la tecnica, único
camino para no caer en el capricho…”.
Progetta (1948-49) due navi per svolgere azione e
prevenzione sanitaria nel delta del Paraña e nella
zona costiera del rio Uruguay e de La Plata.
Nell’aprile del 1949, con la collaborazione di
Tomas Maldonado, organizza presso la galleria
Kraft la mostra Arquitectura y Urbanismo de
Nuestro Tiempo, che presenta per la prima volta a
Buenos Aires le opere di Le Corbusier,
Beaudouin, Lods, C. Entwistle e Paul Nelson.
Crear nuestra época en orden al bien, implica en
cuanto a la forma: la invención y el descubrimiento en
correcta relación con la materia y la técnica; en cuanto
al fin: la dirección hacia lo permanente y la perfección.
Época nueva- formas nuevas. Formas nuevas- formas
nunca vistas, gracias a la inmensa riqueza de
materiales nuevos, de técnicas nuevas, de
5
conocimientos nuevos.” .
4
3
Si dice dopo avere ascoltato una lezione di Le Corbusier
5
Con la moglie Delfina Gálvez
Estratto dalla introduzione al catalogo della mostra di A. Williams
Numerosi sono i progetti (non realizzati) che lo
portano all’attenzione internazionale: la Sala de
Espectàculos Plàsticos y del Sonido en el
Espacio, che gli fece vincere la medaglia d’oro
obstáculos las columnas portantes que impiden la
subdivisión de las oficinas en forma elástica y dificultan
la iluminación. Esto se agrava en los edificios altos a
causa de las grandes secciones horizontales de las
columnas como se ve claramente en los rascacielos
norteamericanos. La solución aquí propuesta permite
obtener un volumen de obra extraordinariamente
liviano, colgante de una estructura portante de
hormigón armado por medio de tensores de acero.
cui si
avvertono risposte ad aspetti fondamentali
dell'architettura moderna, come il riferimento
tra l’edificio ed il terreno. Si tratta di un
volume quasi sospeso con un anello
saturniano che ospita il foyer della sala ed i
servizi complementari per il pubblico, con la
natura che rimane intatta sotto queste forme.
Ed il rapporto tra forma e funzione imposta da
un solido di rivoluzione, dal profilo acustico
ideale dove il guscio in cemento armato
guscio è l'espressione architettonica della
soluzione
acustica.
Una
soluzione
tecnologica, in cui forma, funzione e struttura
giocano un ruolo unificato e unificante.
all’Expo
di
Bruxelles
del
1958,
in
Un nuovo aeroporto per Buenos Aires,(1944)
collocato nel mezzo del Rio de la Plata.
“… Yo sostenía que había que hacerlo con estructuras
ultramodernas. Mi proyecto lo consulte con Nervi,
tuvimos algunas reuniones y el estuvo de acuerdo con
su factibilidad. Actualmente se podría construir
6
fácilmente."
Un edificio sospeso per uffici alto 115 metri, per
l’impresa Hileret, (che sarà riproposto nel 1968
nel concorso per l’edificio della Unión Industrial
Argentina, alto 80 metri)7 che risolve
efficientemente il tema dell’architettura per
uffici a grande scala.
En un edificio de oficinas se necesitan espacios
amplios bien iluminados y ventilados y también grandes
planos horizontales libres de obstáculos. Hasta hoy son
6
7
A. Williams in Crisis N. 39 luglio 1976.
Un edificio sospeso per uffici è la Torre Pirelli in Plaza San Martín .
Alto 82 m è stato costruito nel 1975 su progetto dell’arch. Mario
Bigongiari e degli ingg. Lavallaz e Yentel
Lavora anche nel design e progetta la sedia
Safari, composta da 19 parti che si possono unire
senza necessità di attrezzi o pezzi speciali (1943).
Continuerà ad occuparsi di disegno e produzione
industriale, con il “envase
di cerveza” del 1961, che
produrrà con la Amancio
Williams vidrio.
Nel suo studio lavorano
anche César Jannello e
sua
moglie
Colette
Boccara, che nel 1949 si
trasferiranno a Mendoza,
nella università Nazionale
di Cuyo per crearvi la
cattedra
di
Disegno
Industriale.
Mies Van de Rohe gli offre il posto di decano
all’Illinois Institute of Technology.
Progetta l’altare per il Congresso Mariano
Interamericano a Buenos Aires del 1960 e
successivamente la Grande Croce nel Rio de la
Plata (1978-1980), non realizzata.
