actaordinis 2008 n.1

Transcripción

actaordinis 2008 n.1
ACTA ORDINIS
FRATRUM MINORUM
VEL AD ORDINEM QUOQUO MODO PERTINENTIA
Fr. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO
IUSSU ET AUCTORITATE
TOTIUS ORD. FR. MIN. MINISTRI GENERALIS
IN COMMODUM PRAESERTIM RELIGIOSORUM SIBI SUBDITORUM
IN LUCEM AEDITA
Veritatem facientes in caritate (Eph. 4,15).
Peculiari prorsus laude dignum putavimus,
dilecte Fili, consilium quo horum Actorum
collectio atque editio suscepta est.
(Ex Epist. L EONIS P P. XIII ad Min. Gen.)
ROMA
CURIA GENERALIS ORDINIS
CUM APPROBATIONE ECCLESIASTICA
FR. JOSÉ R. CARBALLO, ofm, Min. Gen.
Fr. LUIGI PERUGINI
Director
Fr. GINO CONCETTI
Director responsabilis
Autoriz. N. 10240 del Trib. di Roma, 8-3-1965
Impaginazione e grafica
Ufficio Comunicazioni OFM – Roma
Stampato dalla
TIPOGRAFIA MANCINI S.A.S. – Tivoli (Roma)
nel mese di maggio dell’anno 2008
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
1. Omelia di Benedetto XVI in occasione
della conclusione della settimana di
preghiera per l’unità dei cristiani
Roma, Basilica di San Paolo fuori le Mura,
25 gennaio 2008
Cari fratelli e sorelle,
la festa della Conversione di San Paolo
ci pone nuovamente alla presenza di questo grande Apostolo, scelto da Dio per essere il suo «testimone davanti a tutti gli uomini» (At 22,15). Per Saulo di Tarso, il
momento dell’incontro con Cristo risorto
sulla via di Damasco segnò la svolta decisiva della vita. Si attuò allora la sua completa trasformazione, una vera e propria
conversione spirituale. In un istante, per
intervento divino, l’accanito persecutore
della Chiesa di Dio si ritrovò cieco brancolante nel buio, ma con nel cuore ormai
una grande luce che lo avrebbe portato, di
lì a poco, ad essere un ardente apostolo del
Vangelo. La consapevolezza che solo la
grazia divina aveva potuto realizzare una
simile conversione non abbandonò mai
Paolo. Quando egli aveva già dato il meglio di sé, consacrandosi instancabilmente
alla predicazione del Vangelo, scrisse con
rinnovato fervore: «Ho faticato più di tutti
loro, non io però, ma la grazia di Dio che è
con me» (1Cor 15,10). Infaticabile come
se l’opera della missione dipendesse interamente dai suoi sforzi, San Paolo fu tuttavia animato sempre dalla profonda persuasione che tutta la sua forza proveniva dalla grazia di Dio operante in lui.
Questa sera, le parole dell’Apostolo sul
rapporto tra sforzo umano e grazia divina risuonano colme di un significato del tutto
particolare. A conclusione della Settimana
di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, siamo ancor più coscienti di quanto l’opera
della ricomposizione dell’unità, che richiede ogni nostra energia e sforzo, sia comun-
que infinitamente superiore alle nostre possibilità. L’unità con Dio e con i nostri fratelli e sorelle è un dono che viene dall’Alto,
che scaturisce dalla comunione d’amore tra
Padre, Figlio e Spirito Santo e che in essa si
accresce e si perfeziona. Non è in nostro potere decidere quando o come questa unità si
realizzerà pienamente. Solo Dio potrà farlo!
Come San Paolo, anche noi riponiamo la
nostra speranza e fiducia “nella grazia di
Dio che è con noi”. Cari fratelli e sorelle,
questo vuole implorare la preghiera che insieme eleviamo al Signore, affinché sia Lui
a illuminarci e sostenerci nella costante nostra ricerca di unità.
Ed ecco allora assumere il suo valore più
pieno l’esortazione di Paolo ai cristiani di
Tessalonica: «Pregate continuamente» (1Ts
5,17), che è stata scelta come tema della
Settimana di preghiera di quest’anno.
L’Apostolo conosce bene quella comunità
nata dalla sua attività missionaria, e nutre
per essa grandi speranze. Ne conosce sia i
meriti che le debolezze. Tra i suoi membri,
infatti, non mancano comportamenti, atteggiamenti e dibattiti suscettibili di creare tensioni e conflitti, e Paolo interviene per aiutare la comunità a camminare nell’unità e
nella pace. Alla conclusione dell’epistola,
con una bontà quasi paterna, egli aggiunge
una serie di esortazioni molto concrete, invitando i cristiani a favorire la partecipazione di tutti, a sostenere i deboli, ad essere pazienti, a non rendere male per male ad alcuno, a cercare sempre il bene, ad essere
sempre lieti e a rendere grazie in ogni circostanza (cfr 1Ts 5,12-22). Al centro di queste
esortazioni, pone l’imperativo “pregate
continuamente”. Gli altri ammonimenti
perderebbero infatti forza e coerenza, se
non fossero sostenuti dalla preghiera.
L’unità con Dio e con gli altri si costruisce
innanzitutto mediante una vita di preghiera,
nella costante ricerca della «volontà di Dio
in Cristo Gesù verso di noi» (cfr 1Ts 5,18).
4
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
L’invito rivolto da San Paolo ai Tessalonicesi è sempre attuale. Davanti alle debolezze ed ai peccati che impediscono ancora la piena comunione dei cristiani,
ognuna di queste esortazioni ha mantenuto la sua pertinenza, ma ciò è particolarmente vero per l’imperativo «pregate continuamente». Che cosa diventerebbe il
movimento ecumenico senza la preghiera
personale o comune, affinché «tutti siano
una cosa sola, come tu, Padre, sei in me ed
io in te» (Gv 17,21)? Dove trovare lo
“slancio supplementare” di fede, di carità
e di speranza di cui ha oggi un particolare
bisogno la nostra ricerca dell’unità? Il nostro desiderio di unità non dovrebbe limitarsi ad occasioni sporadiche, ma divenire
parte integrante di tutta la nostra vita di
preghiera. Sono stati uomini e donne formati nella Parola di Dio e nella preghiera
gli artigiani della riconciliazione e dell’unità in ogni fase della storia. È il cammino
della preghiera che ha aperto la strada al
movimento ecumenico, così come lo conosciamo oggi. A partire dalla metà del
XVIII secolo, sono emersi difatti vari movimenti di rinnovamento spirituale, desiderosi di contribuire per mezzo della preghiera alla promozione dell’unità dei cristiani. Fin dall’inizio, gruppi di cattolici,
animati da personalità religiose di spicco,
hanno partecipato attivamente a simili iniziative. La preghiera per l’unità è stata sostenuta anche da miei venerati Predecessori, come Papa Leone XIII, il quale, già
nel 1895, raccomandava l’introduzione di
una novena di preghiera per l’unità dei cristiani. Questi sforzi, compiuti secondo le
possibilità della Chiesa del tempo, intendevano attuare la preghiera pronunciata da
Gesù stesso nel Cenacolo «perché tutti siano una cosa sola» (Gv 17,21). Non esiste
pertanto un ecumenismo genuino che non
affondi le sue radici nella preghiera.
Quest’anno celebriamo il centesimo anniversario dell’”Ottavario per l’unità della
Chiesa”, divenuto in seguito “Settimana di
Preghiera per l’unità dei Cristiani”. Cento
anni fa, Padre Paul Wattson, all’epoca ancora ministro episcopaliano, ideò un ottavario di preghiera per l’unità, che fu cele-
brato per la prima volta a Graymoor (New
York) dal 18 al 25 gennaio 1908. Questa sera, è con grande gioia che rivolgo il mio saluto al Ministro Generale e alla delegazione
internazionale dei Fratelli e delle Sorelle
francescani dell’Atonement, Congregazione fondata da Padre Paul Wattson e promotrice della sua eredità spirituale. Negli anni
trenta del secolo scorso, l’ottavario di preghiera conobbe importanti adattamenti dietro impulso soprattutto dell’Abbé Paul
Couturier di Lione, anch’egli grande promotore dell’ecumenismo spirituale. Il suo
invito a “pregare per l’unità della Chiesa
così come Cristo la vuole e secondo i mezzi che Lui vuole”, permise a cristiani di tutte le tradizioni di unirsi in una sola preghiera per l’unità. Rendiamo grazie a Dio per il
grande movimento di preghiera che, da cento anni, accompagna e sostiene i credenti in
Cristo nella loro ricerca di unità. La barca
dell’ecumenismo non sarebbe mai uscita
dal porto se non fosse stata mossa da quest’ampia corrente di preghiera e spinta dal
soffio dello Spirito Santo.
Congiuntamente alla Settimana di preghiera, molte comunità religiose e monastiche hanno invitato ed aiutato i loro membri
a “pregare continuamente” per l’unità dei
cristiani. In questa occasione che ci vede
riuniti, ricordiamo in particolare la vita e la
testimonianza di Suor Maria Gabriella dell’Unità (1914-1936), suora trappista del
monastero di Grottaferrata (attualmente a
Vitorchiano). Quando la sua superiora, incoraggiata dall’Abbé Paul Couturier, invitò
le sorelle a pregare e a fare dono di sé per
l’unità dei cristiani, Suor Maria Gabriella si
sentì immediatamente coinvolta e non esitò
a dedicare la sua giovane esistenza a questa
grande causa. Oggi stesso ricorre il venticinquesimo anniversario della sua beatificazione da parte del mio predecessore, Papa
Giovanni Paolo II. Quell’evento ebbe luogo
in questa Basilica precisamente il 25 gennaio 1983, durante la celebrazione di chiusura della Settimana di Preghiera per
l’Unità. Nella sua omelia, il Servo di Dio
ebbe a sottolineare i tre elementi su cui si
costruisce la ricerca dell’unità: la conversione, la croce e la preghiera. Su questi tre
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
elementi si fondarono anche la vita e la testimonianza di Suor Maria Gabriella.
L’ecumenismo ha un forte bisogno, oggi
come ieri, del grande “monastero invisibile” di cui parlava l’Abbé Paul Couturier, di
quella vasta comunità di cristiani di tutte le
tradizioni che, senza clamore, pregano ed
offrono la loro vita affinché si realizzi
l’unità.
Inoltre, da quarant’anni esatti, le comunità cristiane di tutto il mondo ricevono
per la Settimana meditazioni e preghiere
preparate congiuntamente dalla Commissione “Fede e Costituzione” del Consiglio
Ecumenico delle Chiese e dal Pontificio
Consiglio per la Promozione dell’Unità
dei Cristiani. Questa felice collaborazione
ha permesso di ampliare il vasto circolo di
preghiera e preparare i suoi contenuti in
maniera più adeguata. Questa sera, saluto
cordialmente il Rev. Dott. Samuel Kobia,
Segretario Generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, che è venuto a Roma per
unirsi a noi nel centenario della Settimana
di preghiera. Sono lieto per la presenza dei
membri del “Gruppo Misto di Lavoro”,
che saluto con affetto. Il Gruppo Misto è lo
strumento di cooperazione tra la Chiesa
cattolica ed il Consiglio Ecumenico delle
Chiese nella nostra ricerca comune di
unità. E, come ogni anno, rivolgo il mio
saluto fraterno anche ai vescovi, ai sacerdoti, ai pastori delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali che hanno qui a Roma i
loro rappresentanti. La vostra partecipazione a questa preghiera è espressione tangibile dei legami che ci uniscono in Cristo
Gesù: «Perché dove sono due o tre riuniti
nel mio nome, io sono in mezzo a loro»
(Mt 18,20).
In questa storica Basilica, il 28 giugno
prossimo, si aprirà l’anno consacrato alla
testimonianza e all’insegnamento dell’apostolo Paolo. Che il suo instancabile fervore
nel costruire il Corpo di Cristo nell’unità ci
aiuti a pregare incessantemente per la piena
unità di tutti i cristiani! Amen!
BENEDETTO XVI
© Copyright 2008 - Libreria Editrice Vaticana
5
2. Discorso di Benedetto XVI in occasione della XII Giornata della Vita Consacrata
Basilica Vaticana, 2 febbraio 2008
CON FRANCESCO E CHIARA
SEGUIRE CRISTO
SENZA COMPROMESSI
Cari fratelli e sorelle!
Sono molto lieto di incontrarvi in occasione della Giornata della Vita consacrata,
tradizionale appuntamento reso ancor più
significativo dal contesto liturgico della festa della Presentazione del Signore. Ringrazio il Signor Cardinale Franc Rodé, che ha
celebrato per voi l’Eucaristia, e con lui il
Segretario e gli altri collaboratori della
Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita apostolica. Con
grande affetto saluto i Superiori Generali
presenti e tutti voi, che formate questa singolare assemblea, espressione della multiforme ricchezza della Vita consacrata nella Chiesa.
Narrando la presentazione di Gesù al
tempio, l’evangelista Luca per ben tre volte
sottolinea che Maria e Giuseppe agirono secondo «la Legge del Signore» (cfr Lc
2,22.23.39), e del resto essi appaiono sempre in attento ascolto della Parola di Dio.
Questo loro atteggiamento costituisce un
esempio eloquente per voi, religiosi e religiose; per voi, membri degli Istituti Secolari e delle altre forme di Vita Consacrata. Alla Parola di Dio nella vita della Chiesa sarà
dedicata la prossima sessione ordinaria del
Sinodo dei Vescovi: vi chiedo, cari fratelli e
sorelle, di offrire a questo impegno ecclesiale il vostro contributo, testimoniando
quanto sia importante porre al centro di tutto la Parola di Dio, in special modo per
quanti, come voi, il Signore chiama a una
più intima sua sequela. La Vita consacrata,
infatti, è radicata nel Vangelo; ad esso, come alla sua regola suprema, ha continuato
ad ispirarsi lungo i secoli ed ad esso è chiamata a tornare costantemente per mantenersi viva e feconda portando frutto per la salvezza delle anime.
6
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
Agli inizi delle diverse espressioni di Vita consacrata c’è sempre una forte ispirazione evangelica. Penso a sant’Antonio
Abate, mosso dall’ascolto delle parole di
Cristo: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi
quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai
un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi» (Mt
19,21) (cfr Vita Antonii, 2, 4). San Francesco d’Assisi, a sua volta, afferma che fu Dio
a rivelargli che doveva vivere secondo la
forma del santo Vangelo (Testamento, 17:
FF 116). «Francesco – scrive Tommaso da
Celano – udendo che i discepoli di Cristo
non devono possedere né oro, né argento,
né denaro, né portare bisaccia, né pane, né
bastone per via, né avere calzari, né due tuniche … subito, esultante di Spirito Santo,
esclamò: Questo voglio, questo chiedo,
questo bramo di fare con tutto il cuore!»
(1Celano, 83: FF 670. 672).
«È stato lo Spirito Santo – ricorda
l’Istruzione Ripartire da Cristo – ad illuminare di luce nuova la Parola di Dio ai fondatori e alle fondatrici. Da essa è sgorgato ogni
carisma e di essa ogni Regola vuole essere
espressione» (n. 24). Ed in effetti, lo Spirito
Santo attira alcune persone a vivere il Vangelo in modo radicale e a tradurlo in uno stile di sequela più generosa. Ne nasce così
un’opera, una famiglia religiosa che, con la
sua stessa presenza, diventa a sua volta
“esegesi” vivente della Parola di Dio. Il succedersi dei carismi della Vita consacrata, dice il Concilio Vaticano II, può dunque essere letto come un dispiegarsi di Cristo nei secoli, come un Vangelo vivo che si attualizza
in sempre nuove forme (cfr Conc. Vat. II,
Cost. Lumen gentium, 46). Nelle opere delle Fondatrici e dei Fondatori si rispecchia un
mistero di Cristo, una sua parola, si rifrange
un raggio della luce che emana dal suo volto, splendore del Padre (cfr Esort. Ap. postsinod. Vita consecrata, 16).
Seguire Cristo senza compromessi, come viene proposto nel Vangelo, ha dunque
costituito lungo i secoli la norma ultima e
suprema della vita religiosa (cfr Perfectae
caritatis, 2). San Benedetto, nella sua Regola, rimanda alla Scrittura quale «norma
rettissima per la vita dell’uomo» (n. 73,25). San Domenico «dovunque si manifesta-
va come un uomo evangelico, nelle parole
come nelle opere» (Libellus, 104: in P. Lippini, San Domenico visto dai suoi contemporanei, Ed. Studio Dom., Bologna, 1982,
110) e tali voleva che fossero anche i suoi
frati predicatori, «uomini evangelici» (Prime Costituzioni o Consuetudines, 31). Santa
Chiara d’Assisi ricalca appieno l’esperienza
di Francesco: «La forma di vita dell’Ordine
delle Sorelle povere – scrive – è questo: osservare il santo Vangelo del Signore nostro
Gesù Cristo» (Regola, I, 1-2: FF 2750). San
Vincenzo Pallotti afferma: «La regola fondamentale della nostra minima Congregazione è la vita di nostro Signore Gesù Cristo per imitarla con tutta la perfezione possibile» (cfr Opere complete, II, 541-546;
VIII, 63, 67, 253, 254, 466). E San Luigi
Orione scrive: «Nostra prima Regola e vita
sia di osservare, in umiltà grande e amore
dolcissimo e affocato di Dio, il Santo Vangelo» (Lettere di Don Orione, Roma 1969,
vol. II, 278).
Questa ricchissima tradizione attesta che
la Vita consacrata è «profondamente radicata negli esempi e negli insegnamenti di
Cristo Signore» (Vita consecrata, 1), e si
presenta «come una pianta dai molti rami,
che affonda le sue radici nel Vangelo e produce frutti copiosi in ogni stagione della
Chiesa» (ivi, 5). Sua missione è ricordare
che tutti i cristiani sono convocati dalla Parola per vivere della Parola e restare sotto la
sua signoria. Spetta pertanto in particolare
ai religiosi e alle religiose «tener viva nei
battezzati la consapevolezza dei valori fondamentali del Vangelo» (Vita consecrata,
33). Così facendo, la loro testimonianza
infonde alla Chiesa «un prezioso impulso
verso una sempre maggiore coerenza evangelica» (ivi, 3) ed anzi, potremmo dire, è
una «eloquente, anche se spesso silenziosa,
predicazione del Vangelo» (ivi, 25). Per
questo nelle mie due Encicliche, così come
in altre occasioni, non ho mancato di additare l’esempio di santi e beati appartenenti
a Istituti di Vita consacrata.
Cari fratelli e sorelle, nutrite la vostra
giornata di preghiera, di meditazione e di
ascolto della Parola di Dio. Voi, che avete
familiarità con l’antica pratica della lectio
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
divina, aiutate anche i fedeli a valorizzarla
nella loro quotidiana esistenza. E sappiate
tradurre in testimonianza quanto la Parola
indica, lasciandovi plasmare da essa che,
come seme accolto in terreno buono, porta
frutti abbondanti. Sarete così sempre docili
allo Spirito e crescerete nell’unione con
Dio, coltiverete la comunione fraterna fra
voi e sarete pronti a servire generosamente
i fratelli, soprattutto quelli che si trovano
nel bisogno. Che gli uomini possano vedere le vostre opere buone, frutto della Parola
di Dio che vive in voi, e diano gloria al Padre vostro celeste (cfr Mt 5,16)! Nell’affidarvi queste riflessioni, vi ringrazio per il
servizio prezioso che rendete alla Chiesa e,
mentre invoco la protezione di Maria e dei
santi e beati Fondatori dei vostri Istituti, imparto di cuore la Benedizione Apostolica a
voi ed alle vostre rispettive Famiglie religiose, con un pensiero speciale per i giovani e le giovani in formazione, e per i vostri
confratelli e le vostre consorelle che sono
ammalati, o anziani o in difficoltà. A tutti
assicuro un ricordo nella mia preghiera.
BENEDETTO XVI
[L’Osservatore Romano, 4-5 febbraio 2008, p. 8]
3. Discorso al Consiglio esecutivo delle
unioni internazionali dei superiori e
delle superiore generali
Sala del Concistoro, 18 febbraio 2008
POVERTÀ RADICALE,
FEDELTÀ E COERENZA
PER ESSERE TESTIMONI
DEL VANGELO
Cari fratelli e sorelle,
al termine di questa mattinata di comune
riflessione su alcuni aspetti particolarmente
attuali e importanti della Vita Consacrata in
questo nostro tempo, vorrei anzitutto ringraziare il Signore che ci ha offerto la possibilità di questo incontro molto proficuo
per tutti. Abbiamo avuto modo di analizzare insieme le potenzialità e le attese, le spe-
7
ranze e le difficoltà che incontrano oggi gli
Istituti di Vita Consacrata. Ho ascoltato con
grande attenzione ed interesse le vostre testimonianze, le vostre esperienze ed ho preso nota delle vostre domande. Avvertiamo
tutti come nella moderna società globalizzato divenga sempre più difficile annunciare e testimoniare il Vangelo. Se questo vale
per tutti i battezzati, a più forte ragione è vero per le persone che Gesù chiama alla sua
sequela in modo più radicale attraverso la
consacrazione religiosa. Il processo di secolarizzazione che avanza nella cultura
contemporanea non risparmia infatti purtroppo nemmeno le comunità religiose.
Non bisogna tuttavia lasciarsi prendere
dallo scoraggiamento perché se oggi, come
è stato opportunamente ricordato, non poche nubi si addensano all’orizzonte della vita religiosa, stanno emergendo,ed anzi sono
in costante crescita, segnali di un provvidenziale risveglio, che suscita motivi di
consolante speranza. Lo Spirito Santo soffia potentemente dappertutto nella Chiesa
suscitando un nuovo impegno di fedeltà negli Istituti storici ed insieme a nuove forme
di consacrazione religiosa in consonanza
con le esigenze dei tempi. Oggi, come in
ogni epoca, non mancano anime generose
disposte ad abbandonare tutti e tutto per abbracciare Cristo e il suo Vangelo, consacrando al suo servizio la loro esistenza entro
comunità segnate da entusiasmo, generosità
e gioia. Quel che contraddistingue queste
nuove esperienze di Vita Consacrata è il desiderio comune, condiviso con pronta adesione, di povertà evangelica praticata in
modo radicale, di amore fedele alla Chiesa,
di generosa dedizione verso il prossimo bisognoso, con speciale attenzione per quelle
povertà spirituali che contraddistinguono in
maniera marcata l’epoca contemporanea.
Più volte anch’io, come già i miei venerati Predecessori, ho voluto ribadire che gli
uomini d’oggi avvertono un forte richiamo
religioso e spirituale, ma sono pronti ad
ascoltare e seguire solo chi testimonia con
coerenza la propria adesione a Cristo. Ed è
interessante notare che sono ricchi di vocazioni proprio quegli Istituti che hanno conservato o hanno scelto un tenore di vita,
8
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
spesso molto austero, e comunque fedele al
Vangelo vissuto “sine glossa”. Penso alle
tante comunità fedeli ed alle nuove esperienze di Vita Consacrata che voi ben conoscete; penso al lavoro missionario di molti
gruppi e movimenti ecclesiali da cui scaturiscono non poche vocazioni sacerdotali e
religiose; penso alle ragazze e ai giovani
che abbandonano tutto per entrare in monasteri e conventi di clausura. E’ vero – lo
possiamo dire con gioia - anche oggi il Signore continua a mandare operai nella sua
vigna e ad arricchire il suo popolo di tante e
sante vocazioni. Di questo lo ringraziamo e
lo preghiamo perché all’entusiasmo delle
scelte iniziali - molti giovani infatti intraprendono il sentiero della perfezione evangelica ed entrano in nuove forme di Vita
Consacrata a seguito di commoventi conversioni -, perché, dicevo, all’entusiasmo
delle scelte iniziali segua l’impegno della
perseveranza in un autentico cammino di
perfezione ascetica e spirituale, in un cammino di vera santità.
Per quanto riguarda gli Ordini e le Congregazioni con una lunga tradizione nella
Chiesa, non si può non notare, come voi
stessi avete sottolineato, che negli ultimi
decenni hanno attraversato quasi tutti quelli maschili come quelli femminili - una
difficile crisi dovuta all’invecchiamento dei
membri, a una più o meno accentuata diminuzione delle vocazioni, e talora anche a
una “stanchezza” spirituale e carismatica.
Questa crisi, in certi casi, si è fatta persino
preoccupante. Accanto però a situazioni
difficili, che è bene guardare con coraggio
e verità, vanno tuttavia registrati segni di
positiva ripresa, specialmente quando le comunità hanno scelto di tornare alle origini
per vivere in maniera più consona lo spirito
del Fondatore. In quasi tutti i recenti Capitoli Generali degli Istituti religiosi il tema
ricorrente è stato proprio la riscoperta del
carisma fondazionale da incarnare ed attuare in modo rinnovato nel tempo presente.
Riscoprire lo spirito delle origini, approfondire la conoscenza del Fondatore o
della Fondatrice, ha aiutato ad imprimere
agli Istituti un promettente nuovo impulso
ascetico, apostolico e missionario. Ci sono
opere ed attività secolari che sono state così rivitalizzante da nuova linfa; ci sono nuove iniziative di autentica attuazione del carisma dei Fondatori. È su questa strada che
occorre continuare a camminare, pregando
il Signore perché porti a pieno compimento
l’opera da Lui iniziata.
Entrando nel terzo millennio, il mio venerato predecessore, il Servo di Dio Giovanni Paolo II, ha invitato l’intera comunità
ecclesiale a “ripartire da Cristo” (Lett. ap.
Novo millennio ineunte, nn. 29 ss.). Sì! Anche gli Istituti di Vita Consacrata, se vogliono mantenere o ritrovare la loro vitalità
ed efficacia apostolica, devono continuamente “ripartire da Cristo”. È Lui la salda
roccia su cui dovete costruire le vostre comunità e ogni vostro progetto di rinnovamento comunitario ed apostolico. Cari fratelli e sorelle, grazie di cuore per la cura che
voi ponete nel compiere il vostro gravoso
servizio di guida delle vostre famiglie religiose. Il Papa vi è accanto, vi incoraggia ed
assicura per ogni vostra comunità un quotidiano ricordo nella preghiera. Terminando
questo nostro incontro, vorrei ancora una
volta salutare con affetto il Cardinale Segretario di Stato e il Cardinale Franc Rodé,
come pure ciascuno di voi. A voi chiedo
inoltre di recare il mio saluto a tutti i vostri
confratelli e vostre consorelle, con un pensiero speciale per gli anziani che hanno servito a lungo i vostri Istituti, gli ammalati
che contribuiscono all’opera della redenzione con le loro sofferenze, i giovani che
sono la speranza delle vostre diverse Famiglie religiose e della Chiesa. Tutti vi affido
alla materna protezione di Maria, modello
eccelso di vita consacrata, mentre cordialmente vi benedico.
BENEDETTO XVI
[L’Osservatore Romano, 20 febbraio 2008]
4. Discorso ai partecipanti al corso annuale promosso dalla Penitenzieria
Apostolica
Città del Vaticano, Aula delle Benedizioni,
7 marzo 2008
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
Signor Cardinale,
Venerati fratelli
nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
cari Penitenzieri
delle Basiliche Romane!
Sono lieto di accogliervi, mentre volge al
termine il corso sul foro interno che la Penitenzieria Apostolica promuove da diversi
anni durante la Quaresima. Con un programma accuratamente preparato, questo
annuale incontro rende un prezioso servizio
alla Chiesa e contribuisce a mantenere vivo
il senso della santità del sacramento della
Riconciliazione. Rivolgo, pertanto, un cordiale ringraziamento a chi lo organizza e, in
particolare, al Penitenziere Maggiore, il
Cardinale James Francis Stafford, che saluto ringraziandolo per le cortesi parole da lui
rivoltemi. Insieme a lui saluto e ringrazio il
Reggente e il personale della Penitenzieria,
come pure i benemeriti Religiosi di diversi
Ordini che amministrano il sacramento della Penitenza nelle Basiliche Papali dell’Urbe. Saluto inoltre tutti i partecipanti al corso.
La Quaresima è un tempo quanto mai
propizio per meditare sulla realtà del peccato alla luce dell’infinita misericordia di Dio,
che il sacramento della Penitenza manifesta
nella sua forma più alta. Colgo, pertanto, volentieri l’occasione per proporre alla vostra
attenzione alcune riflessioni sull’amministrazione di questo Sacramento nella nostra
epoca, che purtroppo va sempre più smarrendo il senso del peccato. Occorre oggi far
sperimentare a chi si confessa quella tenerezza divina verso i peccatori pentiti che tanti episodi evangelici mostrano con accenti di
intensa commozione. Prendiamo ad esempio la pagina famosa del Vangelo di Luca
che presenta la peccatrice perdonata (cfr Lc
7,36-50). Simone, fariseo e ricco “notabile”
della città, tiene in casa sua un banchetto in
onore di Gesù. Inaspettatamente dal fondo
della sala entra un’ospite non invitata né
prevista: una nota prostituta. Comprensibile
il disagio dei presenti, di cui tuttavia la donna non pare preoccuparsi. Essa avanza e, in
modo piuttosto furtivo, si ferma ai piedi di
Gesù. Le sono giunte all’orecchio le sue parole di perdono e di speranza per tutti, anche
9
per le prostitute; è commossa e se ne sta lì silenziosa. Bagna con le lacrime i piedi di Gesù, li asciuga con i capelli, li bacia e li unge
di un soave profumo. Così facendo la peccatrice vuole esprimere l’affetto e la riconoscenza che nutre verso il Signore con gesti a
lei familiari, anche se socialmente censurati.
Di fronte all’imbarazzo generale, è proprio Gesù ad affrontare la situazione: “Simone, ho una cosa da dirti”. “Parla pure,
Maestro”, gli risponde il padrone di casa.
Conosciamo tutti la risposta di Gesù con una
parabola che potremmo riassumere nelle seguenti parole che il Signore sostanzialmente dice a Simone: “Vedi? Questa donna sa di
essere peccatrice e, mossa dall’amore, chiede comprensione e perdono. Tu, invece, presumi di essere giusto e sei forse convinto di
non aver nulla di grave da farti perdonare”.
Eloquente il messaggio che traspare dal
brano evangelico: a chi molto ama, Iddio
tutto perdona. Chi confida in se stesso e nei
propri meriti è come accecato dal suo io e il
suo cuore si indurisce nel peccato. Chi invece si riconosce debole e peccatore si affida a Dio e da Lui ottiene grazia e perdono. E’ proprio questo il messaggio che occorre trasmettere: ciò che più conta è di far
comprendere che nel sacramento della Riconciliazione, qualsiasi peccato si sia commesso, se lo si riconosce umilmente e ci si
accosta fiduciosi al sacerdote confessore, si
sperimenta sempre la gioia pacificatrice del
perdono di Dio. In questa prospettiva, assume notevole importanza il vostro Corso,
che mira a preparare confessori ben formati dal punto di vista dottrinale e capaci di far
sperimentare ai penitenti l’amore misericordioso del Padre celeste. Non è forse vero che oggi si assiste ad una certa disaffezione nei confronti di questo Sacramento?
Quando si insiste solo sull’accusa dei peccati, che pure deve esserci e occorre aiutare
i fedeli a comprenderne l’importanza, si rischia di relegare in secondo piano ciò che in
esso è centrale, e cioè l’incontro personale
con Dio, Padre di bontà e di misericordia.
Nel cuore della celebrazione sacramentale
non sta il peccato, ma la misericordia di
Dio, che è infinitamente più grande di ogni
nostra colpa.
10
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
L’impegno dei Pastori, e specialmente
dei confessori, deve essere anche quello di
porre in evidenza il legame stretto che esiste tra il sacramento della Riconciliazione e
un’esistenza orientata decisamente alla
conversione. Occorre che tra la pratica del
sacramento della Confessione e una vita tesa a seguire sinceramente il Cristo si instauri una sorta di “circolo virtuoso” inarrestabile, nel quale la grazia del Sacramento
sostenga ed alimenti l’impegno ad essere
fedeli discepoli del Signore. Il tempo quaresimale, nel quale ci troviamo, ci ricorda
che la nostra vita cristiana deve tendere
sempre alla conversione e quando ci si accosta frequentemente al sacramento della
Riconciliazione resta vivo nel credente
l’anelito alla perfezione evangelica. Se viene meno quest’anelito incessante, la celebrazione del Sacramento rischia purtroppo
di diventare qualche cosa di formale che
non incide nel tessuto della vita quotidiana.
D’altra parte, se, pur essendo animati dal
desiderio di seguire Gesù, non ci si confessa regolarmente, si rischia poco a poco di
rallentare il ritmo spirituale sino a indebolirlo sempre di più e forse anche spegnerlo.
Cari fratelli, non è difficile comprendere
il valore che ha nella Chiesa il vostro ministero di dispensatori della misericordia divina per la salvezza delle anime. Seguite ed
imitate l’esempio di tanti santi confessori,
che, con il loro intuito spirituale, aiutavano
i penitenti a rendersi conto che la celebrazione regolare del sacramento della Penitenza e la vita cristiana tesa alla santità sono
componenti inscindibili d’uno stesso itinerario spirituale per ogni battezzato. E non
dimenticate di essere voi stessi esempi di
autentica vita cristiana. La Vergine Maria,
Madre di misericordia e di speranza, aiuti
voi qui presenti, e tutti i confessori a svolgere con zelo e gioia questo grande servizio
da cui dipende così intensamente la vita della Chiesa. Io vi assicuro un ricordo nella
preghiera e con affetto vi benedico.
BENEDETTO XVI
[L’Osservatore Romano, 8 marzo 2008]
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
1. Omelia in occasione della Messa di
suffragio per i Frati Seán Collins,
Aloísio Lorscheider, Sebastião Assis
De Figueiredo e José Gómez
Roma, Curia generale, 14.01.2008
1Sam 1,1-18l; Sal 115,12ss; Mc 1,14-20
Cari fratelli e sorelle,
il Signore vi dia pace!
Risuona ancora nel più profondo del nostro cuore l’annuncio del Natale: per voi è
nato nella città di Davide il Messia; è ancora viva l’immagine dei Magi che, “avvisati” da una stella, si mettono in cammino per
adorare il Bimbo che è appena nato; i nostri
cuori sono ancora ricolmi della gioia della
nascita che si è manifestata nelle nostre celebrazioni, così liturgiche e familiari, tutte
piene di musiche e di luce ed è in questo clima, quasi natalizio, che ci siamo riuniti intorno all’altare, per offrire il sacrificio di lode per eccellenza, l’eucaristia, e per invocare il nome del Signore, ricordando quattro
nostri fratelli che ci hanno lasciato recentemente: Fr. Seán Collins, Segretario generale dell’Ordine, passato alla casa del Padre,
dopo una dolorosa malattia, a 62 anni; il
Cardinale Aloísio Lorscheider, Arcivescovo emerito di Aparecida in Brasile, scomparso dopo una lunga infermità ad 83 anni;
Monsignor Sebastião Assis de Figueiredo,
Vescovo di Guarantinga, Brasile, morto in
un incidente automobilistico a 53 anni, e Fr.
José Gómez González, Vescovo emerito di
Lugo in Spagna, morto a 75 anni.
Quattro Frati che il Signore ci aveva donato e che ora ha chiamato a sé. Nel nostro
cuore si mescolano insieme sentimenti di
tristezza e di gioia: tristezza perché, umanamente parlando, abbiamo perso quattro fratelli molto validi e perché ci hanno lasciato
quando noi pensavamo che fosse troppo
presto, mentre la Chiesa e l’Ordine aveva-
no ancora bisogno di loro. In questi giorni,
soprattutto per la morte di Fr. Seán, vi confesso di essermi sentito molto triste. Era un
sentimento normale e naturale e, tuttavia,
non privo di dolore. Con la morte di Fr.
Seán, con cui ho condiviso sette anni della
mia vita a Roma, come ho detto in diverse
occasioni, non ho solo perso l’efficiente,
amabile e discreto Segretario generale dell’Ordine, ma ho anche sentito lo strazio per
l’addio a un amico, a un fratello e a un fedele collaboratore. Tutti conosciamo il fragile stato di salute in cui si trovava, ma
quando il Ministro provinciale d’Irlanda mi
ha comunicato la notizia della sua morte, alle prime ore del 24 dicembre, sono rimasto
senza parole. Non riuscivo a credere a ciò
che ascoltavo all’altro capo del telefono e
ho cominciato a piangere. Nel più profondo
del cuore mi chiedevo: perché, Signore, prima ti sei preso improvvisamente Fr. Antonio Franjiç, Vicario generale, e ora Fr. Seán
Collins, Segretario generale? Perché? Ma,
mentre mi facevo questa domanda, mi è capitato tra le mani il testo che oggi abbiamo
letto come prima lettura e ho sentito rivolte
proprio a me le parole di Elkana a sua moglie Anna: «Perché è triste il tuo cuore?»
(1Sam 1,8).
Così, nei giorni seguenti, ho ripercorso
la vita dei quattro Frati che ci hanno lasciato in così poco tempo e ho scoperto che
c’erano molti motivi per ringraziare Dio e
per rallegrarsi. Di Fr. Seán Collins mi tornò
in mente, tra le altre cose, la fede con cui affrontò la sua malattia così inaspettata. Come non ricordare la lezione che impartì nella cappella della Fraternità il giorno in cui,
alla presenza di tutti i Frati, ricevette il sacramento dell’Unzione! Senza dubbio come professore di liturgia e come Frate Minore quella fu la lezione magistrale della
sua vita. Uomo di profonde convinzioni che
seppe rinnovare il suo sì al Signore nel dolore e nella sofferenza, soprattutto quando,
12
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
alcuni giorni prima di morire, gli comunicarono che ormai non c’era più niente da fare e che sorella morte si avvicinava.
Di Fr. Aloísio Lorscheider mi venne in
mente la semplicità, il suo profondo amore
all’Ordine, la povertà, l’amore per i poveri.
Avevo potuto apprezzare queste sue doti soprattutto durante la visita che ho fatto alla
Provincia francescana di San Francesco di
Porto Alegre, in Brasile, alla quale apparteneva e nella quale era voluto tornare al termine del suo ministero episcopale ad Aparecida. L’avevo incontrato nell’infermeria
provinciale, dove conduceva una vita esemplare da Frate Minore. Parlare con lui, non
era solo interessante, faceva riflettere. Il suo
Ministro provinciale e il suo Guardiano mi
dicevano: «È il miglior Frate della Fraternità».
Di Fr. Sebastião Assis de Figueiredo mi
ricordai del sorriso, della gioia e della positività di fronte alla vita, che ci aveva trasmesso ogni volta che passava in Curia e,
soprattutto, durante il recente incontro dei
Vescovi OFM svoltosi ad Assisi. Al suo
fianco uno ci si sentiva bene.
Di Fr. José Gómez, che fu mio Guardiamo e Vicario provinciale negli anni in cui
ero studente a Santiago, ricorderò sempre la
capacità di relazionarsi con tutti, la grande
intelligenza e cultura, la capacità di governo, il profondo amore alla Chiesa e alla vita religiosa, soprattutto a quella francescana. È significativo che tutti avessero conosciuto queste doti e le ricordassero e che,
nella celebrazione eucaristica, il suo nome
da vescovo venisse pronunciato Fr. José.
Come Frate passerà alla storia dell’antica
diocesi di Lugo.
Cari fratelli e sorelle, la scomparsa di
questi quattro Frati in così pochi giorni ci
lascia un po’ sconcertati, ma il Signore trasforma le ombre della morte in aurora di vita e, guardandoci con amore, ci dice: Perché
è triste il vostro cuore? E anche: «Non sia
turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio
e abbiate fede anche in me» (Gv 14,1). I nostri occhi, come quelli dei discepoli di Emmaus, in questi momenti non sono pronti a
riconoscere il Signore che cammina accanto a noi e, allora, è il Signore che prende
l’iniziativa e si fa presente sul nostro cammino per dirci: «Che sono questi discorsi
che state facendo fra voi durante il cammino?» (Lc 24,17). Di cosa parlate? Perché il
vostro cuore dubita? Non sapete che «se il
chicco di grano caduto in terra non muore,
rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gv 12,24)? Come Maria, la sorella di Lazzaro, anche noi proviamo la tentazione di dirgli: se tu fossi stato qui i nostri
Fratelli non sarebbero morti (cf Gv 11,32).
Ma Gesù, ancor prima che glielo si dica, ci
risponde: «Io sono la risurrezione e la vita;
… chiunque vive e crede in me, non morirà
in eterno» (Gv 11,25s). «Non ti ho detto
che, se credi, vedrai la gloria di Dio?» (Gv
11,40). Spesso ci comportiamo come se
questa fosse la nostra patria definitiva e come se dovessimo vivere per sempre in questo corpo mortale, allora Gesù per bocca
dell’Apostolo ci ricorda che «finché abitiamo nel corpo» siamo ospiti e pellegrini, «in
esilio, lontano dal Signore» (2Cor 5,6) e
che solo quando sarà distrutto il corpo in cui
abitiamo «riceveremo una dimora eterna
nei cieli (cf 2Cor 5,1). In circostanze come
questa può sembrarci, come al Profeta, che
la morte spezzi le nostre vite (cf Is 38,10),
ma la Parola di Dio ci dona luce, perché
«sia che viviamo, sia che moriamo, siamo
del Signore» (Rom 14,8). Vorremmo chiedere al Signore che la morte non ci colga distratti o mentre dormiamo, ma Gesù anticipa quella che potrebbe sembrare una giusta
richiesta: «Siate pronti …, con la cintura ai
fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna
dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa … tenetevi pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate» (Lc 12,35-36.40); e anche: «convertitevi», cioè «credete al vangelo» (cf Mc
1,14).
Quindi, cari fratelli e sorelle, dopo questa “catechesi” e “purificazione” da parte
del Signore della vita, illuminati i cuori e
asciugate le lacrime, ripetendo le parole del
serafico padre san Francesco, anche noi
osiamo cantare: «laudato si’, mi’ Signore,
per sora nostra Morte corporale, da la quale
nullu homo vivente po’ skappare» (Cant
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
20). Anche se ci sanguina il cuore, facciamo
festa. Il Signore, oggi come sempre, è buono con noi e non possiamo fare a meno di
proclamare: «Se moriamo con lui, vivremo
anche con lui» (2Tim 2,11). Sì, non possiamo non gridare e confessare la nostra fede:
«Noi crediamo infatti che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono morti,
Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme
con lui» (1Tes 4,14). Mossi dalla fede in
Cristo risorto, non possiamo che sfidare la
morte: «Dov’è, o morte, la tua vittoria?
Dov’è, o morte, il tuo pungiglione? Il pungiglione della morte è il peccato e la forza
del peccato è la legge. Siano rese grazie a
Dio che ci dà la vittoria per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo» (1Cor 15,55ss).
Benediciamo il Signore, perché sappiamo,
con la certezza che ci viene dalla fede, che
«le anime dei giusti sono nelle mani di Dio,
nessun tormento le toccherà» (Sap 3,1).
E mentre diciamo ai nostri Fratelli addio,
perché a Dio li consegniamo, preghiamo: Signore, tu che sei nostro rifugio e nostra fortezza, fa che dal pianto e dal dolore giungiamo alla pace della tua presenza. Signore, tu
che hai chiamato i nostri Fratelli Seán, Aloísio, Sebastião e José a seguirti nella vita francescana, sii per loro, come già fosti per Francesco, loro custode e difensore, loro sicurezza, loro gioia e letizia, loro vita eterna.
Cari Fratelli Seán, Aloísio, Sebastião e
José riposate nella pace del Signore, con
Lui cantate per sempre la sua lode e davanti a Lui non smettete di intercedere per noi,
vostri Fratelli. Amen.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
2. Intervento conclusivo nell’Incontro dei
nuovi Ministri provinciali e Custodi
Roma, Curia generale, 22.01.2008
PER CRESCERE E FAR CRESCERE
Cari Fratelli, con la grazia di Dio siamo
giunti al termine di questo incontro del Definitorio generale con i nuovi Ministri pro-
13
vinciali e Custodi. Grazie della vostra partecipazione.
All’inizio dell’incontro vi chiedevo di
sentirvi a casa e tra fratelli. Spero sia stato
così, ma se ho mancato in qualcosa, vi chiedo scusa. Citando la Regola (cf. Rb 6,7-8),
vi chiedevo anche di manifestare con fiducia le vostre necessità e i vostri problemi e
di condividere le gioie e le preoccupazioni.
Alla fine dell’incontro sento il bisogno di
ringraziarvi per l’apertura nel dialogo personale. Avete condiviso con me le vostre
gioie e le sofferenze. Grazie e da questo
momento sappiate che nelle mie preghiere
sarete molto presenti, perché il Signore aumenti le gioie e diminuisca le pene.
Desidero ora concludere questo incontro
sottolineando alcuni punti che credo meritino particolare attenzione da parte vostra e
che, in un modo o nell’altro, sono emersi
durante l’incontro.
1. Siate animatori e non solo amministratori. Nell’animazione della vita dei Frati ricordate sempre che, in stretta collaborazione con il Definitorio, i vostri
principali obiettivi devono essere: animare spiritualmente la vita dei Frati;
creare comunione; saper prendere decisioni e vigilare, perché vengano attuate; progettare e preparare il futuro con
“lucidità e coraggio”, il che, tra l’altro,
comporta anche di vivere, e aiutare i
Frati a vivere, in atteggiamento di processo e di progetto, come ci chiedono il
progetto La grazia degli origini, il documento finale del Capitolo 2003, Il Signore ti dia pace, le priorità dell’Ordine, come vengono proposte dal documento Seguaci di Cristo per un mondo
fraterno, e il documento finale del Capitolo generale straordinario 2006, Il
Signore ci parla lungo il cammino.
2. Per essere animatori e non solo amministratori, date la precedenza alle persone dei Frati rispetto alle strutture,
mostrando verso di loro una cura materna, come chiedeva san Francesco e
come ci ha chiesto l’ultimo Capitolo
generale straordinario. Ricordate che vi
è stata affidata l’anima dei Frati (cf Rnb
4,6).
14
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
3. Abbiate una cura particolare dei Frati in
difficoltà. Parlando con me mi avete reso
partecipe, tra le altre cose, delle vostre sofferenze per Frati con problemi. Sappiate
che vi sono molto vicino. Nell’affrontare
questi problemi vi chiedo molta carità.
San Francesco ci chiede di trattare gli altri
come desidereremmo essere trattati noi
stessi, se venissimo a trovarci in una situazione simile. Ciò che ci dice san Francesco nella Lettera a un Ministro deve essere sempre presente nella nostra mente e
nel nostro cuore quando ci troviamo ad
avere a che fare con questi Frati in difficoltà. Allo stesso tempo, però, vi chiedo
chiarezza. Solo così sarà possibile aiutarli
adeguatamente e solo in questo modo difenderemo le nostre Entità. In tutto quello
che abbia relazione con i delicta graviora,
seguite le Normae servandae in casibus
aliqua graviora delicata tractandis, elaborate dalla Curia generale.
4. Lavorate senza fatica per assicurare
l’unità organica e armoniosa tra vocazione-vita fraterna-missione. Solo così
saremo Frati Minori e combatteremo
alla radice la frammentazione e
l’indivi-dualismo nella vita dei Frati.
5. Nel campo della formazione vi chiedo
di dare priorità alla formazione permanente; di essere scrupolosi nel discernimento dei nostri candidati ed esigenti
nella formazione dei nostri giovani; di
assicurare ai Frati in formazione iniziale e nei primi anni dopo la professione
solenne un adeguato accompagnamento personalizzato; di garantire formatori preparati che sappiano trasmettere la
bellezza della sequela di Cristo; di offrire una formazione intellettuale rispondente alle esigenze di oggi.
6. In stretta collaborazione con la formazione vi chiedo di prestare particolare
attenzione alla formazione nell’uso
corretto e responsabile dei mezzi di comunicazione, specialmente internet; di
accompagnare adeguatamente i Frati
che si isolano dalla Fraternità e passano
ore e ore davanti al computer. Non
aspettiamo che i problemi sorgano, per
poi correre ai ripari.
7. Nel settore dell’evangelizzazione sento
il bisogno di ricordarvi la necessità di
un progetto specificamente francescano, che ci porti a vivere la vita fraterna
come «nostra prima testimonianza per
il mondo» (Spc 34); a lasciarci «sedurre dai chiostri dimenticati, dai chiostri
inumani» (Sdp 37); a «scegliere con
maggior decisione i luoghi di frontiera
e la marginalità, come peculiarità della
nostra identità francescana» (Spc 33);
ad essere minori tra i minori. D’altra
parte dobbiamo ricordare di essere un
Ordine missionario ad gentes. Nessuna
Entità, per quanto piccola, può ignorare questa dimensione essenziale del nostro carisma. Tutti dobbiamo garantire
il futuro dei progetti missionari (cf Spc
34). Sempre in questo campo dell’evangelizzazione, curate che il dialogo e
la GPIC siano valori trasversali in tutta
l’attività evangelizzatrice. Sempre in
questo campo dell’Evangelizzazione,
lavorate affinché i valori del dialogo e
della GPIC siano valori trasversali in
tutto l’attività evangelizzatrice.
8. Nel campo economico vi chiedo di assicurare ed esigere trasparenza, solidarietà e austerità. Un’economia fondata
sul lavoro dei Frati, da considerare come una grazia (cf Rb 5,1). Impegnatevi
per il raggiungimento di un “fondo comune”, frutto della solidarietà di tutte le
Fraternità e di tutti i Frati.
9. Nell’assistenza delle Sorelle contemplative del Secondo Ordine e nell’assistenza ai Fratelli e alle Sorelle dell’OFS
vi chiedo molta vicinanza e attenzione
fraterna, per aiutarli soprattutto nella
formazione, sempre però ricordando
che sono Ordini autonomi.
10. Come chiedeva il Capitolo generale
straordinario, come Ministri e Custodi,
dovete avere una particolare cura della
vita fraterna, migliorando la comunicazione, superando ogni tipo di divisione
e facendo in modo che gli strumenti di
sempre (formazione permanente, capitoli locali...), ci aiutino a raggiungere la
piena maturità umana, cristiana e religiosa (cf CCGG 39).
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
Fratelli, so bene che l’animazione, e tutto quello che questa comporta, non è per
niente facile, però non siete soli. Ci sono
molti Frati disposti a dare il meglio di sé e a
collaborare attivamente per passare dal
buono al meglio. Contate su tutti i Frati che
lavorano in Curia generale. Siamo al vostro
servizio. Servirvi e aiutarvi è la nostra migliore ricompensa. Contate, soprattutto,
sull’aiuto del Signore, per il quale nulla è
impossibile (cf Lc 1,37). Egli è con noi in
questo duro ma bel compito di “far crescere” i Frati che il Signore ci ha affidato.
Salutate i Frati delle vostre Entità, soprattutto gli anziani e quelli con maggiori
difficoltà, da parte del Ministro, del Definitorio e di tutti i Frati della Curia.
Che il Signore doni a tutti noi la grazia di vivere il Vangelo come regola e vita. Questo è il mio ardente desiderio per
me e per tutti voi. Fratelli, osiamo vivere
il Vangelo!
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO
Ministro generale
3. Omelia nell’Eucaristia alla conclusione dell’incontro con i nuovi Ministri e
Custodi
Roma, Curia generale, 22.01.2008
1Sam 16, 1-13; Sal 88, 20-22.27-28; Mc 2, 23-28
Fari Fratelli Ministri,
il Signore vi dia pace.
Durante questi giorni abbiamo condiviso alcune riflessioni sul ministeri a cui siete
stati chiamati come Ministri e Custodi. Abbiamo condiviso anche inquietudini, speranze, dubbi, timori, gioie e preoccupazioni. Sono stati giorni di incontro e di vera
fraternità. Rendiamo grazie a Dio, datore di
ogni bene. Quanto abbiamo riflettuto e condiviso lo poniamo ora sull’altare, perché il
Signore trasformi le nostre paure, debolezze e stanchezze in forza, coraggio e audacia
evangeliche e, allo stesso tempo, rafforzi
tutto il bene presente nelle nostre Entità e
nei Frati che vi sono stati affidati.
15
Dalle letture che la Chiesa oggi ci propone ricaviamo delle indicazioni importanti per il nostro ministero di servizio ai Frati.
In primo luogo chi è stato chiamato ad esercitare il ministero dell’autorità deve mettersi completamente al servizio della volontà
del Signore. Come Francesco, il Ministro
deve sempre chiedersi: «Signore, cosa vuoi
che io faccia?» e, come Samuele, deve fare
ciò che il Signore gli ordina (cf. 1Sam 16,4).
Obbedire alla volontà del Signore, sempre e
in ogni momento, deve essere l’obiettivo
prioritario della sua vita, anche se questo
non gli eviterà di provare timore, come accadde a Samuele (cf. 1Sam 16,2), o di fare
domande, come accadde a Maria (cf. Lc
1,29). Ma il Ministro e il Custode, come
Pietro, deve poter dire: dobbiamo obbedire
a Dio piuttosto che agli uomini (cf. At 4,19).
Questo atteggiamento di obbedienza al
progetto di Dio darà ai Ministri e ai Custodi una gran libertà e serenità nel loro ministero (cf. Am 7,14). Come abbiamo detto
nel salmo responsoriale, la paura nelle situazioni difficili e di conflitto sarà vinta dalla certezza, che viene solo dalla fede, che la
mano del Signore sostiene il suo servo, che
nel suo braccio è la nostra forza e che il Signore è la roccia di salvezza (cf. Sal 88, 2022. 27-28).
Solo così si potrà avere lucidità per
l’analisi e la diagnosi della situazione e coraggio per vivere e aiutare a vivere il presente con passione, abbracciando il futuro
con speranza. Solo così si potrà avere uno
sguardo diverso da quello degli altri, lo
sguardo di Dio, sugli avvenimenti e sulle
persone. Il Ministro, come Samuel, non può
avere solo uno sguardo umano, superficiale, e non può lasciarsi condizionare solo
dalle apparenze. «Le vostre vie non sono le
mie vie» (Is 55,8), i miei criteri non sono i
vostri criteri, dice chiaramente il Signore a
Samuele, e anche a noi ripete: «il Signore
non bada a ciò che colpisce lo sguardo dell’uomo: l’uomo guarda all’apparenza, ma il
Signore guarda al cuore» (1Sam 16,7). Il
Ministro, in piena comunione con il Signore, deve imparare a guardare con gli occhi
di Dio: in profondità, al cuore, dove veramente si annida il bene e il male (cf. Mt
16
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
15,11ss). Questo porterà ad agire secondo i
criteri di Dio e non secondo quelli umani.
Dalle letture di oggi ci viene un’altra importante indicazione per il nostro ministero:
la necessità di anteporre l’amore a qualsiasi
altra “mediazione”, per quanto importante,
come nel caso della legge. Il Ministro e il
Custode nella loro missione di governo devono tener presente la legge e farla rispettare, ma questa non può mai sostituire la legge dell’amore, del perdono, della misericordia, senza le quali è impossibile la missione
di animazione che è stata loro affidata. Come abbiamo ascoltato nel Vangelo, «il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per
il sabato» (Mc 2,28). Dare il primato alla
legge dell’amore può sembrare meno efficace ma, senza dubbio, col tempo è l’unica cosa che cambia il cuore. Come, poi, ci chiede
il padre san Francesco nella sua Lettera a un
ministro, nessuno si allontani da voi, cari
Ministri e Custodi, senza aver contemplato
in voi il volto misericordioso di Dio, senza
aver ottenuto da voi misericordia, se l’ha
chiesta, o senza avergliela offerta, se non
l’ha chiesta. Non abbiate paura di perdonare. Solo il perdono compie il miracolo di una
doppia conversione: quella di chi è perdonato e quella di chi perdona.
Seguendo il cammino proposto dal progetto La grazia delle origini, elaborato dal
Definitorio generale per celebrare l’VIII
Centenario della fondazione del nostro Ordine, siamo giunti alla terza tappa: Celebrare, restituendo, il dono della nostra vocazione. In questo momento di grazia, sentiamo il bisogno di celebrare, cioè di far festa,
perché il Signore è stato grande con noi,
chiamandoci a far parte della famiglia dei
Frati Minori e per questo ci rallegriamo.
Celebrare, cioè rinnovare il nostro stupore,
la nostra meraviglia e la nostra sorpresa di
fronte a questo gesto d’amore straordinario
del Signore per ciascuno di noi quando,
senza alcun merito, ci disse: seguimi! Celebrare, cioè ringraziare il Signore per il dono
della nostra vocazione, dono stupendo, per
il quale «dobbiamo maggiormente rendere
grazie allo stesso glorioso Padre» (TestsC
2). Celebrare, cioè rinnovare in ciascuno di
noi la gioia di appartenere a Colui che è tut-
ta la nostra ricchezza a sufficienza (cf. LodAl 4). Celebrare, cioè restituire, con le parole e le opere, al mondo, alla Chiesa e ai
fratelli tutto ciò che abbiamo ricevuto dal
Signore, vivendo con generosità le esigenze della nostra vocazione.
Dopo esserci messi in atteggiamento di
discernimento (anno 2006) e aver riflettuto
sul posto centrale che il Vangelo occupa
nella nostra vita di Frati Minori (anno
2007), ora, nel 2008-2009, siamo invitati a
dare una risposta concreta, individuale e comunitaria, a questo cammino di ricerca della volontà del Signore per tutti e ciascuno
dei Frati, così che, tornando all’essenziale
della nostra forma di vita (cf. Sdp 2), possiamo meglio rispondere alle sfide che oggi
ci presenta la società, la Chiesa e il mondo,
in modo da poter «nascere di nuovo» (Gv
3,3). Siamo invitati ad approfittare di questo tempo di grazia per confrontarci con la
nostra forma vitae, in «fedeltà creativa»
(VC 37); a dare una risposta significativa alla vocazione e missione che abbiamo ricevuto, «senza addomesticare le parole profetiche del Vangelo per accomodarle ad un
comodo stile di vita» (Sdp 2). Siamo chiamati alla conversione (cf. Mc 1, 14).
Il progetto La grazia delle origini ci propone alcune scelte concrete in questo cammino
che non possiamo non tener presenti: cercare
in ciascuna Entità forme concrete di espropriazione e restituzione dei nostri beni ai poveri,
che sono nostri maestri e signori; verificare in
ogni Fraternità locale l’uso dei nostri spazi,
cercando di realizzare scelte solidali e generose di condivisione; verificare l’uso che facciamo dei mezzi per l’evangelizzazione, perché
siano veramente in consonanza con la nostra
vocazione di minori; scegliere per l’evangelizzazione in chiave missionaria; riprendere la
formula della professione, perché diventi occasione per fare memoria grata del dono della
vocazione, per una revisione di vita e per un
rinnovato impegno.
Fratelli, questo è il cammino che siamo
chiamati a fare in questi due anni che abbiamo davanti. Apriamoci allo Spirito e preghiamo:
Signore Gesù,
custode e difensore nostro,
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
riempi i nostri cuori con la tua grazia,
perché non cediamo alla tentazione
della stanchezza, della routine
e della rassegnazione.
Signore Gesù, speranza nostra,
trasforma i nostri cuori
perché possiamo gustare,
celebrare e “restituire”
il dono della nostra vocazione.
Signore Gesù, nostro refrigerio,
dacci i doni del tuo Spirito
e la generosità di condividerli
con i Fratelli, la Chiesa e i poveri.
Signore Gesù,
nostra ricchezza a sufficienza,
illumina i nostri cuori
perché possiamo camminare
con “passo leggero”
verso la grazia delle origini.
Signore Gesù,
nostra letizia e gioia,
purificaci interiormente,
perché, accesi dal fuoco dello Spirito,
possiamo seguire le tue orme.
Fiat, fiat. Amen, amen.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
4. Omelia in occasione della conclusione
del 1° centenario della nascita e del
32° anniversario della morte del SD
Gabriele Allegra
Acireale, 26.01.08
Carissimi fratelli e sorelle,
il Signore vi dia pace!
Ancora una volta il Signore ci convoca
attorno al suo altare nell’annuale ricorrenza
del “dies natalis” del nostro carissimo confratello e Venerabile Servo di Dio, Fr. Gabriele Maria Allegra, figlio illustre di San
Giovanni La Punta, devoto figlio della
Chiesa, gloria di questa fortunata e accogliente terra della Sicilia e dell’Ordine dei
Frati Minori.
Con Voi rendo grazie all’Altissimo che
ci raduna nella gioia e illumina il nostro
cammino con la luce splendida delle virtù
17
dell’intrepido Apostolo della Parola, Fr.
Gabriele Maria Allegra.
Quest’anno, la “memoria” di questo singolare figlio di san Francesco si celebra nel
clima del prossimo Anno Paolino, voluto
dal Santo Padre Benedetto XVI per celebrare il bimillenario della nascita del Apostolo
Paolo, e nell’attesa della XII Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che nel
prossimo mese di ottobre approfondirà un
tema tanto caro a Fr. Allegra: La Parola di
Dio nella vita e nella missione della Chiesa.
Ma partiamo della Parola appena ascoltata, con la quale il Signore ci viene incontro, con la volontà di essere luce e salvezza
(cf. Sal 26), per tutti e ciascuno di noi, a
condizione, però, che apriamo i nostri cuore alle esigenze della Parola proclamata, anche se sembrano particolarmente radicali e
difficili per la nostra mentalità.
Nel Vangelo di questa celebrazione Gesù
si presenta a noi camminando lungo il mare
di Galilea (cf. Mt 4,18), e percorrendo tutta
quella regione (cf. Mt 4,23). Gesù è una persona in movimento, in cammino, ed il suo
passo tra la gente, predicando e curando
ogni sorta di infermità (cf. Mt 4, 23), diventa «luce per un popolo che vive nelle tenebre e nell’ombra di morte» (Is 9,1).
Sempre nel Vangelo di questa domenica
ascoltiamo un invito che diventa urgente:
«Convertitevi, perché il regno dei celi è vicino» (Mt 4,17). Convertitevi, cioè: cambiate la vostra mente, cambiate i vostri cuori, fate una sosta nel cammino per vedere
verso dove state andando e verso dove dovreste camminare. Questo è quanto si vuole
esprimere con i termini metanoia, in greco,
e shub, in ebraico, che stanno alla base del
termine conversione.
Finalmente abbiamo ascoltato l’invito
rivolto da Gesù ai suoi discepoli: «seguitemi» (Mt 4,19; cf. 4, 21). Seguire Gesù, seguire le sue orme: questa è la vocazione
fondamentale della nostra vita, e, come
conseguenza, quanto darà senso autentico
alla nostra esistenza. Seguire significa, prima di tutto, lasciarsi fare: «… vi farò pescatori di uomini» (Mt 4,19). Seguire Gesù significa disponibilità totale, affinché in noi
si compia il progetto di Dio. Seguire Gesù
18
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
significa, anche, lasciare le reti, le barche, il
padre (cf. Mt 4,19.22), lasciare qualunque
sicurezza, fidarsi unicamente della sua parola (cf. Lc 5,5), fare di Lui l’unica ricchezza, l’unico rifugio, come nel caso di Francesco (cf. LodAl 4).
Alla luce di tutto questo tentiamo di vedere la vita di Allegra e, quindi, anche la nostra.
Anche Fr. Gabriele Maria, come buon Frate
Minore, è stato un uomo in cammino. Dalla
terra che lo vide nascere, la Sicilia, partì per
Roma, per poi andare in Terra Santa, in Cina,
la sua terra amata, a Singapore, e da Hong
Kong, tornare qui ad Acireale, dove dal suo
venerabile sepolcro continua a illuminarci
con il suo esempio di vita evangelica.
Uomo in cammino, Fr. Allegra, che fece
della Sacra Scrittura lo strumento privilegiato per essere anche lui luce delle genti.
Avendo ascoltato fin dalla sua giovinezza,
come gli Apostoli, l’invito a seguire Gesù
per predicare il Vangelo (cf. Mc 4,13), Fr.
Gabriele Maria, acceso di passione per il
Vangelo e di sollecitudine per tutte le Chiese, in modo particolare per quella che vive
in Cina, e sfidando ogni ostacolo che avrebbe potuto dissuaderlo da quello che era diventato l’unico scopo della sua vita, giurò a
se stesso: «io tradurrò la Parola di Dio in cinese». Difficile e arduo lavoro, anzi impossibile, se il Servo di Dio non fosse mosso da
una grande fede nella Parola di Dio, da un
grande amore per la sua terra di adozione, la
Cina, e se lo studio e il lavoro non fossero
accompagnati, alimentati e illuminati dalla
costante preghiera. «Nihil impossibile est
oranti laboranti et studenti», dirà lui stesso a
Mons. Raffaele Palazzi l’8 marzo 1938, come ci ricorda nelle Memorie, facendo riferimento a quanto si faceva nella piccola
Fraternità francescana di Pechino, che condivideva in pieno il “sogno” e le “fatiche”
di Allegra.
Profondamente convinto che «Gesù, inviato dal Padre ad annunciare il Vangelo,
vuole raggiungere ogni epoca della storia,
ogni luogo della terra ed ogni ambito della
società per arrivare ad ogni persona» (CDF,
Nota dottrinale su alcuni aspetti dell’evangelizzazione, 2007, 1), che «rivelare Gesù
Cristo e il suo Vangelo» è «il programma
fondamentale che la Chiesa ha assunto come ricevuto dal suo Fondatore» (Evangelii
nuntiandi 56), e che, come confessa nelle
sue Memorie, la Chiesa deve offrire di nuovo la Sacra Scrittura ad ogni uomo, quale
lettera del Padre celeste all’umanità (cf.
Memorie, pg 174), Fr. Gabriele maturò la
decisione di andare in Cina e di tradurre
l’intera Bibbia in cinese, aprendo l’Istituto
Biblico di Pechino. Figlio devoto della
Chiesa, si lasciò consumare dall’ansia di
evangelizzare la Cina.
Nel cuore di questo grande francescano
siciliano, del quale ricordiamo oggi il XXXII
anniversario del beato transito, non ardeva
altro fuoco che non fosse l’amore per il
Vangelo e la salvezza delle anime (cf. 1Tim
2,4), l’amore per la Cina, che lui vedeva come la terra della speranza e sentiva come
seconda patria, e l’amore per i cinesi, che
considerava suoi veri fratelli e sorelle, poiché, come scriverà il Servo di Dio Giovanni Paolo II nell’Esortazione Apostolica Vita
consacrata nel 1996, «chi ama Dio, Padre
di tutti, non può non amare i suoi simili, nei
quali riconosce altrettanti fratelli e sorelle»
(VC 77).
Chiamato dal Signore ad essere suo discepolo e apostolo, questo francescano di
San Giovanni La Punta, ascoltando e prendendo sul serio l’invito evangelico alla conversione, rese poi «più credibile e attraente
la parola del Vangelo e la missione della
Chiesa» (cf. Benedetto XVI alla Congregazione delle Cause dei Santi e al Collegio dei
Postulatori, OR 17-18 /12/2007) con la sua
santità di vita, con «la testimonianza di una
vita totalmente donata a Dio e ai fratelli, a
imitazione del Salvatore che, per amore dell’uomo, si è fatto servo» (cf. VC 76). Di lui
ben si può dire, prendendo a prestito una felice espressione di Benedetto XVI, che, nel
suo ministero di testimone della Parola, «ha
aperto davanti a noi il Vangelo e ne ha sfogliato le pagine con la forza persuasiva della sua santità».
Uno dei Consultori chiamati il 10 maggio 1994 ad esprimere il suo giudizio sull’esercizio eroico delle virtù di P. Gabriele,
affermava testualmente: «Egli apparve come un modello di vita santa, non soltanto
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
come meritevole esegeta, ma anche e soprattutto come un santo ed efficace apostolo con l’esempio di vita nel lavoro, nell’umiltà e nell’amore a Dio e al prossimo»
(Relatio et Vota, pg 73). Un altro Consultore scriveva: «Mi distacco a malincuore dal
Servo di Dio: un personaggio affascinante
sotto ogni punto di vista, una grande anima
che non solo studiò e commentò il Vangelo,
ma lo visse giorno per giorno con evidente
eroismo» (Relatio et Vota, pg 59).
Sta proprio in questa sua capacità di vivere il Vangelo il segreto dell’attualità di Fr.
Allegra. Come il Vangelo rimane in eterno
ed è sempre attuale, così colui che si affida
al Vangelo e vive in pienezza il dinamismo
del Vangelo, non conosce tramonto ma vive
per sempre la vita dello spirito scaturita dall’eterna Parola di salvezza. Fr. Allegra, come tutti i Santi, non appartiene al “museo”
delle cose passate, ma esprime l’eterna attualità dello Spirito che lo ha generato.
Con l’eloquente testimonianza della sua
vita, totalmente immersa in Dio e vivificata
dalla Spirito del Risorto, Fr. Gabriele non fu
soltanto «un figlio di San Francesco, umile
e disponibile, impegnato nella preghiera e
nella penitenza, innamorato della Croce e
un autentico apostolo» (cf. Relatio et Vota,
pg 103), ma resta ancora un “autentico maestro di vita”, capace di accompagnare, con
la coerenza delle sue scelte di vita e con la
fedeltà generosa alla sua vocazione francescana, anche noi tutti Frati Minori e quanti
trovano in lui un vero realizzatore della
eterna Parola di Dio. Alla luce degli esempi
di vita di Fr. Allegra noi perciò vogliamo
camminare “con lucidità ed audacia” verso
quella novità di vita che attinge il suo vigore e si alimenta della Parola del Signore.
Mentre il SD Allegra accompagna i nostri passi di pellegrini stanchi, ricordandoci
che la Parola di Dio «nel rivelarsi illumina,
e dona saggezza ai semplici» (Sal 119,30),
si presenta a noi come l’uomo e il fratello
che si è lasciato illuminare dalla fiaccola
della Parola e per questo, pur camminando
in una valle oscura, come ci ricorda il Decreto Super virtutibus, non ha smarrito il
sentiero della vita, ma si è ritrovato in Colui
che ha detto: «Chi segue me, avrà la luce
19
della vita» (Gv 8,12). D’altra parte ci lascia
un esempio da seguire: amare la Parola, fare della Parola l’alimento quotidiano della
nostra vita, credere alla Parola come Buona
Notizia, aprirci al Vangelo, tornare al Vangelo, affinché nella nostra vita risplenda,
con nuovo fulgore, la bellezza, la poesia e la
grazia degli origini.
Cari fratelli e sorelle: è arrivato il momento di “riconciliarci” con la Parola di
Dio, di far tornare la Parola dell’esilio, cui
l’avevamo costretta. La Vergine di Nazaret,
così cara al cuore di Fr. Gabriele, e che insegnò al nostro Venerabile a credere alla
forza della Parola, aiuti tutti noi a fare della
Parola alimento e sostegno della nostra vita.
Con Fr. Gabriele Maria Allegra, apostolo della Parola e testimone di speranza, alziamoci e mettiamoci in cammino con
l’aiuto del Signore.
FR. JOSÉ RODRIGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
5. Lettre à tous les Ministres et Assistants de l’OSC
Rome, 16 février 2008.
Chers Frères Ministres, Chers Frères Assistants des Sœurs pauvres de sainte Claire,
vous tous, frères bien-aimés: Que le Seigneur vous donne la paix !
Comme vous en êtes informé, du 27 janvier au 6 février nous avons réuni le premier
Congrès international de Présidentes OSC.
Cette rencontre a eu lieu à Sainte Marie des
Anges, à Assise. La totalité des Présidentes
des Fédérations OSC et quelques sœurs invitées à ce Congrès y ont assisté.
Le Congrès fut un moment fort de rencontre, de réflexion, de prière et de fraternité, vécu dans la joie et en profonde communion. On a pu s’en convaincre aussi dans le
vivre ensemble quotidien; ce fut mis en évidence au moment de l’évaluation, et c’est
ce dont témoignent de nombreuses lettres
de participantes que j’ai reçues depuis. Il fut
facile et beau de constater que peu à peu les
barrières linguistiques s’effondraient tout
comme les barrières de type idéologique –
20
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
élevées presque toujours en raison de la méconnaissance réciproque et du manque de
communication-, et de percevoir que la
communication ouverte et la joie d’être ensemble les remplaçaient progressivement.
C’était la première fois, au cours de ces
huit cents ans d’histoire franciscaine/clarienne, que des sœurs provenant de
toutes les parties du monde se rencontraient.
Pour nombre d’entre elles c’était en outre la
première fois, et peut-être l’occasion unique
d’un pèlerinage aux principaux lieux franciscains/clariens : la tombe de sainte Claire et de
saint François, la Portioncule, saint Damien
et le mont Alverne. Pour toutes ces raisons,
ces jours de Congrès resteront vivaces dans
la mémoire et le cœur d’un grand nombre.
Elles s’en souviendront comme d’un moment de grâce, comme d’une occasion
unique dans leur vie. Les Sœurs elles-mêmes
l’ont reconnu comme elles le confirment
dans le Message final: Cette rencontre a été
un don précieux pour nous toutes.
Parmi d’autres aspects, le Congrès a servi de lieu de partage des expériences, des
joies et des préoccupations, mais, surtout,
d’approfondissement des éléments essentiels du charisme franciscain-clarien: le radicalisme évangélique, la vie de foi et la vie
fraternelle, la contemplation et la suite du
Christ pauvre et crucifié. La rencontre a
permis de manifester la profonde unité qui
existe entre les Frères Mineurs et les Sœurs
pauvres de sainte Claire, et la ferme volonté de cheminer ensemble, dans une réciprocité qui soit complémentaire.
Je ne vous cacherai pas, mes frères bienaimés, que tous les frères participants à cette rencontre ont fait l’expérience, avec profonde émotion, du grand amour que les
Sœurs Clarisses ont pour nous ; nous avons
aussi constaté l’ardent désir des Sœurs de
poursuivre la route jusqu’à 2012 – l’année
où nous célèbrerons le 8ème Centenaire de la
Fondation de l’Ordre de sainte Claire -,
avec le ferme propos de revenir à l’essentiel
de leur charisme, ouvertes sur l’avenir, avec
courage et espérance. Tout cela nous
comble d’une immense joie et pour ce motif, nous devons continuellement rendre
grâces au Père des miséricordes.
En me faisant l’écho du désir manifesté
par les Sœurs qui ont participé à ce
Congrès, et très certainement du désir de
toutes les Clarisses présentes dans le monde
entier, tandis que je vous remercie pour
l’amour fraternel que vous leur témoignez
et pour tout ce que vous faîtes pour elles,
que cette lettre nous serve de rappel à la responsabilité que nous avons envers les
sœurs, comme nous nous le redit sainte
Claire dans son Testament: « Et ému de pitié à notre égard, il s’obligea vis-à-vis de
nous à avoir toujours, par lui et par sa religion, un soin affectueux et une sollicitude
spéciale pour nous, comme pour ses
frères. » (TestCl 29) « C’est pourquoi, je
vous supplie tous, chers frères, en vous baisant les pieds et avec toute la charité que je
puis » (LOr 12), que vous manifestiez un
grand amour pour les Sœurs pauvres de
sainte Claire et que vous en soyez toujours
proches, en respectant à tout moment la forme de vie qu’elles ont choisie pour elles. Je
vous prie, également de leur prêter
l’assistance spirituelle que réclament nos
Constitutions (cf. CCGG 58), et de les aider
surtout dans le domaine de la formation permanente et initiale. Je vous demande aussi
que, dans le projet de formation des Frères,
aussi bien permanente qu’initiale, la dimension clarienne de notre charisme soit toujours présente. Finalement je vous demande, de tout cœur, que vous les accompagniez dans la forme radicale de vie
évangélique que leur a laissée sainte Claire,
pour qu’elles ne s’éloignent pas du propos
de vie qu’elles ont embrassé. C’est une responsabilité dont aucun parmi nous ne peut
se croire exempté, si nous voulons être fidèles à la promesse faire par le Frère François à la Sœur Claire. Tout cela, sans oublier
que comme il s’agit d’un charisme que nous
devons vivre dans la complémentarité,
l’aide doit être réciproque. Par conséquent,
laissons-nous aussi aider par les Sœurs
pauvres de sainte Claire.
Dans peu de temps, vous recevrez les
Actes du Congrès avec tout le matériel
qu’on y a travaillé. J’ajoute aussi à cette
Lettre le Message que les Sœurs présidentes
ont adressé à la fin du Congrès. J’espère que
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
toute cette documentation vous servira pour
une meilleure connaissance du charisme
franciscain/clarien, et pour aider les Sœurs
à garder toujours vivace le feu allumé par
sainte Claire, la flamme de la suite du
Christ pauvre et crucifié.
Chers frères, je termine en faisant
miennes, car je les partage pleinement,
quelques phrases du Message des Sœurs
Présidentes: Si nous faisons en sorte que la
vie et le souffle de l’Esprit de Dieu non seulement nous animent mais soient vraiment
notre respiration vitale ; si nous permettons
que le feu de Dieu nous brûle et nous transforme ; si nous ouvrons les yeux sur la réalité qui nous entoure, nous ne regarderons
pas tellement le passé pour l’exalter comme
un temps toujours meilleur, mais au sein de
notre histoire présente, nous ferons
l’expérience du besoin, urgent et immédiat,
de nous engager à chercher avec passion et
liberté créatrice la vie que nous n’avons
peut-être pas rêvée, mais que le Seigneur
nous demande de vivre avec passion, ouvertes sur l’avenir, avec courage et espérance.
Que François et Claire nous aident sur ce
chemin !
Fraternellement.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministre général
Prot. N. 098695
6. Carta con ocasión de
Pentecostés 2008
MENDICANTES DE SENTIDO,
DE LA MANO DE LA PALABRA
1. Queridos hermanos y hermanas: Salud en Aquel que nos redimió y lavó en su
preciosísima sangre1.
Como es habitual, también este año, con
motivo de las fiestas pascuales me acerco a
todos vosotros para saludaros y desearos
que la luz del Resucitado ilumine vuestro
21
camino, en cualquier parte del mundo donde os encontréis y en cualquier situación
por la que estéis atravesando. Pido al Señor
de la Vida que ilumine también el camino
de la Fraternidad universal que se prepara a
vivir, como momento de gracia, los 800
años de su fundación.
Al mismo tiempo, como en años anteriores, deseo compartir con vosotros algunas
reflexiones sobre un tema que considero
importante para nuestra vida y misión. En
esta ocasión deseo haceros partícipes de algunas reflexiones sobre la Palabra de Dios
en nuestra vida, y, más concretamente, sobre la lectura orante de la Palabra. El nuestro es el tiempo de las palabras, ¡ojalá lo
fuera también de la Palabra! Nos regalaría
su consejo y su luz, su consuelo y su esperanza, que tanto necesitamos.
2. Dos importantes acontecimientos
eclesiales me llevan a elegir este tema: la
apertura del Año paulino, querido por el Papa Benedicto XVI para conmemorar el bimilenario del nacimiento de San Pablo, que
iniciará el 28 de junio del 2008, y la XIIª
Asamblea General Ordinaria del Sínodo de
los Obispos, que tendrá como tema: La Palabra de Dios en la vida y en la misión de la
Iglesia. Este Sínodo, en el que tendré la dicha de participar, se celebrará en el Vaticano del 5 al 26 de octubre del 2008. Ambos
acontecimientos hacen que este año haya sido bautizado por muchos, y con razón, como el año de la Palabra.
Cuantos hemos abrazado la forma de vida que el Altísimo reveló a Francisco hace
ahora 800 años, y cuyo núcleo central es el
Evangelio2, no podemos menos de reflexionar sobre la importancia de la Palabra de
Dios en nuestras vidas, así como sobre lo
que nos pide el año de la Palabra en el camino que estamos recorriendo como Fraternidad universal, dentro del proyecto la gracia de los orígenes3.
3. La vida franciscana, como la vida
consagrada en general, tiene que ponerse a la
escucha de la Palabra. En nuestro mundo hay
demasiadas palabras y poco silencio para
que pueda oírse con nitidez la Palabra. Este
22
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
año de la Palabra será un año de gracia si,
desde ahora, el corazón de los hijos de la
Iglesia, y, con ella y en ella, el corazón de los
hijos e hijas de Francisco se vuelven a la Palabra del Señor para acogerla y obedecerla,
para amarla, venerarla y vivirla, para buscarla, guardarla y anunciarla. Este tiempo será
tiempo de gracia si sabemos mirarnos en el
espejo de la Palabra y, fiándonos de ella, remar mar adentro (cf. Lc 5, 4-5), en esta patera que es la vida consagrada y la vida franciscana en los umbrales del siglo XXI.
Llamado y obligado, también yo, a servir y administrar las fragantes Palabras de
mi Señor…, y las Palabras del Espíritu
Santo, que son espíritu y vida4, ¡cómo quisiera, mis queridos hermanos y hermanas, a
través de esta carta, poder transmitiros, al
modo de Francisco, la veneración y el amor
por las Palabras divinas, y cómo desearía
ardientemente trasmitiros el gusto por la
Palabra! ¡Cómo me gustaría que juntos redescubriéramos con estupor la Palabra, y
nos dejáramos acompañar por ella, unas veces para subrayar nuestra convicción de que
hemos sabido elegir bien, otras veces para
consolar nuestras sequedades y nuestras
frustraciones! Que lo que no logren mis palabras, a causa de mis limitaciones, os lo enseñe el Espíritu del Señor, bajo cuyo impulso se escribió la Sagrada Escritura y cuya
luz nos da la gracia de entenderlas.
TU PALABRA ME DA VIDA
Nuestro Dios, un Dios que habla
4. Contrariamente a los ídolos que tienen boca y no hablan (Sal 115, 5) nuestro
Dios es un Dios que habla. Así lo confiesan
los autores sagrados cuando dicen oráculo
del Señor, y así lo confesamos también nosotros cada vez que, después de leer o escuchar una página bíblica, proclamamos: Palabra de Dios, Palabra del Señor. Dios habla. Pero, ¿cómo habla?
Cuando un semita dice que Dios habla
no lo dice en el sentido restrictivo en que lo
decimos nosotros. Mientras en muchas de
nuestras lenguas la palabra se reduce a una
locución verbal, para el semita el término
dabar, que ordinariamente traducimos por
palabra, es mucho más rico, pues indica al
mismo tiempo palabra, hecho o acontecimiento. La Palabra de Dios es, por tanto, un
acto, un mensaje, y un signo. Y en ella es
Dios que se revela a sí mismo con obras y
palabras intrínsecamente ligadas5. Hechos
y palabras forman la economía de la revelación que mira a la salvación del hombre y,
con él, de toda la creación.
5. Esta Palabra es siempre viva y eficaz (Hb 4, 12), dinámica y creadora: Y dijo
Dios: haya luz; y hubo luz (Gn 1, 3). Por la
Palabra del Señor fueron hechos los cielos
(Sal 33, 6), con su Palabra fueron hechas todas las cosas (cf. Sb 9, 1), la creación entera narra la gloria de Dios (Sal 19, 1), y todo
hace resonar su voz (cf. Sir 46, 17; Sal 68,
34). La creación, tal y como la presenta la
Biblia, es un verdadero discurso de Dios y a
la vez un discurso sobre Dios. Pero no sólo
la creación, también la historia del Pueblo
de Dios es Palabra de Dios y Palabra sobre
Dios: Acuérdate de los días remotos, considera las edades pretéritas, pregunta a tu
padre, y te lo contará, a tus ancianos, y te lo
dirán (Dt 32, 7). A Dios le podemos conocer por las maravillas operadas a favor de su
Pueblo (cf. Ex 3, 6), y por eso lo podemos
llamar: el Dios de nuestros padres (cf. Ex 3,
16; 6, 7)
Nuestro Dios es un Dios que se revela y
se entrega en lo que dice y hace: Dios dice
lo que hace y hace lo que dice. Su Palabra,
animada por su amor salvífico hacia los
hombres, es diálogo y alianza de amor, y
manifiesta el don de sí mismo, en cuanto
expresión de un amor que crea amando y
amando da su vida. La revelación de Dios al
mundo por medio de la Palabra, no tiene como meta informar al hombre sobre el amor
que es Dios, sino que mira a realizar la unidad del hombre con Dios en el amor.
6. Pero no sólo por obras se nos ha revelado el Señor, sino por palabras intrínsecamente unidas a las obras. Si las obras confirman las palabras, también las palabras proclaman las obras y las explican6. Quiere ello
decir que mientras buscamos y encontramos
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
a Dios en la creación, pues del Altísimo lleva significación7, hemos de buscarlo y encontrarlo también en su Palabra. Si madrugamos por Dios, si estamos sedientos de él,
y si nuestra tierra está reseca, agostada y sin
agua (cf. Sal 62, 2), busquémoslo y encontrémoslo en la humildad de la Escritura santa: ella es forma solemne e irrevocable de la
Palabra de Dios, Palabra viva, enérgica, tajante como espada de doble filo (cf. Heb 4,
12). Escúchala, recuérdala y trasmítela (cf.
Dt 6, 4-9), y de nuevo será primavera en tu
vida.
De este modo, la Palabra de Dios nacida
del encuentro entre el Dios que actúa y el
hombre que, inspirado por el Espíritu del Señor, lee e interpreta dicho acontecimiento,
nos llevará de la mano a Cristo, el Verbo de
la Vida que fijó su Morada entre nosotros,
pues esa Palabra en la que Dios se nos revela y se nos entrega, se nos manifiesta y se nos
esconde, lleva en su entraña noticia del Ungido de Dios, del Mesías Jesús. Él nos habla
en toda la Escritura, de él habla toda la Escritura, Palabra de Dios en cuanto escrita por
inspiración del Espíritu Santo8.
Jesús la última Palabra de Dios
a la humanidad
7. Jesucristo, el Verbo hecho carne, es
la Palabra que existía desde el principio y estaba junto a Dios (cf. Gn 1, 1), y que, al cumplirse la plenitud de los tiempos (Gal 4, 4),
en el seno de la santa y gloriosa Virgen María, en el que recibió la carne verdadera de
nuestra humanidad y fragilidad9, se hizo
carne y puso su Morada entre nosotros (cf.
Jn 1,1ss). A través de la encarnación, la Palabra del Padre, tan digna, tan santa y gloriosa,10se hace hombre, el hombre de Jesucristo, y nuestro Dios se hace diálogo en carne viva.
La Palabra abundante del Antiguo Testamento se abrevia ahora en Jesucristo, que se
convierte, al mismo tiempo, en mediador y
plenitud de toda la revelación11. De él escribió Moisés (cf. Jn 5, 46-47), y si la Ley fue
dada por Moisés, la gracia y la verdad nos
han llegado por medio de Jesucristo (Jn 1,
17). De este modo Jesucristo es el corazón de
23
la Palabra de Dios, el Evangelio de Dios para el hombre (cf. Mc 1, 1), y todas las palabras del hombre son asumidas como Palabra
de Dios al servicio de la única Palabra, la de
Jesucristo, que resuena en el anuncio de los
Profetas y de los Apóstoles12.
8. De este modo, la Palabra pronunciada en Jesús es la última Palabra de Dios a la
humanidad. Así lo afirma la Carta a los Hebreos: Muchas veces y en muchas maneras
habló Dios en otro tiempo a nuestros padres por ministerio de los profetas, últimamente, en estos días, nos habló por su Hijo
(Hb 1, 1s). Así lo confirma también el Catecismo de la Iglesia Católica: Cristo, el
Hijo de Dios hecho hombre, es la Palabra
única, perfecta y definitiva del Padre, quien
en él lo dice todo y no habrá otra palabra
que aquella13. Jesús, en cuanto habla las
palabras de Dios (Jn 3, 34), cuenta la intimidad de Dios, y es la revelación plena del
Padre: Nadie conoce al Padre sino el Hijo y
aquel a quien el Hijo quisiere revelárselo
(Mt 11, 27). En Jesucristo, Dios envió a su
Hijo, la Palabra eterna, que alumbra a todo hombre, para que habitara entre los
hombres y les contara la intimidad de
Dios14: A Dios nadie lo ha visto jamás: el
unigénito Hijo, que está en el seno del padre, él le ha dado a conocer (Jn 1, 18).
Desde que el Verbo se hizo carne (cf. Jn
1, 14), la Palabra de Dios tiene su centro en
Cristo Jesús. Son muchas las palabras escritas, pero único es el Verbo de Dios que sintetiza toda la Escritura15. Ésta no es algo, ni
siquiera un libro, sino una persona viva, y
esta persona es el Señor Jesús, presente bajo el velo de las palabras de las Escrituras,
como presente está bajo los velos del pan y
del vino16. La encarnación de la Palabra revela todo lo que el hombre puede conocer
de Dios. La revelación última de Dios en
Cristo Jesús descubre la verdad plena de la
revelación primera de Dios en la voz de la
creación y en la luz de la Palabra inspirada.
9. Por otra parte, si de Cristo decimos
con verdad que él es la Palabra encarnada,
también decimos con verdad que en él encuentra cumplimiento la Palabra de la Es-
24
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
critura (cf. Lc 4, 21): Toda la Escritura divina constituye un único libro y este único
libro es Cristo, porque toda la Escritura habla de Cristo y encuentra en Cristo su cumplimiento17. Jesús de Nazaret aparece así
como un acontecimiento nuevo y último de
la Historia de la salvación, acontecimiento
revelador de lo que Dios es para los pobres,
para los cautivos, para los ciegos, para los
oprimidos, para todos los que esperan un
año de gracia del Señor (cf. Lc 4, 18-19).
Acercarnos a la Palabra, mis queridos
hermanos y hermanas, es, por tanto, acercarse a Cristo, que habla cuando se lee la
Sagrada Escritura. Acercarse a la Palabra es
acercarse al Verbo de la Vida. Si cierto es
que ignorar las Escrituras es ignorar a Cristo18, también es cierto que, para nosotros,
las Santas Escrituras no se pueden leer sino
desde Cristo Jesús.
Palabra de Dios y Pueblo de Dios
10. El pueblo de Dios que ha nacido de
la Pascua, la comunidad que por la fe ha entrado en alianza de amor con su Dios, está
llamada a expresar, mediante la obediencia
a la Palabra del Señor, la fidelidad a la
alianza sellada. Su vocación será escuchar
la Palabra y guardarla, escuchar la Palabra
y seguirla, escuchar la Palabra y cumplir la
voluntad del Señor (cf. Dt 6, 20-25). El pueblo de Dios habrá de aprender, no sin grave
dificultad en el discernimiento, que la obediencia a la Palabra vale más que sacrificios
y holocaustos (cf. 1S 15, 22).
Hay una relación, tan manifiesta como
misteriosa, entre Pueblo de Dios y Palabra
de Dios, entre vida del Pueblo de Dios y
obediencia a la Palabra de Dios (cf. Dt 4, 1;
5, 32-33; 32, 46-47), entre fuerza de la fe y
apego a la Palabra del Señor, entre discernimiento de la voluntad de Dios y meditación
asidua de la Palabra de Dios.
Intuimos que no puede haber Pueblo de
Dios, no puede haber Iglesia, sin Palabra de
Dios, que no puede haber libertad sin obediencia a la Palabra, que no puede haber dicha sin fidelidad a la alianza sellada con su
Dios; como intuimos, también, que no puede darse una fraternidad, como familia uni-
da en Cristo19, que sea viva y operante, sin
que la Palabra ocupe un lugar importante en
la vida de los hermanos y de las hermanas.
11. Tampoco se nos oculta que hay una
relación íntima, tan estrecha como profunda,
entre abandono de la Palabra de Dios y deterioro de la fe, entre desinterés por la Palabra
y enfriamiento de las relaciones fraternas, y
sospechamos que el actual decaimiento de la
experiencia cristiana en amplios sectores de
nuestras sociedades tiene que ver con la dificultad, experimentada también por muchos
de aquellos que todavía se consideran creyentes, para acoger, valorar, contemplar y
gustar la Palabra de Dios.
Y nos preguntamos: ¿No estará aquí
también la raíz del cansancio, rutina y resignación, que tantas veces nos asfixia?
¿No estará en el abandono de la lectura asidua de la Escritura la causa de nuestro pesimismo de cara al mañana, y de la falta de lucidez en nuestros análisis de la situación
presente, y de audacia en nuestras opciones
de futuro? Pensémoslo, hermanos y hermanas, y seamos coherentes, si de verdad queremos ponernos en camino, gustar la gracia
de los orígenes, y recobrar el frescor de
nuestros orígenes.
En la Palabra, el Señor se nos revela y se
nos entrega, con su Palabra nos ilumina y
nos transforma, por su Palabra nos libera y
nos guía, nos interpela y nos denuncia, nos
amonesta, nos consuela y nos salva. Somos
un pueblo que cree en un Dios que habla y
se revela, una fraternidad que vive a la escucha de la Palabra.
