fratrum minorum
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fratrum minorum
C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:36 Page 429 ACTA ORDINIS FRATRUM MINORUM VEL AD ORDINEM QUOQUO MODO PERTINENTIA Fr. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO IUSSU ET AUCTORITATE TOTIUS ORD. FR. MIN. MINISTRI GENERALIS IN COMMODUM PRAESERTIM RELIGIOSORUM SIBI SUBDITORUM IN LUCEM AEDITA Veritatem facientes in caritate (Eph. 4,15). Peculiari prorsus laude dignum putavimus, dilecte Fili, consilium quo horum Actorum collectio atque editio suscepta est. (Ex Epist. L EONIS P P. XIII ad Min. Gen.) ROMA CURIA GENERALIS ORDINIS C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:36 Page 430 CUM APPROBATIONE ECCLESIASTICA FR. JOSÉ R. CARBALLO, ofm, Min. Gen. Fr. LUIGI PERUGINI Director Fr. GINO CONCETTI Director responsabilis Autoriz. N. 10240 del Trib. di Roma, 8-3-1965 Impaginazione e grafica Ufficio Comunicazioni OFM – Roma Stampato dalla TIPOGRAFIA MANCINI S.A.S. – Tivoli (Roma) nel mese di gennaio dell’anno 2008 C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:36 Page 431 EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 1. Carta a todos los Ministros y Custodios CAPÍTULO GENERAL DEL 2009 Queridos Hnos. Ministros y Custodios. A cuantos comenzáis ahora un nuevo curso, después de un merecido descanso, os deseo un nuevo curso lleno de la bendición del Señor. A cuantos continuáis con el trabajo iniciado hace meses, os deseo buena continuación en el servicio que el Señor y los hermanos os han confiado. A todos os saludo fraternamente: El Señor os dé la paz. Os escribo para daros algunas informaciones que considero importantes relacionadas con el Capítulo general del 2009. El Definitorio general, durante el tiempo fuerte de septiembre, ha decidido que el Capítulo se celebrará del 23 de mayo al 21 de junio 2009, por Pentecostés. Os pido que tengáis presentes estas fechas en vuestras agendas, ya desde ahora. Así mismo, después de escuchar a los Presidentes de las Conferencias en la reunión del pasado mes de mayo, y teniendo en cuenta su parecer, ha decidido que se celebrará en Santa María de los Ángeles (Asís), y que el tema capitular sea el de la misión-evangelización-diálogo con el mundo, además de los otros temas que se deberán tratar en el Capítulo, tal y como prevé nuestra legislación. El Definitorio ha acordado también pediros sugerencias sobre el tema para poder preparar mejor el Capítulo. Al mismo tiempo os pedimos que enviéis vuestras sugerencias para posibles cambio en los Estatutos Generales. El límite para recibir dichas sugerencias será el próximo mes de mayo del 2008, de este modo tendremos tiempo suficiente para su estudio y presentación a los participantes al Capítulo y luego al Capítulo mismo. Tanto las sugerencias sobre el tema, como posibles cambios de los Estatutos, deberán ser enviados a la Secretaría general de la Orden. Con sentimientos de profunda fraternidad, os saludo en el seráfico Padre. Roma, 8 de septiembre, fiesta de la natividad de la B.V.María, 2008 Prot. 098322 FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro general ___________________________ A todos los Ministros y Custodios Sus sedes 2. Omelia in occasione della Festa dell’impressione delle Stimmate Verna, 17 settembre 2007 LA SCELTA DI CRISTO Carissimi fratelli e sorelle, la festa dell’impressione delle stigmate nel corpo di san Francesco, ci ha riuniti anche quest’anno su questo santo monte. Ancora una volta siamo saliti fin qui per fare una sosta nella nostra vita e contemplare nella pace di questo luogo il mistero di quell’amore che ha trasformato, come dice san Bonaventura, l’amante nell’immagine stessa dell’amato (cf LM 13,5). Qui Cristo, infatti, ha reso Francesco simile a sé anche nel corpo; qui il Crocifisso, espressione dell’eccesso d’amore di Dio e della sua infinita compassione per l’uomo, si è impresso nella stessa carne di Francesco, trasformandolo definitivamente nell’immagine di colui che contemplava. Qui l’Amore non amato, come amava ripetere Francesco vagando nelle selve, ha trovato un amante appassionato, che in tutto si è lasciato plasmare dall’amore. La parola che abbiamo ora ascoltato nel Vangelo ha trovato per Francesco, qui sulla Verna, il suo compimento: «Se qualcuno C07nterno:ACTAORDINIS 432 24-01-2008 16:36 Page 432 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà». Dal momento dell’incontro con il Crocifisso, da quando ricevette quella prima chiamata nella chiesetta di san Damiano – «Va Francesco, ripara la mia chiesa che come vedi è tutta in rovina» – nella vita del figlio di Pietro di Bernardone non ci fu altro scopo che obbedire a quella voce, a quella parola divina, che lo aveva così profondamente conquistato, seguendo le orme del Signore Gesù Cristo. Francesco fece di questo invito alla sequela il senso della propria esistenza e ad essa sacrificò ogni altra cosa. Francesco seppe perdere la propria vita dietro a Cristo, perché non guardò più a se stesso, ma solo a colui che seguiva e contemplava, cioè il suo Signore, colui che per lui era diventato «il bene, tutto il bene, ogni ricchezza a sufficienza». All’inizio della sua vocazione, davanti a suo padre e ai suoi concittadini, nella piazza di Assisi Francesco seppe abbandonare ogni ricchezza per seguire Cristo. Ma su questo santo monte, quasi al termine della sua vita, egli seppe abbandonare tutto se stesso per divenire in tutto conforme al suo Signore crocifisso. Qui sta il segreto del fascino di Francesco. Ce lo ha ricordato il Santo Padre nella sua visita ad Assisi, quando diceva che «i cristiani del nostro tempo si ritrovano sempre più spesso a fronteggiare la tendenza ad accettare un Cristo diminuito, ammirato nella sua umanità straordinaria, ma respinto nel mistero profondo della sua divinità. Lo stesso Francesco subisce una sorta di mutilazione, quando lo si tira in gioco come testimone di valori pur importanti, apprezzati dall’odierna cultura, ma dimenticando che la scelta profonda, potremmo dire il cuore della sua vita, è la scelta di Cristo». Quell’eccesso d’amore che Francesco aveva scoperto nel Cristo, infatti, giorno dopo giorno, era sempre più diventato il suo stesso modo di amare, così come la compassione del Crocifisso per l’umanità si era via via trasformata nella compassione di Francesco per ogni uomo e per ogni creatura. Francesco si era lasciato invadere da questo amore, fino al punto da scomparire in esso, divenendo lui stesso «come gli spiriti angelici sulla scala di Giacobbe» – dice sempre di lui san Bonaventura – perché «o saliva verso Dio o discendeva verso il prossimo» (LM 13,1). Francesco in questo modo fu, per gli uomini del suo tempo, quello che gli antichi patriarchi furono per il popolo di Israele, perché, col suo cuore traboccante d’amore, saliva continuamente a Dio, portando con sé le preghiere del suo popolo, e da Dio discendeva riversando, su quanti lo incontravano, la misericordia divina. Ringraziamo, allora, insieme il Signore per averci donato un fratello e un santo come Francesco d’Assisi, che seppe essere nel suo tempo, e continua ad essere oggi per noi, un vero dono d’amore, perché dono dell’amore di Dio. Se la vita di san Francesco, infatti, seppe attirare fin dall’inizio così tanti uomini e donne e se ancora oggi, dopo 800 anni, tanti sono affascinati da lui, il motivo sta nel suo essere divenuto in tutto una cosa sola con Gesù Cristo. Francesco conquistò e conquista i cuori, perché ama gli uomini e le creature dell’amore di Dio: un amore indifeso, perché non si impossessa di chi si ama, ma sa guardare al bene dell’altro e alla sua libertà. Il fatto, però, che questo amore sia indifeso, non significa che sia debole. Si tratta, al contrario, di un amore forte e tenace anche di fronte alla debolezza dell’altro, di un amore capace di fedeltà anche quando l’altro è infedele, di un amore che si offre senza chiedere niente in cambio. Di fronte a un simile amore è impossibile rimanere indifferenti. Come Francesco, così anche noi siamo chiamati ad una risposta. Ecco, Dio oggi si fa incontro a ciascuno di noi. Anche oggi l’Onnipotente, il Dio degli dei, mostra il suo infinito amore per noi facendosi piccolo e indifeso; come diceva lo stesso Francesco: «Ecco, ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine; ogni giorno egli stesso viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal senso del Padre sull’altare nelle mani del sacerdote» (Am 1,16-18). Accostiamoci al suo corpo e al suo sangue con il cuore aperto e disponibile, la- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:36 Page 433 EX ACTIS MINISTRI GENERALIS sciandoci ferire dal suo amore e dalla sua misericordia, senza paura di donarci e senza paura che chieda troppo alla nostra vita, perché, se glielo permetteremo, sarà ancora una volta lui a farsi carico delle nostre fatiche e a guidarci sulla via della salvezza. Lasciamoci avvolgere dal tenero amore di Dio. Lasciamo che questo amore, giorno dopo giorno, riempia tutta la nostra esistenza e arriveremo anche noi a dire con l’apostolo Paolo di non aver altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo (cf Gal 6,14), perché solo chi segue le orme del Signore, chi obbedisce alla sua Parola, chi accoglie la logica della croce, può davvero rinascere come una nuova creatura (cf Gal 6,15). FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale 3. Lettera del Ministro e Definitorio generale per la Festa di san Francesco 2007 VIVERE ED ANNUNCIARE IL VANGELO Cari Fratelli e Sorelle, il signore vi dia Pace. È con speciale gioia e gratitudine che ci apprestiamo a celebrare quest’anno la festa di san Francesco di Assisi. La festa del 2007, infatti, acquista un particolare significato a motivo della celebrazione della grazia delle origini, che, ripercorrendo l’itinerario della conversione del nostro padre san Francesco, ci aiuta a vivere la nostra vocazione e missione oggi «con lucidità ed audacia». Come è ormai costume, ogni anno noi, vostri Fratelli del Definitorio generale, scegliamo una priorità del sessennio per condividere considerazioni e riflessioni. Quest’anno la priorità è l’evangelizzazione e la missione. Nel contesto dell’VIII Centenario, il 2007 ci stimola ad osare di vivere il Vangelo, facendo memoria di due episodi, che resero il nostro padre san Francesco consapevole di essere stato chiamato dal Signore a vivere secondo il Vangelo di nostro Signore 433 Gesù Cristo: l’incontro con il Crocifisso di San Damiano e quello con il Vangelo della missione. Partire da Cristo per la missione nella Chiesa e nel mondo L’incontro con il Crocifisso di San Damiano fa parte dell’origine della missione ecclesiale di Francesco. L’invito del Signore, «va’, ripara la mia casa, che, come vedi, è tutta in rovina» (2Cel 10), san Francesco l’ha inteso come missione ecclesiale e profetica, contribuendo così al rinnovamento della vita della Chiesa. San Bonaventura, riassume ed interpreta la missione ecclesiale di Francesco: «così come furono riparati i tre edifici, sotto la guida di quest’uomo santo si sarebbe rinnovata la Chiesa in tre modi: secondo la forma di vita, secondo la Regola e secondo la dottrina di Cristo da lui proposte» (LegM II,8). Il secondo episodio, che vogliamo ricordare, è l’incontro di Francesco con il Vangelo dell’invio missionario, da lui ascoltato durante la santa Messa nella Porziuncola. Francesco si sentì toccato dal brano evangelico dell’invio dei discepoli a due a due, senza portare nulla, per annunciare la pace, il regno di Dio e la penitenza. Trovando una chiara risposta alla sua ricerca, il Poverello dichiara: «questo voglio, questo chiedo, questo bramo di fare con tutto il cuore» (1Cel 22). Francesco, colmo di gioia, si affretta, vincendo ogni remora, a mettere in pratica fedelmente quanto ascoltato. Nell’incontro con la Parola, egli scopre la vocazione di messaggero del Vangelo, la sete di evangelizzare, di andare in missione. Lasciatosi evangelizzare, convertire al Vangelo, cambia l’abito e il modo di vivere, si sente inviato nel mondo per condividere con tutti ciò che per grazia aveva ricevuto. Come Gesù ha inviato i suoi discepoli in tutte le direzione, così Francesco, accolti i suoi primi compagni, li invia a due a due ai quattro punti cardinali del mondo. Convinto di essere stato chiamato per una missione universale, non pone limiti alla testimonianza e all’annuncio del Regno di Dio. Nella sua lettera a tutti i Frati, Francesco esplicita questa consapevolezza della voca- C07nterno:ACTAORDINIS 434 24-01-2008 16:36 Page 434 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 zione missionaria universale: «Inclinate l’orecchio del vostro cuore e obbedite alla voce alla voce del Figlio di Dio... che vi mandò nel mondo intero, affinché rendiate testimonianza alla voce di lui con la parola e le opere e facciate conoscere a tutti che non c’è nessuno onnipotente eccetto lui» (LOrd 6-9). Ricordare con gratitudine e rinnovare oggi il nostro entusiasmo Nel celebrare la grazia delle origini, desideriamo ricordare con immensa riconoscenza la ricchissima storia delle missioni e dell’evangelizzazione dei Frati lungo i nostri otto secoli di vita. Siamo grati ai Frati che lasciarono le loro terre, iniziando dal nostro padre e fratello Francesco, e si resero prossimi agli altri – altri popoli, altre lingue e culture – per predicare la penitenza, per testimoniare Gesù Cristo, annunciare la pace e il regno di Dio con le parole e le opere. Siamo riconoscenti a quei Frati che, sull’esempio di Francesco nel suo incontro con il Sultano, fecero della semplice presenza, dell’incontro e della testimonianza silenziosa la prima forma di evangelizzazione, gettando così le basi per la missione ad gentes. Siamo grati a tutti quei Frati che furono creativi nell’evangelizzazione e diedero un contributo originale, nelle varie zone, di fronte alle necessità delle persone e dei popoli, affrontando senza paura situazioni di usura, di violenza, di infermità, di mancanza di educazione. Rendiamo lode, soprattutto, al Signore per tutti coloro che diedero la loro vita per l’annuncio della Buona Notizia. Tutti questi nostri Frati, in otto secoli di storia, ci hanno lasciato un’eredità ricca e colma di insegnamenti per la nostra missione evangelizzatrice di oggi. Invitiamo, pertanto, tutti i Frati a fare memoria della storia delle missioni e dell’evangelizzazione nella propria Entità, in atteggiamento di rendimento di grazie e di riconoscenza per la testimonianza dei missionari e lasciandosi interpellare per rinnovare il proprio slancio missionario. Sentiamo il bisogno, in modo particolare, di rivivere l’entusiasmo iniziale e l’ardore missionario di Francesco e dei suoi compagni; di «rinnovare la nostra vita personale e fraterna secondo il Vangelo, nel contesto vitale del nostro tempo» (La grazia delle origini, p. 18); di ricuperare la coscienza missionaria di essere inviati al mondo intero per testimoniare ed annunciare il Regno di Dio. Desideriamo accogliere ed attuare il mandato della Chiesa, espresso da Giovanni Paolo II nel suo messaggio al Capitolo generale del 1991, quando, rifacendosi all’episodio di Innocenzo III, ci disse che la ragion d’essere del nostro Ordine sta nell’essere inviati in missione (cf Messaggio al Capitolo generale 1991, 5). Quell’affermazione ci ha sollecitato ulteriormente a riflettere, come Frati Minori e in sintonia con la Chiesa, sulla nostra missione e ad evidenziare le caratteristiche essenziali dell’evangelizzazione francescana nel mondo di oggi. Ci siamo impegnati a leggere e ad interpretare i segni dei tempi. Abbiamo cercato di vivere in modo rinnovato la nostra vocazione. Ci siamo definiti Fraternità-contemplativa-in-missione (cf CPO 2001), in un mondo che cambia, sottolineando così la peculiarità del nostro carisma e la sua ragion d’essere. Abbiamo scelto, mediante il discernimento fraterno, alcune priorità per esprimere ed orientare la nostra vita e la nostra attività. Siamo convinti che per rinnovare il nostro entusiasmo per la missione sono necessari la gioia della fede, la santità in Fraternità, il Vangelo vissuto ed annunciato con parole ed opere. Questo nuovo slancio ci ha spinto e ci spinge sulle vie del dialogo con il Signore, tra di noi, con la gente, con i credenti di ogni religione e cultura, e verso i chiostri dimenticati, dove la vita e la pace sono minacciate. Rivedere le nostre presenze e forme di evangelizzazione Nell’arco dei suoi ottocento anni di storia l’Ordine ha espresso la sua vocazione evangelizzatrice con una grandissima varietà di presenze e di forme nelle missioni ad gentes, come nell’ambito dei ministeri pastorali nella Chiesa e nelle attività di promozione umana. Nell’itinerario dell’ottavo centenario siamo invitati, in quest’anno 2007, a valutare la vita e la missione, le pre- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:36 Page 435 EX ACTIS MINISTRI GENERALIS senze e le forme di evangelizzazione in vista di un progetto provinciale che porti a scelte concrete e profetiche, alla luce della lettura della realtà in cui viviamo, del Vangelo, della Regola, delle Costituzioni e Statuti generali e delle priorità dell’Ordine. Tutto ciò dovrà aprirci a nuove forme di evangelizzazione; ad una nuova disponibilità per le missioni ad gentes; a scelte concrete in favore della giustizia, della pace e dell’integrità del creato; ad iniziative a favore del dialogo ecumenico, interreligioso ed interculturale. È giunto il momento di un serio e profondo discernimento delle nostre presenze e attività ministeriali per verificare se rispecchiano la nostra vocazione profetica di religiosi e la nostra identità specifica di Frati Minori nelle nuove situazioni della Chiesa e del mondo. Nel Capitolo generale straordinario del 2006, cercando di rispondere alla domanda: «Signore, che vuoi che facciamo, come Frati Minori, oggi?», abbiamo visto che la nostra vocazione è essere una Fraternità di minori, costituita da Frati laici e chierici, inviata ad evangelizzare. Sull’esempio dei discepoli di Emmaus, abbiamo fatto un cammino di condivisione tra noi, in compagnia del Signore risorto, per scoprire i segni di vita e le sfide che ci chiamano alla conversione e alla rifondazione della nostra vita e missione. Prendiamo coscienza che la nostra evangelizzazione deve superare il carattere di “conservazione” in vista di una nuova evangelizzazione, ricuperando la centralità della fede, guardando la moltitudine dei battezzati e non evangelizzati, occupandoci della grande mobilità dei popoli e dello straordinario fenomeno dei migranti, lasciandoci sfidare dalle grandi concentrazioni urbane. Come il Pastore ricerca la pecora smarrita, siamo sollecitati ad andare incontro alle persone nelle loro differenti realtà personali, familiari e sociali. Rinnovare la qualità di vita a partire dallo slancio missionario Non possiamo perdere di vista che la centralità della nostra missione di evangelizzazione sta nella testimonianza della vita evangelica. Più che confidare nelle strategie e nel- 435 le tecniche, abbiamo bisogno di essere vangelo vivo, comunicare esperienza di incontro vitale con il Vangelo, con il Cristo crocifisso e risorto. In questo senso, un rinnovato slancio missionario potrà aiutare ogni Frate e le Fraternità dell’Ordine a rinnovare la loro qualità di vita. Francesco, alla Porziuncola, appena ha scoperto che il vero discepolo di Gesù è anche il suo testimone, il suo “missionario”, cambiò immediatamente abbigliamento e maniera di vivere per poter partire e annunciare la conversione del cuore e l’amore di Dio. E ciò diede alla sua parola una trasparenza così cristallina che toccava direttamente i cuori della gente. Le nostre parole saranno recepite come semplici suoni se non sono accompagnate dalla coerenza della nostra vita, e ogni vera missione francescana ha bisogno di uno stile di vita consono. Anche perché – ed è ancora Francesco che ce lo insegna – l’inviato è l’espressione stessa del messaggio, la sua vita è il primo contenuto della sua missione. La testimonianza, anche silenziosa, ma autentica, è il nostro primo modo di essere missionari in ogni regione del mondo. Francesco poté vivere con tanta immediatezza tale vita evangelica ed apostolica, perché aveva incontrato personalmente il Cristo, nella Parola alla Porziuncola e nel Crocifisso a San Damiano, e da Lui si era sentito “inviato” al mondo come i primi discepoli. L’intimità continua e coltivata con il Signore è la radice e la forza del nostro vivere la missione. Più Dio abita nei nostri cuori, più possiamo condividerlo con gli altri. Giovanni Paolo II, infatti, ha detto che la missione è la misura della nostra fede! E quel Signore che è già nel cuore non cessa di ripetere a ciascuno: «Va’, ripara la mia casa». Come non rispondere con prontezza e con entusiasmo al rinnovato invio da parte di Gesù? Cari Fratelli e Sorelle, per ridare qualità alla nostra vita e nuovo slancio alla nostra missione, in occasione della festa del padre nostro san Francesco, fissiamo gli occhi negli occhi del Crocifisso di San Damiano, per ascoltare l’ammonimento, questa volta rivolto a ciascuno di noi: «va’, ripara la mia casa». Va’, “restaura” la tua vita; va’, e fat- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 436 16:36 Page 436 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 ti servo premuroso del popolo di Dio e di tutta l’umanità. Dopo la sosta ai piedi del Crocifisso di San Damiano, davanti al quale, come Francesco, possiamo apprendere anche gli itinerari e lo stile della missione, rechiamoci alla Porziuncola per lasciarci coinvolgere dal mandato evangelico della missione e, senza indugi e con fervore, sottoscrivere: «questo voglio, questo chiedo, questo bramo fare». Che il Signore benedica i nostri propositi e desideri. La Madre della misericordia, la Vergine fatta Chiesa, ci ottenga di concepire e partorire lo spirito della verità evangelica. San Francesco ci aiuti a conseguire la sapienza per discernere e la volontà per attuare «il santo e verace comandamento» del Signore. Roma, 17 settembre 2007 Festa delle Stigmate di san Francesco FR. AMARAL BERNARDO AMARAL, OFM (Def. Gen.) FR. AMBROGIO NGUYEN VAN SI, OFM (Def. Gen.) FR. FINIAN MCGINN, OFM (Def. Gen.) FR. JAKAB VÁRNAI, OFM (Def. Gen.) FR. MIGUEL J. VALLECILLO MARTÍN, OFM (Def. Gen.) FR. SIME SAMAC, OFM (Def. Gen.) FR. MARIO FAVRETTO, OFM (Def. Gen.) FR. LUIS G. CABRERA HERRERA, OFM (Def. Gen.) FR. JUAN IGNACIO MURO ARÉCHIGA, OFM (Def. Gen.) FR. FRANCESCO BRAVI, OFM (Def. Gen.) FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM (Min. Gen.) FR. SEÁN COLLINS, OFM (Seg. Gen.) Prot. 097972 4. Celebrazione in onore della Beata Maria della Passione Roma, Aracoeli, 1 ottobre 2007 ENTRATA DI MARIA DELLA PASSIONE NEL TERZ’ORDINE FRANCESCANO Ef 3, 13-19; Sal 33, 1-2, 4-5, 11-12, 18-19; Lc 10, 21-22 Cari fratelli e sorelle, il Signore vi dia Pace! Con grande gioia siamo saliti sul colle del Campidoglio per celebrare l’Eucaristia in questa bellissima e storica Basilica di S. Maria in Ara Coeli, Curia Generale dei Frati Minori per secoli e dove fu ammessa al Terz’Ordine Francescano la Beata Maria della Passione, il 4 ottobre 1882, dall’allora Ministro generale dei Frati Minori, Fr. Bernardino da Portogruaro. Con immensa gioia e affetto fraterno saluto tutti voi che partecipate a questa Eucaristia, particolarmente Suor Christiane, Superiora Generale delle Suore Francescane Missionarie di Maria (FMM), le nuove Superiore Provinciali FMM, riunite a Grottaferrata e le sorelle FMM della Provincia d’Italia e delle case di Roma. L’Eucaristia che stiamo celebrando vuole essere innanzitutto un’azione di grazie per il dono della Beata Maria della Passione e della sua vocazione francescana. Il percorso della vocazione francescana di Maria della Passione fu assai lungo. Il primo momento di questo percorso lo possiamo situare nel 1860, quando entra nel Monastero delle Clarisse di Nantes, all’età di 21 anni. Seppur breve sia stata la sua permanenza in quel Monastero, poiché lo dovette abbandonare a causa di una grave malattia, senza alcun dubbio sarà tra le Sorelle Povere di Santa Chiara che avrà una forte esperienza di Dio, che segnerà tutta la sua vita di offerta al Signore e alla missione. Un altro momento importante fu il pellegrinaggio ad Assisi nel 1880. Sul suo passaggio da quella città scriverà qualche anno più tardi: “Cara Assisi, non potrei descrivere tutta l’attrazione che esercitavano su di me i suoi muri, il campo…! Ora sento che era l’ombra serafica che mi seguiva”. E ancora al momento dell’affiliazione canonica alla Famiglia Francescana nel 1885, quando Maria della Passione riceverà il decreto ufficiale della Santa Sede, affiliando il nuovo Istituto al Terz’Ordine di San Francesco e mettendo le sue figlie sotto la dipendenza diretta del Ministro generale dell’Ordine francescano. Senza alcun dubbio, però, il momento decisivo per la vocazione francescana di Maria della Passione fu nel giugno 1882, quando, durante la sua permanenza nella città eterna, la divina provvidenza la trae all’Aracoeli ed entra in contatto in un C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:36 Page 437 EX ACTIS MINISTRI GENERALIS primo momento con il P. Rafael Delarbre, allora Definitore Generale, poi con il Ministro generale, P. Bernardino da Portogruaro. Costui, con un gesto paterno e insieme profetico, la coprì con il suo mantello, adottandola come sua figlia spirituale. Ricordando quel momento scriverà Maria della Passione: “In quel giorno… il nuovo tronco venuto da oriente è stato innestato nell’antico tronco serafico; le figlie di Maria venute dall’India, sarebbero state per sempre le figlie di Francesco”. Da allora, il cuore di Maria della Passione, ardentemente missionario e mariano, sarà, nello stesso tempo, appassionatamente francescano. Ma Aracoeli, definita da Maria della Passione come “tabernacolo di grazia”, “luogo dei suoi dolori e delle sue gioie”, sarà significativo nella vita della Beata Maria della Passione non solo all’inizio del suo itinerario come membro del Terz’Ordine Francescano, ma anche nei momenti difficili del suo cammino di purificazione spirituale. Quando nel 1883 Maria della Passione viene deposta dal Papa il 16 marzo, Aracoeli sarà il luogo della sua consolazione e rifugio spirituale, il luogo in cui incontrerà le braccia alzate e il cuore aperto di P. Bernardino e di P. Rafael. Al Bambino di Aracoeli, che la vide “entrare nell’Ordine nel settimo centenario del nostro Serafico Padre”, professava grande devozione e lo circondava d’infinita tenerezza, chiamandolo “il mio Bambino”, “caro Bambino mio”, “amabile Bambino”. A lui affiderà nel 1896 i risultati del Capitolo appena celebrato. Con ragione potrà scrivere: “Io non ce la faccio all’idea di perdere l’Aracoeli: io amo questo vecchio nido, io non so come dirlo, ma mi sembra di essere nata alla vita proprio in quel luogo lì”. Con ragione, care sorelle, avete voluto venire in pellegrinaggio in questo luogo tanto amato dalla vostra santa Fondatrice, per rinnovare la vostra identità francescana ed il vostro profondo legame, mai venuto meno, all’Ordine dei Frati Minori. Ricordando e rinnovando il gesto del P. Bernardino da Portogruaro, anch’io oggi vi accolgo e vi benedico di tutto cuore affinché questa vostra identità francescana, insieme missionaria e 437 mariana, non venga mai meno. Ché il Santo Bambino sia testimone di questo momento di grazia e di emozione, come lo è stato in quel memorabile 4 ottobre 1882, e che Maria, ara coeli, vi indichi il cammino per seguire Gesù “più da vicino”, in ogni momento e in costante fedeltà creativa. Però in questo momento desidero a nome personale e di tutto l’Ordine francescano, ringraziarvi per la vostra vicinanza fraterna. Quanti gesti di fraternità ho sperimentato e sperimentano i miei fratelli da parte delle Sorelle nel mondo intero! Molto è ciò che l’Ordine francescano vi ha dato, molto è ciò che l’Ordine riceve da voi. Grazie per questo scambio di affetto. Camminiamo uniti nella reciprocità e nella comunione fraterna. Alla nostra festa si viene oggi ad aggiungere quella del Figlio amato del Padre, nostro Signore Gesù Cristo. Il testo del Vangelo che abbiamo ascoltato è un canto, una eucaristia – stavo per dire una danza – del Figlio davanti al Padre, signore del cielo e della terra, per aver reso partecipi i suoi discepoli, i più piccoli, del dono della conoscenza profonda del Regno, che invece è stato nascosto ai saggi e ai sapienti di questo mondo (cf. Lc 10, 21). Una conoscenza che porta coloro che ricevono questa grazia alla donazione totale e incondizionata, a vivere la logica del dono senza alcuna riserva, vivendo interamente per il Signore e interamente per gli altri. Questa è l’esperienza vissuta da Gesù in rapporto al Padre e agli altri. Questa è l’esperienza vissuta da ogni discepolo, fra i quali Francesco e Maria della Passione. Dalla contemplazione del Padre, eterno dono di sé, e del Figlio, che si dona sino alla fine, il discepolo, vigorosamente rafforzato dall’azione dello Spirito (cf. Ef 3, 16), riceve la forza necessaria per affrontare tutte le difficoltà che comporta la costruzione del Regno, donandosi senza misura alla missione, attraverso un movimento di dono, simile al costante donarsi di Dio, poiché sa che niente gli appartiene, che tutto è un bene ricevuto, destinato ad essere condiviso e restituito. Care sorelle, il vostro carisma è missionario, mariano e francescano. In quanto missionario, la vostra forma di vita è com- C07nterno:ACTAORDINIS 438 24-01-2008 16:36 Page 438 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 prensibile soltanto da questa logica del dono, che, partendo da una profonda comunione d’amore con il Padre e il Figlio nello Spirito Santo, vi porta ad uscire da voi stesse per andare incontro agli altri, particolarmente agli ultimi e agli esclusi. Il vostro carisma è anche mariano. In quanto tali siete chiamate a vivere la vostra vocazione e missione con un’apertura incondizionata, come Maria, alla volontà del Padre, in modo tale che, custodendo nel più profondo del vostro cuore la parola del Signore (cf. Lc 2, 51) e mettendo in pratica quello che lui vi dirà (cf. Gv 2, 5), lo possiate portare agli altri (cf. Lc 1, 39ss). Finalmente, in quanto francescano, il vostro carisma esige da parte vostra che viviate sine proprio, un’espressione molto familiare a Francesco, spogliate di tutto per possedere colui che è tutto: il bene, tutto il bene, il sommo bene (cf. LodAl); e, in questo modo, radicate e cementate nell’amore (cf. Ef 3, 17), possiate arricchire con la vostra povertà gli altri. E in ogni momento, per essere Francescane Missionarie di Maria, non dimenticate che sarete testimoni e missionarie nella misura in cui, con una vita orientata verso il Signore, come quella dell’apostolo Paolo, vi lascerete abitare da Lui (cf. Ef 3, 17). I discepoli furono chiamati per stare con lui e per essere inviati in missione (cf. Mc 3, 14). In quanto discepole, anche voi siete state chiamate, prima di tutto, per stare con Cristo, conoscerlo più profondamente ed essere partecipi del suo mistero d’amore. Che niente, care Sorelle, vi separi da Lui e niente vi separi dagli altri. Date tempo nella vostra vita al Signore e troverete tempo per gli altri. Siate contemplative del mistero eucaristico, contemplazione che forma parte della vostra spiritualità missionaria, e vi troverete sensibili alle necessità degli altri. Siate delle donne di preghiera e diventerete donne di azione. Parafrasando le parole di San Gregorio Magno possiamo ben dire che l’orazione e la contemplazione educano all’amore e aprono il cuore al dono senza limiti. La vostra fecondità missionaria dipenderà dall’intensità dell’unione con il Signore. Soltanto da una comunione profonda con il Signore incontrerete la for- za, la luce e la consolazione necessarie per una missione mariana e francescana autentica. Cari fratelli e sorelle, come ci invitava il salmo responsoriale (Sal 33), rendiamo grazie al Signore per il dono di Francesco e di Maria della Passione. Cantiamo al Signore un canto nuovo, perché oggi come ieri il Signore continua a mostrarci il suo amore e a realizzare grandi cose nella nostra Famiglia. E in ogni momento e in qualunque luogo, unendoci alla lode di Gesù al Padre, facciamo della nostra vita una continua eucaristia gradita al Signore. Temiamo il Signore ed il suo sguardo ci sosterrà nel momento della prova. Beati noi che il Signore ha scelto come eredità! Pace e Bene! FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale 5. Omelia in occasione della Festa di san Francesco Santa Maria degli Angeli, 4 ottobre 2007 BRILLÒ COME STELLA TRA LE NUBI Cari fratelli e sorelle, il Signore vi dia pace! Rallegriamoci tutti nel Signore nella solennità del Serafico Padre san Francesco; con noi gioiscono gli Angeli e lodano in coro il Figlio di Dio (Antifona di ingresso). Oggi i nostri occhi, pieni di stupore, sono rivolti a Francesco di Assisi. Ma oltre la sua figura, certamente attraente; la sua cultura, certamente notevole; il suo carattere, senza alcun dubbio gioioso e comunicativo; le sue qualità e le circostanze, che ruotano intorno alla sua esperienza, vogliamo contemplare le meraviglie che Dio ha compiuto nel suo servo: l’amore con cui il Padre lo ha chiamato alla sequela del suo Figlio Gesù Cristo; la grazia con cui lo ha trasformato in immagine viva di Cristo povero e crocifisso; l’ispirazione con cui lo spinse a vivere nella Chiesa secondo la forma del santo Vangelo. Non possiamo, inoltre, smettere di ammirare la fedeltà con cui Frate Francesco rispose alla vocazione ricevu- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:36 Page 439 EX ACTIS MINISTRI GENERALIS ta. Una fedeltà che desiderano fare propria quanti si sentono chiamati con una vocazione simile alla sua, o sono attratti dalla sua persona. Dobbiamo considerare in primo luogo la grazia di Dio in Francesco. Può essere che, accostandoci alla sua vita, si abbia la tentazione di ammirare la grazia di Dio che si manifesta nelle virtù eroiche, nei segni e nei prodigi, nel mistero delle stigmate. Frate Francesco, però, non percorrerebbe con noi questo cammino. Egli sapeva che la grazia di Dio lo aveva portato tra i lebbrosi e che l’amarezza provata nel vederli si era trasformata in dolcezza di anima e di corpo, quando usò loro misericordia. Sapeva che questa era per lui la vera e salvifica penitenza, che lo allontanò da un mondo pieno di menzogna e lo avvicinò alla verità dell’uomo, all’uomo vero, all’uomo che soffre, a quello che, imprigionato dall’emarginazione, rischia di non conoscere la comunione, che è Dio; a quello che, imprigionato dal disprezzo, rischia di non conoscere la carità, che è Dio; a quello che, imprigionato dall’amarezza, rischia di non conoscere la dolcezza del Signore, la dolcezza della misericordia. Frate Francesco sapeva che il Signore gli diede “fede nelle chiese”. Una fede semplice, limpida, umile e luminosa, che gli permise di effondere la sua anima nell’adorazione davanti all’Eucaristia, sacramento della presenza di Cristo e memoriale della sua passione redentrice. Frate Francesco confessa che il Signore gli diede una grande fede nei sacerdoti che vivono secondo la forma della santa Chiesa di Roma, nei sacerdoti poverelli di questo mondo, che voleva temerli, amarli e onorarli come suoi signori, perché in loro vedeva il Figlio di Dio. Frate Francesco nel suo Testamento ci dice con grande semplicità che il Dio Altissimo lo portò con la sua grazia ad amare Gesù Cristo, suo Figlio, lì dov’era più dimenticato e disprezzato: tra i lebbrosi, le chiese abbandonate e i sacerdoti poverelli. Colui che nei lebbrosi seppe tanto amare Cristo, desiderò con tutta la sua anima onorare e venerare il suo Signore nei santissimi 439 misteri del suo Corpo e del suo Sangue, amarlo nei Nomi e le parole scritte, perché tutto era presenza di Colui che amava. Frate Francesco sapeva che il Signore gli aveva dato dei Fratelli e con il dono di Fratelli gli era stata anche data la conoscenza della forma di vita che dovevano condurre, secondo l’insegnamento del santo Vangelo. Amando Cristo nei poveri, nella Chiesa e nei Fratelli, Francesco si andava trasformando, per grazia di Dio, nell’immagine viva di Cristo umile, povero e crocifisso, fino a portare nel suo corpo le piaghe di Gesù. Amando Cristo nei poveri, nella Chiesa e nei Fratelli, Francesco riparò il tempio e rinforzò il santuario, protesse il suo popolo e fortificò la città, per brillare nella casa di Dio come stella splendente tra le nubi, come una luna piena nel giorno di festa, come un sole rifulgente sulla vita dei fedeli. Oggi facciamo nostre le parole di Gesù nel Vangelo e rendiamo grazie al Padre, al Signore del cielo e della terra, per aver dato a Francesco un’anima da povero, innamorata di Cristo, povero e crocifisso, e per avergli dato un cuore limpido, capace di vedere Cristo, amarlo e abbracciarlo in tutti i poveri. Oggi rendiamo grazie a Dio per Frate Francesco, contemplando le meraviglie operate dall’Altissimo in lui e per mezzo di lui; leviamo al cielo gli occhi e le mani supplici, umili e grati, guardando la nostra vita di credenti in Cristo Gesù, perché anche noi cerchiamo, desideriamo e vogliamo, anche se non lo meritiamo, di entrare con Francesco nei segreti del Regno di Dio. Grati ricordiamo, per tenerla fissa nella memoria e nel cuore, la beatitudine dei poveri; dobbiamo però umilmente confessare che non abbiamo ancora imparato ad essere veramente poveri, così da essere veramente beati. Padre Francesco, insegnaci ad essere poveri! Umili e grati, desideriamo e chiediamo per noi peccatori, che contempliamo ammirati il serafico padre Francesco di Assisi, di farci piccoli e servi di tutti; di non pretendere nulla se non di essere piccoli e di servire; di dare la vita per il Regno di Dio; di non esigere altro che di espropriarci della C07nterno:ACTAORDINIS 440 24-01-2008 16:36 Page 440 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 vita, di spenderla, di perderla, perché riconosciamo che il padre Francesco la guadagnò offrendola, mentre rischiamo di perderla per non averla offerta. Umili e grati, desideriamo e chiediamo di non incontrare nella nostra esistenza altro motivo di gloria che la croce di nostro Signore Gesù Cristo, perché da essa viene per noi la riconciliazione e la grazia, la redenzione e la vita, e in essa si rivela l’amore assoluto e incondizionato di Dio per noi. Umili e grati leviamo al cielo i nostri cuori per trovare misericordia, per ricevere da Dio Padre la conoscenza del Figlio e dal Figlio la rivelazione del Padre, perché tutto il nostro essere è inquieto e non troverà pace, finché non riposerà nell’intimità di Dio. Desideriamo amarlo, abbracciarlo e seguirlo in Gesù di Nazareth. Vogliamo ascoltarlo e contemplarlo nelle sante e profumate parole della Sacra Scrittura. Desideriamo amarlo, abbracciarlo e seguirlo, ascoltarlo e contemplarlo nella divina Eucaristia, dove gli occhi limpidi della fede semplice vedono il Corpo e il Sangue del Signore. Desideriamo amarlo, abbracciarlo e seguirlo, ascoltarlo e contemplarlo in tutti i sacramenti della sua presenza e della sua grazia. Umili e grati, chiediamo di incontrare Cristo e di riconoscerlo in tutti i lebbrosi, in coloro che la nostra ripugnanza desidera isolare; chiediamo di baciarlo in essi e di rompere con la forza della carità le barriere di solitudine che abbiamo innalzato tra noi e i loro corpi feriti, tra noi e quelli che non contano niente, tra noi e il corpo di Cristo. Insegnaci, Frate Francesco, ad ascoltare Cristo nella santa Chiesa, ad obbedirle nel signor papa e in tutti i vescovi e i sacerdoti che sono in comunione con il signor papa. Insegnaci a vivere nella fede della Chiesa il santo Vangelo, totalmente dedicati a Dio Padre, sommamente amato, seguendo da vicino Gesù Cristo, docili all’azione dello Spirito di Cristo nelle nostre vite. Oggi, in questa Eucaristia che stiamo celebrando, nella pasqua di Cristo di cui facciamo memoria, nella comunione sacramentale che stiamo per ricevere, conosciamo, facendone esperienza, la totale consegna dell’Altissimo Figlio di Dio alla comunità ecclesiale e a ciascuno di noi. Oggi manifestiamo, con l’umiltà dei nostri passi verso l’altare di Dio, la volontà di essere totalmente di Colui che in tutto volle essere nostro. Che tutti noi si possa, con la grazia del Signore, per l’intercessione della Vergine Immacolata e del nostro padre san Francesco, e con l’aiuto di tutti, perfezionare il dono della nostra vita al servizio di Dio e per il bene degli uomini. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale 6. Relazione del Ministro generale all’Assemblea dell’UFME Sarajevo, Bosnia/Erzegovina, 11.10.2007 EUROPA, SII TE STESSA La nostra vecchia e cara Europa L’Europa è una realtà pluriculturale e multireligiosa. La pluriculturalità è chiara. Basta guardare i componenti di questa assemblea dell’UFME. D’altra parte, se è certo che l’Europa non è stata mai monolitica dal punto di vista religioso, oggi lo è anche meno. Il suo carattere multireligioso cresce di giorno in giorno. In Europa, oggi come ieri, convivono cristiani (cattolici, ortodossi e protestanti), ebrei e musulmani, per citare le tre grandi religioni. Però qualcosa sta cambiando. Da una parte aumentano coloro che si dichiarano membri di quella che potremmo chiamare religione laicista, professando come credo il relativismo morale e il laicismo. D’altra parte, l’Islam si presenta come una forza e una riserva spirituale valida, di fronte alla mentalità meramente politica ed economica della nostra Europa. Anche le grandi tradizioni religiose dell’Asia s’innalzano come potenze spirituali contro un’Europa che rinnega le sue fondamenta e radici religiose e morali. Il dominio di una cultura europea cimentata solo sulla tecnica, la scienza e il commercio è sfociato su una cosmovisione tecnico-secolare che ha dimenticato la sua ricchezza interiore: il C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:36 Page 441 EX ACTIS MINISTRI GENERALIS mondo dei valori (pensiamo a quello della famiglia o della vita stessa) e della sua fede. L’Europa è stata definita «non solo come un concetto geografico, ma anche come una grandezza storica e morale» (Cardinal J. Ratzinger), frutto del contributo dei diversi popoli e culture: Grecia, Roma, i popoli germanici e i popoli slavi. Però, tra tutti, quello che ha contribuito maggiormente è stato senza alcun dubbio il cristianesimo: «Non c’è dubbio che, nella complessa storia dell’Europa, il cristianesimo rappresenta un elemento centrale e determinante, che si è consolidato sulla base stabile dell’eredità classica e dei numerosi contributi che hanno dato i diversi flussi etnici e culturali che si sono succeduti lungo i secoli. La fede cristiana che ha plasmato la cultura del Continente si è intrecciata indissolubilmente con la sua storia» (Ecclesia in Europa, EiE, 24). L’Europa non sarebbe Europa senza il cristianesimo: «Il cristianesimo è stato nel nostro continente un fattore primario di unità tra i popoli e le culture, e di promozione integrale dell’uomo e dei suoi diritti. Non si può dubitare che la fede cristiana è parte, in maniera radicale e determinante, delle fondamenta della cultura europea… il cristianesimo ha dato forma all’Europa» (EiE, 108). Però l’Europa vive oggi una profonda crisi d’identità, «una profonda crisi di valori» (EiE 108). Per un osservatore attento non mancano segni di speranza, però non mancano nemmeno ombre che oscurano il futuro del nostro continente. In questa situazione, impensabile in alcuni nostri Paesi fino a pochi anni fa, i valori evangelici già non sono un punto di riferimento nel comportamento degli europei, né un punto di riferimento per la legislazione dei nostri popoli. Con tutti i mezzi si pretende che la fede si riduca ad una questione privata, e ogni volta con maggior frequenza «si nega ai cristiani il diritto stesso ad intervenire come cristiani nel dibattito pubblico, e comunque si squalifica il loro contributo con l’accusa che cercano di difendere privilegi ingiustificati» (BENEDETTO XVI, I cinquant’anni dei trattati di Roma, 24 marzo 2007). In questa situazio- 441 ne, non c’è da stupirsi che molti cristiani e la stessa Chiesa si sentano ospiti e pellegrini, come stranieri, in questa società in cui si cerca di sottrarre loro l’autorità e di emarginare tutto ciò che è possibile. Europa: luogo di missione L’Europa, ha ripetuto molte volte Benedetto XVI, non può rinnegare le sue radici cristiane. La “casa Europa”, ha detto recentemente l’attuale Pontefice, «sarà per tutti un luogo piacevole da abitare solo se si costruisce sopra un solido fondamento culturale e morale di valori comuni precedenti della nostra storia, delle nostre tradizioni […] il cristianesimo ha modellato profondamente questo continente» (BENEDETTO XVI, Discorso alle Autorità e Corpo Diplomatico in Austria, 7 settembre 2007). Che fare perché l’Europa sia un luogo piacevole da abitare e non rinneghi le sue radici cristiane? La Chiesa, già da tempo, ha indicato il cammino: l’Europa ha bisogno di essere evangelizzata. Una evangelizzazione che in varie parti d’Europa comporterà «un primo annuncio del Vangelo» (EiE 46); una evangelizzazione che ovunque comporta «un nuovo annuncio inclusi i battezzati» (EiE 47). In ogni caso, l’Europa oggi è un Paese di missione e, in molti casi, di “missione ad gentes” (EiE 46). I Frati Minori in missione In questo compito, in cui tutta la Chiesa è inviata in missione e che è «un impegno e una responsabilità di tutti» (EiE 43), i circa 9.000 Frati Minori che vivono e lavorano in Europa non possono restare al margine o guardare i problemi con distacco. L’Europa ci chiama e aspetta da noi che ci sentiamo protagonisti/fermento nel bel compito della evangelizzazione della cultura e dell’inculturazione del vangelo nel nostro vecchio continente (cf EiE 58-65); l’Europa ci chiama e aspetta da noi che rispondiamo annunciando il Vangelo della speranza, il Vangelo della riconciliazione; l’Europa ci chiama e aspetta da noi un progetto alternativo a quello che offre la nostra società. In questo servizio di evangelizzazione, non partiamo da zero. In effetti, Francesco C07nterno:ACTAORDINIS 442 24-01-2008 16:36 Page 442 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 visse in una società non tanto diversa dalla nostra. In una società molto religiosa, ma che era molto lontana dal vivere i valori evangelici; Francesco fu testimone di un Dio vicino, di un Dio amore, di un Dio misericordia, perdono e riconciliazione; in una società profondamente divisa, propose un progetto di vita in fraternità, dove tutti si sentivano fratelli e uguali; in una società violenta, propose un progetto di pace e di riconciliazione; in una società ferita dalle disuguaglianze, propose e visse un progetto di vita in minorità dove tutti si sentivano “servi” di tutti, inclusi i nemici di allora, i saraceni e gli altri infedeli. Sono passati quasi ottocento anni da quando il Penitente di Assisi, Francesco di Bernardone, rispose alla chiamata del Signore e alle sfide che presentava la società di allora, percorrendo, scalzo e in atteggiamento di radicale povertà e di profonda umiltà, le strade di quell’Europa divisa e in processo di profonda trasformazione, portando nel suo corpo e nella sua anima le inquietudini e le speranze degli uomini e delle donne del suo tempo e portando un progetto di vangelo, un progetto di fraternità, un progetto di pace, un progetto di uguaglianza a partire dalla minorità e dal sine proprio. L’amore che mise in cammino i discepoli di Gesù e li condusse ad annunciare il Vangelo al mondo intero e ad ogni creatura, ci sta spingendo ad annunciare a tutti «che non c’è altro onnipotente che lui» (LOrd 9). L’amore che spinse Francesco sulle strade d’Europa, questo stesso amore ci sta chiamando ad uscire dalle nostre paure (motivate spesso dal calo numerico e dall’invecchiamento progressivo), dalle nostre vigliaccherie (motivate spesso dalla nostra poca fede), dai nostri chiostri ristretti (il provincialismo, la comodità del proprio lavoro, l’imborghesimento…) per denunciare che l’amore non è amato e perché con la parola e l’opera diamo testimonianza di lui come «Dio unico…, il bene, tutto il bene, il sommo bene…, la bellezza…, la sicurezza…, nostro gaudio, nostra speranza e letizia…, ogni nostra ricchezza» (LodAl 1ss). Per rispondere a questa chiamata dell’Europa, è importante che, come France- sco, ci prendiamo il tempo per chiedere al Signore: Signore, che vuoi che facciamo noi, Frati Minori che viviamo e lavoriamo in questo vecchio Continente? e che, al tempo stesso, ci chiediamo gli uni gli altri: Fratelli, che dobbiamo fare? Queste due domande che ci accompagnarono durante l’anno 2006, primo anno di preparazione all’VIII Centenario della fondazione del nostro Ordine, non possono cessare di accompagnarci in questi momenti critici per l’Europa e per la nostra vita in Europa. Non misconosco la difficoltà di tale impresa, ma personalmente sono convinto che il messaggio di Francesco del quale noi dobbiamo essere i primi portavoce, potrebbe aiutare perché l’Europa non perda la sua anima cristiana. È il momento non solo di proclamare che l’Europa ha bisogno di essere evangelizzata, ma anche di sentirci in permanente stato di missione, o se si preferisce: è il momento di rinnovare l’ardore missionario che caratterizzò i cristiani e più concretamente i francescani di questo vecchio continente, fino a poco tempo fa. È suonata l’ora di uscire dalle nostre sacrestie, è l’ora della missione. La missione, come ben sappiamo, è la nostra ragione d’essere: siamo stati chiamati per essere inviati, per essere missionari (cf CCGG 1,2; 83). La missione fa parte della nostra identità (cf. F. URIBE, El proyecto apostolico de Francisco de Asís en la Legenda maior de S. Buenaventura, Roma 2003, 139-184). La missione è l’elemento chiave per comprendere e ridimensionare la vita religiosa nei suoi diversi aspetti: spiritualità, vita comunitaria, segni dei tempi, governo e autorità, formazione e teologia. La missione è la dimensione che unifica tutti gli altri valori e aspetti della vita francescana: contemplazione, fraternità, minorità e povertà, formazione e studi, strutture ed economia. Solo la missione ci aiuterà a superare le tentazioni e le tendenze egocentriche che si esprimono nel provincialismo, nell’imborghesimento di tanti Frati, e nella “mondanizzazione” della nostra vita. Il dinamismo missionario è una terapia per i problemi interni che nascono in C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:36 Page 443 EX ACTIS MINISTRI GENERALIS seno alle nostre fraternità. Quando la tensione missionaria s’indebolisce, aumentano le altre tensioni. Per questi e molti altri motivi, noi Frati Minori d’Europa siamo chiamati a metterci in attitudine di missione. È urgente, non possiamo lasciarlo per “domani”. Ciò che lo Spirito dice ai Frati Minori d’Europa In atteggiamento di discernimento, noi francescani d’Europa dobbiamo domandarci: che cosa ci chiede lo Spirito in questa situazione del vecchio continente? Il discernimento è la chiave per il nostro futuro e la nostra missione in Europa. Così si comprende ciò che ci chiese il Capitolo generale straordinario: una permanente e costante attitudine di discernimento (cf Il Signore ci parla lungo il cammino, Spc, 35). Tenendo conto delle sfide che ci arrivano dalla situazione dell’Europa, segnalo alcune piste che credo dobbiamo tenere presenti in questi momenti, noi francescani europei, per dare una risposta adeguata a partire dal Vangelo e dalla nostra forma di vita. 1. Assumere l’Europa come un “segno dei tempi” L’Europa, per noi Frati Minori, deve essere considerata un segno dei tempi, un luogo per la professione di fede. Il Capitolo ci ha invitato a scrutare i segni dei tempi, a riconoscerli, leggerli e interpretarli alla luce del Vangelo (cf Il Signore ti dia pace, Sdp, 6). Questa attitudine, che certamente esige occhi grandi, come gli occhi del gufo, che gli permettono di vedere nella notte, ci porta a scoprire che, contro ogni apparenza, il Padre continua a lavorare e ad operare nell’oggi e nel qui della nostra storia e della storia dei nostri contemporanei europei, e quando più sfigurato appaia il suo volto e meno visibile si faccia la sua presenza, più noi dobbiamo sentirci interpellati da lui e chiamati a dare una risposta evangelica. Leggere i segni dei tempi e interpretarli convenientemente ci permetterà di «essere noi stessi segni leggibili di vita per un mondo assetato [anche quello europeo] di nuovi 443 cieli e nuova terra» (Sdp 7); il contrario, invece, ci farebbe correre il pericolo di installarci, di ripeterci, di annullare i sogni più profondi, di perdere poco a poco la gioia contagiosa della nostra fede (cf Sdp 6). Non è, qualche volta, in questa incapacità di leggere i segni dei tempi, nell’incapacità di ascoltare la voce del Signore negli avvenimenti della storia e individuare la sua presenza sempre operante la ragione di tanto pessimismo tra di noi? 2. Essere custodi della speranza Il Continente Europeo, anche le Chiese di Europa, si sente colpito spesso da un oscuramento della speranza. In questa nostra Europa «tanti uomini e donne sembrano disorientati, insicuri, senza speranza, e molti cristiani [anche non pochi francescani] sono sprofondati in questo stato d’animo» (EiE 7). In questo contesto, lo Spirito del Signore ci chiede di essere “custodi della speranza”. Ma come rispondere a questa vocazione se noi non ci sentiamo abitati da colui che è nostra speranza? (cf EiE 19). Come trasmettere ai nostri fratelli di Europa i valori che hanno perso se noi non saremmo capaci di «aprire gli occhi della fede e della speranza per individuare, in mezzo alla crisi, i sogni emergenti» dei nostri fratelli in Europa, e «dare loro spazio nella nostra vita e anticipare così il Regno di Dio proclamato e vissuto da Gesù Cristo» (Sdp 7). Desideriamo essere molto realisti, ma non possiamo consentire di essere vittime di un realismo che ci impedisca di respirare e di vedere nuove possibilità; desideriamo tenere ben aperti gli occhi per non cadere nelle false utopie, ma non possiamo rinunciare a custodire la speranza in noi stessi e a contagiare gli altri di questa stessa speranza; desideriamo calpestare la terra ferma, ma non possiamo rinunciare ad annunciare un cielo nuovo e una terra nuova iniziati e consolidati laddove un uomo o una donna, laddove un frate minore annuncia «con chiarezza la possibilità di un mondo accogliente, giusto, tollerante e pacificato» (Sdp 40). Nell’Europa francescana vi sono molti problemi; alcuni sono sotto gli occhi di tut- C07nterno:ACTAORDINIS 444 24-01-2008 16:36 Page 444 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 ti: diminuzione del numero dei frati, aumento dell’età media, poche vocazioni, poca perseveranza… Questo ci deve sicuramente preoccupare, e molto. Anche a me. Ma ciò che più ci deve preoccupare è la rinuncia all’utopia, a pensare al futuro e prepararlo con fiducia, a vivere con vera passione il presente. Certamente, e non c’è bisogno di essere indovini o profeti, in futuro la nostra presenza in Europa diminuirà di numero. Però ciò che nulla e nessuno deve togliere è la fiducia assoluta nel Signore, lo stesso «ieri, oggi e sempre» (Eb 13,8). L’Europa francescana si vedrà ridotta nei prossimi anni in quanto al numero di frati, ma non possiamo rinunciare a manifestare «la bellezza della sequela del Signore» (Vita consecrata, VC, 66). Saremo meno e, con tutta certezza, più avanzati negli anni, ma non può venir meno l’impegno a cercare e amare Dio «con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze» (Dt 6,5) e gli altri come noi stessi (cf. Mt 22, 37-39). Continueremo diminuendo e invecchiando, però non possiamo rinunciare a iniziare sempre e con rinnovato entusiasmo, in qualsiasi tappa della vita che incontreremo, il cammino della crescita e della fedeltà dinamica e creativa a Cristo, alla Chiesa, al nostro Ordine e all’uomo del nostro tempo (cf VC 37.71.110). Per questo non c’è bisogno di essere molti né di essere giovani. C’è solo bisogno di desiderarlo e crederlo: desiderarlo, benché ci costa e dobbiamo rinunciare a certe comodità acquisite; e credere che vale pena, credere realmente che il Signore non ci ha ingannato quando ci ha invitato a seguirlo più da vicino (cf CCGG 5,2). Se iniziassimo a credere! Se osassimo! Quante cose cambierebbero nella vita di ciascuno di noi e nella vita delle nostre Province! Quanti miracoli continuerebbe ad operare il Signore in noi e attraverso di noi! Cari fratelli, è il momento – e non possiamo lasciarlo per domani, poiché sarebbe troppo tardi – di gettare le reti (cf Lc 5,4); non sembra essere il momento più propizio per la pesca, ma sappiamo che Pietro e i suoi compagni, essendosi fidati della parola del Signore, «raccolsero una grande quantità di pesci» (Lc 5,6). Siamo disposti? Siamo disposti a rinunciare alle nostre sicurezze, e certe evidenze, per fidarci un po’ di più del Signore? Essere custodi della speranza: ecco una missione bella e urgente per tutti noi, Frati Minori di Europa. Ma per questo la prima cosa che s’impone è di rinunciare alla logica del fattibile: «Hai ciò che hai e niente altro», si sente dire; oppure: «Siamo tanti e tali», come rispose il portinaio di cattivo umore a Francesco, secondo il racconto del frammento sulla Perfetta letizia. Credo, magari mi sbaglio, che tra di noi sta regnando l’esaltazione dell’istituito e l’accettazione acritica della pura operatività; tante volte, coscientemente o no, siamo vittime di un radicato scetticismo che ci impermeabilizza davanti a qualsiasi proposta nuova; spesso siamo vittime di una allergia dichiarata alle grandi parole che ci impedisce di sognare, e quando un uomo è incapace di sognare, la cosa è più grave di quanto appare; non raramente siamo anche vittime di una risentita delusione per le grandi promesse che finiscono per discreditare le proposte che possono suonare come utopiche. Ci manca l’audacia e la capacità profetica per non lasciarci intrappolare da programmazioni a corta portata, per non addomesticare le esigenze della nostra vocazione e missione come se fossero un qualsiasi ordine del giorno. È il momento di recuperare una certa auto-stima per saper “vendere” le nostre tele migliori e non convertirle in semplici ritagli; è il momento di recuperare un ottimismo sano e realista, se non nelle nostre proprie forze, almeno nel Signore e in tanti fratelli che continuano cercando nuove risposte ai nuovi tempi che stiamo vivendo. È innegabile che la santità e la miseria si danno la mano, come è innegabile che a fianco dei frati che cercano di preparare con tutte le loro forze un futuro diverso vi sono frati profondamente toccati dallo scoraggiamento e scavati dalle termiti della mancanza di prospettiva. Chiedo ai primi che non si scoraggino anche quando sono incompresi e, a volte, criticati; chiedo ai secondi che ascoltino l’esortazione di Francesco: «Co- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:36 Page 445 EX ACTIS MINISTRI GENERALIS minciamo, fratelli»; oppure, ancor meglio, che ascoltino il Signore che in questa situazione concreta in cui viviamo ci invita a «andare al largo» e a «gettare di nuovo le reti». Avremo un futuro nella misura in cui tutti i frati, ciascuno secondo le sue possibilità, ci sentiamo in ricerca e in cammino; avremo un futuro nella misura in cui saremo capaci di chiamare le sfide per il loro nome, affrontarle con profondità e intelligenza e dare risposte adeguate. Sottolineo il “tutti”, senza escludere nessuno. Nessuno ha il diritto di restare fuori del recinto per guardare gli altri da una certa distanza, per paura che risulti ferito dentro il recinto. Meno ancora si giustificherebbe lo stare in agguato per vedere come gli altri si sbagliano. Tutti dobbiamo sentirci coinvolti in questo compito e a tutti si deve dare l’opportunità di cercare nuovi campi di riflessione, nuove modalità di relazionarsi, nuove occasioni di vita francescana, nuove sfide alle quali rispondere. 3. “Esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono (1 Ts 5,21)” Viviamo in un momento di ricerca e, per molti, di incertezza e disorientamento (cf EiE 7). In questa situazione ci sentiamo «mendicanti di senso» (Spc 6). Davanti all’instabilità che ciò comporta, corriamo il rischio di cercare la stabilità, l’accomodamento. E questo, dobbiamo riconoscerlo, non va con la forma di vita che abbiamo abbracciato. È nel cammino che comprenderemo meglio la nostra vocazione (cf Spc 10), che esige di uscire da noi stessi per andare incontro all’altro, particolarmente colui che è diverso (cf Spc 22), abbracciare i luoghi di frontiera e abitare la marginalità (cf Spc 33), «come minori tra i minori della terra» (Spc 30). Nei luoghi di “frattura”, per dare una risposta a partire dalla fede e trasmettere un messaggio che sia alternativo a qualsiasi tipo di frattura (cf. Sdp 20). In questo senso, è necessario recuperare la itineranza, soprattutto l’itineranza interiore, ma non solo essa, come espressione di una disponibilità assoluta a metterci in cammino (cf Sdp 33). 445 In questo contesto, vedo come una sfida urgente per la nostra presenza in Europa il discernimento delle nuove situazioni che si avvicinano o che già stiamo vivendo. Discernere e cercare sono la nuova forma di fedeltà che ci chiedono la Chiesa e l’Ordine, la fedeltà creativa. Dobbiamo optare per Province in cammino, per Entità in discernimento. 4. Autenticità Siamo in una società del “cellofan”, dell’immagine, dell’apparenza, della esteriorità. Come si cura l’involucro! La cultura dell’immagine e dell’apparenza rafforza il fenomeno dell’immediatezza. Non c’è tempo per scavare, non c’è posto per i grandi valori. Dall’ingresso, buono è ciò che appare come buono. Ciò provoca con frequenza una forte crisi di verità: si dice e si predica una cosa e si pensa e si fa un’altra che non ha niente o poco a vedere con ciò che si dice o si difende. La nostra vita francescana, invece, non appartiene alla cultura dell’apparenza, ma a quella della profondità. Benché il Frate Minore non debba giudicare né disprezzare questa cultura del cellofan (cf. Rb 2,17), la sua vocazione e missione lo situa sempre molto al di là delle apparenze, nel profondo della vita, dove sono in gioco i valori. È urgente scommettere per l’autenticità, che non significa essere perfetti quanto cercare con tutte le nostre forze di adeguare la nostra vita di ogni giorno alla forma di vita abbracciata con la professione religiosa. E’ urgente «non addomesticare le parole profetiche del Vangelo per adattarle a uno stile di vita comodo»; al contrario, è imprescindibile «sentire l’urgenza evangelica interiore di “nascere di nuovo”, tanto a livello personale come istituzionale». È urgente «tornare all’essenziale della nostra esperienza di fede e della nostra spiritualità per nutrire, mediante l’offerta liberatrice del vangelo, il nostro mondo diviso, disuguale e affamato di senso, così come fecero nel loro tempo Francesco e Chiara d’Assisi» ( Sdp 2). È necessario, come ci ha ricordato il Capitolo generale straordinario, lasciare il necessario per tornare all’essenziale. C07nterno:ACTAORDINIS 446 24-01-2008 16:36 Page 446 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 Come fare perché gli uomini ci sentano vicini e impegnati con la loro causa, ma senza che questa prossimità e impegno ci facciano cadere nelle loro contraddizioni? Come superare la crisi di verità nella quale tante volte viviamo? Come essere segni profetici in questa società del cellofan e del culto dell’esteriorità, senza allontanare gli uomini e senza sentirsi lontani da essi? Sono le domande che dovremo farci costantemente se non vogliamo finire in un vicolo cieco. 5. Testimoni di Dio in una società senza Dio Viviamo in un mondo che si gloria di aver “deificato” il presente, i beni, ciò che si tocca. Come religiosi e come francescani, stiamo offrendo molti e buoni servizi ai nostri fratelli. Ma non possiamo dimenticare che ciò che di più prezioso possiamo regalare agli uomini e donne del nostro tempo è un supplemento di spiritualità, di trascendenza. Il resto lo possono comprare: tutto si vende e tutto si compra; la spiritualità e la trascendenza, no. Come Francesco, dobbiamo essere uomini appassionati e catturati da Dio (bene, bontà, ricchezza, sicurezza…: cf. LodAl). Godere della visione di Dio: questa è la nostra mèta; far partecipare gli uomini alle promesse di Dio: questa è la nostra missione; adorare, lodare, pregare, consegnare il cuore e la mente a Dio: questa è la vocazione e il compito fondamentale del Frate Minore. Niente ci deve distrarre dall’unico necessario; niente, nemmeno il lavoro apostolico più lodevole, può giustificare che Dio passi in secondo ordine. Solo la sete dissetata può trasformarsi in messaggio, come nel caso della Samaritana (cf Spc 17). Senza cessare di essere Marta, impegnati a servire a tempo e contro-tempo, dobbiamo sentirci ugualmente Maria, ai piedi di Gesù, e questo non per facilità, quanto perché è ciò di cui hanno più bisogno gli uomini di oggi e ciò che realmente ci viene richiesto. Se le nostre fraternità non si trasformano in “scuole” della ricerca di Dio, in “mense” dove quotidianamente si condivide il pane della Parola, in “luoghi privilegiati” di spi- ritualità, di preghiera e di adorazione, non saremo dei riferimenti per il mondo. Cari Ministri provinciali d’Europa, che cosa ci si chiede di cambiare a livello personale e fraterno, per essere testimoni di Dio in una società che ha eclissato Dio? Come invocare il nome di Dio se l’uomo postmoderno sa invocare solo la sua immanenza, la terra, ciò che si tocca e si palpa? Noi Frati minori d’Europa non possiamo misconoscere domande tanto stimolanti. 6. Uomini di dialogo La situazione in Europa, il suo carattere pluriculturale e multireligoso, stanno esigendo da noi, Frati Minori, che siamo uomini di dialogo. Il dialogo deve essere considerato come un valore trasversale nella nostra vita e missione. In quanto tale, il dialogo non è una semplice “attività” o “strategia” per conquistare l’ “altro”, quanto deve essere un’attitudine costante, un modo di fare missione, di andare incontro all’ “altro”, missione che parte dal nostro sentirci “fratelli” di tutti e che comporta: chiarezza nella propria identità, mansuetudine, capacità di affrontare i conflitti e fiducia, per esprimerci con libertà e familiarità davanti agli altri. Nella nostra missione non si tratta di situarci “a lato” di, “accanto” a, tanto meno “contro”. Situarci francescanamente richiede realismo, ma al tempo stesso richiede di “vedere” e “amare” l’altro come fratello e sorella. Il realismo ci condurrà ad essere coscienti della situazione, molte volte per nulla facile, soprattutto nei Paesi dove i cristiani sono una minoranza. Il realismo ci condurrà a condannare apertamente e senza palliativi il terrorismo e la violenza, specialmente quando si tratta di giustificarli in nome di Dio. Realismo sì, però anche vedere l’ “altro” come fratello. Non possiamo essere dei semplici consumatori di una opinione che generalizza e, spesso giudica e condanna l’ “altro” come nemico semplicemente. L’episodio del lupo di Gubbio e quello dei “ladroni” di Montecasale ci mostrano l’attitudine di Francesco e, pertanto, la nostra attitudine davanti all’ “altro”. Qualunque sia il volto del lupo e dei ladroni, de- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:36 Page 447 EX ACTIS MINISTRI GENERALIS vono essere sempre visti e amati come fratelli. D’altra parte, questa è la metodologia da seguire davanti all’“altro” e più particolarmente davanti ai musulmani, che sono sempre più numerosi tra di noi. Per arrivare ad essere uomini di dialogo, abbiamo bisogno di una formazione adeguata, tanto nelle tappe di formazione iniziale che durante tutto il processo di formazione permanente. Questa formazione, tra gli altri aspetti, dovrà tener presenti i nuclei seguenti: • L’antropologia della reciprocità che ponga chiaramente il significato dell’apertura all’altro, del riconoscimento e del rispetto dell’altro, del cammino e dell’incontro con l’altro; che ci interroghi per la presenza di molti “volti nuovi”, che diventano nostri “prossimi” e che sono “te stesso”, secondo l’intuizione di Lévinas; che ci interroghi fino al punto di farci carico dell’altro, per il quale si esige di uscire da noi stessi, dal nostro egoismo e dal nostro egocentrismo, dalla nostra indifferenza e dalle eventuali ostilità in relazione con il diverso, con l’altro. • La multiculturalità. Una formazione che tenga presente questo nucleo ci aiuterà a conoscere, comunicare e convivere con la diversità, per la interdipendenza reciproca della comune appartenenza; ci aiuterà a valorizzare la persona umana, a credere nelle persone. Questa è, a mio modo di vedere, la sfida più grande nel mondo di oggi, crocifisso dalle guerre fratricide, etniche e religiose, provocate dall’egoismo e dalla violenza organizzata. Da qui l’urgenza d’imparare a vivere insieme: è uno dei quattro pilastri della educazione indicato dal Rapporto della Commissione Internazionale per l’educazione nel secolo XXI dell’UNESCO (1996). In questo contesto mi sembrano molto opportune le raccomandazioni del noto ebreo Nazim Hikmet a suo figlio Mchmet: “Non vivi come ospite in questo mondo, né come turista della natura; vivi nel mondo come nella tua casa paterna. Credi nel grano, nella terra, nel mare, ma soprattutto credi nell’uomo. 447 Sii attento che ti dolgano i rami che si seccano, le stelle che cadono, la tristezza di un animale ferito che vagabonda, ma soprattutto che ti dolga la tristezza dell’uomo. Desidero che tu gioisca di ogni bene della terra: la luce, le ombre, le quattro stagioni; però desidero soprattutto che sia l’uomo che ti dia la gioia maggiore”. Mi sembra ogni volta più urgente avere la passione per la causa della persona umana che merita tutto il rispetto, tutta la nostra attenzione, e, soprattutto, tutto il nostro amore. A che vale cercare di salvare la natura minacciata da tutte le parti se non salviamo l’uomo, ugualmente minacciato? Una formazione in chiave multiculturale ci aiuterà a passare dall’ “io” al “noi”. In una cultura dominata dal “soggettivismo” vedo necessario lottare apertamente contro il soggettivismo esacerbato e tutto ciò che porta con sé: egoismo, etnocentrismo, particolarismi che fomentano la percezione negativa dell’altro, la quale alla lunga può provocare attitudini di paura, indifferenza, intolleranza e razzismo nelle sue diverse forme. L’assolutizzazione della propria identità e l’attaccamento alle proprie particolarità portano al disprezzo degli altri e dell’altro. La soluzione? La soluzione sta nel riconoscimento dell’altro, nel riconoscimento della stessa dignità dell’altro. L’altro esiste con me, vive con me e uniti formiamo la “famiglia umana”, come appare nella dichiarazione universale dei diritti umani, e quindi è degno di quel rispetto che io desidero per me. Un’educazione in chiave di multiculturalità ci aiuterà a camminare verso l’altro, è come dire lasciarci educare dall’altro, dal diverso, in un’attitudine di apertura, umiltà, gratitudine, cooperazione, solidarietà. Camminare verso l’altro, è come dire che l’altro sia il criterio e la misura delle mie azioni. Ciò porta all’ascolto, al rispetto, all’amore… • Formazione nella cultura dell’accoglienza e dell’ospitalità. Con ciò considero necessario superare i modelli formativi basati sul concetto di perfezione C07nterno:ACTAORDINIS 448 24-01-2008 16:36 Page 448 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 individuale e di oggettività sacrale, in favore di modelli fondati sul concetto di incontro e di dialogo. A mio modo di vedere, ciò comporta: uscire dalla propria cerchia sociale, lasciare le sicurezze dalla propria tradizione culturale, per poter incontrare il diverso da se stesso e al medesimo tempo mostrare come giustamente in questo abbandono di se stesso, in questo continuo cammino di kénosis verso lo “straniero”, la persona si realizza e realizza la sua vocazione. Trovare parole capaci di creare comunione con le persone che sono differenti. È indispensabile formarci e formare al rispetto per il “differente”, con la capacità di ascoltare e di tener in conto i punti di vista di coloro che sono diversi. È prioritario formarci e formare ad “abbracciare” e non solo a “sopportare” le differenze etniche, culturali e teologiche, anche nelle nostre fraternità. • Nell’èra della “relazione virtuale” è fondamentale educarci a vivere in una relazione che sia insieme profonda, libera e liberante. Solo in questo tipo di relazione si potrà ascoltare l’altro nella sua “alterità”, senza cadere nella tentazione di ridurlo ai nostri schemi, fino ad arrivare ad eliminarlo. Si tratta, poi, di un cammino di crescita nella libertà, intesa come controllo sopra se stesso che porta alla consegna di sé. Conclusione Al termine di queste riflessioni desidero riaffermare una profonda convinzione: è vero che stiamo in un momento di crisi, il momento che ci è toccato di vivere in Europa non è facile, però se desideriamo rispondere ad alcune delle molte sfide che ci presenta l’Europa in questi momenti e se cerchiamo una rivitalizzazione-rifondazione delle nostre Entità e della nostra vita e missione, non possiamo rinunciare alla missione che, per altro lato, è essenziale alla nostra forma di vita. Noi Frati Minori d’Europa ci troviamo davanti ad un kairos che non possiamo non utilizzare. Sono convinto che al francescanesimo europeo restano ancora tempo e forze per lasciarci muo- vere dalla fantasia missionaria e per introdurre importanti innovazioni nella nostra vita e missione. Basta che non ci addormentiamo sugli allori. Un carisma, anche il francescano, senza fantasia missionaria perde la sua ragione di essere. Lo Spirito ci sussurra: “non aver paura, piccolo gregge”. “I vostri anziani avranno sogni, e i vostri giovani avranno visioni”. Per questo la speranza abita in noi, nonostante la precarietà. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale 7. Discorso ai Frati della Provincia “San Leopoldo” Puping, 21 ottobre 2007 Cari Fratelli, il Signore vi dia pace! La presenza tra voi di Fr. Jakab, Definitore generale, e la mia vogliono essere oggi segno della viva partecipazione del Governo generale e di tutto l’Ordine a questo momento, insieme storico e solenne, che vede la nascita della nuova Provincia “San Leopoldo”. Desidero, anzitutto, ringraziare ufficialmente FR. CLAUDIO GROß, Visitatore generale, che vi ha accompagnato in questi mesi ha permesso al Definitorio generale di seguire da vicino il cammino che stavate compiendo. Ma desidero dire il mio sentito grazie anche ai Ministri della Provincia “Beato Engelberto Kolland” e della Provincia “San Bernardino da Siena”, ai rispettivi Definitori e a tutti i Frati di queste Entità, perché, ciò di cui oggi siamo testimoni, è frutto dell’impegno profuso da ciascuno. In un tempo in cui noi, Frati Minori, siamo chiamati ad un rinnovamento radicale della nostra vita e missione, e in cui l’Ordine si è impegnato in un cammino di profonda conversione, la nascita di una nuova Provincia costituisce per tutti un forte richiamo alla necessità di non lasciarsi intrappolare dal passato, per poter continuare ad abbracciare il futuro con speranza. Sappiamo bene quanto tutto questo richieda co- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:36 Page 449 EX ACTIS MINISTRI GENERALIS raggio, ma sappiamo anche che è questa la direzione verso cui lo Spirito ci spinge. Si tratta per voi di un cammino iniziato ormai diversi anni fa con l’unione della due Province del Tirolo nella Provincia “Beato Engelberto Kolland” e che ora si compie con la fusione di questa con la Provincia “San Bernardino da Siena”. Ma quanto stiamo vivendo non rappresenta solo il felice esito dei tanti sforzi compiuti in questi anni, ma è un vero kairós. A voi, cari Fratelli, è stato donato di vivere questo particolare momento di grazia, perché grazie a questo nuovo inizio, siate sempre più fedeli alla forma di vita che avete abbracciato, qualificando la presenza francescana in questa terra, rispondendo alle sempre nuove attese della gente tra cui vivete e annunciando a tutti il Vangelo di Gesù Cristo. Voglio, quindi, ringraziare i Frati che hanno accettato di farsi carico in prima persona di questa responsabilità e si sono impegnati ad essere promotori e animatori di questa missione, il nuovo Governo della Provincia: il Ministro provinciale, Fr. Rupert Schwarzl, il Vicario provinciale, Fr. Gottfried Wegleitner, e i Definitori, Fr. Willibald Hopfgartner, Fr. Alexander Puchberger, Fr. Matthias Maier, Fr. Ulrich Zankanella e Fr. Fritz Wenigwieser. Saranno loro a portare principalmente la responsabilità di questa nuova casa che andate ad edificare, ma ciascun Frate della Provincia è tenuto ad offrire la propria totale disponibilità ad una piena collaborazione con il nuovo Governo. Una collaborazione che vede coinvolti i Guardiani, i Formatori, i Frati che saranno nominati responsabili dei vari settori della vita della Provincia, ma che si deve estendere a tutti, dal Frate più anziano al più giovane. Nessuno può sentirsi esonerato dall’offrire il proprio contributo. Solo in questo modo gli sforzi fin qui fatti non saranno resi vani e procederete insieme in quella comunione che, come voleva il nostro padre san Francesco, è la prima forma della nostra testimonianza evangelica. Nella misura in cui vi impegnerete in questo cammino, crescerete in quel senso di appartenenza reciproca, in cui ciascuno ritrova se stesso e si sente al proprio posto. La 449 Provincia diventerà così lo spazio dell’accoglienza del Fratello, dell’unità, dell’amicizia e della tenerezza. Il luogo in cui si è disposti ad accettare la correzione fraterna e dove si vive la gioia della riconciliazione. Ma camminare insieme, per una Fraternità provinciale, significherà anche, e prima di tutto, condividere la ricerca di Dio, testimoniandola con un’intensa vita di preghiera personale e comunitaria, che si trasforma misteriosamente in luce per la vita di fede dei Fratelli, rinsalda i vincoli della comunione e diventa motore di ogni attività. Vi sarà allora posto per i diversi carismi, per i diversi caratteri e anche per le diverse storie, perché tutto contribuirà ad arricchire l’unico corpo, a cui tutti appartenete. Nella ricerca del progetto che Dio ha per questa nuova Entità che oggi si costituisce, siete chiamati a convertirvi e a diventare, con la parola e la vita, Vangelo vivente per tutti, ma soprattutto per coloro da cui nessuno vuole andare, per gli ultimi, gli esclusi, coloro che la nostra società allontana. Minori tra i minori siete chiamati a «proteggere la dignità dell’altro a partire da una minorità assunta personalmente come sentiero di salvezza comunitaria» (Spc 33). Ma, come fece con i primi discepoli, il Signore invita anche voi a varcare i confini della vostra terra e a farvi sedurre dall’annuncio alle genti, soprattutto in quei luoghi dove già l’Ordine si è impegnato con diversi progetti. Quella missionaria è una dimensione costitutiva della nostra vocazione. Francesco non è rimasto legato ad Assisi, ma fin da subito ha voluto portare il Vangelo che aveva ascoltato fuori dalla sua terra. Le Entità da cui provenite, inoltre, sono sempre state ricche di Frati che hanno dedicato la loro vita per l’annuncio del Vangelo ai lontani. La Provincia “San Leopoldo” non può che nascere nel solco di questa grande tradizione missionaria, che già vi accomuna. È la vostra storia che vi ha condotto qui oggi. La storia dei Frati Minori che in questa terra, lungo i secoli, hanno sempre saputo adattarsi e trasformarsi, per rispondere nel migliore dei modi ai continui cambiamenti della società. Se nasce questa nuova C07nterno:ACTAORDINIS 450 24-01-2008 16:36 Page 450 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 Entità, quindi, è proprio perché il vostro vivere la vocazione francescana ha saputo evolversi e dare risposte concrete ai segni dei tempi. Dovete, dunque, oltre che custodire gelosamente la vostra storia, anche narrarla, perché in essa tutti possano leggere le grandi opere che il Signore ha compiuto in coloro che vi hanno preceduto. Continuate ad essere uomini di dialogo, che sanno attraversare le frontiere per costruire comunione; in una Chiesa a volte sofferente e sfigurata, in un mondo che ci appare sempre più lacerato, come veri francescani siate nella vostra Chiesa costruttori di unità e per tutti un dono di pace. La passione per il Vangelo e per l’umanità, che vi ha fatto giungere fino ad oggi, continui ad animarvi anche per il futuro. Per questo è necessario che vi lasciate continuamente plasmare dalla Parola di vita e interrogare dal mondo in cui vivete. Ciò significa proseguire sul cammino di conversione che avete intrapreso, per andare incontro all’altro e, con lui, aprirsi alla possibilità di nuovi inizi. Solo in un contesto di conversione-formazione è possibile accogliere con gioia e vivere con passione le nuove situazioni che il Signore continuamente pone sulla strada di ciascuno. Credo che ciò sia valido sempre, ma sia vitale per voi che state per iniziare questa nuova esperienza. Da ultimo, anche se possono essere molte le difficoltà e i dubbi che si presentano, tuttavia non dobbiamo avere paura. Il Signore è con noi e tutto è possibile in Colui che dà la forza. Questa fede è la sola vera possibilità che abbiamo per continuare a camminare. Il Signore è fedele e non abbandonerà ora il suo servo, così come non lo ha mai abbandonato. Non possiamo avere paura di fronte a quanto ci attende. Non dobbiamo guardare alla fragilità delle forze. Francesco con pochi compagni e senza grandi strutture ha saputo diffondere l’amore per Gesù Cristo per tutta l’Europa e oltre. Il Celano dice che lo stesso Francesco non si curava minimamente del numero dei suoi figli, anzi quando vide che erano aumentati disse: «Oh potesse venire, dico, venga il giorno in cui il mondo vedendo i frati minori assai di rado ne abbia stima per il loro piccolo numero». Chiediamo allora al nostro serafico Padre, prima ancora del dono delle vocazioni, che ci ottenga dal Signore il dono di una fede simile alla sua, di un amore altrettanto ardente, di una speranza che non si estingue. Cari Fratelli, che Maria, vergine fatta Chiesa, e san Leopoldo, patrono della nuova Provincia, intercedano per voi presso il suo Figlio e vi ottengano il dono di una fedeltà creativa alla forma di vita che avete promesso al Signore di osservare. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale 8. Incontro con le Suore francescane Roma, Aracoeli, 3 novembre 2007 CELEBRANDO IL DONO DELLA NOSTRA COMUNE VOCAZIONE Rm 11, 2-2ª. 11-12. 25-29; Sal 93, 12-13ª. 14-15. 17-18; Lc 14, 1. 7-11 Carissime Sorelle, carissimi Fratelli, il Signore vi dia pace! Alla soglia delle celebrazioni del giubileo della fondazione dell’Ordine dei Frati Minori con l’approvazione della cosiddetta proto-Regola da parte del “signor Papa”, Inocenzo III, il Definitorio generale dell’Ordine dei Frati Minori, insieme al Ministro provinciale della Provincia di Roma, abbiamo pensato di fare un incontro con tutte voi, carissime Sorelle, proprio qui a Aracoeli, culla di tanti Istituti femminili legati al nostro Ordine, particolarmente durante il generalato di Fr. Bernardino da Portogruaro. In questa circostanza, così bella e particolare, la mia prima parola è di gratitudine a tutte voi per avere accolto l’invito a partecipare a questo incontro di famiglia. Ma vedendovi così numerose, e pensando a tanti altri Istituti associati a noi – sono più di 400 questi Istituti –, non posso non ringraziare ancora di più il “Padre delle misericordie”, perché ci ha donato Francesco e Chiara, e, con loro, tanti uomini e donne che, ispiran- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:36 Page 451 EX ACTIS MINISTRI GENERALIS dosi al loro esempio, in questi otto secoli di storia francescana, con fede salda e volontà decisa, hanno seguito e seguono più da vicino il Signore nostro Gesu Cristo. Apriamo, allora, il nostro cuore alla lode ed esaltiamo il Signore, nostra forza, nostra roccia, nostra fortezza, nostro liberatore e nostro riparo (cf Sal 18,1), confessando con il salmista che la nostra eredità, il dono della vocazione, è bella e ci piace davvero (cf Sal 16,6). Guardiamo in questo momento la nostra storia personale, la storia del nostro Ordine e dei vostri Istituti e pieni di stupore, per quanto il Signore ha fatto in noi e nelle nostre Fraternità, confessiamo ad alta voce: «o Signore nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!» (Sal 8,1). Sì, quanto grande è il tuo amore e la tua misericordia per noi, o Signore! Nei momenti difficili ti abbiamo invocato (cf Sal 18,7) e sei diventato il nostro scudo (cf Sal 3,4). Quando i nostri piedi hanno vacillato, la tua grazia, Signore, ci ha sostenuto (cf. Sal 93,18). Anche se l’infedeltà e il peccato si sono fatti presenti nella nostra vita e nella nostra storia, tu, o Signore, non ci hai respinto né abbandonato (cf. Sal 93,14). Nei momenti d’angoscia ci hai steso la tua mano e ci hai preso; ci hai tratto fuori delle acque profonde, ci hai liberato e sei diventato il nostro sostegno (cf Sal 18,17-19). E oggi, con il cuore pieno di riconoscenza, vogliamo cantare le tue gesta, rallegrarci, esaltare e cantare il tuo nome (cf Sal 9,2-3). Sí, cari Sorelle e Fratelli, apriamo il nostro cuore alla lode e alla gratitudine, cantiamo al Signore, celebriamo il suo santo nome (cf Sal 30,5). In Lui non vacilleremo, per sua grazia e bontà resteremo sempre fedeli (cf Sal 30,8). Che la nostra celebrazione sia una vera eucaristia perché, anche se la nostra fedeltà venisse meno, «i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili» (Rm 11,29). Ed è proprio questo che ci dà speranza, non soltanto per guardare il passato con gratitudine, la nostra storia non è soltanto nostra, ma è soprattutto storia del Signore, ma anche per abbracciare il futuro con speranza e vivere il presente con passione (cf NMI 1). 451 In questi momenti di calo numerico dei nostri Istituti a causa della scarsità di vocazioni, è importante leggere la prima lettura riferendola a noi: Dio non ci ha ripudiato, come magari si può pensare vedendo le nostra statistiche. È impossibile, dice Paolo riferendosi a Israele (cf Rm 11,1). È impossibile, possiamo dire anche noi se guardiamo la nostra storia con occhi di fede. Anche noi, come Israele, siamo stati scelti e la sua fedeltà non viene meno. Non ci sta indicando il Signore, con queste prove che stanno attraversando la nostra vita, che dobbiamo essere meno presuntuosi e vivere un po’ più da minori? Non dovremmo leggere la nostra storia attuale, come quella del passato, come una storia d’amore da parte di Dio e una chiamata ad essere più fiduciosi nella sua potenza che continua a scegliere la debolezza per confondere i forti? «Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato» (Lc 14,11). Di fronte alla “struttura del mondo” (cf 1Gv 2,16), basata sulla ricchezza, vanagloria, e superbia, i tre gradini che conducono alla perdizione, Gesù ci propone la sua struttura basata sull’umiltà, la povertà, l’umiliazione. All’ultimo posto troviamo il Signore Gesù Cristo, che sta in mezzo a noi come colui che serve (cf Lc 22,25-27). Chi desidera seguire Gesù, lo trova lì, all’ultimo posto. È il capovolgimento della logica dell’uomo già cantato nel Magnificat. Evangelicamente parlando, non contano più i nostri numeri – cavalli e cavalieri –, ma la forza che ci viene dal Signore, che viene in aiuto del povero e dell’umile. In questo contesto sono convinto che il Signore ci chiede di tornare all’essenziale, anche se per questo dovremo, tante volte, rinunciare al necessario. «Tornare all’essenziale della nostra esperienza di fede e della nostra spiritualità»: per dare autenticità alla nostra sequela di Cristo, per contribuire a «far sorgere una nuova epoca» e «suscitare una nuova visione della vita e delle relazioni» (cf Il Signore ti dia pace, Doc. Capitolo generale 2003, 2). Questa è la “chiave” per comprendere e rispondere come membri della Famiglia francescana alle attese della Chiesa e del mondo. Ma non basta tornare C07nterno:ACTAORDINIS 452 24-01-2008 16:36 Page 452 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 all’essenziale: è indispensabile creare le possibilità per vivere l’essenziale e per offrire risposte secondo il nostro carisma. Tra le varie scelte o “strategie” per rendere concrete tali possibilità, vedo necessaria la collaborazione tra noi. Anzi, sono convinto che da questa dipende in gran parte il futuro della nostra famiglia. È una esigenza che ci viene dal nostro essere famiglia. Si tratta, allora, di acquisire una cultura della solidarietà e della collaborazione al servizio del futuro comune. È vero che in questo, come in altri aspetti della nostra vita, abbiamo fatto un lungo cammino, ma è anche vero che la cultura della collaborazione e della solidarietà deve trovare sempre più spazi, particolarmente in questo momento in cui stiamo per celebrare gli 800 anni della nascita del carisma francescano. In un mondo diventato un unico “villaggio”, il rischio di pensare, di progettare, di occuparsi e preoccuparsi dei “propri luoghi” è ancora molto forte, all’interno della nostra famiglia. La nostra ragion d’essere francescani e francescane ha la possibilità di essere vissuta senza acquisire la mentalità dell’andare all’incontro dell’altro e senza la disponibilità a condividere le nostre ricchezze e le nostre povertà? Il “modo francescano” di essere operai nella “Vigna” è possibile senza il concorso di varie esperienze e il “sentire comune” sui valori della spiritualità francescana? La cultura della collaborazione, però, non è importante soltanto per avere la possibilità di realizzare aspetti essenziali del nostro carisma, ma per essere: signum fraternitatis; per vivere la nostra vocazione nella Chiesa e nel mondo: «far conoscere la spiritualità della comunione, prima di tutto al proprio interno e poi nella stessa comunità ecclesiale ed oltre i suoi confini, aprendo e riaprendo costantemente il dialogo della carità, soprattutto dove il mondo di oggi è lacerato dall’odio etnico e dalle follie omicide» (VC 51). Una collaborazione, pertanto, che coinvolge tutti noi, nessuno escluso, dovuta all’indole pluriculturale e internazionale del nostro Ordine e dei vostri Istituti, diventa testimonianza di «comunione tra i popoli, le razze e le culture», annunzia «la possibilità di un mondo accogliente, giusto, tollerante e pacificato» (SdP 40; cf VC 51). Questo è uno degli aspetti essenziali della nostra missione in un mondo frammentato, diviso e tante volte in scontro aperto. Che la celebrazione dell’VIII Centenario della fondazione dell’OFM, e quindi della nascita del carisma francescano, ci aiuti a vivere più da Sorelle e Fratelli, non soltanto in profonda comunione, che già esiste, ma anche in aperta collaborazione. È un modo concreto di celebrare il dono della nostra comune vocazione e di testimoniare al mondo che siamo contenti di essere francescani e francescane, come è previsto della terza tappa del cammino giubilare che noi Frati Minori abbiamo appena iniziato per commemorare gli 800 anni della grazia degli origini. Maria Immacolata e il padre san Francesco, insieme alle vostre Fondatrici e ai vostri Fondatori, ci accompagnino in questo cammino bello e appassionante. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale 9. Omelia per la festa del beato Giovanni Duns Scoto Roma, Curia generale, 8 novembre 2007 GIOVANNI DUNS SCOTO MAESTRO DI PENSIERO E DI VITA 1Cor 13, 1-10; Mt 25, 31- 46 Carissimi, il Signore vi dia pace. Celebriamo oggi la festa del nostro confratello il Beato Giovanni Duns Scoto, nato in Scozia verso il 1265 e morto a Colonia l’8 novembre 1308. Il 6 luglio 1991 Giovanni Paolo II confermò solennemente il culto pubblico e il titolo di Beato, che, a partire dal giorno della sua morte, gli furono attribuiti, oltre che nell’ambito dell’Ordine francescano, anche a Colonia, a Edimburgo e, particolarmente, a Nola. Lo stesso Papa il 20 marzo 1993, nella Basilica di S. Pietro, gli rese solenni onori liturgici, con la C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:36 Page 453 EX ACTIS MINISTRI GENERALIS partecipazione numerosa ed esultante della Famiglia Francescana. In Giovanni Duns Scoto, secondo le parole di Giovanni Paolo II, contempliamo un vero «maestro di pensiero e di vita». In lui riconosciamo, a dire di Paolo VI, il «rappresentante più qualificato» della Scuola francescana, la cui dottrina «edifica vigorosamente la Chiesa, sostenendola nella sua urgente missione di nuova evangelizzazione dei popoli della terra» (Giovanni Paolo II). Ricercatore instancabile dell’unità della Chiesa, si presenta ancora oggi come modello di dialogo, mosso «non dalla contenziosa singolarità di vincere, ma dall’umiltà di trovare un accordo» (Giovanni de Gerson, Lections duae Poenitemini, in AAS 58[1966]614). In questo momento in cui sentiamo «l’urgenza di tornare all’esenziale della nostra spiritualità per nutrire mediante l’offerta liberatrice de Vangelo, il nostro mondo diviso, disuguale e affamato di senso» (Spc 2), per non «essere facile preda del fondamentalismo e delle tendenze emotive del presente», e non cadere nella tentazione «di smarrire il nostro contributo specifico, con interpretazioni scorrete che lo rendono funzionale ad altri ‘padroni’ del pensiero e dell’azione» (Spc 13), è urgente ricuperare il patrimonio filosofico e teologico del nostro Ordine; è necessaria una conoscenza più profonda dei nostri maestri, e particolarmente di Giovanni Duns Scoto, di cui oggi iniziamo le celebrazioni del VII Centenario della sua morte. Scoto, il cantore della Vergine Immacolata, non è soltanto l’ultimo degli oltre cinquanta dottori francescani che formano la cosiddetta Scuola francescana, ma è «il rappresentante più qualificato» di detta Scuola (Paolo VI, Alma Parens = AP 8) e il «perfezionatore» di San Bonaventura (AP 6). Nelle sue opere alita «lo spirito serafico del Patriarca Assisiate, subordinando il sapere al ben vivere», e asserendo «l’eccellenza della carità sopra ogni scienza» (AP 9). In quanto tale, Scoto fa parte del «patrimonio perennemente valido» (AP 7) che ci porta a una «una solida e armonica conoscenza dell’uomo, del mondo e di Dio» (De institutio- 453 ne sacerdotali). Come è attuale la dottrina di Scoto! Se fosse ben conosciuta, quanto ci aiuterebbe nell’opera dell’evangelizzazione la sua dottrina sul primato di Cristo, che egli chiama «l’oceano d’ogni perfezione», «il primo che è fine d’ogni cosa» (AP 12)! Quanto ci può aiutare nel campo del dialogo ecumenico la dottrina del Dottore Sottile, particolarmente con la Chiesa Anglicana, dal momento che la sua dottrina per ben tre secoli, prima della separazione, è stata materia di studio nelle Scuole britanniche (cf. AP 14)! Quanto insegna a tutti, particolarmente agli studiosi! Egli, infatti, fu uno studioso critico e ricercatore costante della verità, in profonda riverenza e comunione con il magistero della Chiesa (cf AP 16), un teologo che «assegna alla carità una funzione egemonica» (AP 15) e che «costruisce perché ama, ed ama di un amore concreto che è praxis» (AP 14). Ma l’amore è un’esigenza di vita: ci definisce e ci rivela come discepoli e missionari di Colui che ci ha amato fino alla fine. Un amore che ha come note caratteristiche la magnanimità e la benignità. Un amore che non è invidioso, geloso, non si vanta, non si gonfia, non è interessato, non tiene conto del male ricevuto... Un amore così ci fa ci fa diventare immagine e somiglianza di Colui che è l’amore (1Gv 4, 8). Un amore concreto, un amore che, perché è praxis, diventa vita e si rivela nella vita di ogni giorno: visitando i malati, dando da mangiare a chi ha fame e da bere a chi ha sete, vestendo chi è nudo: «ogni volta cha avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25, 36.40). Che cosa sarebbe la nostra vita senza amore? Paolo lo ha detto chiaramente: non sarebbe niente, sarebbe “come un bronzo sonante o un cembalo squillante” (cf. 1Cor 13,1ss). Dall’altra parte, il Vangelo ci dice che sarebbe una vita, senza senso, sprecata. Nel confronto “faccia a faccia” con il Dio amore, noi credenti sentiamo l’esigenza impellente di trasformare in servizio degli altri tutta la nostra vita. «Nei santi diventa ovvio: chi va verso Dio non si allontana dagli uomini, ma si rende invece ad essi veramente vicino» C07nterno:ACTAORDINIS 454 24-01-2008 16:36 Page 454 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 (Deus Caritas est = DC 42). Chi assimila la dottrina di Scoto non può non essere vicino a coloro che Dio ama. «I santi sono i veri portatori di luce all’interno della storia, perché sono uomini e donne di fede, di speranza e di amore» (DC 40). Ci illumini Scoto nella nostra vita, particolarmente in questo anno in cui celebriamo il VII Centenario della sua morte. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale 10. Saluto all’atto accademico per il 60° della Pontificia Accademia Mariana Internazionale Roma, PUA, 10.11.2007 Eminenza Reverendissima, Cardinale Zenon Grocholewski, le porgo i miei più distinti saluti e le esprimo la mia gratitudine per aver accettato di presiedere questo atto accademico con cui la Pontificia Accademia Mariana Internazionale ha voluto onorare la memoria del Servo di Dio Giovanni Paolo II nel 60° anniversario della sua fondazione. Profitto di questa circostanza per esprimerle il mio grazie anche per l’attenzione e la stima con cui segue l’attività della nostra Pontificia Università Antonianum. Saluto e ringrazio cordialmente anche Fr. Vincenzo Battaglia, Presidente della Pontificia Accademia Mariana Internazionale, e il Segretario della medesima, Fr. Stefano Cecchin, Mons. Sławomir Oder, Postulatore della causa di beatificazione di Giovanni Paolo II, Mons. Marcello Bordoni, Presidente della Pontificia Accademia di Teologia. Mons. Teofil Siudy, Presidente dell’Associazione Mariologica Polacca e Fr. Manuel Blanco, Vice Rettore della Pontificia Università Antonianum, in rappresentanza del Rettore Magnifico. Un saluto cordiale a tutti voi qui presenti, studiosi e cultori di mariologia, soci della PAMI e delle Società Mariologiche Nazionali, professori, studenti e cortesi ospiti. La Pontificia Academia Mariana Internationalis celebra quest’anno il 60° anni- versario della sua fondazione, avvenuta nel 1947. Rivisitandone la storia, vanno menzionati innanzitutto due fatti che ne hanno determinato la nascita. Innanzitutto, la “caratteristica mariana” dell’Ordine dei Frati Minori che ha promosso, fin dalle origini, lo sviluppo della dottrina mariologica e la pratica della pietà mariana, specialmente attraverso l’insegnamento e l’opera dei grandi maestri della scuola francescana e dei predicatori. Si deve ricordare poi il grande “movimento mariano” che, dopo la proclamazione dell’Immacolata Concezione (1854), si dedicò alla definizione del dogma dell’Assunta. In secondo luogo, desidero ricordare alcune date tra le più significative. Il 27 luglio 1946 il Definitorio Generale dell’Ordine dei Frati Minori (ARCHIVIO PAMI, Lettera prot. 70/46) nominava una Commissio Marialis Franciscana con sede all’Antonianum, assegnandole il compito di organizzare e dirigere le iniziative che l’Ordine avrebbe intrapreso nell’ambito degli studi mariologici e della pietà mariana. Con lettera del Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori, in data 30 aprile 1947, venivano approvate ufficialmente dal Definitorio Generale le “Ordinationes peculiares” di questa Commissio Marialis Franciscana (ARCHIVIO PAMI, Lettera prot. 13/47). Nell’art. 15 si disponeva che il Consiglio Centrale della Commissio costituisse quanto prima in Roma una Academia Mariana, con lo scopo di organizzare conferenze scientifiche e di curare le edizioni della “Bibliotheca Mariana”. L’Academia fu presentata ufficialmente all’Ordine il 29 aprile 1947 dal Ministro Generale Pacifico Perantoni durante il “Primo Congresso Mariologico dei Frati Minori d’Italia”; al riguardo egli disse: «Mi è inoltre sommamente gradito annunciare che nel nostro Collegio di S. Antonio è istituita l’Accademia Mariana per illustrare con conferenze scientifiche e discussioni i privilegi mariani» (AAVV., Atti del Congresso nazionale mariano dei Frati Minori d’Italia, Commissio Marialis Franciscana, Roma 1947, p. 16). C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:36 Page 455 EX ACTIS MINISTRI GENERALIS A tale riguardo Fr. Carlo Balić dichiarò: «la principale benemerenza che si è acquistato l’attuale Ministro Generale (Perantoni) nel campo mariano sta nell’aver legato indissolubilmente il suo nome all’istituzione della Commissione Mariana Francescana e dell’Accademia Mariana» (C. BALIĆ, Il contributo dei Frati Minori al movimento mariologico moderno, in Marianum 11 (1949) p. 447). A Fr. Balić – che ricordiamo nel trentesimo anniversario del suo ritorno alla casa del Padre – va riconosciuto il grande merito di essere stato non solo il primo presidente dell’Accademia, ma anche e soprattutto un continuatore degli studi e delle ricerche in campo mariologico che l’Ordine francescano ha promosso fin dalle origini. Il Balić è stato uno studioso di grande valore, apprezzato in campo internazionale. Notevole è stato il contributo scientifico che ha dato sia alla definizione del dogma dell’Assunta, sia alla stesura del capitolo VIII della Lumen Gentium. Nell’ambito delle iniziative messe in atto per celebrare il 60° anniversario della fondazione dell’Accademia Mariana, la presentazione del libro della Società Mariologica Polacca dedicato al magistero mariano di Giovanni Paolo II assume un rilievo del tutto particolare, in quanto rappresenta un segno concreto e un frutto prezioso della fattiva collaborazione tra l’Accademia e le Società mariologiche nazionali. Inoltre, va sottolineato che questa pubblicazione, insieme ad altre iniziative scientifiche, come la celebrazione dei Congressi Mariologico-Mariani Internazionali, la traduzione in varie lingue del testo della PAMI La Madre del Signore (francese, polacco, ceco, sloveno, inglese), stanno ad attestare la feconda opera di coordinamento e di animazione che l’Accademia svolge nell’ambito internazionale. Il libro che oggi viene presentato è un omaggio che l’Accademia Mariana ha voluto dedicare al Pontefice Giovanni Paolo II sia per il notevole contributo da lui dato alla mariologia con il suo magistero e la testimonianza della sua profonda devozione alla Vergine Maria, sia per la speciale attenzione verso la nostra Accademia, mani- 455 festata soprattutto in occasione dei Congressi Mariologico Mariani Internazionali di Czestochowa (nel 1996), e di Roma (nel 2000 e nel 2004). In questo 60° anniversario della fondazione della PAMI, mentre ringrazio Fr. Vincenzo Battaglia OFM e Fr. Stefano Cecchin OFM per il lavoro che svolgono come Presidente e Segretario della PAMI, formulo i migliori auguri alla Pontificia Accademia Mariana Internazionale per un’attività sempre più proficua nel campo degli studi mariologici e della devozione mariana, svolta al servizio della Chiesa, delle istituzioni accademiche e dei centri di studio, dell’Ordine dei Frati Minori, per la crescita umana e spirituale dell’umanità che affidiamo ancora una volta all’amorosa e materna protezione della beata Vergine Maria. Termino questo mio intervento facendo mie le parole del Beato Giovanni XXIII, al quale la nostra Accademia deve il titolo di Pontificia: «È nostro desiderio che questa nostra Accademia come ha fatto sino ad oggi, così abbia premura di adoperarsi per l’avvenire in modo amichevole unendo le forze e gli intenti con tutte le altre Accademie e Società Mariane che esistono in tutto il mondo per contribuire a dare lode ed onore alla Vergine Maria» (Motu Proprio Malora in dies, 8 dicembre 1959). FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale 11. Omelia in occasione del 60° anniversario della Pontificia Accademia Mariana Roma, PUA, 10.11.2007 2Mac 7, 1-2, 9-14; Sal 16 2Ts 2, 16-3, 5; Lc 20, 27-38 Carissimi fratelli e carissime sorelle, le parole di Gesù che chiudono il brano evangelico appena letto rappresentano per tutti noi un annuncio apportatore di gioia e di speranza: «Dio non è dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui». Questo “Vangelo della speranza cristiana” risuona anche nel brano che è stato procla- C07nterno:ACTAORDINIS 456 24-01-2008 16:36 Page 456 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 mato come seconda lettura, dove l’apostolo Paolo ci ricorda che Dio Padre nostro «ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza». La liturgia della parola ci annuncia oggi, ancora una volta, la nostra speranza, che si concentra sia nel desiderio di contemplare un giorno, dopo la morte, il volto di Dio, sia nell’attesa della Parusia del Signore Gesù. Questo messaggio, come ben sappiamo, accompagna e caratterizza le ultime domeniche dell’anno liturgico, che si concluderà fra due settimane con la solennità di Gesù Cristo Re dell’universo. «Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto». Il versetto del salmo responsoriale ci insegna a riprendere, in forma di preghiera, la confessione di fede fatta da uno dei sette fratelli martiri, di cui fa memoria la prima lettura: «È bello morire a causa degli uomini, per attendere da Dio l’adempimento delle speranze di essere da lui di nuovo risuscitati». Dio dona ai giusti che vivono nella piena fedeltà a Lui di contemplare il suo volto, ma questo dono è e sarà così sovrabbondante, così incessante che davvero «ci sazieremo», anche se, nello stesso tempo, non ci sazieremo mai di godere, in eterno, la vita ricolma di gioia di cui Dio è la fonte inesauribile. Con il Credo fra poco proclameremo «Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà». In questa affermazione ritroviamo, trasfigurate, le parole dell’ultima strofa del salmo responsoriale: «Al risveglio mi sazierò della tua presenza». Contemplare il volto di Dio Uno e Trino, godere in pienezza la sua presenza nell’intimità della comunione eterna con Lui insieme alla beta Vergine Maria, agli angeli e ai santi…. Essere partecipi, con tutta la nostra persona, del mistero pasquale del Signore Gesù Cristo, della sua vittoria sul peccato e sulla morte. Quanto è meraviglioso dissetarci, quest’oggi, alla fonte della Parola di Dio. «O Dio, è in te la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce», ci insegna a pregare il libro dei Salmi. La riflessione sulla speranza si nutre anche della testimonianza che ci viene dalle opere meravigliose che Dio ha compiuto nella beata Vergine Maria, glorificata in cielo in corpo e anima, alla quale rivolgiamo quest’oggi in modo speciale il nostro sguardo. Il prefazio della solennità dell’Assunzione ci fa pregare Dio con queste stupende frasi: «In lei, primizia e immagine della Chiesa, hai rivelato il compimento del mistero di salvezza e hai fatto risplendere per il tuo popolo, pellegrino sulla terra, un segno di consolazione e di sicura speranza». La memoria della beata Vergine Maria assume questa sera un rilievo del tutto speciale, perché ci siamo radunati per celebrare l’Eucaristia per una motivazione speciale: la Pontificia Accademia Mariana Internazionale, affidata da Sommi Pontefici all’Ordine dei Frati Minori, e la cui sede operativa si trova qui, nel Collegio internazionale di Sant’Antonio, celebra il 60° anniversario della sua fondazione. L’Accademia ha come compito precipuo quello di promuovere gli studi e le ricerche scientifiche nell’ambito della mariologia, e di favorire l’incremento dell’autentica devozione mariana presso il popolo di Dio. Coloro che si dedicano agli studi mariologici sono impegnati a trarre sempre «cose nuove» dalla storia di Maria di Nazaret, l’Immacolata, la Madre del Figlio di Dio, la Tutta Santa e la Sempre Vergine. Una storia – «tesoro» di inestimabile valore – voluta, creata dalla santa Trinità e consegnata alla Chiesa come patrimonio da custodire e da trasmettere. La Vergine Maria è la «Donna» glorificata da contemplare e accogliere quale figura, immagine e modello della Chiesa. È una verità luminosa che Giovanni Paolo II menziona fin dalle prime battute dell’enciclica Redemptoris Mater; dopo aver spiegato come si deve intendere la «pienezza del tempo» richiamata da Paolo in Gal 4,4, conclude in questi termini: «Nella liturgia la Chiesa saluta Maria quale suo esordio, poiché nell’evento della concezione immacolata vede proiettarsi, anticipata nel suo membro più nobile, la grazia salvatrice della Pasqua, e soprattutto perché nell’evento dell’incarnazione incontra indissolubilmente congiunti Cristo e Maria: colui che è suo Signore e suo capo e colei che, pronunciando il primo fiat della Nuova Alleanza, prefigura la sua condizione di sposa e di madre» (RM 1). C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:36 Page 457 EX ACTIS MINISTRI GENERALIS «Ti saluto, Signora santa, regina santissima, Madre di Dio» (SalV 1). Questa sera vogliamo rivolgere a Maria il nostro saluto, riprendendo le parole del Serafico Padre San Francesco. In verità, il movimento francescano ha avuto da sempre un legame del tutto speciale con la Beata Vergine Maria, legame avvalorato dal riferimento alla dimensione mariana dell’esperienza spirituale di san Francesco. Come riferisce Tommaso da Celano, il Serafico Padre «circondava di un amore indicibile la Madre di Gesù, perché aveva reso nostro fratello il Signore della maestà. A suo onore cantava lodi particolari, innalzava preghiere, offriva affetti tanti e tali che lingua umana non potrebbe esprimere. Ma ciò che maggiormente riempie di gioia, la costituì avvocata dell’Ordine e pose sotto le sue ali i figli, che egli stava per lasciare, perché vi trovassero calore e protezione sino alla fine» (2Cel 198). Sul fondamento dell’esperienza spirituale e dell’insegnamento di San Francesco - e sulla scia di Santa Chiara - i francescani hanno meditato, studiato, contemplato la persona e il ruolo della Vergine Maria nella storia della salvezza, alla luce del mistero del suo Figlio Gesù Cristo, e, più in generale, del mistero della santa Trinità, producendo – nel corso dei secoli – una mariologia di grande spessore dottrinale e spirituale. Ne è prova il fatto che la scuola francescana ha contribuito in misura rilevante alla definizione degli ultimi due dogmi mariani: quello dell’Immacolata Concezione – oggetto dell’attuale Congresso – e quello dell’Assunzione. Ringraziando insieme a voi Dio Uno e Trino per i tanti doni concessi alla Pontificia Accademia Mariana Internazionale grazie alla materna intercessione della beata Vergine Maria. L’Accademia, come espressione dell’Ordine dei Fati Minori, è al servizio della Santa Sede e della Chiesa, come pure opera in collaborazione con le Società Mariologiche nazionali, con altre istituzioni accademiche e con la nostra Pontificia Università Antonianum. Pertanto, desidero incoraggiare i responsabili e quanti vi prestano la loro opera a proseguire nella ricerca e nella promozione 457 degli studi mariologici, mentre raccomando loro di prestare una particolare attenzione al dialogo con le culture e all’evangelizzazione, impegni che qualificano il carisma francescano e la presenza dell’Ordine francescano nel mondo di oggi. In questo momento, mentre celebriamo la solenne liturgia eucaristia, desidero ricordare Fr. Carlo Balić, al quale va riconosciuto il grande merito di essere stato non solo il primo presidente dell’Accademia, ma anche e soprattutto un continuatore degli studi e delle ricerche in campo mariologico che l’Ordine francescano ha promosso fin dalle origini. Insieme al Balić vogliamo ricordare nella nostra preghiera anche il suo successore Fr. Paolo Melada, tornato alla casa del Padre nel 2003. Melada ha dedicato tutta la sua vita all’Accademia: dopo essere stato collaboratore e segretario di Balić, ha guidato questa benemerita istituzione per circa vent’anni. Facendo nostre le parole che concludono la preghiera eucaristia, vogliamo rendere grazie a Dio, Padre Onnipotente, per Cristo, con Cristo e in Cristo, nell’unità dello Spirito Santo. A Dio Uno e Trino rendiamo ogni onore e gloria per tutti i benefici che ci ha concesso e ci concede ogni giorno, mentre rinnoviamo il nostro impegno per servirlo con fedeltà e con amore per tutti i giorni della nostra via, mentre aspettiamo di poter godere in eterno, al termine della nostra vita, la gioia della contemplazione del suo volto e di essere saziati dalla sua Presenza e dal suo Amore. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale 12. Carta con ocasión de la solemnidad del Nacimiento de nuestro Señor Jesucristo LA PALABRA SE HIZO CARNE A todos los Hermanos: Paz y Bien! En la Noche Santa del Nacimiento de Jesús el Cristo, la belleza de Dios se aposentó C07nterno:ACTAORDINIS 458 24-01-2008 16:36 Page 458 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 en un establo, la gracia de Dios se llegó hasta la carne y la sangre del hombre, el Hijo de Dios, para despojarse de sí mismo (Flp 2,7), eligió el corazón de una noche, y la que era signo de tristeza y de muerte, se transformó para todos en una luminosa Noche Buena; porque el Verbo se hizo carne y habitó entre nosotros (Jn 1, 14). El silencio se rompió para siempre y la Palabra, descendiendo del seno del Padre (cfr. Adm 1, 18), dio comienzo al canto nuevo de la Nueva Humanidad. Alegraos, hermanos, porque nos ha nacido un niño, que es el Mesías prometido, el Señor, de quien esperábamos la salvación. Pero alegraos aún más porque ese Niño que ha nacido para nosotros es el Hijo de Dios. Alegraos, los que creéis, porque en esta noche sucedió lo que esperabais, y multiplica el gozo su llegada inesperada: Dios se hizo uno de tantos, quiso habitar en medio de su pueblo, tomó nuestra condición humana (cfr. Flp 2, 1-7). Esta no es la noche del silencio sino de la Palabra. Tal fue la comunicación de Dios con el hombre, que este Hombre Nuevo es Dios de Dios y Luz de Luz, sin dejar de ser verdadero hombre. En esta noche bendita, unido a todos los hermanos y a todos los pobres de la tierra, quiero acercarme con respeto y reverencia al misterio de Belén, a aquel pobre Pesebre donde Dios mismo se nos comunica y se hace Buena Noticia para todos; y al Altísimo, omnipotente y Buen Señor, pido con humildad que nos conceda a todos, junto con la alegría y el recogimiento interior, la gracia de contemplar admirados este misterio de amor, de balbucir asombrados una plegaria de agradecimiento, y de cantar con los ángeles un pregón de gloria y paz para todos los hombres que ama el Señor. 1. “Al principio era el Verbo...” (Jn 1, 1) En la noche santa de Navidad, la Sabiduría de Dios se ha hecho para nosotros Palabra de vida. Desde el principio, ella, como colaboradora del Padre en la obra de la creación, fue guiando a los hombres, para que comprendieran el gran misterio de la salvación. Dios fue educando a sus hijos a través del tiempo, y fue hablándoles desde siem- pre, como un Amigo a sus amigos (cfr. Dei Verbum 2), con distintos lenguajes y distintos signos, para que los hombres fueran entendiendo que Dios es el Dios con nosotros... el Emmanuel (Mt 1,23). Al principio Dios creó todo para que todo hablase de Él, pues el mundo fue hecho por la Palabra, todo fue creado por Él y para Él (Col 1, 16). A la orden de Dios, con la fuerza de su Palabra, los seres cobraron existencia y se hicieron realidad; hasta llegar al ser humano, corona de la creación. Terminada la obra de la creación, el hombre quedaba preparado para leer en las criaturas, como en un libro, el mensaje dejado por su Criador. Pero Dios nos habló también en la historia, una historia de salvación hecha de acontecimientos de gracia y experiencias de pecado, para que los creyentes vislumbrasen que era en la vida de su pueblo donde Dios se había hecho compañero de camino para todos. Estableció con el hombre una Alianza, una palabra dada en forma de pacto, en la que Dios garantizaba su asistencia y compañía. Y cuando el pueblo olvidaba la alianza con su Dios, la voz de los profetas, eco de la voz divina, reclamaría fidelidad al Dios creador, al Dios de la historia: Volved a mí de todo corazón... pues de ti sacaré al que ha de ser soberano de Israel (Jl 2,12 y Miq 5,1). 2. “La Palabra se hizo carne...”(Jn 1, 14) Al llegar la plenitud de los tiempos, toda la creación se estremeció como una parturienta, pues el tiempo y las criaturas cobraron su plenitud y madurez. En el seno de la pobrecilla Virgen María Inmaculada, Dios hizo su nido, para darnos la Vida que engendra toda vida. La Palabra era la vida y la vida era la luz de los hombres (Jn 1, 4). Y en el silencio de las cosas, la Palabra vino a su casa; en la oscuridad del universo, brilló la luz verdadera que ilumina a todo hombre (cfr. Jn 1,9); y en el frío de la noche, Dios caldeó el corazón de la humanidad toda entera. A partir de entonces, el lenguaje de Dios había de ser la debilidad y la pobreza, la pequeñez y la fragilidad. A partir de entonces, los hombres verían sólo un Niño indefenso envuelto en pañales, un pesebre, unos pastores que creyeron por encima de las apa- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:36 Page 459 EX ACTIS MINISTRI GENERALIS riencias, una estrella, verían a María ofreciéndonos al Niño en sus brazos, y a José, como nuevo Abraham, custodiando al pequeño. Fe humilde que contempla, adora, reflexiona, vive y celebra. Lo simple, hablaría, lo que no cuenta, sería enaltecido para confundir a los que cuentan; lo cotidiano tendría fuerza para humanizar el corazón de piedra, porque la Palabra se hizo carne y Dios se hizo Evangelio. En Jesús, Dios ya no habla en figuras, sino por medio del Hijo; ya no salva por intermediarios, sino en persona, pues Jesús es la única Mediación, presencia personal y tangible del Dios tres veces santo. Jesús es alguien con quien podemos relacionarnos, alguien a quien escuchar, alguien a quien seguir, alguien a quien amar, pues la Palabra la tocaron nuestras manos y la contemplaron nuestros ojos, la hemos oído,... el Verbo de la vida (1Jn 1, 1). En este tiempo de gracia contemplamos su gloria, y vemos un Dios tan humano que, en el niño de Belén, nos sentimos invitados a ser “como Dios”. Y en la contemplación de la Palabra divina, aprendemos a escuchar las múltiples palabras del hombre (cfr. El sabor de la Palabra, p.5), pues también en los hombres Dios nos habla hoy. En efecto, Dios habla sobre todo en los pobres, en la humanidad debilitada y necesitada, en los que sufren, en el rostro desfigurado de todos los leprosos, pues el Hijo de Dios, no sólo quiso hacerse hombre entre los hombres, sino que se ha hecho pobre entre los pobres, débil y necesitado, siervo sufriente y desfigurado. La pobreza de Cristo aparece bajo un aspecto maravillosamente humano, ella es signo de su amistad, de su parentela con la humanidad. Y los hermanos somos presencia de este Dios que se ha hecho uno de tantos entre los pobres del mundo. Puesto que la Gloria de Dios es el hombre que vive (cfr. San Ireneo, Contra las herejías, Libro 4, 20,5-7), no descansemos hasta que el hombre viva para Dios y encuentre en la Palabra el sentido y la Vida. 3. Dios ha hablado en el Hijo... el “silencio de Dios” (Heb 1, 1) En esta noche, clara como el día, Dios 459 Padre nos ha hablado en el “Hijo”. La Palabra de Dios, hecha carne en la plenitud de los tiempos, es revelación admirable de la paternidad divina, a la que sólo se puede responder aceptando en la fe la gracia de la filiación en Cristo Jesús. El Divino Niño de Belén no es uno más entre los profetas o los maestros, es el “Hijo muy amado”, es la Palabra hecha Buena Noticia. Por esto podemos comprender por qué Dios se ha quedado mudo y no tiene más que decirnos, porque todo nos lo ha dicho junto y de una vez en esta sola Palabra que es el Hijo (cfr. S. JUAN DE LA CRUZ, Subida al Monte Carmelo, Libro 2, cap. 22). Dios calla y habla en el recién nacido, Dios se esconde y se manifiesta en la pequeñez; cuando parece que todo se queda en silencio, quizás podamos escuchar el balbuceo de un Niño que nos habla en la intimidad de la vida, en el corazón; cuando parece que todo pierde sentido, la Palabra de Vida puede resonar con mayor fuerza, ayudándonos a encontrar el Camino y la Verdad; y si buscamos una palabra que decir, primero hemos de escuchar, perseverantes en la oración, a la Palabra hecha carne, al Dios hecho Evangelio. Entonces el silencio se rompe en mil pedazos, y el sin-sentido también, y vuelven a sonar las voces del cielo que cantan: “Gloria a Dios” (cfr. Lc 2, 14), porque ha nacido para nosotros el Salvador, el Mesías, el Señor. ¡Qué importante, hermanos míos, es acercarse diariamente a la escucha atenta y orante de la Palabra! ¡Cuánta fuerza se recibe de este Dios que se hace tangible y humano! ¡Qué gran misterio el de la Palabra! Pongamos los ojos y la vida sólo en el Niño de Belén, en la Palabra de Dios que nos visita, y hallaremos allí mucho más de lo que pedimos o deseamos. Combinemos el agradecimiento profundo para con un Dios que nos ama así, tan humanamente, con la práctica del amor que se acerca y comparte: entonces brillará tu luz como aurora y tus heridas sanarán enseguida (Is 58,8). 4. “De continuo traía en sus labios la conversación sobre Jesús...” (1 Cel 115) Bien sabemos el cariño particular que C07nterno:ACTAORDINIS 460 24-01-2008 16:36 Page 460 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 nuestro Hermano Francisco tenía por esta fiesta del Nacimiento del Hijo de Dios. Era para él la Fiesta de las Fiestas, en la que Dios hecho pequeñuelo se crió a los pechos de madre humana (2Cel 199). Profesaba a las letras del Santo Evangelio, que son espíritu y vida, y al nombre del niño de Belén (cfr. 1Cel 86), un gusto y cariño especial. La vida de nuestro seráfico Padre fue para los hombres de su tiempo una epifanía del Evangelio. Francisco fue un imitador fidelísimo de Cristo, un heraldo animoso del gran Rey, un enamorado de Jesús, de quien a todos hablaba y a quien en todo veía. Francisco se hizo hombre evangélico (cfr. 1Cel 86), y las palabras de la Buena Noticia fueron por él vividas y practicadas aún en los detalles más pequeños. ¿Hermanos, qué decimos nosotros al mundo de la Palabra que ha nacido en la humildad de nuestra carne? ¿Qué decimos nosotros de aquel a quien amamos? Tú, como Francisco, ¿has contemplado con tus ojos a Cristo, nacido de la Virgen María y hecho Evangelio para los pobres? Entonces para ti ha brillado la luz verdadera que ilumina la vida; entonces has recibido gracia sobre gracia, pues te has acercado al que es la plenitud de la gracia. Si te has acercado a Cristo, te has acercado al templo de la santidad de Dios; y, si le has acogido por la fe, entonces también tú has nacido esta noche con Cristo, pues no has nacido ni de carne ni de sangre, sino de Dios (cfr. Jn 1, 13-16). Tú, hermano mío, alaba y bendice conmigo al Señor que ha bajado del cielo, a la Palabra que se hecho carne, pues ha querido compartir con nosotros nuestra condición débil y mortal, porque eres de Cristo y vives en Cristo. Tú alaba al Señor, porque has conocido su amor. ¿Qué decimos de Dios? ¿Es nuestra vida una bendición, un bien decir de Dios? Si los hombres quieren silenciar a Dios, habrá que elevar un canto de alabanza para romper este silencio. Si algunos desean que Dios no sea adorado en este niño de Belén, tendremos que repetir incansables que no hay Omnipotente sino Dios (cfr. CtaO 6-9). El Evangelio no se puede callar; Jesús recién nacido en esta noche, hace brotar den- tro de nosotros los creyentes una fuerza de fe que nos empuja a vivir el Evangelio, a guardarlo en el corazón, a anunciarlo también con la palabra. Conclusión Queridos hermanos, ha llegado la plenitud del tiempo con el nacimiento de la Palabra encarnada. La creación entera ha entrado en fiesta, pues ha nacido el Primogénito de toda criatura y ahora todas las cosas se hacen nuevas en Cristo. Las voces de los hombres que tenían un mensaje de parte de Dios han gritado vislumbrando este momento del nacimiento del Dios que se hace hombre. Y si el silencio se hace arduo, Dios nacerá cada día para invitarte con su Palabra a seguirle, y para que tu vida encuentre la lógica del don que se te ha regalado. Os invito en esta noche santa a no dormir, a romper el silencio sobre Dios, con gozo y con capacidad de atraer a otros a este Dios que es amor, que tanto nos ha amado, y que nos ha revelado ese amor en el Hijo que nos ha nacido; os invito a romper el silencio y a dar una respuesta ardiente de amor a quien así nos ha amado. Os invito a que nuestra vida bendiga siempre al Señor. Os invito a clamar con el pueblo los cantos de nuestra tierra que hablan del nacimiento de la Palabra; o a rezar con la Iglesia, que no se cansa de cantar la gloria de esta noche: ¡Oh admirable intercambio! El Creador del género humano, tomando cuerpo y alma, nace de una Virgen, y hecho hombre sin concurso de varón, nos da parte en su divinidad (Liturgia de las Horas, antífona de la octava de Navidad ) . Alegrémonos y felicitémonos mutuamente hermanos. Os deseo de corazón una feliz fiesta de Navidad y que nos acompañe siempre la bendición del Seráfico Padre. Roma, 8 de diciembre de 2007, Solemnidad de la Inmaculada Concepción FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro General Prot. N. 098445 C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:36 Page 461 E SECRETARIA GENERALI 1. Electio extra Capitulum Prov. ss. Petri et Pauli de Michoacán in Mexico El Congreso Definitorial de nuestra Provincia San Pedro y San Pablo de Michoacán, en México, convocado y celebrado conforme a Derecho en la Casa Santísima Cruz de los Milagros, de Santiago de Querétaro, Qro., y presidido por GÓMEZ MARTÍNEZ FR. EULALIO, Ministro provincial, el día 15 de junio de 2007 eligió fuera de Capítulo para el oficio de Definidor provincial: RESÉNDIZ REYES FR. ALFONSO por la renuncia, aceptada, de su predecesor, Muñoz Gutiérrez Fr. Enrique. El Definitorio general, en la Sesión del día 19 de julio de 2007, después de examinar el Acta auténtica, aprobó esta elección. Prot. 098120/S273-07 2. Capitulum Intermedium Prov. Assumptionis BMV in Polonia Nel Capitolo intermedio della Provincia dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, in Polonia, regolarmente celebrato secondo le disposizioni del Diritto, nella Casa di Katowice-Panewniki, sotto la presidenza di BIERSOK FR. EZDRASZ, Ministro provinciale, il giorno 20 giugno sono statti eletti i Definitori Provinciali: BAŁDYGA FR. SERGIUSZ CZURA FR. JÓSEF GRUBER FR. MANFRED KAHLERT FR. FILIP MAJEWSKI FR. KSAWERY. Queste elezioni sono state ratificate dal Definitorio generale il 19 luglio 2007. Prot. 098117/S272-07 3. Electio extra Capitulum Cust. Aut. Christis Regis in Helvetia The General Definitory, during its session of the 19th of July 2007, examined and approved the Acts of the extra-capitular elections by the Definitory of the Custody of Christ the King, in the Switzerland, on the 2st of July 2007, under the presidency of ZAHNER BR. PAUL, Custos of the said Custody, and ratified, in accordance with the prescriptions of art. 189 of the General Statutes of the Order the election of JOSURAN MARIA BR. MICHAEL as Counselor of the Custody. Given in Rome, at the General Curia of the Order of Friars Minor, on the 19th of July 2007. Prot. 098128/S279-07 4. Capitulum Prov. S. Michaëlis Arcangeli in Ucraina Nel Capitolo della Provincia di San Michele Arcangelo, in Ucraina, regolarmente celebrato secondo le disposizioni del Diritto, presso il Centro Diocesano di CaristasSpes, a Zarichany-Zhytomyr, sotto la presidenza di MAZGAJ FR. STANISŁAW, Visitatore generale, il giorno 23 maggio 2007 sono statti eletti per l’ Ufficio di Ministro provinciale: KOPYSTERYNSKYY FR. DOBROSLAV per l’ufficio di Vicario Provinciale: SHYROKORADIUK FR. SYMON per l’ufficio di Definitori della Provincia: BAHINSKYI FR. MYKHAILO GORAI FR. MYLOSLAV KHODANISTSKYI FR. RADOSLAV ZAJĄC FR. NATANAEL. Queste elezioni sono state ratificate dal Definitorio generale il 19 luglio 2007. Prot. 098139 / S285-07 5. Capitulum Prov. Christis Regins in Canada C07nterno:ACTAORDINIS 462 24-01-2008 16:36 Page 462 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 In the Provincial Chapter of our Province of Christ the King, in Canada, regularly celebrated according to the norms of Canon Law, in the House of Mount St. Francis Retreat Centre, under the presidency of the Visitator General, MCLELLAN BR. DANIEL, the following were elected on the 30th of May 2007 for the office of Minister Provincial: VAVREK BR. DENNIS for the office of Vicar Provincial: LYNCH BR. KEVIN and for the office of Provincial Definitors: BURNS FR. BRIAN CLYNE BR. GERRY GONSALVES BR. ANTHONY SMITH BR. PAUL. The General Definitorium, during its session of the 20th of July 2007, carefully examined and approved the election. Prot. 098158 / S290-07 6. Fund. Thailandiæ electio The General Definitorium, during its session of the 18th. July 2007, carefully studied the results of the consultative vote of the Friars concerned as well as the report of the General Delegate, SYUKUR BR. PASKALIS BRUNO, OFM, and elected the government of the Foundation of Thailand. Those elected are as follows: President of the Foundation MANIPADATH V BR. JOHNSON Vicar and First Counsellor CWILKA BR. HONORAT PIOTR Second Counsellor PONTUS BR. GREGORIUS. Therefore, in virtue of this Decree, we declare the above mentioned elections valid and ratified. Prot. 098070/070-07M 7. Capitulum intermedium Cust. Terræ Sanctæ in Israel Il Capitolo custodiale intermedio della Custodia di Terra Santa, regolarmente cele- brato secondo le disposizioni del Diritto, presieduto da PIZZABALLA FR. PIERBATTISTA, Custode di Terra Santa, nel giorno 9 giugno 2007, ha eletto come Discreti: GEISER FR. GREGOR JASZTAL FR. DOBROMIR MACORA FR. ATHANASIUS MÁRQUEZ FR. NICOLÁS MISTRIH FR. RASHID MUSCAT FR. NOEL. Queste elezioni sono state ratificate dal Definitorio generale il 4 settembre 2007. Prot. 098189/081/07M 8. Capitulum Intermedium Prov. Salernitano-Lucanæ Immaculatæ Conceptionis BMV in Italia Nel Capitolo intermedio della Provincia Salernitano-Lucana dell’Immacolata Concezione, in Italia, regolarmente celebrato secondo le disposizioni del Diritto, nel Convento SS. Trinità in Barinissi, sotto la presidenza di DI FRANCO FR. MANLIO, Ministro Provinciale, il giorno 29 giugno 2007 sono statti eletti i cinque Definitori Provinciali: BOCHICCHIO FR. EMANUELE DEL PEZZO FR. PASQUALE IANDIORIO FR. GIUSEPPE MARCIGLIANO FR. DOMENICO RIDOLFI FR. ANTONIO. Queste elezioni sono state ratificate dal Definitorio generale il 4 settembre 2007. Prot. 098222 / S 325-07 9. Capitulum intermedium Prov. Venetæ S. Antonii Patavini in Italia Nel Capitolo intermedio della Provincia Veneta di S. Antonio di Padova in Italia, regolarmente celebrato secondo le disposizioni del Diritto, nella Casa di S. Maria di Barbana, in Grado, sotto la presidenza di MIELE FR. BRUNO, Ministro Provinciale, il giorno 22 giugno 2007 sono statti eletti i cinque Definitori Provinciali: CAVALLI FR. GIAMPAOLO C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:36 Page 463 E SECRETARIA GENERALI RANIERO FR. LORENZO SCABIO FR. ANTONIO VENARUZZO FR. LORIS VETRALI FR. TECLE. Queste elezioni sono state ratificate dal Definitorio generale il 4 settembre 2007. Prot. 098248/S342-07 10. Capitulum Cust. Boni Pastoris in Zimbabua During the Custodial Chapter of the Custody of the Good Shepherd in Zimbabwe, canonically celebrated at the Silviera House, Tafara, Harare, under the presidency of Ó LAOIDE BR. CAOIMHÍN, Minister Provincial of the Province of Ireland, on which the Custody depends, the following were elected on the 6th. of August 2007: for the office of Custos: MUSARA BR. EMMANUEL for the office of Councillors: BANHWA BR. NICHOLAS JAYA BR. MAXWELL MAKAMURE BR. TANASIO O’TOOLE BR. JOSEPH. The General Definitorium during its session of the 4th. September 2007, carefully examined the Acts of these elections and approved them. Prot. 098260 / 090/07 M 11. Prov. S. Leopoldi in Austria/Italia electiones Auctoritate qua ad normam art. 170 §1 Constitutionum Generalium et art. 119 §1 Statutorum Generalium fungitur, relatione Delegati generalis audita, Definitorium generale in congressu die 11 Septembris c.a. 2007 habito, praesidente RODRÍGUEZ CARBALLO FR. IOSEPHO, Ministro generali, novum regimen ad triennium pro nostra minoritica Provincia Austriae/Italiæ “Sancti Leopoldi“ noviter erecta in modo sequenti elegit: in Ministrum provincialem: SCHWARZL FR. RUPERT 463 in Vicarium provincialem: WEGLEITNER FR. GOTTFRIED in Definitores: HOPFGARTNER FR. WILLIBALD MAIER FR. MATTHIAS PUCHBERGER FR. ALEXANDER WENIGWIESER FR. FRITZ ZANKANELLA FR. ULRICH. Hoc Decretum vim suam exserit a die 21 mensis Octobris huius anni 2007, contrariis quibuslibet non obstantibus. Datum Romae, ex Aedibus Curiae generalis Ordinis, die 12 Septembris anni 2007. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Minister Generalis FR. ERNEST K. SIEKIERKA, OFM Vice Secretarius Generalis Prot. 098337/S401-07 12. Prov. S. Bernardini Senensis in Austria suppressio Definitorium Generale, in sessione diei 11 Septembris a. 2007 regulariter congregatum sub praesidentia FR. RODRÍGUEZ CARBALLO IOSEPHI, totius Ordinis Fratrum Minorum Ministri Generalis, ad normam art. 170 §1 CC.GG. decrevit ut nostra minoritica Provincia Sancti Bernardini Senensis in Austria a die 21 Octobris c.a. 2007 suppressa habeatur. Et ideo praesentis decreti vigore praefatam minoriticam Provinciam Sancti Bernardini Senensis in Austria suppressam esse confirmamus ac declaramus. Datum Romae, ex Aedibus Curiae Generalis, die 12 Septembris anni 2007. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Minister Generalis FR. ERNEST K. SIEKIERKA, OFM Vicesecretarius Generalis Prot. 098334/S398-07 13. Prov. B. Engelberti Kolland in Austria/Italia suppressio C07nterno:ACTAORDINIS 464 24-01-2008 16:36 Page 464 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 Definitorium Generale, in sessione diei 11 Septembris a. 2007 regulariter congregatum sub praesidentia Rodríguez Carballo Fr. Iosephi, totius Ordinis Fratrum Minorum Ministri Generalis, ad normam art. 170 §1 CC.GG. decrevit ut nostra minoritica Provincia Beati Engelberti Kolland, in Austria et in provincia civili Bulsanensi in Italia sita, a die 21 Octobris c.a. 2007 suppressa habeatur. Et ideo praesentis decreti vigore praefatam minoriticam Provinciam Beati Engelberti Kolland, in Austria et in provincia civili Bulsanensi in Italia sitam, suppressam esse confirmamus ac declaramus. Datum Romae, ex Aedibus Curiae Generalis, die 12 Septembris anni 2007. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Minister Generalis FR. ERNEST K. SIEKIERKA, OFM Vicesecretarius Generalis Prot. 098335/S399-07 14. Prov. S. Leopoldi in Austria erectio S.P.N. Francisco adhuc vivente, Fratres Minores ascenderunt vallem Athesinam. Iuxta annales Fratris Iordani a Iano fratres iter in Germaniam facientes anno 1221 in civitate Bauzania aliquod temporis spatium peregerunt. Dein peregrinaverunt per Tyrolium ad civitatem Augustanam Vindelicorum. Ante annum 1225 Fratres Minores etiam in civitatem Salisburgensem pervenerunt, ubi Archiepiscopum visitaverunt. Ante annum vero 1230 fratres, prout ab antiquo traditur, a Duce Leopoldo VI Vindobonam vocati sunt, qui terram prope moenias civitatis praebuit ecclesiae conventuique aedificandis. Anno 1235 primum Clarissarum monasterium in civitate Brixinensi conditum est, cuius cura pastoralis fratribus minoribus collata est, qui ibi conventum exstruxerunt. Petente Imperatore Friderico III ut conventualium reformarentur conventus, Ioannes a Capistrano anno 1451 ad Vindobonam pervenit. Ibi maximis cum fructibus ministerium praedicationis Verbi Dei explevit et nonnulla miracula curationis perfecit. Tamquam primum conventum Fratrum Minorum Observantiae Conventum S. Theobaldo dicatum condidit. Exinde anno 1452 ex conventibus Observantium in Austria et Bohemia constituta est Vicaria Austriae, ad quam pertinebant et domus Observantium in Polonia. Dissensionibus dein inter nationes ortis, anno 1467 ea Vicaria divisa est in novas Vicarias Bohemiae, Poloniae et Austriae, quae Vicaria Austriae postea in Provinciam “Sancti Bernardini Senensis” erecta est. S. Leopoldi Provincia in Tyrolio, anno 1580 ex conventibus antea provinciis Argentinensi et Austriae pertinentibus tamquam provincia Observantium fundata est. Quam dein, 350 annis elapsis, ob rationes politicas, die 1 martii 1927, dividere oportuit. Eiusdem enim Provinciae pars meridionalis, ea nempe, quae comprehendit territorium post bellum 1914-1918 ditioni Italicae subiectum, in Commissariatum sui iuris erecta est. Decreto Ministri Generalis diei 20 Aprilis 1934 Commissariatus in Provinciam Ordinis sub titulo: «Provinciae Bulsanensis S. P. N. Francisci» sedem in civitate Bauzania habentem canonice erectus est, cum Provincia “S. Leopoldi” subsistere peregerit in Austria, nempe in provinciis civilibus Tyrolii septentrionalis et orientalis, in Salisburgo, Austria Superiore et Carinthia cum sede in civitate Oenipontana. Superatis difficultatibus, quae ad divisionem Provinciae conduxerant, rerumque per totam Europam mutatis ordinis politici, oeconomici necnon religiosi adiunctis, petentibus Definitoriis et Delegati generalis relatione accepta, Rev.mus Minister Generalis Iacobus Bini decreto diei 4 Octobris 2001 provincias Bulsanensem et Tyrolii cum effectu die 23 Novembris 2001 suppressit et novam Provinciam Beato Engelberto Kolland dicatam canonice erexit. Quattuor tandem annis elapsis, pervenit ad Nos concors petitio Provinciarum “Sancti Bernardini Senensis” in Austria et “Beati Engelberti Kolland” in Austria et Italia, et quidem ad maiorem prosperitatem utriusque regionis tum Austriae tum provinciae civilis Bulsanensis in Italia sitae, nec- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:36 Page 465 E SECRETARIA GENERALI non bono communi Ecclesiae et Christifidelium utilitati, ut memoratae Provinciae in unam coniungantur. Actuali statu duarum Provinciarum in Austria examinato, audito Definitorio generali eiusque praehabito consensu in congressu diei 10 mensis Ianuarii 2006, unionem intra mensem Decembrem anni 2007 earundem Provinciarum decrevimus. Definitorium generale, visitatione canonica a Fr. Claudio Gross OFM, Delegato generali, peracta, hodiernam condicionem praefatarum Provinciarum noviter recognovit. Ideo, audito Definitorio generali eiusque praehabito consensu in congressu diei 11 Septembris c.a. 2007, auctoritate qua fungimur, praesentis Decreti vigore, ad normam can 581 CIC et art. 170 §1 Constitutionum Generalium, Provinciam Austriae Sancti Leopoldi erigimus et erectam declaramus cum sede in Conventu Salisburgi (5010, Franziskanergasse 5). Haec quidem erectio secumfert translationem omnium bonorum temporalium, mobilium et immobilium itemque iurium et obligationum duarum Provinciarum suppressarum ad Provinciam noviter erectam. Praesentis Decreti validitas a die 21 mensis Octobris 2007 decurret, contrariis quibuslibet non obstantibus. Datum Romae, ex Aedibus Curiae generalis Ordinis, die 12 Septembris anni 2007. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Minister Generalis FR. ERNEST K. SIEKIERKA, OFM Vice Secretarius Generalis Prot. 098336/S400-07 15. Capitulum Intermedium Prov. S. Familiæ in Aegypto Il Capitolo provinciale intermedio della Provincia della Sacra Famiglia in Egitto, regolarmente celebrato secondo le disposizioni del Diritto, in Santa Caterina – Alessandria, presieduto da AMIN FR. JOSEPH, Ministro provinciale, nel giorno 7 giugno 2007, 465 ha eletto come Definitori provinciali: HELMI FR. LUCAS KAMEL FR. ANTONIO LABIB FR. KAMAL ZAKI FR. ADEL. Queste elezioni sono state ratificate dal Definitorio generale il 13 settembre 2007. Prot. 098299/091/07M 16. Capitulum intermedium Prov. S. Salvatoris in Slovachia Nel Capitolo intermedio della Provincia del Santissimo Salvatore, in Slovacchia, celebrato regolarmente secondo le disposizioni del Diritto, nella Casa di Bratislava sotto la presidenza di MIHÁLY FR. JURAJ ANDREJ, Ministro Provinciale, il giorno 24 maggio 2007, sono statti eletti Definitori Provinciali: BANKOVIČ FR. ŠTEFAN KVAKA FR. JEREMIÁŠ DANIEL BALÁZS FR. JÁN KRSTITEL’ MARIÁN RACEK FR. MATÚŠ PAVOL. Queste elezioni sono state ratificate dal Definitorio generale il 13 settembre 2007. Prot. 098313/S381-07 17. Capitulum Prov. S. Francisci Solano in Argentina En el Capítulo de nuestra Provincia de San Francisco Solano en Argentina, celebrado regularmente según las disposiciones del Derecho en la Casa de Retiros del Monasterio Santa Clara, en la Ciudad de Puán y presidido por el Visitador General, ROSATI FR. GIANCARLO, el día 22 de septiembre de 2007, fueron elegidos: para el Oficio de Ministro Provincial GUILLERMO PAZ FR. CARLOS para el Oficio de Vicario Provincial FLEITAS FR. DANIEL ALEJANDRO para el Oficio de Definidores Provinciales BALLARATI FR. JORGE GABRIEL EQUIZA FR. CLAUDIO DARIO LARREGAIN FR.JOSÉ ADOLFO C07nterno:ACTAORDINIS 466 24-01-2008 16:36 Page 466 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 RIOJA FR. CARLOS HÉCTOR SICA FR. RUBÉN JESÚS. El Definitorio General, en la Sesión celebrada el 24 de septiembre de 2007, después de examinar las Actas auténticas, aprobó estas elecciones. Prot. 098351/S405-07 18. Capitulum Prov. S. Francisci Assisiensis in Brasilia El día 27 de septiembre de 2007, en el Capítulo Provincial de nuestra Provincia de San Francisco de Asís, en Brasil, celebrado regularmente según las disposiciones del Derecho en el Convento San Buenaventura, en Daltro Filho, Municipio de Imigrante, RS, bajo la Presidencia del Visitador General, SCHAUERTE FR. ANTONIO, fueron elegidos: para el Oficio de Ministro Provincial MÜLLER FR. JOÃO INÁCIO para el Oficio de Vicario Provincial GUERRA FR. FLAVIO para el Oficio de Definidores Provinciales: FIEL FR. VANDERLEI BATISTA GUZZON FR. VALDESIR LUÍS KUMMER FR. BLÁSIO RHODEN FR. MARINO PEDRO. El Definitorio General, en la Sesión celebrada el 5 de noviembre de 2007, después de examinar las Actas auténticas, aprobó estas elecciones. Prot. 098429/S447-07 19. Capitulum Prov. Sancti Spiritus in Australia In the Provincial Chapter of our Province of the Holy Spirit in Australia & New Zealand, regularly celebrated according to the norms of Canon Law, under the presidency of the Visitator General, NAIRN BR. THOMAS, the following were elected on the 26th - 28th of September 2007, for the office of Minister Provincial: SMITH BR. PAUL for the office of Vicar Provincial: CLIFFORD BR. PETER for the office of Provincial Definitors: CANTWELL BR. PETER GHANEM BR. PAUL MISCAMBLE BR. PHILLIP WARBURTON BR. JORDAN. The General Definitorium, during its session of the 5th of November 2007, carefully examined and approved the election. Prot. 098360/S411-07 20. Capitulum Prov. S. Michaëlis Archangeli in Indonesia In the Provincial Chapter of our Province of St. Michael the Archangel, in Indonesia, regularly celebrated according to the norms of Canon Law, in the House of St. Clare, Cipanas, under the presidency of the Visitator General, VERGEER BR. THEODORUS, the following were elected on the 28th of September 2007, for the office of Minister Provincial: SYUKUR BR. PASKALIS BRUNO for the office of Vicar Provincial: SUNARKO BR. ADRIANUS for the office of Provincial Definitors: AMAN BR. PETRUS KANISIUS MAING BR. GABRIEL SUKARTANTO BR. STANISLAUS TUENG BR. LAURENTIUS. The General Definitorium, during its session of the 5th of November 2007, carefully examined and approved the election. Prot. 098382/S420-07 21. Capitulum Intermedium Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV in USA In the Provincial Chapter of our Province of the Immaculate Conception in USA, regularly celebrated according to the norms of Canon Law and held on the 2 October 2007, in the Casa Leonori, in Santa Maria degli Angeli, Italy, under the presidency of the Minister Provincial, Cam- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:36 Page 467 E SECRETARIA GENERALI pagna Fr. Robert M., the following were elected for the office of Provincial Definitors: GINGERICH FR. CHARLES LORENZO FR. JOSEPH NARDOIANNI FR. ANTONIO PAONESSA FR. RALPH WHEATLEY FR. DENNIS. The General Definitorium, during its session of the 5th of November 2007, carefully examined and approved the election. Prot. 098403/S431-07 22. Extra Capitulum electio Prov. Assumptionis BMV in USA The General Definitory, during its session of the 5th of November 2007, examined and approved the Acts of the extra-capitular elections by the Definitory of the Province of the Assumption B.V.M. in the U.S.A, held during an ordinary session in Marytown Retreat & Conference Center, in Libertyville, Illinois, on the 28th – 29th of September 2007, under the presidency of HOPPE BR. LESLIE J., Minister Provincial, and ratified, in accordance with the prescriptions of art. 189 of the General Statutes of the Order, the election of JANIK BR. ANTHONY, to the office of Definitor Provincial. Given in Rome, at the General Curia of the Order of Friars Minor, on the 9th of November 2007. Prot. 098422/S445-07 23. Visitatores generales – PRADELLA FR. FEDELE, Prov. Pedemontanæ S. Bonaventuræ, in Italia, pro Prov. Sardiniæ S. Mariæ Gratiarum, in Italia: 18.07.2007; prot. 097950/S208-07. – GÓMEZ JIMÉNEZ FR. JAVIER, Prov. B. Juniperi Serra, in Mexico, pro Prov. Nostræ Dominæ de Guadalupe, America Centralis et Panama: 18,07.2007; prot. 097916/191-07. 467 – LA NEVE FR. ALDO, Prov. Romanæ Ss. Petri et Pauli, in Italia, pro Prov. Seraphica S. Franscisci Assisiensis, in Italia: 21.07.2007; prot. 097795/S117-07. – MOREIRA PEREIRA FARIA FR. JOSÉ MARIA, Prov. Ss. Martyrum Marochiensium, in Portugallia, pro Prov. Cust. Aut. S. Claræ, in Mozambico: 23.07.2007; prot. 098102/073-07M. – GIACOMETTI FR. LUIGI, Prov. Seraphicæ S. Francisci Assisiensi, in Italia, pro Prov. Sicilia ss. Nominis Iesu, in Italia: 21.07.2007; prot. 097905/S183-07. – MCGRATH FR. AIDAN, Prov. Hiberniæ, in Hibernia, pro Prov. Nostræ Dominæ Reginæ Pacis, in Africa Meridionalis: 08.09.2007; prot. 098141/M075-07. – MISCAMBLE FR. PHILLIP, Prov. Sancti Spiritus, in Australia, pro Cust, Aut. S. Francisci Assisiensis, in Papua Nova Guinea: 13.09.2007; prot. 098312/S38007. – FOLGADO LÓPEZ FR. CARLOS, Prov. S. Antonii, in Bolivia, pro Prov. S. Michaëlis, in Argentina: 07.11.2007; prot. 098344/S396-07. – DELLAZARI FR. INÁCIO, Prov. S. Francsci Assisiensis, in Brasilia, pro Cust. Aut. Nostræ Dominæ Septem Gaudiorum, in Brasilia: 07.11.2007; prot. 098394/S27-07. – WILLIAMS FR. PETER, Prov. Immaculatæ Concepionis BMV, in Britannia Magna, pro Prov. S. Barbaræ, USA: 09.11.2007; prot. 098031/S234-07. – RODRÍGUEZ RICO FR. GUILLERMO, Prov. S. Evangelii, in Mexico, Visit. Absistens pro Prov. S. Fidei, in Colombia: 15.11.2007; prot. 097552/S8-07. – MASCAREHNAS FR. LOUIS, Cust. Aut. S. Ioannis Baptistæ, in Pakistan, pro Prov. Ss. Martyrum Coreanorum, in Corea: 18.12.2007; prot. 098331/S392-07. C07nterno:ACTAORDINIS 468 24-01-2008 16:36 Page 468 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 24. Domus suppressae – Casa religiosa di Amberg, Germania: 05.09.2007; prot. 098265/S362-07. – Casa religiosa di Bad Tölz, Germania: 05.09.2007; prot. 098264/S361-07. – Casa S. Francesco, Norimberga, Germania: 05.09.2007; prot. 098266/S363-07. – Casa religiosa, Freystadt, Germania: 05.09.2007; prot. 05.09.2007; prot. 098270/S366-07. – Religious of Alverna Friary, Knoxville, Tennessee, USA: 12.11.2007; prot. 098448/S457-07. – Casa Santa María de lo Ángeles, Tecaxic, Messico: 16.11.2007; prot. 098485/S474-07. – Casa de San Pedro Apóstol, Yacuiba, Bolivia: 17.12.2007; prot. 098528/S499-07. – Casa religiosa San Leopoldo, Cormons (GO), Italia: 22.12.2007; prot. 098569/S519-07. 25. Notitiae particulares 1. Affiliazione all’Ordine – L’Istituto religioso delle “Hermanas Misioneras Franciscanas de la Juventud”, fondato da Mons. Fausto Trávez Trávez, OFM, dell’Ecuador, è stato affiliato all’Ordine con Decreto del Ministro generale: 22.07.2007; prot. 097915/S190-07. – “The Private Association of Christian Faithful” e “The Little Brothers of Saint Francis of Assisi”, approvati dal Card. Madeiros Umberto e dal Card. Law Bernard Francis, sono stati affiliati all’Ordine con Decreto del Ministro generale: 13.11.2007; prot. 098211/S317-07. 2. Commissione “Progetto Cina” – Il Definitorio generale, nella Sessione del 18 luglio 2007, ha nominato i Membri della Commissione per il “Progetto Cina”: Ha Fr. Joseph (Presidente), Prov. S. Mariæ Reginæ Sinarum; Jun Jae Fr. Raymund Shin, Prov. Ss. Martyrum Coreanorum; Pegoraro Fr. Claudio, Prov. Venetæ S. Antonii Patavini. 3. DVD per l’VIII centenario dell’Ordine – Il Definitorio generale, nella Sessione del 18 luglio 2007, ha nominato Recchia Fr. Stefano e Perugini Fr. Luigi come referenti della Curia generale per tenere i contatti con l’Antoniano di Bologna, incaricato di pubblicare un DVD in occasione dell’VIII Centenario dell’Ordine: 18.97.2007; prot. 098061/S253-07. 4. Case dipendenti dal Ministro generale – Fraternità Missionaria Europea di Palestrina, Italia. Il Definitorio generale, nella Sessione del 24 settembre 2007, ha nominato: Bini Fr. Giacomo, Guardiano; Iorio Fr. Paul, Vicario, Bertagni Fr. Carlo, Economo: 25.09.2007; prot. 098355. – Fraternità dei Penitenzieri di S. Giovanni in Laterano. Il Definitorio generale, nella Sessione del 5 Novembre, ha nominato: Giacomello Fr. Antonio, Guardiano; Zapanta fr. Gerardo, Vicario; Corrò Fr. Germano, Economo: 09.11.2007; prot. 098473. – Collegio S. Isidoro, Roma. Il Definitorio generale ha nominato Piscitello Fr. Primo, Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, USA, Guardiano del Collegio di S. Isidoro, in Roma, a partire dal 1 novembre 2007: 17.09.2007; prot. 098105/S263-07. – Casa generale dei Frati Minori, Roma. Villalobos Avendaño Fr. Oscar Guadalupe, Prov. Ss. Francisci et Iacobi, Messico, farà parte della Fraternità di S. Maria Mediatrice come traduttore per la lingua spagnola a partire dal 15 febbraio 2008. Fr. Oscar sostituirà Orduña Ortiz Fr. César Javier, che ritornerà in Provinca dopo il 15 febbraio 2008: 20.12.2007; prot. 098571. C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:36 Page 469 E SECRETARIA GENERALI 5. Segretario del Capitolo generale 2009 – Fr. Francesco Patton, Prov. Tridentina S. Vigilii, Italia, dal Definitorio generale è stato nominato, nella Sessione del 9 novembre 2007, Segretario del prossimo Capitolo generale dell’Ordine, che si terrà ad Assisi dal 23 maggio al 21 giugno 2009: 16.11.2007; prot. 098506. 6. Fondo Giubileo – Il Definitorio generale, nella Sessione del 7 novembre 2007, ha nominato Membri del Consiglio per l’amministrazione del “Fondo Giubileo”: Copps Fr. Michael (Inghilterra), Santateresa Fr. Pedro (Spagna) e O’Connor Fr. John (USA): 28.11.2007; prot. 098166. 469 7. Fondazione San Francesco d’Assisi. – Il Definitorio generale, nella sessione del 19 luglio 2007, ha eretto la Fondazione di religione e di culto denominata “Fondazione San Francesco d’Assisi”, con sede legale in Via S. Maria Mediatrice 25, in Roma. Inoltre ha approvato lo Statuto della Fondazione e nominato i Membri del Consiglio di Amministrazione: Lati Fr. Giancarlo (Presidente, Economo generale), Freyer Fr. Johannes (Vice Presidente), Rettore Magnifico della PUA; Gutiérrez Rivas Fr. Moisés (1° Consigliere); Micangeli Fr. Augusto (2° Consigliere); Muro Aréchiga Fr. Ignacio Juan (3° Consigliere): 24.12.2007; prot. 098580. C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:36 Page 470 C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:36 Page 471 E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS 1. Il 2° Congresso Internazionale dei Moderatori di Formazione Permanente OFM S. Maria degli Angeli, Domus Pacis, 1328.10.2007 1. Cronaca Il 2° Congresso Internazionale dei Moderatori di Formazione Permanente dell’Ordine si è aperto il 13 ottobre a S. Maria degli Angeli presso la Domus Pacis. Dopo l’accoglienza e le presentazioni, ha avuto luogo l’intronizzazione della Parola di Dio. Il Ministro generale ha salutato l’assemblea e ha presieduto la Celebrazione eucaristica d’apertura nella Basilica della Porziuncola, al termine della quale ha consegnato a ciascuno dei partecipanti il libro del Vangelo. Evangelium Observare, era, infatti, il motto del Congresso. Introdotta la metodologia dei lavori, Fratel John De Cruz dei Fratelli delle Scuole Cristiane ha iniziato il suo servizio di facilitatore del Congresso, con una riflessione sull’educazione degli adulti, offrendo diverse chiavi di lettura del fenomeno e mettendo in rilievo le resistenze e le barriere presenti a questo proposito nella crescita individuale e comunitaria. Nella prima settimana sono state presentate le chiavi della Formazione Permanente da parte di Fr. Juan M. Ilárduia, OFM; Fr. Massimo Fusarelli, OFM, ha offerto il suo contributo su alcune «Mediazioni per la Formazione Permanente: vivere il Vangelo ogni giorno e in ogni età della vita»; Fr. Joseph Rozanzsky, Animatore generale di GPIC ha presentato non solo l’impegno di questo Ufficio nella Curia generale, ma ha anche riflettuto sulle implicazioni che questo settore ha nella Formazione Permanente; Fr. Nestor Schwerz, Segretario generale per l’Evangelizzazione ha presentato una relazione sulla «Evange- lizzazione, ambito proprio della Formazione Permanente a partire dalla persona e dalla Fraternità»; il prof. Sebastiano Dell’Agli ha illustrato alcuni «Elementi per un discernimento spirituale in chiave francescana». Guidati da queste riflessioni si è, così, arrivati al cuore del percorso preparatorio costituito dal tema del Progetto di vita, ampiamente presentato negli ultimi due giorni da Fr. Juan M. Illarduia. In modo sia teorico che pratico i Moderatori hanno, perciò, potuto avvicinarsi a questo strumento per l’animazione di una Formazione Permanente che accompagni processi di trasformazione comunitaria. La seconda settimana, dopo il pellegrinaggio domenicale ai Santuari di Greccio e di Fontecolombo nella Valle Reatina, è stata dedicata al lavoro dei Gruppi linguistici e delle Commissioni, che hanno sintetizzato il percorso compiuto e lavorato alla rielaborazione del Documento sulla Formazione Permanente dell’Ordine, per offrire alla Segreteria Generale per la Formazione e gli Studi gli elementi necessari e autorevoli per completare il lavoro. Lo studio e lo scambio, l’elaborazione e la consegna di questo lavoro sono stati contrassegnati da una intensità speciale, che ha manifestato il coinvolgimento di tutti. I momenti di preghiera nei gruppi linguistici, in assemblea e nei Santuari francescani hanno accompagnato il cammino più profondo del Congresso e sono stati presieduti, tra gli altri, dal Ministro e dal Vicario generale, dal Vice Segretario Generale per la Formazione e gli Studi, dal Moderatore generale per le Missioni, dal Ministro provinciale di Assisi, dal Ministro provinciale di Toscana, dall’Assistente generale dell’OFS. Accanto a questi momenti vi sono stati quelli in cui lo scambio fraterno e lo stare insieme hanno permesso di unire i partecipanti in un solo grande gruppo, metten- C07nterno:ACTAORDINIS 472 24-01-2008 16:36 Page 472 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 do in evidenza la ricchezza delle lingue, culture e provenienze più diverse. Al termine del Congresso il 27 ottobre, l’Assemblea ha discusso la Bozza del nuovo Documento sulla Formazione Permanente, preparato dal gruppo di redazione. Per novanta minuti si è potuto dialogare e dare suggerimenti in vista della redazione del testo. Al termine di questo intenso scambio, Fr. Massimo ha chiesto un’approvazione generale del testo e di poterne affidare la redazione finale alla Segreteria generale per la Formazione e gli Studi. L’Assemblea ha dato il suo assenso con un applauso di conferma e, dopo la pausa, ha accolto il Ministro generale e il suo Definitorio, giunti per condividere l’ultima tappa del Congresso. Dopo la lettura e la breve discussione della Bozza del Messaggio finale del Congresso a tutti i Frati dell’Ordine, il Ministro generale e i Definitori hanno salutato i Congressisti. Il Ministro ha, quindi, offerto una breve riflessione sulla Formazione Permanente come un cammino per giungere ad essere se stessi. Al termine, è seguito un animato dialogo dei Moderatori con il Definitorio. Nel pomeriggio i Definitori hanno incontrato i Moderatori delle rispettive Conferenze. Dopo la cena, tutti si sono recati al Vescovado di Assisi per la Veglia di preghiera, presieduta dal Vescovo di Assisi che ha accolto i Congressisti con molta cortesia e ha rivolto loro parole molto sentite sullo spirito ecclesiale di S. Francesco proprio nel luogo in cui il santo si spogliò dinanzi al padre e al Vescovo Guido II. Un breve pellegrinaggio alla luce dei flambeaux, accompagnando l’icona dell’Albero della santità serafica, ha condotto il Definitorio generale, i Congressisti e tutti i Frati convenuti per l’occasione, alla Basilica di S. Chiara. Qui il Ministro generale ha rivolto agli astanti un discorso per l’apertura della terza tappa di preparazione alla celebrazione della grazia delle Origini nel 2009. La rinnovazione della Professione da parte di tutti i Frati presenti ha costituito il culmine della Veglia, dell’intensa giornata e, idealmente, di tutto il Congresso! La mattina dell’ultimo giorno del Congresso, il 28 ottobre, ci si è riuniti per la lettura e l’approvazione del Messaggio finale ai Frati dell’Ordine. Il testo, emendato secondo i suggerimenti del giorno precedente, è stato accolto e approvato all’unanimità. Fr. Massimo Fusarelli ha offerto, poi, una lettura sintetica del percorso del Congresso, soprattutto in vista del futuro, e ha indicato alcune “finestre aperte”, perché il Congresso continui il suo cammino di verifica e di azione rinnovato nel cammino dei Frati e delle Entità. Sono seguite la lettura della valutazione fatta dai Congressisti e, infine, la lista dei ringraziamenti e dei saluti. La solenne Concelebrazione eucaristica nella Basilica di S. Maria degli Angeli, presieduta dal Ministro generale, attorniato dal Ministro provinciale di Assisi, dai membri della Segreteria generale per la Formazione e gli Studi, dal Definitorio e da tutti i Congressisti, ha concluso con un profondo rendimento di grazie al Signore i lavori. La Fraternità della Porziuncola ha, quindi, invitato tutti i Frati al pranzo festivo nel grande refettorio, per un ultimo momento di gioiosa agape. A laude di Cristo e del suo servo Francesco. Amen! FR. MASSIMO FUSARELLI 2. Homilía de apertura del Ministro General Asís 14 de octubre 2007 EVANGELIUM OBSERVARE! 2Re 5, 14-17; Sal 97 2Tim 2, 8-13; Lc 17, 11-19 Queridos hermanos: El Señor os dé la paz. Con esta solemne Eucaristía iniciamos oficialmente el II Congreso Internacional de Moderadores de Formación Permanente OFM. Reitero mi fraterna bienvenida a todos vosotros, mis queridos hermanos, a la Porciúncula, la casa común de todos los Hermanos Menores, por ser casa de la Madre, la cuna de la Orden, y el lugar más que- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:36 Page 473 E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS rido por nuestro hermano y padre Francisco. Expreso también mi gratitud a la Secretaría general para la Formación y los Estudios por la organización de este encuentro y por todo lo que hace en favor de la Formación inicial y permanente. En cuanto lámpara, la Palabra de Dios está llamada a iluminar nuestro camino de creyentes y también de Hermanos Menores. En este contexto, me parece importante señalar que el texto del Evangelio que hemos proclamado es profundamente dinámico. Este dinamismo se expresa principalmente a través de los diez verbos de movimiento que encontramos en el relato. Un relato que no habla de posibilidades, sino de la realidad de lo imposible. La salvación, que es imposible para el hombre, es ofrecida gratuitamente por Jesús a los diez leprosos, a toda la humanidad pecadora, representada en ellos. Lo que es imposible para el hombre, no lo es para Dios (cfr. Lc 28, 27). Una sola cosa es necesaria para obtener que lo imposible se haga realidad, para obtener la salvación: encontrar a quien tiene poder para curarnos de la lepra, es decir, de la situación de pecado y de muerte, que nos mantiene lejos de la comunidad de los vivos (cfr. Lv 13, 45ss). No basta ser curados, es necesario llegar a quien es la fuente de tal curación. Sólo la relación íntima y profunda con la fuente de agua viva, con el Señor, puede llevarnos a sentirnos salvados, y a vivir como tales. La confesión de fe del leproso, que postrado en tierra da gracias en alta voz a Jesús después de la curación, así como la de Naamán, que confiesa haber sido curado por el poder del Dios de Israel: “Ahora sé –dice Naamán-, que no hay Dios en toda la tierra sino en Israel”, son claros ejemplos de esta salvación asumida, gustada y celebrada. La salvación es ofrecida gratuitamente a todos, pero no todos la acogen, y, como consecuencia, no todos la pueden gustar y celebrar. Pero lo que resulta extraño en el texto es que al único que vuelve a dar gracias, Jesús le pide cuenta de los otros nueve: ¿dónde están los otros nueve que han sido curados? (cfr. Lc 17, 17). Quien se siente salvado es llamado a la misión, a comunicar a todos la 473 buena noticia, a fin de que todos vean la salvación de nuestro Dios (Salmo responsorial), abran los ojos y vean, vuelvan, glorifiquen a Dios, adoren al Señor y hagan fiesta con él: “Aclamad al Señor toda la tierra, gritad, exultad con cantos de gloria” (cfr. Sal 97). Quien ha sido salvado y gusta la salvación no puede desentenderse de los otros nueve que no la han visto. No puede decir como Caín: “¿Soy yo acaso responsable de mi hermano?” (Gn 4, 9). Como Pablo, el que ha sido salvado ha de hacer todo lo posible a fin que todos puedan alcanzar la salvación que está en Cristo Jesús (2Tim 2, 10). Queridos hermanos y hermanas: La fe se mide por la capacidad de comprender y reconocer lo que Dios realiza en nosotros, por nosotros y en torno a nosotros. Por otra parte, la fe comporta asumir como misión el hacer partícipes a cuantos nos rodean del don recibido. La experiencia de la vida como don, en relación con Dios y con los demás, y no sólo como un derecho, nos llevará a vivir la vida en constante actitud de gratitud. No somos lo que hoy se llama “self made man”. Desde una visión de fe no podemos decir que somos “autosuficientes”. Somos don, llamados a ser don. Es bueno que tomemos conciencia de lo que se nos debe, pero es necesario que al mismo tiempo tomemos conciencia de lo que debemos. En mi tierra se suele decir que con demasiada frecuencia nos olvidamos del paraguas apenas cesa la lluvia o de la cuchara apenas termina la comida. No podemos ser ingratos, no podemos acordarnos del Señor sólo cuando le necesitamos. Pero esta gratitud comporta una doble responsabilidad: hacia uno mismo y hacia los demás. La responsabilidad hacia uno mismo exige desarrollar los dones que del Señor hemos recibido, a comenzar por el don de la fe. No podemos cubrir los dones del Señor con el polvo de la costumbre o del aburrimiento. La responsabilidad hacia los demás nos ha de llevar a sentirnos misioneros, anunciadores, primero con la vida y luego con las palabras, de las maravillas que el Señor opera en nosotros. El discípulo se siente llamado a desarrollar los talen- C07nterno:ACTAORDINIS 474 24-01-2008 16:37 Page 474 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 tos recibidos y, al mismo tiempo, se siente llamado a ser misionero. Y siempre gozosos: “Cantad al Señor un cántico nuevo...”, nos invitaba el Salmista (Sal 97, 1). El agradecimiento que el Señor espera de nosotros es el aprecio, nuestro abrirnos a la sorpresa, a la alegría, a la alabanza, a la celebración de sus prodigios, contrariamente a la impresión de muchos creyentes que parecen estar participando en los funerales de los dones de Dios. Estamos iniciando la celebración del II Congreso Internacional de Moderadores de Formación Permanente de la Orden de los Hermanos Menores. Un momento fuerte en el camino de renovación que la Orden ha iniciado hace ya años con la publicación de las nuevas Constituciones Generales y con los diversos encuentros y documentos que han marcado nuestro itinerario postconciliar; una renovación que encuentra en la Formación permanente su eje transversal. Sin ella, en efecto, no se puede hablar de renovación personal ni institucional; sin ella no se puede hablar de fidelidad creativa a nuestra vocación y misión. En el contexto de las lecturas que hemos escuchado bien podemos decir que la formación permanente, en cuanto proceso de conversión, tal y como la definen nuestros documentos y los documentos de la Iglesia, no es sino un proceso que nos lleve a reavivar el don de Dios en nosotros, como dice el Apóstol; un proceso que nos lleve a hacer fructificar los dones que hemos recibido, desarrollando, “de un modo armónico”, nuestras “dotes físicas, psíquicas, morales e intelectuales” (RFF 45), y, de este modo, podamos alcanzar, en fraternidad, la madurez humana, cristiana y franciscana (cfr. CCGG 39). En este sentido bien podemos decir que la formación permanente nos ayuda a vivir ya hoy la gracia del futuro. Que el Señor, por intercesión de la Virgen hecha iglesia y del padre san Francisco, nos conceda Evangelium observare, pasión y compromiso personal y fraterno por la formación permanente, para que no nos paremos en la nostalgia del pasado y en la parálisis de un presente, que no logramos comprender plenamente, ni vivir con la pa- sión que exige el poder abrazar el futuro con esperanza (cf. NMI 1). FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro general 3. Omelia del Ministro generale in occasione della veglia di preghiera Assisi, Basilica di santa Chiara, 27.102007 IN CAMMINO Carissimi fratelli, il Signore vi dia pace. Abbiamo iniziato la nostra Veglia di preghiera con un pellegrinaggio dall’antica cattedrale di Santa Maria, luogo dello spogliamento di Francesco davanti al Vescovo di Assisi (cf. 3Comp 20), alla Basilica di Santa Chiara, davanti al Crocifisso di San Damiano, il crocifisso che parlò a Francesco nei primi passi della sua conversione alla vita evangelica, invitandolo a riparare la Chiesa che minacciava rovina (cf. 2Cel 10). Sono veramente contento di questa iniziativa, poiché questo pellegrinaggio ci offre una bella immagine di ciò che è la formazione permanente, ed è quindi il modo migliore per concludere il II Congresso Internazionale dei Moderatori di formazione permanente dell’Ordine dei Frati Minori che si è svolto a Santa Maria degli Angeli, presso la Porziuncola, in questi giorni. La formazione permanente: un cammino di conversione La formazione permanente, infatti, si presenta come un cammino di conversione, che inizia con lo spogliamento di se stessi, e che, partendo dalla contemplazione del Cristo povero e crocifisso, ci porta a vivere sine proprio, nell’adesione totale a Cristo e nell’identificazione piena con Lui. Questo è il cammino seguito da Francesco e di quanti formano parte del frondoso albero della santità dell’Ordine. Questo deve essere il nostro cammino. Un cammino lento e faticoso. Cammino lento e faticoso, poiché si concluderà soltanto quando ciascuno di noi sarà tutto di C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 475 E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS Cristo, tutto per Cristo, tutto in Cristo. Cammino lento e faticoso, poiché dura tutta la vita, dalla prima chiamata alla visita di sorella morte corporale (cf. RFF 107), con le inevitabili difficoltà di chi desidera essere fedele al proposito che ha abbracciato il giorno della sua professione (cf. VC 70). Cammino lento e faticoso, poiché lenta e faticosa è l’assimilazione dei sentimenti di Cristo verso il Padre, obbiettivo ultimo della formazione (cf. VC 65). Cammino lento e faticoso, poiché non risulta semplice né facile spogliarsi al punto di poter dire con Francesco: D’ora in poi dirò ‘Padre mio che sei nei cieli’ (cf. 3Comp 20). Soltanto dopo la morte si potrà dire anche di noi, per pura misericordia, quanto Francesco disse dei Protomartiri dell’Ordine: Adesso è un vero frate minore. Fintantoché non giunge questo momento, siamo in formazione, siamo pellegrini verso l’identificazione con Cristo povero e crocifisso. È mantenendoci in cammino, nella vicinanza alla realtà storica, ascoltando la Parola e traducendola immediatamente nella vita di ogni giorno (cf. Il Signore ci parla lungo il cammino = Spc 11), che avremo una migliore comprensione della nostra vocazione e missione (cf. Spc 10). La vita evangelica che abbiamo professato ci spinge a non fermarci mai, a mantenerci sempre in marcia, a sentirci pellegrini e forestieri (cf. Rb 6, 2; Test 24), in costante ricerca della nostra identità, e quindi ad essere sempre “mendicanti di senso” (Spc 6) per progredire dal bene al meglio, e attualizzare il nostro carisma di pari passo con le sfide del cambiamento d’epoca che stiamo vivendo (cf. Spc 1). Senza questa attitudine non c’è formazione permanente e senza formazione permanente non ci sarà mai un vero e profondo rinnovamento della nostra vita e missione, obbiettivo ultimo del progetto La grazia degli origini con il quale ci prepariamo a celebrare gli 800 anni della fondazione del nostro Ordine. In cammino verso il 2009 Mendicanti di senso (cf. Spc 6), dal 2006, noi Frati Minori, ci siamo messi in cammino verso il 2009, anno giubilare per 475 quanti hanno abbracciato la forma di vita rivelata dall’ Altissimo a Francesco 800 anni fa (cf. Test 14). Nel 2006 anche noi davanti al Crocifisso di San Damiano, ci siamo domandati come Francesco, “Signore, cosa vuoi che io faccia?” (TC 6) e, anche: “che cosa dobbiamo fare, fratelli?” (At 2,37). Era l’anno in cui facevamo memoria della conversione di Francesco e che nel nostro pellegrinaggio giubilare ci chiamava al discernimento, chiave del futuro, per poter vivere in “fedeltà creativa” (cf. VC 13) e rispondere, con lucidità e audacia, alle sfide del nostro tempo (cf. Signore vi dia pace = Sdp 6), in modo da essere “noi stessi, segni leggibili di vita per un mondo assetato di nuovi cieli e nuova terra (cf Sdp 7), e “segni, umili e semplici, di quella stella che continua a brillare in mezzo alla notte dei popoli” (Spc 9). Nel 2007 ci siamo interrogati sul nostro progetto di vita, e animati dalla risposta di Francesco dopo l’ascolto del Vangelo alla Porziuncola –“questo voglio questo chiedo, questo bramo di fare con tutto il cuore!” (1Cel 22) –, abbiamo tentato di ricuperare la centralità del Vangelo nella nostra vita, insieme alla Regola, “libro della vita, speranza di salvezza, midollo del Vangelo” (2Cel 208). In questo anno, abbiamo preso coscienza che soltanto mettendo il Vangelo al centro del nostro progetto di vita, potremmo ricuperare la poesia, la bellezza e l’incanto degli origini (Spc 14). D’altra parte questo anno ci ha aiutato ad essere più coscienti di prima che la Regola, in quanto libro aperto e non concluso, deve essere completato nella nostra fedeltà quotidiana a Dio e al mondo (cf. Spc 8). La centralità del Vangelo e della Regola nella nostra vita, saranno la prova della nostra volontà decisa di seguire Cristo più da vicino (cf. CCGG 5, 1). Con questo proposito arriviamo adesso alla terza tappa del nostro pellegrinaggio, che in questi due prossimi anni (20082009) ci porterà a celebrare il dono della vocazione. Per noi, celebrare significa, secondo il programma indicato da Giovanni Paolo II all’inizio del III millennio: fare memoria C07nterno:ACTAORDINIS 476 24-01-2008 16:37 Page 476 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 grata del passato, abbracciare il futuro con speranza, vivendo il presente con passione (cf. Novo millennio ineunte =NMI 1) Ricordare con gratitudine il passato ci porterà, innanzitutto, a fare memoria e a rivivere il passaggio del Signore nella nostra vita; ci porterà a riascoltare quel “seguimi!” che un giorno ci cambiò la vita e ci pose alla sequela di Gesù, e a rivivere il nostro proposito, mantenendolo sempre giovane ed attuale. Fare memoria del passato deve portarci a conoscere e ammirare la schiera innumerevole di tanti nostri fratelli e sorelle che, avendo vissuto la stessa forma di vita che noi abbiamo professato, hanno raggiunto la santità. In questo modo siamo chiamati a vedere la santità come la dinamica determinante e intrinseca della nostra vita e missione: “Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione” (1Ts 4, 3). Se questo è il progetto di Dio su ciascuno di noi, sarebbe un controsenso accontentarci di una vita mediocre, vissuta con etica minimalista e con religiosità superficiale. In questo anno siamo chiamati a proporci e proporre con convinzione “l’alto grado” della “vita cristiana ordinaria”, la santità (cf. NMI 30-31). Abbracciare il futuro con speranza, per diventare profezia di futuro ( cf. NMI 3), deve portarci ad essere sentinelle del mattino (cf. Is 21, 11ss), ad essere vigilanti, con gli occhi puntati sul futuro (cf. VC 110), ad assumere il futuro come il tempo dello Spirito, e a mantenere vivi i sogni, fondati nella promessa che il Signore è con noi, a non rinunciare agli ideali, poiché anche se, come le stelle, mai li raggiungeremo, ci orientano nel camino. Abbracciare il futuro con speranza è incompatibile con la stanchezza, la rassegnazione e la nostalgia, come pure è incompatibile con un realismo che ci paralizza e ci impedisce di camminare. Però questo sguardo verso il futuro, a cui ci spinge lo Spirito (cf. VC 110), esige da noi di vivere il presente con vera passione, la passione del “primo amore”, la passione che un giorno, più o meno lontano, ci portò a lasciare tutto per seguire Gesù, come frati minori, la passione che nasce dall’aver incontrato il Signore, il tutto, il bene, il sommo bene, la bellezza, la ricchezza a sufficienza (cf. LodAl), e si alimenta costantemente dell’incontro con lui nella preghiera, nella fraternità, nella missione. Per noi, celebrare significa, anche, restituire con la vita e le parole quanto dal Signore e dagli altri abbiamo ricevuto, coscienti che “nulla ci appartiene, tutto è un dono ricevuto chiamato ad essere condiviso e restituito” (Spc 20). Ci sentiamo chiamati a vivere la logica del dono che ci porta alla totale adesione a Cristo (cf. Spc 25), e alla consegna gratuita, a uscire da noi stessi per andare incontro all’ altro, al diverso (cf. Spc 22). Per noi, celebrare significa essere sempre lieti nel Signore (Fil 4, 4), benedire il Padre delle misericordie (cf. TestC 5) che ci ha “predestinato, eletto e benedetto con ogni benedizione spirituale, nei cieli, in Cristo”(Ef 1, 3), e, senza merito alcuno, ci ha rivelato i segreti del Regno (cf. Mt 11, 25). Per noi, celebrare significa essere grati e cantare il nostro “magnificat”, perché il Signore, guardando la nostra miseria (cf. Lc 1, 48), non ci abbandona, ma continua a guardarci con amore (cf. Mc 18, 21), e a rinnovare costantemente la sua chiamata a seguirlo (cf. Gv 21, 19). Per noi, celebrare significa fare della nostra vita quotidiana un’eucaristia, una festa, e in questo modo poter dire al mondo che siamo felici d’essere Frati Minori. Cari fratelli, in cammino verso il 2009, celebriamo l’amore di Dio che ci ha chiamato ad essere Frati Minori e comunichiamo a quanti si faranno presenti nel nostro cammino la bellezza di seguire Cristo. Sia questo l’impegno che assumiamo oggi, tutti, all’inizio di questa terza tappa giubilare verso la grazia delle origini. In questa terza tappa di preparazione alla celebrazione dell’VIII Centenario della fondazione del nostro Ordine, per poter gustare la grazia degli origini, preghiamo: Signore Gesù, il solo Santo, apri il nostro cuore alla pienezza dell’ amore, mettici sul cammino delle beatitudini, donaci la grazia di essere santi. Signore Gesù, Maestro buono, insegnaci la via da seguire in questo cambiamento epocale; C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 477 E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS riempi il nostro cuore di gratitudine per tutto il bene che hai fatto nella nostra Fraternità e in noi stessi, fa che sappiamo fare festa, stupiti dal tuo amore e delle tue meraviglie. Signore Gesù, vero Amico, donaci occhi dallo sguardo penetrante, per scrutare nella notte, donaci la sapienza che nasce dalla tua amicizia, per saper discernere quanto viene da te, donaci coraggio per testimoniare davanti agli uomini, nostri fratelli, la bellezza di seguirti. Signore Gesù, unico Salvatore, viene in aiuto alla nostra fragilità, perché non ci scoraggiamo nei momenti difficili, donaci la semplicità della colomba, per andare tra la gente, e l’ astuzia del serpente per non essere del mondo, guardaci con amore, anche quando ti rinneghiamo. Altissimo, onnipotente e buon Signore, ti ringraziamo perché ci hai pensato, creato, e chiamato alla vita francescana, ti benediciamo perché mantieni vivo in noi il proposito di seguirti da vicino, ti lodiamo perché, come per Francesco, ci hai dato la grazia di scopriti come il vero tesoro della nostra vita. A te la lode, la benedizione e ogni onore. Amen. FR. JOSÉ RODRIGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale 4. Comunicación del Ministro general S. Maria degli Angeli, Domus Pacis, 27.10.2007 LA FORMACIÓN PERMANENTE UN CAMINO PARA LLEGAR A SER YO MISMO Al final de este II Congreso Internacional para Moderadores de Formación Permanente, que por la metodología elegida bien se puede llamar “taller”, me alegra po- 477 der compartir con vosotros algunas reflexiones sobre el tema que nos ocupa: La Formación Permanente (= FP). En esta comunicación no pretendo ofrecer nuevas pistas, a las que seguramente ya habéis pensado en estos días. Tampoco pretendo hacer una síntesis de lo que habéis tratado durante el Congreso que mañana concluiremos. Sólo deseo reafirmar algunos aspectos que podrían ayudarnos a asumir con mayor fuerza y entusiasmo el desafío que nos lanza hoy la FP y de los que ciertamente yo estoy profundamente convencido. Hacia una definición de FP Se han dado muchas definiciones de FP. También en este Congreso. Todas ellas me parecen acertadas y todas, unas más que otras, señalan aspectos que hay que tener presente a la hora de programar y de asumir un camino de FP. Pero antes de definir la FP quiero acercarme, desde distintas perspectivas, a la realidad de FP. FP: Un tema de gran actualidad. De ella, en efecto, depende no sólo nuestro futuro, lo cual ya justificaría que le dedicásemos gran atención, sino también nuestro presente como consagrados y Hermanos Menores. Y no sólo está en juego nuestro presente y nuestro futuro sino que también está en juego el presente y el futuro de nuestros candidatos y de los hermanos en formación inicial, pues, como hemos dicho muchas veces, la formación permanente es el “humus” de la formación inicial, y sin aquella no se pueda dar ésta. No podemos formar sin formarnos. Sin formación permanente, la formación inicial se reduce a poner un remiendo nuevo en un vestido viejo, con todo lo que ello lleva consigo. FP: Un camino de toda la vida. La formación es siempre permanente. La formación ha de acompañar al religioso y al franciscano durante toda la existencia si de verdad quiere consagrarse totalmente a Dios. La