Rassegna Stampa - Universidad Pontificia de la Santa Cruz

Transcripción

Rassegna Stampa - Universidad Pontificia de la Santa Cruz
PONTIFICIA UNIVERSITÀ DELLA SANTA CROCE
Uf#icio Comunicazione
***
Rassegna Stampa
APRILE 2014
© Ponti(icia Università della Santa Croce Elaborazione: Uf#icio Comunicazione
[email protected] -­‐ +39 06 68164399
* Bollettino ad uso interno *
Rassegna Stampa – APRILE 2014
ZE
Scheda sintetica
La sezione Attività interne del mese di aprile 2014 è quasi totalmente occupata dalla copertura informativa
sul IX Seminario Professionale sugli Uffici di Comunicazione della Chiesa, promosso dalla Facoltà di
Comunicazione dal 28 al 30 aprile, che ha visto la partecipazione di oltre 300 professionisti provenienti da
decine di Paesi.
[AGENZIA SIR, MINUTO DE DIOS, TM NEWS, ADNKRONOS, ZENIT, IGLESIA.CL,
LA VERDAD, RELIGIÓN DIGITAL, TEMPI, VATICAN INSIDER,
CATHOLIC NEWS SERVICE, KORAZYM, RADIO VATICANA, ROME REPORTS]
Alcuni servizi sono stati anche dedicati ai briefing per giornalisti promossi dall'Università in collaborazione
con l'Associazione ISCOM in occasione delle canonizzazioni di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, che
hanno offerto alcune testimonianze su aspetti interessanti dei due pontefici. Tra gli ospiti, il Prof. Rodolfo
Proietti, medico, il fotografo Arturo Mari e la Prof.ssa Alessandra von Teuffenbach, studiosa di Papa Roncalli.
[ZENIT, IL TEMPO, RELIGIÓN CONFIDENCIAL, THE PILOT, TM NEWS, ALETEIA]
L'Università è citata a proposito dell'esposizione i "Caratteri del padre", della quale ha ospitato nel cortile
un'installazione dedicata a Giovanni Paolo II in occasione della canonizzazione (ROMASETTE, ZENIT,
2PAPISANTI); dell'iniziativa dell'Ufficio Promozione e Sviluppo di dedicare il numero di Amici dell'Apollinare
al Papa Giovanni Paolo II, con testimonianze di studenti che a lui devono la loro vocazione (ROMASETTE);
di un convegno esterno organizzato da Alliance Defending Freedom e C-FAM sui temi della vita (ZENIT,
REUTERS).
Come professori citati sulla stampa, risultano:
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Rev. Robert Gahl (LOS ANGELES TIMES,
THE WASHINGTON POST)
Rev. Joaquím Llobell (RIALP)
Rev. José María La Porte (SALESIANA)
Rev. Sergio Tapia
(CATHOLIC NEWS AGENCY)
Jorge Milan (CATHOLIC NEWS AGENCY)
Rev. Michele Dolz (ARTE MAGAZINE)
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Rev. Rafael Diaz Dorronsoro
(PONTIFICIUM CONSILIUM PRO FAMILIA)
Rev. Luis Navarro (CBCP NEWS)
Rev. John Wauck (LA REPUBBLICA, INC.)
Rev. Carlo Pioppi (FORMICHE)
Rev. Pawel Rythel-Andrianik's
(CATHOLIC NEWS SERVICE)
Rev. Martin Rhonheimer
(NATIONAL CATHOLIC REPORTER)
Ha rilasciato interviste il Rev. Prof. Giulio Maspero (RADIO VATICANA), il Rev. Prof. Cristian Mendoza (LA
TERCERA), il Prof. Simone Venturini (VATICAN INSIDER) e il Rev. Prof. Héctor Franceschi (CATHOLIC
NEWS AGENCY).
Su PALABRA sono apparsi articoli del Rev. Prof. Paul O'Callaghan e del Prof. Giovanni Tridente; il Prof.
Russel Shaw ha firmato due articoli per ALETEIA, mentre il Rev. Prof. Federico Requena ha scritto su
GAZETA DO POVO. Il Rev. Prof. Sergio Tapia ha partecipato alla diretta della CNN Español in occasione
delle canonizzazioni di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.
© Uf&icio Comunicazione
Indice
APRILE 2014
Attività interne
pag.
1. 04/04/2014 Roman conference about Alvaro del Portillo
EWTN
1
2. 15/04/2014 Misericordia e diritto nel matrimonio
PC pro Familia
2
3. 22/04/2014 Univ. Santa Croce: Seminario su “strategie creative per un cambio culturale”
Agenzia SIR
3
4. 22/04/2014 Juan Pablo II incluso en los momentos
Agenzia ZENIT
4
5. 23/04/2014 Quel bimbo che fuggì per donare una caramella a Wojtyla
Il Tempo
5
6. 23/04/2014 El legado de la enfermedad de Juan Pablo II
Religion
Confidencial
6
7. 23/04/2014 Letters left at John Paul's tomb show pilgrims see him as friend
The Pilot
7
8. 23/04/2014 Il fotografo di Papa Wojtyla: 27 anni insieme a un Santo
TM News.it
8
9. 24/04/2014 2 suggerimenti per conoscere di più Giovanni Paolo II
Aleteia
9
de gran sufrimiento pensaba en los otros
10. 28/04/2014 Cardinale Dolan: Servono “Laici competenti che rappresentino la Chiesa”
Agenzia SIR
10
11. 28/04/2014 Cultura: PUSC, al via il seminario sugli uffici di comunicazione della Chiesa
Agenzia SIR
11
12. 28/04/2014 “Estrategias creativas para promover la creación” así es llamado el IX Seminario
Minuto de Dios
12
13. 28/04/2014 Dolan scherza: laici portavoce Chiesa, non vescovi grassi come me
TM News.it
13
14. 29/04/2014 Sinodo: la confidenza del Papa ai cardinali, ho visto la mano di Dio
Adnkronos
14
15. 29/04/2014 Francisco y el Sí nodo de la familia: "He visto la mano de Dios"
Agenzia ZENIT
15
16. 29/04/2014 IX Seminario para oficinas de comunicaciones de Iglesia
Iglesia.cl
16
17. 29/04/2014 Comunicación eficaz en la Iglesia Católica
La Verdad
17
18. 29/04/2014 Cardenal Dolan: “Francisco no tiene marketing ni expertos que lo
Región Digital
18
Tempi
19
Vatican Insider
20
Agenzia SIR
21
22. 30/04/2014 Chiesa e comunicazione: Mons. Pompili (CEI), “integrare offline e online”
Agenzia SIR
22
23. 30/04/2014 Chiesa e comunicazione: Trouiller (Lyon),
Agenzia SIR
23
24. 30/04/2014 Chiesa e comunicazione: Doherty (UK), raccontare la fede con le immagini
Agenzia SIR
24
25. 30/04/2014 Chiesa e comunicazione: Zwilling (New York),
Agenzia SIR
25
26. 30/04/2014 Cardinal shares media tips he learned at ʻschool of hard knocksʼ
Catholic News
Service
26
27. 30/04/2014 Il cardinal Dolan e le sette prassi della comunicazione efficace
Korazym
27
28. 30/04/2014 Padre Lombardi: Pontificato di Papa Francesco
Radio Vaticana
28
profesional de oficinas de comunicación de la Iglesia
asesoren, la comunicación le sale espontaneamente”
19. 29/04/2014 I sette comandamenti di Dolan per non lasciare la comunicazione della fede
«a noi vescovi anziani, grassi e pelati»
20. 29/04/2014 The Pope “saw Godʼs hand”
when he entrusted the Synod to the two new Pope saints
21. 30/04/2014 Chiesa e media: P. Lombardi, “Non abbiamo ancora visto tutto
della comunicazione del Papa”
“Notevole lʼimpatto di Papa Francesco”
“Tutto deve essere professionale”
centrato sull'annuncio della misericordia di Dio
Indice
APRILE 2014
29. 30/04/2014 Los medios y el papa Francisco
Religion
Confidencial
29
30. 30/04/2014 El cardenal de Nueva York, Timothy Dolan,
Rome Reports
30
Rome Reports
31
habla de sus estrategias de comunicación
31. 30/04/2014 Helen Alvaré explica cómo hablar de la familia en el mundo de hoy
Citazioni Università e/o professori
pag.
32. 30/03/2014 Vatican to debate teachings on divorce, birth control, gay unions
Los Angeles Times
32
33. 01/04/2014 Los procesos matrimoniales en la Iglesia
Rialp Ediciones
33
34. 02/04/2014 In mostra a San Salvatore in Lauro i "Caratteri del Padre"
Roma Sette
34
35. 03/04/2014 “Le sfide e le prospettive future della Comunicazione sociale:
Università Pontificia
Salesiana
35
36. 07/04/2014 University course highlights role of media in evangelization
Catholic News
Agency
36
37. 09/04/2014 Michele Dolz, alla Bocconi tra antico e contemporaneo
Art magazine
37
38. 09/04/2014 Fede e sacramento
38
39. 11/04/2014 Canon lawyersʼ gathering inspired by ʻYear of Laityʼ
Pontificium
Consilium pro
Familia
CBCP News
40. 14/04/2014 Il Cor Unum mostra i suoi numeri
Agenzia ZENIT
40
41. 16/04/2014 Alla scoperta del Vaticano
La Repubblica
41
42. 18/04/2014 Giornalismo: Premio “De Carli”,
Agenzia SIR
42
43. 18/04/2014 Why Pope Francis Has Been an Effective Leader
Inc.
43
44. 22/04/2014 Sul giornale della Santa Croce due storie di vocazione
Roma Sette
44
The Washington
Post
45
46. 23/04/2014 In Rome, Americans United for Life to Celebrate International ProLife Efforts and the Agenzia Reuters
46
istituzioni e studi”
39
proroga a 30 aprile per canonizzazione Papi
sbocciate grazie a Wojtyla
45. 22/04/2014 John Paulʼs legacy stained by sex abuse scandal
Legacy of Pope John Paul II
47. 26/04/2014 «El ambiente en Roma es increíble»
El Comercio.es
47
48. 26/04/2014 I Concili? Scuole di libertà
Formiche
48
49. 28/04/2014 Growing up near Treblinka inspired priestʼs Holocaust research
Catholic News
Service
49
50. 28/04/2014 Ci stanno preparando per un evento importante per lʼumanità
Universo7
50
51. 30/04/2014 Papa Francisco nombra dos nuevos obispos para Brasil
ACIPRENSA
51
52. 30/04/2014 L'eredità di San Giovanni Paolo II nella difesa della vita
Agenzia ZENIT
52
53. 30/04/2014 Acton conference draws ties between Christian persecution,
National Catholic
Reporter
53
economic liberalism
Interviste
pag.
54. 02/04/2014 Nove anni fa moriva Giovanni Paolo II
Radio Vaticana
54
55. 05/04/2014 “Los escándalos del IOR afectaron la imagen de la Iglesia”
La Tercera
55
Indice
APRILE 2014
56. 06/04/2014 "Francesco indica il valore universale della Bibbia"
Vatican Insider
56
57. 21/04/2014 Il Lunedì dell'Angelo, don Maspero: la Pasqua è un'occasione
Radio Vaticana
57
Catholic News
Agency
58
per essere vicini alle persone che amiamo
58. 24/04/2014 Papal phone calls cannot change Church doctrine, canonist assures
Professori come autori
pag.
59. 01/04/2014 Del Concilio Vaticano II a las iniciativas sociales
Palabra
59
60. 01/04/2014 El Corazon de la liturgia
Palabra
60
61. 07/04/2014 Stop the Factionalism, Please
Aleteia
61
62. 21/04/2014 Humanae Vitae Really Isn't Going Anywhere
Aleteia
62
63. 26/04/2014 El día de los cuatro papas
CNN
63
64. 29/04/2014 Dois papas unidos por um Concílio
Gazeta do Povo
64
EWTN
www.ewtn.com
04/04/2014
argomento
Attività interne
https://www.youtube.com/watch?v=wS7AeUEMzzs
Roman conference about Alvaro del Portillo
*Segue il testo in originale
- 1/64 -
7/4/2014
Roman conference about Alvaro del Portillo - YouTube
IT
Carica
santacrocevideo Election of Msgr. Alvaro del
Portillo as St Josemaria's first
successor
di Javier Martinez
6:35
1.873 visualizzazioni
Saint Josemaria: How to love
Christ more
3:53
di Opus Dei English
2.235 visualizzazioni
Pontifical University of the Holy
Cross
10:25
di Javier Martinez
1.369 visualizzazioni
Opus Dei, a personal prelature
di Javier Martinez
2.504 visualizzazioni
3:21
Harambee: Promoting a brighter
future in Africa
0:11 / 4:09
2:16
Roman conference about Alvaro del Portillo
Martin John Miller ∙ 5 video
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2 Informazioni Mi piace
Tom Kane remembers Opus
Dei's founder, St Josemaria
Escriva
di brianefinnerty
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0
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126 visualizzazioni
Theologians and experts reflect
on the life and works of Álvaro
del Portillo
di romereports
2:02
Pubblicato in data 04/apr/2014
Brief clip from EWTN coverage of recent conference in Rome
about Alvaro del Portillo, the first prelate of Opus Dei who will be
beatified this September.
Categoria
di romereports
762 visualizzazioni
831 visualizzazioni
Pontifical University of the Holy
Cross Rome XXVth Anniversary
Celebration
di Javier Martinez
1:42
Istruzione
Licenza YouTube standard
273 visualizzazioni
Saint Josemaria on finding God
in work
Mostra meno
1:39
Tutti i commenti
di Opus Dei English
1.635 visualizzazioni
How to wake up feeling great:
The 90 minute rule
I commenti relativi a questo video sono stati nascosti dalla Modalità di protezione. Mostra commenti
nascosti
1:00
di In59seconds
1.509.015 visualizzazioni
5a domenica di Quaresima ­
anno A ­
46:40
di Fernando Armellini
5.512 visualizzazioni
35:34
"Shapes Songs Collection Vol.
1" ­ Learn Shapes, Teach
Shapes, Baby Toddler Preshcool
di Busy Beavers
Nursery Rhymes
2.368.394 visualizzazioni
La storia di Suor Cristina­The
Voice of Italy 2014
7:26
di Matteo Bucciarelli
34.133 visualizzazioni
Accesso Programmato 2014/15
Linee Guida
7:57
Informazioni
Termini
Lingua: Italiano Centro stampa e blog
Privacy
Norme e sicurezza Paese: Italia Copyright
Invia feedback
https://www.youtube.com/watch?v=wS7AeUEMzzs
Sicurezza: Attivata Creativi e partner
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Prova qualcosa di nuovo!
di universitaly
8.635 visualizzazioni
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Sviluppatori
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1/1
PONTIFICIUM CONSILIUM PRO
FAMILIA
www.familiam.org
15/04/2014
argomento
Attività interne
http://www.familiam.org/famiglia_ita/societa/00006295_Misericordia_e_diritto_nel_matrimonio.html
Misericordia e diritto nel matrimonio
*Segue il testo in originale
- 2/64 -
9/4/2014
Pontificium Consilium pro Familia - Fede e sacramento
cerca nel sito
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ITA » Chiesa » Teologia della
famiglia » Fede e
sacramento
Fede e sacramento
All’Istituto Giovanni Paolo II il 3 aprile un colloquio di teologia sul matrimonio
Il rapporto tra la fede e i
sacramenti. Questo il tema
al centro del colloquio di
teologia su “Fides­foedus:
la fede e il sacramento del
matrimonio” promosso per
giovedì 3 aprile dal
Pontificio Istituto Giovanni
Paolo II per la Famiglia.
“L’originalità
dell’articolazione tra dato
naturale e sacramentale nel
matrimonio”, spiegano gli
organizzatori, “è oggi
investito da nuove
problematiche, quali, ad esempio, la richiesta del sacramento da parte di battezzati non più credenti o comunque lontani da ogni
pratica ecclesiale”. Obiettivo del colloquio, “approfondire il nesso sinergico tra fede e sacramento del matrimonio, ricordandosi che la
fede ha una struttura sacramentale” così da comprendere “come riuscire ad integrarli senza oscurare da un lato la dimensione naturale
e dall’altro la nozione stessa di sacra mentalità”. Interverranno monsignor Cyril Vasil, segretario della Congregazione per le Chiese
orientali, Livio Melina, preside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo, José Granados dell’Istituto Giovanni Paolo II, Andrea Bozzolo
dell’Istituto internazionale Don Bosco, Rafael Diaz Dorronsoro della Pontificia università della Santa Croce. Tra i relatori della seconda
sessione, Andrea D’Auria della Pontificia Università Urbaniana, Alexandra Diriart dell’Istituto Giovanni Paolo II, Jean­Miguel Garrigues
dell’Istituto San Tommaso d’Aquino di Tolosa e monsignor Juan Antonio Reig Pla, vescovo di Alcalà de Henares. Per info e programma: www. http://www.istitutogp2.it.
Copyrights 2012. All rights reserved Pontificium Consilium pro Familia
http://www.familiam.org/famiglia_ita/chiesa/00006231_Fede_e_sacramento.html
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1/1
AGENZIA SIR
www.agensir.it
22/04/2014
argomento
Attività interne
http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=285386
Univ. Santa Croce: Seminario su “strategie creative per un cambio culturale”
*Segue il testo in originale
---------------ANCHE IN:
- ZENIT: http://www.zenit.org/it/articles/chiesa-e-comunicazione-strategie-creative-per-un-cambiamento-culturale
- 3/64 -
22/4/2014
SIR - Servizio Informazione Religiosa - Quotidiano
Martedì 22 Aprile 2014
16:30 ­ UNIV. SANTA CROCE: SEMINARIO SU “STRATEGIE CREATIVE PER UN CAMBIO
CULTURALE”
Oltre 300 comunicatori impegnati negli Uffici di diverse istituzioni ecclesiali del mondo sono
attesi a Roma dal 28 al 30 aprile, per partecipare al IX seminario professionale promosso
dalla facoltà di Comunicazione istituzionale dell’università della Santa Croce. Il tema è
“Strategie creative per un cambio culturale”. Uno degli obiettivi del seminario è conoscere
progetti concreti di comunicazione creativa in altri luoghi del mondo e condividere esperienze
professionali sulla comunicazione della Chiesa e del no profit. Ad aprire i lavori sarà il
cardinale arcivescovo di New York, Timothy Michael Dolan, che affronterà il tema “Sfide
culturali per i comunicatori della Chiesa”. L’arcivescovo di Lyon, Philippe Barbarin interverrà
su “La famiglia come opportunità comunicativa”; Helen Alvaré, della George Mason
University, dedicherà il suo intervento agli impatti comunicativi della teoria del gender. Sono
previste due sessioni pratiche, una con i responsabili di comunicazione di grandi diocesi e
Conferenze episcopali e l‘altra con alcuni vaticanisti che faranno il punto sullo stile
comunicativo di Papa Francesco ad un anno dalla sua elezione. L‘intervento conclusivo sarà
di Joaquín Navarro­Valls, per molti anni direttore della Sala Stampa della Santa Sede, che
parlerà su “Santità e comunicazione: la figura di San Giovanni Paolo II”.
Copyright ¿ 2010 - Societ¿ per l'Informazione Religiosa - S.I.R. Spa - P.Iva 02048621003 - Via
Aurelia, 468 - 00165 Roma - tel. 06/6604841 - fax 06/6640337
http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=285386
1/1
AGENZIA ZENIT
www.zenit.org
22/04/2014
argomento
Attività interne
http://www.zenit.org/es/articles/juan-pablo-ii-incluso-en-los-momentos-de-gran-sufrimiento-pensaba-enlosotros
Juan Pablo II incluso en los momentos
de gran sufrimiento pensaba en los otros
*Segue il testo in originale
- 4/64 -
23/4/2014
Juan Pablo II incluso en los momentos de gran sufrimiento pensaba en los otros | ZENIT - El mundo visto desde Roma
El mundo visto desde Roma
http://www.zenit.org/es/articles/juan-pablo-ii-incluso-en-los-momentos-de-gran-sufrimiento-pensaba-enlos-otros
Juan Pablo II incluso en los momentos de gran
sufrimiento pensaba en los otros
El doctor Rodolfo Proietti, médico que asistió a Juan Pablo II,
cuenta su experiencia junto al futuro santo
Ciudad del Vaticano, 22 de abril de 2014 (Zenit.org) Rocío Lancho García | 296 hits
"Confió en vuestra competencia y en la divina providencia", estas son palabras del futuro santo Juan Pablo
II a su equipo de médicos. Lo ha contado en un encuentro con periodistas en la universidad pontificia de la
Santa Cruz en Roma, el profesor Rodolfo Proietti, quien guió el equipo médico que cuidó al papa Wojtyla
en sus dos últimos ingresos en el hospital Políclino Gemelli.
El doctor Proietti recuerda que el 13 de mayo de 1981, día que Juan Pablo II sufrió el atentado en la plaza
de San Pedro, llegó a urgencias del hospital "confiándose a la Virgen María. Rezaba y se dirigía a ella". Y
se pregunta, "¿por qué se salvó?" Nunca sabré si fue por nosotros o por otra razón, ha indicado. Asimismo,
afirma que de aquella situación el papa polaco se recuperó casi completamente en su forma física.
Al punto que después de 1981, iba a la montaña unos días en verano. Y también allí le acompañaba el
equipo médico. Y tras largas caminatas "la dificultad la tenía yo, no él", recuerda. Y añade que Juan Pablo
II tenía una gran fuerza física, resistencia y voluntad de llegar a la cima.
De este modo, el médico ha aclarado que después de 1981 la salud del papa polaco no se vio especialmente
deteriorada, lo que sí sucedió en torno al año 2000-2001.
Tras el atentado, insiste, "se sentía seguro de sus fuerzas". Y afirma también que tenía una gran resistencia
al dolor.
Del mismo modo, el profesor Proietti ha querido señalar que en torno al Santo Padre había una organización
sanitaria bastante compleja y era necesario intentar preveer todo lo que podía suceder. Por ejemplo, en el
caso del atentado del '81, hubo una comunicación inmediata con el Gemelli para preparar todo antes de que
él fuera trasladado al hospital.
"Era un paciente difícil", ha afirmado el doctor, es algo que sucede cuando "a un médico le confían al
vicario de Cristo, a Juan Pablo II". Y por ello intentaban fingir que era un hombre cualquiera, así no se
veían afectados por las emociones y podían hacer las cosas más serenamente. Pero aún así, llegaba el temor
a equivocarse, de no hacer todo lo posible.
Por otro lado, recuerda también las dos últimas ocasiones en las que estuvo ingresado y el equipo médico
debía decidir cuál era el programa de terapia, él era el encargado de ir a explicarle al Santo Padre "porque el
Santo Padre quería saberlo todo". Pero, ha matizado que "la última palabra la tenía el médico, o sea él".
http://www.zenit.org/es/articles/juan-pablo-ii-incluso-en-los-momentos-de-gran-sufrimiento-pensaba-en-los-otros
1/2
23/4/2014
Juan Pablo II incluso en los momentos de gran sufrimiento pensaba en los otros | ZENIT - El mundo visto desde Roma
Aunque, el doctor reconoce que la mayor parte de las veces dijo que sí.
Al respecto, cuenta una anécdota --para hacer entender-- que sucedió durante el primer ingreso después del
atentando. Todo el grupo de médicos estaba reunido y estaban decidiendo cuándo darle el alta. "Si de
nosotros dependiera, nunca, le habríamos cerrado dentro del Vaticano toda la vida, porque existía miedo",
recuerda. Pero, Juan Pablo II llegó, abrió la puerta sin llamar, entró y dijo "cuándo voy a casa lo decido
yo". "¿Cuándo Santidad?", le preguntaron. "Mañana", respondió.
Y esto era porque, ha explicado el doctor, él quería retomar su servicio pastoral cuanto antes, "él para
asomarse a la ventana del décimo piso del Gemelli soportó grandes sufrimientos". Y es que su 'problema'
era continuar a comunicar con los otros. Y añade, que aún en los momentos de máximo sufrimiento, él
pensaba en los otros.
El doctor asegura que Juan Pablo II ha dado un ejemplo que permanecerá para siempre, para todos. "Una
dedicación haca el otro que no he visto nunca en otra persona", señala.
Por otro lado, ha proseguido contando que Juan Pablo II mostraba afecto con ellos pero, "nosotros teníamos
un deber. Debíamos ser invisibles, estar ahí sin ser vistos". Al respecto, el doctor explica que no es bonito
para nadie vivir rodeado de sistemas sanitarios, sistemas de seguridad, "vivir rodeado como en una prisión".
Otro episodio que ha rememorado ha sido cuando tuvieron que decirle que habían decidido hacerle una
traqueotomía. "Él como instrumento de trabajo tenía sobre todo la comunicación con los otros", recuerda. Y
haciendo memoria de la ironía de Juan Pablo II incluso en momentos así, cuenta que cuando el médico le
dijo "es una pequeña intervención", el papa polaco respondió "es pequeña para usted que lo hace, no para
mí que lo sufro". Y en aquella ocasión, marzo de 2005, el Papa se asomó a la ventana de su habitación del
hospital y consiguió bendecir a la multitud e incluso hablar, pero después fue cada vez más difícil.
Finalmente, dando algunos detalles de la última etapa de Juan Pablo II, el profesor Proietti afirma que él
permaneció lúcido prácticamente hasta el final. Él tuvo ocasión de estar con el Papa la noche del 1 de abril,
para despedirse porque habían entendido que la muerte estaba cerca, y en ese momento estaba lúcido.
"Cuando se llega a la fase de agonía la lucidez es parcial, pero antes era consciente, nunca notamos pérdida
de lucidez", ha explicado.
(22 de abril de 2014) © Innovative Media Inc.
http://www.zenit.org/es/articles/juan-pablo-ii-incluso-en-los-momentos-de-gran-sufrimiento-pensaba-en-los-otros
2/2
IL TEMPO
www.iltempo.it
23/04/2014
argomento
Attività interne
http://www.iltempo.it/roma-capitale/2014/04/23/quel-bimbo-che-fuggi-per-donare-una-caramella-a-wojtyla-1.1242815
Quel bimbo che fuggì per donare una caramella a Wojtyla
*Segue il testo in originale
- 5/64 -
23/4/2014
SCIENZA
Quel bimbo che fuggì per donare una caramella a Wojtyla - Roma Capitale - iltempo
BENESSERE
DOLCE VITA
GUSTO
TURISMO
HIT PARADE
MOTORI
HITECH & GAMES
FINANZA
VIAGGI
METEO
.
PO LIT ICA
CRO NACHE
REG IO NE L AZ IO
EST ERI
CRO NACA
ECO NO MIA
SPO RT
CULT URA & SPET T ACO LI
RO MA CAPIT ALE
ABRUZ Z O
MO LISE
MULT IMEDIA
SPET T ACO L I
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Quel bimbo che fuggì per donare una caramella
a Wojtyla
Gli aneddoti di Arturo Mari, storico fotografo dell’Osservatore Romano
Come un padre. Così Arturo Mari, mitico fotografo
dell’Osservatore Romano, definisce Giovanni
Paolo II, con cui ha trascorso tanto tempo nei 27
anni di pontificato, ritraendolo in scatti memorabili
nei quattro angoli del globo. Mari, insieme a Paola
Di Giammaria, responsabile della Fototeca, è
anche curatore della mostra fotografica dedicata
dai Musei Vaticani al Papa polacco e a Giovanni
XXIII. Centoventi fotografie, alcune delle quali
inedite oltre ad alcuni documentari della Filmoteca
Vaticana e del Centro Televisivo Vaticano e di un
filmato inedito su Giovanni Paolo II, che sarà
possibile visitare da domani al 19 luglio. Mari è
stato testimone oculare della santità di Wojtyla. Ieri
ha rievocato alcuni ricordi in un incontro presso
l’Università della S. Croce.
Giovanni Paolo II ha visitato quasi tutte le
parrocchie romane. Chissà quanti aneddoti.
«Tanti, ma voglio raccontare due episodi. Il primo
avvenne in una parrocchia di periferia, non ricordo
quale. La visita era finita e alcuni anziani chiesero
al Papa se si degnava di andare un po’ con loro, a
bere un bicchiere di vino. E lui rispose: "Perché
no?", anche se non beveva. E lo hanno portato su
un campo di bocce: il S. Padre al primo colpo
prese il boccino e poi vinse due partite di fila. Non
Altri articoli che parlano di...
bevve il vino ma alzò il bicchiere per partecipare al
Categorie (1)
brindisi di quel gruppo di anziani».
Facile immaginare il loro entusiasmo. E l’altro
Roma Capitale
episodio?
«Avvenne nella chiesa di Cristo Re. Questo lo
ricordo perché era il 18 maggio, il compleanno del Papa. È arrivato, stava al centro della navata,
salutava a destra e a sinistra e a un certo punto sente un colpo su una gamba. Si è girato ed era un
bambino di 8, 9 anni, con le mani in tasca. Molto semplicemente chiese al Papa "come stai?". Giovanni
Paolo rispose "Bene, e tu?". "Bene, sono scappato di casa...". "Come?" gli disse il Papa. E il bambino:
"Sai come sono le donne... mia madre stava davanti allo specchio, due ore a prepararsi... oggi è il tuo
compleanno, se aspettavo ancora non ti vedevo. Così sono scappato. Sono piccolo e sono povero ma
ti ho portato un regalo". E tirò fuori una caramella. Il S. Padre baciò la caramella e disse al bambino
"Non me lo merito". Da allora l’ho sentito ripetere spesso quelle parole».
Giovanni Paolo II è stato anche in tanti santuari mariani. Quale era il suo atteggiamento?
«Più che altro ricordo i momenti in cui parlava con la Madonna. Una volta doveva incontrare un grosso
personaggio mondiale, ma molto grosso... E lui si rivolse a Maria: "Assistimi, illuminami". Doveva
difendere la dignità dell’uomo con i potenti della Terra e chiedeva aiuto alla Vergine».
An. Ac.