Para el Pueblo de Dios acoger la Palabra
es acoger a Dios mismo, y acoger a Dios es
acoger la Vida. Para el Pueblo de Dios la
Palabra es la fuente de la Vida. Somos una
fraternidad fundada en la Palabra, que ha de
dejarse refundar por ella, pues sólo en ella y
desde ella encontrará su profunda razón de
ser y la fuerza para enfrentarse a los desafíos del presente.
Palabra de Dios y oración
12. La Palabra de Dios nace de la experiencia de fe de un pueblo, una experiencia
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
rica en acontecimientos, que alcanza su
punto culminante en el misterio pascual de
Cristo. De este modo, la Palabra de Dios es
lugar de una cita y de un encuentro con la
persona de Cristo, y, en cuanto tal, para un
cristiano, y mucho más para un consagrado,
es sustento, alimento, fuente límpida y perenne de vida espiritual20, nutrimento incorruptible bajado del cielo para el alma sedienta de la contemplación21.
Si orar es entrar en una relación personal
con Dios, escucharle, hablarle, y obrar según Dios, en la Escritura Santa el Padre que
está en el cielo, sale amorosamente al encuentro de sus hijos para conversar con
ellos22. Si orar es responder a Dios después
de haberle escuchado, en la proclamación o
lectura de la Palabra le escuchamos23, y a él
respondemos cuando volvemos a Dios la
Palabra que él mismo nos ha entregado. Si
orar es hacer experiencia de encuentro con
el Señor, la Sagrada Escritura es toda ella
una historia de encuentros: la gran epopeya
del encuentro de Dios con el hombre y del
hombre con Dios
En la Sagrada Escritura no sólo encontramos bellos modelos de oración, como los
salmos, el Magnificat (cf. Lc 1, 46ss), la
oración del cristiano (cf. Mt 6, 9- 13) o la
oración de Jesús (cf. Mc 14, 36- 39), sino
que toda ella se vuelve oración cuando, después de escuchar o leer la Palabra, nos implicamos en los sentimientos que el texto
nos sugiere y suscita en nuestro interior,
volviéndose alabanza, agradecimiento, súplica, confianza, arrepentimiento, bendición.
Decía San Agustín: Si el texto es oración, orad, si es gemido, gemid; si es reconocimiento, estad en la alegría; si es un texto de esperanza, esperad; si expresa el temor, temed24. De este modo la oración del
creyente, nuestra oración, será un grito que
brota desde lo profundo del corazón que arde por la Palabra de Dios. Sólo Dios habla
bien a Dios, afirmaba Pascal.
La Palabra de Dios es el mejor manual
de oración en cuanto nos ayuda a transformar en oración todas las realidades que llenan la vida. ¿La entiendo así? ¿Es usada la
Palabra, tanto personalmente como en fra-
25
ternidad, como texto de oración o simplemente como información sobre Dios? ¿Cómo vivo y cómo celebra mi fraternidad la
Liturgia de las Horas? ¿Qué cambios necesito dar en mi vida a fin que la lectura de la
Palabra se convierta en oración?
Palabra de Dios y liturgia
13. Como bien sabemos, mis queridos
hermanos y hermanas, la liturgia es el lugar
privilegiado en el cual la Escritura se transforma en Palabra (cf. Neh 8, 1ss; Lc 4, 1621). En la liturgia, la Palabra se revela como
potencia de Dios en toda su capacidad creativa y salvífica (cf. 1Ts 2, 13), en cuanto signo sacramental y signo profético. En cuanto
signo sacramental, en la Palabra es Cristo
mismo que se hace presente y habla al Pueblo de Dios: Cristo está presente en su Palabra, pues cuando se lee en la iglesia la Sagrada Escritura, es Él quien habla25. Por
ello, precisamente, en la proclamación litúrgica, la Palabra es plenamente eficaz, en
cuanto actualización de la economía de la
salvación que en ella se nos revela. Por otra
parte, en cuanto signo profético, la Palabra
anuncia y revela a la comunidad eclesial lo
que se realiza en la acción sacramental. Esta
es la novedad de la celebración cristiana. Ya
no somos hijos de la antigua Alianza en la
cual se miraba al futuro esperando el cumplimiento de las promesas. Somos hijos del
Evangelio, y cuando escuchamos la Palabra
podemos decir en verdad: hoy se cumple,
pues entre nosotros está realmente el que es
cumplimiento de todas las promesas (cf. Lc
4, 16-21; 24, 15-35. 44-49).
Si es cierto que la celebración litúrgica
se sostiene y apoya principalmente en la
Palabra de Dios26, pues, en efecto, en la celebración litúrgica la Palabra es proclamada
y explicada, de tal modo que quienes en ella
participan puedan acceder al misterio de la
Palabra realizada en la acción sacramental,
también es bien cierto que la liturgia es el
espacio óptimo para la comprensión de la
Palabra (cf. Lc 24, 13ss). No hay otro espacio más apropiado para dejarse agarrar por
la Palabra, que no sea el espacio litúrgico y
sustancialmente eucarístico, en el cual la
26
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
epiclesi o invocación unánime de la comunidad de los creyentes puede estar segura
que será atendida, gracias, una vez más, a la
promesa hecha por el Señor (cf. Mt 18, 19;
Lc 11, 13). ¡El mismo don del Espíritu que
hace reconocer en el pan y en el vino el
cuerpo del Señor, permite también reconocer, según la enseñanza común de los padres de la Iglesia y del mismo San Francisco27, la Palabra de Dios en la letra de la Escritura inspirada!
14. La Palabra pronunciada por Jesús
no se limita a obrar y a realizar su obra salvífica durante el ministerio público del Redentor: su Palabra continúa su actividad y
su fecundidad dentro de la Iglesia, particularmente cuando se lee o escucha en la celebración litúrgica. En ella el en aquel tiempo, ocurre en este tiempo, hoy. De este modo, la asamblea litúrgica es mucho más que
una simple manifestación de la unidad del
pueblo de Dios: es sacramento visible del
Verbo, según una expresión de San Agustín,
es el sacramento del Verbo que se hace oír
particularmente durante las celebraciones
litúrgicas, en las que la Palabra adquiere un
sentido nuevo y más fuerte.
La proclamación de la Palabra en las celebraciones litúrgicas tiene, por tanto, un
primado absoluto sobre cualquier otra forma de lectura. Si al rito litúrgico le quitásemos la proclamación de la Palabra, le habríamos quitado al mismo tiempo su conexión
con las maravillas obradas por Dios en la
Historia de la Salvación y, de este modo, lo
habríamos privado también de su capacidad
para configurar al pueblo de Dios, para darle la identidad que nace de los acontecimientos de esa Historia.
Si queremos adentrarnos en el misterio
de la celebración litúrgica, busquemos en la
Palabra la luz que nos ha de iluminar, pues
celebración y Palabra tienen su centro en
Cristo Jesús, una y otra recuerdan el misterio de Cristo, una y otra lo perpetúan, cada
una a su manera. Teniendo en cuenta cuando acabamos de afirmar, la lectura orante
de la Palabra ha de considerarse como preparación o prolongación de cuanto se da en
la celebración litúrgica.
Nuestra liturgia tiene que hacerse cada
día más vida, y para ello hemos de declararle la guerra a la monotonía. Esa monotonía
que nos hace pasar de puntillas por la Palabra, y no por respeto. ¿Cómo logar que la
Palabra tenga el protagonismo que le pertenece en nuestras celebraciones litúrgicas?
¿Cómo abrir cauces para comentar la Palabra, aplicarla a la vida y dejarnos iluminar
por ella?
LÁMPARA ES TU PALABRA
PARA MIS PASOS,
LUZ EN MI CAMINO
La Palabra de Dios
en la vida de Francisco
15. En la época en que vivió san Francisco la Biblia era difícilmente asequible a
los cristianos de a pie y, en general, a los
laicos. Dos eran las barreras principales para acceder al texto sagrado: el elevado coste de los manuscritos, y la lengua, ya que
muchos eran iletrados, o, cuando menos, no
dominaban el latín, lengua común para acceder al texto bíblico. Sólo una élite intelectual y rica podía permitirse el lujo de tener una Biblia. Francisco no formaba parte
de esa élite, y sin embargo llama la atención
el constatar el gran conocimiento que tenía
de la Escritura sagrada y el gran amor que
nutría por la Palabra.
Su vida, en efecto, estuvo marcada toda
ella por la Palabra. Al inicio de su andadura
evangélica fue la Palabra la que le mostró lo
que debía hacer28, y al final de sus días sería, también, la Palabra la que le acompañaría en su glorioso tránsito29. La Palabra fue
para él compañera de camino en todo momento, hasta dejarse penetrar totalmente
por ella: Estoy tan penetrado de las Escrituras que me basta, y con mucho, para meditar y contemplar. No necesito de muchas
cosas, hijo: sé a Cristo pobre y crucificado30. Nada extraño que todos sus Escritos,
desde las Oraciones a las Reglas, pasando
por las Cartas y las Admoniciones, estén
llenos de citas bíblicas, hasta presentarse
como verdaderos y propios mosaicos escri-
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
turísticos. La Palabra del Señor está perfumada y Francisco está embriagado de su
fragancia31.
El simple e idiota Francisco, como él
mismo se solía presentar32, sin mayor instrucción, es decir, sin una formación propia
del clérigo o del letrado de entonces, tenía
un conocimiento tal de la Palabra que penetraba la oscuridad de los misterios, y aquello que permanecía inaccesible a la ciencia
de los maestros se abría al afecto del amante33. Él, sin ser maestro en el hablar, resolvía cuestiones dudosas, y, como Job (cf. Job
28, 11), hacía luz en los puntos oscuros, logrando desentrañar cuanto el texto escriturístico escondía a los estudiosos.
16. ¿Cómo era posible todo esto? La
respuesta nos la ofrece el mismo san Buenaventura: Nada extraño que el Santo recibiera de Dios la inteligencia de las Escrituras, ya que por la perfecta imitación de
Cristo llevaba impresa en sus obras la verdad de las mismas, y por la plenitud de la
unción del Espíritu Santo poseía dentro de
su corazón al Maestro de las sagradas letras34. Si a Dios sólo se le conoce amándole35, Francisco conoce a Dios y los secretos
de Dios ocultos en la Palabra porque ama.
Si el Padre revela sus secretos a los sencillos (cf. Lc 10, 21-22; Dn 2, 22; Si 4, 18),
Francisco conoce esos secretos porque escucha la Palabra con corazón pobre y disponible, como María (cf. Lc 2, 19. 51). Si se
conoce la Palabra en la medida en que se
pone en práctica, Francisco la conoce porque no era oyente sordo de la Palabra, sino
que se apresura a vivirla sin tardanza: Esto
es lo que ansío cumplir con todas mis fuerzas36. Su conocimiento de la Escritura no
era un conocimiento especulativo, sino sapiencial. Para él, la Palabra no era un texto
de ayer, sino de hoy, y para el hoy de Francisco, como lo demuestra cuando dice: el
Señor dice en el Evangelio ..., y no en aquel
tiempo dijo Jesús, como era normal citar los
dichos de Jesús. Francisco no ha estudiado,
si no que ha vivido la Palabra, con simplicidad y pureza, tal como declara haber escrito su Regla, que quiere ser sólo un eco del
Evangelio37.
27
Pero Francisco creció en la comprensión
de la Palabra gracias a la meditación asidua
de cuanto había escuchado. Era tan fiel a esta práctica que no podía renunciar a la escucha de la Palabra ni en los días de su enfermedad. Lo demuestra de especial modo el
hecho de haber mandado escribir un evangeliario (escribir toda la Biblia costaba demasiado) para su uso. De este modo la Palabra, escrita en la Antigua Alianza sobre
piedra (cf. Es 31, 18), se iba gravando ahora en su corazón38, gracias, también, a la
memorización de cuanto escuchaba. Esto le
permitía meditar y saborear constantemente la Palabra, aún sin tener delante el texto,
y permitía a la Palabra germinar y fructificar cotidianamente en la vida de Francisco.
No es de extrañar, por tanto, que en la
Palabra, Francisco encontrase el dinamismo más profundo de su vida evangélica, el
motor de arranque de su camino espiritual.
Él, al igual que los Padres de la Iglesia, leyendo la Biblia no leía simplemente los textos escritos con mano de hombre, sino a
Cristo viviente, y Cristo le hablaba. Encontrándose con la Palabra, el Poverello no se
encontraba con un texto para ser interpretado, sino ante Cristo mismo, que pide ser escuchado. Para él, escuchar la Palabra no era
leer un libro, sino acoger al Cristo vivo, participar en el Banquete de la vida donde es
Cristo mismo quien se hace nuestro alimento. Dios se ha hecho hombre, Dios se ha hecho Eucaristía, Dios se ha hecho Palabra.
Por eso Francisco se nutría de la Palabra,
como del Pan y del Vino eucarísticos, y la
Palabra se le ofrecía con la profundidad de
Cristo: Entremos de madrugada en la iglesia –dirá a Bernardo-, y pidamos consejo a
Cristo, con el Evangelio en la mano39. Esta
verdad explica tantas cosas en la vida de
Francisco.
17. Para Francisco las Santas Palabras
son signos sensibles de la Presencia real
–corporaliter-, actual y vivificante de Cristo, como lo son el Pan y el Vino eucarísticos. Para él, la Palabra, como la Eucaristía,
son una prolongación de la encarnación40.
En la Palabra, como en la Eucaristía, Dios
se revela y actúa; la Palabra, como la Euca-
28
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
ristía, nos acerca al corazón de Dios y nos
salva. Acoger la Palabra es acoger la Vida,
rechazar la Palabra es rechazar la Vida que
se nos ofrece también, y sobre todo, en la
Eucaristía41. Hasta a nosotros, acostumbrados a leer esta verdad en los documentos del
Vaticano II42, no deja de sorprendernos tal
parangón. Para Francisco es una evidencia
de fe: Y a nadie de nosotros quepa la menor
duda de que ninguno puede ser salvado sino por las santas palabras y la sangre de
nuestro Señor Jesucristo, que los clérigos
pronuncian, proclaman y administran43.
Esta fe en la presencia real de Cristo en
su Palabra es la que explica la profunda veneración de Francisco por la Palabra: Amonesto por eso a todos mis hermanos y les
animo en Cristo a que, donde encuentren
palabras divinas escritas, las veneren como
puedan, y por lo que a ellos toca, si no están
bien colocadas o en algún lugar están desparramadas indecorosamente por el suelo,
las recojan y las pongan en su sitio, honrando al Señor en las palabras que él pronunció44. Y lo que pidió a sus hermanos lo
hizo el mismo, como lo anota el hermano
León de su puño y letra en el breviario que
se conserva en el protomonasterio de Santa
Clara en Asís: Oído o leído el Evangelio, el
bienaventurado Francisco besaba siempre
el Evangelio con la máxima reverencia del
Señor. Y no veamos en esta actitud de profunda veneración del texto sagrado un signo
de fundamentalismo o de integralismo. Es
la expresión exterior de una actitud profundamente creyente ante la Palabra de Dios.
18. Por otra parte, para Francisco el acontecimiento de la Palabra permanece siempre
profundamente radicado en su dimensión eclesial. De la Iglesia, Francisco recibe la Palabra
y de la Iglesia la luz para interpretarla45. Para el
Poverello la Palabra es dada a la Iglesia y en
ella crece por la fe y la comunión de los creyentes. La convicción de la eclesialidad de la
Palabra le lleva también a honrar y venerar a
todos los teólogos y a los que nos administran
las santísimas palabras divinas, como a quienes nos administran espíritu y vida46. La comprensión de la Palabra queda así inserta en la
vida de la Iglesia.
Francisco vivió en clima de escucha
atenta de la Palabra y ésta transformó su vida. Nada extraño que en las últimas exhortaciones a los hermanos recomendó el
Evangelio por encima de todas las demás
disposiciones47. Era el más bello regalo que
había recibido del Señor, y el mejor regalo
que podía dejar a sus hermanos.
A la luz de lo dicho es bueno que nos
preguntemos: ¿cómo me comporto ante el
texto de la Escritura sagrada? ¿Qué actitudes interiores y qué comportamientos exteriores tengo hacia la Palabra de Dios? ¿Cómo entiendo la relación entre Palabra de
Dios e Iglesia? En mí y en mi fraternidad,
¿hay una escucha genuina de fe de la Palabra de Dios? ¿Qué aspectos tendré que aclarar y reforzar en mi relación con la Palabra?
La Palabra de Dios en nuestras vidas
19. Hoy en día, después del largo y forzado exilio al que fue sometida la Palabra,
y gracias particularmente al Concilio Vaticano II, se advierte siempre más hambre y
sed de la Palabra de Dios, como ya profetizara el Profeta (cf. Am 8, 11- 12), y hasta
podemos decir que asistimos en la iglesia a
una verdadera primavera de la Palabra; basta constatar el interés que la Sagrada Escritura suscita entre clérigos, religiosos, y laicos. Seguro que se trata de una necesidad
vital a la que hay que dar una respuesta,
pues es Dios mismo quien la suscita.
A esta primavera de la Palabra son muchos los hermanos y hermanas que están
contribuyendo activamente. Cada vez son
más entre nosotros los que, junto con los sacramentos de la Eucaristía y de la Reconciliación, hacen de la Palabra el verdadero
alimento de sus vidas, viático en su caminar, estímulo primario para su conversión,
fuerza para la misión, luz en sus búsquedas
de sentido, guía para un recto discernimiento sapiencial de la realidad que están viviendo y de las opciones de futuro, solicitación a hacer, es decir, a poner en práctica, la
Palabra (cf. Lc 8, 21), y fuente de perenne
consolación y esperanza. Cada vez son más
los hermanos y hermanas que encuentran
deleite y alegría en las santísimas Palabras
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
y obras del Señor, y con ellas mueven a los
hombres al amor de Dios, con gozo y alegría48. Cada vez son más los hermanos y
hermanas que reconocen y aseguran el primado de la Palabra en sus propias vidas y en
la misión que les ha sido encomendada, empeñándose frecuentemente en la lectura
orante de la Palabra, en la creación y animación de grupos bíblicos entre los laicos y
religiosos, así como en una predicación que
sabe a Palabra y la hace gustar a los fieles.
Todos estos son de Dios, porque escuchan
la Palabra de Dios (cf. Jn 8, 47)49.
Quiero agradecer aquí la labor de tantos
profesores de Sagrada Escritura que parten
el pan de la Palabra en las aulas. Por propia
experiencia conozco la preparación asidua
y, por tanto, el duro trabajo que ello comporta, pero también el gozo y el provecho
que uno mismo experimenta. Particular
mención se merecen los hermanos que trabajan incansablemente en nuestra Facultad
de Ciencias Bíblicas y Arqueología de Jerusalén. A ellos mi personal gratitud, pues es
mucho lo que debo a ese Centro, y el agradecimiento en nombre de toda la Orden por
su labor a favor de la Palabra. Gratitud y
agradecimiento, también, a los Estudios Bíblicos Franciscanos de Hong Kong y de Tokio por el monumental trabajo que han realizado al traducir los textos bíblicos al chino
y al japonés, respectivamente, y hoy por la
gran difusión bíblica que hacen en China y
Japón. Finalmente, mi gratitud se extiende
a todos aquellos que se esfuerzan por ser
tierra buena y acogen dócilmente la semilla de la Palabra en sus corazones; y a cuantos, a través de la predicación y o cualquier
otra actividad apostólica o intelectual, que
siempre apostólica deberá ser, dicen, anuncian y administran las santas palabras50 a
los demás.
20. A cuantos viven sumergidos en esa
corriente de encuentro con la Palabra y de difusión de la misma, llegue mi palabra de
aliento para que su compromiso a favor de la
Palabra no venga a menos. A cuantos no están todavía en ella, mi palabra quiere ser de
exhortación e invitación, fraterna y apremiante a la vez, a fin que, como María de Na-
29
zaret, modelo viviente del encuentro con la
Palabra (cf. Lc 1, 38; 2, 19. 51) se abran a ella
y la engendren en sus vidas; y a ejemplo de
Francisco, modelo de escucha operante y sin
glosa51, acepten la Palabra de todo corazón y
diariamente escudriñen las Escrituras, como
los cristianos de Berea (Hch 17, 11).
Oíd, señores hijos y hermanos míos, y
escuchad mis palabras (Hch 2, 14). Inclinad el oído de vuestro corazón (cf. Is 55, 3)
y obedeced a la voz del Hijo de Dios52, nos
exhorta el padre y hermano Francisco. Si
hoy como ayer es urgente conocer mejor al
hombre Jesús, reconocido como Cristo y
confesado como el Señor, no tenemos otro
camino para alcanzar este objetivo que no
sea tomar en las manos el libro de las Escrituras, abrirle las puertas de nuestros corazones, y ofrecerle escucha y acogida a la Palabra. Si arde nuestro corazón por el deseo de
salir de lo insignificante o de la postración
de nuestros cotidianos fracasos, no tenemos
otro camino que el de dejarnos agarrar por
la Palabra y darle un amplio espacio en
nuestras vidas. Ser agarrados por la Palabra
y por Cristo son una única y misma cosa. Si
queremos re-crear y re-fundar nuestra vida
y misión, no nos queda otra salida que la de
abrir espacio a la Palabra, releerla, estudiarla, meditarla, acogerla desde un corazón vacío y pobre, susurrarla día y noche (cf. Sal
1, 2), para luego vivirla y celebrarla.
Frecuentar la Palabra, acercarnos a ella,
rondarla y cortejarla, hacerle silencio, escucharla, familiarizarnos con ella, guardar como un tesoro en el arca de la memoria esa
Palabra que en algún momento hizo arder
nuestro corazón (cf. Lc 24, 32), dejarnos
sorprender por ella, nos permitirá movernos
al ritmo de la música de Dios, como Francisco, y nuestra vida recobrará juventud y el
cansancio quedará atrás, y nuestro ir al encuentro con Cristo y hacia los hombres y
mujeres, nuestros hermanos, será con andar
apresurado y con paso ligero53, sin que nos
dejemos envolver por tiniebla alguna ni
amargura 54, y podemos avanzar con mayor seguridad en el camino de los mandatos del Señor55.
La Palabra de Dios es fuente de vida
consagrada –se afirmó en el Congreso In-
30
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
ternacional de la vida Consagrada celebrado en Roma, en el 2004-. Crecer en la vida
de fe y crear comunidad es el resultado de
oír la Palabra. Alimentados por la Palabra
nos trasformamos en siervos de la Palabra
en la tarea de la evangelización. La pasión
por la Palabra nos lleva a la pasión por la
humanidad. Oír la Palabra estimula un clima de relaciones interpersonales. En la medida en que nos acerquemos a la Palabra y
la hagamos vida, nuestras visiones distintas
de la realidad irán convergiendo hasta encontrarse en la comunión profunda.
La razón última de nuestro estilo de vida
llamado consagración no es otra que haber
escuchado, de una manera o de otra, la Palabra. Todos los fundadores, pero bien podemos decir especialmente Francisco y
Clara, han sido vigías de la Palabra, oyentes
incansables de la Palabra, y han hecho de
sus vidas una respuesta firme y profética a
la Palabra. La vida consagrada y, con ella,
la vida franciscana de hoy necesitan mirarse en la Palabra y acicalarse con ella. Sólo
desde la Palabra podrán nacer de nuevo (Jn
3, 3) y ganar en significatividad, caminar
con lucidez y audacia con los ojos puestos
en el futuro56, y, de este modo, ser no sólo
memoria sino también profecía de futuro57,
vivir el presente con pasión y abrazar el futuro con esperanza58.
La vida consagrada y, con ella, la vida
franciscana, están llamadas a recorrer un
largo éxodo de búsqueda y de renovación
que ya no tiene marcha atrás. Somos, junto
a tantos hombres y mujeres, nuestros contemporáneos, mendicantes de sentido59.
Desde la escucha de la Palabra nuestra vida
será, en el presente y en el futuro, como lo
ha sido en el pasado, propuesta alternativa
y de frontera. La Palabra nos invita a ello,
nos urge y nos convoca. Desde y con la Palabra nuestras vidas serán testimonio de una
palabra que no podemos callar, de una razón que no se puede ocultar, de una convicción que necesitamos compartir. Con el fuego de la Palabra nuestro corazón arderá y
nuestra vida encontrará el ritmo de Dios que
es siempre joven y actual, que no pasa nunca. La Palabra tiene una fuerza transformadora impresionante, y si nuestra vida se de-
ja tocar por la Palabra se transformará sin
duda alguna: la rutina dejará paso a la novedad evangélica, el cansancio a la osadía, la
resignación a la lucidez y audacia, los miedos a la libertad. Cuando somos capaces de
abandonarnos a la Palabra, de fiarnos de
ella, de apostarlo todo a una sola carta, pase
lo que pase, nos queda un sabor intenso que
nos asegura que somos de Dios y para Dios,
que no estamos solos. Si nuestra vida se pone a la escucha de la Palabra, y se deja llevar de la mano por ella, encontrará nuevos
parajes y nuevas sendas para hacer el camino más llevadero y gozoso. Es necesario
abrir espacios personales y comunitarios a
la Palabra. Nuestro futuro, como el futuro
de toda vida consagrada, está en dejarnos
hacer por la Palabra.
21. La gracia del VIII centenario de la
fundación de nuestra Orden y del carisma
franciscano será una fiesta, una acción de
gracias de la Fraternidad universal y de toda la Familia Franciscana si, como nos invita el Padre y Hermano Francisco, abrimos
los oídos de nuestro corazón, para escuchar atentamente la voz del Hijo de Dios60,
que hace resonar la alegre noticia del amor
de Dios por la humanidad. La gracia de los
orígenes será gustada por los hermanos y
hermanas sólo si nos comprometemos con
la Palabra, y permanecemos fieles a las palabras, vida y doctrina y al santo Evangelio
de Jesucristo61.
Nosotros que hemos prometido observar
el Evangelio62, somos llamados a ser habitación y morada del Espíritu del Señor (cf.
Jn 14, 23), esposos, hermanos y madres de
nuestro Señor Jesucristo (cf. Mt 12, 50),
acogiendo el mensaje de Jesús, y custodiando su Palabra en nuestros corazones, para
luego engendrarla y darla a luz en nuestras
vidas63, pues sólo así sobre nosotros descansará el Espíritu (cf. Is 11, 2).
Si guardamos su Palabra y seguimos sus
caminos, entonces viviremos y creceremos,
pero si nuestro corazón se aparta de ella,
entonces, moriremos sin remedio (cf. Dt 30,
15-18). No podemos dejarnos matar por la
letra, sino que hemos de seguir el espíritu
de la Palabra divina y dejarnos vivificar
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
por ella64. Sin la Palabra, guardada en el corazón y dada a luz en la cotidianidad de
nuestra vida, habrán muerto el encanto y la
canción de nuestra existencia, se habrá apagado la vida en la mirada y en el corazón, se
habrán petrificado los sentimientos, se habrá secado el manantial de la esperanza. Sin
la Palabra ¡habrá, oh desgracia, muerte sin
remedio!
La Palabra, por la que hemos sido hechos
y redimidos, todavía hoy sigue llevándonos
de la muerte a la vida (1Jn 3, 14)65. El milagro obrado en la vida de san Agustín por el
que se vio curado de la esclavitud de la carne
al escuchar un texto de la carta a los Romanos (cf. Rm 13, 11ss), sigue realizándose en
tantos hombres y mujeres de nuestros días.
Si los siete sacramentos son signos que se
ven, la Palabra es un sacramento que se oye,
un signo que, a través de palabras humanas,
nos permite entrar misteriosamente en contacto con la viva verdad y voluntad de Dios,
y oir la voz misma de Cristo, que, como al
paralítico, nos cura de nuestra parálisis y nos
posibilita caminar (Jn 5, 1ss), o, como al ciego de nacimiento, abre nuestros ojos para
que podamos ver (cf Jn 9, 7). La aguas de Israel que curaron la lepra de Naamán el sirio
(cf. 2R 12. 14) son para los santos Padres las
divinas Escrituras. Ellas continúan a sanarnos de nuestras enfermedades, como atestigua la misma Escritura: No los curó hierba
ni emoliente alguno –se dice de Israel en el
desierto-, sino tu palabra, Señor, que todo lo
sana (Sb 16, 12).
22. Queridos hermanos y hermanas: el
Amén, el testigo fiel, que está fuera y llama
nos invita a abrirle la puerta que le separa de
los que estamos dentro: Mira que estoy a la
puerta llamando: si uno me oye y me abre,
entraré en su casa y cenaremos juntos (Ap
3, 20). Tenemos secretas resistencias a creer que somos deseados por el Señor, y que
es él quien busca nuestra presencia (cf. Gn
3, 8-9). Abramos la puerta a la Palabra, dejémonos habitar por ella, y con ella entrará
y habitará en nuestra casa mucha gente herida por experiencias de fracaso, soledad,
fragilidad y desamor. Y entonces serán ellos
mismos los que nos ayudarán, cuales exper-
31
tos escribas, a traducir, comprender, discernir, intuir y des-codificar la Palabra que llega a nosotros cifrada detrás de gritos silenciosos de la humanidad sufriente.
Demos, queridos hermanos y hermanas,
primacía a la Palabra en nuestras vidas, de
tal modo que sea Él, Cristo el Señor, y sólo
Él, el Señor absoluto de nuestras vidas, como lo fue en la vida de Francisco y de Clara66. Y entonces seremos dichosos: Dichoso
el hombre que… en la Ley del Señor pone
su delicia y en ella medita día y noche. Será como un árbol plantado junto a corrientes de aguas, que da su fruto a su tiempo y
cuya hoja no cae (Sal 1, 1-3).
Veneremos y acojamos cuidadosamente
las Escrituras como lo que son Palabra de
Dios, tal y como nos enseña Francisco, siguiendo en esto a los Padres. Uno de ellos,
Orígenes dice a los cristianos de su tiempo
y hoy a nosotros: Vosotros que estáis acostumbrados a tomar parte en los divinos
misterios, cuando recibís el cuerpo del Señor lo conserváis con todo cuidado y toda
veneración para que ni una partícula caiga
al suelo, para que nada se pierda del don
consagrado. Estáis convencidos, justamente, de que es una culpa dejar caer sus fragmentos por descuido. Si por conserva su
cuerpo sois tan cautos –y es justo que lo seáis-, sabed que descuidar la Palabra de
Dios no es culpa menor que descuidar su
cuerpo67.
¿Qué importancia tiene la Palabra de
Dios en mi vida? ¿Qué lugar ocupa en mi
jornada? Que el Señor despierte nuestros
oídos cada mañana, para escuchar como
discípulos y así poder decir una palabra de
aliento al que está cansado (cf. Is 50, 4).
HABLA, SEÑOR,
QUE TU SIERVO ESCUCHA
La lectura orante de la Palabra
23. En esta tercera parte de la carta deseo, mis queridos hermanos y hermanas,
presentaros un método que nos lleva a ver la
Escritura sagrada como un organismo vivo
y que nos interpela; una lectura que nos lle-
32
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
va a establecer una relación personal con el
texto. Se trata, como bien habéis intuido, de
la lectura orante de la Palabra. Sé muy
bien que no es el único método para orar
con la Palabra de Dios, pero os comunico el
que yo, desde hace tiempo, vengo practicando, y que tiene el aval de haber alimentando la espiritualidad de muchos hombres
y mujeres desde hace siglos.
La lectura orante de la Palabra es el arte que busca actuar el paso del texto bíblico
a la vida y se presenta como un precioso
instrumento que puede ayudarnos a superar
el abismo que tantas veces constatamos entre fe y vida, entre espiritualidad y cotidianeidad. La lectura orante de la Palabra no
es una simple práctica de piedad, es un método que mira a la puesta en práctica de la
Palabra escuchada; es una hermenéutica
existencial de la Escritura que lleva al creyente a buscar en la página bíblica, ante todo, a Cristo, a poner en diálogo la propia vida con la persona de Cristo que se nos revela, y, finalmente, a ver iluminada con nueva
luz la propia vida cotidiana.
La lectura orante de la Palabra es esencial e indispensable para el crecimiento de
la fe de cuantos nos decimos discípulos y
misioneros del Verbo del Padre, y muy particularmente de cuantos hemos profesado el
Evangelio como nuestra regla y vida68. De
hecho, si es verdad que es en la celebración
litúrgica, como ya hemos dicho, donde el en
aquel tiempo se transforma en hoy, también
es verdad que es particularmente a través de
la lectura orante de la Palabra donde nos
apropiamos de ella y donde la personalizamos, dejándonos instruir por Dios mismo
(cf. Jn 6, 45). En la liturgia Dios habla al
pueblo, en la lectura orante de la Palabra
Dios me habla a mí directamente, y lo que
en la liturgia es diálogo con el pueblo, en la
lectura orante de la Palabra ese diálogo se
hace único y personal. Si la liturgia manifiesta visiblemente a la Iglesia, la lectura
orante de la Palabra permite a cada uno de
nosotros sentirse Iglesia: Yo iglesia, decía
San Bernardo69.
24. Algunos de entre nosotros se resisten a adoptar como método de oración la
lectura orante de la Palabra por pensar que
es un método propio y exclusivo de los
monjes. Nada más falso, mis queridos hermanos y hermanas. El método de la lectura
orante de la Palabra ya estaba en uso en el
judaísmo (cf. Neh 8, 1ss), fue luego utilizado por Jesús en la sinagoga de Cafarnaúm
(cf. Jn 6, 26ss), y de Nazaret (Lc 4, 17ss),
así como en la liturgia celebrada con los
discípulos de Emaús (cf. Lc 24, 13ss), y
desde un principio fue heredado por la iglesia primitiva (cf. 2Tm 3, 14-16). Desde entonces, generaciones de cristianos han orado con este método, nutriendo sólidamente
su fe con una profunda espiritualidad bíblica. Uno de estos cristianos que dio un primado claro en su vida a la Palabra de Dios,
y que oró con el método de la lectura orante de la Palabra, como ya hemos visto, fue
nuestro padre y hermano Francisco.
Los santos Padres no cesaron de invitar a
los cristianos a adoptar este método de oración. Baste citar entre todos ellos a san Juan
Crisóstomo quien recomendaba al pueblo
que le había sido confiado dicho método de
oración. Sus palabras me parecen muy apropiadas en el contexto al que hice referencia
anteriormente: Algunos decís que no sois
monjes... Pero en esto os equivocáis –dice el
Crisóstomo-, porque pensáis que la Escritura es sólo para los monjes, mientras, en cambio, es todavía más necesaria a vosotros,
queridos fieles, que estáis en el mundo. ¿Hay
algo más grave y pecaminoso que no leer la
Escritura y el creer que la lectura sea inútil
y no sirva para nada?70. Y es siempre el Crisóstomo quien recomienda a sus fieles: Volved a casa y preparad dos mesas: una con
los platos de la comida, otra con los platos
de la Escritura71. Y todavía: Cuando volváis
a casa –dirá en otra ocasión-, tomad la Escritura y... releed y repetid lo que habéis escuchado72.
Si esto, queridos hermanos y hermanas,
es válido para todos los fieles que ansían
convertirse en cristianos adultos, pasando
de lo bueno a lo mejor ¿qué decir de quienes hemos profesado vivir según el santo
Evangelio?
Es verdad que este método entró en crisis en el medioevo a causa de una lectura
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
que tendía más a la quaestio y a la disputatio que a la meditación y a la oración, pero
hoy, gracias al Vaticano II, después de un
exilio forzado de la Palabra y del método de
la lectura orante de la Palabra en la vida de
muchos cristianos, la Palabra ha sido liberada y asistimos a una nueva epifanía de la
Palabra de Dios en la comunidad cristiana.
Por otra parte, es el mismo Concilio en proponer a todos los creyentes el método de la
lectura orante de la Palabra: El Santo Sínodo recomienda insistentemente a todos
los fieles, especialmente a los religiosos, la
lectura asidua de la Escritura para que adquieran la ciencia suprema de Jesucristo
(Fil 3, 8)73. Los Lineamenta propuestos a
nuestra atención con vistas al próximo Sínodo afirman: Se ha de alentar vivamente
sobre todo esa praxis de la Biblia que se remonta a los orígenes cristianos y que ha
acompañado a la iglesia en su historia. Se
llama tradicionalmente Lectio Divina con
sus diversos momentos (lectio, meditatio,
oratio, contemplatio)74.
Mientras animo a todos los hermanos y
hermanas a asumir la lectura orante de la
Palabra como método primario de la iniciación a la vida espiritual y de su continuidad,
invito también a preguntarse: ¿Qué resonancia tienen estas palabras del Concilio y de los
Lineamenta en mi vida y en la vida de nuestras fraternidades? Son muchos los laicos,
por no hablar de los religiosos, que han tomado muy en serio esta apremiante invitación por parte de la Iglesia, ¿y nosotros?
Método de la lectura orante de la Palabra
25. Como ya hemos visto por el texto
citado de los Lineamenta, la lectura orante
de la Palabra tradicionalmente tiene cuatro
momentos: lectura, meditación, oración, y
contemplación. Estos cuatro momentos tienen como finalidad la de llevar al creyente a
una profundización progresiva del texto bíblico, de tal forma que la lectura lleve al encuentro con el Señor y, de este modo, a realizar una verdadera transformación de la
propia vida. La lectura orante de la Palabra sitúa la vida del creyente en la tensión
evangélicamente fecunda de la conversión,
33
en cuanto que el proceso que en ella se realiza es un itinerario que de la lectura y escucha de la Palabra lleva al conocimiento y
del conocimiento lleva al amor y a una vida
nueva, en conformidad con la voluntad del
Señor. De este modo, la lectura del texto bíblico se transforma en martyría, en testimonio de la Presencia, que encuentra su cumplimiento más elevado en el don de la propia vida por amor.
Cuanto diremos sobre el método de la lectura orante de la Palabra no pretende ser un
esquema rígido. La lectura orante de la Palabra es un camino hacia Dios y, como todo camino, también ella ha de ser proporcionada al
paso, fuerzas y ritmos del caminante. El resultado hacia el cual se ha de tender no es la realización de un esquema, sino la utilización libre
de él para conseguir el encuentro con Dios a
través de la Palabra leída, escuchada, acogida,
orada, contemplada y vivida en los días feriales de nuestra existencia.
Por motivos de practicidad, señalo como
momentos de la lectura orante de la Palabra los siguientes: Lectura/escucha, meditación/asimilación, oración/contemplación,
práctica/anuncio.
Lee / escucha: ¿qué dice el texto?
26. La lectura no sólo es el primer paso
de la lectura orante de la Palabra, sino que
es la puerta que nos abre a la inteligencia, y
a la comprensión de la Palabra, así como a
la oración con la misma. La lectura no tiene
su fin en sí misma, sino que debe orientar
hacia la interiorización de la Palabra y el
diálogo de meditación. Pero para que cumpla esa misión es necesario saber leer. Una
lectura inteligente y provechosa, entre otras
cosas comporta:
a. Lectura programada. La lectura de la
Palabra exige dedicarle un tiempo determinado, que favorezca la calma, el silencio, la soledad. La lectura, como la oración a la cual tiende, no puede hacerse en
tiempos sobrantes, en tiempos a rellenar.
Para que la lectura sea eficaz es necesario reservarse un tiempo considerado importante, y ser fiel a él. ¿Qué espacio
ocupa en tu jornada la lectura orante de
la Palabra? ¿Por qué?
34
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
b. Lectura atenta y en el silencio. En nuestros días la disciplina de la vigilancia y la
atención se ha vuelto un arte difícil, también entre nosotros, asediados como estamos por mil llamadas a la extroversión, distraídos por tantos ruidos que nos
vienen de fuera o que nos resuenan dentro. En vez de ser porteros vigilantes (cf.
Mc 13,34) para acoger la Palabra, formamos parte de una generación de somnolientos, sordos, ciegos y mudos, prisioneros en las redes vacías de la trivialidad, embotados para la interioridad, que
pisan constantemente el acelerador para
huir de la realidad. Las palabras se van
acumulando en las estanterías de nuestro
corazón, las ideas, discursos, razonamientos, opiniones y comentarios van
ocupando todos sus rincones, y devoran
ese espacio de desierto y silencio al que
Dios está queriendo atraernos, y su Palabra se queda en el umbral de nuestra casa, porque la puerta está cerrada y no hay
respuesta a su llamada.
Si perdemos el hábito de la atención, leeremos el texto, pero no nos sorprenderá la Palabra; creceremos probablemente en la ilustración, pero no en la sabiduría del corazón; nos consultarán como a
peritos, pero no habrá en nuestras respuestas esa vibración que hace intuir bajo ellas un corazón deslumbrado y habitado por la Palabra. Por otra parte, una
lectura sin silencio exterior no nos llevará a la comprensión del texto y a la
oración (cf. Mt 6, 6). El conocimiento de
Dios, objetivo último de la lectura, exige tiempo y, como dice Guillermo de
Saint-Thierry, silencio y secreto75. La
lectura orante de la Palabra exige una
cura de silencio. En una sociedad como
la nuestra somos llamados a recuperar
espacios de silencio, a hacer desierto,
para asegurar nuestro equilibrio interior
y psicológico, para contemplar el mundo y los otros con los ojos del corazón,
los únicos que pueden penetrar en las
profundidades, y, sobre todo, para escuchar la voz de Dios que habla y que a todos tiene algo nuevo que decirnos. ¿Estamos dispuestos a ello?
c. Lectura asidua. Leer con provecho exige también asiduidad. Una lectura ocasional no edifica, más bien nos hace
inestables. En la lectura de la Palabra es
necesaria la asiduidad, pues sólo ésta
produce la familiaridad y la familiaridad
produce y aumenta la fe, como dice el
gran conocedor de la Palabra San Jerónimo76. Sólo la asiduidad en la lectura nos
llevará a la asimilación de la Palabra
hasta hacerla parte de uno mismo. Sólo
una lectura asidua nos llevará a la oración, robustecerá la fe, y transformará
nuestra vida a imagen y semejanza de la
Palabra. Lee con mucha frecuencia la divinas Escrituras, ... el Libro Santo no se
te caiga nunca de tus manos, aconsejará
San Jerónimo77, y San Isidoro de Sevilla
advierte: Quien desea estar siempre unido a Dios debe leer frecuentemente las
Escrituras78. Sólo quien lee asiduamente
puede entrar en la intimidad de la Palabra y descubrir sus secretos. Tal vez por
este motivo Francisco después de pedir a
todos los hermanos que acojan benignamente con amor divino las fragantes palabras de nuestros Señor Jesucristo,
amonesta: Y los que no saben leer, háganselas leer con frecuencia79. ¿Con qué
frecuencia te dedicas a la lectura orante
de la Palabra? ¿Estás satisfecho?
d. Lectura creyente. No se trata de una lectura de carácter intelectual, sino sapiencial, espiritual, es decir: una lectura que
parte de la certeza que es el Espíritu
quien inspira la Palabra y quien la explica. No se trata de leer y acercarnos a una
palabra humana, sino a una Palabra que
confesamos ser Palabra de Dios. Con la
lectura no se trata de saciar nuestra curiosidad intelectual, sino de encontrarse
con la Palabra, de saborear la Palabra
que es Cristo. Ello presupone la fe, la
única que nos lleva a descubrir, tras las
palabras, la Palabra de la vida. Sin la fe
la lectura será una lectura muerta y estéril, por erudita que sea. Leer la Palabra
sin fe sería, en expresión de Kierkegaard, como contemplar el espejo sin mirarse en él. Sin la fe, la sola lectura no
nos manifestará lo más recóndito de
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
nuestro ser, no cuestionará nuestra vida
y, por tanto, no podrá transformarnos.
Una lectura de la Palabra que no sea creyente no sólo no dará los frutos que sería
de esperar, sino que producirá la muerte:
La letra mata, pero el espíritu da vida80.
Sólo una lectura hecha con los ojos de la
fe nos dispondrá a escuchar y a acoger el
mensaje de la Palabra, por difícil y radical que parezca, con un corazón abierto y
disponible. En este contexto es sumamente importante recordar que lectura
orante de la Palabra, o lectio divina, es
una lectura hecha a dos: el Espíritu que
la ha inspirado y la hace verdaderamente Palabra viva en quien la lee, y nosotros. Sin el Espíritu, y seguimos hablando de fe, no encontraremos en la Palabra
el Verbo de Dios. Una lectura hecha con
fe nos lleva a una lectura epiclética, que
producirá en nosotros la comprensión, la
iluminación, la docilidad y el vacío necesario para dejarnos habitar por la Palabra y, como María, engendrarla en nuestra vida. ¿Cómo andamos de fe cuando
leemos la Escritura sagrada? ¿Cómo nos
situamos ante la Palabra, como palabra
humana o como Palabra de Dios? ¿Acojo o domestico las exigencias radicales
del Evangelio?
e. Lectura continua. Buscar textos según el
propio gusto es reducir la Escritura a un
libro en el que se busca lo que se quiere
encontrar. Por ello es recomendable hacer la lectura orante de la Palabra basándose en el leccionario o haciendo una
lectura continuada de la Sangrada Escritura o de uno de sus libros. Sólo así se
podrá evitar caer en un puro subjetivismo. La comprensión del texto exigida
por la lectura orante de la Palabra depende de la familiaridad con todo el texto bíblico, de tal modo que un texto sea
comprendido y comentado con otro texto. Es necesario leer la Biblia con la Biblia. Para ello podemos y, en la medida
de lo posible es necesario, servirse de los
instrumentos a nuestro alcance que nos
ayuden a una mejor comprensión del
texto, como puede ser un buen comentario, sin olvidar, sin embargo, que la Pala-
35
bra de Dios nos ha sido dada para la unción espiritual y para la caridad, no para
la simple erudición o la simple cultura.
¿Me dejo iluminar y enjuiciar por la Palabra o soy de los que buscan ser justificados por ella en todo lo que hacen y dicen?
f. Lectura eclesial. La iglesia es el cuerpo
donde la Palabra puede resonar verdaderamente como lo que es: Palabra de Vida. La Iglesia, que no es dueña de la Palabra, sin embargo la custodia e interpreta auténticamente, gracias a la acción del
Espíritu que la asiste. Sólo la comunión
con ella, vivida en plena docilidad al Espíritu, único verdadero exegeta de la Palabra, nos puede librar del subjetivismo
interpretativo, del arbitrio, y del consumismo privado de la Palabra. Francisco,
como ya hemos recordado, nos pone en
guardia contra todo ello y nos enseña a
leer la Palabra en comunión con la Iglesia.
La lectura orante de la Palabra sólo es
posible en el contexto eclesial y, por ello,
comunitario, aun cuando se haga individualmente. La Palabra, nacida en la comunidad de fe, se comprende en la comunidad, por eso la vida fraterna en comunidad favorece el redescubrimiento
de la dimensión eclesial de la Palabra:
acogerla, meditarla, vivirla juntos, comunicar las experiencias que de elle florecen y así adentrarse en una auténtica
espiritualidad de comunión81.
La lectura de la Palabra, con todos los requisitos de los que hemos hablando, ha de ir
acompañada de la voluntad de escucharla.
Escucha Israel (Dt 4, 1; 5, 1; 6, 4-9), es la
invitación que resuena constantemente en
los oídos del Pueblo de Dios. Escucha, es el
estribillo constante en la boca de los profetas, y el imperativo para todo aquel que se
dispone a entrar en la lectura orante de la
Palabra.
A la Palabra corresponde la escucha,
la sola que permite aceptarla, acogerla, y
abrirle el corazón de uno mismo, para
luego obedecerla sin tardanza, inmediatamente (cf. Mc 1, 18. 20)82. La escucha
exige hacer silencio, que permite que el
36
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
mundo del otro, en este caso de la Palabra, entre en uno; exige prestar atención,
que permite gestar la Palabra en el corazón, hospedarla; exige disponibilidad, es
decir, que entre en uno mismo y haga
morada en uno. Se entiende así que sin la
escucha, la lectura es superficial, la Palabra se pierde, la comunicación se rompe,
y el encuentro no se da.
Medita/asimila:
¿Qué te dice hoy la Palabra?
27. No basta leer la Palabra, es necesario guardarla, custodiarla en el corazón (cf.
Ez 3, 10), para que pueda producir los frutos
esperados. No basta el encuentro material
con la Palabra, es necesario asimilarla, acogerla con fe, hacerla nuestra. A esto mira
precisamente este segundo momento de la
lectura orante de la Palabra: la meditación/asimilación.
Para la Biblia meditar significa susurrar, pronunciar en voz baja. Es por ello
que la meditación a la que nos referimos se
conoce, también, como rumiación de la Palabra. Es a través de ese susurro o rumiación del texto bíblico como se llega al conocimiento del texto, es decir, al conocimiento de la voluntad de Dios, para poder
luego ponerla en práctica, vivirla, obedecerla. De este modo, la meditación lleva a la
asimilación y de ésta se pasa a la captación
del hoy de la Palabra que permite la confrontación de la vida, personal o comunitaria, con la Palabra escuchada.
La meditación no es una elucubración,
sino un diálogo, un encuentro personal con
el tú que se nos ha revelado como él durante la lectura. La meditación no es, por tanto,
una técnica que tiene como finalidad el propio sujeto, sino un camino que busca abrir
el sujeto a la alteridad y a la comunión con
el Verbo, a fin de llegar a tener los mismos
sentimientos de Cristo (cf. Fil 2, 5). Esto,
sin embargo, no se alcanza sin trabajo, sin
rumiarla, lo cual comportará también, y según las propias posibilidades, el estudio de
la Palabra.
La meditación es una operación espiritual que de la lectura y de la escucha del
texto bíblico lleva a una respuesta de ora-
ción y contemplación, y a una respuesta de
vida: la meditación mira a vivir y encarnar
la Palabra. No por casualidad, la tradición
bíblica habla de masticar y comer la Palabra: Hijo de hombre, aliméntate y sáciate de
este rollo que te doy. Lo comí y fue en mi boca dulce como la miel (Ez 3, 3). Jeremías,
por su pare, habla de devorar la Palabra con
avidez. Tanta era la alegría que le inundaba
al comerla (cf. Jr 15, 16), la dulzura que le
proporcionaba (cf. Sal 119, 103. 105). La
meditación/asimilación nos permite dejarnos habitar por la Palabra, acogerla en la
propia intimidad, por eso sólo quien come
la Palabra, puede luego comunicarla a los
demás: Come este rollo y ve luego a hablar
a la casa de Israel (Ez 3, 1).
En este segundo momento de la lectura
orante de la Palabra debe darse la simultaneidad necesaria entre la comprensión de la
Palabra de Dios a través de la mente y la
acogida generosa del corazón. En la meditación, precisamente porque se trata de asimilar el texto, debe involucrarse todo el
hombre, sintetizado en el binomio tradicional de mente y corazón. Este momento es
sumamente importante, pues se trata de dejarse transformar por la Palabra para ser Palabra viva de Cristo mismo, Palabra misma
de Jesús, hecha visible y hecha carne en
quien la recibe con amor.
28. En la primera Regla83 Francisco, basándose en la parábola del sembrador (cf.
Mt 13, 3- 23), presenta cuatro tipos de encuentro con la Palabra. En el primer caso la
Palabra no es entendida y pronto viene el
maligno para llevarse lo que ha sido depositado en el corazón. En el segundo caso la
Palabra es abandonada a causa de las persecuciones o tentaciones. En el tercer caso la
Palabra es sofocada por las preocupaciones
del mundo. En el cuarto caso –es el de quien
la escucha con corazón bueno, es decir, con
buenas disposiciones-, la Palabra es comprendida, custodiada, y da fruto.
La Palabra si no es escuchada con corazón bueno se pierde, es sofocada, no puede
producir fruto. Quien no acoge la Palabra
con unas determinadas disposiciones es tierra a lo largo del camino, tierra entre rocas y
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
entre zarzas, donde la Palabra no puede crecer y menos, todavía, dar fruto. Francisco
nos pone en guardia contra esta posibilidad
diciéndonos: Y guardémonos mucho de la
malicia y de las sutilezas de Satanás, que
quiere que el hombre no tenga su mente y su
corazón vueltos a Dios84. El maligno quiere
que la Palabra no encuentre tierra buena, es
decir, que no permanezca en el corazón. Y
es que la Palabra pone al corazón en estrecha relación con el Señor, que es lo que el
espíritu del mal no quiere en absoluto. Pera
evitar esta relación, el maligno, con astucia,
intenta ir a la causa del corazón vuelto hacia el Señor: la Palabra custodiada en el corazón del hombre.
El corazón del hombre es presentado por
Francisco, siguiendo las Escrituras, como
una casa, una habitación, de la cual el maligno ha sido echado fuera por el poder de
la Palabra. Es necesario vigilar, estar en
guardia, a fin de que no regrese con mayor
fuerza, so pretexto de una recompensa. Perder la Palabra del corazón significaría perder al Señor, mientras que guardarla y custodiarla en el corazón posibilita servir,
amar, adorar y honrar al Señor Dios con
corazón puro y mente pura85.Es la permanencia de la Palabra la que transforma el corazón de piedra en corazón de carne, el inmundo en corazón puro: Vosotros estáis
limpios gracias a Palabra que os he anunciado (Jn 15, 3).
En la meditación/asimilación nos jugamos el fruto de la lectura orante de la Palabra. Es necesario, por tanto, prepararla
con atención, tanto en la disposición del corazón, como en los aspectos exteriores:
tiempo, lugar, silencio…Y aquí resuena
también la Palabra del Señor: La atraeré a
mí, la llevaré al desierto y le hablaré al corazón (Os 2, 16). Hemos de disponer el corazón para la palabra como un campo reservado y protegido, recordando que la Palabra resuena sólo en un corazón disponible y
en el silencio. Entonces el desierto se transforma en lugar habitado por la Palabra, en
memoria del amor primero (cf. Jr 2, 2), en
lugar de la fidelidad (cf. Dt 32, 10-12).
¿Con cuáles medios custodio la Palabra en
el corazón?
37
Ora/contempla:
¿Qué le dices al Señor con la Palabra?
29. Una vez asimilada la Palabra gracias a la meditación, ahora es el momento
de orar con la Palabra. Una vez que sabemos lo que el Señor nos dice, ahora es el
momento de preguntarnos ¿qué le digo al
Señor? Orar es responder a Dios después de
haberle escuchado, es decirle sí a su proyecto sobre nosotros, y, en cierto sentido, es
restituirle la Palabra escuchada.
En este tercer paso de la lectura orante
de la Palabra es el momento de hablarle al
Señor, de manifestarle lo que sentimos en
nuestro corazón, llevados de la mano de la
Palabra. El padre san Francisco es un buen
ejemplo de ello en sus Oraciones. La Palabra ha llegado a nosotros, anida en nuestro
corazón, y ahora vuelve a Dios en forma de
oración. Así lo vemos en las grandes oraciones del Nuevo Testamento: Magnificat
(cf. Lc 1, 46ss), Benedictus (cf. Lc 2, 67ss),
y Nunc dimitis (cf. Lc 2, 29-32).
La oración en el contexto de la lectura
orante de la Palabra es un grito que brota
desde lo más profundo del corazón que arde
por la Palabra de Dios. Transformar la Palabra en oración es mirarnos al Espejo, presente en ella, para dejarnos transformar por
él, interior y exteriormente, y luego ser también nosotros espejo para los demás86. El
cuando escuchas, Dios te habla; cuando
oras, tú hablas a Dios, de Ambrosio se
cumple. El círculo se cierra, es completo.
La oración, por tanto, no es un medio para la lectura orante de la Palabra, sino el resultado de ella, como resultado de la oración
es la contemplación: momento pasivo de la
intimidad, momento en que la Palabra es saboreada en el corazón, conocimiento de Dios
con la experiencia del corazón, concentración en el misterio de Dios (cf. Jn 17, 3). Tras
una prolongada oración uno experimenta la
presencia del Señor que suscita en nosotros:
estupor, maravilla, mirada limpia de la realidad con los ojos de los sencillos, de los pobres en el espíritu. En este contexto, la contemplación es la que sale de un corazón habitado y tocado por la Palabra.
Si la oración nos lleva a lo concreto de la
vida, pues la oración nunca se puede separar
38
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
de la vida: oramos lo que vivimos y amamos a
Dios a través de nuestras situaciones y de las
cosas concretas que vivimos; la contemplación, en cambio, nos lleva a concentrarnos en
lo esencial: mirar únicamente a Jesús, reposar
en él, acoger su amor por nosotros (cf. Lc 10,
39)87. De este modo la contemplación nos lleva de los acontecimientos y situaciones de la
vida, a descubrir y saborear en ellos la presencia activa y creadora de la Palabra, y el encuentro sobre Ella es sustituido por el encuentro con Ella. Entonces la Palabra habitará por
la fe en nuestros corazones y, finalmente, conoceremos el amor de Cristo (cf. Ef 3, 17-19).
Pon en práctica/anuncia:
¿Qué hacer con la palabra?
30. La conclusión natural de la lectura
orante de la Palabra es ésta: poner en práctica la Palabra y dar testimonio del Señor.
En la Escritura sagrada una misma palabra,
shemá, significa escuchar, obedecer, poner
en práctica. Escuchar no es sólo adquirir información sobre Dios, sino adherirse a una
Palabra que compromete el modo de vivir.
Si escuchar es la respuesta natural del hombre a un Dios que habla, la obediencia de la
fe (cf. Rm 1, 5; 10, 14-17) es la meta de toda escucha.
La lectura orante de la Palabra no es,
por tanto, solamente una escuela de oración, es también una escuela de vida. No todo el que dice Señor, Señor, entrará en el
Reino de los cielos. Sino el que escucha y
pone en práctica la Palabra (Mt 7, 21).
Nuestra comunión con el Señor expresada
en términos humanos usados por el Evangelio –madre, hermanos, hermanas-, depende del hacer vida en nuestras vidas la
Palabra de Dios (cf. Mt 12, 48-50).
Quien acoge la Palabra en la fe y en la
obediencia, y la deja obrar, experimenta una
fuerza transformadora, pues es habitado por
Cristo, como dice el Apóstol: Es Cristo
quien vive en mi (Ga 2, 20). La obediencia
a la Palabra ilumina cualquier otra obediencia. La Palabra acogida con un corazón puro nunca es ineficaz, pues como dice el profeta: como descienden la lluvia y la nieve de
los cielos y no vuelven allá, sino que empapan la tierra y la hace germinar, dando la
simiente para sembrar y el pan para comer,
así la palabra que sale de mi boca no vuelve a mi vacía, sino que hace lo que yo quiero y cumple su misión (Is 55, 10-11). Cuando, como María, se acoge la Palabra y se
conserva en el corazón (cf. Lc 1, 38; 2, 19.
51), la Palabra nos pone en camino hacia
quienes nos necesitan (cf. Lc 1, 39- 45). La
Palabra escuchada y acogida se transforma
en vida.
Francisco se esmeró constantemente por
pasar de la vida a la Palabra y de la Palabra
a la vida, encarnando en propuestas concretas de vida cada fragmento que leía o escuchaba de la Palabra. Según él, la Palabra de
Dios si sólo se oye es palabra muerta, que
produce la muerte. A quienes, privados de
sabiduría espiritual, se limitan a oír la Palabra bien se les puede aplicar las palabras
que Francisco escribe en una de sus Cartas:
ven, conocen, saben y hacen el mal, y a sabiendas pierden sus almas88. Por eso pone
gran cuidado en preservar a los hermanos
de una escucha de la Palabra descomprometida y desencarnada de la vida.
Ya hemos hecho referencia a la explicación que da de la parábola del sembrador en
la primera Regla89. Ese texto muestra la
preocupación de Francisco de que sus hermanos sean tierra buena, a fin que la Palabra sembrada en sus corazones pueda germinar, crecer y dar fruto. La misma preocupación la muestra Francisco en dos de sus
Admoniciones. Para Francisco, la Palabra
de Dios no puede permanecer ineficaz. La
Palabra escuchada está llamada a producir
fruto en la vida, y quiere, además, ser restituida al Señor, de quien es todo bien, con la
palabra y el ejemplo90. Las santísimas palabras no se pueden separar de las obras del
Señor. La actividad pastoral de los hermanos y de las hermanas, que consiste en mover a los hombres al amor de Dios con gozo y alegría, está ligada a la escucha atenta
y a la puesta en práctica de la Palabra. Francisco no puede soportar la superficialidad91.
El punto de llegada de la lectura orante
de la Palabra es la evangelización. Y esto
es importante no olvidarlo. El fruto de la
lectura orante de la Palabra se obtiene sólo cuando se rompe la caparazón del tibio
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
seno materno y se permite a los demás poder beber en aquella misma Palabra que por
fin nos ha transformado el corazón. Nos decía recientemente Benedicto XVI: Nutrid
vuestra jornada de oración, de meditación
y de escucha de la Palabra de Dios. Vosotros, que tenéis familiaridad con la angina
práctica de la lectio divina, ayudad también a los fieles a valorizarla en su existencia cotidiana. Y sabed traducir en testimonio cuanto la Palabra indica, dejándoos
plasmar por ella que, como semilla acogida en un buen terreno, da frutos abundantes. Seréis, de este modo, dóciles al Espíritu y creceréis en la unión con Dios, cultivaréis la comunión fraterna entre vosotros y
estaréis prontos a servir con generosidad
los hermanos, sobre todo los que se encuentran en necesidad92. Llamados a anunciar la Palabra a los demás, sólo saciando
nuestra sed en el encuentro con la Palabra,
como la Samaritana, podremos convertirnos en mensajeros Palabra93.
CONCLUSIÓN
31. La muchacha de Nazaret, la Virgen
hecha Iglesia, ella, palacio, casa y tabernáculo de la Palabra94, que está atenta a la
Palabra y es capaz de guardarla y meditarla
en su corazón, es paradigma de todos nosotros que queremos escuchar, acoger y vivir
la Palabra. Llamados a caminar desde Cristo, Palabra del Padre a la humanidad, sentimos la necesidad de mirar a María, oyente
atenta de la Palabra, a fin que la escucha de
la Palabra, en la antigua y siempre válida
tradición de la lectura orante de la Palabra, nos interpele, oriente y modele nuestra
existencia95. Es el único camino para lograr
que se impregnen en nosotros los rasgos del
Verbo Encarnado96.
Queridos hermanos y hermanas: Francisco y Clara, y con ellos tantos hermanos y
hermanas nuestros a lo largo de estos 800
años de historia de nuestra Fraternidad, han
constatado que la Palabra de Dios es una
Palabra viva y eficaz. Ellos se dejaron agarrar, interpelar, cuestionar, e iluminar por
esta Palabra liberadora y creativa, y sus vidas cambiaron. Ellos también nos han mos-
39
trado cómo la Palabra sólo es eficaz si la encarnamos en la vida cotidiana, y que no la
podemos ofrecer enlatada o precintada, sino que ha de ser expuesta desde la vida,
porque no es ideología sino propuesta de vida. Urge leer nuestra vida desde la Palabra y
la Palabra desde la vida. Y en esto también
los pobres pueden ser nuestros maestros.
Llamados a anunciar la Palabra, los hermanos y hermanas de hoy y de mañana, en
un mundo profundamente secularizado no
podremos testimoniar a Cristo si no somos
contemplativos que se dejan, en el silencio
de la lectura orante de la Palabra, reengendrar por medio de la Palabra de Dios
viva y permanente (1P 1, 23). Si de Dios sólo podemos hablar si antes hablamos con él,
la Palabra sólo se puede comunicar a los demás si antes hemos saciado nuestra sed de
plenitud en el manantial de la Palabra. Siguiendo el ejemplo de cuantos nos precedieron en el seguimiento de Cristo según la
forma de vida evangélica que nos trasmitieron Francisco y Clara, seamos diligentes en
la escucha de la Palabra y recibámosla con
docilidad. No nos contentemos sólo con oír
la Palabra, engañándonos a nosotros mismos, más bien pongámosla por obra, pues
sólo así podrá salvar nuestras vidas y será
para nosotros fuente de felicidad, gozo y
alegría (cf. Sant 1, 19. 21. 25; Jr 15, 16.).
Estamos en camino, un camino que queremos nos lleve a lo esencial de nuestra experiencia de fe, un camino que nos aleje de
la tentación de domesticar las palabras proféticas del Evangelio para adaptarlas a un
estilo de vida cómodo97. Y en este camino
necesitamos fortalecernos con el alimento
de la Palabra. La forma de vida que nos dejaron Francisco y Clara vive de la Palabra,
bebe de la Palabra y encuentra su descanso
en la Palabra. El deseo de servicio y de misión que nos lleva a ser menores entre los
menores de la tierra98, se mantiene encendido gracias a la Palabra. La fidelidad que
anida en el corazón de tantos hermanos y
hermanas se repone todos los días en la meditación asidua de la Palabra. La comunión
entre nosotros, desde la lógica del don99, se
mantiene viva gracias a la Palabra que nos
convoca. Sólo la Palabra nos pone en cami-
40
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
no y nos empuja a la misión, capacitándonos, al mismo tiempo, para llevar a cabo
una seria revisión de nuestra misión e iniciar, con osadía, caminos inéditos de presencia y de testimonio100. Dejémonos acariciar por la brisa de la Palabra. Sea ella lámpara para nuestros pasos, luz en nuestro
camino (cf. Sal 118, 105).
¡ Habla, Señor, que tu siervo escucha!
Habla, Señor…
¡No te quedes callado!
tu silencio es terrible.
Necesitamos oír tu voz
más que del pan y del vino,
más que del amor y de la vida.
Necesitamos oír esa voz
que nos haga compañía
en nuestro trabajo
y en nuestra peregrinación.
Habla, Señor…
¡No te quedes callado!
tu silencio es terrible.
¡Habla, aunque no te escuchemos!
¡Habla, aunque
nuestro ruido interior ahogue tu voz!
¡Habla, aunque tu palabra nos queme!
Habla, Señor…
¡No te quedes callado!
tu silencio es terrible.
Señor: Danos hambre y sed,
no de pan o de agua,
sino de escuchar tu Palabra.
Señor: Tú que te acercas al hombre
en el aquí y en el ahora,
concédenos el favor
de escuchar hoy tu voz
María, Madre y Sierva de la Palabra
alcánzanos la gracia
de descubrir su belleza,
de tal modo que,
custodiándola en nuestro corazón,
sea nuestro gozo y alegría. Fiat, fiat.
Roma, 23 de marzo,
solemnidad de la Resurección del Señor, de 2008.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro general
ABREVIATURAS
Sagrada Escritura
Am
Amós.
Ap
Apocalipsis.
Dn
Daniel.
Dt
Deuteronomio.
Ef
Efesios.
Es
Esdras.
Ex
Éxodo.
Ez
Ezequiel.
Ga
Gálatas.
Gn
Génesis.
Hb
Hebreos.
Hch
Hechos de los Apóstoles.
Is
Isaías.
Jb
Job.
Jn
Evangelio de Juan.
1Jn
Primera de Juan.
Jr
Jeremías.
Lc
Evangelio de Lucas.
Mc
Evangelio de Marcos.
Mt
Evangelio de Mateo.
Neh
Nehemías.
Os
Oseas.
1P
Primera de Pedro.
2Re
Segunda Reyes.
Rm
Romanos.
Sal
Salmos.
1S
Primera Samuel.
Sant
Santiago.
Si
Sirácida.
2Tm
Segunda Timoteo.
1Ts
Primera Tesalonicenses.
Escritos de San Francisco de Asís
Adm
Admoniciones.
AlD
Alabanzas al Dios Altísimo.
Cant
Cántico de las criaturas.
CtaO Carta a toda la Orden.
CtaCle Carta a los clérigos.
1CtaCusPrimera carta a los custodios.
1CtaF Primera Carta a los fieles.
2CtaF Segunda Carta a los fieles.
FVCl Forma de vida para Clara y sus
hermanas.
1R
Primera Regla.
2R
Segunda Regla.
SalVM Saludo a la bienaventurada Virgen
María.
Test
Testamento.
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
Otros textos franciscanos
1Cel
Vida Primera de Tomás de Celano.
2Cel
Vida Segunda de Tomás de Celano.
2CtaCl Segunda carta de santa Clara a
Inés de Praga.
3CtaCl Tercera carta de santa Clara a Inés
de Praga.
4CtaCl Cuarta carta de santa Clara a Inés
de Praga.
LM
Leyenda mayor de San Buenaventura.
RCl
Regla de santa Clara.
TC
Leyenda de los Tres Compañeros.
Otras abreviaturas
CdC
Congregación para los Institutos
de Vida Consagrada y las Sociedades de Vida Apostólica, Caminar
desde Cristo, un renovado compromiso de la Vida Consagrada en
el Tercer Milenio (14 junio 2002).
DV
Concilio Vaticano II, Constitución
Dogmática Dei Verbum sobre la
divina revelación (18 noviembre
1965).
ES
Pablo VI, Carta Apostólica Motu
propio Ecclesiae Sanctae (6 agosto 1966).
NMI
Juan Pablo II, Novo Millennio
Ineunte, Carta apostólica al concluir el gran jubileo del año 2000
(6 enero 2001).
PG
Jacques-Paul Migne, Patrologiæ
Graecæ.
PL
Jacques-Paul Migne, Patrologiæ
Latinæ.
sc
Colección Sources Chrétiennes,
sobre los textos de los Padres de la
Iglesia e Historia del cristianismo
antiguo y medieval.
SC
Concilio Vaticano II, Constitución
Sacrosanctum Concilium sobre la
divina liturgia (4 diciembre 1963).
Sdp
El Señor os dé la paz, Documento
Capítulo General, 2003.
Shc
El Señor nos habla en el camino,
Documento Capítulo General Extraordinario, 2006.
SO
Sinodo de los Obispos, XII Asamblea General Ordinaria: La Pala-
VC
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
41
bra de Dios en la vida y en la misión de la Iglesia. Lineamenta (25
de marzo de 2007).
Juan Pablo II, Vita consecrata, Exhortación apostólica postsinodal
sobre la vida consagrada y su misión en la Iglesia y en el mundo
(25 marzo 1996).
NOTAS
CtaO 3.
Cf. Test 14.
La gracia de los orígenes. VIII Centenario de
la fundación de la OFM, Roma, 8 de diciembre de 2004.
2CtaF 2-3.
DV 2.
Cf. DV 2.
Cf. Cánt 4.
DV 9; cf. 24.
2CtaF 4.
2CtaF 3.
DV 2.
SO, Lineamenta 10d.
Catecismo de la Iglesia Católica, n. 65.
DV 4.
Cf. RUPERTUS ABBAS TUITIENSIS, De operibus
Spiritus Sancti, 1, 6; en sc 131, 72- 74.
Cf. DV 21.
HUGO DE SAN VICTOR, De arca Noe mor., II.
8; en PL 176, 642.
SAN JERÓNIMO, Com. in Is. Pról.; en PL 24,
17.
ES 2, 25.
Cf. DV 21.
FILÓN DE ALEJANDRÍA, Quis rerum 79.
DV 21.
Cf. SAN AMBROSIO, De officiis ministrorum, I,
20, 88; en PL 16, 50.
SAN AGUSTÍN, Enarr. in Ps. 29, 16; en PL 36,
224.
SC 7.
Leccionario promulgado por PABLO VI, Prenotandos 3.
Cf. 1CtaCle 1-3. 6.11-12; 2CtaF 33-34;
1CtaCus 2-7; CtaO 34- 37; Test 4- 5.10.12.
Cf. 1Cel 22.
Cf. 1Cel 110.
2Cel 105.
Cf. 2CtaF 2-3.
Cf. CtaO 39.
2Cel 102.
LM 11, 2.
Cf. SAN GREGORIO MAGNO, Commento mora-
42
36
37
38
39
40
41
42
43
44
45
46
47
48
49
50
51
52
53
54
55
56
57
58
59
60
61
62
63
64
65
66
67
68
69
70
71
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
le a Giobbe 2, II, X, 13, Ed. Città Nuova, vol
I-2, Roma 1994, 144.
TC 25; cf. 1Cel 22.
Cf. 2Cel 208.
Cf. 2Cel 102.
2Cel 15.
CtaCl 1-3.
Cf. 2Cel 209.
Cf. DV 21.
Cf. 2CtaF 34.
CtaO 34.
Cf. 1Cel 22.
Test 13.
2Cel 216.
Adm 20, 1-2.
Cf. CtaO 34.
Cf. 2CtaF 33-34; 2CtaCl 4-6
Cf. 1Cel 22.
CtaO 5-6.
2CtaCl 12.
3CtaCl 11.
2CtaCl 15.
Cf. VC 110.
Cf. NMI 3.
Cf. NMI 1.
Shc 6.
CtaO 6.
Cf. 1R 22, 41; 2CtaF 39.
Cf. 1R, Prol 2; 1, 1; 2R 1, 1; FVCl 1; RCl 1, 2.
Cf. 1CtaF 6- 10.
Cf. Adm 7, 3- 4.
Cf. 2CtaCle 3.
Cf. ALD.
ORÍGENES, In Exod. hom. 13, 3.
2R 1, 1.
Cf. SAN BERNARDO, In Canticum Serm. 57, 3;
en PL 183, 105, cf. ORÍGENES, In Canticum
Canticorum Hom. 1, 7; en sc 37, 95.
SAN JUAN CRISÓSTOMO, In Matheum 2, 5; en
PG 57, 30.
SAN JUAN CRISÓSTOMO, In Matheum 5, 1; en
72
73
74
75
76
77
78
79
80
81
82
83
84
85
86
87
88
89
90
91
92
93
94
95
96
97
98
99
100
PG 57, 55.
SAN JUAN CRISÓSTOMO, In Genesim 6, 2; en
PG 54, 607.
DV 25.
SO, Lineamenta 25.
Cf. GUILLERMO DE SAINT-THIERRY, Super
Cantica Canticorum, 1, 28, en sc 82, 109.
Cf. SAN JERÓNIMO, Epistola ad Eustochium,
22, 17, en PL 22, 404.
SAN JERÓNIMO, Epistola ad Nepotianum,
52,7, en PL 22, 527.
SAN ISIDORO DE SEVILLA, Sententiae 3, 8,2-3,
en PL 83, 679B
1CtaF 2,19-20.
Cf. Adm 7.
CdC 24.
Cf. 1Cel 22.
1R 22, 11-18.
1R 22, 20.
1R 22, 26.
Cf. 3CtaCl 12- 13.
Esto es lo que Francisco siente y manifiesta en
las Alabanzas al Dios Altísimo, después de haber orado largamente en el monte Alvernia. El
Señor lo es todo para él: el bien, el todo bien, el
sumo bien (cf. AlD 3). Es la experiencia que
aparece en la 4CtaCl 9-14.
2CtaF 68.
Cf. 1R 23, 10-17.
Cf. Adm 7.
Cf. Adm 20.
BENEDICTO XVI, Discurso en ocasión de la
Jornada de la Vida consagrada, 2008.
Shc 17.
SalVM 1. 4.
Cf. NMI 39.
CdC 24.
Cf. Sdp 2.
Shc 33.
Cf. Shc 19-25.
Shc 33.
E SECRETARIA GENERALI
1. Capitulum Prov. Fluvii Platensis Assumptionis BMV in Argentina
El Capítulo Provincial intermedio de la
Provincia de la Asunción de la Santísima
Virgen María del Río de la Plata, en Argentina, celebrado conforme a Derecho en la
Casa de San Antonio de Arredondo, en Villa
Carlos Paz, Córdoba, presidido por BUNADER JALIL FR. JULIO CÉSAR, Ministro provincial, el 20 de octubre de 2007 eligió legítimamente los Definidores provinciales:
CATALÁN CERDA FR. JORGE DAVID
MOREA AYARAGARAY FR. DIEGO JOSÉ
PICO ROVALETTI FR. JUAN ALBERTO
ZATTI DE MATTIA FR. EDUARDO JOSÉ.
El Definitorio General, en su Sesión del
11 de enero de 2008, después de examinar
las Actas auténticas, aprobó estas elecciones.
Prot. 098585/S8-08
2. De trasitu ad aliud Institum
Das Generaldefinitorium des Minderbrüderordens beriet beim Kongress am 16. Januar 2008 unter meinem Vorsitz über die Bitte
des Bruders Daniel Kistner um Übertritt in die
Ordensgemeinschaft der Frati Francescani
dell’Immacolata. Die Bitte des Br. Kistner, Ordensmann mit feierlicher Profess im Minderbrüderorden und Mitglied der Provinz vom Hl.
Kreuz in Deutschland, war eingereicht durch
seinen Provinzialminister im Brief von 8 Dezember 2007.
Im Besitz der Befürwortung des Provinzialministers und seines Definitoriums, sowie der Befürwortung des Generalministers
der Frati Francescani dell’Immacolata (1
November 2007) und nach Erhalt der Zustimmung des Generaldefinitoriums, erteile ich Br. Daniel Kistner, ofm, die Erlaubnis, die Probezeit zu beginnen, wie vorge-
legt im Brief des Generalministers der Frati Francescani dell’Immacolata, P. Stefano
M. Manelli, in Sicht des Übertritts in die genannte Ordensgemeinschaft gemäβ can.
684. § 2.
Das vorliegende Dekret tritt am 1. Juli
2008 in Kraft, wie vom Provinzdefinitorium vorgeschlagen.
Gegeben in Rom, am Sitz der Generalkurie des Ordens, am 16. Januar 2008.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO
Generalminister
FR. ERNEST KAROL SIEKIERKA
Generalsekretär
Prot. 098590/S013-08
3. Fund. S. Francisci Assisiensis in Russia/Cazastania electiones
Il Definitorio Generale, nella Sessione
del 17 gennaio 2008, ha attentamente esaminato la relazione del Visitatore generale,
ZÁŇ FR. PETER, sullo stato della Fondazione
di San Francesco d’Assisi in Russia e Kazakistan, dipendente dal Ministro generale
e, tenendo conto del voto consultivo dei
Membri della suddetta Fondazione, ha eletto:
Presidente della Fondazione:
TREZZANI FR. GUIDO
Consiglieri della Fondazione:
BEDNARSKI FR. BOGUMIŁ
GAA FR. DAVID
YONG CHEOL FR. DOMINICO KIM.
Queste elezioni sono state ratificate il 18
gennaio 2008.
Prot. 098602/M5-08
4. Capitulum Prov. Ss. Martyrum Iaponiensium in Iaponia
44
AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3
In the Provincial Chapter of our
Province of the Holy Martyrs of Japan, in
Japan, regularly celebrated according to the
norms of Canon Law, in the House of St.
Anthony Friary, in Seta Tokyo, under the
presidency of the Visitator General, OBICO
BR. BALTAZAR, the following were elected
on the 23th and the 24th of November 2007:
for the office of Minister Provincial:
HASEGAWA BR. PAUL
for the office of Vicar Provincial:
MURAKAMI BR. PAUL MIKI
for the office of Provincial Definitors:
KUWATA BR. AUGUSTINUS
NELSCAMP BR. HUBERT
SUZUKI BR. ANDREAS
YAMAYA BR. JOHN DUNS SCOTUS.
The General Definitory, during its session of the 17th of January 2008, carefully
examined and approved the election.
Prot. 098616/S22-08
5. Capitulum Prov. S. Francisci Solano
in Peruvia
En el Capítulo Provincial de nuestra Provincia Misionera de San Francisco Solano,
en Perú, celebrado regularmente según las
disposiciones del Derecho, presidido por el
Visitador General, COVILI LINFATI FR. ISAURO ULISES, los días 23 y 24 de enero de 2008
fueron elegidos,
para el oficio de Ministro Provincial:
VALLEJO LAGOS FR. MAURO
para el oficio de Vicario Provincial:
ALEGRE PAREDES FR. ANDRÉS
para el oficio de los Definidores Provinciales:
CAJO RODRÍGUEZ FR. JORGE
GARCÍA PALACIOS FR. JOSÉ DEL CARMEN
HORNA MENDOZA FR. JORGE
SALDAÑA DELGADO FR. ANTONIO
SANTAMARÍA BENITO FR. FÉLIX.
El Definitorio General, en su Sesión del
día 7 de febrero de 2008, después de examinar la validez las Actas auténticas, aprobó
estas elecciones.
Prot. 098658/S47-08
6. Electio extra Capitulum Prov. S.
Francisci Solano in Peruvia
El Congreso Definitorial de nuestra Provincia Misionera de San Francisco Solano,
Perú, legítimamente celebrado el día 3 de
febrero de 2008, en el Convento de Nuestra
Señora de los Ángeles, en Lima, presidido
por el Visitador General, COVILI LINFATI FR.
ISAURO ULISES, fuera de Capítulo Provincial eligió
para el oficio de Definidor Provincial:
TELLO LABAJOS FR. DAVID,
por la muerte de su predecesor, GARCÍA PALACIOS FR. JOSÉ DEL CARMEN.
El Definitorio General, en su Sesión del
día 7 de febrero de 2008, después de examinar la validez del Acta, aprobó esta elección.
Prot. 098658/S48-07
7. Translatio Collegii S. Bonaventuræ
Cryptæ Ferratæ in Italia
Il Definitorio generale nel Tempo Forte
del marzo 2006, previo accordo con la Provincia minoritica d’Irlanda, ha deciso di accettare la Casa di Sant’Isidoro, situata in
Roma, sotto la giurisdizione del Ministro
generale, come previsto dall’accordo siglato tra la Curia generale e la Provincia
d’Irlanda (Prot. 096635/145-S06). Il Definitorio ha deciso altresì di trasferire alla
suddetta Casa tutte le competenze di cui godeva finora il Collegio di Grottaferrata,
compresa la Fraternità, che si trasferirà a
Sant’Isidoro non appena saranno completati i necessari lavori di ristrutturazione entro
i primi mesi del 2008.
Ciò premesso, avvalendomi dell’autorità
derivante dal mio ufficio con il presente Decreto stabilisco che:
1. la Casa di Sant’Isidoro diventi Casa dipendente dal Ministro generale e Sede
del Collegio di San Bonaventura (Quaracchi), con tutte le competenze finora
godute dalla Casa di Grottaferrata;
2. conclusi i lavori di ristrutturazione dell’attuale convento di Sant’Isidoro, i Frati,
E SECRETARIA GENERALI
che dimorano ora nel Collegio di Grottaferrata e che riceveranno l’«obbedienza»,
passeranno automaticamente a formare la
nuova Fraternità di Sant’Isidoro di Roma,
dipendente dal Ministro Generale.
Dalla Casa Generalizia dell’Ordine dei
Frati Minori, in Roma, il 22 gennaio 2008.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO
Ministro generale
FR. ERNEST K. SIEKIERKA
Segretario generale
Prot. 098629
8. Capitulum Prov. S. Francisci in Vietnamia
In the Provincial Chapter of our
Province of Saint Francis, in Vietnam, regularly celebrated according to the norms of
Canon Law, in the House of Thu Duc, under
the presidency of the Visitator General,
Ante Br. Oscar, the following were elected
on the 16th of January 2008:
for the office of Minister Provincial:
VU PHAN LONG BR. FRANCIS XAVIE
for the office of Vicar Provincial:
NGUYEN DINH VINH BR. PAUL
for the office of Provincial Definitors:
DINH QUOC TRU BR. JOSEPH
NGUYEN HAI MINH BR. ANSELM
NGUYEN VAN KHOAN BR. PETER
NGUYEN XUAN QUY BR. JOSEPH
XUAN THAO BR. JOSEPH.
The General Definitory, during its session of the 4th of March 2008, carefully examined and approved the election.
Prot. 098722/S85-08
9. Capitulum Cust. Aut. S. Ioannis Baptistæ in Pakistania
In the Custodial Chapter of our Custody
of St. John the Baptist, in Pakistan, regularly
celebrated according to the norms of Canon
Law, in the Custodial House, under the presidency of the Visitator General, SYUKUR BR.
45
PASKALIS BRUNO, the following were elected
on the 8th of February 2008:
for the office of Custos:
MUGHAL BR. PETER
for the office of Vicar Custodial:
MOHAN BR. VICTOR
for the office of Custodial Counselors:
BHATTI BR. BERNARD
JOHN BR. VICTOR
MASCARENHAS BR. LOUIS
MOHAN BR. WALFRED.
The General Definitory, during its session of the 4th of March 2008, carefully examined and approved the election.
Prot. 098681/S59-08
10. Extra Capitulum Prov. Christi Regis
in Canada electio
The General Definitory, during its session of the 4th of March 2008, examined
and approved the Acts of the extra-capitular
elections by the Definitory of the Province
of the Christ the King, in Canada, held on
the 4th of December 2007 under the presidency of VAVREK BR. DENNIS, Minister
Provincial of the said Province, and ratified,
in accordance with the prescriptions of art.
189 of the General Statutes of the Order, the
election of TESSIER BR. DOMINIC as Definitor Provincial.
Given in Rome, at the General Curia of
the Order of Friars Minor, on the 6th of
March 2008.
Prot. 098730/S91-08
11. Extra Capitulum Prov. S. Michaëlis
Archangeli in Ukraina electio
Il Congresso definitoriale della Provincia di San Michele Arcangelo, in Ucraina,
regolarmente celebrato secondo le disposizioni del Diritto, il giorno 3 febbraio 2008,
presso la Casa di San Giovanni da Dukla, a
Zhytomyr, presieduto dal Ministro provinciale, KOPYSTERYNSKYI FR. DROVOSLAV, ha
eletto “extra-Capitolum”
46
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
per l’ufficio di Vicario provinciale:
ZAJĄC FR. NATANAEL
per l’ufficio di Definitore provinciale:
VETLUHIN FR. SLAVOMYR.
Queste elezioni sono state ratificate dal
Definitorio generale il 4 marzo 2008.
Prot. 098675/S57-08
12. Visitatores generales
– CONCHA CAYUQUEO FR. JORGE ENRIQUE,
Prov. Ss. Trinitatis in Chilia, pro Prov. S.
Francisci de Quito in Aequatoria:
15.03.2008; prot. 098601/S16-08.
13. Domus suppressæ
– Franziskanerkloster, Warendorf, Germania: 01.02.2008; prot. 098623/S28-08.
– Pfarre, Baumgartenberg, Austria: 0703.
2008; prot. 098716/S81.08.
– San Cristóbal, Jutiapa, Guatemala:
0703.2008; prot. 2008.
14. Notitiæ particulares
1. Nuovo Segretario generale
– Il Defintorio generale, nella sessione
dell’11 gennaio 2008, ha eletto agli Uffici
di Segretario generale e di Notaio dell’Ordine FR. ERNEST KAROL SIEKIERKA, della
Prov. S. Francisci Assisiensis, Polonia:
14.01.2008; prot. 098613/S20-08.
2. Capitolo generale 2008
– Il Ministro generale, sentito il Definitorio nella Sessione del 10 gennaio 2008,
ha affidato il compito di rivedere l’Ordo
Capituli a: Patton Fr. Francesco e Várnai
Fr. Jakab: 24.01.2008; prot. 098637.
– Il Ministro generale, sentito il Definitorio
nella Sessione del 10 gennaio 2008, ha nominato la Commissione preparatoria del
prossimo Capitolo generale, i cui Membri
sono: Patton Fr. Francesco (Coordinatore),
De Carvalho Junior Fr. Walter, Isabell Fr.
Damien, Nguyen Van Si Fr. Ambrogio:
24.01.2008; prot. 098638.
– Mathias Fr. Gabriel, della Prov. S.
Thomæ Apostoli, India, è stato nominato dal Ministro generale, Vice Segretario
del Capitolo generale: 24.01.2008; prot.
098636.
– Alvarado Segura Fr. Edwin de Jesús,
della Prov.Dominæ Nostræ de Guadalupe, America Centrale e Panama, è stato
nominato Vice Segretario del Capitolo
generale: 15.03.2008; prot. 098776.
3. Fondazioni
– Il Ministro generale, con il consenso del
Definitorio (4 marzo 2008), ha dichiarato che la Fondazione Francescana della
Rep. Centroafricana, eretta il 17 marzo
2005, fa parte della Conferanza dell’Africa: 04.03.2008; prot. 095561.
– Il Ministro generale, con il consenso del
Definitorio (5 marzo 2008), ha eretto la
Fondazione “S. Antonio da Lisbona” nel
Timor Est, dipendente dalla Prov. S. Michaëlis Archangeli in Indonesia (il Decreto entra in vigore il 13 giugno 2008):
15.03.2008; prot. 098712/80-S08.
E SECRETARIATU
PRO FORMATIONE ET STUDIIS
1. Meeting of the Secretaries for Formation and Studies of the SAAO Conference
Singapore, St Anthony’s Friary, 05-09.01.2008
Mario Debattista welcomed the participants and offered the apologies of those unable to attend. He gave special thanks to
Clifford Augustine for the willingness of
the Custody to host our meeting and to
Massimo Fusarelli for making himself
available for our meeting. Mario then
briefly presented the background to our
meeting and the process leading up to it
which began at our last meeting with the
SAAO Ministers and Custodes in Jakarta in
May 2006.
The Friars then offered some of their
hopes for and expectations from the meeting. These included the hope:
• To develop collaboration between entities.
• To discuss issues of accompaniment.
• To help break down the isolation of
some of the secretaries.
• To give witness to our capacity and willingness to work together.
• To help meet the need of some of the
secretaries to learn from others, especially as some entities are beginning formation programs.
• To be practical in our meeting and to
keep in mind the reality and individuality of our Friars in formation and to not
remain on the level of theory.
• To learn more about how to do the specific formation of postulants.
• To focus on the Franciscan dimension of
formation and to see how better to integrate JPIC issues into formation.
• To discover ways to strengthen our existing formation programs by listening to
one another.
• To provide the General Secretary for
Formation with a better understanding of
the state and needs of initial formation
within the SAAO Conference.
• To do further planning for the proposed
course for Asian formators.
Each friar in turn presented the current
programs for Postulancy,Novitiate and
Post-Novitiate in his entity. This was done
in a variety of ways. including PowerPoint
presentations and prepared papers. A copy
of the material presented was given to each
Friar and so are not repeated in these minutes. What follows, therefore, is a selection
of the wide ranging comments and discussion that occurred between the Friars after
each program was presented.
After the presentations, the brothers
shared some Key Issues and Concerns for
Initial Formation:
a. There is a clear need for the contextual
formation of formators so that they are
better able to deal with issues that are
specific to their local culture and circumstances. For example, the East Timorese postulants had the special need of
dealing with the trauma of events in
Timor Leste.
b. There is a need for the attitudinal formation of Friars in formation, not just a theoretical/conceptual formation.
c. The diversity of the SAAO Conference
requires the use of local resource people
and the exchange of local formators between entities where this is seen to be
beneficial and practical.
d. Postulancy is usually best done in the local culture of the postulants. Amongst
other issues, this helps avoid the development of a “foreign is best” mentality.
e. Postulancy must be recognised as a crucial year in its own right, especially for
the provision of Human Formation and
the discernment of the motivation of
postulants.
48
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
f. Personal accompaniment of all friars in
formation is crucial, especially in the
light of the troubled backgrounds of
some of our Friars.
g. In the Novitiate, there is the problem of
creating a discrepancy between what the
novices are expected to do and what the
solemnly professed Friars actually do.
h. There is a similar issue concerning Friars doing their “formative experiences.”
The formators should share in these experiences as much as possible and practicable.
The brothers share some Key Ways to
Strengthen the Franciscan Dimension of
Formation:
a. Emphasize the “how” and “why” of dialogue with the Friars in formation right
from the stage of Postulancy so as to give
the Friars the skill to deal with increasing
forms of polarisation and fundamentalism eg. religious (both within and outside
the Church), cultural, political and other
ideologies etc. An Ashram type experience could be helpful in this regard.
b. There is a need to address the reality of
Islam in our local region.
c. There is the need and value of involving
women in the formation process from
the stage of Pastoral Care of Vocations
through Postulancy and onwards.
d. Address the human development issues
of the Friars from the beginning of the
pastoral care of vocations, e.g., issues of
trauma.
e. Ensure the functioning of a strong formative community and formation team.
f. The physical environment and structures
of the Novitiate needs careful attention
so as to make it more conducive to its
formation goals.
g. The Novice Director should not be overloaded with other responsibilities that
would limit his primary responsibility
for formation.
h. Regarding the Novitiate, we could learn
from the concepts / examples of the
Khanga (Muslim) and the Ashram (Hindu) which emphasize “separation” and
less activity so as to foster a deeper personal faith experience.
i. It is very important that the temporary
professed Friars take full responsibility
for the life and functioning of the community without fear of whether or not
they will be accepted for ordination.
They have to feel that they count, that
they are not simply “cheap labour.”
j. There is an increasing importance for
formation in inter-religious dialogue, for
formation on how to accept differences
of whatever type in a respectful way.
k. In Asia, Christianity tends to be seen as a
Western religion that offers social and
economic advancement. How can we incorporate traditional Asian values into
our specific Franciscan formation?
l. We could well ask what it is about our
Franciscan culture that helps us to feel at
home with one another wherever we go.
