ITALIANO - Istituto Professionale di Stato "L. MILANI"

Transcripción

ITALIANO - Istituto Professionale di Stato "L. MILANI"
Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
Istituto Professionale di Stato
PER I SERVIZI COMMERCIALI, TURISTICI E SOCIALI "L. MILANI" di MEDA (MB)
C.F. 83007880152 – www.ipcmeda.gov.it - [email protected] pec [email protected]
ITALIANO
PRIMO ANNO
TESTO SEMPLIFICATO
AD USO DEGLI STUDENTI STRANIERI
A cura di Cecilia Di Bona (la fiaba)
Lucia Paiusco (Il mito, la favola, analisi del testo, i generi letterari)
Sede Centrale: Via Como, 11 – 20821 MEDA - Tel. 0362/70718-74508 – Tfax
Sede Coordinata: Via De Gasperi, 5 – 20822 Seveso – Tel. 0362/507051
Succursale: Via G. Cantore, 4 – 20821 Meda – Tel. 0362/340882
[email protected]
Amministrazione che utilizza
in modo efficace il modello CAF
Pratica istruita da: Nica
0362/340929
INDICE
INTRODUZIONE .........................................................................................................3
IL MITO ........................................................................................................................4
Tipi di miti .................................................................................................................5
I personaggi dei miti ..................................................................................................5
II mito greco ...............................................................................................................5
L'arca di Noè ..............................................................................................................7
Il racconto di Utnapishtim .........................................................................................8
Deucalione e Pirra ......................................................................................................9
VERIFICA ...............................................................................................................10
LA FIABA ..................................................................................................................11
Le funzioni (aspetti, momenti) della fiaba secondo l'interpretazione
(spiegazione) di Vladimir Propp ..............................................................................13
L'interpretazione di Italo Calvino ............................................................................17
II tempo e i luoghi ....................................................................................................18
I personaggi ..............................................................................................................19
La struttura della narrazione e il linguaggio ............................................................20
La fiaba ci offre (dà) informazioni e insegnamenti .................................................20
Significato psicanalitico delle fiabe .........................................................................22
Le antiche radici della fiaba .....................................................................................24
La fiaba come "genere letterario": la storia della fiaba ............................................25
LA FAVOLA ..............................................................................................................40
ANALISI DEL TESTO...............................................................................................45
1 - Tempo .............................................................................................................57
II tempo della storia, il tempo del racconto, il tempo del lettore..........................57
Scene, pause, sommari, ellissi ..............................................................................61
Storia di Esa .........................................................................................................62
2 – Spazio .............................................................................................................66
TEMA, MESSAGGIO, CONTESTO ......................................................................68
AUTORE, NARRATORE, PUNTO DI VISTA .....................................................70
Autore e narratore .................................................................................................70
II punto di vista .....................................................................................................71
Focalizzazione zero ..............................................................................................72
Focalizzazione interna ..........................................................................................73
Focalizzazione esterna ..........................................................................................74
I GENERI LETTERARI .............................................................................................76
1 - La narrazione umoristica ....................................................................................78
2 - Il romanzo d'avventura .......................................................................................80
3 - Il romanzo poliziesco .........................................................................................83
4 - La narrazione fantastica ......................................................................................86
5 - La fantascienza ...................................................................................................89
6 - Il romanzo storico e di testimonianza .................................................................90
7 - La narrazione realistica, ......................................................................................95
8 - Il romanzo psicologico .....................................................................................100
2
INTRODUZIONE
Agli insegnanti
Questo lavoro è stato prodotto per facilitare lo studio dell'italiano agli studenti
stranieri che frequentano le classi del biennio.
Il lavoro di semplificazione è stato svolto a partire dal libro di testo in adozione in
tutte le classi prime dell'Istituto:
Sergio Nicola, Giuliana Castellano, Ivana Ceroni - /I libri e le idee, Pettini Editore, Torino,
2000.
Il testo semplificato segue la suddivisione dei capitoli del manuale.
Nei capitoli riguardanti il mito, la fiaba, la favola, sono stati riportati alcuni testi
originali, secondo un criterio di progressiva difficoltà:
- nel capitolo sul mito sono stati riassunti alcuni dei testi originali presenti nel
manuale
- nel capitolo sulla fiaba e in quello sulle favole, a lato dei testi, sono state
riportate le spiegazioni dei vocaboli più difficili
- lo stesso lavoro di spiegazione è stato svolto per il capitolo sull'analisi del
testo, là dove era necessario riportare testi originali per esemplificare concetti
appena espressi.
Non è stato ovviamente possibile riportare i testi originali presenti nel capitolo
relativo ai generi letterari. In questo capitolo sono state riportate le caratteristiche
dei generi, una breve biografia dell'autore ed alcune informazioni relative al
romanzo da cui sono state tratte le pagine presentate dal manuale.
Alla fine dei capitoli sul mito, la fiaba, la favola, sono presenti delle verifiche.
Non è stato possibile inserire le verifiche nei capitoli sull'Analisi del testo e sui
Generi letterari, perché queste sono legate ad un lavoro da svolgere sui testi
originali.
Si rende quindi indispensabile affiancare al testo semplificato l'uso del
manuale per la lettura dei testi originali.
Meda, giugno 2003
3
IL MITO
Cosa è il mito?
II mito è un racconto scritto tantissimo tempo fa, una storia che sembra
fantastica.
Tutti gli uomini, in ogni luogo e in ogni tempo, si sono domandati:
-
Come è nato il mondo?
Da dove vengono gli uomini?
Chi è stato il primo uomo?
Perché ci sono la vita e la morte?
Perché c'è il dolore?
Rispondere a queste domande (e a molte altre ancora) non è facile.
Oggi noi rispondiamo a queste domande con la religione, la filosofia, la
scienza. I popoli antichi, invece, hanno dato una risposta a queste domande,
inventando i miti.
I miti, quindi, sono delle storie. Queste storie non sono state inventate per
divertire, ma per spiegare. I miti spesso parlano della vita e della morte, del
bene e del male; altre volte, invece, i miti spiegano quello che succede nella
natura (i fenomeni della natura):
-
Come mai ci sono le stagioni?
Perché piove?
Perché ci sono il sole e la luna?
Perché ci sono temporali, tuoni e fulmini?
Per esempio, gli abitanti dell'Egitto vedevano che ogni anno il fiume Nilo
straripava (allagava la terra).
Come mai succedeva, e perché sempre nello stesso periodo dell'anno?
Per spiegare questo fatto, gli Egizi raccontavano questa storia: "La dea Iside è
rimasta vedova (è morto il marito Osiride). Ogni anno, quando Iside pensa alla
morte del marito, piange molto. Le lacrime di Iside si mescolano all'acqua del
fiume ed il fiume allaga la terra".
Tantissimo tempo fa gli uomini raccontavano queste storie a voce. Poi, dopo
molto tempo, queste storie sono state scritte nei libri, così anche noi possiamo
leggere i miti dei tempi antichi: degli egizi, dei babilonesi, dei greci, dei persiani,
dei romani...
4
I miti ci danno tante informazioni interessanti, queste informazioni ci servono a
capire la storia dei popoli che li hanno scritti, come vivevano, il luogo dove
vivevano, la loro economia.
Tipi di miti
Ci sono diversi tipi di miti:
1. miti su come è stato creato il mondo, gli uomini, gli dei... (miti della
creazione).
2. miti che parlano di fatti straordinari: il diluvio (la grande pioggia caduta
migliaia di anni fa), i periodi di carestia (la mancanza di cibo), i periodi di
siccità (la mancanza di acqua).
3. miti che parlano della vita dell'uomo: la nascita, la morte, la vita dopo la
morte...
I personaggi dei miti
Dei (divinità) - Gli dei possono essere buoni o cattivi.
Uomini - Gli uomini possono essere uomini normali (buoni o cattivi) o eroi che
devono affrontare delle prove molto difficili.
Mostri o personaggi fantastici.
A volte i protagonisti (cioè le persone più importanti) hanno degli aiutanti (dei
personaggi buoni che li aiutano), altre volte - invece - vengono ostacolati da
qualche personaggio cattivo (antagonista). Non sempre i miti finiscono bene.
I miti si svolgono in un tempo molto lontano: tanto, tanto tempo fa, spesso prima
della storia. Le storie si svolgono quasi sempre all'aperto, in mezzo alla natura,
ma mai in un posto preciso.
II mito greco
Gli dei greci sono molto simili agli uomini: possono essere buoni, cattivi,
invidiosi, forti, intelligenti... Vivono insieme sulla montagna più alta della Grecia:
il monte Olimpo, ma a volte scendono tra gli uomini.
Il loro capo è Zeus. La moglie di Zeus è Hera. Spesso Zeus ed Hera litigano tra
di loro, proprio come fanno gli uomini.
Zeus ha due fratelli (Poseidone, il dio del mare e Ade, il dio dei morti) e due
sorelle (Demetra, la dea dell'agricoltura ed Hestia, la dea della casa).
5
Zeus ha molti figli: i più importanti sono Afrodite, dea dell'amore e della
bellezza; Atena, dea della sapienza; Artemide, dea della caccia; Apollo, dio delle
arti; Efesto, dio del fuoco.
6
L'arca di Noè
La storia dell'arca di Noè si trova nella Bibbia.
La Bibbia è il testo sacro della religione ebraica (e poi della religione cattolica,
protestante, ortodossa).
La Bibbia è composta da 73 libri, scritti in tempi diversi, da autori diversi.
La storia di Noè e del diluvio universale (il diluvio è una grande pioggia, questa
pioggia ha coperto tutto il mondo), è nel primo libro della Bibbia, il libro della
Genesi.
Dio vede che l'uomo è diventato cattivo, e un giorno dice:
"Voglio cancellare dalla terra quello che ho creato: uomini e bestie, rettili e uccelli
del cielo, perché mi spiace di averli creati".
Ma poi Dio guarda la terra e vede Noè. Noè è un uomo buono e giusto. Noè ha tre
figli:
Sem, Cam e Lafet.
Allora Dio dice a Noè:
"Io distruggerò tutti gli uomini, ma non te. Costruisci un'arca (barca) molto grande,
perché io manderò una grande pioggia. Tu ti salverai, perché entrerai nell'arca
insieme a tua moglie e ai tuoi figli. Prendi una coppia (un maschio e una femmina)
di ogni animale che vive nel mondo, e falla salire sull'arca. Prendi anche del cibo:
servirà per te e per gli animali. Io farò piovere per 40 giorni e per 40 notti e tutti
quelli che vivono sulla terra moriranno".
Noè fa quello che Dio gli ha ordinato: costruisce l'arca, fa salire la moglie, i figli e
una coppia di ogni animale, poi chiude la porta dell'arca.
Dio fa piovere per 40 giorni e 40 notti e l'acqua copre i monti più alti della terra.
Tutti gli uomini e tutti gli animali che vivono sulla terra muoiono. Le acque restano
alte sulla terra per 150 giorni.
Poi Dio si ricorda di Noè e di tutti gli animali che sono con lui sull'arca. La pioggia
finisce di cadere e le acque cominciano a scendere.
Dopo molto tempo, Noè apre una finestra dell'arca e fa uscire una colomba. La
colomba vola e torna indietro con una foglia di olivo. Noè scoperchia l'arca e vede
che le acque si sono ritirate.
Quando la terra è secca, Dio dice a Noè:
"Esci dall'arca insieme a tua moglie, ai tuoi figli e a tutti gli animali".
Noè esce dall'arca, costruisce un altare a Dio e offre a Dio un sacrificio.
Dio allora promette:
"Non colpirò più gli uomini come ho fatto".
7
Il racconto di Utnapishtim
Anche questo mito racconta la storia di un diluvio universale.
Questo racconto è stato ritrovato in una biblioteca della città di Ninive, una città
della antica Mesopotamia. Questo racconto è stato scritto con la scrittura
cuneiforme su tavolette di argilla.
In questo mito il re Utnapishtim racconta a Gilgamesh, re di Uruk, come è
sopravvissuto al diluvio che ha ucciso gli altri uomini. Utnapishtim è l'unico
uomo immortale (l'immortalità è un dono dato dagli dei a Utnapishtim).
Questo è il racconto di Utnapishtim:
Shruppak è un'antica città. Un giorno gli dei decidono di colpire la città e i suoi
abitanti con un diluvio, ma prima dicono a Utnapishtim:
"Abbandona le tue ricchezze e costruisci una nave"
Utnapisthim costruisce una nave e vi fa salire tutta la sua famiglia, tutte le bestie
della campagna e tutti gli artigiani.
Adad, il dio della tempesta, manda una pioggia molto forte: Utnapisthim chiude la
porta della nave. La pioggia è così forte che anche gli altri dei si spaventano e si
nascondono. Il vento soffia per sei giorni e sei notti e l'acqua copre la terra. Il
settimo giorno la tempesta finisce.
Utnapisthim guarda la terra e vede che tutti gli uomini sono morti e la terra
coltivata sembra una palude. Così Utnapishtim si mette a piangere.
Dopo sette giorni Utnapishtim fa uscire dalla nave una colomba. La colomba torna
indietro perché non ha trovato un luogo dove posarsi. Poi Utnapishtim fa uscire una
rondine. Anche la rondine torna indietro perché non trova un luogo dove posarsi.
Poi Utnapishtim manda fuori un corvo. Il corvo non torna. Allora Utnapishtim fa
uscire tutti dall'arca e offre un sacrificio in onore degli dei.
8
Deucalione e Pirra
Questo è un mito greco. Zeus, il padre di tutti gli dei, è arrabbiato per il
comportamento degli uomini,così Zeus decide di distruggerli. Zeus non è triste
(diversamente dal Dio della Bibbia). Gli dei greci assomigliano molto agli
uomini: Zeus qui è molto arrabbiato e scarica la sua rabbia sugli uomini con
tuoni e fulmini. Il protagonista maschile è Deucalione, figlio del titano Prometeo.
Zeus guarda gli uomini e vede che sono diventati cattivi. Così urla:
"Sparite malvagi! Non resti nulla di voi sulla terra!"
Dal ciclo comincia a cadere una forte pioggia, accompagnata da tuoni e fulmini.
I fiumi fanno uscire le loro acque, il mare copre la terra.
Gli uomini e gli animali gridano spaventati per la paura di morire. Quando le
acque si
ritirano, sul mondo c'è solo un silenzio di morte.
Zeus guarda il mondo e pensa: "Forse ho esagerato", ma poi cerca di consolarsi:
"Gli uomini sono così cattivi...". In quel momento sente un profumo di legno
che viene dalla terra: Zeus guarda e capisce che qualcuno era sopravvissuto.
Sulla terra solo due persone sono vive: Deucalione, re di Ftia, e la moglie Pirra.
Deucalione e Pirra si sono salvati perché il titano Prometeo, padre di
Deucalione, ha detto al figlio di costruire un'arca e di riempirla di cibo.
Deucalione costruisce l'arca e si chiude dentro con la moglie Pirra.
Comincia a piovere. Deucalione e Pirra navigano per nove giorni, poi la barca si
ferma vicino al monte Parnaso, un monte della Grecia. Quando scendono,
Deucalione e Pirra offrono un sacrificio a Zeus, bruciando del legno che hanno
portato nella barca.
Dopo qualche tempo Deucalione e Pirra vanno nel santuario della città di Delfi
e pregano la dea Temi:
"Non lasciarci soli, chiedi a Zeus di riportare la vita sulla terra".
Zeus sente la preghiera di Deucalione e Pirra e manda sulla terra la dea Temi
che dice loro: "Zeus ha ascoltato la vostra preghiera e vuole che siate voi a
ridare vita alla terra. Prendete le vecchie ossa dell'antica madre e gettatele alle
vostre spalle".
Deucalione e Pirra capiscono che l'antica madre è la terra e che le sue ossa sono
i sassi.
Prendono i sassi che vedono per terra e li gettano dietro alle spalle: quelli gettati
da
Deucalione diventano uomini, quelli gettati da Pirra diventano donne.
Così la terra torna a ripopolarsi dopo il diluvio.
9
VERIFICA
Vediamo se hai capito:
1 II mito è
- Una storia vera
- Una storia divertente
- Una storia inventata dagli uomini antichi per spiegare i fenomeni della natura o
la vita degli uomini
2 I miti sono stati inventati
- ora
- tantissimo tempo fa
- 100 anni fa
3 I miti all'inizio
- erano scritti
- non erano scritti
4 I personaggi dei miti sono:
- ……………………………………………
- ……………………………………………
- ……………………………………………
5 - Inserisci nel testo le parole corrette (scegli tra Hera /Poseidone /Zeus / Ade /
Olimpo / caccia / Afro dite /fuoco /sapienza)
Gli dei greci vivono insieme sulla montagna più alta della Grecia: il monte . . . . . ,
ma a volte scendono tra gli uomini.
Il loro capo si chiama Zeus, la moglie di Zeus si chiama . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
è il dio del mare, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . è il dio dei morti.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .ha molti figli: i più importanti sono . . . . . . . . . . . . . . ,
dea dell'amore e della bellezza; Atena, dea della . . . . . . . . . . . . . . . . ; Artemide,
dea della . . . . . . . . . . . . . . . . . .; Apollo, dio delle arti; Efesto, dio del . . . . . . . . . .
6 - Racconta con le tue parole la storia dell'Arca di Noè
10
LA FIABA
a cura di Cecilia Di Bona
Tutti i popoli hanno inventato (creato) miti, leggende, fiabe. Anche il tuo
popolo ha creato fiabe, queste fiabe nascono dalla tua cultura. Ci sono
fiabe cinesi, fiabe arabe, fiabe peruviane: ogni popolo ha le sue fiabe. La
fiaba è un'espressione intensa, viva, magica della vita e della cultura di un
popolo.
Inventare vuol dire
"creare"
Nella fiaba, i popoli esprimono (dicono) i loro desideri, i loro sogni, le
loro speranze più grandi, anche per il futuro.
Shakespeare, un famoso poeta inglese, ha scritto che noi (uomini) siamo
Esprimere significa
dire
fatti della stessa (uguale) sostanza (materia) dei sogni. Sognare, avere
fantasie, fare favole è molto importante perché vuoi dire tenere viva
(avere) la speranza (bella immaginazione) di un mondo più bello e più
giusto.
Le fiabe sono racconti (raccontare = dire) fantastici (fantasia,
Tenere vivo =
conservare
immaginazione, sogni ad occhi aperti, desideri) Questi racconti, per molti
secoli (secolo = cento anni), sono stati raccontati solo a voce (oralmente,
tradizione orale, sono stati solo detti e non sono stati scritti). Nel tempo
passato ed ancora oggi in molti luoghi della terra (nei villaggi sotto gli
alberi, nel deserto del Sahara in Africa, nei villaggi in Iran, nella penisola
anatolica, in India, in Malesia, nelle campagne cinesi, tra i Lapponi e gli
Esquimesi, tra gli Indios sulle Ande, ed in moltissimi altri posti) le
persone anziane (vecchie) raccontano ai bambini e ai giovani delle storie
Oralmente = solo a
voce e non scritto
misteriose (queste storie parlano di cose segrete, ma importanti della
vita) e affascinanti (queste storie attraggono, stupiscono). Molto più
tardi, i racconti sono stati scritti, ed infine, sono stati raccolti (uniti
I vecchi raccontano
ai giovani =
Tradizione orale
insieme, messi insieme) nelle raccolte (insieme) di fiabe, raccolte di fiabe
così bene armonizzate (collegate) tra loro, da formare delle opere
letterarie (un aspetto della letteratura).
Le fiabe sono meravigliose (fanno nascere lo stupore, la meraviglia)
Raccolta = Molte
fiabe messe insieme
perché nelle fiabe ci sono i maghi cattivi, le streghe cattive, le fate buone,
le magie, e altre cose di fantasia, per suscitare (far nascere) lo stupore,
Fantasia = sogno,
immaginazione,
11
per risvegliare (svegliare, far nascere) dentro di noi il desiderio delle cose
creatività
belle, che, a volte, crediamo impossibili.
II fine (lo scopo) più importante della fiaba è quello di incantare,
affascinare, meravigliare, di farci guardare il mondo con occhi diversi.
Tuttavia, la fiaba spesso (quasi sempre) insegna al bambino le cose della
vita (realtà) ed a credere (avere fede -sperare) nei valori più importanti
per l'uomo: valori grandi come l'amore, l'amicizia, la bontà.
Nella fiaba, spesso, il bene vince sul male (i buoni vincono sui cattivi).
La fiaba insegna a
vivere
Per questo motivo, spesso la fiaba finisce bene (c’è un lieto fine). La fiaba
insegna ad avere fiducia (fidarsi degli altri, chiedere aiuto, sperare).
La fiaba è diversa dal mito per due motivi (cose - ragioni):
1) I personaggi del mito sono superiori (migliori, più forti) agli uomini
comuni; sono eroi, creature quasi divine, esseri che rappresentano
(ricordano) le grandi lotte e le grandi conquiste dell'uomo (ad esempio,
Prometeo ruba il fuoco agli dei, per darlo agli uomini). I fatti che
accadono (succedono) nelle fiabe sono strani, ma partono da situazioni
reali, da fatti anche tristi (brutti) e non solo felici della vita. I personaggi
delle fiabe sono più vicini (simili) a noi.
2) II finale (la fine) del racconto dei miti è quasi sempre tragico (triste cattivo - negativo), mentre il finale delle fiabe è quasi sempre felice
(buono - lieto - positivo).
Anche per questo motivo, le fiabe piacciono tanto ai bambini ed ai
giovani come te.
Parole importanti
Fiaba = novella, racconto o commedia di origine popolare (creata dal popolo) e fantastica (di
fantasia)
Raccontare = narrare - dire
Fantasia = immaginazione - una cosa molto bella, ma non reale - non vera Tramandare
oralmente = i padri e le madri raccontano ai figli e alle figlie; i figli racconteranno (raccontano
nel futuro) ai loro figli, attraverso le generazioni (di padre in figlio, di madre in figlia). I nonni
raccontano le fiabe ai nipoti (i figli dei figli).
12
Le funzioni (aspetti, momenti) della fiaba secondo
l'interpretazione (spiegazione) di Vladimir Propp
Lo studioso (persona che studia) russo (della Russia) Vladimir Propp
(1895-1970) ha letto, studiato e compreso (capito) centinaia e centinaia
(cento, cento e più) fiabe e ha scoperto (ha visto, ha capito, ha
compreso) che, nelle fiabe (in tutte le fiabe) compaiono (ci sono)
sempre gli stessi elementi, gli stessi (uguali - identici) aspetti ricorrenti
(che ci sono sempre).
Nelle fiabe cambiano (si modificano, variano) tanti particolari (elementi
caratteristici-tipici di quel popolo, di quella cultura, di quella
tradizione, storia letteraria), ma queste funzioni (questi elementi
aspetti, passaggi) compaiono (sono) sempre nello stesso (identico,
uguale) ordine (successione, cioè vi è sempre prima l'uno e poi l'altro).
Ad esempio, in una fiaba marocchina, ma anche in una fiaba
colombiana o cilena, così come in una fiaba italiana o russa, cambiano i
particolari, ma sono uguali gli elementi più importanti della fiaba.
Queste funzioni sono:
1. Allontanamento: una persona della famiglia si allontana (va via,
fugge, va lontano), oppure muore (è morta, non c'è più).
2. Divieto: all'eroe e/o all'eroina (il personaggio più importante, il/la
protagonista) è proibito (vietato) fare qualche cosa, oppure qualcuno
Allontanamento =
Andare lontano
Divieto =
proibizione
(una persona) gli/le chiede di non fare qualche cosa. L'eroe o l'eroina
non possono fare alcune cose, devono stare sotto un limite, obbedire ad
un divieto.
3. Infrazione: l'eroe e/o l'eroina infrange (disubbidisce, va contro, si
oppone, si ribella al) il divieto (la proibizione).
Infrazione =
disubbidire
A questo punto (in questo momento), spesso, compare (si presenta,
entra in gioco, c'è) l'antagonista (il nemico, la nemica, l'oppositore, la
oppositrice, la persona ostile, la persona cattiva che va contro l'eroe e/o
l'eroina).
4. Investigazione (ricerca - scoperta): l'antagonista (il nemico) cerca di
scoprire (conoscere, capire) cose o persone per fare del male
Investigazione =
Cercare qualcosa
(danneggiare) l'eroe. Il nemico usa quello che sa per fare del male
all'eroe, all'eroina.