Partecipa a numerose mostre di architettura, tra
cui la Mostra Internazionale di Architettura di
Parigi (1947) - alla cui organizzazione
contribuisce lo studio di Le Corbusier "Arquitectura de América Latina"
presso il
Museum of Modern Art di New York (1955-1956),
l’Esposizione internazionale a Mosca (1958) e alla
Biennale di Sao Paulo (1961).
Nel 1947 conosce e frequenta a Parigi Le
8
Corbusier , divenendone il referente argentino e
collaborando alla realizzazione della casa del
dottor Curutchet a La Plata (1949-53).
Partecipa, su designazione di le Corbusier, come
rappresentante dell’Argentina. al VII Congresso
CIAM a Bergamo, del 24-29 luglio1949.
Nel 1951 in occasione di una mostra dei suoi
lavori presso l’Università di Harvard conosce
Walter Gropius ed inizia una relazione che li
porterà nel 1968 al progetto dell’Ambasciata
Tedesca in Argentina in Plaza Alemania a
Buenos Aires, che non sarà realizzato per
problemi con i terreni e per la morte di Gropius
(5/7/1969). Nel 1958 la rivista tedesca
“Bauen+Wohnen” pubblica un articolo sopra la
sua opera e nel 1964 viene incaricato dal CELAM
di un monumento in omaggio alla ricostruzione di
Berlino.
Tutto è iniziato con l'altare progettato da Amancio
Williams per il primo americano Congresso Mariano nel
1960. Una piramide in acrilico e una croce (40 metri) in
tubo di acciaio. A congresso terminato l’opera doveva
essere spostata all’ingresso del porto di Buenos Aires,
ma Il cambio di governo ha fatto si che sia rimasta
sepolta in qualche capannone ed abbandonata. Fino al
1980 quando l'architetto ha di nuovo progettato, su
richiesta della Municipalità di Buenos Aires, una grande
croce, questa volta di quasi 200 metri di altezza. 5 volte
superiore rispetto alla precedente, e della stessa
altezza della Torre Espacial nel parco di Villa Soldati,
inaugurata nel 1985, e che si può vedere fino ad una
distanza di 80 km. La croce doveva andare nello stesso
luogo del vecchio progetto: sul Rio de la Plata,
all'ingresso del porto di Buenos Aires. Prevista
interamente in cemento armato, cava all'interno per
consentire il funzionamento degli ascensori, con alla
base una cappella, un auditorium, bar, ristorante, e
piattaforme di osservazione a diversi livelli. La Grande
Croce sarebbe diventato una forte presenza simbolica e
di attrazione turistica.
Come urbanista realizza (1947-58) il piano per il
Delta de Panamá y la región de Buenos Aires, nel
1948 il plan regional y de ciudad para Corrientes);
nel 1957-1958 il plan regional y de unidad para El
Tigre (Argentina).
Numerosi i premi : medaglia d’oro all’Expo di
Bruxelles (1958), premio del Laurel de Plata, del
Ateneo Roariano di Buenos Aires (1971); il
Premio d’onore biennale della Sociedad Central
de Arquitectos de Argentina (1972) ed il Premio
Konex (1982): membro onorario di varie istituzioni
American Institute of Architects (1962) ed
accademico della Academia Nacional de Bellas
Artes (1959) e Dottore Honoris Causa della
Universidad Federico Villarreal (Perú, 1980), e
della Universidad Nacional de Buenos Aires
(1989), poco prima di morire.
Ha avuto relazioni con i più importanti architetti ed
artisti della sua epoca: Le Corbusier, Walter
Gropius, Mies Van der Rohe, Reginald
Malcomson, Jerzy Soltan, Fernando Belaúnde
Terry, Mario Paysee Reyes, Sergio Larrain,
Roberto Burle Marx, Max Bill, Constantin
Brancusi, Fernand Leger, Emilio Pettoruti, Tomás
Maldonado.
Una delle grandi aspirazioni utopiche è sempre
stata quella di mantenere il contatto con la natura.
Le grandi città moderne sono sempre più
separate dalle zone rurali. Amancio Williams ha
sempre ritenuto che il rapporto dell’uomo con la
8
Le Corbusier si riferisce a lui in vari articoli sulla rivista L’Homme et
L’architecture (nn.15 e 16 1947)
natura deve essere mantenuto il più possibile.