Asian people of whatever faith are a ritualistic people in which body, mind and
spirit are regarded as one. We, therefore,
need to form Friars who are sensitive to
this value, and who have a spirit of “being subject” to people of other cultures
and faiths.
Each Friar in turn presented the current
program for Ongoing Formation and the
Accompaniment of the newly Solemnly
Professed and Ordained Friars in his entity.
There are annual Retreats, meetings of the
Friars ordained within 10 years, Some
meetings touched on: the area of affectivity
and expressed concern over fraternal life
suffering due to lack of communication; the
frustrations of young Friars in not having a
fraternal atmosphere; but a more ministry
oriented life has been observed as an area of
major concern. One Entity has adopted the
Method of Emmaus from the Extraordinary
Chapter. The Friars who are less than five
years solemnly professed or ordained have
been required to have a Friar mentor as a
support person.
The Friars discussed the proposed
course for OFM formators for the Conferences of SAAO and EA. Mario Debattista,
together with the EA Conference Secretary
for Formation, had prepared a tentative outline for the course following the request of
Massimo at the International Council for
E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS
Formation and Studies in February 2007.
This outline was discussed by this meeting
and several changes were made. First, in order to better address the specific needs of
the SAAO Conference, some of which have
been better identified in this meeting, it was
decided to have a course whose primary
participants would be from the SAAO Conference while still leaving it open to any
Friars from the EA Conference who wish to
attend. Consequently, it is proposed to hold
the course in Bangalore, India, from January 12-30, 2009 rather than in Manilla in
late 2008, as originally proposed.
Massimo presented some thoughts on
the outcomes of the 2nd International Congress for Ongoing Formation that are especially relevant to Initial Formation. The full
text of his presentation was given to the participants. Amongst several points, he noted
the need to assist Friars in the process of
personal transformation whenever they experience a transition, e.g., from initial formation into full time ministry, or when they
change ministries. This is both for the sake
of the Friar and for the sake of those to
whom he ministers. This process of transformation has to happen throughout life; it
is not just a “stage” in one’s life.
We discussed the issue of adopting a
Project of Life. It was noted that to do so for
the Province, for our fraternities and for individuals, it ultimately requires us to
change, to be transformed. And this, it
seems, is our sticking point – we talk a lot
about the need for change, for conversion,
and we understand it intellectually, but do
we really want to change our lives?
It was also noted that the distinction between initial and ongoing formation is, in a
sense, artificial. In fact, it is the life of all
the Friars as a whole and of each Friar individually, which helps to form those who
come to join us. It is the ongoing formation
of the Friars, meaning their daily life as Friars, which is the ultimate source of initial
formation.
During the course of the meeting, the
value of greater collaboration among the
entities of SAAO became more evident, as
did some of the possible ways of doing it.
49
Collaboration can occur on the level of the
Conference as whole, but also in more localised ways, e.g. between entities that are
close together geographically or close together in terms of culture. Collaboration
can also happen between entities where
there is a felt complementarity of needs or
resources. Some of the ways for collaboration identified were:
• The organisation and presentation of the
course for OFM Formators in Bangalore.
• Co-operation between entities in the provision of “exposure experiences” to Friars in the time of temporary profession.
• Collaboration between entities in areas
of education, e.g., language and other
studies.
• Encouraging ongoing dialogue between
formators and secretaries of formation of
entities as we have realised we have a lot
of issues and needs in common.
The participants then exchanged what
formation resources they had brought to the
meeting. Any material which was in digital
form was given to each participant to use as
he sees appropriate in his entity.
MARIO DEBATTISTA OFM
2. «Laudatio» al Card. Umberto Betti
OFM
Roma, PUA, 16.01.2008
1. Saluto del Ministro generale
Eminenze Reverendissime,
Card. Re e Card. Betti,
Rettore Magnifico e autorità accademiche, Confratelli e Sorelle, Docenti e Studenti, “prego Dio affinché egli stesso benedica tutti quelli che insegnano, imparano,
ritengono a memoria e mettono in pratica
quelle cose che sono state scritte per la salvezza della nostra anima” (Rnb 24,2).
Con queste parole di san Francesco vi
saluto e vi trasmetto la profonda e intima
gioia che provo per la circostanza odierna.
È il giorno della Festa dell’Università e
unitamente la Festa del Gran Cancelliere.
50
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
Di vera e grande festa si tratta dal momento
che, oltre alle ricorrenti ragioni che annoveriamo annualmente in questa data, per considerare le attività e i progressi della nostra
Università, quest’anno vi si aggiunge la
“Laudatio” in onore di un nostro fratello
speciale, Umberto Betti, creato recentemente Cardinale di santa romana Chiesa.
L’aver introdotto Padre Betti nel Collegio Cardinalizio, da parte del Sommo Pontefice, ha dato motivo alla Pontificia Università Antonianum di esprimere ulteriormente al nostro confratello: riconoscenza e
felicitazione. Ritengo che questa celebrazione, ufficiale e solenne, sia doverosa, sia
straordinaria (poiché la scelta di un Cardinale proveniente dall’Università non è cosa
abituale!), ma sia anche un riflesso esaltante della varietà e ricchezza che costituiscono la nostra Fraternità.
San Francesco quando descrive il Frate
Minore ideale passa in rassegna la sua Fraternità e, stilando un elenco delle qualità
emergenti di ogni fratello, tratteggia con
originalità una Fraternità variegata che raccoglie e armonizza le doti e i pregi di ogni
fratello. Questa multiforme espressione del
bene custodito nella Fraternità francescana
è motivo di gioia per Francesco e per ogni
frate. Così si apprezza la cortesia di frate
Angelo e la robustezza di frate Giovanni, la
semplicità di frate Leone e la mente elevata
di frate Egidio, la fede perfettissima di frate
Bernardo e la coscienza della propria pochezza di frate Ginepro (SdP 85).
Nell’Ordine fondato da Francesco trovano posto e apprezzamento: il semplice e
l’esuberante, l’ingenuo e il sapiente,
l’illetterato e il dotto; tutti hanno un ruolo
costruttivo e svolgono un servizio che arricchisce la Fraternità.
Grazie, amatissimo Padre Betti, poiché hai
accolto la vocazione e missione di assumere il
servizio dello studio, della ricerca e dell’insegnamento, in maniera seria e specializzata.
Grazie poiché hai reso la tua competenza un
servizio apprezzato ovunque. Grazie perché
hai sempre risposto generosamente a chiunque
desiderasse attingere al tuo deposito di cultura,
di teologia, di fede: sia che fosse uno studente,
sia che fosse il sommo Pontefice.
Sappiamo bene che le qualità di Padre
Betti non furono custodite gelosamente come ornamento della nostra Fraternità, ma
da sempre sono state messe a disposizione
della Chiesa come servizio stimato e richiesto. Il contributo del nostro fratello Cardinale nel tempo del Concilio Vaticano II, il
suo coinvolgimento diretto nell’impegnativo compito della stesura dei testi conciliari
e l’apporto determinante perfino in pronunciamenti dogmatici, basterebbe a motivare
riconoscenza e vanto in noi frati verso un
fratello che ha offerto alla Chiesa un servizio così singolare. Tuttavia, da parte della
Chiesa, la fiducia e l’attestata competenza
di Padre Betti non si sono limitate a una stagione della vita ecclesiale, infatti il suo servizio ha avuto continuità anche dopo il
Concilio, rivelando un rapporto di costante
e fedele collaborazione con il Papa stesso, a
livello personale, con i dicasteri della Chiesa e perfino con l’Università “del Papa”: la
Lateranense.
E che dire, fratello caro, del lavoro e di
una intera vita dedicata alla Pontificia Università Antonianum? I corsi, le iniziative, le
tesi, le pubblicazioni… tutto e tutti qui dentro avrebbero molto da dire per tratteggiare
il tuo straordinario contributo in questo centro vitale dell’Ordine. Ora, dunque, per
quanto hai saputo donare alla nostra Fraternità in molti anni di fedele servizio come:
docente, decano, Rettore Magnifico, per
quanto hai trasmesso a innumerevoli studenti attraverso l’insegnamento e l’accompagnamento nella ricerca, sono qui per dirti – a nome dell’Ordine – tutta la riconoscenza che meriti e ad invocare la Provvidenza affinché mai vengano a mancare
nella nostra Fraternità persone della tua levatura teologica e intellettuale.
A lei, eminentissimo e carissimo Cardinale Giovanni Battista Re, esprimo la
profonda gratitudine, mia personale, dell’Università Antonianum di cui mi pregio
essere il Gran Cancelliere, e di tutto
l’Ordine dei Frati Minori. Le siamo riconoscenti per aver onorato con la sua presenza
il Cardinale Betti e tutti noi. Grazie per
quanto ha espresso nella “Laudatio”, in
quanto le sue parole ci confermano nell’ap-
E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS
prezzamento di un fratello considerato speciale e, nel contempo, ci confermano il rapporto affettuoso e filiale che l’Ordine continua a vivere nei confronti della Santa Romana Chiesa.
A lei, particolarmente, Signor Cardinale,
sento di dover rivolgere un particolare ringraziamento per il grande amore con cui
considera il nostro Ordine, un amore – mi
consenta di affermarlo pubblicamente – che
perdura nel tempo e che ripetutamente ho
avuto modo di constatare personalmente.
San Francesco ci esorta a restituire sempre tutto al Signore. A lui perciò la nostra
lode anche in questa lieta circostanza. A colui che è benedizione chiediamo di benedire l’Ordine, la Chiesa e chiunque è chiamato a un particolare servizio, come quello affidato dal Sommo Pontefice al nostro Padre
Betti come Cardinale. A lui le nostre felicitazioni. Al Signore il nostro grazie e la nostra lode, oggi e sempre nei secoli.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
2. Discorso del Card. Re
Nella lunga vita del Cardinale Umberto
Betti, OFM, i meriti da lui acquisiti come
religioso francescano e come qualificato
teologo sono molti. Da parte mia, vorrei limitarmi a toccarne due, che, oltre al suo valore di teologo, mettono in luce il suo amore a Cristo e alla Chiesa.
Intendo riferirmi al contributo dato dall’allora Padre Betti al Concilio Vaticano II e
alla collaborazione da lui successivamente
prestata alla Santa Sede specialmente in due
Dicasteri: la Congregazione per la Dottrina
della Fede e la Segreteria di Stato.
1. P. Umberto Betti ha svolto un ruolo notevole al Concilio Vaticano II, prima come
Consultore della Commissione Teologica
preparatoria e poi come Perito del Concilio,
assegnato alla Commissione dottrinale.
Teologo di fiducia del Card. Florit, Arcivescovo di Firenze, col quale ebbe una collaborazione intensissima, sia durante il
Concilio sia dopo, Padre Betti dal 1962 si
51
dedicò a tempo pieno a lavorare per il Concilio. Infatti ebbe subito l’incarico di Segretario della Sotto-commissione V «de Ecclesia», che trattava il tema dell’attuale capitolo III della Lumen Gentium, cioè la
costituzione gerarchica della Chiesa e, in
particolare, l’episcopato. Al tempo stesso,
Padre Betti svolse l’incarico di Segretario
della Sotto-commissione «de divina Revelatione», incaricata della redazione definitiva della Dei Verbum.
Nei suoi interventi durante i lavori delle
Commissioni e delle Sotto-commissioni del
Concilio, Padre Betti si è rivelato un teologo
preparato ed acuto, aperto alle problematiche
che in quel momento erano particolarmente
vive e, in pari tempo, sicuro nella dottrina e
sempre desideroso di essere pienamente fedele al Magistero della Chiesa.
Nello studio delle diverse questioni interveniva con chiarezza, suggerendo la formulazione giusta e dando così un contributo non piccolo alla redazione dei testi.
Se vogliamo tracciare un bilancio riassuntivo, potremmo dire che il contributo
dato al Concilio da Padre Betti fu vasto come quantità ed egregio come qualità. Egli
non rilasciò interviste, non fece parlare di sé
i giornali, ma fu uno dei teologi protagonisti di quello straordinario evento ecclesiale,
che ha lavorato nel silenzio, in stretto contatto col Card. Florit.
Yves Congar, nel suo “Diario del Concilio” pubblicato l’anno scorso, menziona
ben 16 volte Padre Betti e verso di lui ha
soltanto parole di apprezzamento.
Ricordo di aver sentito Mons. Carlo Colombo dire che P. Betti è l’autore di qualche
espressione particolarmente chiara ed efficace riguardante il Romano Pontefice, contenuta al n. 25 della Lumen Gentium.
Ugualmente, Padre Betti ha contribuito
molto alla stesura della Costituzione conciliare «Dei Verbum». Alcune formule che
mettono bene m rilievo il valore della Tradizione sono sue.
Dopo il Concilio, oltre che a dedicarsi all’insegnamento, Padre Betti si è prodigato
nell’illustrare gli insegnamenti conciliari e
fra i suoi scritti meritano una particolare
menzione tre volumi:
52
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
• «La Dottrina sull’Episcopato del Concilio Vaticano II». Si tratta di un tema che
è stato al centro della discussione teologica e che continua ad esserlo. Il volume
di P. Betti resta su questo tema un punto
di riferimento importante.
• «La Dottrina del Concilio Vaticano II
sulla trasmissione della rivelazione».
Anche questo è uno studio che è stato
molto apprezzato, perché è servito a farne penetrare il contenuto e a precisarne il
significato alla luce del tormentato cammino di elaborazione.
• La riedizione ampliata del volume: «Costituzione Dommatica “Pastor Aetemus”
del Concilio Vaticano I».
Di rilevante spessore teologico sono poi
anche alcuni articoli pubblicati per mettere
in luce alcuni insegnamenti del Concilio.
2. Valido e vasto è altresì il contributo
dato da Padre Betti alla Congregazione per
la Dottrina della Fede come Consultore per
circa 35 anni. Dal 1964 ha partecipato al lavoro della Consulta di detto Dicastero che –
come disse l’allora Card. Ratzinger ringraziando P. Betti – ha dovuto affrontare molteplici problemi e argomenti dottrinali, intervenendo anche con la pubblicazione di
Documenti «mirati a chiarificare e puntualizzare aspetti essenziali e fondamentali
della dottrina cattolica in riferimento alle
tematiche più importanti e urgenti in materia di fede e di costumi».
È stata una collaborazione preziosa «a
servizio della fede», che Padre Betti ha
svolto in modo nascosto e assiduo, partecipando a tutte le riunioni.
3. Con particolare intensità di sentimento vorrei ringraziare il Card. Betti per la collaborazione prestata alla Segreteria di Stato, collaborazione di cui sono stato testimone per 28 anni.
Quando arrivai in Segreteria di Stato all’inizio del 1971, come Segretario del Sostituto di allora, Mons. Benelli, trovai che la
Segreteria di Stato aveva di fatto due teologi a cui faceva continuamente ricorso: il
Teologo della Casa Pontificia, Padre Ciappi, domenicano e futuro cardinale, che abi-
tava nello stesso Palazzo Apostolico, e un
teologo esterno, Padre Umberto Betti, al
quale spesso si ricorreva per pareri, per approfondire questioni, per esaminare alcuni
documenti importanti ed anche per chiedere qualche testo.
Come Assessore e poi come Sostituto,
sovente ho telefonato o scritto a P. Betti per
chiedere la sua collaborazione. Con grande
sollecitudine, nel giro a volte di ore o di pochi giorni, arrivava la risposta di P. Betti,
sempre ben ponderata, saggia e teologicamente documentata e ben formulata.
Serietà, pacatezza e riservatezza sono
state le qualità che hanno definito lo stile di
lavoro e di vita del Card. Betti.
Papa Giovanni Paolo II aveva stima delle capacità teologiche di P. Betti e volle conoscere il suo parere su numerosi testi e volentieri accolse alcune formulazioni da lui
suggerite. Ho partecipato anche a qualche
“cena di lavoro” del Papa Giovanni Paolo II
a cui era invitato anche Padre Betti.
Una decina d’anni fa, quando P. Betti, ritiratosi già a La Verna, vide peggiorare la
sua salute e si profilò la necessità di lasciare quello storico Convento, a cui era legatissimo dagli anni della sua giovinezza, per
trasferirsi al Convento di Fiesole, mi telefonò in Segreteria di Stato perché inviassi
a prendere tutta la documentazione che era
presso di lui circa la collaborazione data al
Papa Giovanni Paolo II e alla Segreteria di
Stato, affinché restasse riservata.
In segno di amicizia, vi andai io stesso
nel primo giorno di vacanza che ebbi e P.
Betti mi consegnò due valigie di documentazione che ora si trovano nell’archivio della Segreteria di Stato.
Anche personalmente sento profonda riconoscenza al Card. Betti.
Il Signore gli ha concesso il dono di uno
spiccato talento teologico che gli ha permesso di dare un significativo contributo al
Concilio Vaticano II, al Papa ed a due Dicasteri della Curia Romana.
E Padre Betti ha sempre fatto questo con
vivo «sensus Ecclesiæ» e con quello spirito
francescano a cui ha fatto veramente onore.
Penso, che sia proprio per questa dimensione, oltre che per la preziosa collabora-
E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS
zione prestata alla Santa Sede, che il Santo
Padre abbia voluto onorare col Cardinalato
Padre Betti.
CARD. GIOVANNI BATTISTA RE
3. Visita alle Case di formazione delle
Province di Erzegovina e di Bosnia
Dal 29 marzo al 3 aprile Fr. Massimo Fusarelli, insieme a Fr. Dragan Nimac, della
Segreteria generale per la Formazione e gli
Studi, ha visitato le Case di formazione delle Province di Erzegovina e di Bosnia Argentina. In ciascuna Casa l’incontro con i
formatori e i candidati è stato fecondo per
conoscere meglio questa realtà e trasmettere il cammino attuale dell’Ordine in questo
campo. Si tratta di terre ancora segnate dalla guerra degli anni ‘90, che ha ferito in un
modo particolare anche i cattolici, molti dei
quali hanno lasciato la loro casa e il loro
paese. Molte parrocchie sono dunque svuotate; i frati restano comunque accanto al loro popolo come fanno da secoli, cercando di
continuare a vivere in una realtà multiculturale e multireligiosa. L’attività pastorale
nelle parrocchie e la formazione sono i principali campi di evangelizzazione, oltre a
qualche santuario e ad una scuola.
A Humac, in Erzegovina, si trova la Casa di Postulato e di Noviziato, inserita in un
Santuario dedicato a S. Antonio, nel quale
si conserva anche un museo su reperti archeologici della zona.
In Bosnia lo Studio di filosofia e di teologia di Sarajevo continua ad essere un punto di riferimento oltre che per i nostri studenti anche per laici e religiose, sostenendo
lo sviluppo locale della riflessione cristiana
in una società in profondo mutamento.
A Visoko si trova il Seminario minore e
il Postulato; vi è attivo un Ginnasio, aperto
da quest’anno anche a studenti esterni:
un’occasione preziosa di dialogo e di conoscenza reciproca tra giovani di culture e fedi diverse. Per lungo tempo la scuola era
l’unica di livello superiore in Bosnia ed è
tuttora l’unica di tipo umanistico.
A Livno si trova il Noviziato, dove 5 no-
53
vizi compiono il loro anno canonico.
Tutti i candidati, ancora in buon numero,
hanno chiesto soprattutto di conoscere meglio la Fraternità internazionale dell’Ordine
e le linee attuali per la formazione e gli studi.
La storia della presenza e dell’attività dei
Frati Minori in queste terre merita di essere
conosciuta di più, come segno della presenza accanto a quei popoli e della capacità di
assumerne e promuoverne i tratti culturali
più significativi.
4. Saludo y mensaje a la Universidad
Franciscana de México y a los primeros alumnos del master en desarrollo
docente
Roma, 19 de abril de 2008
¡El Señor os dé la paz!
Se cumplirán próximamente tres años
desde que la Universidad Franciscana de
México, y en ella los hermanos franciscanos, animados por el anhelo evangelizador
y la pasión por el anuncio del Evangelio,
comenzaron a desarrollar la labor educativa
en ámbito universitario, católico y franciscano. Un ámbito en el que los más jóvenes
estudiantes puedan continuar la labor educativa en niveles superiores de educación.
Un ámbito en el que vivir la Iglesia, y sentir
con ella, a su ritmo. Un ámbito en los que
seguir animados y acompañados por la figura de san Francisco de Asís, como hombre integrado y unificado gracias a la acción
del Señor y de su Palabra.
Ya el 30 de noviembre de 2004, se notificó, por parte de la Secretaría de Educación
Pública que el hasta entonces Instituto superior San Francisco de Asís, pasaba a ser
la Universidad Franciscana de México. Y
desde entonces, ofrecéis a las generaciones
jóvenes de mexicanos cinco programas de
licenciatura y dos postgrados. Fue en el
2005 cuando se inició oficialmente los cursos de la primera generación de Licenciaturas. Una Universidad joven, pero con una
óptima oferta educativa. Una Universidad
que empieza, y que empezará siempre, pues
nunca habremos hecho lo suficiente: Co-
54
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
mencemos hermanos.... Una Universidad
abierta al futuro con esperanza, pues hubo
hermanos que supieron mirar al pasado con
gratitud y vivir el presente con lucidez y audacia.
En este marco y en el próximo 13 de junio, Festividad de San Antonio de Padua,
un grupo de vuestros estudiantes se graduarán al culminar el primer Master en Desarrollo Docente. A todos ellos mi felicitación
más sincera y mi agradecimiento también
por el afán en descubrir la verdad del hombre al hombre, con la excelente herramienta de la educación.
A vosotros os toca ahora una educación
de calidad y franciscana. Una educación
que permita a los jóvenes una apertura a la
situación real de vuestra sociedad y de
vuestra cultura actual, que les permita dialogar con las instituciones y sobre los temas
que configuran el horizonte de la persona.
Vosotros seréis maestros al estilo de
Francisco de Asís. Os tocará encarar la enseñanza y los contenidos, así como la relación con vuestros alumnos, desde aquellos
valores que el pobrecillo de Asís nos legó.
No os relacionaréis con vuestros alumnos a
partir de la función exclusiva de enseñar y
aprender, sino de convivir con un estilo
concreto de relación que la colorea el ser
maestros franciscanos. Aquí la acogida y el
acompañamiento específico a los estudiantes tendrá una capital importancia. No reduzcáis la educación a una capacitación técnica, que la convertiría en un instrumento
de reproducción social al servicio de intereses estructurales o como empresa que gestiona un producto (educación) para un tipo
de consumidores. Sino que deberéis reflejar
siempre el ideal humanista de transmisión
de saber, de acompañamiento pedagógico,
de iniciación en el rigor de la reflexión más
exigente, siempre dentro del respeto a la
persona, y en el marco de unos valores
compartidos, guiados en último y primer
término por el espíritu del Evangelio.
A vosotros os toca alimentar en vuestros
alumnos el interés y las ganas por el estudio, suscitar en ellos una vocación por el estudio, por el saber, y para que este saber redunde en un saborear. En definitiva una
educación práctica, para la vida, para saber
vivir.
Por último mi agradecimiento más profundo a todos cuantos componéis la Comunidad Educativa de la Universidad, y a todos los Frailes Franciscanos, por vuestro
servicio en el campo de la educación y por
vuestros desvelos. Todos tenemos una gran
historia por escribir en el campo educativo,
pues el mañana lo “poseemos” como en
arras. Os animo en este servicio tan especial
para que este acontecimiento sea la oportunidad propicia para que podáis renovar
vuestro empeño por potenciar la tarea de la
docencia prestando una especial atención al
servicio educativo-social, especialmente,
en las áreas más vulnerables y desprotegidas de la sociedad.
Fraternalmente,
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro general
Prot. 098849
________________________________
Fr. J. Santos Pérez Castillo, ofm. Rector
Mtro. Luis Ernesto Chávez Martínez
Director académico
Universidad Franciscana de Méjico
Fray Danile Mireles No.801
Colonia Killian, C.P. 37260
León, Guanajuato.
MÉXICO
5. Saluto ai partecipanti della Giornata
di Studio
Roma, PUA, 22.04.2008
PAROLA DI DIO. VITA SPIRITUALE
E FRANCESCANESIMO
Ecc.za Rev.ma Mons. Nikola Eterović,
Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, Fr. Johannes B. Freyer, Rettore Magnifico della Pontificia Università Antonianum,
Professori, studenti, e partecipanti tutti alla
giornata di studio sulla Parola di Dio,
il Signore vi dia pace!
Due importanti avvenimenti ecclesiali
avranno luogo quest’anno: l’apertura del-
E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS
l’Anno paolino, che inizierà il 28 giugno
2008, voluto da papa Benedetto XVI per ricordare il bimillenario della nascita di san
Paolo; la XXII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che avrà per tema: La parola di Dio nella vita e missione
della Chiesa. Questo Sinodo, a cui avrò
l’onore di partecipare, si celebrerà in Vaticano dal 5 al 26 ottobre 2008. Questi due
avvenimenti hanno fatto sì che quest’anno
sia stato da molti battezzato, e a ragione,
l’anno della Parola.
Noi, membri della Famiglia Francescana, che abbiamo abbracciato la forma di vita rivelata dall’Altissimo a Francesco 800
anni fa, al centro della quale sta il Vangelo1,
non possiamo fare a meno di riflettere sull’importanza della parola di Dio nella nostra vita e su quanto ci chiede l’anno della
Parola nel cammino che stiamo compiendo
come, francescani e francescane, per celebrare, nel 2009, l’approvazione della Protoregola. Sono contento e ringrazio la Pontificia Università Antonianum, la Facoltà di
Teologia e l’Istituto Francescano di Spiritualità della nostra Università, per aver pensato a questa “Giornata di Studio”, che ha
per tema: Parola di Dio. Vita Spirituale e
francescanesimo.
La vita francescana, come la vita consacrata in generale, deve mettersi in ascolto
della Parola. Nel nostro mondo ci sono
troppe parole e poco silenzio, perché la Parola possa essere ascoltata chiaramente.
Questo anno della Parola sarà un anno di
grazia se, fin da ora, il cuore dei figli della
Chiesa e, con e in essa, quello dei figli e delle figlie di Francesco si volgeranno alla parola del Signore per accoglierla e obbedirle,
per amarla e viverla, per cercarla, contemplarla, annunciarla. Questo sarà un tempo di
grazia se sapremo guardarci nello specchio
della Parola e, fidandoci di essa, prenderemo il largo (cf. Lc 5,4s) sulla barca della vita consacrata e di quella francescana agli albori del XXI secolo.
Nella Parola il Signore si rivela e si consegna a noi, con la sua Parola ci illumina e
ci trasforma, per la sua parola ci libera e ci
guida, ci interpella e ci accusa, ci ammonisce, ci consola e ci salva. Siamo un popolo
55
che crede in un Dio che parla e si rivela, una
Fraternità che vive alla scuola della Parola.
Il nostro Dio è un Dio che parla. E quando un semita dice che Dio parla non lo dice
nel senso restrittivo in cui lo diciamo noi.
Mentre in molte delle nostre lingue la parola si riduce ad una locuzione verbale, per il
semita il termine dabar, che normalmente
traduciamo con parola, è molto più ricco,
poiché indica allo stesso tempo parola, fatto o avvenimento. La parola di Dio è, pertanto, un atto, un messaggio e un segno. In
essa è Dio stesso che si rivela con «eventi e
parole intimamente connessi»2. Fatti e parole formano l’economia della rivelazione,
che mira alla salvezza dell’uomo e, con lui,
a quella di tutta la creazione. Il nostro Dio è
un Dio che si rivela e si consegna in ciò che
dice e fa. Questa Parola è sempre «viva ed
efficace» (Eb 4,2), dinamica e creatrice:
«Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu»
(Gen 1,3).
La parola di Dio, nata dall’incontro tra
Dio che agisce e l’uomo che, ispirato dallo
Spirito del Signore, legge e interpreta un
dato avvenimento, ci porterà per mano a
Cristo, il Verbo della vita, che pose la sua
dimora in mezzo a noi. Gesù Cristo, il Verbo fatto carne, è la parola che esisteva fin
dal principio ed era unita a Dio (cf. Gn 1,1).
L’abbondante Parola dell’Antico Testamento, si abbrevia ora in Gesù Cristo, che diventa, nello stesso tempo, mediatore e pienezza di tutta la rivelazione3. In questo modo Gesù Cristo è il cuore della parola di
Dio, il vangelo di Dio per l’uomo (cf. Mc
1,1) e tutte le parole dell’uomo sono assunte come parola di Dio a servizio dell’unica
Parola, quella di Gesù Cristo, che risuona
nell’annuncio dei profeti e degli apostoli4.
Così, la Parola pronunciata in Gesù è
l’ultima parola di Dio all’umanità, e da che
il «Verbo si fece carne» (cf. Gv 1,14), la Parola di Dio ha il centro in Gesù Cristo.
Sono molte le parole scritte, ma uno solo è il Verbo di Dio che sintetizza tutta la
Scrittura5. Essa non è qualcosa, né un libro,
ma una persona viva, il Signore Gesù Cristo, presente sotto il velo delle parole delle
Scritture, come è presente sotto i veli del
pane e del vino6. L’incarnazione della Paro-
56
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
la rivela tutto ciò che l’uomo può conoscere di Dio. La rivelazione ultima di Dio in
Cristo Gesù scopre la verità piena della rivelazione di Dio, dapprima nella voce della
creazione e, poi, nella luce della Parola ispirata.
D’altra parte, se giustamente di Cristo
diciamo che è la Parola incarnata, allo stesso modo diciamo che in lui trova compimento la parola della Scrittura (cf. Lc 4,21):
«tutta la divina scrittura costituisce un unico libro e quest’unico libro è Cristo, perché
tutta la Scrittura parla di Cristo e trova in
Cristo il suo compimento»7. Gesù di Nazaret appare come un avvenimento nuovo e
ultimo della storia della salvezza, avvenimento rivelatore di ciò che Dio è per i poveri, i prigionieri, i ciechi, gli oppressi e tutti quelli che aspettano l’anno di grazia del
Signore (cf. Lc 4,18-19).
Nell’epoca in cui visse san Francesco la
Bibbia era di difficile accesso per i “cristiani comuni” e, in generale, per i laici. Due
erano i principali ostacoli per avvicinare il
testo sacro: l’alto costo dei manoscritti e la
lingua, dal momento che molti erano illetterati, o quanto meno non dominavano il latino, lingua comune per accedere al testo biblico. Solo una élite intellettuale e ricca poteva permettersi il lusso di avere una
Bibbia. Francesco non era parte di questa
élite e, certamente, fa specie constatare la
grande conoscenza che aveva della sacra
Scrittura e il grande amore che nutriva per
la Parola.
La sua vita, infatti, è stata tutta segnata
dalla Parola. All’inizio della sua avventura
evangelica fu la Parola a mostrargli cosa
dovesse fare8 e alla fine dei suoi giorni sarebbe stata ancora la Parola ad accompagnarlo nel suo glorioso transito9. La Parola
fu per lui compagna di cammino in ogni
momento, fino a lasciarsi totalmente penetrare da essa: «mi sono già preso tanto dalle
Scritture, da essere più che sufficiente alla
mia meditazione e riflessione. Non ho bisogno di più, figlio: conosco Cristo povero e
crocifisso»10. Nulla di strano che tutti i suoi
scritti, dalle preghiere alle regole, passando
per le lettere e le ammonizioni, siano pieni
di citazioni bibliche, fino a presentarsi co-
me veri e propri mosaici scritturistici. La
parola del Signore è profumata e Francesco
è inebriato dalla sua fragranza11.
Francesco, semplice e idiota, come lui
stesso era solito presentarsi12, senza un’istruzione superiore, cioè senza una formazione da chierico o letterato di allora, aveva
una tale conoscenza della Parola, che «penetrava le oscurità dei misteri, e ciò che rimane inaccessibile alla scienza dei maestri
era aperto all’affetto dell’amante»13. Egli,
senza essere maestro nel parlare, risolveva
questioni dubbie e, come Giobbe (cf. Giob
28,11), illuminava i punti oscuri, riuscendo
a far venire alla luce quanto il testo scritturistico nascondeva agli studiosi.
Oggigiorno, dopo il lungo e forzato esilio a cui è stata costretta la Parola e, soprattutto, grazie al Concilio Vaticano II, si avverte sempre più fame e sete della parola di
Dio, come già profetizzava il profeta (cf.
Am 8,11-12) e, anzi, possiamo dire di assistere nella Chiesa a una vera primavera della Parola. È sufficiente constatare l’interesse che la sacra Scrittura suscita tra i chierici, i religiosi e i laici. Si tratta certamente
di una necessità vitale a cui bisogna rispondere, perché è Dio stesso a suscitarla.
«Ascoltate, figli del Signore e fratelli
miei, e prestate orecchio alle mie parole. Inclinate l’orecchio del vostro cuore e obbedite alla voce del Figlio di Dio»14, così ci
esorta il padre e fratello Francesco. Se oggi,
come ieri, è urgente conoscere meglio
l’uomo Gesù, riconosciuto come Cristo e
confessato come il Signore, non abbiamo
altra via per raggiungere questo obiettivo
che quello di prendere in mano il libro delle Scritture, aprire ad esse le porte del nostro cuore e offrire alla Parola ascolto e accoglienza. Se il nostro cuore arde per il desiderio di uscire dall’insignificanza o dalla
prostrazione dei nostri quotidiani fallimenti, non abbiamo altra via che quella di lasciarci afferrare dalla Parola e dare ad essa
un ampio spazio nelle nostre vite. Essere afferrati dalla Parola e da Cristo è la stessa
identica cosa. Se desideriamo ri-creare e rivitalizare la nostra vita e missione, non ci
resta altra soluzione che quella di lasciare
spazio alla Parola, rileggerla, studiarla, me-
E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS
ditarla, accoglierla con cuore povero e vuoto, sussurrarla giorno e notte (cf. Sal 1,2),
per poi viverla e celebrarla.
Frequentare la Parola, avvicinarci ad essa, girarle intorno e corteggiarla, fare per lei
silenzio e ascoltarla, familiarizzare con essa, guardare come un tesoro nello scrigno
della memoria questa Parola che in qualche
momento ha fatto ardere il nostro cuore (cf.
Lc 24,32), lasciarci sorprendere da essa, ci
permetterà, come Francesco, di muoverci al
ritmo di Dio; la nostra vita ritroverà, allora,
la giovinezza e, lasciandosi alle spalle la
stanchezza, il nostro andare incontro a Cristo, agli uomini e alle donne che sono nostri
fratelli e sorelle, sarà «con corsa veloce e
passo leggero»15, senza lasciarsi avvolgere
da alcuna «nebbia di amarezza»16, per percorrere con più sicurezza la via dei comandamenti del Signore17.
Sia questo il frutto più bello di questo
Anno della Parola. Sia questo il frutto più
pregiato di questa Giornata di Studio.
In questo contesto accademico desidero
qui ringraziare per il loro lavoro tanti professori di sacra Scrittura, che spezzano il
pane della Parola nelle aule, particolarmente nelle aule della nostra Facoltà di Bibbia e
Archeologia di Gerusalemme e nelle altre
Facoltà e Istituti della nostra Università.
Conosco per esperienza personale la preparazione assidua e, quindi, il duro lavoro che
questa comporta, ma anche la gioia e il profitto che si prova.
A quanti vivono immersi in questa corrente di incontro e diffusione della Parola,
giunga il mio incoraggiamento, perché il loro impegno a favore della Parola non venga
meno. A tutti un buon incontro con la Parola e una buona “Giornata di studio”.
A tutti buon lavoro. Pace e Bene.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro General ofm
e Gran Cancelliere della PUA
1
2
3
4
Cf. Test 14.
DV 2.
DV 2.
SdV, 10d.
NOTE
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
57
Cf. RUPERTO DI DEUTZ, De operibus Spiritus
Sancti, 1,6; in sc 131,72-74.
Cf. DV 21.
UGO DI SAN VITTORE, De arca Noe mor., II. 8;
in PL 176, 642.
Cf. 1Cel 22.
Cf. 1Cel 110.
2Cel 105.
Cf. 2Lf 2-3.
Cf. LOrd 39.
2Cel 102.
LOrd 5-6.
2LAg 12.
3LAg 11.
Cf. 2LAg 15.
6. Notitiae particulares
1. Pontificia Università Antonianum
1. Nomine
– Prot. 09856(296/07): con Decreto del 14
febbraio 2008, il Ministro generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Professore straordinario nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum FR. ENRIQUE BERMEJO CABRERA,
OFM, membro della Provincia di “S.
Giacomo di Compostella” in Spagna,
dopo aver ricevuto il Nihil obstat della
Congregazione per l’Educazione Cattolica (lett. 28 gennaio 2008, Prot.
24/2008).
– Prot. 098561(296/07): con Decreto del
14 febbraio 2008, il Ministro generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Professore straordinario nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum FR. EUGENIO ALLIATA, OFM,
membro della Provincia Pedemontana di
«S. Bonaventura» in Italia, dopo aver
ricevuto il Nihil obstat della Congregazione per l’Educazione Cattolica (lett. 28
gennaio 2008, Prot. 25/2008).
– Prot. 098748(034/08): con Lettera Prot.
700/2000 dell’11 aprile 2008, il Prefetto
della Congregazione per l’Educazione
58
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
Cattolica ha inoltrato al Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. la
concessione dell’affiliazione donec aliter provideatur dell’affiliazione del
Saint Bonaventure College di Lusaka
(Zambia) alla Facoltà di Teologia della
Pontificia Università Antonianum.
– Prot. 098564(293/07): con Decreto del
27 marzo 2008, il Ministro generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Professore ordinario nella Facoltà
di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum FR.
LESŁAW DANIEL CHRUPCAŁA, OFM,
membro della Provincia “S. Maria degli
Angeli” in Polonia, dopo aver ricevuto il
Nihil obstat della Congregazione per
l’Educazione Cattolica (lett. 12 marzo
2008, Prot. 190/2001).
– Prot. 098562(295/07): con Decreto del
27 marzo 2008, il Ministro generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Professore ordinario nella Facoltà
di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum FR.
MASSIMO (MASSIMINO) PAZZINI, OFM,
membro della Provincia “Cristo Re” di
Bologna in Italia, dopo aver ricevuto il
Nihil obstat della Congregazione per
l’Educazione Cattolica (lett. 12 marzo
2008, Prot. 1298/2001).
2. Convocazione del “Gruppo di Coordinamento Permanente”
Con lettera del 12 marzo 2008, prot.
098766(038/08, Fr. Francesco Bravi, Vicario generale e Vice Gran Cancelliere PUA,
ha convocato la riunione del Gruppo di
Coordinamento Permanente tra la Curia generale e la Pontificia Università Antonia-
num nei giorni 10-11 aprile 2008 nella sede
dell’Università. I membri del “Gruppo” sono: Fr. Francesco Bravi, Presidente; Fr.
Johannes B. Freyer, ofm, Rettore Magnifico PUA; Fr. Manuel Blanco, ofm, Vice-Rettore Magnifico PUA; Fr. Vincenzo Battaglia, ofm, Decano Facoltà di Teologia PUA;
Fr. Sthéphane M. Oppes, ofm, Pro-Decano
Facoltà di Filosofia PUA; Fr. Priamo Etzi,
ofm, Decano Facoltà di Diritto Canonico
PUA; Fr. Jacab Várnai, ofm, Definitore generale; Fr. Massimo Fusarelli, ofm, Segretario Generale per la Formazione e gli Studi; Fr. Giancarlo Lati, ofm, Economo generale; Fr. Jean Marie Sevrin, ofm; Fr.
Francisco Martínez Fresneda, ofm.
L’OdG della riunione prevede i seguenti
punti: verifica del Progetto accademico ed
individuazione degli obiettivi futuri; progetti per il reclutamento dei Professori da
parte di ciascuna Facoltà; verifica della rielaborazione del piano generale per il II ciclo
di Teologia; Eventuali e varie.
2. Case di Noviziato
– Prot. 098599(03/08): Il Ministro generale, ascoltato il parere del suo Definitorio,
ha concesso alla Provincia “S. Spirito”
in Australia, a norma del can. 647 §1
CIC e dell’art. 85 §2 SSGG, il trasferimento della Casa di Noviziato nella Custodia dipendente di Singapore per il
presente anno 2008-2009.
– Prot. 098609(05/08): Il Ministro generale, ascoltato il parere del suo Definitorio,
ha concesso la dispensa dall’art. 93 §1
degli SSGG perché la Provincia dei “SS.
Martiri Giapponesi” in Giappone possa
iniziare l’anno di Noviziato 2008-2009
con un novizio soltanto.
E SECRETARIATU PRO
EVANGELIZATIONE ET MISSIONE
1. Capitolo della Fondazione “S. Francesco” in Russia e Kazakhstan
1. Cronaca
Assisi, 20-25.01.2008
Il Capitolo triennale della Fondazione
S. Francesco in Russia e Kazakhstan, dipendente direttamente dal Ministro generale, si è svolto in Assisi dal 20 al 25 gennaio 2008, nel Centro di Spiritualità delle
Suore Francescane Missionarie di Gesù
Bambino.
La Fondazione conta 24 Frati volontari e
4 Professi semplici, ripartiti in 5 Fraternità:
tre in Russia (San Pietroburgo, Novosibirsk, Ussurisk) e due in Kazakhstan (Almaty
e Taldikorgan). Di questi, 25 erano presenti
al Capitolo, al quale hanno anche partecipato il Visitatore generale Fr. Peter Zan, il Definitore generale Fr. Sime Samac e il Moderatore generale per le missioni Fr. Vincenzo
Brocanelli.
Il Capitolo è stato aperto con una solenne celebrazione Eucaristica nella Basilica di
S. Maria degli Angeli, cui ha fatto seguito la
relazione del Ministro generale, Fr. José R.
Carballo, che ha presentato il cammino dell’Ordine verso il centenario della “grazia
delle origini” e il progetto della Fondazione
con le sue sfide per il prossimo futuro.
Dopo le relazioni del Visitatore generale, Fr. Peter Zan, e delle singole Fraternità,
che hanno dato una visione aggiornata della situazione, i Capitolari hanno approfondito i temi della Formazione permanente e
iniziale, nel quadro dell’«Implantatio Ordinis», e il Progetto francescano della Fondazione. Una riflessione particolare è stata riservata alla gestione economica nelle Fraternità tenendo presente il non facile
contesto socio-economico.
Poi i Capitolari hanno esaminato gli
Statuti Particolari della Fondazione, ap-
portandovi alcune correzioni e aggiunte.
I lavori del Capitolo sono stati infine come sintetizzati in alcuni «Orientamenti
per il triennio 2008-2011» che dovranno
guidare la vita e la missione dei Frati nella Fondazione.
Prima della chiusura, nella riunione del
Congresso capitolare sono stati nominati
anche i nuovi responsabili, che sono: Presidente della Fondazione, Fr. Guido Trezzani,
della Provincia serafica di Assisi; Consiglieri: Fr. Dominic Kim, coreano; Fr. David
Gaa, statunitense; Fr. Bogumil Bednarski,
polacco; Formatore per i professi temporanei: Fr. John Gibbons, statunitense.
Nell’ultimo giorno è intervenuto di nuovo il Ministro generale, che ha raccolto e
approvato le conclusioni del Capitolo, ed ha
presieduto la Celebrazione conclusiva nella
Porziuncola, durante la quale ciascuno dei
Frati ha ricevuto un nuovo invio in missione con il segno del Tau.
La festa francescana con la Fraternità di
Santa Maria degli Angeli ha chiuso i lavori
del Capitolo.
FR. VINCENZO BROCANELLI, OFM
2. Documento finale
ORIENTAMENTI
PER IL TRIENNIO 2008-2011
1. Priorità
I Frati della Fondazione riuniti in Capitolo, seguendo le indicazioni delle Costituzioni generali, degli Statuti generali, degli
Statuti particolari della Fondazione, e della relazione del Ministro generale al Capitolo, scelgono come priorità del Progetto
della Fondazione su cui lavorare per il
prossimo triennio la Formazione permanente e la Formazione iniziale per l’Implantatio Ordinis.
60
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
2. Impegni
I Frati della Fondazione riuniti in Capitolo, seguendo i suggerimenti contenuti nella relazione del Ministro Generale, dopo approfondite riflessioni sugli orientamenti
principali da seguire nel prossimo triennio
si impegnano:
1. A favorire l’incontro con il Signore Gesù da parte dei postulanti offrendo loro
un regolare e fecondo contatto con la Parola condivisa, l’esempio di una Fraternità autentica e la solidarietà con i poveri. Questo accompagnamento sarà reso
più facilmente possibile adottando un
programma di formazione umana e cristiana e prolungando il postulato fino ad
un massimo di due anni.
2. A valorizzare nella formazione permanente gli aspetti del nostro carisma che
sono più vicini alla cultura russa o kazaka e ad orientare la formazione iniziale verso l’inculturazione del Francescanesimo nelle dette culture, adottando
questo orientamento come la priorità del
nostro progetto di formazione.
3. A fare in modo che ogni Fraternità sia un
costante ambiente formativo per i giovani che vengono, coltivando le buone relazioni fraterne, la lettura orante della
Parola, il servizio gioioso richiesto a ciascuno e la pratica delle qualità particolarmente francescane della pazienza,
della cortesia, della misericordia e della
riconciliazione.
4. Ad accogliere e preparare i Frati volontari seguendo un programma che la Fondazione si darà al più presto, tenendo
presente l’esperienza dell’Ordine per i
missionari “ad gentes”.
2. Seminário de Evangelização e Missão
Manaus-Amazonas, Brasil, 11-15.02.2008
Nos dias 11 a 15 de fevereiro de 2008,
em Manaus-Amazonas, Brasil, estivemos
reunidos no Seminário de Evangelização
na Amazônia 30 frades da Conferência Brasileira, um frade da Província de Santa Fé
da Colômbia, um frade da Província do
Santíssimo Nome de Jesus dos Estados
Unidos, mais o Secretário Geral para a
Evangelização, Frei Nestor Inácio Schwerz,
o Moderador Geral para as Missões, Frei
Vincenzo Brocanelli, e Frei Juan Inácio
Muro, Definidor Geral para a América Latina e Caribe, refletindo juntos acerca da realidade amazônica. O Seminário foi assessorado por antropólogos, teólogos, pastoralistas, missionários e historiadores da própria
região.
O primeiro dia foi dedicado à acolhida
dos participantes e à abertura da programação. No segundo dia foi refletido sobre a visão global da Amazônia: desafios e possibilidades. No terceiro dia nos ocupamos
com a visão eclesial e a visão franciscana
acerca da mesma realidade. Neste mesmo
dia recebemos representantes de uma comunidade inter-congregacional que partilharam sua rica experiência de presença e
itinerância na região amazônica. No quarto
dia partilhamos sobre modalidades, recursos e experiências em vista de um Projeto
de presença franciscana missionária na região Amazônica.
Diante das diferentes exposições e reflexões, bem como de partilha de experiências
e de testemunhos, concluímos em primeiro
lugar que a Amazônia representa uma realidade que merece particular atenção por parte dos Franciscanos.
A importância da Amazônia
para a Ordem dos Frades Menores
a) Peculiaridades da Amazônia: riqueza
natural. “AAmazônia é um dos maiores, diversos, complexos e ricos biomas do mundo. Vista a partir do cosmo, a Amazônia
pan-americana ocupa uma área de 7,01 milhões de Km² e corresponde a 5% da superfície da terra, 40% da América do Sul, 59%
do Brasil. Contém 20% da disponibilidade
mundial de água doce não-congelada e 80%
da água disponível no território brasileiro.
Abriga 34% das reservas mundiais de florestas e uma gigantesca reserva de minérios. Sua diversidade biológica de ecossistemas, espécies e germoplasma é a mais intensa e rica do planeta: cerca de 30% de
todas as espécies de fauna e flora do mundo
encontram-se nesta região. O sistema flu-
E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE
vial Amazonas-Solimões-Ucayally representa o mais extenso rio do mundo, com
6.671 Km; a bacia hidrográfica do rio Amazonas é constituída por cerca de 1.100 rios,
e o rio Amazonas joga no Oceano Atlântico
entre 200 a 220 mil metros cúbicos de água
por segundo, o que representa 15,5% de toda água doce que entra diariamente nos
oceanos” (CF 2007, 15).
Riqueza humana e cultural: A Amazônia
conta com uma população de 23 milhões de
habitantes, entre os quais 165 são povos indígenas e 65 povos são não contactados. Além
da rica biodiversidade, nela se encontra uma rica diversidade cultural, lingüística e religiosa.
Em particular os povos indígenas, ribeirinhos
e quilombolas vivem em harmonia com a natureza e mostram que é possível conviver com
a floresta e os rios sem a necessidade de mercantilização e devastação.
b) Os desafios atuais: a Amazônia sofre
os efeitos devastadores da lógica da mercantilização de todas as coisas. Ela desafia a
recolocar a pessoa humana no “jardim”, a
recuperar a sacralidade do cosmo e recriar
as relações de reciprocidade e de fraternidade entre todas as criaturas. Os povos indígenas, ribeirinhos e quilombolas carregam
em si as sementes que nos ajudam a adquirir uma nova visão da vida.
A Amazônia é atualmente palco de no
mínimo duas vertentes fundamentais de um
novo colonialismo: o avanço do agronegócio, das mineradoras, das madeireiras e outros projetos de exploração que implicam
numa ampla devastação e destruição das
florestas, dos rios e das populações tradicionais; a privatização e apropriação de
vastas áreas de florestas em vista do acúmulo de créditos de carbono e dos recursos
genéticos, sendo que as populações ali existentes são pagas para conservar, porém lhes
é tirada a condição de sujeito social (colonialismo verde). Junto se verifica o progressivo processo de privatização da água
doce, uma rápida degradação do ambiente
onde se localizam as principais nascentes
dos grandes rios da bacia amazônica, a presença de rotas de tráfico de drogas, a invasão dos grupos econômicos com seus grandes projetos de exploração que forçam as
61
populações a migrarem para os grandes
centros urbanos, onde caem na miséria, na
prostituição, nas drogas, etc.
c) A presença franciscana: os frades menores estão presentes nesta região desde o
século XVI. Ao longo deste tempo a p r e sença franciscana se manteve praticamente
ininterrupta. A partir dos inícios do século
XIX, esta presença se diversificou e ampliou com a vinda dos frades capuchinhos,
da TOR e das congregações franciscanas
femininas. Esta presença tem a característica de ser pouco numerosa e desarticulada
entre si e predominantemente de missionários/as estrangeiros/as. A partir do século
XX, a Igreja confiou grandes territórios de
missão (Prelazias, Prefeituras e Vicariatos)
aos franciscanos em seus diferentes ramos.
d) Lugar de missão franciscana: a Amazônia carrega em seu ventre sementes e paradigmas que significam o futuro do planeta e da humanidade. A sua imensa riqueza
natural pode representar um ponto de equilíbrio no conjunto da nossa casa comum. A
sua variada riqueza humana, cultural e religiosa pode contribuir para um novo estilo
de vida em base à gratuidade, simplicidade,
reciprocidade, dignidade, sacralidade, sentido da festa. Esta realidade nos desafia ao
diálogo ecumênico, inter-religioso e intercultural.
Nós, a partir do carisma franciscano, podemos encontrar neste chão, condições favoráveis para resgatar muito da vitalidade
das nossas origens: a visão da sacralidade
de toda a criação, as relações de reciprocidade, de fraternidade, de não- apropriação
das coisas e da terra, a austeridade, a itinerância e a mobilidade.
Por outro lado, somos desafiados a dar a
nossa contribuição no que tange as realidades fundamentais: defesa e promoção da vida; valorização da diversidade cultural e
aprendizagem dos processos de inculturação; acolhida da religiosidade popular;
compromisso com a integridade da criação;
sintonia e comunhão com a Igreja local na
busca por encarnação na realidade e por
uma evangelização libertadora.
Os participantes do Seminário, entre os
quais estavam vários ministros provinciais,
62
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
chegaram à conclusão de que se deveria seriamente buscar a possibilidade de constituir uma nova Fraternidade nesta realidade
com indicações sobre prioridades, características, passos a serem seguidos na preparação. Além disso, a assembléia ofereceu
pistas para a presença franciscana já existente na região e para outras Entidades das
Américas e da Ordem. A seguir apresentamos essas linhas propositivas:
1. Uma Fraternidade missionária interprovincial na Amazônia, com as seguintes orientações
Opções Prioritárias
a. Consciência de que nos cabe anunciar
a boa nova do Reino. A Fraternidade se organiza em torno da Palavra e da escuta obediente ao Evangelho de N. S. Jesus Cristo,
guiada pelos critérios do mesmo e buscando
encarná-lo com entusiasmo e paixão.
b. Promoção da vida e defesa das culturas específicas: indígenas, quilombolas, ribeirinhos, populações periféricas, imigrantes e refugiados.
c. Conhecimento, respeito e valorização
da religiosidade popular, buscando o processo de inculturação do Evangelho.
d. Sensibilidade e compromisso com o
cuidado da criação (terra, água e a bio-diversidade).
e. Sintonia e serviço junto `a Igreja amazônica e abertura para as diferentes formas
de colaboração com a Família Franciscana,
a Conferência Religiosa, Conferência Episcopal, leigos e organismos sociais, através
de redes missionárias e alianças.
f. Reunião e divulgação de informações
a nível de Conferência e Ordem, a respeito
da realidade e da missão franciscana na
Amazônia.
Características de uma Fraternidade em
Missão na Amazônia
a. Estilo de vida: uma fraternidade inserida e vivendo com simplicidade, austeridade, de forma orante e contemplativa; que
valoriza o próprio trabalho para ajudar no
auto-sustento; que busca garantir um ponto
de referência mais estável e, ao mesmo tem-
po, favorecer a itinerância.
b. Atuação: a fraternidade faz o discernimento em base às opções prioritárias já citadas, junto com o Ministro local e o de sua
Entidade.
Processo de preparação para a realização do projeto
a. Que os responsáveis desta preparação
sejam os Ministros Provinciais, assessorados pelo Secretariado Interproviancial de
Evangelização e Missões, JPIC e a Entidade Franciscana local.
b. Que sejam sensibilizadas as Entidades
da OFM sobre a realidade e a necessidade
da presença franciscana na Amazônia.
c. Que se clareie o projeto e que seja
aprovado e assumido pelos Ministros Provinciais.
d. Que se definam os critérios para a escolha do lugar com a participação da Entidade local e da Fraternidade missionária.
e. Que se quantifiquem no projeto os recursos humanos, financeiros e o tempo de
permanência (no mínimo 3 anos).
f. Que se observem as prioridades acima
definidas e a devida orientação da Entidade
local.
g. Que os Ministros Provinciais nomeiem os frades dessa nova Fraternidade,
segundo certos critérios: boa motivação
missionária, boa capacidade de vida fraterna, convicção sobre este projeto, valorização de dons e carismas pessoais.
h. Que se definam as formas de sustento,
sendo que a própria Fraternidade também
se empenhe para isso.
i. Que haja um Ministro responsável para o acompanhamento da Fraternidade, de
preferência o Ministro local.
l. Que a Fraternidade passe por um processo de preparação próxima:
– para um período de convivência entre os
frades nomeados em vista do mútuo conhecimento, comunhão e diálogo fraterno;
– para um contato direto com a realidade
amazônica, com a Igreja e a Entidade
franciscana local;
– para a definição precisa do projeto (presença e atuação).
E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE
m. Que se definam os prazos para a formação da equipe e início da Fraternidade.
2. Propostas para a presença franciscana já existente
a. Melhorar a comunicação e a colaboração entre as Fraternidades presentes na
Amazônia.
b. Avaliar a presença missionária em Roraima, junto aos povos Tiriyó e Munduruku.
c. Promover um maior comprometimento dos Provinciais no envio de frades e recursos.
3. Propostas para as Entidades da
América e da Ordem
a. Comemorar, em 2009, os 800 anos do
carisma franciscano, com um gesto concreto: as Entidades da Conferência Brasileira
enviem frades para a missão na Amazônia e
recursos para a sua manutenção, buscando
a colaboração das Entidades da Conferência Bolivariana.
b. Que a nova Fraternidade acolha frades
para experiência missionária como também
frades em formação inicial, para estágios
formativos.
c. Produzir material (DVD, subsidios diversos...) sobre a missão franciscana e a
realidade da Amazônia, em vários idiomas,
para fins de divulgação e tomada de consciência na Familia Franciscana e outros âmbitos.
d. Promover pesquisas e estudos sobre a
realidade amazônica com as instituições de
formação e ensino da Ordem, organizações
leigas e congregações.
Conclusão
Iluminados pelo Espírito do Senhor, inspirados pelo carisma franciscano e obedientes aos documentos da Igreja (Documento
de Aparecida) e da Igreja da Amazônia (Documento “Discípulos Missionários na Amazônia”), sob a proteção de Nossa Senhora
da Amazônia e sensibilizados pelos clamores dos povos indígenas, ribeirinhos, quilombolas, das populações das periferias,
dos migrantes e refugiados reafirmamos o
nosso compromisso com a missão neste
chão.
63
Quem nos convoca é o próprio Deus
Trindade. Nossa resposta de frades menores, à luz dos sinais dos tempos, a serviço do
Reino de Deus, é a de sermos fiéis discípulos e missionários de Jesus Cristo e fiéis a S.
Francisco e seu/nosso carisma. Também,
pedimos à Mãe de Deus que zele por todos
os povos da Amazônia. Ela, que é a estrela
da evangelização, guie os nossos passos no
caminho do Reino: Mãe Nossa, protegei a
família brasileira e latino-americana e ajudai-nos a fazer tudo o que o vosso Filho nos
disser. Amém!
Manaus, 15 de fevereiro de 2008.
3. Congresso missionário latino-americano e caribenho
1. Crônica
Córdoba, Argentina, 14-19.04.2008
“Irmãos na América, celebremos e renovemos nosso ardor missionário!” Este foi o
convite dirigido aos Irmãos OFM da América Latina e do Caribe por ocasião do Congresso realizado pela UCLAF em colaboração com a Secretaria geral para a Evangelização, de 14 a 19 de abril de 2008, em
Córdoba, Argentina. Foi o primeiro Congresso dos Frades dedicado ao tema da
evangelização e da missão no Continente.
Participaram do evento representantes de
quase todas as Entidades OFM latino-americanas e caribenhas, juntamente com um
bom grupo de leigos e leigas e algumas Irmãs franciscanas. Da Cúria geral se fizeram
presentes o Ministro geral Frei José Carballo, os definidores pela América Latina, Frei
Luis Cabrera e Frei Juan Ignácio Muro, juntamente com o Definidor pela CONFRES e
presidente da Comissão do Diálogo, Frei
Miguel Vallecillo, o Diretor do Escritório
de JPIC, Frei Joseph Rozansky, e os responsáveis pela Secretaria geral para a Evangelização, Frei Nestor Inácio Schwerz, Frei
Vincenzo Brocanelli e Frei Joaquin Arturo
Echeverry. Também participaram representantes de Províncias européias, de Portugal
e de Arantzazu, e o Diretor da MZF, Frei
64
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
Estêvão Ottenbreit. Éramos um total de 160
participantes, numa assembléia bem diversificada e representativa, contando com um
bom grupo de ministros provinciais, de definidores provinciais, de secretários de
evangelização, de moderadores para as missões, de frades com experiência de missão
ad gentes e de frades envolvidos nas diferentes formas de pastoral, bem como de formadores. A presença dos leigos e das leigas
e de Irmãs franciscanas foi um aspecto particularmente significativo na riqueza da assembléia.
O Congresso situou-se na sintonia e no
contexto do oitavo centenário das origens
de nosso carisma, da Conferência do CELAM em Aparecida, do COMLA 8/CAM 3
em Quito, dos 25 anos do CPO da Bahia,
Brasil.
Com o objetivo de despertar nos Irmãos
das Entidades OFM da América Latina e do
Caribe o ardor e a consciência missionária,
em abertura às missões da Ordem, e animálos a transitar por novos caminhos e novas
iniciativas nas diferentes presenças de
evangelização, o Congresso foi rico de estímulos, provocações e orientações. O itinerário metodológico consistiu em partir de
uma breve partilha das presenças missionárias e evangelizadoras dos frades nas quatro
Conferências, seguindo para a memória histórica de experiências missionárias significativas dos frades ao longo dos 500 anos e a
memória histórica recente da recepção, na
Ordem, do Concílio Vaticano II e do documento O Evangelho nos desafia, do CPO da
Bahia, prosseguindo com reflexão acerca
dos temas centrais, com a partilha de experiências missionárias e evangelizadoras significativas dos Frades hoje, com oficinas
acerca de várias realidades desafiadoras no
Continente, passando por plenárias, celebrações e convivência fraterna.
Na sessão de abertura do Congresso, tomaram a palavra Frei Luis Scozzina, presidente do Cone Sul e do Congresso, Frei
Luis Cabrera, em nome do Definitório geral, e Frei Nestor Inácio Schwerz, em nome
da Secretaria geral para a Evangelização.
Foram palavras de boas vindas, de recordação dos objetivos do Congresso, de sintonia
com a celebração da graça das origens de
nosso carisma. Depois foi feita a apresentação dos participantes por Conferência, um
ato celebrativo e a partilha das presenças
evangelizadoras e missionárias dos frades
nas diferentes realidades do continente.
No momento seguinte, fez-se a memória
de experiências missionárias significativas
ao longo dos 500 anos de presença dos Frades na América Latina e Caribe. Frei Francisco Morales e Frei Sandro Costa nos colocaram em contato com Frades missionários do passado em suas motivações, em seu
testemunho, em sua metodologia e em sua
criatividade de evangelização, em suas posições proféticas que podem continuar inspirando nossa missão hoje. Também nos fizeram ver as contradições e crises.
Em seguida, Frei Edgar Santos nos iluminou sobre a recepção do Concílio Vaticano II na Igreja e na Ordem na América
Latina, nos ajudou a fazer memória do documento do CPO da Bahia, o qual completa seus 25 anos, a presença do mesmo nos
documentos da Ordem e nas últimas assembléias da UCLAF. Na sua conclusão, expressou a seguinte consideração: “segue
ainda pendente a recepção ativa de Bahia
como lugar privilegiado do carisma franciscano missionário no Continente. Assim o
manifesta o confronto entre o lugar privilegiado de nossa evangelização e a proposta
de lugar que se lançou desde Bahia como
desafio evangélico: fazer uma opção preferencial pelos pobres, de maneira que nossa
evangelização arranque dos pobres e seja
realizada com os pobres; urgir que nossas
fraternidades sejam mais missionárias e
mais consagradas à proclamação do Evangelho, sem deixar-se atar por estruturas
anacrônicas.”
A teóloga argentina laica Virginia Azcuy
abordou o tema da missão partilhada, à luz
do Documento do CELAM de Aparecida e
em interação com o tema do Congresso. Ela
lembrou-nos que a Igreja, a partir de Aparecida, se sente “chamada a repensar profundamente e relançar com fidelidade e audácia sua missão nas novas circunstâncias latino-americanas e mundiais.” (Aparecida,
11) Em vista disso, a Igreja precisa colocar-
E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE
se em “estado de missão” (DA, 213), passar
por “uma conversão pastoral” (366), por
“reformas espirituais, pastorais e institucionais” (337), passar de “pastoral de conservação para a missão” (370). Apontou para o
fato dos novos fenômenos emergentes de
movimentos eclesiais, de laicato associado,
de carisma partilhado que parece indicar vitalidade e dinamismo próprios do Espírito
Santo no seio do cristianismo. A partir daí
aprofundou a eclesiologia da comunhão
missionária e de “novas eclesialidades”
com “fecundações intercarismáticas”, o que
poderia exigir discernimento para ver a possibilidade de partilhar carisma e missão
com o laicato. Isto se daria dentro de certos
critérios, mas levaria também a uma série
de mudanças na mentalidade, nas atitudes,
na formação, na organização estrutural. O
ponto de partida não está na carência de vocações e de forças, mas nas graças transformadoras que a missão partilhada pode trazer, seja para o laicato, seja para a vida consagrada nos seus diferentes carismas.
O Ministro geral Frei José Carballo refletiu com a assembléia sobre os projetos
missionários da Ordem. Partiu de Jesus, o
enviado por excelência do Pai à humanidade, portador da “missio Dei”. “A missão
tem sua origem no Pai (que envia), é realizada pelo Filho (o enviado) e tem sua força
no Espírito Santo (que guia e dinamiza todo
o processo missionário).” A Igreja nasce para a missão e prolonga no tempo e em espaços diversos a única missão de Jesus Cristo.
A nossa Ordem não é só de pregadores do
Evangelho, mas também missionária no
sentido estrito da palavra. A missão ad gentes caracterizou nossa Fraternidade desde
suas origens, faz parte integrante de nossa
vocação, é uma exigência de nosso carisma.
Ela é a máxima expressão de “restituição”.
A missionariedade nos estimula a sair de
nós mesmos, de nossos “claustros” para ir
entre e levar a todos a Boa Nova, superando
as barreiras culturais, geográficas e religiosas. Nosso claustro é o mundo e nossas plataformas privilegiadas para falar do Deus
da Vida e anunciar a força libertadora do
Evangelho são hoje, como ontem, as “praças” e os “caminhos”, os lugares onde se
65
encontram os homens e as mulheres, famintos e sedentos do Evangelho. O Ministro
explicitou os critérios que identificam a
missão ad gentes e apresentou os diferentes
projetos missionários da Ordem. Fez referência às missões provinciais e àquelas interprovinciais. Descreveu com mais informações as missões da Fraternidade Universal entre as quais a Custódia da Terra Santa
e as Fundações missionárias dependentes
do Ministro geral: a Fundação São Francisco em Rússia e Cazaquistão, a Fundação
franciscana na Tailândia, aquela em Myanmar (Birmânia), a Fundação São Francisco
em Sudão, a presença na China, a Federação de Marrocos. Apresentou ainda as Fraternidades missionárias dependentes do Ministro geral: a Fraternidade de formação
missionária em Bruxelas, a Fraternidade
para o diálogo em Istambul, a Fraternidade
missionária na Europa em Palestrina. Finalmente, explicitou os critérios para nossa
presença missionária, as características do
Irmão missionário e fez a chamada aos Irmãos da América Latina. “As Entidades da
América Latina devem sentir-se chamadas
à missão entre os povos indígenas, povos
pobres e marginalizados, entre os afroamericanos e nos projetos missionários da
Ordem.”
Frei Ramiro de la Serna abordou o tema
das novas formas ou novas presenças de
evangelização. Iniciou por afirmar que todas as concreções históricas do nosso carisma devem mudar para um processo de
maior fidelidade e conversão, passar do
bom para o melhor. Nenhuma delas esgota
a nossa forma de vida. Essas novas presenças serão diferentes segundo o contexto histórico, cultural, eclesial em que nos encontramos. Temos um rosto próprio a partir da
América Latina para revelar e expressar a
riqueza da Ordem em sua dimensão universal. A re-fundação, entendida como busca
de novas concreções históricas dos fundamentos já dados por Francisco e Clara, exige nossa contribuição com responsabilidade. Outro fator que impulsiona para a busca
de novas presenças é o mal-estar que muitos irmãos experimentam, sobretudo os
mais jovens, em sentido histórico por não
66
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
respondermos à humanidade de hoje, aos jovens do nosso tempo e às suas buscas, suas
perguntas, suas necessidades vitais. O que
paralisa muitas Entidades é a fragilidade institucional. A busca por algo novo e audaz
exige confiança no Deus de Jesus que se revelou e se revela na fragilidade e ali oferece
a salvação, ali Ele se doa inteiramente a nós.
Um dupla tarefa nos corresponde neste momento: tornar novas todas as presenças que
temos e criar, buscar alternativas, novas presenças. A primeira tarefa exige a superação
da apatia, o cultivo do desejo e o aprofundamento da paixão pelo Reino. A segunda tarefa, desde América Latina, exige voltar aos lugares da margem, da periferia, do pobre, movidos pela fidelidade ao carisma e ao homem
de hoje. O dom do encontro com Jesus se dá,
se expressa no encontro histórico com os pobres. Re-fundar nossa missão evangelizadora exige re-situar-nos social, eclesial e espiritualmente. “Re-situar-nos nas margens culturais, existenciais, antropológicas, sociais,
religiosas de nosso mundo é condição sine
qua non para re-fundar a missão.” Precisamos situar-nos nos lugares nevrálgicos em
que nossa sociedade experimenta profundos
desequilíbrios e tensões para aí testemunhar.
E isto só pode ser feito movido pela paixão
por Jesus. Além disso, as novas presenças
deverão significar um novo modo, uma vida
significativa capaz de contagiar, de se expressar numa linguagem compreensível, deixando transparecer os valores do Evangelho,
do carisma e movendo-se por uma espiritualidade experiencial (o que vimos e ouvimos).
Estas novas presenças serão encontradas na
caminhada feita numa Entidade com discernimento, buscando responder em especial
aos apelos do mundo juvenil, urbano, periférico, da teologia e reflexão e da colaboração
entre as Entidades. Isto vai exigir também a
reestruturação de casas, “obras”, forças pessoais e estruturais, o que pode favorecer a
volta ao essencial e ao início de caminhos
inéditos de presença e testemunho.
Frei Vincenzo Brocanelli, moderador geral para as missões da Ordem, apresentou as
características da vida missionária franciscana em outras culturas, fora do próprio
Continente: 1. viver a fraternidade multi-
cultural e internacional; 2. seguir um projeto de missão partilhada em Fraternidade, inserindo-se no projeto pastoral e missionário
assumido e construído conjuntamente; 3.
saber harmonizar evangelização e promoção humana, mostrando-se sensíveis às necessidades humanas e materiais do povo,
mas com a consciência de que a finalidade
da missão vai além e consiste em proclamar
a pessoa de Jesus e sua Palavra; 4. saber viver a missão como presença “silenciosa”,
sobretudo nos países islâmicos, na China e
em Estados totalitários; 5. saber viver com
um franciscanismo autóctone, buscando
acolher e formar frades originários do povo
local, cumprindo o objetivo da “implantatio
Ordinis”; 6. saber retornar à sua Fraternidade de origem, regressar à casa, ao seu Senhor que o chamou, à Palavra que ilumina,
à sua Província e partilhar as experiências,
animar o interesse pela missão, reforçar a
solidariedade com as missões. Após sua comunicação, vários Frades deram testemunho de sua experiência de missão ad gentes.
No Congresso houve cada dia espaço para a partilha de experiências evangelizadoras significativas, previamente selecionadas: sobre a presença missionária e evangelizadora em Haiti, em Amazônia, entre os
“desplazados” na Colômbia, entre portadores de HIV no Equador, entre povos indígenas no México, entre os pobres, população
de rua e afro-descendentes no Brasil.
Uma outra atividade muito significativa
no Congresso foi a realização de oficinas
em torno de várias realidades particularmente desafiadoras: missão ad gentes, povos originários, Amazônia, povos afro-descendentes, mundo da cidade, JPIC, mundo
da juventude, diálogo ecumênico e inter-religioso, meios de comunicação social, mundo rural, educação e paróquias. Nelas se desenvolveu a metodologia ver, julgar e atuar,
apresentando uma síntese no último dia do
Congresso, com ênfase nas orientações práticas e propostas.
Houve espaço no Congresso para comunicações específicas: sobre a realidade da
Amazônia e as propostas nascidas de um
Seminário sobre essa temática, realizado
em Manaus, Brasil, no mês de fevereiro do
E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE
corrente ano; sobre o Curso de Evangelização em nível de Máster no Instituto Teológico Franciscano de Petrópolis a partir de
2009; sobre a possibilidade de abrir uma
Casa na América Latina para preparação
próxima de missionários; sobre o serviço de
JPIC e do Diálogo na Ordem.
Todos os dias foram animados pela prática da oração, da leitura orante da Palavra
de Deus, por celebrações eucarísticas, pela
leitura de passagens das Fontes Franciscanas, por cantos e música.
Uma equipe, coordenada por Frei Nilo
Agostini, foi preparando durante o desenrolar do Congresso um breve documento com
orientações e propostas para o presente e
futuro da missão evangelizadora dos Frades na América Latina e Caribe e em abertura à Fraternidade universal na perspectiva de um novo ardor missionário. Nos últimos dois dias, este documento recebeu
espaços para sua apresentação à Assembléia e para modificações, acréscimos,
aprovação da mesma. Tem como título “Carisma e Missão: Urgência e Audácia” e como subtítulo “Celebremos e renovemos
nosso ardor missionário!” Os ministros
provinciais presentes, junto com o atual
Presidente da UCLAF, se manifestaram dizendo que tal documento fará parte da pauta da próxima Assembléia da UCLAF que
vai acontecer na Colômbia, em novembro
deste ano de 2008, e onde receberá aprofundamentos e devidos encaminhamentos.
A comunhão fraterna foi o tempero que
perpassou todo o evento e culminou com
expressões de alegria, de gratidão, de contentamento na despedida, com a consciência de que o decisivo na concretização dos
objetivos e do espírito do Congresso depende dos processos de continuidade.
FREI NESTOR INÁCIO SCHWERZ OFM
Secretário geral para a Evangelização
2. Documento
Vindos de todas as Entidades OFM da
América Latina e do Caribe, 130 frades, 29
67
leigos e leigas, 5 Irmãs franciscanas estivemos reunidos em San Antonio de Arredondo, Córdoba, Argentina, para um Congresso
Missionário, o primeiro dedicado à evangelização e missão. Contamos com a presença e a palavra do Ministro Geral Frei José
Carballo. Promovido pela UCLAF e pela
Secretaria Geral para a Evangelização da
Ordem, com o apoio solidário da Missionszentrale der Franziskaner (MZF), o Congresso exprimiu o momento forte do caminho já iniciado nas Províncias e nas Conferências. Celebrando a graça de nossas
origens, perguntamo-nos acerca do significado evangelizador e missionário de nossas
presenças no contexto em que vivemos. Colocamo-nos em sintonia com as Conferências do CELAM, em especial, de Aparecida, com o COMLA 8/CAM 3, a ser realizado no mês de agosto do corrente ano, em
Quito, com O Evangelho nos desafia, documento do Conselho Plenário da Ordem na
Bahia, Brasil, nos seus 25 anos, com a caminhada da Ordem na celebração da graça
das origens (2008-2009).
Urgência e audácia! É o que requerem de
nós, hoje, o carisma fundacional e o momento atual. Enraizados em Francisco de
Assis e impulsionados pela missão de evangelizar, que Jesus Cristo nos confia, sentimo-nos convocados a repensar a nossa presença, estimulados por desafios novos provocados pela realidade sócio-cultural e
eclesial. Urge renovar a nossa opção vocacional, em comunhão com a Igreja que, na
América Latina, nos convida a um novo ardor missionário. Isso nos desafia à conversão, à revisão do nosso lugar e do nosso modo de ser, atentos às interpelações de Deus.
Assim, urgência e audácia nos são exigidas
para recriar e refundar nossa missão evangelizadora.
1. Memória histórica
Protagonistas da evangelização da América Latina, os Frades Menores esmeraramse, desde o início, para que viessem missionários bem preparados e como verdadeiros
“apóstolos”, numa presença pacífica, o que
contrastava com o projeto dos conquistado-
68
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
res. Os primeiros missionários dedicaramse a uma evangelização integral: o anúncio,
a catequese e o cuidado social. Salvar a alma e cuidar do espírito era acompanhado
pelo cuidado do corpo e da vida. Porém, isso aconteceu entre luzes e sombras. Sempre
que o anúncio do Evangelho chegou unido
à espada, com a sede pelo ouro e a ambição
pelo lucro, a presença franciscana tornou-se
ambígua e contraditória. Sempre que os
Frades se destacaram pela força profética,
foram capazes de denunciar os abusos do
sistema colonizador e da conquista pelas armas, fazendo-se próximos aos indígenas,
orientando-se pela pedagogia da relação, da
convivência e da partilha. Temos belos testemunhos de Frades que viveram a missão
com amor e paixão, defendendo a dignidade dos indígenas, respeitando e valorizando
a sua cultura. A expansão missionária aconteceu quando os Frades viveram, com radicalidade, o Evangelho, expresso na sua opção pelos povos indígenas. A perda da utopia franciscana, o fechamento ou instalação
dos Frades, a institucionalização da evangelização, o abandono da radicalidade
evangélica trouxeram como conseqüência,
a crise e a perda de vocações, como se pode
constatar em várias áreas da América Latina, no século XVIII e XIX. E, hoje, onde estamos?
2. Nossas presenças hoje
a) Presenças tradicionais
Hoje, a nossa evangelização realiza-se
em âmbitos que já, tradicionalmente, fazem
parte de nossa missão. Entre eles, podemos
enumerar as paróquias urbanas e rurais, os
santuários, a educação e a pastoral educativa em todos os níveis, os meios de comunicação social, as missões populares, as obras
sociais assistenciais, a pastoral juvenil e vocacional, a assistência à OFS, à JUFRA e
aos movimentos leigos. Estas presenças podem ser assumidas como forma de conservação ou como caminho aberto e participativo. As mesmas continuam a nos desafiar
para aí re-situar a nossa missão evangelizadora.
b) Novas formas de presença franciscana
Há mais ou menos tempo foram assumidas novas formas e novos espaços de evangelização, tais como o envolvimento com
as Comunidades Eclesiais de Base, a inserção nas periferias de nossas cidades e nas
situações de fratura social, com serviços diversos de pastoral e de solidariedade, com
centros de formação, com a presença junto
aos migrantes, junto aos “sem terra” em
seus assentamentos ou lutas pela terra, junto aos indígenas, ribeirinhos, famílias carentes, pequenos proprietários, quilombolas, encarcerados, deficientes físicos, drogados, “desplazados”, crianças, adolescentes e jovens, junto às organizações sociais e
movimentos populares. Nessas e em outras
realidades, a presença franciscana mostra
sua vitalidade na busca de novos espaços de
evangelização e novas formas de realização
da missão que brota do nosso carisma. Assim se busca estar entre os mais pobres,
com espírito itinerante, cultivando a vida
em sua integralidade.
c) Presenças nas missões “ad gentes”
Na América Latina, há uma expressiva
presença dos Frades na missão ad gentes,
vivida nos vicariatos apostólicos, nas prelazias, nas prefeituras apostólicas, bem como
em meio às populações indígenas e afrodescendentes. Há, também, presença, embora modesta, nas missões ad gentes de
nossa Ordem, ainda que esta possa crescer
mais.
3. Desafios que persistem
Experimentam-se muitos desafios vividos por nossos Frades e Fraternidades. Entre as presenças tradicionalmente assumidas, apresentam-se, como desafios, o persistente continuísmo do modelo tradicional
e a escassa criatividade, a falta de Frades
nas Casas, a idade avançada nas Fraternidades, a concentração das atividades nos frades, sem a devida abertura aos leigos. Nessas e noutras formas de presença franciscana, identificam-se, igualmente, problemas
como o descompasso entre a formação ini-
E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE
cial e a vida posterior, real, dos Frades e sua
desistência nas etapas iniciais. A falta de
projeto de evangelização dificulta, em algumas Províncias, a integração da presença e
das atividades dos frades, a alocação de recursos e o interesse em torno de um projeto
comum. Sentimo-nos, igualmente, desafiados a uma profunda revisão de nossas
obras, com suas estruturas pesadas e difíceis de sustentar, consumindo vidas e esforços na sua manutenção e perpetuação.
No contexto religioso-eclesial, o desafio
é comprometer-nos com uma Igreja de comunhão e sacramento do Reino que, no seu
interior, constrói relações de igualdade e
respeito entre pastores, leigos/as e religiosos/as, promovendo o laicato para que tenha lugar reconhecido na vida e na missão
eclesial e social, e exerça papel de protagonismo. Além do horizonte social, é preciso
valorizar as riquezas culturais e espirituais
de nossos povos. À medida que somos sensíveis em assumir, como Fraternidades provinciais, projetos sociais de envergadura,
sejamos, igualmente, generosos em cultivar
formas diversas de viver a riqueza de nosso
carisma.
Sentimo-nos urgidos a um constante diálogo intercultural, inter-religioso, ecumênico, no respeito aos outros, na sensibilidade
e na escuta de suas experiências e valores
humanos, sócio-culturais e religiosos. Fazem-se necessários a escuta e o diálogo
com as subculturas, com os grupos minoritários, com a juventude, a fim de conhecer
sua vivência, sua linguagem, sua maneira
de ver e de viver a realidade.
Persistem os desafios que nos vêm diretamente do mundo social, político e econômico. Identificamos estruturas de empobrecimento, estruturas que mantêm e reproduzem muitas situações de fratura social, de
condições subumanas de vida, causando exclusão. Impera a lógica da voracidade do
ter, numa capitalização sem limites, que exclui e destrói vidas humanas e depreda a natureza. A mercantilização da vida humana e
da natureza revela sua “lógica” desrespeitadora e devastadora, priorizando o avanço de
biotecnologias que atentam contra a vida
humana, do agronegócio, das mineradoras,
69
das madeireiras e de outros projetos de exploração que agridem a natureza.
São, igualmente, muitos os desafios culturais e religiosos. A penetração dos meios
de comunicação, a urbanização crescente,
as novas tecnologias e o predomínio do
econômico têm influído fortemente sobre
nossas famílias e povos. Cria-se um contexto de relativização dos valores das culturas
locais, introduzindo novos padrões de comportamento e vícios, como o álcool, a droga
e a sexualidade desregrada, entre outros. A
presença das igrejas pentecostais, dos novos grupos religiosos, inclusive do islamismo, é outro fenômeno que interpela a nossa
evangelização. Preocupam-nos o fundamentalismo, a instrumentalização e as promessas ilusórias alardeados por diferentes
grupos religiosos.
4. Provocações e estímulos a partir de
nosso carisma
Nós nos compreendemos como Fraternidade contemplativa de menores em missão.
Sentimo-nos, hoje, chamados a partir da
missão que está no coração da vocação
franciscana. Como Frades Menores, somos
todos missionários; a missão é a expressão
máxima da restituição a Deus do que dele
temos recebido. Somos missionários no
sentido fundamental de “partir, deixar tudo,
sair de si, quebrar a crosta do egoísmo que
nos fecha no nosso eu. É parar de dar voltas
ao redor de nós mesmos, como se fôssemos
o centro do mundo e da vida...” (D. Hélder
Câmara).
A missão ad gentes é o lugar privilegiado da evangelização; exprime a vitalidade
das nossas Fraternidades provinciais. Animados por esta consciência missionária, somos interpelados a abrir-nos à Fraternidade
universal, aos apelos da Amazônia, dos povos indígenas e afro-descendentes. A missão ad gentes torna-se, assim, a chave de
leitura de todos os aspectos de nossa vida;
leva-nos a renovar as motivações profundas
de nossa vocação, redescobrindo o nosso
ser “discípulos e missionários” de Jesus
Cristo, o enviado do Pai, com a força do Espírito.
70
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
Impulsionados pelo Evangelho e
desafiados pelo novo contexto histórico,
sentimo-nos convocados a rever as nossas
formas de presença e a nos colocar em atitude de escuta e conversão na busca de novas formas evangelizadoras, mais itinerantes, em missão partilhada com os leigos e
leigas. Urge, igualmente, ir ao encontro dos
jovens, superando preconceitos, em atitude
de acolhida e de escuta de suas diferentes
realidades, assumindo clara opção por sua
causa.
Sentimo-nos interpelados a compartilhar
nossa missão com os leigos e as leigas, com
a OFS, JUFRA e toda a Família franciscana, numa atitude de diálogo, como deve
acontecer entre iguais, com diferentes formas de colaboração e aliança, não em função de necessidades e carências, mas como
valorização das diferentes vocações na
mesma Família carismática e no mesmo Povo de Deus. Isso vale também em relação a
outros consagrados e consagradas, a organizações sociais, a movimentos populares e
pessoas de boa vontade.
“Nosso claustro é o mundo”! Nosso lugar é estar entre o povo, como “Frades do
povo”! Somos convocados a inspirar-nos
novamente na mensagem “O Evangelho
nos desafia”, do CPO da Bahia, 1983. Este
nos interpela a “ver e ouvir” o nosso povo,
a deixar-nos evangelizar pelos pobres e excluídos, com os olhos e o espírito de Jesus e
de Francisco. Convida-nos a sermos “irmãos menores” entre os pobres e instrumentos de justiça e paz, numa clara “opção
preferencial pelos pobres”. Isso força nossas Fraternidades a serem mais missionárias e mais consagradas à vivência e proclamação do Evangelho, a partir dos pobres,
sem deixar-se amarrar a estruturas anacrônicas, para poder marcar presença na vanguarda da evangelização (cf. n. 17; 29; 39).
5. Linhas de ação: orientações e compromissos
Olhando para o presente e o futuro de
nossa missão e evangelização na América
Latina e Caribe e em abertura à Fraternidade universal, aprofundamos algumas de
nossas presenças, através de oficinas, tendo
consciência da riqueza de tantas outras
existentes em nosso continente e em nossas
Fraternidades. A partir do trabalho dessas
oficinas, durante o Congresso, cheios de esperança e confiança na ação do Espírito, assumimos as seguintes orientações e propostas:
5.1. Orientações:
a) Missão ad gentes:
• Iniciar sério processo de reflexão para
aprofundar o serviço missionário na
América Latina e na Ordem, em aliança
e colaboração com os leigos e leigas
(OFS, JUFRA, etc).
b) Nossa opção pelos povos indígenas e pelos afro-descendentes:
• Fazer opção pelos povos indígenas, a
partir da perspectiva dos documentos
eclesiais latino-americanos, com projetos concretos, em diálogo com eles, levando em conta a defesa do seu ser como
pessoa, sua história, sua cosmovisão,
seus territórios sagrados, sua língua e
suas tradições.
• Levar a Fraternidade Provincial a fazer
opção pelos povos afro-descendentes,
em particular, pelos mais pobres, numa
atitude aberta, clara, em consciência e
atuação, sempre em diálogo, sem desconhecer e desvalorizar a sua cultura, defendendo e denunciando os atropelos de
que são vítimas, permitindo-lhes ser sujeitos do seu próprio desenvolvimento e
autodeterminação.
• Cultivar, na formação franciscana, atitudes de fidelidade, diálogo e respeito para com as vocações afro-descendentes,
superando os preconceitos em relação à
sua cultura e ao seu modo de ser.
c) Nossa presença junto aos jovens:
• Dar testemunho coerente que expresse,
em gestos e palavras, a escuta, a paciência e a proximidade desde a Fraternidade.
• Formar uma equipe de Frades e leigos
para o trabalho da pastoral juvenil; nomear um Irmão encarregado da pastoral
E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE
de jovens. Que este faça parte do Secretariado para a Evangelização e Missões.
• Oferecer aos Irmãos, Frades e leigos, solicitados para este serviço, uma formação integral, se possível, através das
Conferências.
• Pensar o projeto de Pastoral da Juventude como itinerário que integre todas as
dimensões da pessoa humana, os modos
concretos da experiência cristã, como a
oração pessoal e a celebração comunitária, a vivência fraterna, a missão e o serviço aos mais pobres, assumindo o
acompanhamento pessoal como meio
privilegiado de ajuda ao jovem no seguimento de Jesus.
• Apoiar os jovens mais pobres na sua
busca por inclusão social através do esporte, estudo, trabalho, etc.
d) Nosso compromisso com JPIC:
• Respaldar, nas Províncias, o serviço da
JPIC e a comunicação efetiva com o seu
animador, promovendo a participação de
todos os Irmãos, bem como estabelecer
um trabalho de colaboração entre as Secretarias de Formação, Evangelização e
JPIC.
• Articular, em redes, a comunicação e o
trabalho específico com a OFS-JUFRA,
a Família Franciscana e outras áreas similares das Conferências de Religiosos/as, da Igreja e da sociedade, particularmente nas temáticas da justiça ambiental e da não-violência ativa.
e) Nossa presença no mundo da cidade:
• Buscar formas de atendimento personalizado.
• Fortalecer o protagonismo dos leigos/as.
• Converter as estruturas a serviço da missão.
• Dialogar e buscar formas de colaboração
e alianças com os leigos/as preparados/as, com as forças vivas da cidade,
em favor da vida e do Reino.
• Optar por morar nas periferias das cidades.
• Capacitar os Frades para acompanhar os
trabalhos específicos da cidade, com a
metodologia de visitar, escutar, começar,
71
atender, organizar e celebrar.
• Buscar presenças novas: prisões, moradores de rua, marginalizados de todas as
espécies.
• Descobrir e criar um jeito sempre novo
naquilo que fazemos nas velhas estruturas e nas novas.
f) Nossa presença na educação:
• Elaborar nova proposta evangelizadora
que ajude a pensar e a elaborar um plano
de evangelização provincial para os centros educativos, com acentos próprios
aos novos contextos.
• Traduzir os elementos de JPIC para o âmbito educativo, acentuando a justiça como
restituição e forma de estabelecer as nossas relações com o corpo docente e como
modelo ético que integre o econômico, o
ecológico e a visão das relações sociais.
• Promover o diálogo em suas distintas
propostas interculturais, inter-religiosas
e ecumênicas, ajudando na aproximação
com os diferentes atores institucionais e
gerando uma cultura profética, por ser
acolhedora, de escuta e de integração.
• Aproveitar elementos do cuidado pastoral das vocações para elaborar planos de
acompanhamento e de formação dos
agentes de pastoral.
• Fortalecer a missão compartilhada com
a comunidade educativa, incentivando o
modelo de gestão franciscana e o modelo eclesial de comunhão com dimensão
profética e de anúncio do Reino.
• Investir, prioritariamente, na dimensão
evangelizadora da educação, oferecendo
formação aos agentes da educação, material apropriado, vivência religiosa criativa, a partir da espiritualidade franciscana que crie sensibilidade pelos excluídos, pela missão e pela vida de oração.
• Ter os seguintes acentos na pastoral educativa:
– uma pastoral personalizada que
oriente a um projeto de vida;
– vivência religiosa criativa, a partir da
busca e interesse dos alunos;
– formação de catequistas, educadores
e diretores na Espiritualidade franciscana;
72
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
– atividades que facilitem vida contemplativa e nova sensibilidade social
junto aos excluídos;
– recursos econômicos para as atividades.
g) Pastoral Paroquial:
• Renovar nossa presença evangelizadora
e missionária nas paróquias:
– com relação à dimensão fraterna,
acentuar que a pastoral paroquial seja
assumida pela Fraternidade, com, ao
menos, três Frades, com projeto de
vida fraterna e de evangelização, promovendo uma Eclesiologia de comunhão fraterna, em sintonia com a
Igreja local;
– com relação aos leigos e leigas: acentuar a formação integral como discípulos/as e missionários/as, também
nos valores franciscanos, outorgando-lhes espaço e protagonismo em tudo o que lhes compete, apoiando a
OFS e criando grupos missionários
franciscanos;
– com relação à missão: assegurar uma
presença real entre os afastados; promover o diálogo ecumênico e intercultural; inserir-se no mundo da cultura e da política e promover o primeiro anúncio aos batizados não
evangelizados;
– com relação à pastoral social: acentuar a promoção e defesa da dignidade humana, a solidariedade entre as
paróquias e a Província;
– com relação à minoridade: acentuar
que somos servidores e não donos das
paróquias, que nos cabe ir e estar entre os mais marginalizados;
– com relação à conversão: acentuar a
necessidade de uma conversão pastoral dos Irmãos de Formação permanente e inicial no que se refere ao
conceito e à gestão da paróquia: de fato, devemos ser evangelizadores e
não burocratas ou funcionários;
– com relação à Fraternidade provincial: acentuar a necessidade de um
trabalho orgânico que garanta a continuidade de processos através de um
animador do ministério pastoral nas
paróquias, membro da Secretaria da
Evangelização provincial.
h) Nossa atuação nos meios de comunicação social:
• Capacitar Frades para atuar nos meios de
comunicação social. Abrir centros de
apoio para o uso positivo da internet, rádio e televisão. Incentivar cada Entidade
para que tenha a sua página na Internet, a
fim de facilitar as comunicações e veicular matérias na área de evangelização.
i) Diálogo ecumênico e inter-religioso:
• Desenvolver a sensibilidade ao Diálogo
em nossas Entidades, tornando-o presente, na Formação inicial e permanente,
em termos práticos e teóricos, acolhendo
os subsídios do Serviço do Diálogo da
Ordem, participando das instâncias ecumênicas e inter-religiosas das regiões, de
celebrações e encontros diversos, bem
como em ações de colaboração a favor
da vida, da promoção humana, da justiça, da paz e integridade da criação.
j) Nossa presença no mundo rural:
• Estabelecer e sustentar Fraternidades inseridas no meio rural, para que promovam projetos solidários a serviço do desenvolvimento integral dos camponeses
empobrecidos.