13
5. Delazione (fare la spia, riferire in modo malevolo, maligno, cattivo):
dire cose personali e segrete su una persona per farle del male:
l'antagonista (nemico) riceve (ottiene - ha) rivelazioni (gli/le sono
Delazione = Dire
cose personali e
segrete per fare del
male
riferiti, detti aspetti particolari, personali) sulla sua vittima
(sull'eroe/eroina odiato e perseguitato/a dall'antagonista- nemico)
6. Tranello: l'antagonista tenta (cerca) di ingannare (imbrogliare -far
Tranello = Trappola
credere cose false) la vittima, per impadronirsi (prendergli/le,
impossessarsi) di lui/lei o dei suoi beni (cose)
7. Connivenza: la vittima cade (è catturato/a, è imprigionato/a) nel
tranello (imbroglio), e così favorisce (aiuta) involontariamente (senza
volere, senza intenzione) l'antagonista
Connivenza = La
vittima,ingenuament
e è coinvolta nella
trappola
8. Danneggiamento: la vittima (l'eroe e/o l'eroina) o una persona della
sua famiglia subiscono (devono sopportare) un danno (male, sofferenza,
disgrazia, perdita), come un rapimento (portare via una persona contro
Danneggiamento =
la vittima è colpita,
ferita.
la sua volontà), una mutilazione (l'amputazione, la perdita di una parte
importante di sé, o di qualche cosa di proprio), un'incarcerazione
(mettere in carcere, in prigione), un furto (rubare a lui/lei qualcosa).
8bis. Mancanza: ad una persona della famiglia manca (non ha, e invece
vorrebbe - vuole avere) qualcosa o nasce in lui/lei il desiderio (voglia)
di avere qualche cosa che non ha.
Mancanza = non c'è
qualcosa che si
desidera
9. Mediazione: all'eroe si chiede (nella forma della preghiera o nella
forma dell'ordine) di reagire (di andare contro, di ribellarsi, di opporsi)
alla situazione ingiusta, di porre rimedio (riparare - compensare) alla
mancanza. L'eroe può essere egli (ella) stesso la persona che cerca, che
Mediazione =
All'eroe è chiesto di
lottare (contro il
nemico)
affronta (vive) la situazione, che lotta per proteggere (difendere) un'altra
persona, oppure può essere egli (/ella) stesso che lotta (combatte) per
difendere se stesso.
10. Inizio della reazione: l'eroe acconsente (dice di sì) e comincia ad
agire (a fare le cose).
11. Partenza: l'eroe lascia la casa, realmente (in realtà), o solo in forma
simbolica (si allontana psicologicamente = l'eroe è presente solo con il
L'eroe dice che farà
quello che deve fare
Partenza=l'eroe
parte
corpo, ma la sua mente ed il suo cuore sono in un altro posto; egli è
lontano nei suoi desideri: il suo cuore è lontano)
12. Prima funzione del donatore (di colui/ colei che dà): l'eroe è
messo alla prova (deve superare delle prove, delle difficoltà, deve fare
L'eroe deve fare cose
14
delle fatiche), per potere ottenere (avere) un aiuto, un aiuto che spesso è
faticose e difficili
un mezzo magico(una cosa magica).
13. Reazione dell'eroe: l'eroe supera le prove, l'eroe riesce a fare cose
molto difficili.
14. Conseguimento del mezzo magico: l’eroe ottiene (ha, si procura)
un mezzo
magico come ad esempio un oggetto magico, un animale
L'eroe fa bene il suo
compito (dovere)
magico, un potere straordinario (superiore alla normalità, miracoloso),
un talismano (portafortuna, amuleto).
L eroe ottiene (ha)
una magia
15. Trasferimento nello spazio: l'eroe raggiunge (va in) un altro luogo,
il luogo dove si trova l'oggetto della sua ricerca (dove c’è quello che lui
cerca). L'eroe segue (va dietro) delle tracce (semi che gli indicano la
Trasferimento =
l'eroe va in un altro
posto
via), vola, viaggia per mare o per terra.
16. Lotta: l'eroe lotta (combatte) contro l'antagonista (nemico).
17. Marchiatura: l'eroe riceve (ottiene, subisce) un marchio (segno,
impronta), una ferita (taglio, graffio), un anello.
L'eroe combatte
18. Vittoria: l'eroe vince nella lotta (è più forte, è superiore)
sull'antagonista.
19. Rimozione: il danno (male, sofferenza, disgrazia, rovina) è
eliminato (è
tolto) e l'eroe ottiene ciò che desidera.
20. Ritorno: l'eroe ri-torna al suo luogo di partenza (al suo luogo di
origine dove è nato).
21. Persecuzione: l'eroe è inseguito (correre dietro) o perseguitato da
L'eroe è ferito,
segnato
L'eroe vince
L’eroe elimina il
male
L’eroe torna a casa
un nemico. Il nemico non si arrende, ma gli da la caccia, lo insegue, lo
minaccia.
II nemico insegue
l'eroe
22. Salvataggio: l'eroe riesce a salvarsi, fuggendo o superando degli
ostacoli (difficoltà).
A questo punto, la fiaba può terminare con l'ultima funzione (la
L’eroe si salva
funzione 31), oppure possono esserci ancora queste funzioni.
23. Arrivo in incognito (di nascosto): l'eroe torna a casa e non si fa
riconoscere da nessuno (non rivela, non dice a nessuno chi è lui, si
nasconde).
24. Pretese infondate (richieste senza una ragione, aspettarsi qualcosa
che non si è meritato): un rivale (nemico) afferma, mentendo (dicendo,
L’eroe arriva di
nascosto
raccontando bugie, menzogne) di essere stato lui a compiere le imprese
(azioni coraggiose), compiute in realtà dall’eroe. Il nemico vuole
I nemici vogliono il
15
togliere all’eroe i suoi meriti. Il nemico vuole ricevere lui la ricompensa.
25. Compito difficile: all'eroe viene ri-chiesto di sostenere (fare)
premio che non
hanno meritato e che
è dell’eroe
un'altra prova di coraggio, di forza, di pazienza, di abilità, di capacità.
26. Adempimento: la prova è superata (l'eroe vince).
27. Identificazione: finalmente, l’eroe e ri-conosciuto da un segno
(elemento particolare, personale, che lo caratterizza), come un anello,
una ferita, una caratteristica (un aspetto del suo corpo o del suo
L'eroe deve fare
un'altra prova
L'eroe supera anche
questa prova
carattere).
28. Smascheramento: Il falso (non vero) eroe è smascherato (riconosciuto come falso, si capisce che non è lui il vero eroe) perché egli
non è capace di superare la prova.
29. Trasfigurazione dell'eroe: l'eroe assume, anche con la magia,
L’eroe è
riconosciuto
Anche il nemico è
riconosciuto
assume riconosciuto (prende) un nuovo aspetto, una nuova forma, si
trasforma.
30. Punizione: il falso eroe e/o l'antagonista (nemico) sono puniti.
L'eroe si trasforma
31. Le nozze: l'eroe si sposa, oppure sale al trono (diventa re) oppure
ottiene una ricompensa (premio)
Il nemico è punito
L'eroe si sposa
16
L'interpretazione di Italo Calvino
Lo scrittore italiano Italo Calvino afferma (dice) che le fiabe sono sì un
Le fiabe sono un
gioco che insegna a
vivere
passatempo (gioco - divertimento – svago - intrattenimento), ma che le
fiabe hanno anche un contenuto (significato - senso- messaggio) di
verità (dicono una cosa vera).
Le fiabe raccontano il corso (ciclo, flusso, processo, come si cresce e
come si diventa grandi e forti) della vita umana, dall'inizio
all'allontanamento (andare via da casa, andare lontano) dalla casa del
padre, alle prove (difficoltà - sfide-imprese eroiche), al matrimonio.
Nelle fiabe, come
nella vita, ci sono
amici e nemici, ci
sono i sentimenti, ci
sono i ricchi e i
poveri
All'interno (dentro) di questo percorso (itinerario - cammino) vi sono
aiutanti (coloro, le persone che aiutano, che proteggono) ed oppositori
(coloro, le persone che sono nemiche, che sono ostili), nascono e si
rafforzano (diventano più forti) i sentimenti, si mostrano (appaionodiventano chiari- si rivelano) le condizioni (situazioni- livelli economici
di vita: se sono ricchi o se sono poveri) sociali (le classi sociali: se sono
contadini o mercanti, marinai o cavalieri, principesse o cameriere,
eccetera), sono vissuti i valori morali (amore o odio, amicizia o lotta,
eccetera) positivi e negativi, proprio come avviene nella vita. La fantasia
(immaginazione- magia- meraviglioso) colora la narrazione con
elementi magici e straordinari e da alla fiaba la forma di un gioco, di un
divertimento.
17
II tempo e i luoghi
La fiaba è fuori (all’esterno) dal tempo, che è sempre indeterminato
(non definito, non de-limitato, non finito, non chiaro). Infatti, nella fiaba,
II tempo della fiaba
è un tempo un po'
reale e un po' di
fantasia
ci sono alcune (un piccolo numero, qualche, delle) parole (espressioni,
frasi) ricorrenti (frequenti, che compaiono sempre): "c'era una volta",
"passarono tanti anni", "dopo lungo tempo".
I luoghi sono raramente (poche volte) definiti (precisati, chiariti, sono
generali, sono comuni e non puoi dire dove sono esattamente, ad
I luoghi sono un po'
reali, un po' di
fantasia
esempio: la caverna dei quaranta ladroni delle "Mille e una notte ", la
casetta dei sette nani nel bosco di "Biancaneve ") geograficamente
(geografia, studio e conoscenza dei territori). Spesso si parla (si
descrivono) di ambienti come castelli, boschi, mari e terre lontane e
misteriose, povere capanne (case), caverne, etc. Gli ambienti
rappresentano (significano) delle dimensioni della vita, dei momenti
della vita (situazioni, condizioni): il bosco buio crea uno stato d'animo
(emozione) di paura (tensione), la casetta (piccola casa) nella radura
(punto del bosco nel quale non ci sono piante) nel bosco può essere un
rifugio (posto sicuro, un nascondiglio), come in "Biancaneve e i sette
nani", oppure (o)un tranello (trappola, agguato, pericolo), come in
"Hansel e Gretel." Il castello può essere (è, a volte) la casa di un bel
principe o (è a volte) la torre che imprigiona (racchiude, rinchiude,
costringe) una povera fanciulla
18
I personaggi
I personaggi (le persone, i protagonisti del romanzo, del racconto, della
novella, della fiaba, della favola) sono in parte reali (veri) e in parte
I personaggi sono le
persone (un po' reali
e un po' inventate)
della fiaba
fantastici (di fantasia). I loro caratteri (personalità, natura) sono definiti
(descritti, disegnati), ed hanno dei ruoli (compiti, funzioni, scopi, finalità)
definiti: l'eroe è bello, buono, coraggioso; l'antagonista (il nemico,
l'oppositore) è brutto, cattivo, invidioso (che invidia, che osserva gli altri
per criticarli, per portare via loro quel che hanno), sleale (falso,
L'eroe è bello e
buono
II nemico è brutto e
cattivo
traditore) che fa del male in modo nascosto. Intorno ai due personaggi
più importanti (protagonisti) ci sono e agiscono (fanno cose) dei
personaggi ricorrenti (che compaiono spesso, che ci sono spesso). Essi (i
personaggi minori, meno importanti) sono a volte buoni (che aiutano),
altre volte sono cattivi (che sono contro, che si oppongono, che fanno del
Anche i personaggi
minori sono buoni o
cattivi
male). Essi sono: il patrigno (il padre non naturale, il secondo marito
della madre, il padre cattivo), la matrigna (la seconda moglie del padre,
la madre cattiva, la madre non naturale), i fratellastri e le sorellastre (i
fratelli e le sorelle non naturali; essi sono figli di uno stesso genitore, la
mamma o il papa, e del secondo marito o della seconda moglie del papa
o della mamma), i maghi (i maghi possono essere sia buoni sia cattivi) e
le streghe (maghe cattive), le fate (maghe buone), i folletti (piccoli
uomini, ometti fantastici bizzarri, "buoni ", ma dispettosi) e gli orchi
(mostro malvagio, cattivo, gigantesco, cioè molto grande, che mangia gli
uomini e i bambini). Questi personaggi minori sono caratterizzati
(definiti) da una qualità-importante (fondamentale): la bontà o la
cattiveria, l'avarizia (tenere tutto per sé, essere attaccati ai soldi) o la
generosità (condividere tutto con gli altri), l'invidia (che invidia),
l'egoismo.
19
La struttura della narrazione e il linguaggio
La narrazione (il raccontare) fiabesca (della fiaba) procede (avanza, va
avanti) per sequenze (momenti successivi, passaggi), cioè parti del
racconto che segnano cambiamenti di scena o di azione (quando, ad
esempio, succedono cose nuove e importanti).
Il linguaggio delle fiabe è semplice, ma ricco di sfumature di colore, di
espressioni vivaci; il linguaggio delle fiabe e suggestivo (che suggerisce,
II racconto della
fiaba ha dei
momenti, un
momento dopo
l’altro
Le parole della
fiaba sono semplici
ma piene di fantasia
che evoca, che fa immaginare tante cose). Le espressioni sono quelle (le
espressioni) della vita di tutti i giorni (vita quotidiana) perché sono state
scritte per i bambini. I simboli (immagini) sono facili da capire: ad
esempio, il lupo di Cappuccetto Rosso rappresenta, e il simbolo del
pericolo per i bambini (in questo caso, costituito dagli uomini
II simbolo è una
figura, una
immagine che fa
capire il pensiero
sconosciuti): la fiaba di "Cappuccetto pensiero Rosso" vuole insegnare ai
bambini a non fidarsi degli uomini sconosciuti. Nella fiaba vi sono
espressioni definite (caratteristiche, fisse, che sono sempre le stesse)
come, ad esempio: "C'era una volta"; "E vissero felici e contenti....".
I dialoghi (dialogare, parlare insieme con qualcuno) sono molto vivaci
I dialoghi sono
quando le persone
(pieni di vita) e sono frequenti (compaiono spesso). I dialoghi animano
(rendono più vivo) il racconto. Il dialogo può svelare (rivelare) un mistero,
riservare (preparare) sorprese (cose nuove che sorprendono, che
stupiscono) o preparare un tranello (trappola, imbroglio).
Spesso, nei dialoghi, vi sono filastrocche (piccole canzoni, canzoncine in
rima, con delle ripetizioni) infantili, formule magiche (le formule magiche
sono frasi senza senso, ripetute in una forma rituale, in una forma che si
ripete più volte perché si attribuisce ad essa un valore e un senso quasi
magico, simbolico).
La fiaba ci offre (dà) informazioni e insegnamenti
La fiaba, anche se non è stata scritta per questo, contiene (ha) delle
informazioni sugli usi e costumi (aspetti caratteristici del modo dì sentire
e di agire di un popolo).
Nella fiaba ci sono anche dei messaggi come gli insegnamenti su come
"cavarsela" nella vita (come fare, come affrontare la vita, come risolvere i
problemi).
Le fiabe hanno un
20
Dalle fiabe emerge (viene fuori) un messaggio positivo (buono, ottimista),
un messaggio che incoraggia i giovani ad affrontare la vita: il Bene, per
messaggio buono: il
bene vince il male
fortuna vince sempre, il male è sempre sconfitto.
21
Significato psicanalitico delle fiabe
Le fiabe si esprimono (parlano) in un linguaggio simbolico (misterioso,
ma molto significativo) per manifestare (rivelare, fare emergere) un
contenuto inconscio (non consapevole, che conosciamo e non
Le fiabe sono
simili ai sogni:
vengono fuori i
desideri e le verità
conosciamo, che dentro di noi intuiamo, pur senza esserne certi).
Nel contenuto delle fiabe, sono espressi fenomeni psicologici interiori
(elementi profondi, elementi inferiori, aspetti della nostra psiche, della
nostra anima). Nell'infanzia (quando siamo bambini), quando il bambino
non sa nulla della vita ed è insicuro (egli non sa chi è, egli non sa come
fare ad affrontare la vita), la fiaba suggerisce (dice) che cosa è la lotta
(guerra) per la sopravvivenza (vivere) e per la "auto-realizzazione"
(diventare se stessi, essere se stessi, diventare grandi, maturare).
Le fiabe calmano (danno pace, tranquillità) le ansie (paure) del bambino
con il lieto fine.
Le fiabe rappresentano (esprimono, dicono) le crisi (difficoltà)
psicologiche (del cuore dell'uomo, dell'interiorità, dell'anima) e sociali
(dell'entrare del giovane nella società) della crescita (del crescere, del
diventare grandi). Nelle fiabe ci sono: la sofferenza di un bambino a
causa (per colpa) della gelosia (invidia, rivalità, sentimento che prova la
Le fiabe sono
come le ninnenanne: danno
serenità,
consolano.
Le fiabe fanno
crescere
persona che teme di non essere ri-amata dalla persona che ama) verso i
suoi fratelli, c'è la sofferenza per le ingiustizie subite, come nel caso di
Cenerentola.
Nella fiaba ci sono le angosce (paure) e le insicurezze (non essere sicuri
di sé, non conoscere se stessi) della crescita, del passare dall'infanzia (da
zero a 10-11 anni, circa) all'adolescenza (da 10-11 anni a 16-17 anni,
non è definita, non è la stessa per tutti, l'età della adolescenza si sta
modificando, prolungando per molti) e dall'adolescenza alla giovinezza
(da 18 a 25 anni, circa).
Questo è il caso di Cappuccetto Rosso, la ragazzina (bambina,
adolescente) curiosa (che vuole conoscere tutto, parlare con tutti,
affrontare le persone che fare tutte non conosce perche la appaiono
interessanti), monella (che disubbidisce alla mamma, per fare quello che
vuole lei), temeraria (non solo coraggiosa, anche incosciente), e
incosciente.. .(che si sente molto sicura di se, ma che in realtà non sa
quello che sta facendo perché non conosce i pericoli del mondo, e pur
Cappuccetto Rosso
è la bambina che
vuole fare tutte le
cose, di testa sua
(come vuole lei), e
non ascolta i
consigli della
mamma, che le
vuole bene.
22
non conoscendoli non è neppure un po’ saggia e umile da fare quello che
le consigliano di fare le persone che le vogliono bene).
Così Cappuccetto
Rosso si mette in
pericolo
Cappuccetto Rosso è la bambina che attira l'attenzione perché è bella,
vestita di rosso, è la bambina che, senza volerlo, affascina (suscita
interesse), seduce (attrae l'attenzione su di sé), e così facendo, corre (va
incontro a) un grosso pericolo. Infatti, il lupo cattivo, che nella fiaba
rappresenta il seduttore (colui che seduce, attira a sé con le lusinghe, i
complimenti), è in agguato (pronto a saltare addosso, ad aggredire). Il
lupo cattivo divora (mangia) senza pietà Cappuccetto Rosso. Per fortuna,
nella fiaba, arriva il coraggioso cacciatore a salvare Cappuccetto Rosso. Il
cacciatore è il simbolo del padre (della figura paterna) che è forte,
responsabile e liberatore. Nelle fiabe c'è sempre il lieto fine, ma la fiaba
insegna ai giovani a non fidarsi degli sconosciuti (le persone che si pensa
di conoscere e che invece non si conoscono bene). Cappuccetto Rosso è
una bambina, ma la fiaba insegna qualcosa anche ai maschi: a non fidarsi
degli sconosciuti (quegli adulti che vendono la droga ai ragazzi, quelli
che insegnano ai ragazzi a rubare, quelli che fanno regali e complimenti
per conquistarsi la fiducia dei giovani), a seguire i consigli dei genitori e
degli adulti che ti vogliono bene.
23
Le antiche radici della fiaba
L'origine (l'inizio) delle fiabe è molto antica (vecchia, arcaica). Da sempre
le persone che raccontavano le fiabe ai bambini sono persone benevole
(persone che, come i genitori, i nonni, le balie, vogliono bene ai bambini)
che appartenevano (erano parte) alla cultura contadina. La cultura
contadina è scomparsa (non esiste più).
La fiaba è antica
(molto vecchia)
La fiaba è spesso un
aspetto del mondo
contadino (della
campagna)
Le fiabe sono nate nelle società primitive (antiche) e contengono la
memoria (delle tracce, dei segni che fanno capire quello che erano in
origine) degli antichi riti (celebrazioni collettive, momenti importanti per
tutta la comunità) tribali (della tribù, antico o primitivo gruppo di persone)
di iniziazione (preparazione alla vita, introduzione alla vita). I riti di
Le fiabe contengono
insegnamenti per
fare crescere i
giovani
iniziazione sono prove, spesso molto difficili, alle quali venivano e sono
sottoposti (impegnati) i giovani. I giovani dovevano (dovere = essere
obbligati) dimostrare (fare vedere) coraggio, forza, doti (virtù, capacità)
importanti per fare parte della tribù. Per questa ragione (per questo
motivo), molte fiabe si concludono con le nozze, cerimonia (celebrazione,
La fiaba ha ancora
dentro l'anima
dell'uomo primitivo
che crede che la
natura sia (é) una
magia
rito) con la quale i giovani entravano ed entrano nel mondo degli adulti (i
giovani diventano grandi).
Dal mondo dei popoli primitivi e dei popoli antichi viene anche il mistero
(una cosa che mi affascina, ma che non capisco fino infondo) delle forze
(potenze) della natura che compare nella fiaba sotto la forma della magia.
24
La fiaba come "genere letterario": la storia della fiaba
La fiaba e diventata (ha cominciato ad essere) un opera letteraria
nell’antica India, nel II-III secolo d.C.
In Europa, le prime testimonianze (espressioni che sono il segno, il
documento, la testimonianza di qualche cosa) scritte sono del XVI secolo,
quando, l'italiano Giovanni Francesco Straparola compone (scrive) il primo
La fiaba è antica ed
e un opera
bellissima della
letteratura
Breve storia della
fiaba
libro dell'opera "Le piacevoli notti", una raccolta di novelle (racconti),
nella quale (nella raccolta) vi sono racconti realistici (veri) vi sono anche
racconti fiabeschi (di fiabe) di origine (inizio) popolare (del popolo). Sono
popolari anche i racconti contenuti (dentro) all'opera "lo Cunto de li cunti"
di Giovan Battista Basile. In questa opera, dieci vecchie raccontano
cinquanta fiabe, in cinque giorni.
In Francia, la fiaba diventa (è) un'opera letteraria importante alla fine del
XVII secolo, soprattutto grazie (per mezzo di) al capolavoro (opera
bellissima) di Charles Perrault: "Storie e racconti del tempo passato. I
racconti di mia madre l'Oca" (1697).
All'inizio del secolo XVIII, è tradotta in francese la raccolta araba de "Le
mille e una notte", che contiene racconti orientali antichi (XI-XVI secolo).
Il periodo d'oro (più bello) della fiaba è il Romanticismo, nell'Ottocento: in
questo periodo (tempo), la fiaba è amata e studiata come espressione (voce)
della creatività (fantasia - immaginazione) popolare.
I fratelli Grimm raccolgono(mettono insieme), andando nei villaggi, nei
piccoli paesi sulle montagne, tra i boscaioli e le vecchie contadine e
facendosi narrare per ascoltare dalla viva voce di coloro che le
raccontavano, le fiabe e le studiano (le fiabe). La loro raccolta si intitolò (si
chiama): "Fiabe per bambini e famiglie".
Anche altri scrittori scrivono fiabe. Questi scrittori sono: Hoffmann, Tieck,
Novalis, Andersen, Carroll, etc.
Nel Novecento, Vladimir Propp studia la fiaba e scrive un libro di studi
sulla fiaba che si chiama "La morfologia della fiaba".
Oggi, la fiaba è amata da molti; vi sono i cartoni animati (molto amati sono
i cartoni animati di Walt Disney) tratti dalle fiabe e vi sono moderni
scrittori di fiabe.
25
Una antica fiaba celtica: Le mele d'oro
Parte prima: il felice regno di Conn e di Eda
Un tempo, in Irlanda vi era un regno ricco e felice (prospero, florido). La
terra era (è nel passato) fertile (produce frutta e verdura), produceva
(produrre = dare) molto grano (per fare il pane) e nutriva (dava da
mangiare a) molte mandrie (insieme di animali, insieme di mucche e buoi),
e molte greggi (insieme
C'era una volta un
regno felice
governato da un re
forte e buono e da
una regina buona e
bella
di pecore, insieme di capre). Il mare, i fiumi, i laghi erano limpidi
(trasparenti, chiari) e pescosi (c'erano dentro molti pesci). Il sovrano (re)
di queste terre si chiamava Conn ed era un valoroso (coraggioso, audace)
guerriero (eroe in battaglia, in guerra). Conn era il più forte e nessuno
poteva (era capace di) competere (combattere) con lui; per questo motivo
tutti avevano paura di lui e nessuno osava (aveva il coraggio) di attaccarlo,
di invadere il suo territorio. Per questa ragione (motivo), le terre sotto di lui
prosperavano (erano ricche) e gli abitanti vivevano in pace (non in guerra,
in tranquillità). Conn era un uomo saggio (che pensa e agisce con
prudenza ed intelligenza) Conn aveva sposato (preso moglie e/o preso
marito) una principessa inglese che si chiamava Eda. Eda era bella nel viso
(volto, faccia) e buona di cuore (d'animo, nell'anima).