formación es camino de toda la vida por la sencilla razón que en el orden de la fe y del amor –y la vida consagrada y franciscana es constitutivamente cuestión de fe y de amor-, nada se adquiere de una vez para C07nterno:ACTAORDINIS 478 24-01-2008 16:37 Page 478 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 siempre. Todo depende de la opción que se atribuye al cotidiano de la vida y de la orientación profunda que se determina más allá de cualquier preocupación formalista. La vida consagrada y franciscana conoce también la insidia de la mediocridad espiritual, del aburguesamiento y de la mentalidad consumística. Es urgente repensar la formación permanente como respuesta a los retos y desafíos que la misma vida nos pone hoy. FP: una tarea difícil. La FP es una tarea difícil porque la tiene muchísimo que ver con la vida, es más, la FP es la vida misma, y la vida es muy compleja. La FP, como bien sabemos, no puede reducirse a cursos, por el simple hecho de que no es un simple aggiornamento, y, menos todavía, un adoctrinamiento. Tampoco es una simple capacitación profesional, aunque ésta haga parte de la FP. La FP tiene como objetivo último la conversión –la FP es un camino de conversión-, transformación de toda la persona, y sabemos, por experiencia propia, lo difícil que todo ello resulta. FP: una tarea siempre pendiente. Casi nadie niega la necesidad de la FP, pero son muchos lo que se resisten a asumirla como elemento dinamizador de la propia vida. No desconozco los esfuerzos que se han hecho en este campo, pero tampoco hemos de desconocer las grandes resistencias que todavía hoy se dan. Unos porque no han entendido lo que realmente es FP, y la reducen a una dimensión de la persona. Muchos porque tienen miedo a lo que la FP comporta: situarse en actitud constante de cambia, y por ello prefieren quedarse en la tierra de la esclavitud a asumir el riesgo de la libertad; prefieren las cebollas de la esclavitud, al maná de la libertad. FP: una tarea urgente. Si el discerniendo es necesario en estos momentos más que en otros, para no dejarnos llevar de la mediocridad y de la rutina, la FP es una mediación insustituible en todo proceso de discernimiento, para captar las nuevas realidades en un mundo en constante mutación, y proponer, con unos métodos y lenguaje renovados, el Evangelio a los hombres y mujeres de hoy. Sin FP no puede darse la fidelidad creativa. La FP es el reto entre los que más cualificarán nuestro futuro. Es un frente siempre abierto que solicita caminos nuevos de búsqueda y de realización para favorecer la cualidad de vida. La FP no es un optional: es una exigencia y una urgencia a la vez. Hecho estos subrayados, pienso que la FP bien se puede definir como: la disponibilidad activa e inteligente de quien se deja formar por la vida y para toda la vida, y de este modo puede llegar a ser él mismo y seguir a Cristo más de cerca, según la forma de vida franciscana, anunciado el Evangelio en el mundo de hoy. Su condición es pues la docilidad, es decir: la actitud interior de quien, libre en el corazón y la mente, aprende a aprender de la vida, y, sin renunciar a lo que él quiere ser y a la propia realización, se abre al proyecto que el Señor tiene sobre él. La docilidad es la libertad del sujeto de dejarse tocar/educar por la vida, por los otros, por cada situación existencial y por la experiencia. Pero además esta docilidad no puede ser pasiva, sino activa, que lleve a asumir la responsabilidad que lleva consigo el que cada uno es el primer responsable de la propia formación, la mirada positiva del otro y del mundo que lo rodea, la libertad interior para asumir los fragmentos de verdad y de belleza en torno a uno, y la capacidad de relacionarse con la alteridad, en actitud de interacción fecunda. Es lo que alguno llama docibilitas. La FP supone asumir muchos de los lugares propios de la FP. Quien se siente en FP sabe aprender de Dios, el verdadero autor de la formación, de su Palabra y de su misterio, de la liturgia que celebra y de la riqueza del carisma que abrazó por la profesión. Pero quien se siente en FP sabe aprender, también, de los otros, de cada hermano, santo o menos santo, de la gente, de los pobres, en cada momento de la vida y en cada servicio que presta, en el éxito y en el fracaso, de joven, adulto o anciano, cuando está sano y cuando está enfermo. Se hace necesario, por tanto, superar la concepción demasiado intelectualista de FP, casi como se tratase de refrescar constantemente ideas, prospectivas teológicas, aggioramentos culturales. Cierto que la FP C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 479 E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS es también eso, pero no es sólo, ni fundamentalmente, eso. En la FP es necesario dar peso formativo al Esfahrung, a lo cotidiano, a la experiencia de cada día, rica de historia y de relaciones, en el ámbito de la trasfiguración. Siento que el valor de la experiencia es fundamental en todo el proceso de FP, siempre que esté animada por un inteligente proyecto de experiencia de valores. De hecho la experiencia acrítica podría ser fragmentada y despistar en la construcción lineal de la persona. Otro elemento esencial en la FP es asumir un itinerario de identificación que lleve a la persona, en palabras de Heidegger, de la condición de un ser anónimo, disperso, e impersonal, a la condición de ser él mismo abierto a la relación, responsable y proyectual, del paso del se hace, se piensa, se dice, se cree…, al hago, pienso, digo, creo.. La FP se convierte, de este modo, en un proceso de autenticación del sujeto que pasa de ser ninguno, a ser él mismo. La FP es un proceso a través del cual se va construyendo la propia identidad, lo que significa distanciarse progresivamente del “he sentido decir”, de la teoría…, para proyectarme hacia adelante, consciente de la propia vocación a la vida y de una respuesta personal, única e irrepetible. Se trata de asumir la responsabilidad de ser yo mismo, de decir “fiat mihi”, un fiat itinerante, histórico y nunca acabado. Sólo entonces aprender de los otros no se torna despersonalizante o alienante. Motivaciones para la FP A este punto hemos de preguntarnos, ¿cuáles son las motivaciones que empujan a los distintos Institutos para dar prioridad a la FP? Enumeremos algunas. Motivaciones psicoanalíticas El hombre “es una posibilidad, su ser es un poder ser” decía Victor Emil Frankl. El hombre no se resuelve jamás en su actualidad. Podríamos decir que ser hombre no quiere decir “ser-actualmente”, sino “serfacultativamente” (facultas = posibilidad). El futuro tira del presente y del pasado. La Formación Permanente es un llegar a ser. 479 Actividad permanente de la vida es encontrar una tarea, sentir la concreta responsabilidad de frente a una posibilidad que nos desafía; cuanto más sintamos fuerte el sentido de realizarnos, más significado adquirirá la vida y más necesidad sentiremos de la FP. Motivaciones socio-culturales A veces tenemos una imagen de la vida demasiado lineal (nacimiento, juventud, madurez – tiempo del trabajo y misión, tiempo de la jubilación, senectud); pero algunas tendencias de nuestra sociedad nos invitan a repensar este esquema rígido. La nuestra, es una sociedad que nos impone la imagen de hombres no acabados, que no han llegado a su meta; una imagen en la que la vida no se ve ya como un apagarse gradual, sino como un recurso a valorizar continuamente. Otro desafío es la post-modernidad como tempestad cultural que alcanza nuestras certezas y las desbarata, obligándonos a volver a encontrar sentido a nuestra concepción del mundo y a nuestras opciones (“mendicantes de sentido”). La postmodernidad nos ha traído una cultura débil (pensamiento, ética, relativismo, individualismo), una “revolución silenciosa”, como la llama Ronald Inglehart, que en gran parte sólo se preocupa de “estar bien con uno mismo”, según la lógica del individualismo. Existe un individualismo utilitario fundado sobre el trabajo, atento a evaluar riesgos y posibilidades de éxito, que subordina sentimientos y exigencias a otros intereses prácticos. Por otra parte existe un individualismo expresivo, que no niega la búsqueda de éxito pero que concede mayor espacio a las varias experiencias que la vida permite y a los gozos y placeres. Ambas tipologías subrayan el absoluto del individualismo. La vida es como un adaptarse a las situaciones, con independencia de absoluto (sistemas de sentido fijos, valores,...). También en la vida religiosa se observa esta tendencia a plantearse individualísticamente la vida, concentrándola en el “estar bien”, o sea sobre la satisfacción personal, o a la libertad absoluta de elección y el rechazo de todo tipo de responsabilidad o C07nterno:ACTAORDINIS 480 24-01-2008 16:37 Page 480 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 compromiso que no coincida con la realización personal. Si queremos responder adecuadamente a estos desafíos no podemos prescindir de la FP. Sin ella o nos descolgaremos del tren de la vida o apuntaremos a cualquier “moda”, aunque no tenga nada que ver con nuestras opciones más esenciales. Motivaciones de antropología cristiana La obediencia vocacional que nos empuja a volver a partir desde Cristo es el “más allá”, respecto a la autorrealización individualística. La creación de nuestra identidad es un itinerario hasta tener la estatura de Cristo. Nosotros estamos siempre en estado de gestación y sufrimos los dolores del parto, gemimos interiormente hasta la adopción de hijos. La categoría teológica de la esperanza es aquella que nos legitima el pensar nuestra vida como un eskaton que tiene que realizarse. Nosotros somos un ya y un no todavía, una hermosa definición de FP. Fidelidad creativa al carisma El carisma es una realidad viva que aún cuando surge en un tiempo y en unas condiciones determinadas, está llamado a perdurar a lo largo del tiempo y a concretarse en la vida de cada Hermano Menor. Para ello necesita una constante actualización en el ámbito de principios y una constante actualización en el ámbito existencial en la vida de cuantos profesan este carisma. Todo ello exige FP. Hacia un proyecto de FP La FP no puede improvisarse ni dejarse a la iniciativa de cada uno, aunque la responsabilidad principal sea de cada uno. Creo necesario articular bien los proyectos de FP a distintos niveles: de la Orden, de cada Provincia o Custodia, de cada Casa y cada Hermano. En el nivel de Fraternidad universal, lo principal es que los hermanos se den cuenta que la Orden intenta, a través de sus órganos institucionales, colocarse en una lógica de FP, en cuanto a los valores o a los objetivos de fondo, y en cuanto a la praxis o los objetivos específicos. La misión de la Orden en este sentido es ardua, pues no puede ahorrar energía alguna a fin de que todos se sientan vinculados a dichos objetivos y no los asuman como un optional, dejado a la iniciativa de cada uno. Se trata, por tanto, de promover una mentalidad y pedir una praxis de formación permanente a través de los instrumentos de animación que posee: visitas, cartas, comisiones, propuesta de un proyecto concreto para toda la Orden para un determinado momento, visitas fraternas o canónicas, pedir evaluaciones… En el nivel provincial o regional es donde se deben concretizar y adaptar a las situaciones concretas las indicaciones de la Orden, necesariamente generales. Es en la Provincia o región donde se debe elaborar, propiamente hablando, un Proyecto de FP, así como la organización de actividades extraordinarias, las propuestas de iniciativas periódicas, que estén en línea con el Proyecto general de la Orden, interpretado según las exigencias y posibilidades locales. Aquí deben involucrarse todos los hermanos de la Provincia o de la región. El nivel local o fraterno es fundamental, pues, como ya quedó dicho, es la fraternidad el “locus” originario de la FP y es la vida ordinaria el “modus” principal de la FP. La FP ha de restituir a la fraternidad su papel natural educativo/formativo, y pide al primer responsable, el guardián, de poner toda atención para que la fraternidad interprete este papel, involucrando plenamente a todos sus miembros. Hay que contar con todos y todos han de sentirse implicados en el proyecto de FP. Es responsabilidad principal del guardián promover y activar todos los instrumentos y momentos comunitarios a través de los cuales una fraternidad vive de hecho y pone en práctica su ministerialidad formativa. El compartir profundo, tal como lo indicó el Capítulo general extraordinario con la “Metodología de Emaús”, es elemento esencial en todo este camino. Si la formación permanente es derecho y deber de cada uno, nada ni nadie puede sustituir el compromiso responsable de cada persona en su propio crecimiento. Ninguno puede hacer por el otro el camino que supone la FP; camino que parte de una convic- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 481 E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS ción profunda a nivel personal: sentirse siempre novicio, por toda la vida, y que supone, también, ir madurando la actitud de discípulo, siempre en escucha atenta del Maestro, en libertad interior (docibilitas). En definitiva: toca a cada uno buscar los instrumentos que más le ayuden a crecer como persona, sirviéndose, por supuesto, de aquellos que la Orden, la Provincia y la fraternidad local ponen a su disposición. Además de articular bien todas estas mediaciones, un proyecto de FP ha de tener en cuenta el ritmo del tiempo y de las distintas estaciones de la vida. El ritmo del tiempo: ritmo cotidiano, ritmo mensual y ritmo anual. El ritmo de las distintas estaciones de la vida: primeros años de plena inserción en la actividad apostólica, la estación en que se suele presentar el riesgo de la rutina y de la desilusión, la estación de la edad madura, y la estación de la edad avanzada. Conclusión Creo que no es erróneo pensar que la FP es la gran oportunidad que el Señor pone a nuestra disposición para crecer y transformarnos. Creo que no es erróneo pensar que Dios ha puesto en nosotros un incipit para caminar hacia el perficere. La FP es un camino para llegar a ser hombres auténticos, siguiendo a Jesús, y dejándonos plasmar por los acontecimientos de la vida y de los hermanos que caminan con nosotros. Pongamos manos a la obra. Es maravilloso sentirse copartícipes en la obra de la creación de nosotros mismos y en la obra de la creación de los demás. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro general 5. Final Message EVANGELIUM OBSERVARE Dear Brothers, We, the Moderators of Ongoing Formation, have gathered over recent days in Assisi for our II International Congress. We come from all the Entities of the Order and, 481 from the very beginning, had the joy of sensing the beauty of a fraternity which embraces every race, language and culture. These days, passed in a serene and joyful climate, have been a real process of Ongoing Formation in which we have been helped to improve the quality of our fraternal relationships, to appreciate the importance of the Community Life Project for our fraternal life and to focus our attention on the need for continuous personal growth so that our life may be always full of significance for us, for the Friars with whom we live and for all those we meet in the ministry we carry out daily. It became evident that the identification of suitable keys and means which would facilitate our progress was an urgent task. We hope, therefore, that the new Document on Ongoing Formation, the result of what emerged, may be a useful instrument and a valid help so that we all may bring the indications found there down to the practical levels of our realities. The rewriting of this Document, the previous edition was that of 1995, was not only motivated by the need to take into account the many things which emerged from our reflections as an Order during the last fifteen years, but also from our awareness of the changes in the historical-cultural situation in which we live and the need for a corresponding rethink of our style of life. In drawing up the Document we sought to propose a vision of non-departmentalised ongoing formation, but rather one which would help to bring unity into our life. We, therefore, held that it was important to integrate some fundamental areas of our charism, such as the spirit of prayer and devotion, fraternity, evangelisation and mission, the commitment to justice, peace and the integrity of creation, dialogue, collaboration with the laity, etc., into the Document. At the beginning of this third stage of preparation for the celebration of the VIII Centenary of the foundation of the Order, we wish to entrust this Message to you, Brothers, to you older men and to you who are ill, so that you may face this delicate C07nterno:ACTAORDINIS 482 24-01-2008 16:37 Page 482 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 moment of your existence with faith and, in this way, continue to be our teachers of life; to you younger Friars and you who have undertaken the way of Francis, so that you may always keep your enthusiasm alive and help us to face the future with courage; to you of a mature age, so that you may know how to remain always open to the challenges and changes which life calls on us to face. We also greet the Friars who live in situations of tension and difficulty in various parts of the planet, thus giving witness to the Gospel. We return to our Provinces and Custodies with a desire in our hearts to communicate all that the Lord has given us to live during these days to you. At the end of this time, a spontaneous desire is born within us to give thanks for the gift of our vocation and for the wonders that the Lord does in each one of us and in our fraternities. May the Lord give you peace! 2. Saluto del Ministro generale per l’apertura dell’Anno Accademico 2007-2008 Roma, PUA, 19.10.2007 Rettore Magnifico, Autorità accademiche, Professori e Officiali, Studenti e Studentesse, Cortesi ospiti e amici, il Signore vi dia pace. L’inaugurazione dell’anno accademico è un’occasione privilegiata per riflettere insieme sulle finalità e sul ruolo della nostra Università francescana che si colloca, con una sua identità ben precisa, nel panorama sia delle altre Università e istituzioni accademiche presenti in Roma e nel mondo, sia dei numerosi centri di studio appartenenti a vario titolo all’Ordine dei Frati Minori e alla grande famiglia francescana. 1. Sono passati quasi tre anni da quando il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, di venerata memoria, ha concesso al Pontificio Ateneo Antonianum il titolo di “Università”. Questo fatto ha segnato una svolta epocale nella storia del nostro centro acca- demico e ha dato nuovi impulsi all’attività scientifica, orientandola decisamente verso la realizzazione di un obiettivo di primaria importanza qual è quello di aprirsi con sempre maggior convinzione all’universalità della vita e del mondo in cui viviamo. Questo obiettivo, che rappresenta nello stesso tempo una sfida di alto profilo culturale, formativo e apostolico, comporta un confronto rigoroso con una molteplicità di fenomeni che configurano i diversi areopaghi e ambiti nei quali oggi la nostra Università è chiamata ad operare. Mi riferisco in modo particolare alla globalizzazione, al dialogo ecumenico, con le culture e le religioni, alla nuova evangelizzazione, al compito missionario tipico del carisma francescano, alla promozione della giustizia, della pace e della dignità della persona umana, alla salvaguardia dell’integrità del creato, all’impegno ininterrotto per collaborare alla crescita del Regno di Dio come servi di Cristo Gesù e annunciatori del suo Vangelo. In un mondo sempre più globalizzato, gli orizzonti sono in continua, rapida espansione; non ci sono più limiti di territorio, di spazio e di tempo. Nello stesso tempo, però, c’è il rischio, non indifferente, che la visione della vita umana venga mortificata da obiettivi a senso unico quali, per esempio, l’assolutizzazione della dimensione economica, a scapito di aspetti essenziali della vita, tra cui, in primo luogo, la dimensione etica e la dimensione spirituale. Insomma, la globalizzazione porta con sé il rischio di una disumanizzazione del nostro pianeta, che influisce negativamente, per forza di cose, anche sulla solidarietà con il creato. È necessario allora avere un atteggiamento critico autentico, pervaso dalla sapienza cristiana, per essere in grado di elaborare una proposta culturale incisiva, capace di indirizzare l’intelligenza, la volontà, la sensibilità e l’interesse verso i valori veramente essenziali e duraturi, che appartengono alla vocazione soprannaturale di ogni essere umano, vocazione inscritta da Dio nel progetto della creazione affidato alla mediazione rivelatrice e salvifica del Signore Gesù Cristo. Questo atteggiamento autenticamente critico e sapienziale rientra a pieno titolo tra C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 483 E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS i compiti formativi che la nostra Università è chiamata a perseguire: si tratta quindi di prendere coscienza, ancora una volta, del fatto che l’educazione è un elemento essenziale della missione della Chiesa (cfr. Vita consecrata, n. 96). Per quanto compete alla nostra Università, tale principio va attuato attingendo, tra l’altro, al patrimonio della scuola e della tradizione francescana, che offre una proposta valida ancora oggi, sia per il metodo che per i contenuti. Logicamente, questo patrimonio non va solo conservato e trasmesso, ma va anche arricchito e innovato con il contributo di una riflessione scientifica solida, aperta ad accogliere le sfide della globalizzazione e sollecita nel dare risposte adeguate alle molteplici domande di senso che vengono poste da ogni parte e nelle situazioni più svariate. Sotto questo profilo, la nostra Università rappresenta un luogo e un laboratorio privilegiato di incontro, di dialogo e di condivisione, in ragione anche del suo carattere internazionale, che deve essere promosso e valorizzato come si conviene. L’internazionalità è rappresentata, in primo luogo, dalla presenza di docenti e studenti provenienti da tutto il mondo. Questo fatto, però, preso da solo, non crea automaticamente uno spirito aperto all’ universalità, in armonia e in conformità con la migliore tradizione francescana. Ciò che si richiede è l’impegno a dare spazio e voce alle molteplici diversità culturali nello spirito dell’ascolto e dell’accoglienza che sanno creare l’armonia, la comunione e l’unità proprio attraverso l’incontro tra le diversità apportatrici di ricchezza umana e spirituale. È necessario, quindi, incrementare continuamente lo scambio, fatto con rispetto e cortesia, di esperienze e di sapere, nella convinzione che non si tratta di un mero esercizio accademico, ma di un’opzione formativa indispensabile per elaborare una rilettura della fede e del Vangelo capace di diventare messaggio udibile e credibile, attuale e convincente per gli uomini e le donne del nostro tempo. L’apertura a una universalità dai confini sempre più ampi è motivata anche dal fatto che la nostra Università si compone di varie 483 entità sparse in tutto il mondo: oltre alla sede principale a Roma, abbiamo la Facoltà di Scienze bibliche e Archeologia a Gerusalemme, l’Istituto di Studi Ecumenici a Venezia, l’Istituto Teologico aggregato di Murcia, con la nuova specializzazione in teologia fondamentale, i numerosi studi affiliati presenti in vari continenti, tra cui quello di Petropolis, in Brasile, dove si sta elaborando il progetto di un curricolo per la teologia dell’evangelizzazione. Al riguardo dell’universalità vorrei sottolineare, infine, che, grazie alla Pontificia Università Antonianum, l’Ordine dei Frati Minori mette a disposizione un centro accademico dove già da alcuni decenni si fa esperienza di una feconda collaborazione interfrancescana. 2. I compiti e le finalità sin qui tratteggiati attorno al dato della “universalità” chiamano in causa, come ho già accennato, l’impegno a crescere nella sapienza cristiana attraverso un itinerario formativo integrale. A tale riguardo, è il caso di sottolineare due aspetti fondamentali della vita universitaria. Intendo riferirmi, in primo luogo, al rapporto fecondo e reciproco tra vita spirituale e vita intellettuale, tra studio e contemplazione, tra l’acquisizione della dottrina e la pratica della santità. In secondo luogo, desidero richiamare la vostra attenzione sull’esperienza che si fa e che si ha, come docenti o come studenti, della passione per la Verità che salva. Addentrarsi nella ricerca della Verità, percorrere la strada che conduce fino alla sua fonte inesauribile, essere attirati e illuminati dal suo splendore. Percepire lo splendore, e, quindi, l’armonia, il fascino e la bellezza della Verità! Sono esperienze e traguardi di grande valore. Ma se si va in cerca della Verità ciò accade perché, in ultima analisi, si è già afferrati, posseduti da essa. Pertanto, studiare significa anche lasciarsi conquistare e possedere ogni giorno dalla Verità che salva. Per questa ragione, all’attività intellettuale vanno riconosciuti, a pieno titolo, i tratti specifici di una vocazione. Mi riferisco precisamente alla chiamata, all’invito rivolto dal Signore Gesù, con la cooperazione dello Spirito Santo. «Se rimanete fedeli alla mia C07nterno:ACTAORDINIS 484 24-01-2008 16:37 Page 484 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e a verità vi farà liberi» (Gv 8,31-32). Nelle battute iniziali del sermone Christus unus magister, San Bonaventura scrive: «Uno solo è il vostro maestro, il Cristo, dice Matteo al capitolo ventitreesimo. Queste parole esprimono chiaramente qual è il principio sorgivo dell’illuminazione conoscitiva, cioè il Cristo che – come è detto nel primo capitolo della lettera agli Ebrei – è irradiazione della gloria del Padre e impronta della sua sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua parola; è lui l’origine di ogni sapienza, come si dice nel primo capitolo dell’Ecclesiastico: la fonte della sapienza è la Parola di Dio nei cieli. Cristo stesso è allora fonte di ogni giusta conoscenza. Egli infatti è la via, la verità e la vita, come è scritto nel capitolo decimoquarto di Giovanni» (Christus unus magister, 1). Così, stando alla scuola e alla sequela di Gesù Cristo Via, Verità e Vita, la dedizione allo studio e alla ricerca diventa un’avventura veramente appassionante e appagante, perché in lui «sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza» (Col 2,3). Da lui conosciamo e in lui sperimentiamo la Verità, la Vita, la Bontà e la Bellezza che Dio ha donato e dona alle sue creature e all’umanità. Inevitabilmente, nel portare avanti l’avventura dello studio e della ricerca si incontrano una prova da affrontare, una porta stretta da attraversare; si scopre quanto sia importante fare spazio, nello stile di una conversione permanente, al “novum” che viene dall’amore per la scienza e dal desiderio della sapienza. «Questa ricerca della Vita, della Verità e del Bene – ho scritto nella lettera sugli studi del 13 giugno 2005: Il sapore della parola. La vocazione intellettuale dei Frati Minori oggi – è un movimento permanente che ci rende itineranti, senza nulla di propria. La ricerca scientifica cerca di stabilire i risultati ottenuti, mentre ne mette in evidenza il carattere relativo e spinge ad andare sempre più lontano. Non ci si può fermare in ciò che si conosce già. Colui che cerca non ha dove posare il capo. Alla fine chi ricerca è preso per mano dall’oggetto che studia e condotto verso nuovi orizzonti della vita e della verità. Il Beato Giovanni Duns Scoto ci dice: “Nel cammino del genere umano la conoscenza della verità è sempre in crescita”» (pag. 26). L’anelito incessante verso la Vita, la Verità, il Bene e la Bellezza si coniuga, senza soluzione di continuità, con l’esigenza di andare all’essenziale: nel perseguire questo obiettivo si rivela di grande utilità l’attenzione alla metodologia inscritta nella vicenda dei discepoli di Emmaus. Questa metodologia è stata raccomandata dal Capitolo generale Straordinario che l’Ordine dei Frati minori ha celebrato nell’autunno dell’anno scorso in preparazione all’ottavo centenario della sua fondazione che sarà commemorato nel 2009, in coincidenza con l’approvazione, da parte di Innocenzo III, della nostra Regola e vita. Nel documento finale: Il Signore ci parla lungo il cammino, la metodologia in questione viene descritta in questi termini: «…i discepoli, che iniziano il cammino come mendicanti di senso, rompono il silenzio per aprire il dialogo. Imparano a interpretare la propria vita e le proprie esperienze a partire dalle Scritture, mente il Signore illumina il loro cuore. Fanno una sosta nel cammino per chiedere a Gesù di rimanere con loro. Nella sua misericordia, egli entra nel loro “spazio vitale” e rimane con loro. Quello che succede dopo è una comunione fraterna: “Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero”. In seguito ritornano dai loro compagni e fanno esperienza di condivisione, prima attraverso l’ascolto attento e, poi, narrando la vittoria della vita sulla morte, manifestatasi definitivamente nella risurrezione di Cristo» (n.44). Cari fratelli e care sorelle, nel concludere il mio intervento in occasione dell’inaugurazione ufficiale dell’anno accademico 2007/2008 voglio dire, innanzitutto, che dovete essere grati a Dio perché vi concede il dono di “studiare”: lo studio e la ricerca sono una grazia e sono fonte di grazia, anche perché il sapere che si acquisisce come frutto del proprio lavoro, fecondato dallo spirito di orazione e devozione, diventa un bene prezioso e vitale da condividere con C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 485 E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS gli altri e da donare agli altri. Con questo sentimento di gratitudine verso Dio, fonte di ogni bene e di ogni dono perfetto, vi invito a rendergli grazie con tutto il cuore per il dono che siete voi gli uni per gli altri, professori, officiali e studenti, come singoli e come comunità accademica. Infine, rivolgo a voi il mio fraterno grazie per quanto avete fatto finora e per quanto farete nel corso di quest’anno accademico per il bene e lo sviluppo della nostra Pontificia Università Antonianum. A tutti, e a ciascuno di voi in particolare, i più fraterni auguri di buon lavoro. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale e Gran Cancelliere 3. Discorso del Ministro generale in occasione dell’Atto Accademico della PUA Roma, 8 novembre 2007 ATTUALITÀ DELLA DOTTRINA SCOTISTICA Con questo solenne Atto accademico, nel suo giorno anniversario, iniziamo la celebrazione del VII centenario della morte del Beato Giovanni Duns Scoto, che sarà commemorato in tutto il mondo con una ricca serie di eventi culturali, grazie ai quali sarà possibile approfondirne la conoscenza della figura, della santità e della dottrina. Tra le diverse iniziative mi auguro che anche la nostra Università romana possa organizzare un “Congresso rassegna”, alla fine delle celebrazioni centenarie, sul nostro Dottore Sottile e Mariano o – come amava chiamarlo Giovanni Paolo II – Dottore dell’Immacolata (Discorso alla Commissione Scotista, 16 febbr. 2002, AOFM 2002) Nel 1966, in occasione del VII centenario della nascita del Beato, alla vigilia del grande Congresso Scotistico che si stava preparando ad Oxford ed Edinburgo, P. Costantino Koser, allora Vicario Generale dell’Ordine, aveva indirizzato a tutto l’Ordine Serafico una lettera, in cui sottolineava 485 l’importanza della teologia pratica nel pensiero di Duns Scoto (AOFM 1966). Ritengo opportuno e giusto che anch’io ne indirizzi una all’Ordine, per unire la mia voce a quella di tutta la Famiglia francescana e alle altre che si leveranno in questa occasione. Frattanto, in questo breve intervento, mi preme notare che spesso studi simili sono affrontati con un tale razionalismo e una tale sterilità di concetti, da non influire per nulla e non apportare nessun contributo alla spiritualità dei credenti e all’attività pastorale dei ministri della Chiesa. Duns Scoto, invece, con tutto il suo acume, si era dedicato allo studio e alla ricerca, per meglio comprendere ed esporre con la ragione umana le verità della fede, perché queste fossero accettabili e praticamente accolte anche da chi era lontano dalla fede. In tale fatica egli si richiama a S. Agostino e a S. Anselmo, che all’assioma “crede ut intelligas” (credi per poter comprendere), affiancava «intellige ut credas» (cerca di capire, per poter credere) (August., Sermones, sermo 43 c. 7 n. 9, PL 38, 258), perché, come diceva lo stesso Anselmo: «Negligentia mihi videtur, si postquam confirmati sumus in fide, non studemus quod credimus intelligere» (Mi sembra una negligenza, se dopo essere stati confermati nella fede, non ci sforziamo di comprendere con la ragione quello che crediamo) (Anselmus, Cur Deus homo I c. 2, PL 158, 362). Scoto, quindi, pur applicando tutto il suo fervido ingegno all’approfondimento della filosofia, tuttavia, la studia e la pone al servizio della teologia, cercando di comprendere, illustrare e difendere le verità della fede con il lume della ragione umana e, persuaso che la nostra fede può essere sorretta dalla ragione naturale, cerca di dimostrare, attraverso di essa, gli errori delle sètte, delle eresie e delle false religioni del mondo. Del resto il chiarimento delle verità rivelate è utile per i credenti e per i non credenti. «Agostino, Anselmo e tanti altri – dice Scoto – investigavano da credenti, senza sminuire il merito della fede, allo scopo di comprendere con la mente umana quelle verità che essi credevano per fede». Per i non credenti, invece, osserva Scoto, se non C07nterno:ACTAORDINIS 486 24-01-2008 16:37 Page 486 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 si possono trovare argomenti sicuri per provare la verità di un articolo di fede, sarà sempre utile ricercarne altri, che ne dimostrino razionalmente almeno la possibilità, così da eliminare la resistenza che spesso viene opposta a tali verità, come fossero impossibili (Duns Scotus, Ordinatio II d. 1 n. 138-13, VII 69-71). Guardando attentamente al sistema filosofico-teologico di Scoto, scopriamo che tutta la sua teologia è contrassegnata da questa tesi: Dio, ente infinito, «essendo formalmente amore e formalmente carità» (Ibid., Id. 17 n. 173, V 221-222), comunica con grande liberalità al di fuori di sé i raggi della sua bontà e del suo amore (Duns Scotus, De primo Principio c. 4, ed. Müller, 127). È questo amore, questa carità, che Duns Scoto ha presente quando riconduce la teologia ad un unico abito, cioè ad essere teologia pratica. Egli afferma con decisione: «La fede non è abito speculativo, né il “credere” è atto speculativo, né la visione susseguente al “credere” è speculativa, ma pratica; tale visione infatti è per natura sua conforme alla fruizione, al godimento, e deve per natura sua esistere dapprima nell’intelletto creato, in modo che conformemente ad esso possa realizzarsi una fruizione giusta» (Duns Scotus, Ordinatio prol. n. 345 (I 225-226). Egli, dunque, proclama che la conoscenza pratica, riguardante il fine, «è più nobile di ogni conoscenza speculativa» (Ibid. , n. 353 (I 229). Scrive ancora: «Dio, che è Bene comune, non vuole essere un Bene privato di qualcuno, e nessuno – se si segue la retta ragione – può appropriarsi questo Bene comune; perciò un amore che ci spingesse a questo Bene come ad un Bene proprio, da non essere co-amato, né posseduto da altri, sarebbe un amore disordinato» (Ibid., III d. 28 n. 10, X 85). Inoltre, «ognuno è tenuto a pregare Dio per sé e per tutta la Chiesa di Dio, e deve volere che questa preghiera giovi ai buoni e ai cattivi per il loro bene spirituale; come infatti sarebbe cattivo lo stomaco, se non volesse che il suo sostentamento giovasse anche al sostentamento della mano, alla stessa maniera non sarebbe buono nella Chiesa chi non volesse che la sua azione buona giovasse a tutti i membri della Chiesa, per i quali Dio accetta quell’azione proprio in quanto può giovare non solo a chi la compie, ma anche agli altri» (Ibid., d. 30 n. 32, X 109). Nella Chiesa, che è il Corpo mistico di Cristo, è necessario che con l’amore e con la carità i fedeli – cercando di essere «un cuor solo ed un’anima sola» (At 4,32), «adorni, per quanto è possibile in modo perfettissimo, delle tre virtù teologali» (Ibid., d. 34 n. 29 (X 189), vivendo nella persuasione che «le virtù non sono veramente tali senza la carità, poiché senza di essa non portano alla beatitudine celeste» (Ibid., d. 36 n. 101, X 261) – tendano tutti a Dio, ultimo nostro fine. E come questo amore, questa carità, diede inizio a tutte le cose, così pure nella carità, nell’amore (e non già nella visione intellettuale) consisterà la nostra beatitudine: «La vita eterna, beata e perfetta, consiste semplicemente nell’atto di volontà che è amore, carità» (Duns Scotus, Rep. IV d. 49 1. 2 n. 21 (ed. Vivèes XXIV 630 a). Mi piace concludere con alcune riflessioni. Di nessun autore francescano esistono tanti manoscritti, nelle varie biblioteche del mondo, quanti ce ne sono di Duns Scoto. Il suo insegnamento, già ripreso dai discepoli nel corso delle lezioni in aula, era ricercato e richiesto dappertutto, non solo nell’Ordine, ma in tutti gli ambienti di studio e di apostolato. Si spiegano così le innumerevoli trascrizioni delle sue Opere (addirittura il completamento di alcune, rimaste incomplete per la prematura morte del Maestro), conservate oggi nei manoscritti ed edite non appena fu inventata la stampa. Dopo la sua morte, Duns Scoto è presente in ogni autore: non lo si può ignorare! Per Tommaso ci sono state quasi fin dall’inizio forti e frequenti pressioni, da parte dei Superiori maggiori dell’Ordine, perché si seguisse la sua dottrina; per Duns Scoto, il primo documento in tal senso risale al Capitolo Generale di Villadolid, del 1593, nel quale si ordina di preferire Scoto agli altri dottori (cf. Positivo super cultu, Romae 1988, p. 457 s.). C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 487 E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS Per secoli, i Francescani hanno seguito la dottrina di Scoto, non perché fosse imposta, ma spontaneamente, perché da essa affascinati. Guglielmo di Vorrilong, così si esprime: «Mentes suspensas facies prae stupore, cuius dicta communem transcendunt facultatem, inquisitor maximus veritatis, redargutor falsitatis,…, cuius poculis suavissimis a iuventute sum nutritus». [Guglielmo di Vorrilong, Sent. I-IV, Lugduni 1489, f. 292 v: «Rendeva incantate le menti dallo stupore della sua dottrina, i suoi insegnamenti oltrepassano la capacità comune; fu sommo indagatore della verità, smascheratore della falsità… Fin dalla mia giovinezza mi sono nutrito alla sua mensa soavissima»]. Tanti si pregiano di spiegare ed illustrare il pensiero del Dottore Sottile e Mariano, mentre i grandi maestri di vita spirituale, come S. Bernardino e S. Giacomo della Marca, trascrivono a profusione pensieri ed espressioni dalle Opere di Scoto, per comunicarli al popolo nelle loro prediche. È stato accertato che quando la Scuola francescana, illuminata dalla dottrina di Duns Scoto, si è mantenuta fiorente, anche l’Ordine è stato fiorente, e viceversa. Nella Causa per la Conferma del Culto del B. Giovanni Duns Scoto, (Relatio et vota, 11 aprile 1989, p. 19-20. 23), il “Terzo Consultore” ha scritto parole memorabili, che mi piace citare in questa sede. La Positio, egli dice, è eccezionale «per la figura del personaggio…, per l’importanza dei movimenti teologici e storici che vengono implicati, quali il dogma dell’Immacolata Concezione e l’impostazione nuova ed originale del pensiero scolastico, che doveva avere ampio seguito… Duns Scoto è il principale assertore di un movimento mariano di portata europea… Sono esposti nella Causa i risultati di quarant’anni di lavoro, specialmente del Collegio S. Bonaventura di Quaracchi e della Commissione Scotista, che con accuratissime ricerche di archivio hanno risolto la maggior parte delle difficoltà che oscuravano gli avvenimenti della vita di Duns Scoto… L’insegnamento di Duns Scoto ha fortemente contribuito a formare una corrente di spiritualità a lui ispira- 487 ta, con le caratteristiche della devozione al Crocifisso, all’Eucaristia, alla Madonna, attaccamento alle direttive della Chiesa… La spiritualità del nostro Dottore ha nutrito generazioni di Santi, di dotti e di semplici figli di San Francesco, nello spirito e nell’intelletto». In sintesi, Duns Scoto non è un dottore del passato, non è un “fossile” da ammirare, ma è un Maestro vivo e palpitante, pieno di ardore e di preziose intuizioni, che man mano si calano nelle realtà dottrinali e vitali della Chiesa e del mondo. Approfitto dell’occasione per ringraziare vivamente, anche a nome di tutto l’Ordine, la Commissione Scotista per il suo lavoro, fedele e di sacrificio, fatto con amore, dedizione e sapienza, un lavoro veramente meritevole, che ci permette di gustare le profonde ricchezze della dottrina del Beato Giovanni Duns Scoto. È grazie ad essa se, anche in ambienti non francescani, sono potuti rifiorire gli studi su Scoto ed essere nuovamente apprezzata la forza della sua speculazione. Il mio ringraziamento è accompagnato dalle mie migliori congratulazioni per il volume recentemente pubblicato della edizione critica delle opere di Scoto. Auguri, infine, a Fr. Martín Carbajo Núñez per la cura dei due volumi su Duns Scoto, di cui oggi faremo la presentazione e con i quali vogliamo aprire questo VII Centenario della morte del Dottore Sottile e Mariano, e ricordare Fr. Cesare Saco OFM, che per tanti anni lavorò con passione nella Commissione Scotista. Grazie e buon Centenario scotista. Festa del Beato Giovanni Duns Scoto. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale 4. Notitiae particulares 1. Pontificia Università Antonianum – Prot. 097991 (138/07): con Lettera Prot. 252/68/B del 4 ottobre 2007, il Prefetto della Congregazione per l’Educazione C07nterno:ACTAORDINIS 488 24-01-2008 16:37 Page 488 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 Cattolica ha inoltrato al Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. la concessione dell’affiliazione ad alterum quinquennium dello Studio Teologico Laurentianum, di Venezia (Italia) alla Facoltà di Teologia della Pontificia Università Antonianum. – Prot. 098454 (269/07): con Decreto del 6 novembre 2007, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Fr. Silvio Merlini OFM, membro della Provincia «S. Bernardino da Siena» in Italia. – Prot. 098454 (269/07): con Decreto del 6 novembre 2007, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Fr. Stéphane Milovitch OFM, figlio della Custodia di Terra Santa. – Prot. 098454 (269/07): con Decreto del 6 novembre 2007, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Fr. Bruno Pennacchini, OFM, membro della Provincia Serafica di «S. Francesco d’Assisi» in Italia. – Prot. 098454 (269/07): con Decreto del 6 novembre 2007, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Françoise Breynaert. – Prot. 098454 (269/07): con Decreto del 6 novembre 2007, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinno- vato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio al Rev. Don Enzo Cortese. – Prot. 098454 (269/07): con Decreto del 6 novembre 2007, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Suor Virginie Habib Del Rosario. – Prot. 098454 (269/07): con Decreto del 6 novembre 2007, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Jacob Naluparayil, MCBS. – Prot. 098454 (269/07): con Decreto del 6 novembre 2007, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio al Rev. Don Vincenzo Lopasso. – Prot. 098454 (269/07): con Decreto del 6 novembre 2007, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Claudio Maina. – Prot. 098454 (269/07): con Decreto del 6 novembre 2007, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Alberto Mello. C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 489 E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS – Prot. 098454 (269/07): con Decreto del 6 novembre 2007, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Suor Telesfora Pavlou. – Prot. 098454 (269/07): con Decreto del 6 novembre 2007, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Gabriele Romanelli. – Prot. 098454 (269/07): con Decreto del 6 novembre 2007, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio al Rev. Don Saverio Averius Velaso Yeregui – Prot. 098454 (269/07): con Decreto del 6 novembre 2007, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Assistente nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Fr. Eugenio Alliata, OFM, membro della Provincia Pedemontana di «S. Bonaventura» in Italia. – Prot. 098454 (269/07): con Decreto del 6 novembre 2007, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Assistente nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Fr. Raúl Dinamarca Donoso, OFM, figlio della Custodia di Terra Santa. – Prot. 098454 (269/07): con Decreto del 6 novembre 2007, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinno- 489 vato la nomina a Professore Assistente nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Fr. Gregorio Geiger, OFM, membro della Provincia Bavarese di «S. Antonio di Padova» in Germania. – Prot. 098454 (269/07): con Decreto del 6 novembre 2007, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Assistente nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Fr. Najjb Ibrahim, OFM, figlio della Custodia di Terra Santa. – Prot. 098454 (269/07): con Decreto del 6 novembre 2007, il Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Assistente nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Fr. Carmelo Pappalardo, OFM, membro della Provincia Siciliana del «SS. Nome di Gesù» in Italia. – Prot. 096912 (169/06): con Lettera Prot. 586/82 del 14 novembre 2007, il Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica ha inoltrato al Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. il Decreto con il quale la medesima Congregazione ha eretto l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Redemptor Hominis” attivo nella Pontificia Università Antonianum, in accordo con la Nota normativa per gli Istituti Superiori di Scienze Religiose, elaborata dalla Conferenza Episcopale Italiana. – Prot. 098456 (270/07): modifiche al curriculum del 3° Ciclo della Facoltà di Scienze Bibliche e d’Archeologia DECRETO Ricevuta ed esaminata attentamente la lettera del 3 dicembre 2007 (Prot. 221/07) C07nterno:ACTAORDINIS 490 24-01-2008 16:37 Page 490 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 di Fr. Johannes B. Freyer, Rettore Magnifico della Pontificia Università Antonianum, con la quale si presenta l’approvazione del Senato Accademico, espressa nella seduta de 1 dicembre 2007, in virtù del presente Decreto, autorizzo l’applicazione «experimenti gratia ad triennum» delle modifiche apportate al curriculum del III ciclo della Facoltà di Scienze Bibliche e d’Archeologia di Gerusalemme. Qualunque cosa ci sia in contrario. Dato in Roma, dalla Curia Generale dei Frati Minori, 8 dicembre 2007, Solennità dell’Immacolata Concezione della B.V.M. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro Generale e Gran Cancelliere della Pontificia Università “Antonianum” FR. MASSIMO FUSARELLI, OFM Segretario Generale per la Formazione e gli Studi – Prot. 098518: nella sessione del 17 dicembre 2007 il Definitorio generale ha eletto Fr. Francisco Martínez Fresneda, ofm, della Nostra Provincia di Cartagena in Spagna, Visitatore generale della Pontificia Università Antonianum in Urbe, della Facoltà di Scienze Bibliche e d’Archeologia a Gerusalemme, dell’Istituto di Studi Ecumenici a Venezia, dell’Istituto Teologico di Murcia in Spagna. – Prot. 098518 (299/07): nella sessione del 17 dicembre 2007 il Definitorio generale ha eletto Fr. Jean Marie Sevrin, ofm, della Nostra Provincia dei «Tre Compagni» in Francia-Belgio, Visitatore generale assistente della Pontificia Università Antonianum in Urbe. 2. Casa di Noviziato – Prot. 098525 (285/07): Il Ministro Generale, ascoltato il parere del suo Definitorio, ha concesso alla Provincia “S. Antonio” in Brasile, a norma del can. 647 §1 CIC e dell’art. 85 §2 SS.GG., il trasferimento della Casa di Noviziato dal prossimo anno 2008. 3. Formazione e Studi – Prot. 098428 (287/07): Il Ministro Generale ha confermato gli Statuti per la Formazione e gli Studi presentati dal Ministro provinciale della Provincia Catalana di “S. Salvatore da Horta” in Spagna. C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 491 E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE 1. Primer Congreso de Educadores Franciscanos de Europa Córdoba, España, 01-0311.2007 1. Crónica La Conferencia de España y Portugal (Confres), en colaboración con el Secretariado general para la Evangelización (SGEM) y la oficina de animación para la pastoral educativa de la Orden, llevó a cabo del 1 al 3 de noviembre en el Palacio de Congresos y Exposiciones de Córdoba, España, el Primer Congreso de Educadores Franciscanos de Europa. El Congreso estuvo enmarcado dentro de la celebración del Octavo Centenario de la aprobación del carisma y tenía como lema: “Con Francisco Educando la Europa de hoy / 800 años de Evangelización”. Los Objetivos del Congreso fueron: • Conocer y comprender la experiencia educativa franciscana en Europa. • Analizar el contexto de la juventud europea hoy y los desafíos para la educación. • Proponer caminos a partir de la experiencia franciscana. La Orden en Europa tiene una larga historia de presencia en colegios y universidades. Unos años después de fundada la Orden encontramos a frailes menores en las Universidades de Oxford y París en la tarea de enseñar. Entre esos hermanos podemos citar: a San Buenaventura, el Beato Juan Duns Escoto, Guillermo de Ockam, Roger Bacón, pero también en siglos más recientes a Fray Agustín Gemelli y Fray Bernardino Dal Vago da Portogruaro. Francisco no era un pedagogo en el sentido estricto de la palabra, pero ciertamente era un formador. Es obvio que él no conoció las ciencias de la educación, pero poseía el arte de educar. En él no encontramos pensamientos o discursos abstractos e intelectuales; Francisco no diserta ni discute mediante razonamientos, sino por medio de imágenes, parábolas, cantos, hechos...y de esa forma “representaba para conmover, conmovía para convencer y ganar el corazón de todos”, éstas eran la etapas de su estrategia para llegar al corazón de todos los hombres. Es la imagen que deseamos como icono de la relación entre docentes y alumnos en los centros educativos franciscanos. La Orden cuenta en Europa con 46 Centros Educativos entre Colegios, Universidades, Facultades y Centros de formación noformal en: España, Italia, Irlanda, Gran Bretaña, Croacia, Bosnia, Hungría, Alemania, Polonia, Portugal, Malta y Rusia. El Congreso estuvo coordinado por Fray Joaquín Arturo Echeverry Hincapié a Animador general de la pastoral educativa, y los directores de los colegios franciscanos de España siendo el Presidente del Comité organizador Fray Antonio Herrera Cruz, director del colegio “Santa María de Guadalupe” de la provincia Bética. Participaron 456 personas entre religiosos y docentes, de ellos 76 frailes menores. Estuvieron presentes representantes de 32 centros franciscanos de Europa de los 46 existentes; y algunos representantes de América Latina. También fueron destinatarios del Congreso religiosas y docentes de algunas congregaciones franciscanas, teniendo la idea de compartir juntos el espíritu y misión de Francisco y Clara de Asís. Al acto de apertura participaron: el Ministro general, Fr. José Rodríguez Carballo, OFM, el Cardenal de Sevilla, Fr. Carlos Amigo Vallejo, OFM, el Obispo de Córdoba, Monseñor Juan José Ajenjo Pelegrina y una concejala del ayuntamiento de Córdoba; así como los Definidores generales: Fr. Miguel Vallecillo, Fr. Luis Cabrera y Fr. Jakab Várnai, Fr. Néstor Schwerz, Secretario General para la Evangelización, Fr. José María Arregi, Presidente de la Conferencia C07nterno:ACTAORDINIS 492 24-01-2008 16:37 Page 492 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 Hispano-Portuguesa y los Provinciales de las provincias de Sevilla, Granada, Valencia y Murcia. Los temas tratados 1. “El legado de Francisco de Asís y los franciscanos a la Iglesia y a la Sociedad” conferencia dada por Señor Cardenal Carlos Amigo Vallejo, Arzobispo de Sevilla. Monseñor Amigo Vallejo centró su intervención en el legado de Francisco de Asís y de los franciscanos a la Iglesia y a la sociedad: “ El vaciamiento completo de uno mismo para mirar a Dios con libertad y para servir a los demás de tal manera que se esté dando la misma vida sin que se enteren”. Hace parte del carácter franciscano darse a los demás y transmitir el amor de Dios, “tomar al hombre y hacer que descubra las huellas de Dios en su vida”. En su discurso destacó algunos de los valores que forman parte del carisma franciscano, y que son herencia franciscana a la Iglesia y a la sociedad: la pobreza que lleva a “ser tan pobre que solamente se tenga a Dios”; la fraternidad, la bondad, la búsqueda del bien como criterio y meta; la ecología, “entendida como auténtica teología de la creación y la globalización vista como la fraternidad universal”. “El educador franciscano actual debe ser el acompañante y animador de la persona para hacerle ver que Dios está cerca de él. Que sepa sacar lo mejor que tiene de Dios. El debe ser un apasionado por el encuentro con el bien y la transmisión de valores”. 2. “Pedagogía y los Valores Franciscanos”, por Fray Francisco Martínez Fresneda ofm, Profesor del Instituto Teológico de Murcia. Según su propia conclusión en su ponencia, los valores se comprenden como componentes de un sentido de vida, que es un proyecto. Los valores no reproducen el esquema de la perfección: situar un objetivo y alcanzarlo; elaborar unas leyes y cumplirlas. Los Franciscanos somos conscientes de que la salvación ha sido dada por Dios en esperanza (cf. Rm 8,23). La salvación no es alcanzable plenamente en nuestra existencia histórica. No vale el perfeccionismo que frustra tantas veces a las personas y las aparta del camino de la salvación, precisamente porque no la alcanzan, al utilizar como único medio el esfuerzo personal. La salvación es, sobre todo, un don de Dios, lo que supone la experiencia creyente. Nuestras instituciones de enseñanza son, por consiguiente, escuelas de fe. Pero, a la vez, son escuelas de humanidad al explayar la fe en un doble sentido. En primer lugar, desarrollar una formación que busque la madurez humana. En segundo lugar, capacitar a nuestros educandos en el trabajo. Con todo, no debemos olvidar que somos sucedáneos de la familia en la educación y formación de los hijos. De ahí que la formación debe comprender también a la familia para que con el colegio formen en los mismos valores. 3. “El Educador Cristiano”, por el Padre Javier Cortés Soriano, Director General de la Editorial SM, Sacerdote Marianista. Dice que la misión de educar es la Intervención Intencional del Adulto en el seno de una interacción con el educando, con una voluntad explícita de transmisión de aquello que ese adulto vive y profesa como verdadero, como bueno y como bello, con la finalidad de desencadenar en ese educando lo mejor de su desarrollo personal. Explicita que los tres elementos claves en la educación son: el proyecto (lo considerando verdadero, bueno y bello); el educador (un adulto que vive y cree en eso); el acto educativo (las acciones programadas). En otras palabras, según él, educar es lo que se profesa (proyecto), quien lo profesa (la vocación) y cómo se profesa (la profesionalidad). 4. “La Pastoral Educativa desde el Carisma Franciscano”, Dra. Carmen Pellicer Iborra, Teóloga y Experta en Pastoral Educativa. Según la teóloga, la lectura hecha desde el carisma franciscano y las prioridades en la pastoral educativa a tener en cuenta son: • La lectura de la propia vida a los ojos de Dios - La memoria profunda, asociada a las relaciones primarias de la infancia; la conversión como marco alternativo de C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 493 E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE identidad; la auto narración personal y el interlocutor creyente. • La espiritualidad del corazón - Presencias y encuentros desde la intensidad de la implicación personal: tomarse tiempos y espacios. • Iniciar en el silencio y la oración -Desvelar la presencia del Misterio desde la infancia. • El camino de sencillez - Integrar las experiencias de fragilidad y de dolor en el proceso del crecimiento; adquirir un cierto realismo sobre uno mismo, desde las renuncias y experiencias de donación... amarse uno mismo. • El espíritu festivo - Celebrar lo nuevo y especial de la vida, expresando y compartiendo la alegría y el dolor. • La intensidad en las relaciones con el otro - Abrirse a la relación con los otros, la naturaleza, las voces marginadas. • Encontrar el rostro de Cristo en el necesitado - De la empatía a la comprensión; evangelizar desde la precariedad. • La eclesialidad - Estrechar los lazos que favorecen la continuidad presentando el rostro más accesible de la Iglesia. • La Intimidad con Jesús Transmitir relatos, modelos. 5. “Los caminos Educativos Franciscanos”, por Fray Johannes B. Freyer ofm, Rector de la Pontificia Universidad Antonianum de Roma. Indica cuatro vías de educación y de formación como las más importantes y originales según la visión franciscana: • La vía del bien: educar quiere decir promover el carácter, el hábito, el comportamiento y el conocimiento del hombre para cualificar su persona. Esta cualificación de la persona individual sirve para darle la posibilidad de encontrar en su propia vida el Bien. Justamente hacia aquel bien que cualifica la vida humana como digna, válida y preciosa, apunta la formación franciscana. La vía al bien y a la educación de los sentidos ofrece la posibilidad de un mundo más humano, más justo y más equilibrado. • La vía al conocimiento: Para la tradición franciscana el saber, conocer y compren- 493 der, fueron siempre una dimensión importante de la existencia humana. Nuestros franciscanos, saben extender el horizonte del conocimiento, porque el conocimiento unido a la sabiduría sabe emprender un ulterior camino que va más allá de la realidad técnica y científica perceptible. En la sabiduría del horizonte se abre a la dimensión espiritual y al entendimiento del mismo Dios. De esta manera la vía franciscana al conocimiento sapiencial se vuelve también educación y formación, cultivando también una búsqueda de la dimensión espiritual, y por último, del mismo Dios. • La vía a la libertad: El hombre nace en un determinado contexto histórico y ambiental. Para la visión franciscana la realidad de la historia concreta y del ambiente preciso que determina la vida es muy importante. El hombre se encuentra unido a un contexto concreto y debe desenvolver su rol. La libertad y el amor por el camino educativo franciscano tienen su fundamento, para llegar a ser posible, en la libertad de Dios. La vida franciscana a la libertad propone un Dios que libremente quiere la existencia del hombre y de todas sus criaturas. No porque tenga necesidad que el hombre le sirva con todas sus criaturas, o quiera imponer su voluntad, sino porque reconoce, quiere libremente y ama sus criaturas por sus propias cualidades, por su propia belleza y por su propio bien. La vías educativas a la liberta poseen un rol importante de la visión que los franciscanos tienen en vista a la formación humana y espiritual. De hecho gran parte ve en la educación a la liberta el núcleo de cada formación. Núcleo al cual debe servir cada uno de los que están educando, aún más, se ve la responsabilidad particular del estado y de la Iglesia en promover la educación a la libertad. • La vía del diálogo: Se educa y se forma al individuo teniendo en cuenta sus múltiples relaciones con el mundo. En esta vía del diálogo la tradición franciscana busca fundamentos en la visión de Dios, y descubre en la teología trinitaria, un C07nterno:ACTAORDINIS 494 24-01-2008 16:37 Page 494 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 Dios íntimamente dialógico y compasivo. Se presenta un Dios que se comunica a sí mismo, el cual en la compasión de la miseria humana se ofrece a sí mismo, quiere libremente crear comunión con las criaturas a través del Diálogo vivificante. La vía franciscana al Diálogo se presenta, de este modo en el “Logos” divino que crea fraternidad y comunión. En el contexto de las anteriores vías se puede decir, que el Educador franciscano debe tener ciertas cualidades: cualidades humanas y espirituales como condiciones indispensables, y sólo después de estas las cualidades profesionales. Como cualidades humanas requeridas; ser prudente y perspicaz, ser cauto y disponible, afable y diligente. Con respecto al nivel espiritual se pide que sea un persona fiel y confiable, con celo y ejemplo de vida. Testimoniando con piedad-amor-sentido de responsabilidad la divina providencia. Y en cuanto a las cualidades profesionales como: competencia formativa, ser maduro en el conocimiento de las cosas y capaz de enseñar. 6. “Análisis y desafíos que nos presenta la juventud”, por el Sacerdote Pedro González Blasco, Profesor de la Universidad Autónoma de Madrid. En el contexto general de Europa aparecen algunos aspectos religiosos a tener en cuenta: • Una amplia mayoría pertenece a alguna religión (73%). • Mayoritariamente se sienten personas religiosas (63%). • Dios es moderadamente importante en sus vidas (aproximadamente 6 sobre 10). • La mayoría dice creer en Dios (80%). • La mayoría cree en otra vida tras la muerte (59%). • Creen mayoritariamente en la existencia del pecado (63%). • La Iglesia (Católica o protestante) responde más a las necesidades espirituales (65%) que a las necesidades morales (41%) de las personas. • La tercera parte (31%) de los jóvenes nunca o casi nunca van a la Iglesia. • Consideran las ceremonias religiosas importantes en el matrimonio y muerte. Ha hecho una comparación entre jóvenes de algunos países de Europa en el aspecto religioso: parece que se sitúan, en general, como países más religiosos según los jóvenes: Polonia, Malta, Croacia, Portugal e Italia, y más secularizados y alejados: España, Francia, Reino Unido y Hungría 7. “Presente y futuro de la Escuela Católica”, por Manuel de Castro Barco, SDB. Secretario General de Federación de Educación Católica de España. En la actualidad hay una riqueza inmensa en la escuela católica en España. En nuestro país, ha dicho, existe una serie de instituciones, en su mayoría religiosas, que desde hace varios siglos vienen ocupándose de la escolarización de casi 20% de los alumnos de 0 a 18 años, con unas cuotas de calidad y satisfacción social muy altas, además a un coste del 50% menos para las Administraciones de lo que supone la escuela pública. No deja de ser una riqueza para la Iglesia la presencia educadora y evangelizadora de los más de 92.000 profesores, entre los cuales casi 8.000 son religiosos(as) que han consagrado su vida a ofrecer los valores de la fe y del Evangelio, en un momento en el que muchos jóvenes se han alejado de las parroquias. Conclusiones El Comité ejecutivo del Congreso reunido el día de la clausura ha tomado la siguiente declaración como conclusión del evento: 1. Guiados por el lema ‘Con Francisco educando la Europa de hoy: 800 años de evangelización’, hemos vivido un encuentro histórico en el que las comunidades educativas de espiritualidad franciscana han tomado conciencia de su potencial educativo y pastoral. 2. Como seguidores del ejemplo de Francisco y de los fundadores de las congregaciones de espiritualidad franciscana. Como tales, apostamos en nuestra labor educativa por la integración y la lucha contra cualquier clase de exclusión, poniendo especial énfasis en descifrar los signos de la pobreza y de la marginali- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 495 E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE dad actual, cuyas principales víctimas son los niños y los jóvenes. 3. La Escuela Católica Franciscana es una institución de enseñanza de la Iglesia, cuya concepción educativa se fundamenta en el Humanismo cristiano explicitado en la vida y mensaje de San Francisco de Asís y de muchos maestros que han conformado el pensamiento franciscano. En él se basan los objetivos y valores que inspiran nuestra acción docente y evangelizadora. 4. Ofrecemos e impartimos, en los centros de inspiración franciscana, una enseñanza plural y abierta, que da preferencia a los más necesitados, y que defiende los derechos de la familia y de la Iglesia, dentro del pluralismo escolar que caracteriza a la sociedad democrática actual. 5. Velamos por los valores genuinamente franciscanos, entre ellos: llevar la Paz y el Bien del Señor a toda la comunidad escolar, resolver los conflictos mediante el diálogo, y velar por el respeto y la salvaguarda de la creación. 6. Trabajamos por una escuela de tiempo completo, que evangelice y compatibilice el trabajo y el estudio con actividades artísticas, recreativas, culturales, religiosas y sociales; y que esté disponible para acompañar a los alumnos en su camino de realización personal, eclesial y social. En definitiva, este primer Congreso Europeo de Educadores Franciscanos ha sido una gran oportunidad para dar a conocer y relanzar la tarea de los religiosos y laicos que, en misión compartida, trabajamos en el campo de la educación desde los valores evangélicos y franciscanos. Una ocasión propicia para realizar una seria reflexión sobre el importante y necesario papel que desempeñamos en la enseñanza actual. Finalmente, queremos reconocer a tantos hermanos y hermanas, religiosos y laicos, que en el pasado y en el presente, han dedicado y dedican su vida, a la noble tarea de educar en Valores Cristianos y Franciscanos. FR. NÉSTOR I SCHWERZ OFM FR. JOAQUÍN ARTURO ECHEVERRY H. OFM 2. Informe del Ministro General 495 EDUCAR PARA LA VIDA EN PLENITUD Soy plenamente consciente de la importancia y a la vez de la dificultad de la labor educativa, particularmente en un centro educativo franciscano. Importancia, pues la educación se presenta, todavía hoy, como una plataforma privilegiada y fundamental de evangelización. Un centro educativo franciscano se integra en el amplio marco de la educación cristiana, de la que se trata específicamente en la declaración conciliar Gravissimum Educationis. Dificultad, pues sé muy bien que no es nada fácil educar/formar en esta sociedad en cambio y cada vez más pluralista, y en la que los comportamientos de las familias no siempre están en sintonía con la educación que se imparte en nuestros centros educativos, en coherencia con un proyecto católico y franciscano, que debe definir, animar y guiar nuestra labor educativa. En nombre de la Orden os agradezco vuestra labor sacrificada y tantas veces incomprendida, no sólo fuera, sino también dentro de nuestras fraternidades y comunidades. En mi exposición trataré los siguientes puntos: Principales retos a la acción educativa, la centralidad de la persona: consecuencias pedagógicas, y urgencias a la educación católica y franciscana hoy. 1. Algunos retos a la acción educativa Nuestros centros educativos se ven afectados por situaciones y problemas de la misma sociedad a la que sirven. A Dios gracias no son “lugares protegidos”, sino que forman parte de esta sociedad en cambio y plural. Ellos son, por tanto, una de las cajas de resonancia de los problemas culturales y sociales de la sociedad, que encuentran en nuestros alumnos un reflejo particular. Por otra parte, los continuos cambios del sistema educativo, muchas veces condicionados por las ideologías en moda, hacen que estos problemas se agudicen dentro de nuestras aulas. Teniendo en cuenta todo lo dicho, es lógico que nos preguntemos: ¿Cuáles son los principales retos que se presentan hoy a C07nterno:ACTAORDINIS 496 24-01-2008 16:37 Page 496 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 nuestros centros educativos? Sin pretender ser exhaustivo, deseo hacer referencia a algunos. 1. Definir con claridad el ideario de nuestros centros Nuestras escuelas, colegios y universidades han de tener un claro proyecto educativo que contemple su identidad de institución católica y franciscana. Sé muy bien que ciertos medios, dentro y fuera de la Iglesia, inspirados por un sentido de laicidad mal entendida, impugnan la enseñanza confesional. No aceptan que la Iglesia, y por tanto Órdenes o Congregaciones religiosas, puedan ofrecer, además de un testimonio individual de sus miembros, el testimonio específico de las propias instituciones. Se objeta que un colegio católico, y por ello franciscano, pretende instrumentalizar una institución humana para fines religiosos y confesionales. Sin justificar ningún tipo de proselitismo y visiones parciales de la cultura entendida y actuada erróneamente, que también se pueden dar entre nosotros, los franciscanos no podemos olvidar que la educación integral de la persona comprende, imprescindiblemente, la dimensión religiosa, la cual contribuye eficazmente al desarrollo de otros aspectos de la personalidad, en la medida en que se la integre en la educación general. En este sentido, la enseñanza católica no es sólo cuestión de suplencia, es cuestión de asegurar un sano y necesario pluralismo, particularmente en el campo de la libertad de enseñanza, y, por consiguiente, sostener y garantizar la libertad de conciencia y el derecho de los padres de familia a escoger el centro educativo que mejor responda a su propia concepción educativa. Esto conlleva una determinada visión de la vida. Toda visión de la vida se funda, de hecho, sobre una determinada escala de valores en la que se cree, y que confiere, a profesores y adultos, autoridad para educar. No se puede olvidar que en las escuelas, colegios y universidades se enseña para educar, es decir, para formar a la persona desde dentro, para liberarla de los condicionamientos que pudieran impedirle vivir plena- mente como hombre o mujer. Por ello un proyecto educativo franciscano ha de estar intencionalmente dirigido a la promoción total de la persona, poniendo de relieve la dimensión ética y religiosa de la cultura, precisamente con el fin de activar el dinamismo espiritual del sujeto, y ayudarle a alcanzar la libertad ética que presupone y perfecciona a la psicológica. Pero no se da libertad ética sino en la confrontación con los valores absolutos de los cuales depende el sentido y el valor de la vida del hombre. En este sentido hemos de afirmar con fuerza que en la educación no basta responder a aspiraciones transitorias y superficiales. Hay que tener presentes las exigencias más profundas del hombre y de la cultura actual. Así configurados, nuestros centros educativos suponen no solamente una elección de valores culturales, sino también una elección de valores de vida que deben estar presentes de manera operantes. Estos exige que el proyecto educativo de nuestros centros sea claro, y que la labor educativa que en ellos se desarrolla sea coherente con dicho proyecto. Lo contrario sería engañarnos y engañar a quienes confían en nosotros. 2. Colaboración entre dirección, profesores, padres y alumnos La labor educativa, particularmente en clave católica y franciscana, es hoy una tarea difícil y compleja. En ella influyen factores muy diversos. Se hace necesaria, por tanto, la unión de fuerzas: dirección, profesores, alumnos, padres de familia. Cada una de estas “fuerzas” ha de asumir su responsabilidad en la educación/formación de nuestros niños y jóvenes. Nadie puede quedarse al margen, ni nadie puede ser excluido. La unión hace la fuerza, en este caso, la fuerza de la educación, según el proyecto educativo católico y franciscano. Esto comporta asumir como reto, también, la formación de todos los responsables de la educación/formación. Veo muy urgente involucrar a profesores (incluidos los religiosos) y a los padres de familia en la elaboración y puesta en práctica del proyecto educativo de nuestros centros educativos, pero para ello es imprescindible una C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 497 E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE verdadera educación/formación y, por qué no, una evangelización y “franciscanización”. Sólo la referencia explícita y compartida por todos los miembros de la comunidad educativa a la visión cristiana y franciscana del hombre –aunque sea en grado diverso-, es lo que hace que un determinado centro educativo pueda definirse católico y franciscano. En este trabajo con los agentes formativos, no se puede ahorrar tiempo, medios, o energías. De ello dependerá el éxito del proyecto educativo. Una particular atención ha de ponerse en la implicación de los alumnos en su propio proceso formativo. Nuestros colegios están llamados a ser “escuelas” de formación integral, mediante la asimilación sistemática y crítica de la cultura; lugares privilegiados de promoción integral, mediante un encuentro vivo y vital con el patrimonio cultural de un pueblo y de la humanidad misma. Esto supone que tal encuentro se realice en forma de elaboración, es decir, confrontando e insertando los valores perennes en el contexto actual. No hay cultura que pueda definirse educativa y formativa, incluida la franciscana, sino se inserta en los problemas del tiempo en que se desarrolla la vida del niño y del joven. De lo dicho se desprende la necesidad de que nuestros centros educativos confronten sus propios programas formativos, sus contenidos y sus métodos, con la visión de la realidad en la que se inspiran y de la que depende su ejercicio. Esto quiere decir, también, que nuestros centros educativos han de estimular a los alumnos a que ejerciten la inteligencia, promoviendo el dinamismo de la clarificación y explicitando el sentido de experiencias y de certezas vividas. Una escuela, colegio o universidad que no cumpliera esta función, sino que, por el contrario, ofreciera elaboraciones prefabricadas, por el mismo hecho se convertiría en obstáculo para el desarrollo de la personalidad de los alumnos. 3. Síntesis entre fe y cultura Hemos afirmado que Jesús, el Evangelio y los valores franciscanos deben definir con claridad y estar en el centro de un proyecto 497 educativo católico y franciscano. Cristo es el fundamento de toda educación en clave cristiana y franciscana. Él posibilita la transformación de la persona y la capacita para pensar, querer y vivir según el Evangelio. En Cristo todos los valores humanos encuentran su plena realización y, de ahí, su unidad. Jesucristo eleva y ennoblece al hombre, da valor a su existencia y constituye el perfecto ejemplo de vida propuesto por nuestros centros educativos a los niños y jóvenes. Y junto con la persona de Jesús ha de aparecer la de Francisco, como su fiel imitador y seguidor. Francisco tiene mucho que decir al hombre de hoy, toca a nosotros proponerlo, como hombre plenamente actual, aunque no siempre se presente como moderno. Estas tareas nos permiten indicar como tarea principal de un centro educativo católico y franciscano la de hacer síntesis entre cultura y fe, entre fe y vida. Tal síntesis se realiza mediante la integración de los diversos contenidos del saber humano, especificado en las varias disciplinas, a la luz del mensaje evangélico y de los valores franciscanos. En nuestras escuelas y colegios hemos de cultivar todas las disciplinas con el debido respeto al método particular de cada una. No se pueden considerar las disciplinas como simples auxiliares de la fe o como medios utilizables para fines apologéticos. Pero ciertamente los valores evangélicos y franciscanos han de ser valores transversales. 2. La centralidad de la persona: consecuencias pedagógicas El sujeto primero de la educación es la persona. Una pedagogía que se quiera llamar franciscana no puede menos de poner en el centro de su atención a la persona. Pero, ¿qué es la persona? Intentemos responder a esta pregunta desde las claves que nos ofrece la antropología franciscana. 1. La persona: un ser único Desde el punto de vista antropológico, la persona se revela como un misterio único, tanto en su ser como en su existencia particular. Una realidad original e irrepetible que C07nterno:ACTAORDINIS 498 24-01-2008 16:37 Page 498 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 exige un profundo respeto de parte de los otros. Desde una perspectiva teológica, la persona es comprendida como una realidad inédita que sobrepasa toda imaginación y pensamiento; una nueva criatura que, por lo mismo, no depende de un molde, como ocurre con las cosas habitualmente fabricadas en serie por el hombre. Ni antropológicamente, ni teológicamente hablando, existen dos seres completamente iguales. Esta es la razón que hizo posible que en la escuela franciscana, en el campo de la ontología, se desarrollara no solamente la analogía del ser (posición clásica), sino su univocidad, tesis que la sostiene de una manera muy especial Duns Escoto, quien entendió muy bien este principio y por ello define la persona como “un ser singular e irrepetible”. Esta concepción de la persona tiene implicaciones pedagógicas importantes: todo proceso educativo debe estar atento a la unicidad de la persona y al misterio de Dios..., para favorecer su crecimiento mediante el conocimiento de sí y la búsqueda de la voluntad de Dios. Este principio pedagógico, por una parte, se opone radicalmente a todo tipo de formación directiva y unilateral o también masificada y uniforme; y, por otra, sostiene e impulsa el respeto tanto de la autonomía e iniciativa de cada persona, como del propio ritmo de crecimiento de cada persona; aspectos que deben llevar a revisar con más seriedad los sistemas educativos y formativos que, muchas veces, presionados por la prisa y la eficiencia, tienden fácilmente a descuidarlos. El ser humano, igualmente, debe ser formado para que vaya descubriendo y asumiendo los niveles de soledad que implica la existencia humana. Se necesita de una pedagogía que sea capaz de poner al ser humano frente a sí mismo, a sus posibilidades y limitaciones; y que también le ayude a abrirse hacia los demás seres que se encuentran en una situación parecida de soledad radical. 2. La persona: un ser libre y un ser en relación La escuela franciscana y la antropología actual justamente insisten en que la persona es un ser libre, y, al mismo tiempo, un ser en relación. Tanto Buenaventura, como Escoto, Ockham, Alejando de Hales y Pedro de Olivi son apasionados defensores de la libertad humana, rechazando todo determinismo, de cualquier tipo que sea. A san Buenaventura, por ejemplo, la defensa de la libertad humana le llevará a condenar algunas doctrinas de la época, tales como: el determinismo astrológico, en el campo moral, la única inteligencia, en el campo del conocimiento, y el naturalismo, en el campo ontológico. La persona es libre, aunque con una libertad limitada, restringida y amenazada. Es un ser autónomo, con una determinada capacidad de autodeterminación, aún cuando no se pueda callar los muchos condicionamientos a los que se ve sometido: condicionamientos sociales y condicionamientos personales. En cuanto a la libertad, se suele distinguir entre libertad de y libertad para. La libertad de consiste en no estar o dejarse determinar por elementos externos a uno mismo que bloquearían o determinarían los movimientos de nuestra libertad. La libertad de consistiría en despejar el camino, a fin que cada uno pueda escoger lo que desea ser, lo que desea hacer. La libertad para significa que la propia vida está orientada por ciertos valores, y que uno es capaz de escoger aquellos que dan sentido a una vida: la verdad, la justicia, la paz... La libertad de estaría al servicio de la libertad para. ¿Qué está a la base de esta libertad? No se puede hablar de libertad de ni de libertad para si uno no se autoposee. A la base de este doble aspecto de la libertad está la libertad como autoposesión, lo que nos lleva a decir que antes de la libertad para escoger esto o aquello (libertad de), antes de la libertad para comprometernos ante ciertos valores (libertad para), somos libertad, somos soberanos, somos absolutos (sueltosde) con capacidad para determinarme por mi mismo. Somos libertad, nos pertenecemos, y por ello nuestra gran responsabilidad está en escoger aquello a través de lo cual me puedo realizar a mi mismo. C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 499 E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE Por otra parte, la persona es un ser en relación, un yo inconcebible sin un tú. La persona no es una isla, un ser absoluto (suelto de) radical, sino un ser social y relacional. La persona no es una realidad abierta sólo a sí misma, sino a los otros y, en definitiva, a Dios. Por eso su libertad de, su libertad para y su autoposeerse no pueden separarse de este concepto fundamental en la antropología, y no sólo religiosa. El hombre vive en sociedad y su libertad está positivamente condicionada por el “otro”, que a su vez forma parte del “yo”. La realidad del hombre es una realidad recibida, nadie se da la vida a sí mismo. Y por ello la libertad está también positivamente condicionada por el “Otro”, por quien me dio la existencia. Todo esto nos lleva a pensar que si la libertad de y la libertad para están al servicio de la libertad en autoposesión, ésta no puede separarse del respeto de la libertad del otro. Es cierto que la omnipotencia de Dios termina allí donde, para usarla, debería eliminar la libertad del hombre, pues él mismo nos ha querido y creado como seres libres. Pero también es cierto que la libertad del yo termina allí donde, para usarla, tendría que quebrantar la libertad del otro. Si no hay un yo sin un tú, no puede haber libertad de autoposesión sin libertad que respete la vocación de toda persona: un ser en relación. La pedagogía franciscana debe tener bien presente lo anteriormente dicho para no crear monstruos que sólo busquen la autorrealización, al margen de los demás, y, para nosotros creyentes, al margen de Dios y del designio que él tiene sobre cada persona. El creyente no puede sino reconocerse como un ser vocacionado, un ser llamado a, un ser vocación. Por eso ya no se trata simplemente de elegir lo que uno mismo quiera hacer de sí, lo que uno quiera llegar a ser (vocación antropológica), sino que desde una antropología creyente, se han de tener presentes otros aspectos que deberán integrar y potenciar lo que uno quiere llegar a ser, lo que uno quiere hacer de sí, con lo que uno está llamado a ser (vocación teológica). Por otra parte la persona no puede renunciar a su libertad. Nuestros centros educativos deben, por tanto, preparar a las personas pa- 499 ra que asuman su libertad, y con ella la responsabilidad de ser ellas mismas y de asegurar su propio crecimiento. 3. La persona: un ser en constante devenir Acabamos de decir que la persona es una realidad abierta. Precisamente por ello, es una realidad incompleta, un proyecto inacabado, siempre en un proceso dinámico de llegar a ser. En este sentido la persona no es, sino que está siendo. El concepto de homo viator, como lo definían los filósofos y teólogos del medioevo, sigue siendo válido. La persona se va formando (dando forma) ininterrumpidamente, durante toda la vida. La persona es siempre ella misma, pero no la misma. La vida es proceso, proyecto nunca acabado, un continuo hacerse. Ser persona consiste, entonces, en estar optando siempre por dar en cada instante una nueva forma a la propia realidad personal; consiste en sentirse siempre en formación. Teniendo en cuenta esta realidad profundamente dinámica de la persona, la pedagogía franciscana tiene que ayudarla, en primer lugar, a sacar fuera lo que lleva dentro. Educar (e-ducere) significa precisamente eso: sacar fuera. La persona es un ser con muchas posibilidades y, en gran parte, es creación de sí mismo. En expresión de Alexis Carrel, “el hombre es mármol y escultor a la vez” de su propia realidad, por ello él es el primer responsable de su propio crecimiento, de su propia educación. La pedagogía franciscana ha de posibilitar a la persona el ser consciente de sus posibilidades más recónditas para hacerlas realidad, y, al mismo tiempo, ha de ayudarle a tomar conciencia de su propia responsabilidad en todo este “devenir”. La pedagogía franciscana ha de poner a la persona en situación que se sienta agente de su propia historia y destino, de su realidad personal. Llegar a ser lo que uno quiere ser y lo que uno está llamado a ser por vocación, no se puede delegar. Por ello una gran labor del educador franciscano es la de ayudar al educando a apropiarse, es decir, a entregarse a esta tarea, a dar cabida libremente en su vida a los valores o personas que configuran C07nterno:ACTAORDINIS 500 24-01-2008 16:37 Page 500 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 la persona como tal y, en nuestro caso, como creyente, a los valores y a las personas que nos configuran en cuanto tales. Pero, al mismo tiempo, la pedagogía franciscana ha de posibilitar que la persona se abra al proyecto de Dios: respuesta a la llamada en libertad responsable. En este sentido la pedagogía franciscana ha de ser necesariamente “vocacional”, en cuanto que intenta formar a la persona como ser abierto a la trascendencia, a un proyecto que Dios tiene sobre ella y que le permitirá ser realmente ella misma en plenitud. Desde esta perspectiva, la persona, a la vez que asume su responsabilidad en la propia educación, se ha de abrir al Otro, que con su gracia le va dando forma, la va formando. Por otra parte, la pedagogía franciscana ha de ser progresiva y gradual, teniendo en cuenta el ritmo de crecimiento de cada persona. Esto implica que, al mismo tiempo que tiene en cuenta todo el proceso de crecimiento de la persona y, por tanto, todo lo que ha de trasmitirse durante dicho proceso, la pedagogía franciscana ha de evidenciar algunos contenidos y valores en cada etapa, a fin que el crecimiento de la persona no sufra interrupciones, frenazos o saltos bruscos, y asegurar una continuidad entre una etapa y otra. Cada etapa debe ser continuación de la anterior y preparación para la siguiente. De ahí la importancia de una buena programación a corto, a medio y a largo plazo, así como la evaluación `parcial y global del proceso educativo. 4. La persona: un ser integral La persona no puede ser vista sólo desde una perspectiva, parcialmente o fragmentariamente. La persona es un ser con distintas dimensiones, todas ellas parte integral de la persona: la humana (antropológica, psicológica, moral), la intelectual, la social (relaciones), la creyente (espiritualidad) y la profesional (misión). La pedagogía franciscana no puede considerarse tal, sino tiene en cuenta todas estas dimensiones. Si no queremos educar personalidades fragmentadas, la pedagogía franciscana ha de tener en cuenta a la persona en su totalidad, a fin que pueda desarro- llar armónicamente sus dotes físicas, espirituales, morales, humanas e intelectuales. El desarrollo armónico del que estamos hablando exige también que la pedagogía franciscana logre que la educación impartida toque los cuatro centros vitales de la persona: corazón, en cuanto centro de la persona (trasformación), mente (contenidos actualizados), manos (práctica), y pies (una formación encarnada en la realidad en la que la persona está llamada a vivir). Este es un aspecto que me parece muy importante a tener presente en nuestros centros, si no queremos formar sólo cerebros sin corazón y sin herramientas que le posibiliten el caminar por la vida. 5. La persona: un ser que crece acompañado Hemos dicho que educar, según el significado etimológico, significa sacar fuera todas las posibilidades que la persona lleva dentro de sí misma. Educar, dentro de un proyecto educativo creyente, comporta también, como ya hemos dicho, poner a la persona en condiciones de poder responder a la vocación a la que ha sido llamada. Todo esto exige acompañamiento personalizado, testigos, y no sólo maestros, personas que autentifiquen los valores de los que hablan con su propia vida. El “maestro franciscano” ha de caracterizarse por mantener una relación peculiar con los discentes. El profesor no puede relacionarse con el alumno a partir de la función exclusiva de enseñar y aprender, sino de convivir con un estilo concreto de relación que la colorea el ser franciscano. En un tiempo en el que la educación deriva hacia la reducción técnica, que la convierte en un instrumento de reproducción social al servicio de intereses estructurales y que la entiende como una empresa que gestiona un producto –educación- para un tipo de consumidores, el modelo de educación franciscana refleja más bien el ideal humanista de transmisión del saber, de acompañamiento pedagógico, siempre dentro del respeto a la persona, y en el marco de los valores cristianos. Este nuevo elemento pedagógico y me- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 501 E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE todológico está hablando de un nuevo desafío a nuestros centros educativos: una cuidada selección de los profesores y una adecuada formación comtinua de los mismos, así como el buscar todos los caminos posibles para involucrar al máximo a los padres en la educación de los hijos. El problema de la educación en centros como los nuestros, y la crisis por la que tantas veces atraviesan, no está sólo en los contenidos, por los cuales ciertamente hemos de luchar para que preparen al hombre y al creyente del futuro. La crisis muchas veces está en quienes trasmiten los contenidos, como en la falta de coherencia de los padres, primeros responsables de la educación de sus hijos. La solución a tantos problemas que hoy tiene la educación (no ciertamente a todos), pasa por una formación al acompañamiento tanto de los padres como de los profesores. Aquí no se pueden ahorrar energías ni dinero. El compromiso por tener un profesorado según el proyecto educativo de nuestros colegios ha de considerarse prioritario. 