• Criar, em cada Província, a equipe de
Pastoral da terra, que acompanhe os
camponeses na inculturação da liturgia e
da catequese.
• Criar no mundo urbano a consciência social da contribuição alimentar e ambiental dos camponeses em relação à cidade
e do apoio técnico que esta pode dar ao
campo.
5.2. Propostas concretas:
Estas propostas serão levadas à próxima
Assembléia da UCLAF para estudo, apreciação e encaminhamentos. Algumas das
propostas, independente da aprovação ou
não, pela UCLAF, poderão ser assumidas
por uma ou mais Províncias ou Conferências.
E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE
a) Missão ad gentes:
• Abrir uma Fraternidade interprovincial
na América Latina, à semelhança da Fraternidade internacional de Bruxelas e em
colaboração com o Curso de Evangelização, de Petrópolis, a fim de preparar os
missionários latino-americanos para as
missões ad gentes, seja para a própria
América Latina (vicariatos apostólicos,
povos indígenas e povos afro-descendentes), seja para as missões da Ordem.
• Fazer desencadear mecanismos já existentes na Ordem e previstos nos Estatutos Gerais para a animação missionária
nas Províncias, nomeando o Moderador
das missões, distinto do Secretário para
a evangelização; constituir o conselho
interprovincial para a evangelização
missionária na Conferência; organizar a
união missionária franciscana; inserir a
evangelização na ratio formationis provinciae; animando os missionários leigos franciscanos, a JUFRA e a OFS.
b) Nossa missão e nosso compromisso na
Amazônia:
• Assumir as orientações e as propostas do
Seminário de Manaus, realizado em fevereiro de 2008, e expressas no seu documento final, estando conscientes da
importância da Amazônia para a Humanidade, para o planeta e, portanto, também para a Ordem e para toda a Família
Franciscana.
• Assumir, por parte das Conferências latino-americanas, a Amazônia como prioridade, envolvendo a Ordem toda, prevendo trabalho de sensibilização entre os
Frades.
• Buscar alianças mais efetivas, em conjunto com Congregações religiosas, organizações locais e internacionais, como
Franciscans International, GreenPeace
e outros.
c) Master em Evangelização:
• Aderir ao projeto de uma formação qualificada em nossas práticas evangelizadoras e
missionárias, através do curso Master em
Evangelização, no Instituto Teológico
Franciscano de Petrópolis, Brasil.
73
d) Participação dos leigos e das leigas:
• Oportunizar aos leigos e leigas maiores
responsabilidades junto aos nossos trabalhos.
• Acolher as capacidades profissionais
dos leigos/as para enriquecer o trabalho
pastoral.
• Valorizar o olhar e a reflexão dos leigos/as sobre a realidade e as pessoas.
• Dar espaço aos leigos/as na elaboração
dos projetos e na sua execução.
e) Nossa presença junto aos jovens:
• Realizar dois encontros de jovens missionários franciscanos: em nível de Província, no ano de 2009, e em nível latino-americano, no ano de 2010.
f) Nossa presença na Educação:
• Elaborar um plano de evangelização para os nossos centros educativos, destacando uma política clara para a nossa
presença educativa, formação dos Frades, dos agentes educativos, docentes,
famílias e testemunho dos que aí trabalham.
g) Nosso compromisso com JPIC:
• Revisar e avaliar as cinco decisões de
JPIC do Capítulo Geral de 2003, tendo
em vista a sua execução e seu aprofundamento nas quatro Conferências da
América Latina e do Caribe.
h) Diálogo ecumênico e inter-religioso:
• Interessar-se pelo II Seminário sobre o
diálogo ecumênico e inter-religioso no
contexto latino-americano, a realizar-se
em 2009, na Colômbia.
• Indicar um frade para o serviço do Diálogo no Secretariado provincial da Evangelização e Missões.
• Participar de Cursos que a Fraternidade
de Istambul oferece, a cada ano, sobre o
Diálogo Inter-religioso e Ecumênico.
Conclusão
Como Fraternidade contemplativa de
menores em missão, fomos convocados e
acompanhados pelo Espírito do Senhor nes-
74
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
te Congresso Missionário Latino-americano. Tomamos consciência da urgência de
recriar, com audácia e lucidez, nossa presença evangelizadora e missionária. Fomos
sensibilizados a abrir-nos a novas formas de
encarnação da utopia franciscana, em atitude de discípulos e missionários frente aos
desafios atuais da América Latina e do Caribe e da nossa Fraternidade universal.
Invocamos a presença de Nossa Senhora, nos seus diferentes nomes entre os povos
de nosso continente, de nosso Pai São Francisco, de Santa Clara e dos nossos Santos e
Santas missionários para que nos acompanhem na celebração e renovação do nosso
ardor missionário.
E POSTULATIONE GENERALI
1. Venerabili Servae Dei Mariae Caelinae a Praesentatione (in saeculo:
Ioannae Germanae Castang) Beatorum honores decernuntur
BENEDICTUS PP. XVI
Ad perpetuam rei memoriam.
«Mundanas relinquens vestes, a Iesu requiram ut ex corde meo omnem inutilem
cogitationem avertat mihique religiosum
donet spiritum; induens clarissae habitum,
a Sponso meo poscam ut me spiritu operiat
mortificationis, renuntiationis et paenitentiae; cingulo me praecingens, Ipsum precabor ut me liberet a falsa libertate et sibi coniungat vinculis sui sancti amoris; mihi imponens sacrum velum, Eum suppliciter
orabo ut a creaturarum intuitu me abscondat. Ego abscondita in Deo vivere cupio».
Haec proposita, quae Venerabilis Serva
Dei Maria Caelina a Praesentatione (in saeculo: Ioanna Germana Castang) in vigilia
suae religiosae vestitionis expressit, eius
manifestant voluntatem sese plane Domino
offerendi, in libertate ab onmi superfluo terrestri vinculo. Revera, inter multas tribulationes et aegrotationes quas subiit ipsa fidenter se in brachia Christi commisit, paratam se declarans ad Eius sanctam
complendam voluntatem.
Haec fidelis Redemptoris assecla m Galliae loco vulgo dicto Nojals die XXIII mensis Maii anno MDCCCLXXVIII orta est. Familia ei tradidit congruam christianam institutionem. Quattuor circiter annos nata affecta
est poliomyeliti, qui morbus eius pedem sinistrum affecit. Scholam frequentavit quam
Sorores Sancti Ioseph de Aubenas moderabantur. Non obstante infirmitate, in operibus domesticis navam dabat operam, sollicitam curam adhibuit de suis fratribus atque
actuosam exsequebatur partem in vita paroeciali. Propter graves oeconomicas difficultates apud familiam coacta est domum
derelinquere ubi nata erat et transmigrare in
locum vulgo dictum Salabert. His difficilioribus in adiunctis altiorem spiritualem maturitatem demonstravit, serena permanens
et amoena cum omnibus. Modo ut caros
suos adiuvaret, vicum peragrabat ad quaerendam eleemosynam.
Anno MDCCCXCI sectionem chirurgicam
passa est m pede apud valetudinarium Burdigalae, quo interea transmigraverat. Degens ibi firmo eminuit animo quo infirmitatem perferebat et deditione qua aliorum aegrotantium necessitatibus succurrebat, eis
solacium ferens eisque parva praestans ministeria. E valetudinario dimissa, ingressa
est institutum “Refugium Nazareth” Soromm Iesu et Mariae a Le Dorat, quod iuvenes excipiebat in difficultate versantes.
Anno MDCCCXCII laetanter ac ferventer suscepit Primam Communionem atque Confirmationem. Insuper nomen dedit Congregationi “Filiarum Mariae”, videlicet piae
consociationi quae apud Refugium est instituta. Excelluit exacta observatione qua officia cotidie exsequebatur ac eodem tempore
vocationem ad vitam consecratam maturavit. A variis institutis est repulsa tam iuvenilis aetatis quam physicae deformationis
causa. Mansit igitur apud hoc “Refugium
Nazareth” usque ad duodevicesimum expletum annum, corde suo propositum servans sese plane Domino vovendi.
Denique anno MDCCCXCVI accepta est a
Sororibus Clarissis monasterii “Ave Maria”
siti in suburbio Burdigalae vulgo dicto Talence, quae magni aestimaverunt eius amabilitatem ac docilitatem ad Domini consilia.
Eodem anno, die XII mensis lunii, in sollemnitate Sacri Cordis lesu, ingressa est postulatum, ac die XXI mensis Novembris novitiae religiosum induit habitum et nomen
religiosum suscepit Mariam Caelinam a
Praesentatione Beatae Virginis Mariae. Magno fervore vixit sui novitiatus tempus, progrediens m via mortificationis et abscondi-
76
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
ta vita. Amabilem se ostendit erga sorores
ac prompte Superioribus obsequentem.
Caritas compulit eam ut se Domino offerret veluti victimam ac desiderium manifestaret ut fieret «viola humilitatis, rosa caritatis, lilium puritatis». Ex oratione incessanti atque devotione erga Eucharistiam et
Virginem Mariam vires hauriebat ut exemplari modo consecrationem Christo viveret.
Caritate et aequo animo onmes iuvit, prudens in consiliis, sedula in sanctificationis
mediis seligendis, fervens in propriis officiis servandis et evangelicis propositis exercendis. Eminenti fortitudine innumeras pertulit tribulationes magnaque incommoda a
puerili quidem aetate. Totam prorsus vitam
suam gessit in condicione egestatis et paupertatis, de qua tamen ipsa numquam conquerebatur. Humilitas praecipuam eius spiritualitatis constituit indolem.
Confidit semper Divinae Providentiae
atque intuitum in bona caelestia convertit
ita ut, gravi forma phthisis affecta, sorori
suae scripsit: «Dies mortis meae pulcherrimus mihi erit». Postquam vota religiosa “in
articulo mortis” nuncupavit, domum Patris
caelestis migravit die XXX mensis Maii anno MDCCCXCVII.
Propter diffusam famam sanctitatis Archiepiscopns Burdigalensis anno MCMX
Causam beatificationis et canonizationis incohavit per celebrationem processus ordinarii. Processus quidem rogatoriales facti
sunt Tornaci, Vesunnae, Augustoriti et Gratianopoli. Rite peractis rebus iure statutis,
coram Venerabili Decessore Nostro Pio XII
die XXII mensis lanuarii anno MCMLVII promulgatum est Decretum super virtutibus
theologalibus, cardinalibus iisque adnexis a
Venerabili Serva Dei heroico in gradu exercitis. Deinde Nos Ipsi per Decretum die XVI
mensis Decembris anno MMVI datum miraculum eiusdem intercessioni adscriptum
comprobavimus. Denique eam Beatae titulo honestandam decrevimus atque statuimus ut ritus beatífícationis Burdigalensi m
urbe ageretur die XVI mensis Septembris insequentis anni.
Hodie igitur Burdigalae de mandato Nostro Venerabilis Frater Noster Iosephus
S.R.E. Cardinalis Saraiva Martins, Praefec-
tus Congregationis de Causis Sanctomm,
textum Litterarum Apostolicarum legit,
quibus Nos Venerabilem Servam Dei Mariam Caelinam a Praesentatione BVM (in
saeculo: Ioannam Germanam Castang) in
Beatorum numerum adscribimus: Nos, vota
Fratris Nostri Ioannis Petri S.R.E. Cardinalis Ricard, Archiepiscopi Burdigalensis,
necnon plurimorum aliorum Fratrum in
Episcopatu multorumque christifidelium
explentes, de Congregationis de Causis
Sanctorum consulto, auctoritate Nostra
Apostolica facultatem facimus ut Venerabilis Serva Dei Maria Caelina a Praesentatione (in saeculo Ioanna Germana Castang), virgo, monialis professa II Ordinis
Sancti Francisci (Clarissa), fulgidum humilitatis et patientiae exemplum, quae laeta
Crucis vixit mysterium, Beatae nomine in
posterum appelletur, eiusque festum die tricesima Maii, qua ad caelum orta est, ín locis et modis iure statutis quotannis celebrari possit. In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti.
Quod autem decrevimus, volumus et
nunc et in posterum tempus vim habere,
contrariis rebus quibuslibet non obsistentibus.
Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo
Piscatoris, die XVI mensis Septembris, anno MMVII,
Pontificatus Nostri tertio.
2. Decretum super virtutibus Ven. SD
Francisci Mottola
CONGREGATIO
DE CAUSIS SANCTORUM
MILETEN.-NICOTRIEN.–TROPIEN.
Beatificationis et Canonizationis Ven. Servi
Dei FRANCISCI MOTTOLA sacerdotis dioecesani fundatoris instituti saecularis oblatarum S. Cordis (1901-1969)
«In Christo Iesu per evangelium ego
vos genui» (1Cor 4,15).
Haec verba Beati Pauli apostoli, dum
spirituale quoddam parentis munus in fide
scienter affirmant, ad vitam et opera Servi
Dei Francisci Mottola, qui tamquam exem-
E POSTULATIONE GENERALI
plar dioecesani sacerdotis effulsit, usque redundant.
Hic Servus Dei nobili, quamvis iam prolapso genere natus est Tropeae, in regione
videlicet Catacensi, in Bruttiis, die 3 mensis Ianuarii, anno 1901, biduoque post baptismate sancto rite ablutus est.
Primam aetatem, quam ceterum ipse pia
hominum societate deguit, voluntarius matris interitus contristavit: qui quidem eventus ingenium pueri vehementer excruciavit,
qui deinceps immatura fratris morte amplius exercitus est. Etiam propter haec animus adulescentuli, qui interea seminarium
ingressus erat, procul dubio magis magisque conformabatur, non solummodo alacritate, intellegendi vi, poëtico spiritu, verum etiam magnis quibusdam exceptionibus, ut puta iracundia, nimia diligentia et
severitate, sollicitudine, litium cupiditate,
superbia. Attamen tempus, quo suo ipse ingenio excolendo operam dedit, vere palaestra conversionis fuit, qua adulescens, cum
interiorem vitam corroboravit, tum, quid
Deus de eo statuisset, gradatim anquisivit,
adeo ut animus haud simplex ad actionem
divinae gratiae promptus tunc inveniretur,
cum Franciscus sacro presbyteratus ordine
insignitus est.
Servus Dei in variis campis pastoralibus
ministerium exercuit: nam idem sacras conciones habuit, sacramenta impertiit, pietatis
magister fuit, litteris artique diurnariorum
operam dedit, caritatem re adhibuit, incepta
spiritualia et culturalia instruxit.
Cum autem factus esset rector seminarii
dioecesani, in quo ipse praeceptor et animorum moderator antea fuerat, vigilans ac
prudens iuventutis magister evasit, sed
maxime auctor qui animos omnium inflammaret, idemque promptus cum ad dignoscendas temporum notas, tum ad quaerendas occasiones bene faciendi, quas quidem
nova societatis fermenta postulabant.
Zelus eius expressus est etiam per varia
incepta apostolica, quae ipse summo sese
devovendi studio usque promovit. Nam
idem pro certo semper affirmavit non modo
religionis sensum animique culturam nulla
dilatione clero dioecesano penitus instauranda esse, quod quidem ipse fovit per fra-
77
terna concilia, precationis studiique causa
habita, sed etiam laicos apostolicae navitati
implicandos esse, utpote qui, tamquam fermentum, veram societatis progressionen efficerent.
Eminet in vita Francisci charisma oblativi amoris, quod ipse, dum id omnibus indefesse proponit, summa constantia exercuit.
Ex hac iudicandi ratione intellegitur etiam
cur ipse Actioni Catholicae operam navaverit multaque incepta promoverit, quibus voluntario munere infirmos, pauperes, senes,
homines a vita sociali exclusos, orbatos,
inopes denique, re sublevarentur; sed etiam
cur ipse pluries conatus sit quasdam formas
congregationis sacerdotum vel laicorum
creare, in quibus principem quidem locum
obtinet Institutum Saeculare Oblatarum a
Sacratissimo Corde.
Servus Dei maxima scripta exaravit, in
quibus ipse, dum animum praesertim ad res
Ecclesiae Bruttiorum intendit, etiam ad
maiora proposita de re theologica, ascetica,
mystica spatiatur. Multae commentationes,
quae ipsa elegantia animos legentium alliciunt, fidei fundamenta et facta eius temporis tradunt, dum sermonem cum hominibus,
qui eo tempore erant, constanter conferunt,
ideoque ingenii vim, animi hominem perspicaciam, gravem denique doctrinam auctoris ostendunt. Quae igitur ipse de animi
cultura proposuit, cum eorum caput esset
necessarie Christus, genuinum humanismum christianum breviter describere possunt.
Cum autem sacerdos hic per integrum
vitae suae curriculum proelio contra indocilem naturam, qua ipse praeditus erat, numquam abstinuit, tum humanas eius exceptiones fides perfecit et superavit. Experientia, quam Servus Dei spirituali usu accepit,
exstructa est circum nucleos quosdam, qui
in hoc potiores habendi sunt. Ipse enim per
orationem rerumque caelestium contemplationem fidenter divinae Providentiae se tradidit; summa religione Cor Iesu in eucharistico convivio prosecutus est, qui pietate
quoque erga Deiparam claruit; caritatem,
tum in Deum, tum in proximum, herois in
modum exercuit; voluntaria sui ipsius refrenatione studioque aliis officia praestandi
78
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
eminuit; denique humilem, severam, pudicam rationem vitae inivit.
Labentibus annis, infeliciter accidit ut
precariae valetudinis indicia manifesta fierent, adeo ut morbus quidam, per viginti
septem annos productus, dolorem assiduum
ei afferret. Franciscus autem, animi tranquillitate gradatim adepta, precandi fervorem atque apostolicam navitatem adauxit,
Christi passionibus, tamquam conscia victima, socius factus, Crucisque mysterium
amore ac simplicitate amplexus. Mox vero
corporis dolores etiam aegrimoniae, eaeque
propter aliorum invidiam et inclementiam,
cumularunt, quibus animus eius valde afflictus est.
Servus Dei in patria mortuus est die 29
mensis Iunii, anno 1969.
Ob increbrescentem sanctimoniae famam Exc.mus Episcopus Nicotriensis-Tropiensis Causae Beatificationis et Canonizationis initium fecit per Inquisitionem Dioecesanam, a die 11 mensis Februarii anni
1982 ad diem 29 mensis Iunii anni 1988
conditam, cuius vim iuridicam haec Congregatio de Causis Sanctorum ratam duxit
per decretum die 22 mensis Iunii, anno
1990, latum. Positione confecta, die 23
mensis Martii, anno 2007, habitus est Congressus Consultorum Theologorum, qui,
postquam more tralaticio disputarunt num
Dei Servus evangelicas virtutes in gradu heroico exercuisset, suam favorabilem aperuere sententiam. Amplissimus denique
Purpuratorum Patrum et Antistitum Coetus,
in Comitiis Ordinariis quae die 6 mensis
Novembris, eodem anno 2007, gesta sunt,
audita relatione Exc.mi D.ni Hieronymi
Grillo, Episcopi emeriti CentumcellarumTarquiniensis, Causae Ponentis, agnoverunt
Franciscum Mottola, Dei Servum, theologales et cardinales iisque adnexas virtutes,
heroico quidem in gradu, exercuisse.
Facta postmodum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Benedicto XVI per infrascriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Beatissimus Pater, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens
rataque habens, subsignata die pronuntiavit: Constare de virtutibus theologalibus
Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in
proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Temperantia et Fortitudine, eisque adnexis, in gradu heroico, Servi Dei
Francisci Mottola, sacerdotis dioeceseos
Tropiensis, Fundatoris Instituti saecularis
Oblatarum S. Cordis, in casu et ad effectum
de quo agitur.
Mandavit autem Beatissimus Pater ut
praesens decretum publici iuris fieret et in
acta Congregationis de Causis Sanctorum
referretur.
Datum Romae, die 17 mensis Decembris
A. D. 2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Praefectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiep. tit. Biccarensis
a Secretis
3. Ponens in Causa SD M. Fidelis Weiss
eligitur
CONGREGATIO
DE CAUSIS SANCTORUM
Prot. N. 226-21/05
MONACEN. ET FRISIGEN. Beatifícationis et Canonizationis Servae Dei MARIAE
FIDELIS (In saeculo: Eleonorae Margaritae
Weiss) Religiosae professae Tertii Ordinis
Sancti Francisci.
Cum Causa Beatifícationis et Canonizationis Servae Dei Mariae Fidelis (in saeculo: Eleonorae Margaritae Weiss), Religiosae professae Tertii Ordinis Sancti Francisci, suo indigeat Ponente, Rev.mus P. Lucas
De Rosa, Postulator Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab hac Congregatione de
Causis Sanctorum petit ut, ex Patribus eidem Congregationi praepositis, Ponentem
praefatae Servae Dei Causae eligere ac deputare benigne dignetur.
Haec Congregatio, attentis expositis,
precibus annuit, et Exc.mum ac Rev.mum
Dominum D. Petrum Georgium Nesti, Archiepiscopum emeritum CamerinensemSancti Severini in Piceno, Ponentem Cau-
E POSTULATIONE GENERALI
sae praefatae Servae Dei Mariae Fidelis (In
saeculo: Eleonorae Margaritae Weiss), omnibus cum iuribus et facultatibus necessariis
et opportunis, elegit et nominavit. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 20 mensis Februarii A.D.
2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Præfectus
† EDUARDUS NOVAK
Archiepisopus tit. Lunensis
a Secretis
4. Validitas iuridica Inquisitionis in
Causa SD Aloisiae Velotti declaratur
CONGREGATIO
DE CAUSIS SANCTORUM
Prot. N. 235-10/07
NEAPOLITANA Beatificationis et Canonizationis Servae Dei MARIAE ALOISIAE A SS.MO
SACRAMENTO (In saeculo: Mariae Velotti) e
Tertio Ordine Sancti Francisci Fundatricis Sororum Adoratricum Sanctae Crucis.
In Ordinario Congressu, die 14 mensis
Decembris huius anni 2007 celebrato, haec
Congregatio de Causis Sanctorum sequens
dubium disceptavit, nimirum: «An constet de
validitate Processus Informativi et Inquisitionis Dioecesanae Suppletivae, apud Curiam ecclesiasticam Neapolitanam peractorum, super vita et virtutibus necnon fama
sanctitatis Servae Dei Mariae Aloisiae a
Ss.mo Sacramento (in saeculo: Mariae Velotti), e Tertio Ordine Sancti Francisci et
Fundatricis Sororum Adoratricum Sanctae
Crucis: testes sint rite recteque examinati et
iura producta legitime compulsata in casu et
ad effectum de quo agitur».
Haec porro Congregatio, attento voto ex officio redacto reque diligenter perpensa, rescripsit: AFFIRMATIVE, seu constare de validitate
eorundem Processuum in casu et ad effectum
de quo agitur, sanatis de iure sanandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
79
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 14 mensis Decembris A.D.
2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Præfectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepisopus tit. Biccarensis
a Secretis
5. Facultas Transumptum Inq. dioec. in
Causa SD Z. Negroni aperiendi
CONGREGATIO
DE CAUSIS SANCTORUM
Prot. N. 2189-4/07
ALBANEN. Beatificationis et Canonizationis Servi Dei ZACHARIAE NEGRONI Christifídelis Laici.
In Ordinario Congressu, die 14 mensis
Decembris huius anni 2007 celebrato, haec
Congregatio de Causis Sanctorum sequens
dubium disceptavit, nimimm: «An constet
de validitate Inquisitionis Dioecesanae,
apud Curiam ecclesiasticam Albanensem
peractae, super víta et virtutibus necnon fama sanctitatis Servi Dei Zachariae Negroni, Christifidelis Laici: testes sint rite recteque examinati et iura producta legitime
compulsata in casu et ad effectum de quo
agitur».
Haec porro Congregatio, attento voto ex
offício redacto reque diligenter perpensa,
rescripsit: AFFIRMATIVE, seu constare de validitate eiusdem Inquisitionis Dioecesanae
in casu et ad effectum de quo agitur, sanatis
de iure sanandis. Contrariis non obstantibus
quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 14 mensis Decembris A.D.
2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Præfectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepisopus tit. Biccarensis
a Secretis
80
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
6. Ponens in Causa SD Michaëlangeli
Longo eligitur
CONGREGATIO
DE CAUSIS SANCTORUM
Prot. N. 242-17/03
NEAPOLITANA. Beatifícationis et Canonizationis Servi Dei MICHAËLIS ANGELI A
MARILIANO (In saeculo: Michaëlis Angeli
Longo) Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum.
Cum Causa Beatifícationis et Canonizationis Servi Dei MichaëlisAngeli a Mariliano (in
saeculo: Michaëlis Angeli Longo), Sacerdotis
professi Ordinis Fratrum Minorum, suo indigeat Ponente, Rev.mus P. Lucas De Rosa, eiusdem Ordinis Postulator Generalis, ab hac
Congregatione de Causis Sanctorum petit ut,
ex Patribus eidem Congregationi praepositis,
Ponentem praefati Servi Dei Causae eligere ac
deputare benigne dignetur.
Haec Congregatio, attentis expositis, precibus annuit, et Exc.mum ac Rev.mum Dominum D. Linum Fumagalli, Episcopum Sabinensem-Mandelensem, Ponentem Causae
Beatificationis et Canonizationis praefati
Servi Dei Michaelis Angeli a Mariliano (in
saeculo: Michaëlis Angeli Longo), omnibus
cum iuribus et facultatibus necessariis et
opportunis, elegit et nominavit. Contrariis
non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 7 mensis Ianuarii A.D.2008.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Præfectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepisopus tit. Biccarensis
a Secretis
7. Facultas datur Transumptum Inq.
dioec. in Causa SD C. Gatti aperiendi
CONGREGATIO
DE CAUSIS SANCTORUM
Prot. N. 2468-2/08
PATAVINA. Beatifícationis seu Declarationis Martyrii Servi Dei CLEMENTIS GATTI
Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum in odium Fidei, uti fertur, interfecti.
Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator
Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab
hac Congregatione de Causis Sanctorum
petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam Patavinam peractae, super vita et martyrio necnon
fama martyrii Servi Dei Clementis Gatti,
Sacerdotis professi eiusdem Ordinis, in
odium Fidei, uti fertur, interfecti, clausum
sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis, aperiri possit.
Haec porro Congregatio, attentis expositis, pro gratia iuxta preces benigne annuit:
servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 11 mensis Ianuarii A.D.
2008.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Præfectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepisopus tit. Biccarensis
a Secretis
8. Validitas iuridica Inquisitionis dioec.
in Causa SD A. Seghezzi declaratur
CONGREGATIO
DE CAUSIS SANCTORUM
Prot. N. 1768-12/06
BERGOMEN. Beatificationis et Canonizationis Servi Dei ANTONII SEGHEZZI Sacerdotis Dioecesani.
In Ordinario Congressu, die 25 mensis lanuarii huius anni 2008 celebrato, haec Congregatio de Causis Sanctorum sequens dubium disceptavit, nimirum: «An constet de validitate Inquisitionis Dioecesanae, apud
Curiam ecclesiasticam Bergomensem peractae, super vita et virtutibus necnon fama sanctitatis Servo Dei Antonii Seghezzi, Sacerdotis
81
E POSTULATIONE GENERALI
Dioecesani: testes sint riíe recteque examinati
et iura producta legitime compulsata in casu
et ad effectum de quo agitur».
Haec porro Congregatio, attento voto ex officio redacto reque diligenter perpensa, rescripsit: AFFIRMATIVE, seu constare de validitate
eiusdem Inquisitionis Dioecesanae in casu et
ad effectum de quo agitur, sanatis de iure sanandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 25 mensis Ianuarii
A.D.2008.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Præfectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepisopus tit. Biccarensis
a Secretis
9. Ponens in Causa SD Francisci I. Bonifacio nominatur
CONGREGATIO
DE CAUSIS SANCTORUM
Prot.N. 1211-9/08
TERGESTINA. Beatifícationis seu Declarationis Martyrii Servi Dei FRANCISCI
IOANNIS BONIFACIO Sacerdotis Dioecesani
In odium Fidei, uti fertur, interfecti.
Cum Causa Beatificationis seu Declarationis Martyrii Servi Dei Francisci loannis Bonifacio, Sacerdotis Dioecesani, in odium Fidei,
uti fertur, interfecti, suo indigeat Ponente,
Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator legitime constitutus in eiusdem Servi Dei Causa, ab
hac Congregatione de Causis Sanctorum petit
ut, ex Patribus eidem Congregationi praepositis, Ponentem praefati Servi Dei Causae eligere ac deputare benigne dignetur.
Haec Congregatio, attentis expositis,
precibus annuit, et Exc.mum ac Rev.mum
Dominum D. Linum Fumagalli, Episcopum
Sabinensem-Mandelensem,
Ponentem
Causae Beatificationis seu Declarationis
Martyrii praefati Servi Dei Francisci loannis Bonifacio, omnibus cum iuribus et facultatibus necessariis et opportunis, elegit
et nominavit. Contrariis non obstantibus
quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 30 mensis Ianuarii
A.D.2008.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Præfectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepisopus tit. Biccarensis
a Secretis
10. Relator Causae SD Zachariae Negroni nominatur
CONGREGAZIONE
DELLE CAUSE DEI SANTI
Prot. N. 2189-5/08
Vaticano, 13 febbraio 2008
Il Congresso Ordinario di questo Dicastero, in data 1 febbraio 2008 ha affidato al
Rev.mo Relatore P. Cristodoro Bove, OFMConv, la Causa ALBANEN. del S. di D.
Zaccaria Negroni.
Pertanto il Postulatore è invitato a presentare allo stesso Relatore il Collaboratore
esterno per lo studio della Causa.
MARCELLO BARTOLUCCI
Sottosegretario
___________________
Reverendissimo
P. Luca De Rosa OFM
Postulatore della Causa
11. Validitas iuridica Inquisitionis dioec.
in Causa SD M. Saravia declaratur
CONGREGATIO
DE CAUSIS SANCTORUM
Prot. N. 1279-9/06
ICEN. Beatificationis et Canonizationis
Servae Dei MELCHIORAE SARAVIA TASAYCO
e Tertio Ordine Saeculari Sancti Francisci.
82
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
In Ordinario Congressu, die 15 mensis
Febmarii huius anni 2008 celebrato, haec Congregatio de Causis Sanctorum sequens dubium disceptavit, nimirum: «An constet de validitate Inquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam Icensem peractae, super
víta et virtutibus necnon fama sanctitatis et signorum Servae Dei Melchiorae Saravia Tasayco, e Tertio Ordine Saeculari Sancti Francisci: testes sint rite recteque examinati et iura
producta legitíme compulsata in casu et ad effectum de quo agitur».
Haec porro Congregatio, attento voto ex
officio redacto reque diligenter perpensa, rescripsit: AFFIRMATIVE, seu constare de validitate eiusdem Inquisitionis in casu et ad effectum de quo agitur, sanatis de iure sanandis.
Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem
Congregationis, die 15 mensis Febmarii
A.D. 2008.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Præfectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepisopus tit. Biccarensis
a Secretis
12. Validitas iuridica Inquisitionis super
miro in Causa B. Baptistae Varano declaratur
CONGREGATIO
DE CAUSIS SANCTORUM
Prot. N.2381-12/08
CAMERINEN.-SANCTI SEVERINI IN
PICENO. Canonizationis Beatae Baptistae
Varano (seu Camillae Baptistae a Varano)
Monialis professae Ordinis Clarissarum
Fundatricis Monasterii Sanctae Clarae civitatis Camerini.
In Ordinario Congressu, die 15 mensis Februarii huius anni 2008 celebrato, haec Congregatio de Causis Sanctomm sequens dubium
disceptavit, nimirum: «An constet de validitate Inquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam Camerinensem-Sancti Severini ín
Piceno peractae, super asserta mira sanatio-
ne puellae Cloeliae Ottaviani, per intercessionem Beatae Baptistae Varano seu Camillae
Baptistae a Varano, Monialis professae Ordinis Clarissarum et Fundatricis Monasterii
Sanctae Clarae civitatis Camerini, obtenta: testes sint rite recteque examinati et iura produca legitime compulsata in casu et ad effectum
de quo agitur».
Haec porro Congregatio, attento voto ex
officio redacto reque diligenter perpensa,
rescripsit: AFFIRMATIVE, seu constare de validitate eiusdem Inquisitionis Dioecesanae
in casu et ad effectum de quo agitur, sanatis
de iure sanandis. Contrariis non obstantibus
quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 15 mensis Febmarii A.D.
2008.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Præfectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepisopus tit. Biccarensis
a Secretis
13. Relator in Causa SD Aloisii Sodo nominatur
CONGREGATIO
DE CAUSIS SANCTORUM
Prot. N. 748-9/08
Vaticano, 25 febbraio 2008
Il Congresso Ordinario di questo Dicastero, in data 15 febbraio 2008 ha affidato al
Rev.mo Relatore P. Cristoforo Bove, OFMConv, la Causa CERRETANA-THELESINA-S. AGATHAE GOTHORUM del S. di
D. Luigi Sodo.
Pertanto il Postulatore è invitato a presentare allo stesso Relatore il Collaboratore
esterno per lo studio della Causa.
MARCELLO BARTOLUCCI
Sottosegretario
_____________________________
Reverendissiomo
P. Luca De Rosa OFM
Postulatore della Causa
E POSTULATIONE GENERALI
14. Validitas iuridica Inq. dioec. in Causa
SD Rosae Staltari declaratur
CONGREGATIO
DE CAUSIS SANCTORUM
Prot. N. 2378-5/07
LOCREN.-HIERACEN. Beatificationis
et Canonizationis Servae Dei ROSAE STALTARI Religiosae professae Congregationis
Filiarum A Maria Ss.ma Co-Redemptrice.
In Ordinario Congressu, die 22 mensis
Februarii huius anni 2008 celebrato, haec
Congregatio de Causis Sanctomm sequens
dubium disceptavit, nimirum: «An constet
de validitate Inquisitionis Dioecesanae,
apud Curiam ecclesiasticam LocrensemHieracensem peractae, super vita et virtutibus necnon fama sanctitatis et signorum
Servae Dei Rosae Staltari, Religiosae professae Congregationis Filiarum a Maria
Ss.ma Co-Redemptrice: testes sint rite recteque examinati et iura producta legitime
compulsata in casu et ad effectum de quo
agitur».
Haec porro Congregatio, attento voto ex
officio redacto reque diligenter perpensa,
rescripsit: AFFIRMATIVE, seu constare de validitate eiusdem Inquisitionis Dioecesanae
in casu et ad effectum de quo agitur, sanatis
de iure sanandis. Contrariis non obstantibus
quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 22 mensis Februarii
A.D.2008.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Præfectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepisopus tit. Biccarensis
a Secretis
15. Competentia fori in Causa SD A. Alessandrini Archiepiscopo Ianuensi datur
CONGREGATIO
DE CAUSIS SANCTORUM
Prot.N. 2823-1/07
83
IANUEN. Beatificationis et Canonizationis Servi Dei ANGELICI ALESSANDRINI
Religiosi professi Ordinis Fratrum Minorum.
Em.mus ac Rev.mus Dominus D. Angelus S.R.E. Cardinalis Bagnasco, Archiepiscopus lanuensis, ab hac Congregatione de
Causis Sanctomm petit ut Inquisitio Dioecesana super vita et virtutibus necnon fama
sanctitatis et signorum Servi Dei Angelici
Alessandrini, Religiosi professi Ordinis
Fratrum Minorum, apud Suam Curiam ecclesiasticam lanuensem peragi possit, licet
praefatus Servus Dei supremum diem intra
fines Dioecesis Taeiúensis obiisset.
Haec porro Congregatio, attentis peculiaribus in supplici libello expositis adiunctis necnon assensu Exc.mi ac Rev.mi Domini D. Silvestri Li Jiantang, Episcopi
Taeiüensis, pro gratia iuxta preces benigne
annuit: servatis de cetero omnibus aliis de
iure servandis. Contrariis non obstantibus
quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 22 mensis Februarii A.D.
2008.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Præfectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepisopus tit. Biccarensis
a Secretis
16. Facultas Trans. Inq. Suppl. in Causa
SD M. T. De Vincenti aperiendi
CONGREGATIO
DE CAUSIS SANCTORUM
Prot. N. 1326-10/08
COSENTINA-BISINIANEN. Beatifícationis et Canonizationis Servae Dei MARIAE
TERESIAE DE VINCENTI Fundatricis Congregationis Sororum Parvarum Operariamm a
Sacris Cordibus.
84
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
Rev.mus P. Lucas De Rosa, O.F.M., Postulator legitime constitutus in Causa Beatificationis et Canonizationis Servae Dei
Mariae Teresiae De Vincenti, Fundatricis
Congregationis Sororum Parvamm Operariarum a Sacris Cordibus, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae Suppletivae, apud Curiam ecclesiasticam
Cosentinam-Bisinianensem peractae, super
vita et virtutibus necnon fama sanctitatis et
signomm eiusdem Servae Dei, clausum sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis, aperiri possit.
Haec porro Congregatio, attentis expositís, pro gratia iuxta preces benigne annuit:
servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 1 mensis Martii A.D. 2008.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Præfectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepisopus tit. Biccarensis
a Secretis
17. Facultas datur exuvias Ven. SD M.
Rosae Flesch recognoscendi
CONGREGATIO
DE CAUSIS SANCTORUM
Prot. N. 1207-23/06
TREVIREN. Beatificationis et Canonizationis Venerabilis Servae Dei MARIAE
ROSAE FLESCH Fundatricis Congregationis
Sororum Franciscalium Beatae Mariae Virginis Angelorum.
Rev.mus P. Lucas De Rosa, O.F.M., Postulator legitime constitutus in Causa Beatificationis et Canonizationis Venerabilis
Servae Dei Mariae Rosae Flesch, Fundatricis Congregationis Sororum Franciscalium
Beatae Mariae Virginis Angelorum, ab hac
Congregatione de Causis Sanctorum petit
ut evuxiae eiusdem Venerabilis Servae Dei,
asservatae in Ecclesia Domus Matris praefatamm Sororum in pago v.d. Waldbreitbach intra fínes Dioecesis Trevirensis, recognosci atque, peracta praefata recognitione
canonica, post sollemnem beatificationem
per congruum periodum temporis exponi
possint.
Haec porro Congregatio, attentis peculiaribus in supplici libello expositis adiunctis necnon assensu Exc.mi ac Rev.mi Domini D. Roberti Brahm, Administratoris Dioecesani Trevirensis, pro gratia iuxta preces
benigne annuit.
Indulget insuper haec Congregatio ut,
occasione recognitionis canonicae quaedam partes parvae, ex corpore Venerabilis
Servae Dei disiunctae, extrahi diriberique
valeant ad devotioni Christifidelium satisfaciendum, ea tamen lege ut, ante sollemnem eiusdem Venerabilis Servae Dei beatifícationem, omnia signa publici cultus vitentur: servata tamen peculiari huius
Congregationis Instructione. Contrariis non
obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 5 mensis Martii A.D. 2008.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Præfectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepisopus tit. Biccarensis
a Secretis
18. Ponens in Causa SD Odoardi Focherini eligitur
CONGREGATIO
DE CAUSIS SANCTORUM
Prot. N. 2090-10/08
CARPEN. Beatifícationis et Canonizationis Servi Dei ODOARDI FOCHERINI Christifídelis Laici.
Cum Causa Beatificationis et Canonizationis Servi Dei Odoardi Focherini, Christifidelis Laici, suo indigeat Ponente, Rev.mus
P. Lucas De Rosa, O.F.M., Postulator legitime constitutus in eiusdem Servi Dei Cau-
85
E POSTULATIONE GENERALI
sa, ab hac Congregatione de Causis Sanctomm petit ut, ex Patribus eidem Congregationi praepositis, Ponentem praefati Servi
Dei Causae eligere ac deputare benigne dignetur.
Haec Congregatio, attentis expositis,
precibus annuit, et Exc.mum ac Rev.mum
Dominum D. Laurentium Chiarinelli, Episcopum Viterbiensem, Ponentem Causae
Beatificationis et Canonizationis Servi Dei
Odoardi Focherini, omnibus cum iuribus et
facultatibus necessariis et opportunis, elegit
et nominavit. Contrariis non obstantibus
quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 5 mensis Aprilis A.D. 2008.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Præfectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepisopus tit. Biccarensis
a Secretis
19. Tertius peritus in Causa super miro
intercessioni Ven. SD Francisci Paleari tributo nominatur
CONGREGATIO
DE CAUSIS SANCTORUM
Prot. N. 976-35/08
TAURINEN. Beatificationis et Canonizationis Venerabilis Servi Dei FRANCISCI PALEARI Sacerdotis Instituti v.d. “Cottolengo”.
Instante Rev.mo P. Luca De Rosa,
O.F.M., Postulatore legitime constituto in
Causa Beatificationis et Canonizationis Venerabilis Servi Dei Francisci Paleari, Sacerdotis Instituti v.d. “Cottolengo“, haec Congregatio de Causis Sanctorum, attentis peculiaribus in supplici libello expositis
adiunctis, benigne indulget ut asserta mira
sanatio infantis Silvii Cuizza, per intercessionem eiusdem Venerabilis Servi Dei obtenta, examini tertii periti ex officio subici
possit. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 11 mensis Aprilis A.D.
2008.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Præfectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepisopus tit. Biccarensis
a Secretis
20. Relator nominatur in Causa SD Rosae
Staltari
CONGREGAZIONE
PER LE CAUSE DEI SANTI
Prot. N. 2378-6/08
Vaticano, 22 aprile 2008
Il Congresso Ordinario di questo Dicastero, in data 11 aprile 2008, ha affidato al
Rev.mo Relatore Mons. José Luis Gutierrez
Gomez la Causa LOCREN.-HIERACEN.
della S. di D. Rosa Staltari.
Pertanto il Postulatore è invitato a presentare allo stesso Relatore il Collaboratore
esterno per lo studio della Causa.
MARCELLO BARTOLUCCI
Sottosegretario
________________________
Reverendissimo
P. Luca De Rosa, OFM
Postulatore della Causa
21. Notitiae particulares
1. Consistorium Ordinarium Publicum
Il 1 marzo 2008 il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Concistoro Ordinario Pubblico, nel corso del quale ha chiesto il voto
dei Padri Cardinali e Vescovi presenti in
Roma sulla canonizzazione dei Beati Gaetano Errico, sacerdote diocesano e Fondatore della Congregazione dei Missionari dei
SS. Cuori (Napoli 1791-1860), Maria Ber-
86
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
narda Bütler, vergine, Fondatrice delle Suore Francescane Missionarie di Maria Ausiliatrice (Auw-Svizzera 1848-CartagenaColombia 1924), Alfonsa dell’Immacolata
Concezione, vergine, Francescana Clarissa
del III Ordine di S. Francesco (ArpukaraIndia/Kerala 1910-Bharanganam 1946) e
Narcisa di Gesù Martillo Marin, vergine,
laica (Nobol-Perú 1833-Lima 1869), stabilendo che la loro canonizzazione sia celebrata in Roma il 12 ottobre 2008, nel corso
della XII Assemblea Ordinaria del Sinodo
dei Vescovi. Tra i nuovi Santi figurano due
Francescane: la Beata Alfonsa beatificata in
India nel 1986 e la Beata Maria Bernarda
beatificata nel 1995.
2. Congregatio Ordinaria super virtutibus
et martyrio
Nei giorni 5 febbraio e 4 marzo 2008,
come previsto dalle speciali “Normae”, si è
svolta la Congregazione Ordinaria dei Padri
Cardinali e Vescovi, Membri della Congregazione delle Cause dei Santi, per offrire al
Santo Padre il loro autorevole parere sulle
virtù eroiche del Servo di Dio Michelangelo Longo da Marigliano, sacerdote professo
dei Frati Minori (1822-1886), e sul presunto martirio del Servo di Dio Francesco Giovanni Bonifacio (1912-1946), sacerdote
della diocesi di Trieste, ucciso “in odium
Fidei” nel 1946. Ascoltata la Relazione dell’Ecc.mo Lino Fumagalli, Vescovo di Sabina-Poggio Mirteto, Ponente della duplice
Causa, i suddetti Padri hanno espresso il loro unanime e convinto Voto favorevole, auspicando prossima la conclusione dell’iter
previsto per la Beatificazione dei due Servi
di Dio.
3. Decretum super virtutibus
Il 15 marzo 2008, nel corso dell’Udienza
accordata al Cardinale Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il Sommo
Pontefice Benedetto XVI ha autorizzato la
promulgazione del Decreto sulle virtù eroiche del Venerabile Servo di Dio Michelan-
gelo Longo da Marigliano (1822-1886),
Frate Minore della Provincia Napoletana,
già Ministro provinciale, asceta e sapiente
guida spirituale. Il Decreto conclude un lungo iter e pone nella debita luce una figura
esemplare del Francescanesimo del secolo
XIX.
4. Congressus Peculiaris super martyrio
L’8 gennaio 2008, presieduto dal Promotore generale della Fede, si è radunato il
Congresso Peculiare dei Consultori Teologi
della Congregazione delle Cause dei Santi,
che hanno espresso unanime voto favorevole (9/9) sul martirio del Servo di Dio Francesco Giovani Bonifacio, sacerdote della
diocesi di Trieste in Italia, ucciso “in odium
Fidei” dai comunisti “titini” a Villa Gardossi (Trieste) nel 1946.
5. Novissimae Positiones
In quest’ultimo periodo sono state presentate all’ufficio del Protocollo della Congregazione delle Cause dei Santi, per il prescritto esame da parte dei Consultori Teologi e dei Padri Cardinali e Vescovi, le
seguenti Positiones:
– SANCTI MARCI ARGENTANENSISSCALEENSIS, Beatificationis et Canonizationis Servi Dei Augustini Ernesti
Castrillo, Episcopi S. Marci Argentanensis-Bisinianensis, ex Ordine Fratrum
Minorum (1904-1955), Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis, Romae
2008.
– FABRIANENSIS-MATHELICENSIS,
Beatificationis et Canonizationis Servi
Dei Alfredi Morganti v.d. “Berta”, sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum
(!886-1969), Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis, Romae 2008.
FR. LUCA M. DE ROSA, OFM
Postulatore generale
STATISTICA
ORDINIS FRATRUM MINORUM
Status die 31 Decembris 2007
Iuxta statistica a Ministris Provincialibus transmissas.
Curata a Fr. Luigi Perugini OFM et Fr. John Abela OFM
I. Relatio de statu personali et locali Ordinis
I. Relatio de statu personali et locali totius ordinis
I. De Statu Personali
1. Sollemniter Professi
a) Cardinales
a) Archiepiscopi
a) Episcopi
6
15
86
Summa
b) Sacerdotes
c) Diaconi permanentes
d) Fratres cum optione clericali
e) Fratres laici
Summa professorum sollemnium
2. Professi temporarii
a) Fratres cum optione clericali
b) Fratres sine optione clericali
c) Fratres sine optione
Summa professorum temporarium
c) Novitii
107
10228
69
456
2180
13040
1126
232
245
1603
387
Summa totalis omnium fratrum cum novitiis
15030
II. Distributio Fratrum Provinciae juxta residentiam
1. In territorio Provinciae
2. Extra territorium Provinciae
a) In Custodiis
b) In aliis locis
Summa omnium fratrum cum novitiis
Postulantes
Tertiarii seu oblati perpetui
13018
436
1576
15030
614
36
88
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
III. Incrementum et decrementum Provinciae
1. Admissi (hoc anno)
a) Ad novitiatum
b) Ad professionem temporariam
c) Ad professionem sollemnem
Fratres laici
Fratres cum optione clericali
d) Ad sacros ordines
Ad diaconatum permanentem
Ad presbyteratum
2. Extra claustra commorantes hoc anno gratiam obtinuerunt
a) Sacerdotes et diaconi
b) Fratres laici
3. Egressi (hoc anno)
a) Novitii
b) Professi temporarii
c) Professi sollemnes
Frattres laici
Fratres cum optione clericali
Diaconi permanentes
Sacerdotes saecularizati, qui indultum obtinuerunt
Sacerdotes qui officium reliquerunt
Summa fratrum egressorum
4. Defuncti (hoc anno)
a) Novitii
b) Professi temporarii
c) Professi sollemnes
Frattres laicii
Fratres cum optione clericali
Diaconi
Sacerdotes
Summa fratrum defunctorum
432
437
57
168
5
166
105
19
81
141
28
17
1
30
18
316
1
1
59
3
237
301
89
STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM
IV. De statu locali - Domus
1. Domus
a) In territorio Provinciae
b) Extra territorium Provinciae
1731
244
Summa
2. Domus filiales
a) In territorio Provinciae
b) Extra territorium Provinciae
1975
449
17
Summa
466
Summa omnium domorum
2441
V. Numerus paroeciarum O
rdini concreditarum
1. In territorio Provinciae
a) Apud nostras domos
b) A domibus remotae
1112
583
Summa
2. Extra territorium Provinciae
a) Apud nostras domos
b) A domibus remotae
1695
132
179
Summa
311
Summa omnium paroeciarium
2006
90
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
Ep = Cardinalis + Archiepiscopi + Episcopi; Sac = Sacerdotes; DP = Diaconi Permanenti;
PS CL = Prof. Sol. cum optione clericale; PS Lc = Prof. Sol. Laici; PT Lc = Prof. Temp. Laici;
PT Cl = Prof. Temp. cum optione clericali; PT So = Prof. Temp. sine optione clericali;
Nov = Novitii; Pos = Postulantes; Obl = Oblati; SPS = summa Prof. Sol.;
SPT = summa Prof. Temp.; Tot = summa Fratrum;
Sum = summa Fratrum cum Novitiis; Dom = Domus
Phil = Alumni cursus Philosophiae; Theo = Alumni cursus Theologiae;
Grad = Alumni ad Grados Academicos
91
STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM
II. Fratres omnes unicuique Provinciae vel Cust. Aut. adscripti
Sollemniter Professi
Natio
Professi Temporarii
Lc
SPS
Cl
Lc
7
7
77
20
6
0
14
23
121
18
9
60
0
3
10
73
29
51
1
1
8
64
8
16
0
1
1
18
33
171
12
60
9
41
6
61
32
114
4
26
131
5
18
132
Ep
Sac
DP
1
61
1
5
79
Cl
So
SPT
Nov Sum
Pos
Obl
1 Aegyptus
S. Familiae
26
4
107
9
29
8
158
9
4
33
7
113
29
1
9
5
78
2
2
2
1
21
1
8
49
10
230
35
8
8
1
69
2
2
3
2
46
2
2
2
2
65
3
2
6
1
121
2
6
1
138
1
132
2
2 Aequatoria
S. Francisci de Quito
2
3 Africa (Kenia) et Madigascaria
S. Francisci
4 Africa Meridionalis
N.rae Dominae Reginae Pacis
3
5 Albania
Annuntiationis B.V.M.
6 America Centralis/Panama
Dominae Nostrae de Guadalupe
2
136
41
7 Argentina
Fluvii Platensis Assumptionis B.V.M
S. Michaelis
46
2
2
30
0
50
1
82
0
95
3
114
0
10
108
2
4
17
141
18
2
1
291
0
10
6
308
38
186
1
4
5
196
12
S. Francisci Solano
4
1
8 Australia
Sancti Spiritus
9 Austria/Italia
S. Leopoldi Prov.
1
6
1
10 Belgium
S. Joseph Sponsi B.V.M.
11 Bolivia
S. Antonii / Missionaria
25
12
178
15
1
39
5
352
5
2
14
5
215
3
5
12 Bosnia-Herzegovia
S. Crucis / Bosnae Argentinae
Assumptionis BVM / Herzegoviae
13 Brasilia
SS. Nominis Jesu
2
29
0
2
7
40
6
3
1
10
4
54
10
S. Antonii Patavini
3
82
0
11
35
131
4
1
2
7
8
146
7
S. Francisci Assisiensis
3
75
0
7
11
96
23
23
6
125
6
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
9
270
9
64
352
66
6
424
8
S. Benedicti de Amazonia
21
3
7
31
6
6
1
38
4
N.rae Dominae Septem Gaudiorum
28
0
2
8
38
7
5
15
53
1
0
1
10
53
11
1
12
65
5
3
11
101
16
8
24
5
130
7
1
6
56
0
0
1
57
1
28
99
16
39
6
2
6
47
Assumptionis B.V.M. (Bacabal)
1
41
S. Crucis
5
82
66
3
14 Britannia Magna
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
48
1
S. Joseph Sponsi B.V.M.
71
0
Christi Regis
23
0
15 Canada
99
6
47
2
51
2
16 Ceca Respublica
S. Venceslai / Bohemiae-Moraviae
40
1
74
1
1
29
105
156
0
1
36
195
43
0
6
17
66
2
4
2
17 Chilia
Ss.mae Trinitatis
11
11
3
119
1
5
21
9
225
15
11
14
4
84
8
18 Columbia
S. Fidei
S. Pauli Apostoli
2
16
3
1
92
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
Sollemniter Professi
Natio
Professi Temporarii
Ep
Sac
DP
Cl
Lc
SPS
Cl
Lc
1
112
0
23
13
149
61
5
66
68
0
8
52
128
16
3
153
0
8
25
187
19
3
62
0
1
2
65
4
242
0
6
5
253
21
2
116
2
33
153
1
78
1
30
110
1
24
81
1
1
27
139
1
1
23
99
1
1
1
21
74
1
3
So
SPT
Nov Sum
Pos
11
226
15
19
7
154
10
22
11
220
8
4
1
70
2
21
5
279
9
Obl
15
d
19 C
Congensis
Resp.Dem.
S. Benedicti Africani
20 Corea
Ss. Martyrum Coreanorum
21 Croatia
Ss. Cyrilli et Methodii / Croatiae
1
S. Hieronymi / Dalmatiae
Ss.mi Redemptoris / Dalmatia
22 Gallia
B. Pacifici / Gallia Occidentalis
5
5
158
23 Gallia-Belgium
Trium Sociorum / Gallia Orient.-Belg.
110
4
24 Germania
S. Antonii Patavini / Bavariae
56
S. Crucis / Saxoniae
110
S. Elisabeth
76
Ss. Trium Regum / Coloniae
52
1
1
1
2
84
1
2
2
1
142
1
2
3
1
103
1
1
4
1
79
153
2
1
25 Helvetia
Christi Regis
13
2
1
9
25
25
117
0
3
22
143
3
26 Hibernia
Hiberniae
1
7
10
107
3
12
15
260
9
2
1
66
1
1
75
1
27 Hispania
Baetica
De Arantzazu franciscana
Carthaginensis
S. Gregorii Magni / Castellana
1
S. Salvatoris a Horta / Cataloniae
69
1
2
30
102
4
200
0
5
40
245
3
54
1
1
9
65
1
56
1
1
11
70
1
5
42
1
3
14
88
1
20
113
4
1
1
3
1
2
1
43
2
2
2
90
1
1
5
118
1
1
1
1
87
8
8
2
113
6
83
1
1
84
1
6
143
39
39
14
196
12
11
33
137
51
23
74
30
241
46
1
10
33
158
21
4
25
1
184
7
15
6
375
2
2
1
70
1
10
3
119
7
34
3
N.rae Dominae a Regula / Granatensis
1
69
1
S. Iacobi a Compostella
4
88
S. Joseph / Valentiae et Aragoniae
1
69
1
2
12
85
2
86
1
3
11
103
69
1
1
12
119
0
18
3
90
0
1
113
1
4
1
28 Hungaria
Magna Domina Hungarorum
29 Iaponia
Ss. Martyrum Iaponensium
30 India
S. Thomae Apostoli / Indiae
31 Indonesia
S. Michaelis Archangeli
32 Israel
Custodia Terrae Sanctae
33 Italia
279
3
8
63
354
9
1
S. Bernardini Senensis / Aprutiorum
58
0
1
8
67
1
1
S. Michaelis Archangeli / Apuliae
93
0
4
9
106
9
1
Christi Regis / Bononiensis
94
0
2
18
114
3
3
44
2
3
50
4
4
62
1
9
72
1
1
73
2
85
2
S. Antonii Patavini / Venetae
Ss. VII Martyrum / Calabriae
1
Ss.mi Cordis Mariae / Liguriae
Assumptionis B.V.M. / Lyciensis
1
65
0
1
16
83
S. Caroli Borromaei / Mediolanensis
1
105
3
2
38
149
Ss.mi Cordis Iesu / Neapolitana
113
3
3
21
140
S. Bonaventurae / Pedemontana
50
1
1
10
62
5
2
13
1
1
2
117
2
55
1
1
1
7
8
1
158
3
2
3
18
6
164
3
1
2
2
2
66
1
1
93
STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM
Sollemniter Professi
Natio
Ep
28 HS. Iacobii de Marchia / Picena
Ss. Petri et Pauli / Romana
Sac
DP
96
0
Cl
2
118
Professi Temporarii
Lc
SPS
11
12
Cl
Lc
109
7
1
130
10
105
7
16
129
13
S. M. Gratiarum / Samnito-Hirpina
75
2
4
81
6
S. Mariae Gratiarum / Sardiniae
36
0
1
4
41
Seraphica S. Francisci Assisiensis
166
0
19
12
197
Ss.mi Nominis Iesu / Siciliae
103
1
5
13
122
9
79
Immac. Concept. / Salernitano-Lucana
1
7
So
SPT
8
5
122
4
14
2
146
4
17
2
Pos
148
5
87
4
2
2
43
22
32
8
237
10
18
18
3
143
7
1
80
2
6
125
3
1
S. Vigilii / Tridentina
1
69
0
Tusciae S. Francisci Stigmat. Prov.
5
95
1
5
13
119
1
37
3
2
2
45
1
1
46
4
2
62
0
1
3
68
2
2
70
1
118
0
11
37
166
19
4
23
8
197
8
225
2
22
72
324
77
7
84
18
426
49
6
Obl
1
6
4
3
Nov Sum
1
1
34 Lituania
S. Casimiri
35 Melita
S. Pauli Apostoli
36 Mexicum
S. Evangelii
Ss. Francisci et Jacobi Jalisco
3
182
1
6
30
219
37
1
38
11
268
10
B. Junipero Serra
35
0
4
13
52
13
10
23
3
78
8
S. Philippi de Iesu
26
0
2
15
43
10
10
20
4
67
7
4
2
37
24
1
25
3
65
7
32
174
2
1
177
23
8
31
7
7
4
42
4
2
21
11
34
4
4
8
42
4
S. Francisci Solano
3
73
3
4
14
97
24
3
27
4
128
14
Ss. XII Apostolorum
2
75
4
12
18
111
27
27
4
142
3
11
6
108
8
Ss. Petri et Pauli de Michoacan
1
37 Mozambicum
S. Clarae Cust. Aut.
3
28
1
140
38 Nederlandia
Ss. Martyrum Gorcomiensium
1
2
39 Pakistania
S. Ioannis Baptistae
40 Papua Nova Guinea
S. Francisci Assisiensis
41 Peruvia
42 Philippinae
S. Petri Baptistae
77
8
6
91
11
Custodia S. Antonii Patavini
42
1
4
15
62
3
1
4
Assumptionis B.V.M.
208
1
5
27
241
37
8
45
12
298
16
S. Hedvigis
145
0
1
31
177
21
4
25
1
203
6
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
267
0
7
46
320
21
6
27
10
357
6
S. Mariae Angelorum
178
0
19
22
219
28
7
35
7
261
8
S. Francisci Assisiensis
137
2
9
20
168
19
5
24
5
197
12
1
31
146
5
4
11
42
3
3
5
13
59
12
3
10
91
5
21
66
43 Polonia
0
44 Portugallia
Ss. Martyrum Marochiensium
1
113
5
151
1
45 Romania
S. Stephani Regis / Transilvaniae
27
0
7
3
52
1
5
17
2
78
4
4
1
5
96
4
45
1
1
2
47
4
64
19
5
24
94
5
1
1
46 Slovakia
Ss.mi Salvatoris / Slovakiae
41
47 Slovenia
S. Crucis / Slovenia
78
0
48 Taivania (Formosa)
B.V.M. Reginae Sinarum
40
49 Togum
Verbi Incarnati Prov.
37
6
6
2
94
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
Sollemniter Professi
Natio
Ep
Sac
2
49
DP
Professi Temporarii
Lc
SPS
Cl
Lc
6
3
60
9
1
10
Cl
So
SPT
Nov Sum
Pos
75
4
Obl
37
50 M
Ucrainabi
S.Michael Archangeli
5
51 USA (Fed Civ Am Sept)
95
1
2
38
138
2
1
3
141
1
S. Barbarae
137
0
7
54
198
5
2
7
3
208
3
Ss.mi Cordis Iesu
179
1
2
64
246
7
2
255
3
22
145
7
7
3
155
2
7
65
356
13
3
16
3
375
2
3
16
58
4
1
6
1
65
1
Assumptionis B.V.M.
2
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
4
117
2
Ss.mi Nominis Iesu
1
280
3
Nostrae Dominae de Guadalupe
S. Ioannis Baptistae
39
7
1
126
1
1
53
181
1
1
2
2
185
5
86
0
10
35
131
32
20
52
12
195
13
52 Vietnamia
S. Francisci in Vietnam
1
95
STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM
III. Fratres et domus secundum regiones
Africa et Oriens Propinquus
Aegyptus
Dom
34
Africa Media/Respublica
Africa Meridionalis
Epis
1
4
18
Sac
DP
58
Cl
1
Lc
16
57
1
90
90
16
16
9
2
4
4
2
4
4
Beninum
1
2
Burkina Faso
1
2
Burundia
2
4
1
5
5
9
2
3
14
14
24
1
103
81
16
201
5
1
12
8
10
31
1
2
23
8
6
37
1
4
4
40
43
218
218
Dzibuti
1
8
Iordania
4
11
212
40
2
3
134
Kenia
3
20
9
2
31
31
Libanum
2
4
1
1
6
6
Libya
2
Madagascaria
3
Malavium
1
Marochium
9
Mauritius
10
1
13
11
17
3
31
1
8
Namibia
1
2
Ruanda
2
8
Sudania
28
2
2
Syria
11
1
14
33
5
1
1
2
Mozambicum
8
15
1
2
2
24
24
9
65
68
1
3
3
1
11
11
1
3
3
1
17
17
3
9
1
4
14
Togum
9
22
15
11
48
Turcia
1
7
7
7
Ugandia
2
7
1
2
10
10
Zambia
1
4
6
1
17
17
4
201
12
621
8
251
2
154
22
10 1053
22
35 1088
Cl
Lc
Summa
America Latina
Dom
14
Epis
Sac
3
DP
Nov
14
20
54
5
74
Sum Pos
32
2
147
8
155
9
6
29
12
192
5
197
7
5
183
12
27
5
76
Argentina
43
2
142
1
Bolivia
30
12
120
4
22
20
Brasilia
169
23
649
1
123
168
70
1
1
29
21
Tot
So
6
7
32
Aequatoria
Chilia
6
9
9
3
Tanzania
Zimbabue
2
40
5
3
5
11
7
1
1
15
2
3
32
2
2
31
Israel
1
9
83
16
2
Guinea Bissaviensis
5
16
10
Costa Eburnea
78
8
4
Congus/Respublica (ex Zaire)
Sum Pos
3
Angola
Congus-Brazapolis
Nov
14
13
3
Tot
So
70 1034
11
112
195
15
30 1064
54
115
1
3
96
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
America Latina
Dom
Epis
2
Sac
DP
Cl
27
51
Costarica
5
13
Cuba
4
12
2
Dominiciana Respublica
2
8
2
2
19
50
53
21
13
Haitia
12
13
29
5
7
171
184
895
9
2
27
2
3
5
14
5
3
5
12
America Septentrionalis
Dom
Canada
USA (Fed Civ Am Sept)
Summa
10
34
34
16
22
22
25
267
25
5
17
6
3
10
10
11
5
52
52
5
500
6
602
33
135 3476
33
133 3609
Cl
Lc
Epis
Sac
17
DP
1
210
242
4 1027
4 1145
9
10
Epis
23
Sac
DP
1
67
67
319
360
Lc
6
166
8 1434
14 1600
Tot
So
1
Nov
20
3
11
24
45
124
251
Sum Pos
168
2
14 1448
16 1616
17
19
2
Nov
107
1
7
Sum Pos
107
11
19
Iaponia
53
89
2
10
102
102
1
India
27
107
57
5
169
14
183
12
Indonesia
20
75
62
49
189
28
217
34
2
6
3
3
5
10
10
3
1
4
Myanmar
Nova Zelandia
Pakistania
1
3
3
5
8
Papua Nova Guinea
12
Philippinae
33
Sinae
2
19
7
7
33
23
3
16
44
24
21
149
1
4
103
1
3
7
131
Corea
Malaesia
55
Tot
So
41
Cl
85
1
8
275
34
118
Cazastania
1
38
82
2
32
Dom
2
63
7
151
22
61 2161
7
19
939
44
8
3
6
615
3
3
102
29
2
23
1
10
13
Panama/America Centralis
Summa
92
4
Nicaragua
Venetiola
12
3
535
15
14
12
1
2
Salvatoria
14
1
2
Portorico
17
9
145
39
8
298
21
Mexicum
Peruvia
13
Sum Pos
17
1
Jamaica
Paraguaia
285
Nov
3
3
Honduria
Australia
16
4
1
Guatimala
Asia et Oceania
Tot
So
Columbia
Guaiana
187
Lc
10
6
4
4
37
4
44
4
153
7
4
Singapura
2
8
3
4
16
3
19
2
Sri Lanka
3
6
3
5
14
2
16
1
Taivania
7
50
1
4
Thailandia
Timoria Or.
2
1
8
59
59
6
2
8
8
7
6
13
13
12
97
STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM
Asia et Oceania
Dom
Vietnamia
Summa
Europa Occidentalis
18
231
Dom
Epis
6
Epis
Sac
25
Belgium
14
142
9
54
Cyprus Insula
4
Gallia
26
Germania
DP
71
726
Austria
Britannia Magna
1
Sac
2
DP
113
Cl
Lc
42
229
53
262
Cl
Lc
12
1
3
6
168
2
2
59
1
8
111
437
1
Helvetia
16
Hibernia
14
1
97
Hispania
115
6
551
7
16
128
Italia
374
4 1866
13
151
321
Norvegia
136
1
105
1
Portugallia
17
Suetia
Summa
Europa Orientalis
707
Dom
Albania
7
Bielorussia
Bosnia-Herzegovia
Ceca Respublica
Croatia
2
1
49
1
Epis
2
Sac
30
DP
8
233
5
563
48
116
2
2
710
75 2430
714
10
44 2474
48
55
1
4
55
3
2
170
1
171
1
8
8
140
140
201
759
6
81 4862
6
55 4917
Cl
Lc
7
1
48
Tot
So
2
331
3
1
29
20
2
26
Nov
Sum Pos
0
26
10
403
56
2
17
512
19
5
107
8
393
14
65
1
8
8
8
44
1
2
9
56
144
392
1
69
33
495
1
11
11
102
5
5
2
1
2
28
28
6
6
2
161
154
1009
35 1044
48
7
14
1
1
78
Kosovo
1
5
Lituania
7
23
2
6
101
692
Romania
9
24
Russia
1
11
Serbia
1
4
Slovakia
7
36
Slovenia
17
Ucraina
20
445
Summa
8
1
48
1
1
Polonia
66
5
3
13
Nigromontium
167
1
116
30
104
Estonia
Hungaria
147
18
3
1
Sum Pos
233
558
13
104
10
7
6
16 3775
Nov
1
35
7
1
65
Sum Pos
12 178
74 1301
167
1
8
2
Nov
147
25
2
11
Tot
18
72
Nederlandia
166
2 1227
So
3
Graecia
Melita
Tot
So
1
46
46
4
15
15
17
16
69
66
7
11
3
60
6 1800
10
334
5
275
1
4
7
6
4
4
71
4
84
84
4
78
3 2425
5
83
74 2499
4
101
2
98
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
IV. Status domum et presentia fratrum in singulis nationibus
Natio
Dom
Epis
Sac
DP
Aegyptus
34
1
58
Aequatoria
27
5
76
Africa Media/Respublica
Africa Meridionalis
Albania
Angola
4
3
57
7
2
20
2
142
1
113
4
43
Australia
23
Austria
25
Belgium
14
1
Beninum
Bielorussia
Bolivia
Bosnia-Herzegovia
104
Brasilia
169
9
155
9
16
78
5
83
2
26
0
26
1
5
197
4
16
192
1
20
1
107
107
3
12
18
147
147
142
25
167
167
2
2
4
4
120
12
393
10
403
8
168
70
1034
30
1064
54
6
1
65
1
66
1
48
14
1
123
1
3
2
4
118
20
4
2
41
1
70
1
166
15
5
2
168
2
3
11
11
2
9
56
56
1
29
11
112
3
115
1
27
53
16
285
13
298
23
7
44
6
195
4
5
1
1
8
183
649
32
7
5
22
2
16
8
1
4
54
1
2
9
12
331
8
8
16
8
2
147
90
2
1
Ceca Respublica
1
7
23
2
Pos
29
9
Cazastania
32
90
Sum
6
Burkina Faso
Canada
32
Nov
1
Britannia Magna
Burundia
14
3
85
12
Tot
So
16
10
3
30
1
Lc
13
18
Argentina
Cl
2
Chilia
21
Columbia
51
2
187
9
2
3
14
Congus/Respublica (ex Zaire)
24
1
103
81
16
201
11
212
15
Corea
19
55
24
45
124
7
131
10
12
8
10
31
4
17
69
33
495
Congus-Brazapolis
Costa Eburnea
Costarica
5
1
5
13
144
392
Cuba
4
12
Cyprus Insula
4
8
Dominiciana Respublica
2
Croatia
Dzibuti
1
8
2
Estonia
26
Germania
14
14
3
8
8
2
12
12
1
2
2
1
1
233
233
168
2
2
59
72
437
1
8
111
2
1
19
50
21
13
Guinea Bissaviensis
8
23
8
Haitia
3
9
1
16
35
1
Graecia
Guaiana
Guatimala
Helvetia
2
17
19
1
Gallia
31
512
2
1
14
1
558
17
5
1
1
1
1
2
563
1
92
10
102
6
37
3
40
3
13
13
10
48
48
8
3
99
STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM
Natio
Dom
Epis
Sac
DP
Hibernia
14
1
97
Hispania
115
6
551
Honduria
12
3
21
Hungaria
13
1
Iaponia
India
Indonesia
20
Iordania
2
714
10
29
19
5
107
6
4
29
11
102
53
89
1
2
10
102
102
1
27
107
57
5
169
14
183
12
75
62
49
189
28
217
34
1
4
3
3
4
134
1
40
43
1866
13
151
321
2
2
Kenia
3
20
Kosovo
1
5
Libanum
2
4
Libya
2
Lituania
7
23
Madagascaria
3
15
Malaesia
1
4
Malavium
1
Marochium
9
Mauritius
2
8
Melita
7
49
2
8
17
145
2
535
10
3
31
218
75
11
1
136
9
2
27
Nigromontium
2
6
Norvegia
1
7
Pakistania
8
19
Panama/America Centralis
5
14
12
2
5
5
48
7
7
31
5
5
1
1
6
6
2
11
11
1
2
28
28
4
13
5
33
40
9
2
6
7
6
1
2
2
5
24
24
1
9
9
3
3
55
55
1
171
184
895
44
939
82
28
3
65
3
68
7
2
Nicaragua
218
2474
31
3
1
44
2
1
3
2430
5
1
2
4
9
1
1
Myanmar
Paraguaia
116
4
1
Jamaica
Papua Nova Guinea
710
Pos
11
2
2
Sum
1
32
Nederlandia
116
18
128
Nov
78
374
Namibia
Tot
So
16
Italia
Mozambicum
Lc
7
Israel
Mexicum
Cl
1
1
30
2
2
3
3
3
3
3
170
1
171
34
34
16
6
6
1
8
8
7
7
33
5
3
22
22
23
3
16
44
44
4
12
2
1
25
25
5
10
4
37
4
Peruvia
39
151
7
63
38
267
8
275
17
Philippinae
33
103
1
24
21
149
4
153
7
101
692
2
161
154
1009
35
1044
48
3
6
3
105
5
29
24
7
14
2
Polonia
Portorico
Portugallia
17
8
1
Romania
9
Ruanda
2
8
Russia
1
11
Salvatoria
Serbia
Sinae
15
1
2
34
11
10
10
140
140
46
46
1
11
11
4
15
15
5
52
52
4
4
4
4
1
4
3
1
1
1
100
Natio
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
Dom
Epis
Sac
DP
Cl
Lc
Tot
So
Nov
Sum
Pos
Singapura
2
8
3
4
16
3
19
2
Slovakia
7
36
17
16
69
2
71
4
Slovenia
17
66
7
11
84
84
4
3
6
3
5
14
16
1
1
3
3
6
6
Sri Lanka
Sudania
2
Suetia
6
1
2
14
1
1
17
17
Taivania
7
50
1
8
59
59
4
Tanzania
3
9
1
4
14
14
20
2
8
8
Syria
11
1
Thailandia
6
Timoria Or.
2
7
Togum
9
22
Turcia
Ucraina
1
20
Ugandia
USA (Fed Civ Am Sept)
13
11
48
10
5
78
60
4
1027
7
9
1
2
67
319
1434
6
22
5
6
33
Vietnamia
18
71
42
53
166
Zambia
1
4
6
1
Zimbabue
4
12
8
2
107
10228
12
54
5
5
83
14
1448
12
178
69 1582 2412
Summa Omnium Fratrum OFM:
14643
Summa Omnium Fratrum OFM cum Novitiis:
15030
7
10
8
Venetiola
Summa 2441
13
6
7
7
3
2
210
6
15
6
245
10
17
33
17
17
22
22
14643
4
387
15030
13
614
101
STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM
V. Provinciae vel Cust. Aut. juxta numerum fratrum et novitiorum
Provincia
Prof
Sol
Temp
1
Ss. Francisci et Jacobi Jalisco
Natio
Mexicum
Tot
426
408
324
84
Nov
18
2
3
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
S. Antonii Patavini / Venetae
Brasilia
Italia
424
375
418
369
352
354
66
15
6
6
4
5
6
Ss.mi Nominis Iesu
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
S. Crucis / Bosnae Argentinae
USA (Fed Civ Am Sept)
Polonia
Bosnia-Herzegovia
375
357
352
372
347
347
356
320
308
16
27
39
3
10
5
7
8
Assumptionis B.V.M.
Ss.mi Redemptoris / Dalmatia
Polonia
Croatia
298
279
286
274
241
253
45
21
12
5
9
10
11
Ss. Petri et Pauli de Michoacan
S. Mariae Angelorum
De Arantzazu franciscana
Mexicum
Polonia
Hispania
268
261
260
257
254
260
219
219
245
38
35
15
11
7
12
Ss.mi Cordis Iesu
USA (Fed Civ Am Sept)
255
253
246
7
2
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
S. Michaelis Archangeli
Seraphica S. Francisci Assisiensis
Dominae Nostrae de Guadalupe
S. Benedicti Africani
S. Fidei
Ss. Cyrilli et Methodii / Croatiae
Assumptionis BVM / Herzegoviae
S. Barbarae
S. Hedvigis
S. Evangelii
S. Francisci Assisiensis
S. Thomae Apostoli / Indiae
S. Francisci in Vietnam
S. Ioannis Baptistae
Indonesia
Italia
America Centralis/Panama
Congensis Resp.Dem.
Columbia
Croatia
Bosnia-Herzegovia
USA (Fed Civ Am Sept)
Polonia
Mexicum
Polonia
India
Vietnamia
USA (Fed Civ Am Sept)
241
237
230
226
225
220
215
208
203
197
197
196
195
185
211
229
220
215
216
209
210
205
202
189
192
182
183
183
137
197
171
149
195
187
196
198
177
166
168
143
131
181
74
32
49
66
21
22
14
7
25
23
24
39
52
2
30
8
10
11
9
11
5
3
1
8
5
14
12
2
27
28
29
30
31
32
33
34
Custodia Terrae Sanctae
S. Antonii / Missionaria
Ss. Martyrum Gorcomiensium
Ss.mi Cordis Iesu / Neapolitana
S. Francisci de Quito
S. Caroli Borromaei / Mediolanensis
B. Pacifici / Gallia Occidentalis
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
Israel
Bolivia
Nederlandia
Italia
Aequatoria
Italia
Gallia
USA (Fed Civ Am Sept)
184
178
177
164
158
158
158
155
183
166
176
158
150
157
158
152
158
141
174
140
121
149
153
145
25
25
2
18
29
8
5
7
1
12
1
6
8
1
35
36
37
38
39
Ss. Martyrum Coreanorum
Hiberniae
Ss. Martyrum Marochiensium
Immac. Concept. / SalernitanoS. Antonii Patavini
Corea
Hibernia
Portugallia
Italia
Brasilia
154
153
151
148
146
147
153
151
146
138
128
143
146
129
131
19
10
5
17
7
7
40
41
Ss. Petri et Pauli / Romana
Ss.mi Nominis Iesu / Siciliae
Italia
Italia
146
143
144
140
130
122
14
18
2
3
42
43
44
45
46
47
S. Crucis / Saxoniae
Ss. XII Apostolorum
Assumptionis B.V.M.
S. Leopoldi Prov.
S. Joseph Sponsi B.V.M.
S. Crucis
Germania
Peruvia
USA (Fed Civ Am Sept)
Austria/Italia
Belgium
Brasilia
142
142
141
138
132
130
141
138
141
137
132
125
139
111
138
131
132
101
2
27
3
6
1
4
24
5
48
49
S. Francisci Solano
S. Francisci Assisiensis
Peruvia
Brasilia
128
125
124
119
97
96
27
23
4
6
50
51
52
53
Tusciae S. Francisci Stigmat. Prov.
S. Iacobi de Marchia / Picena
Sancti Spiritus
Ss.mae Trinitatis
Italia
Italia
Australia
Chilia
125
122
121
119
125
117
120
116
119
109
114
105
6
8
6
11
5
1
3
3
2
8
1
102
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
Provincia
Natio
Tot
Prof
Sol
Temp
Nov
64
65
66
67
S. Joseph Sponsi B.V.M.
S. Crucis / Slovenia
Verbi Incarnati Prov.
N.rae Dominae a Regula /
Canada
Slovenia
Togum
Hispania
99
96
94
90
99
96
88
90
99
91
64
88
5
24
2
68
69
S. Joseph / Valentiae et Aragoniae
S. M. Gratiarum / Samnito-Hirpina
Hispania
Italia
87
87
86
87
85
81
1
6
70
71
72
Assumptionis B.V.M. / Lyciensis
S. Antonii Patavini / Bavariae
Ss. Martyrum Iaponensium
Italia
Germania
Iaponia
85
84
84
85
82
84
83
81
83
2
1
1
73
74
S. Pauli Apostoli
S. Vigilii / Tridentina
Columbia
Italia
84
80
80
80
66
79
14
1
4
75
76
77
Ss. Trium Regum / Coloniae
Ss.mi Salvatoris / Slovakiae
N.rae Dominae Reginae Pacis
Germania
Slovakia
Africa Meridionalis
79
78
78
78
76
73
74
59
64
4
17
9
1
2
5
78
79
B. Junipero Serra
S. Gregorii Magni / Castellana
Mexicum
Hispania
78
75
75
73
52
70
23
3
3
2
80
81
82
83
84
85
86
87
88
89
90
S.Michael Archangeli
Ss.mi Cordis Mariae / Liguriae
S. Bernardini Senensis / Aprutiorum
S. Hieronymi / Dalmatiae
S. Pauli Apostoli
Fluvii Platensis Assumptionis B.V.M
S. Philippi de Iesu
Carthaginensis
S. Bonaventurae / Pedemontana
Custodia S. Antonii Patavini
Nostrae Dominae de Guadalupe
Ucraina
Italia
Italia
Croatia
Melita
Argentina
Mexicum
Hispania
Italia
Philippinae
USA (Fed Civ Am Sept)
75
73
70
70
70
69
67
66
66
66
65
70
73
69
69
70
68
63
66
64
66
64
60
72
67
65
68
60
43
65
62
62
58
10
1
2
4
2
8
20
1
2
4
6
5
91
92
93
94
95
96
97
98
99
100
Assumptionis B.V.M. (Bacabal)
S. Francisci Solano
S. Clarae Cust. Aut.
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
Ss. VII Martyrum / Calabriae
SS. Nominis Jesu
N.rae Dominae Septem Gaudiorum
S. Stephani Regis / Transilvaniae
S. Venceslai / Bohemiae-Moraviae
B.V.M. Reginae Sinarum
Brasilia
Argentina
Mozambicum
Britannia Magna
Italia
Brasilia
Brasilia
Romania
Ceca Respublica
Taivania (Formosa)
65
65
65
57
55
54
53
52
51
47
65
63
62
56
54
50
53
49
51
47
53
61
37
56
50
40
38
42
47
45
12
2
25
0
4
10
15
7
4
2
101
102
103
Christi Regis
S. Casimiri
S. Michaelis
Canada
Lituania
Argentina
47
46
46
45
46
44
39
45
41
6
1
3
104
105
106
107
S. Salvatoris a Horta / Cataloniae
S. Mariae Gratiarum / Sardiniae
S. Ioannis Baptistae
S. Francisci Assisiensis
Hispania
Italia
Pakistania
Papua Nova Guinea
43
43
42
42
43
43
38
42
42
41
31
34
1
2
7
8
108
109
S. Benedicti de Amazonia
Christi Regis
Brasilia
Helvetia
38
25
37
25
31
25
6
110
Annuntiationis B.V.M.
Albania
21
20
18
15030 14643 13040
2
1603
6
1
2
1
1
1
4
2
1
2
3
1
1
4
3
2
2
4
1
1
387
103
STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM
VI. Incrementum vel decrementum numeri fratrum
1 Aegyptus
S. Familiae
Admissi
Egressi
4
4
5
8
Defuncti
Summa
2
2
107 103
2 Aequatoria
10
8
3 Africa (Kenia) et Madigascaria
S. Francisci
S. Francisci de Quito
2
4
9
8
4 Africa Meridionalis
N.rae Dominae Reginae Pacis
5
2
5 Albania
Annuntiationis B.V.M.
1
2
10
10
5
2
8
1
1
11
1
Fluvii Platensis Assumptionis B.V.M
S. Michaelis
1
2
1
1
1
1
1
1
3
1
3
3
3
1
S. Francisci Solano
2
2
4
1
6
4
158 150
3
1
113 106
2
2
1
2
78
73
21
20
6 America Centralis/Panama
Dominae Nostrae de Guadalupe
230 220
7 Argentina
2
1
8 Australia
Sancti Spiritus
3
2
2
9 Austria/Italia
S. Leopoldi Prov.
3
1
2
1
1
10 Belgium
S. Joseph Sponsi B.V.M.
11 Bolivia
S. Antonii / Missionaria
12 Bosnia-Herzegovia
S. Crucis / Bosnae Argentinae
Assumptionis BVM / Herzegoviae
13 Brasilia
SS. Nominis Jesu
S. Antonii Patavini
S. Francisci Assisiensis
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
S. Benedicti de Amazonia
N.rae Dominae Septem Gaudiorum
Assumptionis B.V.M. (Bacabal)
S. Crucis
12
5
1
5
5
38
4
4
4
10
6
4
1
4
2
6
2
14
13
2
3
4
3
6
6
14 Britannia Magna
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
1
15 Canada
S. Joseph Sponsi B.V.M.
Christi Regis
2
69
46
68
44
65
63
3
3
3
121 120
4
2
4
138 137
6
6
132 132
4
4
178 166
1 352 347
215 210
2
1
6
3
3
1
6
3
2
3
2
4
6
2
1
4
7
6
2
54 50
146 138
125 119
3
8
19
6
28
6
424 418
2
1
1
2
2
2
1
4
8
1
1
1
1
2
4
38 37
53 53
65 65
130 125
1
2
1
4
1
1
1
4
1
1
6
1
2
2
57
56
4
1
99
47
99
45
1
51
51
16 Ceca Respublica
S. Venceslai / Bohemiae-Moraviae
1
17 Chilia
Ss.mae Trinitatis
7
14
1
4
2
S. Fidei
S. Pauli Apostoli
15
6
27
4
2
4
3
2
3
4
19 Congensis Resp.Dem.
S. Benedicti Africani
11
12
13
5
2
3
4
5
1
1
1
6
1
119 116
4
3
7
8
4
3
225 216
84 80
18 Columbia
20 Corea
Ss. Martyrum Coreanorum
1
2
2
7
226 215
4
154 147
104
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
Admissi
Natio
21 Croatia
Ss. Cyrilli et Methodii / Croatiae
S. Hieronymi / Dalmatiae
Ss.mi Redemptoris / Dalmatia
Egressi
Defuncti
Nov Ptm Sol Nov Ptm Sol Nov Ptm Sol
11
22
8
1
5
1
6
1
2
22 Gallia
B. Pacifici / Gallia Occidentalis
3
1
5
2
3
2
1
Summa
Egr Def Exc Tot Sum
2
8
220 209
2
3
70 69
279 274
8
158 158
110 110
23 Gallia-Belgium
Trium Sociorum / Gallia Orient.-Belg.
1
5
1
5
1
5
5
6
2
5
5
1
2
3
2
1
2
3
24 Germania
S. Antonii Patavini / Bavariae
S. Crucis / Saxoniae
2
1
1
1
S. Elisabeth
Ss. Trium Regum / Coloniae
1
1
2
1
1
2
1
5
3
1
2
1
1
4
4
2
1
4
1
1
1
3
1
29 Iaponia
Ss. Martyrum Iaponensium
30 India
S. Thomae Apostoli / Indiae
3
1
1
26 Hibernia
Hiberniae
28 Hungaria
Magna Domina Hungarorum
1
1
25 Helvetia
Christi Regis
27 Hispania
Baetica
De Arantzazu franciscana
Carthaginensis
S. Gregorii Magni / Castellana
S. Salvatoris a Horta / Cataloniae
N.rae Dominae a Regula / Granatensis
S. Iacobi a Compostella
S. Joseph / Valentiae et Aragoniae
1
1
3
1
1
6
2
3
2
1
5
1
1
1
3
6
2
3
1
6
2
3
2
1
5
1
107 106
2 260 260
66 66
75 73
43 43
90 90
118 118
87 86
1 113 111
1
2
1
3
1
1
2
4
25
1 153 153
2
7
103 102
79 78
4
1
15
84 82
142 141
25
2
15
1
84
84
196 182
31 Indonesia
32
19
14
4
32 Israel
Custodia Terrae Sanctae
S. Michaelis Archangeli
1
5
6
1
33 Italia
S. Antonii Patavini / Venetae
S. Bernardini Senensis / Aprutiorum
6
1
2
1
2
3
1
2
2
1
1
S. Michaelis Archangeli / Apuliae
Christi Regis / Bononiensis
Ss. VII Martyrum / Calabriae
Ss.mi Cordis Mariae / Liguriae
Assumptionis B.V.M. / Lyciensis
S. Caroli Borromaei / Mediolanensis
1
4
2
Ss.mi Cordis Iesu / Neapolitana
S. Bonaventurae / Pedemontana
6
2
3
2
1
1
S. Iacobi de Marchia / Picena
Ss. Petri et Pauli / Romana
Immac. Concept. / Salernitano-Lucana
S. M. Gratiarum / Samnito-Hirpina
5
2
2
1
3
1
1
2
1
3
3
1
S. Mariae Gratiarum / Sardiniae
Seraphica S. Francisci Assisiensis
Ss.mi Nominis Iesu / Siciliae
8
2
8
3
1
8
5
8
1
2
2
241 211
1
1 184 183
6 15
5
1 375 369
70 69
1
15
5
1
1
1
3
1
1
1
3
119 116
117 117
55 54
4
4
8
1
1
4
4
8
73 73
85 85
158 157
5
1
1
5
1
164 158
66 64
3
6
4
5
5
3
122 117
146 144
148 146
1 87 87
2
4
1
4
4
43 43
2 237 229
143 140
1
1
4
4
5
5
3
1
1
1
4
4
2
1
105
STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM
Admissi
Natio
34 Lituania
S. Casimiri
Egressi
Defuncti
Nov Ptm Sol Nov Ptm Sol Nov Ptm Sol
2
2
2
2
1
1
Summa
Egr Def Exc Tot Sum
4
35 Melita
S. Pauli Apostoli
2
2
46
46
70
70
36 Mexicum
S. Evangelii
Ss. Francisci et Jacobi Jalisco
Ss. Petri et Pauli de Michoacan
B. Junipero Serra
S. Philippi de Iesu
37 Mozambicum
S. Clarae Cust. Aut.
8
18
11
4
11
7
10
1
2
1
6
4
7
5
6
3
2
1
3
2
2
4
3
1
1
2
1
1
3
3
4
1
3
9
6
3
3
1
197 189
426 408
268 257
4
5
78
67
75
63
3
65
62
38 Nederlandia
Ss. Martyrum Gorcomiensium
13
13
177 176
39 Pakistania
S. Ioannis Baptistae
5
1
40 Papua Nova Guinea
S. Francisci Assisiensis
41 Peruvia
S. Francisci Solano
Ss. XII Apostolorum
42 Philippinae
S. Petri Baptistae
Custodia S. Antonii Patavini
43 Polonia
Assumptionis B.V.M.
S. Hedvigis
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
S. Mariae Angelorum
S. Francisci Assisiensis
2
4
4
10
4
4
6
6
5
12
1
10
7
5
13
3
11
6
4
4
1
1
8
7
2
0
44 Portugallia
Ss. Martyrum Marochiensium
45 Romania
S. Stephani Regis / Transilvaniae
3
46 Slovakia
Ss.mi Salvatoris / Slovakiae
2
1
9
1
1
1
2
4
1
42
38
2
42
42
1
10
128 124
142 138
2
108 102
66 66
3
1
4
2
2
1
5
1
4
3
1
1
15
4
5
2
8
5
1
4
1
1
3
1
4
3
1
5
2
2
1
1
5
298
203
357
261
197
286
202
347
254
192
151 151
1
52
49
5
78
76
47 Slovenia
S. Crucis / Slovenia
1
48 Taivania (Formosa)
B.V.M. Reginae Sinarum
1
2
1
2
96
96
1
1
1
47
47
1
94
88
75
70
49 Togum
Verbi Incarnati Prov.
50 Ucraina
S.Michael Archangeli
6
4
5
5
2
2
1
1
51 USA (Fed Civ Am Sept)
Assumptionis B.V.M.
1
2
1
S. Barbarae
Ss.mi Cordis Iesu
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
4
3
3
1
3
3
Ss.mi Nominis Iesu
Nostrae Dominae de Guadalupe
S. Ioannis Baptistae
3
1
2
4
1
1
5
2
1
1
2
1
12
7
7
2
1
52 Vietnamia
S. Francisci in Vietnam
1
2
8
1
8
141 141
1
1
4
7
6
2
2
1
4
7
6
208 205
1 255 253
1 155 152
1
11
2
6
3 11
2 2
1 6
375 372
65 64
185 183
3
195 183
2
1
1
106
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
VII. Inter 2007 et 2006 comparatio
Provincia
Natio
2007
2006
Diff
115
S. Leopoldi Prov.
Austria/Italia
A07
Custodia S. Antonii Patavini
Philippinae
66
041
S. Michaelis Archangeli
Indonesia
241
217
24
073
S. Francisci Solano
Peruvia
128
104
24
040
S. Thomae Apostoli / Indiae
India
196
183
13
070
Ss. Francisci et Jacobi Jalisco
Mexicum
426
415
11
050
Ss.mi Cordis Iesu / Neapolitana
Italia
164
154
10
089
S. Francisci in Vietnam
Vietnamia
195
187
8
012
S. Francisci Assisiensis
Brasilia
125
118
7
063
Ss. Cyrilli et Methodii / Croatiae
Croatia
220
213
7
076
Assumptionis B.V.M.
Polonia
298
291
7
113
Verbi Incarnati Prov.
Togum
94
88
6
079
S. Mariae Angelorum
Polonia
261
256
5
098
S. Antonii / Missionaria
Bolivia
178
174
4
036
S. Joseph / Valentiae et Aragoniae
Hispania
87
84
3
A01
N.rae Dominae Septem Gaudiorum
Brasilia
53
50
3
102
N.rae Dominae Reginae Pacis
Africa Meridionalis
78
76
2
065
Ss.mi Redemptoris / Dalmatia
Croatia
279
277
2
066
Assumptionis BVM / Herzegoviae
Bosnia-Herzegovia
215
213
2
071
Ss. Petri et Pauli de Michoacan
Mexicum
268
266
2
078
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
Polonia
357
355
2
081
S. Stephani Regis / Transilvaniae
Romania
52
50
2
027
S. Elisabeth
Germania
103
102
1
034
N.rae Dominae a Regula /
Hispania
90
89
1
043
S. Michaelis Archangeli / Apuliae
Italia
119
118
1
096
Christi Regis
Canada
111
S. Benedicti Africani
Congensis Resp.Dem.