Seconda parte: nascita di Conn-eda e morte di Eda
Quando la regina ebbe (ha, avere al passato) un figlio, i Druidi (antichi
sacerdoti dei Celti; i Celti erano le popolazioni che anticamente abitavano
Nasce il figlio del
re, muore la regina
gran parte dell'Europa) predissero (profetizzarono = dire ciò che accadrà
prima che questo accada, anticipare, pronosticare) che Conn-eda avrebbe
avuto (ha, avere) le doti (qualità, virtù) dei genitori (mamma e papa). Per
questa ragione (motivo) il bambino fu chiamato Conn-eda e crebbe buono,
bello, generoso (che spontaneamente da agli altri, condivide la sua vita
con gli altri) e coraggioso (valoroso, audace, temerario). Purtroppo, presto
rimase (fu) orfano (senza madre e/o senza padre). La regina ebbe (ha,
avere al passato) una malattia (stare e/o sentirsi male, soffrire) ed in pochi
giorni (poco tempo) morì (morire al passato).
Terza parte: Conn si ri-sposa (sposa per la seconda o più volte). La
26
nuova regina odia (non ama; è ostile, nemica) Conn-eda
II lutto (cordoglio, sentimento di tristezza, riti dopo la morte di una
persona, stringersi dei parenti, del paese, intorno ai famigliari) durò un
anno ed un giorno. I consiglieri del re (gli uomini che danno consigli al re)
lo spinsero
Il re si risposa
La nuova regina
vuole eliminare (far
morire) il principe
(convinsero, persuasero) a risposarsi e li proposero come
sposa la figlia del Grande Druida. La nuova regina all'inizio si comportò
(agì) come Eda, ma quando ebbe dei figli suoi (propri) cominciò a soffrire
di gelosia verso il principe Conn-eda. Conn-eda era il primo figlio
(primogenito), era amato dal re e dal popolo e stimato (considerato bravo e
buono) dai nobili. Conn-eda era destinato (aveva diritto a) ad essere il
futuro re (il successore). La regina per favorire (dare un vantaggio a) il
proprio figlio nella successione al trono, cominciò a dire malignità (cose
cattive) e menzogne (bugie) sul conto del principe Conn-eda, sperando di
convincere il re ad esiliarlo (allontanarlo dal regno, mandarlo via). Conneda sopportava con pazienza e restituiva (dava in cambio) bene per male.
Per questo, l'affetto e la considerazione (stima) di tutti verso di lui aumentò
(crescere).
Questo fece crescere l'odio (ostilità) ed il furore (rabbia) della regina. La
regina decise perciò di usare le arti magiche e di chiedere aiuto alla
guardiana (custode) del pollaio, che era una famosa maga.
Parte quarta: la regina trama (pensa a dei trucchi, degli inganni)
contro Conn-eda per farlo morire
All'alba, la regina andò dalla maga e le disse tutto. La maga le rispose: non
La regina cattiva fa
magie contro il
principe
posso aiutarti fino a quando non riempirai (mettere qualcosa dentro un
contenitore, fino a quando è pieno), di lana, l'arco (semi - cerchio che farò
con il mio braccio) del mio braccio, e di grano, il buco che farò con il mio
fuso (arnese, strumento, per filare). La regina accettò. Allora la guardiana
del pollaio si mise sulla porta della sua capanna con la mano appoggiata sul
fianco (sull'anca, sul lato del corpo), ed ordinò ai servi della regina di
gettare attraverso il suo braccio tanta lana tanto da riempire tutta la capanna
fino al soffitto (tetto). Poi salì sul tetto di suo fratello, fece un buco nel
punto più alto del tetto con la conocchia e da quel buco fece versare grano,
fino a quando non ci fu più posto neanche per un altro chicco di grano.
Soltanto allora, disse alla regina: "Prendi questa scacchiera (tavolino per il
gioco degli scacchi) e chiedi al principe di giocare con te, tu vincerai ed
27
allora potrai dirgli di fare una penitenza (fare qualcosa per compensare il
fatto di avere perso al gioco; chi vince può imporre una penitenza).Tu
dovrai chiedergli, entro il termine (prima di) un anno ed un giorno, di
portarti le tre mele d'oro che crescono su un albero di cristallo (vetro fine)
nel giardino del re dei Firbolg nel lago di Erne, ed inoltre il cavallo ed il
cane magico dello stesso re. Sono cose così preziose (di valore, importanti)
e bene custodite (protette, difese), che nessuno (non uno) è riuscito (è stato
capace di) ad arrivarci. Tutti coloro che ci hanno provato (tentato), sono
morti."
Parte quinta: la regina sfida (invita a giocare, affronta in duello,
provocando Conn-eda) e lo vince
La regina invitò Conn-eda a giocare con lei a scacchi e vinse la prima
partita. Allora, resa spavalda (orgogliosa, arrogante, sicura di sé) da
questa prima vittoria (quando si vince), dimenticò le parole della maga.
All'inizio, la regina
vince sul principe
Invitò Conn-eda a giocare una seconda partita per ottenere un potere
(autorità) maggiore (più grande) sul principe.
Poi il principe vince
Sesta parte: Conn-eda vince la seconda partita
Fecero un'altra partita e la regina perse (fu sconfitta). Allora Conn-eda le
disse: "Poiché hai vinto la prima partita hai il diritto di imporre la
penitenza"
Parte settima: richieste (pretese, domande) della regina
La regina ordinò: "Entro un anno e un giorno dovrai portarmi dal regno del
La regina cattiva
costringe il principe
a superare delle
prove (fatiche)
lago di Erne le tre mele d'oro della salute (stare bene), il cane magico
Samer e il cavallo nero del re dei Firbolg. Se non riuscirai dovrai andare in
esilio (andare via, fuori dal regno).
Ottava parte: richieste di Conn-eda
II principe costringe
la regina ad
aspettarlo
Disse il principe alla regina: "Tu starai sul pinnacolo (guglia, cima) di
quella torre (torre del castello) fino al mio ritorno, mangiando solo il grano
che riuscirai a raccogliere con il tuo spillone (grosso spillo che si mette nei
capelli per tenerli a posto). Dopo un anno ed un giorno, se io non sarò
tornato, sarai libera.
II principe chiede
aiuto ad un saggio
28
Nona parte: partenza di Conn-eda
Conn-eda era molto preoccupato (era in pensiero) e decise di partire
subito.
Decise come prima cosa di parlare con un druido (sacerdote dei Celti),
famoso per la sua sapienza, chiamato (di nome) Fionn Badhna. Il druido
accolse il principe con tutti gli onori (con le attenzioni dovute ad un
principe) e ascoltò le sue richieste. Il giorno successivo (seguente), dopo
aver consultato i suoi oracoli (dopo avere interrogato gli dei), il druido
diede al principe questa risposta: "Il compito che ti è stato dato è quasi
II principe chiede
aiuto ad un uccello
magico che conosce
tutto
impossibile, è stato pensato per distruggerti dalla maga del lago di Corrib,
la più grande maga che c'è in Irlanda, ora. Io non sono capace di dirti di
più, posso solo consigliarti di andare dall'uccello che ha la testa umana, che
Il principe è aiutato
da un piccolo
cavallo
conosce (sa) presente (ora), passato (ieri) e futuro (domani). Posso, però,
aiutarti a raggiungere (arrivare a) l'uccello entro tre giorni, la data (il
giorno) in cui uscirà (verrà fuori) dal suo nascondiglio, dandoti questo
pony (piccolo cavallo), che conosce la strada per raggiungerlo (arrivare a
lui). Per convincere (persuadere) l'uccello a rispondere alla tue domande,
dovrai dargli (donargli) questa pietra preziosa".
Parte decima: Conn-eda incontra l'uccello dal volto umano
Il principe montò (salì) sul pony e il terzo giorno raggiunse l'uccello dal
II principe deve
procurarsi, con
fatica, qualcosa da
dare, in cambio
dell'aiuto, all'uccello
volto (viso) umano, gli donò (diede in dono, in regalo) la pietra preziosa e
gli pose (fece) le sue domande. Questa fu la risposta: "Sposta la pietra che
hai sotto il piede destro e prendi la fionda (antica arma usata per lanciare
sassi) e la biglia (piccola palla) di ferro che troverai lì sotto. Scaglia
II principe deve
superare delle altre
prove
(lancia, getta) la biglia ed essa ti indicherà la strada. Per tutto il resto, segui
le istruzioni (indicazioni) del tuo pony".
Il principe fece come gli aveva detto l'uccello. La biglia continuò a rotolare
fino a quando arrivò alle rive del lago Erne. Allora cadde nell'acqua e
scomparve (non si vedeva più). Il pony disse a Conn-eda: "Scendi dalla mia
groppa (schiena) e tira fuori dal mio orecchio una bottiglietta (piccola
bottiglia) di unguento (olio usato come medicamento - medicina - o
profumo) e un piccolo cesto (canestro di vimini), poi risali in fretta sulla
mia groppa (schiena del cavallo) perché da adesso cominciano i pericoli (le
II principe deve
29
cose si fanno pericolose). Conn-eda ubbidì ed il cavallino si immerse nel
lago (bacino d'acqua), dove ritrovarono la biglia, seguendo la quale
superare tante altre
prove
arrivarono ad una strada dove c'erano tre spaventosi serpenti (animale che
striscia, biscia)
Parte undicesima: prime prove
II cavallino gli disse: "Svelto, prendi dal cesto tre bocconi (piccoli pezzi) di
carne e lanciali nella bocca di ciascun serpente. Stai attento a non sbagliare
la mira (direzione) perché solo così riusciremo a passare il lago. Conn-eda
lanciò i bocconi di carne ed il pony con un solo salto superò serpenti e lago
Altre prove
atterrando sulla riva. Il pony gli disse inoltre: "Sei un giovane coraggioso
che merita di riuscire". Proseguirono, seguendo la biglia, e giunsero in
vista di una montagna (altura, rilievo montano) fiammeggiante (di fuoco,
luminosa). Il pony gli disse: "Stai fermo sulla sella (si mette sulla schiena
del cavallo per sedercisi su)" e facendo un salto prodigioso (meraviglioso,
mirabolante) superò le fiamme (le fiamme del fuoco) ed atterrò nella
pianura (piano, terra piatta). Il pony gli disse di versare (mettere sopra)
sulle bruciature alcune gocce dell'unguento. Conn-eda fece quello che gli
aveva detto il pony e le sue ferite (punti che gli fanno male) si richiusero
(guarirono) immediatamente (subito). Cavalcarono a lungo seguendo la
II principe deve fare
la cosa più difficile:
uccidere il piccolo
cavallo per liberarlo
dalla magia cattiva
biglia finché videro una città circondata da forti mura (alti muri) nelle quali
si apriva una porta sola. Non c'erano uomini di guardia (a custodire) ma
due torri fiammeggianti. Il pony disse: "Scendi e prendi dal mio orecchio
un coltello (lama del coltello). Scuoiami (toglimi la pelle) e mettiti la mia
pelle sulle spalle ed entra in città. Nessuno ti farà del male se porterai
sempre la mia pelle adesso. Ti chiedo per amicizia di tornare da me e
scacciare gli uccelli dalla mia carcassa (cadavere degli animali), poi
versami addosso fino all'ultima goccia di unguento rimasta nella
bottiglietta e seppelliscimi (mettimi sotto terra) ". Conn-eda scoppiò in
lacrime e si rifiutò di uccidere il pony. Preferiva morire piuttosto che far
del male all'amico. Il pony gli disse che entrambi avrebbero avuto un
destino (futuro) di morte: "Se non farai come ti ho detto, morirai e
condannerai me ad una sorte peggiore della morte". A queste parole Conneda ubbidì. Mise il coltello vicino al collo del cavallino ed il coltello da
solo si infisse (entrò) nel collo del cavallino. Il principe piangendo
30
(piangere, versare lacrime) fece quello che gli era stato detto, scuoiò il
pony, si mise la sua pelle addosso ed entrò in città. Era una città ricca, con
molta gente e piena di cose interessanti (che suscitano stupore). Conn-eda
non si interessò a nulla, pensava solo al suo povero amico. Così lasciò la
città e tornò di corsa dove aveva lasciato la carcassa (corpo morto di
animale) del pony. Scacciò gli uccelli e versò addosso al cavallino
l'unguento. Sotto gli occhi meravigliati (stupiti) di Conn-eda il cavallino
cambiò forma e riprese a vivere, si trasformò in un bel giovane, che lo
II principe, dopo
avere superato tutte
le prove toma a
casa.
abbracciò e, tra lacrime e riso (ridere, sorridere), gli raccontò la sua storia.
Egli era il fratello del re del lago di Erne; era stato trasformato in pony dal
La regina è vinta e si
uccide
druida Fionn Badhna: "Solo grazie al tuo affetto (amore) sono potuto
tornare ad essere quello che sono. È stata mia sorella a consigliare alla
regina di mandarti a compiere questa impresa per aiutarmi. Ora vieni con
me, andiamo a chiedere al re mio fratello le tre mele d'oro, il cavallo ed il
II principe (l'eroe)
vince e diventa re
cane". Entrarono in città festeggiati da tutti. Conn-eda si fermò a lungo nel
regno del re dei Firbolg. Dopo un anno, il re regalò al principe le tre mele
d'oro, il cavallo nero e il cane di Samer e lo invitò a ritornare ogni anno.
Conn-eda tornò nel suo regno. Quando la regina lo vide dall'alto della
torre, capì che era riuscito nell'impresa (compito- missione) e per la
disperazione si buttò giù dalla torre. Conn-eda fu festeggiato in tutto il
regno. Il re suo padre fece disperdere i resti (ossa) della regina cattiva. Le
mele d'oro furono piantate nel giardino del re e nacque un altro albero della
salute (salute, stare bene, felicità). Grazie a quest'albero il regno fu ancora
più fertile e ricco. Alla morte del re, Conn-eda prese il suo posto e da allora
le terre del suo regno presero il nome da lui: Connaucht.
La fiaba del mondo romantico ed incantato dei fratelli Grimm
I fratelli Grimm raccolsero (misero insieme - unirono) le fiabe popolari (del
popolo) tedesco, con il fine (lo scopo) di valorizzare (ri-conoscere il valore) e
far conoscere la naturale inclinazione (ispirazione - capacità - talento),
fantasia
(immaginazione), creatività dell'animo tedesco.
Le fiabe dei fratelli Grimm non furono scritte per i bambini, ma per gli adulti
(i grandi).
31
Tuttavia, queste fiabe rendono felici i bambini (piacciono molto ai bambini).
Umili (povere) realtà (cose vere) e incantevoli (che suscitano) fantasie si
fondono insieme (sono insieme). Le fiabe dei fratelli Grimm sono bellissime.
I sei cigni
Un re, rimasto (era) vedovo (la moglie era morta), un giorno andando a
caccia (ad uccidere gli animali) si perde (non trova la strada) in un bosco
(insieme di alberi): qui incontra una vecchina (donna vecchia) che in realtà
è una strega (maga cattiva). La vecchina gli dice che potrà (futuro di
potere) indicargli la via di uscita dal bosco solo ad una condizione (in
Il buon re cade nella
trappola di una
maga cattiva(strega)
cambio di qualche cosa): che lo stesso re porti con sé sua figlia e la sposi,
facendola regina.
Così il re è costretto a sposare la donna, senza esserne convinto (senza
volerlo davvero, senza esserne innamorato): pensa quindi di proteggere
II re deve sposare la
figlia della maga
(difendere) i sette figli avuti dalla prima moglie, sei maschietti, una
bambina, e li porta in un castello (casa con le mura e le torri) isolato
(lontano, difficile da raggiungere). Questo castello è tanto isolato, che per
trovarlo il re ha bisogno di un gomitolo (filo arrotolato) di filo magico: ma
la regina, sospettosa (che non si fida, che sospetta), corrompe (compra con
II re nasconde i figli
della prima regina
nel castello nel
bosco
il denaro) alcuni servi (servitori, aiutanti), viene a sapere tutto e ottiene
(prende) il gomitolo magico.
La regina, che è una strega come sua madre, prepara delle piccole camicie
incantate (stregate) e va al castello dei bambini: mentre i sei maschietti
accorrono (si fanno incontro), getta loro addosso le camicine (piccole
camicie) e li trasforma in cigni; l'unica a salvarsi è la bimba perché rimane
I maschietti sono
trasformati in cigni
dalla magia cattiva
della nuova
regina(la figlia della
maga)
nel castello.
Il giorno dopo, anche il re va al castello e vi trova solo la figliola (piccola
figlia). La bimba gli spiega l'accaduto (il fatto che è avvenuto), e dice che i
fratelli - cigni sono volati via nel bosco; dice anche al padre di non voler
Solo la bambina si
salva:
la bambina è l'eroina
di questa fiaba
tornare alla reggia (casa del re) perché ha paura della regina.
Il giorno dopo, la bimba parte alla ricerca dei fratellini; dopo molto
cammino entra in una capanna (casa di paglia) per passare lì la notte, ed
ecco, al calare (quando viene la sera) della sera, arrivano sei cigni che si
La bambina deve
superare delle prove
difficili per salvare i
suoi fratelli
ritrasformano (si trasformano di nuovo) nei suoi fratelli. I fratelli spiegano
32
la regola dell'incantesimo (magia): saranno per sempre cigni (tranne un
quarto d'ora al giorno, quindici minuti al giorno), a meno che lei, loro
sorella, passi sei anni senza parlare né ridere; dovrà anche cucire per loro
sei carnicine, usando come filo un particolare tipo di erba. La bambina
La bambina deve in
silenzio cucire delle
camicie per i suoi
fratelli
decide allora di osservare (seguire) queste dure condizioni (regole) per
liberare i fratelli, e si rifugia (si nasconde, trova riparo) su un albero, dove
inizia (comincia) a cucire le camicette di erba. Dopo molto tempo, il re di
questo territorio (terra), mentre va a caccia con i suoi uomini, scopre
(vede) la ragazza sull’albero: lei non può dire nulla (niente), ma la sua
bellezza e la sua grazia (bellezza dei modi, gentilezza, dolcezza) fanno
innamorare il re, che la sposa. La madre di questo re è però molto invidiosa
La bambinaia
(fanciulla) sposa un
re La madre del re la
odia e la invidia
La madre del re ruba
il figlio dell'eroina e
la accusa di avere
ucciso il bambino
(che invidia): così, quando la giovane regina ha un primo figlio ucciso il
bambino maschio, la suocera (madre del marito) glielo fa portare via
(glielo prende) e la accusa (la incolpa, le da la colpa) di essere un'orchessa
(orco femmina) e di avere lei stessa mangiato il figlio: ma il re non ci
crede. La stessa cosa si ripete (succede di nuovo) quando la regina ha un
secondo e un terzo figlio. La regina, che non può parlare [per poter liberare
i fratelli], alla fine è accusata anche dal re. I giudici la condannano alla
morte sul rogo (grande fuoco di legna).
Ma il giorno stabilito (deciso) per la morte della regina e, fortunatamente
Per tre volte la
madre del re fa
questo fino a quando
anche il re ci crede e
la condanna a morte.
Ma alla fine la
resistenza eroica
della fanciulla è
premiata
La fanciulla salva i
suoi fratelli e salva
se stessa
(per fortuna), proprio l'ultimo giorno dei sei anni per liberare i suoi fratelli
dall'incantesimo. La regina, fiduciosa (che ha fiducia, che spera), porta
dunque con sé, sul rogo, le sei camicette che aveva cucito. Ed ecco che,
prima di accendere il rogo (fuoco), giungono (arrivano) a volo intorno alla
regina i sei cigni. Lei getta (butta) loro addosso le camicette ed essi
tornano per sempre in forme umane (ad essere uomini); ad eccezione però
di uno che mantiene un'ala di cigno: infatti la manica di una camicetta non
era finita. Allora la regina, finalmente libera di parlare, spiega l'inganno
(imbroglio) al re. Il re ordina di bruciare sul rogo la propria (sua) cattiva
madre, e tutti possono vivere felici e contenti.
La tradizione (le fiabe tramandate di padre in figlio)
favolistica (della fiaba e della favola) italiana
Italo Calvino
Lo scrittore italiano Italo Calvino ha raccolto le fiabe italiane, cioè quelle
33
fiabe che il popolo italiano ancora ricorda e racconta nelle diverse regioni
dell'Italia, nelle diverse forme e nei diversi dialetti (lingue delle diverse
regioni, altre forme della lingua italiana).
Alcune fiabe italiane sono simili (quasi uguali) alle fiabe degli altri popoli
europei (francesi, tedeschi, spagnoli, inglesi, russi, albanesi, rumeni,
bulgari, e altri) e furono influenzati (sono simili) anche un po' dalla
raccolta di fiabe arabe "Le Mille e una notte".
Raccogliere tutte le più belle fiabe italiane è stato un lavoro difficile
(faticoso) perché è stato necessario scegliere (prendere solo alcune) le
fiabe più belle, nella forma più originale (più particolare - non comune),
tradurle dai dialetti, introdurre (aggiungere) qualche passaggio (elemento)
con la fantasia, ed esprimere (dire) tutto in una lingua italiana molto bella,
espressiva, originale.
"Le fiabe italiane" raccolte da Italo Calvino sono alcune delle fiabe più
belle, ri-scritte (scritte per la seconda volta) da un grande scrittore, rese
(sono state ricreate) ancora più belle per suscitare (far nascere) nel lettore
(la persona che legge il libro): la fantasia, l’intelligenza, il desiderio della
felicita.
La ragazza mela
C 'era una volta un re ed una regina che non erano (sono, nel passatoi)
felici perché non avevano (hanno, nel passato) figli.
La regina guardava (guarda, vede, nel passato) l'albero delle mele e
diceva: “Anche io vorrei (desidero, voglio) un figlio come l’albero delle
mele fa le mele".
Fu (e, nel passato) cosi che la regina invece di un figlio ebbe (ha, nel
passato) una mela (le nacque una mela). Era una mela bellissima e
C'era una volta un re
e una regina che
desideravano avere
un figlio
La regina guardando
l’albero delle mele
desiderò di avere
anche lei un figlio: le
nacque cosi una
mela!
colorata. Il re la mise (mette, nel passato) in un vassoio (grande piatto) di
oro.
Di fronte (davanti) al palazzo (grande e bella casa) del re c'era un altro
palazzo di un altro re. Un giorno questo altro re vide sul terrazzo (balcone)
del palazzo del re una bellissima ragazza bianca e rossa come una mela,
che si lavava [il viso] e pettinava [i capelli] al sole. Quando la ragazza vide
l’altro re, scappo, (scappare, fuggire, andare via - scappa, al passato) e
La bambina a volte
veniva fuori dalla
mela e poi ritornava
nella mela
La bambina era così
bella che un re volle
sposarla
34
tornò (torna, al passato) nella mela. Il re si era innamorato di lei (essere
innamorato = amare). Questo re andò (vado, al passato) dalla regina e le
chiese la mela. La regina rispose (risponde, al passato) che la mela era (e,
al passato) sua figlia. Il re insistette (chiedere più e più volte,
ripetutamente) e così la regina gli diede la mela.
La principessa
viveva felice con il
re, ma la matrigna
(madre non naturale)
del re, invidiosa, la
odiava
Il re portò (porto, al passato) nel suo palazzo, nella sua camera. Le preparò
tutto per lavarsi e pettinarsi. Ogni mattina la ragazza si pettinava e si
lavava e poi tornava nella mela. La ragazza non mangiava, non parlava.
Solo si lavava e pettinava e poi tornava nella mela. Il re abitava con una
matrigna (madre non naturale e anche madre cattiva). La matrigna voleva
(vuole, al passato) sapere perché il figlio stava tutto il giorno servitore la
Quando il re dovette
(deve al passato)
partire per la guerra,
affida al servitore la
ragazza-mela.
ragazza- mela in camera.
Venne (viene, al passato) la guerra ed il re dovette (deve, al passato)
partire. Prima di partire affidò (dare) al suo servitore più fedele il compito
(incarico, dovere) di proteggere (avere cura di, difendere) la mela. Gli
diede la chiave della stanza e gli disse di preparare tutti i giorni l’acqua ed
La matrigna riesce
ad entrare nella
stanza della ragazza
mela e ferisce la
ragazza mela
il pettine per la ragazza della mela. Il servitore promise (promette, al
passato) di fare quello che il re gli aveva detto.
Il re partì. La regina sua matrigna cercò subito di entrare nella camera del
re. Mise (mette, al passato) dell'oppio (sonnifero) nel vino del servitore e
gli rubò la chiave. Entrò nella stanza e guardò dappertutto (in ogni luogo).