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il decreto Poletti
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23/04/2014
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http://www.religionconfidencial.com/cronica_de_roma/legado-enfermedad-Juan-Pablo-II_0_2258174190.html
El legado de la enfermedad de Juan Pablo II
*Segue il testo in originale
- 6/64 -
23/4/2014
El legado de la enfermedad de Juan Pablo II
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Mercedes De La Torre
23/04/2014
0
El legado de la enfermedad de Juan Pablo II
A pocos días de la canonización del Papa Juan Pablo II, quien padeció una
larga enfermedad, es interesante escuchar la voz de los médicos que
siguieron de cerca a Karol Wojtyla y la huella que ha dejado también.
Rodolfo Proietti fue el coordinador del equipo de médicos que atendió a Juan Pablo II en
las dos últimas ocasiones que estuvo internado en el hospital romano Gemelli intervino en
una iniciativa para periodistas organizada por la Pontificia Universidad de la Santa Cruz de
Roma.
De este modo, Proietti me ha resaltado ­en una anterior conversación que tuvimos­ la
humanidad de Juan Pablo II y su capacidad de “testimoniar con los hechos” también con
su enfermedad, el médico asegura que el Papa polaco “era un hombre que mostraba su
pensamiento con los hechos” y gracias a sus acciones fue “comprendido inmediatamente”
en el sufrimiento durante sus últimos años de Pontificado.
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De hecho, este médico italiano quien estuvo muy cerca del próximo Papa santo ha
revelado que a pesar de que sus condiciones de salud empeoraban, él “quería saber
absolutamente todo y quería tener la última palabra” en sus tratamientos y ha remarcado
que mantuvo la lucidez hasta que entró en agonía los últimos dos días de vida.
Al respecto ha revelado que en una ocasión el grupo de doctores no querían darlo de alta
del Gemelli y buscaban que se quedara algunos días más en caso que su salud empeorase,
a pesar de ello, Juan Pablo II afirmó “cuando voy a casa lo decido yo” y los médicos
preguntaron “¿cuándo Santidad?” y él contestó “mañana” y así fue… por otro lado, Proietti
ha resaltado la docilidad del Papa polaco porque de todos modos dijo que sí la mayoría de
las veces.
4.- Ni programa ni invitados confirmados en el
Congreso internacional que Francisco
encomendó a Sistach
5.- El milagro de San Juan Pablo II
TRIBUNAS
RAMIRO PELLITERO
Pasión educativa
De hecho, el médico ha confiado que lo que más le preocupaba a Wojtyla de ser sometido
a la traqueotomía era su gran interés por “continuar a comunicar con los otros” porque “él
quería recomenzar lo más pronto posible su trabajo pastoral”.
JOSE FRANCISCO SERRANO
Por último, Rodolfo Proietti ha destacado uno de los aspectos que le ha impresionado más
de tener a Juan Pablo II como paciente y que fue “su relación con los enfermos y con los
familiares de los enfermos” y ha recordado que en las distintas ocasiones que estuvo
internado en el Gemelli realizaba visitas sobre todo en la sección pediátrica, oncología
pediátrica:
“Yo veía en la mirada de los padres verdaderamente iluminarse una gran esperanza. Estoy
seguro que ellos lo veían ya como un santo y se abandonaban a él” ha indicado. “Lo
sentían como uno de ellos porque era un hombre que sufría, sabía que era un enfermo
como ellos, y esto lo hacía aún más cercano, era verdaderamente venerado. Si uno veía
esas miradas comprendía cuál era la relación entre estas personas y él”, ha concluido.
Semana para la
ejemplaridad
ERNESTO JULIÁ
¡Resucitó!
@mercedesdelat
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THE PILOT
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23/04/2014
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Letters left at John Paul's tomb show pilgrims see him as friend
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Letters left at John Paul's tomb show pilgrims see him as friend. Published in the 4/23/2014 edition of The Pilot
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Home » World » Letters left at John Paul's tomb show pilgrims see him as friend
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Letters left at John Paul's tomb show pilgrims see him as friend
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ON: 4/23/2014, BY JUDITH HARRIS, IN: WORLD
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VATICAN CITY (CNS) ­­ Every day, countless visitors to the tomb of Blessed John
Paul II in St. Peter's Basilica leave letters and notes addressed to him.
"Some were obviously prepared with care the evening before and written on
formal stationery with an old­fashioned fountain pen," said Elisabetta Lo Iacono
at a news conference April 22 at the Pontifical University of the Holy Cross.
Other letters, she said, are improvised, scratched even with an eyebrow pencil
on scraps of paper such as a coffee bar receipt.
After Blessed John Paul was interred ­­ first in the grotto of the basilica and later
in a side chapel ­­ Vatican employees collected the letters and notes left on his
tomb every night.
Lo Iacono, who teaches mass media at the Pontifical Theological Faculty of St.
Bonaventure in Rome, was given access to the letters by Cardinal Angelo
Comastri, the archpriest of St. Peter's Basilica. He allowed her not only to study
the letters, but also to spend long hours by the pontiff's tomb to analyze
people's reactions and emotions.
Latest from CatholicTV
"People sought a dialogue with the pontiff," she said. "They saw the pontiff as a
friend in whom they could confide, the father who could help them find the
strength to go onto the right road when they felt lost."
In drawings from children, the late pope was seen as "the grandfather who
would be a companion for games and adventures," she said. In some of the
images, the late pope was depicted in the midst of a field of flowers, or
surrounded by hearts with doves flying into the distance, she added.
Letters from adults expressed pain and joy, contained confessions or prayers for
the health of a loved one. "Often couples sought help in having a baby," Lo
Iacono said.
Watch more videos from CatholicTV
The day in photos
Lo Iacono published a collection of the letters in Italian a book titled, "Caro
Signor Papa" ("Dear Mr. Pope") in 2010.
One anonymous letter was written only two hours after the pope's death on April
2, 2005. "Finally your agony is at an end, even though in our hearts we hoped
for a miracle and wanted, with all our soul, to see you once again at the
window. I was there on Oct. 31, with so much emotion: you spoke with a weak
voice to the hundreds of people in the piazza, but for me it was as if you spoke
only with me," the letter said.
Soon after his death and before his interment, people began leaving notes to
the deceased pope at an impromptu shrine in St. Peter's Square. Pilgrims piled
notes, flowers, drawings and rosaries around a lamppost in the square and later
by the obelisk in the center of the square.
After his beatification May 1, 2011, the future saint's casket was moved from the
grottos to its current resting place in the Chapel of St. Sebastian inside the
basilica.
Sunday, April 27, 2014
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TM NEWS.IT
www.tmnews.it
23/04/2014
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http://www.tmnews.it/web/sezioni/video/il-fotografo-di-papa-wojtyla-27-anni-insieme-a-un-santo
-20140423_video_13510553.shtml#stampa
Il fotografo di Papa Wojtyla: 27 anni insieme a un Santo
*Segue il testo in originale
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23/4/2014
Il fotografo di Papa Wojtyla: 27 anni insieme a un Santo
Il fotografo di Papa Wojtyla: 27 anni insieme a un
Santo
Arturo Mari: "Il viaggio più bello in Terra Santa, era Gesù"
Città del Vaticano, (TMNews) ‐ Ha accompagnato Giovanni Paolo II da quando è stato eletto al Soglio di
Pietro, nel 1978, fino alla sua morte, il 2 aprile 2005. Arturo Mari è il fotografo del Papa che, con le sue
istantanee, ha portato in tutto il mondo l'immagine di Wojtyla. Le udienze, le celebrazioni, gli incontri
con i capi di Stato, i viaggi in tutto il mondo. E poi la salma esposta a San Pietro, le solenni esequie.
Arturo Mari ha seguito il Pontefice polacco come un'ombra. E ora, che diventa Santo, ricorda con
emozione il 'suo' Papa."Ho vissuto per 27 anni accanto a un Santo, per cui sarà un'altra soddisfazione
assistere domenica alla canonizzazione, e vederlo nella gloria degli altari".Oltre 6 milioni gli scatti che
Mari ha realizzato in 27 anni di Pontificato di Giovanni Paolo II. E più di 100 viaggi nei cinque Continenti.
Ce n'è uno che ricorda in particolare:"Il viaggio che più mi ha interessato è stato quello della Terra Santa.
Un viaggio tutto particolare, pastorale ma anche che esce fuori i carismi di Giovanni Paolo II. L'ho
battezzato: Gesù dalla nascita alla morte, fino al Calvario, perchè da quando è arrivato alla natività fino
al Calvario ho visto un uomo ma era impossibile credere che fosse Giovanni Paolo II, i suoi occhi e le
espressioni non erano sue".Lo scatto che più è rimasto nel cuore al fotografo del Papa è l'istantanea di
Giovanni Paolo II, di spalle, abbracciato alla croce, nel giorno della sua ultima Via Crucis. "Il Papa ha
scritto 15 Encicliche, non 14. La quindicesima è l'Enciclica della sofferenza. Non ha visto abbastanza
quest'uomo? Quanto ha sofferto?".
Pubblica qui la tua inserzione PPN
http://www.tmnews.it/web/sezioni/video/il-fotografo-di-papa-wojtyla-27-anni-insieme-a-un-santo-20140423_video_13510553.shtml#stampa
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ALETEIA
www.aleteia.org
24/04/2014
argomento
Attività interne
http://www.aleteia.org/it/religione/articolo/2-suggerimenti-per-conoscere-di-piu-giovanni-paolo-ii-5828703573508096
2 suggerimenti per conoscere di più Giovanni Paolo II
*Segue il testo in originale
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2 suggerimenti per conoscere di più Giovanni Paolo
II
I numerosi viaggi all'estero e la sua gestualità sono parte non secondaria del
pontificato di Wojtyla
24.04.2014
Corrado Paolucci
ALETEIA
I viaggi e gli sguardi. Provate a leggere con queste 2 lenti la vita del futuro San Giovanni Paolo II.
Ne scoprirete una sorprendente (e miracolosa) strada che vi porterà alla scoperta di un gigante
della fede. E della comunicazione.
Il magistero con la valigia in mano
A porgerci la prima lente è Angela Ambrogetti durante il briefing "Giovanni Paolo II e la
comunicazione: i viaggi all'estero, l'evento dei funerali e le lettere dei fedeli sulla sua tomba" tenutosi il
22 aprile presso la Pontificia Università della Santa Croce. Prima di Giovanni Paolo II i viaggi
papali erano improvvisati oppure avvenivano per particolari ricorrenze ma non facevano parte di
programmi di evangelizzazione. Per il papa polacco invece i viaggi erano essenzialmente
fondamentali. Si contavano 40-50 discorsi a viaggio, ed è proprio lì che ha costruito gran parte del
suo magistero.
I gesti che hanno fatto innamorare
Un papa che tutti ricordano per alcuni momenti particolari, come racconta Elisabetta Lo Iacono,
per certi sguardi, gesti, modi di fare. Un pontefice che ha creato un legame affettivo alla figura del
papa stesso, in quanto vicario di Cristo sempre vicino al suo popolo, per portare gli occhi di Dio a
tutto il mondo.
AGENZIA SIR
www.agensir.it
28/04/2014
argomento
Attività interne
http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=285741
Cardinale Dolan: Servono “Laici competenti che rappresentino la Chiesa”
*Segue il testo in originale
--------------ANCHE IN:
- IL SISMOGRAFO: http://ilsismografo.blogspot.it/2014/04/italia-card_28.html
- VATICAN INSIDER: http://vaticaninsider.lastampa.it/documenti/dettaglio-articolo/articolo/dolan-33810/
- ZENIT: http://www.zenit.org/it/articles/abbiamo-bisogno-di-laici-competenti-che-rappresentino-la-chiesa
- ZENIT (Spagnolo): http://www.zenit.org/es/articles/cardenal-dolan-la-iglesia-necesita-laicos-en-comunicacion
- L’ANCORA ONLINE:
http://www.ancoraonline.it/2014/04/28/cardinale-dolan-servono-laici-competenti-che-rappresentino-la-chiesa/
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28/4/2014
SIR - Servizio Informazione Religiosa - Quotidiano
Lunedì 28 Aprile 2014
17:57 ­ CARDINALE DOLAN: SERVONO “LAICI COMPETENTI CHE RAPPRESENTINO LA
CHIESA”
“Sono passati i tempi in cui anziani, grassi e pelati vescovi come me erano i migliori
portavoce della Chiesa: abbiamo bisogno di laici competenti che la rappresentino”. Ne è
convinto il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York, che ha inaugurato questo
pomeriggio il IX seminario professionale sugli Uffici di comunicazione della Chiesa, promosso
dalla Facoltà di comunicazione istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce.
Parlando delle “sfide culturali per i comunicatori della Chiesa”, l’arcivescovo ha offerto “sette
osservazioni” su come realizzare una comunicazione istituzionale efficace. Tra queste
proposte, Dolan ha evidenziato il possedere “un reale senso di professionalità in tutto ciò che
facciamo”. Infatti, “il modo in cui diciamo qualcosa è tanto importante quanto ciò che
diciamo!”. Senza dubbio, “non dobbiamo aver mai paura di dire la verità”, anche in situazioni
spiacevoli per l’istituzione, perché “le persone vogliono e si aspettano trasparenza dalla
Chiesa”. Ciò vale, ovviamente, anche per le buone notizie. “Noi vescovi meritiamo critiche, ne
abbiamo bisogno, le accogliamo di cuore, ma a patto che siano giuste, equanimi, civili”, però
non possiamo cadere “nell’estremo opposto di pensare che tutto quello che fa un vescovo è
sbagliato”. (segue)
17:57 ­ CARDINALE DOLAN: SERVONO “LAICI COMPETENTI CHE RAPPRESENTINO LA
CHIESA” (2)
Di fronte ad eventuali attacchi, ha detto il cardinale Dolan, “dobbiamo rispondere con carità e
amore”, praticando “l’invito di Gesù a offrire l’altra guancia, senza rispondere alle invettive
con parole dure da parte nostra”. Inoltre, è senz’altro utile non dimenticare che “la gente ha
fame di senso nella propria vita”. In questo contesto, il cardinale ha confessato che si è
promesso di non concedere mai un’intervista senza menzionare il nome di Gesù. In fondo,
“se mi chiedono un’intervista, è perché sono un pastore, non perché sia il sindaco”. Le
attività del seminario, informa la Pontificia Università della Santa Croce, proseguiranno fino al
30 aprile. Per domani, è atteso l’intervento dell’arcivescovo di Lyon, Philippe Barbarin, su “La
famiglia come opportunità comunicativa”, e di Helen Alvaré, della George Mason University,
che parlerà sui temi relativi all’identità umana. In programma anche due sessioni pratiche,
una con i responsabili di comunicazione di grandi diocesi e Conferenze episcopali e l’altra
con alcuni “vaticanisti” che faranno il punto sullo stile comunicativo di Papa Francesco a un
anno dalla sua elezione.
Copyright ¿ 2010 - Societ¿ per l'Informazione Religiosa - S.I.R. Spa - P.Iva 02048621003 - Via
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1/1
AGENZIA SIR
www.agensir.it
28/04/2014
argomento
Attività interne
http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=285683
Cultura: PUSC, al via il seminario sugli uffici di comunicazione della Chiesa
*Segue il testo in originale
- 11/64 -
28/4/2014
SIR - Servizio Informazione Religiosa - Quotidiano
Lunedì 28 Aprile 2014
10:17 ­ CULTURA: PUSC, AL VIA IL SEMINARIO SUGLI UFFICI DI COMUNICAZIONE
DELLA CHIESA
Da oggi al 30 aprile alla Pontificia Università della Santa Croce (Pusc), su iniziativa della
facoltà di comunicazione istituzionale, si svolge il 9º seminario professionale sugli uffici di
comunicazione della Chiesa. Intitolato “Comunicazione della Chiesa: strategie creative per un
cambiamento culturale”, il seminario si propone di offrire “esperienze positive e criteri per
comunicare in modo creativo la fede nella sfera pubblica”. “Il Vangelo ­ chiariscono gli
organizzatori ­, quando è incarnato negli stili di vita, nelle idee e nella cultura, porta in sé una
carica creativa capace di cambiare il mondo. La sfida per il comunicatore della Chiesa è
quella di far risplendere l’attrattiva di questa carica innovatrice nelle pieghe multiformi della
società pluralista e secolarizzata”. Atteso, per il primo giorno, l’intervento dell’arcivescovo di
New York, cardinal Timothy M. Dolan, che parlerà delle “Sfide culturali per i comunicatori
della Chiesa”. Interverranno, inoltre, tra gli altri, il cardinale arcivescovo di Lyon, Philipe
Barbarin, che affronterà il tema “La famiglia come opportunità comunicativa”, e Joaquín
Navarro­Valls, già portavoce vaticano, che parlerà di “Santità e comunicazione: la figura di
san Giovanni Paolo II”.
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Aurelia, 468 - 00165 Roma - tel. 06/6604841 - fax 06/6640337
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MINUTO DE DIOS
minutodedios.fm
28/04/2014
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http://minutodedios.fm/editorial/2507-estrategias-creativas-para-promover-la-creacion-asi-es-llamado-el-ix-seminarioprofesional-de-oficinas-de-comunicacion-de-la-iglesia.html
“Estrategias creativas para promover la creación” así es llamado el IX
Seminario profesional de oficinas de comunicación de la Iglesia
*Segue il testo in originale
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“Estrategias creativas para promover la creación” así es llamado el IX Seminario
profesional de oficinas de comunicación de la Iglesia
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Creado en Lunes, 28 Abril 2014 17:37
Escrito por Paola Leuro
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#NoticierodelaFe Hoy en la tarde se llevará a cabo el IX Seminario
profesional de Oficinas de Comunicación de la Iglesia, para promover
estrategias de creación para un cambio cultural, organizado por la
Facultad de Comunicación Institucional de la Pontificia Universidad de
la Santa Cruz en Roma.
Co mu n i d ad V i rt u al
Mi n u t o s d e Ev an gel i zaci ó n
P ro gramaci ó n
Ap o y en o s
V i d eo s O f i ci n a d e P ren sa
Este seminario tiene como fin “proporcionar experiencias positivas y criterios para comunicar en modo
creativo la fe en la esfera pública”. Por un lado, El Padre Efraín Mejía Gallego, Asesor de Comunicaciones
de la Arquidióces de Bogotá ­ OAC, viajó a Roma para poder participar en este importante seminario y así
mismo obtener contactos para poder tener un encuentro de formación en comunicaciones de Iglesia y se
logre realizar el próximo año en Bogotá.
Por otro lado, el Papa concede algunas palabras para este seminario "La revolución de los medios de
comunicación y de la información constituye un desafío grande y apasionante que requiere
energías renovadas y una imaginación nueva para transmitir a los demás la belleza de Dios".
Fuentes
Lluvia de Bendiciones 201…
0:00 / 2:12:45
Arquidiócesis de Bogotá
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sus milagros
No seamos “turistas existenciales” ha
señalado el Papa este lunes
TM NEWS.IT
www.tmnews.it
28/04/2014
argomento
Attività interne
https://it.notizie.yahoo.com/dolan-scherza-laici-portavoce-chiesa-non-vescovi-grassi-175216631.html
Dolan scherza: laici portavoce Chiesa, non vescovi grassi come me
*Segue il testo in originale
- 13/64 -
29/4/2014
Dolan scherza: laici portavoce Chiesa, non vescovi grassi come me - Yahoo Notizie Italia
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Dolan scherza: laici portavoce Chiesa, non vescovi grassi
come me
Scritto da Ska | TMNews – 15 ore fa
Roma, 28 apr. (TMNews) - "Sono passati i tempi in cui anziani, grassi e pelati vescovi come me erano i migliori portavoce
della Chiesa: abbiamo bisogno di laici competenti che la rappresentino". Così il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New
York, che ha inaugurato questo pomeriggio il IX Seminario Professionale sugli uffici di comunicazione della Chiesa,
promosso dalla facoltà di comunicazione istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce.
Parlando delle "sfide culturali per i comunicatori della Chiesa", l'arcivescovo ha offerto "sette osservazioni" su come
realizzare una comunicazione istituzionale efficace, frutto anche della sua esperienza di Vescovo a contatto con i giornalisti.
Tanti gli aneddoti raccontati, dai quali è emerso un approccio originale e positivo verso il sistema dei media, in un'epoca in
cui non ci si può sottrarre dal loro impatto. Tra queste proposte, Dolan ha evidenziato il possedere "un reale senso di
professionalità in tutto ciò che facciamo". Infatti, "il modo in cui diciamo qualcosa è tanto importante quanto ciò che
diciamo!". Senza dubbio, "non dobbiamo aver mai paura di dire la verità", anche in situazioni spiacevoli per l'istituzione,
perché "le persone vogliono e si aspettano trasparenza dalla Chiesa". Ciò vale, ovviamente, anche per le buone notizie.
"Noi vescovi meritiamo critiche, ne abbiamo bisogno, le accogliamo di cuore, ma a patto che siano giuste, equanimi, civili",
però non possiamo cadere "nell'estremo opposto di pensare che tutto quello che fa un vescovo è sbagliato", ha detto Dolan
all'ateneo dell'Opus dei. Di fronte ad eventuali attacchi, infatti, "dobbiamo rispondere con carità e amore", praticando
"l'invito di Gesù a offrire l'altra guancia, senza rispondere alle invettive con parole dure da parte nostra". Inoltre, è senz'altro
utile non dimenticare che "la gente ha fame di senso nelle loro vite". In questo contesto, il cardinale ha confessato che si è
promesso di non concedere mai un'intervista senza menzionare il nome di Gesù. In fondo, "se mi chiedono un'intervista, è
perché sono un pastore, non perché sia il sindaco".
https://it.notizie.yahoo.com/dolan-scherza-laici-portavoce-chiesa-non-vescovi-grassi-175216631.html
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www.adnkronos.com
29/04/2014
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Sinodo: la confidenza del Papa ai cardinali, ho visto la mano di Dio
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- VATICAN INSIDER: http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/barbarin-francesco-francisfrancisco-33816/
- SIR: http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=285818
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Sinodo: la confidenza del Papa ai cardinali, ho visto la mano di Dio - Adnkronos Cronaca
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Sinodo: la confidenza del Papa ai cardinali, ho
visto la mano di Dio
ultimo aggiornamento: 29 aprile, ore 17:43
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Città del Vaticano, 29 apr. (Adnkronos) ­ "Ho visto la mano di Dio". Con queste parole papa Francesco ha
confidato ai cardinali riuniti in Concistoro nel mese di febbraio la scelta del tema dei prossimi due Sinodi
sulla famiglia. Lo ha riferito il cardinale Philipe Barbarin, arcivescovo di Lione, agli oltre 300 partecipanti al
IX Seminario Professionale sugli Uffici di Comunicazione della Chiesa, promosso dalla Facoltà di
Comunicazione Istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce.
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29/04/2014
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Francisco y el Sí nodo de la familia: "He visto la mano de Dios"
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30/4/2014
Francisco y el Sí​
nodo de la familia: "He visto la mano de Dios" | ZENIT - El mundo visto desde Roma
El mundo visto desde Roma
http://www.zenit.org/es/articles/francisco-y-el-si-nodo-de-la-familia-he-visto-la-mano-de-dios
Francisco y el Sí​
nodo de la familia: "He visto la mano
de Dios"
El cardenal Philipe Barbarin participa en el Congreso de
Comunicación en la Universidad Pontificia de la Santa Cruz en Roma
Roma, 29 de abril de 2014 (Zenit.org) Redacción | 452 hits
“He visto la mano de Dios”. Con estas palabras se refirió el papa Francisco a los cardenales reunidos en el
consistorio en el mes de febrero al explicarles cómo eligió el tema de los próximos dos Sínodos sobre la
familia. Así se lo ha explicado el cardenal Philipe Barbarin, arzobispo de Lyon, a los participantes en el IX
Seminario Profesional sobre Oficinas de Comunicación de la Iglesia, organizado por la Facultad de
Comunicación Institucional de la Universidad de la Santa Cruz.
"No es para nada sorprendente que el Papa haya confiado los trabajos de los Sínodos sobre la familia a la
intercesión de los dos nuevos pontífices santos, para ser conducidos en la docilidad del Espíritu Santo", ha
explicado Barbarin. Es más, ha precisado, en estas temáticas es inevitable "unirse en oración, porque la
puesta en juego es muy alta".
El purpurado ha hablado de su realidad particular en un país en el que el proceso de secularización ha
llevado a "considerar como derechos fundamentales de la persona, la aprobación de leyes contra el
matrimonio y la vida".
Al respecto, el cardenal Barbain ha destacado el “testimonio significativo dado por los católicos franceses”,
que en los últimos tiempos se ha expresado a través de manifestaciones de gran importancia, donde el
elemento central ha sido precisamente la oración.
“Hay verdades que no se establecen por la mayoría en el Parlamento. Si hay un fundamento antropológico
definitivo, éste dura para siempre”, ha afirmado el arzobispo de Lyon.
(29 de abril de 2014) © Innovative Media Inc.
http://www.zenit.org/es/articles/francisco-y-el-si-nodo-de-la-familia-he-visto-la-mano-de-dios?utm_campaign&utm_medium=email&utm_source=dispatch
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29/04/2014
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IX Seminario para oficinas de comunicaciones de Iglesia
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29/4/2014
IX Seminario para oficinas de comunicaciones de Iglesia
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Martes 29 de abril de 2014
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IX Seminario para oficinas de comunicaciones de Iglesia
Por tres días se extenderá este seminario que se realiza en Roma y que se presenta, de acuerdo a sus organizadores, como
una oportunidad de identificarse más con la institución a la que se pertenece, de sentir la universalidad y la unidad de la
Iglesia, y de informar mejor la visión de ésta.
Martes 29 de Abril del 2014
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Con 309 personas inscritas provenientes de distintos lugares del mundo, entre
ellos Chile, se dio la bienvenida al seminario para comunicadores de Iglesia que se
realiza en Roma y que este año se centrará en las estrategias creativas para
promover un cambio cultural.
La inauguración, el lunes 28 de abril, estuvo a cargo de Mons. Luis Romera,
Rector de la Pontificia Universidad de la Santa Cruz, sede del evento. Junto con
dar la bienvenida a los asistentes, recalcó que la síntesis entre fe y cultura es una
exigencia y una necesidad, además de mencionar que “la cultura también tiene
un valor normativo. Es el ámbito en el que el ser humano se debiera convertir en
más humano”. El profesor y vicedecano de la Facultad de Comunicaciones de la misma
universidad, Daniel Arasa, señaló que participar en una actividad como ésta, es la
Ver galería de fotos
oportunidad de sentir la universalidad y la unidad de la Iglesia, “de identificarse
más con la institución a la que pertenece y de informar mejor la visión de la Iglesia”.
Respecto de la creatividad en la Iglesia, advirtió que es un desafío que se traduce en la pregunta cómo transmitir un mensaje
profundo en palabras fácilmente comprensibles, ya que hoy los medios nos obligan a ser directos y breves. “Si la santidad es
contagiosa, los comunicadores debemos vivir la fe primera y después, comunicarla a los demás, es experimentar el Evangelio
en la propia vida”. Más tarde, fue el turno del Cardenal Timothy Dolan, arzobispo de Nueva York, a quien le correspondió referirse a los desafíos
para los comunicadores de Iglesia. Sobre esto, partió su reflexión aclarando que sus conocimientos en esta materia son
producto de su interacción con los medios de comunicación y, acto seguido, enfatizó en que “nunca, jamás, debiéramos
sentirnos incómodos con los temas. Todos los obispos deben recordar que el mundo de las comunicaciones es una parte
indispensable si nosotros queremos llevar la comunicación de Jesús y su Iglesia en un mundo donde no siempre se ha
interesado en lo que tenemos que decir”.
Además, el Cardenal Dolan hizo hincapié en que si queremos ser eficaces en nuestro ministerio de las comunicaciones, no
debemos temer a decir verdad, aunque tengamos malas noticias que dar. “La gente espera honestidad, franqueza y
transparencia de la Iglesia”.
El seminario continuará hasta el miércoles 30 de abril, día en que los asistentes irán a la Audiencia General del papa
Francisco.
De Chile, participan de la actividad Bernardo Errázuriz, Vicerrector de Comunicación y Asuntos Corporativos, Paco Zegers,
director de la Escuela de Comunicaciones, Felipe Rodríguez y Paola Lisboa, todos del Duoc UC; Paula Ramírez, periodista de la
Conferencia Episcopal de Chile; Ana María Gálmez, directora de comunicaciones del Opus Dei; y Sofía Wulf, Directora Ejecutiva
de Voces Católicas.
Noticias de la Diócesis
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Juan Pablo II y Juan XXIII ­ Juan XXIII y Juan Pablo II ya
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Pablo II y Juan XXIII por EWTN Destacamos
­ IX Seminario para oficinas de
comunicaciones de Iglesia
­ Comunicadores pastorales de
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de Pastoral del 1% iniciaron proceso
de la campaña 2014
­ En La Chimba llevan Comunión a
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­ Chile está orgulloso de sus
Carabineros, expresó Obispo de
Temuco
­ Arzobispo de Concepción abogó
por el diálogo para resolver grave
problema del mercado de la ciudad
Fuente: Prensa CECh Roma, 29/04/2014
Galerías Fotográficas ­ IX Seminario de Comunicaciones de Iglesia en Roma http://noticias.iglesia.cl/noticia.php?id=24133
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LA VERDAD
www.periodicolaverdad.com
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Comunicación eficaz en la Iglesia Católica
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Comunicación eficaz en la Iglesia Católica
C Publicado: 29 Abril 2014
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Con motivo de la inauguración del Congreso de la Facultad de Comunicación Institucional en la Universidad de la Santa Cruz en Roma, El
arzobispo de Nueva York,cardenal Timothy Dolan, exaltó la responsabilidad de los laicos y los "desafíos culturales para los comunicadores
de la Iglesia".
"Han pasado los tiempos en que obispos ancianos, gordos y calvos como yo eran los mejores portavoces de la Iglesia: necesitamos laicos
competentes que la representen", indicó el cardenal. Durante El congreso, que se celebra del 28 al 30 de abril, ofreció además siete
observaciones sobre cómo realizar una comunicación institucional eficaz, basada en su experiencia de obispo en contacto con los
periodistas.