Questo obiettivo è stato una costante nel suo
lavoro a partire dalle viviendas en el espacio
(1942), poi sviluppato nel Conjunto de blocs
(1943-1980), in cui realizza le abitazioni in un
ambiente naturale adeguato, ricercando un
equilibrio tra le esigenze urbane della
ottimizzazione degli spazi e la circolazione. Il suo
desiderio di preservare le aree naturali lo ha
portato a proporre un'architettura compatta ed in
elevazione, che occupa una superficie minima di
suolo e mantiene l’ambito rurale molto vicino alla
città. Questo è rappresentato in modo esemplare
nel suo progetto La ciudad que necesita la
humanidad (1974-89), che mostra anche la sua
profonda
umanità
e
la
sua
costante
preoccupazione che l’architettura, non sia fine a
se stessa ma utile al suo principale beneficiario:
l'umanità nel suo insieme. La sua città ha sviluppo
lineare e comincia a 30 metri dal suolo ed è divisa
verso l’alto in tre settori: aditazioni – circolazione –
lavoro.
Analogo impegno lo troviamo nello studio per la
primera città in Antártida, elaborato tra il 1980 e
’83, su commissione delle autorità Argentine, su
una superficie di 6,5 ettari di cui 2 per giardini, con
strutture in materiale leggero ed inossidabile, in
elementi di piccole dimensioni facili da trasportare
e montare in condizioni estreme, come quelle
spaziando anche in altre aree come il design, la
scrittura, la musica etc.
Il suo studio era un laboratorio aperto ai giovani di
buona volontà.
Opere principali
principali
1935 Studio per la casa del fratello Mario
1939 Studio per copertura di fabbrica a Cordoba
1942 - Viviendas en el espacio, Estudio para viviendas
en Casa Amarilla (con Bonet, Caminos, Rivas, Sacriste
y Zalba), Sala de conciertos;
1942/46 - La Casa del Puente - Mar del Plata, la sua
opera più famosa;
1943 - Sala para el espectáculo plástico y el sonido en
el espacio, Planeamiento de la Patagonia, Chalet nel
Parque Pereyra Iraola Mar del Plata per il fratello Mario,
Diseño de un sillón, versión moderna de un mueble
popular
1945 - Propuesta para el aeropuerto de Buenos Aires,
Planeamiento de la Ciudad de Buenos Aires en relación
al país y al continente;
1946 - Proyecto del Edificio suspendido de oficinas;
1947 - Planeamiento Nacional para la Organización de
la Salud Pública en Argentina;
1948 - Planeamiento de la Ciudad de Corrientes y su
región, Tres hospitales en Corrientes;
1949/55 - collaborazione alla costruzione, su progetto
di Le Corbusier della Casa Curutchet a La Plata;
1954 - Estación de servicio en Avellaneda;
1957 - Plan para el Partido y la Ciudad de Tigre,
Departamento en la calle Parera, Monumento del
Primer Congreso Mariano Interamericano;
1961 - Casa Di Tella (Punta del Este, Uruguay), diseño
de envase de cerveza;
1963 - Fábrica IGGAM, local de ventas en avenida
Alvear;
1964 - Monumento en Berlín;
1965 - Laboratorio en calle Juncal;
1966 - Pabellón de exposiciones en Palermo;
1966 - Santuario de la Virgen de Fátima en Pilar;
1968 - Embajada de Alemania en Buenos Aires (con
Walter Gropius y TAC), Concurso para la Unión
Industrial Argentina, diseño de un caballete/soporte de
aluminio para cuadros;
1969 - Vivienda en las Lomas de San Isidro, casa en el
Boating Club de San Isidro;
1970 - Estación de frecuencia modulada en Mar del
Plata;
1972 - Monumento junto al Teatro Colón;
1974/89 - La ciudad que necesitaba la humanidad;
1977 - diseño de libro en acordeón;
1978 - edificio en Belgrano ;
1978/80 - Cruz en el Río de la Plata;
1980 - la primera Ciudad en la Antártida;
1981 - Concurso anfiteatro Parque Centenario (con
MSGSSV, Antonio Díaz y Asoc),
1982 - Concurso Internacional Parc de la Villette a
Parigi.
Amancio Williams è morto il 14 ottobre del 1989.
della penisola Antartide.
A fronte di una vasta produzione progettuale si
riscontrano poche realizzazioni, tanto da essere
qualificato come “ el arquitecto sin obra”.
Williams privilegiò sempre un approccio
fondamentalmente teorico alla professione,
“La arquitectura es una de las formas más
completas en que una época puede
manifestarse, porque es la resultante de dos
grandes fuerzas: el espíritu de la época y los
recursos con que ella cuenta”
“Estamos frente al nacimiento de la ciudad
nueva, muy diferente de la actual que se
desarrolla sobre la superficie del suelo
aplastándolo y anulando la calidad de la
naturaleza. Y esa nueva ciudad con sus
enormes posibilidades, va a engendrar una
nueva arquitectura que ya no será de museos
en palacios antiguos, ni modernos, ni el
estallido del Pompidou.”