Non vide nulla. Vide solo la mela nel vassoio. La matrigna pensò:
"È la mela la sua fissazione (pensiero costante) ". Prese un pugnale
Una fata aiuta il
servitore a salvare la
ragazza-mela
(coltello) e la trafisse (trafiggere, colpire - trafiggo, al passato) la mela più
volte. Da ogni ferita usciva il sangue. La regina si spaventò e fuggì. La
regina rimise poi la chiave nella tasca del servitore addormentato.
Il servitore il mattino seguente si svegliò e andò nella camera del re. Qui
vide sangue dappertutto, si spavento e andò da sua zia. Sua zia era una fata.
La zia gli diede una polverina magica per le mele incantate e un'altra
polverina per le ragazze stregate. Il servitore torno dalla mela, mise la
La ragazza uscì per
sempre dalla mela e
per la prima volta
parlò, raccontò al re
e si sposarono.
polverina sulle ferite, la mela si spaccò ed uscì la ragazza tutta piena di
bende e cerotti. Tornò il re e la ragazza parlò, per la prima volta parlò e
disse: "La tua matrigna ha cercato di uccidermi, il tuo servitore mi ha
curato. Ho diciotto anni e sono uscita doli 'incantesimo (magia). Se vuoi,
sarò tua sposa. " Ed il re rispose: "Perbacco! Si che lo voglio! ". Così la
35
ragazza della mela ed il re si sposarono e vissero felici e contenti.
La tradizione favolistica araba delle "Mille ed una
notte"
I naviganti e l'uccello Rukh
La raccolta (raccogliere = unire, mettere insieme) araba "Le mille e una
notte" contiene (ha) centinaia (molte volte 100) di racconti, alcuni reali,
altri di fantasia. Questi racconti vengono dall'India, dalla Persia, dall'Iraq,
dall'Egitto. Questi racconti ruotano (sono) intorno a una storia più
importante. La storia più importante è quella del re di Persia Shahriyar;
egli, dopo aver condannato a morte la moglie infedele, trascorre (passa)
ogni notte con una donna diversa, che poi uccide per vendicarsi contro il
genere femminile. Il re trascorre una notte anche con la bella Shahrazad,
figlia di un visir (ministro, nel'Impero dei Turchi). Shahrazad racconta al
re ogni notte una fiaba, che interrompe ogni volta nel momento più
interessante: in questo modo, il re desidera sempre conoscere il finale la
notte successiva. Dopo mille e una (1001) notti, il sovrano si arrende e
salva Shahrazad, che diventa sua moglie
Un uomo del Maghreb,
un grande viaggiatore,
nordoccidentale) aveva viaggiato per il mondo, andando per deserti e mari.
porta da un'isola una
piuma enorme
Per caso giunge in un 'isola, dove vive a lungo. Poi torna al suo paese e
dell'uccello Rukh
porta una penna di pulcino dell'uccello Rukh, non ancora uscito dall'uovo.
Un maghrebino (nativo del Maghreb, ossia dei paesi arabi dell'Africa
Questa penna è molto grande e può contenere tanta acqua come nove vasi.
Quando la gente vede quella penna, si meraviglia (stupisce). L'uomo si
chiamava Abdallàh al-Màghribi: era chiamato "il cinese "perché era stato
in Cina, e raccontava sempre storie meravigliose. Una di queste storie era
questa: stava viaggiando con dei compagni per i mari della Cina, quando
vide un'isola lontana. Sbarcarono sull'isola e videro che era molto grande;
andarono in cerca di acqua e legna, portando con sé gli strumenti
necessari. A un certo punto, videro una specie di cupola bianca, molto
grande e luccicante (luminosa).
Si avvicinarono (andarono vicino) e videro (passato di vedere) che era un
uovo di rukh. Ruppero (passato di rompere) l'uovo e videro (passato di
Con i suoi compagni
avevano ucciso un
pulcino per prendergli
36
la carne e la piuma.
L'uccello Rukh, il
dall'ala. Dovettero (passato di dovere) però tirare tutti insieme. Poi presero
genitore del pulcino li
inseguì.
la sua carne e partirono a vele spiegate (in fretta). Allora il Ruck li seguì
vedere) un pulcino molto grande. Gli stapparono (tirare via) una penna
(passato di seguire), li raggiunse (passato di raggiungere) e scagliò
(passato di scagliare - lanciare) contro la nave una roccia enorme
(grandissima). Ma la roccia cadde (passato di cadere) in mare e fu solo un
grande spavento (paura improvvisa) per tutti. La carne del pulcino fu cotta Mangiando la carne del
pulcino, tutti i
e mangiata. Alcuni vecchi canuti (con i capelli e la barba bianchi) ne (di
viaggiatori diventarono
quella, della carne) mangiarono. Il giorno dopo le loro barbe erano tornate più giovani.
nere e rimasero per sempre cosi. Questo perché avevano mangiato la carne
del Rukh. Così almeno si dice ed è questo uno dei più mirabili
(incredibile) prodigi (cosa straordinaria).
37
VERIFICA
Vediamo se hai capito:
Completa queste frasi:
1. La fiaba è . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
..................................................................
..................................................................
...............................................................
2. Tramandare oralmente vuoi dire. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
.................................................................
3. Lo studioso russo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .ha letto centinaia di
fiabe ed ha scoperto che nelle favole ci sono sempre gli stessi elementi. Questo
studioso ha chiamato questi elementi funzioni.
Ricordi il nome ed il significato di alcune funzioni?
4 . Il tempo della fiaba è
- un tempo reale
□
- un tempo di fantasia
□
5. I luoghi della fiaba sono
- luoghi reali
□
- luoghi di fantasia
□
6. I personaggi:
- la persona che aiuta il personaggio principale si chiama . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
..
- la persona che ostacola il personaggio principale si chiama . . . . . . . . . . . . . . . . .
38
7. racconta con le tue parole la fiaba dei fratelli Grimm, I sei cigni:
.................................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
..........................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
. . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . .
..................................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
.......................................................
8. racconta con le tue parole la fiaba La ragazza mela: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
..................................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . .
..................................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . .
39
LA FAVOLA
Cos'è la favola?
La favola è un racconto scritto con parole semplici. Molto spesso la favola è
breve (corta).
Spesso i protagonisti delle favole sono animali o oggetti. Questi ammali e
questi oggetti però parlano e si comportano come gli uomini.
Le favole sono state scritte per i bambini e insegnano come ci si deve
comportare: alcune favole ci insegnano a non fidarci di tutti, altre prendono in
giro i difetti degli uomini, altre parlano delle ingiustizie dei potenti contro i più
poveri. Alla fine delle favole c'è una frase, questa frase riassume
l'insegnamento della favola, questa frase è la MORALE della favola.
Guarda le tabelle qui sotto: ci sono alcune caratteristiche delle favole. Alcune
caratteristiche delle favole sono uguali alle caratteristiche delle fiabe e dei miti,
che hai già studiato, altre caratteristiche sono diverse.
Le favole assomigliano alle fiabe e ai miti:
1 - Come la fiaba e il mito, anche la favola è un racconto fantastico.
2 - Come la fiaba, anche la favola è stata scritta per i bambini (il mito,
invece era scritto per gli adulti)
3 - Come nelle fiabe e nei miti, le storie raccontate nelle favole si svolgono in
un periodo impreciso, in un luogo indeterminato (non si sa mai
precisamente dove e quando si svolgono).
4 - Come le fiabe e i miti, le favole sono nate molto tempo fa. Prima erano
raccontate a voce, poi sono state scritte.
Le favole sono diverse dalle fiabe e dai miti:
1 - Le favole sono state scritte per dare un insegnamento morale, cioè per
insegnare cosa è buono e cosa è cattivo. Questo significato (la MORALE
della favola) è spesso spiegato nell'ultima frase delle favola
2 - Nelle favole spesso i personaggi più importanti sono animali.
Altre volte i protagonisti delle favole sono oggetti che parlano. Altre volte il
protagonista è un uomo. Nella favola ogni personaggio rappresenta un
modo di essere buono o un modo di essere cattivo (ogni personaggio
rappresenta un vizio o una virtù: per esempio, un personaggio può essere
stupido, un altro intelligente, un altro cattivo, un altro buono, uno furbo, uno
prepotente, uno invidioso, uno pauroso...).
3 - Le favole sono spesso brevi: la storia raccontata è molto semplice, a volte
è solo un dialogo (una conversazione) tra due personaggi. Non ci sono lunghe
descrizioni dei personaggi o dei luoghi.
40
Quando sono nate le favole?
Le favole sono nate tanto tempo fa. All'inizio le favole sono raccontate a voce,
poi, vengono scritte (come i miti e le fiabe).
Il più antico scrittore di favole è Esopo, un uomo vissuto in Grecia nel VI
secolo prima di Cristo (VI a.C.). (leggi nella fotocopia a pag. 39,la favola La
cicala e le formiche, poi leggi sul libro la favola Il topo di campagna e il topo di
città)
Nel I secolo dopo Cristo, Fedro scrive delle favole in latino (il latino è la lingua
parlata nella antica Roma). Fedro vive a Roma, (leggi sul libro la favola La fuga
del cervo)
Nel Medioevo (tra XI e XIII secolo dopo Cristo) gli uomini amano molto le
favole. In questo periodo in Occidente sono famose anche le favole arabe e le
favole indiane.
Anche Leonardo da Vinci, il famoso scienziato e pittore italiano vissuto tra il
1452 e il 1519, scrive tante favole (leggi sul libro La pulce sconsiderata).
Nel 1600 in Francia vive un importante scrittore di favole: si chiama Jean de La
Fontaine: Le favole di La Fontaine sono raccolte in 12 libri scritti tra il 1668 e il
1694. (sulla fotocopia a pag. 40, trovi la favola Il cigno e il cuoco)
In queste fotocopie trovi due fiabe: una fiaba molto antica, scritta da Esopo, e
una fiaba più moderna, scritta la La Fontaine. Troverai le altre fiabe sul libro
41
La cicala e le formiche
Questa favola è stata scritta da Esopo, in
Grecia, circa 2600 anni fa.
di Esopo
I protagonisti della favola sono una cicala (un
insetto che vive sugli alberi. Questo insetto
canta sempre durante le giornate calde in
estate) e delle formiche.
Attenzione: i verbi sono al tempo passato!
Qui sotto trovi la spiegazione delle parole più
difficili della favola:
D'inverno le formiche si davano un gran da
fare, per conservare il cibo raccolto
nell'estate.
Una cicala affamata s'accostò e chiese loro
del cibo. Le formiche la interrogarono:
- Che hai fatto d'estate? Perché non
ti sei preparata il cibo?
E la cicala rispose semplicemente: - D'estate
non avevo tempo: infatti cantavo, godendo
dei raggi del sole. Le formiche ridendo
ribatterono:
- Ma se d'estate cantavi, d'inverno balla!
La cicala umiliata si allontanò.
In quel momento il vento, soffiando
impetuoso, disperse tutto il cibo e ridusse le
formiche alla disperazione.
La sorte della cicala dimostra che bisogna
aver previdenza in ogni cosa; la sventura
delle formiche che non bisogna essere crudeli
con gli sventurati.
Lavoravano
Andò (passato di andare) vicino alle
formiche
Le chiesero (passato di chiedere)
Stavo al sole, felice
Risposero (passato di rispondere)
Triste, offesa / andò (passato di andare)
lontano
Forte / buttò (passato di buttare) qua e là E
così le formiche erano disperate, perché
avevano perso il cibo raccolto in tanti mesi di
lavoro
Nell'ultima frase c'è la MORALE
(l'insegnamento) di questa favola:
quello che è capitato alla cicala saper pensare
al futuro disgrazia /sfortuna /cattiva sorte
le persone sfortunate
42
Le favole a volte sono scritte con parole in rima, come le poesie. (Leggi questa
favola: Il cigno e il cuoco. Le rime sono evidenziate).
Il cigno e il cuoco
di J. La Fontaine (1621 - 1695)
Nel cortil di una grande fattoria
II bianco cigno e il papero
Vivean con l'altre bestie in compagnia:
l'uno al piacer dell'occhio
e a fregio dei giardini destinato,
e l'altro - dico l'oca - allo stufato.
Dentro i fossati del castel vedevansi Andar
come sul Corso, tuffandosi, guazzando a
fianco a fianco,
l'uno non men dell'altro agile e bianco.
Un giorno il cuoco, avendo alzato il gomito
Un poco più del solito,
a mezzo della gola
prese il cigno e scambiandolo col papero
per metterlo a pezzetti in casseruola.
L'uccel, presso a morir, mosse la voce
E pianse in suo dolcissimo lamento.
Sorpreso, il cuoco: "Oh ciel," grida "che
sento?
Questo non è un uccello che si cuoce.
Non sia giammai ch'io tolga la parola
A chi parla in un modo che consola".
Chi sa bene parlar, se casca male, trova
rimedio, e questa e la morale.
Questa favola è stata scritta da Jean La
Fontaine, uno scrittore francese.
Questa favola è scritta come una poesia: le
frasi sono brevi e molte parole sono in rima
(fattoria/compagnia - destinato/stufato fianco/bianco...)
La favola parla di un cigno e di un papero. Il
cigno è un grande uccello molto bello, tutto
bianco, con un collo molto lungo. Il cigno sa
cantare molto bene. Anche il papero è un
grosso uccello bianco, ma non è bello come
il cigno, e il canto del papero non è bello
come quello del cigno.
Gli uomini mangiano i paperi (l'oca) ma non
mangiano i cigni: gli uomini tengono i cigni
nei giardini perché i cigni sono molto belli.
Questo cigno e questo papero vivevano in
una fattoria insieme ad altri animali
II cigno e il papero vivevano,
passeggiavano, giocavano e nuotavano
insieme. Tutti e due erano agili e bianchi.
Un giorno il cuoco, per sbaglio (è ubriaco),
prende il cigno per il collo (pensa di
prendere il papero), per metterlo nella
pentola.
Il cigno, pensando di morire, si mette a
cantare per l'ultima volta. Il canto del cigno
è bellissimo, il cuoco lo sente e si accorge di
avere fatto un errore. Il cuoco libera il
cigno.
Nell'ultima frase c'è la MORALE
(l'insegnamento) di questa favola: chi sa
parlare bene (come il cigno che sa cantare
benissimo), sa sempre trovare una soluzione
ai suoi problemi.
43
VERIFICA
Vediamo se hai capito:
1 - La favola è quasi sempre
- lunga
□
- corta
□
2 - I protagonisti della favola sono spesso
- uomini
□
- bambini
□
- animali
□
3 - La morale della favola
- è l'insegnamento della favola
- è il titolo della favola
- è il riassunto della favola
□
□
□
4 - Completa questo testo con le parole: Leonardo da Vinci / a Roma / Esopo /
avanti Cristo. / dopo Cristo / in Francia.
Il più antico scrittore di favole è . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ., un
uomo vissuto in Grecia nel VI secolo prima di Cristo (VI . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . ).
Nel I secolo dopo Cristo, Fedro scrive delle favole in latino Fedro vive. . . . . . .
..................
Nel Medioevo (tra XI e XIII secolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . )
gli uomini amano molto le favole. In questo periodo in Occidente sono famose
anche le favole arabe e le favole indiane.
Anche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . , il famoso scienziato e pittore italiano
vissuto tra il 1452 e il 1519, scrive tante favole.
Nel 1600 vive un importante scrittore di favole: si chiama Jean de La Fontaine,
egli vive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . : Le favole di La Fontaine
sono raccolte in 12 libri scritti tra il 1668 e il 1694.
5 - Racconta con le tue parole la storia della cicala e delle formiche
.................................................................
.................................................................
.................................................................
.................................................................
.................................................................
44
ANALISI DEL TESTO
Quest'anno leggeremo alcuni racconti o alcune pagine di romanzi.
I racconti sono storie abbastanza corte (a volte sono lunghi solo poche pagine).
Nei racconti ci sono pochi personaggi.
Nei racconti di solito accadono poche cose.
I romanzi invece raccontano storie lunghe. I romanzi di solito sono lunghi più
di cento pagine (ci sono anche romanzi lunghi più di mille pagine).
Nei romanzi ci sono tanti personaggi.
Nei romanzi accadono tante cose.
Noi dobbiamo imparare a leggere e a capire i racconti e i romanzi. Per capire
racconti e romanzi, dobbiamo studiare la loro struttura (come sono organizzati,
quali scelte ha fatto lo scrittore quando ha deciso di scriverli). Fare questo lavoro
significa fare l'analisi del testo. Il testo è una cosa scritta, analizzare il testo vuoi
dire saperlo studiare in tutte le sue parti.
La persona che scrive un racconto o un romanzo si chiama scrittore o autore.
Impara queste due parole, perché le troverai molto spesso.
racconti
romanzi
-i racconti sono testi brevi (da poche i romanzi sono testi lunghi (i romanzi
righe a poche decine di pagine)
possono essere lunghi centinaia di
pagine)
-nei racconti le cose che succedono di
solito riguardano un periodo limitato di -i romanzi possono raccontare storie
tempo
che durano molto tempo
- nei racconti ci sono pochi personaggi
-nei romanzi ci possono essere molti
personaggi
-nei racconti di solito le vicende si
svolgono in un unico luogo
-nei romanzi le vicende si possono
svolgere in tanti luoghi diversi
ATTENZIONE: Gli scrittori raccontano quasi sempre delle storie del passato
verbi che incontriamo nei racconti e nei romanzi sono quasi tutti verbi -al
passato remoto: il passato remoto è un tempo verbale. Il passato remoto si usa
per raccontare cose successe tanto tempo fa. Gli scrittori italiani usano spesso il
passato remoto nei romanzi, nei racconti. Il passato remoto è poco usato quando
parliamo:
ad esempio:
45
io vedo Giovanni - vuoi dire che io vedo Giovanni adesso (il verbo vedere è
usato al presente)
io ho visto Giovanni - vuoi dire che io ho visto Giovanni poco tempo fa (prima /
ieri / la settimana scorsa) (il verbo vedere è usato al passato prossimo)
io vidi Giovanni - vuoi dire che io ho visto Giovanni tanto tempo fa (l'anno
scorso...) (il verbo vedere è usato al passato remoto: gli scrittori italiani usano
spesso questa forma nei romanzi e nei racconti).
46
Cominciamo...
Tutte le storie hanno un inizio, uno svolgimento, una fine.
Inizio
L'inizio è come comincia la storia. L'inizio è una parte molto importante del
racconto o del romanzo, perché se una storia comincia bene, il lettore ha voglia
di leggerla tutta.
Lo scrittore può decidere di iniziare la sua storia descrivendo il luogo dove
questa storia è ambientata:
parliamo, in questo caso, di un inizio descrittivo.
Walter Scott, uno scrittore inglese (vissuto tra il 1771 e il 1832) ha iniziato il suo
libro, Ivanhoe, con una bella descrizione della campagna inglese:
ATTENZIONE: NELLA COLONNA A DESTRA CI SONO LE PAROLE PIÙ DIFFICILI
INIZIO DESCRITTIVO
In quel bel distretto della lieta
Inghilterra che è bagnato dal Don, si
estendeva negli antichi tempi una
vasta foresta che copriva la maggior
parte delle amene colline e vallate tra
Sheffield e la bella città di Doncaster
[...] Là si aggirava un tempo il
favoloso dragone di Wantley; là
furono combattute molte delle più
terribili battaglie durante le guerre
civili delle Due Rose [...] È questo il
nostro scenario
Regione
c'era
grande
belle
stava
combattute tra persone della stessa
nazione
l'ambiente in cui svolge la storia
Altre volte l'autore inizia la storia raccontando quello che sta succedendo ai suoi
personaggi. In questo caso si parla di inizio narrativo.
Ecco un esempio di inizio narrativo: questo è l'inizio di un libro di Umberto Eco,
un famoso scrittore italiano dei nostri tempi. Questo libro ha avuto molto
successo in Italia e nel mondo. Il titolo di questo libro è Il nome della rosa
47
INIZIO NARRATIVO
Era una bella mattina di fine novembre.
Nella notte aveva nevicato un poco [...]
Al buio, subito dopo laudi, avevamo
ascoltato la messa in un villaggio a valle.
Poi ci eravamo messi in viaggio verso le
montagne, allo spuntar del sole.
Come ci inerpicavamo per il sentiero
scosceso che si snodava intorno al monte,
vidi l'abbazia.
le preghiere del mattino
salivamo
ripido, in forte pendenza
chiesa
Finale
Anche il FINALE di una storia è molto importante. A volte un libro finisce in
un modo inaspettato, altre volte, invece, il lettore sa immaginare il finale, perché
lo scrittore ha fatto intuire (capire) la conclusione.
Ci sono vari tipi di finale:
Finale con morale.
Tu conosci già questo finale: abbiamo già parlato del finale con morale quando
abbiamo parlato della favola. La morale è un insegnamento. Quando lo scrittore
finisce il suo libro con una morale, è perché vuole lasciarci un insegnamento.
Finale tragico
II finale è tragico quando la storia finisce in modo doloroso o violento. Un
esempio di finale tragico è quello scritto qui sotto: questo brano è la fine del
libro Teresa Raquin. Questo libro è stato scritto dallo scrittore francese Emile
Zola (1840-1902)
FINALE TRAGICO
Si scambiarono un ultimo sguardo [...]
Teresa prese il bicchiere, lo vuotò a metà
e lo porse a Lorenzo , che lo finì in un
sorso. Fu come un fulmine. Caddero l'uno
sull'altra folgorati, trovando alfine
sollievo nella morte. [...]
I cadaveri rimasero tutta la notte sul
pavimento della sala da pranzo [...]
Mamma Raquin, rigida e muta, li
contemplò in piedi, non potendo saziare
gli occhi, schiacciandoli coi suoi sguardi
duri.
occhiata diede
come colpiti da un fulmine, trovando
finalmente pace corpi morti
guardò / accontentare
48
Finale aperto
II finale è aperto, quando l'autore non ci dice come finisce la storia: chi legge
deve immaginare da solo la fine la storia.
Finale a sorpresa
II finale è a sorpresa quando la storia finisce in un modo diverso da come pensa
il lettore (per esempio: il lettore pensa che due personaggi si sposeranno, invece
si lasciano...).
Finale narrativo
C'è un finale narrativo quando lo scrittore racconta con tanti particolari le ultime
cose successe ai suoi personaggi.
FABULA E INTRECCIO
Nei racconti, nei romanzi, nelle fiabe, viene raccontata una storia. Per esempio, noi
possiamo raccontare la storia della vita di un uomo che ora ha 80 anni.
Questa storia è avvenuta secondo un ordine cronologico (questo uomo è nato, è
stato prima bambino, poi ragazzo, poi uomo...): la vita di questo uomo da quando è
nato ad ora costituisce la fabula del racconto. L'autore può decidere di raccontare
questa storia (fabula) in modi diversi:
1 - L'autore può raccontare le cose successe a questo uomo in ordine cronologico
(nell'ordine in cui sono successe: dalla sua nascita alla vecchiaia): in questo caso
l'autore rispetta la fabula
2 - L'autore può raccontare la storia dell'uomo con un ordine diverso: per esempio,
può immaginare che l'uomo, ormai 80enne, sta ricordando la sua vita passata.
L'autore decide così di raccontare la storia di quest'uomo partendo dal presente e
tornando indietro (ti sarà sicuramente capitato di vedere un film in cui un
personaggio ricorda delle cose successe nel suo passato: anche nei libri questo può
accadere. Un personaggio può ritornare con il ricordo indietro nel tempo e
raccontare fatti successi tempo prima). In questo caso l'autore non segue l'ordine
cronologico.
Se l'autore cambia l'ordine di quello che è successo, racconta la storia con un
intreccio diverso.
Fabula e intreccio coincidono solo quando la storia è raccontata in ordine
cronologico
Fabula e intreccio NON coincidono quando la storia è raccontata modificando
(cambiando) l'ordine cronologico.
49
Un altro esempio: prendiamo una fiaba che forse tu conosci già: la fiaba di
Cappuccetto Rosso.
Nella fiaba di Cappuccetto Rosso, l'ordine degli avvenimenti è questo:
1. La mamma chiede a Cappuccetto Rosso di andare a trovare la nonna
2. Cappuccetto Rosso prende il sentiero che porta nel bosco
3. Cappuccetto Rosso, nel bosco, incontra il lupo
4. Il lupo corre a casa della nonna, la mangia e si veste con i vestiti della
nonna, poi si mette a letto e aspetta Cappuccetto Rosso
5. Cappuccetto Rosso arriva alla casa della nonna, dove la sta aspettando il
lupo
6. Il lupo mangia Cappuccetto Rosso
7. Un cacciatore passa vicino alla casa della nonna di Cappuccetto Rosso. Il
cacciatore vede il lupo con una pancia enorme sdraiato sul letto della nonna
8. Il cacciatore taglia la pancia al lupo e salva la nonna e Cappuccetto Rosso
Ma noi possiamo raccontare questa stessa storia con un ordine diverso. Possiamo
immaginare che il cacciatore è al bar e ha incontrato i suoi amici. Il cacciatore ora
sta raccontando l'avventura accaduta durante la giornata. La racconta più o meno
così:
1. Stavo tornando dal bosco
2. Ho guardato dentro la finestra della casa della nonna di Cappuccetto Rosso e
ho visto un grosso lupo con una pancia enorme sdraiato sul letto della nonna
3. Sono entrato in casa, ho tagliato la pancia del lupo e sono uscite Cappuccetto
Rosso e la nonna.