El congreso se realiza bajo el título de 'Comunicación de la Iglesia: estrategias creativas para promover un cambio cultural'. El Seminario
propone proporcionar "experiencias positivas y criterios para comunicar en modo creativo la fe en la esfera pública".
El cardenal Dolan subrayó la importancia de tener "un sentido real de profesionalidad en todo lo que hacemos". Por otro lado, el purpurado
indicó que, sin duda, "no debemos tener miedo nunca de decir la verdad", también en situaciones desagradables para la institución, porque
"las personas quieren y se esperan transparencia de la Iglesia".
El cardenal ha indicado que frente a posibles ataques "debemos responder con caridad y amor", practicando "la invitación de Jesús a
ofrecer la otra mejilla, sin responder a los insultos con palabras duras por nuestra parte".
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www.regiondigital.com
29/04/2014
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http://www.periodistadigital.com/religion/vaticano/2014/04/29/cardenal-dolan-francisco-iglesia-religion-dios-jesuspapa-obispos-roma-opus-vaticano-comunicacion.shtml
Cardenal Dolan: “Francisco no tiene marketing ni expertos que lo
asesoren, la comunicación le sale espontaneamente”
*Segue il testo in originale
- 18/64 -
29/4/2014
Cardenal Dolan: “Francisco no tiene marketing ni expertos que lo asesoren, la comunicación le sale espontaneamente” :: Vaticano :: Religión Digital
Religión Digital Vaticano
Dolan, en la conferencia en la Santa Croce
“Lo que se nos critica, y con razón, es que intentemos esconder las cosas”
Cardenal Dolan: “Francisco no tiene marketing ni expertos que lo
asesoren, la comunicación le sale espontaneamente”
“Los obispos no debemos tener miedo a los medios, porque son instrumentos indispensables”
José Manuel Vidal, 29 de abril de 2014 a las 08:23
(José M. Vidal, Roma).­ Gana a la gente con su sola presencia. No en vano el cardenal de Nueva York, Timothy
Dolan, se define a sí mismo como "alto, gordo y calvo". Y, si a su imponente presencia, une un llamativo sentido
del humor, se entiende que conquiste rápidamente al auditorio. Como hizo ayer en la Universidad de la Santa Croce
de la Obra en Roma, en una conferencia sembrada de bromas. Pero, entre col y col, la lechuga de mensajes como
éstos: que la Iglesia no debe temer a los medios, sino conquistarlos poniendo la otra mejilla y que en la
comunicación de Francisco no hay marketing, sino pura espontaneidad y transparencia.
Extrovertido, chistoso, abierto, simpático, Dolan es un comunicador brillante por naturaleza. Sin saber
demasiado de la teoría de la comunicación. Y todo lo que sabe lo aprendió por experiencia. Y confiando en sus
asesores. De ahí que inste a todos los obispos a poner en marcha equipos de comunicación y a fiarse de ssu
portavoces. Para que no les pase lo que a él, que aprendió de sus errores. "En la escuela de los porrazos, lo que
aprendí lo aprendí a golpes".
Desde esa experiencia vivida, el purpurado americano ofrece una serie de pistas, sencillas pero pragmáticas y
esenciales, para la comunicación en la Iglesia. La primera es que "los obispos no debemos asustarnos ni tener
miedo a los medios, sabiendo que son indispensables para la evangelización". Por eso, a su juicio, los prelados
tienen que acostumbrarse a tratar con los medios y "cuanto más conozcamos a los medios y a los periodistas,
mejor nos tratarán".
La segunda pista comunicativa del cardenal americano es "cuidar el cómo, incluso más que el qué". Sin tener
nunca "miedo a decir la verdad, por muy dolorosa que sea". Y puso ejemplos de explicaciones sobre curas o
diáconos alcohólicos o abusadores.
Tanto en éstos como en otros casos, Dolan asegura que "la gente espera honestidad y transparencia de la
Iglesia". Y añade: "Lo que se nos critica, y con razón, es que intentemos esconder las cosas". Porque, como
decía el nuevo santo Juan Pablo II, "la Iglesia no tiene miedo de la verdad"
La tercera pista, según Dolan, es defender a la Iglesia. A su juicio, todos los medios tienen su línea editorial, de la
que no se apartan. Pues bien, la línea editorial fundamental de los medios católicos debe ser la "defensa de la
Iglesia". De ahí que considere "doloroso" el que incluso los medios católicos sean "anti­Iglesia". Y llame a cerrar
filas, porque para criticar a la Iglesia y a los obispos "ya se bastan y sobran los otros medios".
http://www.periodistadigital.com/religion/vaticano/2014/04/29/cardenal-dolan-francisco-iglesia-religion-dios-jesus-papa-obispos-roma-opus-vaticano-comunica…
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Cardenal Dolan: “Francisco no tiene marketing ni expertos que lo asesoren, la comunicación le sale espontaneamente” :: Vaticano :: Religión Digital
Dolan reconoce que "los obispos necesitamos la crítica y tomarla en serio, siempre que sea imparcial, equilibrada y
cortés". Pero, a su juicio, también se debe dejar claro que "no todo es malo en el mundo católico".
La otra mejilla mediática
En cuarto lugar, el cardenal neoyorquino pidió que no hagamos a los medios lo que no queremos que los medios
nos hagan. Es decir, "evitar los estereotipos sobre los medios", pero siendo realistas. Porque, a su juicio, "hay
medios que sólo quieren destruir a la Iglesia y la atacan constantemente". En ese caso, Dolan aconseja
"poner la otra mejilla y no responder en el mismo tono".
Y no dejó de reconocer que "la inmensa mayoría de los periodistas son profesionales que buscan acceso a las
fuentes e información fiable y, si no se la damos nosotros, se la pedirán a quienes quieren criticarnos con mala fe".
En quinto lugar, el arzobispo de Nueva York propone utilizar enfoques sencillos y aprovechar las "perchas" que
ofrece la actualidad o los momentos en los que los medios están más interesados por la información religiosa. Y
puso como ejemplo la actitud de los obispos norteamericanos durante el último precónclave.
"Los cardenales americanos, al darnos cuenta de que había hambre de noticias y de historias interesantes,
convocamos ruedas de prensa. Y los periodistas respondieron muy bien. Celebramos varias y cosechamos
bastante éxito y lo hicimos bien. Pero la Curia nos criticó e, incluso nos pidió que interrumpiésemos las ruedas de
prensa. Lo hicimos, pero perdimos una espléndida oportunidad. Además, al no informar, muchos periodistas se
quedaron sólo con los chismes y con la información interesada de algunos informadores italianos".
En sexto lugar, el purpurado propuso que la comunicación católica tiene que centrarse en Jesús, que es el centro
de todo, en su vida y en su experiencia. Y menos en la doctrina o en los misterios del cristianismo. Porque,
"cuando queremos explicarle a alguien qué es el fútbol, no comenzamos dándole una clase sobre el corner, sino
llevándolo a ver un partido".
Y, como última pista, Dolan invitó a conocer a la audiencia, a los destinatarios de los mensajes. Y "hablar para que
nos entiendan y adaptar el mensaje al público". Conscientes de que "la comunicación es un ministerio
fundamental en la Iglesia". Por eso, tenemos que expresar la fe "de una forma atractiva y seductora".
Y como ejemplo acabado de comunicación, Dolan puso a Francisco. "El Papa es un comunicador excepcional,
porque es un Papa amable, humilde y entrañable. Y porque sabe siempre lo que quiere decir y cómo". Y añadía el
purpurado: "En la comunicación del Papa no hay un programa ni una campaña de marketing ni expertos que lo
asesoren. Lo hace él así, espontáneamente".
Siguiendo el ejemplo del Papa, Dolan invita a que las homilías de los clérigos sean "cortas, con frases
impactantes, con titulares". Y para eso, hay que prepararlas.
En el turno de preguntas, Dolan improvisó un saludo impactante, en plan predicador americano, a los
enfermos de un hospital, para el que estaban transmitiendo en directo a través de una radio del centro hospitalario
Recalcó que hay que "aprovechar todas las oportunidades e ir a todas partes para evangelizar", incluso a
programas que, de entrada, pudiesen parecer poco aconsejables. Y concluyó diciendo que a los jóvenes hay que
"lanzarles todo el mensaje cristiano, también y sobre todo, el de la virtud, el de la santidad y el de la perfección,
porque ellos quieren la verdad entera, sin minimizaciones". Y puso el ejemplo del profesor 'hueso' que "suele ser el
que los jóvenes más admiran".
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TEMPI
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29/04/2014
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http://www.tempi.it/i-sette-comandamenti-di-dolan-per-non-lasciare-la-comunicazione-della-fede-a-noi-vescovi-anzianigrassi-e-pelati#.U2t1Psf9paF
I sette comandamenti di Dolan per non lasciare la comunicazione della fede
«a noi vescovi anziani, grassi e pelati»
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29/4/2014
Dolan, lezione all'università su Chiesa, comunicazione e fede | Tempi.it
Chiesa
I sette comandamenti di Dolan per non lasciare la comunicazione della
fede «a noi vescovi anziani, grassi e pelati»
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aprile 29, 2014 Redazione
«Non do mai un’intervista senza menzionare Gesù. Sono un pastore, non un sindaco». La lezione del cardinale arcivescovo di New York alla Pontificia
Università della Santa Croce
Il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York, ha inaugurato ieri pomeriggio a Roma il IX Seminario professionale sugli Uffici di Comunicazione
della Chiesa, promosso dalla Facoltà di Comunicazione Istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce (foto dal profilo Flickr dell’ateneo). In
una lezione con a tema le “Sfide culturali per i comunicatori della Chiesa”, il prelato statunitense ha offerto alla platea, con la solita ironia, «sette
osservazioni», sette «verità basilari» imparate dall’esperienza per spiegare come la Chiesa può trasmettere efficacemente il messaggio di Cristo «a un
mondo che non sembra essere sempre interessato in ciò che abbiamo da dirgli, che ci fraintende o ci è addirittura ostile».
PROFESSIONALITÀ. Innanzitutto, ha detto Dolan, ai comunicatori cattolici occorre «un reale
senso di professionalità in tutto ciò che facciamo». Che non significa solo sapere utilizzare la tecnologia più avanzata. L’utilizzo dei nuovi media è
importante, ma ancora più importante è per il cardinale «il modo in cui utilizziamo quella tecnologia e il modo in cui ci comportiamo», che «deve
corrispondere ai massimi standard professionali ed etici». Infatti «il modo in cui diciamo qualcosa è importante quanto ciò che diciamo», perché «attraverso
la comunicazione forniamo alla parola di Dio una natura umana».
VERITÀ. Secondo, ha proseguito Dolan, «non dobbiamo aver mai paura di dire la verità», anche quando si tratta di cose spiacevoli per la Chiesa
(«abbiamo dovuto farci i conti più volte nella nostra diocesi»), perché dalla Chiesa «le persone vogliono e si aspettano trasparenza». L’istituzione infatti
non è criticata per gli errori dei suoi membri ma molto di più, e giustamente, quando cerca di coprirli e lascia che siano i media a parlarne prima di lei.
L’arcivescovo di New York ha ricordato le parole di Cristo: «La verità vi farà liberi». E se questo vale nel male, vale ovviamente anche per le buone
notizie. A questo proposito Dolan ha raccontato che recentemente, in occasione di un ritiro spirituale con tremila persone, è stato intervistato da una
giornalista di una tv locale che insisteva a incalzarlo solo sui presunti scandali della Chiesa: «Io rispondevo alle sue domande, ma continuavo a ricordarle
qual era la vera notizia in quel momento: tremila cattolici entusiasti della propria fede».
http://www.tempi.it/i-sette-comandamenti-di-dolan-per-non-lasciare-la-comunicazione-della-fede-a-noi-vescovi-anziani-grassi-e-pelati#.U190GK36GKM
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29/4/2014
Dolan, lezione all'università su Chiesa, comunicazione e fede | Tempi.it
PREGIUDIZI. In terzo luogo, ha detto il cardinale, «è naturale avere pregiudizi», e lo è anche per
i cattolici. Poi ha aggiunto ironicamente: se i giornali di destra e di sinistra sono pieni di attacchi ai vescovi, allora «anche noi comunicatori cattolici
dovremmo avere un pregiudizio, e quel pregiudizio dev’essere sempre pro-Chiesa». Non significa certamente che i media cattolici debbano ritenere la
Chiesa immune dalle critiche, anzi, «noi vescovi meritiamo critiche, ne abbiamo bisogno, le accogliamo di cuore, a patto che siano giuste, equanimi,
civili», ma non si deve cadere «nell’estremo opposto di pensare che tutto quello che fa un vescovo è sbagliato». Nel mondo cattolico capitano anche molte
cose positive, ha osservato Dolan, «è nostro dovere trovarle e dare loro quanto meno lo stesso spazio che diamo alle storie negative. Dobbiamo condividere
la gioia e la bellezza di essere cattolici». Molti cattolici cercano dai loro media «non solo informazione ma formazione», ecco perché bisogna dire la verità.
L’ALTRA GUANCIA. Per le stesse ragioni, ha insistito il porporato, di fronte agli attacchi «dobbiamo rispondere con carità e amore», perfino di fronte a
chi attacca la Chiesa per puro odio. Certo, a volte occorre difenderla dalle accuse in mala fede, ma sempre obbedendo all’invito di Gesù «a offrire l’altra
guancia, senza rispondere alle invettive con parole dure da parte nostra». Proprio questo atteggiamento, ha osservato Dolan, è quello che rende papa
Francesco un comunicatore così efficace: Bergoglio «sa quello che vuole dire e sa come dirlo. È capace di insegnare la fede e contemporaneamente mostra
la sua grazia, la sua bellezza e la sua gioia». E non è un atteggiamento studiato, «è semplicemente papa Francesco».
CATECHESI. Quinto: «Mai sottovalutare l’ignoranza delle persone riguardo alla fede cattolica».
Infatti secondo Dolan perfino ciò che ai cattolici sembra più elementare, dalla Trinità all’Eucarestia, è spesso mal compreso non solo dai media
“mainstream” ma anche dagli stessi cattolici, che non di rado «ricevono la catechesi proprio dai media». Perciò ben venga ogni occasione di ripetere gli
insegnamenti del magistero. Ma è un compito che non tocca solo al clero, ha aggiunto l’arcivescovo, «sono passati i tempi in cui anziani, grassi e pelati
vescovi come me erano i migliori portavoce della Chiesa: abbiamo bisogno di laici competenti che la rappresentino». Un ottimo esempio è stato per Dolan
l’opera svolta nel Regno Unito da Catholic Voices, attraverso il quale un gruppo di uomini e donne, laici, giovani e volonterosi nel 2010 riuscì a cambiare
la percezione mediatica della visita di Benedetto XVI trasformando l’ostilità preventiva in un benvenuto.
GESÙ. È inoltre importante «mettere Gesù prima di tutto», ha proseguito Dolan. «Le persone hanno fame di senso nelle loro vite», per questo il cardinale
ha fatto notare di non avere mai concesso un’intervista senza menzionare il nome di Gesù: «Il punto è Lui, non io». E così come non si può introdurre
nessuno alla bellezza del calcio partendo dalla spiegazione del calcio d’angolo, allo stesso modo per Dolan chi comunica la fede deve «offrire alla gente
Gesù, abbracciare le persone, solo dopo possiamo iniziare a spiegare i sì e i no». L’arcivescovo ha poi confessato di ricordare sempre a se stesso, prima di
un intervento mediatico, di non aver paura di essere «troppo religioso». In fondo, «se mi chiedono un’intervista, è perché sono un pastore, non perché sia il
sindaco».
L’AUDIENCE. Infine, il comunicatore cattolico deve conoscere il suo pubblico. Gesù secondo Dolan raccontava parabole che credeva che il suo
pubblico avrebbe capito. Lo facevano pure gli evangelisti, che «adattavano il messaggio in modo che fosse comprensibile al loro pubblico», si trattasse di
greci, ebrei o romani. Dunque mai disprezzare le forme di comunicazione che possono essere utili. Anche a costo di pagarle con un po’ di imbarazzo,
come capita allo stesso cardinale americano quando è costretto a chiedere aiuto per aggiornare il blog o mandare un tweet. «So quanto siano potenti questi
nuovi media», ha sottolineato Dolan, «ovunque vado qualcuno mi ferma per dirmi che gli è piaciuto (o non gli è piaciuto) quello che ho scritto nel blog o
ho detto in una intervista». I comunicatori cattolici, ha concluso il porporato, hanno bisogno «non solo di conoscere la fede, ma anche di articolarla in un
modo avvincente e invitante».
Le attività del Seminario della Santa Croce proseguiranno fino a mercoledì 30 aprile. Per oggi, martedì 29 aprile, è atteso l’intervento dell’Arcivescovo di
Lione, Philippe Barbarin, su “La famiglia come opportunità comunicativa”, e della professoressa Helen Alvaré, della George Mason University, che
parlerà dell’identità umana. Qui il programma completo delle lezioni.
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The Pope “saw God’s hand”
when he entrusted the Synod to the two new Pope saints
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04/29/2014 The Pope “saw God’s hand” when he entrusted the Synod to
the two new Pope saints
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“It is not surprising that Francis entrusted the Synod to the
intercession of the two new Pope saints: there’s great deal
at stake,” the Archbishop of Lyon said
DOMENICO AGASSO JR
ROME
Pope Francis confided he had “seen the hand of God” in choosing to
dedicate the 2014 and 1015 Synods to the family. Cardinal Philipe Barbarin,
the Archbishop of Lyon revealed this this morning, before the more than
three hundred participants at the “IX Professional Seminar for Church
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Francis: “Give us, O Lord, the gift of
understanding”
Today the Pope continued his series of
catecheses on the gifts of the Holy...
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Pope­C8 meeting: Curia reform process
will not be complete until 2015
The work of the Council which the Vatican
Secretary of State, Parolin, is...
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“There’s no room for power struggles,
envy and gossip among Christians”
At this morning’s mass in St. Martha’s
House the Pope stressed that Christian...
Communications Offices” sponsored by the School of Institutional
(©Ior)
Supervisory Commission of Cardinals on
the IOR gets the ball rolling
“It is not at all surprising that the Pope has entrusted the work of the Synod on The group of cardinals called to oversee
the Institute for the Works of...
the family to the intercession of the two new Pope saints, to be conducted in
ALL NEWS »
Communications at the University of the Holy Cross. (©LAPresse)
(©LAPRESSE) CARD. BARBARIN CYCLES IN
obedience to the Holy Spirit,” Barbarin added. Indeed, in such cases “joining
THE RAIN
together in prayer” is inevitable “as the stakes are very high.”
Barbarin has experienced this in person having come from a country – France – where secularisation has led to the adoption
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of laws against marriage and life being “considered as fundamental human rights.” It was comforting to see so many French
Comastri: “Wojtyla’s canonization was a necessary
gift”
Catholics bearing witness to the faith, particularly in the recent demonstrations, which had far­reaching effects and put prayer
WORLD NEWS
was at the centre. The cardinal expressed the conviction that for a believer, “there are truths that cannot be weakened by a
parliamentary majority. If there is a definitive anthropological foundation, it lasts forever.”
“Keep searching” says family of Fr. Dall’Oglio, who
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from God”
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Chiesa e media: P. Lombardi, “Non abbiamo ancora visto tutto
della comunicazione del Papa”
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30/4/2014
SIR - Servizio Informazione Religiosa - Quotidiano
Mercoledì 30 Aprile 2014
17:18 ­ CHIESA E MEDIA: P. LOMBARDI, “NON ABBIAMO ANCORA VISTO TUTTO
DELLA COMUNICAZIONE DEL PAPA”
“Non abbiamo ancora visto tutto della comunicazione di Papa Francesco”. Lo ha affermato il
direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, in un incontro con gli
oltre 300 partecipanti al IX seminario professionale sugli Uffici di comunicazione della Chiesa,
promosso dalla Facoltà di comunicazione istituzionale della Pontificia Università della Santa
Croce. Riferendosi in particolare ai prossimi viaggi del Papa in Terra Santa e Corea,
Lombardi ha infatti parlato di “tappe nuove nella comunicazione del messaggio del Santo
Padre verso il mondo”. Per cui, “ci sono ancora tante cose che dobbiamo ­ credo ­ imparare
e vedere”. Il direttore della sala stampa ha quindi riflettuto sulla spontanietà comunicativa di
Francesco, spontaneità “che rompe le barriere” e che rappresenta “un aspetto molto
caratteristico” del suo pontificato, insieme allo stile “semplice e concreto”, fatto di parole
“efficaci” e “atteggiamenti e gesti molto espressivi”. (segue)
17:18 ­ CHIESA E MEDIA: P. LOMBARDI, “NON ABBIAMO ANCORA VISTO TUTTO
DELLA COMUNICAZIONE DEL PAPA” (2)
La relazione conclusiva di questa IX edizione è toccata a Joaquín Navarro­Valls, che per 22
anni ha accompagnato Giovanni Paolo II in veste di portavoce. Parlando su “santità e
comunicazione”, ha raccontato la sua esperienza professionale, umana e spirituale vissuta
accanto al nuovo Santo, rivivendo anche alcuni dei momenti oggi passati alla storia. In
mattinata i partecipanti hanno assistito all’udienza generale in piazza San Pietro, ricevendo il
saluto del Santo Padre. La prossima edizione del seminario professionale si svolgerà nel
2016. Nel frattempo, dall’8 al 14 settembre 2014, la Facoltà di comunicazione ospiterà una
nuova edizione del “The Church Up Close”, un corso professionale rivolto a giornalisti di
lingua inglese che si occupano d’informare sulla Chiesa cattolica. Ulteriori informazioni su
questa iniziativa sono disponibili nel sito web: www.church­communication.net
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Chiesa e comunicazione: Mons. Pompili (CEI), “integrare offline e online”
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30/4/2014
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Mercoledì 30 Aprile 2014
09:00 ­ CHIESA E COMUNICAZIONE: MONS. POMPILI (CEI), “INTEGRARE OFFLINE E
ONLINE”
“Bisogna superare il dualismo” tra “dimensione online e dimensione offline della
comunicazione”. Lo ha detto ieri sera monsignor Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio
nazionale Cei per le comunicazioni sociali, introducendo il panel “Comunicazione della
Chiesa: rapporto fra la comunicazione offline e online”, svoltosi presso la Pontificia Università
della Santa Croce nell’ambito del IX Seminario professionale sugli uffici di comunicazione
della Chiesa che si chiude oggi. “Due dimensioni ­ ha avvertito Pompili ­ da intendersi non
come alternative, ma come parti integranti, pur nelle loro differenze, di un nuovo linguaggio”.
Non si tratta “di ritornare a prima del digitale, ma di integrare questi nuovi linguaggi nella
prospettiva dell’incontro”. E proprio la capacità di “diventare occasione di incontro è ciò che
decide della qualità della comunicazione”, ha chiosato, rievocando l’icona del buon
samaritano richiamata dal Papa nel messaggio per la Giornata delle comunicazioni. Quel
buon samaritano “che riesca a stabilire una comunicazione reale pur essendo il meno
‘titolato’”. “Come essere presenti e consapevoli nel nostro mondo così digitalizzato senza
tuttavia perdere il gusto della concretezza? Come porre le nuove e straordinarie possibilità
della reta e servizio dell’incontro?”, le domande poste da Pompili ai partecipanti al panel.
(segue)
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Chiesa e comunicazione: Trouiller (Lyon),
“Notevole l’impatto di Papa Francesco”
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30/04/2014
30/4/2014
SIR - Servizio Informazione Religiosa - Quotidiano
Mercoledì 30 Aprile 2014
09:01 ­ CHIESA E COMUNICAZIONE: TROUILLER (LYON), “NOTEVOLE L’IMPATTO DI
PAPA FRANCESCO”
Per Natalia Trouiller, direttrice dell’Ufficio di comunicazione dell’arcidiocesi di Lyon,
intervenuta ieri sera al panel “Comunicazione della Chiesa: rapporto fra la comunicazione
offline e online”, svoltosi presso la Pontificia Università della Santa Croce nell’ambito del IX
Seminario professionale sugli uffici di comunicazione della Chiesa che si chiude oggi, la
questione del rapporto tra le due dimensioni della comunicazione è “cruciale, soprattutto per
noi cristiani, seguaci di una religione dell’incarnazione”. Sulle reti sociali, ha fatto notare, “si
osservano cristiani di ogni età che si confrontano e scambiano esperienze”. Trouiller ha
parlato della “solitudine” che può comportare in Francia l’essere cattolici, una solitudine che
si combatte anche attraverso i social network. Per la direttrice dell’Ufficio di comunicazione
dell’arcidiocesi di Lyon, nel suo Paese i social media hanno aiutato la Chiesa a “farsi sentire”,
e “notevole” è stato “sulla Chiesa locale l’impatto di Papa Francesco”. I volumi sul Pontefice,
ha detto, trovano posto nelle vetrine delle librerie in mezzo a titoli di tenore del tutto diverso,
“cosa mai accaduta prima”. In Francia, ha osservato, “qualcosa sta cambiando”. (segue)
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Chiesa e comunicazione: Doherty (UK), raccontare la fede con le immagini
*Segue il testo in originale
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30/4/2014
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Mercoledì 30 Aprile 2014
09:02 ­ CHIESA E COMUNICAZIONE: DOHERTY (UK), RACCONTARE LA FEDE CON LE
IMMAGINI
Raccontare con le immagini la bellezza della fede e la vita della Chiesa: ne ha parlato ieri
sera al panel “Comunicazione della Chiesa: rapporto fra la comunicazione offline e online”
(Università Santa Croce) Margaret Doherty, senior media officer della Conferenza episcopale
di Inghilterra e Galles. Esordendo con le immagini degli abbracci di Papa Francesco ad un
bambino gravemente disabile e ad un uomo deturpato da una malattia, Doherty ha
assicurato: “Le foto sono importanti, il profilo visivo è fondamentale”. Per questo la
Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles ha una piattaforma su Flickr dal 2008. Da
allora, prosegue la media officer, “abbiamo messo nel nostro sito 90mila foto e abbiamo
avuto 8 milioni di visualizzazioni”. “Dobbiamo trasmettere molta energia ­ dice ­, far vedere le
nostre storie, illustrarle e non solo raccontarle”. “Le nostre immagini, sempre ad alta
definizione, compaiono sulla stampa cattolica di tutto il mondo”. Nel “futuro visivo della
Chiesa” l’esperta vede video, immagini infografiche e presentazioni tramite Pinterest, Tumblr,
Vine, YouTibe. Indimenticabile, ha sottolineato, “il primo selfie del Papa con i giovani
pellegrini di Piacenza­Bobbio, che per il traffico creato ha messo in ginocchio i social
network” e, secondo mons. Pompili, “ha espresso senza troppe parole l’immagine di una
Chiesa che si mette non di fronte, ma dalla parte dell’interlocutore”. (segue)
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Chiesa e comunicazione: Zwilling (New York),
“Tutto deve essere professionale”
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30/04/2014
30/4/2014
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Mercoledì 30 Aprile 2014
09:03 ­ CHIESA E COMUNICAZIONE: ZWILLING (NEW YORK), “TUTTO DEVE ESSERE
PROFESSIONALE”
“Tutto il nostro lavoro deve essere rigorosamente professionale per incontrare le attese di un
pubblico esigente”. Non ha dubbi Joseph Zwilling, direttore dell‘Ufficio comunicazione
dell’arcidiocesi di New York. Ripercorrendo ieri sera all’Università della Santa Croce la
propria esperienza pluridecennale, Zwilling ricorda alcuni “momenti di frustrazione” legati
all’impressione “di lavorare con una stampa ostile”, ma avverte: “Collaborare con i giornalisti
dando loro un’informazione trasparente anche su temi scottanti o controversi, trattarli come
colleghi e non come avversari ci consente far ascoltare la nostra voce anche nelle
circostanze più difficili”. Zwilling parla del “privilegio” di aver potuto lavorare “con quattro
arcivescovi”, ricorda l’organizzazione della copertura di due visite papali e ammette: “Trattare
il tema degli abusi sessuali è stata l’esperienza più difficile nel mio lavoro”. Talvolta,
riconosce, “non sappiamo quale sia il modo migliore per raggiungere i destinatari”. Per
questo occorre porsi “degli obiettivi strategici”. Zwilling si è detto fiero di Cathlic Channel,
canale radiofonico che trasmette 24 ore al giorno, sette giorni a settimana, negli Usa e in
Canada, e ha 25 milioni di abbonati. “Non dobbiamo essere l’equivalente audio dell’incenso ­
ha concluso citando anche il blog del cardinale Dolan ­ ma vero strumento di
evangelizzazione in formato moderno”.
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Cardinal shares media tips he learned at ‘school of hard knocks’
*Segue il testo in originale
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Cardinal shares media tips he learned at ‘school of
hard knocks’
thecompassnews.org /2014/04/cardinal-shares-media-tips-learned-school-hard-knocks/
ROME — T hanking communications prof essionals who work f or the Catholic Church, Cardinal
Timothy M. Dolan of New York also shared with them tips he said he learned at the “school of
hard knocks.”
When f acing
reporters, he
said, “their
initial posture
of ten might
be bellicose,
but that
should only
challenge us,
never scare
us or make
us
Card inal Timo thy M. Do lan, at the time arc hb is ho p o f Milwauke e , s p o ke to the me d ia ab o ut the life
and le g ac y o f Po p e J o hn Paul II Ap ril 2, 2005. The p re s s c o nfe re nc e was he ld o n the s te p s o f the
Cathe d ral o f St. J o hn the Evang e lis t. (File p ho to b y Sam Luc e ro )
uncomf ortable.”
T he cardinal gave the keynote address April 28 at a conf erence f or Catholic communicators
sponsored by the school of church communications at the Pontif ical University of the Holy Cross
in Rome.