3. Urgencias en la educación católica y franciscana hoy La educación es un arte complejo y con muchos desafíos por delante. Sin agotarlos todos, sólo quiero señalar aquí algunos que me parecen prioritarios. 1. Educar para ser amante de la vida Si la educación de la persona ha de ser integral, como ya se dijo, el elemento humano ha de tenerse muy en cuenta. Esto comporta, entre otras cosas, una visión positiva del cuerpo y una visión que subraye lo bello de la vida. El cuerpo no es sólo, ni fundamentalmente causa del pecado, sino que es “imagen” y “semejanza” del Creador. La vida no es sólo sufrimiento y dolor, hemos sido creados para ser felices ya aquí. Como cristianos y franciscanos, estamos llamados a trasmitir una visión del cuerpo que, sin idolatrarlo, lleve a descubrirlo como “sacramento”, y sin formar parte del reino del marketing y del culto al físico, lleve a contemplarlo como obra de Dios, “templo del Espíritu Santo” y por ello bello y hermoso. Aquí entra también todo lo relacio- 501 nado con la educación a la libertad afectiva que lejos de una actitud adolescente o narcisista, rigorista o laxista, lleve a nuestros niños y jóvenes a vivirla desde una perspectiva cristiana. 2. Educar para ser buenos profesionales Vivimos en una sociedad altamente competitiva, con todo lo que de bueno o malo pueda tener esto. Al mismo tiempo nuestra sociedad es una sociedad especializada. Esto está pidiendo una educación seria y exigente, de alta calidad, en nuestros centros para que nuestros niños y jóvenes puedan mañana optar por una determinada especialización y contar en este mundo de especialistas sin complejos alguno. 3. Educar evangelizando La educación/formación es considerada, por la Iglesia y por la Orden, como una plataforma fundamental de evangelización, como medio imprescindible para garantizar, dentro del pluralismo cultural que caracteriza a la sociedad de hoy, la presencia del pensamiento cristiano. Es por ello que las distintas Entidades con instituciones educativas están llamadas a continuar e incrementar sus esfuerzos en el campo educativo, para que no venga a menos esta encomiable labor de la educación/formación integral de los niños y jóvenes, tal y como la concibe el humanismo cristiano y franciscano. Teniendo en cuenta los condicionamientos culturales de hoy –relativismo, materialismo, pragmatismo y tecnicismo-, un centro educativo franciscano no puede renunciar a una referencia explícita al Evangelio de Jesucristo, con el intento de arraigarlo en la conciencia y en la vida de los niños y jóvenes. La referencia al Evangelio y, particularmente a la persona de Jesús, es clave para un discernimiento de los valores que hacen al hombre y los contravalores que lo degradan. Si Jesucristo eleva y ennoblece al hombre, da valor a su existencia, la referencia al Evangelio, y dentro de él a los valores franciscanos, ayudarán a formar personalidades fuertes, capaces de resistir al relativismo debilitante y de vivir coherentemente con la vocación cristiana. La referencia al C07nterno:ACTAORDINIS 502 24-01-2008 16:37 Page 502 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 Evangelio y a los valores franciscanos ayudarán a formar personalidades que, en espíritu de diálogo, den una contribución original y positiva a la edificación de la ciudad terrena. De este modo, los franciscanos y franciscanas de hoy, estaremos participando activamente en el diálogo cultural con nuestra aportación original y específica, a favor del verdadero progreso y de la formación integral del hombre. No podemos renunciar a esta labor, insustituible y urgente, ni podemos defraudar las muchas esperanzas que la Iglesia y la misma sociedad deposita en nuestras instituciones educativas. No ser fieles a esta misión significaría una pérdida no insignificante para la civilización, para el hombre y para la construcción de la sociedad. Para ello, no podemos dejar de examinarnos a nosotros mismos, en actitud de profunda autocrítica, para mejor responder a los nuevos retos planteados a la acción educativa cristiana y franciscana. Conclusión Al evidenciar los presupuestos antropológicos de la unicidad, la unidad, la relación y el ser histórico, que están a la base de una pedagogía franciscana que promueve el acompañamiento personalizado, la formación integral y relacional y que se cristaliza en un proyecto de vida, tan sólo he pretendido señalar algunas pistas para la reflexión. Es de esperar, por ello, que, a la luz de la espiritualidad franciscana, se continúen realizando todos los esfuerzos posibles para recuperar las indicaciones pedagógicas que nos vienen de nuestro patrimonio cultural, de tal modo que orienten y sostengan la labor educativa de nuestros centros. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro General 2. Convenzione tra i Vicariati Apostolici di Tripoli e Benghazi in Libia e l’Ordine dei Frati Minori La Chiesa in Libia, oggi espressa nel Vicariato Apostolico di Tripoli nella persona del suo Vescovo, Mons. Fra Giovanni Martinelli, OFM, e nel Vicariato Apostolico di Benghazi nella persona del suo Vescovo, Mons. Fra Silvestro Magro, OFM, e l’Ordine dei Frati Minori, nella persona del Rev.mo Fr. José R. Carballo, Ministro generale, in attuazione al prescritto del Diritto comune e particolare, stabiliscono la seguente Convenzione per regolare i reciproci rapporti per il bene della Chiesa in Libia e per la presenza della vita francescana. Quadro generale 1. L’Ordine conferma il sostegno e l’aiuto per la vita della Chiesa in Libia, nella comunione ecclesiale pastorale e secondo le direttive della Santa Sede. 2. Il sostegno si esprime con la presenza di almeno 8 (otto) Frati Minori (sacerdoti e non). Ad essi verranno affidati compiti di testimonianza e di ministero pastorale. Per i compiti di governo pastorale nei Vicariati si richiede l’accordo dei Superiori Maggiori. 3. I Frati Minori che lavorano nei Vicariati in Libia, durante la loro permanenza in questa missione, a norma della nostra legislazione vengono considerati ospiti della Provincia di Malta, la quale stipulerà un accordo con le Province d’origine dei Frati (Cf. SSGG 66). 4. La Curia generale affida l’attuazione della presente Convenzione alla Provincia di Malta, la quale nominerà un suo Delegato per accompagnare la vita e la missione delle due Fraternità. Reclutamento e formazione dei missionari 5. Il reclutamento dei missionari per i due Vicariati è affidato alle Chiese locali, in collaborazione con il Segretariato generale per l’Evangelizzazione, coinvolgendo le Province dei Frati già presenti o non in Libia (Malta, Filippine, India, Egitto, Polonia). 6. La Curia generale, attraverso il Moderatore per le missioni, unitamente ai Vicariati Apostolici s’impegna alla preparazione missionaria dei frati candidati e alla formazione permanente degli stessi. Per la prima preparazione dei nuovi mis- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 503 E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE sionari si chiede che i Frati candidati facciano prima un’esperienza di missione in uno dei due Vicariati. I loro Ministri Provinciali inviino al Ministro generale una lettera di presentazione, accompagnata da una valutazione dei Vicari Apostolici, e poi i nuovi missionari riceveranno l’obbedienza del Ministro generale con la quale seguiranno la formazione a Bruxelles e poi s’impegneranno nella missione in Libia almeno per sei anni, con un accordo scritto con la Provincia di Malta. 7. La Provincia di Malta assicurerà ai missionari almeno gli esercizi spirituali e una settimana di formazione permanente ogni anno. “Mutuae relationes” 8. La Curia generale, attraverso il Moderatore per le missioni, s’impegna ad incrementare la vita della Chiesa locale, soprattutto riguardo alla testimonianza nel contesto musulmano nelle forme possibili e richieste. 9. Ai Frati considerati dall’Ordine “missionari” a tutti gli effetti, i Vicari Apostolici assicurano la possibilità della vita secondo la Regola e le direttive dell’Ordine, sotto i legittimi superiori, rispettano l’autonomia dei Guardiani nel servizio di animazione delle Fraternità, a norma del diritto e tenendo conto della situazione attuale della Chiesa in Libia, e organizzano la sede del Vicariato e della Fraternità in due case distinte, per quanto è possibile. 10. Se i Frati vogliono intraprendere nelle due Chiese locali delle iniziative particolari nel campo sociale o pastorale, dovranno essere concordate con gli Ordinari e il Ministro Provinciale, e saranno a carico della Curia generale. 11. I Vicari Apostolici procureranno i documenti necessari per la residenza dei Frati, forniranno i mezzi adeguati per l’espletamento dei compiti richiesti (automezzi, risorse, ecc.) e i viaggi sostenuti per mandato degli Ordinari. I viaggi dei frati per l’Ordine o per motivi interni approvati dal superiore, sono a loro carico. 503 12. Il sostentamento, la manutenzione ordinaria delle case dipendono dai Vicariati Apostolici. 13. L’assistenza sanitaria dei frati è a carico dei Vicariati. Per ogni cura specializzata e prolungata devono rientrare in Provincia dove possono avvalersi dell’Assicurazione obbligatoria del loro paese d’origine. La vita dei Frati 14. I Frati Minori attualmente sono presenti in Libia in due comunità: una a Tripoli presso la Chiesa di San Francesco e l’altra a Benghazi presso la Chiesa dell’Immacolata Concezione di Maria. A esse siano iscritti tutti i Frati Minori presenti. Uno dei due Guardiani sia nominato come coordinatore delle attività comuni alle due fraternità (es. esercizi spirituali, formazione, ecc.) e come rappresentante dei Frati in Libia nella Conferenza Africana. 15. L’amministrazione interna della comunità è sottoposta al solo controllo dei Superiori Maggiori. 16. La fraternità locale provvede ad un contributo mensile adeguato per ogni missionario per le necessità. 17. Il periodo di riposo da passare nel paese d’origine o fuori dei Vicariati, è di 45 giorni ogni anno, inclusi il viaggio e gli esercizi spirituali. 18. La presente Convenzione è per tre anni. È rinnovata per il medesimo periodo se nessuna delle parti avanza richieste o modifiche per scritto, sei mesi prima della scadenza. Per il Vicariato Apostolico di Tripoli: † FR. GIOVANNI MARTINELLI, OFM Per il Vicariato Apostolico di Benghazi: † FR. SILVESTRO MAGRO, OFM Per la Provincia di Malta: FR. PAOLO GALEA, OFM Per l’Ordine dei Frati Minori: FR. JOSÉ R. CARBALLO, OFM, MIN. GEN. Prot: 098465 Data: 6 novembre 2007 C07nterno:ACTAORDINIS 504 24-01-2008 16:37 Page 504 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 3. Il Ministro generale invia nuovi missionari Roma, Chiesa S. Maria mediatrice, 08.12.2205 La celebrazione della Immacolata Concezione (8 dicembre) in Curia generale a Roma è stata segnata dall’invio in missione da parte del Ministro generale, Fr. José R. Carballo, di Fr. Paul Nguyen Thanh Hai, vietnamita per la Fraternità in Myanmar (Birmania) e Fr. Juro Tokalic, originario della Bosnia-Erzegovina per la Provincia di Nairobi in Africa. I due missionari avevano terminato il corso di formazione interfrancescana il 30 novembre, nella Fraternità Notre Dame des Nations a Bruxelles. Il gruppo dei nuovi missionari era formato da 8 Frati cappuccini, da 2 Frati conventuali e da 2 Frati minori. La sessione di prepara- zione, in lingua inglese, è durata tre mesi, da settembre a novembre, e si è conclusa con un ritiro spirituale con accompagnamento individuale. I missionari sono stati preparati da un’équipe interfrancescana. I Segretari generali per le missioni dei tre Ordini hanno partecipato alla valutazione finale che è risultata molto positiva ed arricchente, anche per chi era già in missione da qualche anno. Ciò ha confermato tutti nella convinzione che è molto importante continuare tale formazione missionaria e interfrancescana. Al termine, i due missionari Frati minori sono stati accompagnati in Italia per un pellegrinaggio a Roma e sui luoghi di San Francesco, ed hanno concluso la loro formazione in Curia generale con il mandato missionario. C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 505 E POSTULATIONE GENERALI 1. Beatification de Sœur Marie-Céline de La Présentation Bordeaux, Cathédrale Saint-André, 16.09.2007 1. Note di Cronaca Più di duemila fedeli hanno partecipato domenica 16 settembre 2007, nella cattedrale di Saint-André a Bordeaux, alla solenne Beatificazione della Venerabile Sr. MarieCéline de la Présentation (Germaine Castang), giovane clarissa del villaggio di Nojals, morta nel monastero di Talence-Bordeaux nel 1897 a soli 19 anni. Per la prima volta, la splendida cattedrale gotica, ricca di storia e di arte, ha visto compiersi un solenne rito di beatificazione sotto le sue volte. S. Em.za il Cardinale Jean-Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux e Bazas e Presidente della Conferenza Episcopale Francese, ha presieduto la celebrazione eucaristica. Con lui hanno concelebrato Monseigneur Michel Mouïsse, vescovo di Périgueux, nell’ambito della cui diocesi si trova Nojals, paese natale della Beata, Monseigneur Bernard Housset vescovo di La Rochelle et Saintes, dove sono presenti le clarisse nel monastero di Nieul-sur-Mer, Monseigneur Jacques David vescovo emerito d’Evreux et Monseigneur Jacques Blaquart vescovo ausiliare di Bordeaux. La solenne processione d’ingresso, composta da circa duecento concelebranti, ha avuto inizio alle ore 16, mentre il coro della cattedrale e l’assemblea eseguivano il significativo inno del maestro J. Berthier «Tressaillez de joie!». S.Em.za il Cardinale José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, in veste di Rappresentante del Santo Padre, ha presieduto il Rito di Beatificazione, previsto dalla liturgia dopo l’atto penitenziale. Facendo seguito alla petizione rivoltagli dal Card. Ricard e alla lettura del profilo biografico della Venerabile Sr. Marie Céline da parte di Monsieur Max Gatti, vice-postulatore della Causa, ha reso pubblica la Lettera Apostolica con la quale il Santo Padre Benedetto XVI ha elevato all’onore degli altari l’umile figlia di Santa Chiara, stabilendo nel contempo che la memoria liturgica della nuova Beata si possa celebrare ogni anno nei luoghi stabiliti, secondo il diritto, il 30 maggio, giorno della sua nascita al cielo. Un fragoroso applauso dell’assemblea ha accompagnato lo svelamento del ritratto della nuova Beata e l’ostensione della singolare reliquia, parte dei capelli recisi il giorno della sua vestizione religiosa, il 21 novembre 1896. Sr. Claire Isabelle, ex abbadessa del soppresso monastero delle clarisse di Pessac-Talence, comunità di appartenenza della Beata, e altre due anziane consorelle, hanno offerto l’omaggio dei ceri mentre tre ragazze di Nojals recavano bouquet di fiori. Molto opportunamente, per questo gesto di omaggio alla giovane Beata, erano stati scelti i fiori che lei stessa aveva indicato come simbolo delle virtù preferite: le viole che ne evocavano l’umiltà, le rose la carità, i gigli la purezza. Già la sera precedente la Cattedrale di Saint André aveva visto raccogliersi in preghiera una numerosa assemblea, per la veglia in preparazione alla Beatificazione. In quella occasione Mons. Bernard Peyrous, autore del libro “La Sainte de Bordeaux”, Editions de l’Emmanuel, ha presentato il profilo biografico e spirituale della nuova Beata, e ha sottolineato efficacemente l’importanza pastorale che l’evento della Beatificazione riveste per la diocesi di Bordeaux. Commovente, nel corso della medesima veglia , la testimonianza vocazionale di Sr. Marie de la Croix, abbadessa del monastero delle clarisse di La Rochelle, e la rinnovazione dei voti religiosi delle circa cinquanta clarisse presenti. Tra i numerosi pellegrini presenti al sacro rito si distinguevano per l’entusiasmo e C07nterno:ACTAORDINIS 506 24-01-2008 16:37 Page 506 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 la comprensibile emozione i circa cento parrocchiani di Nojals, guidati dal parroco André Chapuzet. Il piccolo villaggio di origine di Sr. Marie Céline, custodisce pressoché intatti i luoghi che furono teatro dell’infanzia di Germaine Castang e dal 2006 anche le reliquie del suo corpo qui traslate dall’ex-monastero di Talence-Pessac. La nostra Postulazione, che ha seguito la Causa di beatificazione della piccola Clarissa fin dall’inizio, era rappresentata a Bordeaux per la solenne cerimonia del 16 settembre dal Vice-Postulatore Generale, Fr. Giovan Giuseppe Califano, che all’indomani dell’avvenuta beatificazione ha incontrato a Nojals i familiari della novella Beata ed ha celebrato l’Eucaristia presso la sua tomba nella chiesa parrocchiale. FR. GIOVAN GIUSEPPE CALIFANO, OFM 2. Homelie de la Messe de Beatification Eminence, Frères et sœurs dans le Christ, Lorsqu’elle meurt au monastère des Clarisses de Talence, en 1897, l’année même de la mort de sainte Thérèse de l’Enfant-Jésus, sœur Marie-Céline de la Présentation n’a que 19 ans. Et on voit alors se produire à Bordeaux, dans les semaines, les mois et les années qui suivent, un phénomène inattendu, étonnant et surprenant : des hommes, des femmes, des prêtres, des religieuses viennent prier sur sa tombe, des prières lui sont confiées, des enfants lui sont présentés. L’abbé Louis Gabard, aumônier du couvent écrit: «Ce sont des gens de toute condition et de tout état, prêtres et laïques, habitant non seulement Bordeaux et les environs, mais parfois de très loin. Des étrangers venus à Bordeaux demandent à visiter la tombe : le nombre n’a fait que croître. Il ne se passe pas de jour sans qu’il y ait au moins quelque visite. Personne n’a rien fait pour créer, exciter ou ralentir ce mouvement. Cette dévotion paraît toute spontanée». La mémoire de Sr Marie-Céline restera très forte à Bordeaux, surtout entre les deux guerres mondiales. Beaucoup de Bordelais de souche m’ont partagé, ces temps der- niers, des souvenirs familiaux la concernant. Alors comment comprendre cette réputation de sainteté qui aboutit aujourd’hui à cette béatification? A vue humaine, très humaine, sans doute trop humaine, rien dans la vie de notre bienheureuse ne paraît extraordinaire, héroïque. Elle n’a vécu que quelques mois de vie religieuse, a très peu écrit et ne laisse pas derrière elle une doctrine spirituelle élaborée. Alors qu’est-ce qui fait son rayonnement? Disons-le tout de suite: ce qui fait sa sainteté, c’est sa réponse dans le quotidien des jours à l’amour du Seigneur. Sa vie pourtant a été difficile et les épreuves ne lui ont pas été épargnées. Epreuves physiques tout d’abord. Germaine Castang naît à Nojals, en Dordogne, dans le Périgord, le 23 mai 1878. Mais très vite va arriver pour elle une épreuve de santé. A quatre ans et demi, étant restée trop longtemps dans l’eau froide d’une rivière, elle en aura le pied déformé. Elle sera plus tard opérée mais devra vivre avec ce qui restera pour elle un handicap. Celui-ci sera longtemps un obstacle à son accueil dans une congrégation, alors qu’elle aspirait tant à être religieuse. De santé fragile, elle mourra comme d’autres membres de sa famille, de tuberculose pulmonaire. N’oublions pas qu’à cette époque, beaucoup mouraient très jeunes, en particulier dans les monastères. Aux épreuves physiques s’ajoutent les épreuves familiales. Son père étant incapable de rembourser ses dettes, la petite épicerie qu’il tenait et la maison familiale seront saisies et toute la famille devra aller vivre dans une masure insalubre, au lieu-dit Salabert. Le froid, la faim, la maladie, la mort de frères et sœurs plus jeunes seront au rendez-vous. On peut dire que Germaine a vécu ce qu’on appellerait aujourd’hui une vraie vie du Quart Monde. A quatorze ans, elle perdra sa mère, puis son frère Louis, s’occupera de son père au caractère fantasque et difficile. Elle verra malheureusement l’éclatement de la famille et l’impossible réconciliation de ses frères avec leur père. Son père acceptera qu’elle rentre en 1892 au Refuge des Sœurs de Nazareth, situé en haut du boulevard Saint-Ge- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 507 E POSTULATIONE GENERALI nès à Bordeaux. Pendant quatre ans, elle sera accueillie à l’ouvroir. Elle apprend à y faire mille petits travaux et vit dans un contexte humain où les relations entre les pensionnaires accueillies ne sont pas toujours des plus faciles. Elle sent en elle un appel très fort à la vie religieuse. Mais son tourment est de ne pas voir de congrégation où on pourrait la recevoir, avec son handicap, son état de santé et sa pauvreté. Et quelle joie ne sera pas la sienne quand la mère abbesse du couvent des Clarisses de Talence lui ouvrira les portes en 1896 ! Admise à faire son postulat, puis son noviciat, la maladie se rappellera à elle et c’est sur son lit de malade, qu’avant sa mort, on l’autorisera, dans des conditions tout à fait exceptionnelles, à faire sa profession solennelle. Alors, qu’est-ce qui fait le rayonnement de celle que l’Eglise déclare aujourd’hui bienheureuse ? Ce sont sa foi et sa confiance en Dieu. Depuis toute petite, elle a eu une relation forte à Dieu. Elle accueille jour après jour Son amour et se donne à Lui. La prière est pour elle son temps d’intimité avec le Seigneur. Elle y puise sa force, son endurance dans l’amour et sa persévérance. Bien sûr, sa première communion, sa prière à la chapelle du Refuge de Nazareth, son entrée chez les clarisses, ses quelques mois de vie religieuse révèleront quelque chose de l’intensité de sa vie avec le Seigneur. Mais c’est sa vie quotidienne qui est le lieu de sa réponse à Dieu, de son union à Celui qui a dit: «Ma nourriture, c’est de faire la volonté de celui qui m’a envoyé et d’accomplir son œuvre» (Jn 4,34). Cette présence de Dieu en elle adoucit un caractère qu’elle avait impétueux. Toute jeune, elle fait preuve d’une étonnante maturité. Elle aide, elle sert, elle prend sur elle, elle patiente, elle voit surtout le bien des autres. En un mot, elle aime en actes et en vérité. La sainteté, c’est l’accueil de cet amour du Seigneur en soi. Marie-Céline vient nous dire qu’elle peut être vécue à tous les âges de la vie. Contrairement à ce que beaucoup pensent, la sainteté n’est pas réservée aux adultes, à ceux qui ont toute une vie derrière eux, à ceux qui sont riches de toute une expérience. Il peut y avoir une sainteté de 507 l’enfant et une sainteté de l’adolescent. Marie-Céline nous en dessine le visage. C’est cet amour qu’elle garde dans son cœur qui marque ceux qui l’entourent. Déjà à l’ouvroir, les autres perçoivent cette lumière spirituelle qui rayonne d’elle. Ce sera encore plus évident pour les sœurs clarisses qui vont l’entourer pendant les quelques mois de sa vie religieuse. Et ce rayonnement se poursuivra de façon étonnante après sa mort. Marie-Céline vient ainsi nous rappeler que la fécondité évangélique n’est pas du même type que l’efficacité humaine. Elle surgit d’un cœur qui s’ouvre totalement à l’action et à l’amour de Dieu. Elle est le fruit d’une vie qui se donne, se livre avec le Christ et accepte de passer par la mort comme le grain tombé en terre (Jn 12, 24). C’est pourquoi dans l’Evangile, seuls ceux qui ont un cœur de pauvre, un cœur non encombré, peuvent recevoir pleinement la parole de grâce de Jésus. En eux, rien ne fait écran à la gratuité du don de Dieu. Leur faiblesse renvoie tout spontanément à la force transformante du Seigneur: «Je te loue, Père, dit Jésus, Seigneur du ciel et de la terre, d’avoir caché cela aux sages et aux intelligents et de l’avoir révélé aux tout petits» (Lc 10,21). En ce début d’année pastorale, écoutons cet appel à cette sainteté dans le quotidien que nous adresse notre nouvelle bienheureuse. N’hésitons pas à nous confier les uns les autres au Seigneur en invoquant son intercession. N’hésitons pas à lui confier chacun de nos diocèses. En effet, n’a-t-elle pas dit avant sa mort: «Au ciel je n’oublierai personne». Amen. JEAN-PIERRE CARDINAL RICARD Archevêque de Bordeaux Evêque de Bazas 3. Saluto del Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi al termine della celebrazione “Celebrate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo Nome”! (dal Salmo 33) È questo l’invito che ci rivolge con gioia C07nterno:ACTAORDINIS 508 24-01-2008 16:37 Page 508 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 l’umile clarissa di Nojals, elevata oggi alla gloria degli altari. E, con il cuore colmo di letizia, accogliamo volentieri questo invito e ci uniamo al canto della nuova Beata, magnificando il Signore onnipotente, sempre mirabile nei suoi Santi. Profondamente lieto, rendo grazie alla Provvidenza per avermi condotto a Bordeaux, per presiedere come umile rappresentante del Santo Padre, questa nuova Beatificazione. Ringrazio prima di tutto fraternamente Sua Eminenza il Cardinale Arcivescovo Jean-Pierre Ricard e il suo presbyterium per l’accoglienza cordiale che mi hanno riservato. Ringrazio anche voi tutti, Fratelli e Sorelle, per l’ imponente partecipazione ad una celebrazione che si iscrive tra le pagine più belle della storia di Bordeaux. Oggi una figlia di questa Chiesa, che vivendo nella povertà, ha saputo raggiungere, in pochissimo tempo, le vette della santità, ci viene presentata come modello di vita e di fedeltà incrollabile al Vangelo delle Beatitudini. Possiamo definire piccola, la nostra beata, non solo perché vissuta appena 19 anni, ma anche e soprattutto perché ha scelto di essere “Sorella povera di Santa Chiara”, e dunque piccola nel senso indicato da Gesù stesso quando parla del mistero nascosto ai sapienti, ma rivelato ai piccoli (cf. Lc 10,21). E così nella sua piccolezza la Beata Maria Celina della Presentazione è divenuta grande agli occhi di Dio e oggi l’esito del suo totale abbandono all’amore del Padre si manifesta a tutti. Se ci domandiamo come la nostra Beata ha conseguito questa capacità di camminare con il Signore con generosità assoluta, troveremo senza dubbio la risposta nella sua totale docilità all’azione dello Spirito Santo, Lui che, proprio in questa cattedrale, nel luglio del 1892 la colmò della sua presenza vivificante. Se me lo permettete, vorrei sottolineare diversi motivi che giustificano la nostra gioia e, di conseguenza, la nostra gratitudine al «Padre veramente santo e fonte di ogni santità» (Preghiera euc. II). Il primo motivo è che, da oggi, la Chiesa che è in Bordeaux ha ufficialmente una nuova amica presso Dio. In effetti, se la Chiesa, presentando i suoi figli migliori alla nostra venerazione, ce li indica come modelli, ce li propone anche come intercessori e amici. Come “amica”, la Beata Maria Celina della Presentazione non può dimenticare la Chiesa che l’ha generata alla Grazia, e di conseguenza, non può dimenticare l’Arcivescovo, il Clero, le sue Sorelle nella vita religiosa, i consacrati e il popolo di Dio che vive ed agisce in seno a questa Chiesa. Tuttavia, attraverso la beatificazione della piccola figlia di Nojais, la Chiesa ci offre anche un modello semplice ed imitabile di vita cristiana, adeguato a ognuno di noi, chiamati ad esprimere, nel “terribile quotidiano” (per riprendere un’espressione di Pio XI) la nostra fede nel Vangelo e a divenire testimoni credibili di Gesù Cristo. La nuova Beata, che ha vissuto un’esistenza povera, priva di eventi esaltanti, ma completamente pervasa dall’amore per il Signore e per i fratelli, ci conferma che anche noi possiamo raggiungere, in una gioiosa perseveranza, ciò che il Servo di Dio Giovanni Paolo II ha felicemente chiamato “la misura alta” della vita cristiana ordinaria”, ossia la santità. Esaltiamo dunque il nome del Signore e rendiamogli gloria, poiché Egli ha esaltato un’umile figlia del vostro popolo, che l’ha amato senza riserve, che ha scelto di essere sua per sempre, e che, come Francesco e Chiara d’Assisi, è divenuta trasparenza vivente del Vangelo. All’umile e coraggiosa Beata di Nojals, alla figlia ora illustre di questa Chiesa che è in Bordeaux e in Francia, alla gioiosa discepola del Poverello d’Assisi, a questa donna innamorata della povertà di Chiara, affido questa sera tutti coloro che sono presenti qui, in questa celebrazione storica della sua beatificazione, e chiedo per ognuno di essi la grazia di percorrere con audacia e fedeltà le vie del Vangelo. Che la Beata Maria Celina della Presentazione unisca la sua voce alla nsotra, invocando per la Chiesa e per la Famiglia Francescana vocazioni generose che sappiano C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 509 E POSTULATIONE GENERALI fare scelte coraggiose per il servizio dei poveri e per testimoniare il Vangelo della misericordia e della pace. Che la nuova Beata ottenga per noi dal Signore una nuova era di santità! Che il suo sorriso consoli i malati, gli afflitti e tutti coloro che invocano oggi con fiducia la sua intercessione e il suo conforto! GIUSEPPE CARD. SARAIVA MARTINS 4. Profilo Biografico della Beata M. Celina della Presentazione (1878-1897) La Beata M. Celina della Presentazione della Beata Vergine Maria (al secolo: Giovanna Germana Castang) nacque a Nojals, piccolo villaggio della Dordogna (Francia), nei pressi di Périgord, il 24 maggio 1878, quinta dei dodici figli dei coniugi Germano Castang e Maria Lafage, poveri coltivatori dei campi ma esemplari testimoni del Vangelo. Fu battezzata nello stesso giorno della nascita e posta sotto la protezione della Madre del Signore, celebrata in quel giorno con il titolo di Ausiliatrice. Nel 1882, a soli quattro anni, per aver giocato imprudentemente con i suoi fratelli nell’acqua gelida del ruscello Bournègue, poco distante dalla casa, fu colpita dalla poliomielite, che la privò dell’uso della gamba sinistra. Da quel momento, per tutti, Giovanna Germana fu “la boîteuse”. Nonostante la sua anomalia, la fanciulla non si chiuse in se stessa, ma si rese disponibile nel disbrigo delle faccende domestiche e nella cura dei fratelli e delle sorelle minori. Iniziò a frequentare la scuola del paese, diretta dalle Suore di san Giuseppe d’Aubenas, mostrando una intelligenza viva e un carattere gioviale e iniziò pure a partecipare alle attività parrocchiali. Purtroppo, a partire dalla primavera del 1887 una serie di prove e di eventi luttuosi si abbatté sulla famiglia Castang, tra cui gravi difficoltà economiche, che determinarono l’abbandono della bella casa e il trasferimento in un alloggio di fortuna, nella località chiamata Salabert, in campagna. Nell’estrema indigenza in cui venne a trovarsi la famiglia, Giovanna Germana, che contava appena dieci anni, seppe dimo- 509 strare una generosità e una compassione straordinaria per la sua età: si rendeva utile in ogni modo per alleviare il disagio dei suoi cari, mostrandosi servizievole e gioviale. Un triste giorno poi, quando la dispensa non ebbe più nulla da offrire, seppe vincere l’amor proprio, e andò a questuare per il villaggio il vitto necessario alla famiglia. A queste difficoltà materiali si aggiungeva la pena di dover abbandonare la scuola e di non poter più frequentare quotidianamente la chiesa parrocchiale, troppo lontana da raggiungere. Desiderosa di risparmiare alla famiglia altre sofferenze, determinò infine di offrirsi vittima al Signore: il cielo sembrò gradire quel giovane olocausto perché di lì a poco il papà riuscì a trovare un modesto lavoro e a trasferirsi, nell’autunno 1890, con la famiglia a Bordeaux. Nella speranza di ovviare alla grave menomazione al piede, il 7 febbraio 1891, Giovanna Germana fu ricoverata presso l’ospedale infantile di Bordeaux per essere sottoposta ad intervento chirurgico. Accolse la prova con “angelica pazienza”, sopportando le sofferenze dell’operazione. Nei cinque mesi di degenza, come testimoniarono le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, infermiere dell’ospedale, fu un modello di amabilità e di rassegnazione, prestando piccoli servizi agli altri ammalati. Nel giugno 1891, mentre lentamente recuperava la salute, Giovanna Germana sperimentò un nuovo dolore, perché due dei fratelli più piccoli si ammalarono gravemente di febbre infettiva e morirono. Nel mese di luglio 1891, ancora convalescente, la Beata faceva il suo ingresso nell’Istituto “Nazareth” di Bordeaux, diretto dalle Suore di Gesù-Maria di Le Dorat, e che accoglieva ragazze in difficoltà, per ricevere quelle cure che la famiglia non poteva più offrirle. Fu quello un periodo fecondo della sua vita, durante il quale iniziò a discernere con più chiarezza la volontà di Dio su di lei. Il 12 giugno 1892 si accostò per la prima volta alla comunione eucaristica con straordinaria devozione e nel successivo mese di luglio ricevette la cresima dal Card. Lecot nella cattedrale di Bordeaux. Già a C07nterno:ACTAORDINIS 510 24-01-2008 16:37 Page 510 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 quel tempo Giovanna Germana dava l’impressione di vivere costantemente alla presenza di Dio, compiendo con esattezza quanto le veniva affidato nel lavoro e trasmesso nello studio. Sul finire di quell’anno altri lutti vennero a provare ulteriormente la famiglia e a purificare col dolore il cuore dell’adolescente. Il 29 dicembre 1892, la mamma Maria Lafage, per l’improvviso aggravarsi di un’ernia trascurata, morì. Otto giorni dopo, anche il fratello maggiore Luigi, tornato dall’ esercito affetto da tubercolosi, dopo essere stato amabilmente assistito da Giovanna Germana, venne a mancare. In questa duplice prova fu ammirevole lo spirito di fede della Beata, vero angelo consolatore del padre e dei suoi cari. Rimasta ad accudire le due sorelle più piccole, Lubina e Lucia, che aveva condotto con sé all’istituto Nazareth di Bordeaux, Giovanna Germana, andava ormai orientandosi verso una completa donazione al Signore. Quando, nel 1893, le suore di San Giuseppe d’Aubenas, congregazione alla quale apparteneva la sorella maggiore Lucie, con il nome di Sr. Maria di San Germano, si offrirono per accogliere nel loro educandato le due piccole orfane, la Beata fu libera di pensare a se stessa, perseguendo il proprio ideale di consacrazione. Le sue prime richieste si indirizzarono presso le clarisse di Bordeaux e poi verso le Suore di Gesù-Maria di Le Dorat, ma entrambe furono respinte, a motivo della sua claudicazione e della giovane età. Rimase dunque presso l’educandato “Nazareth” fino al compimento del diciassettesimo anno, attendendo pazientemente il giorno stabilito da Dio. Il 6 aprile 1896, lunedì di Pasqua, dopo aver visitato con grande devozione il Santuario di Notre Dame de Talence, chiese un colloquio con le clarisse del vicino monastero “Ave Maria”, che conquistate dalla sua straordinaria umiltà e dall’amabilità del suo carattere, promisero di accoglierla, nonostante la sua menomazione fisica. Il 12 giugno 1896, Festa del Sacro Cuore, fece il suo ingresso come postulante. Era la méta a cui aveva aspirato fin da bambina, e alla quale il Cristo la aveva condotta per mano, anche attraverso l’esperienza della sofferenza. Dopo cinque mesi di probandato, il 21 novembre 1896, festa della Presentazione al tempio della Vergine Santissima, a 18 anni, Giovanna Germana vestiva l’abito francescano e assumeva il nome religioso di Suor Maria Celina della Presentazione della Beata Vergine Maria. Ancora una volta, come nel giorno del battesimo, la vita di quest’umile creatura era affidata alla materna custodia della Madre di Dio. “Lasciando le vesti del mondo, pregherò Gesù di bandire ogni pensiero inutile dal mio cuore e di darmi lo spirito religioso; indossando l’abito di clarissa, pregherò lo Sposo mio di rivestirmi dello spirito della mortificazione, della rinuncia e della penitenza; cingendomi del cordone. Gli chiederò di liberarmi dalla falsa libertà e di unirmi a sè con le catene del suo santo amore; mettendomi il santo velo, Lo supplicherò di nascondermi alla vista delle creature. Io voglio vivere nascosta in Dio”. Questi propositi, che la Beata tracciò nel piccolo quaderno di note personali, alla vigilia della sua vestizione, furono da lei luminosamente vissuti nei mesi di noviziato. Nel chiostro Sr. Maria Celina restò fedele alle sue antiche abitudini di carità, alle quali già si era esercitata nel mondo, moltiplicando i piccoli gesti di servizio e di abnegazione a favore delle sue sorelle, ma soprattutto progredì nella via dell’umiltà, della mortificazione e del nascondimento. La salute della giovane novizia cominciò, però, ben presto a declinare. L’infermità, manifestatasi in una grave forma di tubercolosi, rivelò la grandezza della sua fede e la ferma volontà di voler completare nel suo fragile corpo quanto ancora manca alla Passione di Cristo, a vantaggio del suo Corpo che è la Chiesa (cfr. Col 1,24). Scriveva nel suo diario a pochi giorni dalla preziosa morte: “Non gradisci olocausto né vittima: eccomi! Sono venuta per prendere la croce. Mi offro vittima come Gesù…fino a questo momento ho sacrificato tutto: affetti, pensieri.. dovrò ora essere meno generosa? Oh, no! Eccomi: tagliate C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 511 E POSTULATIONE GENERALI bruciate amputate fate di me ciò che gradite, purché il mio amore per voi aumenti sempre più e più! Solo questo chiedo!”. Il 30 maggio 1897, dopo 190 giorni dal suo ingresso nel noviziato, emessa la Professione religiosa “in articulo mortis“, Suor Maria Celina faceva il suo ingresso trionfale nell’eternità dei Santi. Nell’ ultimo biglietto scritto alla sorella suora aveva confidato: “Mia piccola cara sorella, son ben contenta che presto apprenderete la notizia della mia morte,…state ben tranquilla,…. il giorno della mia morte sarà per me il più bello…”. Nello stesso anno sarebbe morta a Liseux la “piccola” Teresa di Gesù Bambino, sua conterranea, anch’ella fattasi dono di amore per la vita dei fratelli. 2. La beatificazione di ventinove Martiri Frati Minori Roma, Piazza S. Pietro, 28.10.2007 1. Homilía del Cardenal José Saraiva Martins en la beatificación de los Mártires españoles Eminentísimos señores cardenales; excelentísimos señores obispos y hermanos en el sacerdocio; respetables autoridades; hermanas y hermanos en Cristo: 1. Por encargo y delegación del Papa Benedicto XVI, he tenido la dicha de hacer público el documento mediante el cual el Santo Padre proclama beatos a 498 mártires que derramaron su sangre por la fe durante la persecución religiosa en España, en los años 1934, 1936 y 1937. Entre ellos hay obispos, sacerdotes, religiosos, religiosas y fieles laicos, mujeres y hombres; tres de ellos tenían dieciséis años y el mayor setenta y ocho. Este grupo tan numeroso de beatos manifestaron hasta el martirio su amor a Jesucristo, su fidelidad a la Iglesia católica y su intercesión ante Dios por todo el mundo. Antes de morir perdonaron a quienes les perseguían –es más, rezaron por ellos-, como consta en los procesos de beatificación instruidos en las archidiócesis de Barcelo- 511 na, Burgos, Madrid, Mérida-Badajoz, Oviedo, Sevilla y Toledo; y en las diócesis de Albacete, Cartagena, Ciudad Real, Cuenca, Gerona, Jaén, Málaga y Santander. El Catecismo de la Iglesia católica afirma: “El martirio es el supremo testimonio de la verdad de la fe” (n. 2473). En efecto, seguir a Jesús significa seguirlo también en el dolor y aceptar las persecuciones por amor del Evangelio (cf. Mt 24, 9-14; Mc 13, 9-13; Lc 21, 12-19): “Y seréis odiados de todos por causa de mi nombre” (Mc 13, 13; cf. Jn 15, 21). Cristo nos había anticipado que nuestras vidas estarían vinculadas a su destino. 2. El logotipo de esta beatificación, de una importancia notable por el gran número de nuevos beatos, tiene como elemento central una cruz de color rojo, símbolo del amor llevado hasta derramar la sangre por Cristo. Acompaña a la cruz una palma estilizada, que intencionalmente se asemeja a unas lenguas de fuego, en la que vemos representada la victoria alcanzada por los mártires con su fe que vence al mundo (cf. 1 Jn 1, 4), así como también el fuego del Espíritu Santo que se posa sobre los Apóstoles el día de Pentecostés, y asimismo la zarza que arde y no se consuma con una llama, en la que Dios se presenta a Moisés en el relato del Éxodo y es expresión de su mismo ser: el Amor que se da y nunca se extingue. Estos símbolos están enmarcados por una leyenda circular, que recuerda un mapa del mundo: “Beatificación mártires de España”. Dice “mártires de España” y no “mártires españoles”, porque España es el lugar donde fueron martirizados, y es también la patria de gran parte de ellos, pero hay también quienes provenían de otras naciones, concretamente de Francia, México y Cuba. En cualquier caso, los mártires no son patrimonio exclusivo de una diócesis o una nación, sino que, por su especial participación en la cruz de Cristo, Redentor del universo, pertenecen al mundo entero, a la Iglesia universal. Se han elegido como lema para esta beatificación unas palabras del Señor recogidas en el Evangelio de san Mateo: “Vosotros sois la luz del mundo” (Mt 5, 14). Como de- C07nterno:ACTAORDINIS 512 24-01-2008 16:37 Page 512 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 clara el concilio Vaticano II al comienzo de su constitución sobre la Iglesia, “Jesucristo es la luz de las gentes” (Lumen gentium, 1); esa luz se refleja a lo largo de los siglos en el rostro de la Iglesia y hoy, de manera especial, resplandece en los mártires cuya memoria estamos celebrando. Jesucristo es la luz del mundo (cf. Jn 1, 5-9), que alumbra nuestras inteligencias para que, conociendo la verdad, vivamos de acuerdo con nuestra dignidad de personas humanas y de hijos de Dios y seamos también nosotros luz del mundo que alumbra a todos los hombres con el testimonio de una vida vivida en plena coherencia con la fe que profesamos. 3. “He combatido bien mi batalla, he corrido hasta la meta, he mantenido la fe” (2 Tm 4, 7). Así escribe san Pablo, ya al final de su vida, en el texto de la segunda lectura de este domingo. Con su muerte, estos mártires hicieron realidad las mismas convicciones de san Pablo. Los mártires no consiguieron la gloria sólo para sí mismos. Su sangre, que empapó la tierra, fue riego que produjo fecundidad y abundancia de frutos. Así lo expresaba, invitándonos a conservar la memoria de los mártires, el Santo Padre Juan Pablo II en uno de sus discursos: “Si se perdiera la memoria de los cristianos que han entregado su vida por confesar la fe, el tiempo presente, con sus proyectos y sus ideales, perdería una de sus características más valiosas, ya que los grandes valores humanos y religiosos dejarían de estar corroborados por un testimonio concreto inscrito en la historia” (Discurso a los participantes en la VIII sesión pública de las Academias pontificias, 3 de noviembre de 2003, n. 2: L’Osservatore Romano, edición en lengua española, 21 de noviembre de 2003, p. 6). No podemos contentarnos con celebrar la memoria de los mártires, admirar su ejemplo y seguir adelante en nuestra vida con paso cansino. ¿Qué mensaje transmiten los mártires a cada uno de nosotros aquí presentes? Vivimos en una época en la cual la verdadera identidad de los cristianos está constantemente amenazada y esto significa que ellos o son mártires, es decir adhieren a su fe bautismal en modo coherente, o tienen que adaptarse. Ya que la vida cristiana es una confesión personal cotidiana de la fe en el Hijo de Dios hecho hombre, esta coherencia puede llegar en algunos casos hasta el derramamiento de la sangre. Pero como la vida de un solo cristiano donada en defensa de la fe tiene el efecto de fortalecer la de toda la Iglesia, el hecho de proponer el ejemplo de los mártires significa recordar que la santidad no consiste solamente en la reafirmación de valores comunes para todos, sino en la adhesión personal a Cristo Salvador del cosmos y de la historia. El martirio es un paradigma de esta verdad desde el acontecimiento de Pentecostés. La confesión personal de la fe nos lleva a descubrir el fuerte vínculo entre la conciencia y el martirio. “El sentido profundo del testimonio de los mártires –según escribía el cardenal Ratzinger-, está en el hecho de que testimonian la capacidad de la verdad sobre el hombre como límite de todo poder y garantía de su semejanza con Dios. En este sentido los mártires son los grandes testigos de la conciencia, de la capacidad otorgada al hombre de percibir, más allá del poder, también el deber, y por lo tanto de abrir el camino hacia el verdadero progreso, hacia la verdadera elevación humana” (J. RATZINGER, Elogio della coscienza, Roma, Il Sabato, 16 de marzo de 1991, p. 89). 4. Los mártires se comportaron como buenos cristianos y, llegado el momento, no dudaron en ofrendar su vida de una vez con el grito “¡Viva Cristo Rey!” en los labios. A los hombres y a las mujeres de hoy nos dicen en voz muy alta que todos estamos llamados a la santidad; todos, sin excepción, como ha declarado solemnemente el concilio Vaticano II al dedicar un capítulo de su documento más importante —la constitución dogmática Lumen gentium, sobre la Iglesia— a la “llamada universal a la santidad” (Lumen gentium, cap. V). Dios nos ha creado y redimido para que seamos santos. No podemos contentarnos con un cristianismo vivido tibiamente. La vida cristiana no se reduce a unos actos de piedad individuales y aislados, si- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 513 E POSTULATIONE GENERALI no que ha de abarcar cada instante de nuestros días sobre la tierra. Jesucristo ha de estar presente en el cumplimiento fiel de los deberes de nuestra vida ordinaria, entretejida de detalles aparentemente pequeños y sin importancia, pero que adquieren relieve y grandeza sobrenatural cuando están realizados con amor a Dios. Los mártires alcanzaron la cima de su heroísmo en la batalla en la que dieron su vida por Jesucristo. El heroísmo al que Dios nos llama se esconde en las mil escaramuzas de nuestra vida de cada día. Hemos de estar persuadidos de que nuestra santidad —esa santidad, no lo dudemos, a la que Dios nos llama— consiste en alcanzar lo que Juan Pablo II ha llamado el “alto grado de la vida cristiana ordinaria” (Novo millennio ineunte, 31). El mensaje de los mártires es un mensaje de fe y de amor. Debemos examinarnos con valentía, y hacer propósitos concretos, para descubrir si esa fe y ese amor se manifiestan heroicamente en nuestra vida. Heroísmo también de la fe y del amor en nuestra actuación como personas insertas en la historia, como levadura que provoca el fermento justo. La fe, nos dice Benedicto XVI, contribuye a purificar la razón, para que llegue a percibir la verdad (cf. Deus caritas est, 2829). Por eso, ser cristianos coherentes nos impone no inhibirnos ante el deber de contribuir al bien común y moldear la sociedad siempre según justicia, defendiendo —en un diálogo informado por la caridad— nuestras convicciones sobre la dignidad de la persona, sobre la vida desde la concepción hasta la muerte natural, sobre la familia fundada en la unión matrimonial una e indisoluble entre un hombre y una mujer, sobre el derecho y deber primario de los padres en lo que se refiere a la educación de los hijos y sobre tantas otras cuestiones que surgen en la experiencia diaria de la sociedad en que vivimos. Concluimos, unidos al Papa Benedicto XVI y a la Iglesia universal, que vive en los cinco continentes, invocando la intercesión de los mártires beatificados hoy y acudiendo confiadamente a Nuestra Señora, Reina 513 de los mártires, para que, inflamados por un vivo deseo de santidad, sigamos su ejemplo. CARDENAL JOSÉ SARAIVA MARTINS 2. Perfil de los Mártires 1. Mártires de Toledo El P. Víctor Chumillas, guardián del Convento-seminario Franciscano de Consuegra (Toledo), los PP. Ángel Ranera, Vicario de la comunidad, Domingo Alonso, Martín Lozano, Julián Navío y Benigno Prieto, profesores, y los estudiantes de teología Fr. Marcelino Ovejero, Fr. José de Vega, Fr. José Álvarez, Fr. Andrés Majadas, Fr. Santiago Mate, Fr. Alfonso Sánchez, Fr. Anastasio González, Fr. Félix Maroto, Fr. Federico Herrera, Fr. Antonio Rodrigo, Fr. Saturnino Río, Fr. Ramón Tejado, Fr. Vicente Majadas y Fr. Valentín Diez formaban parte de la comunidad franciscana de Consuegra, compuesta por nueve sacerdotes, 19 estudiantes clérigos y cuatro hermanos no clérigos. La comunidad fue cercada en su convento el 21 de julio de 1936 y expulsada del mismo por las autoridades locales el 24 de julio. Desde el 24 hasta su encarcelamiento, los religiosos estuvieron acogidos en casas de familiares y bienhechores. Entre el anochecer del 9 de agosto y las primeras horas de la mañana del día 10, todos los franciscanos fueron encarcelados en la prisión municipal, por orden del alcalde. Todos iban gozosos de haber sido dignos de padecer por Cristo -dice en su relato el P. Chumillasy el reencuentro aumentó el gozo fraterno. El día 11 fueron trasladados, junto con todo el clero y religiosos del pueblo, a la iglesia de Santa Maria, convertida en prisión. Los días de cárcel los pasaron preparándose al martirio con la oración, la confesión sacramental, el perdón mutuo, las exhortaciones del P. Chumillas y la renovación de la profesión religiosa. Poco después de las 12 de la noche del 15 de agosto, los 20 franciscanos nombrados fueron sacados de la prisión y conducidos en un camión al lugar llamado Boca de Balondillo, del término de Fuente el Fresno C07nterno:ACTAORDINIS 514 24-01-2008 16:37 Page 514 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 (Ciudad Real). Allí fueron fusilados en la madrugada del 16 de agosto de 1936. El alcalde de Consuegra y otros miembros del Ayuntamiento les dieron el tiro de gracia. Por el camino hacia el martirio, los franciscanos fueron rezando. Al ser bajados del camión, entonaron el Libera me, Domine. El P. Chumillas les exhortó a morir por Cristo con la certeza de ganar el cielo. Sus últimas palabras al alcalde fueron: “Estamos dispuestos a morir por Cristo”. Murieron clamando: ¡Viva Cristo Rey! ¡Perdónalos, Señor, que no saben lo que hacen! El P. Félix Pinto, que había pasado casi toda su vida de sacerdote en Filipinas, pertenecía a la comunidad de Pastrana en 1936. A primeros de septiembre fue detenido, maltratado y conminado a blasfemar. Su negativa a ello y su defensa de la religión ante los milicianos, la tarde del 6 de septiembre hizo que esa misma noche, en la madrugada del 7 de septiembre de 1936, fuese asesinado por el alcalde de Pastrana y por los milicianos en el término de Hueva (Guadalajara). Sus últimas palabras fueron: “¡Yo os perdono! ¡Viva Cristo Rey!” El P. Perfecto Carrascosa pertenecía a la comunidad de Madrid, como secretario provincial desde 1935. Refugiado en casa de sus padres, en Villacañas, fue sacado de ella en la madrugada del 14 de septiembre y encarcelado. En la prisión recibió muchas veces fuertes torturas para forzarle a blasfemar, confortó a los compañeros de cárcel y los exhortó y preparó al martirio. Fue asesinado, junto con cinco seglares, en el cementerio de Tembleque (Toledo), el 17 de octubre de 1936. Los cuerpos de estos 22 Siervos de Dios reposan en la capilla dedicada a ellos en la iglesia franciscana de San Juan de los Reyes, en Toledo. P. JOSÉ PRIETO DEL POZO Vice-Postulador. • Fr. Víctor Chumillas Fernández. Nació en Olmeda del Rey (Cuenca), el 28 de julio de 1902. Desde pequeño manifestó deseo de ir a las misiones y de ser mártir. Profesó en la Orden Franciscana en Arenas de San Pedro (Ávila) en 1918. Fue ordenado sacerdote en 1925. Profesor en los seminarios de la Provincia Franciscana de Castilla. En todos los lugares dejó una limpia estela de virtudes, bondad y celo apostólico. Notable fue su apostolado con la pluma en las revistas “Cruzada Seráfica” y “Hogar Antoniano”, en las que defendió la fe de la Iglesia y la expuso a pequeños y mayores cuando en España era tan combatida. Encarcelado, con toda su comunidad, en agosto de 1936, supo ser el pastor que preparó, confortó y animó a todos ante el martirio por Cristo, el cual padeció, con cinco sacerdotes y 14 estudiantes teólogos de su comunidad, en Boca de Balondillo (Fuente El Fresno, Ciudad Real), el 16 de agosto de 1936. Está sepultado, con todos ellos, en la iglesia franciscana de San Juan de los Reyes, de Toledo. • Fr. Ángel Hernández-Ranera de Diego. Nació en Pastrana (Guadalajara) el 1 de octubre de 1877. De genio vivo, piadoso, acólito-sacristán de las concepcionistas de su pueblo, en el cual había entonces mas de 15 franciscanos, sintió nacerle la vocación en el trato con ellos. Vistió el hábito franciscano el 29 de octubre de 1892, y en él profesó al año siguiente. Emitió su profesión perpetua en 1897 y fue ordenado sacerdote el 9 de junio de 1900. Misionero en Filipinas. Regresado a España en 1929, residió tres años en Alcázar de San Juan (Ciudad Real) como vicario y profesor del seminario, y tres en Quintanar de la Orden (Toledo) como vicario, discreto y maestro de hermanos no clérigos. Con los mismos cargos fue destinado a Consuegra en 1935. Fue el confesor de ese seminario. Sus feligreses filipinos le recuerdan como sacerdote piadoso y diligente en su ministerio, generoso y caritativo, querido por el pueblo y respetado por las autoridades. La vida del P. Ángel Ranera, entregada por entero al Señor, tuvo una digna culminación en el martirio, que repetidas veces manifestó desear y que tuvo lugar en Fuente el Fresno, el 16 de agosto de 1936. • Fr. Domingo Alonso de Frutos. Nacido en Navares de Ayuso (Segovia) el 12 de mayo de 1900. Al ver su devoción como acólito de la parroquia, el magistral de Segovia lo invitó a hacerse sacerdote y religioso. Su C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 515 E POSTULATIONE GENERALI decisión de hacerse fraile se impuso a la disuasión de los mayores. E1 22de julio de 1915 tomaba el hábito en el convento de Pastrana, donde profesó al año siguiente e hizo su profesión perpetua en 1921. Licenciado y Doctorado en Teología, fue ordenado sacerdote el 18 de mayo de 1924 fue ordenado sacerdote en Calbayog (Samar, Filipinas). Profesor de teología dogmática y maestro de disciplina. Era sencillo, prudente, austero, bastante callado. No jactancioso, muy trabajador y cumplidor de sus deberes, sin que por ello se dispensase de la oración comunitaria. Bien preparado y dotado intelectualmente, desempeñaba con competencia su tarea de profesor, si bien la debilidad de su carácter hizo que su labor como maestro de disciplina no fuese siempre acertada en las situaciones conflictivas del teologado. En la revista “Cruzada Seráfica” publicó bastantes artículos, la mayoría de ellos sobre la misericordia de Dios y la contrición en los sacramentos. Estuvo siempre dispuesto al martirio. Cuando los milicianos le dijeron que se bajase del camión que los llevaría a la muerte, contestó: «Domingo no se baja, que Domingo irá donde vayan sus hermanos». Con 19 de ellos fue inmolado en Fuente el Fresno, el 16 de agosto de 1936. • Fr. Martín Lozano Tello. Nació en Corral de Almaguer (Toledo) el 19 de septiembre de 1900. Desde pequeño se sintió atraído por el estado religioso. Vistió el hábito franciscano en Pastrana en 1916, donde profesó en 1917. Allí cursó la filosofía y el primer año de teología, y emitió su profesión perpetua en 1921. Los otros tres años de teología los cursó en Consuegra (Toledo). Fue ordenado sacerdote en 1925. Licenciado en Sagrada Escritura, empezó su labor en el teologado franciscano de Consuegra como profesor y maestro de disciplina. De natural era bien dotado intelectualmente, introvertido, emotivo, tímido y débil de carácter para enfrentarse a las situaciones conflictivas, lo cual le llevó a renunciar al cargo de maestro de estudiantes de teología. Era amante del estudio, cumplidor de sus deberes, piadoso, sencillo, no dado a disputas ni criticas, prudente, indulgente en 515 las calificaciones, y sabia encajar los desaires que recibía. A pesar de su timidez, estaba dispuesto al martirio. Días antes de la guerra civil, le dijo una persona: «Cómo anda usted por la calle vestido de hábito? Le van a matar». Y él contestó: «Tengo la mortaja puesta. Cuando gusten, pueden hacer de nosotros lo que quieran». Fue asesinado en Fuente el Fresno (Ciudad Real) el 16 de agosto de 1936. • Fr. Julián Navío Colado. Nació el 12 de agosto de 1902 en Mazarete (Guadalajara). Tomó el hábito en Arenas de San Pedro (Ávila) en 1919. Allí hizo su profesión temporal en 1920. Los últimos tres años de teología los cursó en Consuegra, donde hizo sus votos perpetuos en 1925. Fue ordenado sacerdote en 1927. Profesor de Historia de la Iglesia, de Historia de la Orden y de su Provincia. Éste fue casi el único apostolado que ejerció. Como profesor y formador era apreciado por todos y considerado como el profesor ideal por su preparación de las clases y el desarrollo de las mismas. Fue asesinado con 19 hermanos de hábito el 16 de agosto de 1936 en Fuente el Fresno (Ciudad Real). • Fr. Benigno Prieto del Pozo. Nació el 25 de noviembre de 1906 en Salce (León). Tomó el hábito franciscano el año 1922 y emitió su profesión temporal al año. Su profesión perpetua tuvo lugar en Consuegra en 1927. A finales de 1930 fue ordenado sacerdote. Maestro de estudiantes y profesor, colaborador en la revista “Cruzada Seráfica” y Asistente de la OFS. En los días de prisión dejó bien impreso en los testigos su espíritu de prudencia, oración, fortaleza y solicitud por sus discípulos. Fue asesinado en Fuente el Fresno (Ciudad Real) con 19 hermanos de hábito el 16 de agosto de 1936. • Fr. Marcelino Ovejero Gómez. Nació en Becedas (Ávila) el 13 de febrero de 1913. Vistió el hábito franciscano en Arenas de San Pedro (Ávila) en 1928. Hizo su profesión temporal en 1929. No llegó a emitir la profesión perpetua ni a recibir Ordenes sagradas por estar sujeto al servicio militar. Cursó el trienio de filosofía en Pastrana (Guadalajara), el primer curso de teología en Alcázar de San Juan y los tres restantes C07nterno:ACTAORDINIS 516 24-01-2008 16:37 Page 516 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 de teología en Consuegra (Toledo), entre 1929 y 1936, año en que sufrió el martirio el 16 de agosto, en Fuente el Fresno (Ciudad Real). • Fr. Alfonso Sánchez Hernández-Ranera. Nació en Lérida el 26 de enero de 1915. Ingresó en el seminario menor franciscano de Alcázar de San Juan (Ciudad Real) en 1926. Allí hizo dos cursos de humanidades. El tercero, cuarto y quinto los cursó en La Puebla de Montalbán (Toledo) en dos años. Vistió el hábito franciscano en Arenas de San Pedro (Ávila) el 1 de junio de 1930. Profesó votos temporales el 2 de junio de 1931. El trienio filosófico lo cursó en Pastrana (Guadalajara) de 1931 a 1934. De 1934 a 1936 aprobó los dos primeros años de teología en Consuegra (Toledo), donde hizo su profesión perpetua el 17 de mayo de 1936. El 6 y 7 de junio de ese año recibió, en Ciudad Real, la tonsura y las cuatro Ordenes Menores. • Fr. Anastasio González Rodríguez. Nació en Villaute (Burgos) el 11 de octubre de 1914. El 1 de junio de 1930 empezó el año de noviciado en Arenas de San Pedro (Ávila) y emitió su profesión temporal el 2 de junio de 1931. En los cinco años anos restantes de su vida cursó el trienio filosófico en Pastrana (Guadalajara), de 1931 a 1934, y los dos primeros años de teología, de 1934 a 1936, en Consuegra (Toledo). No emitió la profesión perpetua ni recibió Ordenes sagradas por estar sujeto al servicio militar. • Fr. Félix Maroto Moreno. Nació en Gutierremuñoz (Ávila) el 30 de enero de 1915. Tomó el hábito franciscano en Arenas de San Pedro (Ávila) el 1 de junio de 1930. Hizo su profesión temporal el 2 de junio de 1931. Cursó la filosofía en Pastrana (Guadalajara) de 1931 a 1934. En los dos anos siguientes estudió los dos primeros cursos de teología en Con-suegra (Toledo). Por estar sujeto al servicio militar no pudo hacer su profesión perpetua. • Fr. Antonio Rodrigo Antón. Nació en Velamazán (Soria) el 8 de julio de 1913. Ingresó en el seminario franciscano de Alcázar de San Juan en 1928, continuó sus estudios en La Puebla de Montalbán, Pastrana y Consuegra, hasta concluir el segundo curso de teología. Profesó de votos temporales el 2 de septiembre de 1931 y no había emitido la profesión solemne ni recibido Ordenes Menores por estar sujeto al servicio militar. • Fr. Federico Herrera Bermejo. Nació el 21 de febrero de 1915 en Almagro (Ciudad Real). Vistió el hábito franciscano en Arenas de San Pedro (Ávila) el 1 de junio de 1930. Hizo su profesión temporal el 2 de junio de 1931. Siguió su formación sacerdotal en Pastrana (Guadalajara) de 1931 a 1934, y en Consuegra (Toledo) de 1934 a 1936. Los superiores no dudaron en admitirle a la profesión perpetua que hizo el 17 de mayo de 1936, y a la tonsura y Ordenes Menores. En carta a sus familiares se declaraba gozoso de haber dado ese paso definitivo e ilusionado con el sacerdocio ya cercano. Junto con 19 hermanos sufrió la muerte por Cristo el 16 de agosto de 1936 en Fuente el Fresno (Ciudad Real), a la misma hora que su hermano José lo hacía en Quintanar de la Orden (Toledo). • Fr Ramon Tejado Librado. Nació en Alcázar de San Juan (Ciudad Real) el 20 de mayo de 1915. Superando oposiciones a su vocación ingresó en el seminario franciscano de Alcázar de San Juan en 1926. Continuó los estudios en La Puebla de Montalbán, Pastrana y Consuegra, hasta finalizar el segundo curso de teología. Profesó de votos temporales el 2 de septiembre de 1931 y no había emitido la profesión solemne ni recibido Ordenes Sagradas por estar sujeto al servicio militar. • Fr. Santiago Maté Calzada. Nació en Cañizar de Argaño (Burgos) el 25 de julio de 1914. Ingresó en el Seminario menor de Alcázar de San Juan (Ciudad Real) en 1924 y cursó dos anos de humanidades. Dividido el seminario por decisión de los superiores en 1926, pasó ese año a La Puebla de Montalbán (Toledo) y allí estudió los otros tres cursos humanísticos. Vistió el hábito en Arenas de San Pedro (Ávila) el 6 de septiembre de 1929. Emitió su profesión temporal el 7 de septiembre de 1930. Tres años pasó en Pastrana (Guadalajara), cursando la filosofía, y otros tres en Consuegra (Toledo), en donde estudió los tres primeros cursos de teología. En Consuegra hizo su pro- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 517 E POSTULATIONE GENERALI fesión perpetua el 17 de agosto de 1935. Ese año recibió la tonsura y las Ordenes menores. El 6 de junio de 1936 fue ordenado de Subdiácono en Ciudad Real. Se preparaba con ardor para ser un buen sacerdote y misionero. • Fr. Saturnino Río Rojo. Nació en Mansilla de Burgos el 16 de febrero de 1915. Ingresó en el seminario franciscano de Alcázar de San Juan en 1926. Continuó sus estudios en La Puebla de Montalbán, Pastrana y Consuegra, hasta concluir el segundo de teología. Profesó de votos temporales el 2 de septiembre de 1931, de solemnes el 17 de mayo de 1936 y había recibido las cuatro Ordenes Menores. • Fr Valentin Díez Serna. Nació en Tablada de Villadiego (Burgos) el 11 de noviembre de 1915. Ingresó en el seminario franciscano de Alcázar de San Juan en 1926. Continuó los estudios en La Puebla de Montalbán, Pastrana y Consuegra hasta acabar el segundo curso de teología. Publicó trabajos de carácter filosófico, ascético y místico en las revistas “Eco del Coristado” y “Estudio”. Profesó de votos temporales el 13 de noviembre de 1931. Se afirma que tenía aire de santo por la solidez de sus virtudes, el espíritu sobrenatural que infundía a todas las obras y la sonrisa de paz, fruto de su unión con Dios. • Fr. Vicente Majadas Málaga. Hermano menor de Andrés, nació en Becedas (Ávila) el 27 de octubre de 1915. Los estudios de humanidades los realizó de 1926 a 1930, dos años en el seminario de Alcázar de San Juan (Ciudad Real) y dos en el de La Puebla de Montalbán (Toledo). Tomo el hábito franciscano en Arenas de San Pedro (Ávila) el 12 de noviembre de 1930. Hizo su profesión temporal el 13 de noviembre de 1931. Cursó el trienio de filosofía, mientras completaba las humanidades, en Pastrana (Guadalajara), y los dos primeros años de teología en Consuegra (Toledo), de 1934 a 1936. Por no tener la edad canónica, no llegó a emitir su profesión perpetua. Murió por Cristo a los 20 anos. A pesar de la atonía de su vida, Dios encontró en él madera digna de arder por su gloria con el fuego del martirio que, junto con su hermano Andrés y 517 otros 18 franciscanos, recibió por la fe el 16 de agosto de 1936. • Fr. Andrés Majadas Málaga. Nació en Becedas (Ávila) el 2 de marzo de 1914. A diferencia de su hermano Fr. Vicente, Andrés se mostraba enérgico, vivo de genio y de talento. Ingresó en el seminario de Alcázar de San Juan (Ciudad Real) en 1924. Dos años después pasaba al de La Puebla de Montalbán (Toledo), abierto entonces, para cursar tercero, cuarto y quinto de humanidades. El 20 de mayo de 1929 tomaba el hábito franciscano en Arenas de San Pedro (Ávila). Profesó el 21 de mayo de 1930. En Pastrana (Guadalajara) cursó el trienio filosófico y en Consuegra (Toledo) los tres primeros años de teología. Hizo su profesión perpetua en Consuegra el 17 de agosto de 1935 con sus condiscípulos y, con ellos, recibió la tonsura, las Ordenes menores y, el 6 de junio de 1936, el subdiaconado. • Fr. José De Vega Pedraza. Nació en Dosbarrios (Toledo) el 30 de agosto de 1913. Al párroco, que le sorprendió varias veces orando solo en la iglesia, y a su madre manifestó que pedía para sus familiares la santidad y para él el martirio. Entró en el seminario franciscano de Alcázar de San Juan (Ciudad Real) en 1926. Estudiados en él dos años de humanidades, y el tercero en el de La Puebla de Montalbán (Toledo), tomó el hábito franciscano en Arenas de San Pedro (Ávila) en 1929. Profesó de votos temporales el 21 de mayo de 1930. En el seminario menor y en el noviciado seguía pidiendo como gracia el martirio. En los cursos 1930-1933 completó los estudios humanísticos y cursó la filosofía en Pastrana (Guadalajara). De 1933 a 1936, aprobó los tres primeros años de teología en Consuegra (Toledo). Allí hizo su profesión perpetua el 17 de agosto de 1935. Recibió la tonsura y las Ordenes Menores en octubre y noviembre de ese año en Ciudad Real, y, en la misma ciudad, el Subdiaconado el 6 de junio de 1936, con los demás de su curso. Obtuvo la gracia que había pedido: con 19 hermanos de hábito fue martirizado el 16 de agosto de 1936. • Fr. Marcelino Ovejeros Gómez. Nació en Becedas (Ávila) el 13 de febrero de C07nterno:ACTAORDINIS 518 24-01-2008 16:37 Page 518 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 1913. Ingresó el año 1925 en el seminario franciscano de Alcázar de San Juan (Ciudad Real), donde cursó dos años de humanidades. El tercero lo hizo en el de La Puebla de Montalbán (Toledo). Vistió el hábito franciscano en Arenas de San Pedro (Ávila) en 1928. Hizo su profesión temporal en 1929. No llegó a emitir la profesión perpetua ni a recibir Ordenes sagradas por estar sujeto al servicio militar. Poseía un alma infantil y conservó hasta el final toda su candidez y se mantuvo firme en los compromisos de su profesión, y, a pesar de que, tras la quema de conventos, sus familiares quisieron llevárselo al pueblo, él se negó a salir del convento, dando pruebas del amor a su vocación y de estar dispuesto al martirio. • Fr. José Álvarez Rodríguez. Nació en Sorriba (León) el 14 de octubre de 1913. José y sus cuatro hermanas se hicieron religiosos. Él tomó el hábito franciscano en Arenas de San Pedro (Ávila) el 20 de mayo de 1929. El 21 de mayo de 1930 emitió su profesión temporal. Pasó a Pastrana (Guadalajara) y allí cursó el cuarto de humanidades y la filosofía. De 1933 a 1936 estudió los tres primeros anos de teología en Consuegra (Toledo), en donde hizo la profesión perpetua el 17 de agosto de 1935. Poco después recibía la tonsura y las Ordenes Menores en Ciudad Real y, también en esa ciudad, el Subdiaconado el 6 de junio de 1936. La gracia trabajó en él disponiéndolo al martirio, que recibió el 16 de agosto de 1936. • Fr. Felix Gómez-Pinto Piñero (Comunidad de Pastrana). Nació en La Torre de Esteban Hambrán (Toledo) el 18 de mayo de 1870. Hacia los trece años ingresó en el seminario franciscano de La Puebla de Montalbán y continuó los estudios en Pastrana, Consuegra y Belmonte. Profesó de votos temporales el 14 de mayo de 1887, de solemnes el 16 de mayo de 1890 y recibió la ordenación sacerdotal el 19 de mayo de 1894. Misionero en Filipinas por 33 años. En octubre de 1913 se incorporó a la Custodia de Tierra Santa, por siete meses. Después volvió a España y fue destinado a la comunidad de Pastrana. El 5 de septiembre 1919 llegaba de nuevo a Filipinas. Regresó definitivamente a España en 1933 y residió en La Puebla y en Pastrana, donde vivió hasta su muerte. Esos dos últimos años realizó una gran misión entre sus hermanos, casi todos jóvenes: fue un testigo viviente, un modelo vivo de lo que es una vida entregada por entero a la gloria de Dios. A medianoche del 6 de septiembre fue conducido a unos tres kilómetros de la prisión, donde el propio el Alcalde de Pastrana lo disparó por la espalda. El cadáver fue traslado al cementerio de Hueva (Guadalajara) e inhumado en una sepultura individual. • Fr. Perfecto Carrascosa Santos (Comunidad de Madrid). Nació en Villacañas (Toledo) el 18 abril de 1906. Ingresó en el seminario franciscano en Belmonte en 1916 y cursó los estudios en Alcázar de San Juan, Pastrana y Consuegra. Profesó de votos temporales el 4 de agosto de 1922 y de solemnes el 3 de mayo de 1927. Recibió la ordenación sacerdotal el 2 de junio de 1929. Profesor de Ciencias y Filosofía. Secretario Provincial y Director de la revista “Cruzada Seráfica”. Se dedicó a la predicación y al confesionario; fue organista y director de coro en el seminario. Al declararse el movimiento nacional el P. Perfecto era morador del convento de San Antonio, en Madrid, donde continuó hasta el 20 de 7 julio. Viéndose obligado a abandonar la casa, se prepararon espiritualmente para el combate mediante los sacramentos, conscientes de que eran perseguidos por su profesión sagrada. Al salir del convento exclamó: “Ahora sí que me parece que vamos por la palma del martirio”. Sirviéndose de documentación ajena logró llegar a Villacañas, permaneciendo oculto en casa de sus padres casi dos meses, dedicado a una intensa vida de piedad. Cuando oía el paso del camión que conducía las víctimas al suplicio se asomaba disimuladamente a la ventana y les daba la absolución. Sobre las cuatro de la madrugada del 14 de septiembre de 1936 un vecino y pariente suyo, destacado marxista, con otros tres correligionarios, se dirigieron a la casa, de donde lo levaron a la ermita llamada del Cristo. Permaneció preso treinta y tres días y torturado cruelmente. Durante la prisión demostró su celo sacerdotal confe- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 519 E POSTULATIONE GENERALI sando disimuladamente a cuantos presos se lo pidieron, y preparándolos para la muerte con exhortaciones y la oración. A muy tempranas horas del día 17 de octubre de 1936 un camión condujo a los reclusos hasta el cementerio de Tembleque, donde les dieron muerte. El siervo de Dios pidió a los verdugos, que a él lo fusilasen el último, pues quería hacer el entierro de las demás victimas. Recibió sepultura en el cementerio de Tembleque. 2. Martires de Fuente Obejuna Fr. Félix Echevarría y compañeros, de la Provincia Franciscana de Granada de Nuestra Señora de Regla, fueron inmolados en aras de confesar la fe el día 21 y la madrugada del 22 de septiembre de 1935, en la cárcel y en el cementerio de Azuaga (Badajoz). Estos hermanos formaban la fraternidad del convento de Fuente Obejuna. Al declararse la Guerra Civil de 1936, las autoridades marxistas de la ciudad realizaron varios registros en el convento los días 20 y 22 de julio. El día 27, so pretexto de protección de sus personas, los sacaron del convento -que al día siguiente fue saqueado por las turbasy les tuvieron detenidos en las oficinas de Telégrafos, hasta ser llevados el 14 de agosto al palacio de la marquesa de Valdeloro, lugar convertido en prisión. El 20 de septiembre por la noche fueron trasladados fuera de la ciudad, en 7 camiones, con cincuenta seglares. Cuarenta y tres de ellos fueron fusilados a pocos kilómetros de la ciudad, mientras que los siete restantes y nuestros religiosos fueron trasladados al cercano pueblo de Azuaga (Badajoz) y dejados en la cárcel. Fr. José Azurmendí fue el primero en ser asesinado a tiros en la cárcel, a mediodía del 21 de septiembre, después de negarse a blasfemar contra el Señor y al grito de ¡Viva Cristo Rey! Hacia las 9 de la noche cinco de los religiosos -Luis, Francisco, Antonio, Miguel y Simón- y los siete seglares sufrieron varios interrogatorios y les obligaron a blasfemar. Ante su negativa rotunda, los sacaron de la cárcel en grupos de cuatro -en tres viajes de 519 camioneta- atados de dos en dos, y los llevaron al cementerio de la ciudad. Allí, en la madrugada del día 22, fueron vilmente fusilados, después de negarse repetidamente a blasfemar. Quedaba vivo en la cárcel Fr. Félix Echevarría, según confesión del testigo Baldomero, un miliciano; intentaron por todos los medios hacerle blasfemar (le dieron dos palizas y dos tiros en las piernas, le sacaron los dos ojos, le cortaron una oreja y al final la lengua). Al no conseguirlo, acabaron con él rematándole a culatazos de fusil en la boca y en la cabeza. Después de cuatro horas de martirio, murió heroicamente en la madrugada del 22 de septiembre de 1936. • Fr. Félix Echevarría Gorostiaga. Guardián del convento. Nació en Ceánuri (Vizcaya) el 15 de julio de 1893. Inició su noviciado el 5 de septiembre de 1908. Emitió la profesión temporal el 6 de septiembre de 1909, y la solemne el 7 de septiembre de 1912. Ordenado sacerdote el 16 de julio de 1916. Rector y profesor del Colegio Seráfico, organista y maestro de coro del Santuario. Director de la OFS, de las escuelas dominicales, Pía Unión de San Antonio, profesor de teología dogmática y de Sagrada Escritura. Nunca llegó a ver satisfecho su ferviente anhelo de ser misionero. En Fuente Obejuna desarrolló una importante actividad pastoral desde el confesionario, y sobre todo desde el anuncio de la palabra, llegando a ser llamado por el obispo de Córdoba para que misionara por los pueblos de la diócesis. • Fr. José María Azurmendí Mugraza (Larrínaga). Nació en Durango (Vizcaya) el 18 de agosto de 1870. Vistió el hábito franciscano el 31 de enero de 1887. Emitió la profesión de votos temporales el 23 de febrero de 1888, y la solemne el día 22 de julio de 1891. Ordenado sacerdote el 30 de mayo de 1896. En febrero de 1900 recibió de Roma la obediencia para la Misión de Tierra Santa, donde desempeñó los oficios de maestro de estudiantes y vicemaestro de novicios. En enero de 1934 es designado de nuevo vicario de Coín; apenas unos meses después de tomar posesión de su cargo, regresa a Lebrija por prescripción médica C07nterno:ACTAORDINIS 520 24-01-2008 16:37 Page 520 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 (Fuente Obejuna), ignorando todo lo que el Señor tenía dispuesto en ese lugar para él. • Fr. Francisco Carlés González. Nació en S. Julián de Requejo, Puentecesures, Pontevedra, diócesis de Santiago de Compostela, el 14 de enero de 1894. Ingresó al Colegio de Misiones para Tierra Santa y Marruecos de Chipiona, Cádiz, donde recibió el hábito franciscano el 19 de marzo de 1909, profesando al año siguiente. Emite los votos solemnes el 12 de abril de 1912 y es ordenado sacerdote en Córdoba, el 2 de junio de 1917. Su primer destino fue el convento de Fuente Obejuna, donde permaneció por algunos años. El 26 de julio de 1922 llegó a Tierra Santa, donde vivió doce años. Regresó a España, al convento de Chipiona, el 30 enero 1935. En mayo de 1935 es nuevamente destinado a Fuente Obejuna. • Fr. Luis Echevarría Gorostiaga. Hermano del P. Félix, era nacido también en Ceánuri, Vizcaya, el 25 de agosto de 1895. Vistió el hábito franciscano el 7 de septiembre de 1912. Hace la profesión simple al año siguiente y la solemne el 17 de septiembre de 1916. Ordenado sacerdote el 29 de mayo de 1920. Fue profesor en las escuelas del convento de Puente Genil y misionero en Tierra Santa. Regresó a España el 10 de octubre de 1929, siendo destinado como profesor, primero a Puente Genil y después a Vélez-Málaga. Fue trasladado a Fuente Obejuna, como Vicario de la comunidad. Su actividad apostólica, especialmente la pastoral con los jóvenes dejó una profunda huella de su gran talante franciscano. • Fr. Simón Miguel Rodríguez. Nació en la localidad de Villalcampo, Zamora, el 23 de noviembre de 1912. Ingresó al Colegio de Misiones de Chipiona, donde el 3 de diciembre de 1930 viste el hábito franciscano pidiendo ser hermano laico. Su profesión religiosa fue postergada al 24 de julio de 1932, siendo posteriormente destinado al convento de Puente Genil. Poco después será destinado al de Fuente Obejuna, donde realizará su profesión solemne el 26 de junio de 1935. Amante del trabajo, dócil, humilde y servicial, estaba al cuidado de diversos oficios de la comunidad, cuando es- talló de nuevo la persecución religiosa que le costó la vida. • Fr. Miguel Zarragua Iturriaga. Nació en Yurreta (Vizcaya) el 11 abril de 1870. Con diecinueve años ingresó en el Colegio de Misioneros de Chipiona (Cádiz), donde recibió el hábito franciscano el 6 de septiembre de 1889. Al año siguiente emitió sus primeros votos, y profesó solemnemente el 9 de septiembre de 1893. Fue destinado a la Misión de Marruecos en 1895, donde permaneció por casi once años, desarrollando distintas actividades. En 1915 vuelve a Chipiona para asistir a los muchos enfermos que produjo una gran epidemia de gripe. En 1919 fue destinado al convento de Fuente Obejuna para encargase de la sacristía, siendo con su vida un hermano ejemplar para los frailes, y de gran edificación para los fieles. Un franciscano: humilde, afable, tenaz, tranquilo y sereno. Marcado por una gran mansedumbre y dulzura seráfica, con la cual supo conquistar tanto en Marruecos como en España una auténtica fama de santidad. • Fr. Antonio Sáez De Ibarra López. Nació en Hijona, Álava, diócesis de Vitoria, el 25 de marzo de 1914. De niño siente su vocación franciscana e ingresa como postulante en el convento de Estepa, Sevilla, vistiendo el hábito en el noviciado de Lebrija, Sevilla, el 17 de enero de 1931, y emitiendo su profesión el 26 de agosto de 1932. Enviado al Colegio de Chipiona, en el convento de Nuestra Señora de Regla, continuó los estudios filosóficos. Debido a una grave enfermedad a la garganta, fue trasladado al convento de Fuente Obejuna. Ya recuperado, cuando se disponía a regresar a Chipiona, se precipitaron los acontecimientos que lo condujeron a la muerte. 3. Note di cronaca La beatificazione di 498 Martiri, tra i quali 29 Frati Minori, vittime della persecuzione della Chiesa in Spagna negli anni 1934-1937, celebrata a Roma, in piazza S. Pietro, alla presenza di una folla di circa trentamila fedeli, non può non essere definita come un “evento storico” se non addirittura “unico”. C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 521 E POSTULATIONE GENERALI La “singolarità” dell’evento sta nel fatto che non solo era presente alla celebrazione l’intero episcopato spagnolo, accompagnato da oltre mille sacerdoti diocesani e regolari ed affiancato da una Delegazione governativa presieduta dal Ministro per gli Affari esteri della Spagna, ma la singolarità era data dal fatto che il rito si svolgeva a Roma e non, come dispongono le recenti Norme pontificie, nelle rispettive diocesi in cui si compì il martirio di quei valorosi testimoni, ed è stata, finora, la più numerosa delle cerimonie di “beatificazione” decretate dai Sommi Pontefici. La Spagna, che si vanta giustamente di questi suoi eroici figli giunti oggi alla gloria degli altari e che attende con fiducia il riconoscimento del martirio subito “in odium Fidei” da altri numerosi suoi figli, ha dato così una dimostrazione convincente della sua fede con la partecipazione massiccia ed entusiasta al solenne rito. Presiedeva, a nome del Santo Padre Benedetto XVI, il Cardinale José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Con i Vescovi concelebravano anche diversi Cardinali, tra i quali il nostro Cardinale Carlos Amigo de Vallejo, Arcivescovo di Siviglia, numerosi Frati Minori giunti dalla Spagna e particolarmente dalle due Province interessate (Madrid e Granada) guidati dal Vicario Generale del nostro Ordine, Fr. Francesco Bravi, che ha rappresentato il Ministro Generale impegnato ad Assisi per la conclusione del Convegno Internazionale dei Frati Formatori OFM. Il solenne rito della beatificazione si è svolto in conformità al suggestivo cerimoniale papale. Compiuti i riti per l’introduzione della celebrazione eucaristica, il Cardinale Arcivescovo di Madrid, accompagnato dagli altri Vescovi delle diocesi titolari delle 23 Cause di beatificazione (il cui elenco sarà ricordato in seguito) e dai dodici Postulatori, si avvicinava al Rappresentante del Papa e gli chiedeva ufficialmente di dare lettura del Breve Apostolico con cui Benedetto XVI riconosce il martirio dei 498 candidati ed attribuisce ad ognuno di essi il titolo e gli onori dei Beati. 521 I 498 Martiri, espressione delle varie categorie”del Popolo di Dio (Vescovi, Sacerdoti diocesani e regolari, Religiosi e religiose, Laici tra i quali alcuni papà e mamme), appartengono alle seguenti Diocesi: 1. Barcelona (5 Cause; Martiri, 146). 2. Burgos (1 Causa; Martire, 1). 3. Cartagena (1 Causa; Martiri, 6). 4. Ciudad Real (1 Causa; Martiri, 11). 5. Cuenca (1 Causa; Martiri, 2). 6. Gerona (1 Causa; Martiri, 3). 7. Jaen e Cuenca (1 Causa; Martiri, 10). 8. Madrid (4 Cause; Martiri, 232: con i martiri della diocesi di Madrid sono uniti alcuni martiri delle diocesi di Cuenca, Sevilla,Oviedo, Malaga, ed Albacete) 9. Merida-Badajoz (1 Causa; Martiri, 7). 10. Oviedo ( 2 Cause; Martiri, 11). 11. Santander (1 Causa; Martiri, 14). 12. Toledo (4 Cause; Martiri, 55). Totale: 23 Cause; Martiri 498. Nella “turba magna” dei Beati martiri figurano ben 29 Frati Minori figli illustri delle Province di Madrid (che vanta il gruppo del Beato Victor Chumillas Fernandez e XXI Soci) e di Granada (che presenta il gruppo dèi Beato Felix Echevarria Gorostiaga e VI Soci). Appena il Rappresentante del Papa ebbe dato solenne lettura del Breve Pontificio, grande fu la esplosione della gioia della immensa folla che gremiva la piazza di S. Pietro. Una gioia accompagnata dal suono festoso del “campanone” vaticano e dallo scoprimento dell’arazzo simbolico posto sulla loggia centrale della facciata della Basilica vaticana. A nome dei Postulatori e dei Vescovi che avevano perorato la grazia della Beatificazione, pronunziò brevi parole di ringraziamento al Santo Padre il Cardinale Antonio Maria Rouco Varela, Arcivescovo di Madrid. La celebrazione dell’Eucaristia riprese con il ritmo consueto, lodando la bontà misericordiosa del nostro Dio che “ha visitato e consolato il suo popolo”. Proclamato il Vangelo (Lc 18, 9-14), il Cardinal Prefetto pronunziò una opportuna omelia che riportiamo nel testo integrale. C07nterno:ACTAORDINIS 522 24-01-2008 16:37 Page 522 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 Nel gruppo dei Ministranti e degli Offerenti si distinsero, per la precisione del loro servizio, alcuni Frati studenti venuti da Madrid e da Granada, impegnati insieme ad altri Ministranti appartenenti agli Ordini religiosi rappresentati dai diversi Martiri (Domenicani, Frati Minori, Salesiani, Fratelli delle Scuole Cristiane, Sacramentini, Maristi, Carmelitani, Carmelitani Scalzi, Agostiniani) e ai Seminaristi diocesani nel servizio dell’altare. All’ora dell’Angelus, con cui si conchiudeva l’intensa celebrazione, il Santo Padre Benedetto XVI (che tutti speravano di vedere più da vicino) si affacciò, come di consueto, alla finestra del Suo studio, e parlò dei novelli Beati, prima in lingua italiana e poi in quella spagnola, entusiasmando i presenti che, a gran voce, facevano sentire la loro devozione e il loro desiderio di incontrarlo. La sera del sabato 27 ottobre il gruppo di tutti i pellegrini giunti dalla Spagna si era ritrovato per una veglia di preghiera, nella Basilica di S. Paolo fuori le Mura. Animò la veglia l’Em.mo Sig. Cardinale Carlos Amigo Vallejo, OFM, Arcivescovo Metropolita di Siviglia. L’Eucaristia di ringraziamento fu celebrata, invece, nella Basilica vaticana di S. Pietro la mattina del 29 ottobre e a presiederla fu il Cardinale Tarcisio Bertone, SDB, Segretario di Stato. La Conferenza Episcopale spagnola curò, con la valida collaborazione delle Postulazioni interessate, la stampa di uno splendido volume con l’immagine e un breve profilo dei singoli Martiri e altro materiale largamente diffuso tra i pellegrini o a mezzo dei principali organi di stampa. Chiudiamo queste brevi note di cronaca formulando l’auspicio che arrivino al traguardo della beatificazione anche i presunti “Martiri” delle Province di Murcia (Antonio Faundez e 3 Soci) e di Valencia (Ricardo Pelufo Esteve e 42 Soci); le cui Cause sono già all’esame della competente Congregazione romana. LUCA M. DE ROSA, OFM 3. Decretum super miraculo Beatæ Mariæ Bernardæ Bütler CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM CARTHAGINEN, IN COLUMBIA. Canonizationis Beatæ MARIÆ BERNARDÆ BÜTLER (in saec.: Verenae) Fundatricis Congregationis Sororum Missionariarum Franciscalium a Maria Auxiliatrice (1848-1924). Beata Maria Bernarda Bütler (quae, dum saeculo viveret, Verena) in loco Auw, qui in Argoviensi pago Helvetiorum, die 28 mensis Maii anno 1848 nata est. Cum se adiunxisset Monialibus a Maria Auxiliatrice, apud locum Altstätten degentibus, quae Regulam Tertii Ordinis Sancti Francisci Statutaque ab Urbano VIII anno 1625 approbata servabant, earum antistita multos annos facta est. Vocante autem Episcopo Portus Veteris, sororibusque quibusdam comitantibus, in Aequatoriam evangelizandi causa migravit. Ibi vero Congregationem Sororum Missionariarum Franciscalium a Maria Auxiliatrice fundavit, quam ipsa summa prudentia et sedulitate direxit. Ut autem vexationem, quae eo tempore adversus Ecclesiam saeviebat, effugeret anno 1895 Carthagine in Columbia se collocavit, ibique die 19 mensis Maii anno 1924 sancte requievit. Lectissimam virginem hanc Ioannes Paulus II, Summus Pontifex, Beatorum caelitum honoribus insignivit die 29 mensis Octobris anno 1995. Eius vero canonizationem prospiciens, Postulatio Causae sanationem quandam, quae eadem deprecante a Deo patrata ferebatur, huic Congregationi subiecit expendendam. Quae res pertinet ad D.nam Myrnam Jazime Correa, medicinae peritam mulierem, cui quidem, cum in quoddam valetudinarium Carthaginense in Columbia die 26 mensis Iunii anno 2002 deducta esset, diagnosis facta est de liquore, in regione bronchopulmonea permanante, in utramque laterum membranam infuso. Sequentibus autem diebus mulier gravius aegrotavit. Hinc consilio peritorum medicorum diagnosis prolata est de “pneumonia atypica C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 523 E POSTULATIONE GENERALI eaque propter liquorem in utramque laterum membranam infusum ingravescente”. Tum vero aegrotae, quae interea in sedem curationis valentissimae translata erat, latus utrumque, nempe ad membranarum liquorem siccandum, excisum est; sed, cum eiusmodi curatio invalida evasisset, altera radiographica laterum imagine die 3 mensis Iulii anno 2002 facta, confirmatum est agi de liquore, in regione bronchopulmonea permanante, in utramque laterum membranam infuso. Interea, morbo in universum ingravescente, prognosis tam quoad vitam quam quoad valetudinem severa erat, adeo ut die 5 mensis Iulii familiares Myrnae funeri iam prospicerent. Rebus sic stantibus, parentes aegrotae, Sorores Missionariae Franciscales a Maria Auxiliatrice, curio, necnon ministrae quae curam eius habebant, statuerunt ad opem divinam confugere per intercessionem Beatae Mariae Bernardae Bütler, cuius reliquiae corpori aegrotantis applicatae sunt. Postridie vero, die videlicet 6 mensis Iulii mulier plane morbo levata est, quippe in utraque regione pulmonea absente membranarum liquore. Die 13 eiusdem mensis Myrna e nosocomio sana dimissa est, optima exinde valetudine usa. Quo de casu, pro miro habito, in Curia Carthaginensi in Columbia anno 2003 Inquisitio dioecesana instructa est, cuius iuridicam vim Congregatio haec confirmavit per decretum die 15 mensis Octobris anno 2004 latum. Consilium autem Medicorum, cum sederet die 23 mensis Martii anno 2006, agnovit huiusmodi sanationem celerem, perfectam, stabilem eamque, quippe cum pulmones nullum exinde damnum perpessi essent, singularem fuisse, eandem vero “quoad modum” ex arte medica explicari minime posse. Postmodum die 1 mensis Decembris eodem anno Theologi Consultores in Peculiarem convenere Congressum; die autem 17 mensis Aprilis vertentis anni 2007 Ordinaria Sessio Cardinalium Patrum Episcoporumque, Exc.mo D.no Ottorino Petro Alberti, Archiepiscopo emerito Calaritano, Causae Ponente, gesta est. Et in utroque Coetum sive Consultorum sive Cardinalium et Episcoporum, posito dubio an de 523 miraculo divinitus patrato constaret, responsum affirmativum prolatum est. Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Benedicto XVI per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de miraculo a Deo patrato per intercessionem Beatae Mariae Bernardae Bütler, Fundatricis Congregationis Sororum Missionariarum Franciscalium a Maria Auxiliatrice, videlicet de celeri, perfecta ac stabili sanatione dominae Myrnae Jazime Correa a “polmonite atipica bilaterale complicata da versamento pleurico ed insufficienza respiratoria a tipo sindrome da distress respiratorio”. Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit. Datum Romae, die 6 mensis Iulii A. D. 2007. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Praefectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiep. tit. Biccarensis a Secretis 4. Decretum super miraculo SD Mariæ Rosæ Flesch CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM TREVIREN. Beatificationis et Canonizationis Ven. Servae Dei MARIÆ ROSÆ (in saec.: Margaritae Flesch) Fundatricis sororum franciscalium a B.M.V. Angelorum (1826-1906) Venerabilis Serva Dei Maria Rosa Flesch (in saeculo Margarita) in loco v.d. Schönstatt/Vallendar in Rhenania, die 24 mensis Februarii anno 1826 est orta. In infantia atque adulescentia plures pertulit angustias familiaeque paupertatem ob mortem matris prius, deinde patris. Commodas recusans matrimonii condiciones, navitati pro bono pauperum, parentibus orbatorum et C07nterno:ACTAORDINIS 524 24-01-2008 16:37 Page 524 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 senum relictorum singulari cantate se dicavit. Hac in industria aliae secutae sunt eam sociae voluntariae, et ita initium dedit Congregationi Sororum Franciscalium a Beata Maria Virgine Angelorum in Waldbreitbach. Die 25 mensis Martiii anno 1906 pie in Domino obdormivit. Summus Pontifex Benedictus XVI, die 28 mensis Aprilis anno 2006, declaravit Servam Dei heroicum in modum virtutes theologales et cardinales iisque adnexas exercuisse. Postulatio Causae, Servae Dei prospiciens beatificationi, examini huius Congregationis de Causis Sanctorum putatam subiecit miram sanationem Dominae Monicae Schneider, quae, primis horis postmeridianis diei 5 mensis Septembris anno 1986, infortunium raedarium subiit, dum suam raedam gubernaret. Mulier, conscientia destituta, magnam patiens fracturam capitis caeli ad dexteram parietis sedem, in valetudinarium loci v.d. Wadern est translata, ubi medici grave edixerunt trauma capitis encephalicum apertum. Post intubationem, aegrota helicoptero vecta est in valetudinarium urbis Trevirensis, ad sedem therapiae intensivae, ubi ex sic dicta analysi TAC celebrali confirmata est fractura capitis caeli dextera in parte, continens fragmentum ossis circa 8-10 centimetra longum. Medici arbitrantes mulieris condiciones esse gravissimas, sectioni chirurgicae subiecerunt eam ut fracta auferrent ossis fragmenta. Post operationem in peius ruit condicio dominae Schneider atque infausta edicta est prognosis quoad vitam et quoad valetudinem. Statim ut notum est raedarium infortunium et gravitatis condiciones dominae Monicae Schneider, religiosae diversarum comunitatum Congregationis Sororum Franciscalium a Beata Virgine Maria Angelorum orare tum coniunctim tum privatim coeperunt pro infirmae sanatione, intercessionem invocantes Servae Dei Mariae Rosae Flesch, cuius imago cum reliquia sub eius pulvinum est posita. Contra praevisionem medicorum, noctu inter dies 5 et 6 mensis Septembris illius anni, condiciones infirmae claram ostenderunt inversionem, quae ad completam sanationem est prosecuta. De hoc casu, miro considerato, celebrata est annis 1998-1999 apud Curiam Trevirensem Inquisitio dioecesana, cuius iuridica validitas ab hac Congregatione per decretum diei 26 mensis Ianuarii anno 2001 est approbata. Consilium Medicorum huius Dicasterii, in sessione die 8 mensis Iunii anno 2006 habita, declaravit sanationem celerem, perfectam, constantem, omnibus residuis omnino demptis, et ex scientiae legibus inexplicabilem fuisse. Die 26 mensis Ianuarii anno 2007 Congressus actus est Peculiaris Consultorum Theologorum atque die 19 sequentis mensis Iunii in Ordinaria Sessione se congregaverunt Patres Cardinales et Episcopi, Causae Ponente Exc.mo Domino Petro Georgio Silvano Nesti, C.P., Archiepiscopo emerito Camerinensi-Sancti Severini in Piceno. Et in utroque Coetu, sive Consultorum sive Cardinalium et Episcoporum, posito dubio an de miraculo divinitus patrato constaret responsum affirmativum prolatum est. Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Benedicto XVI per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodiemo die declaravit: Constare de miraculo. a Deo patrato per intercessionem Ven. Servae Dei Mariae Rosae Flesch (in saec.: Margaritae, Fundatricis Congregationis Sororum Franciscalium a Beata Maria Monica Virgine Angelorum, videlicet de caleri, perfecta ac constanti sanatione dominae Monicae Schneider a “grave trauma cranio-encefalico aperto con frattura della calotta, sofferenza del tronco cerebrale con coma e midriasi bilaterale rigida, secondaria all’edema cerebrale diffuso”. Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit. Datum Romae, die 6 mensis Iulii A. D. 2007. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Praefectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiep. tit. Biccarensis a Secretis C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 525 E POSTULATIONE GENERALI 5. Nuntium de beatificatione Ven. SD M. Cælinæ a Secretaria Status datur SEGRETERIA DI STATO PRIMA SEZIONE - AFFARI GENERALI N. 55.135 Dal Vaticano, 9 marzo 2007 Reverendo Padre, mi do premura di significarLe che il Sommo Pontefice, accogliendo la richiesta avanzata con la devota lettera del 14 febbraio scorso, ha concesso che la Celebrazione del Rito di Beatificazione della Venerabile Serva di Dio Maria Celina della Presentazione abbia luogo a Bordeaux (Francia) domenica 16 settembre 2007. Rappresentante del Santo Padre sarà l’Em.mo Card. José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. La prego di voler comunicare quanto sopra all’Em.mo Card. Jean-Pierre Ricard, Arcivescovo di Bordeaux, invitandolo a prendere direttamente contatto con la Congregazione delle Cause dei Santi e con l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice per quanto concerne l’organizzazione della Celebrazione. Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di religiosa stima Suo dev.mo nel Signore † LEONARDO SANDRI Sostituto _________________________ Reverendo Padre P. Luca M. De Rosa Postulatore Generale dell’Ordine dei Frati Minori Via S. Maria Mediatrice, 25 00165 ROMA 6. Congregatio de Causis Sanctorum nuntium papale confirmat CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI Prot. N. 42-51/07 Roma, 12 marzo 2007 525 Reverendissimo Postulatore Generale, sono lieto di informarLa che il Santo Padre ha disposto che domenica 16 settembre 2007 abbia luogo a Bordeaux (Francia) la cerimonia di beatificazione della Venerabile Serva di Dio Maria Celina della Presentazione, Monaca professa del II Ordine di San Francesco. La prego, pertanto, nella Sua qualità di Postulatore della Causa di detta Venerabile Serva di Dio, di preparare quanto occorre per la beatificazione. Nel comunicarLe quanto sopra, colgo ben volentieri l’occasione per confermarmi con religiosa stima dev.mo nel Signore JOSÉ CARD. SARAIVA MARTINS Prefetto † EDWARD NOWAK Segretario ________________________ Reverendissimo P. Luca De Rosa Postulatore Generale dell’Ordine dei Frati Minori Via S. Maria Mediatrice, 25 00165 ROMA 7. Facultas conceditur Transumptum Inq. Dioec. super miro in Causa M. Iosephæ Micarelli aperiendi CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI Prot. N. 741-34/07 ASSISIEN. Beatificationis et Canonizationis Servae Dei MARIÆ IOSEPHÆ A IESU INFANTE (in saeculo: Barbarae Micarelli) Fundatricis Instituti Sororum Franciscalium Missionariarum a Iesu Infante. Rev.mus Pater Lucas De Rosa, Postulator Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam Teatinam-Vastensem peractae, super adserta mi- C07nterno:ACTAORDINIS 526 24-01-2008 16:37 Page 526 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 ra sanatione pueri Raimundi Sabellini, per intercessionem Servae Dei Mariae losephae a lesu Infante (in saeculo: Barbarae Micarelli), Fundatricis Instituti Sororum Franciscalium Missionariarum a Iesu Infante, obtenta, clausum sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis asservatum, aperiri possit. Haec Congregatio, attentis expositis, pro gratia iuxta preces benigne annuit: servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 27 mensis Aprilis A.D. 2007. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Praefectus † EDUARDUS NOWAK Archiepiscopus tit. Lunensis a Secretis 8. Relator in Causa SD Petri Pavlicek nominatur CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI Prot. N. 2373-4/ 07 Vaticano, 10 maggio 2007 Il Congresso Ordinario di questo Dicastero, in data 20 aprile 2007 ha affidato al Rev.mo Relatore Generale, P. Ambrosius Eszer, O.P., la Causa VIENNEN. del S. di D. Pietro Pavlicek. Pertanto il Postulatore è invitato a presentare allo stesso Relatore il Collaboratore esterno per lo studio della Causa. † MICHELE DI RUBERTO Segretario ____________________ Reverendissimo P. Luca De Rosa Postulatore Generale dell’Ordine dei Frati Minori Via S. Maria Mediatrice, 25 00165 ROMA 9. Facultas datur exuvias SD Alfredi Morganti Ostrae transferrendi CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI Prot. N. 1636-6/07 FABRIANEN.-MATHELICEN. Beatifìcationis et Canonizationis Servi Dei ALFREDI MORGANTI, dicti Berta, Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum. Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petit ut exuviae Servi Dei Alfredi Morganti, dicti Berta, Sacerdotis professi eiusdem Ordinis, asservatae in Ecclesia Sancto Francisco dicata urbis Mathelicae intra fines Dioecesis Fabrianensis-Mathelicensis, recognosci atque, praefata quidem recognitione canonica peracta, in Sacellum Sanctae Mariae Apparve urbis Ostrae intra fines Dioecesis Senogalliensis transferri possint. Haec porro Congregatio, attentis peculiaribus in supplici libello expositis adiunctis necnon assensu Exc.morum ac Rev.morum Dominorum D. Ioannis Caroli Vecerrica, Episcopi Fabrianensis-Mathelicensis, et D. Iosephi Orlandoni, Episcopi Senogalliensis, pro gratia iuxta preces benigne annuit, ea tamen lege ut omnia cultus publici signa praefato Servo Dei vitentur: servata tamen peculiari huius Congregationis Instructione. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 12 mensis Maii A.D. 2007. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Praefectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepiscopus tit. electus Biccarensis a Secretis 10. Facultas datur Transumptum Inq. Suppl. super virtutibus in Causa SD M. Franciscæ a I. Infante aperiendi C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 527 CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI E POSTULATIONE GENERALI Prot. N. 2466-4/07 SALMANTINA. Beatifìcationis et Canonizationis Servae Dei MARIÆ FRANCISCÆ A IESU INFANTE (in saeculo: Mariæ a Nativitate Sanchez Viloria) Monialis professae Ordinis Sanctae Clarae. Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae Suppletivae, apud Curiam ecclesiasticam Salmantinam peractae, super vita et virtutibus necnon fama sanctitatis Servae Dei Mariae Franciscae a Iesu Infante (in saeculo: Mariae a Nativitate Sanchez Viloria), Monialis professæ Ordinis Sanctae Clarae, clausum sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis, aperiri possit. Haec porro Congregatio, attentis expositis, pro gratia iuxta preces benigne annuit: servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 15 mensis Maii A.D.2007. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Praefectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepiscopus tit. electus Biccarensis a Secretis 11. Facultas cenceditur Transumptum Inquisitionis super miro in Causa B. Juniperi Serra aperiendi CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI Prot. N. 658-42/07 MONTERREYEN. IN CALIFORNIA. Canonizationis Beati IUNIPERI SERRA Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum. 527 Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam Denveriensem peractae, super asserta mira sanatione puellae Kaylae Rebeccae Kellog, per intercessionem Beati Iuniperi Serra, Sacerdotis professi eiusdem Ordinis, obtenta, clausum sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis, aperiri possit. Haec porro Congregatio, attentis expositis, pro grafia iuxta preces benigne annuit: servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 25 mensis Maii A.D. 2007. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Praefectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepiscopus tit. electus Biccarensis a Secretis 12. Ponens in Causa Ven. SD Mariæ Rosæ Flesch nominatur CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI Prot. N. 1207-16/05 TREVIREN. Beatifìcationis et Canonizationis Servae Dei MARIÆ ROSÆ (in saeculo: Margaritæ Flesch) Fundatricis Congregationis Sororum Franciscalium Beatae Mariae Virginis Angelorum. Cum Causa Beatifìcationis et Canonizationis Servae Dei Mariae Rosae (in saeculo: Margaritae Flesch), Fundatricis Congregationis Sororum Franciscalium Beatae Mariae Virginis Angelorum, suo indigeat Ponente, Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petit ut, ex Patribus eidem Congregationi praepositis, Ponentem praefatae Servae Dei Causae eligere ac deputare benigne dignetur. C07nterno:ACTAORDINIS 528 24-01-2008 16:37 Page 528 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 Haec Congregatio, attentis expositis, precibus annuit, et Exc.mum ac Rev.mum Dominum D. Petrum Georgium Nesti, Archiepiscopum emeritum CamerinensemSancti Severini in Piceno, Ponentem Causae praefatae Servae Dei Mariae Rosae (in saeculo:Margaritae Flesch), omnibus cum iuribus et facultatibus necessariis et opportunis, elegit et nominavit. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 28 mensis Maii A.D. 2007. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Praefectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepiscopus tit. electus Biccarensis a Secretis 13. Postulator generalis gratias Summo Pontifici pro canonizationæ B. Simonis agit POSTULAZIONE GENERALE DEI FRATI MINORI Roma, 4 giugno 2007 BEATISSIMO PADRE, con la stessa, intensa gioia provata ieri nell’ incontrare la Santità Vostra nel corso della solenne Liturgia per la canonizzazione dei nuovi Santi, Le rinnovo sentimenti di filiale gratitudine per aver inserito nell’albo della santità universale il nostro fratello Simone da Lipnica. Interprete poi della riconoscenza dell’intero Ordine dei Frati Minori e in particolare della Provincia polacca dell’Immacolata Concezione, della quale fece parte il novello Santo, ringrazio la Santità Vostra per aver riproposto all’attenzione della Chiesa e del mondo, la testimonianza evangelica di questo singolare apostolo di carità, fattosi dono di amore per i fratelli sofferenti. Con la nostra devota riconoscenza Le presentiamo, Beatissimo Padre il nostro rinnovato impegno di voler ispirare la nostra fedeltà alla specifica vocazione francesca- na, oltre che all’esempio dei nostri fratelli santi, al Suo luminoso Magistero e alla Sua sollecitudine per la vita consacrata. Le chiedo, Padre Santo, di confortare il comune impegno con il dono della Sua Apostolica Benedizione, e di considerarmi Suo dev.mo ed obb.mo figlio FR. LUCA M. DE ROSA, OFM Postulatore generale 14. Facultas Transumptum Inq. dioec. super miro aperiendi in Causa Beatæ Baptistæ Varano CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI Prot. N. 2381-11/07 CAMERINEN.- SANCTI SEVERINI IN PICENO. Canonizationis Beatæ BAPTISTÆ VARANO (seu Camillae Baptistae da Varano) Monialis professae Ordinis Clarissarum Fundatricis Monasterii Sanctae Clarae Civitatis Camerini. Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam Camerinensem-Sancti Severini in Piceno, super asserta mira sanatione puellae Cloeliae Ottaviani, per intercessionem Beatae Baptistae Varano (seu Camillae Baptistae da Varano), Monialis professae Ordinis Clarissarum, Fundatricis Monasterii Sanctae Clarae civitatis Camerini, obtenta, clausum sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis, aperiri possit. Haec porro Congregatio, attentis expositis, pro grafia iuxta preces benigne annuit: servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 14 mensis Iulii A.D. 2007. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Praefectus C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 529 E POSTULATIONE GENERALI † MICHAËL DI RUBERTO Archiepiscopus tit. Biccarensis a Secretis 15. Facultas datur Transumptum Inq. dioec. Suppletivae aperiendi in Causa SD A. Lesino CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM Prot. N. 1230-6/07 BRIXIEN. Beatifìcationis et Canonizationis Servae Dei ANTONIÆ LESINO ex Instituto Saeculari v.d. Piccola Famiglia Francescana. Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae Suppletivae, apud Curiam ecclesiasticam Brixiensem peractae, super vita et virtutibus necnon fama sanctitatis Servae Dei Antoniae Lesino, ex Instituto Saeculari v.d. Piccola Famiglia Francescana, clausum sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis, aperiri possit. Haec porro Congregatio, attentis expositis, pro gratia iuxta preces benigne annuit: servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 6 mensis Septembris A.D. 2007. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Praefectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepiscopus tit. Biccarensis a Secretis 16. Facultas conceditur Transumptum Inq. dioec. super martyrio aperiendi in Causa Reginæ M. Vattalil CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM Prot. N. 2553-3/07 529 INDOREN. Beatifìcationis seu Declarationis Martyrii Servae Dei REGINÆ MARIÆ VATTALIL (in saeculo: Mariae) Sororis professae Congregationis Sororum Clarissarum Franciscalium in odium Fidei, uti fertur, interfectae. Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam Indorensem peractae, super vita et martyrio necnon fama martyrii Servae Dei Reginae Mariae Vattalil (in saeculo: Mariae), Sororis professae Congregationis Sororum Clarissarum Franciscalium, in odium Fidei, uti fertur, interfectae, clausum sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis, aperiri possit. Haec porro Congregatio, attentis expositis, pro gratia iuxta preces benigne annuit: servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 19 mensis Septembris A.D. 2007. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Praefectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepiscopus tit. Biccarensis a Secretis 17. Ponens in Causa SD Francisci Mottola nominatur CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM Prot. N. 1274-19/07 MILETEN.-NICOTRIEN.-TROPIEN. Beatifìcationis et Canonizationis Servi Dei FRANCISCI MOTTOLA Sacerdotis Fundatoris Instituti Saecularis Oblatarum Sacri Cordis. C07nterno:ACTAORDINIS 530 24-01-2008 16:37 Page 530 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 Cum Causa Beatifìcationis et Canonizationis Servi Dei Francisci Mottola, Sacerdotis, Fundatoris Instituti Saecularis Oblatarum Sacri Cordis, suo indigeat Ponente, Rev.mus P. Lucas De Rosa, O.F.M., Postulator legitime constitutus in eiusdem Servi Dei Causa, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petit ut, ex Patribus eidem Congregationi praepositis, Ponentem praefatae Servi Dei Causae eligere ac deputare benigne dignetur. Haec Congregatio, attentis expositis, precibus annuit, et Exc.mum ac Rev.mum Dominum D. Hieronymum Grillo, Episcopum emeritum Centumcellarum-Tarquiniensem, Ponentem Causae Beatifìcationis et Canonizationis praefati Servi Dei Francisci Mottola, omnibus cum iuribus et facultatibus necessariis et opportunis, elegit et nominavit. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 9 mensis Octobris A.D.2007. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Praefectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepiscopus tit. Biccarensis a Secretis 18. Facultas datur Transumptum Inq. dioec. super virtutibus in Causa SD F. Gei aperiendi CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM Prot. N. 2674-3/07 BRIXIEN. Beatifìcationis et Canonizationis Servi Dei FAUSTI GEI Christifìdelis Laici ex Associatione “Operariorum Silentium a Cruce”. Rev.mus P. Lucas De Rosa, O.F.M., Postulator legitime constitutus in Causa Beatifìcationis et Canonizationis Servi Dei Fausti Gei, Christifidelis Laici ex Associatione “Operariorum Silentium a Cruce”, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam Brixiensem peractae, super vita et virtutibus necnon fama sanctitatis eiusdem Servi Dei, clausum sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis, aperiri possit. Haec porro Congregatio, attentis expositis, pro gratia iuxta preces benigne annuit: servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 8 mensis Novembris A.D. 2007. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Praefectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepiscopus tit. electus Biccarensis a Secretis 19. Validitas iuridica declaratur Processus Ap. super miro in Causa Ven. SD Mariae Christinae a Sabaudia CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM Prot. N. 258-16/07 NEAPOLITANA. Beatificationis et Canonizationis Venerabilis Servae Dei MARIAE CHRISTINAE A SABAUDIA Reginae Regni utriusque Siciliae. In Ordinario Congressu, die 30 mensis Novembris huius anni 2007 celebrato, haec Congregatio de Causis Sanctorum sequens dubium disceptavit, nimirum: “An constet de validitate Processuum Apostolici et Apostolici Addictionalis, apud Curiam ecclesiasticam Ianuensem instructorum, super asserta mira sanatione dominae Mariae Vallarino, per intercessionem Venerabilis Servae Dei Mariae Christinae a Sabaudia, Reginae Regni utriusque Siciliae, obtenta. Testes sint rite recteque examinati et iura producta legitime compulsata in casu et ad effectum de quo agitur“. Haec porro Congregatio, attento voto ex C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 531 E POSTULATIONE GENERALI offício redacto reque diligenter perpensa, rescripsit: AFFIRMATIVE, seu constare de validitate praefatorum Processuum in casu et ad efftíctum de quo agitur, sanatis de iure sanandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus tíiusdem Congregationis, die 30 mensis Novembris A.D. 2007. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Praefectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepiscopus tit. Biccarensis a Secretis 20. Validitas iuridica declaratur Inquisitionis super miro in Causa B. Ludovici CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM Prot. N. 232-37/07 NEAPOLITANA. Canonizationis Beati LUDOVICI A CASAUREA (In saeculo: Archangeli Palmentieri) Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum Fundatoris Congregationis Fratrum a Caritate v.d. Bigi. In Ordinario Congressu, die 30 mensis Novembris huius anni 2007 celebrato, haec Congregatio de Causis Sanctorum sequens dubium disceptavit, nimirum: “An constet de validitate Inquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam CerretanamThelesinam-Sanctæ Agathæ Gothorum, peractae, super asserta mira sanatione puellae Idae Iadevaia, per intercessionem Beati Ludovici a Casaurea (in saeculo: Archangeli Palmentieri), Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum et Fundatoris Congregationis Fratrum a Caritate v.d. Bigi, obtenta: testes sint rite recteque examinati et iura producta legitime compulsata in casu et ad effectum de quo agitur“. Haec porro Congregatio, attento voto ex officio redacto reque diligenter perpensa, rescripsit: AFFIRMATIVE, seu constare de va- 531 liditate eiusdem Inquisitionis Dioecesanae in casu et ad effectum de quo agitur, sanatis de iure sanandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 30 mensis Novembris A.D. 2007. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Praefectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepiscopus tit. Biccarensis a Secretis 21. Notitiae particulares 1. Beatificationes et Canonizationes Nel corso di quest’anno 2007 sono stati canonizzati i seguenti nostri fratelli: l’11 maggio a São Paulo in Brasile, Antonio di Sant’Anna Galvâo (1739-1822), sacerdote professo OFM, e il 3 giugno a Roma SIMONE DA LIPNICA (1440-1482), sacerdote professo OFM. Sono stati beatificati: il 16 settembre a Bordeaux in Francia, la Ven. Maria Celina della Presentazione (1878-1897), monaca professa del II Ordine di S. Francesco (Clarisse), e il 28 ottobre a Roma-Piazza S. Pietro i Venerabili Martiri Victor Chumillas Fernandez e XXI Soci, e i Venerabili Martiri Felix Echevarria Gorostiaga e VI Soci 2. Promulgatio Decretorum Il 1 giugno 2007, nel corso di una Udienza accordata al Cardinale Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il Santo Padre Benedetto XVI ha autorizzato la promulgazione dei Decreti concernenti un miracolo attribuito alla intercessione della Beata Alfonsa dell’Immacolata Concezione Muttathupadathu (1910-1946), Suora professa della Congregazione indiana delle Francescane Clarisse, beatificata da Giovanni Paolo II l’8 febbraio 1986, nonché le virtù eroiche delle Serve di Dio Maria Fedele Weiss, religiosa professa del Terz’Ordine di S. Francesco del Monastero di Reutberg in Germania (1882-1925), e Cleonilde Guerra, vergine, dell’OFS di Faenza in Italia (1922-1949). C07nterno:ACTAORDINIS 532 24-01-2008 16:37 Page 532 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 Il successivo 6 luglio 2007 il Santo Padre Benedetto XVI ha poi disposto la promulgazione dei Decreti concernenti due miracoli attribuiti alla intercessione della Beata Maria Bernarda Butler (1848-1924), Fondatrice delle Suore Francescane di Maria Ausiliatrice, beatificata da Giovanni Paolo II il 29 ottobre 1995, e della Venerabile Serva di Dio Maria Rosa Flesch (18261906), Fondatrice delle Suore Francescane di S. Maria degli Angeli, le cui virtù eroiche furono riconosciute da Benedetto XVI il 28 aprile 2006. Siamo in attesa che il Santo Padre stabilisca la data per la canonizzazione delle Beate Alfonsa e M. Bernarda, mentre è stato già stabilito che il rito della Beatificazione della Venerabile M. Rosa Flesch si svolga a Treviri il 4 maggio 2008. 3. Congregationes Ordinariae Il 19 giugno 2007 i Padri Cardinali e Vescovi membri della Congregazione delle Cause dei Santi, radunati in Sessione Ordinaria nel Palazzo Apostolico Vaticano, si espressero con unanime voto favorevole, dopo di aver ascoltata la Relazione dell’Ecc.mo Ponente, Mons. Piergiorgio Nesti, CP, Arcivescovo emerito di Camerino -San Severino Marche, circa un presunto miracolo attribuito alla intercessione della Venerabile Serva di Dio Maria Rosa Flesch (1826-1906), Fondatrice delle Suore Francescane di S. Maria degli Angeli. Nella successiva Sessione Ordinaria del 6 novembre 2007 i Padri Cardinali e Vescovi, fungendo da Ponente della Causa l’Ecc.mo Mons. Girolamo Grillo, Vescovo emerito di Civitavecchia-Tarquinia, votarono con unanime voto affermativo circa l’eroicità delle virtù praticate dal Servo di Dio Francesco Mottola (1901-1969), sacerdote diocesano e Fondatore dell’Istituto Secolare delle Oblate del Sacro Cuore. 4. Congressus Peculiares super virtutibus vel martirio Convocati in Congresso Peculiare dal Promotore Generale della Fede, i Consultori Teologi della Congregazione delle Cause dei Santi, il 15 giugno 2007 espressero il lo- ro “Voto” circa l’eroicità delle virtù della Serva di Dio Maria Chiara Serafina Farolfi (1853-191?), Fondatrice delle Suore Clarisse Francescane Missionarie del SS. Sacramento. Il 16 ottobre 2007 i Consultori Teologi della Congregazione delle Cause dei Santi si pronunciarono sul presunto martirio del Servo di Dio Odoardo Focherini (19071944), padre di famiglia e vittima della persecuzione nazista. Il 23 novembre 2007, i Consultori Teologi, convocati dal Promotore Generale della Fede, si sono pronunciati a favore dell’esercizio delle virtù da parte della Serva di Dio Carolina Beltrami (1869-1932), Fondatrice dell’Istituto delle “Immacolatine di Alessandria” in Italia. Nel corso di una nuova sessione, svoltasi il giorno 11 dicembre 2007, i Consultori teologi, insieme al Promotore generale della Fede, hanno votato a favore dell’eroicità delle virtù praticate dal Servo di Dio Giacomo Gaglione (1896-1962), Fedele Laico nonché professo nell’Ordine Francescano Secolare e Fondatore dell’Associazione laicale “ Apostolato della Sofferenza” della diocesi di Caserta in Italia. 5. Sessio historica Il 23 ottobre 2007, convocati dal Relatore Generale della Congregazione delle Cause dei Santi, i sei Consultori storici, previsti dal Regolamento, esaminarono il valore storico della Positio super vita et virtutibus necnon fama sanctitatis della Serva di Dio Francesca della Concezione Pascual Domenech (1833-1903), Fondatrice delle Suore Francescane dell’Immacolata di Valencia, approvandola a larga maggioranza. 6. Inquisitionum conclusio In quest’ultimo periodo sono state dichiarate concluse dai rispettivi Ordinari diocesani le Inchieste super vita et virtutibus necnon fama sanctitatis e/o super martyrio dei seguenti Servi di Dio. • Il 26 giugno 2007, a Brescia, l’Inchiesta diocesana sulla vita e le virtù del Servo di Dio Fausto Gei (1927-1968) religioso professo dei “Silenziosi Operai della Croce”. C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 533 E POSTULATIONE GENERALI • Il 12 luglio 2007, a Camerino, l’Inchiesta diocesana su un presunto miracolo attribuito alla intercessione della Beata Battista Varano (14-58-1524), monaca professa del II Ordine di S. Francesco (Clarisse), Beata per “conferma di culto dal 7 aprile 1843. • Il 13 ottobre 2007, ad Acri (Cosenza), l’Inchiesta suppletiva sulla fama di santità della Serva di Dio Maria Teresa De Vincenti (1872-1936), Cofondatrice della Congregazione delle Suore Piccole Operaie dei SS. Cuori. • Il 28 dicembre 2007, nella Casa del S. Cuore di Saccolongo (Padova), dove il Servo di Dio morì il 6 giugno 1952 in conseguenza dei maltrattamenti subiti in Romania durante il regime comunista, Mons. Antonio Mattiazzo, ArcivescovoVescovo di Padova, ha dichiarato conclusa l’Inchiesta diocesana sul presunto martirio del Servo di Dio Clemente Gatti (1880-1952), sacerdote professo OFM (Provincia Veneta), che era stata avviata dallo stesso Presule il 25 settembre 2002. 7. Numerus Causarum quae apud Postulationem OFM tractantur • Causae Fratres Minores respicientes: n.85 • Causae Sorores II Ordinis (Clarissas) respicientes: n .15 533 • Causae Conceptionistas Franciscanas respicientes: n. 7 • Causae Sorores Tertii Ordinis Regularis respicientes: n. 36 • Causae Fratres et Sorores OFS respicientes: n.25 • Causae ad alias Entitates pertinentes: n.50 Tot.: n. 218 8. Novissimae Positiones Nel corso di quest’anno 2007 sono state consegnate ufficialmente al Protocollo della Congregazione le seguenti Positiones in vista del futuro esame delle singole Cause: • VALENTINA - Beatificationis et Canonizationis Servae Dei Franciscae a Coaceptione Pascual Domenech, Fundatricis Coagregationis Sororum Franciscalium ab Immaculata (1835-1903) Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis, Roma 2007. • CRACOVIEN. - Beatificationis et Canonizationis Servi Dei Aloisii Kosiba (in saeculo: Petri), Laici Professi Ordinis Fratrum Minorum (1855-1939), Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis, Roma 2007. FR. LUCA M. DE ROSA, OFM C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 534 C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 535 EX OFFICIO PRO “IUSTITIA, PACE ATQUE INTEGRITATE CREATI” 1. 3° Incontro Europeo degli Animatori OFM di GPIC PER UN’EUROPA UNITA E SOLIDALE 1. Cronaca Dal 15 al 20 ottobre 2007 a Francoforte (Germania) si è svolto il 3° Incontro europeo degli Animatori di GPIC. Vi hanno partecipato circa 50 Frati dalle Province di Spagna, Francia, Svizzera, Germania, Italia, Polonia, Slovacchia, Romania, Slovenia e Croazia, in rappresentanza delle 5 Conferenze d’Europa. Erano inoltre presenti i responsabili dell’Ufficio GPIC di Roma, Fr. Joe Rozansky e Fr. Vicente Felipe, e due Definitori generali, Fr. Mario Favretto e Fr. Miguel Vallecillo. L’incontro – dal tema Per un’Europa unita e solidale – aveva lo scopo di valutare come le Conferenze stanno attuando le decisioni del Capitolo generale 2003 relative a GPIC, di elaborare proposte per il Capitolo generale 2009 e di riflettere sui problemi specifici dell’Europa (con una speciale attenzione alla realtà dell’Europa dell’Est). Dopo gli arrivi nella serata di lunedì 15, i lavori sono iniziati il giorno successivo, con la Celebrazione eucaristica, nella quale è stato letto il Messaggio inviatoci dal Ministro Generale. Nel corso della mattinata, poi, la Commissione GPIC di ciascuna Conferenza si è presentata ed ha illustrato il proprio lavoro nell’ambito di GPIC. Nel pomeriggio ci ha raggiunti Fr. Hermann Schalück, il quale ha svolto la sua relazione, dal titolo Una proposta di evangelizzazione per l’Europa. Egli è partito da un interrogativo: «La Chiesa dona ancora agli uomini l’esperienza di un Dio amorevole, buono e giusto?». Nel tentativo di suggeri- re una risposta, Fr. Hermann ha affermato: «[Francesco] ci dice: “questa è la vostra vocazione: curare le ferite, fasciare le fratture, richiamare gli smarriti” (FF 1469). Sono convinto che questa definizione data da Francesco possa e debba essere per tutti noi la chiave di comprensione della vocazione francescana in quest’oggi, all’interno della Chiesa e della società civile in Europa. Vogliamo essere una “fraternità in missione”: ciò significa prima di tutto che, al pari di Francesco e Chiara, noi dobbiamo rendere visibile nella Chiesa, nel mondo, e certamente nel contesto europeo, l’amore di Dio che guarisce e libera». Dopo aver dialogato con Fr. Hermann, le varie Conferenze hanno esposto in Assemblea come stanno rispondendo alle decisioni del Capitolo generale 2003. La mattinata di mercoledì 17 ottobre è stata dedicata alla riflessione sull’Europa dell’Est, prendendo l’avvio dalla ricca relazione di Fr. Adrian Manderla – intitolata La voce dell’Europa dell’Est: problemi, sfide, richieste – nella quale egli ha delineato la situazione delle società post-comuniste, analizzate secondo vari aspetti (famiglia e matrimonio, condizione giovanile, religiosità…). In seguito abbiamo dialogato con il Relatore e i nostri Frati di Croazia, Slovenia, Polonia, Romania e Slovacchia. Nel pomeriggio, divisi in piccoli gruppi, abbiamo vissuto un’esperienza di incontro diretto con alcune realtà di marginalità presenti a Francoforte (immigrazione, tossicodipendenza, prostituzione, AIDS…). I lavori del 18 ottobre si sono aperti con la relazione del Dott. Matteo Mascia, sul tema Europa: emergenza ecologica. Il relatore ha innanzitutto sottolineato come ci si trovi ormai di fronte ad una nuova percezione dell’ambiente («vi sono strette interconnessioni tra la questione ambientale e sociale, tra diritti umani, sviluppo, povertà C07nterno:ACTAORDINIS 536 24-01-2008 16:37 Page 536 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 e protezione dell’ambiente») ed ha proseguito evidenziando il fatto che «il pianeta terra è un sistema finito, che presenta dei vincoli, i quali pongono la necessità di limitare l’uso indiscriminato delle risorse ambientali». Da queste premesse deriva la necessità di uno sviluppo che sia sostenibile, il quale «richiede la presa di coscienza della nuova responsabilità ambientale a cui tutti siamo chiamati». Nel pomeriggio, i lavori sono proseguiti per Conferenze. La giornata si è conclusa con una preghiera nello Spirito di Assisi, alla quale sono intervenuti musulmani, ebrei e protestanti. La relazione di apertura di venerdì 19 ottobre è stata affidata al Dott. Maurizio Pallante, che ha esposto il tema Crescita e decrescita: per una nuova qualità della vita. Egli ha esordito dicendo: «Generalmente si crede che la crescita economica consista nella crescita dei beni. In realtà l’indicatore che si utilizza per misurarla – il prodotto interno lordo – si limita a calcolare il valore monetario delle merci. Il concetto di bene e il concetto di merce non sono equivalenti. Non tutti i beni sono merci e non tutte le merci sono beni. Se, dunque, il prodotto interno lordo misura il valore monetario delle merci, la decrescita indica soltanto una diminuzione della produzione di merci. Non dei beni. Poiché molte merci non sono beni e molti beni non sono merci, la decrescita può diventare il fulcro di un nuovo paradigma culturale se si realizza come una diminuzione della produzione di merci che non sono beni e un incremento della produzione di beni che non sono merci. Questo processo è in grado di apportare miglioramenti alla qualità della vita e degli ecosistemi». Nel pomeriggio Fr. Joe Rozansky ha relazionato su GPIC nella vita dell’Ordine, quindi Fr. Markus Heinze ci ha aggiornati sulla situazione di Franciscans international e Fr. Marco Malagola sulla Terra Santa. La mattinata conclusiva (20 ottobre) si è svolta in Assemblea plenaria. Dapprima le Conferenze hanno condiviso gli impegni assunti per il futuro, quindi hanno avanzato le proposte per il Capitolo generale 2009. Esse, in conclusione, sono state sintetizzate in questi termini: Mentre si ribadisce l’importanza di tutte e cinque le decisioni del Capitolo generale 2003, in particolare si sottolineano le seguenti priorità: a. nonviolenza attiva (applicata ad alcuni ambiti: accoglienza, rispetto, dialogo interreligioso…); b. giustizia ambientale o ecologia globale, intesa come stile di vita, come impegno verso i poveri e verso il Creato; c. impegno per gli esclusi, specie i migranti. Si è deciso all’unanimità di consegnare le proposte così riassunte al Consiglio internazionale di GPIC, il quale le rielaborerà e le presenterà al Capitolo generale, unitamente a quelle emerse negli altri incontri continentali. Il 3° Incontro europeo degli Animatori GPIC si è concluso rendendo grazie a Dio con una partecipata Celebrazione eucaristica! FR. JACOPO POZZERLE 2. Message of the Minister General Dear Brothers in Christ and Francis, May the Lord give you peace! I greet you with great joy on the occasion of the European Continental JPIC meeting, being held in Frankfurt, Germany. I would prefer to be with you personally, but other commitments do not allow me to be present. Know that I am with you in spirit and in the Spirit! May your deliberations about so many important topics bear fruit in the Lord. Celebrated in the context of preparation for the VIII Centenary, I am sure your gathering will strengthen our commitment to live the Gospel after the example of Frances. The title chosen for the meeting, “Franciscans for a United Europe in Solidarity”, underlines the challenges facing all of us. The great issues of our day like poverty, immigration, environmental crisis, war and conflict, among others, serve to highlight our differences, to separate us from one another. But the message of Jesus is one of C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 537 EX OFFICIO PRO ‘JUSTITIA, PACE ATQUE INTEGRITATE CREATI” unity, of calling all peoples to be one in the Kingdom of Heaven. The General Chapter of 2003 took up this message, and called on us not to domesticate the prophetic words of the Gospel, but to be about the birth of a new epoch, awakening a new vision of life and relationships based on justice and love, the paths of peace (May the Lord Give you Peace, 2). The title of the study guide to the priorities of 2003-2009 further emphasizes our need to make concrete the faith that we profess: “Followers of Christ for a Fraternal World”. Reflection on our work for a united Europe, with special concern for the issues of East and West, will further strengthen our commitment to the Franciscan mandate for dialogue, reconciliation and unity. A second important task entrusted to you is a thorough evaluation of the implementation of the Chapter 2003 JPIC decisions. All Entities of the Order, all Friars, were requested to examine our style of life and its impact on creation, to promote active nonviolence in our life and work, to pay special attention to displaced people, to draw up guidelines for the ethical use of resources, and to establish JPIC courses in our academic centres (May the Lord Give You Peace, proposals 39-41). We recognize that such undertakings are not carried out in a short period of time; they require reflection, planning and persistent vigilance. However, no journey can be accomplished without taking the first step. Study what has already been done in regard to these Chapter decisions, analyze the next steps which will make implementation even more effective, and re-commit yourselves to the work necessary to attain these goals. And please be aware that these proposals do not apply only to our work ad extra, but must be applied to our fraternal relationships where appropriate. We must give the world the example of what it means to be brothers, what it means to be reconciled to one another, what the Kingdom of Heaven should look like. During your sessions, you will also dedicate significant time considering the “ecological emergency” that we are facing today. Issues like global warming, use of petroleum, the scarcity of fresh water and 537 many others, merit our attention as followers of a man who sang the praises of a world created by an all-loving God. We are challenged to live the spirit of the Canticle of the Creatures, where Francis invites everyone of good will to live in harmony with one another and with all of God’s creatures and all of us, God’s creation. It has become increasingly clear that social justice cannot be achieved without environmental justice. Many of our brothers and sisters around the worlds suffer the effects of the degradation of our environment. They are forced to live without access to clean air and water, to face the consequences of pollution on their land and animals, to live in filth and unhealthy conditions. Our Social Teaching has consistently upheld the dignity of the person. The dignity of our brothers and sisters demands that we engage the issues of environmental crisis; it also demands that we ask difficult questions about our life style and its impact on the world. Be courageous in analyzing these problems, and help discover ways to heal creation and the brothers and sisters who are part of it. The second International OFM Congress for JPIC, held in Brazil in the beginning of 2006, chose as its theme “Embracing the Excluded of Today”. In my convocation of that Congress, I reminded all of you that Francis’ encounter with the leper in the Valley of Spoleto was decisive on his path to conversion; he affirmed that it was the Lord Himself who had led him among the lepers and he had treated them with mercy. Faithful to that intuition, Friars Minor have been close to the “lepers” of every era and area. Recent General Chapters have challenged us to renew our commitment to closeness to the poor, who continue to be excluded from the most fundamental rights to a life of the children of God. You must help us find ways to foster this commitment. The VIII Centenary is not a simple reminder of the fact that our form of life is to live the Gospel. Rather, it is a creative reinterpretation and renewal of that commitment. The project ‘The Grace of Our Origins’ makes it clear and this commitment must be incarnated in our daily lives. It calls C07nterno:ACTAORDINIS 538 24-01-2008 16:37 Page 538 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 for concrete signs of sharing, minority, solidarity and making restitution to “the lepers” of our time through a more sober and essential life. It encourages us to work for a new community and public commitment oriented toward solidarity; to make concrete choices for justice, peace and the integrity of creation; and to foster initiatives for dialogue. All of us are called to promote these actions, but we count on you to model for us new and effective ways to lead us forward. I pray that the Spirit of the living God descend on you during your time in Frankfurt, and that the blessing of God be with you as you seek to make real our stated commitment to establishment of Gods’ Kingdom in our midst. Rome, 16th October 2007 BR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO Minister General C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 539 E “SERVITIO PRO DIALOGO” 1. Seminario de Estudio sobre los «Franciscanos entre los Musulmes hoy» Roma, Curia general, 17-21 septiembre 2007 1. Presentazione del Seminario FRANCESCANI TRA I MUSULMANI OGGI: POSSIBILITÀ E SFIDE «Humiliter et devote vivere» Dal 17 al 21 settembre si celebra nella Curia generale dei Frati Minori (Francescani), a Roma, il V Incontro di «Francescani tra i musulmani oggi: possibilità e sfide». L’incontro si inserisce negli eventi celebrativi di preparazione alla celebrazione dell’VIII Centenario della Fondazione dell’Ordine (1209-2009), al compiersi dei 25 anni della “Commissione francescana internazionale per le relazioni con l’Islam” integrata poi nel “Servizio per il dialogo” dell’Ordine dei Frati Minori. Il Seminario di riflessione e studio porta il titolo «Humiliter et devote vivere», motto preso dalle Costituzioni generali dell’Ordine che riflette il modo di vivere tra i musulmani secondo lo spirito di San Francesco d’Assisi («Come seguaci di san Francesco e dei primi missionari dell’Ordine, i frati siano fortemente preoccupati di andare umilmente e di vivere devotamente tra le popolazioni di religione islamica, per le quali parimenti non c’è alcun onnipotente eccetto Dio»: CCGG 95, §3). La presenza missionaria dei francescani in mezzo all’Islam affonda le sue radici nelle origini della fraternità, ai tempi di San Francesco, partendo dal suo incontro con il sultano a Damietta (1222), e dalla testimonianza dei primi martiri dell’Ordine francescano a Marrakech (1221), dei quali Francesco d’Assisi disse «ora posso dire di avere cinque veri frati minori», e la cui testimonianza attrasse S. Antonio di Padova. Addentrandosi in mezzo all’Islam, Francesco inaugura un nuovo modo di relazione e dialogo, mostrando una porta aperta e innovativa nelle relazioni con i musulmani per andare loro incontro portando il dialogo, l’ascolto e l’incontro, come le uniche armi delle quali dispone un figlio del Vangelo. Poco più tardi, scrivendo la sua Regola, Francesco raccoglierà la sua esperienza in mezzo all’Islam come prototipo della missione francescana: «i frati che vanno tra gli infedeli, non facciano liti o dispute ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio e confessino di essere cristiani, e quando vedranno che piace al Signore, annunzino la parola di Dio» (Rnb 16). La missione originale di questo gruppo evangelico capeggiato da Francesco d’Assisi è caratterizzato da un camminare per il mondo, tra la gente, mescolandosi con il popolo, senza portare nulla, annunciando la pace, senza litigare per alcun motivo, sottomettendosi ad ogni creatura, lavorando di qualche lavoro onesto. Queste caratteristiche si applicano alla logica di una missione particolarmente difficile, la missione tra gli infedeli in guerra con il mondo cristiano, e ad uno degli uffici più evangelici della fraternità, la predicazione nel più puro stile francescano: con la parole e l’esempio. All’incontro partecipano 50 frati provenienti da diverse entità dell’Ordine che svolgono il loro lavoro in mezzo all’Islam, frati che vivono in paese a maggioranza islamica, impegnati in attività relazionate con il dialogo interreligioso, o in attività di accoglienza di immigrati di questi paesi. Nonostante siano passati quasi otto secoli, continua ancora ad essere in vigore la preferenza di San Francesco per le missioni nel mondo musulmano e l’opzione preferenziale dell’Ordine in questo senso si fa ereditiera di una bella presenza «con umiltà e grande dedizione» abbracciando diverse realtà e forme di servizio e presenza in lungo e in largo per i cinque continenti. In que- C07nterno:ACTAORDINIS 540 24-01-2008 16:37 Page 540 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 sti luoghi i frati armonizzano le proprie attività pastorali e di servizio alla chiesa locale con il servizio ai musulmani attraverso diverse opere sociali e culturali in paesi come Bosnia-Herzegovina, Gibuti, Egitto, Kazakistan, Libano, Libia, Malesia, Marocco, Pakistan, Palestina, Siria, Somalia, Sudan e Turchia. La dimensione missionaria dell’Ordine è sempre stata una delle sue principali preoccupazioni, fino al punto di aver scritto nell’ambito della sua evangelizzazione missionaria una delle pagine più belle della sua storia. L’eredità della presenza missionaria in mezzo all’Islam, costituisce un titolo di orgoglio, ma è prima di tutto una chiamata alla responsabilità per i frati di oggi, perché se è vero che andare tra i musulmani richiede una “vocazione speciale”, è anche certo che continua ad essere una chiamata alla generosità. FR. MANUEL CORULLÓN FERNÁNDEZ, OFM Tangeri (Marocco) 2. Informe del Ministro general LA MISIÓN ENTRE MUSULMANES El diálogo de la vida SITUÁNDONOS HISTÓRICAMENTE La llamada a la cruzada Los lugares santos habían caído en manos de los musulmanes. Este hecho era considerado una afrenta ignominiosa para el mundo cristiano. Los Papas, Urbano II el primero y Eugenio III después, invitan al pueblo cristiano a liberarlos, convocando las primeras cruzadas. Cristianos y musulmanes luchan en “guerra santa”. A la agresión musulmana, los cristianos debían responder con la guerra, decía el Concilio Lateranense IV. Ambos, cristianos y musulmanes, pensaban defender de este modo el honor de Dios. Por parte de los cristianos se trataba de una cuestión de honor y de justicia arrevatar de la posesión de los musulmanes, considerados “ladrones” de la tierra de su Señor, los lugares de nues- tra redención. Para los musulmanes aquella tierra les pertenecía, pues les había sido dada por Alá desde el inicio del Islám. Además Mahoma había “ascendido” al cielo desde el monte Moria, situado en Jerusalén. En este contexto el vocabulario utilizado por los predicadores de las cruzadas era significativo del clima bélico reinante: “Hijos de Agar, la esclava de Abraham”, “Pueblo esclavo de los demonios”, “Vermes de los que es necesario liberar Tierra Santa”. A ellos se les aplica la imagen de la bestia, descrita por Daniel (7, 20-24) y el Apocalipsis (12, 3). Mahoma, escribirá Inocencio III, es el “hijo de la perdición”, “la Bestia”, cuya muerte, anuncia el Papa, es inminente. En este contexto, quien mata a un musulmán, llega a afirmar san Bernardo, no es un hocida, sino un “malicida” y será considerado como uno que ha vengado el ultrage hecho al Señor. Por parte de los musulmanes seguramente las cosas no estaban mejor, aun cuando no tenemos literatura sobre ello. Lo cierto es que unos y otros luchan en nombre de “su” Dios, por una tierra que, según ellos, les pertenecía en exclusiva. Callan las armas y se abren los corazones En este clima nace y crece un hombre cuyo nombre es una bendición: Francisco (LM 1, 1). Llamado por el Señor a reparar su Iglesia, el Poverello, tiene que derribar muchos muros y saltar muchas barreras, particularmente los muros y barreras que enfrentaban unos a otros: minores et maiores, letrados e “idiotas”, cristianos y musulmanes... Francisco, probablemente en Ancona, se une a la V Cruzada. Finalmente, después de fracasar en el 1211, el hijo de Bernardone verá realizado su sueño de llegar al reino de los Sarracenos. El 29 de mayo del 1218 había iniciado la batalla de Damieta. En julio de 1219, Francisco, con el grupo de “peregrinos” de la V Cruzada –era el nombre que se daba a los combatientes-, llega al campo de batalla. El 29 de agosto el ejército cristiano sufre una seria derrota (cf 2Cel 30). Francisco la había predicho y se había declarado contrario a la guerra, pero no fue escuchado. Ante su fracaso en el campo cru- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 541 E “SERVITIO PRO DIALOGO” zado, Francisco, sintiéndose enviado por Dios, como él mismo dirá ante el Sultán, no duda en presentarse ante Al-Malik al Kamil, quien lo acoge con gran simpatía. No conocemos el contenido del coloquio entre los dos protagonistas de tal encuentro. Lo que sí sabemos es que Francisco se presenta abiertamente como cristiano, va a lo esencial, y que el Sultán le acoge. El Sultán descubre en Francisco a un hombre de fe. Francisco, a su vez, descubre en el Sultán a un “creyente”, un hombre que oraba cinco veces al día, y no a un “hijo del diablo”. Y el milagro del encuentro se realiza. Callan las armas y empiza el díálogo entre dos hombres, separados por la religión y la cultura, pero unidos por la fe. Es muy significativo que ambos se entiendan y se respeten, aún hablando lenguaje distinto. Y es que la fe en el “Dios clemente y misericordioso” les une, aún separándoles la religión. Francisco regresará del campo “enemigo” como llegó: sin riqueza alguna, pues las rechazó, pero con el corazón más abierto que nunca hacia el “otro”, frente al cual no duda en confesar su fe en el Dios uno y trino. Cruzando barreras, saltando muros Encontrándose con Melek-el-Kamil, Francisco destruye el muro de la cristiandad. Él no razona con los criterios ideológicos de la cristiandad de entonces, sino que se pone más allá de la frontera de la cruzada. Su propósito es “ir más allá”, dejar su propia “orilla” para llegar a la “orilla” del otro. Y cuando llega a “casa” del Sultán, Francisco no se presenta como “enviado” por los cruzados, sino por Dios, como mensajero del único Dios en el cual también el Sultán creía. De este modo Francisco se pone en seguida dentro de la sensibilidad del otro. Francisco supera también el muro del miedo. Francisco no teme ni la fuerza (ejércitos), ni el poder (Sultán o el Cardenal Legado Pelagio), ni el “incognitus” o el diverso que está presente en el otro. Ya en su vida Francisco había superado el miedo al otro, enfermo y repugnante, abrazando al leproso. Había superado la división entre buenos y malos, acogiendo los ladrones y 541 ofreciéndoles fraternidad y acogida e invitándoles a cambiar de vida. Había superado la barrera entre aquellos que tienen el poder y los que sufren la opresión. El episodio del lobo de Gubbio es claro exponente de ello. En Damieta, Francisco supera cualquier miedo, atraviesa cualquier frontera y llega a la “orilla” del otro. En definitiva, Francisco se apunta a la construcción de un mundo nuevo, basado en el programa de fraternidad universal. En Francisco todo partió del descubrimiento que en su juventud hizo de Cristo. Desde entonces no duda en “saltar” todas las barreras que encontrará en su camino hacia el otro: la barrera de su yo, para abrazar al leproso físico; la barrera social, para abrazar a los ladrones o “leprosos morales”, la barrera eclesiástica, para abrazar al leproso espiritual que era el musulmán. Francisco es un peregrino, un “mendicante” en busca del hermano desconocido. Es un mendicante de Dios y del hombre. Las claves del “diálogo” de Francisco con el Sultán El episodio al que acabamos de referirnos nos presenta a Francisco, el hermano universal, como un hombre profundamente convencido de la necesidad de atraversar la puerta que nos supera del otro, sin prejuicio alguno, ni otras pretensiones que no sean las del encuentro gratutito y el diálogo respetuoso y franco. Es significativo que, mientras sus contemporáneos, incluidos los papas, invitaban a ir contra los musulmanes, y concedían indulgencias a quienes luchasen por liberar los Santos Lugares de la redención, Francisco pide a sus frailes de ir entre ellos (1R 16, 3; 2R 12, 1). Una gran diferencia. Francisco va contracorriente. El Dios en que Francisco cree profundamente es el Dios amor de San Juan (cf. 1Jn 4, 8). Por eso pide a sus hermanos que, por inspiración divina, quisieran ir entre sarracenos y otros infieles, vayan para testimoniar al Dios amor, Padre de Jesucristo y de todos nosotros. En Damieta cada uno afirma su identidad, se respeta la diversidad y se vive la re- C07nterno:ACTAORDINIS 542 24-01-2008 16:37 Page 542 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 ciprocidad, claves todas ellas necesarias para el encuentro y el diálogo. LOS FRANCISCANOS AL ENCUENTRO DEL OTRO Los Hermanos Menores hemos recibido de Francisco una gran herencia: ir entre sarracenos y otros infieles. Nuestra Orden es misionera, la primera Orden misionera en la Iglesia. Por primera vez en la historia de la vida religiosa se establece como normal la vocación apostólica entre infieles. La misión de la Orden es abierta y universal. La vocación misionera de los Hermanos Menores viene a ser como la expresión última del Evangelio católicamente vivido. El que la Regla bulada concluya con el capítulo dedicado a esta misión entre sarracenos y otros infieles es altamente significativo, casi para decirnos: la misión es la cima de la vocación evangélica del Hermano Menor. Desde el principio, la fraternidad franciscana se percibe a sí misma en estado de misión, itinerante, abierta a todos los hombres, lo que hizo que los hermanos “bien pronto llegaran a esparcirse por toda la redondez de la tierra”, como justamente afirma san Buenaventura, comparando la epopeya de la Orden con la historia primitiva de la Iglesia (cf. LM 4, 7). Fiel a esta vocación, hoy, a pesar de la escasez de vocaciones en algunas regiones de donde procedía el mayor número de misioneros, y aún cuando todo el mundo pueda ser considerado “país de misión”, la Orden, sin embargo, no puede desentenderse de este legado de ir entre musulmanes, por difícil que sea o nos parezca. Habiendo tomado conciencia de que la misión es la clave para entender y dar nuevo vigor a nuestra vida; conscientes de que la misión es la dimensión que unifica los otros aspectos y valores de la vida franciscana, sentimos la necesidad de superar las tentaciones y las tendencias egocéntricas y de renovar nuestra presencia entre musulmanes. Esta presencia forma parte de nuestro carisma. En estos momenttos, nuestra Orden está presente en varios países oficialmente islámicos o donde hay una buena representación musulmana: Marruecos, Libia, Egipto, Djibuti, Togo, Burkina Faso, Costa de Marfil, Guinea-Bissau (en África), Israel-Palestina, Libano, Jordania, Siria (en Medio Oriente), Pakistán, Indonesia, Malasia, Singapur, Filipinas (en Asia), Bosnia, Albania, Kazakistan (en Europa), y en Turquía. Agradezco de corazón a los hermanos su trabajo y misión entre musulmanes, en la mayoría de los casos en situaciones nada fáciles. La Orden aprecia su trabajo, y les agradece el que sean, también ellos, en medio de los musulmanes “faro de esperanza” y “oferta generosa de fe y comunión” (cf. El Señor nos habla en el camino, 37), en la mayoría de los casos con la “simple presencia y perseverancia en zonas del mundo donde las dificultades, [en muchos casos] han llegado a niveles verdaderamente extremos” (cf. El Señor nos habla en el camino, 37). Perseverad, queridos hermanos, en este camino de diálogo, de encuentro con el “otro”, con el “diverso”, cruzando fronteras, como hizo Francisco, desde el anhelo de crear una verdadera fraternidad que brota del reconocernos hijos de un mismo Padre (cf. El Señor nos habla en el camino, 36). ¿Cómo realizar esta misión? La Reglas, la bulada y la no bulada, nos ofrecen principios importantes a tener en en cuenta, tanto en la misión en general, como en la misión específica entre sarracenos y otros infieles. Veamos los más importantes. El discernimiento Según la Regla no todos son llamados a ir entre musulmanes. Ésta es una vocación dentro de la vocación franciscana: “Aquellos hermanos que quieren, por inspiración divina, ir entre sarracenos y otros infieles, pidan para ello la licencia a sus ministros provinciales. Pero los ministros no otorguen la licencia para ir sino a los que vean que son idóneos para ser enviados” (2R 12, 1-2). Es significativo que para ir entre sarracenos y otros infieles se use la misma expresión que para entrar en la Orden: movidos por inspiración divina (1R 2, 1). Y esta exigencia que desapareció en el texto de la Regla bulada cuando se habla de abrazar este género de vida (cf. 2R 2, 1), sin embargo se introduce en dicha Regla cuando se C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 543 E “SERVITIO PRO DIALOGO” habla de ir entre sarracenos y otros infieles (cf. 2R 12, 1). Personalmente me llama la atención la insistencia que tanto en 1R 16, como en la 2R 12, se insista tanto en la necesidad de discernir la voluntad de los que quieren ir entre sarracenos u otros infieles. “¡Caben tantos engaños!”, se pregunta un comentarista actual de la Regla, Javier Garrido, quien responde: ”el más peligroso de todos es el que nace de los mejores deseos, el del heroismo” (La forma de vida franciscana ayer y hoy, 219). El misionero no es un héroe. Es un hermano que responde a la llamada del Espíritu, verdadero protagonista de la misión, tanto en su inicio como en su desarrollo. No se va en misión ni se escoge la misión en base a un proyecto personal. La misión es una vocación particular que viene de Dios, inspirado por Dios, y que pide, por parte del llamado, una respuesta generosa. Pero, además de esta tentación, que ciertamente es real, Francisco nos pone en guardia contra otra, no menos real, y que se refiere a los ministros. Éstos han de discernir sobre la idoneidad del heremano con total libertad y con gran espíritu de generosidad. Es por ello que si bien el discernimiento pasa necesariamente por los ministros, ellos deberán estar bien atentos a no dar el permiso a los no idóneos, ni negárselo a quienes, ante el Señor, consideren idóneos para ir entre sarracenos y otros infieles, pues de ello tendrían que dar cuenta al Señor (cf. 1R 16, 4). Una clara llamada de atención ésta: a quienes deseen liberarse sin más de algunos hermanos, o a quienes, considerándose sus dueños, deseen retenerlos, contra la inspiración divina, para “cubrir otras necesidades” consideradas “más urgentes”. En este sentido considero importante notar un cambio de acento entre la primera Regla y la segunda Regla. Mientras en la primera se insiste mucho en que los ministros no deben negarles el permiso a los que consideren llamados a este tipo de misión; en la segunda se insiste más bien en que no den el permiso a la ligera: “Pero los ministros no otorguen la licencia para ir sino a los que vean que son idóneos para ser enviados” (2R 12, 2). ¿Qué está 543 insinuando este cambio? A mi modo de ver algo está pasando en la Fraternidad. Francisco llama a ser muy realistas y serenos en el discernimiento. En el orden de la vocación nadie es “señor”: ni de sí mismo, ni del otro. Unos y otros están al servicio de lo que “inspire” el Espíritu. Obediencia fraterna y primado de la iniciativa de Dios, a un tiempo. A lo dicho anteriormente, hemos de añadir ahora que a la misión no se va, ni se escoge la misión en función de “necesidades”. No se va porque en una Provincia hay suficientes hermanos para cubrir necesidades, o se deja de ir porque hay que “cubrir necesidades más urgentes”, como se oye decir a veces. Tampoco se escoge la misión en función de las necesidades de ésta. A la misión se va porque uno se siente llamado y esa llamada es confirmada por quien tiene la responsabilidad –seria responsabilidadde hacer el discernimiento final. No es la necesidad lo determinante en ir o no a misiones, en la elección de esta o aquella misión, aunque el Señor también hable a través de dichas necesidades. Lo determinante es siempre la llamada del Señor. El método misional El principio general para los Hermanos en misión es el que Francisco da para todos los Hermanos que van por el mundo: “Aconsejo, amonesto y exhorto a mis hermanos en el Señor Jesucristo que, cuando van por el mundo, no litiguen ni se traben en discusiones, ni juzguen a los demás; sean más bien mansos, pacíficos y modestos, apacibles y humildes, hablando con todos dignamente, como conviene” (2R 3, 10). El tono solemne y el carácter personal de esta exhortación, la segunda de la Regla, nos da a entender que estamos ante uno de los núcleos de la misma forma de vida franciscana. Los Hermanos, en permanente estado de misión, han de vivir una vida configurada por las bienaventuranzas de Jesús, desarrollando en todo momento el ministerio de la reconciliación (cf. 2Cor 5; Ef 2), por medio del amor que soporta y espera sin límites, es decir, siguiendo las huellas de Jesús, el que cargó con nuest5ros pecados (cf. Adm 5, 15). La misión franciscana, C07nterno:ACTAORDINIS 544 24-01-2008 16:37 Page 544 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 cualquiera que sea su manifestación concreta, ha de estar inspirada por la dinámica de las bienaventuranzas. Para Francisco nuestra misión no es la de revindicar nada, sino la de “hacer penitencia” y ser los menores (cf. 2R 9; Test 7-8). Para Francisco, minoridad y ministerio de la reconcliación son dimensiones de la misma misión. Según los biógrafos, Francisco es profeta de paz (cf. 1Cel 23; 36; 42; 101), y hombre de reconcliación ( cf. LP 75; 108). Entre líneas podemos ver la metodología usada por Francisco en esta misión: la noviolencia, esperando contra toda esperanza en la eficacia del amor activo y fuerte, y el amor indefenso que confía en el corazón humano, a pesar de las apariencias. Así lo encomendó a la Orden, como tarea esencial (cf. LP 84). Todo esto está indicando la minoridad como actitud determinante de nuestro ir por el mundo, también entre sarracenos y otros infieles. El método misional franciscano es, por tanto, inseparable de la minoridad, de la actitud de servicio y de diálogo, sujetos a toda humana criatura por Dios (cf. 1R 16, 7). Ello hace que se deba dar prioridad a la persona del otro, sin prejuicios, que se busque, ante todo, al hombre, considerando al otro hermano, hermana. El misionero franciscano está llamado a ponerse en relación evangélica con el otro, haciéndose acogida, escucha, y desarrollando sentimientos de simpatía y de cortesía. El misionero franciscano está llamado a acoger y respetar al otro, en todo momento, a vivir la solidaridad hasta las últimas consecuencias, a caminar con el otro. Para el misionero franciscano, la persona ha de contar más que la cultura e incluso que el credo religioso (cf. Vincenzo Brocanelli, Vivere in missione secondo il carisma francescano, Roma 2006, 66ss). Las armas propuestas para la misión por Francisco, en contraposición a las armas de los cruzados, son la mansedumbre y la simplicidad, sin olvidar, ciertamente, la prudencia (cf. 1R 16, 1). Los hermanos son llamados a partir en misión, particularmente entre sarracenos y otros infieles, personas libres de cualquier ideología y sin confiar en poder humano alguno, sino úncamente en el Señor que los envía. Su única fuerza es el poder de la Palabra del Señor y el poder de Dios, que se manifiesta en la debilidad de los hombres. Primero la vida La vocación del Hermano Menor es la de seguir y mostrar a los otros a Cristo. Esto hace que todo Hermanos Menor, y en particular el misionero franciscano, dé el primado a la vida evangélica sobre el ministerio pastoral. No hace proselitismo, no “conquista”, ante todo testimonia; no demuestra, ante todo muestra, hace visible al que para él es todo el bien, el sumo bien, la riqueza a saciedad (cf. AlD). El misionero franciscano, y no sólo, ha de tener presente que lo que realmente atraía de Francisco no era su elocuencia, sino el hecho de ser hombre de Dios. Al igual que Francisco, el misionero franciscano es el hombre que sin “nada propio”, radicalmente pobre, se siente rico testimoniando al que lo es todo. El misionero entre sarracenos y otros infieles no renuncia en ninguna circunstancia a predicar el Evangelio, pero lo hace primero con su vida y sólo cuando pareciera oportuno (de nuevo el discernimiento), también predicándolo explícitamente. ¿No resulta evidente el contraste entre el método misionero franciscano y el de las Cruzadas de ayer y también de hoy? Este método es plenamente actual. Lo ha reafirmado el Capítulo general extraordinario: Nada puede sustituir a la vida ( cf. El Señor nos habla en el camino, 10). La vida tiene el primado absoluto en la cotidianidad del misionero auténtico. De ello se deduce una prioridad absoluta para todos los anunciadores el Evangelio, particularmente entre musulmanes: dar calidad a la propia vida de Hermanos Menores, teniendo presente las Prioridades de la Orden, en las que se sintetiza y actualiza la forma de vida franciscana (cf. CCGG 1, 2). En síntesis, el método misionario franciscano se puede expresar en estas palabras: inculturación, presencia fraterna, respeto, diálogo, y solidaridad con todos, especialmente con los desheredados, los últimos, los excluídos. C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 545 E “SERVITIO PRO DIALOGO” PREPARANDO MISIONEROS Los misioneros no se improvisan, hay que prepararlos. ¿Cómo? Propiciando, desde la formación inicial, una educación en la antropología de la reciprocidad, una educación en la multiculturalidad, una educación para el diálogo, y una educación de la acogida y de la hospitalidad. Educación en la antropología de la reciprocidad Pienso que en este momento es necesaria una “revolución” educativa y formativa, también en nuestra Orden, no sólo a niveles metodológicos, sino también antropológicos. Profundizar en la antropología de la reciprocidad pone a la luz el significado de la apertura al otro, del reconocimiento y del respeto del otro, del camino y del encuentro con el otro. En un mundo herido por los egoísmos, las guerras y violencias es urgente inculcar un nuevo humanismo, una nueva paideia por el hombre planetario. La educación debe sentirse interrogada por la presencia de muchos “rostros nuevos”, que se vuelven nuestros “prójimos” y que son “tú mismo”, según la intuición de Lévinas. La educación debe dejarse interrogar por esta sociedad, tan compleja, a hacerse cargo del otro, para lo cual se exige salir de nosotros mismos, de nuestro egoísmo y de nuestro egocentrismo, de nuestra indiferencia y de eventuales hostilidades en relación con el diferente, con el otro. Educarse a la multiculturalidad Necesitamos, lo veo como una tarea urgente, educarnos para conocer, comunicar y convivir con la diversidad, para la interdependencia recíproca de la común pertenencia. Se trata, en definitiva, de una educación multicultural ¿Como lograr esto? A mi modo de ver una educación multicultural debe fundamentarse en algunos principios que personalmente considero irrenunciables: • Valorar la persona humana. Creer que la persona humana, cualquiera que sea, vale más que cualquier proyecto u objeto. Este es, a mi modo de ver, el desafío más 545 grande en el mundo de hoy, crucificado por guerras fraticidas, étnicas, y religiosas, causadas por el egoísmo y por la violencia organizada. De ahí la urgencia de aprender a vivir juntos: uno de los cuatro pilares de la educación indicado por el Informe de la Comisión Internacional para la educación en el siglo XXI de la UNESCO (1996). En este contexto me parecen muy oportunas las recomendaciones del conocido hebreo Nazim Hikmet a Mchmet su hijo: “No vivas como huésped en este mundo, ni como turista de la naturaleza; vive en el mundo como en tu casa paterna. Cree en el grano, en la tierra, en el mar, pero sobretodo cree en el hombre. Intenta que te duelan las ramas que se secan, las estrellas que caen, la tristeza de un animal herido que vagabundea, pero sobretodo que te duela la tristeza del hombre. Deseo que te alegre cualquier bien de la tierra: la luz, las sombras, las cuatro estaciones; pero deseo sobretodo que sea el hombre el que te dé la mayor alegría”. Me parece cada vez más urgente tener la pasión por la causa de la persona humana que merece todo respeto, toda nuestra atención, y, sobre todo, todo nuestro amor. ¿De qué nos vale querer salvar la naturaleza amenazada por todas partes si no salvamos al hombre, igualmente amenazado? No puedo menos de confesar mi simpatía por la propuesta de un conocido estudioso, Ricardo Petrella, quien sugiere que se ponga como objetivo prioritario del sistema educativo: “aprender a decir buenos días al otro, que significa “reconocer la existencia del otro”, “aprender la democracia y aprender a vivirla”, “aprender la solidaridad”. Es urgente, como señalaba hace ya bastantes años atrás Paul Ricoeur, comprender y enseñar a comprender lo que es diverso. Es urgente asegurar a todos la común identidad humana, respetando su propia identidad. • Pasar del “yo” al “nosotros”. En una cultura dominada por el “subjetivismo” veo necesario luchar abiertamente contra el subjetivismo exacerbado y todo lo C07nterno:ACTAORDINIS 546 24-01-2008 16:37 Page 546 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 que lleva consigo: egoísmo, etnocentrismo, particularismos que fomentan la percepción negativa del otro, la cual a la larga puede provocar actitudes de miedo, indiferencia, intolerancia y racismo en sus diversas formas. La absolutización de la propia identidad y el apegarse a las propias particularidades llevan al desprecio de los otros y del otro. ¿La solución? La solución está en el reconocimiento del otro, en el reconocimiento de la misma dignidad del otro. El otro existe conmigo, vive conmigo y juntos formamos la “familia humana”, como figura en la declaración universal de los derechos humanos, y por lo tanto es digno de respeto, del mismo modo que yo lo deseo para mi. • Caminar desde el otro, es decir, dejarnos educar por el otro, por el diferente, en una actitud de apertura, humildad, gratitud, cooperación, solidaridad. Caminar desde el otro, es decir, hacer que el otro sea el criterio y la medida de mis acciones. Esto lleva a la escucha, al respeto, al amor... Educarse al diálogo Como bien sabemos etimológicamente diálogo viene de dia-logos que a la letra significa dejarse atravesar por la palabra del otro. Este significado etimológico nos puede llevar a pensar el diálogo como una especie de conversión en la que las personas se ponen en relación. Sólo esta relación hará posible la comprensión y el respeto, metas a las que tiende todo verdadero diálogo. Veo como indispensables cuatro actitudes para que esta relación sea posible: • Claridad. Ésta a su vez supone tener un sentido nítido de la propia identidad personal. Sin tener clara la propia identidad no puede darse claridad. No puede haber diálogo auténtico sin saber de donde se parte, sin saber cada uno quien es y ante quien está, sin ser fieles a la propia identidad. Esta fidelidad a la propia identidad, lejos de ser vivida en actitud fundamentalista, una actitud que nace del miedo a pensar y de la ilusión de una fe sin cuestionamientos, ha de ser vivida en permanente actitud de escucha y de respeto, de cordialidad y de sinceridad. Sólo estas actitudes nos llevarán a crecer en el diálogo hecho de escucha y de anuncio. Uno no puede construir la propia identidad encerrándose en sí mismo, sino partiendo del otro, del diverso, de la alteridad. La formación para el diálogo debería ser un capítulo del desarrollo integral, que es el objetivo de la formación en su acompañar a la persona hacia el descubrimiento, la re-apropiación y el crecimiento de la propia identidad. • Mansedumbre. No es una actitud en circulación frecuente, y sin embargo es fundamental para el diálogo. El manso está libre de altivez y de resentimiento, incluso cuando ha tenido experiencia de injuria o de reproche. La mansedumbre es incompatible con los métodos violentos. Por otra parte, el manso aprende a no tomarse a sí mismo demasiado en serio y está siempre dispuesto a aprender del otro. • Capacidad para afrontar los conflictos y la confrontación crítica con posiciones diversas a partir de la pasión por el hombre y su ineludible dignidad. El conflicto, como bien sabemos, no es por si mismo malo. Todo depende como se gestiona. Creo muy importante educar y educarnos para afrontar adecuadamente los conflictos. • Confianza. No se trata sólo de confianza en las propias palabras, sino que es también un reconocimiento por ambas partes involucradas en el diálogo. La confianza nos habilita a decirnos abiertamente la verdad, pero expresando siempre esa verdad con amor. Educarse en la cultura de la acogida y de la hospitalidad Esta cultura encuentra sus raíces en la comprensión del otro como ineludible para poder decir uno mismo. La cultura postmoderna, dominada por la ideología neoliberal y sustentada por la cultura mediática, propicia la creación de identidades narcisistas, centradas en el cultivo de sí mismas, de la apariencia... En es- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 547 E “SERVITIO PRO DIALOGO” te contexto se hace urgente formarnos y formar en una cultura de acogida y de hospitalidad. Para ello considero necesario superar modelos formativos basados en el concepto de perfección individual y de objetividad sacral, en favor de modelos fundados en conceptos de encuentro y de diálogo. A mi modo de ver, esto comprota: • Salir del propio entorno social, dejar las seguridades de la propia tradición cultural, para poder encontrar al diverso de uno mismo y al mismo tiempo mostrar como justamente en este abandono de uno mismo, en este continuo camino de kénosis hacia el “extranjero”, la persona se realiza y realiza su vocación. • Encontrar palabras capaces de crear comunión con las personas que son diferentes. Es indispensable formarnos y formar para el respeto por el “diferente”, en la capacidad de escuchar y de tomar en cuenta los puntos de vista de los que son distintos. Es prioritario formarnos y formar para “abrazar” y no sólo “soportar” las diferencias étnicas, culturales y teológicas, también en nuestras fraternidades. • En la era de la “relación virtual”, es fundamental el educarnos para vivir en una relación que sea a la vez profunda, libre y liberadora. Sólo en este tipo de relación se podrá escuchar al otro en su “alteridad”, sin caer en la tentación de reducirlo a nuestros esquemas, hasta llegar incluso a eliminarlo. Se trata, pues, de un camino de crecimiento en libertad, entendida como control sobre uno mismo que lleva a la entrega de sí. CONCLUSIÓN El misonero franciscano, particularmente el que vive entre musulmanes, es el que, desde la adhesión a Cristo, se da totalmente, sin reservas y sin limite de energías ni de tiempo; el que se entrega gratuitamente; el que vive la lógica del don hasta el extremo, sabiendo que nada le pertenece, que todo es don que se recibe y que por tanto hay que restituirlo; el que sale constantemente de sí mismo para ir al encuentro del otro, del distinto (cf. El Señor nos habla en el camino, 547 19 - 25). El misionero franciscano, máxime el que vive entre musulmanes, es el que, fundamentando su vida en las bienaventuranzas, opta por el diálogo de la vida, por una presencia en medios fronterizos, dando testimonio que “no hay otro omnipotente sino Él” (CtaO 9). La misión franciscana, como la de Francisco, deriva de su íntima unión con Cristo, se nutre de la Palabra del Evangelio y del sacramento de la Eucaristía. El encuentro con el Señor desemboca, necesariamente, en la misión (cf. Jn 4, 4ss). El descubrimiento del Amor abre al amor hacia los otros, por distintos que sean. En la misión, el Hermano Menor trasmite el Amor que conquistó su corazón, antes que una doctrina, y comparte lo que constituye la riqueza y la belleza de su vida, antes de trasmitir lo que aprendió intelectualmente, y, en todo momento, “conserva, por el amor de neustro Señor Jesucristo, la paz en el alma y en el cuerpo” (Adm 15, 2). Todo lo dicho nos pone en condiciones excelentes para ir y permanecer entre sarracenos y otros infieles. La metodología misionera que nos propone nuestra forma de vida abrirá las puertas del otro, como un día abrió la puerta del corazón del Sultán, y la confrontación de unos contra otros dejará paso al diálogo y al respeto de unos con otros. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro general 3. Omelia conclusiva del Ministro generale Roma, Curia generale, 21 settembre 2007 SI ALZÒ E LO SEGUÌ Ef. 4, 1-7. 11-13; Sal 18; Mt 9, 9-13 Giunti al termine del Seminario sui «Francescani tra i Musulmani oggi», sentiamo il bisogno di ringraziare il Signore per il dono che ci ha fatto di questo incontro veramente fraterno. Ma desideriamo, soprattutto, rendergli grazie per averci chiamati ad abbracciare questa forma di vita, che consiste essenzialmente nel seguire più C07nterno:ACTAORDINIS 548 24-01-2008 16:37 Page 548 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 da vicino le orme di Gesù Cristo, nell’essere suoi discepoli, assumendo il Vangelo come Regola e vita e, così, essere suoi testimoni, missionari e annunciatori della Buona Notizia. Il Vangelo che abbiamo ascoltato nella festa di san Matteo (cf Mt 9,9-13) ci racconta la sua vocazione. Gesù, dopo aver curato il paralitico, si allontana e vede «un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo», (Mt 9,9). Nel Vangelo Matteo è la prima persona che ha la fortuna di essere guardata da Gesù. Lo sguardo di Gesù non è uno sguardo qualsiasi, ma è pieno d’amore, come nel caso del giovane ricco (cf Mt 19,16-22). Non si tratta di uno sguardo inquisitore, ma compassionevole. Gesù, guardato Matteo, lo ama per quello che è: un esattore delle imposte. Levi è descritto mentre è seduto. Viene così espressa la sua situazione di peccato, la paralisi da cui verrà salvato dallo sguardo di Gesù. Matteo non ha solo un nome, ma anche una storia molto concreta, che Gesù, guardandolo, fa sua per trasformarla. Per questo lo sguardo di Gesù è sempre uno sguardo di vita: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati» (Mt 9,12). È significativo che, come la parola di Gesù rimise in piedi il paralitico (cf Mt 9,7), così il suo sguardo rialza Matteo: «ed egli si alzò e lo seguì» (Mt 9,9). Da una condizione di peccato, come Pietro (cf Lc 5,8), Matteo è invitato a seguire Gesù: «seguimi» (Mt 9,9). D’ora in poi la persona di Gesù sarà il centro della sua vita ed esistenza. Con la prima parola Dio ha chiamato tutto all’esistenza (cf Gn 1,1ss), con l’ultima e definitiva parola, quella pronunciata da Cristo (cf Eb 1,3), Dio chiama l’uomo ad una vita nuova di piena comunione con Lui. Matteo, e con lui ogni discepolo, è chiamato a stare con Gesù, per essere come lui (cf Mc 3,14). Prima lo sguardo di Gesù, ora la parola, fanno del pubblicano Matteo un discepolo. Lo sguardo e la parola creatrice di Gesù incontrano in Matteo una risposta immediata: «egli si alzò e lo seguì» (Mt 9,9). Luca dirà: «egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì» (Lc 5,28). Alzarsi è uno dei termini che indicano la risurrezione. Matteo, risponden- do alla chiamata di Gesù, passa dalla morte alla vita, miracolo definitivo, che restituisce l’uomo alla sua dignità di figlio. D’altra parte lasciare tutto è la condizione per essere discepolo (cf Mt 19,21). Matteo ha scoperto il grande tesoro, la perla preziosa. Gesù ha conquistato il suo cuore. La rinuncia a tutto non è un atto eroico, ma una conseguenza dell’aver scoperto Cristo come il tesoro della propria vita. La prontezza con cui risponde Matteo ci porta a pensare alla gioia con cui si spoglia di tutto per seguire Gesù. La parola che vediamo realizzata in Matteo, si compie ora in noi. Come per Matteo, anche Gesù passa nella nostra vita e ci guarda con uno sguardo compassionevole. Come Matteo anche noi ci sentiamo amati nella nostra realtà, che non è diversa da quella di Levi, il pubblicano. Come a Matteo anche a noi Gesù dice: seguimi. Ma Gesù trova in noi la risposta pronta e generosa che ha trovato in Matteo? Questa dipende da noi, perché la sua proposta ci rende capaci della risposta. È bene ricordarlo: aver fede significa avere due piedi che si mettono a camminare dietro a Gesù, due orecchie per ascoltarlo, due mani per toccarlo e darlo agli altri. Proprio la celebrazione eucaristica, a cui stiamo partecipando, ci spinge a rispondere, nella nostra missione, nel chiostro del mondo e, soprattutto, tra i musulmani, con la stessa prontezza di Matteo a quanto il Signore ci chiede oggi. Come Gesù, anche noi, suoi discepoli e missionari, siamo invitati a renderci presenti, in maniera molto discreta e rispettosa, nella vita degli uomini e delle donne con cui condividiamo il cammino. Come Gesù, anche noi, suoi discepoli e missionari, siamo chiamati ad avere sempre uno sguardo compassionevole, pieno d’amore, verso quanti incontriamo nei nostri ministeri più diversi. Come Gesù, anche noi, suoi discepoli e missionari, dobbiamo saper pronunciare parole creatrici di comunione che facciano sentire agli altri l’urgenza di alzarsi, di lasciare la loro condizione di paralisi e di peccato, in qualsiasi modo questa si manifesti, e di vivere nella libertà propria dei figli del Padre delle misericordie, del Dio clemente, C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 549 E “SERVITIO PRO DIALOGO” che ha viscere di compassione. Chiamati a servire tutti, senza distinzione, come Gesù dobbiamo preferire i poveri e i peccatori, coloro che vengono esclusi dalla mensa di quanti si considerano buoni. Mossi da divina ispirazione, andate, cari Fratelli, tra i Musulmani. Vivete tra loro come minori, essendo sempre strumenti di pace e di riconciliazione, senza fare dispute e confessando in ogni momento che siete cristiani (cf Rnb 16,6). Andate ed edificate il corpo di Cristo (cf Ef 4,12) con la vostra testimonianza di Gesù o, quando vedrete che piacerà al Signore, con l’annuncio esplicito del Vangelo (cf Rnb 16,7). Andate e, grazie alla vostra presenza di testimoni, la Parola di Cristo possa risuonare, anche silenziosamente, fino ai confini della terra (cf Sal 18). Siate missionari essendo discepoli, seguaci di Gesù, secondo la forma che ci ha lasciato il nostro fratello e padre Francesco e che abbiamo abbracciato con la professione religiosa. Che la vostra presenza francescana tra i Musulmani costruisca ponti di comunione tra noi che seguiamo Gesù e quanti seguono l’Islam, attualizzando, così, il gesto profetico di Francesco nel suo incontro con il Sultano. Andate cari Fratelli, con la benedizione del Signore e la mia, con la gratitudine del Ministro e servo della Fraternità e con quella di tutto l’Ordine. Andate, non abbiate paura! Il Signore vi precede nel vostro cammino. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale 4. Messaggio finale Roma, Curia generale, 21 settembre 2007 A tutti i confratelli dell’Ordine dei Frati Minori Ai membri della Famiglia francescana Cari confratelli e sorelle, il Signore vi dia pace! Il Servizio della Curia Generale dell’Ordine per il dialogo ha considerato opportuno promuovere, nel contesto dell’ottavo centenario della fondazione dell’Ordine e a 549 25 anni dalla prima conferenza francescana sull’Islam (Costituzione della Commissione per il dialogo, Assisi 1982), un Seminario di studio sul tema: «Francescani tra i musulmani oggi. Possibilità e sfide». Il Signore ci ha dato così la grazia di ritrovarci, fratelli provenienti da diversi paesi – dall’Europa, dall’Africa, dall’Asia, dall’Oceania e dall’America –, per lodare il suo Nome, riconoscere il suo Spirito all’opera in ogni cultura e popolo, e per farci mutuamente partecipi delle diverse forme in cui viviamo la nostra vocazione come francescani tra musulmani. Il Seminario ci ha offerto la possibilità di riflettere su alcuni aspetti della nostra missione: Fr. José Rodríguez Carballo, Ministro generale, ci ha aiutato ad approfondire il nostro rapporto carismatico col mondo islamico, nel contesto più ampio del dialogo, nel mondo d’oggi, tra religioni e civiltà; M. A. Ayuso, Presidente del PISAI ci ha parlato del dialogo islamo-cristiano; Fr. Rubén Tierrablanca ha fatto il bilancio di venticinque anni di animazione del dialogo interreligioso; Fr. Manuel Corullón ha fatto il punto sulla situazione attuale del rapporto dei Frati Minori con l’Islam; infine, Fr. Gwénolé Jeusset ci ha proposto sfide, orientamenti e piste per il futuro prossimo. A noi Frati convenuti a Roma per questo Seminario di Studio è stata offerta inoltre la possibilità di scambiare le nostre esperienze di vita e di allargare così le vie per il dialogo con i nostri fratelli e sorelle musulmani che insieme a noi professano che «non c’è nessuno Onnipotente fuori di Dio». Abbiamo dunque scelto di metterci all’ascolto gli uni degli altri per scoprire la varietà e la ricchezza delle nostre esperienze, ma anche molti punti di convergenza e uno stesso stile di presenza. Ci riconosciamo destinatari delle parole che san Francesco rivolge ai «frati che per divina ispirazione vorranno andare tra i Saraceni» (cf. Rnb XVI; Rb XII), e dimorando umilmente e devotamente in mezzo a loro, vogliamo vivere, non solo nell’ascolto delle altre culture, ma anche nella «sottomissione per amore di Dio» ad ogni creatura e anche a quei nostri fratelli e sorelle che pro- C07nterno:ACTAORDINIS 550 24-01-2008 16:37 Page 550 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 fessano l’Islam (cf. Lettera di Assisi 1982). Arriviamo a questo appuntamento con un’esperienza di otto secoli di cammino con altri credenti, una storia ricca di pagine entusiasmanti, un cammino tante volte anche problematico e conflittuale, specialmente per i fratelli nati nei paesi islamici; ma questa nostra ricchezza di esperienza è il patrimonio che custodiamo e che possiamo condividere a vantaggio della Chiesa tutta, nella gioia di una missione in cui riluce la gratuità del nostro andare incontro all’altro. Ci troviamo uniti nel constatare come la nostra forma di inserimento sia improntata in primo luogo al desiderio di incontrare l’altro come fratello, per amore del Cristo, e di percorrere insieme il cammino della conoscenza reciproca, una conoscenza personale ed esistenziale. La nostra inculturazione passa attraverso l’esperienza dell’amicizia e della condivisione di ciò che siamo con i popoli in mezzo ai quali viviamo, secondo la metodologia del “farsi minori” di Francesco d’Assisi; come lui, ci sentiamo di indirizzare una parola che apra il dialogo a partire da una sincera simpatia per la persona che ci sta davanti, accolta nella sua realtà, con la sua cultura e la sua tradizione religiosa. Per questo sentiamo l’esigenza dello studio della lingua e della tradizione dell’altro, uno studio approfondito, appassionato, che ci metta in consonanza di spirito e in atteggiamento di “mendicanti” di verità; sempre in ascolto dei segni dei tempi, in ascolto e a servizio delle comunità cristiane viventi nei paesi a maggioranza islamica. Con queste comunità cristiane, gioiose pur nella prova, condividiamo la responsabilità di portare una testimonianza e un annuncio anche ai fratelli che ancora non conoscono il vangelo di Cristo. Abbiamo misurato, grazie alle nostre diverse provenienze geografiche e culturali, la vastità del fenomeno e l’urgenza della sfida che l’incontro con i musulmani propone al mondo di oggi; vogliamo dare il nostro contributo a questo dialogo, come servizio alla comunicazione tra le culture e tra i credenti che, nella luce della loro rispettiva religione, cercano insieme i segni della misericordia di Dio per l’umanità. Ciascu- no di noi ha esperienze di collaborazione con i musulmani, e queste esperienze concrete ci spingono a rinnovare il nostro impegno di promozione dello sviluppo integrale dell’uomo, riconoscendo nei nostri fratelli musulmani la stessa sete di giustizia e di pace che ci anima. Non possiamo altresì trascurare l’esigenza di una maggiore collaborazione all’interno dell’Ordine, della Chiesa Cattolica e con i cristiani di altre confessioni, perché la testimonianza di unità è il primo e più importante messaggio che siamo chiamati a trasmettere al mondo di oggi. Dall’estremo al medio Oriente, nell’Africa del nord e nell’Africa sub-sahariana, con i musulmani che prendono posto nel continente americano e in Europa, ovunque le nostre Fraternità francescane sono inserite, noi Frati Minori del III millennio siamo chiamati a testimoniare con la vita il vangelo dell’amore verso ogni creatura, nel rispetto della fede dell’altro, spendendo ogni nostra energia finché «Dio sia tutto in tutti». I FRATI PARTECIPANTI AL SEMINARIO 5. Crónica El Servicio para el Diálogo de la Orden, en su labor de animación, propuso al Definitorio general la celebración de un Seminario de Estudio, en el sector del diálogo interreligioso, centrado en la presencia de los franciscanos en países musulmanes y en las relaciones con el Islam donde están presentes como minorías. Los objetivos del mismo eran tomar conciencia de nuestra misión entre los musulmanes en la nueva situación creada en los últimos años, compartir experiencias en el modo de estar, en la diversidad de servicios y en las diversas formas de inculturación que los hermanos adoptan, reflexionar juntos sobre nuestra vida y misión en medio de los musulmanes y hacer propuestas para el inmediato futuro que nos ayuden a realizar esta vocación, recibida de San Francisco, en los tiempos actuales. Se ha querido celebrar este Seminario en el marco del proyecto “La gracia de los orí- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 551 E “SERVITIO PRO DIALOGO” genes”, que nos prepara a la celebración del octavo centenario de la fundación de nuestra Orden, y con motivo de los 25 años del primer Congreso tenido en Asís, en 1982, que dio origen a la Comisión para el Islam y que más tarde se convirtió en el Servicio para el Diálogo de la Orden. El Seminario, que ha querido afrontar la situación y problemática actual del diálogo franciscano con los musulmanes, ha tenido lugar en la Curia general, del 17 al 22 de septiembre de 2007. En él han participado casi medio centenar de frailes menores, entre ellos el arzobispo de Tánger y los obispos de Trípoli, Bengasi y Djibuti, que, fieles al mandato de San Francisco, sintieron la llamada a vivir “entre sarracenos y otros infieles” para dar testimonio del Evangelio del Señor Jesús. Esta presencia de los franciscanos en tierras musulmanas es ininterrumpida desde 1219, año en que San Francisco va a Damieta a encontrar al sultán alMalik al-Kamil, hasta nuestros días. Los hermanos provenían de Marruecos, Libia, Egipto, Djibuti, Palestina, Israel, Siria, Turquía, Malasia, Indonesia, Filipinas, Francia, Alemania, Italia, Estados Unidos y de la Familia Franciscana. Otros por problemas administrativos, o de otra índole, no han podido asistir. A ellos se les unieron el Ministro general con su Definitorio y los responsables de los Secretariados de la Curia general. Día 17: A lo largo del día los hermanos fueron llegando a la Curia general donde se les dio alojamiento. Día 18: Comenzamos el día con la celebración de Laudes y la Eucaristía, por la Evangelización de los Pueblos, presidida por fr. Miguel Vallecillo, presidente del Servicio para el Diálogo. A las 8’45 de la mañana se procedió a la distribución del material y a las 9 comenzó la sesión, presidida por el Ministro general con una oración y rito de bendición del icono que ha presidido todos los actos del encuentro. El icono es obra original de Fr. Antonio Baú, ofm, y representa el encuentro de San Francisco con el Sultán. Después de unas palabras de saludo a todos los participantes por parte del Ministro general, el presidente del Servicio 551 para el Diálogo tuvo un breve discurso de apertura y a continuación se hizo la presentación de los participantes. La primera ponencia la tuvo el Ministro general, Fr. José R. Carballo, titulada El carisma franciscano en relación con el Islam, diálogo entre religiones y civilización en el mundo de hoy. En ella ha querido evidenciar el sentido, no solo del encuentro sino, sobre todo, el de la presencia de los hermanos entre musulmanes, recogido del ejemplo y las palabras de S. Francisco, el cual, en un contexto histórico bélico, tiene un gesto profético, presentándose ante el sultán no como un enemigo sino como un cristiano que va al encuentro de otro creyente. Después de esta experiencia, Francisco enviará a sus hermanos no “contra” sino “entre” los musulmanes. Subrayó que la vocación franciscana es misionera. Esta misión forma parte del carisma franciscano y se vive en la gratuidad. Importante es el aspecto de la formación, que aunque debe ser técnica, consiste, sobre todo, en la asimilación de una cultura marcada por una antropología de la reciprocidad, de la multiculturalidad, del diálogo fundado en la sinceridad, mansedumbre, capacidad de afrontar los conflictos y la confianza, en una constante actitud de acogida y hospitalidad. Después del diálogo sucesivo y la pausa, el P. Miguel Ángel Ayuso Guixot, mcci, Presidente del P.I.S.A.I. de Roma, tuvo la segunda conferencia titulada El diálogo islamo-cristiano y nosotros, en la que recordó el envío de los doce y como el diálogo forma parte de nuestra misión, tiene la oración como alma de la misma, presupone una formación para amar, para compartir y para el respeto. Subrayó la rica tradición franciscana que, incluso, indica la metodología a seguir, es decir, el conocimiento del otro, la estima y la simpatía, el descubrimiento de la propia identidad y de la diferencia, y el testimonio. Por la tarde tuvo lugar el testimonio de dos hermanos en representación de las presencias franciscanas en el Medio Oriente (Siria) y África del Norte (Marruecos). En un segundo momento, los participantes se reunieron en trabajo por grupos con una puesta C07nterno:ACTAORDINIS 552 24-01-2008 16:37 Page 552 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 en común caracterizado por un diálogo muy participativo. La intensa jornada concluyó con el rezo de Vísperas presididas por Mons. Giorgio Bertin, obispo de Djibuti. Día 19: La liturgia de este día estaba encomendada a los hermanos de Marruecos que escogieron los textos de la Eucaristía centrados en Abraham, padre de los creyentes. La presidió fr. Manuel Corullón, Presidente de la Federación Franciscana de Marruecos. La ponencia Comisión OFM para el Islam. Balance de 25 años de animación estuvo a cargo de Fr. Rubén Tierrablanca, quien hizo un recorrido en todo este periodo del trabajo realizado. Después del diálogo y la pausa se dio un espacio para los testimonios, uno de Malasia y el otro de Libia. Por la tarde el trabajo en grupos fue orientado a ir preparando algunas propuestas concretas que puedan ser presentadas como fruto del encuentro. La asamblea plenaria tuvo la modalidad de mesa redonda entre los secretarios de grupos con una animada intervención por parte de los participantes. Con el rezo de Vísperas, presididas por Mons. Giovanni Martinelli, obispo de Trípoli (Libia), se concluyó esta segunda jornada. Día 20: La liturgia de la mañana, Laudes y Eucaristía, en la memoria de los mártires de Korea, fue presidida por fr. Robert Menard. A las 9 comienza la sesión en el aula con la ponencia de Fr. Manuel Corullón Relación de los Frailes Menores con el Islam. Situación actual. Nos puso de relieve el estilo franciscano de nuestra relación con el mundo musulmán, repasando las fuentes franciscanas y evidenciando cómo se lleva a la práctica actualmente en diversos países islámicos. Esto dio pie para entrar en el diálogo posterior en aspectos concretos de esta relación, no siempre satisfactorios desde el punto de vista jurídico, de los derechos humanos, etc. aunque sean buenos en el plano de la amistad y la cooperación. Por la tarde los testimonios se centraron en las actividades que llevan a cabo los hermanos en Filipinas, Indonesia y en Estados Unidos con grupos de inmigrantes musulmanes, presentando un islam bastante in- culturizado en la sociedad americana. El resto de la tarde se continuó con el trabajo por grupos y la formulación de propuestas para el futuro. El rezo de las Vísperas, presididas por Mons. Silvestre Magro, obispo de Bengasi (Libia) concluyó el día. Día 21: El primer acto se tiene a la hora de costumbre en el aula, comenzando con el rezo de Laudes, en la fiesta del apóstol San Mateo, presidido por Mons. Santiago Agrelo arzobispo de Tánger (Marruecos). Acto seguido nos dirige la palabra Fr. Jeusset Gwenolé con una conferencia que lleva por título Desafíos, orientaciones y pistas para el futuro próximo. Inspirándose en el llamado “espíritu de Asís” revaloriza la actitud de los franciscanos en el encuentro con las religiones, especialmente con el Islam. Resalta las actitudes positivas, evitando condenas y descalificaciones, para llegar al corazón del otro, en un diálogo, sobre todo, de la vida. Señala 6 retos: el de la colaboración, la formación, el conocimiento de nuestra historia y fuentes, el encuentro con los amigos musulmanes, el reto de Estambul y, por último, el de la oración. Concluye evocando la estela de Damieta como un proyecto en el horizonte del 2019 a los ocho siglos del encuentro de S. Francisco con el Sultán. La asamblea plenaria estuvo llena de reacciones y preguntas a una sugestiva y provocativa conferencia que nos dio pie para ir perfilando muchos aspectos de esta relación en nuestro mundo actual. Por la tarde escuchamos a los representantes de los distintos Secretariados y Oficios de la Curia general, (Secretaría general para la Evangelización, Moderador de Misiones, Formación y Estudios, Justicia y Paz, y Servicio para el Diálogo) que nos fueron describiendo las posibilidades que el diálogo les presenta desde sus respectivos puntos de vista. Se pasó, después, a aprobar las Propuestas y el Mensaje final. La Eucaristía de conclusión del Seminario de Estudio fue presidida por el Ministro general. Al finalizar la misma se hizo el rito del envío y el Ministro entregó a cada hermano una reproducción del icono que presidió nuestros trabajos todos estos días. C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 553 E “SERVITIO PRO DIALOGO” Como bagaje del encuentro nos llevamos la riqueza de la fraternidad compartida, las diferentes experiencias que viven los hermanos y que revelan los diversos rostros que presenta el Islam, la amistad con ellos, la oportunidad de reflexionar y evaluar sus vidas como franciscanos en la minoridad y en la donación gratuita. Los hermanos vuelven de este encuentro de Roma reconfortados y reforzados en su compromiso de ser testigos de Cristo en medio de un pueblo creyente, decididos a profundizar en el conocimiento de esta tradición religiosa y en mantener la amistad y la simpatía por los musulmanes, teniendo siempre delante el ejemplo de San Francisco que les enseña a superar el miedo del otro “como enemigo” para considerarlo hermano. FR. MIGUEL VALLECILLO, OFM 6. Articolo de «L’Osservatore Romano» TESTIMONIARE L’ESPERIENZA FRANCESCANA Provenienti da vari paesi del mondo un nutrito gruppo di Frati Minori ha voluto rendere testimonianza di fedeltà al mandato di S. Francesco che li ha inviati tra i “saraceni e altri infedeli” a testimoniare il Vangelo di Gesù. Per questo, dal 17 al 22 settembre 2007 si sono riuniti presso la curia generale dell’Ordine sul colle Gelsomino frati operanti in paesi musulmani; fra di essi c’erano 4 vescovi. Di fatto, è ininterrotta la presenza dei francescani in terre musulmane a partire dal celebre incontro di san Francesco con il sultano d’Egitto al-Mâlik al-Kâmil a Damietta nel 1219 fino ai nostri giorni. Non si è trattato di un normale convegno di studio, ma piuttosto di un incontro fraterno, originato dal desiderio di conoscersi, di scambiarsi le proprie esperienze e rafforzarsi reciprocamente nel proprio impegno. La presenza dei Frati Minori nei paesi musulmani è molto diffusa, essendo presenti in vari paesi ufficialmente islamici o 553 in cui vi è una forte componente musulmana. In Africa essi sono presenti in Marocco, Libia, Egitto, Somalia, Gibuti, Togo, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea Bissau; in Medio Oriente: Israele e Palestina, Libano, Giordania, Siria; in Asia: Pakistan, Indonesia, Malesia, Singapore, Filippine; in Europa: Bosnia, Albania, Kazakistan e in Turchia. A sottolineare l’importanza dell’incontro sta il fatto che allo svolgimento dei lavori non partecipano solo i frati venuti da lontano, ma lo stesso Ministro generale con il suo Consiglio e i rappresentanti dei vari uffici della Curia, con i segretariati della formazione e dell’evangelizzazione: segno evidente del ruolo e del peso che assume l’esperienza di questi frati per la vita di tutto l’Ordine. È stato proprio il Ministro generale, Fr. José Rodríguez Carballo, con la sua relazione introduttiva a mettere in evidenza il senso non solo dell’incontro, ma soprattutto della presenza dei frati in paesi a istituzione o maggioranza islamica, senso attinto dall’esempio e dalle parole di san Francesco il quale, in un contesto storico di guerra santa, compie un gesto profetico, presentandosi al sultano non come a un nemico, ma come un cristiano che va incontro a un altro credente, mostrando che, pur divisi nella religione, essi sono uniti nella fede in Dio. Fra i due si attua un incontro gratuito e un dialogo rispettoso e franco. Dopo tale esperienza Francesco invierà i suoi Frati non “contro”, ma “tra” i musulmani, perché vivano in mezzo a loro per testimoniare il Dio dell’amore. Essi saranno fedeli a tale missione vivendo e testimoniando lo spirito delle beatitudini, lontani da dispute e litigi, senza rivendicazioni, vivendo così il ministero della riconciliazione. Vissuta in questa maniera la missione del francescano risulta inseparabile dalla fondamentale scelta di vita che è quella della minorità. Per questo, la vocazione missionaria è intrinseca alla vocazione francescana che ha come priorità “avere lo Spirito del Signore e la sua santa operazione”. Per tale motivo, il francescano si recherà tra i musulmani non spinto da necessità organizzative o strutturali, ma solo C07nterno:ACTAORDINIS 554 24-01-2008 16:37 Page 554 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 “per divina ispirazione” (Regola bollata 12,1): è una chiamata dello Spirito e non una scelta umana. Questa missione, quindi, fa parte del carisma e della forma di vita del frate minore e non va misurata dalla scarsità di risultati esteriori o apparenti. Importante, invece, è la formazione del missionario che non si deve preoccupare tanto di una preparazione tecnica quanto di assimilare una cultura plasmata da un’antropologia della reciprocità, della multiculturalità, del dialogo fondato sulla chiarezza, la mansuetudine, la capacità di affrontare i conflitti e la fiducia, in un costante atteggiamento di accoglienza e ospitalità. A queste riflessioni di marcata impronta francescana si è aggiunto il contributo di P. Miguel Ángel Ayuso Guixot, mcci, Preside del P.I.S.A.I. che, partendo dal brano di Lc 6,12-19, in cui Gesù, dopo avere pregato sulla montagna, scende in pianura per scegliere e inviare i dodici, ha ricordato come il dialogo fa parte integrante della nostra missione che, secondo l’insegnamento evangelico, deve avere la preghiera come anima, presuppone una formazione all’amore, alla condivisione e al rispetto per giungere alla cura pastorale del prossimo. La ricca tradizione francescana indica anche la metodologia da seguire, e cioè, la conoscenza dell’altro, la stima e la simpatia, la riscoperta della propria identità e della differenza e la testimonianza. Di notevole portata le testimonianze e le riflessioni offerte dai partecipanti (tre delle quali espresse nelle relazioni dei Frati Rubén Tierrablanca, Manuel Corullón e Gwenolé Jeusset e numerose altre di carattere testimoniale) dalle quali traspare soprattutto lo spirito che anima i missionari presenti in queste terre. Essi mostrano in gran parte di avere ereditato il “nuovo stile di rapporto” con i musulmani inaugurato da san Francesco, vivendo tra di loro, con loro, come loro, in dialogo e in un effettivo atteggiamento di servizio. Con insistenza sono emerse nei loro discorsi le parole di Gesù che invia i suoi discepoli “come pecore…”. Essi hanno testimoniato e continuano a testimoniare che non è necessaria la spada per difendere il vangelo; si sentono missionari con l’annuncio della pace e della penitenza, vivendo la fraternità in missione; come strumenti privilegiati per l’annuncio del Regno considerano la testimonianza, l’annuncio e la sottomissione a ogni autorità, disposti a donare la vita, fino al martirio, come afferma san Francesco. Portando il dono della fraternità essi sono coscienti di rivelare il mistero dell’incarnazione, che ha portato il figlio di Dio a diventare nostro fratello. Costruendo una pace fra le religioni essi sono consci di contribuire alla pace fra le nazioni. La diversità delle esperienze ha rivelato i diversi volti dell’islam che in certi paesi, come l’Indonesia, ha raggiunto un notevole livello di inculturazione, anche se adesso questa è messa in discussione e contestata da correnti fondamentaliste infiltrate dall’esterno. Nel loro insieme, i rapporti dei francescani con le popolazioni missionarie sono positivi e la loro presenza è spesso siglata da legami di profonda amicizia. I Frati, da parte loro, considerano la loro esperienza come un’opportunità per riflettere e verificare la loro vita di francescani nella minorità. Nella donazione gratuita senza attese di gratificazioni o di successi pastorali. Qualcuno si interroga sulla propria vocazione sacerdotale, chiedendosi se egli è sacerdote solo per i cristiani o per tutti gli uomini. C’è chi trova un punto di incontro nel fatto che l’islam è una religione della preghiera. La vicinanza e l’amicizia spinge qualche altro a chiedersi come poter aiutare i musulmani ad avviare e condurre un dialogo fra di loro. Una constatazione comune è che lo stato di minoranza favorisce l’intesa e il dialogo ecumenico fra le Chiese. I Frati ripartono dall’incontro di Roma rincuorati e rafforzati nel loro impegno, decisi ad approfondire la conoscenza dell’islam ma soprattutto l’amicizia e l’amore per i musulmani, guardando all’esempio di san Francesco che insegna loro a superare le paure del “grande nemico”. TECLE VETRALI [L’Osservatore Romano, 26 settembre 2007] C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 555 E “SERVITIO PRO DIALOGO” 2. Il Cairo: un festival del dialogo Cairo, Egitto, 21-27.11.2007 Avevamo scelto l’Egitto per un compromesso, dopo che sono falliti i tentativi di riunire la Commissione del Servizio per il dialogo dell’Ordine dei Frati Minori in Indonesia o in Corea o nelle Filippine, e alla fine quello del Cairo è risultato uno degli incontri più interessanti e significativi. Era previsto di dedicare gran parte del tempo alla discussione dei nostri progetti, con l’inserimento di qualche incontro di carattere ecumenico e interreligioso, e invece il dialogo diretto, sia ecumenico che interreligioso, ha assorbito gran parte del nostro tempo, permettendoci, tuttavia, di trattare i nostri punti di discussione per lo più in molteplici piccole unità di lavoro. Alla fine, tutto l’arco di tempo trascorso fra il nostro arrivo (21 novembre) e la partenza (27 novembre) è stato da noi unanimemente riconosciuto come una fra le più ricche esperienze di dialogo. Se avessimo avuto l’intenzione di andare a insegnare il dialogo ai frati e alle persone del posto, il nostro viaggio sarebbe risultato sprecato. Di fatto, abbiamo potuto usufruire di una molteplice scuola di dialogo: con la cultura, con l’Islam, con le Chiese ortodosse e protestanti, con la Chiesa cattolica locale, con la famiglia francescana, con i nostri frati. Con la cultura Sappiamo che nessun serio itinerario formativo culturale può prescindere da un riferimento alla civiltà egiziana. I monumenti e i resti che si possono ancora ammirare stanno a testimoniare una storia e una civiltà che ha preceduto la nostra e, cosa per noi di fondamentale importanza, come ci ha ricordato il Nunzio apostolico Mons. Michael Fitzgerald, un’apertura all’aldilà e una ricerca della trascendenza che ci indirizzano alla risposta che abbiamo nel messaggio evangelico. Anche la simbologia dell’antico Egitto è ricca di spunti significativi per la nostra esperienza cristiana. Basti pensare al simbolo della vita che anche nella sua forma ci 555 rimanda alla croce e ci ricorda la nostra fede nella morte e risurrezione di Cristo, tanto è vero che esso è diventato il simbolo base per disegnare l’architettura e la decorazione del nuovo monastero delle clarisse del Cairo. Ben situate le considerazioni del Nunzio Mons. Fotzgerald il quale ricordava che in pochi altri luoghi come in Egitto ci si rende conto che il dialogo non è una semplice coesistenza pacifica ma un’esigenza e un processo di vita che si sviluppa nel vivere insieme e comunicandosi i propri valori; solo allora si prende coscienza della inadeguatezza di certi nostri linguaggi e di certe formulazioni che risultano incomprensibili per molte culture. Le persone possono accettare seriamente e interiormente il vangelo solo attraverso le loro culture. Questo ci ricorda che nel dialogo dobbiamo accettare le persone come sono, e non come vorremmo che fossero, e per questo è necessario avere una grande fiducia in esse. Ma c’è anche una fetta di Egitto moderno che ci offre un esemplare di cultura d’avanguardia: è la nuova biblioteca di Alessandria che, per l’ardito complesso architettonico, per la quantità del materiale librario e documentario reso accessibile, e per il sistema di consultazione si sente erede delle antiche biblioteche alessandrine e a giusto titolo può essere collocata fra le meraviglie del mondo. La classica cultura egiziana è un fattore prezioso per una integrale formazione umanistica. Il grande Imam dell’Al-Azhar, Sayyed Tantawi, ci ha ricordato che le civiltà non hanno una patria e non possono diventare motivo di scontro, ma sono luoghi di incontro; inoltre, il progresso tecnologico ci ha portato nel mondo della comunicazione e noi non possiamo restarne fuori. Con l’Islam Alla nostra partenza per il Cairo molti ci avevano chiesto se non era rischioso in questi tempi recarsi in paesi a maggioranza musulmana. Certamente noi non abbiamo avuto l’occasione di imbatterci con le frange più estremiste e fondamentaliste dell’Islam, che si sono fatte sentire anche in Egitto, ma C07nterno:ACTAORDINIS 556 24-01-2008 16:37 Page 556 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 abbiamo potuto constatare di persona che con l’Islam è possibile dialogare e collaborare. Non abbiamo visto solamente moschee o musulmani pregare in luoghi pubblici e privati, non ci siamo sentiti solamente disturbati dalla voce mattutina o quasi notturna del muezzin che invitava alla preghiera, perché quella voce era invito alla preghiera anche per noi e ci invitava ad elevare i nostri rapporti con i credenti di altre religioni sul piano dello spirito. Ma è stata soprattutto la fortuna di poter incontrare il grande Imam della principale moschea e grande scuola Al-Azhar del Cairo, Sayyed Tantawi, a metterci in contatto diretto con il cuore dell’Islam egiziano e a farci capire il nocciolo della dottrina che viene insegnata in quella scuola. A convincerci che quella dell’Imam non era una voce isolata fu la presenza del “vicario” dell’Azhar, contemporaneamente ministro per i problemi islamici e presidente della commissione per il dialogo interreligioso. Il dialogo cordiale ci ha permesso di cambiare proporzioni alla nostra idea della moschea e della sua funzione in seno alla comunità musulmana. Prima di tutto ci è stato ricordato che essa cura la formazione di tutti gli imam che vengono inviati nel mondo. Al-Azhar vanta più di mille anni di storia ed è caratterizzata dall’oggettività nello studio e dall’equilibrio nelle posizioni, lontana da ogni estremismo. Essa sta al centro di un insieme di circa 8 mila istituti, in una sostanziale parità numerica fra i maschili e i femminili, e conta 70 facoltà, abbracciando sia gli ambiti tradizionali che quelli più moderni. La formazione religiosa è strutturata in tre tappe: la prima è quella elementare, che incomincia a 6 anni; la seconda, quella media, parte dai 12 anni e dura per circa un triennio; poi ci si inserisce nell’Università dell’Azhar. Tutto il curriculum è focalizzato sullo studio del Corano, sulle scienze legislative islamiche e su altri campi di studio dell’Islam; per le altre scienze si adegua alle facoltà statali. Come a nuovi scolari ci è stata sintetizzata la dottrina islamica in 5 capitoli o fondamenti stabili tratti dal Corano: - tutti gli esseri umani sono fratelli perché provengono da un solo uomo; - la diversità religiosa non impedisce la collaborazione; - Dio ha voluto che gli uomini siano diversi nella fede; - le diverse culture sono chiamate a collaborare; - le religioni che vengono dal cielo invitano alla pace e al bene per il genere umano. Nel corso del dialogo l’Imam sottolinea di credere al dialogo in tutte le sue forme, ricordando che i sacri libri sono pieni di esempi di dialogo e devono esserci di guida; con il volto sorridente e lo sguardo convincente afferma che “prima delle nostre porte sono aperti i nostri cuori” e che “il dialogo fra due cuori aperti raggiunge il suo obiettivo se c’è la buona volontà”. Di fronte all’interrogativo sulle cause che rendono difficile il dialogo e la collaborazione e sulla strada da percorrere per superarle, la risposta è semplice e lineare: l’unica via suggerita dai testi sacri è quella di aumentare i saggi; da sempre esistono il bene e il male, i saggi e gli stolti; occorre pregare perché aumenti il numero dei saggi e diminuisca il numero degli stolti; i saggi che si incontrano possono costruire la pace. Come non condividere questi fondamenti? Ma c’è un altro riferimento che per noi fa dell’Egitto un luogo unico per il rapporto con l’Islam: è Damietta, luogo che ha visto l’incontro di Francesco con il sultano e che per questo è da annoverare tra i grandi santuari francescani e impareggiabile scuola di dialogo. Non sembra, però, che quell’incontro abbia lasciato grandi tracce nella tradizione islamica, anche locale, o che almeno ad esso si faccia ricorso nei discorsi sul dialogo con i cristiani. Fortunatamente è previsto il ritorno dei frati che fra tre anni dovrebbero aprire a Damietta una casa di preghiera. Al termine del colloquio si rende atto all’Imam che con la sua presenza la minoranza cristiana non si sente danneggiata; l’espressione provoca l’ultima grande affermazione del leader musulmano: tutti i cittadini egiziani sono uguali; obbligare a una religione non produce credenti ma partigiani. C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 557 E “SERVITIO PRO DIALOGO” Con la Chiesa copta ortodossa Anche con la Chiesa copta ortodossa abbiamo potuto stabilire tre momenti di contatto molto positivi. La visita alla chiesa nel Vecchio Cairo ci ha introdotto in un’eroica storia di martiri. L’incontro con il Vescovo Moussa, già allievo di una scuola cattolica gestita dai francescani, ci ha fatto conoscere una Chiesa molto vivace, impegnata nel dialogo ecumenico e attiva soprattutto con iniziative di animazione dei gruppi giovanili. Già da questo primo incontro si delineano i tratti della presenza cristiana in Egitto. La Chiesa copta ortodossa, con i suoi circa 8 milioni di fedeli residenti in Egitto e circa un milione all’estero, costituisce la stragrande maggioranza confessionale all’interno della minoranza cristiana in Egitto. Dai discorsi e dagli atteggiamenti traspaiono queste due realtà contrastanti: la situazione di minoranza nei confronti dell’Islam e quella di maggioranza nei confronti delle altre confessioni cristiane. Queste due realtà, però, sembra abbiano trovato un loro equilibrio e una sorta di pratica compensazione Con la società musulmana si vive una coesistenza pacifica, con la possibilità di esercitare una propaganda religiosa e biblica, anche in pubblico e attraverso la televisione. La visione dei rapporti ecumenici è molto ottimistica: si vede una collaborazione in molti settori pastorali, come nell’adozione di un testo comune per l’insegnamento della religione nelle scuole pubbliche, nella pastorale giovanile, delle famiglie, nei servizi sociali. Dalla Chiesa cattolica quella copta ortodossa ha attinto l’ispirazione per istituire delle “religiose” distinte dalle monache; sono diaconesse “ordinate” (nel senso di “consacrate”) e si dedicano soprattutto al servizio della carità. Anche alcune devozioni, come quella a S. Teresa del Bambino Gesù, sono attinte dalla Chiesa cattolica. Il Vescovo Moussa esprime discreta soddisfazione per la situazione delle vocazioni monastiche, che sono favorite dall’ospitalità presso le case di accoglienza dei monasteri. 557 Entusiasmante anche l’incontro al Monastero di San Mena, che raccoglie 101 monaci; l’impressione di trovarci a contatto con una realtà molto interessante e significativa è confermata dalla protratta conversazione, nella quale si viene a sapere che si entra in monastero solo dopo aver completato gli studi universitari, e dal fatto che molti di essi hanno trascorso lunghi periodi in occidente, spesso ospiti di qualche monastero o convento cattolico. Nel monastero i monaci si dedicano al lavoro nei più svariati settori: dall’agricoltura, con la coltivazione di 15 ettari di terreno, alla cura dei manoscritti. Il santuario all’interno del monastero è un centro di attrazione per tutta la gente della zona, musulmani compresi. S. Mena, soldato martire del IV secolo, vi compie qualche miracolo ogni giorno. Vista l’affluenza di cristiani di tutte le confessioni e anche dei musulmani, noi ci ripromettiamo che il santo compia il miracolo dell’unità non solo dei cristiani, ma anche delle Chiese, lui testimone di Cristo vissuto in una Chiesa che ancora non conosceva le piaghe della divisione. Nel santuario emergono tutte le caratteristiche di una pietà popolare che si esprime liberamente, tanto che in alcuni momenti e in alcuni locali interni, osservando la gente seduta e con le scarpe in mano sorge spontanea la domanda se ci si trovi in una Chiesa cristiana o in una moschea. Ma che importa? ci si trova di fronte a gente che prega con la massima concentrazione. Nella prolungata e gioiosa conversazione con i monaci è possibile entrare nel loro mondo spirituale e culturale. Si viene introdotti nella ricca e dettagliata simbologia che dà senso sia ai loro abiti e paramenti sia ai vari elementi architettonici del monastero e della chiesa: il copricapo è il casco della salvezza perché munito di una grande croce che è Cristo, 12 piccole croci che sono i 12 apostoli e le 12 virtù del monaco, il laccio che lo tiene legato al capo ricorda il bavero del bambino e la cucitura che lo percorre da capo a fondo ricorda lo strappo provocato dal diavolo al copricapo di S. Antonio Abate; la cintura ricorda che dobbiamo essere sempre vigilanti con i lombi cinti e il suo C07nterno:ACTAORDINIS 558 24-01-2008 16:37 Page 558 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 materiale di animale morto ci ricorda che siamo morti in Cristo; dopo 50 anni di vita religiosa, se il monaco è riconosciuto come persona molto spirituale, indossa l’eskim, una corazza interiore, composta da un intreccio di cinture, da portare sotto il vestito esterno; chi lo riceve è tenuto ogni giorno al digiuno, a una serie di letture, preghiere e altri esercizi spirituali. Il Vescovo-abate si mostra di una cordialità e apertura straordinarie, tanto che è stato possibile ipotizzare periodi di ospitalità e di condivisione di esperienze spirituali per i nostri giovani frati in formazione. Come commiato e segno di amicizia, il vescovo consegna a ciascuno di noi tre doni: un’icona, un’ampolla di profumo e una medaglia. Chi può dimenticare un’accoglienza tanto cordiale e fraterna? Che cosa manca a una vera unità tra frati francescani e monaci ortodossi? Con il mondo protestante Anche il mondo protestante è presente in Egitto e il Presidente delle Chiese evangeliche in Egitto, il pastore presbiteriano Dr. Safwat N. El-Baiaday, ci ha potuto tracciare l’immagine di una federazione di 17 Chiese, considerate come unica Chiesa evangelica, che vanno dalle Chiese storiche fino alle carismatiche; la gestione del suo servizio non è delle più facili, dovendo tener conto di situazioni come quella della Chiesa anglicana, con i suoi vescovi, fino a Chiese che non hanno nessun ministro. La maggiore prossimità essi la sentono con la Chiesa cattolica perché con essa condividono una situazione di minoranza all’interno della minoranza cristiana del paese e indebitamente queste Chiese vengono considerate come estranee ed intruse nei confronti sia della popolazione musulmana che di quella copta ortodossa. Comunque, e forse soprattutto per questa situazione, è notevole il servizio che queste Chiese svolgono nel paese, particolarmente nel campo della scuola. L’incontro con il pastore El-Baiaday è particolarmente cordiale, proprio per una stretta fratellanza nella situazione minoritaria; è per questo che egli introduce il discor- so con un sottolineato “cari francescani”. Bisogna sottolineare che ogni incontro è stato utile non solo per conoscere la situazione della comunità dell’interlocutore, ma anche, e forse soprattutto, per bilanciare le varie versioni parziali in una visione più globale. L’incontro con il pastore presbiteriano ha dato un grande contributo per una visione bilanciata della situazione religiosa in Egitto e ha permesso di capire che la visione tracciata dall’Imam è certamente positiva, ottimista e sincera, ma deve convivere con una realtà che sfugge alle sue competenze e capacità di influenza. È vero che dal 1856 secondo il diritto ottomano anche tutte le Chiese godono degli stessi diritti perché la religione non ha nazionalità, però di fatto è facile comprendere come l’informazione contribuisca spesso ad ampliare il pensiero di alcune frange estremiste del paese e a travisare il pensiero cristiano. Nel mondo musulmano esiste una corrente desiderosa di passare da una società musulmana non credente a una credente, e ciò porta spesso a manifestazioni di intransigenza e integralismo. Le difficoltà di rapporto provengono soprattutto dalla piazza e dal linguaggio di leaders religiosi che diffonde odio e violenza e provoca separazione e ghetto da parte cristiana. Il dialogo con la religione e con la Chiesa maggioritaria esiste, le relazioni personali sono ottime, ma rimangono chiuse ai livelli delle massime autorità, senza diventare stile di rapporto fra la gente comune. D’altra parte, ci viene riferito che anche per l’Imam di Al-Azhar non è possibile un dialogo tra le religioni, bensì solo convivenza e collaborazione. Si deve istituire il dialogo sulla vita, basato sulla dignità dell’uomo e finalizzato alla pace. È necessario avviare e sostenere il dialogo nella più assoluta gratuità, senza aspettare la risposta dell’altro. Non si può rinunciare ad annunciare Cristo, perché evangelizzare è la missione della Chiesa. Analoghi, anche se non uguali, sono i rapporti con la Chiesa cristiana maggioritaria copta ortodossa, nel senso che i rapporti personali sono buoni, ma quello fra le Chiese è sempre un dialogo in stanze chiuse, che non esce e non diventa stile di rapporto fra C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 559 E “SERVITIO PRO DIALOGO” le Chiese. Tale atteggiamento è spiegato dalla sfiducia e dalla paura nella Chiesa di maggioranza di perdere fedeli di fronte a una Chiesa cattolica e protestante che sono più pastorali, con le loro scuole, studi biblici e canti. Alle volte l’estremismo islamico aiuta la vicinanza tra le Chiese. In ogni caso, si deve andare avanti con fiducia e speranza perché nella vita eterna spariranno tutti gli aggettivi delle Chiese e resterà solo Gesù Cristo Salvatore. È un discorso molto concreto, che verrà confermato dai successivi incontri e dal dialogo con i frati del posto. Con la Chiesa cattolica locale Non si può dialogare con l’esterno se non si è dialoganti all’interno di casa propria. Per questo non poteva mancare l’incontro con i rappresentanti della Chiesa cattolica locale e la fortuna ci ha permesso di essere accolti personalmente dal Patriarca della Chiesa copta cattolica che ci ha tracciato un’immagine della presenza cattolica in Egitto: 7 Chiese (copta, latina, e altre Chiese orientali, come la greco melchita, l’armena, la maronita, la siriaca …), con un totale che va dai 220.000 ai 250.000 cristiani, in gran parte copti (l’insieme delle altre Chiese cattoliche può contare fra i 10.000 e i 12.000 fedeli). Una cooperazione avviene all’interno dell’Assemblea generale delle gerarchie cattoliche d’Egitto, equivalente alle Conferenze episcopali di altri paesi. Nonostante il numero ridotto, la presenza dei cattolici nel paese è molto attiva. Gran parte delle energie va spesa per la gestione delle scuole (170, con più di 1.500.000 alunni): costituiscono l’unica possibilità per un contatto diretto con la società e l’élite musulmana. Molto sviluppata è anche l’attività caritativa, estesa in modo capillare, nel campo sociale, dello sviluppo, della sanità, degli handicap, della droga; diffusi sono i centri sociali e le iniziative di formazione professionale. Di questi servizi usufruiscono indistintamente cristiani e musulmani. Sono, quindi, luoghi di autentica testimonianza cristiana Viene confermato che con le altre Chiese e con l’Islam i rapporti personali sono ot- 559 timi, ma restano occasionali e senza riflessi concreti nella vita delle Chiese, né esistono strutture di impegno comune. Al di là dei buoni rapporti personali, le autorità musulmane non danno molta importanza ai rapporti con la minoranza cristiana. Qualche gruppo di collaborazione si è formato attorno alla biblioteca di studi arabo-islamici dei domenicani, che raccoglie grandi personalità del mondo della cultura anche islamica. Più ridotta e limitata al mondo cristiano è la funzione esercitata dal Centro francescano di studi orientali del Muski. La Chiesa cattolica può contare nel suo insieme su circa 200 sacerdoti; sono presenti circa 50 congregazioni religiose femminili e poco meno di una ventina di congregazioni maschili. Le congregazioni femminili di origine egiziana sono 2, mentre non si può ancora contare una vera congregazione maschile egiziana. L’ideale monastico ispirato a S. Pacomio non sembra avere molto successo all’interno del cattolicesimo egiziano: la situazione locale spinge più alla vita apostolica che a quella contemplativa. Interessante anche l’incontro con la Commissione ecumenica cattolica presieduta dal Vescovo Mons. Hanna che ci ricorda che nell’ecumenismo è fondamentale riscoprire la persona di Cristo; il vero pericolo della Chiesa non è l’Islam, ma i cristiani che non hanno scoperto Cristo e quindi non lo possono rivelare. L’esperienza di S. Francesco conferma questa verità. Venendo al concreto, emergono 3 difficoltà nei rapporti ecumenici e interreligiosi: • le Chiese africane recenti sono latine, e ciò le rende estranee al loro ambiente naturale; si deve tener presente l’orgoglio storico della Chiesa ortodossa locale; si deve tener presente che nel Medio Oriente la Chiesa cattolica è legata all’idea di occupazione dall’esterno e alla memoria della colonizzazione; • spesso si dialoga per cambiare l’altro, ma il dialogo è preghiera, non commercio o concorrenza; • si deve tener presente che l’Islam (e anche le Chiese orientali) hanno due facce: esternamente si dialoga e si è gentili, ma internamente non si cambia. C07nterno:ACTAORDINIS 560 24-01-2008 16:37 Page 560 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 Comunque, la gratuità invita a non scoraggiarsi per la mancanza di risposta. Con la famiglia francescana Interessante anche l’incontro con la famiglia francescana del Cairo, riunitasi presso il teatro del convento di S. Giuseppe per intervenire in uno scambio di idee introdotto dal Nunzio Apostolico Mons. Michele Fitzgerald e da Fr. Tecle Vetrali. Il Nunzio ha illustrato le caratteristiche del dialogo, che deve essere strettamente legato alla vita e veicolato attraverso il linguaggio e la cultura della gente. Fra Tecle ha mostrato come un animo francescano è ecumenico e dialogante per natura. La vivacità degli interventi di gran numero dei presenti ha testimoniato l’interesse e la soddisfazione dei partecipanti, che si augurano di poter usufruire di ulteriori esperienze del genere. La presenza francescana in Egitto è un’ulteriore conferma del valore della minorità come esperienza e testimonianza di vita evangelica. La situazione minoritaria all’interno di una minoranza cristiana rivela la forza della scelta di minorità voluta da Francesco per i suoi figli, che non si sentono per nulla penalizzati dalla debolezza e fragilità della loro situazione. La situazione minoritaria rafforza il carisma dei francescani e la minorità diventa annuncio credibile del vangelo. Con i confratelli del posto Naturalmente i rapporti più stretti e l’esperienza più diretta si è avuta con i frati del posto che con il loro servizio organizzativo, ma soprattutto con la loro accoglienza, disponibilità e con la loro persona hanno dato il vero senso all’incontro del Cairo. Uno dei fattori che più hanno meravigliato è l’età media dei frati locali, che si aggira sui 34 anni, con una crescente presenza di postulanti, novizi e professi temporanei. Ma più che l’età, è lo spirito che generalmente anima i frati che è rimasto inciso nel nostro intimo. Ricordo ancora la domanda ingenua di fr. Giuseppe el-Masri, guardiano della fraternità di S. Caterina ad Alessandria, il quale ci chiedeva di insegnare ai frati della Pro- vincia i principi e le regole del dialogo, convinto, però, che lo spirito di amicizia, di cordialità e di accoglienza verso tutti, che essi esercitano, è già una forma, forse primordiale, di dialogo. Non si accorgeva, così, che era lui il maestro che ci insegnava come si vive il dialogo. Leggendo, poi, l’agile libro di cui ci ha fatto omaggio, ci si è resi conto da dove deriva la forza della sua testimonianza: dalla gioia di vivere che egli desidera comunicare a tutti indistintamente, pur sottomesso alle notevoli limitazioni fisiche che lo toccano. In ogni caso, la proposta di Fr. Giuseppe el-Masri è fatta propria dal Ministro Provinciale il quale invita qualcuno di noi a presentare i sussidi di formazione al dialogo in uno dei momenti di formazione permanente che si tengono nelle varie zone della Provincia. Una presenza francescana qualificata al Cairo è quella del Centro di studi orientali del Muski, con una lunga storia di studi, ricerche e pubblicazioni di indiscusso valore; fra esse spicca la la serie “Studia Orientalia Christiana Collectanea”. Al Cairo mancava una biblioteca cristiana, che ora trova in questo Centro un suo punto di orientamento, specialmente per quanto riguarda la patrologia e il Medio Evo. Il settore che cura i rapporti con l’Islam è più recente. Fra i suoi tesori spicca il manoscritto copto-arabo dell’Apocalisse del 1397. Motivi di speranza Dopo il cumulo di emozioni che si sono susseguite durante quei giorni così intensi di incontri, dobbiamo attestare che la Commissione è rientrata alle proprie occupazioni irrobustita da forti motivazioni e da motivate e concrete speranze. Motivo di speranza e fondamento per un vero dialogo è il desiderio dei due giovani formatori che hanno già lanciato il primo contatto con il monastero copto di S. Mena per avviare una serie di esperienze spirituali da condividere con i monaci. Motivo di speranza è il progetto di riaprire una presenza francescana a Damietta, destinata a divenire un punto di orientamento per tutti i francescani del mondo e per coloro che ricercano il dialogo e la pace. C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 561 E “SERVITIO PRO DIALOGO” Motivo di speranza è che la presenza francescana al Centro di studi cristiani orientali del Muski venga riconosciuta e valorizzata come centro di formazione per la Chiesa locale ma anche per tutti i frati dei vari continenti. Damietta e il Muski sono fin d’ora i presupposti per fare della presenza francesca- 561 na in Egitto un’impareggiabile scuola di dialogo interreligioso ed ecumenico. Che cosa potevamo aspettarci di più? Siamo arrivati al Cairo con qualche timore e siamo ripartiti con le valigie piene di speranze. TECLE VETRALI C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 562 C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 563 EX OFFICIO OFS 1. Madagascar – Capitolo nazionale elettivo e Congresso Dal 30 luglio al 3 agosto si è celebrato il Capitolo nazionale elettivo dell’OFS in Madagascar, presso la Parrocchia di san Francesco e di santa Chiara in Finarantsoa. Il Capitolo è stato presieduto da Hervé Sylva, Consigliere della Presidenza CIOFS e Delegato della Ministra generale dell’OFS, con la partecipazione di Fr. Samy Irudaya OFMCap, rappresentante della Conferenza degli Assistenti generali. Il 1° Agosto sono avvenute le elezioni del Ministro nazionale, Jean Hambabe; della Consigliera Internazionale, Hortense Ranaivojaona (rieletta) e del nuovo Consiglio nazionale. Durante il Capitolo si è tenuto anche il Congresso della Famiglia francescana in Madagascar. Vi hanno preso parte circa 500 persone: OFS, GiFra, Araldini, Sacerdoti diocesani, Frati, Suore di diversi Istituti francescani, Assistenti spirituali delle Fraternità OSF disseminate nella Nazione. È stata una grande occasione per vivere in fraternità, per condividere esperienze e tradizioni. Non è mancato il momento formativo, animato da Hervé e Fr. Samy, sul tema: «Complementarietà e collaborazione tra i vari settori della Famiglia francescana secolare: OFS, GiFra ed Araldini». Alle relazioni sono seguite richieste di chiarificazioni e domande poste ai Relatori. La traduzione simultanea è stata assicurata da un Sacerdote diocesano e da una ragazza della Gifra. Nel corso dello svolgimento del Capitolo e del Congresso, che si sono conclusi il 3 agosto con una solenne celebrazione eucaristica, ci sono state alcune iniziative che meritano di essere segnalate: l’Eucaristia di apertura (30 luglio), celebrata da P. Gervais Razafitoazaza, Vicario Generale e Delegato vescovile; la celebrazione del “Perdono d’Assisi” il 2 agosto, in occasione della festa di S. Maria degli Angeli; il pellegrinag- gio, a piedi, dalla Cattedrale di Ambozontany al lebbrosario di Marana, che si è concluso nel pomeriggio con la celebrazione del Sacramento della Penitenza e dell’Eucaristia nella chiesa di san Francesco e santa Chiara d’Assisi. 2. Paraguay Capitolo nazionale elettivo Durante i giorni 4 e 5 di agosto, nella città di Caaguazú, si è svolto il Capitolo nazionale elettivo dell’OFS del Paraguay. Hanno partecipato circa 30 persone. I capitolari erano 18. Gli Assistenti spirituali presenti erano tre: Fr. Luis Otazua e un altro frate OFM insieme alla Presidente della Famiglia Francescana e alla Provinciale delle Suore Francescane Educatrici. Il Capitolo è stato presieduto da Silvia Diana, Consigliere internazionale e Ministra nazionale dell’OFS dell’Argentina, e da Fr. Gerónimo Martina, OFM, Assistente nazionale dell’OFS della stessa Nazione, ambedue delegati, rispettivamente, dalla Ministra generale e dalla CAS. Il nuovo Ministro nazionale dell’OFS del Paraguay è Alcides Martínez Amarilla e il Consigliere internazionale è Higinio Díaz. 3. Ecuador Capitolo nazionale elettivo Presieduto da María Consuelo Núñez (Chelito), membro della Presidenza CIOFS, e da Fr. Luis Gerardo Cabrera, OFM, membro della Curia generale OFM, dal 9 al 12 agosto, si è svolto il Capitolo nazionale elettivo dell’OFS dell’Ecuador. Il nuovo Consiglio, tra cui due ex Gifrini, è composto da gente più giovane del precedente Consiglio. È stato rieletto Nelson Garcia C07nterno:ACTAORDINIS 564 24-01-2008 16:37 Page 564 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 Tapia come Ministro nazionale. Sono stati presenti anche Fr. Ernesto Echeverría, OFM, e Fr. Walter Eras, Ministro provinciale OFM. Il tema che ha guidato la riflessione dei Capitolari è stato: «Il compito e l’impegno del Francescano secolare». 4. Ungheria - Capitolo nazionale elettivo Il Capitolo nazionale elettivo di Ungheria si è svolto dal 10 al 12 Agosto 2007, presso la Scuola secondaria dei Frati Minori a Esztergom. Vi hanno partecipato circa 60 Capitolari, la Ministra generale dell’OFS, Encarnación del Pozo, e il Rappresentante della Conferenza degli Assistenti generali, Fr. Samy Irudaya, OFMCap. Alcuni momenti sono stati dedicati alla riflessione sulle seguenti tematiche: Regola dell’OFS, celebrazione della carisma francescano e 8° centenario della nascita di santa Elisabetta. L’11 agosto, festa di S. Chiara, è stato il giorno delle elezioni. Sono stati eletti Nèmeth Bèla, Ministro nazionale; Tibor Kausercome, Consigliere internazionale. Le elezioni sono state ratificate dalla Ministra generale dell’OFS durate l’Eucaristia conclusiva, presieduta da Fr. Samy Irudaya, OFMCap, Assistente generale. 5. Zambia – Celebrazioni varie in occasione del giubileo di santa Elisabetta Organizzato dal Consiglio nazionale dell’OFS di Zambia e dai Frati Minori Conventuali, dal 23 al 26 agosto hanno avuto luogo nel “Franciscan Centre” di Ndola, le celebrazioni dell’ottavo centenario della nascita di Santa Elisabetta d’Ungheria. Hanno partecipato più di mille persone tra i membri dell’OFS (circa 700) e i membri del movimento cattolico “Ba Nazaret”. Il programma previsto comprendeva tre giornate di fraternità con diverse celebrazioni liturgiche, specialmente la Messa del Giubileo, presieduta da Fr. Martín Bitzer, OFMConv, Assistente generale OFS, e momenti di formazione sulla novità introdotta da san Francesco d’Assisi nella Chiesa Cat- tolica e sulla testimonianza di vita che ci ha lasciato santa Elisabetta. Honorius Chilufya, Ministro nazionale dell’OFS dello Zambia, ha aperto e chiuso ufficialmente quei giorni, in cui è stata anche inaugurata, con una particolare benedizione, la nuova sede dell’OFS. 6. Tanzania - Capitolo nazionale elettivo dell’OFS La Fraternità nazionale dell’OFS di Tanzania ha celebrato il Capitolo nazionale elettivo nei giorni 16-19 settembre 2007, presso “Mbagala Spiritual Centre” a Dar es Salama. Per la Presidenza del Consiglio Internazionale dell’OFS erano presenti Jenny Harrington, Consigliera Internazionale del Sud Africa, e Fr. Ivan Matic, OFM, Assistente generale dell’OFS. Hanno partecipato i due Assistenti nazionali dell’OFS: Fr. Eleuter Mrema, OFMCap, e Fr. Festus Mganga, OFM; l’Assistente nazionale della GiFra, Fr. William Muchunguzi, OFMCap, e alcuni Assistenti Regionali dell’OFS. È stata molto gradita la presenza del Cardinale Polycarp Pengo, Arcivescovo di Dar es Salaamla, cha ha presieduto la celebrazione eucaristica e si è, poi, intrattenuto fraternamente con i Capitolari. Il primo giorno del Capitolo è stato riservato ad un momento formativo con le relazioni di Jenny e Fr. Ivan sulla vita di Santa Elisabetta. Nel secondo giorno, invece, ci sono state le relazioni delle 19 Fraternità regionali e del Consiglio nazionale uscente, seguite da un vivo dialogo e dalla riflessione sulla situazione della Fraternità. Si è sottolineato l’importanza di avere una più profonda conoscenza della propria identità e del senso di appartenenza all’Ordine. È stata molto apprezzata anche la relazione della Gioventù francescana di Benjamin Gasper Malaga, Presidente nazionale. Il 19 settembre è stato il girono delle elezioni. Sono stati eletti il Ministro nazionale, Laurent Mutalemwa, eletto anche come Consigliere internazionale, e i nuovi membri del Consiglio nazionale. L’OFS della Tanzania nel 2008 celebrerà 75 anni di pre- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 565 EX OFFICIO OFS senza nel Paese. Oggi conta circa 170 Fraternità locali con circa 3000 membri. Va sottolineata anche la numerosa presenza della GiFra in Tanzania, organizzata in 22 Regioni, con circa 2000 membri e 1126 Fraternità locali. 7. Messico - Capitolo Nazionale elettivo dell’OFS e della GiFra Nei giorni 14-16 settembre 2007, presso la casa pastorale diocesana “Juan Pablo II”, si è celebrato il IX Capitolo elettivo dell’OFS del Messico, in cui è stata eletta la Ministra nazionale e Consigliera internazionale. A nome della Presidenza CIOFS ha presieduto i lavori capitolari Rosalvo Mota, Vice Ministro generale dell’OFS. Era presente anche il nuovo Assistente generale Fr. Amando Trujillo Cano, TOR. La riflessione ha avuto come tema centrale: «Santa Elisabetta d’Ungheria, modello per i francescani secolari nel XXI secolo». Nello stesso luogo si è celebrato anche l’VIII Capitolo nazionale elettivo della GiFra messicana. Presieduto da Maria Esther Pérez Grimaldi, il Capitolo ha eletto Elizabeth Castro Chávez come Presidente nazionale della GiFra. 8. Croazia - Visita fraterna e Capitolo nazionale elettivo La Ministra generale dell’OFS, Encarnación del Pozo, e Fr. Ivan Matić, OFM, Assistente generale dell’OFS, nei giorni 5-8 ottobre 2007, hanno visitato la Fraternità nazionale dell’OFS della Croazia. Si sono incontrati, a Zagabria, con i Ministri provinciali francescani e con i rappresentanti degli Assistenti nazionali dell’OFS e della Gifra. Nell’incontro si è riflettuto sul dopo la costituzione della Fraternità nazionale e della regionalizzazione dell’OFS e della Gifra; sull’importanza della formazione dei Frati e dei Francescani Secolari. Dopo l’incontro, la Ministra e Fr. Ivan sono stati ricevuti dal Vescovo ausiliare di Zagabria, Mons. Valentin Pozaić. Hanno avuto anche 565 l’opportunità di incontrarsi con i partecipanti all’Assemblea nazionale della GiFra. Hanno partecipato anche al Capitolo nazionale elettivo, che si è celebrato dal 5 al 7 ottobre presso “La Casa dell’Incontro”, nella città di Samobor. Il 6 ottobre pomeriggio è stato eletto il Ministro nazionale, Mato Batorović, e il suo Consiglio. Come Consigliera internazionale è stata rieletta AnticaNada Ćepulić. La Fraternità nazionale dell’OFS della Croazia è costituita da 5 Fraternità regionali, con circa 4200 membri professi e 106 Fraternità locali. Anche la Fraternità nazionale della GiFra è costituita da 5 Fraternità regionali con circa 2000 membri. 9. Spagna - Assemblea del Consiglio nazionale OFS Benedetto Lino, Consigliere della Presidenza CIOFS, e Fr. Ivan Matić OFM, Assistente generale dell’OFS, hanno partecipato all’Assemblea del Consiglio nazionale dell’OFS spagnolo, che si è svolto a Madrid dal 25 al 29 ottobre 2007. L’Assemblea ha avuto un momento formativo con le riflessioni sulla natura, identità dell’OFS, professione dei Francescani Secolari (Benedetto) e sulla presenza attiva dell’OFS nella Chiesa e nella società (Fr. Ivan). Dopo un dialogo fraterno si è proseguito con le relazioni delle Fraternità regionali e del Consiglio nazionale esecutivo. Infine, mentre l’Assemblea continuava nei suoi lavori, Benedetto e Fr. Ivan si sono messi a disposizione dei fratelli e delle sorelle che avevano manifestato il desiderio di avere con loro un colloquio personale. La Fraternità nazionale dell’OFS della Spagna ha circa 4150 membri professi, diffusi in 243 Fraterni locali e 17 Fraternità regionali. 10. Benvenuto a Fr. Amando Trujillo Cano, TOR, nuovo Assistente generale Fr. Amando Trujillo Cano, TOR, è nato il 22 maggio 1962 nella Città del Messico. Entrato nel Terz’Ordine Regolare di San C07nterno:ACTAORDINIS 566 24-01-2008 16:37 Page 566 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 Francesco nel 1981, ha emesso la professione temporanea il 4 ottobre 1982, nella Città del Messico e quella solenne il 24 maggio 1987 a Atizapán de Zaragoza, nello Stato di Messico. Il 20 Agosto 1988 è stato ordinate sacerdote nella Città del Messico. Ha studiato Filosofia e Teologia e ha preso la Licenza in Educazione musicale presso U.N.A.M. nella Città del Messico. È stato Vice Parroco, Maestro dei Postulanti per 4 anni nella Città del Messico, Membro della Commissione di Giustizia e Pace della Conferenza francescana del Messico e degli Istituti religiosi del Messico. Dal 1993 al 2005 ha lavorato in 4 città del Texas (USA) in vari ministeri parrocchiali. È stato anche Animatore vocazionale (1995-1997) e Responsabile per la formazione iniziale (1997-2000). In questo periodo ha avuto contatti con le Fraternità dell’OFS. Nel 2005 è stato eletto Ministro Provinciale della Vice-Provincia di Santa Maria di Guadalupe, continuando anche il servizio e l’assistenza ad una Fraternità locale dell’OFS. Durante l’ultimo Capitolo generale del TOR è stato eletto Consigliere generale e, successivamente, è stato nominato Assistente generale dell’OFS dal nuovo Ministro generale del TOR, Fr. Michael Higgins. 11. Grazie ed auguri a Michael! A Fr. Michael Higgins, TOR, eletto Ministro generale del TOR, vanno i nostri più calorosi auguri per il suo nuovo ed impegnativo ministero. Soprattutto, gli esprimiamo la nostra più profonda gratitudine per il suo prezioso servizio, svolto dal 2001, come Assistente generale dell’OFS. C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 567 EX OFFICIO IURIDICO Activitas Officii Iuridici una cum Commissione Iuridica (Ian.-Dec. 2007) I. Emendatio Statutorum Particularium (Prov. vel Cust. Aut. et aliarum Entitatum) 8 Januarii 2007 1. Statuti Visita Canonica: Testo italiano e Testo latino (Prot. 096367). 11 Januarii 2007 2. Statuta Consociationis “Tempio del Signore” (Prot. 097465). 3. Statuta Foederationis Marrochii (Prot. 097492). 4. Aprutiorum S. Bernardini Sen. Prov., Italia (Prot. 097494). 15 Februarii 2007 5. S. Francisci Assisiensis Prov., Italia (Prot.097643). 6. S. Casimiri Prov., Lithuania (Prot. 097635). 7. Conventiones Vicariatuum Apost. Ordinis (Prot. 097611) 8. Apuliae S. Michaelis Arch. Prov., Italia (Prot. 097553). 9. Brasiliae Immaculatae Conceptionis Prov. (Prot. 097602). 29 Martii 2007 10. Aequatoris - S. Francisci de Quito Prov. (Prot. 097656). 11.Vietnamiensis S. Francisci Prov. (Prot. 097726). 12. Brasiliae SS. Nominis Jesu Prov. (Prot. 097655). 7 Junii 2007 13 Mediolanensis S. Caroli Prov., Italia (Prot. 097933). 14. Aprutiorum S. Bernardini Sen. Prov., Italia (Prot. 097959). 15. Dalmatiae S. Hieronymi Prov., Croatia (Prot. 097880). 16. Africanae Conferentiae Statuta (Prot. 097818). 1 Octobris 2007 17. Samnito-Hirpinae S. Mariae Gratiarum Prov., Italia (Prot. 098259). 18. Asiae Orientalis Conferentiae Statuta (Prot. 098330). 19. Ucrainae, S. Michaelis Arcangeli Prov. (Prot. 098236). 20. Salernitano - Lucanae Imm. Conc. Prov., Italia (Prot. 098226). 21. Romae, S. Mariae Mediatricis Domus (Prot. 098208). 22. Neerlandiae SS. Martytum Gorgom. Prov. (Prot. 098095). 23. Portugalliae, SS. Martyrum Marrochii Prov. (Prot. 098056). 24. Columbiae S. Pauli Apostoli Prov. (Prot.098011). 25. Asiae Merid., Australiae et Oceaniae Confer. (Prot. 098249). 13 Novembris 2007 26. Aegypti, S. Familiae Provincia (Prot. 098301). 27. Australiae et Novae Zelandiae S.Spiritus Prov. (Prot. 098393). 28. Baeticae Prov., Hispania (Prot. 098347). 17 Decembris 2007 29. Catalauniae S.Salvatoris ab Horta Prov., Hispania (Prot. 098427). 30. Austria et Italia, S. Leopoldi Provincia (Prot. 098491). 31. Bosniae Arg. S. Crucis Prov., Bosnia (Prot. 098511). 32. Assumptionis Prov., in Polonia (Prot. 098512). 33. Assumpt. Prov., Bielorussiae Fundationis (Prot. 098513). 34 Assumptionis Prov., Ritus Bizantini Fund. In Ucraina (Prot. 098514). C07nterno:ACTAORDINIS 568 24-01-2008 16:37 Page 568 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 2. Responsiones ad dubia , etc. More solito, ad perplurima dubia undique pervenientia responsum interim dedimus et particularium quaestionum saepe sub secreto solutionem porrigimus. De activitate Officii Juridici necnon Commissionis Juridicae sept. 2003 - oct. 2004, cf. AOFM, CXXIII, Fasc. III, p.361 ; nov. 2004 - dec. 2005, AOFM, CXXV, Fasc. I, pp. 147-148; nov. 2005 - dec. 2006, AOFM, CXXV, Fasc. III, pp. 555-556. Romae, 30 Dec. 2007 FR. FRANCESCO ANTONELLI C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 569 AD CHRONICAM ORDINIS 1. De itineribus Ministri Generalis 1. Il Ministro generale partecipa all’incontro dei Ministri provinciali del Nord Italia Arco/Baccanello, 31.08-01.09.2007 Dal 31 agosto al 1 settembre i Ministri provinciali del Nord Italia si riuniscono nel Convento “Madonna delle Grazie” di Arco (Trento), Casa di Postulandato, e nel Convento di Baccanello (Lombardia), Casa di Noviziato. Il Ministro generale, nel suo intervento, ringrazia per l’invito a questo incontro, importante segno e strumento di comunione con l’Ordine. Ringrazia anche per il cammino fatto, perché tale lavoro sta diventando un po’ il modello, soprattutto nella COMPI, ma anche altrove. Si congratula per il lavoro svolto con lo sguardo verso il futuro: non deve essere la storia a condurre noi, ma noi dobbiamo guidare la storia. Come ricordato nella relazione al Capitolo generale straordinario, è tempo di ridimensionamento. L’interprovincialità è un’esigenza della forma di vita: non possiamo essere un Ordine centrato nelle Province, dobbiamo aprirci. Bisognerebbe a questo proposito rivedere anche la Formula di Professione, che riflette una mentalità e realtà provincialista (“mi affido a questa Fraternità”, mentre si dovrebbe dire: “mi affido alla Fraternità universale”). E anche una necessità di fatto: già alcune Province non riescono più a rispondere alle esigenze minime dei nostri Statuti (non trovare i Guardiani da sostituire alla scadenza). A volte tutto cade sui Definitori, che sono Guardiani, Formatori ecc. L’interprovincialità esige il ridimensionamento in vista della rivitalizzazione del nostro carisma. Non è facile chiudere conventi perché in Province storiche significa tagliare molte radici e sorgono proteste della gente, dei politici e dei Frati. Come procedere?, si domanda il Ministro e risponde: il primo passo è fare una carta geografica di presenze che si considerano fondamentali, carta geografica condivisa dai Definitori provinciali e dai Ministri. Bisogna, inoltre, sensibilizzare la base. Questa è la difficoltà più grande: il cammino è stato fatto nella Formazione iniziale; si sta facendo nella Formazione permanente (Guardiani, Economi). Ma bisogna coinvolgere tutti nella riflessione. Allora programmare tre Capitoli delle stuoie, ben preparati nelle singole Entità, e poi celebrati in comune: uno per gli “under 10”, coloro che porteranno le conseguenze del cammino che si inizia; un secondo per i Guardiani: sono molti e sono coloro che oggi possono e devono sostenere il processo; un terzo, infine, per tutti i Frati. Anche questi hanno una parola da dire e non si possono far passare sopra le loro teste processi così importanti e che agiscono in profondità. La Commissione interprovinciale dovrà avere compiti molto precisi. Stabilire un calendario: non avere fretta, perché il processo è complesso e deve essere metabolizzato, ma non lasciare semplicemente passare il tempo. Senza fretta e senza pause. Fatta la carta geografica, ascoltati i giovani Frati, i Guardiani e tutti i Frati, si può decidere come cominciare a strutturare la nuova Entità. Come calendario: arrivare al 2009 (Capitolo generale) con proposte concrete. Fr. Mario Favretto, Definitore generale, interviene per ricordare la proposta di cominciare a far coincidere i Capitoli provinciali. Il Ministro generale rileva l’importanza di questa idea che favorisce le decisioni comuni, perché tutti si è in un momento forte della vita di una Provincia. In particolare quando si stabilirà di dar vita strutturale e giuridica a questa nuova Entità, con l’intervento di un Delegato Generale, i Capitoli in tutte le Province sono già in fase decisionale. C07nterno:ACTAORDINIS 570 24-01-2008 16:37 Page 570 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 L’incontro prosegue, poi, con un dialogo serrato e fraterno tra i Ministri provinciali e il Ministro generale sulle modalità da seguire, sulle varie problematiche connesse con l’unificazione delle Province in una o due Entità e sulle motivazioni da offrire ai Frati, cosicché il percorso, frutto di discernimento, il migliore possibile, conduca a vivere e testimoniare le note essenziali della nostra forma vitæ, rendendo così vivo ed affascinante, anche nei nostri giorni, il carisma francescano. 2. Visita ai Vicariati apostolici in Libia Tripoli/Benghazi, 22-23.09.2007 I due Vicariati Apostolici di Tripoli e di Benghazi hanno avuto la visita del Ministro generale, fra José R. Carballo, accompagnato dal Moderatore generale per le missioni fra Vincenzo Brocanelli, nei giorni 2223 settembre 2007. È stato un avvenimento di portata “storica” poiché a Tripoli l’ultimo Ministro generale che aveva fatto visita era stato Fr. Leonardo M. Bello nel lontano 1936, mentre fino ad ora nessun Ministro generale era mai stato a Benghazi. Fra José Carballo ha visitato nel primo giorno il Vicariato di Benghazi che nel febbraio 2006 era stato attaccato e saccheggiato da un gruppo di un movimento di contestazione violenta. Grazie ad aiuti esterni, il Vescovo francescano Mons. Silvestro Magro ha potuto mostrare al Ministro generale il restauro della Chiesa e della casa del Vicariato che era stata completamente bruciata. Fra José Carballo ha incontrato i quattro Frati che lavorano nel Vicariato e che provengono dalle Province delle Filippine, dell’Egitto e della Polonia. Nella serata c’è stato anche l’incontro con le comunità di suore che lavorano negli Ospedali, a cui ha fatto seguito la concelebrazione eucaristica e una festa fraterna, che ha rinnovato in tutti il senso di appartenenza alla Chiesa di Benghazi. Il giorno seguente vi è stata la visita al Vicariato Apostolico di Tripoli. Qui il vescovo Mons. Giovanni Martinelli, OFM, e il suo Vicario generale, vivono nella medesima casa con la Fraternità dei Frati, an- ch’essi provenienti dalle Province delle Filippine, dell’Egitto e dell’India. Anzitutto il Ministro generale si è incontrato con i Frati, per ascoltarli e conoscere la loro vita fraterna e missionaria, e riflettere insieme sul loro futuro. Nel pomeriggio c’è stato l’incontro con tutto il personale ecclesiastico del Vicariato, anche per migliorare i rapporti di collaborazione reciproca, in vista del rinnovo della Convenzione tra i Vicariati e la Curia generale. In serata vi è stata una solenne concelebrazione eucaristica con un’importante partecipazione di fedeli, tra i quali gli Ambasciatori di Spagna, Italia e Argentina, il gruppo dei Focolarini e molte religiose. Dopo i saluti personali ai partecipanti, il Ministro generale ha avuto anche un incontro particolare con le suore delle varie Congregazioni che operano a Tripoli. Una festa fraterna e ben animata con canti e danze ha concluso la giornata. La visita del Ministro generale ha rafforzato i legami con i due Vicariati Apostolici, che sono stati affidati dalla S. Sede alle cure dell’Ordine dei Frati Minori. Concretamente, la Chiesa in Libia è costituita esclusivamente di fedeli stranieri presenti nel Paese per motivi di lavoro o di studio, ed è animata interamente dai Frati Minori nelle persone dei Vescovi e dei sacerdoti che vi operano. Nei suoi incontri con le diverse realtà ecclesiali, fra José R. Carballo ha insistito sulla caratteristica francescana della nostra presenza e del nostro servizio. I Frati sono al servizio dei due Vicariati come francescani, vivendo la “fraternità in missione”, come discepoli di Gesù e perciò suoi fedeli testimoni in mezzo al popolo musulmano. FR. VINCENZO BROCANELLI 3. Visita fraterna alla Provincia S. Carlo Borromeo di Lombardia in Italia Milano, 27-30.09.2007 27 Settembre Il Ministro generale, Fr. José R. Carballo, accompagnato dal Vicario generale, Fr. Francesco Bravi, dal Definitore generale C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 571 AD CHRONICAM ORDINIS per l’Italia, Fr. Mario Favretto, e dal Segretario particolare, Fr. Stefano Recchia, è giunto all’aeroporto di Milano Linate alle ore 17 di giovedì 27 Settembre per la sua visita fraterna alla Provincia S. Carlo Borromeo dei Frati Minori di Lombardia (Italia). L’onore della prima accoglienza è toccato alla fraternità di Milano S. Antonio. Alle ore 18, sul presbiterio della Basilica Santuario dedicata al Santo dei miracoli, la fraternità locale, con il Definitorio provinciale e i fedeli riuniti in chiesa, ha dato il benvenuto al Ministro generale con un breve incontro di preghiera. In seguito Fr. José R. Carballo con il Vicario e il Definitore generale hanno incontrato il Definitorio della Provincia presso la Curia provinciale. Dopo le presentazioni di rito, il Ministro provinciale ha ripercorso il cammino della Provincia negli ultimi mesi, dal Documento finale del Capitolo 2007 alle scelte recenti di interprovincialità, comunicando anche l’avvenuta approvazione della Ratio studiorum interprovincialis. Il Ministro generale ha espresso la gioia di essere presente per la prima volta in veste ufficiale, dopo la visita al Capitolo provinciale del 2003 in occasione dell’elezione dell’attuale Ministro provinciale. Fr. José ha ringraziato anche per la collaborazione fattiva e molteplice che la Provincia di Lombardia offre all’Ordine, soprattutto attraverso il dono di preziosi collaboratori. Quindi ha offerto al Definitorio alcune riflessioni sul ruolo di servizio di animazione alla fraternità provinciale nel duplice aspetto dell’amministrazione e dell’animazione, a partire dalle quali si è instaurato un dialogo proficuo con la fraternità definitoriale. La cena festosa con i frati del Convento di S. Antonio ha concluso la prima giornata della visita. 28 Settembre La mattina presto, lasciata Milano, il Ministro generale, con il Vicario e il Definitore generale, accompagnati dal Ministro e dal Segretario provinciale, hanno fatto visita alla fraternità di accoglienza dei frati anziani e infermi a Sabbioncello di Merate (LC), cele- 571 brando alle 7.30 l’Eucaristia nel locale Santuario dedicato a S. Maria Nascente. In seguito il Ministro ha visitato di persona i locali dell’Infermeria, sostando un poco con i frati ospitati e con il personale. Attraversato l’Adda, il Ministro ha incontrato a Baccanello di Calusco d’Adda (BG), casa di noviziato interprovinciale, i frati in formazione iniziale con i loro formatori. Li ha invitati a non fermarsi mai nel cammino di formazione e a studiare il modo per conoscere la via che conduce all’incontro con Dio. Mediante opportuni riferimenti alla Ratio formationis, fr. José ha ricordato che la formazione deve essere un processo integrale e personalizzato, esperienziale, graduale, ben preparato e sempre verificato. Ne è seguita una conversazione schietta e cordiale tra postulanti, novizi, frati di professione temporanea e Ministro generale, conclusa con la celebrazione dell’Ora Sesta in chiesa e col pranzo in fraternità. Nel primo pomeriggio il Ministro ha fatto visita alla Comunità di Mondo X che si trova nella residenza “Cielo 91” di Alzate Brianza (CO), dove, assieme ai giovani della comunità di recupero, fondata da Fr. Eligio Gelmini, si trovano ospitati anche Fr. Onorio Pontoglio e due frati del Congo bisognosi di cure mediche assidue. Alle ore 17 il Ministro generale ha incontrato i frati con meno di dieci anni di professione solenne (Under ten) presso il Santuario S. Maria delle Grazie a Monza. Li ha invitati a rileggere la Lettera a loro inviata in occasione del III Capitolo internazionale delle Stuoie, poi, a partire dal Documento finale del Capitolo generale 2006, ha offerto spunti di riflessione sull’accompagnamento personalizzato e fraterno, sulla Formazione permanente e sul progetto personale di vita. Quindi è seguita una fraterna discussione, conclusa dalla celebrazione dei Vespri in Santuario. La gustosa cena e la gioiosa fraternità dopo cena hanno posto termine alla seconda giornata. 29 Settembre La mattina di sabato il Ministro generale con il Vicario e il Definitore generale si so- C07nterno:ACTAORDINIS 572 24-01-2008 16:37 Page 572 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 no recati presso il Convento di Milano S. Angelo per l’incontro con tutti i frati della Provincia. La mattina, radunati nel salone-teatro dell’Angelicum, i frati hanno ascoltato l’intervento del Ministro generale, che ha analizzato in particolare alcuni temi desunti dal Progetto provinciale di vita fraterna emerso dal Capitolo provinciale del 2007 e posti nell’alveo del cammino dell’Ordine in preparazione all’ottavo centenario della sua fondazione. Si è parlato di interprovincialità, sostenuta dalla Provincia di Lombardia attraverso alcune scelte coraggiose, accogliendo le diversità e imparando a comunicare sempre meglio; di Formazione permanente, sottolineando l’importanza di trovare tempi in fraternità per condividere il proprio cammino di fede e la necessità del continuo aggiornamento con fedeltà creativa; di evangelizzazione, che è la ragion d’essere della nostra forma vitae, per qualificare con una chiara identità carismatica la nostra azione evangelizzatrice. Una menzione particolare il Ministro l’ha riservata per la Missione ad gentes, ringraziando la fraternità provinciale per il sostegno che dà ai progetti dell’Ordine e per la testimonianza di alcuni fratelli donata attraverso l’effusione del sangue (Mons. Salvatore Colombo e Fr. Pietro Turati in Somalia, Fr. Angelo Redaelli in Congo Brazzaville). Dopo brevi interventi del Vicario generale e del Definitore generale, il Ministro si è intrattenuto in un dialogo franco e fraterno con i frati, concludendo la mattinata con il pranzo. Nel pomeriggio la fraternità provinciale si è stretta attorno a Fr. Ambrogio Pessina e Fr. Simone Menoni per la loro professione solenne, celebrata con grande festa e concorso di popolo nella stupenda chiesa di S. Angelo. Alle 18 il Ministro generale ha incontrato le Suore Francescane presenti in Milano (Missionarie di Gesù Bambino, Missionarie del Cuore Immacolato di Maria e Missionarie di Maria) incoraggiandole a proseguire con gioia la loro attività pastorale e caritativa a servizio della Chiesa e della società milanese in collaborazione con i frati francescani. 30 Settembre La domenica mattina, il Ministro generale ha incontrato le Clarisse dei Monasteri della Lombardia (Milano, Bergamo, Lovere e Bienno) e di Cademario (Svizzera) presso il Monastero di Bergamo. Alle ore 8, nel locale refettorio adibito a salone, si è tenuto l’incontro di dialogo tra Ministro e Clarisse. Dopo la presentazione del Ministro provinciale, la Presidente della Federazione Lombardia-Liguria-Piemonte, sr. Chiara Benedetta Conte, ha esposto la sua relazione presentando le comunità e la situazione attuale della Federazione. Quindi è seguito l’intervento dell’Assistente spirituale, Fr. Stefano Dallarda e la relazione del Ministro generale, che ha ribadito anche per le Sorelle Povere di S. Chiara la necessità di “tornare alle origini” per mantenere la consapevolezza della propria identità. Fr. José ha esortato le Clarisse a coltivare con cura la dimensione, loro propria, della contemplazione e a vivere sempre con fortezza la povertà evangelica. In seguito si è instaurato un fraterno dialogo con le Sorelle, e l’incontro si è concluso con la celebrazione dell’Eucaristia domenicale nella chiesa del Monastero. Lasciata Bergamo, il Ministro generale, sempre accompagnato dal Vicario e dal Definitore generale, è tornato a Milano per l’incontro con i Francescani secolari, OFS e Gifra, presso la Casa di accoglienza “Qjqaion”, antistante il Convento di S. Antonio. Qui, nella palestra della casa-famiglia, i numerosi laici francescani, giovani e meno giovani, accompagnati dagli Assistenti regionali e da alcuni Assistenti locali, hanno calorosamente accolto il Ministro e si sono intrattenuti con lui subito in un dialogo aperto e costruttivo. Il Ministro regionale OFS, Gigi Bozzi, e la Presidente regionale Gifra, Anna Milo, hanno offerto a Fr. José la presentazione delle realtà laicali francescane presenti in Lombardia e gli hanno posto delle domande a cui il Ministro ha puntualmente risposto. Quindi si è continuata la conversazione con i presenti fino alle ore 13. Con il pranzo di festa presso la fraternità di S. Antonio si è conclusa la Visita del Ministro generale alla Provincia S. Carlo Bor- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 573 AD CHRONICAM ORDINIS romeo di Lombardia, a laude di Cristo e del poverello Francesco. FR. ERNESTO DEZZA 4. Festa giubilare con le Francescane Missionarie di Maria Roma, Basilica dell’Ara Coeli, 01.10.2007 Lunedì 1 ottobre, di mattina, è stata festa grande nella basilica romana dell’Ara Coeli. Il motivo era dato dalla ricorrenza del 125° anniversario dell’incontro tra Maria della Passione e il Ministro Generale dei Frati Minori, Padre Bernardino da Portogruaro, e dell’accoglienza da parte di quest’ultimo della fondatrice nel Terz’Ordine Francescano. Quel momento e quel gesto singolare stavano a significare l’accoglienza di tutte le Suore dell’Istituto che andava nascendo. Maria della Passione ha trasmesso quell’evento alle sorelle spiegandolo come un segno consolante della Provvidenza. “Senza volerlo, la Divina Provvidenza ci ha spinto verso l’Ara Coeli, nel settimo centenario della nascita di S. Francesco, e ci ha fatto adottare dal Ministro generale dei Frati Minori. Questo favore è l’eredità più preziosa che io trasmetto all’Istituto”. Era il 4 ottobre 1882. La festa all’Ara Coeli ha avuto come momento culminante la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Ministro Generale, Fr. José R. Carballo. Erano presenti oltre 200 sorelle dell’Istituto FMM, con la loro Madre Generale, Christianne Mégarbané, le sorelle del Consiglio Generale, Le Provinciali e le sorelle che si stanno preparando al Capitolo generale del prossimo anno. Da parte dei Frati Minori hanno concelebrato i fratelli del Definitorio generale, il Ministro provinciale di Roma, Frati rappresentanti della Curia generale e della Provincia Romana. L’assemblea che si è formata per la circostanza era davvero internazionale: sorelle e fratelli provenienti da ogni parte, praticamente da tutti i continenti, tutti a formare una grande famiglia nel nome di Francesco d’Assisi e del carisma francescano che ci 573 identifica e ci accomuna. Assieme si è voluto fare memoria di un avvenimento che ha inaugurato per la famiglia francescana una realtà sorprendente e un tempo di grazia: 125 anni. Assieme si è voluto ringraziare il Signore per tutto il bene compiuto. Assieme si è voluto celebrare la bontà del Signore e invocarlo per il futuro. La celebrazione tutta è stata molto sentita e, a tratti, commovente. I canti, magistralmente eseguiti dalle sorelle, e tutta l’animazione della liturgia con espressioni anche di altre culture, hanno creato il clima adatto per un intenso e partecipato momento celebrativo e di preghiera. All’omelia Fr. Josè, Ministro generale, ha rievocato gli inizi dell’Istituto delle Francescane di Maria, ha ricordato la tenerezza paterna con cui P. Bernardino ha accompagnato il nuovo Istituto, ha messo in evidenza le caratteristiche francescane che dagli inizi ha caratterizzato la vita e la missione delle Francescane di Maria. “Care sorelle, il vostro carisma è missionario, mariano e francescano. In quanto missionario, la vostra forma di vita è comprensibile soltanto a partire da questa logica del dono che vi porta ad uscire da voi stesse per andare incontro agli altri, particolarmente agli ultimi e agli esclusi…”. In quanto francescano, il vostro carisma esige che viviate sine proprio, un’espressione molto familiare a Francesco, spogliate di tutto per possedere colui che è tutto: tutto il bene, il sommo bene e, in questo modo possiate arricchire con la vostra povertà gli altri”. Ovviamente il Ministro ha raccomandato fervidamente alle sorelle di continuare ad essere “francescane” e di coltivare questo tratto della spiritualità come speciale carisma, insieme. I primi passi del nuovo Istituto e il suo profondo legame con l’Ordine dei Frati Minori, fin dalle origini, sono stati ricordati e riaffermati in vari momenti e in vari modi. E’ stato portato all’altare il mantello di Padre Bernardino da Portogruaro, mantello che egli stesso da Ministro generale donò a Maria della Passione come segno e garanzia che da quel momento l’accoglieva sotto la sua protezione. Significativa è stata la pre- C07nterno:ACTAORDINIS 574 24-01-2008 16:37 Page 574 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 sentazione del tema del prossimo Capitolo Generale: “Francescane, chiamate a vivere la kenosi di Cristo, in fedeltà creativa e in solidarietà con questo mondo che soffre”. Le sorelle hanno portato, tra l’altro, il quadro raffigurante la Vergine Maria con il Bambino che P. Bernardino ha donato alla fondatrice e che ella ha sempre custodito con affetto e devozione. Nel momento della rievocazione dell’accoglienza di Maria della Passione da parte di Padre Bernardino, la Madre generale Sr. Christianne ha chiesto nuovamente al Ministro generale: accoglienza, accompagnamento e adozione da parte dell’Ordine. Il Ministro generale, ripetendo le espressioni usate dal suo predecessore, in nome di S. Francesco ha confermato l’accoglienza della Madre e di tutte le Francescane Missionarie di Maria, quelle presenti e quelle che verranno. Indubbiamente questo è stato uno dei momenti più toccanti della celebrazione poiché, al di là della ricorrenza e del fatto celebrativo, questo legame desiderato, richiesto e offerto, è una bella realtà che, dopo oltre un secolo, continua ad essere vivo e sentito da parte dell’Ordine e delle FMM. Dopo la Liturgia, la festa è proseguita come momento fraterno di incontro e di scambio di auguri nei locali del convento dell’Ara Coeli. Per l’Istituto FMM, da questo in giorno in avanti, si penserà e si progetterà il prossimo Capitolo generale. FR. MARIO FAVRETTO 5. Visita alla Provincia dell’Assunzione della BVM in Erzegovina Mostar, 7-9.10.2007 Il Ministro generale, Fr. José Rodríguez Carballo, accompagnato dal Definitore di zona, Fr. Šime Samac, ha compiuto una visita fraterna ai Frati della Provincia dell’Assunzione della BVM di Mostar. Tomislavgrad: Domenica, 7 ottobre Provenienti dalla Croazia, dove si era svolto l’incontro dei Frati in formazione iniziale della Conferenza Sud-Slavica, il Ministro e il Definitore generale, accompa- gnati da Fr. Ivan Sesar, Ministro provinciale, hanno fatto la prima sosta nel Convento di Tomislavgrad, nel nord-ovest della Provincia, accolti dal Guardiano, Fr. Mladen Rozić, dalla Fraternità locale e da diversi Frati della Provincia, dai membri della GiFra e dell’OFS. Dopo una breve visita al Convento, alle ore 18 c’è stata la celebrazione dell’Eucaristia nella chiesa, dedicata a san Nikola Tavelić, che non è riuscita a contenere tutti i membri della Famiglia francescana: erano presenti, infatti, oltre 1000 giovani della GiFra e diverse centinaia dell’OFS. Nell’omelia, prendendo lo spunto dal Vangelo, il Ministro generale ha invitato i giovani ad aprire il cuore a Gesù Cristo, poiché solo l’infinito può riempire il cuore umano, presupposto imprescindibile affinché si possa incidere nella vita personale e sociale. Inoltre ha invitato tutti a non vergognarsi delle proprie radici cristiane e ad accettare la fede come un dono prezioso. Dopo la messa il Ministro si è trattenuto ancora con i giovani, che hanno espresso tutta la loro gioia per l’incontro con il canto. Dopo la cena nel convento gli “Ospiti romani” sono stati condotti dal Ministro provinciale a Mostar nella Curia provinciale. Mostar: Lunedì, 8 ottobre Nella prima mattina il Ministro generale si è incontrato con i Guardiani. Nel suo intervento Fr. José si è soffermato sul ruolo e sull’importanza del Guardiano nell’animazione della vita fraterna. Dopo aver accennato ai possibili modelli per esercitare il ministero dell’autorità, il Ministro ha affrontato alcune problematiche concrete: la collaborazione fra il Governo provinciale e quello locale; l’attenzione e la cura premurosa verso tutti i Frati, in particolare verso i Frati “feriti” o che si sentono abbandonati, ecc. Alla riflessione del Ministro è seguito un fraterno dialogo su alcune problematiche inerenti alla vita della Provincia. La mattinata è proseguita con l’incontro con i Frati che vivono e lavorano a Medjugorje. Dopo il saluto di benvenuto del Parroco, Fr. Petar Vlašić, il Ministro ha ringraziato i Frati per quello che fanno in questo luogo di preghiera, li ha invitati a dare alla C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 575 AD CHRONICAM ORDINIS spiritualità mariana un forte spessore teologico e a coltivare la propria vita spirituale. Dopo l’incontro fraterno è seguito il pranzo, a cui hanno partecipato anche altri quattro Definitori generali, che, nel loro viaggio verso Sarajevo per l’incontro dell’UFME, hanno fatto sosta a Medjugorje. Al termine il Parroco ha donato al Ministro una copia della statua del Cristo risorto, uno dei simboli di Medjugorje, e Fr. Svetozar Kraljević, a nome dell’Orfanotrofio “Villaggio della Madre” gli ha donato un quadro. Nel primo pomeriggio Fr. José si è recato nel convento di Humac, dove si trova il santuario di sant’Antonio e la Casa di noviziato. Nel suo intervento, prima con i Formandi e poi con i Formatori, il Ministro generale ha insistito sulla necessità dell’accompagnamento, che consiste nel lasciarsi guidare e nel confrontarsi con un’altra persona (maestro, confessore, guida spirituale) e con la Fraternità. Inoltre, ha esortato i Formandi a non aver paura di aprirsi ai maestri, mentre ai Formatori ha chiesto di mettere a disposizione dei giovani le loro energie e il loro tempo. Alle 18.00 è iniziata la S. Messa nella nuova Chiesa, stracolma di gente. Durante la celebrazione, presieduta dal Ministro provinciale, Fr. José nell’omelia ha ribadito la necessità della continua conversione e della sequela radicale di Cristo nella nostra vita di cristiani. Alla fine della celebrazione il Guardiano, Fr. Miro Šego, ha donato al Ministro un medaglione che rappresenta da una parte il più antico museo in Bosnia ed Erzegovina situato nel convento e dall’altra la pinacoteca dedicata alla Madre di Dio. Il Sindaco di Ljubuški, Ilko Barbarić, a nome della Città, ha salutato il Ministro e gli ha fatto dono di un quadro che rappresenta uno dei simboli della regione: le cascate del fiume Kravica! Dopo la cena il Ministro ha visitato suddetto museo e la pinacoteca. Široki Brijeg: Martedì, 9 ottobre Alle ore 9 il Ministro generale è stato accolto solennemente nella Basilica di Široki Brijeg. Subito dopo si è passati nella grande aula dove si è tenuta una presentazione multimediale della Provincia. È seguito l’in- 575 contro con tutti i Frati della Provincia. Nel suo intervento Fr. José ha esposto la situazione attuale della vita consacrata ed ha esortato i Frati ad accogliere gli appelli che provengono dal Vangelo, che ci chiama a mettere vino nuovo in otri nuovi; dalla Chiesa, che ci sollecita alla fedeltà creativa; dall’Ordine, che ci invita all’essenziale. Il Ministro ha, poi, raccomandato di superare la tentazione di rispondere con paura, stanchezza o nostalgia, ma di accogliere l’appello ad impegnarsi decisamente per la rifondazione, cioè per “riprodurre con audacia la creatività di Francesco”. Come esigenze della rifondazione sono menzionate: la qualità della vita, l’autenticità, il discernimento. In riferimento alla situazione nella Provincia, il Ministro ha invitato i Frati a non avere paura di riflettere sul ridimensionamento delle presenze, affinché non succeda che nella ricerca del necessario si perda l’essenziale. Il breve tempo a disposizione non ha permesso di sviluppare un ampio dialogo fraterno. Alle ore 11, infatti, era previsto l’arrivo dei resti di tre Frati, uccisi dai partigiani dopo la Seconda Guerra Mondiale, ritrovati recentemente in una fossa comune in Croazia ed identificati con metodi moderni. I tre fanno parte del gruppo di 66 Frati della Provincia che hanno avuto la stessa sorte e per