4. Cappuccetto Rosso mi ha raccontato che questa mattina la mamma le aveva
chiesto di andare a trovare la nonna
5. Cappuccetto Rosso per la strada ha incontrato il lupo
6. Eccetera, eccetera...
Come vedi, la storia raccontata è la stessa, ma in questo caso è raccontata con un
ordine diverso: l'ordine non è più cronologico perché il cacciatore inizia a
raccontare la storia dalla fine e poi ritorna indietro.
In questo caso abbiamo raccontato la stessa storia (fabula), ma abbiamo cambiato
l'ordine degli avvenimenti (abbiamo costruito un intreccio diverso).
Quando uno scrittore torna indietro nel tempo per raccontare una cosa successa
prima parliamo di Flashback.
Quando uno scrittore anticipa (racconta prima) delle cose che avverranno nel
futuro parliamo di Anticipazione.
50
LA DIVISIONE IN SEQUENZE
All'interno dei racconti e dei romanzi, troviamo
- delle descrizioni
- dei dialoghi
- delle narrazioni di ciò che sta succedendo
Quando leggiamo un racconto o un romanzo, noi possiamo dividere la storia in
diversi "pezzi":
 in un pezzo c'è la descrizione di un personaggio,
 in un altro c'è la descrizione di un luogo,
 in un altro l'autore racconta cosa sta facendo il suo personaggio principale
(protagonista)
 in un altro il protagonista parla con un altro personaggio
 eccetera, eccetera...
Ognuno di questi "pezzi" si chiama sequenza.
Per fare l'analisi di un testo, dividiamo il testo in sequenze. Una sequenza cambia
quando cambia il discorso, quando appare un nuovo personaggio, quando si passa
da un luogo ad un altro, quando finisce una descrizione e inizia un dialogo... A
volte lo scrittore va a capo tra una sequenza e un'altra.
Sequenze narrative
Sono le parti del libro nelle quali "succede qualcosa": l'autore racconta un fatto
successo ai suoi personaggi.
In un racconto ci sono sempre molte sequenze narrative
Questa è una sequenza narrativa. Questa sequenza narrativa è presa dal romanzo
L'amico ritrovato di Fred Uhlman, uno scrittore tedesco vissuto tra il 1901 e il
1985:
51
Sequenza narrativa
Una sera, mentre i genitori erano usciti e
la cameriera era andata a fare una
commissione., dalla casa di legno si
levarono le fiamme e l'incendio divampò
con tale rapidità che, all'arrivo dei
pompieri, i bambini erano già morti
bruciati. Non vidi il fuoco né udii le grida
della madre e della cameriera, ma appresi
la notizia il giorno dopo, quando i miei
occhi si posarono sui muri anneriti, sulle
bambole carbonizzate e sulle funi
bruciacchiate
dell'altalena,
che
dondolavano come serpenti dall'albero
accartocciato. Ne rimasi sconvolto, come
mai prima di allora.
lavoro
si alzò (passato remoto di alzarsi) il
fuoco si accese (passato remoto di
accendere) /
velocità
seppi (passato remoto di sapere)
neri
bruciate / corde
confuso, turbato, spaventato
Sequenze descrittive
Nelle sequenze descrittive gli scrittori possono descrivere:
- luoghi
- personaggi
- animali
- cose
- sentimenti
Le sequenze descrittive servono per dare informazioni sulle persone e sui luoghi.
Nelle sequenze descrittive troverai molti aggettivi.
Questa sequenza descrittiva descrive un giovane uomo. La sequenza si trova nel
romanzo Vent'anni. Questo romanzo è dello scrittore italiano Corrado Alvaro (
1895-1956).
ATTENZIONE: le parti scritte in grassetto sono aggettivi (gli aggettivi sono
molto importanti nelle descrizioni: servono per definire meglio la persona, la cosa,
il luogo descritto)
52
Sequenza descrittiva
II caporale che istruiva Fabio era
giovanissimo, dall'aspetto dolce, quasi
biondo; aveva una vaga traccia di barba
sul viso, dorata, gli occhi celesti, il profilo
affilato.
Vedendolo,
si
pensava
involontariamente alla parte femminile
della sua famiglia; a scuola, in collegio,
sarebbe stato un amico ricercato, come
quello che serbava una certa dolcezza e
ingenuità.
il caporale è un soldato / insegnava
a
una barba che si vedeva appena
magro
senza volerlo
desiderato
conservava
Sequenze dialogiche
C'è una sequenza dialogica quando due o più personaggi stanno parlando tra di
loro (il dialogo è, infatti, il discorso tra due o più persone). Questo dialogo si trova
nel libro Il deserto dei Tartari, dello scrittore italiano Dino Ruzzati (1906-1972)
Sequenza dialogica
Dall'ombra accumulata ai piedi delle
mura sorse allora un uomo, un tipo di
vagabondo e di povero, con una barba
grigia e un piccolo sacco in mano. Nella
penombra però non si distingueva bene,
solo il bianco dei suoi occhi dava riflessi.
Drogo lo guardò con riconoscenza.
Di chi cerchi, signore? - domandò
La Fortezza cerco. È questa?
Non c'è più fortezza qui - fece lo
sconosciuto con voce bonaria - È tutto
chiuso, saranno dieci anni che non c'è
nessuno.
E dov'è la Fortezza allora? – chiese
Drogo, improvvisamente irritato contro
quell'uomo.
Che Fortezza? Forse quella? - e così
dicendo lo sconosciuto tendeva un
braccio, ad indicare qualcosa.
ammassata
si alzò (passato remoto di alzarsi)/
uomo
senza casa
luce debole
riusciva a vedere
luci
gratitudine
costruzione con difese militari /
castello
la persona non conosciuta /
amichevole
arrabbiato
indicava qualcosa con un braccio
53
I PERSONAGGI
Nei racconti e nei romanzi troviamo molti personaggi: i personaggi di un romanzo
o di un racconto sono quasi sempre persone, ma a volte possono essere anche
animali o cose.
- il personaggio principale
il personaggio principale (o protagonista) è il personaggio più importante del libro
o del racconto e l'autore vuole raccontare le sue avventure:
- Pinocchio è il personaggio principale (o il protagonista) del libro Pinocchio
scritto da Carlo Collodi.
- Renzo e Lucia sono i personaggi principali di uno dei più famosi romanzi
italiani, I Promessi Sposi, scritto da Alessandro Manzoni1.
Lo scrittore descrive con attenzione i suoi personaggi principali, ci racconta come
sono fisicamente, cosa pensano, cosa fanno: leggendo un libro noi abbiamo
l'impressione di conoscere bene queste persone.
- i personaggi secondari
sono altri personaggi presenti nel racconto o nel romanzo. Non sono importanti
come i protagonisti, ma entrano in contatto con loro (per esempio, la Fata con i
capelli turchini nel libro Pinocchio, Don Abbondio nel libro I Promessi Sposi...).
Lo scrittore ci parla di loro solo perché sono in relazione (sono amici, nemici,
conoscenti...) con il personaggio principale.
Tra i personaggi secondari ci sono:
- gli aiutanti: quelli che aiutano il protagonista
- gli antagonisti: quelli che ostacolano il protagonista.
(Nel libro Pinocchio, La Fata con i capelli turchini è un'aiutante di Pinocchio,
mentre il Gatto e la Volpe sono antagonisti di Pinocchio).
- le comparse: sono personaggi poco importanti. Le comparse non sono
personaggi fondamentali nella storia, stanno sullo sfondo. Non sono personaggi
descritti bene: allo scrittore non interessa parlarci di loro.
Trovi il riassunto de I Promessi Sposi a pag. di queste fotocopie, del capitolo dove
si parla del romanzo storico
L'autore di un libro sceglie di descrivere i suoi personaggi attraverso
1
Trovi il riassunto de I Promessi Sposi a pag. di queste fotocopie, del capitolo dove si parla del romanzo storico
54
- le caratteristiche fisiche: ci dice se il personaggio è maschio o femmina, alto o
basso, magro o grasso, bello o brutto, biondo o castano...
- i dati anagrafici: ci dice il nome del personaggio, l'età, il luogo dove è nato...
- le caratteristiche psicologiche: ci dice se è simpatico, antipatico, buono,
cattivo, intelligente, stupido, egoista o generoso...
- le caratteristiche del comportamento: ci dice cosa fa il personaggio, come si
comporta con gli altri, come parla, come si muove, cosa gli piace fare, come
passa il tempo...
- le caratteristiche socio-economiche: ci dice se è ricco o povero, che lavoro fa,
se ha studiato a lungo...
- le caratteristiche ideologiche: ci dice cosa pensa, quali sono le sue idee...
Questa è la descrizione di una donna. Questa descrizione si trova in un racconto
scritto da Giovanni Verga, uno scrittore italiano vissuto tra il 1840 e il 1922.
La Lupa da Vita dei campi (Giovanni Verga)
Era alta, magra; aveva soltanto un seno
fermo e vigoroso da bruna e pure non
era più giovane; era pallida come se
avesse sempre addosso la malaria, e su
quel pallore due occhi grandi così, e
delle labbra fresche e rosse che vi
mangiavano. Al villaggio la chiamavano
la Lupa perché non era sazia giammai - di
nulla. Le donne si facevano la croce
quando la vedevano passare, sola come
una cagnaccia, con quel!'andare randagio
e sospettoso della lupa affamata; ella si
spolpava i loro figlioli e i loro mariti in
un batter d'occhio, con le sue labbra
rosse, e se li tirava dietro alla gonnella
solamente a guardarli con quegli occhi da
satanasso.
- Caratteristiche fisiche: In questa
prima parte c'è una descrizione dell
'aspetto della donna Osserva: anche
qui ci sono molti aggettivi (gli
aggettivi sono scritti in grassetto).
Qui l'autore dice cosa pensano di lei
le altre donne del paese.
- Caratteristiche del
comportamento: Qui l'autore parla
di quello che fa la donna, di come si
comporta con gli uomini del paese.
I personaggi di un romanzo o di un racconto possono essere statici o dinamici.
Ci sono personaggi (come Pinocchio) che cambiano mentre si svolge la storia:
Pinocchio cambia il carattere (prima era dispettoso, disobbediente, poi diventa
55
bravo), ma anche il suo aspetto fisico (prima era un burattino di legno, poi diventa
un ragazzo vero). I personaggi come Pinocchio, che cambiano nel tempo, sono
personaggi dinamici.
La Fata dai capelli turchini o il padre di Pinocchio, Geppetto, invece non cambiano
mai il loro carattere e il loro aspetto fisico: sono personaggi statici.
56
IL TEMPO E LO SPAZIO
1 - Tempo
Le storie raccontate nei romanzi e nei racconti si possono svolgere:
- ora, nel presente
- tempo fa, nel passato
- nel futuro
alcune storie (soprattutto le fiabe) si svolgono in un periodo lontano ma
indefinito, un periodo - cioè - al quale non possiamo dare una data.
titolo
I Promessi Sposi
tempo
si svolgono tra il 1628 e il 1630
Pinocchio
non definito (non possiamo dire
precisamente in che anni si
svolge, né quanto tempo dura)
II tempo della storia, il tempo del racconto, il tempo del lettore
Tutte le storie hanno una durata: in alcune, come I Promessi Sposi, è l'autore che
dice che la storia inizia nel 1628 e finisce nel 1630. Noi chiamiamo questi 2 anni
(il tempo in cui si svolge la storia) tempo della storia.
Se leggerai I promessi Sposi dalla prima pagina fino all'ultima senza fermarti,
impiegherai un certo tempo; chiamiamo questo il tempo del lettore. Sicuramente
impiegherai molto tempo, perché quella de I Promessi Sposi è una storia lunga, ma
impiegherai certamente meno di due anni!
Alessandro Manzoni, quando ha scritto I Promessi Sposi, ha raccontato in qualche
centinaia di pagine quello che è successo in quei 2 anni: chiamiamo la lunghezza di
questa descrizione tempo del racconto (o tempo del discorso): il tempo del
racconto è la durata della narrazione, ed è diverso dal tempo della storia.
L'autore può decidere:
- di riassumere una lunga storia in poche righe
- di raccontare la storia in tempo reale (la storia è raccontata in tempo quando il
racconto è lungo quanto la storia. Questo succede quando c'è un dialogo)
- di allungare la storia aggiungendo delle descrizioni o delle considerazioni
(pensieri, analisi, osservazioni...)
57
Esempio n. 1
Guarda questo esempio: racconta la storia di un uomo e di sua moglie che
lavorano per dieci anni per pagare un debito
Guy de Maupassant (1850-18 93) La collana
Matilde conobbe le più dure faccende, le
più odiose fatiche della cucina. Rigovernò
rovinandosi le unghie rosa sui piatti unti,
sui tegami. Lavò la biancheria sudicia, le
camicie, gli stracci, stendendoli ad
asciugare su una corda tesa.
Tutte le mattine portava giù la spazzatura
e portava su l'acqua, fermandosi ad ogni
piano per ripigliar fiato. Vestita come
una donna del popolo, andava
dall’erbaiolo, dal droghiere, dal
macellaio, col paniere sottobraccio,
tirando sui prezzi,
ricevendo ingiurie, pur di difendere soldo
a soldo il suo miserabile denaro.
Tutti i mesi dovevano pagare cambiali,
rinnovarne altre, guadagnar tempo.
Il marito lavorava di sera: metteva a
pulito la contabilità d'un negoziante, e
spesso, di notte, faceva il copista a cinque
soldi per pagina.
Questa vita durò dieci anni.
Dopo dieci anni avevano restituito tutto,
compresi gli interessi degli strozzini e
tutto l'insieme degli interessi composti.
conoscere (passato remoto) / lavori
lavò (passato remoto di lavare) ì piatti
grassi, sporchi
sporca
per riposarsi
venditore di frutta e verdura /
venditore di alimentari
cesto
cercando di ottenere degli sconti, di
pagare di meno
offese
povero, poco
teneva la contabilità, i conti
copiava dei testi
usurai (quelli che prestano i soldi
per avere un interesse)
In questo racconto:
II tempo della storia (cioè il tempo in cui succedono questi fatti) è di 10 anni
II tempo del racconto, invece, è di poche righe (lo scrittore racconta questi anni
in poche righe)
Il tempo del lettore è il tempo che tu hai impiegato per leggere questa storia
(pochi minuti)
58
In questo caso il tempo della storia è più lungo del tempo del racconto: il
tempo in cui succede la storia è molto più lungo del tempo che l'autore ha
impiegato a raccontarla
Esempio n. 2
Questo testo si trova nel libro Pentimento di Federico De Roberto (1861 - 1927).
Le parti sottolineate sono dialoghi:
Ora la lavandaia tendeva le sue mani
rugose, screpolate, color mattone vecchio
sul dorso; rosee, lisce e dure sulle palme...
[...]
Sissignora, ha ragione... Sottoveste,
una... Signora bella - riprese, dopo un
momento di silenzio - giacché siamo a
questo, vorrei dirle una cosa... me la fa
una carità?
Che cosa vuoi?
Lo dice al cavaliere se fa entrare mia
figlia ai Tabacchi? Sarebbe una grazia
di
Dio se dicesse di sì...
La signora chinò un poco il capo:
Gliene parlerò; ma poi sta a vedere se è
possibile...
Oh!... - esclamò la donna sorridendo.Se vuole il cavaliere, è cosa fatta. A lui
non dicono di no! Sì che sarebbe una
grazia di Dio, se potesse avere questo
posticino!...
Lei, creatura, non domanda che di
lavorare...
E adesso cosa fa?
Cuce, stira in casa, per conto di qualche
signore: che per sua bontà, qualche
benefattore c'è ancora... E se lei avesse
bisogno di cucire biancheria, e anche di
ricami di bianco, ricami fini, mia figlia
sa far di tutto...
Una povera lavandaia (una donna che
lava la biancheria degli altri) chiede
alla sua padrona un aiuto.
La lavandaia chiede alla padrona di
domandare al Cavaliere (un altro
personaggio) di trovare alla figlia un
posto ai Tabacchi (nella fabbrica
dove si lavora il tabacco).
La lavandaia dice che la figlia vuole
trovare un buon lavoro. La figlia ha
bisogno di lavorare e il cavaliere può
aiutarla a cercare lavoro
Ora la figlia fa piccoli lavori: cuce,
ricama, stira per chi glielo chiede
Come vedi questa è una sequenza dialogica (c'è un dialogo tra due persone): il
tempo della storia (il tempo in cui avviene il dialogo) è di pochi minuti
59
il tempo del racconto (la durata del dialogo, nel libro) è di poche righe
il tempo del lettore (il tempo che ci metti a leggere questo dialogo) è di pochi
minuti.
In questo esempio, quindi, il tempo della storia, il tempo del racconto, il tempo
del lettore coincidono (sono uguali): il tempo in cui succede la storia è uguale al
tempo che l'autore ha impiegato a raccontarla e a quello che il lettore ci ha messo
per leggerla.
60
Scene, pause, sommari, ellissi
Immagina di usare un video registratore per vedere un film alla televisione:
PLAY
PAUSE
FAST FORWARD
►
║
»»
t. del racconto = t. della storia
ritmo normale
t. del racconto > t. della storia
ritmo rallentato
t. del racconto < t. della storia
ritmo molto accelerato
tempo del racconto < tempo della storia
ritmo accelerato
Se premi il tasto PLAY, vedi le scene del film una dopo l'altra, così come
succedono nella vita attorno a noi. Quando l'autore ci racconta una storia così come
è avvenuta, ci fa ascoltare i dialoghi dei personaggi e ci fa vedere tutte le cose che
fanno, descrive le cose in tempo reale. Questa si chiama scena. Quando c'è una
scena il tempo della storia e il tempo del racconto sono uguali.
Se sul videoregistratore premi il tasto PAUSE, l'immagine si ferma. In questo caso
tu puoi osservare l'immagine del film con molta attenzione. Anche nei racconti e
nei romanzi ci può essere una interruzione: queste interruzioni servono per
aggiungere una descrizione o per dirci cosa pensano i personaggi. Questa
interruzione si chiama pausa.
Se ci sono tante pause, (tante descrizioni) il racconto diventa più lungo del
tempo reale. Diciamo allora che il tempo del racconto è più lungo del tempo
della storia.
Se sul videoregistratore premi insieme i tasti PLAY e FAST FORWARD
(avanzamento rapido), per saltare dei pezzi di film che non ti interessano, le
immagini scorrono molto velocemente. Anche nei racconti e nei romanzi l'autore
può decidere di andare molto velocemente, per esempio può decidere di riassumere
degli interi pezzi di storia. In questo caso l'autore scrive un sommario (un
riassunto), e può riassumere dieci anni in poche righe, come ha fatto Maupassant
nel testo che hai appena letto (La collana).
A volte l'autore decide di saltare del tutto la descrizione di alcuni fatti. In questo
caso l'autore fa un'ellissi: è come quando tu premi sul videoregistratore solo il tasto
61
FAST FORWARD (sul video non vedi più niente fino a quando non decidi tu di
schiacciare il tasto PLAY).
Se ci sono tanti sommari e tante ellissi il racconto è più breve del tempo reale,
diciamo allora che il tempo del racconto è più breve del tempo della storia.
Questo brano (dal romanzo di Karen Blixen, La mia Africa) ti aiuta a capire cosa
sono le scene, i sommari, le pause, le ellissi.
Karen Blixen è una scrittrice. Karen Blixen ha vissuto per molti anni in Africa.
Questa è la descrizione di un cuoco. Questo cuoco ha lavorato per alcuni anni nella
casa di Karen Blixen. Il cuoco è costretto a ritornare a lavorare da una vecchia
padrona (la vecchia padrona è una donna cattiva e il cuoco soffre quando deve
lasciare Karen Blixen), ma dopo alcuni anni torna nella casa di Karen Blixen, dove
vive fino alla morte.
In questo brano, come vedrai, ci sono 7 sommari e 2 ellissi. Le pause e le
scene sono molto corte, per questo motivo il ritmo di questo brano è molto
veloce. La storia infatti dura molti anni, mentre il racconto è lungo circa due
pagine.
In questo caso il tempo del racconto è più breve del tempo della storia.
Karek Blixen (1885-1962)
Storia di Esa
►»»
SOMMARIO
►
SCENA
2
In tempo di guerra avevo un cuoco: Esa, un vecchio mite e
pieno di buon senso. Un giorno, a Nairobi2, mentre compravo
té e spezie nella drogheria di Mackinnon, mi si avvicinò una
signora piccola, dalla faccia a punta. Aveva saputo che Esa
era a servizio da me, disse. «Proprio così»,
le risposi. «Ma prima lavorava da me», replicò, «e voglio che
ci torni». Mi dispiaceva molto, insistetti, ma non era possibile.
«Oh, lo crede lei», dichiarò. «Mio marito è un funzionario del
governo. Avverta Esa, che se non torna da me lo faccio
reclutare come portatore. Tanto a lei la servitù non manca,
anche senza Esa», aggiunse.
Solo la sera dopo mi ricordai dell'incontro e raccontai a Esa la
Nairobi: capitale del Kenya, dove l'autrice visse dal 1914 al 1931.
62
►
SCENA
►»»
SOMMARIO
»»
ELLISSI
►
SCENA
║
PAUSA
►»»
SOMMARIO
►
SCENA
║
PAUSA
conversazione avuta con la sua antica padrona. Il vecchio, con
mio stupore, perse immediatamente la testa. Era atterrito,
disperato. «Oh, perché non me l'hai detto subito,
Memsahib3!» esclamò. «La signora non mancherà di mettere
in atto le sue minacce. Devo andarmene stasera stessa.» «Ma
è assurdo» protestai. «Non ti possono portar via per forza.»
«Dio mi aiuti», continuava a ripetere lui. «Sarà già troppo
tardi, temo.» «Ma io come faccio senza di te, Esa?» gli chiesi.
«Dovrà trovarsi un altro cuoco, perché io non potrò tornare
più. O mi prendono come portatore o mi ammazzano e
presto.»
Gli indigeni avevano una folle paura di venire reclutati fra i
portatori: Esa non volle sentir ragioni. Mi chiese in prestito
una lampada antivento e, raccolti i suoi averi in un cencio,
partì nella notte alla volta di Nairobi.
Rimase lontano quasi un anno. In quel periodo lo vidi un paio
di volte a Nairobi.
Un giorno lo incontrai sulla strada maestra. Stava diventando
vecchio, magro, con il viso tirato; sulla testa rotonda i capelli
neri cominciavano ad incanutire. In città non avrebbe osato
parlarmi, ma ci trovavamo in aperta campagna; quando fermai
la macchina posò in terra il cesto di polli che portava sulla
testa e si decise a fare quattro chiacchiere.
Pur non avendo perso l'antica gentilezza non era più lo stesso:
una barriera lo isolava dagli altri. Per tutta la conversazione
rimase assente, come staccato. Maltrattato e spaventato a
morte dal destino, aveva dovuto ricorrere a chissà quali
risorse e l'esperienza lo aveva castigato o purificato. Pareva di
parlare con un vecchio che stesse accingendosi ad entrare in
un monastero.
Volle notizie della fattoria; era convinto, evidentemente,
come quasi tutti i servi indigeni, che in sua assenza i
compagni si comportassero malissimo verso il padrone
bianco. «Quando finirà la guerra4?» mi chiese.
Presto si diceva, risposi. «Se dura altri dieci anni», osservò,
«mi dimenticherò tutte le pietanze che mi hai insegnato, sai?»
Lì, nella strada sulla pianura, il vecchietto kikuyu5 ragionava
esattamente come Brillat Savarin6, quando dichiarò che se la
rivoluzione fosse durata altri cinque anni, l'arte di preparare
un ragù di pollo sarebbe scomparsa per sempre.
3
Memsahib: appellativo indigeno che significa «padrona», «signora».
la guerra: erano gli an ni della prima guerra mondiale.
5
kikuyu: i kikuyu sono un popolo bantù del Kenya.
6
Brillat Savarin: celebre gastronomo francese vissuto al tempo della rivoluzione del 1789.