Cardinal Dolan highlighted the communications success of Pope Francis, who, he said, is a
natural communicator of Christian truths and the Catholic f aith. His words and actions are not a
public relations ploy or gimmick, “it’s just who Pope Francis is. Nobody, no communications expert,
had to sit down with him and say, ‘Holy Father, listen, we think it would really be a great idea if you
concentrated on talking about God’s mercy and f orgiveness.’”
“T here’s no way somebody can script who he is; what you see is what you get,” the cardinal said.
“T he world is responding because his whole lif e is dedicated to conveying the good news simply
and sincerely in everything he does.”
One of the cardinal’s tips f or the communicators was to remember always that they are Catholic.
“Always put Jesus f irst. People have a hunger f or meaning in their lives, f or the truth,” he said. “I
have made a vow: Never will I give an interview without trying to mention the holy name of Jesus.”
Af ter all, he said, he is being interviewed as a bishop and pastor, not as the mayor.
While every bishop today automatically becomes a spokesman f or the church, ordination is not a
requirement f or speaking on behalf of the church and trying to share the truths it teaches, the
cardinal said.
“T he days of old, f at, balding bishops being the best spokespeople is long gone, if they were
ever really here at all,” he said.
What is essential, however, is f aith and speaking the truth, “even when we are dealing with bad
news,” he said, because “people expect utter honesty and transparency f rom the church.”
Being prof essional and transparent will not win over everyone all the time, he said. Church
communicators are trying to bring a message to a world that “doesn’t always seem interested in
what we have to say, misunderstands it or is downright hostile to it.”
“I of ten tease journalists that they more of ten than not ask me about the ‘olds,’ the weary
exhausted stories about the church rather than the news,” he said.
“Every communications outlet has a bias, a slant — that’s natural, that’s to be expected,” he said.
“We Catholic communicators also should have our own bias and that slant must always be prochurch; we do not apologize f or that.
“Just as we don’t like it when the media caricatures us, we should not stereotype them.” Some
“twist and distort always what we say and what we do,” but that does not mean every journalist
does. Even when a journalist appears to be on the attack and one must respond f or the good of
the church, he said, “we must be caref ul in these situations to make certain that we always
respond in charity and love.”
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Pope Francis explains why he chose St. Francis of Assisi’s name
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Il cardinal Dolan e le sette prassi della comunicazione efficace
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Il cardinal Dolan e le sette prassi della comunicazione efficace
30 aprile 2014 Cultura
di Antonio Chimenti
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“Sono passati i tempi in cui vescovi anziani, grassi e pelati come me erano i migliori portavoce della Chiesa: abbiamo bisogno di laici competenti che la
rappresentino” così ieri nel suo discorso il Cardinal Timothy Dolan, arcivescovo di New York, ha inaugurato il IX Seminario Professionale sugli Uffici di
Comunicazione della Chiesa, promosso dalla Facoltà di Comunicazione Istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce.
Per parlare delle “sfide culturali per i comunicatori della Chiesa”, l’Arcivescovo ha offerto “sette osservazioni” come sette passi da tenere presenti, su come
realizzare una comunicazione istituzionale efficace e creativa al tempo stesso. “Non farò discorsi filosofici o teorici ma vi racconto quello che ho imparato
dalla migliore scuola di ogni tempo: quella dei propri errori” quasi fosse appunto il frutto maturo della sua esperienza di Vescovo a contatto con i
giornalisti. diversi Molti gli aneddoti dall’arcivescovo di New York, che dimostrano come il suo metodo sia basato su un approccio originale e positivo
verso il mondo dei media, e in particolare, attento e mai banale visto che, “viviamo in un’epoca in cui non ci si può sottrarre al loro impatto”.
In primo luogo, Dolan ha evidenziato la necessità di avere “un reale senso di professionalità in tutto ciò che facciamo”. Infatti, “il modo in cui diciamo
qualcosa è tanto importante quanto ciò che diciamo!” per questo è importante non essere impreparati ne qualunquisti. In secondo luogo, nella
comunicazione istituzionale, “non dobbiamo mai aver paura di dire la verità”, anche in situazioni spiacevoli per la Chiesa, perché “le persone vogliono e si
aspettano trasparenza dalla Chiesa” e in particolare ha aggiunto “perché Gesù ci ha promesso che la Verità vi farà liberi”. Ciò vale, ovviamente, anche per
le buone notizie, infatti,“nelle notizie spesso si è ancorati ai fatti magari incresciosi del passato e si perde la novità della notizia di oggi, spetta a noi ricordare
al giornalista la verità di ‘questa news’!”
Inoltre, “è pur vero”, ha aggiunto il Cardinal Dolan con il solito piglio autoironico, che “noi vescovi, meritiamo le critiche e ne abbiamo bisogno, anzi, le
accogliamo di cuore, ma a patto che siano giuste, equanimi, civili”; però non possiamo cadere “nell’estremo opposto di pensareche tutto quello che fa un
vescovo è sbagliatoche abbiamo la colpa di tutto ciò che accade dal brutto tempo alla calvizie”.
E questo capita anche sui media “diciamo” cattolici, per cui è importante di fronte ad eventuali attacchi, “saper rispondere sempre con carità e amore”,
praticando “l’invito di Gesù a offrire l’altra guancia, senza rispondere alle invettive con parole dure da parte nostra”.
Un esempio lampante: ciò che è accaduto con i briefings tenuti dai cardinali statunitensi presso il Collegio Nordamericano di Roma, a metà giornata dei
lavori delle Congregazioni Generali. “Li avevamo voluti per un miglior rapporto con i giornalisti, ma è stato frainteso quest’intento, e ci è stato chiesto di
interromperli…è stata un’opportunità persa!”
Inoltre, è senz’altro utile non dimenticare che quando comunichiamo dobbiamo comunicare Gesù: “la gente ha fame di senso da dare alla propria vita”.
L’arcivescovo di New York ha confessato che si è promesso per la sua vita di non concedere mai un’intervista senza menzionare il nome di Gesù. “Se mi
chiedono un’intervista, è perché sono un pastore, non perché sono il sindaco! Se poi questo non è gradito allora non mi inviteranno più! Urrà!”. Ma è chiaro
che non si tratta di fare sermoni, né spiegazioni teologiche e dottrinali “ma è come chi”, ha spiegato sornione Dolan, “ti chiede sul calcio e tu non ti metti li a
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30/4/2014
Il cardinal Dolan e le sette prassi della comunicazione efficace | Korazym.org
spiegare le regole, ma lo porti con te a vedere una partita allo stadio” infatti “ a Gesù che gli chiedevano chi fosse, egli non ha spiegato la Trinità ma ha
detto: venite e vedete!”
In ultima analisi ha fatto riferimento all’importanza di sapere bene con chi stiamo parlando, cioè “chi è il nostro pubblico, in quello specifico medium”, se
sono giovani, adulti, lavoratori ecc. “Ma non facciamo mai l’errore di pensare che ai giovani dobbiamo annacquare la proposta cristiana, essi non vogliono
sentirsi dire quello che vogliono ma solo la Verità!”.
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GLI EDITORIALI
Santi come noi
26 aprile 2014 di Angela Ambrogetti
Due Papi santi e, oggi lo sappiamo di certo, due Papi a concelebrare. Davvero la giornata dei quattro Papi sarà un evento difficilmente ripetibile.
Eppure per Leggi tutto »
Non si serve la Chiesa creando contrapposizioni
8 aprile 2014 di Angela Ambrogetti
Due libri e due papi, uno santo e uno che ancora non si sa. A cantare le lodi di Francesco c’è la borghesia che non vuole Leggi tutto »
Papa Francesco, i giovani e la povertà del peccato
5 aprile 2014 di Angela Ambrogetti
“Anche questa è una povertà: la povertà del peccato.” Papa Francesco lo dice ai giovani fiamminghi che, accompagnati dal vescovo di Gent, lo sono
andati a Leggi tutto »
Un anno con Papa Francesco, che non è una pop star
13 marzo 2014 di Angela Ambrogetti
É passato un solo anno e di fatto sembra molto di più. Perché Papa Francesco fin dalla sua elezione ci ha travolto con il suo modo Leggi tutto »
Müller, Gutiérrez e la teologia “liberata”
http://www.korazym.org/14554/cardinal-dolan-prassi-comunicazione-efficace/
2/6
RADIO VATICANA
www.radiovaticana.org
30/04/2014
argomento
Attività interne
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Padre Lombardi: Pontificato di Papa Francesco
centrato sull'annuncio della misericordia di Dio
*Segue il testo in originale
---------------ANCHE IN:
- Portoghese: http://pt.radiovaticana.va/bra/print_page.asp?c=795286
- 28/64 -
30/4/2014
Radio Vaticana - Print Service
4/30/2014 12:34:24 PM
Padre Lombardi: Pontificato di Papa Francesco centrato
sull'annuncio della misericordia di Dio
Si è concluso oggi con la tradizionale visita alla Sala Stampa vaticana il nono Seminario
professionale promosso dalla Facoltà di Comunicazione Istituzionale della Pontificia
Università della Santa Croce sul tema “Strategie creative per un cambio culturale”. A
tenere l’intervento conclusivo è stato il direttore della Sala Stampa, padre Federico
Lombardi. Ce ne parla Sergio Centofanti:
Padre Lombardi ha iniziato il suo intervento affermando di vivere “con molta gioia questo
Pontificato, soprattutto per il senso di annuncio dell’amore di Dio e della sua misericordia
come messaggio molto chiaro ed efficace” dell’attività di Papa Francesco: “Credo che sia vero quello che il Papa dice più di una volta, che il Vangelo e la
Chiesa devono agire per ‘attrazione’, cioè annunciare un messaggio così bello e
profondo per la salvezza e per la vita delle persone, che ci si senta attratti verso il
Signore Gesù e verso la Chiesa e chi serve questo messaggio di amore”. Dello stile di comunicazione del Papa, padre Lombardi ha evidenziato “la semplicità, la
concretezza, una comunicazione che è fatta non solo di parole, anche se semplici ed
efficaci, ma anche di atteggiamenti, di gesti molto comunicativi, in particolare quelli che
manifestano direttamente questo amore e questa misericordia”: “Il primo gesto che ha avuto un impatto enorme è stato quello della lavanda dei
piedi del Giovedì Santo dell’anno passato ai giovani carcerati. Ma poi abbiamo
visto che i malati sono diventati i primi salutati dopo i vescovi, in occasione delle
udienze: quindi, anche questo segno della priorità dei malati e dei sofferenti è
molto efficace”. Adesso si avvicinano i viaggi in Terra Santa e Corea – ha proseguito padre Lombardi –
“saranno tappe nuove per vedere la comunicazione del messaggio del Santo Padre verso il
mondo. E quindi, non abbiamo ancora visto tutto: ci sono ancora tante cose che dobbiamo
– credo – imparare e vedere”. Papa Francesco – ha osservato ancora padre Lombardi – ha una spontaneità di
comunicazione che rompe le barriere:
“Una persona che non ha barriere che lo isolino. Non ce le ha quando gira per la
piazza e sale e scende dalla jeep e prende su i bambini o fa salire gli altri, e non
ce le ha anche nella vita quotidiana quando, se lui vuole dire una cosa a una
persona, prende il telefono e gliela dice. Ecco, questo è quindi un aspetto molto
caratteristico”.
Ogni tanto – ha rilevato ­ questo può dare luogo a qualche precisazione da fare”:
“Diciamo: attenzione, quello che si dice poi di queste cose va preso con
prudenza, perché quello che dice uno che ha ricevuto una telefonata, chi lo sa,
poi, se è obiettivo, se è esauriente … Quindi, va preso con molta prudenza e non
bisogna trarne conseguenze che vadano al di là di questo fatto riservato,
personale e non diventino conseguenze che riguardino l’insegnamento della
Chiesa, certamente”. http://it.radiovaticana.va/print_page.asp?c=795195
1/2
30/4/2014
Radio Vaticana - Print Service
Rispondendo ad una domanda sui suoi contatti con il Papa, Padre Lombardi ha detto che "ci
può essere anche il colloquio più approfondito e più lungo, ma questo è raro. Invece, ci
sono molti contatti brevi. Il Papa è una persona molto rapida, molto reattiva per cui ­ ha
detto ­ io profitto di molte occasioni che ho di incontrarlo, per esempio alla fine di
un’udienza con un capo di Stato, in cui gli chiedo di cosa hanno parlato. Poi aggiungo altre
due­tre domande" brevi "e lui mi dà delle risposte" in modo rapido. Segue cronaca …
Vatican Radio ­ All the contents on this site are copyrighted ©.
http://it.radiovaticana.va/print_page.asp?c=795195
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RELIGION CONFIDENCIAL
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30/04/2014
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Attività interne
http://www.religionconfidencial.com/cronica_de_roma/medios-papa-Francisco_0_2262373750.html
Los medios y el papa Francisco
*Segue il testo in originale
- 29/64 -
30/4/2014
Los medios y el papa Francisco
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Crónica de Roma
Por Mercedes De La Torre
30/04/2014
0
Los medios y el papa Francisco
Periodistas vaticanistas destacan el efecto del Papa Francisco y su
impacto en los medios de comunicación.
Un artículo de...
Mercedes De La Torre
Más artículos de Mercedes De La Torre »
Lo han destacado durante el Congreso organizado por la
Universidad de la Santa Cruz de Roma con el tema
"Comunicación de la Iglesia: estrategias creativas para
promover un cambio cultural".
De este modo, la periodista mexicana Valentina Alazraki quien cubrió todos los viajes de
Juan Pablo II, ha revelado que cuando apareció el Papa Francisco desde el balcón de la
basílica de San Pedro pensó: "se acabó el Pontificado de Juan Pablo II".
Así, Valentina ha confiado la dificultad que tuvieron muchos profesionales de la
información durante el Pontificado de Benedicto XVI porque para algunos editores el
predecesor de Francisco "no vendía" y por eso, en numerosas ocasiones lo único que era
"noticia" era lo negativo.
En esta línea, Alazraki ha asegurado que ahora en el Pontificado de Francisco es posible
hablar en positivo nuevamente pero también ha precisado que la cantidad de trabajo ha
aumentado considerablemente porque el Papa argentino tiene "dos agendas" la oficial
pública y la privada en Santa Marta en dónde encuentra a infinidad de personas también.
En esta línea, el vaticanista italiano de Rai y el nuevo director de TV2000 (la televisión de
los obispos italianos), Lucio Brunelli, ha explicado que también el modo de trabajar ha
cambiado no sólo por el ritmo intenso de trabajo de Francisco sino también por su
capacidad de improvisación y ante este aspecto surge el riesgo mediático de de vanalizar
su persona y no profundizar en su mensaje.
Por su parte, la periodista argentina Elisabetta Piqué ha calificado la era de Francisco como
una auténtica revolución, por la apertura, el cambio y renovación que se muestra en la
exhortación apostólica, Evangelii Gaudidum y la coherencia entre la actividad pastoral del
ex arzobispo de Buenos Aires con el actual obispo de Roma.
Por su parte, el periodista español y vicerrector de comunicación de esta universidad
romana, Diego Contreras ha recordado algunos de los valores noticiosos y como se ha
creado una imagen del Papa Francisco favorable en los medios de comunicación. Sin embargo, Contreras ha advertido que en esta narrativa mediática es importante la
documentación para no caer en el "cliché" porque de lo contrario existe el riesgo de
trivializar o simplificar los gestos del Papa y no proporcionar las claves de interpretación
necesarias que debe aportar la actividad periodística.
@mercedesdelat
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JOSE FRANCISCO SERRANO
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ERNESTO JULIÁ
¿Una canonización más?
http://www.religionconfidencial.com/cronica_de_roma/medios-papa-Francisco_0_2262373750.html
1/2
ROME REPORTS
www.romereports.com
30/04/2014
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Attività interne
http://www.romereports.com/pg156660-el-cardenal-de-nueva-york-timothy-dolan-habla-de-sus-estrategias-decomunicacion-es
El cardenal de Nueva York, Timothy Dolan,
habla de sus estrategias de comunicación
*Segue il testo in originale
----------------ANCHE IN:
- Inglese:
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30/4/2014
El cardenal de Nueva York, Timothy Dolan,
habla de sus estrategias de comunicación
¿Cómo puede mejorar la Iglesia su forma de comunicar? A la pregunta respondió el
cardenal Timothy Dolan en un congreso que se celebra en la universidad de la Santa
Croce en Roma destinado a ayudar en su trabajo a los periodistas.
El cardenal Dolan es conocido por su capacidad comunicativa. De hecho el Benedicto
XVI le propuso dar una conferencia a los cardenales sobre cómo evangelizar en el mundo
de hoy.
Da un consejo para los profesionales católicos de la comunicación: contar la noticia antes
de que lo hagan los medios. Tanto si la noticia es buena como si es mala.
CARD. TIMOTHY DOLAN
Arzobispo de Nueva York
"Lo que oímos una y otra vez es que la gente quiere y espera absoluta honestidad por parte
de la Iglesia. Quieren oír hablar de lo que sucede directamente de nosotros mismos antes
que de los medios de comunicación”.
Dice que al enfrentarse a una pregunta "trampa” lo importante es no caer en el juego.
Añade que estar disponible es garantía de éxito.
CARD. TIMOTHY DOLAN
Arzobispo de Nueva York
"La gran mayoría de los periodistas sólo están buscando la disponibilidad y la información.
Si no se la damos nosotros, van a buscarla en otro lugar y a menudo recurren a los que sólo
quieren criticar y atacar a la Iglesia. Por lo que no podemos permitirnos el lujo de
escondernos o huir de ellos. Y tampoco deberíamos desearlo”.
La principal fuente de información suelen ser los medios no católicos. El cardenal Timothy
Dolan dice que por eso es importante aprovechar cualquier oportunidad para transmitir el
mensaje. Asegura que el Papa Francisco es un gran ejemplo en ese campo.
CARD. TIMOTHY DOLAN
Arzobispo de Nueva York
"Es un hombre astuto. Él dice, ¿cómo podemos hacer llegar el mensaje? Se asoma a la
ventana y habla y sabe que probablemente pueda llegar a más personas que los cien mil en
la plaza si tuitea un mensaje. Es muy astuto, muy inteligente. Es lo que necesitamos. Nunca
deja pasar la oportunidad de decir la verdad y hablar de Jesús”.
El congreso "Comunicación en la Iglesia: Estrategias creativas para promover el
cambio cultural” tendrá lugar hasta el 30 de abril.
KLH /AC
AA
VM
­PR
Up: AC
1/1
ROME REPORTS
www.romereports.com
30/04/2014
argomento
Attività interne
http://www.romereports.com/pg156675-helen-alvare-explica-como-hablar-de-la-familia-en-el-mundo-de-hoy-es
Helen Alvaré explica cómo hablar de la familia en el mundo de hoy
*Segue il testo in originale
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5/5/2014
Helen Alvaré explica cómo hablar de la familia
en el mundo de hoy
Uno de los grandes retos a los que se enfrenta la Iglesia católica es cómo responder a los
desafíos de la familia en el siglo XXI.
La experta norteamericana Helen Alvaré cree que hace falta encontrar un lenguaje creativo
que ilumine y ayude. Uno que comience por captar la atención de las personas.
HELEN ALVARÉ
George Mason University (EE.UU.)
"Antes de introducir el lenguaje de la Iglesia y decir que la persona está hecha para las
relaciones o que el amor es el sentido de la vida, hay que empezar por la experiencia de
esas personas. En mi opinión, es un enfoque al que seguramente se presta más atención”.
Alvaré participó esta semana en el seminario internacional "Comunicación de la Iglesia:
estrategias para promover un cambio cultural”. Lo oganiza la Universidad Pontificia de la
Santa Cruz en Roma.
En su opinión, el Papa Francisco es un gran ejemplo de la creatividad que defiende. HELEN ALVARÉ
George Mason University (EE.UU.)
"Él ama a la persona primero. Hace lo que escribió Benedicto XVI en Deus Caritas Est: 'Dar
a cada persona la mirada de amor que anhela'. Empezar siempre con la persona. No con la
doctrina ni con un libro de normas”.
Helen Alvaré es consultora del Pontificio Consejo para los Laicos y presidenta del Catholic
Women's Forum. También dirige el proyecto "Women speak for themselves”, por el que miles de mujeres
en EEUU han hecho saber a su gobierno que no comparten sus políticas sobre la familia.
PM
AA
JM
­PR
Up:JRB
#Mundo
1/1
LOS ANGELES TIMES
www.latimes.com
30/03/2014
argomento
Citazioni Università
e/o professori
http://www.latimes.com/world/europe/la-fg-vatican-family-20140430,0,6364053,print.story
Vatican to debate teachings on divorce, birth control, gay unions
*Segue il testo in originale
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30/4/2014
Vatican to debate teachings on divorce, birth control, gay unions - latimes.com
latimes.com/world/europe/la-fg-vatican-family-20140430,0,6157008.story
latimes.com
Vatican to debate teachings on divorce, birth control, gay
unions
Henry Chu
5:00 AM PDT, April 30, 2014
Reporting from Vatican City
Contraception, cohabitation, divorce, remarriage and same-sex unions: They're issues that a d v e rt ise me n t
pain and puzzle Roman Catholics who want to be true to both their church and themselves.
Now those issues are about to be put up for debate by their leader, a man who appears determined to
push boundaries and effect change.
On Pope Francis' orders, the Vatican will convene an urgent meeting of senior clerics this fall to
reexamine church teachings that touch the most intimate aspects of people's lives. Billed as an
"extraordinary" assembly of bishops, the gathering could herald a new approach by the church to the
sensitive topics.
The run-up to the synod has been extraordinary in itself, a departure from usual practice that some say is
a mark of the pope's radical new leadership style, and a canny tactic to defuse dissent over potential
reforms.
Within a few months of his election last year, Francis directed every diocese in the world to survey local
attitudes on family and relationships and report back to the Vatican, a canvassing of a sort that few of
the faithful can recall previously. The results are being tallied and synthesized behind the walls of the
Vatican.
The exercise reflects Francis' desire for less centralized and more responsive decision-making, mirroring
his own self-described evolution from a rigid, authoritarian leader as a young man into one who consults
and empathizes. His training as a Jesuit has taught the pope to cast as wide a net for information as
possible, analysts say.
Taking the public temperature also brings tactical advantages. Nobody at the Vatican will be surprised
to learn that vast numbers of Catholics disobey its ban on premarital sex and birth control, or that some
are in gay partnerships. Setting down those realities irrefutably on paper, however, could strengthen a
bid by Francis to soften the church's official line and put pressure on bishops inclined to resist, including
some in the United States and many in Asia and Africa, conservative areas where the church has been
growing.
"It is telling the pope and the Vatican what they already know. But it's what the Vatican in the past has
not wanted to hear," author and Vatican expert John Thavis said.
"It's strategic, but it's also a genuine effort to find out what the voice of the church really is on this,"
Thavis said. "It's very much Pope Francis who wants less of a top-down model — the bishops
preaching the rules and doctrine down to the faithful — and more of a dialogue."
http://www.latimes.com/world/europe/la-fg-vatican-family-20140430,0,6364053,print.story
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30/4/2014
Vatican to debate teachings on divorce, birth control, gay unions - latimes.com
Hardly anyone expects the pope to propose sweeping changes to Catholic doctrine at the synod in
October despite widespread criticism that the modern world has left the church behind. Indeed, Francis
has unequivocally upheld heterosexual marriage and procreation as God's established, sanctified ideal.
But liberal reformers have been excited by the Vatican's shift in tone under Francis. His remark
regarding gays, "Who am I to judge?" has gone viral, as has his warning to the church not to obsess
over "small-minded rules" and contentious subjects such as abortion.
So, although Francis almost certainly will not call for ditching the church's policy of denying
communion to Catholics who have divorced and remarried, his emphasis on pastoral care and
compassion could offer local priests a work-around, with greater flexibility to address individual
circumstances. That would fit with the pope's vision of the church as a "field hospital" that triages
people's spiritual wounds rather than aggravates them.
Likewise, Thavis said, Francis has hinted that same-sex unions, though not "marriage," could serve a
practical purpose, if not a sacred one, by legally protecting the children of such relationships. This
month, in an event that made headlines, the infant daughter of a lesbian couple was baptized in a
cathedral in Francis' native Argentina, apparently with the Holy See's tacit assent.
"When he was cardinal in Buenos Aires, he really had a go at priests who wouldn't baptize the children
of single mothers," said Catherine Pepinster, editor of the Tablet, a Catholic weekly in Britain. "He
takes it back to a human place. It's more about the person than about sticking to the letter. He's willing to
find a way through things."
But analysts warn that Francis' global popularity could fuel inflated expectations of the changes he is
able, or wants, to deliver.
Although he's unquestionably the man at the top, disgruntled underlings can ignore or seek to thwart his
injunctions. Conservative bishops in the U.S., most of them appointed by Francis' conservative
predecessors, have grumbled about the direction Francis is taking and oppose relaxation of traditional
strictures on marriage and family, said Massimo Faggioli of the University of St. Thomas in Minnesota.
"The Catholic Church is not a military dictatorship where, if they don't obey, you can send the army. It's
very difficult for a pope to force bishops to do what you want them to do," Faggioli said.
Some jockeying is already underway.
Prelates in Germany, Switzerland, parts of the U.S. and a few other jurisdictions who favor a softer line
have published their survey findings to bolster the case for change. The German bishops reported that
many of their parishioners view the church's teaching on sexual morality as "unrealistic," its prohibition
on artificial contraception as "incomprehensible" and its treatment of remarried divorcees as pitiless.
That the Germans also publicized their results in English "clearly meant they were trying to influence
public opinion in a worldwide manner," said Robert Gahl, who teaches at the Pontifical University of
the Holy Cross in Rome.
The Vatican has reportedly requested church officials in Ireland, England, Wales and other places not to
release their findings out of concern over stoking division.
The survey asked 39 lifestyle questions in each diocese — including whether unmarried couples living
together was common, whether same-sex unions were legal, how many children were being raised in
non-traditional families, and what programs effectively conveyed Catholic teaching on such matters.
Although the Vatican told bishops to distribute the questionnaire as widely as possible, apparently not
all complied. In the U.S., the National Catholic Reporter found that many dioceses posted the survey
online for parishioners to fill in, but others did not seem to notify laypeople at all.
http://www.latimes.com/world/europe/la-fg-vatican-family-20140430,0,6364053,print.story
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Vatican to debate teachings on divorce, birth control, gay unions - latimes.com
The Los Angeles Archdiocese put a simplified version of the questionnaire on its website in English,
Spanish and Korean and invited parishioners to participate. The results have been kept secret.
"There was no pretense of this being a scientific, neutral study," Gahl said. "It's like a massive global
brainstorming."
While the published results from Western countries show large-scale rejection of Catholic dogma on sex
and marriage, little is known of the response in Asia and Africa, where conservative views are more
likely, analysts say. That could complicate reforms by Francis, who wants to broaden the input and
influence of those growing regions.
Some critics also demand more participation by women in the discussion, so that crucial decisions on
marriage, sex and family life are not made exclusively by a group of single, celibate, childless men.
The "extraordinary" synod in October is the first half of a two-phase process. Bishops will discuss the
findings of the survey and air proposals to deal with them. They will then settle on new guidelines at an
"ordinary" synod next year.
The two-step process should give prelates time to reflect and adjust to reforms proposed by Francis,
author Thavis said.
But the pope would need to tread carefully, maintaining a tricky balancing act between ordinary
Catholics who desperately want change and those among their leaders who spurn it.
"The pope is the pope, and I think we can expect that even more conservative bishops will listen to what
he says," Thavis said. "In the end, it comes down to a policy that could be changed without causing
people to leave the church or causing people to slam the door on the way out of the synod."
Copyright © 2014, Los Angeles Times
http://www.latimes.com/world/europe/la-fg-vatican-family-20140430,0,6364053,print.story
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RIALP EDICIONES
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Los procesos matrimoniales en la Iglesia
*Segue il testo in originale
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01/04/2014
Novedad
Abril, 2014
Joaquín Llobell
Los procesos matrimoniales
en la Iglesia
Colección:
INSTITUTO DE CIENCIAS
PARA LA FAMILIA
Materia:
Familia
Código:
118536
I.S.B.N.:
9788432143786
Formato:
16 X 24 cm.
432 páginas
Encuadernación: Rústica
P.V.P. IVA incluido:
El diseño de ecología humana querido por Dios
para el matrimonio tiene diversas manifestaciones:
una de ellas, decisiva, es la indisolubilidad del
vínculo. Por otra parte, existen matrimonios nulos:
pese a celebrarse en la Iglesia, nunca fueron válidos. Declarar esa nulidad cuando de verdad existe
comporta un bien tanto para los esposos como para
la Iglesia y la sociedad civil: «La verdad os hará
libres» (Juan 8, 32).
Joaquín Llobell (Valencia, 1951) es Catedrático de
Derecho Procesal Canónico en la Pontificia Universidad de la Santa Cruz, Juez de la Corte de Apelación del Estado de la Ciudad del Vaticano, Referendario del Supremo Tribunal de la Signatura Apostólica, Consultor del Pontificio Consejo para los Textos Legislativos y Académico correspondiente de la
RR.AA de Jurisprudencia y Legislación.
Ed. papel: 30 €
Ed. digital: 17,99 €
Ediciones RIALP | Alcalá, 290 28027 Madrid | Tel. 913 260 504 | www.rialp.com | [email protected]
ROMA SETTE
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02/04/2014
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In mostra a San Salvatore in Lauro i "Caratteri del Padre"
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- ZENIT: http://www.zenit.org/it/articles/caratteri-del-padre-omaggio-a-giovanni-paolo-ii
- 2PAPISANTI: www.2papisanti.org/IT/newsdetail/242/Opera_d'arte_dedicata_a_Giovanni_Paolo_II/
- 34/64 -
In mostra a San Salvatore in Lauro i "Caratteri del Padre" - Ve...
http://www.romasette.it/modules/news/print.php?storyid=12483
In mostra a San Salvatore in Lauro i "Caratteri del Padre"
Nel complesso monumentale l'esposizione di Enrico Benetta dedicata alla
preghiera insegnata da Gesù ai discepoli. All'Università della Santa Croce
un'installazione dedicata a Giovanni Paolo II di R. S.