A03
S. Ioannis Baptistae
108
002
029
138
138
66
47
46
1
226
225
1
Pakistania
42
41
1
SS. Nominis Jesu
Brasilia
54
54
0
Annuntiationis B.V.M.
Albania
21
21
0
Baetica
Hispania
107
107
0
046
Ss. VII Martyrum / Calabriae
Italia
55
55
0
051
S. Bonaventurae / Pedemontana
Italia
66
66
0
052
S. Iacobi de Marchia / Picena
Italia
122
122
0
057
Seraphica S. Francisci Assisiensis
Italia
237
237
0
064
S. Hieronymi / Dalmatiae
Croatia
70
70
0
093
Ss. Martyrum Coreanorum
Corea
154
154
0
A06
S. Clarae Cust. Aut.
Mozambicum
65
65
0
114
Magna Domina Hungarorum
Hungaria
113
113
0
107
STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM
Provincia
Natio
010
S. Antonii Patavini
Brasilia
015
S. Venceslai / Bohemiae-Moraviae
Ceca Respublica
077
S. Hedvigis
Polonia
025
Ss. Trium Regum / Coloniae
112
S. Philippi de Iesu
A04
2007
2006
Diff
146
147
-1
51
52
-1
203
204
-1
Germania
79
80
-1
Mexicum
67
68
-1
S. Francisci Assisiensis
Papua Nova Guinea
42
43
-1
001
S. Francisci de Quito
Aequatoria
158
160
-2
017
Ss.mae Trinitatis
Chilia
119
121
-2
032
S. Gregorii Magni / Castellana
Hispania
75
77
-2
056
S. Mariae Gratiarum / Sardiniae
Italia
43
45
-2
068
S. Pauli Apostoli
Melita
70
72
-2
088
Nostrae Dominae de Guadalupe
USA (Fed Civ Am Sept)
65
67
-2
090
Custodia Terrae Sanctae
Israel
184
186
-2
091
Dominae Nostrae de Guadalupe
America Centralis/Panama
230
232
-2
105
S. Familiae
Aegyptus
107
109
-2
104
S.Michael Archangeli
Ucraina
75
77
-2
003
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
Britannia Magna
57
60
-3
005
Sancti Spiritus
Australia
121
124
-3
016
Ss.mi Salvatoris / Slovakiae
Slovakia
78
81
-3
033
S. Salvatoris a Horta / Cataloniae
Hispania
43
46
-3
035
S. Iacobi a Compostella
Hispania
118
121
-3
039
Ss. Martyrum Iaponensium
Iaponia
062
S. Crucis / Bosnae Argentinae
Bosnia-Herzegovia
067
S. Crucis / Slovenia
074
095
84
87
-3
352
355
-3
Slovenia
96
99
-3
Ss. XII Apostolorum
Peruvia
142
145
-3
B.V.M. Reginae Sinarum
Taivania (Formosa)
47
50
-3
101
B. Junipero Serra
Mexicum
78
81
-3
011
S. Crucis
Brasilia
130
133
-3
092
S. Michaelis
Argentina
46
49
-3
A02
Christi Regis
Helvetia
25
28
-3
086
S. Ioannis Baptistae
USA (Fed Civ Am Sept)
185
188
-3
107
S. Francisci Solano
Argentina
65
68
-3
047
Ss.mi Cordis Mariae / Liguriae
Italia
73
77
-4
053
Ss. Petri et Pauli / Romana
Italia
146
150
-4
083
S. Barbarae
USA (Fed Civ Am Sept)
208
212
-4
A05
S. Benedicti de Amazonia
Brasilia
38
42
-4
097
S. Francisci Assisiensis
Polonia
197
201
-4
106
S. Francisci
Africa (Kenia) et Madigascaria
113
117
-4
109
Assumptionis B.V.M. (Bacabal)
Brasilia
65
69
-4
004
Fluvii Platensis Assumptionis B.V.
Argentina
69
74
-5
008
S. Joseph Sponsi B.V.M.
Belgium
132
137
-5
026
S. Crucis / Saxoniae
Germania
142
147
-5
108
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
Provincia
Natio
2007
2006
Diff
045
Christi Regis / Bononiensis
Italia
117
122
-5
054
Immac. Concept. / Salernitano-
Italia
148
153
-5
058
Ss.mi Nominis Iesu / Siciliae
Italia
143
148
-5
060
Tusciae S. Francisci Stigmat. Prov.
Italia
125
130
-5
069
S. Evangelii
Mexicum
197
202
-5
028
Hiberniae
Hibernia
153
159
-6
048
Assumptionis B.V.M. / Lyciensis
Italia
85
91
-6
080
Ss. Martyrum Marochiensium
Portugallia
151
157
-6
094
S. Pauli Apostoli
Columbia
84
90
-6
100
Trium Sociorum / Gallia Orient.-
Gallia-Belgium
110
116
-6
018
S. Fidei
Columbia
225
232
-7
031
Carthaginensis
Hispania
66
73
-7
042
S. Bernardini Senensis /
Italia
70
77
-7
085
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
USA (Fed Civ Am Sept)
155
162
-7
049
S. Caroli Borromaei /
Italia
158
166
-8
055
S. M. Gratiarum / Samnito-Hirpina
Italia
87
95
-8
059
S. Vigilii / Tridentina
Italia
084
Ss.mi Cordis Iesu
USA (Fed Civ Am Sept)
110
S. Casimiri
030
099
80
88
-8
255
263
-8
Lituania
46
54
-8
De Arantzazu franciscana
Hispania
260
269
-9
B. Pacifici / Gallia Occidentalis
Gallia
158
167
-9
024
S. Antonii Patavini / Bavariae
Germania
84
94
-10
082
Assumptionis B.V.M.
USA (Fed Civ Am Sept)
141
151
-10
087
Ss.mi Nominis Iesu
USA (Fed Civ Am Sept)
375
385
-10
072
Ss. Martyrum Gorcomiensium
Nederlandia
177
189
-12
061
S. Antonii Patavini / Venetae
Italia
375
389
-14
013
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
Brasilia
424
450
-26
014
S. Joseph Sponsi B.V.M.
Canada
99
130
-31
075
S. Petri Baptistae
Philippinae
108
172
-64
15030
15256
-226
109
STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM
VIII. Alumni cursus Philosophiæ, Theologiæ et ad Gradus Academicos
Provincia
Natio
013
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
Brasilia
Phil
52
Theo. Grad.
21
14
Tot.
87
041
S. Michaelis Archangeli
Indonesia
57
16
10
83
070
Ss. Francisci et Jacobi Jalisco
Mexicum
36
35
11
82
089
S. Francisci in Vietnam
Vietnamia
23
26
8
57
062
S. Crucis / Bosnae Argentinae
Bosnia-Herzegovia
46
10
56
078
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
Polonia
12
16
28
56
040
S. Thomae Apostoli / Indiae
India
24
25
5
54
076
Assumptionis B.V.M.
Polonia
13
26
10
49
091
Dominae Nostrae de Guadalupe
America Centralis/Panama
30
19
079
S. Mariae Angelorum
Polonia
17
30
0
47
001
S. Francisci de Quito
Aequatoria
14
22
7
43
057
Seraphica S. Francisci Assisiensis
Italia
19
9
10
38
071
Ss. Petri et Pauli de Michoacan
Mexicum
22
16
097
S. Francisci Assisiensis
Polonia
10
18
10
38
106
S. Francisci
Africa (Kenia) et Madigascaria
16
13
4
33
105
S. Familiae
Aegyptus
10
18
4
32
012
S. Francisci Assisiensis
Brasilia
18
10
2
30
063
Ss. Cyrilli et Methodii / Croatiae
Croatia
8
19
0
27
073
S. Francisci Solano
Peruvia
20
7
074
Ss. XII Apostolorum
Peruvia
17
10
090
Custodia Terrae Sanctae
Israel
4
19
4
27
093
Ss. Martyrum Coreanorum
Corea
9
7
8
24
058
Ss.mi Nominis Iesu / Siciliae
Italia
6
10
7
23
065
Ss.mi Redemptoris / Dalmatia
Croatia
8
15
0
23
113
Verbi Incarnati Prov.
Togum
15
6
2
23
075
S. Petri Baptistae
Philippinae
0
22
0
22
077
S. Hedvigis
Polonia
11
11
0
22
087
Ss.mi Nominis Iesu
USA (Fed Civ Am Sept)
2
15
5
22
061
S. Antonii Patavini / Venetae
Italia
5
13
3
21
018
S. Fidei
Columbia
17
4
0
21
043
S. Michaelis Archangeli / Apuliae
Italia
016
Ss.mi Salvatoris / Slovakiae
Slovakia
017
Ss.mae Trinitatis
Chilia
028
Hiberniae
030
49
38
27
27
11
8
19
9
8
0
17
12
5
0
17
Hibernia
6
4
7
17
De Arantzazu franciscana
Hispania
10
7
0
17
053
Ss. Petri et Pauli / Romana
Italia
6
9
2
17
083
S. Barbarae
USA (Fed Civ Am Sept)
5
7
5
17
054
Immac. Concept. / Salernitano-
Italia
1
10
5
16
066
Assumptionis BVM / Herzegoviae
Bosnia-Herzegovia
5
7
4
16
010
S. Antonii Patavini
Brasilia
9
5
1
15
011
S. Crucis
Brasilia
10
4
1
15
104
S.Michael Archangeli
Ucraina
4
8
3
15
004
Fluvii Platensis Assumptionis B.V.M
Argentina
10
3
1
14
052
S. Iacobi de Marchia / Picena
Italia
10
4
14
A01
N.rae Dominae Septem Gaudiorum
Brasilia
9
4
114
Magna Domina Hungarorum
Hungaria
4
7
2
13
108
SS. Nominis Jesu
Brasilia
6
4
1
11
13
110
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
Provincia
Natio
050
Ss.mi Cordis Iesu / Neapolitana
Italia
Phil.
5
4
2
11
101
B. Junipero Serra
Mexicum
5
6
0
11
109
Assumptionis B.V.M. (Bacabal)
Brasilia
6
3
2
11
A06
S. Clarae Cust. Aut.
Mozambicum
4
6
1
11
115
S. Leopoldi Prov.
Austria/Italia
3
6
2
11
049
S. Caroli Borromaei / Mediolanensis
Italia
3
2
5
10
084
Ss.mi Cordis Iesu
USA (Fed Civ Am Sept)
6
3
0
9
A05
S. Benedicti de Amazonia
Brasilia
5
3
1
9
111
S. Benedicti Africani
Congensis Resp.Dem.
7
2
9
112
S. Philippi de Iesu
Mexicum
5
4
0
9
A03
S. Ioannis Baptistae
Pakistania
1
6
2
9
060
Tusciae S. Francisci Stigmat. Prov.
Italia
7
1
8
067
S. Crucis / Slovenia
Slovenia
7
1
8
088
Nostrae Dominae de Guadalupe
USA (Fed Civ Am Sept)
6
1
8
094
S. Pauli Apostoli
Columbia
6
2
8
099
B. Pacifici / Gallia Occidentalis
Gallia
4
0
8
031
Carthaginensis
Hispania
1
6
7
045
Christi Regis / Bononiensis
Italia
1
5
1
7
055
S. M. Gratiarum / Samnito-Hirpina
Italia
1
5
1
7
102
N.rae Dominae Reginae Pacis
Africa Meridionalis
6
1
080
Ss. Martyrum Marochiensium
Portugallia
085
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
USA (Fed Civ Am Sept)
048
Assumptionis B.V.M. / Lyciensis
Italia
081
S. Stephani Regis / Transilvaniae
Romania
092
S. Michaelis
034
035
1
4
Theo. Grad.
4
Tot
7
3
7
0
7
2
4
6
2
3
1
6
Argentina
2
1
3
6
N.rae Dominae a Regula /
Hispania
1
2
2
5
S. Iacobi a Compostella
Hispania
1
4
0
5
064
S. Hieronymi / Dalmatiae
Croatia
4
1
0
5
096
Christi Regis
Canada
0
5
0
5
A04
S. Francisci Assisiensis
Papua Nova Guinea
3
1
1
5
002
Annuntiationis B.V.M.
Albania
2
2
4
005
Sancti Spiritus
Australia
3
1
0
4
015
S. Venceslai / Bohemiae-Moraviae
Ceca Respublica
1
1
2
4
046
Ss. VII Martyrum / Calabriae
Italia
3
1
082
Assumptionis B.V.M.
USA (Fed Civ Am Sept)
0
4
0
4
110
S. Casimiri
Lituania
1
2
1
4
024
S. Antonii Patavini / Bavariae
Germania
1
2
3
029
Baetica
Hispania
0
3
032
S. Gregorii Magni / Castellana
Hispania
1
2
0
3
051
S. Bonaventurae / Pedemontana
Italia
1
2
0
3
107
S. Francisci Solano
Argentina
1
1
1
3
036
S. Joseph / Valentiae et Aragoniae
Hispania
1
1
2
042
S. Bernardini Senensis / Aprutiorum
Italia
0
2
056
S. Mariae Gratiarum / Sardiniae
Italia
0
2
0
2
098
S. Antonii / Missionaria
Bolivia
1
1
2
025
Ss. Trium Regum / Coloniae
Germania
0
2
2
086
S. Ioannis Baptistae
USA (Fed Civ Am Sept)
1
1
2
7
4
3
2
111
STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM
Provincia
Natio
Phil.
Theo. Grad.
003
Immaculatae Conceptionis B.V.M.
Britannia Magna
033
S. Salvatoris a Horta / Cataloniae
Hispania
039
Ss. Martyrum Iaponensium
Iaponia
059
S. Vigilii / Tridentina
Italia
0
069
S. Evangelii
Mexicum
1
095
B.V.M. Reginae Sinarum
Taivania (Formosa)
A02
Christi Regis
Helvetia
0
008
S. Joseph Sponsi B.V.M.
Belgium
0
014
S. Joseph Sponsi B.V.M.
Canada
026
S. Crucis / Saxoniae
Germania
0
0
027
S. Elisabeth
Germania
0
0
047
Ss.mi Cordis Mariae / Liguriae
Italia
0
068
S. Pauli Apostoli
Melita
0
072
Ss. Martyrum Gorcomiensium
Nederlandia
0
100
Trium Sociorum / Gallia Orient.-Belg.
Gallia-Belgium
0
A07
Custodia S. Antonii Patavini
Philippinae
1
0
1
1
1
1
0
1
1
0
1
0
1
1
692
Tot
0
1
1
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
783
262
1737
E PROCURA GENERALI
Calendarium proprium Ordinis Fratrum Minorum
1. Decretum probationis seu confirmationis
CONGREGATIO DE CULTU DIVINO
ET DISCIPLINA SACRAMENTORUM
Prot. N. 1040/07/L
Ex iis magnanimis testibus sanctitatis
Dei ad nos hortatio pervenit ut amplectamur
sanctaque vita testificemur voluntatem eius
qui omnes ad amoris perfectionem advocat.
Optantes igitur maiore studio hanc ingredi “scholam sanctitatis”, a Sede Apostolica petivimus facultatem in proprio Fratrum Minorum Calendario, ab eadem Sede
Apostolica die XVI mensis Iulii anno MMIII
(Prot. n. 1445/02/L) iam approbato, quasdam alias addendi celebrationes sanctorum
beatorumque Ordinis, qui diversis in temporibus et culturis vitam egerunt, quo magis
magisque perficeretur optatum Apostoli
Pauli asserentis: «et si radix sancta, et rami»
(Rom 11,16).
Instante Reverendo Patre Francisco Bravi, Procuratore Generali Ordinis Fratrum
Minorum, litteris die 11 septembris 2007
datis, vigore facultatum huic Congregationi
a Summo Pontifice BENEDICTO XVI tributarum, perlibenter conceditur ut in Calendarium proprium eiusdem Ordinis aliquæ celebrationes liturgicæ prout in adiecto exstant exemplari, inseri valeant.
Contrariis quibuslibet minime obstantibus.
Die XVI mensis Februarii anno MMVIII
(Prot. n. 1040/07/L) competens Congregatio nostris annuit precibus, quapropter de
officii mei potestate, vigore praesentis
FRANCISCUS CARD. ARINZE
Præfectus
promulgo Calendarium liturgicum pro Fratribus Minoribus a Sede Apostolica approbatum ac praecipio ut statim vim sortiatur, liturgicis normis servandis plane servatis.
2. Decretum promulgationis Ministri
Generalis
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Minister Generalis
Ex ædibus Congregationis de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum, die 16
februarii 2008.
† ALBERTUS MALCOLMUS RANJITH
Archiepiscopus a Secretis
Filii sumus et fratres sanctorum (cf Tb
2,18): nos quoque gaudio perfusi repetere possumus spe referta verba pii Tobiae, varias volventes annalium nostrorum periodos, sanctorum beatorumque caelitum praesentia insignitas, ab ipsa incipiendo persona Seraphici Patris
usque ad splendidas figuras sanctorum beatorumque nostrae aetatis.
DECRETI
Datum Romae, apud Curiam S. Mariae
Mediatricis, die XV mensis Martii anno MMVIII,
in sollemnitate anticipata Sancti Ioseph.
FR. ERNEST K. SIEKIERKA, OFM
Secretarius Generalis
114
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
3. Calendarium Ordinis Fratrum Minorum
IANUARIUS
3 Sanctissimi Nominis Iesu
7 Sancti Caroli de Setia, religiosi*
11 Sancti Thomae de Cora, presbyteri
14 Beati Odorici de Portunaone, presbyteri
16 Sanctorum Berardi et Sociorum, Protomartyrum Ordinis
19 Sanctae Eustochiae Calafato, virginis (pro II Ordine)
30 Sanctae Hyacintae de Mariscotti, virginis
* Quando non indicatur gradus celebrationis, fit Memoria ad libitum.
FEBRUARIUS
6 Sanctorum Petri Baptistae, Pauli Miki et Sociorum,
martyrum in Iaponia
7 Sanctae Coletae de Corbeia, virginis
7 Sancti Aegidii Mariae a S. Ioseph, religiosi
7 Sancti Ioannis de Triora, presbyteri et martyris
25 Beati Sebastiani de Aparicio, religiosi
MARTIUS
2 Sanctae Agnetis de Bohemia, virginis
3 Beatorum Liberati Weiss et Sociorum,
martyrum de Gondar in Aethiopia
5 Sancti Ioannis Iosephi a Cruce, presbyteri
18 Sancti Salvatoris de Horta, religiosi
22 Sancti Benvenuti Scotivoli de Auximo, episcopi
APRILIS
4 Sancti Benedicti Nigri a Sancto Philadelpho, religiosi
21 Sancti Conradi de Parzham, religiosi
23 Beati Aegidii Assisiensis, religiosi
24 Sancti Fidelis de Sigmaringen, presbyteri et martyris
28 Beati Luchesii (pro III Ordine)
MAIUS
4 Beatorum Thomae, Henrici, Arthuri, Ioannis et Caroli,
martyrum in Anglia
8 Beatae Mariae Virginis omnium gratiarum Mediatricis
9 Sanctae Catharinae de Bononia, virginis (pro II Ordine)
12 Sancti Leopoldi Mandić de Castronovo, presbyteri
13 Sancti Petri Regalado, presbyteri
16 Sanctae Margaritae de Cortona, paenitentis
17 Sancti Paschalis Baylon, religiosi
18 Sancti Felicis de Cantalicio, religiosi
19 Sancti Theophili de Curte, presbyteri
20 Sancti Bernardini Senensis, presbyteri
24 In Dedicatione basilicae assisiensis S. Francisci
30 Beatae Baptistae Varano, virginis (pro II Ordine)
Memoria
Festum
Memoria
Memoria
Memoria
Memoria
Memoria
Memoria
Memoria
Memoria
Memoria
Memoria
Festum
Festum
E PROCURA GENERALI
IUNIUS
12 Beatae Iolentae, religiosae (pro II Ordine)
13 Sancti Antonii de Padua, presbyteri et Ecclesiae Doctoris
16 Beati Ioannis de Parma, presbyteri
20 Beatorum Patricii, Conni, Conori et Ioannis, martyrum in Hibernia
30 Beati Raimundi Lullo, martyris
IULIUS
8 Sanctorum Gregorii Grassi, episcopi, Herminiae, virginis,
et Sociorum, martyrum in China
9 Sanctorum Nicolai Pieck, Willebadi et Sociorum,
martyrum in Hollandia
10 Sanctae Veronicae Giuliani, virginis
12 Sanctorum Ioannis Jones et Ioannis Wall,
presbyterorum et martyrum in Anglia
13 Beatorum Emmanuelis Ruiz et Sociorum,
martyrum Damasci in Syria
14 Sancti Francisci Solano, presbyteri
15 Sancti Bonaventurae, episcopi et Ecclesiae Doctoris
18 Sancti Simonis de Lypnica, presbyteri
19 Sancti Ioannis de Dukla, presbyteri
21 Sancti Laurentii de Brundusio, presbyteri et Ecclesiae Doctoris
23 Sanctae Cunegundis, religiosae (pro II Ordine)
24 Beatae Ludovicae de Sabaudia, religiosae (pro II Ordine)
27 Beatae Mariae Magdalenae Martinengo, virginis (pro II Ordine)
AUGUSTUS
2 Beatae Virginis Mariae Angelorum de Portiuncula
5 Beati Friderici Jansoone, presbyteri
8 Sancti Patris Dominici, presbyteri
11 Sanctae Clarae Assisiensis, virginis
(pro II Ordine: Fundatricis, Sollemnitas)
14 Sancti Maximiliani Mariae Kolbe, presbyteri et martyris
17 Sanctae Beatricis da Silva, virginis
(apud Conceptionistas: Fundatricis, Sollemnitas)
19 Sancti Ludovici, episcopi tolosani
25 Sancti Ludovici IX, regis
26 Beati Juniperi Serra, presbyteri
SEPTEMBER
11 Beati Bonaventurae de Barcinone, religiosi
17 Sancti Patris nostri Francisci in impressione Stigmatum
18 Sancti Iosephi de Cupertino, presbyteri
23 Sancti Pii de Pietrelcina, presbyteri
24 Sancti Pacifici de Sancto Severino, presbyteri
OCTOBER
4 Sancti Patris nostri Francisci Assisiensis,
Fundatoris trium Ordinum
10 Sanctorum Danielis et Sociorum, martyrum in Mauritania
11 Beati Ioannis XXIII, papae
115
Festum
Memoria
Memoria
Festum
Memoria
Festum
Festum
Festum
Memoria
Memoria
Memoria
Festum
Memoria
Memoria
Sollemnitas
116
19
22
23
24
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
Sancti Petri de Alcantara, presbyteri
Beatae Iosephinae Leroux, virginis et martyris (pro II Ordine)
Sancti Ioannis de Capestrano, presbyteri
Sancti Antonii a Sancta Anna Galvão, presbyteri
NOVEMBER
8 Beati Ioannis Duns Scoti, presbyteri
13 Sancti Didaci de Alcalá, religiosi
14 Sanctorum Nicolai Tavelić et Sociorum, presbyterorum
et martyrum in Hierosolyma
17 Sanctae Elisabeth Hungariae,
Patronae Ordinis Franciscalis Saecularis
18 Beatae Salomeae de Cracovia, virginis (pro II Ordine)
19 Sanctae Agnetis Assisiensis, virginis (apud II Ordinem: Memoria)
20 Beatorum Paschalis Fortuño Almela et Sociorum,
martyrum Valenciae in Hispania
22 Beatorum Salvatoris Lilli et Sociorum, martyrum in Armenia
25 Sancti Humilis de Bisiniano, religiosi
26 Sancti Leonardi de Portu Mauritio, presbyteri
27 Sancti Francisci Antonii Fasani, presbyteri
28 Sancti Iacobi de Marchia, presbyteri
29 Omnium Sanctorum trium Ordinum Franciscalium
Memoria
Memoria
Memoria
Memoria
Memoria
Festum
Memoria
Memoria
Memoria
Festum
Commemoratio omnium defunctorum trium Ordinum Franciscalium: die opportuna
post diem secundam Novembris quae ab alia celebratione non impeditur.
4. Brevi note sul nuovo Calendario liturgico ofm
Con il suo Decreto firmato in data odierna, il Ministro Generale Fr. José Rodríguez
Carballo promulga il nuovo Calendario liturgico dei Frati Minori, approvato dalla
Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti in data 16 febbraio
2008 (Prot. N. 1040/07/L).
Il “nuovo” calendario completa, in un
certo qual modo, il Calendario universale
per il nostro Ordine già approvato nel 2003
(Prot. 1445/02/L) e pubblicato in Acta Ordinis (CXXII, 2003, pp. 206-208). Con il
“nuovo” calendario, come si esprime lo
stesso Decreto di approvazione, la Congregazione concede che siano inserite nel calendario del 2003 «aliquae celebrationes liturgicæ» oltre quelle già previste dal Calendario approvato per le Famiglie
Francescane nel 2001. La concessione è
davvero un fatto eccezionale per la storia
del nostro calendario. Come ognuno potrà
verificare di persona, nel Calendario “nuovo” è stato ampliato il numero dei Santi dell’Ordine, sono state inserite le memorie di
vari Beati ed è stata ripresa la memoria di S.
Maria “Mediatrice di tutte le grazie” così
cara ai Frati Minori e alla pietà dei nostri
Santi nonché titolare della Curia generale
dell’Ordine1.
1. Il significato pastorale del culto dei
Santi
Come leggiamo nella Costituzione Sacrosanctum Concilium del Vaticano II sulla
sacra Liturgia: «La Chiesa ha inserito nel
corso dell’anno anche la memoria dei Martiri e degli altri Santi che, giunti alla perfe-
E PROCURA GENERALI
zione con l’aiuto della multiforme grazia di
Dio... con i loro esempi attraggono tutti al
Padre per mezzo di Cristo» (art. 104).
Lo scopo primario della celebrazione
della memoria dei Santi è dunque la glorificazione di Dio che è il solo Santo e la sorgente di ogni santità (cfr. l’inizio delle Preghiere eucaristiche II e III del Messale Romano).
Più chiaramente possiamo dire che nei
Santi noi celebriamo Dio Padre, Colui cioè
che è perfetto e chiama tutti i suoi figli alla
perfezione in Cristo Gesù (Mt 5,48), plasmandoli con l’opera incessante dello Spirito Santo.
Inoltre, come recita il prefazio II dei
Santi dell’attuale Messale Romano, essi
con «il loro grande esempio e la loro fraterna intercessione... ci sostengono nel cammino della vita perché si compia in noi il
mistero di salvezza».
2. Le origini del culto dei Santi
La prima testimonianza del culto dei
“santi” possiamo trovarla nel “memoriale”
dei patriarchi e dei padri nella fede che gli
antichi israeliti facevano nella celebrazione
cultuale, rendendoli quasi presenti davanti
a Dio e davanti al popolo (cfr. Dan 3,3435).
Nel Nuovo Testamento sono chiamati
santi tutti i battezzati (cfr. Rm 1,7). Coloro
poi che, come Stefano, hanno dato la vita ad
imitazione di Gesù (cfr. Ap 5,9-10) vengono
proposti come modelli di vita.
Dopo i martiri, entrano nel firmamento
liturgico della Chiesa i confessori, le vergini, i monaci, i pastori e i dottori, al punto
che, le memorie dei Santi giungono a coprire la totalità dei giorni liturgici. Nonostante
la riduzione delle memorie dei santi operata dal Concilio di Trento (1571), a partire
dal XVI secolo il Calendario liturgico non
ha cessato di arricchirsi di nuovi santi, grazie anche alle mirabili figure di santi fioriti
in quella epoca nella Chiesa.
I criteri di sobrietà adottati dalla riforma
liturgica del Vaticano II hanno ridimensionato la presenza dei santi nell’anno liturgi-
117
co, privilegiando, come era giusto, le feste
del Signore e i tempi liturgici più importanti, come l’Avvento, la Quaresima e il tempo
pasquale, e, soprattutto, la domenica, festa
primordiale e Pasqua settimanale.
3. Perché un nuovo Calendario OFM?
Pur riducendo il numero dei santi inseriti nel calendario universale della Chiesa
(cfr. SC art. 111), il Vaticano II non ha tolto
però a ciascuna Chiesa particolare e alle Famiglie religiose la possibilità di celebrare,
sia pure con gradi liturgici diversi, i Santi
fioriti nelle singole Chiese o Famiglie religiose.
Tra le motivazioni che l’Ordine ha presentato alla competente Congregazione,
chiedendo l’approvazione del nuovo calendario, c’è stato il desiderio di proporre alla
comune attenzione, particolarmente a quella dei giovani Frati, la folta schiera dei nostri Santi e dei Beati riconosciuti della Chiesa, la cui vita è modello convincente e attuale di fedeltà al nostro carisma.
Secondo criterio è stato quello di ripercorrere l’intero fenomeno della santità serafica fiorita lungo i secoli della nostra storia,
nonché evidenziare il carattere di universalità da essa assunto nei diversi Paesi del
mondo.
Criterio non ultimo è stata l’esigenza di
non trascurare figure significative della storia dell’Ordine, il cui messaggio riveste una
particolare attualità anche per il mondo di
oggi. Pensiamo ad esempio ai vari gruppi di
Martiri che, nelle varie nazioni nel corso
degli otto secoli della nostra storia, hanno
arricchito la Chiesa con la generosità della
loro eroica testimonianza.
Siamo pertanto convinti che i Santi e i
Beati sono l’eloquente riprova che la grazia
delle origini in questi nostri fratelli non è
stata vana (cfr. 1Cor 15,10).
E, per concludere, rileggiamo insieme
quando scriveva nel 1991 l’allora Cardinale Ioseph Ratzinger: «Un santo è un uomo
che non blocca lo sguardo verso la luce di
Dio con l’ombra del suo essere personale,
ma che invece, attraverso la purificazione
118
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
della sua esistenza è diventato una specie di
finestra che, da questo mondo, ci lascia vedere la luce di Dio»!
1
Alcune note chiarificatrici:
• Il Calendario universale dell’Ordine dei Frati
Minori non priva le singole Conferenze,
Province o Nazioni di avere il loro Calendario particolare, la cui approvazione è demandata però alla Santa Sede, tramite la
Procura generale dell’Ordine.
•
•
Non tutte le celebrazioni segnate nel Calendario universale sono obbligatorie. Alcune
sono classificate come memoria obbligatoria,
festa o solennità, altre come memorie facoltative. Tutte però vanno celebrate nel
rispetto delle Norme liturgiche riportate all’inizio dell’attuale Messale Romano.
È bene ricordare che i religiosi sono obbligati
a celebrare la solennità del Patrono principale
del luogo e l’anniversario della dedicazione
della chiesa cattedrale della diocesi, ma non
le altre ricorrenze iscritte nel calendario
diocesano.
EX OFFICIO PRO MONIALIBUS
1. Conventus Præsidum Sororum Clarissarum
Assisi, 27.01-06.02.2008
FRANCISCUS ET CLARA
MEMORIA ET PROPHETIA
1. Partecipanti
AFRICA: Sr. Marie-Esther Ngo Batoum
(Libreville-Gabon); ARGENTINA: Sr. Maria de las Mercedes Álvarez (Buenos Aires); BELGIO: Sr. Karien Poukens (SintTruiden); BRASILE: Sr. Luzinete Ana Maria do Menino Jesus (Caicó); CANADA: Sr.
Réjeanne Plamondon (Rivière-du-LoupQuebec); COLOMBIA: Sr. Maria del Sagrario (Cajicá-Cundinamarca); FILIPPINE: Sr.
Marrietta Salvación Vega (North Cotabato);
FRANCIA: Sr. Monique Allard (Millau);
Sr. Marie Pierre Ballot (Haubourdin); Sr.
Merceron Marie-Hèlène-Andrèe (Nantes
Cedex); Sr. Anne-Françoise De Scorbiac
(Nèrac); GERMANIA: Sr. Maria Bernadette Bargel (Kevelaer); GRAN BRETAGNA:
Sr. Anne Marie Worster (Lynton, North Devon); GUATEMALA: Sr. Isabel María Martínez (Puerta Parada); IRLANDA: Sr. Bernadette Coughlan (Ennis, Co. Clare); Sr.
Patricia Rogers (Dublin); INDIA: Sr. Mary
Angel (Ernakulam Dist); ITALIA: Sr. Diana Papa (San Simone); Sr. Chiara Benedetta Conte (Milano); Sr. Francesca Ortolani
(Urbania); Sr. M. Agnese Pavone (Messina); Sr. Donatella Maria Grechi (Pistoia);
Sr. M. Letizia Quartiroli (Montagnana); Sr.
Chiara Paola Tufilli (Napoli); Sr. Maria Assunta Parente (Palestrina); Sr. Angela Emmanuela Scandella (Foligno); Sr. Maria Patrizia Noutra (San Benedetto del Tronto);
MESSICO: Sr. Maria Inés González Ortega
(El Pueblito); Sr. Consuelo Rodríguez Muñiz (Maneadero); Sr. Maria Guadalupe Torres Cuvillo (México); OLANDA: Sr. Esther
Zonjee (Megen); PAUPUA NUOVA GUI-
NEA: Sr. Regina Lewis (Aitape-Sandaun
Province); PERÙ: Sr. Blanca Ginelda Yarlequé Pérez (Trujillo, La Libertad); PORTOGALLO: Sr. Irma Maria da Cruz (Camara de Lobos-Modeira); POLONIA: Sr.
Elzbieta Raszczyk (Kalisz); Sr. Katarzyna
Malgorzata Walasik (Krakòw); SPAGNA:
Sr. Maria Teresa Pandelet Grijalvo (Ávila);
Sr. Maria Josefina Bastida Berna (Murcia);
Sr. Clara Fernandez (Santa Coloma de Farnés); Sr. Pilar Laporta Batlle (Badalona,
Barcelona); Sr. Maria Nieves Frances Sanz
(Soria); Sr. Inmaculada González Sánchez
(Badajoz); Sr. Maria Clara Quesada (Jaén);
Sr. Maria Asunción Fombellida Peral (Astudillo (Plancia); Sr. Maria Clara Mascaró
Planisi (Palma de Mallorca-Baleares);
USA: Sr. Anna Marie Covely (Cincinnati
OH); Sr. Mary Connor (Greenville); Sr. Miriam Igl (Kokomo); UGANDA: Sr. M. Annunciata B. Kagaba, OSC (Mbarara).
2. Gruppo operativo
1. Ufficio “Pro Monialibus”
Fr. Rafael Blanco (Delegato Generale
“Pro Monialibus”); Fr. Joy Prakash Kuzhiparambil (Vice Delegato Generale “Pro
Monialibus”).
2. Membri della Commissione
e Moderatori
Fr. Bienvenido Q. Baisas, Prov. S. Pietro
Battista, Filippine; Fr. Herbert Schneider,
Prov. SS. Tre Magi, Germania; Fr. Javier
Unanue Urrestarazu, Prov. Francescana di
Arantzazu, Spagna; Fr. Inacio Muro, Prov.
B. Junipero Serra, Messico; Fr. William
Short, Prov. Santa Barbara, USA.
3. Segretaria
Fr. Ernesto Siekierka, Curia generale
OFM, Segretario; Sr. Maria Chiara Stucchi,
Monastero di Cortona, Italia; Sr. Chiara
Cristina Longinotti, Monastero di Cortona,
Italia; Sr. Chiara Luciana Tria, Monastero
120
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
di Cortona, Italia; Sr. Maritza Mesa Rodriguez, Monastero Velez di Malaga, Spagna;
Fr. Gabriel García González, Curia generale OFM, Economo; Fr. John Abela, Curia
generale OFM, Internet/Comunicazioni; Sr.
Paola Bertini, medico.
4. Traduttori ed interpretati
Fr. Patrick Hudson, inglese; Fr. Philippe
Schillings, francese; Fr. Cesar Javier Orduña, spagnolo; Fr. Stefano Lovato, italiano; Fr. Giovanni Rinaldi, italiano.
5. Relatori
Fr. José Rodríguez Carballo, Ministro
generale; Fr. Giacomo Bini; Fr. Herbert
Schneider; Fr. William Short; Suor Francesca Chiara Giovanna Cremaschi (Milano);
Suor Chiara Stucchi (Cortona)
6. Celebranti
S. Chiara: Ministro generale (Apertura);
San Francesco, Fr. Jakab Varnai, Definitore
generale; Santuario della Verna, Vicario generale; San Damiano, Vespri, “Pro-Monialibus”; Porziuncola, Ministro generale
(conclusione)
7. Celebrazioni nei gruppi linguistici
Inglese: Fr. Bienvenido Q. Baisas; Fr.
Patrick Hudson; Fr. Joy Prakash; spagnolo:
Fr. Rafael Blanco; Fr. Javier Unanue; italiano: Fr. Ernesto Siekierka; francese: Fr. Philippe Schillings; Fr. Herbert Schneider.
8. Presentazione dei luoghi
Sr. Chiara Benedetta Conte
9. Autista
Fr. Francisco Candray, Curia generale
OFM.
3. Comunicazione dell’Ufficio “Pro Monialibus”
IL SENSO DEL SERVIZIO
DELL’UFFICIO “PRO MONIALIBUS”
I Responsabili dell’Ufficio “Pro Monialibus” avvertono, come prima esigenza, il
dovere di rinnovare il loro sincero ringraziamento per la fiducia che il Ministro generale ed il suo Definitorio hanno posto in
essi, con l’affidamento di questo servizio
che l‘Ordine offre alla Vita contemplativa
femminile, che vive il carisma francescano-
clariano. Dopo aver accennato brevemente
agli obiettivi di questo Ufficio, desiderano
di condividere con voi quello che, secondo
noi, sono le luci e le ombre più significative
del loro servizio. Grazie a Dio le prime sono più numerose delle seconde.
Obiettivi
1. Aiutare i Monasteri nel loro cammino
spirituale e nella soluzione dei problemi
giuridici e amministrativi.
2. Animare e accompagnare le Sorelle,
che sono spiritualmente o giuridicamente
legate all’Ordine, nella vita evangelica, secondo il carisma dato dal Signore a Francesco e a Chiara.
Luci
1. La creazione dell’Ufficio è già una luce, perché realizza la promessa di Francesco a Chiara. Questo servizio avvicina i due
Ordini fraternamente e spiritualmente, e per
questo arricchisce e rende dinamico il carisma attraverso le buone relazioni tra i Frati
e le Sorelle.
2. Il compimento degli obiettivi dell’Ufficio porta alla crescita delle relazioni fraterne e della fiducia reciproca.
3. L’appoggio spirituale, umano, giuridico e, a volte, economico, che viene offerto
alla Vita Contemplativa femminile francescana, è un esercizio affettivo, effettivo e attualizzato dell’amore evangelico vissuto da
Francesco e Chiara e per essi nella Chiesa,
tra gli uomini e nella creazione.
4. L’appoggio fiducioso e generoso che il
Governo generale offre ai Frati incaricati
dell’Ufficio; appoggio che permette ad essi
di svolgere il proprio servizio con gioia e sicurezza.
5. L’apprezzamento e la collaborazione
che danno i Frati della Fraternità della Curia, alcuni in modo molto particolare ed efficace, e che consentono di avere una sensazione di solidarietà e di lavoro in équipe.
6. Una luce che ha un carattere molto
particolare è il modo con cui i Frati si rivolgono ai Delegati ‘Pro Monialibus’, caratterizzato dal rispetto, dalla fiducia e
dalla stima per la persona che svolge il
servizio.
EX OFFICIO PRO MONIALIBUS
7. La risposta sincera e fiduciosa di quasi la totalità dei Monasteri e delle Sorelle al
gesto fraterno di animazione che viene offerto ad esse dall’Ordine dei Frati Minori attraverso questo servizio.
8. Gli inviti che riceviamo costantemente, sia dalle Federazioni e sia dai singoli
Monasteri, ad essere presenti ai loro incontri, a condividere alcuni giorni con le varie
Fraternità o ad animare la riflessione dei ritiri spirituali.
9. L’offerta costante delle preghiere delle Comunità e delle Religiose, espressione
del desiderio di comunione nella fede e nell’amore evangelico, perché il lavoro dei
Frati sia illuminato e accompagnato dal Signore.
10. I contributi economici al Fondo di
Solidarietà (FFI), offerti da alcune Federazioni o Monasteri e che sono stati un sostegno per altri Monasteri più poveri.
11. La fiducia con cui le Federazioni, i
Monasteri e le Religiose ricorrono al nostro
Ordine.
12. L’affetto filiale e sincero delle Religiose per la persona del Ministro generale e
per il Governo dell’Ordine.
13. Il desiderio, sempre manifesto ed insistente, di avere la gioiosa esperienza della
visita del Fratello Ministro generale, e la
gratitudine che rimane da parte delle Federazioni e dei Monasteri quando ciò avviene.
14. La fiducia che la Congregazione per
la Vita Consacrata pone nell’Ordine e nell’Ufficio ‘Pro Monialibus’, dando credibilità al servizio, appoggiando iniziative, rispondendo alle richieste e ai suggerimenti,
chiedendo anche a membri dell’Ordine di
collaborare alla ricerca di soluzioni per situazioni difficili che si sono presentate nei
Monasteri o con persone concrete.
15. La presenza di un Frate Minore nell’organico della Congregazione, essa serve da
ponte, da appoggio e illuminazione per il servizio che l’Ufficio ‘Pro Monialibus’offre.
16. La disponibilità, l’affetto, la gioia e la
responsabilità dei Frati che hanno accolto il
servizio di Assistenza alle Federazioni e ai
Monasteri.
17. La luce più grande, però, che illumina questo servizio dell’Ordine alla Vita con-
121
templativa francescana è la presenza del Signore Gesù attraverso la sua Parola, la Chiesa, i Fratelli e le Sorelle che valorizzano e
sostengono con affetto il nostro lavoro.
Ombre
1. La prima ombra è costituita dai limiti
umani e spirituali dei Frati che svolgono
questo servizio.
2. La necessità di dover rispondere costantemente agli aspetti giuridici e propri
della vita quotidiana delle Federazioni, dei
Monasteri e delle Religiose, ci impedisce di
realizzare un’assistenza spirituale più intensa per vivere profondamente la vocazione del carisma.
3. In momenti e circostanze speciali –
problemi delle Comunità e delle persone –
sembra essere un’ombra l’assenza di una
forza giuridica che permetta un’immediata
ed efficace soluzione delle situazioni negative che si presentano.
4. La resistenza di alcuni Monasteri e Sorelle ai suggerimenti di cambiamento e attualizzazione della mente e del cuore per vivere oggi, fedelmente e in maniera convincente, il Vangelo ed il Carisma.
5. Un’ombra che sta lentamente calando sul
presente della Vita Contemplativa è l’assenza
di vocazioni. Ciò sta portando all’invecchiamento e alla morte molti Monasteri.
6. Ombra che sconcerta e rattrista è
l’ignoranza, l’indifferenza o l’avversione
alla Vita Contemplativa che si percepisce in
non pochi Frati dell’Ordine.
Suggerimenti
1. Chiediamo al Governo dell’Ordine di
continuare a dare interessamento, appoggio
e collaborazione a quest’Ufficio, che ha una
dimensione umana, evangelica e francescana che non potrà mai essere valorizzata sufficientemente, poiché il suo impegno principale appartiene alla sfera e all’azione dello Spirito del Signore.
2. Convertire in politica dell’Ordine, e
non del Governo di turno, il compito di stimolare e spingere le Sorelle, attraverso
mezzi diversi, perché intraprendano iniziative di formazione umana, evangelica e
francescana, e le sviluppino metodologica-
122
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
mente; perché possano vivere con maggiore consapevolezza, responsabilità e gioia la
vocazione contemplativa francescana.
4. Saluto dell’Abbadessa del Protomonastero all’apertura del Convegno
Assisi, Basilica di S. Chiara, 27.01.2008
UNA DONNA VISITATA
DALLA POTENZA DI DIO
Carissime Madri e Sorelle,
carissimo Ministro generale e Confratelli,
vi accogliamo con gioia nel clima orante
di questa Celebrazione, che dà inizio all’incontro di tutte le Presidenti delle Federazioni delle Clarisse del mondo.
Ci troviamo riuniti attorno all’altare del
Signore dopo aver compiuto il gesto significativo di sostare presso il corpo della nostra Madre S. Chiara. Gesto di filiale confidenza ed affidamento che ci provoca a leggere oltre un semplice atteggiamento di
venerazione: quel corpo è il segno fragile e
povero di ciò che Chiara è stata ed ha vissuto più di otto secoli fa. Povertà e splendore
dell’opera di Dio lì si coniugano, fragilità e
nascondimento si esprimono in una misteriosa ed efficace forza di testimonianza
evangelica. Quei poveri resti mortali sono
appartenuti a una donna visitata dalla potenza trascendente di Dio: l’affluire continuo di tante persone alla sua tomba,
l’irradiarsi da lì del suo messaggio di vita, il
nostro percepire la forza di una presenza ancor viva attraverso quel corpo, sono un segno oserei dire “carismatico”, che ci rimanda al significato intramontabile della nostra
esperienza contemplativa-clariana. Significato che l’Eucaristia che stiamo per celebrare ci ripresenterà con intensità, immergendoci vitalmente nell’offerta pasquale di
Cristo. Nel segno poverissimo del Pane
consacrato l’Onnipotenza del suo amore diventa somma impotenza, consegna umilissima che Cristo fa di sé per la salvezza del
mondo.
Allora il segreto della nostra vita, nel
cuore della Chiesa e dell’umanità, sta proprio in questo “segreto eucaristico” di cui il
corpo di Chiara è un frammento prezioso: il
fragile vaso di creta della nostra esistenza
consacrata, della nostra quotidianità senza
splendori esterni, delle nostre comunità impastate di grazia e di povertà sono il luogo
che Dio visita, con la sua potenza, per il bene di tutti, come ha visitato il chiostro del
sacro seno di Maria, poverissima nella sua
impotenza verginale, cooperatrice del mistero di grazia per la sua disarmata consegna di fede e d’amore all’opera del Signore.
Ecco, care Madri e Sorelle, in questi
giorni di incontro, di confronto sulla nostra
forma di vita clariana e di visita ai più significativi luoghi francescani la memoria
del cuore ritorni a questo momento iniziale
che ci sta dicendo l’unicità della nostra
chiamata a vivere la perfezione del santo
Vangelo, custodendo integro lo spirito di
orazione e devozione, accettando la sfida
quotidiana di scegliere al di sopra di tutto la
carità che è vincolo di perfezione, attraverso le vie umili del vivere in povertà altissima, in santa unità, corporalmente rinchiuse.
Ci conceda, così, il Signore nei nostri
monasteri sparsi nel mondo di «tenere alta
la fiaccola della contemplazione e di precedere, in semplicità e letizia, l’intera Chiesa
sulla via della conversione» (cf. Benedetto
XVI nella visita ad Assisi del 17 giugno
2007).
SR. CHIARA DAMIANA TIBERIO, OSC
5. Omelia alla Celebrazione eucaristica
d’apertura
Assisi, Basilica S. Chiara, 27.01.08
IL VANGELO:
NOSTRA VITA E REGOLA
Is 8,23-9,3; Sal 26; 1Cor 1,10-13.17; Mt 4,12-23
Care Sorelle Presidenti OSC,
care Sorelle Povere del Protomonastero,
cari fratelli e sorelle:
Il Signore vi dia pace.
Con vero affetto fraterno, nel nome del
Padre San Francesco, vi ripeto il mio saluto
EX OFFICIO PRO MONIALIBUS
ed il mio cordiale benvenuto in questo luogo francescano e clariano per molti motivi.
Qui, di fatto, Francesco apprese a leggere e
scrivere alla scuola di S. Giorgio; qui fu depositato il corpo del Serafico Padre, prima
di essere portato all’attuale basilica di San
Francesco; qui, tra le altre importanti reliquie di Francesco e Chiara, si venerano i resti della vergine Chiara, «pianticella» di
Francesco; qui le Sorelle Povere di San Damiano portarono, come preziosa reliquia, il
Crocifisso di fronte al quale pregò il giovane Francesco e dal quale ricevette la missione di «riparare la Chiesa» con una vita
evangelica, che gli avrebbe rivelato
l’Altissimo; e qui vive, prega e lavora una
fraternità di Sorelle Povere di Santa Chiara
che oggi ci accoglie e che ringrazio profondamente per questo gesto di vera fraternità.
Il Signore, attraverso la Parola appena
proclamata, ci viene incontro con la volontà
di essere luce e salvezza (cf Sal 26) per tutti e ciascuno di noi. Lo sarà nella misura in
cui, postici in atteggiamento di ascolto e obbedienza, apriamo i nostri cuori alle sue esigenze, anche se ci sembrano radicali.
Nel Vangelo di questa celebrazione Gesù
si presenta a noi camminando lungo il mare
di Galilea (cf Mt 4,18) e percorrendo tutta
la Galilea (cf Mt 4,23). Gesù è una persona
in movimento, in cammino, ed il suo passo
tra la gente è «luce per un popolo che vive
nelle tenebre e nell’ombre di morte» (Is
9,1), con la sua parola e i segni che realizza:
insegnava nelle sinagoghe e curava ogni
sorta di infermità (cf Mt 4,23).
Questa è la missione di ogni cristiano e
di ogni consacrato, di ogni Frate Minore e
di ogni Sorella Povera di Santa Chiara: essere luce per quanti vivono nelle tenebre,
essere lampada nell’oscurità, stelle nel disorientamento generalizzato. Fari nel mezzo della tempesta e della notte scura.
Come è possibile realizzare questa missione nel caso di una clarissa che ha scelto
per vocazione di vivere nascosta in Cristo?
Continuiamo ad ascoltare la Parola proclamata.
«Convertitevi, perché il regno dei cieli è
vicino» (Mt 4,17). Convertitevi, ossia: cambiate la vostra mente, cambiate i vostri cuo-
123
ri, fate una sosta nel cammino per vedere
verso dove state andando e verso dove dovreste andare. Questo è ciò che si vuole
esprimere con i termini metanoia, in greco,
e sub, in ebraico, che sono alla base del termine “conversione”.
Quasi 800 anni fa Francesco e Chiara
ascoltarono questo imperativo evangelico e
cambiarono i loro cuori, i loro criteri di pensare e di agire, centrandosi sull’unica cosa
necessaria, facendo del Vangelo la loro «regola e vita» (Rnb 1,1; RsC 1,2). Non c’è bisogno di essere peccatori, nel senso in cui lo
intendiamo noi oggi, per sentirsi bisogni di
conversione. La conversione è un’esigenza
di tutta la vita, anche della vita di coloro che
non hanno gustato il sapore amaro del peccato nel senso stretto in cui siamo soliti intenderlo. Né Francesco né Chiara hanno
fatto questa esperienza, però si sentivano
“in peccato” (cf Test 3) perché i loro atteggiamenti, i loro criteri e i loro comportamenti non erano quelli del Vangelo, pur essendo entrambi molto generosi.
Da questa prospettiva, anche noi abbiamo bisogno di convertirci: «Convertitevi,
cioè, credete al Vangelo» (Mc 1,14), dice
oggi il Signore a ciascuno di noi. Fa del
Vangelo il criterio supremo della tua vita.
Convertiti: non addomesticare le parole
profetiche del Vangelo per accomodarle ad
uno stile di vita comodo (cf Sdp 2). Convertiti: quando sei disorientato, quando nel tuo
cuore si annidano il dubbio e la perplessità,
prendi il libro del Vangelo e chiedi consiglio a Cristo (cf 2Cel 15), e, una volta ascoltatolo, rispondi come Francesco: «Questo
voglio, questo chiedo, questo bramo di fare
con tutto il cuore. S’affretta allora il padre
santo, tutto pieno di gioia, a realizzare il salutare ammonimento» (1Cel 22). Il Vangelo
non è una “ideologia”, è una forma di vita
che chiede di essere vissuta in tutta la sua
radicalità e immediatezza, “sine glossa”,
come vollero e fecero il Padre san Francesco e la Madre santa Chiara. Siamo disposti
ad assumere questo cammino di conversione che il Vangelo ci chiede? Non abbiamo
paura, cari sorelle e fratelli, ad aprirci al
Vangelo. Non abbiamo paura a lasciarci interrogare da esso.
124
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
«E disse loro: seguitemi» (Mt 4,19);
«[…] e li chiamò» (Mt 4,21). Seguire Gesù,
seguire le sue orme, seguirlo più da vicino,
questo è l’obiettivo della nostra vita, la meta della nostra vocazione. Seguirlo, significa “lasciarsi fare”: «vi farò pescatori di uomini» (Mt 4,19). Seguirlo significa lasciare
le reti, le barche, il padre (cf Mt 4,19.22),
cioè, lasciare qualsiasi tipo di sicurezza, e,
fidandosi unicamente della sua parola (cf
Lc 5,5), fare di Lui l’unica sicurezza,
l’unica ricchezza, l’unico rifugio (cf LodAl
4). «Là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo
cuore» (cf Mt 6,21). Seguirlo significa fare
lo stesso cammino che ha fatto Gesù, un
cammino di kenosis, di abbassamento e di
minorità (cf Fil 2,5ss). Siamo disposti a
questo?
«… Perché non vi siano divisioni tra voi»
(1Cor 1,10). Per una clarissa, come per un
francescano, seguire Gesù significa, tra
l’altro, assumere come modo di vivere una
vita fraterna in comunità. Coloro che si dicono Frati Minori e Sorelle Povere non possono seguire Gesù come “navigatori” solitari. Devono seguirlo con i fratelli e le sorelle
che il Signore ha donato loro: «Il Signore mi
diede dei fratelli/sorelle», confessano pieni
di grato stupore Francesco e Chiara (cf Test
14; TestsC 25). Avevano un cuore solo ed
un’anima sola (At 4,32). Questo ideale di vita cristiana presentato dal libro degli Atti diventa per noi un’esigenza di definirci e identificarci come fratelli e sorelle.
Le divisioni, presenti già nella Chiesa
primitiva, come vediamo nella prima lettura di questa Eucaristia, sono sempre una viva e potente tentazione per noi. Dobbiamo
essere vigilanti, per non cadere in questa
tentazione, perché non vi siano divisioni tra
voi (cf 1Cor 1,10), poiché, a volte, anche
noi, senza dichiararci di Cloe o di Paolo
(tutti diciamo di essere di Cristo), rompiamo la comunione per cose insignificanti, dimenticando che senza la comunione affettiva ed effettiva, senza una vita fraterna autentica, non ci può essere testimonianza di
una vita veramente evangelica, di una vita
francescana/clariana.
Francesco si sente fratello ed in piena comunione con tutti i Frati, al di là delle diffe-
renze e lo stesso vale per Chiara in relazione
alle sue sorelle. Non possiamo dire che accettiamo i fratelli/le sorelle come dono del
Signore se non li accettiamo con i loro doni
e, pertanto, con le loro differenze. Il dono che
il Signore ci fa non è quello di un fratello/una
sorella in astratto, ma di fratelli/sorelle con
un volto proprio, differente dal nostro. Le
differenze, lungi dall’essere una minaccia e
causa di divisioni, devono essere viste e accolte come manifestazione, epifania e “buona novella” di un Dio sempre fecondo che fa
nuove tutte le cose (cf Spc 4).
Care Sorelle, cari Fratelli: la Parola di
Dio è realmente una spada a doppio taglio
che a volte illumina la nostra vita e a volte
la mette in discussione. Questo è ciò che
succede con la Parola ascoltata all’inizio
del 1° Incontro delle Presidenti OSC. Lasciamo che la Parola ci liberi dalla tentazione di crederci gli/le unici/che che vivono
quanto hanno promesso. Tutti abbiamo bisogno di conversione. Lasciamo che la Parola tocchi la nostra mediocrità. Sarà il miglior modo di far uscire la nostra vita da
questa strada senza uscita che è la mediocrità, e di renderla veramente significativa,
in modo tale che possiamo «nutrire, mediante l’offerta liberatrice del Vangelo, il
nostro mondo diviso, diseguale e affamato
di senso, così come fecero nel loro tempo
Francesco e Chiara d’Assisi» (Sdp 2). Lasciamoci “ferire” dal Vangelo e anche noi
potremo essere luce, come lo fu Cristo, per
il nostro mondo che, tante volte, vive nelle
tenebre e nell’ombra di morte.
Di fronte all’immagine del Cristo di San
Damiano che parlò a Francesco, preghiamo:
O alto e glorioso Dio!
Illumina le tenebre del nostro cuore,
affinché, come Francesco e Chiara,
contempliamo la bellezza del tuo volto,
e i nostri cuori restino abbagliati da essa.
Dacci fede retta,
speranza certa e carità perfetta,
perché, illuminati dalla tua Parola,
e uniti dal vincolo della carità,
siamo luce per coloro desiderano
ardentemente contemplare il tuo volto.
Dacci umiltà profonda,
EX OFFICIO PRO MONIALIBUS
per sentire l’urgenza di convertirci,
di nascere di nuovo,
ed essere, come Francesco e Chiara,
segni di salvezza e di speranza
per quanti anelano a vedere la luce.
Signore Gesù che ti sei fatto
per noi cammino:
moltiplica nei nostri cuori
la gioia e l’allegria di seguirti.
Che la nostra unica tristezza
consista nel non seguirti
come lo fecero Francesco e Chiara,
nel non amarti come lo fecero
questi due innamorati di te,
questi due conquistati
dal tuo amore e dalla tua misericordia.
Signore Gesù, che ci hai dato l’esempio
perché seguissimo le tue orme:
fa che arda il nostro cuore
all’ascolto della tua Parola,
convertici a te,
e dacci la grazia di lasciare tutto
per seguirti.
Fiat, fiat. Amen, amen.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
6. Saluto del Ministro generale
Santa Maria degli Angeli, Casa Leonori,
27.01.2008
CON IL CUORE
RIVOLTO AL SIGNORE
Care Sorelle Presidenti, «Poverelle dal
Signore vocate, ke de multe parte e province
sete adunate» (Aud 1), il Signore vi dia pace.
Con tenerezza ed affetto di fratello vi saluto e accolgo qui ad Assisi, «altare prediletto della nostra memoria e delle nostre origini» (Il Signore ci parla lungo il cammino
7), perché qui è iniziata l’avventura evangelica di Francesco e Chiara, che è anche la
nostra, e perché questo è il luogo in cui si è
accesa la fiamma di una vita evangelica
che, dopo 800 anni, continua ad illuminare
il cammino di tanti Fratelli e Sorelle e, con
loro, anche quello di tanti uomini e donne
del mondo intero.
125
Con gioia vi do il benvenuto a questo
incontro tanto desiderato da molte di voi,
come avete avuto modo di esprimermi in
ripetute occasioni durante le diverse visite che vi ho fatto in questi anni di servizio
di Ministro e servo della Fraternità. Non si
è trattato di una mia idea, ma di un suggerimento partito da voi e che il Definitorio
generale ha accolto con vero entusiasmo e
ha fatto pervenire alla Congregazione per
gli Istituti di Vita Consacrata e le Società
di Vita Apostolica, che, a sua volta, l’ha
accolta di buon grado. Per questo motivo
mi sento di esprimere alla Congregazione
il mio grazie e penso di interpretare il vostro.
Con profonda riconoscenza ringrazio
anche voi per aver accettato il mio fraterno
invito ad essere qui oggi. So i molti sacrifici che alcune di voi hanno fatto per arrivare
ad Assisi: uscire dai vostri monasteri, lasciare le occupazioni di ogni giorno, affrontare un viaggio molte volte lungo e costoso
e, in alcuni casi, avendo problemi di salute.
Per tutto questo il mio grazie è ancora più
grande.
Con delicatezza e umiltà «baciandovi i
piedi e con quella carità di cui sono capace» (LOrd 12), come direbbe il padre san
Francesco, mosso unicamente dall’amore
che ho per voi e perché credo profondamente nella forma vitae che avete abbracciato, con profonda convinzione «vi supplico, per quanto posso, davanti al Signore
Dio nostro» (2Lcus 4) che viviate questo
incontro aperte allo Spirito, che soffia dove e quando vuole (cf Gv 8,8), e in atteggiamento di gioiosa fraternità e di profonda orazione. Vivetelo come un “tempo forte” di formazione, un momento di grazia
ed un’opportunità (kairós) per passare dal
bene al meglio, seguendo così Gesù Cristo, vostro grande amore e ragione profonda della vostra vocazione e missione come
Sorelle Povere di santa Chiara. Vivetelo
«con corsa veloce e passo leggero» (2LAg
12), senza lasciarvi avvolgere da alcuna
«nebbia di amarezza» (3LAg 11), in modo
da percorrere con maggior sicurezza «la
via dei comandamenti del Signore» (2LAg
15).
126
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
Aperte al soffio dello Spirito
Per vocazione e per missione, come consacrate e contemplative, siete ricercatrici
del Signore. Cercare il Signore, solo il Signore. Questo è per voi l’essenziale, la chiave che spiega e giustifica la vostra vocazione di contemplative in clausura. La ricerca
appassionata del Signore deve relativizzare
tutto il resto. Vi siete liberate di tutto, vivendo «senza nulla di proprio» (RsC 1,2)
per essere instancabili ricercatrici del Signore.
Cercare il Signore non è come cercare un
oggetto e non è per la propria soddisfazione
spirituale. Cercare il Signore è andare dietro ad un volto intravisto con lo sguardo del
cuore, il volto dello «Sposo di stirpe più nobile» (1LAg 7), il cui aspetto è più bello di
qualsiasi immaginazione (cf 1LAg 9), «la
cui bellezza ammirano incessantemente tutte le beate schiere dei cieli» e «la cui visione gloriosa renderà beati tutti i cittadini della celeste Gerusalemme» (4LAg 10.13).
Questo volto è quello che vi ha rubato il
cuore e la sua contemplazione, nel silenzio
e nella solitudine delle vostre Fraternità,
mantiene accesa la fiamma del vostro amore. La sua bellezza vi ha affascinato e il suo
amore vi ha innamorato (cf 4LAg 11).
Questo significa vivere fino alle ultime
conseguenze nella logica del dono: totalmente orientate verso il Signore, con il cuore costantemente rivolto a Lui, come chiedeva il padre san Francesco (cf Rnb 22,19),
o, con le parole della Pianticella di Francesco, ponendo la mente, l’anima e il cuore
nello Specchio (cf 3LAg 12s), per specchiarsi ogni giorno in Lui (4LAg 15), per
trasformarsi in Lui. In questo contesto trova pieno senso la vostra scelta della clausura, in quanto aiuto per la contemplazione,
come affermano le vostre Costituzioni, che
citano un’espressione della Verbi Sponsa
(cf CCGG 49); un modo per realizzare integralmente la vostra vocazione contemplativa, essendo completamente per il Signore,
solo per Lui, e vivendo sempre nella verità
senza guardare alla vita di fuori, perché
quella dello spirito è migliore (cf Aud 2. 3).
In un contesto di preghiera è, perciò,
quello in cui vi chiedo di porre e compren-
dere i “pellegrinaggi” ai santuari francescani e clariani, che conservano il profumo originario del nostro carisma (San Damiano, la
Porziuncula, la Verna) o i venerati resti di
Francesco e Chiara. Non sono stati pensati
o programmati come delle semplici visite.
Le spiegazioni dei luoghi e il tempo previsto per la preghiera, personale e liturgica,
faranno del vostro “pellegrinaggio” un momento particolarmente significativo di incontro con il Signore attraverso Francesco
e Chiara, che in questi luoghi continuano a
parlarci.
Per vivere fino alle ultime conseguenze
nella logica del dono e mantenere giovane il
vostro proposito di vivere per il Signore ed
essergli fedeli fino alla morte (cf LErm 4) è,
però, necessario aprirsi al soffio dello Spirito, mantenersi in cammino, mendicanti di
senso. Il Signore non è sempre dove pensiamo che dovrebbe stare o dove ci piacerebbe
che fosse. Non dobbiamo aver paura di rivedere le pseudo certezze della nostra vita. Pietro, da buon pescatore, quando Gesù lo
mandò a gettare le reti, era convinto che non
fosse l’ora migliore per pescare, ma rinunciando alle proprie certezze e fidandosi della
parola del Signore, gettò le reti e queste si
riempirono di pesci (cf Lc 5,4-6).
Ogni giorno, in ogni momento, siamo
chiamati a cercare la volontà del Signore e a
riscoprire, per l’azione dello Spirito, la nostra vera ragion d’essere. Se manca questa
apertura allo Spirito, datore di vita, la vostra
esistenza, come quella degli altri consacrati, si spegne. La storia della vita consacrata,
e anche la vostra, è una storia di accoglienza dello Spirito. Non spegnete lo Spirito.
Aprite gli occhi del cuore all’ascolto di ciò
che lo Spirito vi sta dicendo nella preghiera
e nell’incontro con le altre Sorelle. Fategli
posto in questa Fraternità di Sorelle, riunite
nel nome del Signore Gesù.
Vivete questi giorni, care Sorelle, aperte
allo Spirito: «esaminate ogni cosa, tenete
ciò che è buono» (1Tes 5, 21). «Io ve prego
per grand’amore» (Aud 4) di rimanere sempre in atteggiamento di discernimento
evangelico, per «distinguere ciò che viene
dallo Spirito da ciò che gli è contrario» (VC
73), perché solo così potrete, anche voi, «ri-
EX OFFICIO PRO MONIALIBUS
proporre con coraggio l’intraprendenza,
l’inventiva e la santità» di Chiara «come risposta ai segni dei tempi emergenti nel
mondo di oggi» (VC 37). Sarete, allora, come fari nella notte del mondo, sentinelle
sulle mura delle nostre città, trombe che annunciano il sorgere di una nuova terra (cf Is
55, 17; Ap 21, 1). Cercate incessantemente
e con creatività, aprendo gli occhi della fede e della speranza, la volontà del Signore,
come fecero Francesco e Chiara. Siate sempre in cammino per comprendere meglio la
vostra vocazione e missione nella Chiesa e
nel mondo.
In atteggiamento di gioiosa fraternità
La fraternità è il vostro biglietto da visita, il vostro volto, il vostro modo di vivere il
Vangelo e di testimoniare Cristo (cf Gv
13,35). Siate le une per le altre dono prezioso del Padre delle misericordie (cf TestsC
25). È sufficiente vedere quante volte nei
suoi scritti Chiara usa il termine “sorella”
per rendersi conto che ella, seguendo fedelmente l’ispirazione di Francesco, vi ha voluto come sorelle. «Tanto per Chiara come
per Francesco, la Fraternità è il luogo in cui
il Vangelo è vissuto nel quotidiano,
l’ambito privilegiato in cui si dà testimonianza di un Dio che è comunione. Per questo la Fraternità sarà un elemento irrinunciabile del progetto evangelico-francescano» (José R. Carballo, Chiara d’Assisi e di
oggi, 2004, p. 20), come anche è espresso
nel vostro nome: Sorelle Povere di santa
Chiara.
Questi giorni siano un’esperienza forte
di fraternità e di formazione alla fraternità,
in cui ciascuna ascolta l’altra con cuore
aperto all’accoglienza della diversità, buona «notizia di un Dio sempre fecondo» (Il
Signore ci parla lungo il cammino 4), «coltivando la capacità evangelica di ricevere
dagli altri tutto quello che essi desiderano
dare e comunicare» (CIVCSVA, Vita fraterna in comunità (=VFC), 1994, 33). Accogliete la diversità con rispetto, senza giudicare, ma piuttosto cercando di ben comprendere ciò che lo Spirito sta dicendo
attraverso ciò che una Sorella pensa e vede
delle vita clariana.
127
Crescete nella reciproca fiducia e tra voi
regni lo spirito della familiarità, perché ciascuna possa esprimersi con libertà (cf RsC
8,15). Come contemplative conservate un
ambiente di raccoglimento in ogni momento (cf VFC 34), senza che ciò impedisca tra
voi una comunicazione intensa e profonda
per crescere insieme (cf VFC 29ss). Mostratevi esteriormente l’amore che vi professate (cf TestsC 59-60) e, se per caso, sorgesse tra voi qualche divergenza, non lasciatevi trascinare dall’ira o dal turbamento,
ma mantenete la pace del cuore (cf RsC
9,5ss) e ricordate sempre che l’unità della
scambievole carità è il vincolo della perfezione (cf RsC 10,7). Nulla tra voi ferisca la
profonda comunione, ma piuttosto cercate
di avere gli stessi sentimenti e un solo amore: siate cordiali. Ciascuna di voi, con tutta
umiltà, consideri le altre superiori a se stessa, senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù (cf
Fil 2, 2-5).
Regnino tra voi la letizia e la gioia dello
stare insieme (cf Sal 133,1), altrimenti chi
vi vede come capirà che siete con lo Sposo?
(cf Ger 1,8; 2Cor 11,2). I momenti di ricreazione previsti hanno questo scopo: manifestare la gioia di essere Sorelle al di là
delle legittime differenze. Una sequela triste è una triste sequela, anche nella vita
contemplativa. Che questi siano giorni in
cui celebrare il dono della vostra vocazione
(cf TestsC 2).
Un tempo di formazione permanente
Se per formazione permanente intendiamo un cammino di conversione, come dicono alcuni documenti della Chiesa, non deve
sembrare strano ciò che dice Vita consecrata: «La formazione permanente, sia per gli
Istituti di vita apostolica come per quelli di
vita contemplativa, è un’esigenza intrinseca alla consacrazione religiosa […] la persona consacrata non potrà mai ritenere di
aver completato la gestazione di quell’uomo nuovo che sperimenta dentro di sé, in
ogni circostanza della vita, gli stessi sentimenti di Cristo». E ancora: «Nessuno può
esimersi dall’applicarsi alla propria crescita
128
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
umana e religiosa […] Nessuna fase della
vita può considerarsi tanto sicura e fervorosa da escludere l’opportunità di specifiche
attenzioni per garantire la perseveranza nella fedeltà, così come non esiste età che possa vedere esaurita la maturazione della persona» (VC 69). La formazione è un cammino che non termina mai (cf VC 65).
Formarsi non è un lusso, ma questione di
fedeltà, un’esigenza che nasce dal carattere
dinamico del vostro carisma e dalla «crescita armonica di tutta la persona in Cristo»
(CCGG 2004; cf CCGG 202, 4; VC 65),
avendo come finalità la crescita nel mistero
di Cristo e nell’adesione alla propria vocazione (cf CCGG 202, 3). Nella formazione
vi giocate non solo il futuro, ma anche il
presente. Formarsi, entrare in un processo
di formazione permanente, in cui la formazione sia «integrale e radicata nell’esistenza» (CCGG 204) e in cui si ricerchi «prima
di tutto l’intima unione con Dio» (CCGG
202,1), privilegiando l’esperienza di fede, è
la grande sfida che vi viene dalla fedeltà
creativa alla vostra vocazione e missione.
D’altra parte la formazione permanente è
l’humus necessario perché ci sia una buona
formazione iniziale. Senza di quella è praticamente impossibile questa.
Desidero che questo incontro sia un tempo di formazione permanente. In questo
possono aiutare le relazione che si terranno
in questi giorni. I temi che saranno svolti
sono stati scelti da una commissione tra
quelli da voi più richiesti.
Perciò, se la formazione permanente trova il suo luogo naturale nella vita di tutti i
giorni e nella vita della Fraternità (cf CCGG
202,2), quanto farete in questi giorni deve
essere visto sotto un profilo formativo: la
preghiera, la vita fraterna, le ricreazioni, i
“pellegrinaggi” … Guardate a tutto ciò da
questa prospettiva e tutto troverà un nuovo
significato.
Care Sorelle Presidenti, vi rinnovo il
benvenuto a questo incontro. Che lo Spirito
guidi le vostre riflessioni e tutto ciò che si fa
in questi giorni. Francesco e Chiara vi accompagnino nel rinnovato impegno di essere più fedeli al vostro proposito di «osser-
vare il santo Vangelo del nostro Signore gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza
nulla di proprio e in castità» (RsC 1,1-2).
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
7. Informe del Ministro general
Asís, 28.01.2008
HERMANOS Y HERMANAS POBRES:
UN SOLO Y MISMO ESPÍRITU
Estimadas Hermanas Pobres,
¡el Señor os dé la paz!
Es una alegría para mí poderos encontrar
en esta ocasión y deseo de corazón agradecer a cada una de vosotras el que estéis aquí
presente en este Congreso. Sé bien las numerosas molestias que algunas de vosotras
habéis tenido que afrontar para estar aquí
hoy, pero deseo que la experiencia que viviréis en los próximos días sea rica de gracia
y una ocasión auténtica para crecer juntos
en el amor al carisma que Francisco y Clara
de Asís nos han confiado, de modo que continuemos custodiándolo íntegro, para poder
vivirlo con alegría y para poder donarlo con
pasión.
Aquí en Asís, donde todo inició, nos hemos querido reunir para compartir nuestra
fe y para hacernos peregrinos en los lugares
que conservan vivo el encanto de nuestro
carisma. Las celebraciones litúrgicas que
viviremos haremos puedan realmente expresar todo nuestro amor y nuestro agradecimiento al Señor por habernos llamado a
seguirlo por el camino para nosotros trazado por el padre san Francisco y por la madre santa Clara. De este modo deseamos ponernos, aún una vez más, en su escuela, para dejarnos conducir por ellos hasta nuestra
meta, a Cristo, nuestro único Maestro. Sean
ellos nuestras guías en estos días. Estamos
llamados a recorrer juntos el camino que
queda por delante.
Finalmente es particularmente significativo que este encuentro se desarrolle justo
mientras nosotros los Hermanos Menores
EX OFFICIO PRO MONIALIBUS
nos estamos preparando a celebrar el VIII
Centenario de la aprobación de la Regla escrita por Francisco, mientras vosotras, Hermanas Pobres, os encamináis hacia el VIII
Centenario del nacimiento de vuestra Orden. Es también éste un modo para recordar, y acordarnos, que no se puede hacer
memoria de Francisco sin hacer memoria
de Clara y que, igualmente, seremos “profetas” en este mundo nuestro si lo somos
juntos, Hermanos Menores y Hermanas Pobres, justo como lo fueron entonces Francisco y Clara de Asís.
1. Un solo carisma
Quisiera iniciar este encuentro dando
gracias, junto a vosotras, al Padre de las Misericordias, a nuestro Dador, por todo aquello que cada día de Él recibimos, pero sobre
todo por el don de nuestra vocación a la santidad, contemplando el rostro de nuestro
Señor Jesucristo y siguiendo las huellas en
santa unidad, en minoridad y en pobreza.
Esta fue la revelación que el Señor hizo a
Francisco y que, a través de él, fue hecha
también a Clara (cf. TesCl 2 y 5).
La de ellos fue una vocación compartida
desde el principio, antes que el Señor le diese hermanos a Francisco. Es Clara la que
nos lo hace saber en su Testamento, recordando como Francisco, cuando “no tenía
aún hermanos ni compañeros, casi inmediatamente después de su conversión, mientras
edificaba la iglesia de San Damián... movido por una gran alegría e iluminación del
Espíritu Santo”, profetizó que en aquel lugar vivirían ella y sus Hermanas (cf. TesCl
9-11). Una unión espiritual, porque ha nacido por la iluminación del Espíritu Santo,
que fue después sellada cuando Clara prometió obediencia a Francisco. Es la misma
Clara la que se siente obligada a recordar
este momento fundamental de su experiencia, ya sea en el Testamento que en el centro
de la Regla por ella escrita: “Después que el
Altísimo Padre celeste se dignó iluminar
con su gracia mi alma para que hiciese penitencia, siguiendo el ejemplo y las enseñanzas del beatísimo padre nuestro san
Francisco, poco tiempo después de su conversión, junto con mis hermanas, le prome-
129
tí voluntariamente obediencia” (RCl VI,1;
cf. TesCl 24-25).
Clara entra con este gesto a forma parte
con pleno título de la fraternitas y a compartir, justo como los Hermanos, la forma
vitae de Francisco, aún viviéndola con modalidades distintas de los otros Hermanos.
Por este motivo Francisco se sentirá siempre obligado a tener “cuidado diligente y
solicitud especial” de Clara y de las Hermanas como de los Hermanos (cf. RCl VI, 4).
Y si Clara en sus escritos hace continuas
referencias a las enseñanzas de Francisco,
no menos sabemos como Francisco se dirige a Clara en los momentos más difíciles e
inciertos de su camino, yendo donde ella en
persona o enviándole a los Hermanos (cf.
Proc II, 15). Se trataba, por tanto, de una
única fraternidad en la cual, cada uno, habiendo elegido vivir según la perfección del
Santo Evangelio, en obediencia al Espíritu,
la realizaba en el servicio y en la fidelidad a
la santa Iglesia, pero con un estilo de vida
propio. Esta comunión carismática en los
inicios debía ser tan evidente que el mismo
Celano, pocos años después, anotaba que
“un solo y mismo espíritu ha hecho surgir a
los frailes y a la señoras pobres de este mundo” (2Cel 204).
Los distintos modos, y no obstante tan
iguales en la radicalidad y en la pasión, con
los que san Francisco y santa Clara vivieron
la misma llamada, han atraído a tantas mujeres y hombres de toda condición social,
raza y cultura. A lo largo de ocho siglos de
historia, clérigos, religiosos y laicos, pertenecientes a la gran Familia Franciscana, han
continuado recogiendo esta valiosa y comprometida herencia a “vivir según la forma
del santo Evangelio”, y la han testimoniado
en la Iglesia y por el mundo.
También nosotros, por tanto, como ellos
estamos llamados hoy a una espiritualidad
de comunión, sobre todo porque el carisma
que hemos abrazado nace en la comunión,
en el compartir y en la participación. En
efecto, si Clara promete a Francisco “obediencia”, Francisco promete tener “cuidado” de Clara; si Clara en sus escritos apela
continuamente a las enseñanzas transmitidas por Francisco, Francisco en los momen-
130
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
tos más difíciles de su experiencia pide a Clara qué hacer o se ampara en ella. Vivir el
Evangelio como franciscanos significa, entonces, hacer visible esta común pertenencia
carismática, en la que la fundamental reciprocidad llega a ser un estímulo para sostener
y ayudar la peculiar diversidad para expresar
toda la riqueza y la belleza de nuestra forma
de vida. Es lo que se dice también en las
Constituciones Generales de la Orden de los
Hermanos Menores: “Recuerden con agrado
los hermanos que el carisma otorgado por
Dios a san Francisco hace patentes y pone de
manifiesto todos sus múltiples frutos tanto
entre los hermanos menores como entre los
otros miembros de la Familia Franciscana”.
(Art. 55,1) y en las de la Hermanas Pobres de
santa Clara: “El Padre san Francisco fundó
tres Órdenes: la Orden de los Hermanos Menores, la Orden de las Hermanas Pobres y la
Orden Franciscana Secular. Como hijos del
mismo padre vivimos en una complementariedad vital” (Art. 120, 1).
Estos textos nos confirman que ninguna
rama de la Familia Franciscana existe independientemente de las otras, que ninguno
posee en exclusiva el don del carisma para
repartirlo a los otros, sino que todos, lo poseemos para vivirlo en plenitud, y estamos
llamados a comunicarlo en un compartir
fraterno y espiritual. Debemos por tanto interrogarnos sobre como vivimos la complementariedad, preguntarnos si ésta crece
dentro de esta reciprocidad, en la que subsiste nuestro carisma. Debemos verificar si
las modalidades a través de las cuales hoy
hacemos visible nuestra “santa unidad” son
verdaderamente una recíproca ayuda a vivir
según la forma del santo Evangelio.
2. Conoce tu vocación
Para actuar este intercambio es indispensable conocer aquello que poseemos, para
poder ofrecerlo, esto es, vivir siempre con
mayor conocimiento la llamada recibida.
En efecto, tenemos delante de Dios la responsabilidad de buscar constantemente el
sentido de nuestra vocación, porque “cuanto más perfecta y mayor es, tanto más es lo
que le debemos a él; por eso dice el Apóstol: conoce tu vocación” (TesCl 3-4).
Es este el gran desafío con el que continuamente nuestra vida se confronta. La pregunta que está al inicio de la conversión de
Francisco están también al inicio de cada día:
“¿Señor, qué quieres que haga?”. ¿Cómo
podemos vivir nuestra vocación para que
tenga sentido? ¿Qué significa para las Hermanas Pobres cumplir “el santo y veraz mandamiento” del Señor? Nuestro tiempo es un
tiempo de preguntas e interrogantes. Las personas que se dirigen a nosotros, el ambiente
en el que vivimos, la Iglesia misma, se transforman a menudo en preguntas, que sacuden
nuestras certezas y ponen en discusión nuestro estilo de vida. No se debe tener miedo de
esto, sino como Francisco delante del Crucificado, se requiere pedir “sentido y conocimiento” (OrSD 5), para vivir con aquella
“discreción”, que tanto recomendaba Clara a
las Hermanas; es poder discernir lo necesario de lo superfluo, volviendo siempre a
aquello que es esencial: “ya que, por divina
inspiración, os habéis hecho hijas y esclavas
del Altísimo y Sumo Rey, Padre celestial, y
os habéis desposado con el Espíritu Santo,
eligiendo vivir según la perfección del Santo
Evangelio” (RCl 6, 3).
¿Cómo expresáis hoy vuestra identidad?¿Cómo la enunciáis a nosotros Hermanos Menores y cómo la decís al mundo? Es
el momento para que os volváis a apropiar
de vuestra forma de vida de Hermanas Pobres que, por las vicisitudes históricas de
vuestra Orden, a veces encuentra hoy dificultad para volver a encontrar su especificidad, cuando no está suficientemente enraizada en la Regla escrita para vosotras por
santa Clara. Esta necesidad de un regreso a
los orígenes no os lo pedimos solamente
nosotros, Hermanos Menores, sino que es
toda la Iglesia la que lo pide a la vida religiosa: “Se invita pues a los Institutos a reproducir con valor la audacia, la creatividad
y la santidad de sus fundadores y fundadoras como respuesta a los signos de los tiempos que surgen en el mundo de hoy. Esta invitación es sobre todo una llamada a perseverar en el camino de santidad a través de
las dificultades materiales y espirituales que
marcan la vida cotidiana. Pero es también
llamada a buscar la competencia en el pro-
EX OFFICIO PRO MONIALIBUS
pio trabajo y a cultivar una fidelidad dinámica a la propia misión, adaptando sus formas, cuando es necesario, a las nuevas situaciones y a las diversas necesidades, en
plena docilidad a la inspiración divina y al
discernimiento eclesial” (VC 37). Demasiadas veces la seguridad, que en nuestra vida
a menudo nos ha sido ofrecida por formas y
estructuras consolidadas, nos impide preguntarnos si éstas son aún significativas o si
han perdido su fuerza y no se habrán reducido a un cómodo refugio. La renovación
conlleva siempre un gran esfuerzo, nos pide un atento discernimiento, necesita tiempo y paciencia, pero es la única posibilidad
que tenemos para que nuestra vida continúe
siendo “signo” legible para los que nos rodean. También nosotros los Hermanos Menores nos hemos metido a trabase de este
camino y el Documento del Capítulo General del 2003 nos recordaba a propósito de
esto que debemos prestar atención porque
“quien no lee lo signos de los tiempos
arriesga a pararse, repetirse, anular los sueños más profundos, perder poco a poco la
alegría contagiosa de la fe” (Sdp 6).
Por eso tenemos necesidad, nosotros
Hermanos Menores y vosotras Hermanas
Pobres, de una gran lucidez para distinguir
aquello que en nuestra vida está aún cargado
de significado, habitado por la presencia del
Señor, de aquello que ya es solamente superficial como una cáscara, una jaula vacía
que oprime, una estructura que nos ralentiza. Y junto a la lucidez necesitamos la audacia para hacer elecciones consecuentes, que
nos permitan continuar siendo fieles a aquello que en nuestro carisma es realmente fundante, para volverlo a encarnar, de modo
nuevo en la realidad cultural en la que vivimos. Volveremos, entonces, a ser signos visibles, faros de esperanza, para los hombres
y mujeres de nuestro tiempo, sedientos de
Dios, de lugares donde poder encontrarlo,
de tiempos para poderse reencontrar.
Es sólo en esta “fidelidad”, que es por sí
misma “dinámica”, cómo puede crecer una
verdadera reciprocidad. Ella será, entonces,
antes que nada un comunicar en la fe el sentido siempre nuevo de la propia vida según
la perfección del Santo Evangelio; un trans-
131
mitir la alegría y la pasión por la propia vocación; un avanzar juntos “con andar apresurado, paso ligero, sin estorbos en los
pies... sobre la senda de la bienaventuranza”
(2CtaCl 12s.). Los biógrafos nos dicen que
al término de su vida Francisco decía: “Comencemos hermanos a servir al Señor, porque hasta la fecha poco o nada hemos hecho” (1Cel 103). También nosotros, peregrinos y forasteros, seguidores de la
altísima pobreza, no debemos tener temor
en dejar a nuestras espaldas todo aquello
que es obstáculo o ralentiza el camino que
conduce a la meta. Pidamos a Francisco la
gracia de desear poder recomenzar siempre
desde el inicio, con la alegría y el entusiasmo de los orígenes, teniendo como único
punto de referencia nuestro donarnos totalmente al Señor.
¿Cómo responder hoy al Señor y a los
hermanos y a las hermanas que nos interpelan? ¿Cómo “refundar” nuestra vida? ¿Cómo volver a encontrar la frescura de la gracia de los orígenes, para continuar siendo
testigos del carisma de Francisco y Clara?
3. Autonomía y colaboración
El descubrimiento acontecido en los últimos años de la participación en el único
carisma, sobre todo gracias a los más recientes estudios clarianos, ha puesto en evidencia cómo el Evangelio vivido por Clara
no pueda ser reducido a la simple versión
femenina de áquel vivido por Francisco. La
plantita de Francisco, en efecto, permaneciendo siempre en la escuela del santo de
Asís, expresa su absoluta originalidad e
irreductibilidad, que garantiza y conserva la
identidad en la reciprocidad.
Así desde el inicio, mientras Francisco
deja Asís y la Umbría para anunciar la Palabra por las calles del mundo, Clara con sus
Hermanas se establecen fuera de las puertas
de Asís, dedicándose en el silencio y en la
soledad a la contemplación de la Palabra.
Mientras Francisco va a encontrar a los pobres y a los leprosos, Clara acoge a todos
con la ternura de una madre en San Damián
(cf. Constituciones generales Hermanas
Pobres, 4, 2). Como ya os decía mi predecesor, Fr. Hermann Schalück: “las diferen-
132
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
cias entre Francisco y Clara no se contradicen, sino que se complementan. Clara fue
para el Pobrecillo de Asís la encarnación de
la mujer del Evangelio, imagen de María,
hija y sierva del Altísimo Rey, el Padre celeste, esposa del Espíritu Santo, imagen del
Señor. Fue custodia de la Palabra viva del
Señor, que los hermanos esparcían por los
caminos del mundo; fue aquella que con el
sacrificio, con el ofrecimiento continúo dio
plena fecundidad al anuncio de tal Palabra.
Fue testigo íntegro del deseo de Francisco
de vivir en el Hijo, pasando con él cada día
al Padre. Es este hasta hoy el servicio particular de la Hermanas Pobres: ser un continuo agradecimiento, una perenne Eucaristía
para toda la Orden de los Menores, ser la
profecía de una Iglesia que ya en el hoy, en
el misterio eucarístico realiza para todos
aquello que será para siempre” (CTC, Cuadernos de la Oficina “pro Monialibus” 24
(1997) 263).
Esta unión carismática que, aún en las
diferencias específicas, unió a Francisco y a
Clara, ha atravesado los siglos y es muy vivo y sentido aún hoy entre las Hermanas
Pobres y los Frailes Menores, aunque no
sea definitivo por relacione jurídicas específicas entre las dos Órdenes. Cada vez que
visito las Entidades de la Orden, tengo la
posibilidad de encontrar también a las Hermanas Pobre de aquella región y en el diálogo con ellas emerge a menudo claramente que las alegrías y las preocupaciones de
los caminos son las mismas. Creo que muchos pasos, en este sentido, se han hecho ya,
sobre todo después del Concilio Vaticano II,
pero en diversos casos queda aún mucho
trabajo que realizar. Frecuentemente, en
efecto, la asistencia prometida por Francisco a Clara ha sido concebida por los Hermanos como una especie de tutela y por
parte de las Hermanas Pobres como una
efectiva dependencia, dando origen a verdaderas y particulares ingerencias de los
unos con los otros. Otras veces, por el contrario, la justa autonomía ha llevado a un casi total aislamiento y a caminos independientes, reduciendo la reciprocidad entre la
Primera y la Segunda Orden a recíprocas
prestaciones de servicios.
Queriendo evitar estos riesgos, debemos
reconocer que la relación a la que estamos
llamados es tan bella como comprometida y
requiere por ambas partes, madurez humana y espiritual, además de una sólida formación. Una sana colaboración que no tenga sólo cuenta de las diferencias, sino las
ayude a subsistir, no puede ser improvisada,
sino que necesita un serio camino de formación y consecuentemente, una reflexión
profunda sobre la propia identidad. Si estos
dos elementos toda colaboración está destinada al fallo. Por otra parte la historia misma, al menos en diversas zonas geográficas,
nos está llevando a cumplir elecciones a las
cuales se debería llegar preparados en cuanto es posible. El descenso numérico de las
vocaciones, sea para la Primera que para la
Segunda Orden, comporta inevitablemente
consecuencias en el interior de las Provincias de los Frailes y en cada uno de los Monasterios. En estos casos lo que más preocupa no es la serena elección de la disminución de una presencia franciscana, como el
obstinarse en mantenerla, también cuando
no existen las condiciones mínimas para
que continúe siendo significativa. Una sobrevivencia forzada, que en ciertas situaciones es garantizada sólo por una autosuficiencia económica, es expresión de una voluntad de aislamiento bien lejana de la justa
defensa de la propia autonomía. Si asiste en
estos casos a la progresiva disminución de
las exigencias fundamentales de nuestra vida. No se logra satisfacer la tarea formativa
que debe favorecer un continuo crecimiento espiritual; disminuyen las condiciones
mínimas que garantizan una serena vida
fraterna y, para continuar a hacer frente a todas las tareas, se termina con no cuidar
aquello que por el contrario es esencial. Como advierte Vita Consecrata “lo que se debe evitar absolutamente es la debilitación
de la vida consagrada, que no consiste tanto en la disminución numérica, sino en la
pérdida de la adhesión espiritual al Señor y
a la propia vocación y misión” (VC 63). Tenemos, pues, una gran responsabilidad en
las confrontaciones de las nuevas generaciones que a nosotros se dirigen, fascinados
por nuestro carisma y que quiere comenzar
EX OFFICIO PRO MONIALIBUS
nuestra vida. ¿Qué le podemos ofrecer?
¿Sabemos acoger sus saludables “provocaciones” para renovarnos? ¿No se corre, a
veces, el peligro que la preocupación mayor
sea el formar personas lo más posible integradas en nuestras estructuras?
Vivir el carisma franciscano significa,
por el contrario, estar abiertos a la ayuda recíproca; a ayudar y a dejarse ayudar, con los
medios con los que se disponga; ser y sentirse parte de una única familia en la que todo viene compartido: “nuestra Orden entera, aún formada por monasterios autónomos, constituye una única familia”
(Constituciones generales de las Hermanas
Pobres 216). Vivir en santa unidad, en efecto, quiere decir también saber reconocer
que tenemos necesidad, renunciar a la soberbia que puede venir del número o de las
riquezas, para ir al encuentro del otro para
hacerse su compañero de camino, según la
enseñanza de Emaús.
Por esto mismo debemos tener el coraje
de preguntarnos: ¿Qué imagen de fraternidad ofrecemos en la Iglesia? ¿Qué significa
pertenecer a una Orden más allá que a un
Monasterio? ¿Cuáles son los instrumentos
con los que edificamos la fraternidad? ¿Qué
es necesario cambiar para reforzar la colaboración entre los Monasterios y entre
nuestras Órdenes?
4. Vida y misión
Si sabemos comprometernos para mejorar nuestra fraternidad, ciertamente se beneficiará la calidad de nuestra vida y de
nuestro testimonio. “La vida de comunión
«será así un signo para el mundo y una fuerza atractiva que conduce a creer en Cristo
[...]. De este modo la comunión se abre a la
misión, haciéndose ella misma misión».
Más aun, «la comunión genera comunión y
se configura esencialmente como comunión
misionera»” (VC 46).