4
63
►»»
SOMMARIO
►
SCENA
║
PAUSA
►»»
SOMMARIO
║
PAUSA
(DISGRESSIONE)
►»»
SOMMARIO
║
PAUSA
In quel momento, era chiaro, Esa soffriva più per me che per
se stesso; e perché non continuasse a rammaricarsi, gli chiesi
come stava lui, invece. Riflette un attimo, prima di
rispondere; doveva raccogliere le idee, talvolta troppo difficili
da afferrare, per lui.
«Ti ricordi, Memsahib?» disse alla fine. «Una volta dicesti
che con i commercianti di legname indiani i buoi si trovano
male, sempre sotto il giogo e senza mai una giornata intera di
riposo come i buoi della fattoria. Ecco, con la signora, adesso,
mi trovo come i buoi con i commercianti indiani. »
Parlando guardava dall'altra parte, quasi volesse scusarsi; gli
indigeni non sono tanto compassionevoli con gli animali e il
mio discorso sui buoi degli indiani, evidentemente, gli era
parso arzigogolato. Perché mai ora gli toccasse ricorrere a
quello, per descrivere la sua situazione, era un vero enigma
per lui.
Durante la guerra, con mia grande irritazione, tutte le lettere
che scrivevo o ricevevo venivano aperte a Nairobi da un
piccolo censore svedese, sempre mezzo addormentato. Non
poteva trovarci nulla di sospetto ma, con la vita monotona che
conduceva, finì, credo, per interessarsi a coloro a cui erano
indirizzate, e a leggere tutta la mia corrispondenza come una
specie di romanzo a puntate. Così, in ogni lettera, aggiungevo
qualche minaccia per il nostro censore; era bene che sapesse
cosa gli sarebbe capitato appena tutto fosse tornato normale.
Quando la guerra finì si ricordò probabilmente di quelle
minacce oppure, destatosi dal suo letargo, si pentì; fatto sta
che mandò un messo alla fattoria ad annunciare l'Armistizio.
Mi trovavo sola in casa, quando giunse, e uscii a fare una
passeggiata nei boschi.
Intorno regnava un gran silenzio; era strano pensare che lo
stesso silenzio regnava ora anche sui fronti della Francia e
delle Fiandre: i fucili tacevano. L'Europa e l'Africa, in quella
quiete, parevano vicine; sembrava quasi che dal sentiero tra i
boschi si potesse arrivare a piedi fino alle colline del Vimy.
Tornando, scorsi davanti a casa un uomo: Esa, con il suo
fagotto. Era tornato, annunciò, e mi aveva portato un regalo.
Il regalo consisteva nel disegno di un albero, incorniciato e
messo sotto vetro, eseguito con cura minuziosa, con le
foglioline (più di cento) dipinte una per una di verde chiaro.
Ogni foglia racchiudeva una parola scritta in minuscole lettere
arabe, in inchiostro rosso. Dovevano essere citazioni dal
Corano, ma Esa non riuscì a spiegarmene il significato;
64
►»»
SOMMARIO
»»
ELLISSI
continuava a spolverare il vetro con la manica, assicurandomi
che si trattava proprio di un bel regalo. Se l'era fatto fare, mi
disse, durante il suo anno di tribolazioni, dal vecchio prete
maomettano di Nairobi; chissà quante ore di lavoro c'eran
volute.
Esa rimase con noi fino alla sua morte.
(da K. Blixen, La mia Africa, trad. L. Drudi Demby, Feltrinelli, 1985)
65
2 – Spazio
Tutte le storie sono ambientate in un luogo:
il luogo può essere reale (un luogo che esiste ora o esisteva davvero tempo fa)
o può essere inventato dallo scrittore.
titolo
I Promessi Sposi
Pinocchio
spazio
In Lombardia (una regione
dell'Italia del nord)
è ambientato in luoghi inventati
(non possiamo dire precisamente
in che città o in che regione vive
Pinocchio)
Lo spazio può essere interno (quando si parla di un luogo chiuso: l'interno di una
casa, di un edificio...) o esterno (quando si parla di un luogo aperto: un giardino,
una strada, un bosco, una spiaggia...)
In questo brano scritto da Isaac Asimov (un famoso scrittore di libri di
fantascienza), c'è la descrizione di uno spazio interno, chiuso.
La fantascienza racconta storie che parlano di un mondo futuro, creato dalla
fantasia.
Due stanze, una piccola cucina, un
gabinetto, nient'altro: Niente che potesse
rivelare qualcosa di utile sul suo
occupante, se non che poteva essere uno
scrittore, come confermò anche il
portinaio. [...]
Anche nell'altra stanza c'erano alcune
librerie e una di queste conteneva
l'Enciclopedia Britannica. C'era anche
una grande scrivania, una poltrona
imbottita, parecchi schedari, una
macchina per scrivere elettrica sul suo
tavolino, con una sedia girevole davanti,
un mappamondo e tutte le piccole
cianfrusaglie del mestiere di scrittore:
risme di carta e penne, fermagli, carta
carbone, fermacarte, buste, francobolli e
così via.
Tutto era riposto sulle librerie, negli
schedari, nei cassetti della scrivania o
sopra la scrivania. Oltre ai mobili che ho
detto, sul pavimento non c'era nient'altro.
lasciar capire
confermò (passato remoto di confermare)/
custode della casa
raccolte di schede
cose, oggetti
pacchi
era in ordine, era messo da parte
66
Non c'erano nemmeno fotografie di
nessun genere, e le pareti erano spoglie.
sulle pareti non c'era niente
In questo brano del racconto Guardare il mare di Alain Robbe-Grillet ( 1922), c'è
la descrizione di uno spazio esterno (in questo caso la spiaggia e il mare):
Tre bambini camminano lungo una riva.
[…]
A parte questi tre bambini, la lunga
spiaggia è tutta deserta. È una striscia di
sabbia piuttosto larga, uniforme, senza
massi isolati né pozze d'acqua, in lieve
inclinazione, tra la scogliera a picco e il
mare. Il tempo è bellissimo. Il sole
illumina la sabbia gialla con una luce
violenta, verticale. Non c'è una nuvola in
ciclo. Non c'è vento neppure. L'acqua è
azzurra, calma, senza la minima
increspatura proveniente dal largo,
benché la spiaggia sia esposta verso il
mare aperto, fino all'orizzonte.
sulla spiaggia non e 'è nessuno
uguale
sassi
pendenza
forte
non e 'è neanche un'onda
anche se
67
TEMA, MESSAGGIO, CONTESTO
Tema
II tema di un racconto o di un romanzo è l'argomento o l'idea più importante. Il
tema di un romanzo può essere un sentimento (l'amore, l'amicizia, l'odio...), una
situazione (la pace, la guerra, la vita, la morte...), una relazione (il rapporto tra
genitori e figli, tra uomini e donne...), un tema sociale (la povertà, la giustizia, il
mondo del lavoro...). In un libro possiamo trovare tanti temi diversi.
Messaggio
In un racconto o in un romanzo c'è un messaggio quando lo scrittore vuole
comunicare (far sapere) al lettore un insegnamento (per esempio vuole farci
pensare al valore dell'amicizia, della pace, del rispetto della natura, oppure vuole
dirci quello che per lui è giusto o sbagliato...).
Contesto
Quando leggiamo un romanzo o un racconto, noi sappiamo che questo testo è il
frutto di un'epoca e di una cultura:
- un racconto sull'amore scritto in Italia nel 1300 ha caratteristiche diverse da un
racconto sull'amore scritto nel 1900
- un racconto scritto durante la guerra da uno scrittore che fa il soldato, è diverso
da un racconto scritto negli stessi anni da un uomo che vive in un paese in pace
- un racconto sui rapporti tra uomini e donne scritto da una uomo europeo è
diverso da un racconto scritto da una donna africana...
Per capire un racconto o un romanzo, è molto importante conoscere il contesto,
cioè bisogna conoscere:
- da chi è stato scritto (dove viveva lo scrittore, cosa pensava, se ha scritto il testo
quando era felice o quando era triste...)
- quando è stato scritto: che cosa stava succedendo in quel periodo (era un periodo
di pace o di guerra? di ricchezza o di povertà?...)
- dove è stato scritto: in un paese occidentale? In un paese orientale? In un paese
povero? In un paese ricco?
68
- bisogna sapere se altri scrittori (nel presente o nel passato) hanno scritto un libro
con gli stessi temi, con gli stessi argomenti.
69
AUTORE, NARRATORE, PUNTO DI VISTA
Autore e narratore
L'autore è la persona che scrive un libro:
1. Alessandro Manzoni è l'autore de I Promessi Sposi
2. Carlo Collodi è l'autore di Pinocchio
II narratore (o voce narrante) è la persona che, nel libro, racconta la storia.
Il narratore può essere interno o esterno
II narratore è interno quando racconta la sua storia o una storia che ha visto con i
suoi occhi. Il narratore interno racconta quello che è successo usando la prima
persona singolare ("io ho visto", "io ho detto", "io ho sentito"...). Il narratore
interno può essere il protagonista di un libro, o un altro personaggio.
Questo brano è stato scritto da Luigi Pirandello, uno dei più famosi scrittori italiani
(1867-1936). Il brano si trova nel libro Novelle per un anno. In questo brano c'è un
narratore interno: è il protagonista (non l'autore!). Qui il protagonista parla della
sua paura di diventare vecchio ( non vuole convincersi di avere delle rughe7)
Data memorabile per me il 12 aprile del
1891.
Avevo compiuto da circa un mese
trentaquattro anni. Da un pezzo mi
notavo nel volto, e precisamente alla
coda degli occhi e su la fronte, certi lievi
solchi che mi pareva non si potessero
ancora chiamar propriamente rughe. [...]
Momentanei increspamenti de la pelle
che - sotto l'azione del pensiero, del riso,
dell'abituale atteggiarsi della fisionomia
erano divenuti stabili. Ma rughe, no.
importante, da ricordare
Da molto tempo vedevo nel viso
linee
sembrava
veramente / davvero
II narratore esterno è una persona che racconta quello che" succede dall'esterno:
non è un personaggio, ma sa quello che è successo e lo può raccontare.
Il narratore esterno parla usando la terza persona singolare.
7
le rughe sono i segni sulla pelle del viso. I giovani non hanno le rughe, i vecchi hanno le rughe.
70
Trovi un esempio di narratore esterno in questo brano, Il grasso e il magro, scritto
da Anton Cechov ( 1860-1904):
A una stazione della linea ferroviaria di
Nikolaev si incontrarono due amici: uno
grasso e l'altro magro. Il grasso aveva
allora pranzato alla stazione e le sue
labbra, unte di burro, erano lucide come
ciliegie mature. Il magro era allora
allora sceso dal vagone ed era carico di
valigie, di fagotti e di scatole. Sentiva di
prosciutto e di fondi di caffè. Di dietro la
sua schiena sbirciavano una donna
magrolina, con un lungo mento -sua
moglie - e uno studente di ginnasio, alto,
con un occhio socchiuso - suo figlio.
"Porfìrij" esclamò il grasso, vedendo il
magro. "Sei tu? Tesoro mio! Da quanti
anni non ci vediamo!"
"Santi del Paradiso!" fece il magro pieno
di meraviglia. "Miša! Il mio amico
d'infanzia! Di dove sbuchi? "
Gli amici si abbracciarono tre volte e si
scrutarono a vicenda negli occhi pieni di
lacrime. Tutti e due erano piacevolmente
sbalorditi.
(passato remoto di incontrare)
mangiato
sporche
appena
dalla carrozza del treno / bagagli
aveva addosso un odore
guardavano di nascosto / magra
semiaperto (un pò ' chiuso)
Urlò / disse (passato remoto di urlare / dire)
Sorpresa
da dove vieni?
guardarono l'un l'altro
meravigliati, sorpresi, emozionati
II punto di vista
Ti è sicuramente capitato di sentire raccontare lo stesso episodio in modi diversi: se
due persone (chiamiamo queste persone A e E) litigano, A racconta il litigio in un
modo, B racconta il litigio in un altro modo. A racconta le cose dal suo punto di
vista, B racconta le cose dal suo punto di vista.
Anche lo scrittore, quando racconta una storia, sceglie il punto di vista: può
raccontare una storia, un fatto, con il punto di vista di un personaggio o con il
punto di vista di un altro personaggio.
Il punto di vista si chiama anche focalizzazione.
Ci sono tre tipi di fecalizzazione:
- focalizzazione zero
- focalizzazione interna
- focalizzazione esterna
71
Focalizzazione zero
C'è la focalizzazione zero quando il narratore è onnisciente (cioè conosce tutto).
Il narratore onnisciente sa tutto di tutti i personaggi della storia: sa come è
cominciata la storia, sa come va a finire, sa cosa pensano i personaggi.
Il narratore onnisciente conosce tutti i particolari della storia, così può raccontare la
storia cambiando l'ordine di quello che è successo:
- può fare salti indietro o flashback (per esempio, prima parla di un uomo, poi
comincia a raccontare la storia di questo uomo come se fosse ancora bambino)
- può fare salti in avanti o anticipazioni (per esempio, parla di un bambino e ci
anticipa un episodio che succederà a questo bambino nel futuro)
- può raccontare quello che succede nello stesso momento al personaggio A e al
personaggio B.
In questo brano di Giuseppe Giocosa (1847-1906) Storia di Guglielmo Rhedy, il
narratore è onnisciente (conosce i personaggi, le loro famiglie, conosce le loro
storie passate):
Guglielmo Rhedy era nativo di
Gressoney-la Trinitè, dove abitava una
casa sulla sinistra del torrente Lys, poco
più in basso del punto donde si dipartono
le due strade del Col d'Ollen verso
Alagna, e della Betta Forca verso la valle
di Ajaz.
La casa di Guglielmo Rhedy era tutta in
muratura. L'aveva fabbricata un tale
Lysbak, birraio arricchitosi in Baviera,
al quale [...] erano capitati rovesci di
fortuna che lo avevano fermato a
mezz'opera. La casetta a destra verso il
torrente ed il corpo di mezzo, cioè la
scala, essendo ultimate, il Lysbak era
venuto a dimorarvi con la moglie e con
la figlia.
Teresa, la figlia del Lysbak, aveva allora
22 anni. Alta, robusta, coi colori della
salute sul viso, grave nei movimenti
come tutte le montanare, aveva quell'aria
di freschezza e saldezza selvatica che
promette onesti costumi e buoni figlioli.
[...] In casa attendeva a cucire, a
era nato a
da dove partono
era costruita con pietre, non era di
legno
un venditore di birra che era
diventato
ricco / disgrazie
che lo avevano obbligato a lasciare i
lavori a metà
abitarvi
forte, col viso bianco e rosso
forza, robustezza / assicura
usanze
si occupava, si dedicava
pulire / coltivava l'orto e allevava i
polli
72
spazzare, a lustrare i vetri, al poco orto e
al pollame, e trovava ancora tempo per
leggere: perché Teresa era stata allevata
in un educandato di Biella e sapeva
parlare e scrivere quattro lingue: il
tedesco che è la lingua di Gressoney,
l'italiano, il francese e l'inglese.
Malgrado questo grosso fardello di
scienza, nessuno del piano l'avrebbe
presa per una signora.
aveva frequentato un collegio (una
scuola) in città (a Biella)
Anche se aveva studiato, nessuna
delle persone che abitavano in città
Focalizzazione interna
C'è la fecalizzazione interna quando uno dei personaggi della storia racconta la
storia con il suo punto di vista. Questo personaggio si chiama narratore interno.
Il narratore interno conosce della storia solo le cose che vede e solo le cose che
sono successe fino a quel momento.
Questo brano, Il cane Argo e il suo padrone, è dello scrittore Italo Svevo, un
famoso autore italiano (1861 - 1928). Un cane racconta un episodio della sua
giornata: delle persone fanno visita al padrone. La storia è raccontata con il punto
di vista del cane: questo cane non conosce e non capisce i sentimenti del suo
padrone (non sa se il padrone è contento o no di ricevere queste persone).
Attenzione: in questo brano ci sono molti verbi usati al passato remoto
[...] Un giorno io e il padrone, dopo
pranzato, si stava quieti nella nostra tana
quando venne Anna ad avvisare che
c'erano delle visite. Il padrone urlò non
so dal piacere o dispiacere. Lo seppi o
credetti di saperlo presto. Nel dubbio mi
ero messo a scodinzolargli d'intorno ed
egli mi diede un calcio. Ciò mi parve
ragionevolissimo perché così appena
potevo sapere quale umore fosse il suo e
mi trassi in disparte.
Si andò in giardino incontro ai visitatori
ed io seguii il padrone naturalmente a
ragionevole distanza. Se avessi potuto
anzi ne avrei dato l'avviso anche ai
visitatori ch'erano un uomo e una donna.
eravamo tranquilli / rifugio
(passato remoto di venire)
(urlò = passato remoto di urlare = gridare)
(seppi - passato remoto di sapere)
(credetti = passato remoto di credere)
muovere la coda / (diede = passato remoto
di dare) /giusto
mi misi (passato remoto di mettersi) da
parte, da solo
(andò = passato remoto di andare)
(seguii = passato remoto di seguire)
avrei detto
73
A mia sorpresa vedo il mio padrone
correre ad incontrarli, inchinarsi ed anche
aprire la bocca e socchiudere gli occhi
come usa sempre quando è allegro visto
che non ha la coda.
chiudere un poco
Focalizzazione esterna
C'è la fecalizzazione esterna quando la storia è raccontata da un narratore esterno
Questo narratore:
- non è uno dei personaggi della storia
- non esprime giudizi, non fa commenti
- racconta solo quello che vede
Questo brano (Gli uccisori) è dello scrittore americano Ernest Hemingway (18991961).
Il narratore è un narratore esterno. Nel brano ci sono molti dialoghi
La porta della trattoria "Enrico" si aprì
ed entrarono due uomini. Si sedettero al
banco.
"Cosa desiderate?" chiese Gorge.
"Non saprei", uno dei due disse. "Cosa
vuoi
da mangiare, Al?"
"Per me è lo stesso", disse Al, "non lo so
proprio cos'è che voglio".
Fuori stava facendosi buio. La luce di un
lampone brillò attraverso la finestra. I
due uomini si misero a leggere il menù
mentre all'altra estremità del banco Nick
Adams li stava a guardare. Parlava con
George quando erano entrati.
"Così per te va tutto bene?" chiese Al a
George.
"Sicuro".
"Sei un ragazzo sveglio, no?"
"Sicuro".
"Invece no, te lo dico io", fece l'altro
ometto. "No, Al?"
(aprì = passato remoto di aprire) (entrarono =
passato remoto di entrare) (sedettero = passato
remoto di sedere)
stava diventando buio
(brillò = passato remoto di brillare)
(si misero = passato remoto di mettersi)
piccolo uomo
74
"È scemo", rispose Al. Si volse a Nick.
"Come ti chiami?"
"Adams"
"Un altro ragazzo sveglio", fece Al. "Non
trovi, Max?"
"la città è piena di ragazzi svegli", Al
disse.
Gorge posò sul banco due piatti: uno con
le uova al prosciutto e l'altro con le uova
al lardo. Vi mise visino due piccoli
vassoi con le patate e chiuse lo sportello
che dava in cucina.
(posò = passato remoto di posare)
(mise = passato remoto di mettere)
75
I GENERI LETTERARI
In questo nuovo capitolo parliamo di generi letterari.
Un libro appartiene ad un genere letterario quando ha delle caratteristiche comuni
ad altri libri.
Ci sono tanti generi letterari:
1. Il romanzo umoristico è un romanzo divertente (un romanzo che fa
ridere)
2. Nel romanzo di avventura ci sono personaggi coraggiosi. Questi
personaggi affrontano situazioni pericolose e vivono avventure
straordinarie
3. Il romanzo poliziesco racconta storie di poliziotti, di detective, di
omicidi...
4. Il romanzo fantastico racconta storie strane, a volte queste storie sono
spaventose. Quando il romanzo fantastico racconta storie spaventose si
chiama romanzo horror
5. Il romanzo di fantascienza racconta situazioni future. I personaggi del
romanzo di fantascienza a volte vengono da altri pianeti. Nel romanzo di
fantascienza sono descritti mondi futuri
6. Il romanzo storico racconta fatti veramente accaduti nel passato. I
romanzi storici sono ambientati in luoghi reali, in città o luoghi del
passato
7. Il romanzo realistico ha come protagonisti persone del popolo. Gli autori
di questi romanzi vogliono descrivere situazioni reali
8. Il romanzo psicologico descrive soprattutto i pensieri (la psicologia) dei
suoi personaggi.
Studieremo uno per uno questi generi.
Ricorda: anche i film appartengono a generi diversi: quando vedi un film, capisci
subito se parla di amore (genere romantico), di poliziotti e delitti (genere
poliziesco), di storie di cowboys (genere western)
76
Nelle pagine seguenti troverai:
1. una descrizione del genere letterario e delle sue caratteristiche
2. una breve presentazione degli autori (degli scrittori) e delle loro opere
più famose
Nelle pagine seguenti non troverai i racconti o le pagine di romanzi: dovrai
leggere questi testi sul libro di testo usato in classe.
77
1 - La narrazione umoristica
Cos'è l'umorismo? È un modo divertente di vedere le cose. Un umorista sa
raccontare le cose in modo divertente: l'umorismo ci fa ridere. Sicuramente hai
visto alla televisione molti spettacoli umoristici.
Anche i racconti e i romanzi possono essere umoristici: un racconto umoristico è
un racconto divertente.
Le caratteristiche dei romanzi o dei racconti umoristici sono:
- il protagonista o gli altri personaggi del racconto sono comici (divertenti): si
comportano in modo strano o hanno dei difetti o delle caratteristiche divertenti.
- Nel racconto ci sono degli equivoci. C'è un equivoco quando una persona viene
scambiata per un'altra.
- Nel racconto ci sono situazioni strane (un bambino che fuma, un animale feroce
che ha paura...)
- Nel racconto è raccontato uno scherzo
- La fine del racconto è diversa da come pensavi (c'è un finale a ._ sorpresa e
questo finale è divertente)
- Per raccontare la storia l'autore usa un linguaggio strano (per esempio, si rivolge
a un bambino piccolo parlandogli come se fosse una persona molto importante
o usa delle parole difficili per raccontare una cosa molto semplice).
- Per raccontare la storia l'autore usa un linguaggio gergale (un dialetto o un
linguaggio usato da poche persone, un linguaggio con parole strane)
Impara questa parola:
ironia
L'ironia è un modo di raccontare le cose dicendo il contrario di quello che si pensa.
Se un amico dice ad un altro amico calvo (senza capelli): "Che bella pettinatura
hai, oggi!", usa l'ironia.
Se, dopo un'ora di lezione molto noiosa, dici "oggi la lezione è stata davvero
interessante, peccato sia già finita!", usi l'ironia: dici una cosa ma vuoi dire il
78
contrario. L'ironia è un modo simpatico di dire le cose, l'ironia è allegra.
________________________________________________________________
Giovanni Boccaccio (1313-1375) vive nel Medioevo. Boccaccio è uno dei primi
scrittori ad usare la lingua italiana (fino ad allora, per scrivere, si usava il latino).
Il libro più importante di Boccaccio è il Decameron. Nel Decameron, Boccaccio
racconta la storia di 10 ragazzi (7 donne e 3 uomini). Questi ragazzi si rifugiano
(vanno) in una villa di campagna, vicino a Firenze, perché in città c'è una malattia
terribile: la peste. Ogni giorno, ogni ragazzo, racconta agli altri una storia. Il tema
(l'argomento) della storia è scelto a turno da uno di loro. In tutto i ragazzi
raccontano 100 storie: il Decameron raccoglie queste cento storie.
Nella sesta giornata il tema scelto è quello dei "motti si spirito", cioè delle frasi,
delle situazioni spiritose.
Nel libro troverai il racconto divertente di Frate Cipolla: un frate che, in cambio di
soldi, promette agli abitanti della città di mostrare la penna di un famoso angelo
(l'Arcangelo Gabriele).
Guy de Maupassant (1850-1893) è uno scrittore francese. Nei suoi racconti e nei
suoi romanzi Maupassant descrive storie di personaggi del suo tempo. In queste
storie Maupassant critica il modo di vivere del suo tempo. Alcune di queste storie,
come il racconto La burla, sono molto divertenti.
Stefano Benni (1947) è uno scrittore italiano contemporaneo (cioè è uno scrittore
dei nostri tempi). Bermi ha scritto molti romanzi e racconti. Le storie scritte da
Benni sono molto divertenti: questo scrittore è famoso per la satira di politica e di
costume (cioè prende in giro il mondo politico e il modo di comportarsi della
gente).
79
2 - Il romanzo d'avventura
II romanzo di avventura è un romanzo che racconta storie straordinarie. Il
protagonista del romanzo di avventura è una persona coraggiosa, una persona che
sa affrontare situazioni pericolose. Il romanzo di avventura è molto appassionante.
Le caratteristiche dei romanzi di avventura sono:
- c'è sempre un eroe protagonista. Questo eroe ha qualità positive (è bello, forte,
buono, onesto...).!! protagonista può avere degli aiutanti.