È la figura di Maria «nell’accezione che Giovanni Paolo II ci ha insegnato, estrinsecata nel suo
motto papale “Totus Tuus”», il filo conduttore della mostra di Enrico Benetta “Caratteri del
Padre”, che si inaugura domani, giovedì 3 aprile, alle 17.30 nel complesso monumentale di San
Salvatore in Lauro. Promossa dal Pio Sodalizio dei Piceni e dalla delegazione pontificia della
Santa Casa di Loreto in collaborazione con la Pontificia Università della Santa Croce e la
Biblioteca Angelica, l’esposizione è dedicata alla preghiera insegnata da Gesù ai discepoli, il
Padre Nostro, stampato in 155 lingue diverse, nei caratteri ridisegnati da Giambattista Bodoni.
Nel complesso di San Salvatore in Lauro sono esposte le dieci tavole del Padre Nostro in dieci
lingue diverse, tratte dall’Oratio Dominica, un’installazione dedicata alla Santa Casa di Loreto.
L’Università della Santa Croce ospita, tra l’altro, un’installazione dedicata a Giovanni Paolo II:
una struttura a semicerchio con il motto Totus Tuus e il suo volto stilizzato.
2 aprile 2014
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UNIVERSITÀ PONTIFICIA
SALESIANA
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03/04/2014
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Citazioni Università
e/o professori
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“Le sfide e le prospettive future della Comunicazione sociale:
istituzioni e studi”
*Segue il testo in originale
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Comunicazione sociale: istituzioni e studi”
“Le sfide e le prospettive future della Comunicazione
sociale: istituzioni e studi”
Categoria: Convegni e Incontri
Pubblicato Giovedì, 03 Aprile 2014 10:58
(Roma, 3 aprile 2014) - Un Seminario di
studio su questo tema si è tenuto presso
l'Aula "Egidio Viganò" della Biblioteca Don
Bosco dell'UPS martedì 1 aprile pomeriggio,
organizzato dalla FSC all'interno delle
attività programmate in occasione del suo
XXV anniversario.
Autenticazione
I docenti della Facoltà hanno avuto la
possibilità di confrontarsi sulle principali
questioni e sugli orientamenti attuali delle scienze della comunicazione con colleghi di
altre Facoltà di Università pontificie e statali, con noti professionisti del mondo della
comunicazione e con vari responsabili di importanti istituzioni a livello civile ed
ecclesiale.
Dopo il saluto del Decano FSC, prof. Mauro Mantovani, il prof. Alberto Lo Presti
(docente di Scienze sociali e collaboratore della Congregazione per l'Educazione
Cattolica) ha dedicato il suo intervento all'identità di una istituzione pontificia di
scienze della comunicazione sociale così come emerge dal processo di Bologna e dalle
sue istanze, indicando quali principali sfide e prospettive la questione della tracciabilità
del destino professionale degli studenti, il riconoscimento dei titoli di studio e il
cambiamento culturale che ne viene implicato, la responsabilità e la qualificazione dei
docenti, il rapporto tra ricerca e didattica.
È seguita una nutrita serie di brevi interventi da parte degli illustri ospiti invitati per
l'occasione: il dott. Riccardo Cinquegrani (Direttore dell'AVEPRO), mons. Dario Viganò
(Direttore del Centro Televisivo Vaticano), prof. Ary Waldir Ramos Díaz (Pontificia
Università Gregoriana), il prof. José Maria Laporte (Decano della Facoltà di
Comunicazione Istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce), mons. Ivan
Maffeis (Ufficio Comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Italiana), il prof.
Mario Morcellini (La Sapienza Università di Roma), il dott. Antonio Preziosi (già
Direttore Giornale Radio Rai), mons. Paul Tighe (Segretario del Pontificio Consiglio delle
Comunicazioni Sociali), mons. Maurizio Viviani (Ufficio Scuola e Università della
Conferenza Episcopale Italiana), il prof. Adriano Zanacchi (già docente FSC) e il dott.
Piero Damosso (Caporedattore al TG1).
L'incontro ha annoverato un successivo momento di dialogo tra i partecipanti, durante il
quale sono intervenuti i docenti FSC prof. Carlo Tagliabue, Vittorio Sammarco, Franco
Lever, Fabio Pasqualetti, Emiro Cepeda, Cosimo Alvati, Renato Butera e Peter
Gonsalves. Ne è scaturito un ricco e variegato panorama sui compiti fondamentali che
sfidano oggi le istituzioni accademiche che si dedicano alle scienze della comunicazione,
e in particolare che impegnano la FSC per realizzare in forma sempre più adeguata la
sua fondamentale missione educativa e formativa al servizio della Chiesa e della
società. L'abbondante documentazione elaborata in occasione di questo Seminario di
studio costituirà un importante punto di riferimento per la preparazione del Convegno
Internazionale "Ripensare la comunicazione: le teorie, le tecniche, le didattiche" che
la FSC sta organizzando per venerdì 14 e sabato 15 novembre 2014.
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Corso di base di giornalismo
Da quando le Università si sono
aperte allo studio dei mass-media
ed in particolare d...
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University course highlights role of media in evangelization
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University course highlights role of media in
evangelization :: Catholic News Agency (CNA)
catholicnewsagency.com /news/university-course-highlights-role-of -media-inevangelization/
Fr. Sergio Tapio Velasco speaks with CNA on February 25, 2014 Credit: Andreas Dueren/CNA
Vatican City, Apr 7, 2014 / 04:34 am ( CNA/EWT N News).- Santa Croce University in Rome is
of f ering a multif aceted communications course, emphasizing the importance of the f ield f or
evangelization, and preparing students f or dif f iculties they may encounter.
“I would say that if Jesus had lived in the 21st century, he would have certainly used television,
Twitter, Internet to communicate himself , because this is lived-in real world,” Fr. Sergio Tapio
Velasco said in an inverview with CNA.
“He lives in the real world, and his Incarnation is real. So, as Jesus used, let's say, the common
techniques of his era when he was here…He would have used them today.”
Fr. Velasco is originally f rom Mexico, but has been living and working in Rome f or the last 20
years, and is in charge of the public speaking and media training program f or the Church
Communications School at the Pontif ical University of the Holy Cross.
Of ten ref erred to by its Latin name, Santa Croce is a university under the Curial Congregation f or
Catholic Education and is overseen by Opus Dei. T he course being of f ered is designed to train
students to become directors of communication, and educates them by providing basic
knowledge in all areas f rom the of f ice, to radio and television interviews, as well as how to
operate a camera.
Driving the program is the idea that when students come to the university, they come f or a three
year study period in order to get their license, Fr. Velasco explained, highlighting that “in the
second year they have a public speaking subject.”
“Week by week, they will start delivering the speeches to def end some concept of Catholic
doctrine, but not only,” he noted, revealing that “once we train them within a semester on public
speaking, we start in the third year of their studies with this media training program.”
Each week “we give them a tough topic of the media, like natural marriage against gay marriage,
or abortion and pro-lif e,” he continued, “and so we try to make them f ace real problems that they
will f ace in the f uture, in communications.”
“And then week by week, what we try to do is tell them, ‘Well, today we will train you – f or example
– on giving simple and concise answers…’ so, little by little, within a semester, they receive at
least the theoretical and practical instruments that will be usef ul f or them in the f uture.”
Jorge Milan, who also teaches at Santa Croce as an associate prof essor of audio-visual
communications, emphasized that the importance of combining both the technical and the
humanistic side of media, so that students are given “the knowledge of all the Church,” but also
practical skills.
“I try to prepare my students to help the prof essionals of radio and television to do their job, so
they to understand how to use a camera, how to edit in a computer, how to, f or example, do
debates in radio and television.”
T his helps them, Milan went on to say, not only to speak about the Church “but also to help
journalists to do their job...to prepare a documentary with their bishops, because probably they
will work in a communications of f ice.”
By doing this, “they will be able to help the journalists when they want to do a documentary on
some issue of the Dioceses, f or example,” Milan observed, noting that the school “is f or
everybody: priests, seminarians, laypeople.”
Emphasizing how “the Church has been insisting since the Second Vatican Council on the need
that we have of working on media, because it's very important,” Fr. Velasco insisted that although
we cannot meet everyone in person, “through media communications I can meet thousands of
people that in other circumstances would be impossible.”
“And that's important, no?” the priest expressed, highlighting that “It's a great” means “f or
spreading the Word of God.”
Ref erring to a prof essional seminar the university is hosting at the end of the month f rom April
28 – 30 in which participants will be updating their f ormation on Church communications, Fr.
Velasco explained that the strategy will be to f ocus “on creating a cultural change.”
Among those slated to speak at the seminar are Cardinals Timothy Dolan who oversees the
Archdiocese of New York, as well as other Church leaders who constantly deal with media and
def end topics relating to the human being.
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Michele Dolz, alla Bocconi tra antico e contemporaneo
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Michele Dolz, alla Bocconi tra antico e
contemporaneo
All'ateneo milanese l'arte informale di uno storico dell'arte spagnolo. Le
immagini. FIno al 20 giugno 2014.
Lo spagnolo Michele
Dolz, storico dell’arte,
docente presso la
Pontificia Università
della Santa Croce a
Roma e allievo del
pittore spagnolo
Salvador Pérez, dopo
aver esposto in Spagna
e in Irlanda, dal 5
maggio 2014 espone a
Milano nella sede
dell’Università
Bocconi, continuando
la personale tradizione
che lo porta a mostrare
le sue opere in luoghi
non convenzionali. La curatrice. «A Dolz
interessa contrapporre
antico e
contemporaneo,
assenza di vita e vita.
Nello spazio della tela
disegna una forma che
pulsa, palpita, respira e
che si staglia sul
fondo, anzi si
divincola alla stretta
Michele Dolz, “Senza titolo”.
della materia. Il fossile
in natura è
imprigionato nella roccia, ma nella pittura di Dolz è invece libero. Rimane
aggrappato come una madrepora alla superficie, ma si gonfia, si slabbra, lievita
come una creatura vivente. In termini stilistici potremmo parlare, per queste opere,
di un informale che dialoga con la forma. O, meglio, di una forma che mantiene la
ricchezza di suggestioni dell’informale, cioè la vitalità della materia, la libertà e
l’immediatezza del segno, l’emozionalità e l’istintività del gesto, però le disciplina
fino a suggerire un profilo, una sagoma, un disegno: una forma, appunto, sia pure
magmatica come un’argilla o una pasta vitrea ancora calda. Dolz suggerisce una
diversa nozione del tempo, e quindi dell’esistenza. Inoltre i suoi colori che
prediligono le gamme delle ocre o dei bianchi minerali ci insegnano che tutto è
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Bozzetti e collage di Hans Knapp a
Merano Arte, le immagini
L'artista altoatesino protagonista della personale
"What is it like?", fino al 31 maggio 2014.
Adriano e la Grecia: storia di una
passione
A Villa Adriana 50 opere, di cui 22 dal mondo
ellenico, ricostruiscono un rapporto di intenso
scambio.
Al MaXXI si festeggia lo Stato di rifiuti
Fino al 2 maggio 2014, "L'onda" della Finucci
riempie di rifiuti plastici la piazza del museo
romano.
Firenze, storia di una mecenate:
l’Elettrice Palatina
L'impegno di Anna Maria Luisa de' Medici per la
città. Il corpo, riesumato nel 2012, ha svelato
molti misteri.
I vedutisti tedeschi e la Capitale. Le
immagini
I luoghi di Roma scelti nelle loro opere dagli
artisti che vi abitarono tra il Settecento e
l'Ottocento.
Bozzetti e collage di Hans Knapp a
Merano Arte, le immagini
L'artista altoatesino protagonista della
personale "What is it like?", fino al 31
maggio 2014.
A Bologna, l’agorafobia di Uno, lo street
artist romano
Elastico Studio ospita la personale
dell'artista, tra la rappresentazione
dell' "io" e l'immaginario collettivo.
A Modena, le foto di Axel Hütte, fra
fantasmi e realtà
Il Foro Boario ospita venti grandi
immagini dell'artista tedesco, fino al
29 giugno 2014.
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pervaso dalla luce. Anche ciò che sembrava arcaico, fossilizzato appunto. Perché,
come diceva Carolux Rex citato da Pound: Sunt lumina OMNIA. Tutto, tutto ciò
che è, è luce» (Elena Pontiggia).
in collaborazione con gli enti locali
Vademecum
• Fino al 20 giugno, lunedì­sabato, ore 9­12.
•info: Divisione Studenti ISU Bocconi, Piazza Sraffa 11, 20136 Milano. Tel. 02
5836.2147
Stop
Pubblicato il 04 aprile 2014 alle 19:37 | Ultima modifica 04 aprile 2014 alle 19:40
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ITA » Chiesa » Teologia della
famiglia » Fede e
sacramento
Fede e sacramento
All’Istituto Giovanni Paolo II il 3 aprile un colloquio di teologia sul matrimonio
Il rapporto tra la fede e i
sacramenti. Questo il tema
al centro del colloquio di
teologia su “Fides­foedus:
la fede e il sacramento del
matrimonio” promosso per
giovedì 3 aprile dal
Pontificio Istituto Giovanni
Paolo II per la Famiglia.
“L’originalità
dell’articolazione tra dato
naturale e sacramentale nel
matrimonio”, spiegano gli
organizzatori, “è oggi
investito da nuove
problematiche, quali, ad esempio, la richiesta del sacramento da parte di battezzati non più credenti o comunque lontani da ogni
pratica ecclesiale”. Obiettivo del colloquio, “approfondire il nesso sinergico tra fede e sacramento del matrimonio, ricordandosi che la
fede ha una struttura sacramentale” così da comprendere “come riuscire ad integrarli senza oscurare da un lato la dimensione naturale
e dall’altro la nozione stessa di sacra mentalità”. Interverranno monsignor Cyril Vasil, segretario della Congregazione per le Chiese
orientali, Livio Melina, preside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo, José Granados dell’Istituto Giovanni Paolo II, Andrea Bozzolo
dell’Istituto internazionale Don Bosco, Rafael Diaz Dorronsoro della Pontificia università della Santa Croce. Tra i relatori della seconda
sessione, Andrea D’Auria della Pontificia Università Urbaniana, Alexandra Diriart dell’Istituto Giovanni Paolo II, Jean­Miguel Garrigues
dell’Istituto San Tommaso d’Aquino di Tolosa e monsignor Juan Antonio Reig Pla, vescovo di Alcalà de Henares. Per info e programma: www. http://www.istitutogp2.it.
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Canon lawyers’ gathering inspired by ‘Year of Laity’
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Canon lawyers’ gathering inspired by ‘Year of Laity’ | CBCP News
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Canon lawyers’ gathering inspired by ‘Year of Laity’
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MANILA, April 11, 2014 — A rare, upcoming gathering of canon lawyers from April 28 to May 1 in Malvar,
Batangas is inspired by the Church’s major direction of celebrating a ‘Year of the Laity.’
Bringing together an estimated 120 canon lawyers from all over the country, the 22nd National Convention of
the Canon Law Society of the Philippines (CLSP) is themed, “The Filipino Laity and the New Evangelization:
Opening the Divine Paths of the Earth”, and will be held at the Lima Park Hotel, Lima Industrial Park, Malvar.
‘Priesthood to the full’
“With so much talk about a new evangelization, it is important to keep in mind the strict obligation of the
sacred ministers to give the lay faithful the full resources of the Church—the Word and the Sacraments—in
order for them to live out their common priesthood to the full, and thus be the agents of that new
evangelization,” explained CLSP executive secretary, Fr. Jaime B. Achacoso.
The main speaker for the conference is Prof. Luis
Navarro, Dean of the Faculty of Canon Law of the
Pontifical University of the Holy Cross in Rome. To
better understand the country’s numerous and active
ecclesial movements like Couples for Christ and El
Shaddai, Prof. Navarro, will talk about “The Canonical
Status of the Layperson” and “New Ecclesial
Movements in the Papal Teaching and its Juridical
Implications”.
Ecclesial movement in the Philippines
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Youth org to discuss environmental issues in
nat’l confab: TAGAYTAY CITY, April 15, 2014 –
Zeroing in on a key... tinyurl.com/mnwald3
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2h
‘Show solidarity with calamity victims’ – Tagle to
faithful: MANILA, April 15, 2014 — Manila
Archbishop Luis A... tinyurl.com/lwqmlp9
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A doctor of both canon law and civil law, he will also
discuss the theological and juridic implications of such
movements, vis­à­vis the rights and duties of the lay
faithful in general.
Fr. Achacoso, also a doctor of canon law of the
Pontifical University of Navarre, Spain, shall deliver a
lecture on “The Pastoral Demands of the New
Evangelization: The Canonical Obligations of the Parish
Priest.”
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@cbcpnews
4h
‘Be holy, not just pious’ – bishop: PARAÑAQUE
City, April 15, 2014—In what became a theology
lesson of sorts, ... tinyurl.com/lzq3f63
Tweet to @cbcpnews
Finally, a workshop shall be held on the new praxis for
the “Procedure for the Dispensation from the Clerical State”, also to be conducted by Prof. Navarro, who has
extensive experience on the matter in his work at the Holy See.
Hosted by the Archdiocese of Lipa, the gathering is an opportunity for training, prayer, reflection, and priestly
camaraderie.
While preference is given to the members of the CLSP (with a subsidized fee of P2,000), a limited number of
slots are available to non­members (full fee of P12,000 for single or P6,000 for twin­sharing accommodations).
Interested parties can direct all inquiries to the CLSP Secretariat at the CLSP Bldg., 470 Gen. Luna Street,
Intramuros (Manila). Tel: (02) 5235301. E­mail: [email protected];
[email protected] (CBCP News)
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Il Cor Unum mostra i suoi numeri
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Il Cor Unum mostra i suoi numeri | ZENIT - Il mondo visto da Roma
Il mondo visto da Roma
http://www.zenit.org/it/articles/il-cor-unum-mostra-i-suoi-numeri
Il Cor Unum mostra i suoi numeri
Più di 300 progetti in 28 paesi in America Latina e in Africa. Forte
appoggio umanitario in Siria
Citta' del Vaticano, 14 Aprile 2014 (Zenit.org) H. Sergio Mora | 69 hits
Con fondi pari a 3,6 milioni di dollari, la fondazione “Popolorum Progressio” per l’America Latina e la
Fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel realizzeranno più 300 progetti di sviluppo in 28 paesi. Lo ha
spiegato oggi il numero due del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, monsignor Giampietro Dal Toso,
durante una colazione alla presenza di giornalisti e partecipanti a corsi di attualizzazione sulla Chiesa presso
la Pontificia Università della Santa Croce.
Si tratta di una quantità enorme di piccoli progetti di sviluppo, in relazione alla quantità di denaro,
proveniente in gran parte dalle conferenze episcopali tedesca e italiana. Tutto ciò, grazie a non altissimi costi
di intermediazione, a differenza di quanto avviene in diversi enti internazionali.
Monsignor Dal Toso ha rammentato che Giovanni Paolo II istituì la Fondazione per il Sahel nel 1984 per
lottare contro la desertificazione di questa regione africana e che nel 1992 creò la “Popolorum Progressio”
per aiutare le popolazioni rurali dell’America Latina e dei Caraibi, affidando tale compito al Cor Unum.
Dal Toso ha ricordato l’esistenza di due segretariati, uno nella capitale del Burkina Faso, Ouagadougou,
l’altro nella capitale della Colombia, Bogotà, dove giungono le proposte progettuali, le quali vengono
valutate e, se approvate, sono sottoposte ad un controllo ad opera di esperti. Inoltre le due fondazioni sono
gestite dai vescovi locali, nove in Sahel e sei in America Latina.
Il Sahel, ha sottolineato il segretario del Cor Unum, è una regione composta da sei paesi dell’Africa
equatoriale: Burkina Faso, Capo Verde, Ciad, Gambia, Guinea Bissau, Mali, Mauritania, Niger e Senegal.
Questi progetti “dimostrano l’attenzione tangibile che la Chiesa ha verso la situazione in questi paesi” e,
inoltre, favoriscono il dialogo interreligioso, dal momento in cui in Africa, la maggior parte dei destinatari
sono persone di religione musulmana.
Il prelato ha poi sottolineato alcuni aspetti delle fondazioni che, dopo 30 anni di lavoro, “sono diventate non
solo un luogo di finanziamento ma anche di scambio di esperienze” e per questo “realizzano corsi di
formazione per la gente che lavora sul posto, insegnando loro a preparare progetti”.
Durante la conversazione, il segretario del Cor Unum ha spiegato che la filosofia di entrambe le fondazioni
è quella di realizzare progetti comunitari e non di tipo personale. In alcuni casi, ha precisato, il denaro viene
dato in prestito in modo che torni a poco a poco alla fondazione, perché sia così funzionale a nuovi progetti.
http://www.zenit.org/it/articles/il-cor-unum-mostra-i-suoi-numeri
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15/4/2014
Il Cor Unum mostra i suoi numeri | ZENIT - Il mondo visto da Roma
Tra quelli che ha più apprezzato, monsignor Dal Toso ha spiegato che “ve n’è stato uno per l’inserimento
professionale di 91 giovani con ritardi mentali. Ve ne sono comunque di assai importanti, come quelli per
l’irrigazione a goccia, la realizzazione di pozzi, e molti altri per la formazione della donna, in particolare in
Africa”.
Ha poi ricordato la realizzazione di “un banco alimentare costato di 100mila dollari” e, ad Arequipa, in
Perù, “un corso per l’inserimento nel mondo del lavoro per madri con figli sotto i cinque anni”. Dal Toso ha
riconosciuto che i costi, nei paesi in via di sviluppo sono assai più bassi, al punto che “ho visto la
costruzione di una scuola con soli 5 milioni di euro”.
In conclusione Dal Toso ha ricordato che nei progetti di cooperazione è necessario tenere viva l’idea della
promozione integrale che è il grande problema degli aiuti umanitari. “La domanda non è solamente quanto
aiuto si da, ma come e quanto i progetti promuovono la libertà della persona”.
La Chiesa intende sviluppare sempre la centralità della persona, il che significa che intende promuovere
tutte le dimensioni della libertà in maniera che le persone possano decidere in maniera responsabile.
Superando i modelli degli anni Settanta i quali proponevano di soddisfare solo le necessità materiali, senza
tener conto di quelle culturali, oggi si privilegia l’idea di uno sviluppo integrale.
Per quanto riguarda la situazione in Siria, monsignor Dal Toso ha ricordato che “per volontà di Papa
Francesco, oggi Cor Unum sta dando priorità alla Siria e la presenza della Chiesa si realizza attraverso
l’assistenza e la promozione dei diritti umani”.
Il prelato ha ricordato che lo sforzo della Chiesa in queste zone è grande in termini di “persone e di aiuto”,
con un importante lavoro di coordinamento.
L’aiuto è tale che copre gran parte del territorio siriano, anche se ci sono parti con tante limitazioni e
materiali che scarseggiano. Il coordinamento è organizzato insieme al Jesuit Refugee Service, che svolge
un’attività su base capillare.
Interessante notare che nella riunione con i Vescovi della Regione che si è tenuta a Beirut lo scorso 6
dicembre, molti hanno detto che “le persone si rivolgono alla Chiesa cattolica perché sanno dove andare”.
Questo accade perché “capiscono che il vescovo è anche un padre".
(14 Aprile 2014) © Innovative Media Inc.
http://www.zenit.org/it/articles/il-cor-unum-mostra-i-suoi-numeri
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LA REPUBBLICA
http://www.repubblica.it
16/04/2014
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Alla scoperta del Vaticano
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16/4/2014
Alla scoperta del Vaticano - la Repubblica.it
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Alla scoperta del Vaticano
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Il primo degli scrittori a “giocare” una propria opera su un’ambientazione
tutta vaticana fu nel 1975 Mario Pomilio. Il quinto evangelio , pubblicato per
Rusconi, fu un successo. L’idea era che esistesse un quinto Vangelo. Ma
alla fine non esisteva nessun testo segreto: era la Chiesa a rappresentare il
Vangelo mancante. Dopo Pomilio, tanti altri si cimentarono. Ad esempio I
sotterranei del Vaticano di André Gide, ma anche certi racconti di Stendhal.
L’idea era (ed è ancora oggi) che il Vaticano, più di altri luoghi, custodisca
segreti indecifrabili.
E in parte è vero: il Vaticano è come un buco in cui tutto il mondo trova sé
stesso. C’è verità, ma non solo. C’è il bene, e cioè un luogo di governo
fissato da Cristo. Un luogo dove tutto è però impastato con la terra, con gli
uomini a cui il governo è affidato. C’è questo, ma anche altro, molto altro,
nei sei dvd che da domani (ogni mercoledì) Repubblica manda in edicola.
Alla scoperta del Vaticano , infatti, non è un racconto nel quale chi scrive sa
bene di cosa parla, pur rimanendo estraneo all’ambientazione scelta, come
gli autori dei romanzi ambientati in Vaticano. Piuttosto, è un cammino entro
le mura leonine fatto con l’occhio privilegiato di chi nel Vaticano vive, abita,
lavora. Sono, infatti, le telecamere del Centro Televisivo Vaticano (giunto a
trenta anni di esistenza), in collaborazione con Officina della
Comunicazione, a condurre direttamente entro i segreti di un mondo che
non è soltanto patrimonio d’infinita bellezza, ma anche uno Stato – 44 ettari
in tutto, il più piccolo del mondo – in cui una vita pulsa. «Seguitemi, sarà un
viaggio sorprendente », dice non a caso la guida d’eccezione dei sei dvd,
Alberto Angela, volto noto e apprezzato come divulgatore dal grande
pubblico. «Seguitemi », perché questa volta è il padrone di casa a fare
strada, ad aprire porte, passaggi, stanze inaccessibili e corridoi segreti.
Recentemente è stato John Wauck, professore di letteratura e
comunicazione della fede alla Pontificia Università della Santa Croce, a
spiegare perché il Vaticano affascini tanto anche, ad esempio, gli scrittori
statunitensi. «Il fascino – ha raccontato – viene dal fatto che nella Chiesa
cattolica si può trovare quello che non si trova facilmente in America: grandi
tradizioni della storia, dell’arte, della religione. Quando ci si trova in piazza
San Pietro, si hanno davanti un obelisco egizio, una necropoli romana, la
basilica più famosa del mondo, la Cappella Sistina, la Pietà, la tomba di san
Pietro, gli appartamenti del Papa, il posto dove Giovanni Paolo II subì un
attentato, le stanze di Raffaello, il colonnato del Bernini… Sono tutte cose
che non ci sono nelle periferie di Chicago…».
Il viaggio inizia con la basilica più grande del mondo, la basilica di San
Pietro. Dalla Piazza alle grotte, duemila anni di civiltà, storia, religione e
arte. Quindi i tesori e i segreti del Vaticano custoditi non soltanto nei Musei
ma anche, ad esempio, nell’archivio segreto o nella grande biblioteca. E,
ancora, un affondo alla scoperta dei sofisticati sistemi di sicurezza a tutela
di chiunque transiti tra le sacre mura, non solo il Pontefice ma anche i
turisti. Certo, non c’è sicurezza senza regole: minuziose quelle
dell’organizzazione della vita quotidiana interna. E poi i giardini, un polmone
verde ricco di varietà esotiche e di bellezze architettoniche entro i quali i
Papi da tempo amano passeggiare, specialmente nel pomeriggio, e qui
pregare in silenzio. Infine, i territori lontani da Roma, quelle ville pontificie
scelte come villeggiatura dai Papi degli ultimi secoli.
La macchina da presa non viene risparmiata. Entra in luoghi di fatto
inaccessibili, meandri che parlando di storia, di cultura, di arte, lasciandosi
accompagnare da una serie d’interviste rilasciate da personaggi autorevoli
che permettono di approfondire i temi via via affrontati. Un viaggio,
insomma, unico, che almeno una volta nella vita vale davvero la pena di
fare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Dalle ville ai giardini dei Papi, un viaggio attraverso duemila anni di storia e
arte
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Paolo Rodari
15 aprile 2014 52 sez. R2 Cultura
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AGENZIA SIR
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http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=285190
Giornalismo: Premio “De Carli”,
proroga a 30 aprile per canonizzazione Papi
*Segue il testo in originale
- 42/64 -
18/04/2014
22/4/2014
SIR - Servizio Informazione Religiosa - Quotidiano
Venerdì 18 Aprile 2014
15:16 ­ GIORNALISMO: PREMIO “DE CARLI”, PROROGA A 30 APRILE PER
CANONIZZAZIONE PAPI
Il premio “Giuseppe De Carli” apre alla canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II:
verrà posticipata al 30 aprile la data di produzione degli elaborati per la seconda edizione del
concorso indetto dall’associazione “Giuseppe De Carli ­ Per l’informazione religiosa”. Una
decisione presa per poter includere anche i lavori sugli eventi del prossimo 27 aprile, data in
cui i due pontefici verranno canonizzati: “Una scelta doverosa in considerazione di questo
atteso evento ­ spiegano gli organizzatori ­ e della copertura da parte di numerosi giornalisti
che saranno chiamati a raccontarlo”. L’associazione ha anche annunciato i membri della
giuria che valuterà i lavori partecipanti: si tratta di Lucio Brunelli, vaticanista del Tg2 e
vincitore della prima edizione, Domenico Delle Foglie, direttore del Sir, Stefania Falasca,
editorialista di “Avvenire”, Santino Franchina, vice presidente dell‘Ordine nazionale dei
giornalisti, Donatella Negri, giornalista del Tg3 Rai Lombardia; Domenico Paoletti, preside
della Pontificia Facoltà teologica “San Bonaventura” Seraphicum, Marina Ricci, per anni
vaticanista del Tg5 e Carla Rossi Espagnet, teologa e docente presso la Pontificia Università
della Santa Croce.
Copyright ¿ 2010 - Societ¿ per l'Informazione Religiosa - S.I.R. Spa - P.Iva 02048621003 - Via
Aurelia, 468 - 00165 Roma - tel. 06/6604841 - fax 06/6640337
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INC.