i quali è stato aperto il processo di beatificazione. Dopo la sepoltura dei resti si è usciti sul sagrato del convento, dove si era radunata una grande folla e 66 giovani parrocchiani, vestiti con il saio francescano, hanno rappresentato, con una suggestiva coreografia, l’uccisione dei Frati. Con la partecipazione di cinque Definitori generali, dei Ministri provinciali della Croazia e di 150 sacerdoti c’è stata la celebrazione dell’Eucaristia, presieduta dal Ministro generale. Nell’omelia Fr. José ha sottolineato il valore della testimonianza cristiana, che a volte richiede il martirio come è successo ai Frati uccisi in Erzegovina; ha invitato a non avere paura di consegnarsi a Cristo, poiché Lui “dà tutto e non toglie niente”; ha esortato a non dimenticare le proprie radici cristiane e a coltivare sentimenti di pace. Dopo la comunione il Ministro ha consegnato ad ogni frate la Regola C07nterno:ACTAORDINIS 576 24-01-2008 16:37 Page 576 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 di san Francesco in croato; la Provincia ha voluto ricambiare, tramite il Ministro provinciale, con un quadro che rappresenta la figura stilizzata del nostro Fondatore e un altro che illustra la cittadina di Široki Brijeg. Inoltre gli è stato consegnato un albo di fotografie dei 66 Frati uccisi come ricordo di questa celebrazione, ma anche come promessa del reciproco ricordo nella preghiera. Dopo tale densa mattinata il Ministro generale è stato condotto a Mostar, dove ha incontrato il Vescovo locale, Mons. Ratko Perić. Alla presenza del Definitore generale, del Ministro provinciale e del Segretario, c’è stato un confronto aperto e franco su alcuni punti di comune interesse. Al ritorno nel convento di Mostar si è avuto l’incontro con i membri del Governo provinciale. In esso Fr. José ha richiamato i compiti del Definitorio provinciale nei riguardi della Fraternità provinciale e delle Fraternità locali: curare l’animazione, fare attenzione all’amministrazione e all’economia, impegnarsi in modo particolare nel campo della formazione iniziale e permanente. Inoltre, ha invitato i membri del Definitorio ad essere una vera Fraternità e ad agire in modo unitario nel prendere e nel portare avanti le decisioni; ha chiesto di elaborare un progetto per la Provincia da verificare nel prossimo Capitolo spirituale della Provincia. Alla riflessione sono seguiti il dialogo e il saluto del Guardiano, Fr. Mate Dragićević, il quale ha donato al Ministro una monografia delle opere artistiche, presenti nella nuova chiesa. Con questo incontro si è conclusa ufficialmente la Visita fraterna alla Provincia di Mostar, anche se il giorno dopo, andando verso Sarajevo per il Convegno dell’UFME, il Ministro generale, accompagnato dal Definitore generale e del Ministro provinciale, ha visitato ancora due Frati: Fr. Anthony Burnside, Guardiano, e Fr. Petar Drmić, Parocco, del Convento di Konjic dove durante l’ultima guerra i cristiani sono stati cacciati dai musulmani. Dopo un incontro fraterno con i Frati e lo scambio dei doni, il Ministro generale è stato saluto dal Rappresentante degli ortodossi e dall’Imam musulmano. La visita del Ministro generale ha provocato grande eco nei media locali e nazionali. Soprattutto ha suscitato grande soddisfazione tra i Frati, poiché l’hanno vissuta come un avvenimento significativo per la loro Provincia. FR. DRAGAN RUZIĆ 6. A visit to the Province of St. John the Baptist, USA Cincinnati, 15-17.10.2007 Fred Link, OFM, Minister Provincial, Jeffrey Scheeler, OFM, Vicar Provincial, Andrew Brophy, OFM, Visitor General, Finian McGinn, OFM, Definitor General and Timothy Sucher, OFM, Guardian of the Curia Friary met the Minister General at the airport and took him to the Pleasant Street friary for supper with the friars there. We were greeted by the guardian, Jim Bok, OFM. Dan Anderson, OFM, the secretary to the Provincial, prepared a delicious meal for us. After the meal and fine conversation, the Minister went to St Francis Seraph friary to prepare for the next day and to sleep. The Minister General began Tuesday, the 16th of October, by meeting the young men in initial formation at the National Shrine of St. Anthony. The Minister enjoyed the dialogue with the postulants, novices and men in post-novitiate formation and their formators. He, then, traveled to the Chancery office for a visit with Archbishop Daniel Pilarczyk of Cincinnati. The archbishop spoke highly of the fine work the friars accomplish in the archdiocese and of the success of the St. Anthony Messenger throughout the United States. After the visit with the archbishop, the Minister had a meeting scheduled at the offices of the St Anthony Messenger Press where Pat McCloskey, OFM, and Jack Wintz, OFM, interviewed him for an article in the Messenger and for a radio program and gave him a tour of the building. During lunch at the Seraph friary, he met the friars and the lay staff of the parish and provincial curia. At four in the afternoon, the Minister addressed the friars of the province and sisters C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 577 AD CHRONICAM ORDINIS from two convents of Poor Clares. This was a key address to the province and the topic was the “Grace of Our Origins”. At six in the afternoon, he concelebrated the Eucharist and preached to about one hundred assembled friars together with the Poor Clares, the affiliates to the province and order and the Secular Franciscans. The sermon was based on the formula of our religious profession. After Mass, during the period before the festive meal, the Minister General visited with the many guests. The Minister was quite impressed by the fact that Fred Link, OFM, the Provincial, knew each individual by name and was able to say something positive about each one. We filled the refectory for a fine, festive meal – with plenty of food and good conversation. The day was very tightly scheduled, but extremely well organized – and the Minister enjoyed it very much. I am sure he was quite tired when he went to bed that evening. Wednesday, as we had a plane to catch at one o’clock, we began early with Mass. The Minister, then, blessed a statue of St. Francis outside the St. Anthony Messenger office building; Greg Friedman, OFM, the pastor and Tim Sucher, OFM, the director of ministries, gave us a tour of the excellent parochial elementary school and of the various ministries of “Over the Rhine”. The Minister ended his visit with an interesting and exciting dialogue with the Provincial, the vicar and definitors of the Province of St. John the Baptist – and we left for the airport. This was a very good visit! FR. FINIAN MCGINN, OFM 7. È sorta una nuova Provincia in Austria Pupping, Austria, 21.10.2007 La decisione della fusione delle due Province in Austria, la Provincia di San Bernardino (Vienna) e quella del B. Engelbert Kolland (Innsbruck), in vista della creazione di una nuova Entità, è stata presa dal Definitorio generale il 10 gennaio 2006 e comunicata alle Province il 17 gennaio duran- 577 te una visita del Definitore generale, Fr. Jakab Várnai. Il decreto stabiliva la scadenza «entro la fine dell’anno 2007». Per seguirne il cammino è stato nominato un Delegato generale, Fr. Claudius Groß, della Provincia di S. Elisabetta in Germania (Fulda). Il Delegato ha iniziato la preparazione con la convocazione di una Commissione preparatoria, composta dai due Definitori provinciali, che ha poi istituito vari gruppi di studio. Nel corso dei lavori è emersa la proposta del 21 ottobre 2007 come possibile data per la fusione, proposta accolta dal Definitorio generale. Il 21 ottobre 2007, pertanto, a Pupping, in prossimità di Linz, il Ministro generale, Fr. José R. Carballo, accompagnato dal Definitore generale di zona, Fr. Jakab Várnai, ha eretto la nuova Provincia in Austria. La giornata è iniziata con la celebrazione dell’Eucaristia nella chiesa del “Shalom-Kloster” di Pupping, presieduta dal Ministro. Erano presenti anche Frati delle Province limitrofe: Germania, Svizzera, Trento, Croazia, Ungheria, Slovacchia, Rep. Ceca, e Frati delle Province di Polonia. L’Eucaristia si è svolta con una buona partecipazione delle Clarisse, di Suore Francescane, dei Fratelli e delle Sorelle dell’OFS, di altri Religiosi, di Rappresentanti di alto livello della vita pubblica, e di molte persone legate all’Ordine in Austria. Alla fine della celebrazione è arrivato anche il Vescovo membro della Provincia: Mons. Franz Lackner, ausiliare di Graz, il quale ha portato il saluto della Conferenza Episcopale dell’Austria. Durante l’atto penitenziale i due Ministri provinciali uscenti – Fr. Anton Bruck (Vienna) e Fr. Rupert Schwarzl (Innsbruck) – hanno posto i sigilli sull’altare e il Ministro generale li ha ringraziati per il servizio svolto. Dopo l’eucaristia i concelebranti, tolti i paramenti liturgici, si sono riuniti nella chiesa. Il Definitore generale ha letto i due Decreti di soppressione delle Province attuali, poi il Ministro generale ha letto i Decreti di erezione della nuova Provincia con il titolo di “San Leopoldo” e di nomina del nuovo Governo. Il Ministro ha chiesto ad ogni Frate del nuovo Governo se accettava l’incarico, poi il nuovo Ministro e il Vicario C07nterno:ACTAORDINIS 578 24-01-2008 16:37 Page 578 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 hanno emesso la professione di fede e fatto il giuramento. Il nuovo Governo della Provincia “S. Leopoldo” è così composto: Ministro provinciale, Fr. Rupert Schwarzl; Vicario provinciale, Fr. Gottfried Wegleitner; Definitori: Fr. Willibald Hopfgartner, Fr. Alexander Puchberger, Fr. Matthias Maier, Fr. Ulrich Zankanella e Fr. Fritz Wenigwieser. Fr. Gottfried, Fr. Matthias e Fr. Ulrich erano membri della Provincia “S. Bernardino da Siena” (Vienna), gli altri della Prov. “B. Engelbert Kolland” (Innsbruck). Il Ministro generale ha rivolto un’esortazione a tutti i Frati, con sottolineature importanti per il cammino che li attende nella costruzione della nuova Entità e per il lavoro del primo Capitolo provinciale che stava per iniziare lo stesso giorno a Pupping. Nel pomeriggio il Ministro generale e il Definitore generale sono tornati a Vienna, dove la mattina dopo si è svolta una conferenza stampa con i più importanti Giornali e Radio dell’Austria. FR. JAKAB VÁRNAI 8. Visita a la Provincia franciscana de Cartagena 22-24.10.2007 En esta ocasión, la visita fraterna del Ministro General a la Provincia franciscana de Cartagena (España), se ha hecho coincidir con un acontecimiento de carácter académico que reviste mucha importancia, tanto para dicha Provincia como para la Conferencia hispano-portuguesa. En el transcurso de la visita se ha inaugurado el curso académico 2007-08 y se ha celebrado la agregación del Instituto Teológico de Murcia a la Pontificia Universidad Antonianum de Roma, adquiriendo el rango de Facultad de Teología. Día 22 de octubre El Ministro general, llegaba a las 9 de la noche al aeropuerto de Alicante, procedente de Viena. Fueron a recibirle al aeropuerto el Definidor general de zona, fr. Miguel Vallecillo, el Ministro provincial, fr. Saturnino Vidal, y el Director del Instituto Teoló- gico, fr. Pedro Riquelme. Acto seguido nos trasladamos al convento de la Merced de Murcia, sede de la Curia provincial. Después de saludar a la fraternidad y a otros hermanos que habían venido para la ocasión, como el Cardenal Prefecto de la Congregación del Clero, Mons. Fr. Claudio Hummes, o el Arzobispo de Tánger, Mons. Santiago Agrelo, nos retiramos a descansar. El primer acto de la visita era el encuentro con las hermanas contemplativas, clarisas y concepcionistas. El encuentro se tuvo en Los Algezares, una zona a las afueras de Murcia, casi una pequeña Tebaida, pues están juntos los monasterios de clarisas, carmelitas y concepcionistas, el santuario de la Patrona de Murcia, la Virgen de la Fuensanta, y la Casa de los canónigos. Las hermanas fueron llegando de los diversos monasterios de la Federación hasta alcanzar un número de 110. Después de los saludos, se celebró la Eucaristía en la iglesia de las clarisas. El Ministro general centró su reflexión en lo que la Novo Millennio Ineunte dice para la Iglesia pero aplicado a la vida consagrada y animando a las hermanas a mirar al futuro con esperanza, sin complejos, sino viviendo este presente con una entera dedicación al Señor. Terminada la Eucaristía y, hecha la foto de grupo, nos trasladamos al cercano monasterio de las concepcionistas, donde se tuvo el encuentro propiamente dicho con el Ministro. La Presidenta de la Federación de Clarisas del Inmaculado Corazón de María tomó la palabra para dar la bienvenida y presentar su Federación, los monasterios, el estado de las vocaciones y de la formación permanente. Agradeció al Ministro sus cartas y documentos de la Orden, el próximo encuentro en Asís, y subrayó la unión en el mismo carisma, la cercanía a las vicisitudes de nuestra Orden y de la Provincia, terminando su intervención destacando que tenemos el reto de una fidelidad creativa para nuestros tiempos. También la Presidente de la Federación de Concepcionistas de la Inmaculada Concepción tomó la palabra para dar la bienvenida y expresar sus sentimientos de gozo y C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 579 AD CHRONICAM ORDINIS fraternidad por este acontecimiento y encuentro que permite unirnos en familia franciscana. Presentó a su Federación, los monasterios y las circunstancias que conforman su vida, pero que, a pesar de ser pocas se sienten muy vivas. En la Inmaculada Concepción coincidimos todos y se complementan nuestros carismas. A continuación el Ministro les dirigió la palabra, reflexionando sobre el carácter de cambio acelerado del tiempo actual y las llamadas que nos vienen de las diversas instancias del mundo, del Evangelio, de la Iglesia y la Orden. Se pueden dar diversas posturas, pero la positiva es la de la refundación en su sentido concreto. Entre otros aspectos de la vida consagrada, se detuvo especialmente en la contemplación y la vida fraterna. Al terminar su conferencia se entabló un diálogo.Al término de la sesión le regalaron al Ministro, como recuerdo de su visita, una bella y original vidriera con tres manos que sostienen los simbolos de las tres Ordenes. En el mismo monasterio de concepcionistas tuvimos la comida que compartimos todos, franciscanos, clarisas y concepcionistas, en fraternidad y alegría. A las 5 de la tarde, el Ministro general recibió a la prensa y medios de comunicación social, como preparación al acto académico que se iba a celebrar más tarde. Apertura del curso y Acto académico: A las 18’30 dio comienzo el primero de los actos de la tarde con la celebración de la Misa del Espíritu Santo en la iglesia franciscana de La Merced. La Eucaristía fue presidida por el Sr. Cardenal Arzobispo de Sevilla, Fr. Carlos Amigo Vallejo, ofm, y concelebrada por el Sr. Cardenal Prefecto de la Congregación del Clero, Fr. Claudio Hummes, ofm, el arzobispo de Tánger, Mons. Fr. Santiago Agrelo, ofm, el obispo de la diócesis de Cartagena en Murcia, Mons. Juan Antonio Reig Pla, los señores obispos de Almería, Mons. Adolfo González Montes, de Albacete, Mons. Ciriaco Benavente, el Ministro general ofm, el Definidor general, los Ministros provinciales de la Confres y muchos sacerdotes y religiosos vinculados al Instituto Teológico y miem- 579 bros de la Provincia de Cartagena. En la celebración intervino el Coro Iubilate dirigido por D. Agustín Sánchez. Finalizada la Eucaristía, y tras una pausa de descanso, se volvió a la iglesia a las 20’00 horas para tener el acto académico propiamente dicho. Se comenzó con el canto del Veni Creator Spiritus y seguidamente se procedió a la lectura del decreto por el que el Excmo. Ayuntamiento concede la Medalla de Oro de la Ciudad de Murcia a la Orden Franciscana por los 750 años de la presencia franciscana en la ciudad. A continuación, el alcalde, D. Miguel Ángel Cámara Botía, procedió a la entrega de la distinción al Ministro provincial y agradeció a la Orden Franciscana su labor realizada durante todos estos siglos en la ciudad. Le correspondió el Ministro provincial, fr. Saturnino Vidal, dándole las gracias y manifestando la actitud de los franciscanos de seguir contribuyendo al servicio de los ciudadanos. Seguidamente se procedió al acto académico, con la lectura de los diversos Decretos Oficiales de la Congregación de la Educación Católica por el Secretario general del Instituto Teológico de Murcia, fr. Miguel Ángel Escribano Arráez, dándose así cumplimiento a la Agregación a la Pontificia Universidad Antonianum, como Facultad de Teología Fundamental. La lección inaugural del Curso Académico 2007-2008 la impartió el Rvmo. P. Fr. José Rodríguez Carballo, Ministro general de la Orden Franciscana y Gran Canciller de la PUA de Roma. Al terminar su disertación, la Schola Gregoriana de Murcia interpretó algunas antífonas como tránsito para dar paso a las intervenciones de las diversas personalidades que asistían al mismo. La primera intervención fue la del Rector Magnífico de la PUA, fr. Johannes B. Freyer, con un fuerte contenido académico sobre el saber en un mundo globalizado al servicio de los más necesitados de la sociedad. Le sucedieron en el uso de la palabra D. Manuel Vidal, Vicerrector de Relaciones Institucionales de la Universidad de Murcia, D. José Ballesta Germán, Consejero de Obras Públicas de la C07nterno:ACTAORDINIS 580 24-01-2008 16:37 Page 580 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 Comunidad Autónoma de Murcia, D. Juan Ramón Medina, Consejero de Educación de la Comunidad Autónoma de Murcia, Mons. D. Juan Antonio Reig Pla, Obispo de la Diócesis de Cartagena-Murcia, el Sr. Cardenal Fr. Claudio Hummes, Prefecto de la Congregación para el Clero, y Fr. Pedro Riquelme, Director del Instituto Teológico de Murcia. Al finalizar estas intervenciones, el Ministro general declaró oficialmente la apertura del Curso. El día terminó con la cena festiva en el convento de Santa Catalina del Monte. Día 24 de octubre Es el día dedicado más específicamente a los hermanos de la Provincia. Para ello, se escogió el convento de Orihuela (Alicante), tradicional casa de estudios, amplia y acogedora, a donde llegamos sobre las 11’00 de la mañana. Después del recibimiento y los saludos, se celebró la Eucaristía en la que participaron unos 40 hermanos. El Ministro general la centró en la vivencia de la Regla en fidelidad, el agradecimiento de la vocación, y comentó las exigencias contenidas en la fórmula de la Profesión franciscana. Terminada la Eucaristía se tuvo un encuentro con los hermanos. El Ministro provincial, fr. Saturnino Vidal, dio la bienvenida oficial y comentó el estado actual de la Provincia, concluyendo que su futuro pertenece a Dios. Seguidamente, el Ministro general tomó la palabra para comentar el sentido de lo que se pretende en la celebración del octavo Centenario según el Proyecto elaborado. Todo se ha de basar en tres pilares, la santidad, la preparación intelectual y la cercanía al pueblo, y con la actitud de asumir con gozo nuestra condición de menores, apostando por la calidad de vida, y privilegiando lo simbólico sobre lo eficaz. Al concluir su reflexión le siguió un ponderado coloquio sobre diversas cuestiones hasta la hora de la comida, que tuvimos en alegría fraterna. A media tarde, ya en Murcia, hubo una sesión con el Definitorio de la Provincia, con la exposición del Ministro provincial de aquellos puntos que en estos momentos son de más interés para la vida provincial, a los que el Ministro general respondió e iluminó con su alto magisterio y palabras fraternas de cercanía y acompañamiento. Seguidamente se reunió con un numeroso grupo de hermanos de la Orden Franciscana Seglar. Fue un encuentro estimulante, en el que se comentó el sentido de la vocación seglar franciscana, la formación y la misión en la Iglesia y la sociedad. Después de un animado coloquio con el Ministro, el Definidor general les dirigió unas palabras de saludo y aliento en base a las cuestiones que habían salido en el diálogo que se había tenido. El día concluyó con la visita a la Casa General de las Terciarias Franciscanas de la Inmaculada, donde cenamos. Día 25 de octubre Muy temprano, el Ministro provincial, llevó al aeropuerto de Alicante al Ministro general y al Definidor de zona, donde nos despidió, emprendiendo el regreso a Roma. FR. MIGUEL VALLECILLO MARTÍN, OFM 9. Visita alla Provincia di santa Elisabetta a Fulda in Germania Fulda, 17-20.11.2007 Il Ministro generale, Fr. José R. Carballo, e il Definitore, Fr. Jakab Várnai, hanno visitato la Provincia di santa Elisabetta a Fulda in Germania, dal 17 al 20 novembre 2007, in occasione della conclusione dell’anno giubilare della Patrona dell’OFS per l’VIII Centenario dalla sua nascita. Sull’odierno territorio di questa Provincia, infatti, ha vissuto Elisabetta, figlia del Re di Ungheria e langravia di Turingia. Ai festeggiamenti hanno partecipato anche tre Frati del Giappone, dove la Provincia aveva un territorio missionario, il Ministro provinciale della Rep. Ceca e i Frati della Provincia di Hannover, che, insieme ai Frati della Provincia di Fulda e a quelli delle altre due Province tedesche, hanno deciso di intraprendere il cammino verso un’unica Entità entro il 2010. Dopo l’arrivo all’aeroporto di Frankfurt e una sosta nella Fraternità inserita nella C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 581 AD CHRONICAM ORDINIS città, si è giunti a Fulda nella sera del 17 novembre. La visita è iniziata con la celebrazione solenne dei Vespri nella chiesa dei Frati di Fulda, sulla collina di Frauenberg, con una nutrita partecipazione di laici, vicini al convento e alla Provincia. Dopo il saluto del Ministro provinciale, Hadrian Koch, il Ministro ha evocato la memoria di santa Elisabetta come penitente francescana. Il Ministro ha poi visitato la tomba di un suo predecessore, Aloisius Lauer (Ministro generale 1897-1903). Il 18 novembre ci si è trasferiti a Eisenach per la conclusione delle celebrazioni in onore di santa Elisabetta, con un programma ben nutrito: alle 9, nella Chiesa di santa Elisabetta, Celebrazione eucaristica, presieduta dal Dr. Joachim Wanke, Vescovo di Erfurt; alle 11, preghiera ecumenica nella Chiesa di san Giorgio, dove santa Elisabetta aveva celebrato le sue nozze. In quest’ultima circostanza hanno parlato, tra gli altri, il Vescovo Wanke, il Vescovo Luterano Christoph Kähler e il Ministro generale. L’ecumene è una realtà quotidiana: sul territorio della Diocesi di Erfurt ci sono circa 6 milioni di abitanti, di cui circa 550.000 luterani e solo 170.000 cattolici. Dopo il pranzo gli ospiti hanno visitato l’esposizione ufficiale su santa Elisabetta nel Castello di Wartburg, visita guidata dall’ideatore dell’esposizione, il Prof. Dr. Matthias Werner. Alla fine della giornata si è tornati di nuovo a Fulda. Il 19 novembre è iniziato con una visita al Vescovo di Fulda, Mons. Heinz Josef Algermissen, che ha manifestato il suo apprezzamento per il servizio dei Frati a Fulda. Ci si è, poi, recati ad Hofheim, dove la Provincia gestisce un Centro di Spiritualità e di Accoglienza (Bildungshaus). Il Ministro ha incontrato i giovani Frati delle quattro Province OFM della Germania: tre postulanti, cinque novizi, sei degli undici Frati professi temporanei e tre frati “under 10”. Nel dialogo sono emerse alcune tematiche come l’accompagnamento, vivere il Vangelo in Fraternità e il cammino formativo. Nella serata si è svolto un incontro con il Definitorio della Provincia, in cui i partecipanti hanno illustrato il progetto dell’unificazione delle 581 Province in Germania come un intenso cammino spirituale. Il Ministro generale ha incoraggiato tale proposito ed ha invitato il Governo provinciale a promuovere, in tal senso, un comune sentire fraterno. La situazione demografica non buona della Provincia ha anche suscitato ulteriori riflessioni. La giornta si è conclusa con la Celebrazione eucaristica con i Frati presenti e con i laici che sostengono il Centro. Il 20 novembre ci si è recati a Grosskrotzenburg, nella scuola gestita dalla Provincia. Qui il Ministro ha incontrato la Fraternità locale, la Direzione e i Professori della scuola; poi ha partecipato ad alcuni momenti della vita della scuola: una lezione di fisica, un breve spettacolo in latino, ha conversato con gli studenti della lingua spagnola, ha ascoltato il coro della scuola. Particolarmente interessante è stato conoscere l’attività del Centro Pedagogico (franziskanisches Bildungswerk), un servizio della Provincia per l’aiuto educativo delle famiglie e dei professori in prospettiva francescana. Nel pomeriggio si è tenuto un incontro con tutti i Frati della Provincia. Fr. Benedikt Mertens ha presentato il passato e presente dell’impegno di evangelizzazione della Provincia, poi è intervenuto il Ministro generale, soffermandosi, in modo particolare, sull’evangelizzazione francescana e sulle sfide del mondo di oggi. Una Celebrazione eucaristica, con la partecipazione di Frati, Professori e genitori degli studenti, ha concluso la visita. FR. JAKAB VÁRNAI 10. Partecipazione alla conclusione delle celebrazioni dei 50 anni della presenza francescana nell’Africa occidentale Abidjan (Costa d’Avorio), 02.12.2007 La Provincia del Verbo Incarnato ha celebrato il giubileo della presenza francescana nell’Africa Occidentale. Nel 1956 i Frati della Provincia di Parigi arrivarono in Togo, dove nel 2006 sono iniziate le celebrazioni giubilari. Nel 1957 i Frati della Provincia di Rennes s’installarono al sud della Costa d’Avorio. Le due missioni si riunirono in se- C07nterno:ACTAORDINIS 582 24-01-2008 16:37 Page 582 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 guito in Federazione ed oggi costituiscono una Provincia, insieme con altre Fraternità nel Benin e in Bourkina Faso. La domenica 2 dicembre 2007 si sono concluse le celebrazioni giubilari ad Abidjan, capitale della Costa d’Avorio, con la partecipazione del Ministro generale, Fr. José R. Carballo, che ha presieduto la Messa solenne; del Vescovo del luogo, Mons. Paul Dacoury; e dell’Arcivescovo francescano, Mons. Paul-Siméon Ahouanan Djro; del Definitore generale, Fr. Amaral Bernardo Amaral; del Moderatore per le missioni, Fr. Vincenzo Brocanelli. A conclusione della celebrazione, il Ministro generale ha rivolto alla Famiglia francescana, ai cristiani e ai responsabili pubblici un appello alla riconciliazione e alla costruzione di una pace stabile. Per l’occasione del giubileo, il Vescovo locale ha benedetto e posto la prima pietra per la costruzione di un nuovo campanile, e anche la stampa locale ha mostrato interesse per l’avvenimento. Il 1 dicembre il Ministro generale ha incontrato i Frati della Provincia, ai quali ha lasciato un messaggio di grande apprezzamento per il lavoro dei missionari e alcune sfide importanti perché la Provincia del Verbo Incarnato possa crescere e consolidarsi. Ha, inoltre, incontrato la Famiglia francescana e le Sorelle Clarisse. Nei giorni precedenti alla chiusura del giubileo, il Ministro generale, con una nutrita delegazione di Frati, ha visitato i luoghi delle origini della presenza francescana in Costa d’Avorio, in particolare la tomba del primo Frate autoctono, Fr. Venance Ahouman, il luogo dove venne assassinato Fr. Jean-Paul Moisdon, e la tomba di Fr. Luis Djama. Nel ricostruire la memoria delle origini missionarie sono state visitate anche le prime parrocchie francescane: S. Anna a Port-Bouet, e Giovanna d’Arco a Treichville. I Frati della Provincia hanno vissuto questo giubileo come un tempo di grande fecondità spirituale e di fedeltà, e come l’inizio di un cammino ancora più motivato e missionario. FR. VINCENZO BROCANELLI 11. Visit to the Province of “Our Lady Queen of Peace” in South Africa Johannesburg, South Africa, 04-07.12.2007 The Minister General, Br. José R. Carballo, accompanied by the General Definitor for Africa, Br. Amaral Bernardo Amaral, arrived in Johannesburg at 10.30 am on the 4th December to carry out a fraternal visit to the Province of South Africa. The guests from Rome were met at the airport by the Minister Provincial, Br. Vumile Nogemane, who immediately brought them to La Verna (Vanderbijlpark), the provincial centre for spiritual gatherings. The Friars of the Province were assembled there to celebrate, in a Chapter of Mats, the 75th Anniversary of the arrival of the first Friars to South Africa. * The Province of “Our Lady Queen of Peace” is the result of the arrival of three groups of Friars: the first group arrived in Kwazulu from Bavaria, Germany, in 1932; the second arrived in Kokstad from Ireland in 1946; the third arrived in Queenstown from England in 1948. The three groups operated separately in the “implantatio ecclesiae” at the beginning. However, the first local vocation, Br. Bonaventura Hinwood, came in 1955, and Br. Wilfrid Napier, the present Card. Archbishop of Durban was professed in 1961. Both entered the Province of Ireland. Some Irish Friars left Kokstad to found a new presence in Vanderbijlpark in 1956. * The formation of candidates to the Order in South Africa, from whichever group, was organised at the suggestion of the English Friars in 1967. The three groups of Friars gave life to a Federation, with 86 Friars, of whom 4 were local, in 1977. The Federation was raised to the status of a ViceProvince, with 100 Friars, of whom 25 were local, in 1985. It became the first Franciscan Province of Sub-Saharan Africa, with 96 Friars, of whom 30 were local, in 1997. The Province opened a missionary presence in Namibia, with 4 Friars, as a sign of growth and maturity, in 2005. At the time of the Celebrative Chapter of Mats in 2007, in the presence of the Minister General, the C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 583 AD CHRONICAM ORDINIS Province had: 80 professed Friars, of whom 40 are local; 14 temporarily professed; 5 Novices; and 2 Postulants. * From memory to the challenges of the present. The Province still depends on a considerable group of Friars of advanced age. The more urgent challenges, then, are: the promotion of vocations, a serious initial formation and a constant ongoing formation in order to give testimony to the franciscan charism with freshness today. The Province, however, still has to learn to walk on its “own legs” (= financial autonomy). BR. AMARAL BERNARDO AMARAL 12. Visita a la Federación Franciscana de Marruecos Tánger, 12-15.12.2007 Del 12 al 15 de diciembre de 2007, el Ministro general ha visitado la Federación Franciscana de Marruecos, acompañado por Fr. Miguel Vallecillo, Definidor general. Avanzada la noche del día 12, llegaba el Ministro general, procedente de Roma, al aeropuerto de Tánger. Fue recibido por el presidente de la Federación, Fr. Manuel Corullón, que nos acompañó hasta el convento del Espíritu Santo, sede de la fraternidad franciscana y de la catedral de la archidiócesis. Después de los saludos de bienvenida por parte de los hermanos, a pesar de la hora tardía, se tuvo una amena conversación con los mismos, a la que se unió, un poco más tarde, el Sr. Arzobispo, Fr. Santiago Agrelo, ofm, que llegaba de una visita pastoral. Día 13 La visita dio comienzo oficialmente por la mañana con la bienvenida oficial del Presidente en la capilla del convento, según el ritual. A continuación se tuvo la oración de Laudes en la que el Ministro agradeció el gesto de acogida y expresó su satisfacción por regresar a esta comunidad, después de 11 años, pero en esta ocasión como sucesor de San Francisco. Mientras llegaban los hermanos, se hizo una visita a las dependencias del arzobispa- 583 do, donde saludamos de nuevo al Señor Arzobispo, que nos recibió con mucha sencillez y fraternidad en su despacho y nos mostró el resto de la casa. A las 10 de la mañana ya habían llegado los hermanos de las fraternidades cercanas, que coinciden con la zona norte y con el arzobispado de Tánger: Tetuán, Larache, Alhucemas y un hermano de la fraternidad de Meknes. Después del saludo y presentación del Presidente de la Federación, el Ministro dirigió la palabra a los hermanos, resaltando el sentido de la presencia franciscana en Marruecos y la necesidad del servicio a este pequeño cuerpo vivo de Cristo, que es la Iglesia en este país musulmán. Después de subrayar que esta Misión refleja una opción de minoridad, en favor de una Iglesia pobre, y del nuevo rostro que va adquiriendo la Federación a partir de estos últimos años, con el agradecimiento a los hermanos, pasó a exponer el camino que está siguiendo la Orden en la preparación para celebrar el octavo centenario de su fundación, según el Proyecto “La gracia de los orígenes”, con las implicaciones que conlleva el mismo en nuestra vida personal y fraterna. Al terminar su intervención, el Definidor general, que en esta ocasión le acompañaba, dirigió unas palabras de saludo a los hermanos, manifestando su satisfacción por encontrarse en este país y ciudad, a la que se siente muy vinculado desde su infancia, y resaltó la necesidad de hacer camino juntos, siguiendo la temática expuesta, con la metodología que nos ha sugerido el Capítulo General extraordinario del 2006. Acto seguido, se tuvo una pausa, para pasar después a un interesante diálogo de los hermanos con el Ministro general, donde se tocaron diversos aspectos de la vida de los hermanos, y del estado de la Federación. A las 12’30 se celebró la Eucaristía en la catedral, presidida por el Ministro general, y a la que asistieron también los miembros de la Familia Franciscana, religiosas Franciscanas Misioneras de Maria, Franciscanas de la Inmaculada, Franciscanas del Corazón Inmaculao de María, Franciscanos de Cruz Blanca y también las hermanas Eclesianas C07nterno:ACTAORDINIS 584 24-01-2008 16:37 Page 584 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 que atienden el obispado. Los textos de la fiesta de San Francisco facilitaron la reflexión y la oración en común de sentirnos unidos en el mismo carisma de unión y servicio. A la misma siguió una comida fraterna de todos. Por la tarde, el Ministro tuvo un encuentro con el Arzobispo y, a continuación, visitamos el Archivo de la Misión Franciscana en Marruecos, que custodia valiosos documentos para la historia de la Orden Franciscana en este país, así como la biblioteca, sobre la que nos comentaron los nuevos proyectos para hacerla más accesible a investigadores y estudiantes interesados. En un paseo vespertino por la ciudad, visitamos la iglesia franciscana del Sagrado Corazón, en estos momentos entregada al cuidado de las Hijas de la Caridad, donde ejercen una labor de asistencia social. El rezo de Vísperas con la fraternidad dio paso a la cena, y después a una larga y amena conversación, a la que asistieron el Sr. Arzobispo y el Vicario general, Fr. José Seijas. Día 14 Muy temprano, nos trasladamos por carretera hacia la zona Sur, cuyo centro administrativo y comercial es la ciudad de Casablanca. Llegados al convento, el Ministro general y acompañantes fueron recibidos por la fraternidad y los hermanos que ya habían llegado de las diversas fraternidades: Rabat, Meknes y Marrakesh. Echamos de menos la presencia de Fr. André, internado en el hospital de Marrakesh, y por cuya salud pedimos en la oración y en la Eucaristía. El encuentro con el Ministro siguió las mismas pautas del día anterior con los hermanos de la zona norte, e insistió en el sentido de nuestra presencia en esta Misión, la manera de prepararnos a la celebración del nacimiento del carisma franciscano tan unido a esta tierra, concretamente a Marrakesh, donde los protomártires de la Orden, todavía en vida de San Francisco, dieron testimonio del Señor. Después de la pausa correspondiente, se pasó a un vivo coloquio con el Ministro en el que se aclararon diversos aspectos de nuestra misión en el país, la forma diversificada de servir tanto a la comunidad cristiana como a los marroquíes pero en el mismo espíritu de servicio y minoridad, el sentido de unidad cada vez más necesario y fuerte entre todos, etc. Al finalizar el encuentro con los hermanos, se celebró la Eucaristía a la que fue invitada la Familia Franciscana, dando testimonio de unidad en un mismo carisma y en una misma misión, compuesta por las Clarisas, las Franciscanas Misioneras de Maria y las Hermanas de San Francisco. En la Eucaristía, presidida por el Ministro, concelebró el Sr. Arzobispo de Rabat, Vincent Landel, que después nos acompañó en la comida y así pudo hablar también con el Ministro y tener un cambio de impresiones. Los textos litúrgicos fueron los de la fiesta de San Francisco, para manifestar esta unión carismática, y en su homilía resaltó tres ideas principales: celebrar para restituir, colaboración y comunión. La intensa mañana se concluyó con una festiva comida fraterna aderezada con algunos platos típicamente marroquíes. Con la consiguiente foto de familia nos despedimos. Después de un tiempo para el descanso, por la tarde se tuvo una reunión con el Consejo de la Federación. Con este último acto se terminaba la visita del Ministro a la Federación Franciscana de Marruecos, una realidad misionera de la Orden, que mantiene la presencia histórica y cuyos hermanos dan un testimonio de presencia de Iglesia en minoridad y servicio “confesando que son cristianos” y que “no hay Omnipotente sino Él” en medio de una sociedad musulmana. La cena con la fraternidad local y la interesante sobremesa, en la que el diálogo distendido, la pregunta ocurrente y el comentario, a veces, cargado de contenido y sabiduría experiencial, nos proporcionaron un agradable ejercicio de compartir la vida contextualizada en esa circustancia concreta. Día 15 Por la mañana, después de la oración y el desayuno, nos despedimos de la fraternidad y, con el Presidente de la Federación y el hermano Jorge Lazaro, visitamos la gran C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 585 AD CHRONICAM ORDINIS mezquita de Casablanca, y nos acompañaron al aeropuerto donde emprendimos vuelo hacia Roma. FR. MIGUEL VALLECILLO MARTÍN, OFM 2. Provincial Retreat and Intermediate Chapter of the Prov. of the Immaculate Conception, USA Assisi, Casa Leonori, 27.09-03.10.2007 THE SPIRIT OF ASSISI The 65 friars of the Province of the Immaculate Conception, USA, who gathered in Assisi for Retreat and Chapter had an experience together that was exhilarating and, for many, life changing. It took a while for the magnitude of what was happening to sink in. And when it did sink in, it was marvelous! The very fact that 65 of our brothers were together in Assisi to share a common experience was in itself the cause of both wonder and joy. Many of the friars had visited Assisi in the past but never with so many brothers of the Province. And that is what made the experience so special! From the most junior friar, novice Joseph Powell (22) to the most senior friar, Fabian Grifone (82), and all the rest of us with varying years of Franciscan life, the mix made the experience all the more meaningful. It was truly an inter-generational gathering that has the potential of renewing our life and ministry as a Province. Our Minister Provincial, Robert Campagna, received the inspiration to hold our Provincial Chapter in Assisi while there for the extraordinary Chapter of the Order to begin the celebration of the 800th anniversary of the Rule of the Friars Minor, in April, 2009. The Order celebrates the 800th anniversary of the conversion of St. Francis during the year 2007 and invites the friars to reflect on the “grace of our origins” in preparation for the 2009 anniversary. Robert also recommended that we use the occasion of our time in Assisi to prepare for the 100th anniversary of our Province in 2010. 585 We were blessed to have Fr. Giacomo Bini, former Minister General of the Order, lead us in retreat from September 26th to September 29th.. During those days we were able to travel together to Greccio, Fontecolombo, S. Maria degli Angeli and La Verna. Giacomo led us through a series of reflections on the priorities of our fraternal life together. He reminded us that prayer and life together must be at the very core of our identity as friars and everything else had to serve those basic values of Franciscan life. Ministries that do not support those values are best left to others. Giacomo’s freedom of spirit was contagious and his challenging reflections prepared us well for the primary work of the Chapter that was the restructuring the ministries of the Province in the light of our aging and dwindling numbers. One of the many highlights of our time in Assisi was the visit by Fr. José Carballo, our Minister General, on October 3rd.. Fr. Jose addressed the assembly and encouraged us to go forward in our efforts to renew the life of our Province. He led us in a powerful and moving renewal of our vows and our commitment to the Franciscan life. It was so obvious that he was happy to be among us. He took the occasion to publicly thank our Minister Provincial and our Province for assisting the Order by sharing personnel and financial help in the houses dependent on the Minister General. In a light moment, Fr. José reminded Primo Piscitello that as of November 1st he will begin his service to the Order as Guardian of St. Isidore’s and, thereby, be directly under the obedience of the Minister General. The fraternal hospitality extended to us at the Casa Leonori that is part of the Cenacolo Franciscano was exceptional. The Cenacolo and our Province of the Immaculate Conception have a relationship that goes back to the 1940’s when funds were collected in our Province for its construction. There is a beautiful marble commemorative inscription recognizing the generosity of the Province in a very visible location on the first floor of the Cenacolo. The Guardian of Casa Leonori, Fr. Adriano Busatto, could not have been more C07nterno:ACTAORDINIS 586 24-01-2008 16:37 Page 586 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 gracious to us. His cheerful presence made us feel at home. We were also fortunate and grateful to experience the warmth and generous hospitality of the friars at Greccio, La Verna, and the Protoconvento of S. Maria degli Angeli. We were warmly welcomed and invited to share a meal in each of these convents. The celebration of the Transitus at the very place where Francis died was an unforgettable experience. We will never forget the ceremonial procession into the Basilica of St. Mary of the Angels with the silver trumpets joyfully leading the scores of civil and ecclesiastical dignitaries and the hundreds of friars present to celebrate the feast of their brother and father Francis. The applause and cheering of the people when the friars entered the Basilica, brought tears to our eyes and joy to our hearts. It made us feel that we were at home in this holy city and that we were there as a Province with a mission to renew our life and work. As we look back on those eleven days together we marvel at how smoothly everything went. It was obvious that a great deal of work preceded the retreat and Chapter. We are all so grateful to Fr. Robert, our Minister Provincial, for his careful and fraternal attention to all the details, especially his solicitude for the elder and infirm friars among us. Our thanks also go Fr. Patrick Boyle, our Vicar Provincial, and Fr. Ronald Bolfeta, secretary of the Chapter, for their planning. Our Province musicians and liturgists made each celebration of the Eucharist at the different sanctuaries experiences to treasure for a lifetime. The presence of our novices and simply professed made us all feel young again. They also made us feel more hopeful for the future. We were able to enter into the work of the Chapter with a tranquil attitude and the determination that our life together as friars of the Province is worth all the effort needed to improve the quality of our life and ministry. We enjoyed being together during those blessed days and we look forward to, as Fr. Giacomo Bini said, “taste the future.” FR. JOHN D. BAVARO, OFM 3. VIII Assemblea dell’UFME Sarajevo, Bosnia/Erzegovina, 08-14.10.2007 Si è svolta nei giorni 8-14 ottobre 2007, a Sarajevo in Bosnia, l’ottava Assemblea dei Ministri provinciali d’Europa. Il luogo prescelto rispondeva alle intenzioni di creare un’occasione di incontro, per i Ministri provinciali e per il Definitorio generale, con la nostra realtà nei Balcani. Tale contatto ravvicinato comportava inevitabilmente la conoscenza di questa Nazione che si sta risollevando dopo la tragica recente esperienza della guerra; a tutti inoltre interessava conoscere la relazione dei nostri Frati con i musulmani, una relazione che già da secoli caratterizza la nostra presenza in questo territorio. Vi hanno partecipato i Ministri provinciali d’Europa, il Definitorio generale e, per qualche giorno, lo stesso Ministro generale. In totale circa 60 componenti, considerando anche i Frati che hanno svolto il servizio della segreteria, delle traduzioni, della liturgia e dell’organizzazione logistica. Il luogo scelto per l’Assemblea era il nuovo centro Franjevački Medunarodni Studenski Centar, situato nella città di Sarajevo. Si tratta di una nostra Casa appena ristrutturata dopo la distruzione avvenuta durante l’ultimo conflitto. Questo grande complesso, rimesso a nuovo, accoglie ora varie attività: la Curia provinciale, la Casa dei professi temporanei e un’ampia sala congressi ben attrezzata che è servita all’Assemblea come sede delle riunioni. Tema scelto per questo incontro UFME è stato: «Il dialogo interreligioso in Europa, in modo particolare con l’Islam». Speciale attenzione, ovviamente, è stata data alla realtà locale, il territorio della Bosnia, dove il nostro Ordine da lungo tempo sta operando in stretta unione con la gente e in costante relazione di rispetto e collaborazione con la componente islamica. I partecipanti sono stati onorati dalla presenza in Assemblea delle personalità religiose autorevoli di Sarajevo: il Cardinale Vinko Pulic, i Rappresentanti delle altre confessioni religiose e della religione ebraica. C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 587 AD CHRONICAM ORDINIS Ci sono state alcune relazioni da parte di esperti per introdurre i partecipanti al tema del dialogo tra cristiani e musulmani. Non è mancata una presentazione storica della nascita e sviluppo della Bosnia, da quando era regno, alla conquista ottomana, fino ai nostri giorni. Una relazione di un professore della Facoltà islamica di Sarajevo ha proposto all’Assemblea la visione islamica del rapporto tra le due religioni: «Cristianesimo ed Islam: visione islamica». Altri esperti hanno condotto i Ministri provinciali dentro una analisi del rapporto Europa e islam oggi e poi verso soluzioni possibili, a livello teologico, del rapporto tra cristiani e musulmani in Europa. Il Ministro generale ha poi dato il suo contributo all’Assemblea UFME offrendo la relazione sul tema: «Cristianesimo ed Islam oggi, la visione francescana». Si è voluto offrire ai Ministri provinciali anche una serie di testimonianze da parte di Frati che hanno realizzato esperienze significative di collaborazione interreligiosa e a carattere sociale. Non poteva mancare la visita ai luoghi più significativi della città di Sarajevo: la storica moschea di Gazi Husrev-Bey, l’antica sinagoga, pure situata nel cuore del centro storico; la cattedrale cattolica; la chiesa cattedrale serbo-ortodossa; il nostro convento e chiesa di S. Antonio di Bistrik, santuario quest’ultimo che raccoglie abitualmente la devozione a S. Antonio di fedeli anche di altre confessioni e di musulmani. Interessante e notevole l’accoglienza ricevuta nei luoghi delle varie visite effettuate. Nella moschea i Ministri provinciali sono stati accolti dall’Imam, proprio nel giorno di festa per la fine del Ramadan; nella Sinagoga è stato il Rabbino capo a salutare i Francescani e a spiegare l’importanza dello storico edificio. A conclusione della visita alla città, era stato programmato il ricevimento nella sede presidenziale da parte del Presidente in carica di Bosnia Erzegovina. L’incontro è stato molto cordiale con rispettivo indirizzo di saluto da parte del Presidente della nazione e del Ministro generale. Un’altra visita, che ha ulteriormente messo in contato i Ministri provinciali con 587 la singolarità della nostra situazione in Bosnia, è avvenuta in un pomeriggio dedicato a raggiungere varie nostre presenze fuori Sarajevo. Un gruppo di Ministri è stato condotto a visitare il convento-parrocchia di Foinica: grande e storico complesso situato in un territorio di fedeli cristiani cattolici, che attualmente vive il dramma della diaspora a causa della recente guerra che ha distrutto interi villaggi. Ivi uno splendido museo raccoglie l’eredità di secoli. Un altro gruppo ha visitato la nostra parrocchia di Kraljevska Sutjeska; oltre alla visita qui c’è stato l’incontro con il vivace centro di animazione, messo in piedi dai Frati, dove giovani di diversa appartenenza religiosa collaborano e diffondono l’invito alla convivenza e alla pace, attraverso la musica e la danza. Queste visite nel territorio si sono concluse con l’incontro fraterno e di preghiera con la Fraternità e con i circa settanta ragazzi del nostro seminario di Visoko. Anche a questo momento di visita e di preghiera ha preso parte il Ministro generale che, tra l’altro, ha presieduto la celebrazione. Non è mancato infine il momento conviviale e fraterno con la cena offerta sempre dalla locale comunità. L’accoglienza riservata ai Ministri provinciali e al Definitorio generale è stata ovunque straordinaria. Caratteristica ricorrente delle nostre presenze in questo territorio è il particolare legame della gente verso i Frati Minori. Qui davvero si percepisce che i nostri Frati hanno parte viva tra la popolazione, si coglie con immediatezza che la gente li sente e li ama come componenti di famiglia. Per lungo tempo, infatti, nelle famiglie essi venivano chiamati “zio”, allo scopo di mantenere incognita la loro presenza; così questo termine familiare e confidente ha, da sempre, manifestato anche il particolare legame affettuoso che univa la gente ai Frati. La serata conclusiva di sabato 13 si è caratterizzata come “serata culturale”. Il programma prevedeva, in onore dei partecipanti, un ricevimento con tutte le rappresentanze diplomatiche presenti in Sarajevo e che riguardavano le Nazioni di provenienza dei Ministri provinciali presenti. Dopo C07nterno:ACTAORDINIS 588 24-01-2008 16:37 Page 588 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 l’accoglienza, presso la sede dell’Assemblea, di ambasciatori e consoli dei vari paesi, si sono esibiti alcuni gruppi folkloristici locali. Ha fatto seguito uno straordinario party con buffet durante il quale si è data la possibilità di far conoscenza personale e di intrattenersi con i rispettivi diplomatici dei vari paesi. Sabato 13, ultimo giorno dell’Assemblea, sono stati eletti il nuovo Presidente e il nuovo Consiglio dell’UFME. Fr. Vítor José Melícias Lopes, Ministro provinciale del Portogallo, è il nuovo presidente; Fr. Wacław Chomik, Provinciale di Wroclaw in Polonia, è stato eletto Vice Presidente. Per il Consiglio Permanente UFME sono stati eletti: Fr. Gabriele Trivellin, Provinciale del Piemonte (Italia); Fr. Ivan Sesar, Provinciale di Mostar (Erzegovina). Tra gli argomenti trattati in Assemblea, è stata data una ampia informazione sul primo Meeting Europeo dei Giovani, tenutosi nell’agosto scorso ad Assisi. La valutazione è stata positiva e i Ministri provinciali europei hanno deciso di proseguire tale iniziativa, col proposito di coinvolgere negli anni futuri le nostre varie Entità europee. Luogo scelto per il prossimo Meeting sarà Santiago de Compostela e la locale Provincia si farà carico dell’organizzazione. Per preparare l’evento e coordinare lo svolgimento, ci sarà una équipe o Fraternità ”virtuale”, come veniva definita in Assemblea, composta da Frati scelti tra le varie Province d’Europa. L’accoglienza fraterna e calorosa dei fratelli della Bosnia, il coinvolgimento diretto dei Ministri provinciali nella locale e difficile realtà, le sfide che investono la presenza dell’Ordine e della Chiesa in questo territorio, tutto ha contribuito a rendere questa Assemblea dei Provinciali europei, un tempo forte di condivisione, di riflessione, e di autentica formazione. La soddisfazione e la riconoscenza nei riguardi dei Frati che hanno ospitato un appuntamento importante dell’Ordine in Europa, sono state unanimi ed espresse ripetutamente in ogni modo. FR. MARIO FAVRETTO, OFM 4. La nuova Fraternità san Francesco d’Assisi a Khartoum (Sudan) Il 10 ottobre 2007 la nuova Fraternità OFM è stata presentata ufficialmente alla Diocesi di Khartoum, dal Card. Gabriel Zubeir Wako, nell’Eucaristia conclusiva del secondo Sinodo diocesano. I membri della Fraternità “S. Francesco d’Assisi” – Fr. John Lemi e Fr. Peter Tindo (Sudan); Fr. Leopoldo Micic, Croazia; Fr. Melito Pinili, Filippine – erano giunti in Sudan nel mese di luglio, ospitati prima nel Seminario Maggiore “S. Paolo” di Khartoum e dal 1 agosto presso il Centro Diocesano di Catechesi di Kobar. Gli inizi della nuova Fraternità sono stati contrassegnati da due importanti avvenimenti: l’incontro con l’Arcivescovo di Khartoum e il “Progetto di vita della Fraternità”. Oltre ad essere stato molto accogliente e generoso con i Frati giunti in Sudan, il Card. Wako ha illustrato loro le priorità della sua Diocesi, invitandoli a viverle e seguirle. Con l’aiuto del Definitore generale, Fr. Amaral, la Fraternità, che si è descritta come “Fraternità-contemplativa-in-missione”, ha stilato un programma essenziale per vivere da Frati Minori ed agire come tali nel nuovo contesto in cui l’obbedienza li ha posti. 5. Incontro del Definitorio con i Visitatori generali Roma, Curia generale, 12-16.11.2007 Dal 12 al 16 novembre 2007 si è tenuto, presso la Curia generale, l’incontro dei Visitatori eletti nel 2007 con il Ministro e il Definitorio generale. Partecipanti Definitorio generale Fr. José Rodríguez Carballo (Min. Gen.); Fr. Francesco Bravi (Vic. Gen. et Proc. Gen.); Fr. Finian McGinn (Def. Gen.); Fr. Šime Samac (Def. Gen.); Fr. Miguel J. Vallecillo Martín (Def. Gen); Fr. Ambrogio Van Si Nguyen (Def. Gen.); Fr. Amaral Bernardo Amaral (Def. Gen.); Fr. C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 589 AD CHRONICAM ORDINIS Mario Favretto, (Def. Gen); Fr. Luis Gerardo Cabrera Herrera, (Def. Gen.); Fr. Juan Ignacio Muro Aréchiga, (Def. Gen.); Fr. Jakab Várnai, (Def. Gen.) Visitatori generali Fr. Paskalis Bruno Syukur, Prov. S. Michaëlis Archangeli (Indonesia), Cust. Aut. S. Ioannis Baptistæ (Pakistania); Fr. Dominique Joly, Prov. Trium Sociorum (Gallia, Belgium), Prov. S. Joseph Sponsi BMV (Canada); Fr. Andrew Brophy, Prov. Assumptionis BMV (USA), Prov. S. Ioannis Baptistæ (USA); Fr. Frank Jasper, Prov. S. Ioannis Baptistæ (USA), Prov. SS. Cordis Iesu (USA); Fr. Damiano Di Stefano, Prov. Aprutiorum S. Bernardini Sen. (Italia), Prov. Lyciensis Assumptionis BMV (Italia); Fr. Austin McCormack, Prov. Immac. Conc. BMV (Britannia Magna), Prov. S. Pauli Apostoli (Melita); Fr. Peter Záň, Prov. S. Salvatoris (Slovakia), Fund. S. Francisci Ass. dep. a Min. Gen. (Russia et Kazakistania); Fr. Márcio Luís Costa, Cust. Aut. ND Septem Gaudiorum (Brasilia), Prov. S. Fidei (Columbia); Fr. Giacinto D’Angelo, Prov. Salernitano-Lucana Immaculatae Conceptionis BVM (Italia), Prov. Picena S. Iacobi de Marchia (Italia); Fr. Gloriano Pazzini, Prov. Bononiensis Christi Regis (Italia), Prov. Tridentina S. Vigilii (Italia); Fr. Javier Gómez Jiménez, Prov. B. Juniperi Serra (Mexicum), Prov. ND de Guadalupe (America Centralis); Fr. Fedele Pradella, Prov. Pedemontana S. Bonaventurae (Italia), Prov. Sardiniaæ S. Mariae Gratiarum (Italia); Fr. Aldo La Neve, Prov. Romana SS. Apostolorum Petri et Pauli (Italia), Prov. Seraphica S. Francisci Assisiensis (Italia); Fr. Luigi Giacometti, Prov. Seraphica S. Francisci Assisiensis (Italia), Prov. Siciliæ SS. Nominis Iesu (Italia); Fr. José M. Moreira Pereira de Faria, Prov. SS. Martyrum Marochiensium (Lusitania), Cust. Aut. S. Clarae Assis. (Mozambicum); Fr. Aidan Mc Grath, Prov. Hiberniæ (Hibernia), Prov. ND Reginae Pacis (Africae Australis); Fr. Inácio Dellazari, Prov. S. Francisci Assisiensis (Brasilia), Cust. Aut. ND Septem Gaudiorum (Brasilia). 589 Segreteria generale Fr. Ernest Karol Siekierka (Vice Segr. gen.); Fr. Francisco Manuel Romero García (Vice Segr. gen.). Interpreti Fr. Patrick Hudson (inglese-italiano) Fr. César Javier Orduña (spagnolo); Fr. Stefano Lovato (italiano); Fr. Giovanni Rinaldi (italiano-inglese). Assistenti Fr. Philippe Schillings (Verbalista); Fr. Simone Lopata (Assistente computer); Fr. Samuele Portka (Assistente in Aula). Agenda L’incontro è iniziato il 12 novembre, alle ore 9, nell’Aula “Giovanni Duns Scoto”. Salutati i partecipanti, il Ministro generale, Fr. José R. Carballo, ha ricordato le motivazioni e lo scopo di questa assemblea ed ha sottolineato, a motivo della varietà dei luoghi di provenienza dei Visitatori, il carattere internazionale e multi-culturale del nostro Ordine. La prima parte della mattinata si è conclusa con l’auto-presentazione dei congressisti e con la presentazione da parte del Moderatore di turno, Fr. Mario Favretto, di tutti coloro che collaboreranno alla buona riuscita dell’incontro: Interpreti, Verbalista ed Assistenti. La seconda parte della mattinata è stata utilizzata per l’ascolto della Relazione del Ministro generale («La visita canonica al servizio della persona e delle Entità»), che con il supporto tecnico (immagini e didascalie), allestito da Fr. John Abela, si è soffermato su vari aspetti della visita, soprattutto sul significato della vita canonica: momento di grazia per la conversione, la costruzione della Fraternità locale, provinciale ed universale. Nel pomeriggio c’è stato il lavoro in gruppi linguistici sulla Relazione di Fr. José, conclusosi in Assemblea con la condivisione di quanto emerso nei gruppi ed un dialogo – con domande, richieste di delucidazioni e di ulteriori informazioni – dei Visitatori con il Ministro. Il secondo giorno, 13 novembre, si è caratterizzato dall’alternarsi di Relazioni C07nterno:ACTAORDINIS 590 24-01-2008 16:37 Page 590 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 («Visita, designazione dei candidati, relazione intermedia», Fr. Šime Samac; «Capitolo, elezioni, relazione al capitolo», Fr. Luis Cabrera; «Congresso capitolare, relazione finale», Fr. Jakab Várnai), lavori in gruppi e condivisione in assemblea. La mattinata del terzo giorno, 14 novembre, è stata dedicata all’incontro personale con il Ministro generale e alla visita dei Segretariati ed Uffici della Curia. Nel pomeriggio Fr. Francesco Bravi, Vicario e Procuratore generale, ha presentato «Il progetto provinciale e la terza tappa dell’itinerario “la grazia delle origini”» e Fr. Giancarlo Lati, Economo generale, si è soffermato sul senso dell’economia in una Fraternità francescana ed ha illustrato i nuovi moduli contenuti negli «Statuti per la Visita canonica e la Presidenza del Capitolo provinciale». Il quarto giorno, 15 novembre, è stato un alternarsi di relazioni da parte dei segretariati ed Uffici della Curia (Formazione e Studi, Fr. Massimo Fusarelli; Evangelizzazione e Missioni, Fr. Nestor Schwarz e Fr. Vincenzo Brocanelli; Giustizia, Pace ed Integrità del Creato, Fr. Vicente Felipe; Pro Monialibus, Fr. Rafael Blanco Pérez e Fr. Joy Prakash; OFS, Fr. Ivan Matić) e lavori in gruppi linguistici ed in assemblea. I lavori del 16 novembre, ultimo giorno dell’incontro, si sono aperti con le risposte dell’Ufficio giuridico (Fr. Francesco Antonelli) ad alcune domande presentate per scritto dai Visitatori generali. Sono proseguiti con la presentazione del lavoro della Segreteria generale (Fr. Ernest Siekierka) e della Procura generale (Fr. Valentino Menegatti). Nel pomeriggio, in assemblea, si è svolta la valutazione dell’incontro, sfociata in un interessante dialogo dei partecipanti con il Ministro generale, che, poi, ha rivolto loro parole di ringraziamento per la partecipazione attiva e, soprattutto, per avere accettato questo servizio di animazione dei Frati e delle Entità. L’incontro si è concluso con la Concelebrazione eucaristica delle ore 18, presieduta dal Ministro generale, che, al termine, ha dato a ciascuno ufficialmente “il mandato” di visitare i Frati e le Fraternità a suo nome e a nome di tutto l’Ordine. FR. LUIGI PERUGINI, OFM 6. Incontro del Custode di Terra Santa con la Conferenza Transalpina Szécsény, Ungheria, 27.11.2007 La Conferenza Transalpina (COTAF) ha invitato il Custode di Terra Santa, Fr. Pierbattista Pizzaballa, a partecipare ad una giornata di studio sulla situazione della Terra Santa e sulla collaborazione di questa con le Province della Conferenza. Poiché la sessione della Conferenza era prevista in Ungheria, la Provincia “Nostra Signora degli Ungheresi” ha chiesto al Custode di anticipare di tre giorni la sua venuta in Ungheria per incontrarsi con le realtà locali. La disponibilità fraterna del Custode ha offerto l’occasione per un’assemblea dei Frati della Provincia il 24 novembre a Buda. Nell’incontro il Custode ha informato sulle difficoltà ed unicità di questa missione. Dopo l’incontro il Custode ha celebrato l’Eucaristia nella cappella ristrutturata del convento. All’indomani si è celebrata l’Eucaristia nella chiesa dei Frati, situata al centro di Pest, seguita da un incontro con i fedeli che si sono riuniti in grande numero. I tempi tra i vari momenti venivano quasi sempre impiegati per varie interviste. Il Primate e Arcivescovo di Esztergom, Péter Card. Erdő, ha ricevuto il Custode nel suo ufficio a Budapest il 26 novembre, mentre i Ministri provinciali della Conferenza arrivavano per la sessione che stava per iniziare nella casa del Noviziato comune delle Province di Ungheria e di Transilvania (Romania) a Szécsény. Il Custode ha trascorso il giorno 27 novembre con la Conferenza, che ha apprezzato molto l’informazione dettagliata da lui offerta. Un punto che ha suscitato un particolare interesse è stato quello del ruolo dei Commissari nel contesto della diminuzione numerica dei Frati nella regione transalpina. In Francia e in Germania questo ufficio è svolto in collaborazione. In Ungheria e Transilvania (Romania) la difficoltà consiste nel ristabilire i contatti con la Terra Santa dopo un’interruzione forzata durante il comunismo. È stata anche trattata la questione della colletta del Venerdì Santo. Il Custode C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 591 AD CHRONICAM ORDINIS ha sottolineato l’importanza di questa colletta per il sostentamento della Custodia e la delicatezza della sua organizzazione in comunione con i Vescovi diocesani. L’incontro ha permesso una migliore comprensione della realtà della Terra Santa e, nel contempo, di quella della Conferenza Transalpina. FR. JAKAB VÁRNAI 7. Notitiæ particulares – MONS. MARCO DINO BROGI, OFM, Arcivescovo titolare di Città Ducale, è stato nominato da Benedetto XVI Consultore della Congregazione per le Chiese Orientali. (L’Osservatore Romano, 16 settembre 2007) – FR. UMBERTO BETTI OFM, della Prov. Tusciæ S. Francisci Stigmatizati, Italia, è stato nominato Cardinale da Benedetto XVI nel Concistoro Ordinario Pubblico, tenuto nella Basilica Vaticana il 24 novembre 2007. 1. Breve nota biografica Il cardinale Umberto Betti, dell’Ordine dei Frati Minori, già rettore della Pontificia Università Lateranense, è nato a Pieve S. Stefano (Arezzo) il 7 marzo 1922. Entrato in Noviziato il 23 luglio 1937, ha emesso la Professione temporanea il 2 agosto 1938 e quella solenne il 31 dicembre 1943. È stato ordinato sacerdote il 6 aprile 1946. Conseguito il Dottorato in teologia presso il Pontificio Ateneo Antonianum (oggi Pontificia Università Antonianum), è stato Professore di teologia Dogmatica ed Educatore negli Studentati teologici di Siena e Fiesole. Compiuto un anno di specializzazione nell’Università Cattolica di Lovanio, nel luglio del 1964 è stato nominato dal Ministro generale dell’Ordine Professore nel Pontificio Ateneo Antonianum. Da quella data ha fatto parte della Fraternità del Collegio Internazionale S. Antonio, fino al 27 settembre 1995, quando, con l’obbedienza del Ministro generale, è rientrato in Provin- 591 cia, sotto l’obbedienza del Ministro provinciale, che lo ha assegnato alla Fraternità della Verna. Nel 1961 è stato nominato consultore della Commissione teologica preparatoria del Concilio Vaticano II. Nel 1963 è arrivata la nomina a perito conciliare. Ha collaborato alla elaborazione delle costituzioni dogmatiche Lumen Gentium e Dei Verbum. Nel 1964 è stato nominato qualificatore dell’allora Suprema Sacra Congregazione del Sant’Offizio, nel 1968 consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede e nel 1984 consultore della segreteria di Stato. Nel 1968 è stato nominato consultore della Congregazione per i Vescovi. Dal 1991 al 1995 ha ricoperto l’incarico di rettore della Pontificia Università Lateranense. All’interno dell’Ordine, Betti è stato professore di teologia del Pontificio Ateneo Antonianum (1954-1991), decano della facoltà di teologia (1966-1969) e rettore (1975-1978). Dal 1991 è professore emerito al Pontificio Ateneo Antonianum. Accademico ordinario della Pontificia Accademia Teologica, è membro della Commissione Fede e Costituzione del Consiglio mondiale delle Chiese. Nel 1995 Giovanni Paolo II gli ha conferito la Croce pro Ecclesia et Pontifice. È autore di numerose pubblicazioni, tra cui: Summa de sacramentis Totus homo (1955), La costituzione dommatica “Pastor æternus” del Concilio Vaticano II (1961), La dottrina sull’episcopato del Concilio Vaticano II (1984), La dottrina del Concilio Vaticano II sulla trasmissione della rivelazione. La sua attività di ricerca e di studio, la sua profondità di pensiero, la sua dedizione alla Chiesa, in particolare attraverso il contributo offerto alla riflessione conciliare, gli hanno valso la stima e il riconoscimento unanime del mondo ecclesiale, accademico e culturale. Da ricordare, di recente, il suo toccante incontro con Benedetto XVI durante la visita alla Pontificia Università Lateranense (21 ottobre 2006). Attualmente egli vive nel convento di San Francesco a Fiesole. (L’Osservatore Romano, 25 novembre 2007) C07nterno:ACTAORDINIS 592 24-01-2008 16:37 Page 592 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 2. Lettera di ringraziamento del Ministro generale al Papa per la nomina di Fr. Umberto Betti Roma, 19 ottobre 2007 Beatissimo Padre, la Sua sovrana decisione di chiamare a far parte del sacro Collegio Cardinalizio il nostro caro fratello Umberto Betti OFM ci colma di intensa gioia. Ancora una volta, Lei volge il Suo sguardo paterno verso i figli del Serafico Poverello, colmandoli dei Suoi doni. Il Cardinalato conferito a Fr. Umberto Betti OFM, infatti, non onora soltanto il servo fedele della Chiesa e il teologo saggio, ma è un dono di grazia per l’intero Ordine dei Frati Minori e l’intera Famiglia Francescana. A nome, pertanto, di tutti i Frati, e in particolare della Pontificia Università “Antonianum“, ho l’onore di manifestarLe la nostra filiale riconoscenza per questo nuovo, eccezionale segno di paterna benevolenza, e prometterLe di volerci maggiormente impegnare nel servizio alla nostra Santa Madre Chiesa e al suo amatissimo Pastore universale. La prego, Padre Santo, di accompagnare con la Sua Apostolica Benedizione e la Sua preghiera il cammino che l’Ordine dei Frati Minori sta percorrendo con entusiasmo verso il traguardo dell’VIII Centenario della sua fondazione, e di credere alla devozione filiale che ognuno dei Frati Minori, con a capo l’umile sottoscritto, Le professano con pronta e rinnovata adesione al Suo pontificale Magistero. Ho la gioia di confermarmi della Santità Vostra dev.mo ed obb.mo figlio in Domino FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale 3. Saluto del Ministro generale in occasione della festa in onore del Cardinale U. Betti Roma, Curia generale, 24.11.2007 Eminenza Reverendissima, la Fraternità della Curia generalizia La accoglie oggi in festa e dà a Lei, agli Eminentissimi Signori Cardinali Giovanni Battista Re, Cláudio Hummes, Alessandro Do Nascimiento, Carlos Amigo De Vallejo, agli Eccellentissimi Vescovi, Nikola Eterovic e Marco Dino Brogi OFM, al Ministro provinciale ed ai Confratelli della Toscana e a tutti gli illustri e graditi Ospiti, il più cordiale “benvenuto”! Ancora una volta la Chiesa, attraverso la sovrana decisione del Papa, onora con la Porpora cardinalizia un Frate Minore. Siamo perciò riconoscenti al Santo Padre Benedetto XVI per averLa chiamata a far parte del Sacro Collegio cardinalizio, premiando il lungo, impegnativo e intelligente servizio da Lei reso alla Chiesa, particolarmente nel campo teologico, con il Suo illuminato ed apprezzato insegnamento, con la direzione dell’allora Pontificio Ateneo Antonianum oggi Pontificia Università, e successivamente della Pontificia Università Lateranense. La Sua saggezza e la Sua competenza teologica sono consegnate in modo speciale alla storia del Concilio Ecumenico Vaticano II, che si avvalse della Sua preparazione culturale, insieme a quella di altri giovani teologi, tra i quali mi è doveroso ricordare il Sommo Pontefice Benedetto XVI che oggi Le ha conferito l’altissimo segno di distinzione quale è appunto la dignità cardinalizia. Ma anche a Lei, Eminenza carissima, l’Ordine nostro, tramite il suo Ministro generale, oggi dice la sua ammirazione e il suo plauso, perché ha saputo esprimere appieno, pur nel disbrigo di prestigiosi compiti, il vero volto del Francescano che in sapientia et doctrina loda l’Altissimo Signore, fonte di ogni sapienza, e restituisce a Lui, per la sola sua gloria, i doni ricevuti e impiegati per il bene dei fratelli. A nome dell’intero Ordine, a nome dei suoi moltissimi alunni, a nome di quanti hanno attinto dalle sue labbra la ricchezza della divina Sapienza, io Le presento le nostre felicitazioni, il nostro augurio. Le assicuro la nostra preghiera, e formulo l’auspicio che la Porpora con cui oggi l’onora il Santo Padre, sia segno di nuova C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 593 AD CHRONICAM ORDINIS speranza per l’intero Ordine dei Frati Minori che si appresta a celebrare l’VIII Centenario della sua Fondazione, nel vivo desiderio che i Frati Minori siano dovunque e sempre esempio di luce e di fraterna solidarietà. 593 A tutti rinnovo il cordiale benvenuto e auguro una buona continuazione della festa fraterna! FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 594 C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 1. Libri 16:37 Page 595 BIBLIOGRAPHIA – ALLIATA EUGENIO (a cura di), Liber Annus, LVI 2006, Studium Biblicum Franciscanum, Franciscan Printing Press, Jerusalem 2007, pp. 719+70. – AMARAL BERNARDO AMARAL - LAISSE SARA ANTÓNIA JONA - NHACOTA EUGÉNIO FILIPE, Dicionário de Português-Gitonga/Gitonga-Português e compêndio gramatical, Gráfica Europam Lda., Oeiras 2007, pp. 290. – BAHČIČ ROBERT, Čudez, ki traja 800 let. Zgodovina Frančiškove karizme v svetu in pri nas (Un miracolo che dura da 800 anni), Brat Frančišek, Ljuljana 2007, pp. 360. – BENTIVENGA MARIA ROSARIA, Vivere l’Eucaristia con Madre Serafina e S. Chiara, Nuova Tipografia, Forlimpopoli 2007, pp. 69. – CARBAJO NÚÑEZ MARTÍN (a cura di), Giovanni Duns Scoto. Studi e ricerche nel VII Centenario della sua morte in onore di P. César Saco Alarcón, Voll. I e II, Edizioni Antonianum, Roma 2007, pp. 1020. – CORREA CASTELBLANCO JAIME, Fray Andresito Siervo de Dios. Fray Andrés García Acosta ofm (1800-1853), J.M. 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CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 – UFFICIO COMUNICAZIONI OFM (a cura di), Acta, Capituli Generalis Extraordinarii Ordinis Fratrum Minorum in S. Maria Angelorum-Assisi a die 15 septembris usque ad diem 1 octobris 2006 celebrati, Curia Generalis, Roma, 2007, pp. 600+16. – VEUTHEY LEONE, Itinerario spirituale francescano, Opera Omnia - n. 15, Editrice Miscellanea Francescana, Roma 2007, pp. 341. – VEUTHEY LEONE, Itinerario dell’anima, Opera Omnia - n. 16, Editrice Miscellanea Francescana, Roma 2007, pp. 113. – VEUTHEY LEONE, Manuali di spiritualità francescana, Opera Omnia - n. 20, Editrice Miscellanea Francescana, Roma 2007, pp. 432. 2. Extracta – PAOLAZZI CARLO, La Regula non Bullata dei Frati Minori (1221). Dallo “Stemma Codicum” al testo critico, Extractum ex “Archivum Franciscanum Historicum” (100, 2007), Ed. Archivum Franciscanum Historicum, Grottaferrata (Roma) 2007, 5-148. C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 597 NECROLOGIA 1. Fr. Hermann-Josef (Ewald-Hans) Lauter Köln, 16.02.1926 Euskirchen, 12.08.2007 P. Hermann-Josef stammte aus Köln als Sohn der Eheleute Dr. Franz Lauter und Ehefrau Gertrud, geb. Dreschmann. Er besuchte in Köln das Gymnasium Kreuzgasse. Nach dem 2. Weltkrieg zog seine Familie nach Troisdorf um. Dort machte er die Bekanntschaft mit unserem P. Suitbert Gammersbach. Beide traten 1947 zusammen in unseren Orden ein. Bis 1954 durchlief er die Ordensausbildung in Rietberg und Mönchengladbach. In den Jahren 1953-1954 befindet er sich im Studienhaus der Franziskaner in Paderborn, wo er auch von Erzbischof Lorenz Jäger am 3. April 1954 die Priesterweihe erhielt. Nach der Priesterweihe war er zunächst von 1954 bis 1956 in Düsseldorf, dann von 1956 bis 1962 in Bonn tätig, bis er im gleichen Jahr nach Hermeskeil umzog. In diesen acht Jahren nach seiner Priesterweihe zeigte sich in seinen Veröffentlichungen, seinen Predigten und seiner persönlichen Seelsorge immer stärker seine geistige Fähigkeit und spirituelle Begabung, so dass sein Wirken über Hermeskeil stetig hinauswuchs. Konsequenterweise wurde er im Jahre 1966 als Leiter des gemeinsamen Pastoraljahres der Kölnischen und der Sächsischen Provinz der Franziskaner nach Köln berufen. Vom Jahre 1969 an war er dann auch Leiter des in Köln neu errichteten Noviziates unserer Kölnischen Ordensprovinz. Hier hat er den Novizen und den jungen Ordenspriestern des Erzieherteams viel von seiner reichen geistlichen Erfahrung und Einsicht für ihr eigenes Leben mitgeben können. Köln sollte fortan vom Kloster in der Ulrichgasse aus sein Wirkungsbereich bleiben, auch als das Kloster aufgegeben und die Gemeinschaft Ende der siebziger Jahre in die Berrenrather Straße beim kath. Studentenwerk in Köln verlegt wurde. Im Jahre 1981 übernahm er die Schriftleitung des „Pastoralblattes“ für die Diözesen Köln, Aachen, Berlin, Essen, Hildesheim und Osnabrück, womit sich ihm ein weites Feld auftat. Durch die Gestaltung der Zeitschrift und durch seine eigenen Beiträge konnte er den in der Seelsorge tätigen Priestern, Diakonen und Laien Anregung und Hilfe geben. Der Erzbischof von Köln hatte ihn bereits im Jahre 1974 zum Dozenten für Homiletik am Erzbischöflichen Priesterseminar in Köln berufen. Zusätzlich zu dieser Aufgabe wurde er im November 1978 dort zum Subregens dieses Priesterseminars ernannt. Im Jahre 1982 wurde er zusätzlich Dozent für Homiletik am Erzbischöflichen Diakoneninstitut, das in das aufgegebene Franziskanerkloster in der Ulrichgasse eingezogen war. Am 1. Juli 1996 entpflichtete ihn der Erzbischof von seinen Aufgaben. Fortan lebte er in unserem Kloster in Euskirchen, weiterhin geistig sehr rege und kreativ an den kirchlichen Fragen unserer Zeit beteiligt. Durch seinen klaren Geist, verbunden mit kirchlicher Gläubigkeit, bewahrend und fortschrittlich zugleich, war er ein Wegweiser im Auf und Ab der Lebensfragen geworden. Viele schätzten seine Beiträge, durch die sie Anregungen und Hilfen für die geistliche und gläubige Gestaltung der Seelsorge erhielten. Stets behielt Pater Hermann Josef vor Augen, dass Theologie ihren tiefsten Sinn in der Mystik findet. Pater Hermann-Josef war daher konkret selbst Seelsorger für viele Schwesterngemeinschaften und Einzelpersonen, dann vor allem durch Priesterkonferenzen. Stets war er ein wacher und solidarischer Mitbruder in seiner Provinz, in welcher er durch seine humorvolle Art viel zur Freude und Gelöstheit im Zusammenleben der Brüder beitrug; er lebte gerne und mit Wohlwollen in der C07nterno:ACTAORDINIS 598 24-01-2008 16:37 Page 598 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 Gemeinschaft seiner Mitbrüder. Durch Schlaganfälle jahrelang behindert, verstarb er schließlich im Altenheim zu Euskirchen, umgeben von seinen Mitbrüdern. Er hatte seinen Tod herbeigesehnt, wie es von ihm auch schriftlich hinterlegt ist. Er wollte schauen, was er bisher geglaubt hatte: Gottes Herrlichkeit. P. Hermann-Josef starb am 12. August 2007 in Euskirchen. Am Fest Mariä Himmelfahrt, dem 15. August 2007, wurde er auf der Grabstätte der Franziskaner auf dem Städtischen Friedhof zu Euskirchen begraben. FR. HERBERT SCHNEIDER 2. Fr. Christopher Coelho Kochi, India, 14.05.1932 Hyderabad, India, 31.08.2007 Friar Christopher Coelho was born on 14th May, 1932 at Kochi, Kerala, India. In 1952 he joined the Franciscans, solemnly professed in 1956, ordained in 1958, and died on the 31st of August, 2007. He was buried at St. Louis Friary, Palmaner, Chittoor District, and Andhra Pradesh, India. He was a multi-talented person as an artist, Sculptor, Poet, Musician and Writer. He was a Formator for Franciscan Life for 13 years. He shot into fame in 1960s as a Music Composer, especially for rendering the poems of Rabidranath Tagore (Nobel Prize winning Hindu Poet) into music which are sung widely in the Catholic Churches of India. As a composer he had contributed to the official Hymn Books of World Council of Churches and to St. John’s Abbey publication: Our Church Sings and Prays. After his specialization in Radio and Television Production and Direction, Christopher wrote and directed a full length theatre movie on Jesus which was the first introduction of the person of Jesus for millions of filmgoers in India. Christopher’s artistic work in the form of churches, chapels, shrines, monuments, paintings and stained glass windows can be seen all over India. He published his personal reflections as a book “Francis – A New Kind of Fool” which was translated into Italian “La Sfida di San Francesco: “Novello Pazzo in Questo Mondo”. His latest works were “And Now I Can See” and a collection of his Franciscan songs “Sing with Francis”. At the time of his death he was working on The New Community Bible for India. 