- c'è . sempre un antagonista. L'antagonista si oppone all'eroe. L'antagonista ha
qualità negative (è cattivo, egoista, violento...)
- La storia è ambientata il luoghi esotici o selvaggi (isole lontane, foreste...)
- Nel romanzo d'avventura ci sono molti colpi di scena, succedono, cioè, molte
cose: l'eroe deve superare molti ostacoli, e vive molte avventure
Uno dei primi romanzi di avventura è Don Chisciotte di Miguel de Cervantes
(uno scrittore spagnolo). Questo romanzo è stato scritto nel 1615 e racconta la
storia di un uomo che ha letto molti libri sui cavalieri. Un giorno questo uomo,
diventato pazzo, decide di viaggiare per il mondo per diventare famoso e per
combattere le ingiustizie. Il libro racconta il suo viaggio assieme all'aiutante
Sancho Panza e il suo ritorno nella città di origine.
Un altro romanzo d'avventura molto famoso è Robinson Crusoe (1719) di Daniel
Defoe, uno scrittore inglese.
Questo romanzo racconta la storia di un uomo che è naufragato ed è arrivato su un
isola. Questa isola è deserta e Robinson Crusoe deve imparare a vivere da solo,
cacciando, pescando, costruendo capanne e oggetti. Robinson Crosue vive
nell'isola per 28 anni. Dopo 28 anni una nave lo ritrova e lo riporta in Inghilterra.
Un altro scrittore di romanzi di avventura vissuto nel 1700, è Jonathan Swift. Il
suo romanzo più importante è I viaggi di Gulliver (1726). Il protagonista di questo
libro è Gulliver, un uomo che fa naufragio e arriva su un'isola sconosciuta, Lilliput.
Gli abitanti di questa isola, i lillipuziani, sono molto piccoli e Gulliver sembra un
gigante. Gulliver lascia Lilliput e arriva in un altro paese: Brobdingnag. Qui gli
abitanti sono tutti altissimi, Gulliver a loro sembra molto piccolo, così diventa una
80
delle bambole della figlia del re. Un altro paese visitato da Gulliver è un paese
abitato da cavalli. Qui i cavalli sono animali intelligenti e buoni, gli uomini invece
sono animali crudeli. Con questo libro Swift critica i vizi e i pregiudizi degli
uomini.
Anche nell'ottocento i romanzi di avventura hanno molto successo. I più importanti
sono i romanzi di Robert Louis Stevenson, di Jules Verne, di Herman Melville, di
Emilie Salgari.
Robert Louis Stevenson è uno scrittore inglese. Uno dei suoi romanzi più famosi
è L'isola del tesoro (1833). Il protagonista di questo libro è un ragazzo, Jim. Jim
trova la mappa di un'isola dove è sepolto un tesoro. Jim si imbarca su una nave ma,
quando raggiunge l'isola, deve combattere contro i pirati e contro altre persone che
vogliono prendere il tesoro. Dopo molte avventure Jim torna in Inghilterra con il
tesoro.
Jules Verne (1828 - 1905) è uno scrittore francese. Nei suoi libri racconta
avventure ispirate al progresso scientifico. Verne scrive molti libri. In alcuni libri
parla di viaggi straordinari.
Questi sono i titoli di alcuni dei suoi libri:
Viaggio al centro della terra
Dalla Terra alla Luna
Intorno alla luna
Ventimila leghe sotto i mari
Verne immagina in anticipo viaggi straordinari che l'uomo farà molti anni
più tardi.
Ne Il giro del mondo in ottanta giorni (1873) Verne racconta la storia di un nobile
inglese, Phileas Fogg. Fogg scommette con gli amici del suo club che farà un
viaggio intorno al mondo in 80 giorni. Accompagnato dal servo Passepartout, Fogg
arriva in India. In India, Fogg salva una donna indiana, Alida, che doveva essere
bruciata sul fuoco. Fogg va in Cina, poi in America e poi con una nave, torna in
Inghilterra. Un poliziotto che lo crede un ladro, lo arresta. Fogg dimostra di essere
innocente. Dopo queste avventure Fogg va al club, ma pensa di essere arrivato in
ritardo. Invece quel giorno è l'ottantesimo giorno dopo la sua partenza: Fogg vince
la scommessa con gli amici. Nel finale, Fogg sposa la bella Auda.
Herman Melville (1819 - 1891) è uno scrittore americano. Il suo libro più
importante è Moby Dick.
La storia di Moby Dick (una grande balena bianca) è raccontata da un giovane
marinaio, Ishmael. Ishmael è imbarcato su una baleniera (una nave che va a caccia
81
di balene). Il capitano di questa baleniera è Achab. Achab non ha una gamba: l'ha
persa durante una lotta contro la balena Moby Dick. Achab pensa che questa balena
rappresenti il Male. Achab inizia un lungo viaggio per cercare Moby Dick. Dopo
molto tempo il capitano Achab trova la balena. Inizia una caccia terribile tra Achab
e Moby Dick, ma la balena lotta con tutta la sua forza e distrugge la nave. Muoiono
tutti gli uomini della nave. L'unico sopravvissuto è Ishmael. Ishmael torna a terra e
racconta questa storia spaventosa.
Emilie Salgari (1862 - 1911) è uno scrittore italiano. Salgari scrive molti libri di
avventura: circa 80 romanzi e 150 racconti. I libri di Salgari sono libri per ragazzi.
Questi libri sono ambientati in paesi lontani, in questi paesi vivono corsari e pirati.
Salgari durante la sua vita non ha mai viaggiato, ma ha saputo immaginare e
descrivere molto bene questi paesi.
Le tigri di Mompracen è uno dei romanzi più famosi di Salgari. Il protagonista di
questo romanzo è Sandokan, un principe della Malesia, cacciato dopo l'arrivo degli
inglesi. Sandokan è forte e coraggioso, difende il suo popolo e lotta per
l'indipendenza della Malesia. Un giorno Sandokan fa naufragio ed arriva nell'isola
di Labuan. Sandokan è ferito e viene curato da Lady Marianna, una bellissima
donna inglese. Sandokan e Marianna si innamorano e Marianna decide di andare
con lui anche se scopre che Sandokan è nemico degli inglesi. Sandokan e Marianna
si sposano e Marianna diventa la regina del popolo dei pirati. Sandokan abbandona
la lotta per amore di Marianna.
Michael Crichton è uno scrittore americano nato nel 1942.
Crichton ha scritto un romanzo di avventura molto famoso: Jurassic Park. Questo
romanzo è stato pubblicato pochi anni fa, nel 1990 ed è diventato molto famoso
perché ha ispirato un film (l'hai visto anche tu?). La storia parla di Jurassic Park: un
grande parco di divertimenti. In questo parco uno scienziato ha fatto rinascere dei
dinosauri. Il parco sta per essere inaugurato (cioè sta per essere aperto al pubblico),
ma pochi giorni prima della apertura, ci sono molti guasti ai computer. Il padrone
del parco invita Tom e Lex, i suoi piccoli nipoti. Mentre Tom e Lex stanno
visitando il parco, improvvisamente i dinosauri si liberano: la vita dei due ragazzini
e dei loro accompagnatori è in pericolo. I pericolosi dinosauri devono essere
distrutti, insieme al parco e a tutte le sue attrezzature.
82
3 - Il romanzo poliziesco
Il romanzo poliziesco (o giallo) racconta una storia dove ci sono dei reati (quasi
sempre dei delitti, cioè l'uccisione di alcune persone). Di solito il protagonista è un
poliziotto o un detective (un poliziotto privato), questo poliziotto deve trovare il
colpevole del delitto.
Il romanzo poliziesco in italiano si chiama anche giallo. Il romanzo poliziesco ha
questo nome perché i primi romanzi polizieschi pubblicati in Italia avevano la
copertina gialla.
- Le caratteristiche principali di questi romanzi sono:
- i romanzi parlano sempre di un delitto
- c'è sempre qualcuno che cerca il colpevole (cioè la persona che ha fatto questo
delitto)
- il colpevole viene scoperto attraverso delle indagini (il colpevole si nasconde,
non è il colpevole a confessare il suo delitto, ma un'altra persona lo scopre)
- c'è sempre un colpo di scena finale (cioè la storia finisce sempre in un modo
imprevedibile, in un modo diverso da come immagini)
tra i personaggi ci sono:
- la vittima
- il colpevole (l'assassino)
- l'investigatore
Tra i romanzi polizieschi possiamo distinguere:
1. il giallo a enigma
2. il giallo d'azione
1 - Il giallo ad enigma è un romanzo poliziesco dove un poliziotto deve trovare il
colpevole di un delitto che è già stato compiuto. Un esempio molto famoso di gialli
ad enigma sono le storie di Sherlock Holmes, un famoso detective inventato dallo
scrittore Arthur Conan Doyle (1859 - 1930). Questo detective sa scoprire,
attraverso dei piccoli indizi, i colpevoli dei delitti.
2- Il giallo d'azione è un romanzo poliziesco che racconta una storia dove il delitto
non è già stato compiuto: il lettore segue la preparazione del delitto. Le storie
83
raccontate in questo tipo di romanzo poliziesco (chiamato anche thriller) sono
spesso utilizzate per i film.
giallo ad enigma
giallo d'azione
la storia inizia quando il delitto è già la storia viene raccontata in ordine
stato commesso, ed è raccontata in cronologico (cioè nell'ordine in cui
questo ordine:
avvengono i fatti):
1. il delitto viene scoperto
2. non si sa chi è il colpevole e
perché la persona è stata uccisa
3. la polizia non sa cosa fare
4. viene accusata una persona
innocente
5. un detective (o un poliziotto)
studia il caso
6. il detective scopre il colpevole
1. un assassino sceglie la sua
vittima
2. la vittima non sa che corre un
pericolo. Il lettore però sa già
cosa succederà.
3. l'assassino uccide la sua
vittima.
4. l'assassino cerca di uccidere
anche le persone che possono
scoprire il suo delitto
5. l'assassino viene scoperto
- il protagonista di queste storie è di - il protagonista di queste storie
solito un detective
può essere l'assassino, la vittima,
la persona che scopre l'assassino
- in queste storie si scopre sempre il
colpevole. Il colpevole è punito
- in queste storie i rapporti tra i
personaggi sono spesso violenti,
- nella storia ci sono molte descrizioni
ci sono tante situazioni pericolose
- la storia è piena di suspense, di
situazioni difficili, paurose
Arthur Conan Doyle (1859 - 1930) è uno scrittore inglese ed è l'inventore di un
famoso detective (o investigatore): Sherlock Holmes. Sherlock Holmes ha un
aiutante, il dottor Watson. Holmes è capace di risolvere i casi più difficili: il suo
metodo è deduttivo. Questo significa che Holmes osserva con molta attenzione i
fatti e li studia con grande intelligenza. Holmes studia i fatti in modo scientifico:
esamina gli indizi e trova la soluzione logica. Watson, l'aiutante, racconta ai lettori
le storie di Holmes (Watson ha la funzione di narratore).
Agatha Christie (1890 - 1976) è una scrittrice inglese. Ha scritto molti romanzi
gialli (più di 70). I protagonisti dei suoi romanzi sono l'ispettore Hercule Poirot (un
84
investigatore belga, basso, grasso, non giovane, molto intelligente) e miss Marple
(una vecchietta molto simpatica). Dai libri di Agata Christie sono stati tratti tanti
film.
Uno dei libri più famosi è Assassinio sull'Orient-Express, scritto nel 1934. In
questo libro si racconta la storia di un omicidio avvenuto sul famoso treno
(l'Orient-Express) che da Istanbul porta a Calais. Su quel treno c'era anche
l'ispettore Poirot. Poirot, con le sue indagini, scopre il motivo dell'assassinio e i
colpevoli.
George Simenon (1903 - 1989) è uno scrittore francese. Simenon ha scritto circa
500 gialli ambientati in Francia. Il protagonista dei suoi libri è l'ispettore Maigret.
Maigret è un commissario di polizia. Maigret cerca di scoprire i colpevoli con la
sua intuizione. Maigret è un personaggio molto umano: non sopporta le persone
cattive e arroganti, cerca di capire le persone povere e umili, anche quando sono
colpevoli di qualche delitto. Le storie del commissario Maigret si svolgono in
ambienti normali: case, trattorie, bar, piccoli paesi, quartieri di periferia...
85
4 - La narrazione fantastica
I romanzi e i racconti fantastici sono nati alla fine del 1700. Raccontano storie di
fantasia, a volte spaventose. In questi racconti succedono fatti inspiegabili, molto
strani, come a volte ci sono nei sogni.
Le caratteristiche del genere fantastico sono:
le storie sono ambientate in luoghi reali (non in luoghi fantastici, come le favole)
ad un certo punto succede qualcosa di strano, di inquietante il protagonista non
capisce se quello che vede è vero o è una sua fantasia
a volte nelle storie ci sono situazioni sovrannaturali (fantasmi, oggetti che si
muovono...).
Horror
Alcuni romanzi e racconti fantastici sono chiamati horror
I racconti horror sono spaventosi. I lettori di questi racconti amano provare delle
emozioni forti come la paura o l'ansia.
Le prime storie horror sono state scritte in Inghilterra, alla fine del 1700. Gli
scrittori più importanti sono Horace Walpole, Mary Shelley, Edgar Allan Poe.
Le caratteristiche di questi romanzi sono:
- ci sono personaggi mostruosi
- le storie sono ambientate di notte, in luoghi che fanno paura (castelli, cimiteri,
luoghi isolati...)
- succedono molti fatti, tutti spaventosi. Questi fatti fanno provare paura al lettore.
Anche oggi ci sono scrittori di libri horror. Il più conosciuto è Stephen King, uno
scrittore americano.
Mary Shelley (1797 - 1851) è una scrittrice inglese. Il suo libro più famoso è
Frankenstein.
Questo libro parla di un giovane scienziato, Victor Frankenstein. Questo scienziato
vuole creare un uomo. Frankenstein va nei cimiteri, prende tanti pezzi di morti e
86
con questi costruisce un uomo gigantesco. Frankenstein riesce a dare la vita al
mostro che ha creato. Il mostro creato da Frankenstein scappa e vive nascosto per
molto tempo. È brutto, ma non è cattivo. Un giorno gli uomini lo vedono e lo
cacciano: hanno terrore di lui. Il mostro capisce che non può vivere tra gli uomini,
così cerca Frankenstein, il suo creatore, per vendicarsi. Il mostro uccide tutti gli
amici e i familiari di Frankenstein e, alla fine, uccide anche Frankenstein.
Edgar Allan Poe (1809 - 1849) è uno scrittore americano. Poe è il primo scrittore
americano diventato famoso in Europa. La vita di Poe è stata breve: lo scrittore si è
ammalato perché usava alcool e droghe. Nei suoi racconti sono raccontate le sue
paure e le sue allucinazioni. I personaggi dei suoi racconti vivono spesso situazioni
di terrore.
Bram Stoker (1847 - 1912) è uno scrittore irlandese. Stoker è l'inventore del
personaggio di Dracula.
Dracula è un conte che vive in un castello della Transilvania (in Romania). Ma
Dracula è anche un vampiro: è, cioè, un morto-vivente ed ha bisogno ogni giorno
di bere del sangue umano. Dracula decide così di andare ad abitare in una grande
città, dove è più facile trovare delle vittime per bere il loro sangue. Per questo
motivo Dracula decide di andare ad abitare a Londra. Dracula a Londra fa molte
vittime, ma, alla fine, viene ucciso.
Franz Kafka (1883 - 1924) è uno scrittore boemo, uno degli scrittori più famosi
del 1900. Nei suoi libri Kafka racconta situazioni strane, senza spiegazione. Le sue
storie sembrano degli incubi spaventosi. I protagonisti dei suoi libri sono sempre
personaggi molto soli, questi personaggi vivono situazioni terribili ma non sanno
capire perché.
Uno dei suoi libri più importanti è La metamorfosi (1916). Il protagonista di questo
libro è Gregorio, un giovane commesso viaggiatore (un venditore). Una mattina,
senza sapere perché, Gregorio si sveglia e si trova trasformato in un grande
scarafaggio (un insetto). Gregorio è costretto a vivere chiuso nella sua stanza, da
solo. Un giorno, per ascoltare la sorella che suona il pianoforte, va nella sala. Il
padre lo vede e gli tira addosso una mela, questa mela ferisce a morte Gregorio.
Gregorio muore e viene buttato nella spazzatura.
Dino Buzzati (1906 - 1972) è uno scrittore italiano. Ruzzati ha lavorato per molti
anni al Corriere della Sera, uno dei più importanti giornali italiani. Buzzati ha
scritto molti romanzi e molti libri di racconti. Nei suoi libri ci sono molte situazioni
strane: le sue storie mescolano insieme realtà, fantasia, magia.
87
Stephen King (1947) è uno scrittore contemporaneo (cioè è uno scrittore dei nostri
tempi). Stephen King è nato in America ed oggi è il più famoso scrittore di libri
horror. I libri di Stephen King hanno ispirato molti film famosi (per esempio
Shining, Misery non deve morire)
Le storie scritte da Stephen King sono ambientate ai nostri giorni, in case e città
normali. In queste situazioni normali, improvvisamente, qualcosa di molto
pericoloso e terrificante cambia la vita delle persone.
Nei libri di Stephen King è sempre presente il Male, una forza che terrorizza e
distrugge. Il Male viene combattuto ma non viene mai sconfitto del tutto.
88
5 - La fantascienza
I romanzi e i racconti di fantascienza raccontano storie fantastiche ambientate nel
futuro. In queste storie la fantasia è mescolata alla scienza, (per questo il genere si
chiama fantascienza).
Gli scrittori di fantascienza presentano le loro storie straordinarie in modo molto
naturale, come se queste storie fossero vere.
Nei romanzi e nei racconti di fantascienza puoi trovare queste caratteristiche:
- sono ambientati nel futuro
- parlano di viaggi nello spazio o nel tempo
- ci sono personaggi fantastici. Questi personaggi vengono spesso da altri pianeti
- ci sono robot e computer "intelligenti". Questi robot o computer possono
sostituire l'uomo (possono pensare, prendere decisioni, muoversi...)
- i protagonisti di queste storie hanno armi molto potenti
- i personaggi possono essere replicanti (copie di personaggi che esistono sulla
terra) o avere un corpo umano ma con protesi (braccia, mani, gambe...) artificiali.
Il primo scrittore di fantascienza è lo scrittore francese Jules Verne (abbiamo già
parlato di lui nel capitolo sul romanzo di avventura): Verne è il primo scrittore ad
immaginare viaggi fantastici fuori dalla terra o all'interno della terra.
Altri famosi scrittori di fantascienza sono gli scrittori americani Richard
Matheson (1926) e Fredric Brown (1906-1972). Questi scrittori parlano di viaggi
interplanetari (tra pianeti). Ma il più famoso scrittore di fantascienza del 1900 è
Isaac Asimov (1920-1992). Asimov è nato in Unione Sovietica ma è vissuto negli
Stati Uniti d'America. Asimov era uno scienziato (insegnava biochimica
all'università). Asimov prendeva ispirazione dai suoi studi scientifici per inventare
storie straordinarie di fantascienza: Asimov usa i suoi libri di fantascienza per
divulgare (diffondere) i contenuti scientifici. I suoi libri sono molto appassionanti.
89
6 - Il romanzo storico e di testimonianza
II romanzo storico
II romanzo storico è nato in Inghilterra all'inizio dell'Ottocento. Nell'Ottocento
in Europa c'era un forte interesse per la storia e per le tradizioni dei popoli. Il
primo scrittore di romanzi storici è Walter Scott.
Nel romanzo storico lo scrittore sceglie un periodo storico ed inserisce al suo
interno una storia inventata.
Il romanzo storico mescola (mette insieme / unisce) storia (cioè dei fatti
successi veramente) ed invenzione (cioè fatti inventati dallo scrittore, non
successi veramente, ma nati dalla sua fantasia).
- Le caratteristiche più importanti del romanzo storico sono:
- nel romanzo storico si parla di un periodo storico preciso
- i personaggi possono essere realmente esistiti o possono essere personaggi
immaginari (inventati)
- i personaggi immaginari si comportano in modo verosimile (come se fossero
personaggi reali)
- nel romanzo sono presenti fatti storici accaduti veramente
- ci sono molte descrizioni (dell'ambiente, dei personaggi, dei fatti storici)
Walter Scott (1771-1832) è nato in Scozia (una regione della Gran Bretagna).
Walter Scott era appassionato di storia, soprattutto della storia del Medioevo. Il
suo libro più importante è Ivanhoe. La storia è ambientata in Inghilterra, alla
fine del 1100.
In questo libro Scott racconta la storia di Ivanhoe, un giovane nobile. Ivanhoe è
innamorato di Lady Rowena. Ivanhoe deve lasciare l'Inghilterra e segue il suo
re, Riccardo Cuor di Leone, partito per le crociate. Mentre Riccardo Cuor di
Leone è lontano dall'Inghilterra, il fratello Giovanni sale al trono al suo posto
90
(usurpa il trono di Riccardo). Ivanhoe torna in Inghilterra e combatte contro
Giovanni e i suoi alleati. Ivanhoe è imprigionato ma viene liberato da Re
Riccardo, che è tornato sul trono. Ivanhoe e Rowena possono sposarsi.
Alessandro Manzoni (1785-1873) è nato a Milano. Alessandro Manzoni è uno
dei più importanti scrittori italiani.
Manzoni è uno scrittore molto religioso: nel 1810 si è convertito al cristianesimo
e da allora nelle sue opere egli parla spesso della fede e della Chiesa cattolica.
L'opera più importante di Alessandro Manzoni è un romanzo storico, questo
romanzo si intitola I Promessi Sposi.
I Promessi Sposi (1840) è un romanzo ambientato in Lombardia tra il 1628 e il
1630. In questo periodo la Lombardia è governata dagli spagnoli.
I protagonisti di questa storia sono Renzo e Lucia. Renzo e Lucia sono due
giovani semplici: abitano in un piccolo paese e lavorano come filatori di seta.
Renzo e Lucia si devono sposare, ma Don Rodrigo (il signore della zona) non
vuole. I servi di Don Rodrigo minacciano il prete del paese, Don Abbondio e gli
dicono di non sposare Renzo e Lucia.
Renzo e Lucia devono scappare e separarsi: Lucia va a Monza, in un convento
dove vive Gertrude, una monaca1, Renzo va prima a Milano, poi a Bergamo.
Mentre Lucia è a Monza, un signore potente e molto pericoloso2, per fare un
favore a Don Rodrigo (che è suo amico), rapisce Lucia. Quando l'Innominato
vede Lucia, capisce che è una ragazza buona e semplice. L'Innominato decide di
non fare del male a Lucia, anzi, si commuove ed aiuta la ragazza (dopo aver
incontrato Lucia, l'Innominato diventa buono).
Intanto in Lombardia c'è una epidemia di peste3. Don Rodrigo (il cattivo signore
che aveva impedito le nozze di Renzo e Lucia) muore.
Renzo e Lucia si ritrovano e finalmente possono sposarsi
Questo romanzo è molto importante, perché i protagonisti (Renzo e Lucia) non
sono persone ricche e potenti, sono persone semplici ed umili. Alessandro
Manzoni sta dalla parte degli umili, dei poveri. Manzoni sta con gli umili perché
gli umili hanno fede in Dio. Manzoni è contro i prepotenti.
Ecco come, ne I Promessi Sposi, Alessandro Manzoni mescola storia ed
invenzione (fantasia):
Alessandro Manzoni ha deciso di scrivere la storia dei Promessi Sposi
ambientandola in un epoca (gli anni 1628-1630) e in luogo reale (in Lombardia,
tra le città di Lecco, Milano e Monza).
1
nel libro è chiamata "la monaca di Monza"
nel libro è chiamato "l'Innominato"
3
una malattia terribile che uccide migliaia di persone
2
91
I fatti raccontati dal Manzoni (la guerra, la peste, la carestia) sono fatti accaduti
veramente. Anche molti personaggi presenti nei Promessi Sposi (il Cardinal
Borromeo, la Monaca di Monza...) sono personaggi vissuti veramente... I fatti
che succedono ai protagonisti (Renzo e Lucia, cioè i promessi sposi), invece,
sono inventati: sono fatti di fantasia.
Lev Nikolaevic Tolstoj (1828-1910) è uno scrittore russo. I suoi romanzi più
importanti sono Guerra e pace e Anna Karenina. Questi romanzi hanno avuto
un grande successo: sono considerati tra i più importanti romanzi della
letteratura mondiale.
Nei suoi romanzi Tolstoj descrive con precisione la vita dei suoi personaggi e il
periodo storico nel quale si svolge la storia.