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18/04/2014
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http://www.slate.com/blogs/moneybox/2014/04/18/pope_francis_popularity_why_he_s_been_an_effective_leader.html
Why Pope Francis Has Been an Effective Leader
*Segue il testo in originale
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13/5/2014
Why Pope Francis Has Been an Effective Leader | Inc.com
LEAD
Why Pope Francis Has Been an Effective
Leader
BY WILL YAKOWICZ @WILLYAKOWICZ
In his first year, the pope has become popular among people of many different faiths
due to his humble acts, his inclusive views, and perhaps most of all, his positive
disposition.
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One year ago, Cardinal Jorge Mario Bergoglio from Argentina become Pope Francis. Upon
his election, the new pope asked the crowd at St. Peter's Square at the Vatican, "Pray for
me."
Since then, the 77-year-old pontiff, who took the name Francis after St. Francis of Assisi,
has become a popular leader in part because of his informal and inclusive
attitude. Positioning himself as a champion of the poor and disenfranchised, he has refused
to live in the papal palace, rides the "popemobile" without the bulletproof glass casing, and
urged priests not to drive expensive cars and give money to those less fortunate. His first
year has been marked by events like his first Holy Thursday, when he washed the feet of
young prisoners in an act of uncommon humility.
Many Catholics also have been encouraged to see that Francis has taken less hard-line
positions on some issues than his predecessors. He has said he does not judge gay people as
long as they "seek God and are of good will," and recently came out to say divorcees should
not be condemned by the church.
http://www.inc.com/will-yakowicz/pope-francis-a-leader-who-is-genuinely-happy.html
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13/5/2014
Why Pope Francis Has Been an Effective Leader | Inc.com
Sally Wilson, a non-Catholic who recently traveled to St. Peter's Square from Texas, tells
NPR that the pope has particularly wide appeal: "I think his serving humanity and his love
of people have an effect that makes him feel like he's a pope for all, not just for Catholics."
But the real secret behind Francis's effectiveness may be the fact that people feel like he
actually loves his job.
Father John Wauck, a professor at the Opus Dei Pontifical University of the Holy Cross in
Rome, tells NPR he has seen many popes, but what separates Pope Francis's leadership is
his positive disposition.
"He is not a showman in the way John Paul was, and he's not retiring in the way Benedict
was. Francis is completely comfortable in his own skin. He is transparently a happy
person," Wauck says. "It sounds really simplistic, but unfeigned happiness on the part of a
public figure is not that common."
IMAGE: GETTY IMAGES
L A ST UPD A T ED : M A R 1 3, 201 4
Why Pope Francis Has Been an Effective Leader
WILL YAKOWICZ is a reporter at Inc. magazine. He has covered business, crime, and politics at
Patch.com, and his work has been published in Tablet Magazine and The Brooklyn Paper. He
lives in Brooklyn, New York.
@WillYakowicz
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ROMA SETTE
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22/04/2014
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Sul giornale della Santa Croce due storie di vocazione
sbocciate grazie a Wojtyla
*Segue il testo in originale
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22/4/2014
Sul giornale della Santa Croce due storie di vocazione sbocciate grazie a Wojtyla - Versione stampabile - Canonizzazioni - RomaSette
Sul giornale della Santa Croce due storie di vocazione
sbocciate grazie a Wojtyla
Alla vigilia della canonizzazione il bollettino della Pontificia Università dà spazio al
racconto di due chiamate al sacerdozio legate alla figura di Giovanni Paolo II di R. S.
Un polacco e un salvadoregno: un prete e un seminarista che dicono il loro «grazie»
a Giovanni Paolo II, a due settimane dalla sua canonizzazione, attraverso le colonne del bollettino
della loro università. Ireneusz e Fernando Alfonso, due storie come tante di questi ultimi decenni, la
cui vocazione è maturata per una via che in qualche modo riconduce a Papa Wojtyla.
Sono le storie raccontate sul bollettino della Pontificia Università della Santa Croce, «Amici
dell’Apollinare», che alla vigilia dell’evento del 27 aprile dedica - come spiega il rettore Luis Romera un numero speciale al futuro santo cui tanto deve il centro di studi nato dal desiderio di san Josemaría
Escrivá, fondatore dell’Opus Dei, e dall’iniziativa del suo successore, il futuro beato Álvaro del
Portillo.
Il sacerdote polacco, Ireneusz Marian Rogulski, studente dottorando della facoltà di Comunicazione
sociale, ricorda il pellegrinaggio di Giovanni Paolo II in Terra Santa, nel 2000, che ascoltò alla radio:
«Il suo "Venite, seguitemi" entrava nel mio cuore. La mia vocazione la devo a lui, ma anche, lo posso
dire scherzandoci un po’, anche alla radio polacca che trasmetteva quelle parole del Pontefice.
L’importanza dei mass media! Specie quando trasmettono i discorsi del Papa! Chissà forse per questo
oggi a Roma studio comunicazione».
La vocazione di Fernando Alfonso Villalobos Salmerón ha invece inizio con la morte di Papa
Wojtyla. «Mentre guardavo il suo funerale - scrive il seminarista al secondo anno di Teologia - mi
commossi fino a piangere nel vedere quel grand’uomo che non si sarebbe più alzato fra noi. Era come
dire addio a un amico che mi aveva visto crescere. Quel giorno guardando la bara sentii qualcosa
dentro di me, sentii come se mi chiamasse e dicesse: "Tu dovresti essere qui, ma non come spettatore
piuttosto come celebrante". Sorrisi all’idea di diventare sacerdote ma quel pensiero non mi ha più
lasciato».
22 aprile 2014
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THE WASHINGTON POST
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22/04/2014
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John Paul’s legacy stained by sex abuse scandal
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22/4/2014
John Paul’s legacy stained by sex abuse scandal - The Washington Post
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John Paul’s legacy stained by sex abuse scandal
By Associated Press, Published: April 21
VATICAN CITY — Pope John Paul II is rightly credited with having helped bring down communism,
of inspiring a new generation of Catholics with a globe-trotting papacy and of explaining church
teaching on a range of hot-button issues as Christianity entered its third millennium.
But the sexual abuse scandal that festered under his watch remains a stain on his legacy.
John Paul and his top advisers failed to grasp the severity of the abuse problem until very late in his 26year papacy, even though U.S. bishops had been petitioning the Holy See since the late-1980s for a
faster way to defrock pedophile priests.
The experience of John Paul in Poland under communist and Nazi rule, where innocent priests were
often discredited by trumped-up accusations, is believed to have influenced his general defensiveness of
the clergy. The exodus of clergy after the turbulent 1960s similarly made him want to hold onto the
priests he still had.
Pope Francis has inherited John Paul’s most notorious failure on the sex abuse front — the Legion of
Christ order, which John Paul and his top advisers held up as a model. Francis, who will canonize John
Paul on Sunday, must decide whether to sign off on the Vatican’s three-year reform project, imposed
after the Legion admitted that its late founder sexually abused his seminarians and fathered three
children.
Yet the Legion’s 2009 admission about the Rev. Marcial Maciel’s double life was by no means news to
the Vatican.
Documents from the archives of the Vatican’s then-Sacred Congregation for Religious show how a
succession of papacies — including that of John XXIII, also to be canonized Sunday — simply turned a
blind eye to credible reports that Maciel was a con artist, drug addict, pedophile and religious fraud.
By 1948, seven years after Maciel founded the order, the Holy See had documents from Vaticanappointed envoys and bishops in Mexico and Spain questioning the legitimacy of Maciel’s ordination
(by his uncle, after Maciel was expelled by a series of seminaries), noting the questionable legal
foundation of his order and flagging his “totalitarian” behavior and spiritual violations of his young
seminarians.
The documents show the Holy See was well aware of Maciel’s drug abuse, sexual abuse and financial
improprieties as early as 1956, when it ordered an initial investigation and suspended him for two years
to kick a morphine habit.
Yet for decades, Rome looked the other way, thanks to Maciel’s ability to keep his own priests quiet, his
foresight to place trusted Legion priests in key Vatican offices and his careful cultivation of Vatican
cardinals, Mexican bishops and wealthy, powerful lay Catholics. Vatican officials were impressed
instead by the orthodoxy of his priests and Maciel’s ability to attract new vocations and donations.
http://www.washingtonpost.com/national/religion/john-pauls-legacy-stained-by-sex-abuse-scandal/2014/04/21/2241a9bc-c91e-11e3-b81a-6fff56bc591e_print.html
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John Paul’s legacy stained by sex abuse scandal - The Washington Post
John Paul, who in 1994 praised Maciel as an “efficacious guide to youth,” wasn’t alone in being duped.
His top advisers were some of Maciel’s fiercest supporters, convinced that the accusations against him
were the typical “calumnies” hurled at the greatest of saints. They were swayed instead by numerous
testimonies from bishops and others of his greatness — documentation which also features in the
Vatican archives, which were leaked and put online in 2012 by some of his Mexican victims.
Two years after the Vatican sentenced Maciel to a lifetime of penance and prayer for sexually abusing
his seminarians, John Paul’s No. 2, Cardinal Angelo Sodano, in 2008 was still praising the spirit of
Maciel and his “humility” in stepping aside after the Vatican finally confronted him with the
accusations.
John Paul’s prefect of the Congregation for Religious, Cardinal Franc Rode, told Legion priests that
same year he had absolved Maciel and praised the good “fruits” that Maciel’s Legion had given the
church.
“The fruit is good. The fruit is extraordinarily good. It is excellent,” Rode said, according to his
November 2008 speech made public online by Mexico’s El Zocalo newspaper. “Can we say the tree is
bad then? Purely from a logical standpoint, I would say no. I absolve Father Maciel. I do not judge
him.”
Maciel’s fraud, one of the greatest scandals of the 20th-century Catholic Church, raises uncomfortable
questions for today’s Vatican about how so many people could have been duped for so long. It also
brings into question how the church’s own structure, values and priorities enabled a cult-like order to
grow from within and how far accountability for all the harm done should go.
Finally, it begs the question of whether the order has really been purged of the abuses that allowed
generations of priests to subject themselves to blind obedience to a false prophet.
In his 2013 book “I Lived With a Saint,” John Paul’s longtime Polish aide, Cardinal Stanislaw Dziwisz,
said his pope knew “nothing, absolutely nothing” about Maciel’s misdeeds.
“For him, he was still the founder of a great religious order and that’s it. No one had told him anything,
not even about the rumors going around,” wrote Dziwisz, the leading force behind John Paul’s
remarkably fast canonization.
He blamed the Vatican’s “extremely bureaucratic structure” for preventing such information from
reaching John Paul and denied that his pope was slow to react to the abuse scandal.
Juan Vaca begs to differ.
Vaca was the Legion’s superior in the U.S. from 1971-1976, when he left the order and joined the
diocese of Rockville Center, New York. In 1979, a year after John Paul was elected, Vaca’s bishop sent
the Congregation for Religious a bombshell set of documents in which Vaca and another ex-Legion
priest detailed the sexual abuse they and some 19 other priests and seminarians had endured at Maciel’s
hands.
He later was one of a half-dozen former Legionaries who brought a canonical case against Maciel at the
Vatican in 1998. It took eight years — and the death of John Paul — for Pope Benedict XVI to sanction
Maciel.
“I feel once more outraged, furious with feelings of deception and rebellion at the circus process to make
‘saint’ a pope who did nothing to preserve the Catholic Church and society from the horrendous crisis
inflicted upon them by the Catholic clergy sexual abuse,” Vaca told The Associated Press in an email.
The Rev. Robert Gahl, a moral theologian at Rome’s Pontifical Holy Cross University, said it’s in the
church’s interest to fully investigate just how the Legion scandal unfolded — including in those “corners
http://www.washingtonpost.com/national/religion/john-pauls-legacy-stained-by-sex-abuse-scandal/2014/04/21/2241a9bc-c91e-11e3-b81a-6fff56bc591e_print.html
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John Paul’s legacy stained by sex abuse scandal - The Washington Post
of the Vatican” where Maciel’s original supporters still wield influence — since John Paul “would never
have knowingly allowed sexual abuse to fester.”
“He who stared down dictators would never have shirked the responsibility to bring the perpetrators of
moral or sexual abuse to justice,” Gahl said. “History will demand such clarity and the time for it is
now.”
___
Follow Nicole Winfield at www.twitter.com/nwinfield
Copyright 2014 The Associated Press. All rights reserved. This material may not be published,
broadcast, rewritten or redistributed.
© The Washington Post Company
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AGENZIA REUTERS
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23/04/2014
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In Rome, Americans United for Life to Celebrate International ProLife Efforts
and the Legacy of Pope John Paul II
*Segue il testo in originale
---------------ANCHE IN:
- ZENIT: http://www.zenit.org/en/articles/experts-recall-john-paul-ii-s-battle-to-build-culture-of-life-on-world-stage
- CATHOLIC NEWS SERVICE:
http://www.catholiccourier.com/news/world-nation/st-john-paul-used-diplomacy-to-defend-life-negotiator-recalls/
- 46/64 -
23/4/2014
In Rome, Americans United for Life to Celebrate International Pro-Life Efforts and the Legacy of Pope John Paul II | Reuters
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* Reuters is not responsible for the content in this press release.
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In Rome, Americans United for Life to
Celebrate International Pro-Life Efforts
and the Legacy of Pope John Paul II
Dr. Charmaine Yoest will be available for interview
from Rome April 25 to May 3, 2014
PR Newswire
WASHINGTON, April 23, 2014
WASHINGTON, April 23, 2014 /PRNewswire-USNewswire/ -- Taking part in several
international pro-life events, Americans United for Life President and CEO Dr. Charmaine
Yoest will be in Rome for meetings public and private, commemorating the extraordinary
pro-life record of Pope John Paul II, who will be canonized on April 27. Dr. Yoest will be
available for interviews related to the trip, in Rome from April 25 to May 3, or in
Follow Reuters
Washington, D.C. prior. Given time differences and international logistics, request for
interview can be e-mailed to [email protected].
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"The world was changed as a result of Pope John Paul II's commitment to life and his
leadership in articulating a vision in which everyone is welcomed in life and protected in
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law," said Dr. Yoest. "Real pro-life leadership results in change. Words become deeds. And
those of us gathering in Rome for a series of pro-life events, now work from a stronger
foundation because Pope John Paul brilliantly articulated the centrality of support for the
'fundamental rights of the human person' as the primary duty of civil society."
"As the legal architects of the pro-life movement, Americans United for Life has been
inspired by Pope John Paul II's emphasis on the importance of law in shaping community. China debuts attack
helicopter
Hundreds injured as
meteor hits central Rus…
The legacy of a more pro-life world can clearly be witnessed from Pope John Paul II's vision,
articulated in Evangelium Vitae, where he wrote, 'As far as the right to life is concerned,
every innocent human being is absolutely equal to all others. This equality is the basis of all
authentic social relationships...' His teaching of this foundational truth continues to inspire
the prolife movement today."
White supremacist serial Flight MH370: 'objects
killer executed in Misso… spotted'
Friday, April 25: Dr. Yoest will speak at a conference that commemorates the leadership
of Pope John Paul II in advancing pro-life consensus around the world. Also speaking will
be AUL board member George Weigel, author of Witness to Hope: The Biography of Pope
John Paul II. The daylong event will take place in Rome at Pontifical University of the Holy
Cross, sponsored by Alliance Defending Freedom and C-FAM. Click here for more details.
Sunday, April 27: Canonization Day of Pope John Paul II and Pope John XXIII.
http://www.reuters.com/article/2014/04/23/aul-in-rome-pro-life-idUSnPn79rnm8+80+PRN20140423
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23/4/2014
In Rome, Americans United for Life to Celebrate International Pro-Life Efforts and the Legacy of Pope John Paul II | Reuters
Saturday, May 3: Mr. Weigel and Dr. Yoest will also be featured during an International
Pro-Life Leaders Conferences hosted by LifeSiteNews in partnership with Human Life
International and Family Life International New Zealand. It will take place the day before
the Italian March for Life in St. Piux X Hall, Rome. Click here for more details.
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«El ambiente en Roma es increíble»
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«El ambiente en Roma es increíble». El Comercio
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Actualizado: 4:30
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«El ambiente en Roma es increíble»
26.04.14 ­ 00:56 ­ M. F. ANTUÑA | GIJÓN.
Licenciado en Comunicación, estudia Teología Moral en la Universidad Pontificia de la Santa Cruz
El gijonés Juan Suárez­Lledó lleva desde 2010 en Italia y asistirá mañana a las canonizaciones
Juan Suárez­Lledó, ayer, en la plaza de San Pedro, que se prepara ya para las canonizaciones.
Llegó a Roma en 2010 y no esperaba ni por asomo vivir tantos momentos históricos. Juan Suárez­Lledó (Gijón, 1980) estudió Comunicación en la
Universidad de Navarra, trabajó allí durante varios años concluida su formación y hace tres años y medio le surgió una oportunidad que no pudo rechazar:
desplazarse a Roma para estudiar Teología Moral en la Universidad de la Santa Cruz mientras colabora en asuntos de comunicación en la oficina central
del Opus Dei. En eso anda enfrascado mientras ve pasar la historia reciente del catolicismo ante sus ojos.
Y es que para un creyente como él ser testigo de la marcha de Benedicto XVI y la llegada del papa Francisco al Vaticano ha sido un auténtico lujo. «Había
venido ya a Roma alguna vez, pero una vez aquí lo vives todo como un ciudadano más, y eso ocurrió con la renuncia de Benedicto XVI», relata Juan
Suárez­Lledó, quien estuvo en la última audiencia del anterior Papa en San Pedro y fue testigo de todo lo que sucedió en los días siguientes. «Fue muy
bonito cuando empezó el cónclave y sobre todo ver cómo lo vive la gente en Roma, que se vuelca muchísimo y de pronto cierra la tienda antes para
acercarse a la plaza de San Pedro».
Le gusta Roma. Le gusta la pasta. Le gusta la pizza. Le gusta una ciudad que derrocha vida ­también un tráfico caótico­ y religiosidad. «Aquello» ­dice en
referencia al relevo en el papado­ «fue muy bonito, y ahora pasa algo similar». Se refiere a las dos canonizaciones, las de Juan Pablo II y Juan XXIII, que se
celebrarán mañana. Y da detalles: «En España sería impensable, pero aquí hay pantallas instaladas por la ciudad que van transmitiendo discursos de las
intervenciones de Juan Pablo II y Juan XXIII a lo largo de sus años de pontificado». La seguridad se multiplica, los peregrinos llegan de todas partes y la
ciudad eterna se hace más amable que nunca. «El ambiente en Roma es increíble».
Juan, que vive en una casa del Opus Dei cerca de Villa Borghese, está ya disfrutando de los prolegómenos de las canonizaciones. En los meses previos, los
amigos llaman, mandan correos, buscan casa en la que alojarse durante unos días en Roma... Y ahora que la hora se acerca, el operativo está ya
preparado y empieza hoy: «Quedaremos por la tarde para ir hacia la zona de San Pedro, cenaremos algo por allí para ver el ambiente y luego nos iremos a
dormir al piso de un amigo. Llevaremos sacos para levantarnos a las cuatro o las cinco de la mañana y coger sitio en la plaza». Todo está listo para ver
amanecer en Roma y ser testigo de las canonizaciones. Para Juan es muy especial la de Juan Pablo II, porque es el papa que le ha acompañado toda su
vida y lo ve muy cercano. Eso mismo les ocurre a la veintena de amigos que estarán con él en la ceremonia.
No tiene visitas asturianas en Roma estos días este gijonés que dice haberse adaptado perfectamente a la capital italiana y cuyos planes de futuro pasan
por concluir sus estudios, realizar una tesis y estar al menos otros dos años allí. Y eso que siempre hay algunas añoranzas que no se curan con pizza: las
tardes de merendero y las del Molinón. Sigue al Sporting cual tifosi y espera un ascenso que se complica. ¿Habrá que rezar? «Hace falta, hace falta»,
bromea.
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I Concili? Scuole di libertà
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26/04/2014
30/4/2014
I Concili? Scuole di libertà - Formiche
Formiche
Porpora
I Concili? Scuole di libertà
I Concili? Scuole di libertà
26 - 04 - 2014 Giuseppe Brienza
Un saggio spiega come Pio IX evitò di far approvare “a colpi di
maggioranza” l’infallibilità pontificia durante il Concilio Vaticano I
«Se è vero che l’assemblea sperimentò in taluni (pochi) momenti degli interventi di Pio IX, d’altro canto è pur
innegabile che fu lasciata alla minoranza un’ampia possibilità di esporre le proprie idee, alcune delle quali furono
utilizzate per migliorare i documenti. Inoltre la presidenza operò sovente la politica della ricerca del maggior
consenso possibile, appunto apportando modifiche ai testi per farli accettare anche ai padri insoddisfatti delle
prime versioni, ed evitando di far approvare i testi a colpi di maggioranza, cosa del tutto possibile in quanto la più
gran parte dei vescovi presenti all’assemblea era di sentimenti ultramontani, infallibilisti, o quanto meno assai
lontani dalle perspettive dei padri facenti parte della minoranza».
Stiamo parlando del Concilio Vaticano I, tenutosi a Roma dal 1869 al 1870, e del processo che portò
all’approvazione del dogma dell’infallibilità pontificia quando, ex cathedra, si pronuncia in materia di fede e di
morale. Una lezione anche per l’oggi, se pensiamo anche alle varie fasi che hanno portato (o porteranno) alle
grandi riforme, costituzionali e non, delle democrazie contemporanee.
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30/4/2014
I Concili? Scuole di libertà - Formiche
L’APPROVAZIONE DELL’INFALLIBILITÀ PONTIFICIA: UNA LEZIONE ANCHE PER L’OGGI
Questo argomento è stato illustrato, con abbondanza di fonti bibliografiche ed archivistiche nel volume, a cura di
Onorato Bucci ed Pierantonio Piatti, Storia dei concili ecumenici. Attori, canoni, eredità (Città Nuova, Roma 2014)
dal prof. Carlo Pioppi, nel saggio intitolato Concilio Vaticano I, 1869­1870 (pp. 421­450).
La sua conclusone è diretta a smontare la tesi degli storici liberali e protestanti, per i quali la gestione dell’assise
conciliare, da parte di Pio IX e dei cardinali di Curia, sia stata autoritaria ed unilaterale. Invece, come spiega Pioppi,
«non si può affermare che vi sia stata una mancanza di libertà nei dibattiti e nelle votazioni. Non va del resto
dimenticato che alcune decisioni furono prese per evitare un eccessivo prolungarsi dei dibattiti, tenendo presente
che il numero dei partecipanti al concilio era assai grande» (p. 447).
PREPARAZIONE, CONVOCAZIONE E INAUGURAZIONE DEL VATICANO I
Nel saggio di Pioppi si spiega anche come la preparazione del Concilio Vaticano I fu a lungo organizzata e
meditata. Durante il pontificato di Pio IX, infatti, l’idea della possibile convocazione di un concilio ecumenico prese
consistenza fin dal 1849, quando il cardinale Luigi Lambruschini, prefetto della Sacra Congregazione dei Riti e
bibliotecario di Santa Romana Chiesa, aveva suggerito a Papa Mastai­Ferretti l’opportunità di un tale evento.
Effettivamente grandi e molteplici erano stati i cambiamenti avvenuti nella società rispetto al mondo in cui si era
svolto il concilio di Trento: l’Ancien Régime era tramontato e, con esso, l’alleanza “fra trono e altare”. Come scrive
Pioppi, in quegli anni, «si stavano imponendo in tutto l’orbe cristiano sistemi politici che s’ispiravano a un
liberalismo spesse volte caratterizzato da un forte atteggiamento anticattolico, o quanto meno anticlericale; nel
mondo della cultura, la fede cristiana doveva fare i conti con l’illuminismo settecentesco e con il positivismo che
muoveva i suoi primi passi. D’altro canto in ambiente cattolico si era andata sviluppando la corrente ultramontana,
che sosteneva l’utilità di una forte adesione alle direttive della Santa Sede in ogni ambito della vita ecclesiale. Tutto
ciò faceva sentire in molti animi la necessità di un nuovo concilio» (p. 421).
Pio IX maturò lentamente questa idea finché, il 6 dicembre 1864, poco prima della pubblicazione dell’enciclica
Quanta cura e del Sillabo contro gli errori del secolo, inviò una richiesta di parere ufficiosa sull’argomento a
quindici cardinali. Le risposte giunsero entro la fine di gennaio 1865 e furono in gran maggioranza (13 contro 2)
favorevoli.
Nel marzo 1865, Pio IX istituì dunque una Commissio Directrix Particularis Cardinalium de Concilio Celebrando,
presieduta dal cardinale Costantino Patrizio Naro (1798­1876), che ebbe con il cardinale Vincenzo Santucci
(1796­1861) un ruolo di primo piano anche nelle trattative diplomatiche per la tentata risoluzione della “Questione
romana” (cfr. Pio IX e la Questione Romana. Atti del Convegno sul cardinal Vincenzo Santucci (1796­1861), a
cura di Omar Ebrahime, con una Prefazione di Mons. Luigi Negri, D’Ettoris editori, II ed., Crotone 2012).
IL RICCO DIBATTITO DELLE COMMISSIONI PREPARATRICI
L’11 agosto 1867 la Commissione direttrice metteva dunque in cantiere le altre commissioni preparatorie: la
Commissione per la disciplina ecclesiastica, la Commissione dei religiosi, la Commissione politico­ecclesiastica e
la Commissione del cerimoniale. Furono quindi nominati gli esperti di questi organi: su un totale di 96 membri, 59
erano italiani, 13 tedeschi, 6 francesi, 5 spagnoli, 4 austriaci, 3 inglesi, uno russo, uno olandese, un svizzero, uno
statunitense, uno guatemalteco, uno suddito dell’Impero Ottomano; tra questi periti si trovano anche celebri nomi
del mondo culturale ecclesiastico del tempo, come Karl Joseph von Hefele, Franz Hettinger, Joseph
Hergenröther (1824­1890) ed anche il filosofo e cardinale inglese John Henry Newman (1801­1890) fu invitato a
lavorare come consultore, ma rifiutò.
Come sottolinea opportunamente Don Pioppi, «Il lavoro di queste commissioni fu una novità nella storia dei concili:
probabilmente quest’attività di preparazione svolta a Roma fu dovuta al desiderio di non rendere oltremodo lunga
l’assise conciliare, ma ebbe anche la conseguenza negativa di dare l’impressione, almeno in alcuni ambienti
http://www.formiche.net/2014/04/26/i-concili-scuole-liberta/
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30/4/2014
I Concili? Scuole di libertà - Formiche
ecclesiastici dell’Europa centrale e settentrionale, che si volesse organizzare un concilio già “preconfezionato”
nella Curia romana» (p. 422).
LE OPPOSIZIONI AL DOGMA, QUESTIONE DI PRETESTI
Altra conclusione di rilievo del saggio di Pioppi è la dimostrazione che le opposizioni al dogma proclamato dalla
costituzione dogmatica Pastor Aeternus (sulla Chiesa di Cristo, approvata il 18 luglio 1870) furono dovute in parte
alla ricerca di un qualsiasi pretesto per provocare un conflitto con la Chiesa, in parte a residui di regalismo e di
giuseppinismo.
La validità delle tesi ed argomentazioni finora esposte deriva non solo dal metodo prettamente scientifico utilizzato
nello studio ma anche dall’accreditamento degli studiosi coinvolti. Il principale curatore del volume Storia dei concili
ecumenici. Attori, canoni, eredità, infatti, il prof. Onorato Bucci, Ordinario di Istituzioni di Diritto Romano presso
l’Università degli Studi del Molise, è stato nominato da Benedetto XVI nel 2008 membro del Pontificio Comitato di
Scienze Storiche, mentre l’Autore del saggio sul Concilio Vaticano I, Don Carlo Pioppi, laureato in scienze politiche
presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, è attualmente docente di Storia della Chiesa presso la
Pontificia Università della Santa Croce. Un libro per specialisti che meriterebbe di essere fatto conoscere anche al
più largo pubblico.
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Papi santi. Speciale
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26 - 04 - 2014
Niccolò Mazzarino
In viaggio con san Giovanni
Paolo II. Lo speciale di
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26 - 04 - 2014
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28/04/2014
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Growing up near Treblinka inspired priest’s Holocaust research
*Segue il testo in originale
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Growing up near Treblinka inspired
priest’s Holocaust research
NEWS (http://www.catholicsun.org/category/news/)
NATION/WORLD (http://www.catholicsun.org/category/news/nation-world/)
Apr 28, 2014
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(http://www.catholicsun.org/wp-content/uploads/2014/04/priest-holocaust-library2.jpg)
Fr. Pawel Rytel-Andrianik, a native of Poland, stands in the Hall of Names at the Yad Vashem Holocaust Museum in Jerusalem
March 19. Father Rytel-Andrianik, professor of Scripture at the Pontifical University of the Holy Cross in Rome, is collecting
the stories and building lists of names of average Poles, including priests and nuns, who risked their lives to save Jews during
the Holocaust. (CNS photo/Debbie Hill)
JERUSALEM (CNS) — The Nazis’ Treblinka concentration camp has always been a part of Fr.
Pawel Rytel-Andrianik’s life.
Growing up in the shadow of the camp, located just three miles from his home in northeastern
Poland, Fr. Rytel-Andrianik, now 37, would listen to his grandfather’s account of his eightmonth imprisonment there and how he contracted typhus under inhumane conditions.
The priest’s grandfather, Stanislaw Rytel, was jailed for failing to collaborate with the Nazis,
ultimately to be saved by a friend and fellow prisoner, who convinced camp guards that Rytel
was his brother and his labor was needed to build a new barrack at the camp.
Such stories have inspired Fr. Rytel-Andrianik to learn more about people who risked their
lives to save Jews and others during Europe’s Nazi era.
Fr. Rytel-Andrianik, professor of Scripture at the Pontifical University of the Holy Cross in
Rome, is collecting the stories and building lists of names of average people, priests and nuns
who risked their lives to save Jews. In 2011, he published a book about the heroic acts of
Poles protecting Jews, “I Will Give Them an Everlasting Name (Isaiah 56:5) Poles Savings Jews
in the Area of Treblinka.” It was written in Polish with Hebrew and English summaries.