“no tiene demasiada importancia el que yo no
vea concretados todos mis proyectos lo único
que cuenta es que mis estudios me
sobrevivirán y podrán ser realizados por
otros”
Amancio Williams
Probabili influenze dell’opera
di Amancio Williams ?
Aeroporto di Buenos Aires 1945
Renzo Piano
Aereoporto kansai, Osaka, 1988-94
Sala para el espectáculo plástico y el sonido en el
espacio 1942-53
Oscar Niemeyer
Sede del Congresso (sal de los dipudados)
Brasilia 1958
Edificio di uffici sospesi 1948
Norman Foster
Nuova sede banco di Hong Kong 1979-86
Estación de servicio en Avellaneda (1954);
Norman Foster
Stazioni Repsol 1998
Ospedali nella provincia di Corrientes (1948)
Norman Foster
Banco Ciudad- Buenos Aires 2010-2013
Personaggi coinvolti
Tomás Maldonado
(Buenos Aires, 25 aprile 1922).
Da quasi mezzo secolo in Italia,
Tomás Maldonado non ha perso la
cadenza della sua terra argentina, le
inconfondibili "esse" e la parlata
velocissima di un porteño di Buenos
Aires. Elegante e flessuoso, sembra
incarnare "la canna pensante" di
Pascal, uomo dai molteplici interessi
che spaziano dall' architettura alla
tecnica, dalla sociologia al design, dall'
arte alla semiotica e alla filosofia… Artista. Scienziato.
Designer. Epistemologo. Ambientalista. Fondatore di
scuole. Ex direttore di Casabella. Viaggiatore. Grand
gourmand. Nella vita Maldonado ha fatto molte cose, e
soprattutto le ha fatte prima degli altri. In Argentina è
stato protagonista dell' arte astratta, introducendo il
design nell' America Latina. In Germania, alla
Hochschule für Gestaltung di Ulm, ha insegnato - primo
al mondo - la Semiotica. È stato l' inventore, nell'
università italiana, della cattedra di "Progettazione
ambientale" e - insieme a Zanuso e Castiglioni - della
laurea in Design. Perché ha scelto di essere italiano?
«Cominciai a viverci nel 1967, quando c' era ancora un
grande fermento di idee. (poi ha conosciuto Inge
Feltrinelli e da quarant’anni sta con lei NDR). E’molto
critico nei confronti della "deriva scultorea" dell'
architettura. «Oggi prevale la tendenza a concepire gli
edifici come opera di pura sperimentazione artistica,
indipendentemente dalla funzione. Sculture che peraltro
mi lasciano perplesso, come quelle che evocano
mercati ortofrutticoli, stegosauri con vistose placche sul
dorso, o pareti oblique dove non si può appendere
neppure un quadro».
Estratto da una intervista di Simonetta Fiori La
Repubblica 25 Aprile 2012
ClorindoTesta
Napoli, 10/12/1923 Buenos-Aires, 11/04/ 2013
Architetto, pittore e scultore italiano, nato
a
Napoli ma giunto in Argentina ancora
bambino. Dopo essersi iscritto ad Ingegneria
Navale si laurea in architettura alla UBA nel
1947. E’ stato uno dei più importanti architetti
della seconda metà del XX secolo,
realizzando opere significative, come la
Biblioteca Nazionale Argentina e la Banca di
Londra a Buenos Aires, il miglior esempio del
movimento brutalista in Sud America.
Nel 1997 è dichiarato cittadino illustre di
Ceppaloni e nel 2002 dottore honoris causa
dalla Sapienza di Roma.
César Jannello
Buenos Aires 1918-1985
Designer e docente, considerato uno dei
principali maestri di morfologia del paese, con una
enorme quantità di discepoli. Laureato nella FAU nel
1945, lavora con la sua sposa Colette Boccara, presso
lo studio di Amalio Williams, in particolare collabora alla
casa sul ponte, mentre progetta la famosa sedia W il
cui prototipo su costruito con il ferro della costruzione.