Nei romanzi di Tolstoj c'è anche una grande attenzione ai pensieri dei suoi
personaggi. Tolstoj pensa che la storia è fatta dal popolo, non dai generali e
dalle persone importanti.
Guerra e pace (1869) è un romanzo ambientato in Russia. Tolstoj ha impiegato
6 anni per scrivere questo libro: lo scrittore ha dovuto fare molte ricerche
storiche per raccontare precisamente i fatti storici presenti nel romanzo.
La storia inizia nel periodo della guerra combattuta tra Napoleone e la Russia.
Nel romanzo ci sono tanti personaggi: i protagonisti principali sono Andrej
Bolkonskij, un giovane principe, e Nataša, una ragazza molto dolce. Andrej è
sposato ma il suo matrimonio non è felice. Quando Napoleone attacca la Russia,
scoppia la guerra. Andrej decide di partire per la guerra, perché riflettere sulla
sua vita. Quando Andrej torna a casa, la moglie muore mentre da alla luce un
bambino, Nikolaj.
Andrej torna a Mosca ed incontra ad un ballo la giovane e bella Nataša: Andrej e
Nataša si innamorano, ma il padre di Andrej non vuole questo matrimonio.
Andrej deve partire per andare in guerra. Un altro giovane, Anatolij, corteggia
Nataša. Il fidanzamento tra Andrej e Nataša si rompe. Nataša incontra ancora
Andrej quando lui sta morendo perché è stato ferito in battaglia. Nataša capisce
di amarlo ancora. Lei lo cura con amore, ma Andrej muore.
Napoleone è sconfitto e deve andarsene, in Russia torna la pace. Le cose sono
cambiate: molte persone sono morte, i ragazzi più giovani sono-cresciuti e si
sposano. Anche Nataša si sposa, con Pierre Bezuchov, un amico di Andrej. Il
matrimonio tra Nataša e Pierre è felice: dal loro matrimonio nascono molti figli.
Giuseppe Tornasi di Lampedusa (1896-1957) è uno scrittore italiano, di
famiglia nobile. Tornasi di Lampedusa è nato in Sicilia. Egli ha scritto un libro
solo, Il Gattopardo. Tornasi di Lampedusa ha scritto questo libro in pochi mesi:
il romanzo racconta la storia del bisnonno dello scrittore. Questo libro ha avuto
un grande successo in Italia.
92
Il Gattopardo è un romanzo ambientato in Sicilia tra il 1860 e il 1910.
Protagonista del romanzo è il principe Fabrizio di Salina (sullo stemma del
principe c'è un gattopardo: questo simbolo da il titolo al libro). Il romanzo si
svolge nel periodo dell'Unità di Italia4. Nel libro si parla della fine del Regno
delle Due Sicilie e della nascita dell'Italia. Questi importanti fatti storici sono
raccontati dal punto di vista del principe Fabrizio, un nobile siciliano. Fabrizio
sa che con la fine del Regno delle Due Sicilie, la sua famiglia è destinata alla
rovina.
Il principe è una persona molto rispettata e, anche dopo l'Unità di Italia, gli
chiedono di diventare senatore del nuovo governo Italiano. Ma lui rifiuta
l'incarico. Dopo la morte del principe la casata nobiliare del Gattopardo perde
completamente la sua importanza e il suo potere.
4
L'Italia è diventata un unico Stato nel 1861. Prima era divisa in tanti piccoli Stati. Uno di questi Stati era il Regno
delle Due Sicilie. Questo Stato comprendeva la Sicilia e l'Italia del sud. Nel 1860 Giuseppe Garibaldi ha liberato il
Regno delle Due Sicilie e lo ha offerto al re Vittorio Emanuele II perché diventasse territorio del Regno di Italia.
93
II romanzo di testimonianza
"Testimonianza" è una parola che deriva dalla parola "testimone". Il testimone è
la persona che ha assistito ad un fatto e lo racconta (se una persona ha visto un
incidente e racconta cosa è successo, quella persona è testimone dell'incidente).
Il romanzo di testimonianza è il romanzo di chi ha visto, di chi ha vissuto una
esperienza e vuole raccontarla.
I più famosi romanzi di testimonianza italiani, sono stati scritti da Primo Levi.
Primo Levi (1919-1987) è uno scrittore italiano, nato a Torino. Primo Levi è
ebreo, per questo motivo durante la seconda guerra mondiale i nazisti lo
catturano e lo portano nel lager nazista di Auschwitz. Auschwitz è un luogo
terribile: lì muoiono quasi tutti i suoi compagni. Primo Levi, però, riesce a
sopravvivere.
Primo Levi racconta la terribile esperienza del lager in due libri: Se questo è un
uomo e La tregua.
Se questo è un uomo e La tregua sono "romanzi di testimonianza": non sono
storie inventate, ma raccontano quello che è successo veramente. Lo scrittore è
stato testimone di avvenimenti storici, e racconta questi avvenimenti. Levi ha
scritto questi libro per spiegare che 6 milioni di ebrei sono stati catturati,
imprigionati ed uccisi. Levi scrive questi libri perché nessuno deve dimenticare
la tragedia dell'olocausto (lo sterminio, il massacro degli ebrei). I libri di Primo
Levi sono famosi in tutto il mondo
Se questo è un uomo ( 1947) è il racconto degli anni passati da Levi nel lager di
Auschwitz. Levi racconta le cose terribili accadute nel lager: parla degli uomini
trattati come schiavi, della morte dei suoi compagni, uccisi nelle camere a gas,
degli uomini e delle donne morti per fame. Quello che succede nei lager sembra
un terribile incubo. Gli uomini e le donne chiusi nel lager non sperano più di
tornare a casa. Quando i tedeschi perdono la guerra e lasciano il campo di
Auschwitz, Levi è uno dei pochi sopravvissuti.
94
7 - La narrazione realistica,
Nella seconda metà dell'ottocento (dal 1850 in poi) nasce un nuovo tipo di
romanzo: il romanzo realista. "Realista" è una parola che deriva dalla parola
"realtà". Gli scrittori, infatti, vogliono parlare di cose reali, vere. Vogliono
parlare delle persone più povere e dei luoghi dove vivono: le storie si svolgono
nei quartieri più poveri delle città o nelle campagne abitate dai contadini.
Questi romanzi parlano di storie ambientate nel mondo presente: gli scrittori
vogliono parlare di cose vere e attuali (cioè, cose che succedono in quel
momento), vogliono rappresentare quello che succede nella loro società.
Come mai c'è questo interesse per le cose attuali?
1 - perché in questo periodo le industrie diventano sempre più numerose. I
lavoratori delle industrie (gli operai) cominciano a lottare per avere delle
condizioni di lavoro migliori. Gli operai non vogliono più essere sfruttati,
vogliono essere pagati di più e vogliono essere trattati meglio (nelle fabbriche
gli operai lavoravano anche per 14 ore al giorno, non avevano diritti, quando
protestavano venivano licenziati).
Molti dei libri scritti in questo periodo raccontano le difficili condizioni di vita
degli operai.
2 - perché in questo periodo anche i piccolo borghesi (gli impiegati, gli artigiani,
i commercianti...) iniziano a leggere i romanzi (prima solo le persone molto
ricche e istruite leggevano). Ai borghesi piace leggere dei libri dove ci sono dei
personaggi che lottano per difendere i loro diritti, come hanno fatto loro.
3 - perché in questo periodo c'è un forte interesse per la realtà e per l'esperienza.
In questo periodo c'è una forte fiducia nella scienza e nel progresso (gli uomini
credono che la scienza ed il progresso renderanno la vita più facile).
Gli scrittori decidono di descrivere tutto quello che succede in modo scientifico,
anche la realtà e la vita (descrivono la realtà così come è, anche quando
decidono di parlare di situazioni difficili, di persone molto povere... )
Questo periodo si chiama positivismo: gli uomini hanno fiducia nella scienza e
sperano che la situazione sociale migliori.
Le caratteristiche di questi romanzi sono:
a - i protagonisti sono persone povere, queste persone vivono situazioni difficili
95
b - l'autore cerca di descrivere queste situazioni oggettivamente
(cioè descrive le situazioni ma non le commenta: vuole descrivere le cose senza
apparire, come un fotografo che fa una fotografia, ma non si fa vedere nella
fotografia). Questo modo di descrivere le cose senza commentare, si chiama
canone dell'impersonalità
c - le storie di questi personaggi sono ambientate nel mondo presente
Il Naturalismo
In Francia gli scrittori che scrivono romanzi con queste caratteristiche, chiamano
questo modo di scrivere Naturalismo. Gli scrittori naturalisti vogliono
denunciare, con i loro libri, l'ingiustizia e lo sfruttamento delle persone più
povere.
Lo scrittore francese più importante è Emile Zola (1840-1902). Zola nella sua
gioventù è stato povero e racconta storie di povera gente: operai, minatori,
persone alcolizzate. Molte persone criticano Zola perché lui descrive situazioni
di grande povertà, ma Zola vuole descrivere proprio la vita dei più poveri: lui
dice che le cose che racconta sono vere. Zola vuole "dipingere la vita" così come
è.
I romanzi più famosi di Zola sono Il ventre di Parigi, Germinale, La bestia
umana, Teresa Raquin.
Il Verismo
In Italia il Naturalismo prende un altro nome: si chiama Verismo.
Il più importante scrittore verista è Giovanni Verga (1840-1922). Verga è
uno scrittore siciliano e racconta storie di pescatori, di contadini, di povera
gente che abita in Sicilia. Nei libri di Verga le persone sono sempre sconfitte
dalla vita: le persone vogliono migliorare il loro modo di vivere, ma non
riescono.
Anche Verga vuole raccontare le cose così come sono. Anche Verga vuole
descrivere le cose senza dare giudizi personali.
I suoi romanzi più famosi sono I Malavoglia e Mastro Don Gesualdo.
I Malavoglia racconta la storia di una famiglia di pescatori siciliani. Un giorno
96
la loro barca fa naufragio, nel naufragio muore il capofamiglia (Bastianazzo) e
per i Malavoglia inizia un periodo molto difficile: per pagare i loro debiti
devono vendere la casa dove abitano. Dopo poco muoiono altre due persone
della famiglia: il figlio Luca (morto in guerra) e la madre Maruzza (morta di
colera, una malattia). Un altro figlio, 'Ntoni, finisce in carcere, Lia, la sorella,
diventa prostituta. Un'altra sorella, Mena, ama un uomo ma non può sposarsi
con lui perché non ha soldi. Alla fine del libro, il figlio più piccolo, Alessi,
riesce a ricomprare la casa della famiglia.
In questo periodo altri scrittori decidono di scrivere dei libri che raccontano le
storie di personaggi di altre classi sociali, soprattutto della borghesia.
Honoré de Balzac (1799-1850) è uno scrittore francese. Balzac scrive 96 opere
(romanzi e racconti). Balzac unisce queste opere in una raccolta, questa raccolta
di libri si chiama La commedia umana.
Nei suoi romanzi Balzac descrive soprattutto l'ambiente dei borghesi (persone
non povere, ma che amano molto il denaro). Balzac osserva con grande
attenzione le cose che succedono tra gli uomini: lui vuole descrivere i rapporti
che ci sono tra le persone, le passioni, le lotte, i drammi che ci sono tra gli
uomini.
Charles Dickens (1812-1870) è uno scrittore inglese. Uno dei suoi romanzi più
famosi è David Copperfield. Charles Dickens ha avuto un'infanzia difficile:
quando aveva 10 anni suo padre è andato m carcere per debiti e lui ha dovuto
andare a lavorare in una fabbrica di lucido di scarpe5. La storia di David
Copperfield è simile alla storia di Charles Dickens: anche David Copperfield,
come Charles Dickens, deve andare a lavorare a 10 anni, anche David, come
Dickens, quando diventa grande, diventa uno scrittore famoso.
Questo è il riassunto del romanzo: David Copperfield è orfano di padre (suo
padre è morto). Sua madre sposa un altro uomo, ma poco dopo anche la madre
di David muore. Il nuovo padre di David è molto cattivo con lui e lo costringe a
lavorare duramente. David scappa e va a casa di una zia. La zia lo manda a
Canterbury a studiare. David, giovane studente, a Canterbury conosce una
ragazza buona e dolce: Agnes.
David diventa uomo e sposa una donna che si chiama Dora, ma dopo poco
tempo Dora muore. David intanto diventa uno scrittore famoso e incontra di
nuovo Agnes. David sposa Agnes. David e Agnes hanno tanti bambini.
________________________________________________________________
Il neorealismo
5
quando uno scrittore scrive in un romanzo la storia della sua vita, scrive un romanzo autobiografico
97
Anche nel 1900, alcuni scrittori scelgono di parlare di cose che succedono nel
mondo presente. Nasce così il movimento del neorealismo.
Il neorealismo (un nuovo realismo) è un movimento che nasce dopo la seconda
guerra mondiale (la seconda guerra mondiale è finita nel 1945). Anche nel
neorealismo i protagonisti sono persone del popolo. Nei romanzi del
neorealismo si parla soprattutto della guerra, della lotta per la libertà, dei
partigiani6, della ricostruzione dell'Italia dopo la guerra.
Gli scrittori più importanti del neorealismo sono Cesare Pavese, Pier Paolo
Pasolini, Alberto Moravia.
II realismo non è solo un movimento letterario (cioè, non riguarda solo i libri):
quando si parla di neorealismo, in Italia, bisogna parlare anche dei film.
Per capire bene cosa è il neorealismo, infatti, bisogna vedere i film girati in
Italia dopo la seconda guerra mondiale: alcuni film (come Roma città aperta)
sono stati girati tra le case distrutte, subito dopo la guerra. In questi film i
protagonisti sono persone del popolo, spesso queste persone parlano in dialetto
(queste caratteristiche ci sono anche nei romanzi). I film più famosi sono Ladri
di biciclette (in questo film si parla del problema della disoccupazione), Sciuscià
(questo film racconta la storia di bambini abbandonati, il film è ambientato a
Napoli), La terra trema (questo film è ispirato al romanzo di Verga I
Malavoglia).
Cesare Pavese (1908-1950) è uno dei più importanti scrittori italiani moderni.
Uno dei libri più famosi di Cesare Pavese è La luna e i falò.
Il protagonista di questo libro è un emigrato che torna dall'America. Quando
questo uomo arriva nel suo paese di origine, tra le colline del Piemonte, vede
che tutto è cambiato. Il protagonista ritrova un vecchio amico, Nuto, e con lui
ricorda le cose che facevano quando erano ragazzi, ricorda le persone ormai
morte... Il protagonista, in un primo momento, pensa di comprare un pezzo di
terra e di rimanere a vivere in Italia, ma quando capisce che tutte le cose sono
cambiate, decide di tornare per sempre negli Stati Uniti.
Alberto Moravia (1907-1990) scrive il suo primo libro a 22 anni. Questo libro
(Gli indifferenti) ha un grande successo.
Moravia scrive altri romanzi famosi (Agostino, La disobbedienza). In questi
romanzi i protagonisti sono borghesi senza ideali e senza valori. I personaggi
6
i partigiani erano le persone che combattevano in Italia contro il governo fascista perché non accettavano la
politica di Mussolini e l'occupazione tedesca di Hitler
98
delle storie raccontate da Moravia non sono capaci di comunicare tra loro, sono
persone chiuse ed egoiste. I rapporti tra i personaggi sono molto difficili.
In altri romanzi di Moravia (La romana, La ciociara) o racconti (Racconti
romani, Nuovi racconti romani), i protagonisti sono personaggi dei quartieri
romani: operai, artigiani, negozianti, ma anche ladri e imbroglioni...
Pier Paolo Pasolini (1922-1975). Il primo romanzo di Pasolini è Ragazzi di
vita. I protagonisti di questo romanzo sono i ragazzi dei quartieri romani. In'
questo libro Pasolini parla di un mondo povero e violento, ma i suoi personaggi
sono molto umani e vivi.
Una vita violenta è un altro romanzo di Pasolini ambientato tra i ragazzi delle
borgate (i quartieri poveri) di Roma. Il protagonista di questo romanzo è
Tommaso, un ragazzo che vive in una borgata. Tommaso è povero: ruba, si
difende usando un coltello. Ma la vita di Tommaso cambia quando incontra un
uomo. Quest'uomo gli spiega che è importante impegnarsi per gli altri.
Tommaso comincia a fare politica e si impegna nel Partito Comunista. Un
giorno, c'è una alluvione, Tommaso salva una prostituta che è rimasta chiusa
nella sua povera casa. Tommaso, per il freddo e la fatica, si ammala e muore.
Oltre a scrivere romanzi e poesie, Pasolini è stato regista di molti film.
99
8 - Il romanzo psicologico
La psicologia è una scienza che studia le emozioni, i sentimenti, i
comportamenti degli uomini. Anche gli scrittori studiano i sentimenti e i
comportamenti dei loro personaggi. Di solito, quando un personaggio di un
romanzo è molto importante, lo scrittore descrive in modo approfondito il suo
carattere, quello che pensa, come si comporta...
Alla fine del 1800 alcuni autori scelgono di dare molta importanza alla
descrizione dei personaggi dei loro libri: vogliono descrivere la loro psicologia, i
loro pensieri... A questi autori interessa soprattutto raccontare quello che
succede nella testa, nella mente, dei loro personaggi: nasce il romanzo
psicologico.
Le caratteristiche del romanzo psicologico sono:
- l'autore non vuole descrivere solo le cose che succedono (i fatti, gli
avvenimenti) ma vuole descrivere soprattutto i pensieri dei suoi personaggi
- nei romanzi e nei racconti psicologici ci sono pochi fatti, succedono poche
cose. Ci sono, invece, molte riflessioni
- spesso il narratore è interno, parla, cioè in prima persona e descrive le cose
dal suo punto di vista (focalizzazione interna)
Fëdor Dostoevskij (1821-1881) è un famoso scrittore russo. I suoi personaggi
sono molto complicati e tormentati: lo scrittore è convinto che dentro ogni uomo
si può mescolare una grande bontà e una grande cattiveria. I suoi personaggi
sono alla ricerca della loro identità e di una soluzione ai drammi interiori della
vita.
I romanzi più famosi di Fëdor Dostoevskij sono L'idiota, Umiliati e offesi, I
Demoni, II giocatore, Delitto e castigo.
Delitto e castigo racconta la storia di un giovane studente, Raskol’nikov.
Raskol'nikov è povero e decide di uccidere una ricca donna e la sorella, per
derubarle. Dopo avere ucciso le donne il ragazzo comincia a fare sogni terribili:
si sente in colpa per l'uccisione delle due donne ed ha paura di essere scoperto.
Raskol'nikov incontra Sonja, una ragazza che fa la prostituta perché è molto
povera. Sonja lo convince a confessare alla polizia il suo delitto. Il ragazzo
100
capisce che fare il male non è mai giusto. Raskol'nikov è condannato ai lavori
forzati in Siberia, Sonja va con lui.
La trama di questo romanzo assomiglia alla trama dei romanzi polizieschi (un
delitto, le indagini della polizia, la scoperta del colpevole...), ma quello che
interessa a Dostoevskij non è raccontare la storia: Dostoevskij vuole raccontare i
pensieri di questo personaggio, il suo dramma, il suo cambiamento.
Oscar Wilde (1854-1900) è uno scrittore irlandese. Wilde è uno scrittore molto
brillante (spiritoso). Wilde crede che l'arte e la bellezza siano le cose più
importanti della vita (questo modo di pensare si chiama estetismo).
Uno dei romanzi più importanti di Oscar Wilde è Il ritratto di Dorian Gray. Il
protagonista di questo libro è un giovane molto bello. Un giorno un amico
pittore gli fa un ritratto. Dorian guarda il ritratto ed esprime un desiderio: chiede
di non cambiare mai. Dorian vuole rimanere per sempre giovane e bello e chiede
che sia il suo ritratto ad invecchiare. Così succede. Ogni volta che Dorian
compie qualcosa di cattivo, il ritratto cambia. Il suo viso rimane bellissimo, il
viso del ritratto diventa orribile. Un giorno Dorian guarda il ritratto e si
spaventa: decide di distruggere il ritratto. Dorian prende un coltello, taglia il
ritratto, ma in quello stesso momento muore: ferendo il ritratto, Dorian ha ferito
se stesso.
In questo romanzo Oscar Wilde parla di un personaggio doppio (un personaggio
che ha due facce diverse l'una dall'altra): Dorian è un uomo che sembra bello e
buono e invece è orribile e cattivo. Wilde racconta la vita di Dorian, i suoi
pensieri, il suo desiderio di fare della sua vita "un'opera d'arte".
Luigi Pirandello (1867-1936) è uno scrittore siciliano. Pirandello è autore di
molti racconti, romanzi, opere teatrali. In queste opere Pirandello parla della
solitudine dell'uomo moderno, parla dell'uomo alla ricerca della sua identità:
l'uomo vuole capire chi è, chi sono gli altri, ma non riesce mai a darsi una
risposta.
Tra i romanzi più famosi di Pirandello: L'esclusa, II fu Mattia Pascal, Uno,
nessuno, centomila.
Il fu Mattia Pascal racconta la storia di un uomo che decide di abbandonare la
moglie, il lavoro, il paese, per cominciare una nuova vita. Lui scappa, ma in
paese credono che sia morto. Mattia decide di darsi un altro nome, si fa
chiamare Adriano Meis e va a vivere a Roma. Ma dopo un po' di tempo capisce
che non può fare niente: non ha documenti, così non può lavorare, non può
sposarsi di nuovo... Decide di tornare al paese, per ritornare a vivere con il nome
101
di Mattia Pascal. Ma quando torna a casa ha una brutta sorpresa: la moglie si è
risposata ed ha una figlia: Mattia non può più riprendere neanche la vecchia vita,
può solo guardare la vita degli altri...
In questo romanzo il personaggio principale non sa più chi è: non è più Mattia
Pascal, non è più Adriano Meis... È un uomo che voleva essere libero ed invece
ha scoperto che la libertà è impossibile...
Marcel Proust (1871-1922) è nato ed è vissuto quasi sempre a Parigi. Scrive 7
romanzi e li unisce in una raccolta. Questa raccolta si chiama Alla ricerca del
tempo perduto. Proust, in questi libri, racconta molti episodi della sua vita:
questa raccolta ha un forte contenuto autobiografico. Il primo libro di questa
raccolta si intitola La strada di Swann.
Ne La strada di Swann, il protagonista racconta dei ricordi di quando era
bambino. Ricorda la mamma, la nonna, la zia. Questi ricordi nascono per caso:
per esempio, un giorno il protagonista, ormai uomo, beve una tazza di te e
mangia un biscotto (una madeleine). Improvvisamente ricorda quando, da
bambino, la zia gli offriva il te con questi stessi biscotti.
La ricerca del tempo perduto è un libro pieno di riflessioni, di ricordi: l'autore fa
un viaggio nella memoria, per ritrovare e per ricordare le esperienze passate.
Italo Svevo (1861-1928). Italo Svevo, che era nato a Trieste (una città di
confine), sentiva di avere legami molto forti con la cultura dell'Europa centrale.
Il vero nome di Italo Svevo, infatti, è Ettore Schmitz. Egli ha scelto lo
pseudonimo Italo Svevo per ricordare le sue origini: Italo (da Italia) e Svevo
(perché il padre era tedesco).
L'opera di Svevo è stata influenzata dall'opera di Sigmund Freud, il medico
austriaco che ha inventato la psicanalisi7
II romanzo più famoso di Italo Svevo è La coscienza dì Zeno. Il protagonista di
questo libro è Zeno Cosini. Zeno ha deciso tante volte di smettere di- fumare,
ma non è mai riuscito. Un giorno Zeno decide di farsi curare dallo psicanalista.
Lo psicanalista gli dice di scrivere un diario: in questo diario Zeno deve
raccontare la sua vita passata. Zeno racconta tutti gli episodi della sua vita, dal
rapporto con il padre, a quello con la moglie, a quelli con l'amante e con il
cognato. Da tutti questi racconti si capisce qual è il vero problema di Zeno:
Zeno non ha volontà: lui pensa di essere un inetto, un incapace.
Zeno non è mai contento, non è mai soddisfatto: Zeno è il contrario di un eroe, è
7
La psicanalisi è una scienza che studia l'inconscio dell'uomo. L'inconscio è una parte della mente dell'uomo che
l'uomo non può controllare. Secondo Freud è possibile studiare l'inconscio in modi diversi, uno di questi modi è
studiare i sogni: l'uomo sogna, ma non può decidere cosa sognare. I sogni, quindi, sono frutto dell'inconscio.
Studiando l'inconscio l'uomo può capire i suoi comportamenti, le sue paure, le sue manie...
102
un anti-eroe. Il personaggio di Zeno è molto simile a tanti personaggi
protagonisti dei romanzi del 1900: personaggi soli, impauriti, senza volontà,
senza valori (ideali).
103

Documentos relacionados