The priest spoke with Catholic News Service in April in Jerusalem, where he regularly visits
the Yad Vashem Holocaust Martyrs and Heroes Remembrance Authority
(http://www.yadvashem.org/yv/en/about/index.asp) and interviews Holocaust survivors.
Working with a small team of
researchers, the priest recently
completed the Priests for Jews
project, with support from the
U.S. Conference of Catholic
Bishops’ Subcommittee on the
Church in Central and Eastern
Europe and the Saeman Family
Foundation. He discovered the
names of 1,000 priests who
saved Jews from certain death.
The completed project is
scheduled to be finished by the
end of 2014 and will include a
book and a website with archival
documents and firsthand
testimonies.
(http://www.catholicsun.org/wpcontent/uploads/2014/04/priest-holocaust-library.jpg)
Fr. Pawel Rytel-Andrianik, a native of Poland, does research in the Yad
Vashem Holocaust Museum’s Library in Jerusalem March 19. Fr. Rytel-
He also is compiling a list nuns
who helped saved people,
building on the work of Polish
researcher Ewa Kurek, whose
Andrianik, professor of Scripture at the Pontifical University of the Holy Cross
in Rome, is collecting the stories and building lists of names of average Poles,
including priests and nuns, who risked their lives to save Jews during the
Holocaust. (CNS photo/Debbie Hill)
own research uncovered that nearly two-thirds of the 85 women’s religious communities in
360 convents in Poland during World War II were engaged in rescue work.
Fr. Rytel-Andrianik said the Auschwitz concentration camp in southern Poland is better known
than Treblinka, because all that remains of the second camp is a 26-foot memorial in Poland’s
northeastern forest.
“This is the atmosphere I grew up with. I always wanted to know more and more about what
happened in Treblinka. I read and listened. My mother always reminded me that I was given a
life because someone saved my grandfather’s life,” he said.
Fr. Rytel-Andrianik is driven by a sense of indebtedness to the man who saved his
grandfather’s life and the thousands of others who risked their lives to protect Jews. At first he
wanted to record the brave acts of Poles who dared defy Nazi rule. His work led him to
discover that many Polish nuns and priests — among them some he knew as a child — also
rescued Jews.
The priest said he wanted to highlight the good that existed in people in the darkest times of
World War II, when it seemed that God was absent.
“The Holocaust shows what humanity can do with the exclusion of God,” he said.
Of the 16,000 priests in Poland during World War II, 4,000 were imprisoned not only for
helping Jews but also for a variety of violations of Nazi law, Fr. Rytel-Andrianik said. About half
of the clergy were killed in the camps, according to his research.
Jesuit Father Adam Sztark and the Sisters of the Immaculate Conception of the Blessed Virgin
Mary from the parish in Slonim are among those whose bravery has been recorded and
recognized as Righteous Among the Nations by Yad Vashem, Holocaust Martyrs and Heroes
Remembrance Authority.
Father Sztark and Sr. Maria Marta, superior at the convent, and Sr. Maria Ewa, a medical
doctor, provided food and money to Jews, issued false baptismal records, urged parishioners to
help their Jewish neighbors and hid Jewish children in the convent. They were executed along
with thousands of Jews in December 1942.
The priest was surprised to discover that 100 people who lived near Treblinka have been
recognized as Righteous Among the Nations.
Despite such heroic actions, anti-Semitism was strong in Poland, and questions have been
raised about the reliability of the numbers of priests and religious who protected Jews.
In an article published in 2000 in the journal Yad Vashem Studies, historian Dariusz Libionka
of the Polish Center for Holocaust Studies cited the strongly anti-Semitic 1936 pastoral letter
of Cardinal August Hlond as an example. The letter accused Jews of being “free-thinkers,
atheists and Bolsheviks,” and of having a “disastrous effect on morality.” In addition, Libionka
noted that, unlike communications from the bishops of other occupied countries, the
communications from Polish bishops to the pope made little mention of the annihilation of
the Jews.
In the introduction to Fr. Rytel-Andrianik’s 2011 book, Brandeis University Holocaust scholar
Antony Polonsky wrote that the accepted number of 20,000 Jews who survived on the “Aryan”
side should be doubled or tripled, which would also indicate more rescuers than previously
believed.
Havi Dreifuss, director of the Center for the Study of the Holocaust in Poland at the
International Institute for Holocaust Research at Yad Vashem, told CNS that interest has risen
in trying to find people who helped Jews in Poland. She cautioned that such research must be
conducted carefully.
“Jewish-Polish relations in general and with segments of (the) priesthood are very complex,”
Dreifuss said, adding that she was not familiar with Fr. Rytel-Andrianik’s work. “Today we can
say that the vast majority of Polish society was quite indifferent to the suffering of the Jews
during the Holocaust as they were quite occupied with their own suffering under German
occupation.
“There was a small portion of Poles who helped and they were from all parts of Polish society
… priests and nuns for sure were among them. Things were so complicated it is very difficult
to assess today what happened,” she said.
Fr. Rytel-Andrianik said although some people believe that priests did not do enough to
oppose the Nazis, he believes many priests did more than is known.
The research “is crucial. If we don’t do it now, everything will be lost. All the survivors will be
gone,” Fr. Rytel-Andrianik said. “We interview survivors but also priests and other witnesses.
The whole idea is to commemorate. No one did enough. Only the person who risked his own
life did enough.”
(http://www.catholicsun.org)
— By Judith Sudilovsky, Catholic News Service
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Pope Francis, with retired pope, canonizes Sts. John and John Paul
(http://www.catholicsun.org/2014/04/27/pope-francis-with-retired-pope-canonizes-sts-john-and-john-paul/)
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Catholics pray at renamed St. John Paul II shrine during canonizations
(http://www.catholicsun.org/2014/04/28/catholics-pray-at-renamed-st-john-paul-ii-shrine-duringcanonizations/)
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Ci stanno preparando per un evento importante per l’umanità
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Ci stanno preparando per un evento importante per
l’umanità
Posted By Admin On Giovedì, Aprile 24, 2014 10:28 PM. Under Senza Categoria
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Tutto inizia con L’ex ingegnere e pilota della Nasa Edgar M itche ll , il sesto astronauta ad aver calpestato il
suolo lunare (missione Apollo 14), sulla questione dell’esistenza o meno degli alieni ha dichiarato:
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SIAMO SCHIAVI DAL 1302 DC,ECCO LA CONFERMA!!
“La popolazione è pronta, il silenzio deve terminare. Sugli extraterrestri è giunto il momento della verità e i
tempi sono ormai maturi per farla finalmente conoscere”. Non ha senso, spiega l’anziano astronauta,
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MARTE: SCOPERTA UNA STRUTTURA BIANCA
Gli alieni, chi sono, perché vengono e cosa vogliono!
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nasconderla: “Credo che inizialmente la giustificazione fosse che la popolazione non fosse pronta a una notizia
VIDEO: filmato un ufo vicino Nellis Air Force Base LAS
del genere. Ma siamo da molto oltre quel punto”. Afferma di essere stato contattato da persone molto vicine
VEGAS
agli osservatori degli avvenimenti realmente accaduti a Roswell e addirittura a chi fornì le piccole bare ove
RIDLEY SCOTT ANNUNCIA UNA NUOVA SERIE TV SUGLI
deporre i corpi dei piccoli alieni recuperati dopo lo schianto della loro navicella spaziale.
ANTICHI ASTRONAUTI IN EGITTO
Allarme Ex astronauti Nasa:”Rischio impatto asteroidi molto
alto”
A proposito di questo intrigante argomento, lo studioso di religioni e famoso ricercatore biblico Mauro Biglino
Caso Meier: Verità nascoste? o Scomode Verità ?
Martedì il sole si trasformerà in un anello di fuoco
SCIE CHIMICHE: L’ACCORDO SEGRETO DI BUSH &
BERLUSCONI E TUTTI I MISTERI TRA STATI “ALLEATI”
Battaglia al confine Russo, siamo sull’orlo della terza guerra
mondiale?
Un Potente Flare Solare scatena un blackout radio sulla Terra
LE CONTINUE ERUZIONI VULCANICHE STANNO
SCATENANDO IL CAOS NEL MONDO!
Ci stanno preparando per un evento importante per
l’umanità
mostra carteggi in cui annuncia le imminenti rivelazioni che vedono protagonista la Chiesa: “Questo nuovo
Papa Francesco così buono, innovativo e determinato sta addolcendo la pillola in vista di rivelazioni
sconvolgenti. Vere bombe che riguarderebbero proprio la nostra genesi”. Lo studioso teorizza ipotesi
comunque sostenibili e verosimili, che luminari ebraici e cristiani cercano di far trapelare con infinita cautela,
che il mondo sia giunto ad una svolta. cosi facendo entrano in gioco anche alcune dichiarazioni rilasciate dalla
chiesa.
leggi anche..
I RAPIMENTI NON
La sfida di Sitchin mai
SONO DI ORIGINE ET: accettata
LO SOSTIENE IL
DIRETTORE DEL
CSETI
Nella stessa direzione sembrano orientarsi le dichiarazioni, rilasciate nel 2001 da padre Giuseppe TanzellaNitti (teologo e astronomo, docente di teologia alla Pontificia Università della Santa Croce a Roma), in
un’intervista concessa alla rivista “Focus Extra” (Numero 7 autunno 2001).
Alla domanda sulle possibili conseguenze sul cristianesimo legate alla possibile scoperta di altre forme di vita
intelligente il teologo rispose che:
Ci Sara’una Falsa
Invasione Aliena
programmata dagli
illuminati
LAURA EISENHOWER
: IL MIO BISNONNO
SAPEVA DI UFO E
ALIENI
«L a fe de de ll’uomo ne ll’e sse re una cre atura di Dio, ne ll’e sse re stato re de nto da Cristo e
ne ll’e sse re de stinato a una vita di e te rna comunione con Dio, non ve rre bbe contradde tta da.
un contatto con civiltà e xtrate rre stri. D’altronde , la tradizione e braica e cristiana sull’e siste nza
de gli ange li ci mostra che il se nso de lla cre azione non si gioca tutto sul rapporto fra l’uomo e
Dio, ma re sta ape rto su altre cre ature , le quali hanno una storia di salve zza distinta da que lla
de l ge ne re umano. »
Il 21 Luglio di quell’anno, in Inghilterra venne pubblicato dal quotidiano “Evening News” un articolo intitolato:
C A T EGOR I ES
alieni (26)
Misteri (27)
Senza categoria (65)
Ufo (12)
“Be prepared to met thine aliens!” (Sii preparato ad incontrare I tuoi alieni!)
L’articolo, inizialmente segnalato all’interno della comunità ufologica dallo studioso britannico Timothy Good,
riportava testualmente che:
PA GES
Collabora con Universo7p
«I te ologi Vaticani hanno pre so coscie nza che vi potre bbe e sse re vita su altri piane ti. Ora
stanno proge ttando la pre parazione di missionari in grado di lavorare ne llo spazio e di
http://www.universo7p.it/?p=207
A R C HI VES
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ACIPRENSA
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30/04/2014
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http://www.aciprensa.com/noticias/papa-francisco-nombra-dos-nuevos-obispos-para-brasil-84984/#.U2jZZsf9paE
Papa Francisco nombra dos nuevos obispos para Brasil
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Papa Francisco nombra dos nuevos obispos para
Brasil
aciprensa.com /noticias/papa-f rancisco-nombra-dos-nuevos-obispos-para-brasil-84984/
P. José Roberto Fortes Palau. Foto: Diocese De Sao Jose Dos Campos
VAT ICANO, 30 Abr. 14 / 09:17 pm (ACI/EWT N Noticias).- El Papa Francisco nombró este
miércoles a los sacerdotes José Roberto Fortes Palau y Carlos Lema García como nuevos
Obispos auxiliares para la Arquidiócesis de Sao Paulo (Brasil).
El P. Fortes Palau nació en 1965 en Jacareí (Brasil) y f ue ordenado sacerdote en 1993. Es
Licenciado en Teología Espiritual por la Pontif icia Facultad de Teología (Teresianum) y Doctor en
Teología por la Pontif icia Universidad Católica de Río de Janeiro.
En su ministerio pastoral ha sido, entre otras cosas, vicario parroquial, párroco, rector del
Seminario de Teología de la diócesis de Sao José dos Campos. Actualmente era párroco de
Santo Agostinho en la misma diócesis.
Por su parte, el P. Lema García nació en 1956 en Sao Paulo (Brasil) y f ue ordenado sacerdote en
1985; es miembro de la Prelatura Personal del Opus Dei. Es Doctor en Teología Dogmática y
Licencia en Teología Moral por la Pontif icia Universidad de la Santa Cruz en Roma y Licenciado en
Derecho por la Universidad Estatal de Sao Paulo.
En su ministerio pastoral ha sido capellán del Centro Universitario do Itaim (Sao Paul), del CEAC
(Brasilia), del Centro Cultural Mirador (Porto Alegre) y vicario secretario de la Prelatura en Brasil.
Actualmente era director espiritual del Opus Dei en Brasil.
La Arquidiócesis de Sao Paulo tiene 6.333.912 de habitantes, de los cuales 4.776.416 son
católicos. Tiene además 995 sacerdotes, 2.316 religiosos y 72 diáconos permanentes.
AGENZIA ZENIT
www.zenit.org
30/04/2014
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http://www.zenit.org/it/articles/l-eredita-di-san-giovanni-paolo-ii-nella-difesa-della-vita
L'eredità di San Giovanni Paolo II nella difesa della vita
*Segue il testo in originale
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30/4/2014
L'eredità di San Giovanni Paolo II nella difesa della vita | ZENIT - Il mondo visto da Roma
Il mondo visto da Roma
http://www.zenit.org/it/articles/l-eredita-di-san-giovanni-paolo-ii-nella-difesa-della-vita
L'eredità di San Giovanni Paolo II nella difesa della
vita
Durante un dibattito avvenuto lo scorso 25 aprile alla Pontificia
Università della Santa Croce, Luca Volontè ha sottolineato quanto attuale sia
l'impegno di papa Wojtyla
Roma, 30 Aprile 2014 (Zenit.org) Federico Cenci | 92 hits
Un impulso decisivo alle iniziative della galassia pro-life mondiale fu dato da Giovanni Paolo II. Dal
magistero, dai discorsi e dagli atti concreti del Papa appena canonizzato trapela forte e chiaro l’impegno a
tutela del diritto alla vita, dal concepimento sino a morte naturale.
Il tema è stato al centro di un dibattito svoltosi venerdì scorso, 25 aprile, presso la Pontificia Università della
Santa Croce, a Roma, organizzato da Alliance Defending Freedom e C-FAM.
Tra i relatori, Luca Volontè, presidente del Partito Popolare Europeo in Consiglio d’Europa, il quale si è
soffermato sulla lettera che Giovanni Paolo II scrisse nel 1994 a Nafis Sadik, segretario generale della
Conferenza Internazionale sulla Popolazione e lo Sviluppo.
“Il Santo Padre - ha riferito Luca Volontè - metteva in chiaro il cuore delle questioni da discutere e
rivalutare”. Questioni come l’inalienabilità della dignità di ogni persona e l’impegno per il bene comune di
popoli e nazioni. Questioni che il Papa poneva perciò alla base di ogni scelta politica.
“Nessuno scopo e nessuna politica - scriveva il Pontefice - sortiranno risultati positivi per i popoli se non
rispetteranno la dignità unica e i bisogni obiettivi di questi stessi popoli […] Lo sviluppo deve essere rivolto
al bene autentico di ogni persona e dell’intera persona”.
Altro aspetto determinante è la difesa dell’istituto familiare, cioè - ha ricordato Luca Volontè - “quella
comunione di persone instaurata dal matrimonio fra marito e moglie, che è, come afferma la Dichiarazione
Universale dei Diritti dell’Uomo, la cellula naturale e fondamentale della società”.
Si fa oltremodo necessario spendersi in sostegno della famiglia oggi, in un periodo in cui risulta minacciata e
“di cui si dimentica il proprio valore e la propria funzione sociale e civile”, ha aggiunto l’ex deputato.
Evidenziate queste “verità fondamentali”, Giovanni Paolo II entra nel merito di questioni di stringente
attualità, oggi come allora. Il Papa definisce “inaccettabile” la sterilizzazione, la quale, “in ossequio all’idea
eugenetica”, viene promossa da agenzie dell’Onu e dell’Unione europea come “metodo di pianificazione
familiare”.
http://www.zenit.org/it/articles/l-eredita-di-san-giovanni-paolo-ii-nella-difesa-della-vita
1/2
30/4/2014
L'eredità di San Giovanni Paolo II nella difesa della vita | ZENIT - Il mondo visto da Roma
Altro metodo di pianificazione familiare, l’aborto, viene poi considerato “un male nefasto”. I bambini, per
papa Wojtyla, “non devono essere trattati come un peso o un inconveniente ma dovrebbero essere amati in
quanto portatori di speranza e promesse per il futuro […] La società dovrebbe promuovere politiche sociali,
che abbiano come principale obiettivo la famiglia stessa, aiutandola, sia nell’educazione dei figli sia nella
cura degli anziani evitando il loro allontanamento dal nucleo familiare e rinsaldando i rapporti tra le
generazioni” (Giovanni Paolo II, Centesimus annus, 49).
Luca Volontè ha rilevato come oggi, “al contrario degli auspici del Papa”, le politiche familiari “vengono
abbandonate”, così come i bambini e i giovani, “considerati un ‘peso morto’ da depotenziare o annichilire”.
Lo stesso Volontè rammenta poi l’accento posto da Giovanni Paolo II sul rispetto da riservare alla
“responsabilità dei genitori” nei confronti dei bambini. Responsabilità oggi violata “dalla educazione
obbligatoria del gender nelle scuole, dalle pratiche sessuali e omosessuali infantili a cui invita l’OMS”, ha
fatto presente il relatore. “I genitori sono lasciati soli - la sua opinione - davanti a figli e bambini che
smarriscono il senso e la percezione di sé e del reale (Charte de Laicitè Francia, Sexual Education UK,
Svezia, Olanda)”.
Il magistero di Giovanni Paolo II è dunque assai attuale. “Oggi più di ieri - osserva Volontè - si avverte
quella dolorosa sorpresa di omologazione totalitaria e colonialista”. Lo stesso Volontè riscontra “la superba
volontà di creare l’uomo nuovo”, strada che conduce “a società di irresponsabili cittadini, sempre più soli e
violenti e con sempre minore grado di coesione sociale”.
Luca Volontè ha poi tratteggiato il profilo della “tirannia della maggioranza” temuta da Alexis de
Tocqueville citando una serie di aspetti che balzano sulle cronache odierne.
Ha parlato del tentativo di “violare il diritto umano della libertà di coscienza o l’obiezione di coscienza”,
nonché “dell’interesse di distruzione della famiglia” nonostante ancora la stragrande maggioranza dei
giovani “desidera sposarsi e avere più di tre figli”.
Non si fermano, inoltre, “le campagne di sterilizzazione di massa, eutanasia infantile eugenetica e aborto ondemand”. Al contempo, non si registra alcuno “sviluppo delle politiche ‘family friendly’, bensì mancanza di
coesione sociale, crescita delle povertà, adozione di una mentalità pragmatica dello ‘scarto’”.
Volontè non esita a parlare di “follia generalizzata”, dove “i giudici delle corti internazionali/nazionali
inventano nuove leggi, referendum popolari vengono censurati dai governi, malattie psichiatriche e terribili
perversioni derubricate a ‘normalità esemplari da imitare’”.
La lunga scarica di episodi negativi trova tuttavia, nella conclusione dell’intervento di Luca Volontè, uno
spiraglio di speranza proprio in Giovanni Paolo II. Nella Remptor Homins, ha citato il politico, viene
rilevato che “nonostante gli assalti ripetuti dell’ateismo pragmatico, neopositivista, l’invasione delle pratiche
e la destrutturazione delle dottrine non impediscono ma fanno sorgere al cuore stesso di regimi atei come in
seno a società consumistiche un innegabile risveglio religioso e di impegno civile di laici…”.
Ricordando che “la verità si fa strada per vie imprevedibili ovunque”, Luca Volontè ha terminato con un
incoraggiamento dello stesso san Giovanni Paolo II: “Duc in altum!”, che significa rivolgere il proprio
sguardo verso l’orizzonte più alto.
(30 Aprile 2014) © Innovative Media Inc.
http://www.zenit.org/it/articles/l-eredita-di-san-giovanni-paolo-ii-nella-difesa-della-vita
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NATIONAL CATHOLIC REPORTER
http://ncronline.org/
30/04/2014
argomento
Citazioni Università
e/o professori
http://ncronline.org/print/news/global/acton-conference-draws-ties-between-christian-persecution-economic-liberalism
Acton conference draws ties between Christian persecution,
economic liberalism
*Segue il testo in originale
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30/4/2014
Acton conference draws ties between Christian persecution, economic liberalism
Published on National Catholic Reporter (http://ncronline.org)
Acton conference draws ties between Christian persecution,
economic liberalism
Joshua J. McElwee | Apr. 30, 2014
Rome
Christian minorities across the Middle East face an uncertain climate of change with unknown
consequences following the revolutions stemming from 2010's Arab Spring, the archbishop who
ministers to Catholics in Jordan said.
Mentioning particularly that the numbers of Christians in places like Iraq, Israel and Palestine have
dropped to historic lows -- to 4 percent, 2.5 percent and 1.2 percent of the population, respectively -Archbishop Maroun Lahham said that in the last three years, "Arab societies have been impacted by
jolts no one was expecting."
"We're going to have to see the new face that will be presented by the Middle East after all these
uprisings," said Lahham, who spoke Tuesday in Rome at an event organized by the U.S.-based Acton
Institute.
"Arab Christians are up to the challenge of reviving their presence," said Lahham, the auxiliary bishop
of the Latin Patriarch of Jerusalem. "They should not rely solely on political circumstances, whether
they are favorable or not."
"They should always work towards religious dialogue, be open to diversity and conviviality, and have
an unfailing commitment to the Arab land," Lahham said.
The Acton Institute organized Tuesday's event, "Faith, State and the Economy: Perspectives from East
and West," to tie issues of religious freedom around the world to classic liberal economic theory on
limiting state intervention in the economy.
The event, held at an independent conference center on the ground floor of the Pontifical Gregorian
University, was the first of a five-part series of conferences the institute is hosting in places around the
world through 2016 focusing on the relationship between religious and economic freedom.
Fr. Robert Sirico, the institute's founder, opened the event Tuesday by claiming that Christians are under
the "most intense persecution against the church since the fall of communism."
"Economic liberty, however, is rarely mentioned in such discussions," he said. "Some degree of
economic freedom ... is also essential for limiting state power."
Lahham, who previously served as archbishop of Tunis, Tunisia, where the first demonstrations kicking
off the Arab Spring began in 2010, focused his talk on a general overview of the situation facing
Christians around the Middle East.
"The first thing to be said is that the Christians in the Middle East countries are Arab and Christian and
have been so for centuries now," Lahham said, emphasizing that most Christians there are not converts
and sometimes refer to themselves as the "Churches of Calvary."
http://ncronline.org/print/news/global/acton-conference-draws-ties-between-christian-persecution-economic-liberalism
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30/4/2014
Acton conference draws ties between Christian persecution, economic liberalism
"They willingly accept this name because they know that after Calvary comes resurrection," Lahham
said.
Lahham also mentioned many positive aspects of Christian life in the region, saying Christians are for
the most part "fully integrated into society" and "for many decades had a rather calm and favorable
situation."
Yet, the archbishop said, there is a "daily unease," as "being a minority creates a fragile psychology
because there is always a search for protection from the unknown."
Other key problems for Christians in the region that Lahham pointed to are struggles of Muslim families
to accept mixed Muslim-Christian marriages, educational curricula that do not refer to the long Christian
history in the area, and lack of availability of Christian religious instruction.
Fr. Martin Rhonheimer, a Swiss Opus Dei priest, spoke before Lahham on Tuesday, focusing his talk
on the relationship between church and state throughout European history and criticizing some
interpretations of what is traditionally called Catholic social teaching.
Rhonheimer, who is also a professor of ethics and political philosophy at the Pontifical University of the
Holy Cross in Rome, particularly criticized the 19th-century German Bishop Wilhelm von Ketteler. A
theologian, von Ketteler warned against a capitalist system of free trade that would result in a
"permanent slavery" for laborers, influencing Pope Leo XIII's landmark encyclical Rerum Novarum.
"As we know today, Ketteler proved to be absolutely wrong," Rhonheimer said.
Catholics "should not be advocates of a social justice, which makes citizens more and more dependent
on state welfare," Rhonheimer said.
"Precisely as Christians," he said, "they first of all should be defenders of freedom, personal
responsibility and free entrepreneurial initiative, in order to meet the real needs of their fellow citizens,
especially the poorest and most needy among them."
Other speakers at Tuesday's event included Cardinal Joseph Zen Ze-kiun, the retired archbishop of
Hong Kong who has criticized China's treatment of Catholics.
The next event in the Acton series will be in November in Washington on the topic of "Dignitatis
Humanae: Preserving Religious Liberty in an Age of Expanding Government." The series will then
have conferences in the Philippines, Israel, and again in Rome.
Tuesday's event had more than 20 co-sponsors, including the Dignitatis Humanae Institute, Religions
for Peace, and the Italian Tea Party.
[Joshua J. McElwee is NCR national correspondent. His email address is [email protected] [1].
Follow him on Twitter: @joshjmac [2].]
Source URL (retrieved on 04/30/2014 - 11:52): http://ncronline.org/news/global/acton-conferencedraws-ties-between-christian-persecution-economic-liberalism
Links:
[1] mailto:[email protected]
[2] http://twitter.com/joshjmac
http://ncronline.org/print/news/global/acton-conference-draws-ties-between-christian-persecution-economic-liberalism
2/2
RADIO VATICANA
www.radiovaticana.org
02/04/2014
argomento
Interviste
http://it.radiovaticana.va/news/2014/04/02/nove_anni_fa_moriva_giovanni_paolo_ii/105-787046
Nove anni fa moriva Giovanni Paolo II
*Segue il testo in originale
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9/4/2014
Radio Vaticana - Print Service
4/2/2014 12:40:23 PM
Nove anni fa moriva Giovanni Paolo II
Don Giulio Maspero, Pontificia Università della Santa Croce
(Audio: http://media01.radiovaticana.va/audio/ra/00421151.RM)
Si può dire con tutta certezza che Giovanni Paolo II è stato un vero padre per tutta l’umanità.
In lui si coglieva la forza della verità, dell’autenticità. Le chiavi del suo pontificato possono
essere riassunte in due parole: preghiera ed amore (a cura di Federico Piana)
Vatican Radio ­ All the contents on this site are copyrighted ©.
http://it.radiovaticana.va/105/print_page.asp?c=787046
1/1
LA TERCERA
diario.latercera.com
05/04/2014
argomento
Interviste
“Los escándalos del IOR afectaron la imagen de la Iglesia”
*Segue il testo in originale
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LATERCERA Sábado 5 de abril de 2014
?
Mundo
45
Medidas del Papa en materia económica
RR El Papa Francisco creó la Secretaría de Economía, a car-
go del cardenal australiano George Pell. Además, instauró un
consejo integrado por 15 notables -compuesto por ocho prelados y siete laicos expertos en tema económicos- que determinará las políticas y directrices económicas del Vaticano.
Sacerdote mexicano Cristián Mendoza
Experto en temas económicos del Vaticano:
“Los escándalos del IOR afectaron la imagen de la Iglesia”
Fernando Fuentes
Licenciado en Administración y Finanzas por la Universidad Panamericana (México) y doctor en Teología
Dogmática por la Pontificia
Universidad de la Santa Cruz
(Roma), el sacerdote mexicano de la prelatura del Opus
Dei, Cristián Mendoza, es
profesor de la Facultad de Comunicación Institucional de
la Iglesia en esta última casa
de estudios, donde imparte
un curso sobre la Dimensión
Económica en la Iglesia. De
visita en Chile, este experto
en temas económicos del Vaticano conversó con La Tercera sobre los cambios que el
Papa Francisco lleva a cabo
en el Instituto para las Obras
de Religión (IOR), conocido
como el Banco del Vaticano.
A su juicio, ¿cuánto daño
han causado los pasados escándalos del IOR en la imagen de la Iglesia?
Los escándalos que ciertamente hubo hace algunos
años fueron situaciones que
afectaron el prestigio y la
imagen de la Iglesia, porque
de alguna manera a la Iglesia
se le exige que sea una institución que sea mucho más
pura que una empresa. Y es
lógico, porque persigue fines
espirituales. Ahí el punto clave es hacer notar que las instituciones no se corrompen,
se corrompen las personas.
¿Cómo ve los recientes nombramientos del cardenal
George Pell y monseñor Alfred Xuereb a cargo de la
nueva Secretaría de Economía del Vaticano?
El nombramiento del cardenal Pell es muy importante,
porque es una persona que ha
sido muy fiel a la Iglesia en
momentos de mucha dificultad. No podemos olvidar que
él forma parte de estos ocho
cardenales que asesoran al
Papa. Xuereb, por su parte,
era el secretario del Papa, una
persona de total confianza,
un hombre que tenía un gran
cariño por Benedicto XVI y
que le tocó ver cómo éste había transmitido una gran verdad y transparencia en la organización de la Iglesia.
¿Cómo se está manejando la
transparencia?
Este es el punto importante.
Ya el Papa Benedicto XVI y
ahora el Papa Francisco están empujando por decir
“tenemos que explicar lo
que tenemos” y “tenemos
que explicar por qué”. Sin
embargo, la transparencia
tiene que estar vinculada
con la sustancia. La Iglesia
no es una empresa. Va a demostrar lo que tiene porque
quiere hacerlo, pero no lo
va a hacer quizás a la manera de una empresa y quizás
no llegue a satisfacer nunca
a muchas personas que les
gustaría, en cambio, ver informes y balances.