Viviendo en esta santa unidad nuestra
misma vida, antes y más que nuestras palabras, llegará a ser signo visible para un
mundo que aún sufre por las divisiones y las
discordias y que continuamente busca testigos de paz y de reconciliación. Siempre
existe, cada vez más, la urgencia de hom-
133
bres y mujeres que, fundando sus existencias en Dios Padre, sigan las huellas de su
Hijo para testimoniar y anunciar al mundo,
en el Espíritu Santo, su ser encarnado como
nuestro hermano menor. Debemos ayudarnos a redescubrir la actitud obediente de
María, virgen hecha Iglesia, que con su fiat
acogió “en el pequeño claustro de su santo
seno” a Aquel que “los cielos y la tierra no
podían contener” (3CtaCl, 18s) y llevarlo
espiritualmente en nosotros, imitando sobre
todo la humildad y la pobreza (cf 3CtaCl
25). Debemos ayudarnos a no hacer de
nuestros conventos y de nuestros monasterios lugares de fuga de la realidad, sino hacer de ellos verdaderas escuelas de contemplación, donde aprender a descubrir “cual
es la amplitud, la longitud, la altura y la profundidad, y conocer el amor de Cristo que
sobrepasa todo conocimiento” (Ef 3,18).
Sólo viviendo según la forma de una amor
así grande y transformándonos día por día
en ello, llegaremos a ser verdaderamente
ejemplo y espejo no sólo para cuantos viven
con nosotros, sino para todos aquellos que
se encontrarán con nosotros (cf. TesCl 19).
Encontraremos así, juntos, el gusto de
celebrar y cantar la admirable belleza de la
obra de Dios. El cansancio y la monotonía,
que a menudo mata nuestras celebraciones
litúrgicas, dejará el puesto a la alegría y el
estupor, porque tendremos ojos espirituales
para ver en la creación y en la providencia
la fidelidad de la presencia de Dios en nuestra vida. Sólo dejando que nuestro corazón
esté lleno de este Bien, podremos ser verdaderos profetas porque no sólo seremos capaces de denunciar, sino también de renunciar verdaderamente a la lógica del éxito, de
la riqueza y del egoísmo.
La altísima pobreza volverá, entonces, a
ser nuestra esposa y estaremos a la altura de
hacer auténticas elecciones para compartir
con los pobres y con los últimos, acogiéndolos y ocupándonos de ellos con amor materno, porque sólo quien es pobre puede
acercarse al pobre como a un hermano; haciéndonos compañeros de ellos sólo “por
amor de aquel Dios que pobre fue puesto en
el pesebre, pobre vivió en el mundo y desnudo quedó sobre el patíbulo” (TesCl 45);
134
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
viviendo “sin nada propio”, porque quedaremos expropiados interiormente y exteriormente, y por tanto sin raíces, sin legarnos a lugares y a estructuras, porque seremos “peregrinos y forasteros” en este
mundo.
Pero todo esto supone una gran disponibilidad para cambiar, para dejarnos formar
y transformar, para vivir de fe, caminando
aún sin ver la meta hacia la cual nos queremos acercar. Se trata de estar dispuestos a
una verdadera metanoia, que afecte a toda
la persona en un proceso dinámico de crecimiento armónico y que la mantenga en una
actitud de constante conversión (cf VC 65).
Sólo dentro de este proceso formativo permanente será posible llegar a ser cada día
más Hermano Menor y más Hermana Pobre. La formación es quizás el desafío más
grande que tenemos delante, para que nuestra fidelidad a la vocación y misión que hemos recibido sea de verdad creativa.
Queridas Hermanas, mientras renuevo
aún delante de vosotras mi promesa “de tener siempre de vosotras, como de mis hermanos, cuidado y solicitud especial (FVCl
2); con la santa madre Clara “doblo mis rodillas ante el Padre de nuestro Señor Jesucristo (Ef 3,14) para que, por los méritos de
la gloriosa Virgen santa María, su Madre, y
de nuestro beatísimo padre Francisco y de
todos los santos, el mismo Señor que inició
en nosotros la obra buena, nos dé también el
incremento (cf. 1Cor 3, 6-7) y la perseverancia final. Amén” (TesCl 77-78).
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro general
8. Omelia alla conclusione del Convegno
Santa Maria degli Angeli, 6 febbraio 2008
CONVERTITEVI
E CREDETE AL VANGELO
Gv 2,12-18; 2Cor 5,20-6; Mt 6,1-6.16-18
Carissime Sorelle Presidenti delle 52 Federazioni di Clarisse, cari fratelli e sorelle,
vi saluto con grande affetto e lo faccio con
le parole rivelate dall’Altissimo a Francesco e con le quali egli era solito salutare
quelli che incontrava: «Il Signore vi dia pace»!
Sono con noi in questa celebrazione eucaristica le Sorelle Presidenti dell’Ordine di
Santa Chiara che si sono riunite, per la prima volta, per riflettere insieme su quanto il
Signore chiede loro in questo momento di
grazia che stiamo vivendo. Rendiamo grazie a Dio per le 16.000 Sorelle Clarisse che
vivono nel mondo la forma di vita che Francesco e Chiara hanno lasciato per loro e assicuriamo loro la nostra preghiera e il nostro
fraterno affetto.
Iniziamo oggi questo tempo forte dell’anno liturgico che chiamiamo Quaresima.
Un tempo di grazia che il Signore ci concede come kairos, come un’occasione propizia, un «tempo favorevole» per una profonda trasformazione interiore ed esteriore, che
ci porta ad assomigliare ogni giorno di più a
Cristo.
La Quaresima è questo: un tempo propizio per la conversione; una chiamata costante a farci carico della distanza che c’è
tra la vita di Gesù e la nostra, quella di noi
francescani e delle clarisse, delle comunità
religiose e delle comunità cristiane; una
chiamata a riconoscere il nostro peccato e le
nostre debolezze: siamo frivoli, egoisti,
sensuali, schiavi di ciò che abbiamo, reticenti al dialogo e al perdono, inclini all’autocompiacimento, incapaci di riconoscere
le nostre meschinità davanti agli altri. La
Quaresima è una chiamata pressante al pentimento, perché ci convertiamo a Dio che è
amore e perdono.
Desideriamo ardentemente vivere la
gioia pasquale della risurrezione di Cristo,
che vince la morte per sempre e ci associa al
trionfo dell’amore di Dio Padre. Per questo
sentiamo l’urgenza di “nascere di nuovo”,
di convertirci. Per questo la Chiesa ci propone tre gesti tradizionali: la preghiera, il
digiuno e l’elemosina. Sono i segni della
conversione nei tre ambiti della nostra vita e
“segni profetici” per la nostra società. La
preghiera, momento propizio per l’ascolto
della Parola e per la comunione con Dio,
particolarmente significativa in una società
EX OFFICIO PRO MONIALIBUS
che troppo spesso si dimentica di Dio. Il digiuno, sforzo di austerità personale, significativo in una società che sopravvaluta la
ricchezza e la sensualità. L’elemosina, segno di apertura agli altri e di solidarietà con
gli altri, particolarmente significativa in un
mondo in cui la distanza tra ricchi e poveri
è in crescita. Tutto ciò, certamente, senza
dimenticare quanto dice oggi il Signore:
quello che importa è un cuore aperto e sincero, «guardatevi dal praticare le vostre
buone opere davanti agli uomini per essere
da loro ammirati»; o quello che ci ricordava
la prima lettura: «laceratevi il cuore e non le
vesti». Quello che conta è il ritorno a Dio
con tutto il cuore e la riconciliazione con
lui, come ci ha detto la seconda lettura, e
l’andare incontro ai fratelli, in particolare ai
più bisognosi. Questo è quello che esige da
noi la conversione alla quale siamo tutti
chiamati.
Conversione, chiamata centrale del messaggio di Gesù: «Convertitevi e credete al
Vangelo», così Gesù cominciò la sua predicazione. Conversione, chiamata pressante
in questo tempo liturgico che interpella la
nostra vita cristiana e la vita francescanoclariana. Conversione, che implica un cambiamento del cuore, della mente, degli atteggiamenti e dei comportamenti.
Cambiamento del cuore. Passare da un
cuore di pietra, insensibile alle chiamate di
Dio e alle chiamate degli uomini, soprattutto dei poveri, ad un cuore di carne, costantemente rivolto al Signore, per compiere la
sua volontà come Abramo, Maria, Francesco…, e rivolto ai fratelli per essere solidali con loro.
Cambiamento della mente: «Voi pensate
come gli uomini e non come Dio», dirà il
Signore nella Sacra Scrittura. La conversione comporta, quindi, di passare da una mente “chiusa” nelle preoccupazioni di questo
mondo ad una mente “aperta” al modo di
vedere, giudicare e agire di Dio.
Cambiamento di atteggiamenti e di comportamenti: «li riconoscerete dai loro frutti». Il cambiamento del cuore e della mente
porta necessariamente ad un cambiamento
di atteggiamenti e di comportamenti. «Un
albero buono non può dare frutti cattivi».
135
La conversione che ci è chiesta in questo
tempo di grazia richiede, quindi, di passare
da atteggiamenti e comportamenti centrati
su noi stessi – sulla sete di potere, di possesso, di sfruttamento – ad atteggiamenti e
comportamenti animati dal desiderio di donarsi a Dio e agli uomini e alle donne, nostri fratelli e sorelle. Donazione, frutto della passione per Dio e per l’umanità, così come la realizzò Gesù stesso e poi, tra gli altri,
Francesco e Chiara.
La conversione, allora, tocca la totalità
della persona e dura per tutta la vita. È un
processo il cui inizio non si può ritardare –
«Oggi non indurite il vostro cuore, ma
ascoltate la voce del Signore», «ma se non
vi convertite perirete tutti allo stesso modo»
– e che dobbiamo assumere come un compito di tutta la vita.
È necessario, allora, “prepararci”, fare
una sosta nel cammino, per guardare il nostro cuore, per scendere nella nostra interiorità più profonda; una sosta nel cammino,
per vedere ed esaminare la propria “mente”,
i propri giudizi e pregiudizi, le convinzioni
più profonde; un tempo per fare una profonda revisione della propria vita a livello di
fede, di atteggiamenti e di comportamenti.
Dedichiamo un tempo durante questa
quaresima, “saliamo sul monte”, per incontrarci con noi stessi, con Dio e con gli altri.
Entriamo nella “grotta” per chiederci:
dov’è il mio cuore? Chi sto servendo, il padrone o il servo? Quali sono gli idoli che sto
adorando in questo momento? Quanti “mariti” ho, Signore?
«Convertitevi e credete al Vangelo». La
Quaresima è un tempo propizio, per “osare
vivere il Vangelo”, per credere, cioè assumere il Vangelo come “regola” e “norma”
della nostra vita, dei nostri comportamenti,
dei nostri atteggiamenti. «Questi è il mio figlio prediletto, ascoltatelo». Ascoltiamo il
Signore, la cui parola troviamo in ogni parola della Sacra Scrittura. Solo l’incontro
con Lui renderà possibile il cambiamento
del cuore, della mente, degli atteggiamenti
e dei comportamenti che ci chiede la Quaresima. Solo la sete appagata potrà convertirsi in messaggio come nel caso della Samaritana. Solo se ci lasciamo accendere
136
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
dalle sue parole, potremo identificarci con
Lui e, così, essere per gli altri luce nell’oscurità, pace in mezzo ai turbamenti, gioia
nel dolore.
Siamo stati convocati come il popolo di
Israele per riconoscere il nostro peccato (cf.
Salmo responsoriale) e per chiedere perdono dei nostri peccati: perdona il tuo popolo,
Signore! Che il nostro Dio, che è clemente
e misericordioso, lento all’ira e ricco di misericordia, ascolti la nostra preghiera e ci
doni la grazia di un cuore nuovo.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
9. Celebrazione dell’invio
S. Maria degli Angeli, Porziuncola, 06.02.2008
ANNUNCIATE CHE L’ALTISSIMO
È LA BELLEZZA SENZA UGUALI
Care Sorelle Povere di Santa Chiara: qui
in questa piccola chiesetta della Porziuncola, tanto cara al Padre e Fratello Francesco,
dove ebbe inizio la grande avventura evangelica del Poverello di Assisi e della sua
Pianticella, concludiamo questo 1° Congresso Internazionale delle Presidenti delle
Federazioni di Sorelle Povere di Santa
Chiara.
Rendiamo grazie al Padre delle misericordie per averci chiamato alla sequela di
Gesù Cristo, seguendo la forma di vita che
ci lasciarono Francesco e Chiara. Rendiamo
grazie al Datore di ogni bene, per questi
giorni di incontro e di fraternità. Rendiamo
grazie a Maria Immacolata, la vergine fatta
Chiesa, perché dopo 800 anni continua ad
essere una madre amorosa per i suoi figli e
figlie, avvocata e difesa di quanti si sforzano di seguire suo Figlio per la via stretta del
Vangelo. Grazie a Francesco e Chiara perché costantemente vegliano sui loro figli e
figlie.
Qui, alla Porziuncola, Francesco ascolta
il Vangelo e inizia, con il gruppo di fratelli
che il Signore gli ha donato, questa avventura evangelica che dura fino ad oggi. Qui
la vergine Chiara, conquistata da Francesco
e dai suoi fratelli per la sequela radicale di
Gesù Cristo, si consacra all’amore della sua
vita, lo sposo dell’amore del quale si innamora. Qui la giovane Chiara, in quella notte della domenica delle Palme del 1212 abbraccia per sempre il Vangelo come regola
e vita, per lei e per le sue sorelle. Qui Chiara entra a far parte della fraternitas di Francesco, come sorella tra i fratelli.
Che gioia e che allegria stare oggi qui insieme, come fratelli e sorelle, membri dell’unica fraternità voluta da Francesco e
Chiara, per rinnovare, a partire dal più
profondo del nostro cuore la nostra ferma
volontà di camminare insieme, anche se
con modalità diverse, per la via dei comandamenti divini, con un passo veloce e leggero! Che gioia e che allegria poter rinnovare insieme oggi, qui alla Porziuncola,
avendo come notaia santa Maria regina degli angeli e del nostro Ordine, il nostro impegno di vivere, con il cuore costantemente
rivolto verso il Signore e verso i fratelli e le
sorelle, uniti dall’amore di Cristo in una
stessa fraternità, in attento ascolto dei fratelli nei confronti delle sorelle e viceversa e
nel rispetto reciproco, per offrire al mondo
la testimonianza del signum fraternitatis.
Che gioia e che allegria tornare ai nostri
luoghi di provenienza e poter raccontare ai
fratelli e alle sorelle che è bello sentirsi e
mostrarsi membri di una stessa famiglia!
Se Francesco e Chiara sono due anime
gemelle, due vite inseparabili, dopo questo
incontro, noi Frati Minori e Sorelle Povere
di santa Chiara non possiamo camminare su
strade parallele e – che dolore! – molte volte ignorarci gli uni gli altri o cosa che è ancora peggiore sospettando gli uni degli altri.
Dopo questo incontro in Assisi, altare della
nostra memoria, e del nostro passaggio attraverso la Porziuncola, dove noi e voi siamo nati dal Vangelo, non possiamo non
amarci e rispettarci come fratelli e sorelle.
Come far tacere il grido pressante che ci
lanciano Francesco e Chiara da questo luogo santo tra i santi di iniziare una nuova era
fatta di profondo e vero amore fraterno e di
reciproca e stretta collaborazione? Anche
qui possono servire a noi e a voi quelle parole che Francesco disse alla fine della sua
137
EX OFFICIO PRO MONIALIBUS
vita: “Incominciamo, fratelli…, perché finora poco o nulla abbiamo fatto”.
Sì, cominciamo fratelli e sorelle. Che di
noi e di voi si possa dire quello che si diceva dei primi cristiani: Guardate come si
amano! E anche noi saremo luce per quanti
camminano nelle tenebre, faro per quanti
navigano in alto mare, sentinelle per coloro
che aspettano un giorno nuovo.
Da parte mia, come successore del comune padre Francesco, rinnovo il mio fermo proposito di continuare a prendermi cura di voi, mie care sorelle e “signore”, come
dei miei Frati, e chiedo a tutti i Frati Minori, baciando loro i piedi, che facciano altrettanto. Ci assista in questo fermo impegno l’intercessione di Santa Maria della
Porziuncola, l’intercessione di Francesco e
Chiara e di tanti fratelli e sorelle che ci hanno preceduto in questi 800 anni della nostra
storia comune e che oggi adornano con uno
splendore senza uguali l’albero della santità
serafica.
Da questo luogo Francesco inviò i suoi
primi compagni al chiostro del mondo perché, in parole ed in opere, annunciassero a
tutti che non c’è nessuno di onnipotente se
non Lui. Andate anche voi, care sorelle clarisse per il mondo intero e, dai vostri chiostri e con la vostra vita nascosta in Cristo,
annunciate a tutti che l’Altissimo è amore; è
bellezza e ricchezza senza uguali; è rifugio
e difensore. Gridate a tutti che egli è tutto:
tutto il bene, il sommo bene. Andate, e custodendo la cella dei vostri cuori, annunciate che non c’è sposo più bello, né più degno,
né più santo, né più glorioso di colui che
conquistò il cuore di Chiara e anche il vostro: Gesù Cristo. Andate e vivete sempre in
questa santissima vita e povertà. E state attente di non allontanarvi da quanto avete
promesso. E se qualcuno venisse a dirvi il
contrario, come vi ricorda la madre Chiara,
non fateci caso. Andate e, in ogni momento
ed in ogni luogo, abbracciando tutti gli uomini e le donne della terra, principalmente i
più poveri e bisognosi, aprite le porte del
vostro cuore al divino mendicante del vostro amore e che niente e nessuno vi allontani dal suo amore. Andate, contente e
gioiose, non abbiate paura, poiché non sie-
te sole, il Signore sarà sempre vostro difensore. Andate con la benedizione di Dio e la
mia, vostro ministro e servo.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
10. Messaggio finale
Assisi, 6 febbraio 2008
IL CONVEGNO
UN PREZIOSO DONO
Carissime sorelle,
pace e bene!
Abbiamo avuto l’opportunità e il privilegio di vivere splendidi giorni di incontro in
questa città di Assisi, nel Primo Congresso
delle Presidenti delle Federazioni dell’Ordine delle Sorelle Povere di Santa Chiara,
per i quali ringraziamo il Padre delle misericordie, datore di ogni bene.
Questo incontro è stato un dono prezioso
per tutte noi. Illuminate dalle diverse riflessioni che abbiamo ascoltato e da quanto abbiamo condiviso, a partire dalla nostra propria esperienza e dalla conoscenza che abbiamo dello stato delle nostre federazioni,
ci sentiamo invitate e sollecitate a tornare
all’essenziale. Se ci lasciamo animare e guidare dal soffio vitale dello Spirito di Dio; se
permettiamo che il fuoco di Dio ci tocchi e
ci trasformi; se apriamo gli occhi alla realtà
che ci circonda, non guarderemo tanto al
passato per esaltarlo come un tempo sempre
migliore, ma nel nostro presente faremo
esperienza della necessità urgente e improrogabile di impegnarci per cercare con passione e con libertà creativa le vie che forse
non abbiamo sognato, ma che il Signore ci
chiede di percorrere, aperte al futuro con
speranza e coraggio.
Siamo molto grate alla Congregazione
per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica che ha permesso
questo incontro, al Ministro Generale, il nostro fratello José R. Carballo e ai fratelli del
Definitorio generale; i fratelli dell’ufficio
pro-monialibus, i traduttori e ai numerosi
fratelli che sono stati con noi, per il loro ser-
138
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
vizio, per la sollecitudine che ci hanno manifestato, fedeli alla promessa di Francesco
alle sorelle. Con loro abbiamo condiviso il
desiderio di proseguire questa collaborazione ovunque viviamo.
Condividiamo con voi qualcosa di ciò
che abbiamo vissuto.
Abbiamo sperimentato la conoscenza reciproca più concreta della vitalità delle Clarisse in tutti i continenti e delle loro preoccupazioni. Ci ha sostenuto la scoperta continua di quanto abbiamo in comune: il
vangelo vissuto da Chiara e Francesco, nell’altissima povertà e nella santa unità. Questa è la forza che ci sostiene e ci arricchisce
attraverso le diverse forme in cui lo incarniamo nei luoghi che abitiamo. Lì siamo interpellate ad essere con la vita annuncio dell’amore di Dio e risposta alle attese di bene
dei fratelli e delle sorelle.
Abbiamo avuto la preoccupazione di tenere sempre più vivo il fuoco acceso da
Santa Chiara di seguire il Cristo povero e
crocifisso. Ciascuna di noi assume perciò la
responsabilità di mantenere la radicalità
evangelica, di riappropriarci degli scritti di
Chiara per aiutarci a crescere nella vita di
fede e nella vita fraterna.
Abbiamo sottolineato l’importanza della
pastorale vocazionale, della formazione
permanente e iniziale e soprattutto della
formazione delle formatrici.
Abbiamo compreso la necessità di qualificare la nostra identità: vita contemplativa
“in altissima povertà” e “santa unità”, a cui
ci siamo “liberamente obbligate”, nei suoi
molteplici significati esteriori ed interiori,
personali e comunitari.
Abbiamo colto di più la dimensione dell’Ordine: la realtà degli altri paesi ci apre e
ci invita ad una sollecitudine reciproca. Auspichiamo continuità nella comunicazione e
lo scambio delle diverse esperienze e iniziative per quanto possibile.
Vi presentiamo alcune proposte maturate nel dialogo e nel confronto tra di noi. Ve
le offriamo come piste per un cammino comune in preparazione all’VIII centenario
dell’inizio della vita di Santa Chiara in San
Damiano: ciascuna potrà percorrerle nei
modi più opportuni alla situazione comuni-
taria e federale in cui vive, consapevole di
camminare insieme alle Sorelle Povere di
Santa Chiara di tutto il mondo.
Un tema caratterizzerà ciascuno dei tre
anni preparatori al 2012:
- 2009: Vocazione. Contenuto: identità e
rapporto col primo Ordine; strumenti: la
riscoperta delle fonti.
- 2010: Contemplazione. Contenuto: vita
spirituale, vita in Cristo; strumenti:
ascolto, silenzio, conversione.
- 2011: In altissima povertà. Contenuto:
riqualificare la scelta di povertà, minorità, espropriazione, restituzione; strumenti: scelte concrete di solidarietà.
- 2012, anno della celebrazione: La santa
unità.
• Proponiamo di realizzare uno scambio di materiale per la formazione
permanente. A tal fine vorremmo avvalerci anche degli studi realizzati
dall’Ordine attraverso l’Antonianum.
Potremmo utilizzare a tal fine anche
la rivista “cTc” e creare un apposito
sito web.
• Proponiamo di dare un sostegno crescente al Fondo pro monialibus per
aiutare i monasteri in necessità, quale
segno di condivisione e solidarietà
nell’Ordine.
• Proponiamo di aggiornare l’Elenco
dei monasteri comprendendovi gli indirizzi e-mail.
• Chiediamo che il Ministro generale
OFM studi la forma di dare continuità
a questo incontro.
Santa Maria degli Angeli, che vegliò su
Chiara e su Francesco all’inizio del loro
cammino, accompagni i nostri passi e il nostro “eccomi” di ogni giorno alla santa operazione dello Spirito.
San Francesco e Santa Chiara continuino a generarci alla vita secondo il Vangelo.
A tutte noi, sorelle, e ai nostri fratelli il
Signore dia ancora oggi la sua pace!
LE PRESIDENTI
DELLE FEDERAZIONI
DELLE CLARISSE
11. Cronaca del Convegno
EX OFFICIO PRO MONIALIBUS
Un incontro storico ad Assisi dal 26 gennaio al 6 febbraio voluto dal Ministro generale, Fr. José Rodríguez Carballo, e dal suo
Definitorio: per la prima volta le Presidenti
delle cinquantaquattro Federazioni di Clarisse provenienti da ogni continente si sono
ritrovate insieme «per un tempo di formazione, un momento di grazia ed opportunità
(Kairòs), per passare dal bene al meglio, seguendo così Gesù Cristo» (Carballo).
Già gli arrivi delle sorelle provenienti
dalle diverse parti del mondo in Casa Leonori ad Assisi hanno subito delineato il multiforme volto delle Sorelle Povere di santa
Chiara: fogge molteplici, lingue diverse
unite dal linguaggio dello Spirito.
Fr. Rafael Blanco, Delegato generale
“Pro Monialibus”, Fr. Joy Prakash, Vice Delegato generale, Fr. Ernesto Siekierka, Segretario generale, hanno accolto con tanto
calore le convegniste. Durante il corso sono
stati presenti, a turno, il Vicario generale e i
Definitori. Significativa la presenza discreta,
preveniente dei frati della commissione preparatoria e dei frati interpreti. Puntuale lo
staff della segreteria composta da Fr. Ernesto
e da alcune sorelle Clarisse, di Fr. John Abela addetto alla comunicazione, il quale, con
tanta discrezione, ha immortalato i momenti
più significativi e ha consentito alle Clarisse
del mondo di partecipare in tempo reale, tramite internet, all’incontro.
Il convegno ha avuto inizio nella basilica di S. Chiara con la celebrazione della S.
Messa presieduta dal Ministro generale.
Durante l’omelia il Ministro Generale ha
invitato le presidenti alla «conversione che
è un’esigenza di tutta la vita, all’accoglienza delle differenze come manifestazione,
epifania e buona novella di un Dio sempre
fecondo che fa nuove tutte le cose».
Suggestiva la visita al monastero di S.
Chiara, calorosa l’accoglienza delle Sorelle. L’emozione colta sul volto delle Clarisse
è stata evidente soprattutto dinanzi al corpo
della Madre, alla Regola scritta da S. Chiara, al Privilegium Paupertatis.
Significativo il primo giorno il saluto di
Mons. Domenico Sorrentino, Vescovo
139
d’Assisi, il quale ha ricordato alle partecipanti che la parabola di Francesco, il suo esser simbolo, non può ridursi ad un racconto
storico, per cui i figli e le figlie di Francesco
e di Chiara sono chiamati a diventare simbolo e parabola di Cristo oggi.
Il 2 febbraio, giornata di preghiera per la
vita consacrata, la Chiesa ha dimostrato ancor più la sua attenzione verso la vita contemplativa con la presenza del Cardinale F.
Rodé, Prefetto del CIVCSVA, che, illustrando alcuni tratti della personalità di santa Chiara come risposta ai problemi del suo
tempo, ha sollecitato le presidenti a offrire
delle risposte ai problemi del mondo di oggi, così come hanno fatto Chiara e Francesco. Evidenziando tutta l’attualità della vita
contemplativa, il Card. Rodé ha ricordato
che attraverso la testimonianza del primato
di Dio, della ricerca appassionata di Lui, le
contemplative mostrano al mondo occidentale, immerso nell’indifferenza, che Dio
c’è, esiste, ha un volto, ha un cuore. La celebrazione della santa Messa ha suggellato
l’impegno di tutte ad essere autentiche testimoni di Cristo nel proprio ambiente.
La vita delle Sorelle Povere in filigrana
All’inizio del corso è stata favorita la conoscenza reciproca delle Presidenti, per
aree geografiche, attraverso la comunicazione dei dati statistici, degli orientamenti
per il futuro, dei problemi emergenti e delle
possibili soluzioni, della disponibilità a collaborare a livello nazionale, continentale e
intercontinentale. Durante il corso è stata
arricchente la condivisione e il confronto in
assemblea sulle tematiche approfondite nei
quattro gruppi linguistici.
Durante i giorni del corso, numerosi relatori hanno offerto allePresidenti diverse e
variegate piste di riflessione che hanno permesso di rimotivare e risignificare la vocazione e la missione delle Sorelle Povere di
santa Chiara oggi : «Cercare il Signore, solo il Signore» (J. R. Carballo).
La Relazione tra i Frati Minori e le Sorelle Povere di S. Chiara
Il Ministro generale ha invitato le sorelle a rivisitare la relazione tra il 1° e il 2° Or-
140
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
dine, per essere insieme, in questo tempo,
profeti, proprio come lo furono nel 1200
Francesco e Chiara di Assisi. Ha sollecitato
una verifica sull’identità, per iniziare un serio cammino di rinnovamento comprensibile
e credibile oggi. Ha, inoltre, invitato le presidenti ad appropriarsi della loro «forma di vita di Sorelle Povere che, per vicende storiche
del vostro Ordine, a volte fa fatica a ritrovare la sua specificità, quando non è sufficientemente radicata nella regola scritta per voi
da Santa Chiara. Questo bisogno di un ritorno alle origini […] è tutta la Chiesa a chiederlo alla vita religiosa (cf. VC 37)».
Ha richiamato l’urgenza di sentirsi parte di un’unica famiglia: «Abbiamo bisogno,
noi Frati Minori e voi Sorelle Povere, di una
grande lucidità per distinguere ciò che nella nostra vita è ancora carico di significato,
abitato dalla presenza del Signore, da ciò
che ormai è solo un guscio, una gabbia vuota che ci imprigiona, una struttura che ci appesantisce. E accanto alla lucidità ci serve
l’audacia di fare scelte conseguenti, che ci
permettano di rimanere fedeli a ciò che nel
nostro carisma è davvero fondante, per reincarnarlo in maniera nuova nella realtà culturale in cui viviamo».
Il Ministro ha chiesto di risignificare il
rapporto tra il 1° e il 2° Ordine, perché il legame carismatico che, pur nelle differenze
specifiche, unì Francesco e Chiara, è attuale ancora oggi tra le Sorelle Povere e i Frati
Minori, benché non sia definito da rapporti
giuridici specifici tra i due Ordini. Egli auspica il superamento di una modalità che,
troppo spesso, ha concepito l’assistenza
promessa da Francesco a Chiara da parte
dei Frati Minori come una specie di tutela e
da parte delle Sorelle Povere come una effettiva dipendenza, dando origine a vere e
proprie ingerenze degli uni nei confronti
delle altre. Sollecita, perciò, a vivere secondo una giusta autonomia, senza isolamento
e cammini indipendenti, e senza ridurre la
reciprocità tra Primo e Secondo Ordine alla
vicendevole prestazione di servizi.
Formazione permanente,
formazione all’essenziale
Fr. Giacomo Bini, ofm, ha offerto una ri-
flessione sulla formazione permanente,
tempo sempre nuovo per ritornare con passione all’essenziale: «Dove stiamo andando
noi consacrati? Verso quale tipo di vita religiosa francescana stiamo camminando? Se
è vero che “siamo già futuro” (Buber), la vita consacrata è chiamata a testimoniare
l’assoluto di Dio nella propria esistenza,
senza compromessi e ambiguità».
Egli ha affermato che i consacrati, quando perdono di vista l’«Essenziale», la ragione del loro esserci, si ripiegano sul passato o si aggrappano alle strutture spesso
vuote di significato.
Fr. G. Bini ha chiesto alle Presidenti di
liberarsi dalle paure, dalla routine, dall’abitudine che addormenta il tempo e che genera riti e gesti ripetitivi non espressione di
una profonda interiorità, dalle «sicurezze
che possono cancellare dal cuore e dalla
mente quella sete di Dio, quella santa inquietudine che anima la ricerca costante del
suo volto». Egli afferma che l’anacronismo
è la conseguenza di un immobilismo ancorato staticamente al passato, incapace di rinnovamento e di un cammino vero con la
storia, con la vita, con lo Spirito.
Ha sollecitato le Sorelle Povere ad esprimere teologicamente la loro vita nell’ordine del segno, per non rimanere schiave del
passato, a verificare se la stessa Regola diviene un pretesto di conservazione e non di
conversione, se la loro vita di consacrazione testimonia che il Regno di Dio è già iniziato ed è presente oggi nella storia.
A questo proposito ha detto: «è necessario rendere trasparenti e significative le
strutture di cui è intessuta tutta la vita quotidiana. È importante non vivere per le
strutture, ma renderle segni vivi, eloquenti
e provocanti per incamminare, noi e gli altri, verso il Vangelo. Devono essere a servizio dei valori e non viceversa».
Pur nella consapevolezza della difficoltà
ad adattare o a creare strutture nuove più
eloquenti, più significative, più trasparenti,
soprattutto in un mondo che cambia con
tanta rapidità, un mondo abituato all’immagine, ai segni, Fr. Giacomo Bini ha ribadito
che «essere fedeli non significa ripetere, ma
rispondere a Dio che domanda ad ogni sta-
EX OFFICIO PRO MONIALIBUS
gione una risposta nuova».
Una provocazione diretta è stata offerta
dalle domande: «Cosa abbiamo fatto della
clausura? È solo “chiusura” oppure apertura e trasparenza teocentrica?».
Ha invitato ancora a riflettere sull’identità della Sorella Povera, a qualificare la
formazione permanente, perché essa prima
di essere uno sforzo per dare al Signore alcuni spazi di tempo o alcuni gesti di amore
(riti religiosi), è piuttosto l’audacia di lasciarsi portare e plasmare da questo Amore,
è mantenere vivo questo fuoco dello Spirito
che ci abita.
La formazione iniziale
Interessante l’apporto sulla formazione
iniziale di Sr. C. Giovanna Cremaschi osc.
Guardando all’oggi delle Sorelle Povere,
che accolgono giovani decise a seguire Cristo povero e crocifisso sulla via tracciata da
Francesco e Chiara, ha delineato un itinerario per la donna chiamata a vivere la vita
cristiana come Sorella Povera, partendo
dalla forma di vita di Chiara. Pur tenendo
conto delle scienze umane che consentono
di considerare la donna nelle sue caratteristiche umane, cristiane, spirituali, la relatrice ha privilegiato quanto è tipico del carisma, perché la formazione carismatica francescano-clariana costituisce la linfa
unificante del cammino formativo. Attraverso il costante riferimento alla regola di
santa Chiara, ha rilevato delle linee valide
per l’oggi.
Ha evidenziato il ruolo della maestra e la
capacità di discernimento, l’importanza
dell’orazione mentale e il significato del silenzio, la crescita nella fede e la coerenza
della testimonianza, il dono gratuito della
vocazione, il cammino di conversione,
l’obbedienza a Francesco, l’unità del carisma tra 1° e 2° Ordine, il vivere il santo
Vangelo, il vendere i beni e distribuire tutto
ai poveri, la logica dell’incarnazione, la mistica comunione con Cristo, la vita contemplativa in clausura, il cammino ascetico, la
sequela di Cristo povero e crocifisso, il Cristo risorto, la vita sororale, l’obbedienza
quale forma della povertà (cf. RsC 2,14), il
servizio, la corresponsabilità, la missione
141
delle Sorelle Povere di rendere visibile oggi Cristo umile e povero.
La contemplazione
Fr. Herbert Schneider, ofm, commentando la quarta lettera di santa Chiara a
sant’Agnese di Praga, si è soffermato sulla contemplazione nella vita delle Sorelle
Povere di santa Chiara. Egli definisce la
contemplazione «una visione interiore,
qualcosa di più di una percezione; essa
giunge a penetrare nell’essenza più
profonda dell’Altro, con il quale è intimamente in relazione e dal quale proviene».
Egli ha considerato i diversi aspetti della
contemplazione:
• La visione interiore/intuizione comprende tre fasi: l’intuere porta all’identificazione, lo speculare all’interiorizzazione,
il contemplare alla trasformazione.
• L’immaginazione permette l’immedesimazione e la comprensione di ciò che già
esiste storicamente, cioè di camminare
con Gesù Cristo nel suo percorso terreno, dalla sua nascita alla sua morte di
croce.
• La meta della contemplazione è l’imitazione, il condividere il dolore, il provare
compassione, il morire, trasformandosi,
in Cristo.
• Chiara invita a stare nel Signore, ad abitare e collocare in lui la mente, l’anima e
il cuore.
Egli ha affermato che la contemplazione
è cristocentrica, rende felici, dà significato
alla clausura che «non è unicamente separazione dagli uomini, bensì un’interiore relazione con essi, ogni volta che l’uomo vive
l’intimità con Cristo». La contemplazione è
mistero, è preghiera: «la contemplazione è
il processo che salva l’umanità».
Chiara nell’oggi della Chiesa
e del mondo
Sr. Chiara Stucchi osc, nella sua relazione, ha esordito dicendo che tutte le Sorelle
Povere costituiscono nel loro insieme, nei
diversi continenti, il volto delle figlie di S.
Chiara, proprio come «ciascuno ha in sé
una scintilla e tutti insieme concorrono ad
alimentare la lampada della fraternità».
142
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
La relatrice, per facilitare la ricerca comune ha posto alcune domande: Com’è e
qual è il mondo in cui viviamo? Qual è stata l’opzione fondamentale di Chiara? Che
cosa, dunque, scegliamo di vivere? Come
agire di conseguenza?
In un mondo globalizzato, dove si staglia
una cultura secolarizzata e lontana dalle radici della tradizione cristiana, ella ha invitato le Sorelle Povere a «ricominciare da Cristo», umile e povero, a discernere liberamente e responsabilmente i segni dei tempi
alla luce dello Spirito Santo, a scegliere con
audacia la strada della profezia della salvezza nel Risorto.
Ella ha ribadito che le Sorelle Povere sono fedeli alla loro forma di vita, quando vivono secondo il santo Vangelo, seguendo
Cristo povero e crocifisso.
Fedeli a ciò che hanno promesso a Francesco, le Sorelle Povere scelgono di vivere
da povere, rimanendo «nella posizione di
marginalità, quella che non mette paura a
nessuno, che non dà adito ad equivoci né
nelle parole né negli atteggiamenti» e quella che «fa sempre dare la priorità all’altro e
all’Altro, nei confronti del quale non si può
che ricevere con gratitudine».
Incisiva è stata la provocazione riguardante la vita delle Sorelle Povere vissuta secondo l’altissima povertà: «Come dare forma all’altissima povertà nel paese del consumismo? Perché non mettere a tema dei
nostri incontri l’impatto che hanno sul nostro stile di vita le scelte già attuate da molti, cristiani o no, riguardo al consumo sostenibile, ai bilanci di giustizia, all’attenzione
verso l’ecosistema in cui ci si trova?”
Chi sono chiamate ad essere oggi le Sorelle Povere nella Chiesa e nel mondo?
«C’è l’urgenza di recuperare la profezia che
un giorno è stata affidata dallo Spirito a
Francesco e a Chiara. La ricerca sul senso
della vostra identità, legata al vivere il Vangelo, in altissima povertà e in unità di spiriti, se è autentica non vi paralizza, anzi vi
immette sulle vie dello Spirito. Come rispondere oggi al Signore e ai fratelli e alle
sorelle che vi interpellano? Come “rifondare” la vostra vita?”» (J. R. Carballo, Lettera per santa Chiara, 2005).
Modulando l’esistenza, in tutte le sue articolazioni, sul primato della fede, partendo
dalla Parola di Dio, si possono individuare
gli strumenti che strutturano, edificandola,
la vita come “fraterna”.
La missione delle Sorelle Povere è chiamata ad assumere un volto peculiare nella
Chiesa locale, a testimoniare il Dio presente, ad essere «scuole di preghiera», a dare
«il contributo specifico per crescere nella
spiritualità di comunione, a tener vivo nei
fratelli il desiderio di Dio e del suo regno».
Da Francesco a Chiara
William Short, ofm, attraverso un viaggio verso le origini, mettendo in parallelo la
vita di Francesco e Chiara di Assisi, ha guidato la riflessione su ciò che è a fondamento delle due esistenze. Guardando in prospettiva, ha invitato le Presidenti a celebrare l’VIII centenario della fondazione
dell’Ordine delle Sorelle Povere di santa
Chiara nel 2012, non con avvenimenti
“folkloristici”, ma con il discernimento
frutto dello Spirito del Signore e della Sua
santa operazione.
Per facilitare l’elaborazione di un itinerario ha rivolto alle partecipanti le seguenti
domande:
• «Quale segno o esempio possiamo offrire alle persone del nostro tempo capace
di indicare il Vangelo come fonte e significato della nostra vita francescana?
Potrebbe essere un segno comune, proposto sia dai Fratelli Minori sia dalle Sorelle Povere?
• Quali elementi nel nostro modo di vivere la vocazione evangelica hanno bisogno di rinnovata cura, rivitalizzazione,
oppure riforma?
• Qual è la “parola” che siamo chiamati a
dire nella Chiesa e nelle società che ci
circondano oggi? Vi è una “parola nuova” che sorge dal profondo dei nostri
cuori?
• Abbiamo un esempio nuovo e creativo
che siamo chiamati a vivere oggi? Forse
uno impossibile da concepire nelle generazioni passate? Esiste un “qualcosa”
che è specificamente nostro da fare in
questi tempi, una cosa che non soltanto
EX OFFICIO PRO MONIALIBUS
continua ma aumenta il nostro vivere la
vita secondo il Santo Vangelo?».
Un cammino insieme
Alla fine del corso le presidenti hanno
voluto redigere un messaggio da inviare alle sorelle sparse in tutto il mondo, per comunicare quanto sperimentato insieme: la
conoscenza reciproca più concreta della vitalità delle Clarisse in tutti i continenti e delle loro preoccupazioni; la scoperta continua
di quanto hanno in comune: il Vangelo vissuto da Chiara e Francesco, nell’altissima
povertà e nella santa unità, attraverso le forme incarnate nei diversi luoghi; la consapevolezza di essere con la vita annuncio dell’amore di Dio e risposta alle attese di bene
dei fratelli e delle sorelle.
Hanno individuato insieme delle piste
per un cammino comune in tutto il mondo
da realizzare nei tre anni preparatori all’VIII centenario della fondazione dell’Ordine delle Sorelle Povere di santa Chiara nel
2012, lasciando a ciascuna la possibilità di
percorrerle nei modi più opportuni alla situazione comunitaria e federale in cui vive:
– 2009: Vocazione. Contenuto: identità e
rapporto col primo Ordine; strumenti: la
riscoperta delle fonti.
– 2010: Contemplazione. Contenuto: vita
spirituale, vita in Cristo; strumenti:
ascolto, silenzio, conversione.
– 2011: In altissima povertà. Contenuto:
riqualificare la scelta di povertà, minorità, espropriazione, restituzione; strumenti: scelte concrete di solidarietà.
– 2012: Anno della celebrazione: la santa
unità.
Significative le proposte per favorire un
aiuto reciproco:
Realizzare uno scambio di materiale per
la formazione permanente, avvalersi anche
degli studi realizzati dall’Ordine attraverso
l’Antonianum, utilizzare a tal fine anche la
143
rivista “cTc” e creare un apposito sito web.
Dare un sostegno crescente al Fondo
pro-monialibus per aiutare i monasteri in
necessità, quale segno di condivisione e solidarietà nell’Ordine.
Dalla Porziuncola ai monasteri
Il 1° Congresso internazionale delle presidenti osc si è concluso il 6 febbraio 2008
nella Cappella della Porziuncola.
Fr. José Rodríguez Carballo, ofm, Ministro generale, durante la celebrazione dell’invio, ha ricordato che nella chiesetta della Porziuncola, tanto cara al padre e fratello
Francesco, ebbe inizio la grande avventura
evangelica del Poverello di Assisi e della
sua Pianticella.
Da quel luogo Francesco inviò i suoi primi compagni al chiostro del mondo perché,
in parole ed in opere, annunciassero a tutti
che non c’è nessuno di onnipotente se non
Dio. Da quello stesso luogo il Ministro ha
invitato le sorelle Clarisse a ritornare ai loro monasteri, per annunciare a tutti, dai
chiostri e con la loro vita nascosta in Cristo,
che l’Altissimo è amore, è bellezza e ricchezza senza uguali, è rifugio e difensore,
tutto il bene, il sommo bene.
Ha chiesto loro di vivere sempre in questa santissima vita e povertà, di rimanere
fedeli a quanto hanno promesso. Le ha invitate in ogni momento ed in ogni luogo,
abbracciando tutti gli uomini e le donne della terra, soprattutto i più poveri e bisognosi,
ad aprire le porte del cuore al Signore e a rimanere fedeli a lui. Le ha incoraggiate ad
osare, a non aver paura, poiché non sono sole, poiché il Signore è il loro difensore.
DIANA PAPA OSC
Coordinatrice Presidenti Federazioni
Monasteri d’Italia
EX OFFICIO OFS
1. Regolamento Internazionale della
Gioventù Francescana
I. Organizzazione
1. La Gioventù Francescana (GiFra), a livello internazionale, è formata dalle Fraternità Nazionali della GiFra ufficialmente riconosciute dalla corrispondente
Fraternità Nazionale dell’Ordine Francescano Secolare (OFS) o dalla Presidenza del Consiglio Internazionale dell’OFS (CIOFS) (cfr. CCGG 96.5).
2. La Gioventù Francescana, a livello internazionale, fa parte della Fraternità Internazionale dell’OFS (FIOFS).
3. Gli organismi che guidano e animano la
GiFra sono:
a. Il Capitolo Generale dell’OFS.
b. La Presidenza del CIOFS.
c. L’Assemblea Internazionale della GiFra.
d. Il Coordinamento Internazionale della GiFra.
4. Il Capitolo Generale dell’OFS, dopo aver
ascoltato i Consiglieri Internazionali della GiFra, stabilirà le priorità per la GiFra.
5. La Presidenza del CIOFS dovrà:
a. Promuovere le azioni necessarie per
compiere le direttive segnalate dal
Capitolo Generale dell’OFS.
b. Segnalare i criteri per la formazione e
la preparazione dei responsabili e i
formatori della GiFra, e degli animatori fraterni.
c. Occuparsi delle fraternità nascenti
della GiFra, nel caso in cui non esista
una fraternità nazionale costituita o
nascente dell’OFS.
d. Approvare lo statuto nazionale di una
fraternità GiFra, nel caso in cui non
esista una fraternità nazionale costituita dell’OFS.
6. Le decisioni dell’Assemblea Internazionale della GiFra, dovranno essere ratifi-
cate dalla Presidenza del CIOFS.
7. Il Coordinamento Internazionale della
GiFra sarà l’organo responsabile della
realizzazione degli impegni concreti decisi dalla Presidenza del CIOFS.
II. Assemblea Internazionale della GiFra
1. L’Assemblea Internazionale della GiFra
sarà convocata dalla Presidenza del
CIOFS, sotto richiesta del Coordinamento Internazionale della GiFra, almeno una volta ogni sei anni.
2. Le finalità dell’Assemblea Internazionale della GiFra sono:
a. Condividere le esperienze delle differenti fraternità nazionali.
b. Valutare le decisioni prese nell’Assemblea precedente e il lavoro del
Coordinamento Internazionale della
GiFra.
c. Riflettere sulle proposte del Capitolo
Generale dell’OFS e della Presidenza
CIOFS.
d. Presentare alla Presidenza CIOFS e al
Capitolo Generale OFS, le aspettative
e necessità della GiFra e suggerire
iniziative e orientamenti per essa.
e. Delineare i punti d’azione degli anni
seguenti per la GiFra.
f. Ricevere e offrire orientamenti formativi.
2. L’Assemblea Internazionale della GiFra
è composta dai membri del Coordinamento e dal delegato internazionale di
ogni fraternità nazionale riconosciuta,
che avranno voce e diritto di voto. Solo
nel caso in cui non sia possibile partecipare, il Consiglio Nazionale GiFra corrispondente, delegherà un altro fratello.
3. La Presidenza CIOFS potrà accettare la
partecipazione, come osservatori con
voce, di:
a. rappresentanti di altre Fraternità nazionali della GiFra non riconosciute;
146
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
b. rappresentanti delle Fraternità nazionali dell’OFS;
c. altri membri delle Fraternità già rappresentate;
d. Assistenti nazionali spirituali della
GiFra e animatori fraterni nazionali.
3. L’ Assemblea Internazionale della GiFra
è presieduta dal Ministro Generale dell’OFS, guidata dal Consigliere della Presidenza CIOFS per la GiFra, che è anche
il Coordinatore Internazionale della GiFra, ed assistita dalla Conferenza degli
Assistenti Generali (CAS).
III. Coordinamento Internazionale
della GiFra
1. Il Coordinamento Internazionale della
GiFra è costituito da:
a. Il Consigliere della Presidenza
CIOFS per la GiFra (coordinatore).
b. I Consiglieri Internazionali della GiFra.
c. Un animatore fraterno nominato dalla Presidenza CIOFS.
d. Un Assistente generale designato dalla CAS.
2. Il Coordinamento Internazionale della
GiFra distribuisce tra i suoi membri i seguenti servizi:
a. un vice-coordinatore;
b. un responsabile della formazione;
c. un segretario;
d. un tesoriere;
e. un responsabile delle comunicazioni;
f. un animatore dei gruppi francescani
dei bambini e degli adolescenti.
3. Il Coordinamento Internazionale della
GiFra si riunirà almeno in occasione di
ogni Capitolo Generale dell’OFS.
IV. Responsabilità
Consiglieri internazionali
Le competenze dei Consiglieri Internazionali della GiFra sono:
a. partecipare al Capitolo Generale dell’OFS;
b. parlare in nome delle Fraternità nazionali della GiFra che rappresentano, costituite o nascenti, nel Capitolo Generale
ed esporre quanto è stato affidato loro
dalle quelle Fraternità;
c. presentare al capitolo Generale, secondo
le modalità stabilite dalla Presidenza, la
relazione sulla loro area, includendo dati statistici aggiornati;
d. informare le loro Fraternità nazionali
sulle decisioni e iniziative prese nel Capitolo generale;
f. mantenere frequenti e regolari contatti di
comunicazione e dialogo con la Presidenza del CIOFS, il Coordinamento Internazionale della GiFra e i Consigli nazionali GiFra della loro area.
Membri del
Coordinamento Internazionale
1. Il coordinatore:
a. è membro della Presidenza del CIOFS;
b. conduce l’attività del Coordinamento
Internazionale della GiFra;
c. in caso di rinuncia, la Presidenza
eleggerà un suo sostituto tra i Consiglieri Internazionali della GiFra (cfr.
Statuto FIOFS, 16.2).
2. Il vice-coordinatore collabora con il
coordinatore nelle sue funzioni e svolge
quelle che gli vengono affidate. Sostituisce il coordinatore in caso di impedimento temporaneo, eccetto nella partecipazione alle riunioni della Presidenza
del CIOFS. S’incarica anche degli aspetti organizzativi dei diversi incontri insieme al coordinatore e, in tal caso, alla fraternità che accoglie l’evento.
3. Il responsabile della formazione
s’incarica di ricopiare e distribuire il materiale di formazione adeguato. Collabora con il coordinatore e l’assistente nella
preparazione delle attività relative alla
formazione e alla liturgia.
4. Il segretario ha la responsabilità di:
a. curare la redazione degli atti del
Coordinamento e inviarla ai destinatari.
b. Rispondere, insieme al coordinatore,
alla corrispondenza.
c. Mantenere aggiornato l’archivio del
Coordinamento.
5. Il tesoriere amministra gli affari economici del Coordinamento e s’incarica dei
EX OFFICIO OFS
6.
7.
8.
9.
preventivi e bilanci delle diverse attività.
Dovrà presentare un resoconto economico annuale al tesoriere generale del
CIOFS, che ogni tre anni dovrà effettuare una verifica della situazione economica della Gifra.
Il responsabile delle comunicazioni
s’incarica della pagina web e di promuovere i contatti con le diverse fraternità
nazionali.
L’animatore dei gruppi francescani più
giovani (bambini e adolescenti), promuove la conoscenza della spiritualità
francescana rivolta ad essi, tra le fraternità nazionali della GiFra (cfr. CCGG,
25).
L’animatore fraterno collabora con il
Coordinamento in tutte le sue funzioni,
disponibile a comunicare la sua esperienza di vita evangelica ai fratelli giovani, e aiutarli a crescere nel loro cammino umano e spirituale.
L’assistente spirituale è testimone della
spiritualità francescana e dell’affetto fraterno dei religiosi verso i fratelli della
GiFra; promuove la fedeltà della GiFra
al carisma francescano, la comunione
con la Chiesa e l’unione con la Famiglia
Francescana; coopera specialmente nella
formazione dei fratelli.
V. Incontri Mondiali e Internazionali
1. Gli incontri mondiali della GiFra saranno annunciati dalla Presidenza CIOFS
almeno un anno prima. La stessa Presidenza CIOFS avrà la responsabilità di
convocarli almeno sei mesi prima della
celebrazione.
2. Altri incontri internazionali (continentali, di aree...) saranno annunciati dal
Coordinamento Internazionale della GiFra. La fraternità nazionale che accoglie
ha la responsabilità di organizzare e convocare l’evento, almeno con sei mesi di
anticipo.
VI. Altre disposizioni
1. Di fronte all’impossibilità di prevedere
tutte le situazioni, le possibili lacune e
147
dubbi si risolveranno applicando, con gli
opportuni adattamenti, le Costituzioni
Generali dell’OFS, lo Statuto della Fraternità Internazionale dell’OFS e lo Statuto per l’Assistenza Pastorale e Spirituale dell’OFS.
2. Le modifiche al presente Regolamento
Internazionale della GiFra potranno essere apportate dall’Assemblea Internazionale della GiFra, appositamente convocata, con il voto favorevole dei due
terzi dei presenti con diritto di voto. Dovranno, poi, essere approvate dalla Presidenza CIOFS.
* Approvato dalla I Assemblea Internazionale della GiFra a Vilanova i la Geltrú (Barcellona- Spagna), il 5 Luglio 2007.
* Approvato dalla Presidenza del CIOFS ad Assisi
(Italia) il 17 Novembre 2007, festa di Santa Elisabetta di Ungheria e di Turingia nell’VIII Centenario della sua nascita.
2. Bosnia ed Erzegovina – Corso di formazione per gli Assistenti spirituali
OFS-GiFra
Nell’antica città reale di Jajce in Bosnia
ed Erzegovina, nei giorni 19 - 21 febbraio
2008, si è svolto il secondo Corso di formazione per gli Assistenti spirituali dell’OFS e
della GiFra di Bosnia ed Erzegovina e di
Croazia. Il Corso è stato organizzato dalle
locali Conferenze degli Assistenti nazionali OFS-GiFra, con la collaborazione della
Conferenza degli Assistenti generali. Al
Corso erano presenti circa 80 Assistenti spirituali ed anche Fr. Fabrizio Ciampicali,
OFM, Assistente nazionale dell’OFS
d’Italia.
Lo scopo di questo secondo Corso di formazione era quello di presentare il “Manuale per l’assistenza spirituale all’OFS e alla
GiFra”, pubblicato recentemente in lingua
croata. Si tratta della prima edizione in un’
altra lingua, dopo la pubblicazione del testo
in italiano a cura dalla Conferenza degli Assistenti generali dell’OFS. Un grande ringraziamento va a tutti coloro che hanno partecipato alla traduzione e alla pubblicazio-
148
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
ne del Manuale in lingua croata. Sicuramente il volume sarà di grande aiuto per gli
Assistenti spirituali, Francescani secolari e
la Gioventù francescana nella loro formazione iniziale e permanente.
La presentazione del Manuale è stata fatta
dai quattro Assistenti generali dell’OFS, che
hanno sviluppato le seguenti tematiche: “La
presentazione generale del Manuale” (Fr.
Ivan Matić, OFM); “La storia antica e recente dell’OFS” (Fr. Martin Bitzer, OFMConv);
“La presenza attiva dell’OFS nella Chiesa e
nella società” (Fr. Amando Trujillo Cano,
TOR); “L’assistenza spirituale e pastorale all’OFS” (Fr. Samy Irudaya, OFMCap); “La
Gioventù Francescana e la sua assistenza spirituale (Fr. Ivan Matić, OFM).
Durante il Corso i partecipanti hanno potuto visitare e godere della bellezza dell’antica città reale di Jajce e della sua straordinaria storia ed hanno anche celebrato la santa Messa nella parrocchia francescana di S.
Luca. Il Corso di formazione si è concluso
con la solenne celebrazione dell’Eucaristia
nel famoso santuario di S. Giovani Battista
di Podmilačje.
3. Repubblica Ceca – Corso di formazione per Assistenti spirituali OFS-GiFra
Presso il santuario di Svaty Hostyn nella
Repubblica Ceca, dal 28 febbraio al 1 marzo 2008, si è svolto il Corso di formazione
per gli Assistenti spirituali dell’OFS e della
GiFra della Rep. Ceca e Slovacchia. Il Corso è stato organizzato dalla Conferenza degli Assistenti generali in collaborazione con
le locali Conferenze degli Assistenti spirituali.
Hanno partecipato al Corso anche diversi Francescani secolari dei due Paesi. In tutto erano presenti circa 70 Assistenti spirituali e Francescani secolari. È stata anche
molto gradita la partecipazione al Corso dei
Ministri provinciali dei Primi Ordini presenti nella Rep. Ceca e Slovacchia.
I temi del Corso sono stati illustrati dagli
Assistenti generali: “Importanza della conoscenza dei documenti dell’OFS” (Fr.
Amando Trujillo Cano, TOR); “Assistenza
collegiale all’OFS” (Fr. Martin Bitzer,
OFMConv); “Presentazione dello Statuto
per l’assistenza spirituale e pastorale all’OFS” (Fr. Ivan Matić, OFM); “Ruolo dell’Assistente spirituale nella Fraternità locale” (Fr. Samy Irudaya, OFMCap); La Gioventù Francescana e la sua assistenza
spirituale (Fr. Ivan Matić, OFM).
4. Italia: San Giovani Rotondo – Jammin Festival JPII
Promosso dalla Fraternità della GiFra di S.
Giovanni Rotondo, “Jammain Festival
JPII” è un Festival dedicato al Servo di Dio
Papa Giovanni Paolo II e viene celebrato
ogni anno per ricordare l’anniversario della
sua morte. La terza edizione si è tenuta,
presso il Teatro della città di San Giovanni
Rotondo, nei giorni 28-29 marzo, per ricordare il terzo anniversario della morte di Papa Woytila. Sono state due serate bellissime
di comunione, di canti e di gioia, trasmesse
in diretta televisiva da “Tele Radio Padre
Pio”. Si sono esibiti 10 giovani cantanti e
gruppi. Questa edizione è stata vinta da
Bianca May, una brava e giovane cantante.
Al Festival hanno partecipato molti ospiti, anche del mondo dello spettacolo, e vari
hanno offerto un ricordo personale di Papa
Giovanni Paolo II. In modo particolare è
stata apprezzata la testimonianza di Mons.
Piero Marini, già maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, dal 1987 al 1° novembre 2007, ed ora Presidente del Comitato Pontificio per i Congressi Eucaristici
Internazionali. Molto gradite sono stante
anche le testimonianze di Sean Patrick Lovett, responsabile del 105 Live, canale della Radio Vaticana; di Don Francesco Pierpaoli, Direttore del Centro Giovanni Paolo
II di Loreto; del prof. Alessandro Meluzzi,
Psichiatra-Psicoterapeuta, Fondatore della
Comunità Agape “Madre dell’Accoglienza” e di Fr. Ivan Matić, OFM, Assistente generale dell’OFS-GiFra, che ha ricordato pure il 60° anniversario della nascita della GiFra. Per ulteriori informazioni si può
consultare la seguente pagina Web:
www.jp2jamminfestival.it.
EX OFFICIO OFS
5. Lituania – Capitolo nazionale dell’OFS
Nel convento dei Frati Minori della città di
Kretinga, dall’11 al 13 aprile 2008, si è svolto il Capitalo nazionale elettivo dell’OFS della Lituania. Erano presenti 35 Capitolari in
rappresentanza di 6 Fraternità Regionali con
l’Assistente nazionale Fr. Linas Vodopjanovas, OFM. Come rappresentanti della GiFra
nazionale erano presenti i tre membri del
Consiglio nazionale: Virginija Mickutė (Presidente nazionale), Agnė Pociūtė (Responsabile della Formazione) e Jolita Aukštuolytė
(Segretaria). A nome della Presidenza del
Consiglio Internazionale hanno partecipato
Wilhelmina Visser-Pelsma, OFS, Consigliera della Presidenza e Assistente generale dell’OFS, Fr. Ivan Matić, OFM.
Nella mattinata del 12 aprile si è riflettuto, nei gruppi di studio, sulle priorità per la
Fraternità nazionale per il prossimo triennio. Nel pomeriggio è stata celebrata la sessione elettiva nella quale si è eletto il nuovo
Consiglio Nazionale di Lituania con il nuovo Ministro nazionale, Algimantas Andziulis. Come Consigliere internazionale è stato
rieletto Nerijus Čapas, già Ministro nazionale. Una solenne Celebrazione eucaristica,
presieduta dal Ministro provinciale della
149
Provincia di S. Casimiro, Fr. Astijus
Kungys, OFM, ha concluso la giornata,
mentre il Capitolo è terminato il 13 aprile.
Nella mattinata del 14 aprile Wilhelmina
e Fr. Ivan hanno avuto un incontrato fraterno
a Vilnius con Ministro provinciale e il suo
Definitorio, per condividere alcune informazioni e attualità dell’OFS e della GiFra nel
mondo e in particolare in Lituania. Alla sera
Fr. Ivan ha incontrato i giovani francescani di
Vilnius con il loro Assistente nazionale, Fr.
Algirdas Malakauskis OFM.
In Lituania ci sono 32 Fraternità OFS
locali, con circa 500 membri, strutturate in
6 Fraternità regionali. C’è anche una consistente presenza di giovani francescani in
varie città: Vilnius, Kretinga, Klaipeda e
Kaunas. Questi giovani, aiutati dai loro
Assistenti spirituali, stanno preparando il
5° Congresso europeo della GiFra, che si
svolgerà nell’agosto del 2009 in Lituania.
Il Congresso è importante per due motivi.
Il primo, perché la GiFra della Lituania è
nata grazie alla partecipazione di alcuni
giovani al 2° Congresso europeo della GiFra, svoltosi nel 2001 in Portogallo. Il secondo, perché nel 2009 la GiFra europea
celebrerà, insieme con la GiFra della Lituania, l’8° centenario della nascita del carisma francescano.
AD CHRONICAM ORDINIS
1. De itineribus Ministri Generalis
1. Epifania 2008 all’Aracoeli in Roma
Roma, 06.01.2008
Anche quest’anno 2008 il Ministro generale ha celebrato l’Epifania del Signore
nella nostra prestigiosa Basilica di S. Maria
in Aracoeli, situata nel cuore di Roma. È
tradizione, infatti, che, in questa solennità,
la devozione di Roma si concentri in Aracoeli, la Basilica dove è custodito il Santo
Bambino conosciuto da tutti i fedeli romani
e molto venerato. Nel pomeriggio dell’Epifania, dunque, il Ministro generale ha presieduto la solenne celebrazione eucaristica.
Era presente per la prima volta il Cardinale
Salvatore De Giorgi, Arcivescovo emerito
di Palermo, e che porta il titolo di questa
Basilica romana.
La liturgia era animata dai Frati della
Provincia Romana, tra cui alcuni giovani
della casa di formazione di Frascati, e dal
Coro di Subiaco. All’omelia il Ministro generale ha tratteggiato il significato del mistero della Manifestazione del Signore, con
delle attualizzazioni riferite al Bambino,
venerato particolarmente in questo giorno e
in questo luogo. La partecipazione dei fedeli in questa circostanza è sempre numerosa.
Momento solenne e suggestivo della celebrazione è stata la tradizionale processione con l’antica immagine del Bambino Gesù, che, attraversando la straordinaria piazza del Campidoglio, illuminata dalla calda
luce delle fiaccole dei fedeli, ha raggiunto
lo spiazzo antistante la facciata della Basilica, per la benedizione alla città di Roma con
l’immagine del Bambino.
La festosa circostanza abitualmente prevede la cena con la Fraternità locale e con
quella della Curia provinciale, che ha qui la
sua sede. Così il Ministro generale, alcuni
Definitori generali e il Cardinale titolare
hanno condiviso la mensa con il Ministro
provinciale di Roma e i Frati di Aracoeli. Il
clima della serata è stato molto piacevole e
fraterno. Nel ringraziare, il Ministro generale ha ribadito di sentirsi in famiglia e il
Cardinale De Giorgi si è mostrato molto
cordiale e felice d’aver conosciuto personalmente un appuntamento importante di
devozione popolare e una Fraternità accogliente. Ci si è salutati con il proposito e il
desiderio di ritrovarci ancora come fratelli,
attorno alla Madre Santa Maria in Aracoeli
e al suo Santo Bambino.
FR. MARIO FAVRETTO OFM
2. Visita a la Fraternidad de Estambul
Estambul, 23-24.01.2008
El Ministro general, Fr. José Rodríguez
Carballo, ha visitado la Fraternidad de Estambul el 23-24 de enero de 2008, acompañado del Delegado para la misma, Fr. Miguel Vallecillo Martín. A la llegada al aeropuerto lo recibió el guardián de la
Fraternidad, Fr. Rubén Tierrablanca.
Día 23, miércoles
A primeras horas de la tarde del día 23,
llegamos al convento Santa Maria Draperis
donde fuimos recibidos por los hermanos
de la comunidad, a los que se sumaron Fr.
Francesco De Luca, de la fraternidad de Esmirna y Fr. Juergen Neitzert, de la Provincia de Colonia (Alemania), que trabaja con
inmigrantes turcos y kurdos en su país y colabora con esta Fraternidad de Estambul.
Hubo un tiempo para estar compartiendo en
conversación amplia y distendida con la
Fraternidad y hacer una visita a las dependencias del convento, algunas de ellas renovadas recientemente.
A media tarde, el Ministro, acompañado
de los hermanos, se trasladó a la iglesia de
la Residencia de las Hermanitas de los Po-
152
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
bres para participar en una oración ecuménica por la unidad de los cristianos, presidida por el Arzobispo armeno católico de Estambul, y a la que asistieron representantes
de las numerosas iglesias y comunidades
eclesiales que residen en la ciudad (griegos
ortodoxos, armenios ortodoxos, sirios ortodoxos, armenios catolicos, baptistas, luteranos y católicos latinos, tanto religiosos y religiosas como seglares, entre los que destacábamos la numerosa representación
franciscana).
Día 24
El Ministro general presidió la Eucaristía comunitaria en la que glosó la Palabra de
Dios, subrayando dos aspectos de la misma:
la envidia y el activismo, con la necesidad
de convertirnos, en cuanto seguidores de
Jesús, en discípulos.
La mañana del día 24 se dedicó a la reunión del capítulo local. El Guardián comenzó con unas palabras de saludo y expuso el
sentido de la misión de la fraternidad. El
Ministro general, después de agradecer su
presencia y la labor de los hermanos, expuso el camino de la Orden y el proyecto del
octavo centenario de la fundación de nuestro carisma, en el contexto eclesial y en el
de la Orden, aplicado a las circunstancias
concretas de esta Fraternidad. Hizo alusión
al año de la Palabra y al año paulino que estamos por celebrar con algunas indicaciones para los hermanos, tanto en el aspecto
celebrativo como formativo, que pudieran
ofrecer al resto de la Orden.
A partir de su exposición se entabló un
diálogo sereno y profundo, en el que se fueron tratando todos los asuntos relativos a la
vida y misión de los hermanos según lo que
había dicho el Ministro general como en base
al Proyecto de la fraternidad, que el Ministro
concretó en 4 objetivos: 1) ser, ante todo, presencia franciscana en esa realidad; 2) colaboración con la Iglesia local; 3) potenciar el diálogo ecuménico e interreligioso desde nuestro carisma; 4) animar y programar periodos
de formación permanente para los hermanos,
en un ambiente de internacionalidad.
En el diálogo se profundizó en dichos
objetivos, modos y mediaciones para lle-
varlos a efecto, así como la forma de armonizarlos y jerarquizarlos. Después se tocaron otros puntos relativos a la vida, funcionamiento y organización práctica de la fraternidad.
Terminado el capítulo local, pasamos a
compartir unos momentos de fraternidad y
la comida con la comunidad y con el Vicario Apostólico de Estambul, Mons. Louis
Pelatre, el guardián de los franciscanos conventuales, el superior de los domínicos y algunos otros invitados de la fraternidad.
Tras un breve descanso, a media tarde
emprendió el regreso a Roma.
FR. MIGUEL VALLECILLO MARTÍN
3. Visita a la Provincia Bética
Sevilla, 29.01-03.02.2008
La visita ha transcurrido del 29 de enero
al 3 de febrero de 2008. El Ministro general, Fr. José Rodríguez Carballo, acompañado por el Definidor general de zona, Fr.
Miguel Vallecillo Martín, emprendieron
viaje el día 29 de enero hacia las Islas Canarias, llegando a medio día al aeropuerto
de Tenerife, donde fue recibido por el Guardián de La Laguna, Fr. Francisco Manuel
González Ferrera.
La visita se ha estructurado en torno a
tres centros, coincidentes con las tres regiones autónomas por las que se extiende el territorio de la Provincia: Islas Canarias, Andalucía y Extremadura. La tarde del día 29
se dedicó a compromisos familiares.
Día 30
La visita oficialmente comenzó este día,
que amaneció soleado y luminoso, como
para poder ver con nitidez desde el horizonte al “padre” Teide, como llaman los lugareños al gran volcán de 3.776 metros de altura y que es el pico más alto de España.
El primer acto de la mañana fue desplazarse hacia el norte de la isla, atravesando el
bello valle de la Orotava, para visitar a las
Concepcionistas de Garachico, con las que
departió por unos momentos y visitó el convento, compartiendo el desayuno con la co-
AD CHRONICAM ORDINIS
munidad. A continuación nos trasladamos a
La Laguna donde visitó también a las hermanas Clarisas, con las que conversó sobre el
octavo centenario del nacimiento del carisma
franciscano, y la abadesa expuso el proyecto
de vida de las hermanas. Acto seguido nos
trasladamos al cercano convento franciscano
de San Miguel de las Victorias, famoso santuario donde se venera el famoso Cristo de La
Laguna, sede del encuentro con los 18 hermanos que la Provincia tiene en las Islas Canarias, distribuidos en 4 Fraternidades.
El encuentro comenzó a las 11 de la mañana en la sala capitular. El Ministro provincial, Fr. Joaquín Domínguez Serna, dió
la bienvenida al Ministro general y al Definidor con palabras calurosas y fraternas. En
su exposición ilustró la llegada y arraigo de
la Orden Franciscana en estas Islas, con una
gran tarea evangelizadora, contando ya con
los primeros mártires en 1393, cristalizando
en la Provincia de San Diego, extinguida en
1835. Más tarde fue restaurada la presencia
franciscana por la Provincia Bética, con dos
fraternidades en Las Palmas de Gran Canaria y dos en Tenerife.
A continuación el Ministro general dirigió su palabra a los hermanos manifestando
su satisfacción por encontrarse entre ellos y
su agradecimiento por su presencia. Situó
esta visita y encuentro en dos contextos:
• el de la Iglesia, con el año de la Palabra y
el año paulino: lugar de la Palabra en
nuestra vida y misión, acogiendo el
Evangelio en el corazón;
• el de la Orden: con el Proyecto “La gracia de los orígenes”.
Después de su disertación se entabló un
diálogo sobre los distintos aspectos de la vida de la Orden, dificultades en la pastoral,
crecer en la comunicación, etc.
Acto seguido se celebró la Eucaristía bajo la presidencia de la hermosa y venerada
imagen del Santísimo Cristo de La Laguna
y los armoniosos cantos de un cuarteto que
nos ayudó a rezar y a sentirnos asamblea y
fraternidad en adoración.
La comida fraterna y típica con productos característicos de las islas se concluyó
con la entrega de obsequios y recuerdos
verdaderamente preciosos, cosa que el Mi-
153
nistro agradeció a los hermanos con sentidas palabras.
Con el poco tiempo que nos quedaba,
preparamos el equipaje y nos trasladamos al
aeropuerto a primeras horas de la tarde,
acompañados del Ministro y el Secretario
provincial con destino a Sevilla.
Recibidos en el aeropuerto de la capital
hispalense por hermanos de la fraternidad
Nuestra Señora del Águila, en la barriada de
San José de Palmete, nos trasladamos allí
para visitar esta casa de inserción en una zona obrera en la que los hermanos llevan una
parroquia y colaboran con el Proyecto
Hombre acogiendo jóvenes drogodependientes en proceso de desintoxicación.
Después de visitar la iglesia parroquial y
las instalaciones compartimos la cena, en la
que el Guardián, Fr. Jesús Carrero, dirigió
unas palabras de saludo e hizo una presentación histórica de esta presencia y su razón
de ser. El Ministro general les animó a continuar esta tarea tan cercana a los sencillos y
a los que sufren. Despuès de departir fraternamente con los hermanos, ya entrada la
noche, nos trasladamos al convento Nuestra
Señora de Loreto, en Espartinas, donde la
comunidad recibió al Ministro y acompañantes. Tras unos momentos de encuentro,
le tocó el turno al descanso, tras un día de
mucha actividad.
Día 31
La primera hora de la mañana se empleó
en la visita al histórico convento y a las nuevas dependencias, donde está el archivo y
biblioteca provincial así como la enfermería provincial.
Después vino la reunión con el Definitorio; el Ministro provincial hizo una introducción, expresando las ilusiones y los proyectos del nuevo gobierno de la Provincia;
presentó a los miembros del mismo y la forma de organización y distribución de las
funciones de cada uno. A su vez, el Ministro
general habló sobre la animación y la forma
de gobernar conjuntamente en el servicio de
la autoridad, proponiendo siempre el estilo
del buen pastor.
El segundo acto de la mañana lo ocupó
la reunión con los hermanos. El Ministro
154
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
provincial, tras sus palabras de saludo. se refirió a la significación del lugar, recorriendo
el proceso de formación y restauración de la
Provincia hasta llegar a los planes provinciales en el presente trienio. Se va caminando en
sintonía con la Orden y al interno de la Conferencia, lo cual está demandando una gran
capacidad de discernimiento.
En este momento, el Definidor general
toma la palabra para saludar a los presentes,
exponer el sentido de la visita y su relación
con los hermanos, y reiterar la actitud de representatividad y servicio a la Conferencia.
Después el Ministro general les dirigió la
palabra basando su intervención en estos
puntos: el octavo centenario de la fundación
del carisma, la recurrencia del año de la Palabra y el año paulino, la vivencia de las
Prioridades, la elaboración del Proyecto
provincial, y hacer un discernimiento creyente par abrirse y conectar con el mundo
que nos rodea, y terminó señalando una serie de desafíos para la Provincia. Tras su intervención provocativa y programática, los
hermanos sostuvieron con él un interesante
diálogo.
La última parte de la mañana fue coronada con la concelebración Eucarística, en
la que el Ministro general habló de nuestra
consagración según la fórmula de la profesión religiosa, en la que se renovó dicha
profesión, y al final les entregó a cada una
la santa Regla. Con la comida fraterna se
cerró esta primera parte del día.
Después del reparador descanso, a primeras horas de la tarde el Ministro general
visitó la parroquia de la cercana localidad
de Umbrete, llamada la “catedral del Aljarafe”, por su monumentalidad y riqueza artística, acompañado por el guardián de Loreto y a la vez su párroco, fr. Sebastián
Ruíz. Al terminar la visita el señor Alcalde
tuvo la gentileza de venir a saludar al Ministro general y su comitiva, accediendo a
una foto de grupo en las escalinatas de la
parroquia.
Siguiendo el corto desplazamiento, a las
5 de la tarde se reunía en el convento de San
Buenaventura de Sevilla con el equipo de
formadores y los formandos. El Ministro
Provincial también tuvo unas palabras in-
troductorias y presentó a los miembros del
Secretariado de Formación, al Moderador
de la Formación Permanente y a su equipo,
y a los formadores.
Fr. Alfonso García Araya, Secretario de
Formación, informó cómo se está caminando en sintonía con la Orden, sobre la Ratio
Formationis de la Provincia y su puesta en
práctica, sobre la formación permanente y
la labor del equipo, y sobre la pastoral juvenil y vocacional. Un segundo apartado de su
intervención lo ocupó el noviciado común,
la formación y modalidad de los profesos
temporales, el futuro estudiantado común,
los estudios superiores, para terminar señalando los retos que se les presentan en este
campo.
El Ministro general, tras agradecer este
servicio y valorar este encuentro, comentó
las características que debe tener la formación, en general, y la franciscana, en particular, señalándoles dos desafíos: formar para vivir la pasión por Cristo y por la humanidad, con sus correpondientes características.
Tras un tiempo de descanso, el Ministro
general y sus acompañantes se trasladaron
al palacio arzobispal, donde los recibió el
señor Cardenal, Fr. Carlos Amigo Vallejo,
quien les ofreció una cena fraterna e íntima.
Al término de la misma, nos ofreció unos
obsequios de recuerdo y nos despidió en la
puerta de palacio. Regresando al convento
de Loreto, terminó un día intenso en vivencias y actividad.
Día 1
Este día estuvo dedicado al encuentro
con las hermanas contemplativas pero el
primer acto fue la visita al camarín de la
Virgen de Loreto donde, además de admirar
la bella imagen, se tuvo una oración.
Las hermanas clarisas y concepcionistas fueron llegando, desde los vecinos conventos de Andalucía occidental y Extremadura, en las primeras horas de la mañana.
Unas 200 hermanas llenaban la iglesia
conventual en la que se abrió el encuentro
con una oración de sabor franciscano. A
continuación intervinieron el Ministro
provincial con un saludo de bienvenida; el
AD CHRONICAM ORDINIS
Asistente provincial de la Federación de
clarisas Ntra. Sra. de Loreto, Fr. Manuel
Tahoces, que presentó el encuentro; se leyó un mensaje que, desde Asís, mandó la
Presidenta de la Federación, al coincidir
esta visita con el encuentro de las Presidentas en la ciudad seráfica; la Vicaria de
la Federación agradeció al Ministro general su solicitud por las clarisas y presentó
el estado de la misma.
A continuación el Asistente provincial
de las concepcionistas franciscanas, Fr. Joaquín Domínguez, comentó el hecho del 50
aniversario de la Federación, y presentó el
carisma inmaculista y la mutua vinculación
en el mismo, y su inserción en la Iglesia
particular. La Presidenta de la Federación
de concepcionistas Ntra. Sra. de Guadalupe, agradeció al Ministro general la relación
fraterna y el servicio que presta a las hermanas, y pasó a presentar el estado y aspectos de la Federación.
La intervención del Ministro general se
centró en el tema de la refundación de los
carismas, atendiendo a las llamadas que
nos vienen del Evangelio, la Iglesia y el
mundo, y las respuestas que hay que dar
resituando el carisma. Con una serie de
preguntas por parte de las hermanas, y con
la entrega de algunos regalos al Ministro,
se dió por terminada esta parte y se pasó a
la celebración de la Eucaristía. Al finalizar
la misma se compartió fraternalmente la
comida.
La tarde fue dedicada a viajar por carretera hasta Cáceres, haciendo una visita previa a la fraternidad de Mérida, donde su
guardián, Fr. José Arenas, y los hermanos,
nos esperaban; con ellos, departimos unos
momentos, visitamos la casa y la parroquia.
Entrada la noche llegamos al convento San
Antonio de Padua de Cáceres. La acogida
fraterna por parte del guardián, Fr. Joaquín
Pelayo y los hermanos, la cena y el descanso pusieron el punto final a otra intensa jornada.
Día 2
Al iniciar el día, el Ministro general y el
Definidor, guiados por el director del Colegio, Fr. Francisco Arias, visitaron las mo-
155
dernas instalaciones del nuevo colegio que
la Provincia ha construido recientemente,
mientras iban llegando los hermanos de la
Provincia y de la OFS.
La primera parte del encuentro fue con
los hermanos de la Provincia que residen en
la Comunidad Autónoma de Extremadura.
El Ministro provincial presentó el franciscanismo de esta región. A continuación intervino el Ministro general habló de la autenticidad, del discernimiento, del modo de
proyectar y celebrar para, finalmente, entrar
en el movimiento de refundación. Como
siempre, el diálogo y el saludo del Definidor, cerraron el acto.
Tras un breve descanso, tocó el turno al
encuentro con la OFS, a los que se sumaron
catequistas, profesores del colegio, colaboradores y algunas religiosas. El Ministro
provincial saludó y dio la bienvenida, comentando las características de la vocación
franciscana seglar, y augurando fuese un
día de renovación.
A continuación, cada uno de los cuatro
Ministros de zona, expuso el estado de la
OFS en su zona respectiva. Les respondió el
Ministro general insistiendo en la autenticidad, promoción vocacional y el espíritu de
familia, y terminó exponiendo el programa
del octavo centenario para celebrar juntos el
mismo carisma. Con un animado diálogo
terminó esta segunda parte que dió paso a la
celebración eucaristica.
El Ministro general bendijo los locales
de lo que será la nueva capilla y una preciosa imagen de la Santísima Virgen, obra del
escultor franciscano, Fr. Javier Córdoba,
que presidió la celebración. Con la comida
fraterna entre religiosos, franciscanos seglares y colaboradores, terminó el encuentro, no sin las fotos de rigor que dejan constancia del mismo.
A primeras horas de la tarde emprendimos por carretera viaje a Madrid, llegando
al convento Cardenal Cisneros para la hora
de la cena. Allí se despidió el Ministro provincial y los hermanos que le acompañaban, terminando esta visita fraterna del Ministro general a la Provincia Bética.
FR. MIGUEL VALLECILLO MARTÍN, OFM
156
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
4. Visita al Santuario de Arantzazu
Arantzazu, 03-04.02.2008
Día 3
Después de dedicar la mañana dominical
al descanso y al trabajo personal, a primeras
horas de la tarde, el Ministro general acompañado del Definidor general de zona, emprendieron viaje a Bilbao, en cuyo aeropuerto de Loju, les esperaba y dió la bienvenida el Ministro provincial, Fr. José
Maria Arregi, trasladándose seguidamente
al Santuario de Ntra. Sra. de Arantzazu. Esta rápida visita, antesala de la que efectuará
a la Provincia en el próximo mes de junio,
se enmarca en los actos programados, a nivel de Provincia, con motivo de la celebración del octavo centenario de la fundación
de la Orden, entre los cuales estaba esta jornada de encuentro provincial.
Recibidos por el Guardián del conventosantuario, Fr. Telesforo Zuriarrain, nos hizo
una visita guiada por las dependencias del
mismo, deteniéndose en la muestra-exposición que ilustra la historia del santuario, la
demolición del antiguo y construcción del
nuevo, explicando el sentido simbólico de
las imágenes que su autor, Oteiza, quiso dar
a los huecos en la piedra, a las expresiones
y líneas, artísticamente innovadoras. Después de la cena, departió con los hermanos,
incluida una “queimada” en su honor.
Día 4
El día se abre con la celebración de Laudes y la Eucaristía. Poco a poco los hermanos van llegando de las distintas fraternidades de la Provincia, hasta juntarse unos 110,
un buen número que manifiesta la buena
acogida que ha tenido esta convocatoria.
A las 10 de la mañana comienza el encuentro en las nuevas instalaciones construidas recientemente frente a la explanada del santuario, concretamente en la
“Gandiaga Topagunea”, edificio nuevo diseñado para encuentros y conferencias. A
la oración y entronización de la santa Regla, le siguen las palabras de cálida bienvenida del Ministro provincial, explicando
la razón de ser del encuentro y el programa
de la jornada.
Seguidamente intervino Fr. Ángel Fernández de Pinedo, quien disertó sobre la
historia-biografía de San Francisco, del que
comenzó diciendo que “ es más lo que no
sabemos que lo que sabemos”. Repasa, a la
luz de las biografías que son hagiografías,
el ambiente histórico y de la ciudad de Asís,
como también los datos y hechos principales en la vida de S. Francisco, contrastándolos con la moderna investigación histórica.
Durante la pausa, el Ministro general y el
Definidor visitaron las dependencias del
Centro por la Paz, instaladas en el mismo
edificio, donde las empleadas explicaron el
funcionamiento del mismo y les regalaron
una publicación de su director sobre la resolución de conflictos.
A las 12’30 se reemprende el encuentro,
en el que interviene el Ministro general. En
esta su primera intervención habló de la
preparación para el octavo centenario y
enumeró una serie de retos para la Provincia en estas circunstancias concretas. Con la
comida fraterna y un breve descanso se
concluyó esta primera parte del encuentro.
A las 15’30 se reanuda el encuentro, en
el que el Ministro general expuso el tema
que, como hilo conductor, ha ido guiando
su programa de servicio a los hermanos, el
de la refundación, actitudes ante la misma y
consecuencias. Al terminar su exposición se
entabló un vivo diálogo, en el que salieron a
relucir muchos temas de información general sobre la vida de la Orden. El Definidor
también expuso la actividad que la Orden
está llevando a cabo en el campo del diálogo ecuménico e interreligioso, así como la
formación de los hermanos en este punto.
Al terminar esta parte, y tras la foto de
grupo, pasamos al coro del santuario, donde
se tuvo una oración conclusiva y el Ministro general impuso la cruz de san Damián a
los hermanos como signo de envío y de preparación para la celebración del octavo centenario de la Orden. Con el canto a la Virgen, Madre de Arantzazu, se concluyó esta
fraterna y festiva jornada de la Provincia.
Antes de emprender viaje de regreso, el
Ministro general visitó las dos comunidades de clarisas de Oñate, siendo recibido
muy fraternalmente y con gozo por parte de
AD CHRONICAM ORDINIS
las hermanas, a las que saludó y les dirigió
brevemente palabras fraternas y de aliento,
informando sobre el encuentro de las Presidentas de Federaciones que se estaba desarrollando en esos días en Asís. El Ministro
Provincial, a últimas horas de la tarde, nos
acompañó hasta el aeropuerto de Bilbao,
desde donde emprendimos viaje a Madrid.
Al día siguiente por la mañana regresamos
a Roma.
FR. MIGUEL VALLECILLO MARTÍN, OFM
5. Visita fraterna alla Provincia di Napoli
Napoli, 08-09.02.2008
Visita breve, ma intensa e gioiosa quella
compiuta dal Ministro generale alla Provincia Napoletana del SS. Cuore di Gesù venerdì 8 febbraio 2008. Desiderato vivamente dal Ministro provinciale, Fr. Agostino
Esposito, e dal suo Definitorio, l’incontro
con Fr. José si è svolto in un clima di grande fervore e di sincera comunione fraterna.
Luogo dell’incontro è stato il Monastero
di santa Chiara, monumento celebre nella
storia religiosa e civile di Napoli, nonché
soggetto delle sue tradizioni canore, ed ora
sede della Curia provinciale e dello Studentato teologico della stessa Provincia.
Giunto a Napoli la sera precedente, accompagnato da Fr. Luca M. De Rosa in servizio presso la Curia generale da alcuni anni, come Postulatore generale, Fr. José ha
incontrato subito la Fraternità di santa Chiara, offrendo a tutti una bella testimonianza
di fraternità semplice e concreta, particolarmente ai giovani in formazione, membri
della Provincia Napoletana e di quelle di
Egitto e di S. Maria degli Angeli di Cracovia nonché della Custodia di Terra Santa.
L’indomani, come previsto dal programma saggiamente disposto, il Ministro,
dopo le Lodi mattutine ha parlato all’Assemblea, formata da oltre novanta Frati,
sull’impegno dell’Ordine in vista dell’ottavo centenario della sua fondazione, sollecitando l’impegno dei singoli Frati, perchè sia
valorizzata in pieno la grazia delle origini.
È seguita sulla relazione una fruttuosa con-
157
divisione, con l’intervento di numerosi Frati, soprattutto giovani.
Alle ore 12.00 l’assemblea si è trasferita
nella cappella delle Sorelle Clarisse, in
piazza del Gesù Nuovo, per la concelebrazione dell’Eucaristia. La scelta del luogo,
oltre che dal desiderio delle Clarisse di incontrare il Ministro generale, era motivata
dal fatto eccezionale del recente restauro
del luogo di culto, sottoposto a radicali lavori di consolidamento e di ripristino, che
lo hanno reso straordinariamente bello e
perciò degno di essere “inaugurato” dal Ministro generale, dopo la dedicazione compiuta il 1° dicembre 2007 dal Cardinale Arcivescovo di Napoli.
All’Eucaristia, celebrata insieme alle
Sorelle Clarisse è seguita, nell’antico refettorio situato all’interno del celebre chiostro
maiolicato, l’agape fraterna.
Nel primo pomeriggio Fr. José si è incontrato con il Definitorio della Provincia e,
successivamente, con i giovani in formazione, trasmettendo ad essi fiducia ed entusiasmo nell’accogliere il dono della vocazione.
Esaurito il programma della visita fraterna alla Provincia, il Ministro generale, accogliendo l’invito delle suore Francescane
“Piccole Ancelle di Cristo Re” e degli organizzatori, ha partecipato ad Afragola, presso la Basilica-Santuario di S. Antonio, al
Convegno di studi sulla figura della Serva
di Dio Sr. Antonietta Giugliano (+1960),
Fondatrice con Fr. Sosio Del Prete (+1952),
OFM, delle suddette Suore. Al convegno
partecipavano, tra gli altri, il Cardinale Crescenzio Sepe, l’Arcivescovo emerito di Napoli Cardinale Michele Giordano, l’Arcivescovo di Chieti e Vasto Mons. Bruno Forte. Accolto con rispettoso ossequio, il
Successore del Serafico Padre ha salutato i
presenti, sottolineando che i santi sono i veri portatori di luce e di promozione umana,
e che essi sono la più grande ricchezza della nostra storia.
La presenza del Ministro generale a Napoli, in un momento particolare della vita di
quella Fraternità provinciale, è stata per tutti una vera “iniezione” di fiducia e un incoraggiamento a vivere con fervore e coeren-
158
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
za la grazia della nostra vocazione francescana in dinamica fedeltà al Vangelo e alla
Chiesa.
FR. LUCA M. DE ROSA
6. Visita fraterna ai Frati in Siria
Damasco, Siria, 09-13.02.2008
Il 9 febbraio 2008 è stata una data indimenticabile per i Frati della Siria: il successore di san Francessco, Fr. José Rodríguez
Carballo, ha visitato questa terra di missione che dipende dalla Custodia di Terra Santa. A tarda sera è stato accolto all’aeroporto
dai Frati di Aleppo e dal Custode di Terra
Santa, Fr. Pierbattista Pizzaballa.
All’indomani, alle ore 9.30, il Ministro
generale è stato ricevuto con grande calore
dal Vicario Apostolico di Aleppo, Mons.
Giuseppe Nazzaro, ofm. È stato accompagnato, poi, dal Sig. A. Hajjar in una rapida
visita alla città vecchia di Aleppo: la moschea ommaida, il suk, la cittadella e il nostro ex convento e scuola di Scibani che risale al quindicesimo secolo. Al pranzo hanno partecipato i Frati del nord della Siria
che lavorano nelle missioni dell’Oronte, accompagnati dalle Suore francescane CIM.
Alle 15.30 c’è stato l’incontro con le Famiglie francescane, a cui ha fatto seguito quello con i Frati. Il Ministro ha esortato i presenti ad essere testimoni di Cristo e strumenti di pace, secondo il carisma
francescano, nel contesto specifico di questa società. Alle ore 18.00 c’è stata, nella
cattedrale di san Francesco, una Concelebrazione eucaristica in lingua araba, presieduta dal Ministro generale, con la partecipazione dei Frati e di numerosi fedeli. Dopo
la processione eucaristica e la benedizione,
Fr. José è stato salutato nel salone della Parrocchia. Alle ore 21.30 la giornata si è conclusa con una cena con tutti i Vescovi cattolici e i Superiori dei Religiosi che lavorano
ad Aleppo.
L’11 febbraio, di buon mattino, il Ministro generale, il Custode di Terra Santa, Fr.
Hanna Jallouf e Fr. Romualdo Fernandez,
sono partiti per Damasco, facendo alcune
soste lungo la strada, per visitare luoghi e
siti di particolare interesse: una chiesa del
442 con bellissimi mosaici, trasformati dal
Governo siriano, con la collaborazione dei
Frati del Monte Nebo, in un museo che
conserva queste ricchezze straordinarie
dell’antica arte cristiana della Siria; la città
di Palmira (a 245 km da Damasco) con le
monumentali rovine, come il grandioso
tempio di Beel, il colonnato del Cardus
Maximus, il teatro, il senato, l’agora, che è
una delle meglio conservate del mondo
greco-romano, il museo e le tombe in forma di torri.
Dopo aver pernottato nella parrocchia di
Bab Touma, in Damasco, il 12 febbraio il
Ministro generale ha celebrato l’Eucaristia
presso la tomba dei Beati Martiri di Damasco, trucidati nella rivolta drusa del 1860 e
beatificati nel 1927. Poi, nella Parrocchia di
sant’Antonio, nella parte nuova della città,
si è incontrato con i Frati che vivono e lavorano a Damasco, ai quali si è aggregato
Fr. Rachid Mistrih, venuto da Amman per
l’occasione. Il Ministro nel suo intervento
ha toccato vari temi: la preparazione alla celebrazione dell’VIII centenario della fondazione dell’Ordine; l’anno di san Paolo
(2008-2009); l’anno della Parola di Dio, tema del prossimo Sinodo dei Vescovi; il futuro della nostra presenza in Libano-Siria;
la cura pastorale delle vocazioni. Alle ore
10.30, nel salone parrocchiale, il Ministro si
è incontrato anche con le Suore FMM e
CIM. Subito dopo, accompagnato da due
Suore di ogni Istituto e dai Frati, il Ministro
si è recato a visitare il Santuario della Madonna di Saidnaya (30 km a nord di Damasco), meta di pellegrinaggi dal VI secolo fino ad oggi e dove si venera una icona della
Madre di Dio, che fu portata da Gerusalemme nel secolo VI. Dopo pranzo il “pellegrinaggio” è continuato: sosta a Maalula, cittadina cristiana, dove si parla ancora
l’aramaico; visita all’antico monastero di
san Sergio, con le sue icone e l’altare maggiore del secolo IV.