Tra il 1949 ed il ’56 si trasferisce a Mendoza
all’Università Nazionale di Cuyo dove crea la cattedra di
Disegno Industriale. A Mendoza organizza tra il gennaio
e l’aprile del 1954, con l’industriale Iván Bacsinszky,
con l’arch. Gerardo Clusellas, e con la colaboración di
Tomás Maldonado e del musicista Mauricio Kagel la
Féria de América nel parco General san Martìn tra
gennaio ed aprile del 1954. Si tratta di un evento di
grande importanza e significato essendo la prima
esposizione industriale di carattere continentale
tenutasi in Argentina.
Rientra a Buenos Aires nel 1956, insegna all’università
cittadina ed a quella de La Plata. Nel 1960 è nominato
direttore della pianificazione ed architettura della
Esposizione Nazionale per il 160 della Revolution de
Mayo, dove realizza il ponte, con Silvio Gricheren e
l’ing. Atilio Gallo, sulla Av. Figueroa Alcorta,
recentemente demolito e fortunosamente ricostruito
uguale. Nel 1965 è nominato direttore del Centro di
Studi Superiori di Arte della UBa e dal 1968 direttore
dell’Istituto di Architettura.
Giulio Pizzetti (1915-1990), formatosi a Torino con
Albenga e Colonnetti. Ingegnere progettista ha
insegnato Scienza e Tecnica delle Costruzioni al
Politecnico di Torino ed alla facoltà d’Architettura di
Venezia, in Argentina, ad Ulm ed al MIT negli Stati Uniti
d’America.
Per informazioni sulla sua presenza in Argentina è
valido aiuto la presentazione al
suo
scritto
"La
lección
permanente de la naturaleza"
pubblicato sulla rivista "CANON"
de la Facultad de Arquitectura,
Diseño y Urbanismo (UBA). Año
1 N° 1 - diciembre de 1950
“El ingeniero Julio Pizzetti es un
jóven
profesional
italiano,
residente en Buenos Aires desde
1948, que se ha formado junto a
grandes maestros, entre ellos, el
profesor Colonnetti. Destacado
especialista
estructural,
profundizó el estudio de los
estados de coacción artificiales y
los efectos de las deformaciones plásticas en el
hormigón armado. Cursó en su país una rápida carrera
universitaria y profesional hasta que en 1945 fue
designado miembro del Consiglio Nazionale de la
Ricerche, máximo instituto de asesoramiento técnico en
Italia. En la Argentina, comenzó su labor como asesor
técnico de esta Facultad, desempeñándose luego y
hasta la fecha, en la Cátedra de Construcciones
Especializadas y en los Cursos de Aplicación. Dictó
también en la Universidad de Cuyo, la asignatura de
Mecánica de las Construcciones. El ingeniero Pizzetti
es autor de numerosas publicaciones, entre las cuales
debe citarse la de "Nuovi orientamenti di scienza della
costruzioni", en colaboración con el ingeniero Franco
Levi. Su último trabajo, sobre "La viscosidad y sus
efectos estáticos" ha sido editado por la Facultad de
Arquitectura y Urbanismo."
Entre la búsqueda y el desafío.
LMD Arquitectura N.7 2007
Domus Editora S.R.L. Buenos Aires
Conenna Claudio
El solo de Amancio Williams (1913-1989)
Facultad de Arquitectura y Urbanismo
Universidad Nacional de La Plata
Blanco Ricardo
Diseño Industrial Argentino
Ediciones Franz Viegener, 2011
Quiroga Wustavo
Féria de América
Vanguardia invisible
Fundacion del Interior, Mendoza 2012
Fonti
Müller, Luis
Poética y técnica en los proyectos de Amancio
Williams: hospitales para el sistema de salud pública
Palapa, vol. V, núm. II, julio-diciembre, 2010,
Universidad de Colima, Colima, México
Deambrosis Federico,
Martínez-González Javier
Rayuelas: fragmentos para una reconstrucción de la
editorial especializada de arquitectura en lengua
castellana durante los años cincuenta y sesenta
Atti del congresso internazionale
Miradas cruzadas, intercambios entre Latinoamérica y
España en la Arquitectura española del siglo XX
Pamplona 13 - 14 marzo 2008
Escuela Técnica Superior de Arquitectura
de la Universidad de Navarra
Piantá Costa Cabral Cláudia
A modern ensemble at the Argentina Pampa: Clorindo
Testa’s Civic Center in Santa Rosa
15th International Planning History Society Conference
Sanchez Saravia Carlos
Ringraziamenti
Arq. Adriana Guisasola
FAU - Università di Mendoza (AR)
Arq. Renè Longoni
FAU - Universidad Nacional de La Plata (AR)
Edizione 2013.09. 30
I sombrillas di Amancio Williams
by Fausto Giovannardi
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