El presidente del Consejo de
Vigilancia del IOR, Ernst von
Freyberg, ha dicho que la
institución “no es un banco”.
¿Cuál es la necesidad entonces de someterse a estánda-
RR El sacerdote Cristián Mendoza, durante su visita a la U. de los Andes. FOTO: JULIAN RUS
res de bancos comerciales
de Europa?
La necesidad es la importancia de hacerse entender. Porque no basta hacer las cosas
bien, sino también explicar
que las haces bien. No podemos olvidar que ya el Papa
Benedicto XVI hizo mucho
por cerrar cuentas de banco
que no estaban allí por las
misiones.
¿Cuál cree que será el destino del IOR?
Si el IOR es necesario para
las misiones, entonces ten-
dría que mantenerse. Si, en
cambio, todo puede hacerse a través de la banca comercial, quizás decidirán
cerrarlo. Pero es una decisión que corresponde a las
personas que están allí estudiándolo.b
VATICAN INSIDER
http://vaticaninsider.lastampa.it
06/04/2014
argomento
Interviste
http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francis-francisco-venturini
-33282/
"Francesco indica il valore universale della Bibbia"
*Segue il testo in originale
- 56/64 -
9/4/2014
"Francesco indica il valore universale della Bibbia" - Vatican Insider
LINGUA: Italiano English Español
www.vaticaninsider.it
I discorsi del Papa
:: martedì 08 aprile 2014
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6/04/2014 "Francesco indica il valore universale della Bibbia"
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Intervista a Venturini, officiale dell'Archivio segreto vaticano
e docente di Scienze bibliche alla Pontificia Università della
Santa Croce
GIACOMO GALEAZZI
CITTA'DEL VATICANO
Simone Venturini è biblista, scrittore e docente di Scienze bibliche alla
Pontificia Università della Santa Croce, oltre che officiale dell'Archivio
segreto vaticano. Vatican Insider lo ha intervistato.
Professore, in Italia, come nel resto del mondo, la serie tv "La Bibbia" ha
fatto registrare un boom di ascolti. Quale spiegazione si può dare? «Ci sentiamo amati da Francesco, lui non
ci giudica»
Tra i ragazzi del centro di recupero Oikos
alla scoperta del “loro” Bergoglio...
Nigeria, pugno di ferro contro Boko
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Coccopalmerio: «Con il Papa la Chiesa
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Intervista al Presidente del Pontificio
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Occhetta: “Le parrocchie più grandi
tornino a parlare di politica”
Intervista allo scrittore gesuita che a Civiltà
Cattolica coordina una “Scuola”...
"In questo periodo di crisi epocale, la gente ha bisogno di motivi reali
per sperare in un futuro diverso. Ha bisogno di credere che ‘Qualcuno’
(©REUTERS) L'ENTUSIASMO PER BERGOGLIO conduce misteriosamente la storia e che, alla fine, Dio non abbandona
chi crede in lui. Questo è uno dei motivi che, secondo me, traspare
dagli episodi della serie tv dedicata alla Bibbia. Tuttavia, credo che nell'ultimo anno si sia aggiunto un motivo in più.
Il linguaggio limpido e cristallino di papa Francesco ci invita ad accostarci in modo semplice alla Sacra Scrittura,
accettandone pienamente la realtà soprannaturale e, nel contempo, accogliendone lo straordinario messaggio diretto
all'umanità intera, non solo a ebrei e cristiani".
TUTTI GLI ARTICOLI »
Al di là delle qualità artistiche di un singolo prodotto cinematografico, cosa affascina milioni di persone in tutto il
«Anche nella guerra credo alla Provvidenza»
DALLE ALTRE SEZIONI
NEWS
Scola: “I ragazzi? Cercano il senso, meritano
risposte reali”
NEL MONDO
Francesco e l’ambiente
INCHIESTE ED INTERVISTE
pianeta delle Sacre Scritture? "La possibilità di immergersi in un mondo, quello di Dio, che irrompe e trasforma dal di dentro l'uomo e gli ambienti in
cui egli vive. Un mondo che, oggi, viene spesso miseramente ridotto a fantasie umane o a proiezioni della nostra
mente, ma che invece è vivo e reale e continua a manifestarsi chiaramente nella nostra storia. Una immersione nel
mondo di Dio che, però, non allontana dalla realtà quotidiana, ma che anzi è in grado di leggerla e di comprenderla
nella sua dimensione più profonda. Sì, perché la Bibbia non parla di un passato sepolto e lontano da noi, ma di
eventi che continuano a ripetersi nella vita personale e collettiva".
Sulla figura di Noè è stato realizzato un kolossal con Russel Crowe. All'uomo di oggi quanto possono insegnare i
VATICANO
Kasper: «Francesco ha liberato una Chiesa
diventata borghese»
DOCUMENTI
Verso un nuovo inizio. L'editoria cattolica tra antiche
e nuove frontiere
RECENSIONI
La coscienza imprenditoriale e il bene comune
racconti biblici? "Che qualsiasi situazione negativa, fosse anche la più disastrosa, non è l'approdo finale della storia. La fine, infatti,
è sempre superata e coinvolta in un fine, in uno scopo che la supera. E questo scopo è sempre positivo, mai
negativo. Il Dio della Bibbia, infatti, crea e ricrea in continuazione e dalle macerie di una situazione umana disperata
è in grado di costruire una esistenza nuova e più luminosa. Insomma, i racconti biblici ci insegnano che laddove
l'uomo crede di trovarsi in un vicolo cieco, proprio lì Dio riapre sorprendentemente un cammino".
È un segno dell'insicurezza dei tempi odierni il volgersi verso storie paradigmatiche come quelle dell'Antico
Testamento? "No, al contrario, è un segno di grande sicurezza. Perché le storie della Bibbia contengono i paradigmi fondamentali
di una esistenza felice e compiuta. Farli propri, significa seguire un percorso che altri, secoli prima di noi, hanno
tracciato con la loro stessa vita. La Bibbia inizia con l'uscita dal Paradiso terrestre e termina con l'ingresso alla
Gerusalemme celeste. In mezzo, c'è la strada che ognuno di noi può seguire se vuole realizzare se stesso". Quali parti della Bibbia ritiene più affascinanti per la cultura di oggi? "Dipende molto dalla situazione in cui ciascuno di noi si trova. I personaggi della Bibbia, infatti, incarnano ed
esemplificano le risposte alle situazioni esistenziali più diverse. Se ti senti fallito, puoi leggere la storia di Mosè o
quella di Geremia, dove Dio non si stanca di cominciare daccapo oltre ogni resistenza umana; se non sai che
decisione prendere, puoi leggere la storia di Giuseppe di Nazareth che si affidò al linguaggio divino dei sogni e non ai
suoi ragionamenti; se ti senti perseguitato perché dici cose vere e giuste, leggi cosa dice Gesù nelle Beatitudini. A
ogni esperienza umana narrata nella Bibbia corrisponde una risposta di Dio, valida anche per noi, oggi".
In genere finiscono sul grande schermo le vicende bibliche più "spettacolari" come il diluvio universale. Può essere un
modo per mostrare alle masse mondiali le radici comuni tra i grandi monoteismi? "Sicuramente, poiché i personaggi dell'Antico Testamento al centro della produzione televisiva sono i modelli
fondamentali per la fede di ebrei, cristiani e mussulmani. Del resto la Bibbia stessa è il terreno più fecondo per il
dialogo interreligioso e per trovare gli elementi che ci accomunano e che sono assai più numerosi di quelli che ci
dividono".
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1/2
RADIO VATICANA
www.radiovaticana.org
21/04/2014
argomento
Interviste
http://it.radiovaticana.va/news/2014/04/21/il_luned%C3%AC_dellangelo,_don_maspero:_la_pasqua_%C3%
A8_unoccasione_per/it1-792589
Il Lunedì dell'Angelo, don Maspero: la Pasqua è un'occasione
per essere vicini alle persone che amiamo
*Segue il testo in originale
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22/4/2014
Il Lunedì dell'Angelo, don Maspero: la Pasqua è un'occasione per essere vicini alle persone che amiamo
Il Lunedì dell'Angelo,
don Maspero: la Pasqua
è un'occasione per
essere vicini alle
persone che amiamo
2014­04­21 Radio Vaticana
Il Lunedì dell'Angelo ricorda l’incontro dell'angelo con
le donne giunte al sepolcro, dove Gesù era stato
sepolto. Il racconto appare nei Vangeli di Matteo,
Marco e Luca. Ce ne parla don Giulio Maspero,
docente di teologia alla Pontificia Università della
Santa Croce, al microfono di Federico Piana:
R. ­ La cosa bella è vedere il realismo di questa narrazione, come anche il
narrare a partire dal cuore di queste donne, che sono spaventate, vogliono
andare al sepolcro, vogliono prendersi cura del Corpo di Gesù dopo la
Crocifissione e dopo la sepoltura, che è dovuta avvenire in modo veloce, perché
arrivava il sabato e gli ebrei non potevano il sabato fare certi lavori e non
potevano neanche muoversi molto da casa… Appena possono, passato il sabato,
la mattina presto si recano al sepolcro, col cuore gonfio per il desiderio di un
ultimo gesto d’amore nei confronti del Signore. Arrivano al sepolcro ed è bello
quello che dice il Vangelo ­ e a me incoraggia tantissimo ­ che loro non sanno chi
sposterà la pietra dal sepolcro. E’ molto bello vedere come l’affetto, la speranza e
l’amore siano sempre premiati: arrivate al sepolcro, trovano che un angelo del
Signore è disceso dal cielo, si è avvicinato al sepolcro e ha rovesciato la pietra. A
me colpisce sempre, quando leggo Matteo, che racconta questo particolare: “Vi si
mise a sedere sopra”. Sposta il pietrone e poi ci si siede sopra come vincitore.
Questo mi aiuta molto a pensare alle pietre delle mie paure, delle mie
preoccupazioni, dei miei scoraggiamenti e come il Signore mandi il suo angelo e
ci pensa lui. Quindi la speranza e l’amore di queste donne vengono premiati!
D. ­ Che cosa ci può insegnare questo episodio del Vangelo?
R. ­ Lo stesso Lunedì dell’Angelo è il desiderio della Chiesa di sottolineare
http://www.news.va/it/news/il-lunedi-dellangelo-don-maspero-la-pasqua-e-unocc
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22/4/2014
Il Lunedì dell'Angelo, don Maspero: la Pasqua è un'occasione per essere vicini alle persone che amiamo
l’importanza dell’amore per il Corpo di Gesù, dell’amore per l’umanità: in fondo
questo episodio evangelico avviene la Domenica di Pasqua, il primo giorno della
settimana, però tutta l’Ottava di Pasqua è come fosse, in un certo senso, un
unico giorno di festa. Quindi la Chiesa mette una luce che illumina queste donne
con il loro amore. Lo vediamo nell’episodio della Maddalena ­ la Maddalena è una
di queste donne ­ che con le altre donne vanno ad annunciare che Gesù è
Risorto. Si vede che Pietro e Giovanni arrivano al sepolcro e capiscono che
Cristo è ristoro per come sono poste le bende: non erano state svolte le bende,
ma si vede che Cristo doveva essere uscito dalle bende che lo tenevano, e se ne
vanno… Invece alla Maddalena non interessa niente l’informazione che Gesù è
risorto. Lei ha una sola cosa in testa: hanno portato via il Signore e non sappiamo
dove lo hanno posto! Lei cerca il Corpo, lei cerca la relazione con Gesù, lei cerca
il contatto. Non le basta sapere che, in generale, è risorto: lei vuole incontrarlo! E
penso che questo sia un qualcosa di cui noi abbiamo moltissimo bisogno: in
qualche modo i nostri rapporti rischiano di essere molto formali; siamo giudicati
molto sull’apparenza, sull’aspetto; abbiamo molte relazioni virtuali e rischiano così
di perdere le relazioni vere, che avvengono attraverso il corpo. E Dio ama il
corpo: lo ha creato! Dio è materialista: c’è un santo nel secolo XX, San
Josemaria, che parlava di “materialismo cristiano”. Dio ama la materia, perché
l’ha creata e la salvezza passa attraverso il corpo: lo vediamo nell’Eucaristia. Non
c’è Eucaristia senza vino, per esempio… E le donne questo lo capiscono! Le
donne che danno alla luce il figlio avvertono moltissimo questo. Penso che questo
ci indichi proprio l’importanza di prendersi cura dell’altro, come dice Papa
Francesco “di toccare l’altro!”. Anche la Pasqua ­ penso ­ sia un’occasione
grande per stare vicino, spalla a spalla alle persone che amiamo.
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http://www.news.va/it/news/il-lunedi-dellangelo-don-maspero-la-pasqua-e-unocc
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CATHOLIC NEWS AGENCY
www.catholicnewsagency.
com
24/04/2014
argomento
Interviste
http://www.catholicnewsagency.com/news/papal-phone-calls-cannot-change-church-doctrine-canonist-assures/
Papal phone calls cannot change Church doctrine, canonist assures
*Segue il testo in originale
---------------ANCHE IN:
- Spagnolo (ACIPRENSA): http://www.aciprensa.com/noticias/una-llamada-telefonica-del-papa-no-puede-cambiar-ladoctrina-de-la-iglesia-55194/#.U2ECRsf9paE
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Papal phone calls cannot change Church doctrine,
canonist assures :: Catholic News Agency (CNA)
catholicnewsagency.com /news/papal-phone-calls-cannot-change-church-doctrine-canonistassures/
Credit: Petr Kratochvil (CC0 1.0).
Vatican City, Apr 25, 2014 / 02:04 am ( CNA/EWT N News).- Marriage is indissoluble according to
the doctrine of the Church and a Pope’s phone call could not change that, a canon lawyer has
explained.
Media speculation arose this week over an alleged phone call made by Pope Francis to a divorced
and remarried Argentine woman. It is claimed he told her she could receive Communion.
It is simply “impossible Pope Francis would have changed the doctrine on the indissolubility of the
marriage” via a phone call, responded Fr. Hector Franceschi, a prof essor of canon law and
matrimony at the Pontif ical University of the Holy Cross.
He told CNA April 24 that he has been astonished by “the number of reports about the story,
which are clearly expressions of an agenda to change the doctrine of the indissolubility of
marriage in view of the next synod of bishops, and to push the Church to change its praxis.”
While some media have made much ado about the alleged conversation, the story is doubtf ul in
its details – Fr. Federico Lombardi, Holy See press of f icer, noted T hursday that “that which has
been communicated in relation to this matter, outside the scope of personal relationships, and
the consequent media amplif ication, cannot be conf irmed as reliable, and is a source of
misunderstanding and conf usion.”
“T heref ore, consequences relating to the teaching of the Church are not to be inf erred f rom
these occurrences.”
Indeed, the Church’s doctrine cannot develop in contradiction to itself .
Fr. Franceschi stressed that “in a speech given to the Roman Rota in 2000, Pope John Paul II
stated that the doctrine of the indissolubility of marriage is def initive, and not even the Pope
himself can change this doctrine.”
Bl. John Paul II had told the tribunal on Jan. 21, 2000 that “it is necessary to reaf f irm that a
ratif ied and consummated sacramental marriage can never be dissolved, not even by the power
of the Roman Pontif f .”
“T he opposite assertion would imply the thesis that there is no absolutely indissoluble marriage,
which would be contrary to what the Church has taught and still teaches about the indissolubility
of the marital bond,” the Pope continued.
Fr. Franceschi continued his ref lection, noting that pastoral care must respond to the
particularities of any given situation, adding that “a shepherd can handle with discretion peculiar
cases, even while he can never go beyond doctrine.”
“In any case, it is more than clear that a person who is divorced and remarried is not
excommunicated, and is not sidelined f rom the lif e of the Church.”
He suggested that any phone call f rom Pope Francis was a matter “not of a change in doctrine,
but of pastoral care.”
“It is a way to turn upside down the notion that a sinner cannot attend Holy Mass.”
He noted that in Familiaris Consortio, his 1981 post-synodal apostolic exhortation on the
Christian f amily’s role in the modern world, John Paul II similarly “invited those who live in irregular
situations to go to Holy Mass, to ask f or help and to beg f or Lord’s mercy.”
Fr. Franceschi stressed that “in f act, Pope Francis has not make any of f icial statement as Roman
Pontif f . In my view, Pope Francis will not of f icially address the question until the synod of
bishops, and any of f icial statement will be in accordance with the doctrine of the Church.”
Pope Francis has asked f or courageous pastoral care in response to the divorced and remarried,
yet to be courageous “does not mean to change the doctrine of the Church,” Fr. Franceschi
noted.
“To be courageous means to address the pain of the divorced and remarried, supporting them
and helping them to put into practice what has been said several times in recent years. T hat is, do
not exclude the divorced and remarried f rom the lif e of the Church, when in these days people are
surprised if a divorced and remarried person even continues to attend Mass.”
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PALABRA
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01/04/2014
argomento
Professori come
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Del Concilio Vaticano II a las iniciativas sociales
*Segue il testo in originale
- 59/64 -
PALABRA
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Professori come
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El Corazon de la liturgia
*Segue il testo in originale
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01/04/2014
ALETEIA
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07/04/2014
argomento
Professori come
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Stop the Factionalism, Please
*Segue il testo in originale
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Stop the Factionalism, Please - Aleteia
10/04/14 13.28
Stop the Factionalism, Please
Stop defining yourself by the pope you like best and start being Catholic.
07.04.2014
Russell Shaw
Those first century Christians of Corinth must certainly have been a boisterous, troublesome lot. But maybe we should be glad that they
were. After all, their acting up and acting out were the occasion for two remarkable New Testament documents—St. Paul’s first and second
letters to the Corinthians—that get the heart of a current problem in the Church.
The problem is factionalism. We find it described right at the start of Paul’s first letter: “Each one of you says, ‘I belong to Paul,’ or ‘I belong
to Apollos,’ or ‘I belong to Cephas’”—these being the names of evangelizers with whom various quarreling factions within the Christian
community of Corinth chose to identify.
Paul is having no part of that. “Is Christ divided?” he angrily demands. On the contrary, Christ is one and so is his church. (Cf. 1 Cor 1.1213)
Looking back on those days, it’s tempting for us now to strike a self-congratulating pose. “How foolish of those Corinthians—thank
goodness we aren’t like them!”
Except that we are.
Leaving aside the gaping divisions that persist within the worldwide Christian body, factionalism is a real and arguably growing problem
among Catholics themselves. Unfortunately, an event later this month may be an unintended reminder of that.
On April 27 Pope Francis will canonize two remarkable men—Pope John XXIII and Pope John Paul II. A huge crowd in Rome and millions
watching worldwide will witness a joy-filled ceremony formally attesting to the sanctity of two great leaders of the Church.
Unfortunately, some people can’t leave it at that. How often in recent years has someone been heard to say, “I’m a John XXIII Catholic” or
“I’m a John Paul Catholic”?
The names have changed, but otherwise it’s like the bad old days in first century Corinth.
Note, too, that pundits are wont to hold forth about the politics of canonizations. Canonizing both John XXIII and John Paul II, it is said,
represents the Vatican version of a balanced ticket—something for both liberals and conservatives. It would be naïve to imagine there’s
nothing to that. But political calculations inspired by factionalism obscure a more important fact: both of these popes are models of
holiness for our times.
The problem doesn’t end with Pope John and Pope John Paul. Pope
Francis and Pope Benedict have gone out of their way to stress the unity and continuity between them, but the factionalists won’t settle
for that. Instead, these days you’re all too likely to hear “I’m Pope Francis Catholic” and “I’m a Pope Benedict Catholic.”
As St. Paul might have said: Cut it out, guys!
Yes, every pope is different in some ways from every other pope. Noting the differences is reasonable. Moreover, it’s natural to find some
popes more congenial than others to one’s personal preferences. But it is crass, church-dividing factionalism to declare allegiance to one at
the expense of another.
In the end, says the Compendium of the Catechism of the Catholic Church, “the Church has but one faith, one sacramental life, one
apostolic succession, one common hope, and one and the same charity” (no. 161). Period.
But let St. Paul have the last word. After chiding the Corinthians, he goes on to underline a profound truth: “Just as the body is one and has
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Stop the Factionalism, Please - Aleteia
10/04/14 13.28
many members, and all the members of the body, though many, are one body, so it is with Christ. For by one Spirit we were all baptized into
one body” (1 Cor 12.12-13). It’s called the Church.
Russell Shaw is the author or coauthor of 21 books and numerous articles, columns, and reviews. He is a member of the faculty of the Pontifical
University of the Holy Cross in Rome, and former Secretary for Public Affairs of the United States Conference of Catholic Bishops.
http://www.aleteia.org/en/religion/article/stop-the-factionalism-please-6439263977603072
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ALETEIA
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21/04/2014
argomento
Professori come
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http://www.aleteia.org/en/lifestyle/article/humanae-vitae-really-isnt-going-anywhere-6463549803069440
Humanae Vitae Really Isn't Going Anywhere
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Humanae Vitae Really Isn't Going Anywhere
It's time to come to grips with the prophetic teaching.
21.04.2014
Russell Shaw
One of the disappointments of the continuing debate over contraception is the failure of
Catholics who don’t accept the Church’s teaching to acknowledge the existence of a serious and
persuasive rational argument that the Church is right.
Either these people don’t know of the argument’s existence—although it has been around nearly
half a century—or else they don’t feel up to replying to it. Neither explanation is greatly to their
credit.
The problem this presents could get worse in the months ahead as the Church prepares for two
assemblies of the world Synod of Bishops on marriage and family issues. The first will take place
next October, the second in October 2015.
Fortunately, Pope Francis has made it clear where he stands. In his recent interview with Corriere
della Sera, he called Pope Paul VI’s 1968 anti-contraception encyclical Humanae Vitae “prophetic.”
The issue now, he added, isn’t “changing the doctrine” but applying it sensibly. Pope Paul said the
same.
An instance of the problem I speak of—ignoring a strong rational argument in support of the
encyclical’s teaching, that is—is a column last month by Clifford Longley in The Tablet, an
influential voice of liberal Catholicism published in London.
Longley writes often about the contraception issue from the perspective of those who reject the
Church’s teaching. His column is a critique of the “Theology of the Body” identified with Pope
John Paul II. Longley says the theory is “defiantly unempirical” and fails to prove contraception is
wrong.
On the whole, I agree. But it’s not so clear the Theology of the Body was intended to prove
anything. Its aim, rather, seems to be to shed light on sexuality in a way that will help people
understand sexuality more deeply. Someone open to what it says may find that helpful in
understanding the wrongness of contraception, and that’s all the theory claims to do.
Besides the Theology of the Body, however, there’s another approach that does indeed make a
rational argument against contraception—an argument Longley and people like him sometimes
appear determined to pretend doesn’t exist. It’s the “New Natural Law Theory” developed over
the last half-century by thinkers like Germain Grisez and John Finnis.
Briefly put, its case against contraception proceeds along these lines.
The outline—the blueprint, you might say—of the human capacity for fulfillment is found in basic
human goods. These are the fundamental purposes for which human beings choose and act. Moral
good and moral evil reside precisely in how we choose to relate to them.
Obviously it isn’t possible always to pursue all of them. But it is possible—and of the essence of
moral goodness—that one never directly choose to act against any. Yet someone who
understands what he or she is doing in an act of contraception unavoidably wills and acts against
the human good of procreation, though very likely with some other good in view. And that, very
briefly, is why contraception is wrong.
There is much more to say, but this is the heart of it. Those who want a fuller treatment will find it
in Living a Christian Life, second volume of Grisez’s important work on moral theology The Way of
the Lord Jesus. (Disclosure: my name appears along with others on the book’s title page as helping
with its writing.)
Instead of pretending this argument doesn’t exist, people who believe, and wish others to believe,
that the Church’s teaching against contraception is mistaken need to come to grips with it.
Russell Shaw is the author or coauthor of 21 books and numerous articles, columns, and reviews. He is a
member of the faculty of the Pontifical University of the Holy Cross in Rome, and former Secretary for
Public Affairs of the United States Conference of Catholic Bishops.
http://www.aleteia.org/en/lifestyle/article/humanae-vitae-really-isnt-going-anywhere-6463549803069440
CNN
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El día de los cuatro papas
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26/04/2014
12/5/2014
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El papa Francisco se encuentra
con cuatro vagabundos en el día
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El día que se reúnen los cuatro
papas / Canonización de Juan
Pablo II
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Pubblicato in data 27/apr/2014
El padre Sergio Tapia Velasco de la Pontificia Universidad de la
Santa Cruz analiza la ceremonia de canonización.
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"El día de Los Cuatro Papas"
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Telenueve en Roma: Todo listo
para "el día de los cuatro papas"
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Telenueve en Roma: El día de
los cuatro Papas
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El día de los 4 Papas ~ 27 de
abril de 2014
4:03
di Mildones Donia
137 visualizzazioni
✟ El dia de los 4 papas ✔✔✔✔
IGLESIA HISTORICA ✠ ✠ ✠ ✠
4:01
di Actualidad Global HD
228 visualizzazioni
Adoración Eucarística en la
Vigilia con el Papa de Cuatro
Vientos ­ 20/08/2011
di neburlakis
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El papa Francisco declara
santos a San Juan Pablo II y San
Juan XXIII
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Millones de ojos en el Vaticano:
la ceremonia de los dos papas
vivos y los dos papas santos
di SubrayadoHD
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El día de los cuatro Papas
di CNN en Español
945 visualizzazioni
2:09
3 Americans killed in Afghanistan attack
di Breaking News
2 visualizzazioni
https://www.youtube.com/watch?v=8gbbp8_iQZs
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GAZETA DO POVO
http://www.gazetadopovo.
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29/04/2014
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autori
http://www.gazetadopovo.com.br/opiniao/conteudo.phtml?id=1464721&tit=Dois-papas-unidos-por-um-Concilio
Dois papas unidos por um Concílio
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29/4/2014
Dois papas unidos por um Concílio - Opinião - Gazeta do Povo
Classificados
Opinião
ARTIGO
Dois papas unidos por um Concílio
Publicado em 27/04/2014 | FEDERICO M. REQUENA
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O Concílio Vaticano II foi, sem dúvida, o evento de maior impacto na Igreja Católica no século 20. Estamos
comemorando seu cinquentenário e, nessa perspectiva, podemos afirmar que o Concílio lançou as bases para
uma renovada presença da Igreja no mundo e que ainda estamos neste processo de renovação, dentro do qual
se situa o pontificado do papa Francisco, que em 16 de abril de 2013 disse que ainda “não se cumpriu tudo o
que o Espírito Santo pediu no Vaticano II”. Nesse contexto situamos sua iniciativa de canonizar conjuntamente
os papas João XXIII e João Paulo II. Ambos passarão à história inseparavelmente unidos ao Concílio.
João XXIII tem o mérito de sua convocação. Um gesto ousado que surpreendeu o mundo, em 25 de janeiro de
1959. Este papa só presidiu sua primeira sessão; foi seu sucessor, Paulo VI, o encarregado de continuar e
encerrar o Concílio, aprovando com sua assinatura todos os documentos. Por isso o Concílio às vezes é
apelidado de “o Concílio de João e Paulo” – precisamente os dois nomes que continuaram associados à
cátedra de Pedro nos dois pontificados seguintes. Foi João Paulo II, depois do breve reinado de João Paulo I,
quem se propôs como tarefa a aplicação do Concílio como modo mais eficaz de conduzir a Igreja ao terceiro
milênio.
Karol Wojtyla tinha sido um dos bispos mais jovens a participar do Vaticano II e é conhecida sua importante
contribuição na elaboração da constituição Gaudium et Spes, sobre a Igreja no mundo atual, e do decreto
Dignitatis Humanae, sobre a liberdade religiosa. Nos 20 anos do encerramento do Concílio, em 1985, João
Paulo II convocou um Sínodo Extraordinário para avaliar e impulsionar a aplicação prática do Vaticano II. Para
muitos, esse foi um momento importante de tomada de consciência sobre uma adequada hermenêutica do
Concílio, hermenêutica que, anos depois, o papa Ratzinger cristalizou na fórmula “reforma na continuidade”.
Um bom exemplo dessa consciência é a figura do teólogo e bispo espanhol Fernando Sebastián Aguilar, que o
papa Francisco fez cardeal no último consistório.
No ano 2000, diante do início de um novo milênio, João Paulo II voltava de novo o olhar ao Vaticano II e dizia:
“Uma nova época se abre diante de nossos olhos: é o tempo de aprofundar os ensinamentos conciliares. O
Concílio Ecumênico Vaticano II foi e continuará sendo uma verdadeira profecia para a vida da Igreja”.
Por ocasião da canonização de João XXIII e João Paulo II, é interessante recordar as palavras com que aquele
abria a grande assembleia: “O Concílio, que agora começa, surge na Igreja como dia que promete a luz mais
brilhante. Estamos apenas na aurora: mas já o primeiro anúncio do dia que nasce de quanta suavidade não
enche o nosso coração! Aqui tudo respira santidade, tudo leva a exultar!” E também as palavras com que, 39
anos depois, na Novo Millenio Ineunte, João Paulo II recordava que um dos principais ensinamentos do
Concílio era a chamada universal à santidade: “Como explicou o Concílio, este ideal de perfeição não deve ser
objeto de equívoco vendo nele um caminho extraordinário, percorrível apenas por algum ‘gênio’ da santidade.
Os caminhos da santidade são variados e apropriados à vocação de cada um. Agradeço ao Senhor por me ter
concedido, nestes anos, beatificar e canonizar muitos cristãos, entre os quais numerosos leigos que se
santificaram nas condições ordinárias da vida. É hora de propor de novo a todos, com convicção, esta ‘medida
alta’ da vida cristã ordinária: toda a vida da comunidade eclesial e das famílias cristãs deve apontar nesta
direção.”
O papa Francisco, com estas duas canonizações, quer seguir impulsionando, na direção seguida pelos dois
novos santos, a aplicação de um Concílio chamado a continuar renovando a Igreja e o mundo.
Federico M. Requena, sacerdote, é professor de História da Igreja na Pontifícia Universidade da Santa Cruz,
em Roma. Tradução: Marcio Antonio Campos
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