Tornati a Damasco, il Ministro, dopo una
visita di cortesia al Nunzio Apostolico, si è
recato al Santuario della Conversione di
San Paolo (il Memoriale), dove oltre a man-
AD CHRONICAM ORDINIS
tenere vivo il ricordo del grandioso mistero
della conversione di Saulo, si prega e si lavora, per volontà espressa di Papa Paolo VI,
per l’ecumenismo, in particolare per
l’unione delle chiese dell’Oriente.
Nella mattinata del 13 febbraio, dopo la
celebrazione dell’Eucaristia nel Santuario
“La Casa di sant’Anania“, che ricorda la
primitiva comunità cristiana di Damasco
che accolse Saulo appena convertito e battezzato, il Ministro è partito per Beyrouth,
accompagnato da Fr. Ibrahim Sabbagh.
7. Visita ai Frati in Libano
Beirut, 13-14.02.2008
La Visita in Libano di Fr. José Rodríguez
Carballo, accompagnato dal Custode di
Terra Santa, Fr. Pierbattista Pizzaballa, inizia mercoledì 13 febbraio.
Arrivati da Damasco, con la pioggia e la
neve, andando verso Yarze, il Custode propone al Ministro generale di fare una visita
lampo alle Sorelle Clarisse che abitano vicino. Esse sono molto sorprese e molto contente di accoglierli nel loro monastero. Ricorda loro l’interesse di Francesco per
Chiara e le sue Sorelle.
Poi il viaggio prosegue per Beirut dove
arrivano verso le dodici e mezzo. I Frati del
convento Sant’Antonio di Harissa con il loro Guardiano, Fr. Angelico Pilla, erano già
arrivati per accoglierli insieme alla Fraternità di Beirut. Il Guardiano del convento di
San Giuseppe di Beirut fa loro un breve discorso di benvenuto prima del pranzo che si
svolge in atmosfera cordiale e semplice. Il
Guardiano informa il Ministro generale del
programma pomeridiano: visita al centro di
spiritualità e incontro con le Famiglie francescane.
La situazione nel nostro quartiere di
Gemmayze è un po’ delicata: domani ci sarà
una manifestazione nella vicina piazza dei
cannoni, per l’anniversario dell’assassinio
del primo ministro Hariri, e la polizia e
l’esercito vigilano, facendo togliere tutte le
macchine parcheggiate nel quartiere. È a
causa di questa situazione che pochi studenti saranno presenti al Centro.
159
Verso le cinque del pomeriggio, come
convenuto, il Ministro generale riceve nel
salone del convento le quattro Suore clarisse: la nuova Badessa libanese, Sr. Marina,
la Vicaria Sr. Jeanne d’Arc, una Suora Coreana ed una Filippina.
Verso le 17.30, poi, accompagnato da Fr.
Halim passa a visitare il Centro di spiritualità francescana. Entra nell’aula dove Fr.
Giuseppe Costantin, Guardiano del Convento, sta spiegando ai pochi studenti presenti le ammonizioni di San Francesco. Il
Ministro saluta gli studenti, dice loro qualche parola di incoraggiamento, poi partecipa ad una pausa di ricreazione nel grande
salone del Centro. Qui si sono radunati i pochi studenti insieme ai chierici cappuccini,
qualche chierico conventuale con i professori e alcune signore terziarie, insieme alle
nostre terziarie. Il Ministro, con accanto il
Custode, siedono al centro del semicerchio.
Sono presenti i due Ministri provinciali: Fr.
Tanos Rizik, Cappuccino, Fr. Cesare Essayan Conventuale, la Madre generale delle Suore cappuccine della Croce, Sr. Antoinette delle Suore Francescane Missionarie
di Maria, e le quattro Suore clarisse.
L’incontro inizia con il cantico di “Frate
Sole“ in arabo, quindi Fr. Giuseppe Costantin, rivolge una parola di benvenuto al Ministro generale, ringraziandolo della sua visita in un momento delicato e difficile per il
Libano. Ringrazia pure tutti i presenti. Fr.
Cesare spiega in breve lo scopo e il funzionamento del Centro di Spiritualità.
Il Ministro generale ci parla della preparazione del giubileo del 2009 in collaborazione con le Famiglie francescane; dell’importanza della formazione; e insiste sulle
esigenze richieste all’inizio dell’intinerario
vocazionale. Alle Clarisse raccomanda di
essere soprattutto contemplative; alle altre
Suore di essere fermento nel mondo; e finalmente alle terziarie di essere laici nel
mondo impegnati e sostenuti dalla spiritualità francescana.
Più tardi arriva la Madre generale delle
Suore della Croce: essa invita il Ministro
generale, il Custode ed i Frati di Terra Santa a partecipare alla beatificazione del loro
fondatore, il Servo di Dio Abouna Yacoub
160
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
che è prevista per il 22 giugno qui in Libano. Invita anche il Ministro generale ad una
visita alla tomba di Abouna Yacoub. Fr. Halim suggerisce che ciò sarà possibile il mattino dopo, prima di andare dal vescovo dei
Latini, Mons Boulos.
Fra Ibrahim fa da traduttore al Ministro
generale, qui e durante tutta la sua breve visita in Libano. Si termina con il canto “Laudato sii o mi Signore, in italiano ed in arabo
(Mubarakon). Le nostre terziarie offrono un
rinfresco a tutti i presenti.
Dopo cena il Custode, su suggerimento di
Fr. Ibrahim, per evitare eventuali pericoli o
blocchi di strade, decide di andare a pernottare con il Ministro generale a Harissa, contrariamente al programma preparato da tempo. Naturalmente noi Frati di Beirut insieme
a Fr. Najib, rimaniamo a dormire a Casa. «È
stata una delle notti più tranquille», afferma
Fr. Nagi, la cui stanza dà sulla strada, il mattino dopo. Quando partiamo al mattino verso
le 8, troviamo tutte le strade aperte.
Come convenuto, giovedì 14 febbraio,
sotto una pioggia abbondante e fredda,
c’incontriamo con il Ministro generale al
convento di Santa Croce delle Suore francescane. La Madre generale, Sr. Marie Makhlouf dopo aver ringraziato Fr. José per aver
accettato l’invito a visitare la tomba di Abouna Yacoub, illustra l’attività delle Suore soprattutto in campo ospedaliero. Esse hanno,
nella casa di Santa Croce, il più importante
ospizio psichiatrico del Medio Oriente. Il
Ministro, rivolgendosi soprattutto alle molte
Suore giovani che partecipano all’incontro,
torna a parlare dell’importanza della formazione; e incoraggia ad espandere l’istituto ad
extra, oltre il Libano, per non rimanere una
congregazione chiusa su se stessa. Segue
quindi una sosta di preghiera alla tomba del
Venerato Abouna Yacoub.
Sempre sotto una pioggia battente, andiamo verso Giáita, dal Vescovo Vicario
Apostolico dei Latini, già Vescovo dei Latini in Iraq, Monsignor Boulos Dahdah, ex
Ministro provinciale dei Carmelitani, parla
benissimo l’italiano. Il Ministro generale lo
ringrazia per l’appoggio che dà ai Frati
francescani, e gli chiede se desidera fare
qualche osservazione. Il Vescovo gli ri-
sponde: non bisogna cambiare troppo spesso il personale religioso francescano!
Andiamo a Bkerke (Bikorke, nelle nostre cronache antiche) a far visita al Patriarca Maronita, il Cardinale Nosrallah Sfeir.
La sede patriarcale si trova a metà salita
verso Sarissa, dove ci aspetta un gruppo di
giornalisti e fotografi. Il Patriarca ci accoglie con molta gentilezza e cordialità. Lo
scambio avviene in lingua francese. Il Ministro generale esprime la propria solidarietà e quella dei Frati al Patriarca ed ai libanesi assicurandolo della nostra preghiera
per questo martoriato Paese.
Finalmente l’ultima visita al Nunzio,
Mons. Luigi Gatti, la cui sede si trova accanto al Santuario della Madonna di Harissa. Naturalmente si parla italiano! Il Ministro generale ringrazia dell’appoggio dato
ai Frati nel passato, in Terra Santa ed in Siria, quando il Nunzio ha servito quelle due
sedi. Il Nunzio parla della situazione politica e dei riflessi negativi di questa sulla presenza dei cristiani in Libano.
Concludiamo così le nostre visite protocollari verso mezzogiorno, e data la vicinanza dei vari luoghi, il Ministro generale,
accompagnato da Fr. Ibrahim, riesce a compiere una breve sosta di preghiera al vicino
santuario della Madonna del Libano, prima
di accedere al convento di Sant’Antonio,
dove la Fraternità di Harissa ci offre un
pranzo ben preparato dalla signora Baha.
Alle ore16 ci troviamo tutti nel divano del
convento per un incontro con il Ministro generale, che ci espone i seguenti temi: la preparazione all’VIII centenario della Regola
per il 2009, al termine di questi tre anni di
cammino; il discernimento circa la nostra vocazione personale e comunitaria oggi; la progettazione del futuro secondo quanto ci richiede il Signore e San Francesco; la celebrazione del dono della nostra vocazione.
Ci parla della formazione che deve essere esigente specialmente all’inizio del cammino e dell’importanza della formazione
permanente.
E finalmente ci svela l’idea di un progetto di un’Entità che comprenda la Siria, il Libano, e la Giordania, dipendente dalla Custodia di Terra Santa. Questa autonomia è
AD CHRONICAM ORDINIS
richiesta a causa delle difficoltà legate alle
frontiere e alle distanze. Si dovrà sempre
salvaguardare l’internazionalità. L’Ordine
manderà un Delegato per studiare questa
proposta insieme ai Frati.
È seguito uno scambio di opinioni sui temi proposti, cominciando proprio dall’Entità dipendente: la maggioranza ha espresso
giudizio negativo, per le differenze culturali, sociali, politiche, molto gravi. Qualcuno
ha perfino proposto di formare due Entità,
una libanese e l’altra siriana, per non dipendere dalla Siria, in particolare in questa situazione di difficoltà tra i due popoli.
Si è toccato l’argomento della formazione permanente, che comprende anche coloro che si definiscono come “Under ten“. Si
è parlato pure della promozione vocazionale, come anche della necessità di collaborazione tra le due Fraternità.
Si termina l’incontro con una parola del
Custode che ringrazia, anche a nome di tutti i Frati, il Ministro generale e il Guardiano
di Beirut.
L’ultimo atto di questa giornata, è un atto
liturgico: una concelebrazione eucaristica ci
vede uniti nella preghiera con la gente che
frequenta la Cappella, con le Suore che non
sono potute venire a Beirut la sera prima, e
con alcune Terziarie del convento di Beirut.
La Messa è stata celebrata in francese e in latino, con il Pater cantato in arabo. La corale
ha eseguito i canti in arabo, italiano e latino.
Con parole semplici il Ministro generale
esprime la sua gioia, come successore di
san Francesco, di celebrare l’Eucaristia con
cristiani del Libano, per incoraggiarli ad essere testimoni come lo fu Francesco, portando la Pace e l’Amore nonostante le tante
difficoltà di questo nostro tempo. Dopo la
Messa tutti sono stati invitati ad un piccolo
rinfresco.
Noi Frati di Beirut, per prudenza torniamo subito al convento. Non incontriamo
nessuna difficoltà per strada; tutto è tranquillo. Molta paura per niente.
Così termina l’importante e storica visita del Ministro generale, Fr. José R. Carballo! A laude di Cristo. Amen.
FR. GIUSEPPE COSTANTIN OFM
8. Visita alla Provincia di Lituania
161
Kretinga, Lituania, 19-22.02.2008
Nei giorni 19-22 febbraio 2008 il Ministro generale, Fr. José Rodríguez Carballo,
ha visitato la Provincia di Lituania, che, oltre alle 5 Case in Lituania, ha altre due presenze in USA e in Canada, dove lavorano
14 frati.
Arrivato all’aeroporto di Vilnius verso le
12.30 del giorno 19, Fr. José è stato accompagnato in macchina a Kretinga, dove lo
aspettava un grande numero di Frati, venuti da tutte le Fraternità della Provincia e un
buon numero di fedeli che frequentano la
nostra Parrocchia. Dopo una breve sosta
nella Cappella dei martiri il Ministro provinciale ha dato il benvenuto al Ministro generale, il quale ha presieduto la celebrazione dei Vespri. Dopo la lettura biblica Fr. José ha salutato i Frati, ha ringraziato i fedeli
per la loro presenza ed ha illustrato il significato della Visita. È seguita la cena, all’inizio della quale il Guardiano della Fraternità
ha accolto con parole fraterne il Ministro
generale.
Il giorno 20, dopo la celebrazione delle
Lodi, si è tenuto l’incontro di tutti i Frati
con il Ministro generale, il quale, nel suo
intervento, ha indicato il cammino che sta
facendo l’Ordine in vista della celebrazione dell’VIII Centenario della sua fondazione, sintetizzandolo in tre verbi: discernere, programmare e celebrare. Fr. José
ha, poi, insistito sulla qualità di vita e missione ed ha segnalato le grandi sfide che,
secondo lui, interpellano la vita della Provincia, sottolineando la necessità di fortificare le strutture formative e di fraternità.
Ha anche ribadito la necessità di rafforzare la cura pastorale delle vocazioni e di essere in mezzo al popolo. Dopo un breve
dialogo di chiarimento si è passati al lavoro in gruppi. Durante la celebrazione dell’Ora Media, al termine della mattinata, il
Vescovo della Diocesi ha salutato tutti ed
è stato reso omaggio ai resti dei martiri
della Provincia. Ha preso la parola anche
il Ministro generale, che ha incoraggiato
tutti a seguire le orme dei nostri martiri e
a dare pubblica ragione della nostra voca-
162
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
zione. Dopo il pranzo, al quale ha partecipato pure il Vescovo, si è tenuta un’assemblea generale con Fr. José, il quale, oltre a rispondere alle domande dei Frati, ha
offerto alcune informazioni sulla situazione dell’Ordine. Tutti sono rimasti molto
contenti di questa aperta condivisione e
tutti sono usciti dall’incontro con il desiderio di passare dal bene al meglio. Dopo
questo incontro Fr. José R. Carballo si è
incontrato con i Formatori e i Formandi,
insistendo sui principi generali della formazione contenuti nella RFF, sul discernimento vocazionale e sull’accompagnamento. Dopo una breve sosta c’è stata una
solenne Concelebrazione eucaristica, presieduta dal Ministro, alla quale ha partecipato anche il Nunzio Apostolico in Lituania, che si è intrattenuto, dopo cena, a colloquio con il Ministro generale e con
alcuni Frati.
La giornata del 21 è iniziata con la celebrazione dell’Eucaristia presso il monastero
delle Clarisse, la cui comunità è di recente
fondazione, ma ha già alcune vocazioni locali. L’Eucaristia è stata preseduta dal Nunzio ed il Ministro generale ha tenuto
l’omelia, centrata sulla spiritualità clariana.
Dopo la celebrazione i Frati e le Clarisse
hanno preso la colazione insieme, continuando un dialogo molto fraterno.
Tornati alla Casa di Kretinga, il Ministro si è incontrato con il Ministro provinciale e il suo Definitorio. Dopo pranzo
Fr. José ha visitato la Fraternità di Pakutuvenai, dove due Frati portano avanti
una comunità per tossicodipendenti, e
quella di Kaunas. Verso le 19.00 è rientrato a Vilnius dove, dopo aver visitato la
chiesa e la Curia provinciale, si è incontrato con i giornalisti locali ed ha condiviso la cena con la Fraternità della Curia
Provinciale.
Alla prime luci del 22 febbraio il Ministro generale ha lasciato la Lituania per fare
ritorno a Roma, lasciandoci una bella testimonianza di fraternità. Grazie Ministro per
la tua vicinanza, grazie per il grande dono
della tua visita. Torna presto!
IL CRONISTA
9. Incontro con i Frati che lavorano in
Svizzera
Näfels, Svizzera, 25.02.2008
Nella visita che il Ministro generale ha
fatto nel 2007 alla Custodia autonoma di
Cristo Re, in Svizzera, era stata avanzata
l’idea di un incontro di tutti i Frati che vivono e lavorano in Svizzera. In quella circostanza il Ministro aveva caldeggiato
l’idea ed assicurato la sua presenza.
L’ipotesi di un simile incontro è diventata
realtà il 25 febbraio 2008 con la convocazione, da parte del Custode Fr. Paul Zahner,
di tutti i Frati presso il convento di Näfels.
Erano presenti quasi tutti i Frati della Custodia, 15 Frati, su 17, della Provincia di
Mostar, che lavorano nella “Missione dei
Croati”, assieme al loro Ministro provinciale Fr. Ivan Sesar, e un Frate polacco. Come
ospite speciale ha partecipato anche il Ministro provinciale della Provincia di S. Leopoldo di Austria, Fr. Rupert Schwarzl. Lo
scopo principale dell’assemblea è stato
quello di una migliore conoscenza reciproca, per sostenersi nella comune vocazione e
missione. Il Ministro generale ha incoraggiato i presenti ad entrare nella 3ª tappa della preparazione alla celebrazione dell’VIII
centenario della fondazione dell’Ordine,
nello spirito di ringraziamento per il dono
della vocazione francescana. La giornata,
vissuta in fraternità, si è conclusa con la Celebrazione eucaristica, durante la quale i
Frati hanno rinnovato, nelle mani del Ministro, la professione religiosa.
FR. JAKAB VÁRNAI, OFM
10. Visita alla Provincia di S. Michele in
Ucraina
Zytomir, Ucraina, 27-29.02.2008
Dal 27 al 29 febbraio 2008 il Ministro
generale, Fr. José R. Carballo, accompagnato dal Definitore generale, Fr. Šime Samac, ha fatto una breve visita alla Provincia
di S. Michele in Ucraina. Questa Provincia
conta 75 Frati, di cui 5 Novizi, 60 Professi
solenni e 10 Professi temporanei, oltre a 2
AD CHRONICAM ORDINIS
Vescovi e 4 Postulanti. Le Case sono 17, di
cui una è in Bielorussia e i Frati hanno la
cura pastorale di 71 Parrocchie (17, “apud
Domos nostras“ e 54, “extra Domos nostras“). Pur essendo una delle Entità più recenti dell’Ordine – è stata eretta come Provincia nel 2004 –, il Francescanesimo è presente in Ucraina dal 1245 ed è sopravvissuto a tutti i sistemi ideologici succedutisi nel tempo.
Giunti all’aeroporto di Kiev verso mezzanotte, gli Ospiti romani sono stati accolti
dal Ministro provinciale, Fr. Dobroslav
Kopysterynskyi, dal suo Segretario, Fr.
Emilio Leonid Babiy e da Fr. Francesco
Botvina, Parroco a Kiev, dove la Provincia
ha la responsabilità della Parrocchia di san
Francesco d’Assisi, eretta quattro anni fa.
Il 28 febbraio, di buon mattino, ci si è
messi in viaggio per raggiungere Zytomir,
dove si trova la Curia provinciale. Qui si
erano già riuniti i Frati della Provincia,
qualcuno dei quali aveva percorso più di
mille chilometri, per partecipare all’incontro con il Ministro generale. Dopo le parole
di saluto di Fr. Dobroslav, ha preso la parola il Ministro generale, che ha esposto il significato della celebrazione dell’VIII centenario della fondazione dell’Ordine ed indicato le modalità per prepararsi a tale evento.
Fr. José, poi, si è soffermato su alcune sfide
decisive per la vocazione e la missione dei
Francescani in Ucraina: la formazione permanente, che deve essere come l’humus
della formazione iniziale e il “luogo” formativo in cui tutti Frati devono sentirsi parte attiva nella formazione; l’economia, che
deve essere trasparente, solidale ed austera;
la cura pastorale delle vocazioni, che sono
un dono di Dio, ma ciò non dispensa dall’impegnarsi instancabilmente con energie
e tempo.
Nel pomeriggio dello stesso giorno il
Ministro generale ha avuto due incontri:
con i Formatori e i Formandi e con il Definitorio provinciale. Nel primo incontro Fr.
José si è soffermato, tra l’altro, sulla necessità della formazione dei Formatori. Nel secondo ha sottolineato l’importanza del Definitorio nel servizio di animazione della
Provincia, ruolo che postula l’esigenza che
163
esso costituisca una vera Fraternità, un’équipe di Fratelli che si mette a disposizione
totalmente di altri Fratelli. La giornata si è
conclusa con la Celebrazione eucaristica,
presieduta dal Ministro generale, e alla quale hanno partecipato i membri dell’OFS,
che hanno offerto a Fr. José, come è consuetudine locale, un po’ di pane e sale.
La mattinata del 29 è stata riservata alla
visita di un convento, restituito alla Provincia dalle autorità governative. Era stato, infatti, confiscato dai comunisti e trasformato
in abitazione per i membri del KGB e per i
soldati. Nei sotterranei sono stati torturati
ed uccisi molti oppositori, o ritenuti tali, dal
regime. Il convento è in condizioni pietose
e, quindi, necessita di una ristrutturazione
radicale, invece la chiesa è già tornata all’antico splendore.
Mentre il Ministro e il Defintore generale venivano accompagnati a Kiev, a 120 km
da Zytomir, per prendere l’aereo per Roma,
i Frati che erano con loro indicavano i luoghi, ai margini della strada, dove sono stati
seppelliti i soldati tedeschi uccisi mentre
venivano deportati in Siberia.
FR. ŠIME SAMAC, OFM
11. Visita a la Custodia de San Benito en
Amazonas, a la Provincia de N. Sra. de
Asunción (Bacabal) y a la Fundación
de N. Sra. de las Gracias (Piauí) en
Brasil.
Del 8 al 13 de abril de 2008, el Ministro
general Fr. José Rodríguez Carballo, acompañado por Fr. Juan Ignacio Muro, Definidor general, visitó algunas Entidades del
Brasil. Con estas visitas, el Ministro general ha completado de visitar a todas las Entidades de la Conferencia Brasileña y de toda América Latina.
Custodia de San Benito en Amazonas
La visita a esta Custodia autónoma se llevó a cabo del 8 al 10 de abril. Dada la imposibilidad de visitar las diferentes casas
por la gran extensión del territorio de la
Custodia, la visita se limitó a la Ciudad de
164
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
Santarém, donde se encuentra la Sede Custodial y dos casas de formación. Allí se congregaron los hermanos de toda la Custodia,
algunos habiendo realizado largos viajes
por barco, avión y automóvil.
Llegamos el día 8 de abril en la tarde. Fuimos recibidos en el aeropuerto por un gran
grupo de hermanos presidido por el hermano
Custodio, Fr. Joao Schwieters. De allí fuimos
llevados a la casa de San Francisco, sede de
la Custodia, donde después de unos minutos
de descanso, celebramos las vísperas con toda la Fraternidad Custodial.
Durante la oración de las vísperas el Custodio, Fr. Joao Schwieters , nos dio la bienvenida oficialmente y el Ministro general
agradeció también en ese momento la presencia de todos los hermanos. Después de las
vísperas tuvimos la cena, y después, el Hermano Custodio nos llevó a la casa de Maíra,
casa del Postulantado, donde el Ministro general se encontró con los hermanos en formación inicial de la Custodia. Terminado el
encuentro, volvimos a la casa San Francisco
para retirarnos a descansar.
El día 9 de abril a las 7,30 horas, nos trasladamos a la localidad de “Alter do Chao”.
Allí, en una casa prestada a los hermanos, se
tuvo el encuentro del Ministro general con
todos los hermanos de la Custodia. Estuvieron presentes todos, incluso los profesos
temporales. En la primera parte del encuentro, los hermanos de la Custodia hicieron
una presentación de la Entidad: su historia
(son ya 100 años de presencia en esta región), la realidad actual (los retos que presenta la región, pulmón verde del Mundo y
a la vez, centro de conflictos por intereses
económicos y la sobreexplotación de los recursos naturales) y las perspectivas y propuestas que surgieron en el Seminario sobre
la Amazonia, celebrado recientemente en la
ciudad de Manaus.
En la segunda parte, el Ministro general
expuso a los hermanos los retos implica
nuestra vocación y misión en el mundo de
hoy, invitando a todos a volver a lo esencial
de nuestra forma de vida y a no ahorrar esfuerzos en la búsqueda de un estilo de vida
que responda a lo que Dios nos pide y la sociedad de hoy necesita. Luego de la presen-
tación del Ministro general hubo un largo
momento abierto al diálogo. Los hermanos
hicieron muchas preguntas, permitiendo así
la profundización de algunos temas. La mañana se concluyó con el almuerzo fraterno.
A las 13 horas volvimos a Santarém a descansar.
A las 15,30 horas el Custodio y un grupo
de hermanos nos llevaron al puerto fluvial
donde tomamos una embarcación que nos
llevó a dar un paseo por el Río Tapajós hasta el lugar donde este río se “encuentra” con
el Río Amazonas para luego fundirse en
uno. Fue una tarde de recreación, aunque
los hermanos que participaron en el paseo
no dejaron de dialogar y hacer muchas preguntas al Ministro general sobre la Orden y
sobre diferentes aspectos de nuestra vida.
Por la tarde, a las 19 horas, nos trasladamos a la iglesia de San Sebastián. Allí el Ministro general presidió la Eucaristía en la
que participaron, junto con todos los hermanos de la Custodia, diferentes miembros
de la Familia Franciscana: hermanos y hermanas de la OFS, de la JUFRA y Religiosas
franciscanas. Luego de la Misa nos trasladamos al convento San Francisco donde hubo una cena festiva con la Familia Franciscana.
El 10 de abril a las 6 de la mañana salimos rumbo a la Fraternidad de Kabiará, casa noviciado de la Custodia, donde estaba
programada la Eucaristía a las 6,30horas
con los formadores de esta Entidad. Después de algún susto llegamos a nuestro destino, pues amaneció lloviendo mucho y las
calles estaban convertidas en verdaderos ríos. Ya cerca de la casa caímos en un hoyo
hecho por la corriente. Fr. Edilson Rocha
consiguió sacar el coche del atolladero y así
pudimos llegar, aunque con retraso, a nuestro destino. Una vez allí, el Ministro general
presidió la Eucaristía. Luego de la Eucaristía compartimos el desayuno con los hermanos y luego tuvimos el encuentro con los
formadores de la Custodia.
Terminado este encuentro, nos trasladamos al convento San Francisco, donde tuvimos el encuentro con el Consejo de la Custodia. En diálogo abierto y sereno se habló
de la realidad, de los retos y la problemática
AD CHRONICAM ORDINIS
de los hermanos de esta Entidad. El Ministro general les animó en todo momento a no
escatimar esfuerzos por animar a los hermanos a una vivencia seria y gozosa de nuestra
vocación, habló de la necesidad de colaboración con las Entidades vecinas, sobre todo en el campo de la formación, y también
habló de otros aspectos como la economía y
el auto-sostenimiento.
A las 12 horas se tuvo el almuerzo, y a las
13 horas, el hermano Custodio y Fr. Edilson
Rocha nos acompañaron al aeropuerto. Un
grupo de hermanos ya estaba allí para despedirnos. Finalmente nos saludamos y nos
encomendamos mutuamente a la oración. A
las 14,50 partió al avión que nos llevaría a la
siguiente etapa.
Provincia de la Asunción
de Nuestra Señora (Bacabal)
La visita se realizó los días 10, 11 y 12 de
abril. Aterrizamos en el aeropuerto de la
Ciudad de Sao Luiz hacia las 18,50 horas.
Allí el hermano Bernardo Brandao nos esperaba para conducirnos hasta la ciudad de
Bacabal. Fue una noche lluviosa, por lo que
nuestro viaje en automóvil duró casi 4 horas. En Bacabal nos esperaba el Ministro
Provincial, Fr. Joao Muniz con un grupo de
hermanos que nos dieron la bienvenida y
luego nos retiramos a descansar. Estuvimos
hospedados en el CEFRAM (Centro Franciscano de Animación Misionera) del cual
Fr. Bernardo Brandao es director.
El 11 de abril la jornada inició con la oración de la mañana a las 7 horas. Luego del desayuno, a las 8,15 horas tuvimos el primer
encuentro del Ministro general con los hermanos de esta Entidad. Todos estuvieron
presente para un saludo oficial de bienvenida
y luego se quedaron solo los hermanos en
formación inicial para el diálogo con el Ministro general. A las 10 horas el Ministro se
reunió con los formadores; a medio día tuvimos el almuerzo y a las 15 horas tuvimos el
encuentro con todos los hermanos de la Provincia. En cada uno de estos momentos, los
hermanos participaron con muchas preguntas. A las 17,30 tuvimos la oración de la tarde, seguida por la cena a las 18. Y a las 19,30
el Ministro general presidió la Eucaristía en
165
la iglesia de San Francisco, en la que participaron todos los hermanos venidos para este
encuentro, y muchos miembros de la Familia
franciscana y fieles de la parroquia.
Después de la Eucaristía hubo un momento de recreación con la familia franciscana y los hermanos. Hubo cantos, discursos, presentaciones y un refresco ofrecido
por los grupos parroquiales. Al final de la
convivencia nos retiramos a descansar.
El 12 de abril inició también a las 7 horas
con la oración de la mañana. Después de la
oración y el desayuno, a las 8,30 horas tuvimos el encuentro con el Definitorio provincial en el convento de San Francisco, sede
de la Provincia. Los hermanos expusieron
sus retos y esperanzas y el Ministro general
dialogó con ellos en un clima de mucha confianza y fraternidad. Se terminó este encuentro a las 11 horas, momento en que el
Ministro general hizo un espacio para entrevistarse con un hermano en situación especial que quiso hablar con él. A las 12 horas
tuvimos el almuerzo con la fraternidad local. Antes de dejar esta fraternidad, el Ministro general visitó a un hermano anciano,
postrado en cama y saludó a los hermanos
ancianos que viven en la zona de la enfermería provincial.
A las 14 horas iniciamos el viaje a la ciudad de Teresina, en el coche del Ministro
provincial. En medio de la lluvia intensa llegamos a nuestro destino hacia las 18 horas.
Ya nos esperaban los hermanos de la Fraternidad para cenar, encabezados por el Hermano guardián, Fr. Heriberto Rembecki.
Después de la cena, el Ministro general presidió la Eucaristía en la parroquia que atienden los hermanos, dedicada a S. Ramón Nonato. En ella participaron miembros de la
Familia franciscana junto con los fieles de
la parroquia. Con esta celebración se conmemoraron los 40 años de la presencia de
nuestra Orden en esta parroquia. Entre los
miembros de la Familia franciscana que
participaron, es de destacar la presencia fraterna de un grupo de hermanos Capuchinos,
sin olvidar la presencia también de los hermanos de la Fundación del Piauí, con el Ministro provincial de Benevento, Fr. Sabino
Iannuzzi y del presidente de la Fundación,
166
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
Fr. Eulalio Miranda. Luego de la Eucaristía
se tuvo una convivencia fraterna. Hubo cantos, presentaciones y palabras de bienvenida y agradecimiento.
Fundación de
Nuestra Señora de las Gracias
El domingo 13 de abril por la mañana los
hermanos de la Fundación de Nuestra Señora de las Gracias, dependiente de la Provincia de Benevento en Italia, nos recogieron del convento de la Provincia de Bacabal
para trasladarnos a un convento de la Fundación en la misma ciudad de Teresina; el
convento “Nuestra Señora Inmaculada
Concepción”. Allí nos esperaban los hermanos de la Fundación, quienes nos acogieron con gran alegría.
Luego de tomar un café, a las 9 horas, dimos paso al momento de encuentro del Ministro general con los miembros de la Fundación y el Ministro Provincial Fr. Sabino
Iannuzzi quien estaba en la Fundación para
realizar la visita fraterna y presidir el Capitulo de las Esteras celebrado recientemente
en Floriano.
Iniciamos con un momento de oración y
luego el Presidente de la misma, Fr. Eulalio
Miranda, hizo una breve presentación de la
situación de la Fundación: número de hermanos, situación de la formación, presencias, retos, perspectivas. Luego el Ministro
general dirigió su mensaje de animación a
los hermanos. A las 10 horas tomamos unos
minutos de descanso y luego volvimos a la
sala para iniciar el diálogo hasta las 11,50.
Al medio día tuvimos el almuerzo festivo,
y luego de un rato de descanso, a las 13,45
nos acompañaron al aeropuerto de Teresina
donde tomamos el avión. Así concluyó la visita del Ministro general a los hermanos de
estas tres Entidades brasileñas.
FR. IGNACIO MURO, OFM
12. Visita al Noviciado de la Conferencia
Cono Sur
El día 14 de abril, el Ministro general Fr.
José Rodríguez Carballo, acompañado por
Fr. Juan Ignacio Muro, Definidor general,
realizó una visita fraterna al noviciado de la
Conferencia Cono Sur, ubicado en la localidad de Tafí del Valle, Provincia de Tucumán
en Argentina.
Procedente del Brasil, el Ministro general llegó al aeropuerto de Buenos Aires en la
madrugada. En el aeropuerto esperaban dos
hermanos de la Provincia de Asunción, Fr.
Juan Buttarazzi y Fr. Diego Morea. Ellos
llevaron a los viajeros al convento de San
Francisco para que descansaran un poco.
Luego, a las 4,45 les llevaron de nuevo al
aeropuerto para que tomaran el vuelo que
les conduciría a Tucumán. Allá les esperaba
Fr. Julio César Bunader, Ministro provincial de la Provincia de la Asunción en Argentina. Llegaron a Tucumán a las 8 de la
mañana, y a las 9 horas ya estaban en Tafí,
en la casa del noviciado interprovincial.
Fueron acogidos cariñosamente por la
Fraternidad del noviciado. Luego de un
descanso para reponerse del viaje, se tuvo el
almuerzo típicamente argentino: un buen
asado. Luego del almuerzo, a las 3,10pm el
Ministro general y el Definidor se reunieron
con la Fraternidad formativa del noviciado.
Los hermanos compartieron su experiencia,
el programa del noviciado, las dificultades
y también los aspectos positivos de este
proyecto de colaboración de la Conferencia. Cabe destacar que este noviciado interprovincial tiene apenas un año de haberse
iniciado. Este es el segundo año de la experiencia y todo parece indicar que es muy positivo. Los Ministros de la Conferencia, habiendo evaluado el año transcurrido, han reorganizado la Fraternidad con dos nuevos
miembros: el guardián, Fr. Salvador Vilar
Oliver, de la Provincia San Miguel y el vicario de la fraternidad, Fr. Mauricio Herrera de la Provincia de Chile. Continúan el
hermano maestro, Fr. José Guirado de la
Provincia San Francisco Solano y Fr. Enid
Gutiérrez Olmos, ecónomo, de la Provincia
de la Asunción.
Luego de un momento de descanso, a las
15 horas el Ministro y el Definidor se reunieron con los novicios. El grupo está conformado por 9 hermanos de las diferentes
Entidades de la Conferencia: Paraguay,
AD CHRONICAM ORDINIS
Chile y de las tres Provincias de Argentina.
Los novicios hicieron muchas preguntas y
se mostraron muy interesados en la vida de
la Orden. La reunión se prolongó hasta las
19,15 de la tarde. Luego de unos minutos de
descanso, a las 8 de la noche el Ministro general presidió la Eucaristía.
Luego de la Eucaritía, el hermano guardián junto con algunos novicios, preparó
pizza para la cena, misma que se desarrolló
en un ambiente festivo. También durante la
cena el Ministro general compartió con la
fraternidad diversos aspectos de la vida de
la Orden y respondió a las preguntas que le
hacían los hermanos.
Al día siguiente después de la oración de
laudes se tuvo el desayuno, mismo que se
prolongó hasta casi las 9 de la mañana, porque los novicios no dejaban de hacer preguntas al Ministro general y al Definidor. A
las 9 horas iniciaron las despedidas y a las
9,30 el Ministro general junto con el Definidor, el Ministro Provincial y el guardián
de la fraternidad salieron en coche rumbo a
Córdoba, para participar en el Congreso
Misionero de América Latina.
FR. IGNACIO MURO, OFM
13. Visita alla Provincia di san Girolamo
in Croazia
Dubrovnik/Zadar, Croazia, 21-22.04.2008
Fr. José R. Carballo, Ministro generale,
accompagnato da Fr. Šime Samac, Definitore generale, ha visitato la Provincia di san
Girolamo in Croazia dal 21 al 22 aprile. Gli
incontri con i Frati sono avvenuti a Dubrovnik e a Zadar. In queste due città i Frati Minori sono presenti dal XIII secolo. I rispettivi Conventi, pertanto, hanno una lunga storia, documentata da ricchissime biblioteche
e da preziosi archivi e musei. Ad esempio, il
Convento di Dubrovnik ha una Farmacia,
che risale al XIII secolo, una delle più antiche d’Europa; una biblioteca con più di
70.000 libri, 216 incunaboli, 3.000 manoscritti, più di 20.000 documenti e 7.422
composizioni musicali.
167
La Fraternità provinciale conta 69 Frati
(un postulante, un novizio e 4 professi temporanei) e 21 Conventi. Inoltre ha vari Frati
che lavorano fuori Provincia: uno in Congo,
uno in Sudan, uno in Sud Africa, tre in Germania e quattro in Argentina.
Nell’incontro di Dubrovnik il Ministro
prima si è soffermato sulle tre tappe di preparazione in vista della celebrazione dell’ottavo centenario della fondazione dell’Ordine; successivamente ha illustrato la
situazione dell’Ordine, anche con il contributo dei dati statistici. Proprio questi ultimi
hanno provocato molte domande da parte
dei partecipanti. La mattinata si è conclusa
con la Celebrazione eucaristica, presieduta
dal Ministro generale, e con un agape fraterna a cui ha partecipato anche il Vescovo
di Dubrovnik, Mons. Zelimir Puljic.
Nel pomeriggio si è partiti per Zadar. Qui
ci sono stati vari incontri, tra cui quello con
i Guardiani e, subito dopo, con tutti i Frati.
Nel suo intervento il Ministro generale ha
elencato le sfide che ci provengono dalla
Chiesa e dal mondo di oggi e, soprattutto,
come rispondere ad esse. Infine, ha ricordato i due pilastri su cui deve poggiare la nostra vita e missione: la santità, lo studio,
senza trascurare il rimanere Frati del popolo. All’incontro è seguita la Celebrazione
eucaristica, alla quale ha partecipato anche
l’Arcivescovo di Zadar, Mons. Ivan Prenda,
e i Ministri provinciali della Conferenza
Sud-Slavica.
Nel primo pomeriggio il Ministro si è incontrato con i Membri della Conferenza. In
un dialogo fraterno si è parlato di come animare la Conferenza e le Province ed anche
di alcuni problemi particolari da affrontare
in spirito di collaborazione e di solidarietà.
Terminata la riunione con i Ministri provinciali, è iniziato l’incontro con i Formatori e i Formandi. Poichè i Formandi sono affidati alla Provincia di Zagreb (il Novizio) e
alla Provincia di Erzegovina (i Professi
temporanei), ci si è soffermati su come si
trovano in queste Province e sulla necessità
di prevedere nella Provincia un Centro, ben
organizzato, dove i Formandi abbiano la
possibilità di trascorrere il tempo delle vacanze o altri periodi durante l’anno.
168
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
L’argomento è stato ripreso, poi, nell’incontro del Ministro con il Definitorio provinciale. In esso, inoltre, si è parlato della
necessità del ridimensionamento delle presenze, dato il limitato numero di Frati. Al
termine dei vari incontri il Ministro e i Frati ancora presenti hanno avuto l’opportunità, dopo cena, di ammirare alcune bellezze delle costa dalmata: di ascoltare i suggestivi suoni dell’«organo del mare», emessi
dalle sue “canne” attraverso il gioco del
vento e delle onde; oppure di ricevere “il saluto del sole”, in un punto preciso lungo la
costa, dove di notte si riflettono raggi di luce, imbrigliati durante la giornata.
Conclusasi la visita fraterna ai Frati della Provincia di san Girolamo, Fr. José e Fr.
Šime, prima di ripartire per Roma, si sono
concessi una giornata di riposo in un convento della Provincia del Ss. Redentore di
Split, chiamato Karin. Questo convento, per
la sua collocazione strategica, collocato sul
mare e alle pendici di una grande montagna,
Velebit, è vera oasi di pace!
FRA ŠIME SAMAC
2. Incontro del Definitorio con i nuovi
Ministri provinciali e Custodi
Roma, Curia generale, 14-22.01.2008
L’incontro del Ministro e Definitorio generale con i nuovi Ministri provinciali e Custodi si è tenuto nei giorni 14-22 gennaio
2008, presso la Curia generale.
Partecipanti
Definitorio generale
Fr. José Rodríguez Carballo, Min. Gen.;
Fr. Francesco Bravi, Vic. Gen. et Proc.
Gen.; Fr. Šime Samac, Def. Gen.; Fr. Miguel J. Vallecillo Martín, Def. Gen.; Fr. Ambrogio Nguyen Van Si, Def. Gen.; Fr. Amaral Bernardo Amaral, Def. Gen.; Fr. Mario
Favretto, Def. Gen.; Fr. Luis Gerardo Cabrera Herrera, Def. Gen.; Fr. Juan Ignacio
Muro Aréchiga, Def. Gen.; Fr. Jakab Várnai, Def. Gen.; Fr. Ernest Siekierka, Sec.
Gen.
Ministri e Custodi
Fr. Carlos Guillermo Paz Guzmán, S.
Francisci Solano Prov., Argentina; Fr. Paul
Smith, S. Spiritus Prov., Australia; Fr. Ivan
Sesar, Hercegovinae Assumpt. BMV Prov.,
Bosnia-Hercegovia; Fr. Joao Inacio Müller,
S. Francisci Assis. Prov., Brasilia; Fr. Joao
Muniz Alves, Assumptionis BVM Prov.,
Brasilia; Fr. Dennis Vavrek, Christi Regis
Prov., Canada; Fr. Hadrian Koch, Thuringiae S. Elisabeth Prov., Germania; Fr. Joaquín Domínguez Serna, Baetica Prov., Hispania; Fr. Paulus Hasegawa, Sanctorum
Martyrum Japoniae Prov., Iaponia; Fr.
Francesco Lanzillotta, Calabriae SS. VII
Martyrum Prov., Italia; Fr. Agostino Esposito, Neapolitana SS. Cordis Jesu Prov., Italia; Fr. Sabino Iannuzzi, Samnito-Hirpina S.
Mariae Gratiarum Prov., Italia; Fr. Astijus
Kungys, S. Casimiri Prov., Lituania; Fr. Vitor José Melícias Lopes, SS. Martyrum Marochiensium Prov., Lusitania; Fr. Corullón
Fernández Manuel, Fed. Ss. Martyrum Marochiensium, Marochium; Fr. Jan van den
Eijnden, SS. Martyrum Gorcomiensium
Prov., Nederlandia; Fr. Marcel Bakoma,
Verbi Incarnati Prov., Togum; Fr. Dobroslav
Kopysterynskyi, S. Michaëlis Arch. Prov.,
Ucraina; Fr. Joel Alcides Castro,
Imm.Conc. BVM, Venetiola; Fr. Emmanuel
Musara, Boni Pastoris, Zimbabua.
Interpreti
Fr. Patrick Hudson (inglese), Fr. Cesar Javier Orduña (spagnolo), Fr. Stefano Lovato
(italiano), Fr. Giovanni Rinaldi (italiano).
Assistenti
Fr. Philippe Schillings (Verbalista), Fr.
Simone Lopata (Assistente computer), Fr.
Samuele Portka (Assistente in Aula).
Segreteria
Fr. Ernest Karol Siekierka (Sec. gen.),
Fr. Francisco Manuel Romero García (Vice
Sec. gen.).
Agenda
L’incontro è iniziato il 14 gennaio nell’Aula “Duns Scoto”. Dopo una breve litur-
AD CHRONICAM ORDINIS
gia di apertura, il saluto del Ministro generale e la presentazione dei partecipanti, Fr.
Francesco Bravi, Vicario generale, ha tenuto la sua relazione sul «Cammino dell’Ordine». Nella seconda parte della mattinata ci
sono stati i lavori in gruppi linguistici, condotti a partire da alcune domande distribuite al termine della relazione del Vicario generale. Nel primo pomeriggio in Assemblea
è stato condiviso quanto emerso nei lavori
di gruppo. Presieduta dal Ministro generale,
alle 18.30, c’è stata una Concelebrazione
eucaristica in suffragio dei nostri Frati recentemente scomparsi: Fr. Seán Collins, Fr.
Aloisio Card. Lorscheider, Fr. Sebastião
Mons. Figueredo, Fr. José Mons. Gómez
González.
La giornata del 15 è iniziata con la relazione del Ministro generale su: «Il Ministro,
preso tra i Fratelli per servire i Fratelli», con
l’aiuto di un video, preparato da Fr. John
Abela. Dopo alcune domande di chiarimento, i partecipanti hanno continuato il lavoro
nei gruppi linguistici, che sono proseguiti
nel primo pomeriggio. La seconda giornata
si è conclusa con la condivisone in Assemblea di quanto emerso nei lavori di gruppo.
Iniziato alle ore 7 con l’Eucaristia, il 16
gennaio è stato lasciato libero per offrire ai
Partecipanti la possibilità di partecipare alla Festa dell’Università e del Gran Cancelliere della PUA e, nel pomeriggio, di avere
un incontro personale con il Ministro e per
visitare gli Uffici e così conoscere direttamente i Frati che lavorano in Curia a servizio dell’Ordine.
Il giorno 17 è stato caratterizzato dall’ascolto di relazioni in Assemblea, dai lavori
di gruppo sulle relazioni e dal mettere insieme, in Assemblea, il frutto delle riflessioni
dei gruppi. Si sono alternati sul tavolo della
Presidenza Fr. Massimo Fusarelli, Segretario per la Formazione e gli Studi; Fr. Nestor
Schwerz, Segretario per l’Evangelizzazione; Fr. Vincenzo Brocanelli, Moderatore
per le Missioni; Fr. Joe Rozansky, dell’Ufficio “Giustizia, Pace ed Integrità del Creato”; Fr. Ivan Matic,Assistente generale OFS
e GiFra.
L’intera mattinata del 18 gennaio è stata
dedicata all’ascolto delle relazioni di alcuni
169
Uffici della Curia su: Comunicazioni (Fr.
John Abela), Economia (Fr. Giancarlo Lati
e Fr. Jakab Várnai), Procura (Fr. Valentino
Menegatti), Segretaria generale (Fr. Ernest
Siekierka. «Il Ministro e il suo Definitorio
nelle CCGG e negli SSGG» è stato il tema
del pomeriggio, illustrato da Fr. Nikolaus
Schöck e, poi, approfondito, attraverso un
intenso dialogo in Aula.
Il 19 gennaio, sabato, si è lavorato soltanto al mattino: in Assemblea per ascoltare
una relazione di Fr. Paul Smith su
«L’accompagnamento dei Frati in difficoltà»; nei lavori di gruppo e di nuovo inAssemblea.
Dopo la pausa del 20 gennaio, domenica,
il giorno 21 è stato interamente dedicato alla riflessione e alla preghiera sulla Lectio
Divina. Animatore è stato Fr. Raniero Cantalamessa, OFMCap.
Nella mattinata del 22 gennaio, ultimo
giorno dell’incontro, i partecipanti hanno
ascoltato la riflessione di Fr. Luis Cabrera,
Definitore generale, su «Linee guida per
l’animazione», e le risposte di Fr. Francesco
Antonelli, Commissione giuridica, alle domande previamente inoltrate per scritto. Nel
primo pomeriggio, dopo la verifica dell’incontro da parte dell’Assemblea, il Ministro
generale, ringraziati i Partecipanti per la loro
fraterna ed attiva partecipazione, si è soffermato su alcuni aspetti che permettono una positiva animazione dei Fratelli a loro affidati.
FR. LUIGI PERUGINI, OFM
3. Centenario dell’ordinazione presbiterale di Fr. Agostino Gemelli
Venerdì 14 marzo 2008, nella nota Basilica-Santuario milanese dedicata a S. Antonio di Padova, in occasione del centenario
di ordinazione presbiterale di Fr. Agostino
Gemelli, OFM, ha avuto luogo una solenne
cerimonia commemorativa, cui ha partecipato un gran numero di persone a diverso titolo legate e affascinate dalla figura del celebre frate scienziato, fondatore nel 1921
del primo ateneo cattolico italiano.
170
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
Durante il primo momento di tale celebrazione, il Maestro Fr. Renato Beretta,
OFM, ha diretto in maniera eccellente
l’Orchestra Baroqu’Ensemble in un gustoso e godibile concerto strumentale di musica barocca. Sono stati eseguiti il concerto in
re maggiore n. 6 per tromba di G. Torelli e il
concerto in si minore F IV n.10 per quattro
violini di A. Vivaldi.
La rievocazione è, quindi, proseguita
con una tavola rotonda animata dagli interessanti interventi del molto reverendo Fr.
Roberto Ferrari, OFM, Ministro provinciale dei Frati Minori di Lombarda, del chiarissimo prof. Luigi Campiglio, Ordinario di
politica economica e Pro-Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e di sua
Eccellenza Dott. Oscar Luigi Scalfaro, Presidente emerito della Repubblica italiana.
Nella sua allocuzione Fr. Roberto Ferrari ha presentato un sunto della vita di Fr.
Agostino Gemelli, Edoardo al secolo, «uomo di non comune intelligenza e di grande
cuore, che seppe imprimere a numerosissime opere l’impronta del suo genio». Fr. Roberto ha insistito sul dinamismo vitale che
ha fatto del Gemelli un medico, uno psicologo, un aviatore, un professore, un frate e
un sacerdote, e tutte queste cose insieme. Se
era stato l’amore per la verità che aveva
mosso il giovane Edoardo a dedicarsi allo
studio della persona umana per poterne sanare le infermità fisiche, psichiche e sociali, in seguito, cioè a partire dall’anno 1903,
anno che vide la sua conversione, fu la carità di Cristo che lo avvicinò allo studio della divina sapienza per consentire agli uomini di ottenere non solo la salute, ma, dono
ancor più grande, la salvezza.
Il 18 marzo 1958, durante la celebrazione della Messa per il 50° anniversario dell’ordinazione presbiterale del Gemelli, anche l’allora Arcivescovo di Milano, sua Eccellenza Mons. Giovanni Battista Montini,
metteva in risalto come frate Agostino fosse riuscito a far armoniosamente convivere
in sé la vocazione di professore e quella di
sacerdote, apparentemente incompatibili.
Interessante, poi, il parallelo messo in
evidenza da Fr. Roberto, tra frate Agostino e
frate Francesco d’Assisi. Infatti, in un arti-
colo apparso su Il Giornale d’Italia il 15 luglio 1958, l’autore, l’on. Cantalupo, afferma che «il frate-colonnello, l’universitario
in saio […] sempre nominava con un sorriso di angelo gigantesco “Nostro Signore
Gesù Cristo”. Quando queste quattro parole fiorivano sulla sua bocca ridente lietissima, illuminata come dall’alto, la sua forza
di effusione spirituale diventava irretibile»;
queste parole, ha sottolineato Fr. Roberto,
ricordano quanto Tommaso da Celano, primo biografo di san Francesco d’Assisi, dice a proposito dell’episodio della notte di
Natale trascorsa dal santo assisate in quel di
Greccio: in quell’occasione la dolce riverenza per il nome di Cristo faceva sì che san
Francesco, pronunciando tale nome, arrivasse addirittura a leccarsi le labbra.
Novello Francesco d’Assisi, nonché novello Paolo di Tarso, ha continuato Fr. Roberto, in quanto Gemelli ha osato ripensare
in modo nuovo l’apostolato in molteplici
forme, tanto da poter essere considerato a
giusto titolo una delle personalità di maggior rilievo della cultura e della Chiesa del
ventesimo secolo. Al Gemelli, infatti, dobbiamo l’intuizione di aver fondato nel 1921
l’Università Cattolica del Sacro Cuore, la
Rivista di filosofia neo-scolastica, la Rivista
del clero, nonché la rivista e la società editrice Vita e Pensiero. Anche l’Opera impiegate è una sua creazione, il cui scopo era
quello di far fronte ai bisogni materiali e
spirituali delle lavoratrici. Per incrementare
la conoscenza della liturgia e favorire la
partecipazione attiva e consapevole del Popolo di Dio ai misteri celebrati, fondò nel
1928 l’Opera della Regalità, promotrice di
corsi di esercizi spirituali e di una sempre
rinnovata cura della liturgia nella Chiesa.
Amante della figura del Sacro Cuore, favorì dapprima l’Opera di consacrazione al
Sacro Cuore dei Soldati dell’Esercito e dell’Armata, che portò alla consacrazione di
circa due milioni di soldati e marinai nel
1917; si prodigò, poi, perché venisse istituita la festa liturgica di Nostro Signore Gesù
Cristo Re dell’Universo, concessa da Pio
XI nel 1925 con l’Enciclica Qua primas.
Fr. Roberto, inoltre, ha ricordato particolarmente la significatività della fondazione
AD CHRONICAM ORDINIS
degli Istituti secolari della Regalità di Cristo (Missionarie, Missionari e Sacerdoti):
infatti, tale forma di vita, definita dal Gemelli “consacrazione dal di dentro del mondo”, ha iniziato ad esistere nella Chiesa grazie anche all’influsso della riflessione teologica del sacerdote-scienziato.
Di certo Agostino Gemelli è stato un
grande lavoratore; la sua attività, però, non
è mai stata fine a sé stessa, bensì è sempre
stata da lui intesa come azione di grazie perenne, azione di risposta a Colui che dona
largamente i talenti ai suoi figli. Egli stesso
ebbe a dire: “Dobbiamo lavorare negli svariati campi nei quali la Provvidenza ci ha
collocati per cooperare alle sue manifestazioni nel mondo”.
Centro propulsore dell’attività di Fr.
Agostino Gemelli fu la sua assimilazione a
Cristo, la sua unione a Cristo in spirito di
perenne sacrificio al Padre. «Mi sono fatto
francescano – scriveva Fr. Agostino – perché il francescano si dona totalmente a Cristo: essere francescano non vuol dire avere
la testa rasa e i piedi nudi, vuol dire darsi a
Cristo dalla testa ai piedi».
La vita di Fr. Gemelli, ha concluso Fr. Roberto, e la sua azione pastorale sono state segnate dall’urgenza di portare gli uomini a
Cristo, affinché Egli regni in tutti i cuori.
La parola, quindi, è passata al Prof. Luigi Campiglio, il quale ha introdotto il suo
intervento ricordando che l’Università Cattolica del Sacro Cuore si sta preparando a
celebrare nel 2009 il 50° anniversario del
dies natalis del suo fondatore, primo Rettore dell’Ateneo dei cattolici italiani.
Il Pro-Rettore ha continuato sottolineando le analogie non casuali che accomunano
la vita di san Francesco e quella di Fr. Agostino Gemelli. La gioventù di entrambi è
costituita da una serie ricchissima di esperienze umane. Entrambi, poi, sono passati,
all’età di circa venticinque anni, attraverso
la prova della conversione, scatenata dalla
folgore del contatto con l’altrui sofferenza
– per san Francesco il lebbroso, per Gemelli il giovane soldato abruzzese, ricoverato
nel reparto infettivi dell’Ospedale S. Ambrogio perché colpito dalla tubercolosi, con
il corpo ricoperto di piaghe e a cui non re-
171
stavano se non poche ore di vita, il quale
chiese innanzitutto al novello medico
Edoardo Gemelli di fare quello che avrebbe
fatto in quel momento la sua mamma, cioè
baciarlo, e poi di andare a chiamare il cappellano per il viatico. Entrambi si sono proposti come “cavalieri della Vergine Maria”
(nel 1909, Gemelli, si dichiarava a favore
dei miracoli di Lourdes). Entrambi hanno
cercato e sono riusciti a far convivere nella
loro esperienza personale la dimensione attiva e quella contemplativa, facendosi strumenti attraverso cui l’azione soprannaturale si potesse manifestare nel mondo. Entrambi, di fronte alla responsabilità dell’autorità, l’hanno esercitata con umiltà, come minori e servi degli altri fratelli. Entrambi hanno portato una novità e una freschezza nell’alveo della vita consacrata (lo
stile mendicante uno e gli istituti secolari
l’altro). Entrambi hanno speso la vita lavorando sempre intensamente.
E, quasi al termine della sua vita, Fr.
Agostino, ha ricordato il Prof. Campiglio,
ebbe a domandare ai suoi confratelli di essere perdonato perché, sebbene ritenesse di
non essere stato un frate esemplare, tuttavia
era certo di aver sempre amato intensamente san Francesco e il suo ideale di vita evangelica.
Il Pro-Rettore, quindi, ha accennato alle
tappe fondamentali attraverso cui Agostino
Gemelli, insieme a vari collaboratori, ha dato vita nel 1921 all’avventura scientifica,
religiosa, etica e politica del primo ateneo
dei cattolici italiani, l’Università Cattolica
del Sacro Cuore, a tutt’oggi impegnata in
questa mirabile avventura.
Gemelli, ha sottolineato Campiglio, è stato sempre guidato dalla convinzione sanfrancescana che la pratica del bene deve
sempre accompagnare la scienza e si è sempre mostrato aspramente critico nei confronti di quella scienza che non ricerca la verità
ma il profitto e il tornaconto personale.
Con la Rivista di filosofia neo-scolastica
si proponeva di portare avanti, con un certo
anticipo sui tempi, quel dibattito tra scienza
e fede, ancora oggi al centro del magistero
ecclesiale, che, in seguito, il Concilio Vaticano II avrebbe fatto suo, dimostrando la
172
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
piena conciliabilità del rapporto fede-scienza; conciliabilità dimostrata dal Gemelli
nella sua stessa persona, in quanto egli era
al contempo frate e scienziato.
Il contributo di Agostino Gemelli, uomo
di studio, ha concluso il Prof. Campiglio, è
stato significativo sia dal punto di vista epistemologico, sia sul piano delle scienze sociali, le quali devono sempre portare al miglioramento della qualità della vita, evitando di cadere preda del principio del mero
profitto economico.
Il terzo contributo della cerimonia commemorativa è stato quello del Presidente
emerito della Repubblica italiana, Oscar Luigi Scalfaro, il quale ebbe a conoscere personalmente Fr. Agostino Gemelli nel 1937, anno di immatricolazione alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica del
Sacro Cuore. I contatti tra Gemelli e Scalfaro sono proseguiti fino alla morte del frate
scienziato, il quale, ha sottolineato Scalfaro,
anche nel mondo accademico cattolico purtroppo veniva visto e fastidiosamente definito “magnifico terrore”, se non addirittura
personaggio dominatore e prepotente.
Nel corso del suo intervento, il Presidente ha sottolineato con forza e a più riprese
che il Gemelli era un convertito: questa è
una qualità fondamentale, essenziale e ineliminabile di Fr. Agostino Gemelli.
E la sua conversione, considerato che
proveniva da una famiglia non religiosa,
che l’ambiente accademico da lui frequentato era laico e che si trovava a contatto con
persone di ideologia socialista, non poteva
venire giudicata se non in maniera sprezzante. La diagnosi fatta per il Gemelli, grossolana e facile da effettuare, concludeva
con una semplice affermazione: “È pazzo!”, proprio come era accaduto per san
Francesco.
Un convertito, ha chiaramente affermato
il Presidente Scalfaro, è «un uomo con un
pezzo in più», di fronte al quale non ci si
può sentire altro che uomini «con un pezzo
in meno». Il convertito, come san Paolo ad
esempio, è un uomo che loda, prega, rischia, battaglia «con un pezzo in più».
Agostino Gemelli è stato uno che ha
avuto il coraggio di lasciare tutto e si è con-
vertito, e non a modesto livello; e la sua forza è stata la potenza dell’amore che egli nutriva e con tutto il suo essere dimostrava nei
confronti del Verbo incarnato.
Questo convertito era anche sacerdote,
ossia ministro di Dio che ha saputo donare
totalmente se stesso per la gloria dell’Altissimo e a servizio degli altri.
Gustosi e commoventi sono gli aneddoti
che hanno impreziosito il contributo del
Presidente Scalfaro. Quella volta, per esempio, in cui, durante la celebrazione della
santa Messa, Gemelli si voltò per recarsi
con la pisside in mano dall’altar maggiore
alla balaustra a distribuire le comunioni e
notò tra la folla dei fedeli suo padre, ormai
anziano, in ginocchio.
Oppure quel giorno in cui si vedeva ormai costretto, per mancanza di disponibilità
finanziaria, ad abbandonare il sogno di
comprare la sede per l’ateneo, perdendo così anche le 50.000 lire già pagate come caparra: la Provvidenza, nella quale egli confidava, venne in suo soccorso e Gemelli ebbe a disposizione l’assegno di un milione di
lire a copertura totale delle spese per
l’acquisto dell’immobile.
O ancora, quando, non avendo i soldi per
pagare il salario settimanale agli operai che
stavano lavorando per restaurare la sede
dell’ateneo, proprio mentre stava scendendo le scale per raggiungere i lavoratori e dire loro che non sarebbero stati pagati, incrociò un signore che gli consegnò una busta all’interno della quale si trovava, come
offerta, la somma esatta di cui egli necessitava per retribuire gli operai.
Il Presidente Scalfaro ha concluso la
sua allocuzione ricordando con sommo dispiacere l’accanita azione di denigrazione
nei confronti del Gemelli e del suo operato e sollecitando sia la gerarchia ecclesiastica, sia i responsabili dell’Università
Cattolica a continuare in maniera sempre
più approfondita gli studi sulla mirabile figura del convertito Agostino Gemelli, frate, sacerdote e credente, il quale è riuscito
a nulla tenere per sé, donandosi tutto a Dio
e al prossimo.
Dopo la conclusione della tavola rotonda, la cerimonia commemorativa è prose-
AD CHRONICAM ORDINIS
guita con la solenne celebrazione eucaristica, nella vigilia della solennità liturgica di
san Giuseppe, presieduta da sua Eccellenza
Mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, Vicario generale della Diocesi di Milano, il quale, durante l’omelia, ha evidenziato come il
sacerdozio fosse la radice della personalità
di Gemelli e come le qualità naturali del
francescano scienziato possano essere ritenute esuberanti e, grazie al buon impiego
fattone, di una fecondità prodigiosa. Il futuro Paolo VI, nella sua omelia del 1958 per il
giubileo presbiterale di Gemelli, parlando
della singolare personalità del festeggiato,
aveva attribuito al sacerdote francescano
una certa “modestia sdegnosa”. La personalità di Gemelli, ha continuato Mons. Redaelli, risulta quasi contrapposta a quella di
san Giuseppe, il quale nei Vangeli viene descritto come un personaggio che sa restare
in secondo piano, che non interviene e non
parla mai.
Certo, però, lo sposo della Beata Vergine
Maria, pur nel suo umile silenzio si rivela
quale uomo di azione, determinante soprattutto nelle situazioni straordinarie; è, inoltre, un uomo che si lascia guidare dalla fede, aperto alla Parola di Dio e capace di nutrire un’indefettibile fiducia nelle promesse
fatte da Dio, vero protagonista della storia.
Queste qualità o virtù del Santo, sposo della Vergine e padre putativo del Signore Gesù, le possiamo riscontrare anche nella figura di Gemelli, uomo gagliardo di azione
e di impetuosa vitalità, folgorato come Paolo di Tarso, ispirato e guidato dalla fede nella divina Provvidenza. Sacerdote e francescano, ossia uomo al servizio di Dio e del
prossimo con uno stile spirituale solare, basato sull’amore, desideroso di vivere il vangelo integralmente, in relazione con la coscienza moderna e i suoi problemi, coscienza sempre inquieta che anela alla libertà e
alla felicità.
Atto supremo e conclusivo della commemorazione, quindi, non poteva se non essere l’Eucaristia, ossia il rendimento di grazie per eccellenza, durante la quale tutti i
convenuti, a nome anche di tutti i fratelli e le
sorelle che formano il Popolo di Dio, hanno
gioiosamente ringraziato il Datore di ogni
173
bene per il dono straordinario e stupendo di
Fr. Agostino Gemelli, sacerdote, francescano e uomo di scienza.
FR. GIOVANNI RINALDI, OFM
4. Incontro della CFF
Roma, 17.03.2008
Come è ormai consuetudine, la mattina
dello scorso lunedì santo, 17 marzo, la Conferenza della Famiglia Francescana (CFF)
si è ritrovata presso la Curia dei Frati Minori Cappuccini per una delle sue due riunioni
annuali. Erano presenti Fr. Marco Tasca,
Ministro generale OFMConv e Presidente
di turno, Fr. José R. Carballo, Ministro generale OFM, Fr. Mauro Jöhri, Ministro generale OFMCap, Fr. Michael Higgins, Ministro generale TOR, Benedetto Lino, Delegato della Ministra generale OFS e Fr. James Puglisi, SA, Delegato della Presidente
CIF-TOR.
L’incontro, iniziato alle ore 9.30 con un
breve momento di preghiera, è stato interamente dedicato al cammino che Franciscans
International (FI) ha compiuto in questi mesi. Per questo motivo sono intervenuti all’incontro anche Fr. Markus Heinze, OFM, e Attilio Galimberti OFS, che fanno parte del
Board of Directors, composto dai delegati
della CFF per FI. È stata l’occasione per fare
il punto della situazione dopo gli ultimi avvicendamenti all’interno dell’organizzazione.
In particolare, la scelta del nuovo Direttore
Esecutivo, nella persona di Sr. Denise Boyle,
FMDM, l’apertura di un nuovo Ufficio per
l’Asia a Bangkok, la revisione degli Statuti di
FI, sono stati argomenti di riflessione, di fraterno confronto e motivo di speranza per il
futuro cammino di questa organizzazione,
che presso le Nazioni Unite è la voce dei
francescani in difesa dei diritti di quanti sono
oppressi nel mondo.
Fraternamente accolti dai Frati della Curia generale dei Frati Minori Cappuccini, il
pranzo è stato un ulteriore momento per vivere la gioia dello stare insieme e del ritrovarsi, nella semplicità dei gesti quotidiani, a
condividere lo stesso spirito.
174
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
Dopo gli scambi di auguri per la prossima santa Pasqua, nel pomeriggio si è tenuta
anche la riunione dei Ministri generali del
Primo Ordine Francescano e del TOR, durante la quale è stato messo a punto il programma per il Capitolo Internazionale delle
Stuoie dei Frati Francescani del I Ordine e
del TOR, che si svolgerà ad Assisi e a Roma
dal 15 al 18 aprile 2009. Con questa grande
e solenne iniziativa i Ministri generali intendono concludere la celebrazione dell’VIII Centenario della nascita del carisma
francescano con l’approvazione da parte
della Chiesa della Regola scritta da san
Francesco. L’iniziativa, nata e resa possibile dall’Unione delle Conferenze dei Ministri provinciali delle Famiglie francescane
d’Italia (UCFFI), che si è fatta carico anche
di tutta l’organizzazione, vuole essere un
momento per tutti i Frati del mondo per riflettere sulla “grazia delle origini” e rinnovare la propria fedeltà alla scelta di vivere
secondo la forma del santo Vangelo. Per
questo motivo Fr.Aldo Broccato, OFMCap,
e Fr. Paolo Fiasconaro, OFMConv, Presidente e Segretario dell’UCFFI, sono intervenuti all’incontro dei Ministri, per fissare
insieme a loro i momenti salienti di questo
Capitolo. La riunione dei Ministri è, quindi,
proseguita con uno scambio di esperienze e
si è conclusa dandosi l’appuntamento per il
prossimo 3 ottobre ad Assisi.
FR. STEFANO RECCHIA
5. The General Definitory met the English-speaking Conference of Ministers
Provincial (ESC)
St. Bonaventure, USA, 30.03-02.04.2008
A cold evening, with freezing air, received the Minister General and seven of
his Definitors from various regions on the
28th of March last. A meeting with the
“English Speaking Conference” brought
the government of the Order to the American Continent, but the first contact with this
reality took place in the heart of Manhattan
as guests of the Fraternity in the Provincial
Curia of Holy Name Province. The wel-
come by the Minister Provincial, Br. John
O’Connor, and his Friars was surprising:
even before leaving the airplane the guests
were made aware of being waited for by a
functionary, who then accompanied them
out of the airport. The Minister Provincial,
the Vicar Provincial, Br. Fr. Dominic, and
other Friars were there to greet us and accompany us to their house on 31st Street,
where the entire fraternity took part in expressing a festive welcome. Even the house
where we lodged was welcoming and beautiful. It is a new building which houses the
Provincial Curia, the rooms of the fraternity and the various social services which
rose up around the church of St. Francis of
Assisi. Our church of St. Francis in New
York is a wonderful reality which surprised
the Minister and Definitory General by the
participation, liturgical animation, numerous attendance, day-long Eucharistic adoration, the continuous spiritual assistance offered to the faithful through listening and
the confessional. It was also very touching
to pause at the memorial to Br. Mychal
Judge, the fire-fighter Friar chaplain, who
died in the collapse of the Twin Towers.
The local fraternity organised a special
visit to Manhattan for the Minister and
Definitory General on the following day. It
was a tour giving views of the city from the
water, moving us by boat. The view of
Manhattan with it scenery of huge buildings
and famous places, was enchanting; the
beautiful sunny day made the view even
more enchanting; Br. Dominic Monti was
our guide. All took part in the solemn celebration, presided by the Minister general, in
the church that evening. The guests were
presented to the community of the faithful
during the ceremony. A festive evening with
the local fraternity brought our first day in
the “big-apple” to a close.
The Minister General and the Definitors,
together with the Provincial and some Friars connected with the meeting with the
Conference, travelled to the meeting place,
St. Bonaventure University. All were ready
to move on Sunday morning when another
surprise left them astounded: the bus which
collected us for the journey was extraordi-
AD CHRONICAM ORDINIS
narily comfortable, without compare. It was
another gesture of great welcome by the
Province. Br. Michael, Provincial Secretary, prepared everything to perfection; he
himself accompanied the Minister General
and the Definitors with extreme attention.
The journey, of about 600 km., was not burdensome and became a time of fraternal
sharing, especially with Br. Dominic, the
Vicar Provincial.
St. Bonaventure University is situated in
the country-side, in an ample territory surrounded by small villages. The first meeting
of the Minister General and Definitory with
the Ministers Provincial of the Conference
took place in the house of the local fraternity, which offers assistance and teaching to
the University. Mass was celebrated, we
were greeted and we made our first contacts
and then shared an exquisite dinner offered
by the same fraternity. The meeting with the
English-speaking Conference began the
next day with the Eucharist, presided by Br.
José, Minister General. The gatherings
were held in the University and began with
sharing. Each Minister Provincial presented his Entity, giving the relevant points and
problems they face. Interventions and dialogue followed on each other smoothly,
without hurry, and predisposed all to a fraternal and trusting exchange.
That evening, at the end of the day’s
work of Monday the 31st, all attended a
concert given in the “The Regina A. Quick
Center for the Arts” auditorium, to celebrate
the 150th Anniversary of St. Bonaventure
University. The concert included the Canticle of Creatures by Cal Stewart Kellogg
(1947) and the Quartet for the end of time
by Olivier Messiaen. The extraordinary nature of the concert was added to by the performance of the noted tenor of the “Metropolitan Opera”: Kenneth Riegel, who, in
addition to the appreciation for his performance, would receive a Doctorate ‘honoris
causa’ the next day.
Tuesday, 1st of April, began with the celebration of the Eucharist, presided by Br.
John O’Connor, President of the Conference, followed by an assembly of Ministers
Provincial with the General Definitory.
175
Then there was an interesting visit to the
“Franciscan Institute” by the guests. There
the present Director, Br. Michael Cusato,
gave the history and the present programme
of the “School of Franciscan Studies”, and
presented the publications and described
the heritage of books kept by the Library:
the most important collection of franciscan
documents, codices and studies in America.
In the early afternoon, the Minister General, Definitors and the Conference of Ministers were accompanied on a visit to the
university campus: structure after structure,
building after building, all the vital areas of
the university, composed of recently completed very modern scientific research laboratories, were viewed.
That evening there was the grand Academic Convocation in the Reilly Center
which included the lavish celebration of
the 150 years of the University and the conferring of the Doctorate Honoris Causa on
the Minister General, Br. José R. Carballo,
on the programme. The Centre, in which
the ceremony was held, filled up orderly
with the solemn entrance of the different
components of the university. Accompanied by the music of the orchestra, the students who were about to receive their doctorates entered, followed by the officials
and professors, the Friars Minor and the
various guests. The convocation was
opened with a moment of prayer. A video
presentation of the 150 years of the institute was then shown: the history, from its
origins to the present day, of St. Bonaventure University. Br. Panfilo of Magliano
was recalled. He, while teaching at St.
Isidore’s College in Rome, was sent by the
Order, in June 1855, at the request of the
Bishop of Buffalo, John Timon, to take
care of the formation of the children of immigrants. This courageous Italian Friar Minor, accompanied by three Friars and supported by an Irish couple, Nicholas and
Mary Devereux, founded the school which,
in time, would become this prestigious university. Br. Panfilo also founded the Custody of the Immaculate Conception, in
1861, and became the first Custos of this
new Entity of the Order.
176
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
The conferring of the Honorary Doctorate on our Minister General and on another
two people, the Bishop of Buffalo, Edward
Kmiec, and the lyric tenor of the metropolitan, Kenneth Riegel, was a very special and
solemn moment. At this point, Br. José,
clothed in the honorary insignia proper to
academic authorities, addressed those present, thanking them for the honour received
and praising the work of the Franciscans and
of the University. The choral rendering of
the Alma Mater concluded the ceremony.
There was a sumptuous gala dinner at the
university immediately afterwards with the
participation of all the authorities, Friars Minor and the various representatives. Among
the representatives were relations of Br.
Panfilo Pietrobattista, who, with the Pastor
and Mayor of Magliano dei Marsi, wished
to honour the figure of the founder of the
university. The relations, in fact, spoke at the
presentation of an artistically decorated
parchment recalling the work of Br. Panfilo
with biblical references, profoundly touching the souls of all those present.
This official act brought the meeting
with the English-speaking Conference to an
end. The Minister General had to leave the
United States for other commitments the
next morning. The General Definitory, on
the contrary, could, before returning to new
York, prolong their stay by taking part in
the formation meeting of the Ministers
Provincial which, given the celebration of
the anniversary of John Duns Scotus this
year, was on his thoughts. Br. Dominic
Monti, Vicar Provincial and a teacher at the
St. Bonaventure University, gave a demanding and good discourse on the topic of
Freedom and Contingency in the thought of
Duns Scotus; a discourse and debate which
gave unanimous satisfaction.
BR. MARIO FAVRETTO
6. Laboratorio formativo della Conferenza Nord-Slavica
Dal 31 marzo al 5 aprile 2008 si sono
riuniti a Piešťany, in Slovacchia, 28 Forma-
tori della Conferenza Nord-Slavica OFM.
Dopo l’intervento di Sr. Hilaria Hatko sul
cosiddetto «enneagramma», un metodo per
conoscere se stessi, il promotore del laboratorio, Segretario per la Formazione e gli
Studi della Conferenza, Fr. Witosław Sztyk,
ha affermato che l’«enneagramma», termine usato e descritto dal nostro confratello
Fr. Richard Rohr, è uno strumento, che non
può essere ignorato, poiché può essere molto utile nel processo formativo.
All’incontro hanno partecipato i Formatori francescani della Polonia, Slovacchia, Ucraina e Repubblica Ceca. In quest’occasione i partecipanti hanno avuto la
possibilità di incontrasi con la Fraternità
formativa di Bratislava e con Fr. Juraj
Mihaly, Ministro provinciale della Slovacchia.
7. Notitiæ particulares
– FR. JOSÉ ELÍAS RAUDA GUTIÉRREZ,
OFM, è stato nominato da Benedetto
XVI Vescovo Ausiliare della Diocesi di
Santa Ana (El Salvador), finora Responsabile dell’Ufficio per gli Affari Giuridici della Curia Provinciale dei Frati Minori, assegnandogli la sede titolare vescovile di Foraziana.
(L’Osservatore Romano, 26 gennaio 2008)
Breve nota biografica
Fr. José Elías Rauda Gutiérrez, della
Provincia “Nostra Signora de Guadalupe”
(America Cemtrale e Panama), è nato a
Agua Caliente, diocesi di Chalatenango, il
20 luglio 1962. Entrato in Noviziato il 16
gennaio 1980, ha emesso la professione
temporanea il 16 gennaio 1981 e quella solenne il 28 febbraio 1987. Il 1° aprile 1989
è stato ordinato sacerdote.
Ha compiuto gli studi ecclesiastici di Filosofia presso l’Università “San Carlo” in
Guatemala e di Teologia presso l’Università
“Francisco Marroquín” e presso l’Università Centroamericana UCA di San Salvador.
Ha ottenuto la Licenza e quindi il Dottorato
in Diritto Canonico presso la Pontificia
Università “Antonianum” di Roma.
AD CHRONICAM ORDINIS
Ha svolto i seguenti incarichi: Maestro
dei Postulanti a San Pedro, Sacatepéquez
(Guatemala), Vice parroco nella parrocchia
di San Pedro di Sacatepéquez (Guatemala),
Guardiano della Comunità di San Pedro in
Sacatepéquez (Guatemala), Parroco di
“Reina de la Paz” a Soyapango, Arcidiocesi di San Salvador (El Salvador), Economo
della Fraternità “Bosques de Prusia” (El
Salvador). Dal 2005 è Responsabile dell’Ufficio per gli Affari Giuridici della Curia
Provinciale dei Frati Minori con sede in
Guatemala.
– MONS. HILÁRIO DA CRUZ MASSINGA,
OFM, è stato nominato da Benedetto
XVI Vescovo della Diocesi di Quelimane (Mozambico), finora Vescovo della
Diocesi di Lichinga (cf AOFM,
1[2003]127).
(L’Osservatore Romano, 26 gennaio 2008)
– MONS. FAUSTO GABRIEL TRÁVEZ TRÁVEZ, OFM, Vescovo titolare di Sulletto e
finora Vicario Apostolico di Zamora, è
stato nominato da Benedetto XVI Vescovo di Babahoyo, Ecuador (cf AOFM,
2[2003]126-127).
(L’Osservatore Romano, 28 marzo 2008)
– FR. PIOTR HERKULAN MALCHUK, OFM,
della Provincia S. Michele Arcangelo, in
177
Ucraina, è stato nominato da Benedetto
XVI Vescovo Ausiliare della Diocesi di
Odessa-Simferopol dei Latini (Ucraina),
con la sede titolare vescovile di Media.
(L’Osservatore Romano, 30 marzo 2008)
Breve nota biografica
Fr. Herkulan, nato il 7 luglio 1965 a Sloboda Rashkiv (Moldova), ha emesso la professione temporanea nell’Ordine dei Frati
Minori il 4 gennaio 1990 e quella solenne
22 agosto 1993. È stato ordinato sacerdote
il 7 giugno 1992, dopo aver compiuto gli
studi presso il Seminario Maggiore di Riga.
Ha ottenuto il Dottorato in Teologia spirituale presso l’Ateneo Antonianum di Roma (1998). Ha ricoperto diversi incarichi,
tra i quali: Vice-Parroco a Polonné (19981999); Custode e in seguito Ministro provinciale della Provincia S. Michele Arcangelo in Ucraina (2004-2007). Dal 2007 è
Economo provinciale.
– FR. PIERBATTISTA PIZZABALLA, OFM,
Custode di Terra Santa, è stato nominato
da Benedetto XVI Consultore della
Commissione per i Rapporti Religiosi
con l’Ebraismo presso il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei
Cristiani.
(L’Osservatore Romano, 27 aprile 2008)
1. Libri
BIBLIOGRAPHIA
– AA.VV., Dizionario Bonaventuriano,
Edizioni francescane, Padova 2008, pp.
909.
– AA.VV., Memorias. Curso de formación
para la misión y la evangelización en
clave franciscana. “La osadía de vivir el
Evangelio”, del 25 al 28 de junio de
2007, Editorial Bonaventuriana, Bogotá
2008, pp. 291.
– AA.VV., Quaderni Biblioteca Balestrieri, nn. 5.6.7, La Grafica, Ragusa 2006,
pp. 167. 188. 174.
– AGULLÓ PASCUAL J. BENJAMÍN, La real
acadèmia de cultura valenciana i el pare Fullana, Discurs llegit el dia 3 de
març de 2008 en la seua recepció com a
acadèmic de número, Real Acadèmia
de Cultura Valenciana, Valéncia 2008,
pp. 55.
– ALOISI SABRINA, Santa Maria delle Grazie. La nascita dei ritiri francescani, Tipocrom srl, Roma 2000, pp. 206.
– BOVE CRISTOFORO (a cura di), Padre
Simpliciano della Natività. Parole dal
silenzio. La carità che brucia, Edizioni
San Paolo, Torino 2007, pp. 115.
FEDERICO,
Matteo
– CANACCINI
d’Acquasparta tra Dante e Bonifacio
VIII, Edizioni Antinianum, Roma 2008,
199+10.
– CONCETTI GIUSEPPE, I Settempedani a S.
Pacifico nel 1839 (festeggiamenti e componimenti poetici), Tipografia S. Giuseppe, Santuario S. Pacifico, Sanseverino Marche 2008, pp. 95.
– FOUGÈRE ANNE, Sainte Colette recluse,
pérégrine, fondatrice, éditions franciscaines, Paris 2008, pp. 48.
– GENERAL SECRETARIAT FOR FORMATION
AND STUDIES, “Evangelium observare”.
Acta. II Congressus Internationalis Moderatorum Formationis Continuæ OFM,
S. Mariæ Angelorum, 13-28 octobris
2007, Ingegno Grafico, Roma 2007, pp.
428.
– HOŠKO EMANUEL, Biskup Vrhovac između baroka liberalizma, (Il Vescovo
Vrhovac tra barocco e liberalismo), Zagreb 2007, pagg. 214.
– IBRAHIM NAJIB, Gesù Cristo Signore dell’universo. La dimensione cristologica
della lettera ai Colossesi, Edizioni Terra
Santa/Franciscan Printing Press, Milano/Jerusalem 2007, pp. 240.
– LONGO FABIO, 1928-2007. Settantanove
anni di presenza a Cormòns dei Frati
Minori, Imprimenda, Limena 2007, pp.
80.
– PERI VITTORIO, Ludovico da Casoria un
“ciclone” di carità, Editrice Velar, Gorle 2007, pp. 48.
– PIEPER ROLAND - EINHORN JÜRGEN WERINHARD, Franziskaner zwischen Ostsee, Thüringer Wald und Erzgebirge.
Barute-Bilder-Botschaften, Ferdonand
Schöningh, Paderborn 2005, pp. 256.
– PROVINCE DEI FRATI MINORI DELL’ITALIA
SETTENTRIONALE (a cura di), Ratio Formationis Interprovincialis, Tipografia
Egizia, Torino 2007, pp. 72.
– TONNA IVO, Outlines of Franciscan Philosophy. Doctrinal Synthesis of Franci-
180
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
scan Thought in the XIII and XIV Centuries, TAU Edition, Malta 2008, pp. 292.
– VRGOČ MIRO, Duhovni stupovi Boesne
Srebrene (Le colonne della Bosnia Argentina), Sarajevo-Zagreb 2007, pp.
798.
– ZAHNER PAUL - BIEGER DAMIAN, Regel
und Leben. Materialien zur FranziskusRegel, I, Fachstelle Franziskanische Forschung, Münster 2007, pp. 148.
2. Extracta
– GAVIGLIA QUIRINO, Il Convento francescano di san Pietro in Carpineto Romano: Leggi eversive e interventi leoniani.
I Documenti, in “Frate Francesco. Rivista di cultura francescana”, aprile 2008,
n. 1, pp. 7-51.
1. Pllumi Fr. Zef
NECROLOGIA
Mali i Rrencit, Albania, 07.04.1924
Roma, Italia, 09.25.2007
Fr. Zef (Giuseppe) Pllumi è nato il 7 aprile del 1924, a Mali i Rrencit. Nel 1931 ha ricevuto il sacramento del battesimo e nel
1932 quello della cresima nella parrocchia
di Scutari. Entrato giovanissimo nel Collegio francescano di Scutari, fu ammesso nel
1940 in Noviziato di Troshan ed emise la
professione temporanea il 4 ottobre 1941.
Dopo aver frequentato gli studi nel Liceo
“Illyricum”, compì gli studi di Teologia nel
convento di S. Francesco d’Assisi a Scutari.
Durante gli anni 1943-1944 ha collaborato alla pubblicazione della rivista “Hylli i
Dritës” (Stella Mattutina) e, nello stesso
tempo, è stato segretario personale del Ministro provinciale, Fr. Mati Prendushi. Fr.
Zef apprese molto da alcune grandi figure
di Francescani, come Fr. Giorgio Fishta, Fr.
Antonio Harapi, Fr. Giovanni Shllaku, Fr.
Paolo Dodaj, Fr. Donato Kurti e Fr. Bernardino Palaj.
Ha emesso la professione solenne nel convento di S. Francesco d’Assisi a Gjuhadol
Scutari, il 2 febbraio 1946. Nel stesso anno è
stato ordinato diacono. Allo zelo e all’entusiasmo di Fr. Zef, per il servizio nella vigna
del Signore, si contrappose l’ideologia
marxista, che sradicò in Albania tutto ciò che
si riferiva al cristianesimo. Nel 1946, infatti,
furono proibite tutte le attività religiose e il
convento di Gjuhadol fu trasformato da luogo
di fede, di speranza e di amore in prigione,
dove le sofferenze e le torture andarono ben
oltre ogni limite dell’immaginazione. Fr. Zef,
con molti altri chierici, fu arrestato il 14 dicembre del 1946 e condannato da un tribunale militare agli inizi del 1948 a tre anni di carcere, che scontò a Scutari, a Beden di Kavaja
e a Orman-Pojan di Maliq. Uscito dal carcere, ritornò nel convento di Arra e Madhe
(Scutari). Durante questo primo arresto, co-
me racconta nei suoi scritti, Fr. Zef soffrì molto, rimase legato per giorni interi alle scale
del convento di Gjuhado, ma rimase fedele a
Cristo.
Nel 1956 fu ordinato sacerdote e svolse
il suo ministero sacerdotale per 12 anni a
Dukagjin, nonostante le difficoltà create dal
regime comunista. Ma nel 1967 fu arrestato
di nuovo e visse per 23 anni in diverse prigioni e in campi di concentramento, subendo le più terribili torture e passando attraverso varie malattie.
L’aurora della libertà, però, stava per
spuntare, anche per Fr. Zef: l’11 aprile
1989, infatti, fu scarcerato. Gli anni e soprattutto le conseguenze delle sofferenze e
dei patimenti subiti non arrestarono
l’entusiasmo e non affievolirono lo zelo di
Fr. Zef, che, subito dopo la liberazione, riprese il suo ministero sacerdotale come parroco nella Chiesa di S. Antonio a Tirana, come annunciatore del Vangelo, cercando di
coniugare fede e cultura come via privilegiata per far crescere umanamente e spiritualmente il popolo albanese così tanto provato. Frutto di questa sua convinzione sono
le sue molte attività religioso-culturali: la
ripubblicazione, dal 1993, della Rivista
Hylli i Dritës (Stella Mattutina); l’edizione
di una serie di libri: l’opera monumentale
“Rrno vetëm për me tregue” (Vivi solo per
raccontare), “Françeskanët e mëdhaj” (I
grandi francescani), “Frati i Pashallarëve
Bushatli, Erazmo Balneo” (Il frate dei Pasha di Bushati, Erazmo Balneo), “Ut heri
dicebamus - sic i thonim dje” (Come dicevamo ieri), “Njerëz fisnik” (Gente nobile),
“Histori kurrë e shkrueme” (Storia mai
scritta), “Para njimijë vjetve” (Mille anni
fa), “Antipoezi për shekullin e njizetë” (Antipoesie per il ventesimo secolo), un numero speciale di “Hylli i dritës” (Stella Mattutina) dedicato a P. Giorgio Fishta.
Rilevante è stato anche il suo impegno in
campo politico-sociale a favore del suo po-
182
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
polo che era uscito dalla lunga e terribile
dittatura marxista, come l’invio di oltre
150 studenti per la formazione nei paesi
occidentali, la ricostruzione della Biblioteca “P. Giorgio Fishta“ a Scutari, fornendo
ad essa anche libri e documenti di grande
valore, compresi i suoi manoscritti molto
preziosi. Nel 2005, con la collaborazione
della nuova generazione di Francescani,
ha iniziato l’edizione di una collana francescana con le opere di insigni Frati Minori, diventati autori classici della cultura albanese. Per tutto questo il Presidente della
Republica, Alfred Moisiu, il 29 giugno
2006 ha conferito Fr. Zef Pllumi
l’onorificenza “L’Onore della Patria”. In
quella circostanza il Presidente ha definito
Fr. Zef «rappresentante del patrimonio
culturale dell’Albania, una vera istituzione, che ha resistito alla dittatura e a tempi
difficili, simbolo della libertà». Rispondendo al Presidente, Fr. Zef Pllumi ha affermato di accettare con piacere tale onorificenza come un segno della scomparsa
di censure e delle discriminazioni a causa
delle etnie, delle varietà delle idee e dei valori religiosi. Nello stesso anno il Ministero della Cultura dell’Albania ha assegnato
a Fr. Zef il premio letterario “Penna d’oro“
per l’opera monumentale: “Rrno vetëm
për me tregue” (Vivi solo per raccontare).
Fr. Zef ha trascorso gli ultimi anni di vita nei conventi di Arra, di Madhe e di
Gjuhadol. In quest’ultimo convento, però,
il suo stato di salute peggiorò molto. Per
questo motivo il 14 agosto 2007 Fr. Zef è
stato ricoverato al Policlinico Agostino Gemelli, Roma/Italia, dove, assistito e confortato da alcuni Confratelli della sua Provincia, è passato alla casa del Padre il 25 settembre 2007.
2. Mons. José H. Gómez González ofm
Lalín-Pontevedra, España, 03.04.1932
Lugo, España, 08.01.2008
Fr. José H. Gómez González, obispo
emérito de Lugo (España), nació en Lalín
(Lugo-España) el 3 de abril de 1932. Realiza sus estudios primarios en la misma villa
y en Cea (Orense) y la enseñanza secundaria en los Colegios franciscanos de Herbón
(Padrón) y Ponteareas.
Ingresa en la Orden franciscana en
1948, emitiendo sucesivamente la profesión simple el 13 de agosto de 1949, y la
profesión solemne el 18 de agosto de
1953. Realizados los estudios de Filosofía
y Teología sucesivamente en los Colegios
Franciscanos de Ponteareas y Santiago, se
ordenó sacerdote en esta última ciudad el
24 de junio de 1956. Ante el resultado brillante de sus estudios eclesiásticos fue elegido inmediatamente para proseguir los de
la carrera universitaria en Roma. En 1953
se licenció en la Facultad de Teología, sección de Moral, del Pontificio Ateneo Antonianum. Llevado de su innata vocación jurídica, se inscribió luego en la Facultad de
Derecho de la Pontificia Universidad Lateranense de Roma obteniendo la Licenciatura en Derecho Canónico en junio de
1959 y la Licenciatura de Derecho Romano en junio de 1960. Culminaba esta carrera con la obtención del Doctorado el 24 de
junio de 1961.
En la Provincia Franciscana de Santiago
desempeñó sucesivamente los cargos de Vice-Rector del Colegio de Santiago por dos
trienios, del Rector del mismo Colegio durante tres años, de Vicario Provincial durante un sexenio, y de Secretario Provincial de
Formación y Estudios.
Su consagración episcopal tuvo lugar el
28 de junio de 1980, vigilia de la solemnidad de los Apóstoles Pedro y Pablo. Durante 27 años ha estrado al frente de la Diócesis de Lugo. Los fieles le han definido como
un pastor y amigo. La labor de Fr. José podría sintetizarse en el pastoreo episcopal y
la amistad con sus colaboradores y fieles.
En Fr. José la Diócesis de Lugo ha descubierto al pastor y al amigo que asumió desde el primero momento que llegó a la Diócesis la preocupación por la puesta en práctica de algunas de las más hondas
intuiciones del Concilio Vaticano II.
Querido, respetado, valorado como Pastor y Padre, ha sido un ejemplo para seguir
y un testimonio vivo para imitar. Descansa
en paz.
183
NECROLOGIA
3. Fr. Leonardo (Ausencio) Sánchez Zamarripa
Fresnillo, México, 08.12.1933
Zapopan, México, 29.02.2008
Fray Leonardo nació el 18 de diciembre
de 1933; ingresó al Noviciado el 13 de julio
de 1951; hizo la primera profesión el 14 de
julio de 1952; profesó solemnemente en la
Orden el 18 de diciembre de 1956 y fue ordenado sacerdote el 19 de diciembre de
1959.
Desempeñó los oficios de Vice-rector en
San Agustín de 1961 a 1963. Fue Director
de Colegios en Monterrey, Etzatlan y Ensenada de 1964 a 1968. Director de Ideales
Franciscanos de 1971 a 1972. Vicario Fijo
en San Agustín de 1972 a 1975. Profesor en
Teología de 1975 a 1981. Durante muchos
años fue encargado del Archivo histórico
provincial y Cronista de la misma. A este ultimo oficio renunció en septiembre de 2007
para dedicar un poco mas de tiempo a cuidar su salud, que empezaba a deteriorarse
muy rápido, después de una operación de
próstata; al realizarle esta operación descubrieron un cáncer avanzado y la diabetes,
enfermedad ya antigua, no le pudo ser finalmente controlada. Fue internado en el
Sanatorio San Francisco los últimos siete
días de su vida y paso el mayor tiempo de
esta etapa en terapia intensiva; sus riñones
estaban paralizados y se trato de restablecer
su funcionamiento en vano.
Fray Leonardo estudio Historia en la
Academy of American Franciscan History,
University Catholic of America en Washington y en la St. Bonaventure de New
York, USA. Entre los múltiples y últimos
trabajos en los que colaboro como compilador esta el Diario histórico o Diario de
Narvais por Fray Mariano Antonio de Vasconcelos; acababa de dictar una conferencia
sobre la creación del curato, origen y fundación en la ciudad de Monterrey con motive del Centenario de la Provincia. Existen
huellas en su expediente de que fue uno de
los hermanos que prepare las celebraciones
de los 80 anos de la Provincia, como el mismo menciona “urgido de tiempo y calma”;
también hay testimonies en su expediente,
de agradecimientos de colegas suyos por la
ayuda que les brindo en diversos trabajos,
en particular a los historiadores de Estados
Unidos de Norteamérica, para una investigación prolongada respecto a las misiones
en la provincia colonial de Texas (material
microfilmado en el Archivo). Colaboró durante muchos anos en El Informador, diario
de circulación local.
Sabemos en general de su labor tan importante como investigador, para la historia
mexicana y para la historia franciscana de la
Provincia y del Continente y reconocemos
su trabajo y celo al desempeñar su oficio
con tanto profesionalismo.
FR. ANTONIO GONZÁLEZ PORRES, OFM
4. Fr. Adriano Garuti
San Prospero, Italia, 30.12.1938
Bologna, Italia, 11.03.2008
Colpito da un male incurabile, che lo ha
costretto a trascorrere gli ultimi giorni della
sua vita ricoverato presso la Casa di Cura
“Villa Luisa” e al Policlinico Gemelli a Roma, Fr. Adriano è stato trasportato nell’Infermeria provinciale di Bologna l’8 marzo,
dove è deceduto l’11 marzo 2008.
Nato il 30 dicembre 1938 a San Prospero (MO), nel settembre del 1949 intraprese
la vita francescana nel seminario serafico
dell’Osservanza di Bologna. Nel convento
di Villa Verucchio, nel 1954, iniziò l’anno
di noviziato, interrompendolo dopo sei mesi per motivi di salute. Il giovane Fr. Adriano trascorse un periodo di degenza presso il
convento di San Piero in Bagno, al termine
del quale concluse l’anno canonico di noviziato presso il convento della Verna, emettendo la professione temporanea il 30 settembre 1956. Dopo gli studi liceali a Piacenza, a Bologna si dedicò allo studio della
Teologia e qui, l’8 dicembre 1962, emise la
professione solenne presso il convento di S.
Antonio. Il 25 luglio del 1964 ricevette dal
Card. Lercaro l’ordinazione sacerdotale.
Dopo l’ordinazione fu trasferito a Roma
per lo Studio della Teologia, conseguendo il
Dottorato in Sacra Teologia presso il Ponti-
184
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
ficio Ateneo Antonianum nel 1968. Rientrato in Provincia, per un anno fu Vicario
parocchiale presso il convento di Milano
Marittima e si dedicò a diverse attività pastorali con i giovani della nostra parrocchia
di Cesena. Nel 1969 fu trasferito presso il
convento di Sant’Antonio a Bologna con
l’incarico di Professore di Dogmatica presso lo Studio Teologico Sant’Antonio, per il
quale organizzò anche la Biblioteca.
Trasferitosi a Roma nel 1975, mentre era
docente presso il Pontificio Ateneo Antonianum, fu nominato Addetto di Segreteria
della Congregazione per la Dottrina della
Fede e, nel dicembre del 1987, Giovanni
Paolo II lo nominò Capo Ufficio della stessa Congregazione.
Nel 2000 Fr. Adriano venne invitato ad
insegnare
“Ecclesiologia”
presso
l’Università Pontificia Lateranense, ricevendo la nomina di “Professore Ordinario”
nel febbraio del 2007. Nel dicembre dello
stesso anno Benedetto XVI lo nominò Consultore della Congregazione per la Dottrina
della Fede, nel Dicastero dove per tanti anni aveva lavorato con dedizione.
Distintosi per la sue qualità di ricercatore e di insegnante, pubblicò, fra gli altri, alcuni lavori molto apprezzati: “La collegialità oggi e domani” (1982); “Paolo VI e la
collegialità episcopale” (1992); “Il Patiarca
d’Occidente? Studio storico dottrinale”
(1990); “Libertà religiosa ed Ecumenismo.
La questione del territorio canonico in Russia” (1995); “Primato del Vescovo di Roma
e dialogo ecumenico” (1999); “Patriarca
d’Occidente? Storia ed attualità” (2007).
Nessuno dei suoi concittadini avrebbe
pensato che quel ragazzino così vivace, finite le scuole elementari, sarebbe entrato nell’Ordine dei Frati Minori, per diventare Frate Adriano. Le sue doti, le sue capacità e la
sua preparazione non tardarono a manifestarsi sia quando iniziò l’insegnamento a Bologna, presso il nostro Studio Teologico, sia
quando fu scelto dai Superiori per venire incontro alla richiesta della Congregazione per
la Dottrina della Fede di rendere disponibile
un Frate per un incarico presso il Dicastero.
Fr. Adriano si distinse per la sua spiccata capacità per lo studio, il carattere forte e
leale, l’impegno costante e la tenace volontà. Se ad un primo impatto poteva sembrare burbero e schivo, le persone che lo
hanno conosciuto, lo ricordano semplice,
schietto, capace di trasmettere buonumore e
alieno da qualsiasi compromesso. Uomo
pratico e generoso, ebbe sempre cura di essere preparato ed aggiornato per fare al meglio ciò che gli veniva affidato.
I suoi funerali sono stati celebrati il 14
marzo 2008, presso la Basilica di S. Antonio in Bologna. Presieduti da Mons. Rino
Fisichella, Rettore Magnifico dell’Università Lateranense, vi hanno partecipato, tra
gli altri, il Card. William Joseph Levada,
Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e il Ministro generale dei Frati Minori, Fr. Josè R. Carballo.
FR. MARCO ZANOTTI, OFM
5. Fr. Onorio Pontoglio
Berlingo (BS), Italia, 26.06.1922
Alzate Brianza (CO), Italia, 24.04.2008
Fr. Onorio nasce a Berlingo (BS) il 26
Giugno 1922 e viene battezzato nella Parrocchia di S. Maria Nascente con il nome di
Pietro Paolo. A sedici anni entra nel Seminario minore della Provincia religiosa dei
Frati Minori, dapprima a Saiano (BS)
(1938-39), quindi a Cividino (1939-40), dove frequenta gli studi ginnasiali. Il 15 Agosto 1940 a Rezzato (BS) riceve il saio della
prova da Fr. Bonifacio Bertoli, Delegato del
Ministro provinciale, e trascorre l’anno di
noviziato, al termine del quale, il 18 Agosto
1941, emette la Professione temporanea
nelle mani del Ministro provinciale fr. Arcangelo Galli. Dal 1941 al 1944 frequenta
gli studi liceali a Sabbioncello di Merate
(LC). Il 20 Agosto 1944 emette la Professione solenne a Busto Arsizio (VA) nelle
mani di Fr. Giovanni Chiodini, Ministro
provinciale. Affronta lo studio della teologia a Busto Arsizio (1944-47) e a Milano S.
Antonio (1947-48). Riceve sia l’ordinazione diaconale che quella presbiterale da
S. Em.za il beato Card. Ildefonso Schuster,
NECROLOGIA
Arcivescovo di Milano, rispettivamente il
13 Marzo 1948 a S. Bernardino alle Ossa e
il 27 Giugno 1948 nella Basilica dei SS.
Apostoli e Nazaro, a Milano.
Prosegue i suoi studi teologici a Roma,
presso il Pontificio Ateneo Antonianum,
conseguendo la laurea in teologia dogmatica nel 1951. Rientrato in Provincia, è insegnante di teologia a Busto Arsizio (195154). Il 26 Marzo 1954 viene incaricato di
reggere l’Istituto Luzzago a Brescia, da poco ceduto dalla Diocesi alla Provincia religiosa. Fr. Onorio, con passione, competenza e determinazione riesce a dare un tale
impulso all’Istituto da rendere necessaria,
nel 1960, la costruzione del Collegio-Convitto Franciscanum per ospitare gli alunni,
presso il Convento di S. Gaetano. Resterà
Rettore dell’Istituto e del Collegio e insegnante fino al 1976.
Nel 1956 consegue il titolo di Dottore in
Filosofia presso l’Università Cattolica del
Sacro Cuore di Milano, essendo ancora
Rettore dell’Ateneo Fr. Agostino Gemelli.
In quegli anni ricopre in Provincia gli incarichi di Prefetto degli studi (1958-64),
Definitore provinciale (1958-64) e Vicario
provinciale (1967-76). È, inoltre, Visitatore
generale nella Provincia delle Marche
(1969) e nella Provincia di Lecce (1972).
Il 9 Luglio 1976 viene eletto Ministro
provinciale e si trasferisce presso la Curia,
a Milano S. Angelo. Durante il suo mandato entrano in vigore i nuovi Statuti particolari della Provincia, i primi dopo il Concilio
Vaticano II, viene data particolare attenzione alla pastorale vocazionale e si avviano i
corsi di formazione permanente, si conclude l’esperienza della fraternità operaia del
Villaggio Sereno di Brescia, viene chiuso il
Convento di Lodi, mentre viene eretta e affidata alla Provincia la Parrocchia S. Bartolomeo al Passo Tonale; ricorrono, inoltre il
750° della morte di S. Francesco (1976) e il
centenario della nascita di Fr. Agostino Gemelli (1978): entrambe le ricorrenze vengono festeggiate in Provincia con diverse celebrazioni spirituali e manifestazioni culturali. Dal 1976 al 1979 è anche Assistente del
gruppo di Milano delle Missionarie della
Regalità.
185
Il 15 Giugno 1979, durante il Capitolo
generale dell’Ordine ad Assisi, Fr. Onorio
viene eletto Vicario: si trasferisce a Roma,
pertanto, nella Curia generalizia fino al
1985, dove svolge anche l’incarico di Procuratore generale. In quegli anni è Assistente nazionale delle Missionarie della Regalità (1982-91); Visitatore generale delle Case dipendenti dal Ministro generale –
Antonianum (1979) e Grottaferrata (1980) –
delle Custodie argentine della Provincia di
Roma e delle Marche (1983), della Calabria
(1984), e infine Visitatore apostolico in Bosnia-Erzegovina (1981).
Rientrato in Provincia, viene destinato a
Brescia S. Gaetano come Guardiano (198588), svolgendo anche l’incarico di Docente
all’Università Cattolica del Sacro Cuore di
Brescia (1986-92). È Visitatore generale
nella Provincia di Trento (1987).
Numerose sono state negli anni le sue
pubblicazioni di articoli e testi di conferenze su varie riviste, competente la sua collaborazione per i testi di formazione e gli
Esercizi spirituali degli Istituti Secolari della Regalità di Cristo. È stato Membro di diversi organismi diocesani e nazionali (CISM, COMPI).
Dal 1988 è a Saiano, dapprima come
Guardiano (1988-91), quindi come Delegato
(1991-94; 1997-98) ed Economo (1997-98),
quando nel 1991 il Convento viene ridotto a
Casa filiale di Brescia S. Gaetano. Fr. Onorio permane a Saiano, benché ascritto alla
fraternità di S. Gaetano, anche negli anni
1998-2000, quando Saiano diventa ‘eremo
della Provincia’: in quel periodo si rafforza il
legame, umano e spirituale, con la comunità
di recupero Mondo X, a cui è affidata buona
parte della struttura conventuale. Svolge ancora incarichi per l’Ordine, come Visitatore
generale in Terra Santa (1991-92) e per la
Santa Sede, come Assistente delle Clarisse
della Federazione Lombardia-Liguria-Piemonte (1989-95), Assistente centrale degli
Istituti secolari della Regalità di Cristo (ramo
femminile, maschile e sacerdotale) dal 1991
al 2001, quindi Assistente dei soli Missionari (ramo maschile) dal 2001 al 2005.
Durante l’anno 2005, rendendosi necessaria una maggiore attenzione alla sua salu-
186
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
te che andava peggiorando col tempo, Fr.
Onorio viene accolto dai ragazzi della comunità di Mondo X a Cielo 91, ad Alzate
Brianza (CO), e amorevolmente accompagnato nell’ultimo tratto della sua lunga e feconda strada di frate, sacerdote, insegnante
e formatore di intere generazioni di studenti e di consacrati.
Sorella morte lo ha incontrato preparato,
il giorno del suo onomastico, al vespro del
24 Aprile 2008, pronto a realizzare con
l’atto estremo della vita quanto egli aveva
sempre perseguito, ponendolo a oggetto
della sua tesi di laurea in teologia: la naturale predisposizione dell’anima umana al
soprannaturale.
A laude di Cristo e del poverello Francesco.
FR. ERNESTO DEZZA, OFM
6. Anno 2005 mortui sunt
* 8 febbraio 2005: THEBAULT FR. JEAN, nato a Meillac, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Nantes all’età di anni 79, di
vita francescana 55 e di sacerdozio 49.
* 15 marzo 2005: BECHEN FR. HENRI, nato
a Morlaix, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Rennes all’età di anni 72,
di vita francescana 54 e di sacerdozio 47.
* 16 marzo 2005: GENIES FR. LOUIS, nato
a Montauban, della Prov. B. Pacifici,
Francia. È morto a Nerac all’età di anni
85, di vita francescana 63 e di sacerdozio
58.
* 4 aprile 2005: PAINDAVOINE FR. ANDRÉ,
ANDRÉ-JOSEPH, nato a Lille, della Prov.
B. Pacifici, Francia. È morto a Lille all’età di anni 82, di vita francescana 63 e
di sacerdozio 55.
* 8 maggio 2005: MAIGNE FR. JOSEPH, nato a St. Gerorges de Reintembault, della
Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a
Nantes all’età di anni 86, di vita francescana 67 e di sacerdozio 60.
* 10 luglio 2005: LUGANS FR. GEORGES,
JEAN, nato a Parsi, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Tarbes all’età di
anni 94, di vita francescana 78 e di sacerdozio 70.
* 24 settembre 2005: SERGENT FR. CLÉMENT, AUGUSTE, nato a Equihen, della
Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Devres all’età di anni 83, di vita francescana 63 e di sacerdozio 56.
* 26 settembre 2005: SCHYMECKI FR.
CHRISTOPHE, JOSEPH, nato a Katowice,
Polonia, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Limoges all’età di anni
94, di vita francescana 67 e di sacerdozio 59.
* 8 novembre 2005: DE CASTELBAJAC FR.
HENRI-JOSEPH, ROBERT, nato a Quimper,
della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto
a Besançon all’età di anni 79, di vita
francescana 61 e di sacerdozio 53.
* 29 novembre 2005: BOTREL FR. OLIVIER,
nato a Morieux, della Prov. B. Pacifici,
Francia. È morto a Orsay all’età di anni
83, di vita francescana 61 e di sacerdozio
57.
7. Anno 2006 mortui sunt
* 8 febbraio 2006: SCHMOLL FR. OLIVIER,
nato a Mouveaux, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Nantes all’età di
anni 92, di vita francescana 60 e di sacerdozio 54.
* 3 marzo 2006: BARUE FR. JEAN-PAUL,
JEAN, nato a Orléans, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Saint Palais all’età di anni 79, di vita francescana 62 e
di sacerdozio 51.
* 9 giugno 2006: SAGNOUX FR. JOSEPHHENRI, nato a St-Julien aux Bois, della
Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Prémilhat all’età di anni 78, di vita francescana 56 e di sacerdozio 50.
NECROLOGIA
* 26 giugno 2006: PRUNET FR. VINCENT,
PIERRE, nato a Raulhac, della Prov. B.
Pacifici, Francia. È morto a Béziers all’età di anni 80, di vita francescana 60 e
di sacerdozio 53.
* 29 dicembre 2006: GOETTENS FR. BRUNO, OTTMAR, nato a Santa Clara, Loicado, della Prov. S. Francisci Assisiensis,
Brasile. Dopo aver studiato sociologia a
Lovanio e a Tilburg, è stato Professore,
Guardiano, Custode Maestro dei Teologi Fondatore di CPCA, Cappellano delle
Clarisse, Moderatore della Formazione
permanente, Vice Parroco. È morto a
Porto Alegre all’età di anni 80, di vita
francescana 60 e di sacerdozio 53.
8. Anno 2007 mortui sunt
* 13 gennaio 2007: BRANCO FR. MANUEL
CÂNDIDO, nato a Rouçado, della Prov.
Ss. Martyrum Marochiensium, Portogallo. È morto all‘età di anni 79 e di vita
francescana 52.
* 18 gennaio 2007: GOMES FR. NORBERTO
FERNANDO, nato a Avidagos, della Prov.
Ss. Martyrum Marochiensium, Portogallo. È morto all’età di anni di anni 87, di
vita francescana 68 e di sacerdozio 62.
* 2 febbraio 2007: FERRY FR. DOMINIQUE,
nato a Paris, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Nantes all’età di anni 83, di
vita francescana 63 e di sacerdozio 59.
* 3 marzo 2007: GODEBOUT FR. MICHEL,
nato a Bosc-Bordel, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Perrou all’età di
anni 82 e di vita francescana 63.
* 6 marzo 2007: SAUTIÉ SOCARRAS FR. HILARIO, nato a La Haban, Cuba, della
Prov. Franciscanæ de Arantzazu, Spagna. Rimasto vedovo, entrò nell’Ordine e
a 69 anni fu ordinato sacerdote. Esercitò
il ministero sacerdotale con molto impegno, dedicandosi, soprattutto, alle missioni di casa in casa e alla visita degli in-
187
fermi. È morto a S. Antonio, La Habana,
all’età di anni 89, di vita francescana 23
e di sacerdozio 20.
* 6 marzo 2007: AJURIA BALENCIAGA FR.
FELIPE, nato a Berriatua, della Prov.
Franciscanæ de Arantzazu, Spagna. Entrò nell’Ordine a 35 anni, dedicandosi ai
lavori domestici con spirito gioioso ed
umile. È morto a Zarautz all’età di anni
85 e di vita francescana 49.
* 7 marzo 2007: GUIMARÃES FR. MANUEL
FERREIRA, nato a Taíde, della Prov. Ss.
Martyrum Marochiensium, Portogallo.
È morto all’età di anni 89 e di vita francescana 55.
* 17 marzo 2007: PEREZ DE PALOMAR ULLIVARRI FR. ANGEL, nato a Tuesta, della
Prov. Franciscanæ de Arantzazu, Spagna. È morto a Bermeo all’età di anni 85,
di vita francescana 67 e di sacerdozio 60.
* 25 marzo 2007: VILLARRUEL CERVANTES
FR. PABLO, JUAN MANUEL, nato a Ocotlán, Jal., della Prov. Ss. Francisci et Iacobi, Messico. Fu più volte Maestro dei
Postulanti, Maestro dei Novizi (19631972), Parroco in Etzatlán e in Santa
Anita. Dotato di humor, è stato molto stimato da varie generazioni di Frati. È
morto a San Pedro Garza García, N.L.,
all’età di anni 84, di vita francescana 55
e di sacerdozio 49.
* 30 maggio 2007: PUJOS FR. RENÉ-GABRIEL, RENÉ, nato a La Meyze, della
Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Limoges all’età di anni 92, di vita francescana 74 e di sacerdozio 65.
* 10 giugno 2007: GALDOS BIZKARGUENAGA FR. JOSÉ MARIA, nato a Dima, della
Prov. Franciscanæ de Arantzazu, Spagna. Dopo l’ordinazione sacerdotale ha
lavorato per 5 anni nel Collegio serafico
di Arantzazu. Nel 1954 fu inviato a Grottaferrata (Roma), dove si è licenziato in
Pedagogia e Spiritualità francescana.
Nel 1956 fu inserito nel “coetus” dei
188
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
Formatori presso il Collegio di Arantzazu, dove, per 20 anni, fu professore, educatore, rettore. Nel 1978 tornò a Roma
come Penitenziere presso la Basilica di
S. Giovanni in Laterano. Nel 2001 si è ritirato nel Santuario di Arantzazu. È morto a Arantzazu all’età di anni 83, di vita
francescana 65 e di sacerdozio 58.
* 28 luglio 2007: LÓPEZ MARTÍNEZ FR.
RAMÍRO, nato ad Aguascalientes, della
Prov. Ss. Francisci et Iacobi, Messico.
Gran parte della sua vita religiosa la visse come Direttore, Professore o incaricato dei Collegi. Fu un buon Frate, ricco di
virtù. È morto in Aguascalientes all’età
di anni 65, di vita francescana 39 e di sacerdozio 32.
* 30 luglio 2007: LAURENT FR. LUC, RAYMOND, nato a Le Puy, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Aix-en-Provence all’età di anni 94, di vita francescana 77 e di sacerdozio 70.
* 22 agosto 2007: CORSELIS FR. MARIEADRIEN, GABRIEL, nato a Roubaix, della
Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a
Nantes all’età di anni 88, di vita francescana 65 e di sacerdozio 60.
* 9 settembre 2007: ELCID CELIGÜETA FR.
DAMIEL, nato a Olite, della Prov. Franciscanæ de Arantzazu, Spagna. Nei primi
anni, dopo l’ordinazione sacerdotale, si
è dedicato all’educazione, per un anno,
nel Seminario di Arantzazu e per 10 anni a Santiago de las Vergas (Cuba). Tornato in Spagna nel 1961, visse nel convento di Santander. Dal 1966 fu a Madrid (Cisneros), dove fu Guardiano e
Segretario della Confres; dal 1970 a San
Fermin de los Navarros. Si è occupato
dei cubani in esilio; fu direttore spirituale della Legione di Maria, Definitore
provinciale, Delegato provinciale nel
Capitolo generale di Madrid (1973). Ha
scritto vari Libri su temi francescani e
sulla vita dei Santi. È morto a Bermeo all’età di anni 90, di vita francescana 75 e
di sacerdozio 64.
* 12 settembre 2007: GONÇALVES FR.
ANTÓNIO, nato a Freixianda, della Prov.
Ss. Martyrum Marochiensium, Portogallo. Dopo l’ordinazione sacerdotale, trascorse tutta la sua vita a Cuba, dove fu
testimone delle varie tappe politiche della Nazione. Il suo ministero fu portato
avanti con semplicità e con animo sereno e pacifico. Dopo 58 anni di apostolato a Cuba, si ritirò nell’Infermeria provinciale nel 2005. È morto all’età di anni 81, di vita francescana 64 e di
sacerdozio 58.
* 25 settembre 2007: PLLUMI FR. ZEF,
PREKË, nato a Mal i Rrencit, della Prov.
Annuntiationis BMV, Albania. È morto
presso il Policlinico Gemelli di Roma,
Italia, all’età di anni 83, di vita francescana 66 e di sacerdozio 51.
* 26 settembre 2007: CHADAM FR. AIGUSTYN, STANISŁAW, natoa a Zaburze, della
Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV,
Polonia. È morto a Kalwaria Zebrzydowska all’età di anni 91, di vita francescana 72 e di sacerdozio 65.
* 8 ottobre 2007: MOUQUE FR. DIDIER,
CHRISTIAN, nato a Hazebrouck, della
Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Lille all’età di anni 82, di vita francescana
60 e di sacerdozio 59.
* 11 ottobre 2007: DESHOGUES FR. ROGER,
nato a Hambuy, della Prov. B. Pacifici,
Francia. È morto a Saint Malo all’età di
anni 97, di vita francescana 77 e di sacerdozio 70.
* 3 novembre 2007: MAMELA FR. CYRIL,
STANISŁAW, nato a Sułowiec, della Prov.
Immaculatæ Conceptionis BMV, Polonia. È morto a Zakopane all’età di anni
100, di vita francescana 81 e di sacerdozio 72.
* 9 novembre 2007: MATEJKO FR. RAJMUND, TADEUSZ, nato a Roczyny, della
Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV,
Polonia. È morto a Piotrków Trybunal-
NECROLOGIA
ski all’età di anni 68, di vita francescana
47 e di sacerdozio 41.
* 12 dicembre 2007: SCHUCH FR. EUGÊNIO, GUILHERME, nato a Angelina, della
Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV,
Brasile. È morto a Blumenau all’età di
anni 99 e di vita francescana 71.
* 15 dicembre 2007: PÉREZ RAMÍREZ FR.
JOSÉ ALBERTO, nato a Marinilla, della
Prov. S. Fidei, Colombia. È morto a Bogotá all’età di 68, di vita francescana 36
e di sacerdozio 34.
* 16 dicembre 2007: POPIOŁEK FR. GABRIEL, ANTONI, nato a Ozimek, della
Prov. S. Hedvigis, Polonia. È morto a
Wroclaw, Polonia, all’età di anni 72, di
vita francescana 55 e di sacerdozio 48.
* 18 dicembre 2007: LOPES FR. JOSÉ
AFONSO, nato a Mondin da Beira, della
Prov. Ss. Martyrum Marochiensium,
Portogallo. È morto all’età di anni 78, di
vita francescana 61 e di sacerdozio 55.
* 19 dicembre 2007: CAPODICASA FR.
MARIANO, nato a S. Marco di Montefalco, della Prov. Seraphicæ S. Francisci
Assisiensis, Italia. Fratello religioso,
dedito per molti anni all’assistenza dei
malati nell’Infermeria della Porziuncola, ha unito al servizio generoso e fedele, alla letizia ed allo spirito fraterno,
una intensa e fiduciosa preghiera di intercessione, che ogni giorno rivolgeva a
Dio per il bene di tante persone. È morto ad Assisi all’età di anni 73 e di vita
francescana 40.
* 20 dicembre 2007: LEDRU FR. ANDRÉMARIE, BERNARD, nato a Reims, della
Prov. Trium Sociorum, Francia/Belgio.
Dopo una vita a servizio dei marocchini,
è morto a Marrakech all’età di anni 82 e
di vita francescana 59.
* 24 dicembre 2007: MICHAUD FR. PHILIBERT, STÉPHANE, nato a Machecoul, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a
189
Nantes all’età di anni 82 e di vita francescana 61.
* 28 dicembre 2007: ASSMANN FR. OLAVO,
nato a Monte Alverne, Santa Cruz do
Sul, della Prov. S. Francisci Assisiensis,
Brasile. Ha svolto vari servizi: ortolano,
formatore, Vice Maestro dei Novizi,
Economo locale. È morto a Porto Alegre
all’età di anni 63 e di vita francescana
42.
* 31 dicembre 2007: VERA ORTIZ FR. LUIS
GERARDO M., nato ad Azogues, della
Prov. S, Francisci de Quito, Ecuador.
Svolse gli incarichi di Guardiano, Commissario di Terra Santa, Assistente Nazionale dell’OFS e Segretario della Provincia. Fu un poeta: le sue poesie furono
pubblicate in tre volumi. È morto nella
Farternità di Guápulo all’età di anni 91,
di vita francescana 74 e di sacerdozio 66.
9. Anno 2008 mortui sunt
* 2 gennaio 2008: LOFTUS FR. CONRAD,
WILLIAM JAMES, nato a Bridgeport, della
Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Dedicò
tutta la vita al servizio delle forze armate, come Cappellano militare, ricoprendo varie e prestigiose mansioni e svolgendo il suo ministero in vari luoghi degli USA, in Corea, Viet Nam e
Germania. Continuato questo servizio da
volontario, dopo il pensionamento, si ritirò definitivamente nel 2003. È morto a
Ringwood, NJ, all’età di anni 80, di vita
francescana 58 e di sacerdozio 53.
* 2 gennaio 2008: DE VICO FR. MARCELLO, COSTANTINO, nato ad Alatri (FR),
della Prov. Romanæ Ss. Petri et Pauli,
Italia. Nel 1943 come cappellano militare è in Jugoslavia, in zona di guerra dove
viene fatto prigioniero. Sperimenta, come tanti uomini, l’assurdità dei campi di
concentramento prima in Jugoslavia e
successivamente in Germania. Come
cappellano Militare riceve molti riconoscimenti: il 27 dicembre 1972 il Presi-
190
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
dente della Repubblica Italiana gli conferisce l‘«Onorificenza di Cavaliere al
merito della Repubblica Italiana» per le
benemerenze acquisite nella fattiva collaborazione offerta all’Associazione Nazionale Italiana Cappellani Militari
d’Italia in congedo. Porta avanti con zelo e attenzione il servizio di “Penitenziere straordinario” nella basilica di San
Pietro per 35 anni. Per più di venti anni
lavora nella Segreteria della Conferenza
Italiana Superiori Maggiori (CISM). È
morto nell’Infermeria provinciale “Regina Apostolorum”, Roma, all’età di anni 92, di vita francescana 76 e di sacerdozio 69.
* 3 gennaio 2008: VOS FR. OTHO, FRANS,
nato a Mol, della Prov. S. Ioseph Sponsi
BMV, Belgio. Dal 1945 al 2001 è stato
missionario in Cile, dove ha lavorato a
Antofagasta, Caldero, Copiapo e Santiago. Spirito libero, cordiale, disponibile
ed attento ai bisogni dei Confratelli e dei
poveri. È stato professore nel Collegio di
Copiapo e parroco in vari luoghi. È morto a Antwerpen all’età di anni 92, di vita
francescana 71 e di sacerdozio 65.
* 7 gennaio 2008: ZANETTI FR. WILSON,
nato a Tietê, SP, della Prov. Immaculatæ
Conceptionis BMV, Brasile. Iniziò la
formazione francescana a 40 anni. Commercialista, fu Vice Economo provinciale per 6 anni, Guardiano della Casa-Madre, al centro di S. Paolo, per 6 anni. In
tre differenti periodi ha lavorato nella
pastorale parrocchiale a Sorocaba, dove
è morto all’età di anni 62, di vita francescana 21 e di sacerdozio 15.
* 7 gennaio 2008: ANAGNI FR. GUIDO,
POMPEO, nato ad Acuto (FR), della Prov.
Romanæ Ss. Petri et Pauli, Italia. Per
molti anni ha esercitato il suo servizio
nelle nostre parrocchie: nella parrocchia
del S. Cuore di Nettuno come vice-parroco, dal 1941 al 1954; dal 1960 al 1984
nella Parrocchia di San Leonardo da
Porto Maurizio in Acilia-Roma. In questi 24 anni di servizio pastorale viene
eletto dal presbiterio romano Prefetto
della XIII Prefettura di Roma-Sud, incarico che ricopre dal 1967 al 1974. È in
questi anni che mette a disposizione dei
fratelli il dono ricevuto con zelo e dedizione, tanto da essere chiamato fino all’ultimo periodo il “Padre Curato”. Viene ricordato come un Frate Minore che
ha vissuto e testimoniato la sua vocazione francescana sempre attento alla vita
della nostra Provincia: sempre presente
ad ogni Professione e Ordinazione, mai
dimenticava le ricorrenze dei suoi confratelli. È morto nella Parrocchia San
Leonardo da Porto M. di Acilia, Roma,
all’età di anni 96, di vita francescana 80
e di sacerdozio 72.
* 8 gennaio 2008: MONS. GÓMEZ GONZÁLEZ JOSÉ HIGINIO, OFM, nato a LalínPontevedra, della Prov. S. Iacobi a Compostela, Spagna. È morto a Lugo all’età
di anni 75, di vita francescana 58, di sacerdozio 51 e di episcopato 27.
* 11 gennaio 2008: GARCÍA RODRÍGUEZ
FR. CASTOR, nato a Burgos, della Prov.
Granatensis Nostræ Dominæ a Regula,
Spagna. Visse la vocazione francescana
con gioia e semplicità. Si distinse per la
sua benevolenza e comprensione verso
tutti, per l’attenzione verso i bisogni dei
Confratelli e dei poveri: a questi ha sempre riservato un trattamento squisito. Ha
servito la Terra Santa per 50 anni. È morto a Gerusalemme, Israele, all’età di anni 78, di vita francescana 55 e di sacerdozio 50.
* 11 gennaio 2008: BAUMANN FR.
ANTHONY, nato a San Francisco, California, della Prov. S. Barbaræ, USA. È morto a Oakland, California, all’età di anni
89, di vita francescana 69 e di sacerdozio
63.
* 14 gennaio 2008: BEDINI FR. GIORGIO,
nato a Senigallia, della Prov. Picenæ S.
Iacobi de Marchia, Italia. È morto a Fano
all’età di anni 83, di vita francescana 67
e di sacerdozio 59.
NECROLOGIA
* 18 gennaio 2008: ZANZONI FR. SIMPLICIANO, LUIGI, nato a Bonavigo (VR), della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. La sua storia è legata in modo particolare alla sua presenza a Borca di
Cadore, presso l’artistica chiesa del Villaggio “Corte di Cadore”. Un ambiente
straordinariamente bello, in un paesaggio incantevole, ai piedi dell’Antelao
“dito di Dio” e di fronte al Pelmo. A Borca trascorse oltre quarant’anni, apparentemente di solitudine, ma in realtà vissuti in compagnia del Signore Gesù e al
suo servizio; anni animati da tanti incontri e servizi e soprattutto nel farsi carico
di fratelli e di situazioni. Ha accolto,
ascoltato, consigliato tanta gente e ha
guidato molti turisti ad apprezzare la bellezza del luogo e dell’artistica chiesa. Il
suo servizio, offerto con semplicità e
passione, ha riscosso stima e simpatia;
l’amore e la dedizione con cui hai curato
la chiesa e il ministero in essa celebrato
sono apparsi evidenti a tutti coloro che
frequentavano il Villaggio. È morto nel
Convento S. Cuore di Saccolongo all’età
di anni 88, di vita francescana 73 e di sacerdozio 63.
* 19 gennaio 2008: CHIARELLO FR. SILVESTRO, PAOLO, nato a Lumignano di Longare (VI), della Prov. Venetæ S. Antonii
Patavini, Italia. Il suo ministero e la sua
figura sono legati a Lonigo e in particolare al Seminario francescano, dove arrivò nel 1946 e vi dimorò per sessant’anni, fino al momento del ricovero presso
l’infermeria provinciale. Era orgoglioso
di questa presenza e di questo servizio
lungo e appassionato. La sua opera fu rivolta soprattutto all’insegnamento (era
lettore provinciale in lingua francese) e
alla formazione di numerosi gruppi e generazioni di seminaristi. Amante della
musica e del suono, per molti anni accompagnò con l’organo le liturgie nella
chiesa di S. Daniele. Dalla sua passione
e competenza per la filatelia nacquero tre
mostre filateliche natalizie e 22 mostre
filateliche francescane, legate in particolare alle due commemorazioni centena-
191
rie francescane del 1976 e 1982 e prese
avvio la pubblicazione di tre volumi filatelici: S. Francesco d’Assisi; I Santi
francescani; La Madonna e i Francescani. È morto nel Convento S. Cuore di
Saccolongo all’età di anni 85, di vita
francescana 70 e di sacerdozio 61.
* 20 gennaio 2008: O’NEILL FR. FRANCIS
HUGH, nato a Philadelphia, USA, della
Cust. Terræ Sanctæ, Israele. È morto nell’Ospedale “S. Giuseppe” di Gerusalemme all’età di anni 81, di vita francescana
13 e di sacerdozio 41.
* 20 gennaio 2008: ZAGGIA FR. GIANFRANCESCO, LIVIO, nato a Lanze’ di Quinto Vicentino (VI), della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. Dopo due anni fecondi di apostolato come Vicario
parrocchiale a S. Francesco della Vigna, fu
inviato a studiare all’Antonianum e conseguì la licenza in Teologia. Nel 1967 si recò
in Germania per gli studi in vista del dottorato in Patristica e Storia della Chiesa
presso la Facoltà di teologia cattolica dell’Università di Tubinga. Quasi subito si
prese carico del ministero di cappellano di
due case di Suore della Misericordia. Dal
1973 affiancò allo studio un servizio pastorale per gli emigranti italiani nella diocesi di Rottenburg. Lo studio fu rallentato
da problemi di salute, mentre divenne
sempre più esigente il lavoro pastorale con
gli emigranti. Fu nominato rettore e parroco della missione cattolica italiana di Tubinga. In seguito fu nominato decano dei
missionari italiani e assistente diocesano
di tutti i sacerdoti stranieri operanti nella
diocesi di Rottenburg-Stoccarda. Nel
1987, spinto da problemi di salute, tornò in
Italia. Fu assegnato alla Fraternità di Montegrotto con il compito di vicedirettore e
poi direttore della rivista “Vita Minorum“
e per molti anni di superiore della Fraternità. Intanto la grave insufficienza renale
diventò sempre più acuta, costringendolo
a dialisi sempre più frequenti. Il suo fisico
rimase compromesso e nel 2006 fu accolto in infermeria provinciale. È morto nel
Convento S. Cuore di Saccolongo all’età
192
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
di anni 69, di vita francescana 53 e di sacerdozio 43.
* 22 gennaio 2008: DAL CENGIO FR. TEODORO, GUIDO, nato ad Altissimo (VI),
della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini,
Italia. Arrivato subito dopo la guerra nel
convento di Madonna del Mare in Trieste da poco costruito e già messo alla
prova dalle vicende belliche, fu testimone diretto della costruzione della chiesa,
dalla posa della prima pietra alla consacrazione, all’inaugurazione del campanile e delle campane, alla erezione canonica della parrocchia. Impegnò buona
parte del suo ministero nel campo dell’insegnamento della religione nelle
scuole. Attraverso questo lavoro poté
trasmettere a generazioni di ragazzi il
gusto della verità e del Vangelo. All’insegnamento affiancò altri servizi pastorali, come ad esempio la benedizione
delle famiglie. Suo tratto caratteristico è
stata la passione per la musica e il canto,
curati per rendere più bella e festosa la liturgia. Per tutti questi anni ha accompagnato le celebrazioni con il suono dell’organo. Fondò anche il coro polifonico
che animava i momenti solenni della comunità cristiana e compose vari canti. È
morto nell’Ospedale di Albano Terme
all’età di anni 86, di vita francescana 70
e di sacerdozio 63.
* 23 gennaio 2008: MOREIRA JÚNIOR FR.
AGOSTINHO, nato a Encarnação, Mafra,
della Prov. Ss. Martyrum Marochiensium. Portogallo. Ha serivto i Fratelli in
vari Conventi. È morto nell’Ospedale di
Santa Maria, Lisbona, all’età di anni 91 e
per 41 anni terziario oblato.
* 23 gennaio 2008: CASCIANELLI FR. ULISSE, MARIO, nato a Collazzone (Perugia),
della Prov. Serphicæ S. Francisci Assisiensis, Italia. Promotore di iniziative
pastorali e ricreative, per molti anni si è
dedicato al servizio parrocchiale ed alla
pastorale del turismo. Si è distinto per la
sua accoglienza gioviale, la sua fedeltà e
generosità. È morto ad Assisi all’età di
anni 84, di vita francescana 67 e di sacerdozio 59.
* 25 gennaio 2008: VINUEZA PUGA FR.
LUIS ALFONSO, nato a La Esperanza, della Prov. S, Francisci de Quito, Ecuador.
Svolse gli uffici di questuante, ortolano,
portinaio, sagrestano e catechista. È
morto nella Fraternità di San Antonio in
Riobamba all’età di anni 79 e di vita
francescana 56.
* 26 gennaio 2008: BALDUCCI FR. GABRIELE, DIEGO, nato a Pineto, Italia, della Cust.
Terræ Sanctæ. Israele. Per 30 a servizio
della Terra Santa, è morto ad Atri, Italia,
all’età di anni 75 e di vita francescana 55.
* 26 gennaio 2008: CAPRIOTTI FR. NAZZARENO, nato a Castel di Lama (AP), della
Prov. Picenæ S. Iacobi de Marchia, Italia. È morto a Grottammare all’età di anni 85, di vita francescana 67 e di sacerdozio 60.
* 26 gennaio 2008: MCCARTHY FR. ALBINI, LUCIEN, nato a Victoriaville (Québec), della Prov. S. Ioseph Sponsi BMV,
Canada. Religioso umile e fraterno, uomo di preghiera, ha svolto con particolare fedeltà gli impegni e i ministeri pastorali che gli furono affidati nelle Fraternità locali, nelle Parrocchie, come
Cappellano di Ospedale o delle Religiose, come Assistente spirituale dell’OFS.
È morto nell’Ospedale Santa Cabrini,
Montréal, all’età di anni 90, di vita francescana 65 e di sacerdozio 60.
* 27 gennaio 2008: STELLI FR. BENEDEK,
JOZSEF, nato a Kaplony, della Prov. Transilvaniæ S. Stephani Regis, Romania.
Pastore zelante, ha svolto con dedizione
l’assistenza spirituale all’OFS, ha raccolto in un volume molte devozioni popolari. È morto a Hunedoara all’età di
anni 79, di vita francescana 53 e di sacerdozio 51.
* 29 gennaio 2008: VIALE FR. ERMETE,
MICHELE, nato a Sossano (VI), della
NECROLOGIA
Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia.
La sua vocazione assunse subito una fisionomia speciale, quella della missione,
che lo spinse a intraprendere un lungo
viaggio missionario durato 65 anni: 13
in Cina e 52 in Giappone. A 26 anni, nel
1939, raggiunse la grande Cina: un anno
a Pechino per apprendere le basi della
lingua e poi l’immersione nell’impegno
apostolico. Dopo 13 anni, nel 1952, i dolorosi avvenimenti politici lo costrinsero
a tornare in Italia. Fece in tempo a vivere alcuni mesi a Gioiosa Ionica, come
missionario della P.O.A. L’anno seguente si aprirono per lui le porte del Giappone, dove dimorò per 52 anni fino al
2005. Consumò la sua vita nell’impegno
deciso e coraggioso ad annunciare il
Vangelo agli uomini, specie ai più lontani, con la coscienza e la convinzione che
annunciare Cristo è portare colui che dà
qualità, valore ed eternità alla vita dell’uomo. La sua affabilità con le persone
lo ha reso un Frate amato da tanti, ricercato per la compagnia e il dialogo, per
l’arguzia e il buon umore. È morto nel
Convento Sacro Cuore di Saccolongo all’età di anni 94, di vita francescana 79 e
di sacerdozio 70.
* 30 gennaio 2008: ŠKROBO FR. DRAGO,
nato a Dužice Rasno, della Prov. Assumptioni BMV, Bosnia/Erzegovina. Ha
sempre lavorato nella pastorale parrocchiale. È morto a Humac all’età di anni
65, di vita francescana 46 e di sacerdozio
39.
* 30 gennaio 2008: DAIAN FR. SZABIN,
GYORGY, nato a Medgyes, della Prov.
Transilvaniæ S. Stephani Regis, Romania. Ha svolto vari servizi nelle Fraternità: cuoco, sarto, sagrestano e Guardiano. Sempre molto attento ai bisogni della gente, è stato un Frate amante della
povertà e della disciplina. È morto a Brasov all’età di anni 89 e di vita francescana 65.
* 30 gennaio 2008: CAPASSO FR. VITO, NICOLA, nato a Mugnano di Napoli, della
193
Prov. Neapolitanæ ss. Cordis Iesu, Italia.
Vice Maestro dei Novizi, Predicatore
provinciale, Guardiano, Assistente della
Piccola Famiglia Francescana, Confessore di numerosi Sacerdoti, Religiosi e
Religiose. Religioso esemplare, è stato
un punto di riferimento per tanti Frati,
che hanno potuto ammirare in lui
l’anelito e il desiderio dell’intima unione con Cristo, e un grande amore per
l’Immacolata, per san Francesco e per la
Fraternità. Era piacevole dialogare con
lui, condivideva con semplicità la sua
esperienza di vita, e con passione invitava le giovani generazioni ad essere coerenti con la propria vocazione francescana. È morto nell’Ospedale civile di Caserta alletà di anni 92, di vita francescana
77 e di sacerdozio 68.
* 31 gennaio 2008: PARRELLA FR. BENIAMINO, COSIMO, nato a Roccabascerana,
della Prov. Neapolitanæ ss. Cordis Iesu,
Italia. Maestro dei fratini nei Collegi serafici, Guardiano della Casa di Noviziato, Economo, Parroco, Predicatore provinciale, Docente di religione, Confessore di diversi Istituti religiosi. È stato
un Frate generoso e timido, semplice e
disponibile, un uomo di preghiera, attento ai bisogni dei Frati e capace di dialogare con tutti, nello stesso tempo austero e paziente. È morto nell’Ospedale
civile di Piedimonte Matese all’età di
anni 87, di vita francescana 71 e di sacerdozio 62.
* 31 gennaio 2008: GARCÍA PALACIOS FR.
JOSÉ, nato ad Ica, della Prov. S. Francisci
Solano, Perù. È morto all’età di anni 48,
di vita francescana 27 e di sacerdozio 21.
* 31 gennaio 2008: ZILLI FR. VITALIANO,
GIUSEPPE, nato a Gemona, della Prov.
Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. Missionario in Argentina per cinquant’anni,
rispose con dedizione e generosità a un
servizio pastorale molto esigente: grandi
distanze da affrontare, gruppi numerosi
di cristiani cui offrire catechesi e assistenza sacramentale. Offrì molti servizi
194
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
pastorali; in un primo tempo in collaborazione con l’indimenticabile Fr. Teofano Stablum, mentre dal 1981 al 2000 fu
parroco a Diego de Alvear (e ospite nel
convento di Aaròn Castellanos). Trascorse gli ultimi anni ad Aaròn Castellanos come cappellano del Seminario dell’opera Hogares Nuevos, fondata da Fr.
Riccardo Facci. Nelle lettere che inviava
periodicamente manifestava la soddisfazione di poter offrire un servizio utile e
apprezzato. Con la sua morte termina
l’ultima presenza in Argentina dei Frati
Minori della Provincia Veneta. È morto
ad Aarón Castellanos, Argentina, all’età
di anni 83, di vita francescana 65 e di sacerdozio 55.
* 2 febbraio 2008: ALVAREZ AVALOS FR.
CORDERO, CARMELO, della Prov. B. Juniperi Serra, Messico. È morto nel Santuario del Carman di Ensenada all’età
di anni 84 e di vita francescana 66.
* 3 febbraio 2008: PISTULLI FR. SHTJEFËN,
KORNEL, nato a Pistull, della Prov. Annuntiationis BMV, Albania. Ha svolto il
servizio di parroco a Selcë (19561961), a Nikaj Mërtur (1961) e a Shalë
(1962-1967). Durante il comunismo è
stato condannato ai lavori forzati, che
fece per qualche anno, poiché la commissione medico-legale l’aveva ritenuto non idoneo ai lavori fisici. Dal 1967
al 1991 ha vissuto nella famiglia di suo
fratello ed ha esercitato il servizio sacerdotale di nascosto, celebrando la
Messa ed amministrando gli altri sacramenti. Dopo la caduta del comunismo
si è di nuovo inserito nella Provincia. È
stato Guardiano nel Convento di “San
Michele” a Laç e, per un triennio, Definitore provinciale. Negli ultimi 15 anni di vita è stato a servizio del Santuario
di “Sant’Antonio” a Laç, dedicandosi,
soprattutto, al Sacramento della riconciliazione. La gente lo conosceva come
il “Frate di Laç“ o come il “Confessore
del Santuario di Sant’Antonio“. È morto all’età di anni 86, di vita francescana
69 e di sacerdozio 52.
* 3 febbario 2008: PADOVANI FR. ANSELMO, nato a Ceccano, della Prov. Romanæ
Ss. Petri et Pauli, Italia. Fu impegnato
nel servizio pastorale parrocchiale e conventuale. Dal 1966 al 1971 fu chiamato
dal Ministro Generale Fr. Costantino
Koser a dirigere l’azienda agricola di
Grottaferrata, servizio che svolse con
passione e con grande profitto per
l’Ordine. Nel 1975 riaprì al culto, dopo
notevoli interventi di restauro, la chiesa
della Ss.ma Trinità in Marino (RM), dedicandosi al servizio del popolo di Dio.
Dal 1981 e fino ad oggi è stato posto di
Famiglia nel Convento Sant’Angelo in
Valmontone, dove ha ricoperto
l’incarico di Vicario ed Economo. Ha
sempre svolto con impegno il suo servizio presbiterale, non si è mai risparmiato
fino all’ultimo giorno della sua vita. È
morto nel convento S. Angelo di Valmontone all’età di anni 90, di vita francescana 74 e di sacerdozio 66.
* 5 febbraio 2008: MARQUES FR. MANUEL
LUÍS, nato a Atalaia, della Prov. Ss.
Martyrum Marochiensium, Portogallo.
Filologo di greco-latino, fu professore
nel Collegio di Montariol (1944-1945;
1959-1967) e nel Convento S. Francesco
di Leiria (1967-1979); missionario in
Mozambico (1946-1959); Cappellano
nella Clinica di Boavista (1979-1990) e
nell’Ospedale di Torres Vedras (19901995). È morto a nell’Ospedale dei
Covões, Coimbra, all’età di anni 88, di
vita francescana 70 e di sacerdozio 65.
* 5 febbraio 2008: VERGEER FR. DIDYMUS,
PAULUS, nato a Snlerewaard, della Prov.
Ss. Martyrum Gorcomiensium, Olanda.
Ha lavorato nella pastorale parrocchiale.
È morto ad Utrecht all’età di anni 82, di
vita francescana 64 e di sacerdozio 57.
* 6 febbraio 2008: BOSCHIN FR. BONAVENTURA, SECONDO, nato a Scorzé, della
Prov. Pedemontanæ S. Bonaventuræ,
Italia. Ha donato la sua vita consacrandosi al servizio di Dio e dei fratelli svolgendo nei conventi di Bardonecchia, Ro-
NECROLOGIA
bassomero, Monte Mesma, Orta e Torino sant’Antonio gli incarichi di Cuoco,
Economo e Sarto provinciale. Ha saputo
unire alla grazia del lavoro una grande
carica umana che gli faceva incontrare
l’amicizia e la simpatia di quanti lo avvicinavano. È morto nella Casa di Cura
“G. B. Cottolengo” di Torino all’età di
anni 71 e di vita francescana 42.
* 8 febbraio 2008: BOTH FR. SAMUEL,
FAUSTINO ALFONSO, nato a Três Arroios,
della Prov. Immaculatæ Conceptionis
BMV, Brasile. Dedicò tutta la sua vita alla pastorale parrocchiale in varie Case
della nostra Provincia. Fondò in Concórdia la Legione di Maria (1989). Una caratteristica del suo apostolato è stata la
visita agli infermi nell’Ospedale e nelle
abitazioni; fece anche parte dell’équipe
della pastorale carceraria. È morto a
Xanxerê, SC, all’età di anni 81, di vita
francescana 59 e di sacerdozio 51.
* 11 febbraio 2008: APICELLA FR. LEONARDO, nato a Tramonti, della Prov. Salernitano-Lucanæ Immaculatæ Conceptionis BMV, Italia. È morto nel Convento S. Francesco di Tramonti all’età di
anni 83 e di vita francescana 42.
* 12 febbraio 2008: LEFEBVRE FR. GUY,
nato a Montréal, della Prov. S. Ioseph
Sponsi BMV, Canada. È stato missionario in Perù per 25 anni, servendo in particolare la Parrocchia S. Antonio di Padova in Lima e la Parrocchia S. Teresa
del Bambin Gesù di Tingo María. Fu un
apprezzato predicatore. È morto nell’Infermeria provinciale di Montréal all’età
di anni 87, di vita francescana 68 e di sacerdozio 60.
* 13 febbraio 2008: NOCERA FR. GASPARE,
ANTONIO, nato in Adalia, Turchia, della
Prov. Serphicæ S. Francisci Assisiensis,
Italia. Frate scherzoso e gioviale, nel primo decennio di ministero sacerdotale è
stato formatore ed insegnante nei Collegi Serafici di Città di Castello e Montesanto di Todi. Ha poi iniziato una lunga
195
carriera di economo ed amministratore
nei conventi e nelle attività della Provincia. Provato dalla malattia, ha concluso
alla Porziuncola la sua testimonianza di
fedeltà al Signore amministrando la misericordia di Dio e, infine, accogliendo
pazientemente la croce. È morto a S.
Maria degli Angeli all’età di anni 86, di
vita francescana 68 e di sacerdozio 61.
* 13 febbraio 2008: PUTHOFF FR. ARTHUR,
EDWARD, nato a Cincinnati, della Prov.
Nostræ Dominæ a Guadalupe, USA. È
morto presso il Lovelace Hospital in Albuquerque all’età di anni 88 e di vita
francescana 66.
* 16 febbraio 2008: CRETELLA FR. GIUSEPPE, ALFONSO, nato a Succivo, della Prov.
Neapolitanæ Ss. Cordis Iesu, Italia. Dopo aver esercitato per diversi anni il delicato ruolo di formatore, è stato pastore di
diverse comunità parrocchiali, quasi tutte dislocate ai “margini” dell’Arcidiocesi di Napoli. Ha manifestato un’attenzione particolare verso tutti, soprattutto versi i poveri, che non partivano mai a mani
vuote. È stato un vero Frate Minore; non
ha trattenuto nulla per sé, ma tutto ha donato e in tutto si è donato. Ha dedicato
molto tempo al Sacramento della penitenza. È morto nel Monastero S. Chiara
di Napoli all’età di anni 76, di vita francescana 58 e di sacerdozio 51.
* 21 febbraio 2008: HOLTEL FR. MELVIN,
RICHARD, nato a Oldenburg, Indiana,
della Prov. S. Ioannis Baptistæ, USA.
Per quasi tutti i suoi 47 anni di ministero
si dedicò al servizio parrocchiale in Provincia, in Texas, Ohio, Illinois e Kentacky. Uomo tranquillo, pacifico, di immediata simpatia, riuscì a sanare situazioni di frattura in varie Parrocchie. È
morto presso il Good Samaritan Hospital, Cincinnati, all’età di anni 74, di vita
francescana 55 e di sacerdozio 47.
* 21 febbraio 2008: DIEKEMPER FR. BARNABAS, CORNELL, nato a New Baden,
della Prov. Ss. Cordis Iesu, USA. È mor-
196
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
to all’età di anni 74, di vita francescana
49 e di sacerdozio 43.
* 23 febbraio 2008: OBRDALJ FR. PAVLIMIR,
VLADO, nato a Vares, della Prov. S. Crucis,
Bosnia/Erzegovina. Ha lavorato nella pastorale parrocchiale in Provincia (Zenica,
Breske e Kraljeva Sutjeska), in Germania
e, sempre in Germania, è stato Responsabile della Missione per i Croati (Moers). È
morto a Zagreb all’età di anni 73, di vita
francescana 51 e di sacerdozio 46.
* 24 febbraio 2008: FRANCIS FR. SAFOUAT
CHOUCRI, nato in Cairo, Egitto, della
Prov. S. Ioseph Sponsi BMV, Canada. È
morto nell’Infermeria provinciale di
Montréal all’età di anni 81 e di vita francescana 50.
* 24 febbraio 2008: KEANE FR. JOHN, EDMUND, nato a Dunedin, New Zealand,
della Prov. Sancti Spiritus, Australia. È
morto a Sydney all’età di anni 90, di vita francescana 78 e di sacerdozio 67.
* 24 febbraio 2008: CAILLON FR. ROLAND,
nato a Camphon. della Prov. B. Pacifici,
Francia. È morto a Nantes all’età di anni
79, di vita francescana 56 e di sacerdozio
50.
* 25 febbraio 2008: BENITO VIDAL FR. JOSÉ, nato a Alcudia de Crespins, della
Prov. Valentiæ et Aragoniæ S. Ioseph,
Spagna. Passò la maggior parte della vita del Collegio di Carcagente, svolgendo
varie attività, soprattutto a livello amministrativo. È morto a Carcagente all’età
di anni 68, di vita francescana 52 e di sacerdozio 44.
* 27 febbraio 2008: HERNÁNDEZ RAMIREZ
FR. SAÚL, nato a Napola Mixtepec, della
Prov. S. Evangelii, Messico. È morto in
un incidente stradale all’età di anni 40 e
di vita francescana 15.
* 29 febbraio 2008: SÁNCHEZ ZAMARRIPA
FR. LEONARDO, AUSENCIO, nato a Fresnillo, della Prov. Ss. Franscisci et Iaco-
bi, Messico. È morto nel Sanatorio S.
Francisco di Zapopan all’età di anni 75,
di vita francescana 56 e di sacerdozio
49.
* 2 marzo 2008: FALCÓN LÓPEZ FR. JOSÉ
CESÁRIO, nato a Bretoña, della Prov.
Granatensis Nostræ Dominæ a Regula,
Spagna. Visse la vocazione francescana
con gioia e semplicità. Esercitò i lavori
più umili, ma sempre in spirito di servizio verso i Frati della Comunità e verso
tutti. Per 47 anni fu il Sagrestano della
Basilica di San Francisco el Grande di
Madrid. È morto nell’Infermeria del
Santuario de Regla, Chipiona, all’età di
anni 98, di vita francescana 74 e di sacerdozio 14.
* 5 marzo 2008: KAMPA FR. JÓZEF, nato a
Raszowa, della Prov. S. Hedvigis, Polonia. È morto a Wroclaw, Polonia, all’età
di anni 69, di vita francescana 41 e di sacerdozio 34.
* 6 marzo 2008: GERMAN FR. AMBROSE,
ARTHUR, nato ad Humphrey, della Prov.
Ss. Cordis Iesu, USA. È morto all’età di
anni 82, di vita francescana 62 e di sacerdozio 55.
* 9 marzo 2008: HOOGENBOOM FR. FLORENTIUS, JOHANNES, nato a Snelrewaard,
della Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium, Olanda. Fu un musicista di chiesa
di grande successo. Per questo motivo ha
ricevuto anche una onorificenza reale. È
morto a Weert all’età di anni 86, di vita
francescana 67 e di sacerdozio 60.
* 10 marzo 2008: HERRERA ALZATE FR.
WILFRAN JOSÉ, nato a El Águila, della
Prov. S. Pauli Apostoli, Colombia. È
morto nel Convento di S. María de los
Ángeles in Bacas de Satinga all’età di
anni 30 e di vita francescana 1.
* 11 marzo 2008: GARUTI FR. ADRIANO,
nato a San Prospero, della Prov. Bononiensis Christi Regis, Italia. È morto
presso l’Infermeria provinciale di Bolo-
NECROLOGIA
gna all’età di anni 70, di vita francescana
52 e di sacerdozio 44.
* 12 marzo 2008: SOSPEDRA ORELLANO
FR. VICENTE, JOSÉ VICENTE, nato a Valencia, della Prov. Valentiæ et Aragoniæ
S. Ioseph, Spagna. Dopo l’ordinazione è
stato per molti anni nel Collegio di
Burbáguena come educatore e vice rettore. Lavorò come educatore anche a
Burjasot e Ontínyente, dove si dedicò
anche alla pittura, allo sport e alla radio.
È morto a Valencia all’età di anni 67, di
vita francescana 50 e di sacerdozio 41.
* 13 marzo 2008: LE BORGNE FR. LUC, ERNEST, nato a Tréfflaouenan, della Prov.
B. Pacifici, Francia. È morto a Nantes all’età di anni 87, di vita francescana 52 e
di sacerdozio 64.
* 14 marzo 2008: ROPPE FR. ADELARDUS,
IGNACE, nato a Heers, della Prov. S. Ioseph Sponsi BMV, Belgio. Un confratello meticoloso, che ha proclamato la Buona Novella, soprattutto attraverso il suo
lavoro, come Segretario della Rivista pastorale “Sacerdos”. È stato in più luoghi
Professore, Parroco in Corsica, Assistente dell’OFS e Vice Commissario di Terra Santa. È Morto a Sint-Truiden all’età
di anni 84, di vita francescana 66 e di sacerdozio 60.
* 17 marzo 2008: GAGNON FR. MICHEL,
JOHN, nato a Los Angeles, California,
della Prov. S. Barbaræ, USA. È morto a
Oceanside, California, all’età di anni
77, di vita francescana 57 e di sacerdozio 50.
* 20 marzo 2008: SMIŠTÍK FR. BEDŘICH,
FRANTIŠEK, nato a Ostrožaká Nová Ves,
della Prov. Bohemiæ et Moraviæ S. Venceslai, Rep. Ceca. Ha trascorso, dopo
l’ordinazione sacerdotale, 6 anni nei lager comunisti. Poi ha lavorato come operaio e successivamente come addetto alla manutenzione del Convento delle
Suore del Ss.mo Sacramento, alle quali,
clandestinamente, offriva anche il servi-
197
zio spirituale. È morto ad Albrechtice u
Lanškrouna all’età di anni 83, di vita
francescana 64 e di sacerdozio 58.
* 21 marzo 2008: KNOB FR. PEDRO, nato a
Pontes Filho, Estrela, della Prov. S.
Francisci Assisiensis, Brasile. Dopo aver
studiato Storia della Chiesa e Patrologia
nel PAA, è stato Maestro dei Professi
temporanei, Guardiano, Segretario provinciale, Penitenziere aggiunto nella Basilica di S. Giovanni in Laterano (Roma). È morto a Porto Alegre all’età di
anni 77, di vita francescana 60 e di sacerdozio 53.
* 22 marzo 2008: HILLEBRAND FR. REINALDO JOSÉ, JOSEF BERNHARD, nato a Paderborn, Germania, della Prov. Assumptionis BMV, Brasile. Dopo l’ordinazione
sacerdotale partì per il Brasile a servizio
della Fondazione di Nossa Senhora da
Assunção, dipendente dalla Provincia di
Sassonia, dove è stato più volte Guardiano, Parroco, Direttore del Seminario di
Catechesi di Bacabal ed ha sempre lavorato nel campo della pastorale. È morto
nel Convento Nossa Senhora dos Remédios, Piripiri, all’età di anni 70, di vita
francescana 51 e di sacerdozio 45.
* 23 marzo 2008: REMBRY FR. JEAN-GABRIEL, ROBERT, nato a Tréfflaouenan,
della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto
a Nantes all’età di anni 95, di vita francescana 77 e di sacerdozio 70.
* 23 marzo 2008: HOFF FR. ALPHONSE, ALBERT GEORGE, nato a New Alsace, Indiana, della Prov. S. Ioannis Baptistæ, USA.
Spese i 64 anni di ministero sacerdotale
a servizio di diverse Parrocchie della
Provincia in Kansas, Ohio, Kentucky, Illinois, Minchigan e Indiana. Era un uomo umile, gioioso, a servizio di Dio e
della gente, sempre molto riconoscente
anche per le piccole attenzione che gli
venivano rivolte. È morto presso Saint
Margaret Hall, Cincinnati, all’età di anni
92, di vita francescana 71 e di sacerdozio
64.
198
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
* 24 marzo 2008: SEPPI FR. MARTIRIO, CELESTINO, nato a Ruffre’, della Prov. Tridentinæ S. Vigilii, Italia. È stato formatore nei vari conventi dove si svolgeva la
formazione dei fratelli e poi ad Arco come maestro dei novizi dal 1960 al 1969.
Continuerà per qualche anno ad aiutare
in campo formativo per poi dedicarsi al
sacramento della riconciliazione prima
nel Santuario delle Grazie di Arco e poi a
Pergine. Negli ultimi anni vive in Infermeria in raccoglimento in preghiera e
nell’offerta della sua vita. Ci ha insegnato l’amore incondizionato per la vita
francescana vissuta nell’obbedienza e
nella più ampia disponibilità alla Regola
e al Vangelo. È morto nell’Ospedale di
Trento all’età di anni 84, di vita francescana 66 e di sacerdozio 60.
* 25 marzo 2008: HORTA NOVAES FR.
CELSO, ANTONIO CARLOS, nato a Petrópolis, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, Brasile. È stato per breve
tempo Professore e, poi, ha dedicato
tutta la sua vita alla pastorale parrocchiale. È morto a Nova Iguaçu, RJ, all’età di anni 86, di vita francescana 69 e
di sacerdozio 64.
* 25 marzo 2008: DE RECHTER FR. GUSTAVUS, FRANS, nato a Antwerpen, della
Prov. S. Ioseph Sponsi BMV, Belgio. Un
confratello che aveva la tensione della ricerca. È stato Professore di Religione e
per 22 anni Direttore della nostra tipografia di Malines. È morto ad Antwerpen
all’età di anni 80, di vita francescana 60
e di sacerdozio 54.
* 26 marzo 2008: TRESERRA I LLACH FR.
BERNARDÍ, RAMON, nato a Torelló, della
Prov. Catalauniæ S. Salvatoris ab Horta,
Spagna. Fu Rettore e Docente nel Collegio Serafico; Guardiano in vari Conventi, Maestro dei Filosofi e Teologi per un
triennio. Dedicò gran parte della sua vita alla predicazione popolare in Catalogna ed Argentina. Fu Assistente delle Federazioni delle Clarisse. Pubblicò diversi volumi sulla liturgia e scrisse vari
articoli in Riviste francescane. È morto
nel Convento di Berga all’età di anni 95,
di vita francescana 79 e di sacerdozio 70.
* 29 marzo 2008: PUSCHMANN FR. ATHANASIUS, nato a Waldenburg, della Prov.
Saxoniæ S. Crucis, Germania. Ha lavorato molto in vari ministeri pastorali, con
particolare attenzione all’ecumenismo,
supportato da un temperamento aperto e
socievole. È morto a Dortmund all’età di
anni 75, di vita francescana 56 e di sacerdozio 49.
* 30 marzo 2008: ITCHCOCK FR. DAVID,
nato a Provo, Utah, della Prov. S. Barbaræ, USA. È morto a a San Jose, California, all’età di anni 74, di vita francescana 54 e di sacerdozio 47.
* 30 marzo 2008: RUDELLE FR. MARIEBERNARD, LOUIS, nato a Mouret, della
Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Vichy all’età di anni 94, di vita francescana
75 e di sacerdozio 71.
* 31 marzo 2008: GANSSLE FR. JOSPEH, nato a Brooklyn, della Prov. Ss. Nominis
Iesu, USA. Dopo essere stato missionario per cinque anni in Brasile, rientrato in
Provincia, svolse una grande quantità di
servizi, tra i quali quello di Cappellano
dell’Ospedale militare. Fondò e fu Presidente della Narc-Anon, Inc., un’associazione per la riabilitazione dalla dipendenza dalla droga. È morto presso il St.
Anthony Hospital, St. Petersburg, all’età
di anni 76, di vita francesacana 55 e di
sacerdozio 50.
* 1 aprile 2008: ECKELKAMP FR. DAVID,
ROBERT, nato a Washington, della Prov.
Ss. Cordis Iesu, USA. È morto all’età di
anni 81, di vita francescana 61 e di sacerdozio 55.
* 1 aprile 2008: MITCHELL FR. LESTER, SAMUEL, nato a Albuquerque, New Mexico,
della Prov. S. Barbaræ, USA. È morto a
Phoenix, Arizona, all’età di anni 79, di vita francescana 59 e di sacerdozio 52.
NECROLOGIA
* 2 aprile 2008: MURRAY FR. ARTHUR, HENRY, nato a Jersey, della Prov. Ss. Nominis
Iesu, USA. Vice Parroco in Wanaque, NJ,
dal 1950 al 1952. Fece poi parte del gruppo pastorale della St. Francis Church,
New York City, dal 1952 al 1955. Tornò
nel New England, dove rimase dal 1955
al 1964 come Assistente regionale dell’OFS, risiedendo al St. Anthony Shrine
in Boston, Mass., e poi alla St. Francis
Friary in Brookline, MA. Dal 1964 al
1970 fu Parroco della Immaculate Conception Church in Atlanta, GA. Dal 1970
al 1984 fu Cappellano del St. Joseph Hospital in Tampa, Fla. Nel 1984 fu nominato Parroco della Divine Savior Catholic
Church in Tifton, GA. Per 14 anni, infine,
fu Cappellano del Bay Pines Veterans Hospital. È morto nella Fraternità di
Ringwood all’età di anni 86, di vita francescana 63 e di sacerdozio 58.
* 3 aprile 2008: TERLAU FR. MODESTO,
BERNHARD ANTON, nato a Burgsteinfurt,
Germania, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, Brasile. Frate allegro,
ottimista e positivo. Né gli acciacchi dell’età e né i problemi della salute gli tolsero il sorriso. Sempre disponibile alle
chiamate dell’obbedienza, era ben contento di sentirsi utile anche nelle piccole
cose di ogni giorno. È morto ad Agudos,
SP, all’età di anni 94, di vita francescana
70 e di sacerdozio 63.
* 3 aprile 2008: MOCIGEMBA FR. METODY,
nato a Szum, della Prov. Assumptionis
BMV, Polonia. È morto a Katowice all’età di anni 92, di vita francescana 73 e
di sacerdozio 66.
* 3 aprile 2008: HITZIGER FR. GEORG, nato
a Woischnick, della Prov. Saxoniæ S,
Crucis, Germania. Ha lavorato a lungo
nella pastorale parrocchiale, nell’animazione degli Esercizi spirituali e nell’assistenza alle Suore e all’OFS. Ha accettato con pazienza il ritiro dall’attività e la
malattia. È morto a Dortmund all’età di
anni 91, di vita francescana 61 e di sacerdozio 55.
199
* 3 aprile 2008: TEMME FR. WILHELM, nato a Glane. della Prov. Saxoniæ S. Crucis, Germania. Ha lavorato nella pastorale parrocchiale e sociale, impegnandosi molto anche nel rinnovamento
post-conciliare. È stato impegnato anche
nella predicazione di Esercizi spirituali e
nella pastorale sanitaria. È morto a Dortmund all’età di anni 74, di vita francescana 52 e di sacerdozio 46.
* 4 aprile 2008: MUESSIGGANG FR. EMMANUEL, ANTHONY, nato a San Francisco,
California, della Prov. S. Barbaræ, USA.
È morto a Oakland, California, all’età di
anni 99, di vita francescana 80 e di sacerdozio 74.
* 7 aprile 2008: PICCININI FR. ALESSANDRO, nato a Cingoli (MC), della Prov. Picenæ S. Iacobi de Marhcia, Italia. È morto nell’Ospedale di San Benedetto del
Tronto all’età di anni 92, di vita francescana 74 e di sacerdozio 69.
* 9 aprile 2008: ARDILES FR. AQUILINO,
nato ad Atahona, Córdoba, della Prov.
Fluvii Platensis Assumptionis BMV, Argentina. Gran parte della sua vita l’ha
impegnata nel campo educativo in vari
Collegi, soprattutto nel Collegio di Montaña. È stato, inoltre, Vicario e più volte
Definitore provinciale, Guardiano. È
morto nella Casa di Postulandato di San
Jorge all’età di anni 81, di vita francescana 60 e di sacerdozio 53.
* 10 aprile 2008: RECINELLI FR. MICHAEL
J., nato a Red Bank, New Jersey, della
Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV,
USA. È morto presso “Albany Medical
Hospital” di Albany, New York, all’età
di anni 81 e di vita francescana 50.
* 11 aprile 2008: KERSTEN FR. VICTOR,
THEODORUS, nato a Helden, della Prov.
ss. Martyrum Gorcomiensium, Olanda.
Dal 1951 al 2002 è stato missionario in
Pakistan. È morto a Weert all’età di anni
86, di vita francescana 64 e di sacerdozio
58.
200
AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1
* 14 aprile 2008: GIANNINI FR. BRUNO, nato a Pennabilli, della Prov. Picenæ S. Iacobi de Marchia, Italia. È morto nel Convento S. Francesco di Matelica all’età di
anni 78, di vita francescana 60 e di sacerdozio 53.
* 16 aprile 2008: BATT FR. DACIAN, WILLIAM, nato a Hamilton, Ohio, della Prov.
S. Ioannis Baptistæ, USA. Trascorse 50
anni del suo ministero sacerdotale in diverse Parrocchie della Provincia in
Ohio, Michigan, New Mexico, Illinois.
Svolse un ruolo significativo in tutti i
progetti elaborati nei primi anni ‘70.
Contribuì a sviluppare un apparecchio
per facilitare la confessione ai non udenti. È morto presso la Saint Mary Friary,
Bloomington, all’età di anni 77, di vita
francescana 57 e di sacerdozio 50.
* 16 aprile 2008: WICKMAN FR. CHARLES,
CARMEL, nato a Senglea della Prov. S.
Pauli Apostoli, Malta. È morto all’età di
anni 79, di vita francescana 61 e di sacerdozio 52.
* 22 aprile 2008: SCHERPENBERG FR. SERGIUS, HERMAN, nato a St. Berbard, Ohio,
della Prov. S. Ioannis Baptistæ, USA.
Trascorse 56 anni del suo ministero sacerdotale in diverse Parrocchie della
Provincia in Indiana, Ohio, Kansas, New
Mexico, Louisiana, Kentacky, Illinois.
Fu spesso assegnato a Parrocchie difficili dove riuscì a ricostruire l’unità del popolo di Dio. È morto presso Saint Margaret Hall, Cincinnati, all’età di anni 84,
di vita francescana 64 e di sacerdozio 56.
* 24 aprile 2008: BATTAGLIOLI FR. VITTORIO, FRANCESCO, nato a Stagno-Camugnano (BO), della Prov. Tusciæ S. Francisci Stigmatizati, Italia. Entra ancora
adolescente nell’Ordine dei Frati Minori: ivi compie studi umanistici-teologici
a livello universitario. Insegnante di italiano e storia dell’arte nei licei dell’Ordine, deve abbandonare l’incarico in
quanto chiamato da Fr. Agostino Gemelli all’Università Cattolica del Sacro Cuo-
re di Milano, in qualità di assistente. Dopo la morte di Gemelli, lascia Milano intorno agli anni ’61-’62 alla volta di Roma, chiamato dal Card. Antonelli presso
l’Università Cattolica. Quivi opera per
dodici anni espletando le sue attività in
frequenti viaggi in Europa e Medio
Oriente. Dal 1973 al 1979 svolge il servizio di Ministro provinciale della Provincia Toscana e delle competenti missioni di Bolivia, Turchia e Marocco, recandovisi spesso in visita. È stato
membro del Consiglio plenario dell’Ordine (Roma, 1974) e presidente della
Conferenza dei Ministri provinciali
d’Italia (dal 1975) e, per molti anni, vice
assistente dell’Istituto Missionarie della
Regalità. Libero dalla carica di Ministro,
ha prestato la maggior parte del suo tempo alle attività di conferenziere, predicatore, assistente di gruppi, soprattutto giovanili. Fu fecondo dal punto di vista letterario-poetico, incoraggiato in modo
particolare dalla prof.ssa Maria Sticco e
dal Prof. Ezio Franceschini. Gentile e
cortese fino agli ultimi giorni, è stato
raggiunto da sorella morte al termine di
una lunga malattia. È morto nell’Infermeria provinciale di Fiesole all’età di anni 89, di vita francescana 72 e di sacerdozio 66.
* 24 aprile 2008: PONTOGLIO FR. ONORIO,
PIETRO PAOLO, nato a Berlingo, Brescia,
della Prov. Mediolanensis S. Caroli Borromæi, Italia. È morto nella Comunità di
Mondo X “Cielo 91” di Alzate Brianza,
Como, all’età di anni 86, di vita francescana 67 e di sacerdozio 60.
* 26 aprile 2008: BALLERINI FR. VALENTINO, DOMENICO CASSIODORO, nato a Crecchio (CH), della Prov. Aprutiorum S.
Bernardini Senensis, Italia. Laureato in
Lettere moderne, si è dedicato all’apostolato nella Parrocchia, nella scuola come insegnante di religione ed ha ricoperto gli incarichi di Guardiano e Definitore. La sua simpatia e giovialità saranno
un ricordo indelebile in quanti lo hanno
conosciuto. È morto a Lanciano all’età
NECROLOGIA
di anni 72, di vita francescana 55 e di sacerdozio 46.
* 26 aprile 2008: URÍA SANDOVAL FR.
MARCELO, CARLOS, nato a Quito, della
Prov. S. Francisci de Quito, Ecuador. È
morto a Milagro all’età di anni 76, di vita francescana 57 e di sacerdozio 50.
* 28 aprile 2008: LORÈ FR. MARCO, FRANCESCO, nato a Stornarella, della Prov.
Mediolanensis S. Caroli Borromæi, Italia. Laureatosi al Pontificio Ateneo Antonianum in teologia dogmatica nel
1968, al suo rientro in Provincia, dopo
un biennio di insegnamento, realizza assieme ad altri tre confratelli l’esperienza
della Fraternità Operaia del Villaggio
Sereno a Brescia (1970-77). È stato Definitore provinciale (1976-79); quindi
per vent’anni formatore nelle Case di
Postulato, Noviziato e Post-Noviziato in
qualità di Guardiano, Economo e Vice
Maestro. Stimato Assistente dell’Ordine
Francescano Secolare, uomo di vita austera e di laboriosità, membro della
Commissione della Formazione Permanente (2000-07). È morto a Milano all’età di anni 69, di vita francescana 49 e
di sacerdozio 45.
* 30 aprile 2008: MONS. COSCIA DOMINIC/BENEDICT, Vito, nato a Brooklyn, del-
201
la Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Dopo
l’ordinazione presbiterale Fr. Dominic si
recò missionario nello Stato di Goiás, in
Brasile. Lì giunto, cambiò il suo nome religioso in Benedetto, in onore di san Benedetto il Moro, per il quale aveva una
grande devozione. Lavorò nella Parrocchia di Santa Ana in Anapolis e, poi, come Parroco a Pires do Rio, e all’età di 38
anni fu nominato Vescovo della Diocesi
di Jataí, Goiás, da Giovanni XXIII. Ricevette l’ordinazione episcopale il 21 settembre 1961, nella Basilica di Our Lady
of Perpetual Help in Brooklyn, dal Vescovo Bryan McEntegart. Partecipò alle
quattro Sessioni del Concilio Vaticano II
e si impegnò per attuare le decisioni conciliari nella vasta Diocesi di Jataí, grande
tre volte lo Stato del New Jersey. Chiamò
Istituti di religiosi e religiose, perché aiutassero in Diocesi e promosse le vocazioni del Clero diocesano, essendo un pioniere nell’istituire il Diaconato permanente in Brasile. Fu un Pastore esemplare
ed energico, servendo la sua Diocesi per
38 anni, anche dopo la sua rinuncia nel
1999. Nel 1963 fu fatto cittadino onorario
dello Stato di Goiás e il 7 maggio 1982 fu
insignito del Dottorato “Honoris causa”
in Legge dal St. Francis College in
Brooklin. È morto a Goiâna, Brasile, all’età di anni 85, di vita francescana 64, di
sacerdozio 58 e di episcopato 46.
A08Indice:Indice 2° e 3° copertina
21-05-2008
16:21
Page 2
SUMMARIUM FASCICULI
(An. CXXVII, IANUARII - APRILIS 2008 – N. 1)
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
1. Omelia di Benedetto XVI in occasione della
conclusione della settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani ..............................................3
2. Discorso di Benedetto XVI in occasione
della XII Giornata della Vita Consacrata ..................5
3. Discorso al Consiglio esecutivo delle unioni
internazionali dei superiori e delle superiore
generali ....................................................................7
4. Discorso ai partecipanti al corso annuale
promosso dalla Penitenzieria Apostolica ..................8
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
1. Omelia in occasione della Messa di suffragio per
i Frati Seán Collins, Aloísio Lorscheider,
Sebastião Assis De Figueiredo e José Gómez.........11
2. Intervento conclusivo nell’Incontro dei nuovi
Ministri provinciali e Custodi .................................13
3. Omelia nell’Eucaristia alla conclusione
dell’incontro con i nuovi Ministri e Custodi...........15
4. Omelia in occasione della conclusione del
1° centenario della nascita e del 32° anniversario
della morte del SD Gabriele Allegra ......................17
5. Lettre à tous les Ministres et Assistants de l’OSC ..19
6. Carta con ocasión de la Pentecostés 2008...............21
E SECRETARIA GENERALI
1. Capitulum Prov. Fluvii Platensis
Assumptionis BMV in Argentina............................43
2. De trasitu ad aliud Institum.....................................43
3. Fund. S. Francisci Assisiensis
in Russia/Cazastania electiones .............................43
4. Capitulum Prov. Ss. Martyrum Iaponiensium
in Iaponia ................................................................43
5. Capitulum Prov. S. Francisci Solano in Peruvia .....44
6. Electio extra Capitulum
Prov. S. Francisci Solano in Peruvia.......................44
7. Translatio Collegii S. Bonaventuræ
Cryptæ Ferratæ in Italia ..........................................44
8. Capitulum Prov. S. Francisci in Vietnamia .............45
9. Capitulum Cust. Aut. S. Ioannis Baptistæ
in Pakistania............................................................45
10. Extra Capitulum Prov. Christi Regis
in Canada electio.....................................................45
Copertina: L’anno della Parola (Foto: L. Perugini, ofm)
11. Extra Capitulum Prov. S. Michaëlis Archangeli
in Ukraina electio....................................................45
12. Visitatores generales ...............................................46
13. Domus suppressæ ...................................................46
14. Notitiæ particulares.................................................46
E SECRETARIATU
PRO FORMATIONE ET STUDIIS
1. Meeting of the Secretaries for Formation
and Studies of the SAAO Conference ....................47
2. «Laudatio» al Card. Umberto Betti OFM ...............49
4. Saludo y mensaje a la Universidad Franciscana
de México y a los primeros alumnos del master
en desarrollo docente ..............................................53
5. Saluto ai partecipanti della Giornata di Studio .......54
6. Notitiae particulares................................................57
E SECRETARIATU PRO
EVANGELIZATIONE ET MISSIONE
1. Capitolo della Fondazione “S. Francesco”
in Russia e Kazakhstan ...........................................59
2. Seminário de Evangelização e Missão....................60
3. Congresso missionário latino-americano
e caribenho..............................................................63
E POSTULATIONE GENERALI
1. Venerabili Servae Dei Mariae Caelinae a
Praesentatione (in saeculo: Ioannae Germanae
Castang) Beatorum honores decernuntur................75
2. Decretum super virtutibus Ven.
SD Francisci Mottola..............................................76
3. Ponens in Causa SD M. Fidelis Weiss eligitur........78
4. Validitas iuridica Inquisitionis in
Causa SD Aloisiae Velotti declaratur......................79
5. Facultas Transumptum Inq. dioec.
in Causa SD Z. Negroni aperiendi ..........................79
6. Ponens in Causa SD Michaëlangeli Longo
eligitur.....................................................................80
7. Facultas datur Transumptum Inq. dioec.
in Causa SD C. Gatti aperiendi ...............................80
8. Validitas iuridica Inquisitionis dioec.
in Causa SD A. Seghezzi declaratur .......................80
9. Ponens in Causa SD Francisci I. Bonifacio
nominatur................................................................81
CCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCC
Directio Commentarii
DISTRIBUTIO
«ACTA ORDINIS FRATRUM MINORUM»
CURIA GENERALIS O.F.M.
Via S. Maria Mediatrie, 25
00165 ROMA (Italia)
Fax +39.06.68.491.364 / e-mail: [email protected]
GRATUITA –
DISTRIBUZIONE
GRATUITA FUORI
COMMERCIO
A08Indice:Indice 2° e 3° copertina
21-05-2008
16:21
Page 3
10. Relator Causae SD Zachariae Negroni nominatur..81
11. Validitas iuridica Inquisitionis dioec.
in Causa SD M. Saravia declaratur .........................81
12. Validitas iuridica Inquisitionis super miro
in Causa B. Baptistae Varano declaratur.................82
13. Relator in Causa SD Aloisii Sodo nominatur .........82
14. Validitas iuridica Inq. dioec.
in Causa SD Rosae Staltari declaratur ....................83
15. Competentia fori in Causa SD A. Alessandrini
Archiepiscopo Ianuensi datur .................................83
16. Facultas Trans. Inq. suppl.
in Causa SD M. T. De Vincenti aperiendi ...............83
17. Facultas datur exuvias Ven. SD M. Rosae
Flesch recognoscendi..............................................84
18. Ponens in Causa SD Odoardi Focherini eligitur .....84
19. Tertius peritus in Causa super miro intercessioni
Ven. SD Francisci Paleari tributo nominatur ..........85
20. Relator nominatur in Causa SD Rosae Staltari .......85
21. Notitiae particulares................................................85
STATISTICA
ORDINIS FRATRUM MINORUM
(31 Decembris 2007)
I. Relatio de statu personali et locali Ordinis .............87
II. Fratres omnes unicuique Provinciae vel
Cust. Aut. adscripti ...............................................91
III. Fratres et domus secundum regiones .....................95
IV. Status domum et presentia fratrum in
singulis nationibus .................................................98
V. Provinciae vel Cust. Aut. juxta
numerum fratrum et novitiorum ..........................101
VI. Incrementum vel decrementum numeri fratrum ..103
VII. Inter 2007 et 2006 comparatio.............................106
VIII. Alumni cursus Philosophiae, Theologiae et
ad Gradus Academicos.........................................109
1
1.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
EX OFFICIO
PROCURA GENERALIS
Calendarium proprium
Ordinis Fratrum Minorum ....................................113
1. Decretum probationis seu confirmationis ........113
2. Decretum promulgationis Ministri Generalis ...113
3. Calendarium Ordinis Fratrum Minorum .........116
EX OFFICIO PRO MONIALIBUS
Conventus Præsidum Sororum Clarissarum .........119
Partecipanti ...........................................................119
Gruppo operativo ..................................................119
Comunicazione dell’Ufficio “Pro Monialibus” ....120
Saluto dell’Abbadessa del Protomonastero
all’apertura del Convegno.....................................122
Omelia alla Celebrazione eucaristica d’apertura ..122
Saluto del Ministro generale .................................125
Informe del Ministro general ................................128
Omelia alla conclusione del Convegno ................134
Celebrazione dell’invio.........................................136
Messaggio finale...................................................137
Cronaca del Convegno..........................................139
EX OFFICIO OFS
1. Regolamento Internazionale della
Gioventù Francescana ..........................................145
2. Bosnia ed Erzegovina – Corso di formazione
per gli Assistenti spirituali OFS-GiFra .................147
3. Repubblica Ceca – Corso di formazione
per Assistenti spirituali OFS-GiFra ......................148
4. Italia: San Giovanni Rotondo – Jammin
Festival JPII ..........................................................148
5. Lituania – Capitolo nazionale dell’OFS ..............149
AD CHRONICAM ORDINIS
1. De itineribus Ministri Generalis ...........................151
1.
Epifania 2008 all’Aracoeli in Roma ........151
Visita a la Fraternidad de Estambul ........151
2.
3.
Visita a la Provincia Bética......................152
4.
Visita al Santuario de Arantzazu ..............156
5.
Visita fraterna alla Provincia di Napoli...157
6.
Visita fraterna ai Frati in Siria ................158
7.
Visita ai Frati in Libano ...........................159
8.
Visita alla Provincia di Lituania ..............161
9.
Incontro con i Frati che lavorano
in Svizzera ................................................162
10.
Visita alla Provincia di S. Michele
in Ucraina ................................................162
11.
Visita a la Custodia de San Benito
en Amazonas, a la Provincia de N. Sra.
de Asunción (Bacabal) y a la Fundación
de N. Sra. de las Gracias (Piauí)
en Brasil. ..................................................163
12.
Visita al Noviciado de la Conferencia
Cono Sur ..................................................166
13.
Visita alla Provincia di san Girolamo
in Croazia.................................................167
2. Incontro del Definitorio con i nuovi
Ministri provinciali e Custodi ...............................168
3. Centenario dell’ordinazione presbiterale
di Fr. Agostino Gemelli.........................................169
4. Incontro della CFF................................................173
5. The General Definitory met the
English-speaking Conference of Ministers
Provincial (ESC)...................................................174
6. Laboratorio formativo della Conferenza
Nord-Slavica.........................................................176
7. Notitiæ particulares...............................................176
BIBLIOGRAPHIA
1. Libri ......................................................................179
2. Extracta.................................................................180
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
NECROLOGIA
Pllumi Fr. Zef........................................................181
Mons. José H. Gómez González ofm ...................182
Fr. Leonardo (Ausencio) Sánchez Zamarripa .......183
Fr. Adriano Garuti.................................................183
Fr. Onorio Pontoglio .............................................184
Anno 2005 mortui sunt .........................................186
Anno 2006 mortui sunt .........................................186
Anno 2007 mortui sunt .........................................187
Anno 2008 mortui sunt .........................................189
A08copertinaOK:4° copertina
21-05-2008
16:19
Page 1
AA.VV.
Dizionario bonaventuriano.
Edizioni francescane, Padova 2008, pp. 909.
Il Dizionario bonaventuriano, con le sue cento voci, intende offrire il pensiero di san
Bonaventura nei suoi aspetti filosofici, teologici e mistici. L’offerta è rivolta agli studenti di
filosofia e di teologia, ai religiosi, ai cultori del medioevo scolastico, agli studiosi, ai francescani; a tutti, secondo i rami di interesse corrispondenti, rami che, secondo san Bonaventura,
partono e conducono all’unico Albero della vita.
Il Dizionario esce a 750 anni dall’elezione di frate Bonaventura a ministro generale. La
sua interpretazione della vita di san Francesco – acuta e profonda analisi confluita nelle sue
opere – acquista per noi un dato esemplare, quello cioè di incarnare in forme rinnovate, rispondenti ai segni del tempo, il genio del Poverello di Assisi, suscitato dallo Spirito per la
Chiesa e il mondo.
IBRAHIM NAJIB
Gesù Cristo Signore dell’universo.
La dimensione cristologica della lettera ai Colossesi.
Edizioni Terra Santa/Franciscan Printing Press,
Milano/Jerusalem 2007, pp. 240.
Tutti i libri del NT sono la Buona Novella di Gesù Cristo, Figlio di Dio e nostro Signore. L’insistenza cristologica non è, tuttavia, uguale in tutti i libri del NT.
La lettera ai Colossesi si distingue per la sua cristologia “alta” che guida tutti gli altri
temi teologici, contribuendo a delineare il volto di Cristo, immagine del Dio invisibile.
La novità di questa monografia consiste, appunto, nel fatto che l’Autore cerca di mostrare la dimensione cristologica in tutta la lettera dell’apostolo Paolo.
AA.VV.
Memorias. Curso de formación para la misión
y la evangelización en clave franciscana.
“La osadía de vivir el Evangelio”,
del 25 al 28 de junio de 2007.
Editorial Bonaventuriana, Bogotá 2008, pp. 291.
¿Existe un modo franciscano de evangelizar, de misionar? La respuesta requiere un
análisis para lo cual es necesario convocar y reunir hombres y mujeres que nos ayuden a elucidar dicha inquietud. Esto fue bien comprendido por el Secretariado de Evangelización y
Misión de la Comunidad Franciscana de la Provincia de la Santa Fe, el cual, pensó y diseñó
un encuentro en la Universidad de San Buenaventura, en Bogotá, titulado: «La Misión y la
Evangelización en clave franciscana. “La osadía de vivir el Evangelio”».
La presente edición de las memorias de este congreso franciscano, celebrado del 25 al
28 de junio del 2007, quiere ser como una herramienta formativa que sirva a la cualificación
de nuestra acción evangelizadora y misionera.

Documentos relacionados