3. Fr. Joseph Benedictus Xuereb Gharghur, Malta, 01.07.1935 Birkirkara, Malta, 11.10.2007 Morte fratris Joseph Benedicti, quae die 11 octobris 2007 in “Christus Sacerdos Home” Fleur-de-Lys, Birkirkara in Insula Melita, occurrit, non solum provincia religiosa Fratrum Minorum, verum etiam ecclesia localis fratre authentice franciscano, sacerdote exemplari ac viro integro orbatae sunt. Neminem confratrum latet ipsum fuisse nomine ac re religiosum, qui Seraphici Patris vestigia, tota perdurante vita consecrata, secutus, Christum cognoscere, diligere atque imitari totis viribus conatus sit. Frater Joseph Benedictus natus est Gharghur, Melitae, die 1 mensis iulii 1935, filius Augustini et Carmelae Azzopardi. Ordinem Fratrum Minorum in provincia melitensi S. Pauli Apostoli ingressus est die 30 mensis septembris 1951; professionem temporariam die 2 mensis octobris 1952, professionem autem sollemnem die 12 mensis augusti 1956 emisit. Sacerdos ordinatus est in Anglia (East Bergholt, Essex) die 12 mensis martii 1960. Studia philosophica apud seminarium franciscanum Vallettae (Melitae), studia autem theologica in centro studiorum provinciae Angliae peregit. Gradum academicum Doctoratus in Theologia (Sectio Moralis) apud Pontificium Athenaeum “Antonianum” consecutus est anno 1964. Munere provincialatus expleto, maturiori aetate, diploma in studiis franciscanis apud Centrum Franciscanum Internationale in Canterbury (Anglia) obtinuit. Per multos annos theologiam moralem in nostro seminario Vallettae et apud Institutum Nationale Studiorum Ecclesiasticorum Religiosorum Melitensium (INSERM) docuit. Operi libros edendi incessanter ma- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 599 NECROLOGIA gnoque cum fructu se totum dedit. Opusculum cui titulus “Regula et Vita” primum fuit eius opus publici iuris factum (1983). Una cum aliis fratribus sequentia opera in linguam patriam vertit: “Scripta S. Francisci” (1975, editio prior) necnon “Scripta S. Clarae” (1986); aliae translationes se referunt ad “Fontes mediaevales de vita S. Clarae” (Legenda et processus canonizationis) 1993; “I Fioretti di S. Francesco d’Assisi” 1990; “Legenda Maior”, “Lignum Vitae” et “Itinerarium mentis in Deum” S. Bonaventurae, 1998; “Legenda mediaevalia de vita S. Antonii” 1995; Constitutiones et Statuta generalia Ordinis Fratrum Minorum, 1998; tandem, una cum aliis fratribus “Fontes de vita S. Francisci”, 2005 et “Fontes de vita Antonii”. Hoc ultimum opus mox publici iuris fíet. In provincia optimun servitium praestitit in campo sive formationis sive regiminis. Munus magistri clericomm pluries explevit, totis viribus nitens ut fratres iuvenes maturam formationem humanam, christianam, religiosam ac franciscanam adipiscerentur. Minister provincialis electus est 1985, quo in munere usque ad annum 1990 permansit. Hoc in explendo officio humiliter, caritative atque iuste erga singulos fratres se gessit. Guardianatus munere in conventibus Vallettae et Rabati functus est. Definitor provincialis pluribus vicibus nominatus est. Paroeciam in oppido Sliemae, Dominae Nostrae Sacri Cordis Jesu dicatam, magno cum zelo et fructu in bonum fidelium administravit. Qua pastor animarum, per multos annos ministerio sacramenti reconciliationis, praedicationis atque directionis spiritualium recessuum toto animo se dedit. Minime praetermittenda sunt munera in servitium Ordinis a nostro confratre extra provinciam in domibus a Ministro generali dependentibus expleta. Guardianus Collegii Internationalis S. Bonaventurae (Grottaferrata) fuit annis 1992-1993. Postea, Secretarius generalis Pontificii Athenaei “Antonianum” nominatus est anno 1993 et permansit hoc in officio usque ad annum 1999. Fr. Joseph Benedictus fecunde in vinea Domini adlaboravit fructumque abundan- 599 tem in animarum salutem produxit. Religiosus authentice franciscanus a confratribus ac christifidelibus merito agnoscitur, utpote exemplaris vitae religiosae optimum testimonium praebuit. Sensu gratitudinis erga maternam provinciam religiosam eminenter excelluit. Toto affectu eam diligere numquam desinebat immo confratres verbo et exemplo ipsam amare docebat. Charisma franciscanum ei cordi fuit idque usque ad finem suae vitae totis viribus promovere conatus est. Provincia melitensis grates quam maximas Deo agit de inaestimabili dono ei concesso in persona ac multiformi apostolica activitate dilecti tanti filii. Dominus Deus, cui fideliter servivit, Fratri Joseph Benedicto aeternam requiem misericorditer donet! FR. IVO TONNA 4. Fr. Simpliciano (Mario Virginio) Olgiati Dairago (MI), 02.12.1929 Brescia, 30.11.2007 Fr. Simpliciano nasce a Dairago (MI) il 2 Dicembre 1929 e viene battezzato nella Parrocchia di S. Genesio con il nome di Mario Virginio. Entra nel Collegio Serafico di Saiano (BS) nel 1940 e compie gli studi medi e ginnasiali a Saiano e a Cividino (BG). Il 16 Agosto 1945 a Rezzato (BS) riceve il saio della prova da fr. Giovanni Chiodini, Ministro provinciale, e trascorre l’anno di noviziato, al termine del quale, il 27 Agosto 1946, emette la Professione temporanea nelle mani di fr. Camillo Merazzi, Ministro provinciale. Prosegue la formazione iniziale a Sabbioncello (LC) (1946-49), a Busto Arsizio (VA) (1949-50) e a Milano S. Antonio (1950-53) completando gli studi di Teologia. Il 15 Aprile 1951 emette la Professione solenne a Milano S. Antonio nelle mani di fr. Feliciano Olgiati, suo fratello, Delegato dal Ministro provinciale. Il 21 Marzo 1953 viene ordinato Diacono a S. Bernardino alle Ossa in Milano dal beato Card. Ildefonso Schuster, Arcivescovo di C07nterno:ACTAORDINIS 600 24-01-2008 16:37 Page 600 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 Milano; il 15 Agosto dello stesso anno viene ordinato Presbitero a Milano S. Antonio da S. Ecc.za Mons. Bonifacio Bertoli ofm, Vicario apostolico di Tripoli. Dal 1953 al 1958 frequenta la Facoltà di Lettere Moderne presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, risiedendo a Milano S. Angelo (1953-54) e Milano S. Antonio (1954-58). Una volta conseguita la Laurea in Lettere moderne gli viene affidata l’obbedienza di svolgere l’attività di docente presso il Liceo Luzzago a Brescia S. Gaetano. Così dal 1958 ininterrottamente, finché la malattia glielo ha permesso, Fr. Simpliciano, Simplicio per gli amici, è stato il punto di riferimento costante per intere generazioni di studenti, che in lui hanno trovato non solo l’insegnante colto e appassionato, ma anche il fratello e il padre a cui confidare le gioie e le sofferenze dell’adolescenza. Del Franciscanum-Luzzago è stato anche Rettore dal 1976 al 1992, mentre nella locale fraternità è stato Vicario dal 1994 al 2000 e Guardiano dal 2000. Fr. Simpliciano ha posto a servizio della Provincia la sua vivace intelligenza e la francescana schiettezza nei molteplici incarichi che i confratelli gli hanno affidato e che egli ha sempre affrontato con tenace volontà, nonostante la sua cagionevole salute. Prefetto per gli Studi (1964-67); Censore della stampa (1991-1993); Moderatore per la Formazione Permanente (1991-2003); membro del Segretariato Formazione e Studi (1970-76; 1988-2003) e del Consiglio della Formazione Permanente (dal 2003). Per cinque mandati Definitore provinciale (1964-67; 1985-88; 1991-94; 1994-96; 2000-2001). Infine, Vicario provinciale dal 1973 al 1988 e dal 9 Maggio 2001 al Capitolo del 2003. In quest’ultimo mandato, iniziato a causa delle dimissioni del precedente Vicario, ha anche retto la Provincia con potestà ordinaria dal 7 Giugno al 6 Luglio 2003, durante la vacanza dell’ufficio di Ministro provinciale, venutasi a creare per l’elezione di Fr. Francesco Bravi come Definitore generale. A testimonianza della vastità della sua cultura e della ricchezza del suo intelletto d’amore, lascia numerose opere di poesia, fra le quali la composizione “Le Stigmate – Sacro Mistero”, la traduzione dal latino di alcuni testi fondamentali della spiritualità francescana e una vasta produzione di musica sacra, sia per il canto del salterio che per le celebrazioni liturgiche, assiduamente eseguita con il coro da lui diretto a Brescia S. Gaetano. È stato promotore e organizzatore della Scuola di Spiritualità, oltre che di molte altre iniziative culturali e spirituali con le quali ha contribuito a far amare il poverello d’Assisi a molta gente di Brescia e della provincia. Lo ricordiamo anche per la fraterna vicinanza data alle Clarisse e all’Ordine Francescano Secolare, di cui è stato per lunghi anni Assistente della fraternità di Brescia. Ormai provato dalla malattia che lo aveva costretto a ridurre al minimo le sue attività, Fr. Simplicio, semplice di nome e per virtù, ha accolto sorella morte con animo lieto il 30 Novembre 2007, all’appressarsi dell’Avvento, inizio del nuovo anno liturgico. Era lui a comporre i versi con i quali desideriamo ricordare i nostri confratelli defunti nelle immaginette-ricordo. Il Signore, Verità e Bellezza, gli doni di comporre per se stesso la poesia dell’amore senza fine, nella gioia intramontabile dei cori celesti. A Laude di Cristo e del poverello Francesco. FR. ERNESTO DEZZA 5. Fr. Aloísio Card. Lorscheider, OFM, 1. Biografia Linha Geraldo, Brasile, 08.10.1924 Porto Alegre, Brasile, 23.12.2007 Con la morte del cardinale Aloísio Lorscheider scompare una delle più significative figure dell’episcopato latinoamericano dell’ultimo secolo. Figlio di san Francesco sempre manifestò fortezza nella fede, solidarietà fraterna, carità sacerdotale vissuta interamente al servizio degli ultimi con i quali il Signore gli aveva dato «l’opportunità» – come diceva egli stesso – di condi- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 601 NECROLOGIA videre timori e sofferenze; così apparve negli anni ottanta quando da arcivescovo di Fortaleza, nel nord-est del Paese fu minacciato di morte da un gruppo di carcerati ammutinati durante una visita che egli stesso stava compiendo nel carcere di Paulo Sarasate, a pochi chilometri da Fortaleza. Un manipolo di carcerati si era fatto scudo del cardinale per tentare una fuga clamorosa. Un blitz della polizia brasiliana riuscì a liberare Lorscheider e gli altri ostaggi senza gravi conseguenze. «Don Aloísio – ricordarono i suoi compagni di disavventura – non mancò di cogliere anche quella occasione che il Signore gli aveva dato per testimoniare la sua fede, il suo coraggio, ma soprattutto la sua predilezione per gli emarginati e riuscì anche a comprendere le ragioni di quella rivolta». Quando lo ricondussero a casa, stremato per la fatica, trovò una folla enorme e commossa ad attenderlo. «Abbiamo sofferto tutti – furono le sue prime parole – molto, noi e loro. Perdono e prego per i miei sequestratori». L’episodio non lo distolse dalla sua missione con lo stile di sempre, recandosi dovunque c’era uno dei suoi figli che soffriva. Questo era il suo modo di vivere il Vangelo, e di testimoniare Cristo accanto ai poveri. Aloísio Lorscheider era nato a Linha Geraldo, frazione del comune di Estrela, nello Stato brasiliano di Rio Grande do Sur, l’8 ottobre del 1924, da una famiglia d’origine tedesca: Giuseppe Lorscheider si chiamava il padre e Veronica Gerhardt la madre. Era ancora un bambino – aveva nove anni – quando i genitori, per assecondare la precoce vocazione religiosa, accondiscesero a fargli proseguire gli studi nel seminario minore dei padri francescani di Taiquari. Compiuta con profitto la prima fase degli studi, proseguì i corsi superiori a Divinopolis, nello stato di Minas Gerais, manifestando una spiccata propensione per le materie teologiche e filosofiche. Eccelleva, peraltro, anche nelle materie scientifiche, soprattutto in matematica. Non aveva ancora 18 anni quando, il 1° febbraio del 1942, indossò per la prima vol- 601 ta l’abito francescano. Esattamente un anno dopo, il 2 febbraio, emise la professione semplice e, il 13 marzo del 1946, quella solenne. Il 22 agosto del 1948 fu ordinato sacerdote. Nel frattempo aveva continuato a studiare e nel seminario di Taiquari, che lo aveva visto bambino e dove era ritornato, fu incaricato di insegnare latino e matematica. Inoltre egli impartiva lezioni di tedesco, lingua che aveva appreso dai suoi genitori. Le superiori doti intellettuali, di cui il giovane francescano diede ben presto prova, convinsero i superiori ad inviarlo a Roma per proseguire gli studi di teologia nell’Ateneo Antonianum. Qui si dedicò con particolare impegno ad approfondire la conoscenza della teologia dogmatica e nel 1952 conseguì la laurea. Rientrato in Brasile fu incaricato di insegnare teologia dogmatica nel seminario francescano di Divinopolis dove aveva studiato da ragazzo. Poco dopo veniva nominato commissario definitore del Terz’ordine francescano, continuando i propri studi. Scrisse infatti numerosi saggi su riviste specializzate del suo paese, offrendo preziosi contributi all’approfondimento di controverse questioni teologiche. I suoi studi convinsero, nel 1958, i superiori dell’ordine ad affidargli l’incarico di professore al pontificio Ateneo Antonianum. A Roma la sua cultura e le non comuni doti di spiritualità e di umanità gli meritarono ben presto la stima e l’affetto di superiori ed allievi. Fuori dell’ateneo svolse anche numerose attività pastorali soprattutto accanto ai giovani delle associazioni cattoliche e nella Federazione universitaria cattolica italiana (FUCI). All’Ateneo rimase per quattro anni. In questo periodo fu anche visitatore generale nella provincia francescana del Portogallo. Dopo aver ottenuto la pienezza del sacerdozio il padre Lorscheider poté manifestare tutto il suo zelo pastorale; nel 1962, il 3 febbraio, Papa Giovanni XXIII lo nominò vescovo, affidandogli la cura della diocesi di Santo Ângelo in Brasile. Ricevette l’ordinazione episcopale il 20 maggio dello stesso anno e resse la diocesi sino al marzo del 1973. I fedeli non lo hanno mai dimenticato. Si era dimostrato subito un C07nterno:ACTAORDINIS 602 24-01-2008 16:37 Page 602 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 vescovo diverso dagli altri. Era sempre in movimento, instancabile, per visitare periodicamente le parrocchie della sua diocesi, anche le più isolate ed era accolto sempre da grandi manifestazioni di affetto. Amministrava personalmente i sacramenti. Per sua iniziativa il seminario diocesano ebbe un grande impulso, ma fu soprattutto nel contatto umano con il clero e con i fedeli che rifulse la sua straordinaria personalità di pastore. Alle qualità umane univa una non comune capacità organizzativa e la diocesi ne trasse grandi benefici. In seguito gli vennero affidati incarichi sempre di maggior prestigio e di maggiore responsabilità. Membro della commissione teologica della Conferenza episcopale brasiliana, fu successivamente nominato primo segretario e quindi presidente. Il 26 marzo 1973 Papa Paolo VI lo promosse alla sede arcivescovile di Fortaleza. dove rimase sino al 12 luglio 1995 allorché Giovanni Paolo II lo trasferì nell’arcidiocesi di Aparecida, alla quale rinunciò il 28 gennaio 2004. A Fortaleza, una delle diocesi più importanti ma anche una delle più difficili di tutto il Brasile, il presule confermò tutte le sue innate doti di pastore. I suoi fedeli, soprattutto quelli più poveri e più emarginati, lo hanno amato come un padre che, del resto, si era sempre mostrato preoccupato delle loro condizioni di vita ed aveva cercato in tutti i modi di alleviare le loro sofferenze. Fu creato cardinale da Papa Paolo VI nel concistoro del 24 maggio 1976. La nuova dignità cardinalizia contribuì a dare maggior vigore alla sua azione pastorale che è proseguita sino alla fine di una vita concretamente votata al servizio di Cristo, della sua Chiesa e dei suoi poveri. Era considerato un uomo di primo piano non solo nella sua diocesi ma anche in tutto il Brasile e nel resto del mondo. Tra i vari incarichi da lui ricoperti, fu anche vicepresidente della Conferenza episcopale latino americana. (L’Osservatore Romano, 24-25 dicembre 2007, p. 8) 2. Le esequie Un padre, un fratello, un amico autenticamente francescano. Così il Brasile ricorda il cardinale Aloísio Lorscheider, arcivescovo emerito di Aparecida, morto il 23 dicembre all’età di 83 anni. Le esequie sono state celebrate nella cattedrale di Porto Alegre il 26 dicembre. A nome del Papa le ha presiedute il cardinale Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di São Paulo. Tantissime persone hanno voluto testimoniare affetto e gratitudine per questo amato pastore, una delle figure più significative e conosciute dell’episcopato latinoamericano. «Il cardinale Lorscheider – ha affermato nell’omelia – ci ha lasciati dopo una vita lunga e piena di opere. Nella sua esistenza ha cercato di rendersi gradito a Dio e alla sua Chiesa nel sacerdozio e nell’episcopato. Ha cercato di vivere le beatitudini attraverso la sua consacrazione a Dio nei consigli evangelici e nel servizio alla Chiesa e all’umanità. Durante la sua lunga malattia, a mano a mano che perdeva il vigore della salute, si è preparato serenamente all’incontro con il Signore, passando per la morte. Ora ha lasciato la fragile tenda del suo corpo mortale. E noi uniamo le nostre preghiere affinché, come il servo buono e fedele della parabola, il Signore lo inviti a sedersi alla mensa, sia ricevuto nella dimora eterna e abbia un buon posto nel banchetto della vita eterna». Il cardinale Scherer ha affermato che «la scomparsa di una persona è sempre motivo di afflizione e di dolore. Allo stesso tempo, come cristiani, eleviamo a Dio l’azione di rendimento di grazie per il dono che questa persona ha rappresentato mentre è stata in mezzo a noi. Ciò vale ancora di più per un ministro di Dio e un pastore generoso qual è stato il cardinale Aloísio. La sua vita è stata un vero dono di Dio alla Chiesa e, in particolare, al Brasile e alle diocesi dove ha esercitato il suo episcopato. Perciò, in questa celebrazione dell’eucaristia in suo suffragio, mentre lo affidiamo alla misericordia divina, al Signore della vita, rendiamo grazie a Dio per il dono del cardinale Aloísio e per tutto il bene che egli ha compiuto». C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 603 NECROLOGIA I suoi dati biografici, ha concluso il cardinale Scherer, rivelano una grande ricchezza di qualità umane e di virtù cristiane «e lui, con grande generosità ha posto questi talenti al servizio del prossimo e del Regno di Dio». [...] Il giorno successivo, giovedì 27, il cardinale è stato tumulato nel convento di Daltro Filho (a 130 chilometri da Porto Alegre). La messa è stata presieduta da monsignor Irineu Sílvio Wilges, vescovo di Cachoeira do Sur, anch’egli dell’ordine dei frati minori. «Il cardinale Aloísio era un vero francescano – ha subito detto nell’omelia –. E ha vissuto fino in fondo la regola di san Francesco: osservare il Vangelo del Signore nostro Gesú Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità. Sì, il Vangelo ha orientato tutta la vita del cardinale Aloísio». Riferendosi al passo evangelico delle beatitudini, narrato da Matteo, il vescovo Wilges ha affermato che «il cardinale Aloísio ha letto, meditato, predicato e vissuto profondamente queste parole di Gesù. Si è lasciato pervadere dallo spirito della magna charta del cristianesimo: il discorso della montagna. È stato povero come Cristo. È stato povero come san Francesco di Assisi, distaccato dai beni, senza possedere nulla. Ha amato i poveri perché ha visto in essi Gesù Cristo sofferente. Ha confortato e consolato gli afflitti. È stato mite, un uomo senza odio e senza vendetta, ma con tanta fame e sete di giustizia. Ha difeso le persone perseguitate, coloro che, non avevano un tetto, il pane, la terra. È stato un uomo misericordioso, sempre pronto a perdonare. È stato un uomo buono, un uomo di pace e riconciliazione. Per lui essere strumento di pace non è stata solo la preghiera francescana, ma lo stile della vita». «Il cardinale Aloísio – ha proseguito monsignor Wilges – é stato un uomo che ha vissuto lo spirito delle beatitudini, e per questo ha collaborato generosamente con Dio nella costruzione di un nuovo cielo e di una nuova terra. Una terra dove Dio dimora, dove Dio regna. Una terra con meno dolore e sofferenza, con meno lacrime, con meno morti. Ha contribuito a costruire un 603 mondo con più amore, più pace, più giustizia, più gioia e solidarietà. Per questo diciamo, parafrasando san Francesco, laudato sii mio Signore, per averci dato quella persona meravigliosa che è stata il cardinale Aloísio. Un francescano, un francescano presbitero, un francescano vescovo, un francescano cardinale. Soprattutto un fratello di tutti». Il vescovo ha voluto rispondere alla domanda che tanti in Brasile si sono posti: chi è stato il cardinale Aloísio? «Ecco – ha detto – alcune espressioni significative pubblicate dai mass media: il cardinale Aloísio è stato un uomo di Dio, un uomo di preghiera, un uomo di Chiesa, un grande teologo, un uomo che è passato per questo mondo facendo il bene, un uomo di gioia. E ancora i mass media hanno rilevato come Aparecida ricorderà sempre il suo sorriso; come egli abbia insegnato che accogliere è evangelizzare; come abbia servito i poveri, difeso i perseguitati, sostenuto i detenuti. Come sia stato anche un pastore che ha partecipato a due conclavi. È molto raro, si è letto sui giornali, incontrare persone della statura del cardinale Aloísio. È stato un uomo umile, capace persino di pulire le stanze da bagno. È per tutto questo che rendiamo grazie a Dio di averci donato il cardinale Aloísio Lorscheider». (L’Osservatore Romano, 30 dicembre 2007) 3. Il cordoglio del Papa – Telagramma all’arcivescovo di Porto Alegre, Mons. Dadeus Grings Recebi com grande pesar a notícia do falecimento do Senhor Cardeal Dom Aloísio Lorscheider, OFM, e, ao recordar a sua constante e generosa dedicação inicialmente à diocese de Santo Ângelo e, posteriormente, às arquidioceses de Fortaleza e de Aparecida, bem como à Santa Sé, como membro de diversas Congregações, à CNBB e ao CELAM, elevo fervorosas preces de sufrágio para que Deus Ihe conceda eterno descanso na luz do nosso Salvador Jesus Cristo. Ao participar no luto exprimo também minhas sinceras condolências a to- C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 604 Page 604 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 dos enlutados, em especial comunidade diocesana e familiares do extinto, ao enviarlhes, como penhor de conforto na esperança em Cristo Ressuscitado, a Benção Apostólica, extensiva à ordem dos Frades Menores. BENEDICTUS PP. XVI – Telegramma a Fr. José Rodríguez Carballo, Ministro generale Appresa con tristezza la notizia della morte del Signor Cardinale Aloísio Lorscheider OFM Arcivescovo emerito di Aparecida desidero esprimere a lei e all’intero Ordine dei Frati Minori le mie sincere condoglianze mentre innalzo fervide preghiere di suffragio perché il Signore lo accolga nel gaudio e nella pace eterna. BENEDICTUS PP. XVI (L’Osservatore Romano, 24-25 dicembre 2007) 4. Lettera del Ministro generale al Ministro provinciale Fr. João Inácio Müller Ao Ministro provincial Província S. Francisco De Assis Porto Alegre – Rs – Brasil Roma, 23 de dezembro de 2007. Prot. MG 289/07 Querido Ministro provincial Frei João Inácio Müller e confrades da Província S. Francisco de Assis, O Senhor vos dê a paz! Venho, em nome da Ordem dos Frades Menores, expressar meu pesar e solidarizarme convosco pelo falecimento do querido Eminentíssimo Cardeal D. Frei Aloísio Lorscheider, ocorrido neste quarto domingo do Advento, 23 de dezembro de 2007. Quero registrar minha particular admiração pelo testemunho de Frade Menor deixado por este nosso irmão, que sempre demonstrou um extraordinário amor pela Igreja à qual serviu como Bispo e Cardeal com incansável dedicação e doação, com particular competência e sabedoria, com fidelidade e coerência, sem nunca perder sua identidade tipicamente franciscana. Cardeal D. Frei Aloísio, em seu ministério na Igreja, como Bispo e Cardeal, permaneceu sempre um autêntico Frade Menor no seu jeito simples e alegre de ser, no seu exemplar cultivo de profunda espiritualidade, na sua cordialidade para com todas as pessoas sem discriminação e sem exclusão, no seu amor de predileção pelos pobres e excluídos, na sua obediência ao Papa e ao Evangelho, no seu espírito de colegialidade com os irmãos no episcopado, na sua coragem profética diante de injustiças e violações dos direitos humanos, no seu senso de pertença à Ordem Franciscana. Na recente visita que vos fiz como Ministro geral à vossa amada Província fiquei particularmente impressionado no contato pessoal com este nosso irmão no Convento da Cúria provincial. Soube e testemunhei que Cardeal D. Frei Aloísio, após deixar o exercício ativo do seu ministério episcopal, se integrou na vossa Fraternidade como um irmão a mais, sem exigir algum privilégio, querendo um quarto simples, sendo obediente ao guardião da casa e ao Ministro provincial. O único espaço maior que aceitou no Convento foi para conservar sua biblioteca particular. Não quis nada para si, nem mesmo o carro recebido de presente da Diocese de Aparecida, como gesto de gratidão, entregando-o ao guardião do Convento e dizendo que pertencia à Fraternidade. Sua palavra entre os Confrades era escutada com respeito, não por ele ser Bispo e Cardeal, mas porque vinha carregada de sabedoria e de uma autoridade decorrente do testemunho de vida. Sua presença irradiava calor humano, força espiritual, alegria, simplicidade e cordialidade na convivência fraterna. Mostrou especial interesse pela Ordem. Junto convosco peço a Deus, nosso Pai, o sumo Bem, junto com seu dileto Filho e o Santo Espírito, para que o acolha no seu Reino e lhe dê a plenitude de vida. Tenho certeza que nosso pai S. Francisco de Assis o receberá na comunhão dos santos com profunda alegria por reconhecer nele um C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 605 NECROLOGIA autêntico Frade Menor. E nós, como Igreja e como Família Franciscana, sentimos a tristeza pela partida deste nosso ilustre irmão, mas nos alegramos com seu testemunho de vida que queremos conservar em nossa memória e em nosso coração. Fraternalmente FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO OFM Ministro geral 6. Br. Seán Collins Ennis, Ireland, 20.10.1945 Dublin, Ireland, 24.12.2007 1. Biography Seán was born on 20 October 1945 in Ennis and was educated at the local Christian Brothers School. He entered the novitiate in October 1962 and was professed a year later. He was gifted musically and intellectually and pursued a brilliant course of studies at University College Galway (B.A.,1966), Catholic University of Louvain (B.Ph, 1968) and the PAA (STL, 1972). Following priestly ordination in 1972, he remained in Rome to begin studies at San Anselmo in Sacramental Theology and Liturgy and received the doctorate for his work on the Anglican liturgy. During this time he was involved in ecumenical work and was closely associated with the Anglican Centre in Rome. In 1978 he returned to Ireland and was appointed Assistant Director of Formation in the Novitiate house in Killarney and subsequently served in various houses of the Province including Dublin, Clonmel and his beloved Multyfarnham where he was most happy in being able to live the Franciscan life combining contemplative prayer and the pastoral service of the people. He also served on a number of Provincial Committees, most notably the Liturgy Committee, and was Guardian, Definitor (1987-93), Vicar Provincial (2005-06) and Religious Assistant to the Federation of Poor Clares (1985-90). His talents were recognised both nationally and internationally. He taught at the Irish Institute of Pastoral Liturgy from 1984 and be- 605 came the Institute’s Director in 1986, serving as National Secretary to the Irish Bishops’ Commission on the Liturgy and an adviser to the International Committee for English in the Liturgy (ICEL) until 1992. Within the Order, Seán was best known for his work at the international meetings of the Order where his linguistic gifts were utilised as a translator and interpreter. He was elected a General Definitor in 1997 and Secretary General of the Order in November 2006. He also served as Visitator General to the Lateran Penitentiary and Delegate General to the Province of India. Seán was gifted intellectually and was widely read on many subjects. He had a gift for writing and contributed articles to various journals on theological and Franciscan topics. It is regrettable however that he did not have the opportunity to publish more for he had a keen mind and a pleasing and elegant way of presenting ideas. Most of all, it is as a friar that he will be best remembered. Seán was a true and faithful friar minor, dedicated to the living of his vocation. He was passionate about things Franciscan and had a great love for the Order and the Church. We shall miss his wisdom and knowledge but even more his presence and humour. Ar dheis Dé go raibh a anam dhílis (May his faithful soul rest at God’s right hand). JOSEPH MACMAHON, OFM 2. A letter to the Order from the Minister General Prot. 098579 Rome, 24th December 2007 Dear Brothers: May the Lord give you Peace! It is with profound sadness that I inform you of the death of Br. Seán Collins, Secretary General of the Order, which occurred this morning in Dublin, where he has been undergoing threatment since the end of July last for lymph cancer, which had then passed to the marrow. C07nterno:ACTAORDINIS 606 24-01-2008 16:37 Page 606 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 Br. Seán was born in Ireland on 20th October 1945, made his simple profession in our Order on 4th October 1963, his solemn profession on 21st October 1966 and was ordained priest on 15th July 1972. Br. Seán Collins served his Province in Ireland in various ministries, among which the following stand out: Guardian, Definitor Provincial, Moderator of Ongoing Formation and Vicar Provincial. In addition to being a translator for the Order during various International meetings, he was a General Definitor from 1997 to 2003, Visitator General, Delegate General of the Minister General, and Secretary General from 9th of November 2006 until the moment of his death. I personally knew Br. Seán very closely, as I had the pleasure of working with him during our common service as General Definitors. I can say that Seán was a man of profound convictions and of great personal coherence. Very well prepared intellectually, not only in the field of liturgy, in which he had received a doctorate, but also in the field of theology in general and of the humanities. He was a wise man in counsel and prudent in judgement; faithful in friendship and scrupulous in fulfilling his duties. A humble man who knew his weaknesses, he did not hesitate to ask pardon when he thought he might have offended He was a lover of fraternal life, a Friar of good heart. I think that I can state that, in regard to his spiritual life, he was a man of “right faith, certain hope” and great charity. That day at the end of July when he received, at his own request, the Anointing of the Sick before all the Friars of the General Curia will always remain as an indelible memory for me, and for all the members of the Fraternity of the General Curia. On that occasion, before all the Friars, he gave a public testimony of faith and of love for his franciscan vocation, wishing to fulfil all that our General Constitutions ordain. On that occasion, among other things, he said: “I was a teacher of the sacraments for many years. I used to teach my students that the sacrament contains and offers the grace it signifies. This sacrament is medicine for the body and the soul. I am confident that the Lord, through it, will help me in those times of physical weakness and trial […] I am serene and confident in the Lord…”. I, through this letter, would like to thank the Minister Provincial and Friars of the Province of Ireland, in my own name and in that of the General Definitory and Fraternity of the General Curia, for their closeness to Seán and for their very fraternal and loving care of him during his long illness. Rest in the peace of your Lord, dear Br. Seán. Thank you for what you have been and for what you have done. Your birth in the Lord is a sign of blessing to all of us, your brothers, who will remember you as a good and industrious Friar, sensitive and attentive towards your brothers. Surely our Father Francis will have greeted you as “a true Friar Minor”. Intercede before the Child of Bethlehem for this your family which, while it cries at your departure for the House of the Father, it thanks the Lord for having given you as a brother. A strong, sincere embrace, dear Br. Seán Fraternally, BR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Minister General 3. Words of farewell by Minister General on the day of his funeral Dear Brother Seán: It is with profound emotion that I bid you farewell with the words of greeting which the Most High revealed to our father St. Francis: May the Lord give you peace. I always thought I could bid you farewell personally, and embrace you, as we did every time we met after a few days without seeing each other. I had already arranged my journey to Ireland for the 12th of January, but I had to bring it forward. I will hear your response, made of silence and peace, to my farewell. It does not matter, because I know you hear it and understand it better than ever. Today, on the day of your birth in the Lord, dear Brother Sean, I simply want to give thanks: Thanks, first of all, to the Most High, Almighty, Omnipotent and Good C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 607 NECROLOGIA Lord God for having blessed us through your person and, more particularly, for having placed you on my path: first as a General Definitor and, more recently, as Secretary General of the Order; Thanks to your Province of Ireland for allowing you to serve the Order and for the fraternal care with which they surrounded you during your illness; Thanks also to you, dear Brother Seán; Thanks for your diligence and the responsibility with which you carried out whatever work was entrusted to you; Thanks for your wisdom, which you placed at the service of the Province and of the Order; Thanks for your great heart, which knew how to give thanks and to ask pardon; Thanks for your discretion and fidelity to friendship; Thanks for your witness to faith and hope, particularly during the days of your illness; Thanks for the profound love you had for the Franciscan Order, which you considered, with every right, to be your family. May our father St. Francis, whom you loved as a son, receive you among the “true Friars Minor”, and may the Lord of life make you a full participant in His life. Dear Brother Seán: You asked my blessing every time you went on a journey. Today it I who ask it of you, beloved of the Lord. I ask it of you for your Province and for the entire Order. Intercede for us, o faithful labourer in the vineyard of the Lord. Until we see each other in heaven! In the name of all the Friars, of those you loved and who loved you, BR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM, Minister General 7. Anno 2006 mortui sunt * 2 giugno 2006: FORMENT FR. CHARLESANDRÉ, nato a Wattrelos (Lille), della Prov. Verbi Incarnati, Togo. È morto a Paris, Francia, all’età di anni 74, di vita francescana 48 e di sacerdozio 41. * 13 settembre 2006: ASSOGBA FR. KOSSI YEMA, EMMANUEL, nato a Yoro Kpodji, 607 Attakpamé, della Prov. Verbi Incarnati, Togo. È morto a Lomé all’età di anni 64, di vita francescana 43 e di sacerdozio 28. 8. Anno 2007 mortui sunt * 18 gennaio 2007: GALLATO FR. SERGIO, OTTORINO, nato a S. Giorgio delle Pertiche (PD), della Prov. Venetae S. Antonii Patavini, Italia. Per 48 anni ha svolto il suo ministero nel Santuario delle Grazie in Rocca Pietore (BL), che la Provincia nel 1945 aveva accettato con lo scopo di farne un centro di devozione mariana. Si impegnò per la costruzione del Santuario e, completata l’opera, svolse con passione e amore il servizio di assistenza ai numerosi pellegrinaggi, alle persone singole e ai gruppi familiari. È morto nel convento Sacro Cuore di Saccolongo all’età di anni 91, di vita francescana 74 e di sacerdozio 66. * 3 marzo 2007: MUSSER FR. FREDERIC, FREDERIC ANTHONY, nato a Atlantic City, NJ, Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Ha fatto i sandali per i Frati dal 1945 al 1950. Poi andò come volontario nella Misssione in Brasile fino al 1973. Tornato in Provincia, fu sagrestano alla St. Francis of Assisi Church, New York. Dal 1975 al 1976 è stato a servizio presso Our Lady’s Chapel in New Bedford, Mass. Dal 1977 al 2002 fu sagrestano del St. Anthony Shrine, Boston. È morto a St. Anthony Residence, Boston, MA, all’età di anni 82 e di vita francescana 61. * 25 marzo 2007: VILLARRUEL CERVANTES FR. PABLO, JUAN MANUEL, nato in Acotlán, della Prov. S. Francisci et Iacobi, Messico. È stato Maestro dei Postulanti e di Noviziato, Parroco. È morto a San Pedro Garza García all’età di anni 84, di vita francescana 55 e di sacerdozio 49. * 12 maggio 2007: MONS. TONG KAWANGCHING FR. BERNARDINO, Vescovo, Giuseppe, nato a Hankow, Cina, della Prov. Venetae S. Antonii Patavini, Italia. Incorporato nella Provincia Veneta nel C07nterno:ACTAORDINIS 608 24-01-2008 16:37 Page 608 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 1951 assieme agli altri i religiosi francescani indigeni di Hankow, fu uno dei primi Vescovi della cosiddetta “Associazione patriottica cattolica cinese”, nota anche come “Chiesa ufficiale”. Guidò l’Arcidiocesi di Hankow con coraggio e lungimiranza, curando in modo particolare la formazione del clero e dei religiosi. Contribuì alla crescita della Chiesa e delle sue opere in un contesto ancora travagliato di non libertà e di non poca pressione da parte delle autorità governative. È morto in Hankow all’età di anni 90, di vita francescana 72, di sacerdozio 65 e di episcopato 49. * 16 maggio 2007: NADALI FR. PIERLUIGI, GABRIELE, nato ad Isola della Scala (VR), Prov. Venetae S. Antonii Patavini, Italia. Si dedicò in modo particolare alla predicazione. Negli anni trascorsi nell’infermeria provinciale di Saccolongo, pur condizionato dall’avanzare dell’età e da problemi di salute, proseguì con entusiasmo e disponibilità il ministero della confessione e della direzione spirituale, avvicinando e sostenendo molte persone, che si sentivano legate a lui da amicizia e devozione. È morto a Palermo all’età di anni 93, di vita francescana 67 anni e di sacerdozio 61. * 12 giugno 2007: MENECHELLI FR. FAUSTO, nato a Riva del Garda, della Prov. Tridentinae S. Vigilii, Italia. Ha ricoperto vari incarichi in quasi tutti i conventi della Provincia, ma il suo ministero sacerdotale si è svolto soprattutto verso gli ammalati, i carcerati e i poveri. La sua vita francescana è caratterizzata da una spiritualità coltivata fedelmente e dalla devozione a Maria soprattutto come Madre delle grazie e consolatrice degli ammalati. Alla fine l’abbiamo visto avviarsi con serena consapevolezza verso la casa del Padre a cui si è affidato con piena fiducia e abbandono. È morto nell’Infermeria provinciale di Trento all’età di anni 64, di vita francescana 45 e di sacerdozio 37. * 21 giugno 2007: ZBIERANSKI FR. ROMAN, PAUL, nato a South Bend, Indiana, Prov. Assumptionis BMV, USA. Ha servito varie Fraternità come insegnante, economo, guardiano, cappellano ospedaliero, parroco. Inoltre è stato Vicario provinciale e Definitore. Fu Visitatore generale per il Vicariato di S. Casimiro in Lituania nel 1982. È morto a Niles, Illinois, all’età di anni 73, di vita francescana 54 e di sacerdozio 46. * 28 luglio 2007: LÓPEZ MARTÍNEZ FR. RAMÍRO, nato ad Aguascalientes, della Prov. Ss. Francisci et Iacobi, Messico. Ha dedicato gran parte della sia vita religiosa alla formazione e all’insegnamento. È morto ad Aguascalientes all’età di anni 65, di vita francescana 39 e di sacerdozio 32. * 12 agosto 2007: BLUMA FR. DACIAN, FRANCIS, nato a Green Bay, Wisconsin, della Prov. Assumptionis BMV, USA. Dopo aver compiuto gli studi all’Antonianum, in Roma, fu nominato cronologo della Provincia e Direttore del Sacer Recessus (1959-63). Fu, quindi, Definitore e Maestro dei Chierici al Christ the King Seminary, West Chicago, 1963-66, prima di essere eletto Ministro provinciale (1966-72). In seguito fu Direttore della House of Prayer in Cedar Lake (1972-79) e Maestro dei Novizi alla St. Mary of the Angels Friary in Green Bay (1979-86). All’età di 64 anni partì come missionario nel Progetto Africa, dove divenne Moderatore della Formazione permanente in Kenya (1986-93). Al suo ritorno si unì alla Fraternità di preghiera in Burlington (1994-99). Il suo ultimo incarico fu come Cappellano delle Sisters of St. Francis of Perpetual Adoration in Mishawaka (1999-2007). È morto a Mishawaka, Indiana, all’età di anni 84, di vita francescana 64 e di sacerdozio 57. * 14 agosto 2007: NICHOLSON FR. XAVIER, CYRIL, nato a Auckland, New Zealand, della Prov. Sancti Spiritus. Australia. È C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 609 NECROLOGIA morto a Melbourne, Australia, all’età di anni 88 e di vita francescana 54. * 17 agosto 2007: BRENNAN FR. J. GREGORY, nato a Troy, NY, della Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Fu Vicario parrocchiale della St. Mary’s Church in Allegany, N.Y. Poi Vicario parrocchiale della St. Stephen of Hungary Church in New York City (1985-1987). Nel 1987 divenne membro della Division of Business and Finance della St. Bonaventure University, St. Bonaventure, NY. Inoltre, dal 1989, fu Parroco presso la parrocchia di St. Pacificus in Humphrey, N.Y. In seguito fu Cappellano del St. Francis Hospital in Olean, dei Vigili del Fuoco e del Ancient Order of Hibernians. È morto a Kinzua Dam Reservoir, Warren County, PA, all’età di anni 56, di vita francescana 32 e di sacerdozio 28. * 29 agosto: POLIGNONE FR. TONINO, ANTONIO, nato a Cagnano Varano (FG), della Prov. Apuliæ S. Michaëlis Archangeli, Italia. È morto all’età di anni 57, di vita francescana 18 e di sacerdozio 11. * 30 agosto 2007: GARCÍA HERNÁNDEZ FR. BERNARDO, nato a Gema del Vino, della Prov. Carthaginensis, Spagna. È morto a Murcia all’età di anni 96, di vita francescana 79 e di sacerdozio 72. * 31 agosto 2007: COELHO FR. CHRISTOPHER, nato a Kochi, della Prov. S. Thomae Apostoli, India. È morto a Hyderabad all’età di anni 75, di vita francescana 54 e di sacerdozio 49. * 2 settembre 2007: MORALES RODRÍGUEZ FR. JOSÉ SANTOS, nato a Bogotá, della Prov. S. Fidei, Colombia. È morto a Bogotá all’età di anni 79, di vita francescana 59 e di sacerdozio 51. * 7 settembre 2007: TRAVIZZA FR. MODESTO, NICOLÒ, nato a Zara, Croazia, della Prov. Mediolanensis S. Caroli Borromæi, Italia. Frate umile e discreto, modesto di nome e di fatto, ha svolto nei di- 609 versi conventi dove l’obbedienza l’ha destinato, le mansioni di cuoco, portinaio e quant’altro ci fosse di bisogno per il buon andamento della casa dimostrando sempre, nonostante la sua cagionevole salute, grande laboriosità e fede illuminata. È morto a Seriate all’età di anni 82 e di vita francescana 46. * 7 settembre 2007: MORALES MORALES FR. ALBERTO DE JESÚS, nato a Medellín, della Prov. S. Fidei, Colombia. È morto ad Envigado all’età di anni 97, di vita francescana 77 e di sacerdozio 71. * 10 settembre 2007: STENZEL FR. TACIANO, THEODOR, nato a Otto-Langendorf, Germania, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, Brasile. Fu missionario esemplare, dedicando la sua gioventù e gran parte del suo ministero sacerdotale nei luoghi più lontani e impervi, raggiungibili a dorso di muli. Da qui nacque il suo amore ed interesse per la natura. Studioso attento, riservava grande attenzione alla storia locale, dove viveva, diventando un’autentico storico autodidatta. È morto a Rio de Janeiro all’età di anni 96, di vita francescana 77 e di sacerdozio 72. * 12 settembre 2007: DURKACZ FR. TYMOTEUSZ PIOTR, nato a Žagań, della Prov. S. Mariæ Angelorum, Polonia. È morto nella Casa di Konin all’età di anni 35 e di vita francescana 12. * 13 settembre 2007: ABAD PÉREZ FR. ANTOLÍN, nato a Villegas, della Prov. Castellaæ S. Gregorii Magni, Spagna. Ottenuto il diploma in Archivistica in Vaticano, si è dedicato agli Archivi, alle Biblioteche, alla ricerca, allo scrivere, svolgendo nello stesso tempo attività pastorali e di docenza. È stato Penitenziere in S. Giovanni in Laterano (1964-1967), Presidente del Convento Card. Cisneros di Madrid, Direttore della rivista “Archivio Iberico Americano”, Visitatore generale della Prov. Santiago de Compostela. Il suo amore all’Ordine e alla Provincia C07nterno:ACTAORDINIS 610 24-01-2008 16:37 Page 610 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 l’ha tradotto in collaborazione, conferenze, organizzazione di Congressi, articoli in Riviste specializzate o scrivendo. Il suo ultimo servizio all’Ordine è stato la preparazione degli ultimi Volumi della Sinica Francescana. È morto a Toledo all’età di anni 89, di vita francescana 65 e di sacerdozio 57. * 13 settembre 2007: MANDUCHI FR. BONIFACIO, EGIDIO, nato a Verucchio, della Prov. Bononiensis Christi Regis, Italia. Nel 1957 risiede a Parma e studia musica presso il Conservatorio “Boito” conseguendo il Diploma in Organo e composizione organistica nel 1965. Per 45 anni risiede presso il Convento di S. Antonio in Bologna dove ricopre diversi incarichi: Insegnante presso lo Studio Teologico S. Antonio, Cappellano, Economo conventuale, Insegnate di Musica anche presso le Scuole Medie inferiori, Organista della Basilica. Nel 1978 fonda il Coro polifonico “Fabio da Bologna”. Negli anni settanta e ottanta svolge innumerevoli Concerti in Italia e all’Estero e intraprende diverse attività musicali come “L’ottobre Organistico francescano” iniziato nel 1977. È stato Economo provinciale, Definitore, Vicario provinciale e Legale Rappresentante della Provincia. È morto a Bologna all’età di anni 75, di vita francescana 59 e di sacerdozio 51. * 16 settembre 2007: VASILJ FR. JOZO, nato a Međugorje, della Prov. Assumptionis BMV, Bosnia/Erzegovina. Conclusi gli studi teologici a Schwaz, Austria, ha conseguito il magistero in Scienze Sociali nel 1976 e il Dottorato nel 1980 presso L’Università gregoriana, in Roma. Ha insegnato presso l’Istituto di Catechesi della Facoltà teologica e presso L’Istituto Filosofico-Teologico dei Gesuiti di Zagabria. È stato Segretario generale della Conferenza dei superiori Religiosi dell’ex Jugoslavia dal 1981 al 1984 e Membro della stessa Segreteria dal 1984 al 1989. Dal 1988 al 1989 è stato Ministro provinciale di Mostar. Dimessosi, si è recato nella Rep. Dem. del Congo (ex Zaire), dove ha insegnato presso l’Istituto Filosofico-Teologico di Kolwezi, è stato Ministro provinciale (1998-2000) della Prov. S. Benedecti Africani in Congo. Ha partecipato a numerosi Seminari o Simposi. Dal 2002 ha insegnato presso la Facoltà di Pedagogia dell’Università statale e presso l’Istituto Teologico di Mostar. Dal 2005 era Maestro dei Novizi ad Humac, dove è stato stroncato da un infarto. La sua vita può essere così sintetizzata: ha vissuto intensamente per il Signore e per l’uomo. Vera figura di francescano, conquistava con la sua bontà, semplicità, zelo e capacità di stupore. È morto ad Humac all’età di anni 64, di vita francescana 46 e di sacerdozio 39. * 17 settembre 2007: NAVARRO AGUADO FR. ANASTASIO, nato a Corral de Almaguer, della Prov. Castellanæ S. Gregorii Magni, Spagna. La difficile situazione della Provincia (guerra civile) fa sì che da giovane Frate deve assumere varie responsabilità (Guardiano, Economo, Segretario provinciale), mentre compie gli studi teologici e svolge attività pastorali. Successivamente ha lavorato nei nostri Seminari, nel Noviziato, e a Roma, dove è stato confessore e guida in Vaticano. È morto a Madrid all’età di anni 89, di vita francescana 74 e di sacerdozio 64. * 18 settembre 2007: KORTEVOß FR. VINZEZ, nato a Hörstel, della Prov. Saxoniæ S. Crucis, Germania. Umile Fratello laico, ha lavorato come sarto in diverse Case della Provincia, cucendo gli abiti per i Frati e provvedendo alla lavanderia. È morto a Warendorf all’età di anni 72 e di vita francescana 43. * 18 settembre 2007: FASSINA FR. GIANCARLO, FAUSTO, nato a Castelfranco Veneto (TV), della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. Il suo apostolato fu diretto al mondo degli operai. Svolse il suo servizio pastorale in modo particolare nell’ONARMO (opera nazionale di assistenza religiosa morale agli operai). A C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 611 NECROLOGIA Monfalcone e a Treviso seppe farsi apprezzare in questa attività nella quale investì energie e volontà. È morto nl Convento Sacro Cuore di Saccolongo all’età di anni 80, di vita francescana 62 e di sacerdozio 56. * 19 settembre 2007: MOSER FR. GIOACCHINO, ERNESTO, nato a Madrano, della Prov. Tridentiæ S. Vigilii, Italia. Nei primi anni ha svolto la funzione di promotore delle vocazioni, ma poi desideroso di recarsi in missione viene mandato in Bolivia dove si dedica ai più poveri con spirito di totale donazione. Nel desiderio di servire gli ultimi, chiede di recarsi tra i lebbrosi in Corea, dove però, dopo poco tempo, la salute lo costringe al rientro. Ancora in Bolivia e infine il ritorno definitivo in Provincia perché la salute non regge. Anche in Provincia il suo lavoro apostolico si svolge con spirito lieto tra gli ammalati e gli anziani, nonostante le difficoltà della salute che l’accompagneranno fino alla morte avvenuta il giorno in cui in Diocesi si ricordano i Martiri Coreani. È morto nell’Infermeria provinciale di Trento all’età di anni 78, di vita francescana 60 e di sacerdozio 56. * 21 settembre 2007: PEREIRA MENDES TEIXEIRA FR. VICTOR, nato a Susana, Reg. Cacheu-Guinea Bissau, della Cust. “S. Francisci Assissiensis”, Guinea Bissau, dipendente dalla Prov. Veneta S. Antonii Patavini, Italia. Dotato di qualità umane e cristiane altamente positive come la gioia di vivere, eccellenti relazioni sociali, forte impegno nell’attività pastorale, soprattutto nel campo della gioventù, gusto per la musica e per la liturgia, interesse vivo per la vita sociale e politica della propria nazione, è stato un confratello molto apprezzato da quanti lo hanno conosciuto. È morto a causa di un tragico incidente stradale avvenuto a 16 km Canchungo, missione dove risiedeva e lavorava. È morto a Canchungo all’età di anni 35 anni, di vita francescana 10 e di sacerdozio 1. 611 * 26 settembre 2007: BEGIN FR. BENEDICT, nato a Detroit, della Prov. Nostræ Dominæ de Guadalupe, USA. È morto nella Casa St. Michaels Mission in Arizona all’età di anni 74, di vita francescana 54 e di sacerdozio 46. * 26 settembre 2007: RIMAC FR. LOVRO, DRAGO, nato a Livno, della Prov. S. Crucis, Bosnia/Erzegovina. È stato Parroco a Grevenbroich, Germania, dove ha svolto anche attività pastorale tra i Croati; è stato collaboratore parrocchiale a Podhum (Livno). È morto a Livno all’età di anni 69, di vita francescana 50 e di sacerdozio 43. * 28 settembre 2007: PÉREZ ALVAREZ FR. ALFREDO, nato a Bucaramanga, della Prov. S. Fidei, Colombia. È morto a Medellín all’età di anni 57 e di vita francescana 26. * 29 settembre 2007: SCHWIETZ FR. ŁUKASZ, JAN, nato a Dobrzeń, della Prov. S. Hedvigis, Polonia. È morto a Wroclaw all’età di anni 72, di vita francescana 55 e di sacerdozio 48. * 5 ottobre 2007: MACIOR FR. LAZARUS, WALTER, nato a Yonkers, NY, della Prov. Assumptionis BMV, USA. Dopo l’ordinazione sacerdotale, nel 1956, spese la sua vita a servizio dell’educazione. Insegnò al St. Francis College, in Burlington, Wisconsin; al Marquette University, Milwaukee, Wisconsin; al Loras College , Dubuque, Iowa, e infine all’Università di Akron, Ohio. Ricevette un PhD dall’Università del Wisconsin nel 1959. Scrisse più di 50 articoli su Riviste scientifiche, molti dei quali di argomento ecologico. È morto ad Akron, Ohio, all’età di anni 81, di vita francescana 56 e di sacerdozio 51. * 5 ottobre 2007: NEWINGTON FR. LUKE, MARTIN, nato a Merlbourne, della Prov. Sancti Spiritus, Australia. È morto a Sydney all’età di anni 85, di vita francescana 65 e di sacerdozio 59. C07nterno:ACTAORDINIS 612 24-01-2008 16:37 Page 612 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 * 6 ottobre 2007: BAÙ FR. DIEGO, ICARO, nato a Albettone (VI), della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. Da subito fu chiamato a prestare il suo servizio all’Orfanotrofio di Cittadella, dove dimorò dal 1951 al 1971. In questi anni cercò di vivere lo spirito delle beatitudini, prendendosi cura degli orfani, cioè di chi soffre e vive di dono. Oltre al convento di Cittadella due Fraternità in modo particolare hanno avuto al gioia e la grazia di beneficiare della sua presenza: Mantova e Peschiera. In queste case prestò il suo instancabile servizio donando conforto e pace e illuminando con la sua paterna bontà quanti si accostavano al suo ministero sacerdotale. È morto nel Convento Sacro Cuore di Saccolongo all’età di anni 81, di vita francescana 66 e di sacerdozio 57. * 7 ottobre 2007: GIORGINI FR. GIORGIO, CARLO, nato a Firenze, della Prov. Tusciæ S. Francisci Stigmatizati, Italia. Ottenuta la licenza in Storia della Chiesa presso l’Ateneo Antonianum di Roma, esercitò molti uffici sia nel campo della formazione (Lettore a Fiesole, Maestro dei chierici e insegnante di religione a Colleviti) sia nel servizio alla Fraternità (Presidente a Marina di Pietrasanta, discreto, economo ed infine Guardiano per un sessennio a Colleviti e a Bosco ai Frati) e alla Chiesa locale (dal 1982 al 2005 fu Parroco di San Giusto a Fortuna). Riservato e modesto, lavoratore infaticabile e amante della povertà fu totalmente impegnato nei doveri di vita francescana per tutta quanta la sua vita. Tenace e intraprendente, pur rimasto solo, seppe reggere con amore e dedizione il Convento di San Bonaventura al Bosco ai Frati fino alla chiusura, avvenuta nell’ottobre del 2005. È morto nell’Infermeria provinciale di Fiesole all’età di anni 88, di vita francescana 71 r di sacerdozio 64. * 7 ottobre 2007: MUŠURA FR. FRANJO, IVO, nato a Bugojno, della Prov. S. Crucis, Bosnia/Erzegovina. È stato Vice Parroco e Parroco in varie Parrocchie e Guardiano a Belgrado e Fojica. È morto a Fojnica all’età di anni 89, di vita francescana 68 e di sacerdozio 65. * 7 ottobre 2007: SEPP FR. WILLIBROD, FRANZ, nato a Tramin, della Prov. B. Engelberti Kolland, Austria/Italia. Durante la Seconda Guerra Mondiale ha fatto il cuoco per 2000 soldati. Per 70 anni ha servito i Frati, in varie Case della Provincia, come cuoco, giardiniere, portinaio e refettoriere con spirito di francescana letizia. È morto a Kaltern all’età di anni 91 e di vita francescana 73. * 11 ottobre 2007: XUEREB FR. JOSEPH BENEDICT, PETER PAUL, nato a Gharghur, della Prov. S. Pauli Apostoli, Malta. È morto presso il Christus Rex in B’Kara all’età di anni 72, di vita francescana 55 e di sacerdozio 47. * 11 ottobre 2007: LHABITANT FR. JACQUES, nato a Montigny lès Metz, della Prov. Trium Sociorum, Francia/Belgio. È stato a servizio dei “più piccoli”, prima nella pastorale diocesana (JOC, ecc.), poi, conosciute le condizioni di lavoro dei proletari, ha vissuto per una decina di anni, con due o tre altri Frati, in un quartiere popolare. Si è fatto prossimo, soprattutto, dei magrebini, di cui conosceva la lingua. Si è sempre impegnato per la pace. È morto a Metz all’età di anni 86, di vita francescana 60 e di sacerdozio 55. * 12 ottobre 2007: BAVERO FR. BENVENUTE, MICHAEL, nato a Los Angeles, California, della Prov. S. Barbaræ, USA. È morto a Okland, California, all’età di anni 88, di vita francescana 69 e di sacerdozio 63. * 14 ottobre 2007: MARCELLAN FR. GIOVANNI, nato a Tavo di Vigodarzere (PD), della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. La sua vita di frate minore e di sacerdote fu caratterizzata dall’apostolato nel mondo del lavoro. Operò nell’ONARMO (opera nazionale di assistenza C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 613 NECROLOGIA religiosa morale agli operai) a Monfalcone per 14 anni (1966-1980) e per altri 8 a Cittadella (1984-92). All’attenzione al mondo del lavoro affiancò poi l’interesse e la vicinanza agli ammalati: dal 1982 al 1984 fu cappellano all’Ospedale al Mare di Venezia Lido e per 9 anni (1992-2001) presso gli Istituti Codivilla Putti a Cortina d’Ampezzo. Dal 2001 lavorò per 4 anni nell’infermeria provinciale, svolgendo l’impegnativo servizio di economo della casa. È morto nel Convento S. Cuore di Saccolongo all’età di anni 71, di vita francescana 52 e di sacerdozio 43. * 19 ottobre 2007: PICERNO FR. LUIGI, nato a Pagani (SA), della Prov. Salernitano-Lucanæ Immaculatæ Conceptionis BMV, Italia. È morto nell’Infermeria provinciale in Nocera Inferiore all’età di anni 78, di vita francescana 60 e di sacerdozio 52. * 22 ottobre 2007: JANSSEN FR. ATHANASIUS, Alfonsus, nato ad Haarlen, della Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium, Olanda. Ha lavorato nella pastorale parrocchiale. È morto a Nijmegen all’età di anni 90, di vita francescana 70 e di sacerdozio 62. * 23 ottobre 2007: FITZGERALD FR. PAUL, nato a Brisbane, della Prov. Sancti Spiritus, Australia. È morto a Brisbane all’età di anni 77, di vita francescana 50 e di sacerdozio 44. * 24 ottobre 2007: PLENT FR. EDMOND, NOËL, nato a Venanson, della Prov. Trium Sociorum, Francia/Belgio. Frate dolce, umile e pronto all’ascolto: queste qualità gli hanno permesso di essere, in tutte le Fraternità dove ha vissuto, molto apprezzato dalla gente. Come collaboratore di Mons. Collin (OFM), ha lavorato nella suo Diocesi di Digne come Cappellano dell’Ospedale e della Casa della Diocesi. Nel convento di Avignon ha esercitato, soprattutto, il ministero dell’accoglienza e della Riconciliazione. In 613 Corsica (Marcasso) ha prestato il suo prezioso servizio nelle parrocchie vicine alla Fraternità. È morto ad Avignon all’età di anni 86, di vita francescana 70 e di sacerdozio 65. * 29 ottobre 2007: PRANGENBERG FR. VALERIANO, HEINRICH, nato a Oberhausen. Germania, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, Brasile. Ha dovuto interrompere per due volte gli studi, 1941 e 1945, poiché richiamato dall’esercito durante la seconda Guerra Mondiale. È stato in campo di concentramento, prima di tornare in Germania attraverso il Belgio. Ha lavorato per 30 anni come Commissario di Terra Santa nella Parrocchia di S. Antônio do Pari. È morto a São Paulo all’età di anni 93, di vita francescana 60 e di sacerdozio 54. * 29 ottobre 2007: KRENZER FR. STEFAN, ALFONS, nato a Wüstensachsen, della Prov. Thuringiæ S. Elisabeth. È morto a Fulda all’età di anni 72, di vita francescana 49 e di sacerdozio 44. * 30 ottobre 2007: ZERLA FR. GUIDO, GIACOMO OSVALDO, nato ad Ossimo Superiore (BS), della Prov. Mediolanensis Caroli Borromæi, Italia. Per vent’anni lettore di matematica nel Collegio serafico di Saiano (1947-67), quindi Guardiano nel Santuario della Madonna delle Lacrime a Dongo (1967-73) e per vent’anni Cappellano all’Ospedale “Moriggia Pelascini” di Gravedona (CO) (1983-2003), sacerdote premuroso e attento alle necessità della gente, in particolare degli ammalati e dei sofferenti. È morto a Sabbioncello (LC) all’età di anni 90, di vita francescana 69 e di sacerdozio 61. * 31 ottobre 2007: VICEDO VICEDO FR. SALUSTIANO, nato ad Alfafara, della Prov. Valentiæ et Aragoniæ S. Ioseph, Spagna. Dopo l’ordinazione fu inviato in Argentina, dove fondò il Collegio San Francisco de Asís nella città di San Juan. Tornato in Spagna, nel 1969, fu destinato a C07nterno:ACTAORDINIS 614 24-01-2008 16:37 Page 614 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 fondare una casa nel paese natale di Fr. Junípero Serra, Petra, dove si dedicò a far conoscere la vita e l’opera del Beato con la Rivista “Apóstol y Civilizador”. Ha scritto vari libri sul Beato e il paese natale, sul Convento di Petra. È morto a Burbáguena all’età di anni 83, di vita francescana 54 e di sacerdozio 49. * 3 novembre 2007: SANDLIN FR. JOSEPH, nato Fort Knox, KY, della Prov. Ss. Cordis Iesu, USA. Fu a servizio delle Fraternità come calzolaio, sarto, portinaio, responsabile dell’accoglienza e prendendosi cura dei Frati anziani. Fu amante della musica. È morto nella Casa di Villa East in Sherman, Illinois, all’età di anni 70 e di vita francescana 51. * 7 novembre 2007: RÖTTGEN FR. LUKAS, EUGEN, nato a Wingartshardt, della Prov. Coloniæ Ss. Trium Regum, Germania. Ha lavorato in Provincia come sagrista e portinaio, nella missione di Taiwan nella costruzione e nella manutenzione di alcune chiese. È morto a Hisien-Tsao-Pu, Taiwan, all’età di anni 80 e di vita francescana 57. * 10 novembre 2007: PICCIAFUOCO FR. UMBERTO, nato ad Ala di Trento, della Prov. Picenæ S. Iacobi de Marchia, Italia. È morto a Falconara all’età di anni 83, di vita francescana 67 e di sacerdozio 59. * 15 novembre 2007: POSTMA FR. RUPERT, JOANNES, nato ad Helmond, della Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium, Olanda. È sttao missionario in Pakistan dal 1952 al 2000. È morto a Leiden all’età di anni 79, di vita francescana 58 e di sacerdozio 53. * 22 novembre 2007: CHYSKA FR. ANTONIUS, JAROSLAV, nato a Tabor, Rep. Ceca, della Prov. S. Leopoldi, Austria/Italia. Ha lavorato come sagrista, refettoriere. Come diacono permanente ha coltivato la liturgia nel santuario mariano della Provincia. Si è dedicato anche al restauro di reliquiari e piccoli oggetti d‘arte. È morto in Maria Enzersdorf, Wien, all’età di anni 66, di vita francescana 27 e di diaconato permanente 23. * 26 novembre 2007: BUSCHHOFF FR. MATTHÄUS, BERNHARD, nato a Handorf, della Prov. Saxoniæ S. Crucis, Germania. Ha insegnato in diverse Scuole della Provincia matematica, fisica e chimica. Apprezzato da tutti i Confratelli per il suo carattere gradevole e la sua attenzione alla vita della Chiesa e del mondo. È morto a Warendorf all’età di anni 91, di vita francescana 55 e di sacerdozio 51. * 27 novembre 2007: LALLY FR. CAMPION, THOMAS FRANCIS, nato a South Orange, NJ, della Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Nel 1955 partì come missionario in Giappone. Nel 1961 tornò in Provincia, dove conseguì la Licenza in Teologia Morale. Nel 1963 tornò in Giappone dove insegnò Teologia Morale al St. Anthony Seminary e tenne dei corsi alla Sophia University. Prestò servizio presso le chiese di Fujioka e Omana. Dal 1970 al 1988 servì la Franciscan Chapel Center in Tokyo, dove fu Vicario e Superiore. Dal 1988 al 2005 fece parte della Fraternità di Kiryu-Shi e fu Professore di Teologia Morale al St. Anthony Seminary. È morto presso Holy Name Friary, Ringwood, NJ, all’età di anni 81, di vita francescana 59 e di sacerdozio 54. * 30 novembre 2007: OLGIATI FR. SIMPLICIANO, MARIO VIRGINIO, nato a Dairago (MI), della Prov. Mediolanensis S. Caroli Borromæi, Italia. È morto a Brescia all’età di anni 77, di vita francescana 61 e di sacerdozio 54. * 30 novembre 2007: KARUYAMA FR. ANGELO, Katsumi, della Prov. Ss. Martyrum Iaponiensum, Giappone. Ha servito per 10 anni la Custodia della Terra Santa. È morto a Tokyo all’età di anni 71, di vita francescana 46 e di sacerdozio 39. * 5 dicembre 2007: MAARSCHALKERWEERD FR. ROLAND, THEODORUS, nato a C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 615 NECROLOGIA Rotterdam, della Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium, Olanda. Ha lavorato nella pastorale parrocchiale. È morto a Leidschendam all’età di anni 93, di vita francescana 75 e di sacerdozio 66. * 5 dicembre 2007: KEULAERDS FR. LAETUS, WILHELM, nato a Heerlen, della Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium, Olanda. Ha lavorato nella pastorale parrocchiale. È morto a Maastricht all’età di anni 86, di vita francescana 68 e di sacerdozio 61. * 5 dicembre 2007: QUERO FR. FRANCESCO, DOMENICO, nato a Mottola (Taranto), della Prov. Seraphicæ S. Francesci Assisiensis, Italia. Fratello religioso gioviale ed affabile, ha vissuto con generosità e sollecitudine i compiti che la Fraternità gli ha affidato. Per 14 anni prestò il proprio servizio nella Missione dell’Isola di Rodi, nel Mar Egeo. Rientrato in Italia nel 1954, svolse ininterrottamente fino a pochi mesi dalla morte l’ufficio di portinaio del Convento Porziuncola, di cui è stato “il volto” per i tanti fratelli dell’Ordine che per più di 50 anni sono stati da lui accolti e ricevuti. È morto ad Assisi all’età di anni 89 e di vita francescana 67. * 7 dicembre 2007: NOWAK FR. BERNARD, JOSEPH, nato a South Bend, Indiana, della Prov. Assumptionis BMV, USA. Spese tutta la vita a servizio della Fraternità, soprattutto nel lavoro di lavanderia, per più di 60 anni nella Our Lady of Lourdes Retreat House in Cedar Lake, Indiana. Condusse una vita tranquilla, umile, svolgendo con dedizione ed amore il suo lavoro. È morto a Crown Point, Indiana, all’età di anni 82 e di vita francescana 61. * 08 dicembre 2007: BELLOTTO FR. SILVIO, nato a Valnogaredo di Cinto Euganeo, della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. Diplomato in musica corale e direzione di coro, si dedicò con passione e competenza all’insegnamento della musica e svolse il suo ministero specialmen- 615 te tra i giovani, procurandosi la loro stima e fiducia. Concluso l’insegnamento scolastico chiese e ottenne di inserirsi a tempo pieno nella Provincia francescana di Albania. In quella terra e in modo particolare a Tirana, dove dimorò per 10 anni, portò la lieta notizia del Vangelo, coinvolgendo molte persone grazie al suo stile amabile, pronto al dialogo, cordiale e piacevole. È morto presso l’Ospedale di Tirana all’età di anni 65, di vita francescana 48 e di sacerdozio 39. * 15 dicembre 2007: WÖRDEHOFF FR. BURKHARD, nato a Gelsenkirchen, della Prov. Saxoniæ S. Crucis, Germania. Ha lavorato nella pastorale, soprattutto come direttore di Convitti per studenti e Cappellano ospedaliero. In questi ministeri è sempre stato molto vicino alle necessità e alle sofferenze delle persone, portando l’annuncio del Vangelo. È morto a Dortmund all’età di anni 86, di vita francescana 59 e di sacerdozio 53. * 20 dicembre 2007: MONS. DE FIGUEIREDO SEBASTIÃO ASSIS, OFM, Vescovo di Guiratinga (Brasile). Nato il 16 maggio 1949 in Lages, entrò nell’Ordine dei Frati Minori il 20 gennaio 1971, emettendo la professione temporanea nella Provincia “Immaculatæ Conceptionis BMV“, Brasile. Il 4 ottobre 1975 ha emesso la professione solenne e il 18 di dicembre 1976 è stato ordinato sacerdote. Dopo aver lavorato nella formazione, andò missionario nello Stato del Mato Grosso, nel territorio della Cust. Aut. delle Sette Allegrezze. È stato professore di filosofia a Dourados, rettore e professore nel seminario minore di Ituporanga e di Rio Brilhante, Vice Maestro in Campo Grande, Parroco in Dourados e Definitore provinciale. Nel 2000 è stato eletto Vicario della Custodia e nominato Parroco nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù in Rondonópolis. Eletto alla Sede residenziale vescovile di Guiratinga, nello Stato del Mato Grosso, il 29 agosto 2001, aveva ricevuto l’ordinazione episcopale il successivo 15 novembre a Rondonópo- C07nterno:ACTAORDINIS 616 24-01-2008 16:37 Page 616 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 lis. Nel corso dell’ultima assemblea della Conferenza nazionale dei Vescovi del Brasile era stato eletto presidente della Regione «Oeste 2», per il quinquennio 2007-2011. È morto in un incidente stradale, sulla strada per Cuibá, all’età di anni 58, di sacerdozio 31 e di episcopato 6. * 21 dicembre 2007: RIGALL PUJOL FR. JAUME, nato a Ventalló, della Prov. Cataluniæ S. Salvatoris ab Horta, Spagna. Ordinato sacerdote di dedicò all’insegnamento e alla formazione nel Collegio Serafico di Balaguer; all’apostolato della Parola, al servizio delle Case come Guardiano o Vicario. Nello stesso tempo prestava aiuto alle Parrocchie e ai centri di culto, predicava Esercizi Spirituali e Ritiri alle religiose, specialmente alle Clarisse. È morto nel Convento di Berga all’età di anni 79, di vita francescana 63 e di sacerdozio 57. * 21 dicembre 2007: CUCCARI FR. MATTEO, ANGELO, nato a Gimino d’Istria (Pola), della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. La sua figura è legata in modo particolare al santuario dell’isola di Barbana, dove giunse nel 1978. Di animo lieto e sereno profuse le sue energie nel sacramento della riconciliazione e nella direzione spirituale. L’esempio della vita, l’esperienza e il tratto sereno gli conquistarono la stima e la confidenza di numerose persone che lo richiedevano. Frate arguto, era pronto a offrire battute soprattutto in occasione dei pellegrinaggi votivi. Salutava sempre i pellegrini affidando loro i due “comandamenti di Barbana”: non stancarsi mai di stare bene e non stancarsi mai di far bene! Si dedicò con passione al servizio del Santuario e alla pubblicazione di alcuni testi, soprattutto sulla Madonna, sul Santuario di Barbana e sul venerabi- le Egidio Bullesi. È morto nel Convento Sacro Cuore di Saccolongo all’età di anni 87, di vita francescana 68 e di sacerdozio 61. * 23 dicembre 2007: KACZMARCZYK FR. MARIUS, HENRY, nato a Meriden, Connecticut, della Prov. Assumptionis BMV, USA. Lavorò presso le Scuole in Sturtevant, Wisconsin, 1955-8, e in Watkins Glen, New York, 1958-67. Dal 1967 al 1985 si occupò della manutenzione dell’Academy of American Franciscan History in Potomac, Maryland. A 71 anni andò in Terra Santa, dove aiutò nei conventi di Betania, Tabga, Gerusalemme e Betlemme. Ritornato in Provincia, dopo un anno, fu assegnato alla St. Pius X Friary in Philadelphia, dove dedicò 20 anni della sua vita come portinaio della comunità scolastica. È morto a Philadelphia, Pennsylania, all’età di anni 93 e di vita francescana 52. * 23 dicembre 2007: CARD. LORSCHEIDER ALOÍSIO, OFM, nato a Lihna Geraldo, della Prov. S. Francisci Assisiensis, Brasile. È morto a presso l’Ospedale São Francisco di Porto Alegre all’età di anni 83, di vita francescana 64, di sacerdozio 59, di episcopato 45 e di cardinalato 31. * 24 dicembre 2007: COLLINS FR. SEÁN, nato a Ennis, della Prov. Hiberniæ, Irlanda. È morto a Dublin all’età di anni 62, di vita francescana 45 e di sacerdozio 35. * 31 dicembre 2007: OSSA VALENCIA FR. GABRIEL, nato a Caramanta, della Prov. S. Pauli Apostoli, Colombia. Si distinse per la sua instancabile attività pastorale nelle Parrocchie e nelle Congregazioni religiose. È morto a Popayán all’età di anni 80, di vita francescana 50 e do sacerdozio 45. C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 617 INDEX NOMINUM PRO ANNO 2007 (CXXVI) A Abad Antolín 193, 195 Abad Pérez Antolín 609 Abada Robert John 375 Abas Rolando 376 Abela John 119, 184, 255 Acebal Mariano 193 Acebo Rodríguez Conrado 193 Acevedo Quiroz Luis Hernando 411 Agostino (San) 12 Agrelo Martínez Santiago 90, 195, 254, 552, 578-579, 583 Ainsworth Godfrey 205 Ajenjo Pelegrina Juan José 491 Alarcon Guillermo José 419 Alberdi Maria Anna 118 Albers Klaus 338 Albini Graziano Severino 210 Alcalde Contreras Antonio 338 Alfonsa dell’Immacolata (Beata) 111, 117 Algersissn Henze Joseph 581 Alliata Eugenio 489, 595 Almazan Cielito 86 Almirañes Lucy 150 Alonso de Frutos Domingo 514 Altamirano Carlos 175 Álvarez Carbonell Carlos Eduardo 85 Álvarez Rodríguez José 518 Amadeo Emilio 341 Aman Petrus Kanisius 466 Amaral Bernardo Amaral 164, 167, 171, 182, 255, 384, 397, 486, 582, 583, 588, 589, 595 Ambrosi Leonzio 211 Amendt Peter 337 Amigo Valle Francisco 339 Amigo Vallejo Carlos 253, 277, 281, 491-492, 521, 579, 592 Amin Joseph 384, 465 Anaut Manuel 63, 171, 191 Anđelović Petar 149 Anderson Dan 576 Andreazza Luis Morao 254 Angelini Giuseppe 411 Angkur Cosmas Miachael 254 Antal Reginald 216 Antic Antonio 114 Antonelli Francesco 184, 568 Antônio di Sant’Anna Galvão (San) 226, 228, 353-358 passim Apovo Marcellin 342 Aquilina Giorgio 411 Arias Alex 171 Arregui Guridi José Maria 384, 491 Arteaga Lucía Antonia 172 Arturo Daquilanea 340 Assis Raymundo Damasceno 386 Assogba Kossi Yema 607 Avendaño Carlos 176 Ayuso Guixot Miguel A. 549, 551, 554 Azurmendí Mugraza José María 519 B Baciocchi Francesco 425 Badillo Carlos 190 Badillo Neil 377 Bahčič Roberto 233, 595 Bahinskyi Mykhailo 461 Baisas Bienvenido 89 Bakoma Marcel Baguêta 342 Balázs Ján Krstitel’ Marián 465 Bałdyga Sergiusz 461 Ballarati Jorge Gabriel 465 Ballesta Germán José 579 Balzarano Vittorio 341 Banhwa Nicholas 463 Bankovič Štefan 465 Barbarić Ilko 612 Barbosa de Sousa João Bosco 195, 254 Barden Franz-Leo 337 Bartolini Bruno 182 Bašnec Nikola 149 Bassotti Antonio 208 Batiobo Jean-Baptiste 342 Batorović Mato 149 Baù Antonio 551 Baù Diego 612 Bavaro John 586 Bavero Benvenute 612 Beam Ambrose 217 Beatriz de Silva (Santa) 325 Bedoya Pérez Luis Emilio 85 Begin Benedict 611 Belderraín Pedro 178 Belić Predrag 197 Bellin Giuseppe 212 Bellotto Silvio 615 Bellucci Leonardo 197 Belokon Neonila 371 C07nterno:ACTAORDINIS 618 24-01-2008 16:37 Page 618 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 Benavente Ciriaco 579 Benedetti Teja Raúl 421 Benedetto il Moro (San) 324 Benedetto XVI 3-18 passim, 47, 182, 195, 223252 passim, 320, 354, 385, 392, 411, 441, 505, 521, 522, 531, 532, 591, 592 Beneforti Vittorino 211 Benítez Marcelo 164, 183 Bentivenga Maria Rosaria 595 Bergmans Benjamin 210 Berlec Simon Peter 341 Bermejo Enrique C. 345 Berta Alberto 595 Bertagni Carlo 468 Bertin Giorgio 254, 552 Bertoldo Zaccaria 210 Betti Umberto 591-592 Beunen Emmanuel 207 Biersok Ezdrasz 461 Bini Giacomo 59, 62, 189, 382, 412, 464, 468, 586 Bitzer Martín 147, 149, 150, 371 Blanco Manuel 454 Blanco Pérez Rafael 84, 590 Blaquart Jacques 505 Blasek Michael 338 Bliss Stephen 384 Bluma Dacian 608 Boadas Llavat Agustí 342 Bochicchio Emanuele 462 Boef Damascenus 423 Bogović Mile 197 Bohl Cornelius 340 Bok Jim 576 Bolfeta Ronald 586 Bolmer Ben 340 Bonaventura (San) 12, 66, 92, 185 Bonetti Atanasio 420 Bonforte Marcello 337 Bonifacio Giulia 111, 115 Bonilla Patricio 176 Bonuso Alessandro 32, 185 Borchio Giovanni Battista 211 Borges Filho Waldemar 87 Borràs Goixart Lluís 342 Bosco Teresio 411 Boscolo Marcello 422 Boulos Marcuzzo Giacinto 394 Bove Cristoforo 114 Boyle Patrick 586 Bozzi Gigi 572 Bozzola Rinaldo 424 Brandão Neto Bernardo de Sousa 87 Brandão Paulo 338 Brands Andreas 338 Bratti Cluadio 411 Bravi Francesco 88, 148, 182-184, 189-190, 253, 255, 270, 343, 363, 384-385, 394-395, 436, 521, 570, 588, 590, 600 Bravo Aguagallo Juan Sebastián 207 Bravo María del Socorro 172 Brennan J. Gregory 609 Breynaert Françoise 488 Britton Helen 369 Brocanelli Vicenzo 183, 253, 255-256, 270, 349, 351-352, 544, 570, 582, 590 Brogi Marco Dino 253, 591-592 Brophy Andrew 88, 576, 589 Broudin Gialbert 410 Bruck Antonio 577 Brunette Pierre 62 Brunori Pacifico 212 Brusač Zvonimir 149 Buchcik Adrian 384 Buffon Giuseppe 345 Bugho Calvin 375 Bunader Júlio César 184 Buonanno Berardo 411 Burke Edward 212 Burns Brian 421, 462 Burnside Anthony 576 Busatto Adriano 255, 585 Buschhoff Matthäus 614 Bütler Maria Bernarda 532 Buzy Dominique 418 C Cabanas Traserra Antonino 212 Cabanillas Maria a Transitu 113, 117 Cabot Rosseló Savador 186 Cabrejos Vidarte Héctor Miguel 253 Cabrera Herrera Luis Gerardo 158, 164, 170-171, 174, 177, 182, 190-192, 255, 377, 384-385, 436, 491, 563, 589, 590 Cabrera Rogelio 158 Čaja Joško 206 Cajes Prisco 375 Califano Gianni 342, 411, 506 Calvin Bugho José 340 Calzavarini Lorenzo 411 Cámara Botía Miguel Ángel 579 Camilleri Azzopardi Roberto 254 Campagna Robert 585 Campbell Joel 208 Campos Dario 254 Campos Hernández Alberto 415 Cantwell Peter 466 Capellari Egon 160 Capoccia Leopoldo 208 Capone Gregorio 419 Carbajo Nuñez Martín 102, 595 Carballo Brianes Manuel 419 Cardona Hernan 351 Cardona Muñoz Jorge Tulio 85 Carfagna Pietro 182, 379 C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 619 INDEX NOMINUM Carlés González Francisco 520 Carnicelli Xavier 216 Carolino Luiz 424 Caron Gaston 426 Carosa Pasquale 420 Carpio Emilio 171 Carpio Ponce Emilio Erasmo 183 Carrascosa Santos Perfecto 514, 518 Carrero Morales Angel Dario 171, 182 Carroll Philip 205 Cartagena Serafín 175 Carvalho Armindo 178 Carvalho do Couto Wanderley 164 Carvalho Neto Francisco 164 Cassar Henry 215 Castiñeira Chouza José A. 339 Catanese Roberto 418 Cavalli Giampaolo 162, 462 Cavalluzzo Cesare 418 Ćavar Franjo 420 Cenci Cesare 92-93, 102, 184, 197 Centi Raffaele 215 Centola Michele 382 Cerasuolo Hugolino 175 Cerles Bernard 411 Cerrato Chamizo Guillermo 341 Cetoloni Rodolfo 254 Chacón Solano Víctor Hugo 148 Cheong Paul 150 Chiazzo Girolamo 205 Chili Alessandro 197 Chiodi Eusebio 209 Chomik Wacław 588 Chumillas Fernández Víctor 521, 531 Chyska Antonius 614 Cignelli Lino 197, 395 Clalente Ignazio 212 Clancy Bede 422 Clasen Severino 254 Claure Saavedra Leonardo 427 Clifford Peter 466 Clyne Gerry 462 Coba René 176 Coelho Christopher 598, 609, 618 Collins Seán 69, 87-88, 164, 171, 182-183, 255, 342, 384, 436, 605-606, 616, 618 Colombo Salvatore 572 Colomer Barber Rafael 340 Concetti Giuseppe 197 Copps Michael 469 Corona Raimondo Domenico 197-198 Coronado Ibarra Vicente 205 Correa Castelblanco Jaime 595 Correa Rafael 176 Corrò Germano 468 Corsaro Ilia 118 Cortés Soriano Javier 492 619 Cortese Domenico Tarcisio 254 Cortese Enzo 488 Corullón Fernández Manuel 338, 540, 549, 552, 554 Costa Márcio Luís 87, 595 Coutagne René 369 Covero Rogelio 375 Crepaldi María Aparecida 147 Crinella Galliano 595 Cuccari Matteo 616 Cui Pablo 86 Čuk Marjan 341 Ćurčić Sretan 149 Cwilka Honorat Piotr 609 Czura Jósef 461 D D’Amico Silvestro 214 D’Andrea Giocchino 422 D’Angelo Giacinto 595 Da Casoria Ludovico (Beato) 117 Da Cruz Massinga Hilario 254 Da Lipnica Simone 47, 56, 117, 182, 363-368 passim, 528, 531 Da Montefeltro Agostino 118 Da Portogruaro Bernardino 436, 437, 573 Da Silva Duarte Augusto 420 Da Silva José Belisário 253 Da Silva Messias Eriván 163 Dallarda Stefano 572, 595 D’Angelo Giacinto 342 Daoud Ignace Moussa 19 Daquilanea Arturo 375 De Amicis Onorato 423 De Bonte Fredegand 426 De Bruycker Geroen 426 De Castro Barco Manuel 494 De Corpa Pedro 115, 117 De Cruz John 471 De Feo Francesco 339 De Figueiredo Sebastião Assis 254, 615 De la Présentation Marie-Céline 505-506 De la Serna Ramiro 91, 164 De Luca Stefano 396 De Oliveira Goulart Celio 254 De Rosa Luca 112-118 passim, 354, 364, 522-533 passim De Rosa Michele 117 De Vega Pedraza José 517 De Vincenti Maria Teresa 533 Dec Ignacy 381 Deegan Columbanus 423 Del Mundo Edward 375 Del Pezzo Pasquale 462 Del Pozo Encarnación 148, 150, 370-371 Delbono Renato 380 C07nterno:ACTAORDINIS 620 24-01-2008 16:37 Page 620 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 Dell’Annunciazione Maristella 412 Dell’Agli Sebastiano 471 Dellazari Inácio 467 Demmers Allowin 209 Devčić Ivan 370 Dezza Ernesto 400, 573, 600 Dezzuto Carlo 412 Di Fatta Giuseppe 370 Di Franco Manlio 462 Di Ruberto Michele 114-115, 359-363 passim, 523-531 passim Di Stefano Damiano 88, 337, 689 Di Vagno Giuseppe 419 Di Virgilio Virgilio 411 Diana Silvia Noemí 147 Díaz Buiza Manuel 341 Díaz Hernández Narciso 422 Diaz Pinto Amanda 595 Díez Serna Valentin 517 Dilli Aloísio Alberto 410 Dilweg Guy 340 Dimon Evaldo 87 Dinamarca Donoso Raúl 489 Djama Louis 210, 582 Djédji Jovite 342 Do Nascimiento Alessandro 592 Dobromir Jasztal 345 Dobrovolskas Andrius 86 Doctor John 340 Dodaro Maurizio 339 Dohnal Jan Maria Vianney 182 Domenech Pascual 533 Domíngez Ochoa Carlos Heriberto 421 Domínguez Ferrer Raimundo 340 Domínguez Serna Joaquín 341 Dorfner Dominik 190 Dos Santos Alexandre José M. 253 Dragićević Mate 337, 576 Drmić Petar 576 Dubravski Maksymilian Leonid 254 Duhart Carmen Gloria 595 Dunham Larry 183 Duns Scoto Giovanni (Beato) 452, 484-487, 491, 498, 589, 595, 617 Dureau Buenaventura 171 Durkacz Tymoteusz Piotr 607 Dussan Ligorio Antonio 148 Dziwisz Stanisław 381 E Echevarría Ernesto 564 Echevarria Gorostiaga Felice 112, 519, 521, 531 Echevarría Gorostiaga Luis 520 Echeverría Danilo 175 Echeverry Akjmed 172 Echeverry Hincapié Joaquín Arturo 491, 496 Eguiguren Galarraga Manuel 235 El-Masri Giuseppe 560 Equiza Claudio Dario 465 Ercoli Carmine 421 Erdő Péter 230, 590 Ersilio Stanislao 213 Esarza Peter 376 Escribano Arráez Miguel Ángel 579 Escrivá Domínguez Joan Jordi 340 Esposito Agostino 339 Eterovic Nikola 592 F Fabrizio Daniela 33, 186 Faggioni Maurizio 409 Falbo Francesco 339 Falzarano Giuseppe 341 Farland Roch 211 Farolfi Serafina 532 Fassina Giancarlo 610 Favretto Mario 88, 158, 161-164, 171, 182, 185, 255, 342, 379, 385, 396, 436, 535, 659, 571, 574, 588, 589 Felipe Vicente 183, 535, 59 Felix Jungco 340 Fernández-Gallardo Jiménez Gonzalo 411 Ferrai Cherubino 214 Ferrante Alessandro 427 Ferrari Caetano 254 Ferrari Giuseppe 339 Ferrari Roberto 341 Ferreira Carvalho Armindo de Jesús 338 Ferreira Marques Martinho 419 Fiel Vanderlei Batista 466 Fitzgerald Michele 555, 56 Fitzgerald Paul 613 Fleitas Daniel Alejandro 465 Flesch Margherita 523-524, 527-528, 602, 617 Flesch Maria Rosa 117 Focardi Mazzocchi Francisco 409-410 Focherini Odoardo 532 Folgado López Carlos 467 Forget Roger 418 Forment Charles-André 607 Forte Antonio 595 Fox Thomas J. 420-421 Fraccaro Antonella 411 Francisci de Marchia 411 Freire Hernando Roberto 339 Freyer Johannes 103, 186, 469, 490, 493, 579 Frontini Vincenzo 197 Fusarelli Massimo 88, 91, 100-103, 183, 189, 343346 passim, 398, 471-472, 490, 590 Galea Paolo 503 Gallardo Luis 375 Gallato Sergio 607 G C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 621 INDEX NOMINUM García Araya Alfonso 341 García Chaves Luis Vicente 178 García Domingo 191 García Francisco 178 García González Gabriel Eduardo 351 García Guijarro Francisco 214 García Hernández Bernardo 609 García Manuel 175, 191 Gardin Gianfranco 148 Garuti Adriano 411 Gassen Irineu 164, 384 Gatto Ludovico 411 Gei Fausto 530, 618 Geiger Gregorio 489 Geiser Gregor 472, 489 Gelimin Eligio 397, 571 Gerritsma Frans 338, 340 Gertrude di Helfta 412 Gevers Avellinus 215 Ghanem Paul 466 Giacomello Antonio 468 Giacometti Luigi 467, 584 Gil Pedro 193 Gingerich Charles 467 Giorgini Giorgio 612 Giovannelli Nelson 386 Giovanni Paolo II 10, 56, 98, 182, 197, 228, 250, 434-435, 453-455, 475, 482, 485, 508, 531, 602 Gironi Emanuele 213 Girotti Gianfranco 13 Glemp Józef 381 Glendon Mary Ann 383 Gniecki Czeslaw 363, 381 Goddijn Walter 207 Gómez Eulalio 171 Gómez Francisco 171 Gómez Francisco Leonardo 171 Gómez Jesús 191 Gómez Jiménez Javier 467 Gómez Martínez Eulalio 86, 384-385, 461 Gómez Vergez Francisco L. 384 Gómez-Pinto Piñero Felix 518 Gonçalvez Sergio 255 Gonsalves Anthony 462 González Antonio 171 González Arango Enrique 90 González Artemio 345 González Blasco Pedro 494 González González Amado 339 González Jorge 174 González José Antonio 172 González Montes Adolfo 579 González Nieves Roberto Octavio 253 González Rodríguez Anastasio 513, 516 González Romo Toribio 212 González Tomás 160 González Vázquez Alfonso 191 Gorai Myloslav 461 Goretti Sergio 239 Gosselin Jacques 208 Grallet Jean-Pierre 196, 253 Graziani Michele 418 Gréal Jacqueline 412 Gregoris Serafina 116 Griesenbrok Heribert 208 Grifi Cammilleri Viviana 412 Groß Claudio 338, 448, 465, 577 Grosso Lucius 422 Gruber Manfred 461 Guasti Cesare 117 Guerra Cleonilde 359 Guerra Flavio 466 Guerra Nilde 112, 117 Guibord Laurent R. 413, 419 Guido Mayorga Héctor Octavio 420 Guillermo Paz Carlos 465 Gumieniak Kasjan 205 Gutay José Femilou 86 Gutierrez José Luis 115 Gutiérrez Rivas Moisés 469 Guzmán Francisco 190 Guzzon Valdesir Luís 466 Gwenolé Jeusset 552, 554 H Ha Joseph 468 Haas Konrad 339 Habib Del Rosario Virginie 488 Hansen Luitfried 421 Harosolondrabe Jacques Étienne 87 Harsány Pál Ottó 346 Heinze Markus 338, 536 Helmi Lucas 465 Heras Walter 171, 173-174, 177 Hernández-Ranera de Diego Ángel 513-514 Herrera Bermejo Federico 513, 517 Herrera Cruz Antonio 491 Higgins Michael 148-150 Hillesheim Pacifíco 205 Hinwood Bonaventura 582 Hoehn Rodolfo 217 Hontić Miljenko 149 Hootka Augustine 207 Hopfgartner Willibald 578 Hoppe Leslie J. 467 Hottle Max 375 Hounkarin Jean-Luc 342 Housset Bernard 505 Howaniec Hery Theophilus 254 Huang John Baptist 86 Hudson Patrick 183, 255, 384, 589 Huerta Muro Juan María 171 Hueso Iranzo Fernando 340 Huigens Raphaël 208 621 C07nterno:ACTAORDINIS 622 24-01-2008 16:37 Page 622 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 Hummes Cláudio 353, 578-580, 592 Huynh Thuy Maria 150 Huysentruyt Marcel 337 I Iandiorio Giuseppe 462 Iannuzzi Sabino 341 Ibrahim Najjb 489 Icalina Somerset 376 Idoiaga José Luis 180 Ielpo Francesco341 Iglesias Francisco 183 Ilarduia Juan María 100, 184, 471 Ilunga Mikombe Alex 183 Inchaurbe Bengoechea Andres 206 Iorio Paul 468 Irudaya Samy 147, 149-150, 371 J Janicki Nevin 207 Janik Anthony 467 Jansen André 337 Janssen Athanasius 613 Jasper Frank 89, 589 Jasztal Dobromir 462 Jaworowski Franciszek 205 Jaworski Marian 381 Jaya Maxwell 463 Jiménez Muñoz Javier Alejandro 216 Johannpötter Henrique 254 Jöhri Mauro 371 Joly Dominique 589 Jordá Tomás José Antonio 340 Joriatti Giulio 418 Josip Mrzljak 369 Josuran Maria Michael 369, 461 Jun Jae Raymund Shin 468 Jungco Felix 375 Jurado Basante Fèlix Agobardo 85 Jurišić Hrvatin Gabriel 197 Jurisich Melvin 384-385 K Kaczmarczyk Marius 616 Kähler Christoph 582 Kahlert Filip 461 Kallen Berhnard 215 Kamel Antonio 465 Kao Thaddeus 86 Kapitanović Vicko 197 Karcz Lawrence 213 Karuyama Angelo 614 Kellet Miguel 216 Kemner Gregory 215 Kessedjia Bernard 410 Keulaerds Laetus 615 Khodanistskyi Radoslav 461 Kieffer Kenneth 208 Koch Hadrian W. 338, 581 Koenig Augusto 164, 353 Kohler José 342 Konrad Raphael 339 Kopysterynskyy Dobroslav 461 Koren Matija 149 Korošak Bruno J. 412 Korstjens Oscar 214 Kortevoß Vinzez 610 Kosiba Alojzy 181 Kosiba Luigi 533 Kosla Romuald 363 Kowalczyk Józef 381 Kraj Giorgio 344 Kraljević Svetozar 575 Krenzer Stefan 613 Krišto Milan 149 Kröger Franz Josef 338 Kühn Aurelio José 254 Kummer Blásio 466 Kungys Astijus 85 Kurtović Ljubo 337 Kutzner Engelhard 216 Kvaka Jeremiáš Daniel 465 Kvesić Atonija 149 L La Neve Aldo 467, 589 Labib Kamal 465 Lackner Franz 161, 254, 577 Ladjar Leo Laba 254 Laibach Markus 338 Lally Campion 614 Lamela Fiuza José Alonso 422 Lancaster Campero Guillermo 190 Landel Vincent 584 Langa Adriano 254 Lanzillotta Francesco 339 Larregain José Adolfo 465 Lati Giancarlo 184, 255, 385, 469 Lauriola Giovanni 595 Lauter Hermann-Josef 426 Lázaro de Souza Jorge 338 Lehmann Leonard 103 Leide Iraci 386 Lemi John 468 Leoni Luigi 417 Lesino Antonia 529, 618 Lhabitant Jacques 612 Lice Stjepan 370 Limeira Alves José Maria 421 Lin Bonaventure 86 Linares Cerezuela Francesc 342 Lindmann Armindo 418 Lins de Araujo Marconi 164, 182 Lionetti Bonaventura 199, 208 C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 623 Lluria Carmel 211 Locatelli Fiorenzo 162, 182, 200, 210 Loche Giovanni 345 Löffler Hans-Georg 338 Lombardi Marino 422 Lončar Milan 337 Lopasso Vincenzo 488 Lopata Simone 183, 384, 589 Lopes Semedo Moisés 338 López Martínez Ramíro 608 Lorenzo Joseph 467 Lorscheider Aloísio 600-604, 616, 618 Lovato Stefano 183, 255, 589 Lozano Tello Martín 513, 515 Lubecki Seweryn 345 Lucantonio Bernardino 207 Lütticke Martin 338 Lynch Kevin 462 INDEX NOMINUM M Maarschalkerweerd Roland 614 Macharski Franciszek 381 Macior Lazarus 611 Macora Athanasius 462 Madeiros Umberto 468 Madersbacher Bonifaz 217 Maggioni Enzo 341 Magro Pasquale 186, 406 Magro Sylvester Carmel 254, 502-503, 552 Magyar Gergely 183 Maiani Marcello 425 Maiella Agnelo Gerardo 353 Maier Matthias 449, 578 Mailleux Romain 185, 197 Maina Claudio 488 Maing Gabriel 466 Maiolo Giuseppe 339 Majadas Málaga Andrés 513, 517 Majadas Málaga Vicente 513, 517 Majewski Ksawery 461 Majnek Antal 254 Makamure Tanasio 463 Malagola Marco 536 Maldonado Barrero Víctor Manuel 255 Maldonado Víctor 175 Manderla Adrian 535 Mandic Leopoldo (San) 14 Mandolini Giancarlo 412 Manduchi Bonifacio 610 Manipadath V Johnson 462 Manns Frédéric 396 Maquinad Mar 376 Maračić Ljudevit 149 Marcellan Giovanni 612 Marchal Roger 60 Marcigliano Domenico 462 Marfil Albert 376 623 Mariani Nazareno 411 Marić Ante 337 Maroto Moreno Félix 513, 516 Marques Jorge 338 Márquez Nicolás 462 Martín Carbajo N. 346 Martina Gerónimo 147 Martinelli Giovanni 254, 503, 552, 570 Martínez Fresneda Francisco 490 Martínez Mora Jesús 420 Martini Carlo Maria 396 Martorelli Giulio 337 Mascarenhas Louis 86, 340, 375, 467 Mascia Matteo 538 Massafra Angelo 253 Massana Mola Josep-Maria 342 Mastropierro Antonio 422 Masucci Alfredo 213 Maté Calzada Santiago 516 Matić Ivan 150, 369, 370-371, 504-505, 590 Matić Renato 370 Mattei Giampaolo 391, 393 Mauritz Wolfgang 337 Mazgaj Stanisław 461 McCormack Austin 88, 589 McDonald Gerard 209 McGinn Finian 88, 182-183, 255, 384, 385, 436, 576-577, 588 McGrath Aidan 467 McLellan Daniel 462 Meesters Piet 337 Mégarbané Christianne 573 Melícias Lopes Vítor José 588 Melicias Vitor 178 Mello Alberto 488 Melone Mary 346 Menechelli Fausto 608 Menegatti Valentino 184, 590 Menoni Simone 572 Mercogliano Vito 341 Mercuri Chiara 186 Merlini Silvio 488 Merlino James 419 Mertens Benedikt 581 Mertens Olaf 425 Meseguer Meseguer Domingo 424 Messa Pietro 411 Messerich Valerius 419 Messina Joseph 213 Metz Eduardo 340 Micangeli Augusto 469 Micarelli Barbara 525, 617 Michael Peter 255 Micic Leopoldo 588 Middendorf Eugene 212 Miele Bruno 162, 462 Mignoli Bartolomeo 425 C07nterno:ACTAORDINIS 624 24-01-2008 16:37 Page 624 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 Mihály Juraj Andrej 465 Milavec Primoz 207 Mili Jude J. 213 Milo Anna 572 Milovitch Stéphane 488 Mirri Franco 382 Miscamble Phillip 466-467 Mistrih Rashid 462 Mizgiris Ramunas 86 Modonesi Almiro 341 Molina Víctor 175 Montanari Antonio 412 Montes Moreira Antonio 254 Montoya Julio María Elías 254 Moore Gerardo 89 Morales Morales Alberto de Jesús 609 Morales Rodríguez José Santos 609 Morao Andreazza Luis 196 Moreira Pereira de Faria José M. 467, 589 Morganti Alfredo 526, 617 Mosconi Anacleto 197 Moser Gioacchino 611 Mota Fernando 338 Mota Rosalvo 150 Mottola Francesco 529, 530, 532, 618 Moya Ovejero Juan Carlos 340 Mrzljak Josip 149 Müller João Inácio 466, 604 Muniz Alves João 87 Muñoz Gutiérrez Enrique 461 Murawiec Wieslaw 363 Muro Aréchiga Juan Ignacio 158, 163-164, 166, 171, 182, 255, 384-385, 396, 436, 469, 589 Murwito Aloysius 254 Musara Emmanuel 463 Muscat Noel 462 Musser Frederic 607 Mušura Franjo 612 Muttathupadathu Alfonsa 111, 358, 531-532 Muzzi Sara 412 N Nadali Pierluigi 608 Nagy Stanisław 381 Nairn Thomas 466 Naluparayil Jacob 488 Nardoianni Antonio 467 Navarro Aguado Anastasio 610 Navío Colado Julián 515 Nazzaro Giuseppe 254 Ndingi Raphael 101 Negro Marcello 423 Neri Francesco 197 Newington Luke 611 Neyland Quintin 420 Nguyen Duy Hung Francis Xavier 150 Nguyen Thanh Hai Paul 504 Nguyen Thyet Maria 150 Nguyen Van Si Ambrogio 158, 182, 255, 349, 375, 384, 397, 436, 588 Nicholson Xavier 608 Nickels Lawrence 340 Nimac Zvonimir 207 Nogemane Vumile 582 Norcini Pierantonio 341 Nowak Bernard 615 Nowak Edoardo 111-116 passim, 525-526 Numgaudis Gediminas 86 Nunes Lopez Zacarias 87 O Ó Ceallaigh Fiachra 254 Ó Laoide Caoimhín 463 O’ Boyle Joseph 255 O’Toole Joseph 463 Obico Baltazar 183, 375 Occhiuto Fabio 339 Ochoa Chapula Ernesto 206 O’Connor John 469 Ojeda Pascual Julio 254 Olgiai Feliciano 599 Olgiati Simpliciano 599, 614, 618 Oliver Climent Juan Tomás 254 Onorio di Autun 412 Orduña Ortiz César Javier 183, 255, 384, 468, 589 Ortaglio Luigi 339 Ortega Mario 177 Orth Francisco 209 Ossa Valencia Gabriel 616 Ovejero Gómez Marcelino 513, 515, 516 Overend Rigillo Sandro 83, 183 Oviedo Lluis 189 P Pabin Andrej 363 Pachêco Ramos Antônio 87 Pagliarini Pietro 338 Pagnozzi Tarcisio 339 Paixão Francisco 164 Pajkos James 216 Páll Leó 183 Pallante Maurizio 536 Palma Ernesto 171 Palmarozza Giulio 341 Palmieri Thaddeus 209 Panella Davide 341 Pantusa Maria Concetta 118 Paolazzi Carlo 197, 412, 596 Paolo VI 5, 228 Paonessa Ralph 467 Papa Diana 412 Papaleo Umberto 339 Papež Viktor 341 Pappalardo Carmelo 489 C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 625 INDEX NOMINUM Pardilla Ángel 197 Parlato Eduardo 339 Parra Mora Alberto 351 Paskai László 253 Pastidio Generoso 376 Pastro Cláudio 386 Patton Francesco 469 Paul Bonaventure 157 Paul Que Vu Xuan 150 Pavlicek Pietro 209, 526, 617 Pavlik Jerome 209 Pavlou Telesfora 489 Pavlovic Ivica 338 Pazzini Gloriano 342, 589 Pegoraro Claudio 468 Pelayo Orozco Joaquín 341 Pellachin Renato 424 Pellicer Iborra Carmen 492 Pennacchini Bruno 488 Pepe Franco 341 Perantoni Pacifico 33, 210 Pereira das Neves José 341 Pereira Mendes Teixeira Victor 611 Pérez Alvarez Alfredo 611 Pérez Simón Luis 338 Perić Ratko 576 Perlingieri Biagio 423 Perugini Luigi 113, 117, 150, 385, 430, 468, 590 Peskaitis Arunas 149 Petanjak Ivica 140 Petrella Mario 423 Phi Khanh Vuong Dinh Khoi 150 Piacitelli Cristoforo 216 Piasentin Fabio 381 Picciafuoco Umberto 197, 614 Picerno Luigi 613 Piek Herman 340 Pieper Lori 148, 186 Pieronek Tadeusz 381 Pierri Rosario 197, 345 Pimentero Rolie 376 Pine Cristino 376 Pinili Melito 588 Pinto José 338 Pinzón de León Juan Manuel 148 Pio da Pietrelcina (San) 14 Piscitello Primo 468, 585 Pizzaballa Pierbattista 33, 161, 186, 202, 344, 394, 462, 590 Plent Edmond 613 Plogmann Norbert 338 Polignone Tonino 609 Pontoglio Onorio 571 Pontus Gregorius 462 Póppiti Filomeno 164 Porcelli Marino 158, 384 Portka Samuele 183, 363, 384, 589 Postma Rupert 614 Pozzerle Jacopo 536 Pradella Fedele 467, 589 Prakash Joy 89, 590 Prangenberg Valeriano 613 Prata de Carvalho Diamantino 254 Prieto del Pozo Benigno 513-515 Pring-Mill Robert D. F. 412 Prisco Cajes 340 Puchberger Alexander 449, 463, 578 Puodziunas John 85 Pusma Salomón 171 Quero Francesco 615 Quinn Aloysius 212 Q R Rabemahafaly Roger Aimé 369 Racek Matúš Pavol 465 Radman Ivo 207 Rakoczy Tadeusz 381 Rakotoarison Robert Alain 87 Ramírez Ramírez Juan 86 Ramón Medina Juan 580 Ramos Valmir 164 Ramos Xavi 150, 370 Ramsamy Krisnah 369 Rangel Mendoza Salvador 86 Raniero Lorenzo 463 Rañoa Anfres 377 Raonizampenoarivo Pascal 87 Rasera Therezinha 223 Rasolonjanahary Jean Pierre 87 Ratzinger Joseph 329 Rayes Joseph 208 Re Giovanni Battista 195 Recasens Murillo Joaquín 342 Recchia Stefano 571 Redaelli Angelo 572, 595 Redoblado Lino Gregorio 86, 376 Reesink Diogo 254 Reig Pla Juan Antonio 579-580 Rendora Randy 375 Reschiglian Massimo 407 Reséndiz Reyes Alfonso 461 Rhoden Marino Pedro 466 Ricard Jean-Pierre 505, 507-508, 525 Riccio Antonio 89, 337 Richardt Franz 338 Ridolfi Antonio 462 Rieger Rafael 339 Rigall Pujol Jaume 616 Rimac Lovro 611 Rinaldi Giovanni 589 Rincón Cruz Marcos 595 Río Rojo Saturnino 513, 517 625 C07nterno:ACTAORDINIS 626 24-01-2008 16:37 Page 626 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 Rioja Carlos Héctor 466 Riquelme Pedro 578, 58 Robelt Thomas 338 Roche Finian 215 Rodé Franc 10, 223 Rodendo Lucilene 386 Rodrigo Antonio 513, 516 Rodríguez Carballo José 21-57 passim, 69, 8283, 87-88, 93, 95, 154-155, 157-193 passim, 195, 204, 285-335 passim, 344, 346, 350, 353, 373, 375-381 passim, 384, 393, 402, 405, 409, 412, 431-460 passim, 463, 490-491, 502504, 538, 547-553 passim, 570-593 passim, 605-607 Rodríguez Elvira Mercedes 181 Rodríguez Fernández Tarsicio 427 Rodríguez Guillermo 192 Rodríguez Lopez Vidal 190 Rodríguez Madariaga Oscar Andrés 253, 255 Rodríguez Rico Guillermo 467 Rodríguez Simón Miguel 519-520 Rogelio Covero 340 Romanelli Gabriele 489 Romero García Francisco Manuel 183, 342, 384, 589 Romero Remigio 175 Ronzano Gabriele 214 Rosaia Marino 209 Rosales Gaudencio 376 Rosati Giancarlo 89, 465 Rosini Fabio 380 Rossetto Enrico 206 Rossi Berardo 595 Röttgen Lukas 614 Rovegno Juan Ramon 595 Rozansky Joe 471, 535, 536 Ruano Pedro 375 Ruggeri Costantino 415, 421 Ruíz de Loizaga Ullibarri Saturnino 103 Ruiz Verdú Pedro 342 Russotto Mario 370 Ruzić Dragan 576 Ryłko Stanisław 388 S Sacconi Antonio M. 197 Saco Alarcón César 487, 595 Sáez De Ibarra López Antonio 520 Saint-Martin Roland 419 Salamon Grzegorz Witold 595 Salarich Abril Albert 342 Salomone Quirino 337 Saludes Martínez Natalio 339 Samac Šime 181-182, 255, 337, 344, 384, 436, 574, 588, 590 Samy Irudaya 142-151 passim Sánchez Hernández-Ranera Alfonso 513, 516 Sanchez Sorondo Marcelo 383 Sanchez Viloria M. della Natività 527 Sandlin Joseph 614 Sandri Leonardo 525 Sang-Seon Paolo Oh 384 Sannino Antonio 339 Santateresa Pedro 469 Santoro Michele 339 Santos Ballesteros Edgar 85, 171 Sanz Montes Jesús 254 Sanz Rafael 193 Saraceno Antonio 147 Saraiva Marcos 378 Saraiva Martins Giuseppe 111-116 passim, 359-363 passim, 505-531 passim Šarčević Jure 149 Sardella Donato 341 Sartori Eusebio 420 Sartorio Lorenzo 595 Scabio Antonio 463 Scarpetta Gennaro 215 Schafer Carl 369 Schalück Hermann 535 Schauerte Antonio 466 Scheeler Jeffrey 576 Scheifele Claus 339 Schillings Philippe 183, 195, 255, 384, 589 Schlosser Marianne 198 Schmitz Quirino 423 Schneider Herbert 90, 598 Schneider Johannes 595 Schöch Nikolaus 184 Schwarzl Rupert 449, 463, 577-578 Schwerz Nestor 100, 183, 351, 471, 590, 495 Schwietz Łukasz 611 Scocca Fernando 186 Scozzina Luis 147, 164, 170, 384 Segiet Raphaël 342 Šego Miro 575 Sekito Alberto 340, 375 Sell Schatzinger Christian 205 Selvanayagam Antonio 151 Sépinski Agostino 199 Sepp Willibrod 612 Sequeri Pierangelo 411 Serra Junipero 527, 614 Sesar Ivan 337, 574, 588 Sevrin Jean Marie 490 Short William 89 Shukardin Samson 157 Shyrokoradiuk Symon 461 Sica Rubén Jesús 466 Siekierka Ernest Karol 183, 342, 463-465, 589-590 Sileo Leonardo 195 Sisto Gianfrancesco 100 Skoko Iko 337 C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 627 Skworc Wiktor 381 Slattery William 254 Smith Paul 462, 466 Smolic Bernard 425 Solaguren Basare 206 Soobaroyen Marie Thérèse 369 Sopta Jozo 182 Sorci Pietro 195 Sorrentino Domenico 232, 239, 406 Špelič Miran 341 Spies Hans-Georg-Athanasius 337 Stapel Hans 225, 386 Stapel Paul 386 Starzer Karl 213 Šteko Miljenko 337 Stenzel Taciano 609 Stojić Dobroslav 424 Strehovec Tadej 341 Sukartanto Stanislaus 466 Sulse Joel 86 Sunarko Adrianus 466 Svalina Stanko 207 Syukur Paskalis Bruno 462, 466, 589 Sztyk Witoslaw 345 Szwałek Makary 205 Szyrokoradiuk Stanislav 254 T Tabarelli Lanfranco 87 Tasca Marco 237 Tax Bulux Germán 190 Teixeira Celso Márcio 164 Tejado Librado Ramon 513, 516 Tejera Pérez José Lucas 341 Temperini Lino 186, 188 Thanh Minh Irene 150 Thome Wolfgang-Sylvester 337 Tibong Christopher 376 Tierrablanca Rubén 549, 552, 554 Tilley Sandra 369 Tindo Peter 588 Tokalic Juro 504 Tomasi Travaglia Adriano 254 Tong Kawang-Ching Bernardino 607 Torrassa Ugolino 205 Tosini Alberto 182 Tovar Alhama José María 206 Trávez Trávez Fausto 175, 254, 468 Travizza Modesto 609 Trepin Eugenio 419 Trivellin Gabriele 588 Tse John Baptist 346 Tual Fuad 398 Tueng Laurentius 466 Tumpach Johannes Matthias 339 Tung Bonaventura 86 Turati Pietro 572 INDEX NOMINUM U Ulloa Frank Miki 190 Unsner Sebastian 86, 100, 182 Unterhofer Gerold 215 Urrestarazu Javier Unanue 89 627 V Vaiani Cesare 67, 189, 341 Valdivia Lorenzo158.171 Valle Edênio 165 Vallecillo Martín Miguel J., 88, 164, 171, 180-182, 184, 398, 398, 436, 491, 535, 551, 553, 578, 580, 583, 585, 588 Valmorbida Luiz 215 Van den Berk Jan-Jozef 426 Van den Eijnden Jan 340 Van Der Reijken Fer 340 Van Iersel Florentinus 422 Van Laer Robert 337 Van Luyn Adrianus Herman 15 Van Opstal Daniël 426 Vandesteene Marcel 423 Varano Battista 528 Várnai Jakab 88, 160-161, 164, 171, 177, 182, 255, 384, 396, 436, 491, 577-578, 580-581, 589-591 Vasilj Jozo 610 Vattalil Maria 520 Vaughn John 59, 62, 153 Vavrek Dennis 462 Vegliò Antonio Maria 19 Vela Raúl Eduardo 176 Velaso Yeregui Saverio Averius 489 Venaruzzo Loris 463 Verdick James 210 Vergeer Theodorus 466 Veselka Sarkander 426 Vetrali Tecle 463, 554, 560-561 Veuthey Leone 496 Vhiara (Santa) 332 Vianney Giovanni Maria (San) 14 Vicedo Vicedo Salustiano 613 Vicuña Marco 175 Vieira Cícero 164 Vignolo Roberto 411 Vilá Virgili Francesc 342 Villalobos Avendaño Oscar Guadalupe 468 Villarruel Cervantes Pablo 607 Viola Vittorio 255, 392 Visser-Pelsma Wilhelmina 371 Vítores González Artemio 345, 384 Vlašić Petar 574 Vodopjanovas Linas 86 Vollmer Caron 418 Vombömmel Lino 425 W Wadding Luca 32, 33, 186 C07nterno:ACTAORDINIS 628 24-01-2008 16:37 Page 628 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 Waenchimplee Peter 375 Wagner Gregor-Laurentius 337 Wagner Maximilian 339 Waldmüller Paul 339 Wanke Joachim 581 Warburton Jordan 466 Warot Alojze 100-101, 186, 343 Wegleitner Gottfried 449, 463, 578 Weis M. Fedele 117, 361, 531-532 Wenigwieser Fritz 449, 463, 578 Werner Matthias 186, 581 Wheatley Dennis 467 Wierinck Hilaire 337 Wilfrid Fox Napier 253 Wilges Ireneu Sílvio 254 Williams Peter 86, 467 Woicienga Jordão 420 Wong Placid 86, 346 Woon Serena 150 Wördehoff Burkhard 615 Wouters Rogelio 164 X Xuereb Joseph Benedict 598, 612 Z Zaccagnini Gabriele 412 Zahner Paul 182, 338, 461 Zając Natanael 451 Zaki Adel 465 Zamkovský Joszef 205 Záň Peter 89, 589 Zanelli Leonardo 206 Zankanella Ulrich 161, 463, 578 Zapanta Gerardo 190, 468 Zappl Martín 171 Zarragua Iturriaga Miguel 520 Zbieranski Roman 608 Zdrzałek Kazimierz 207 Železnjak Željko 370 Zerdin Anton 254 Zerla Guido 613 Živkovic Vitomir 214 Zore Stane 341 Zungu Vincent 101 Żwirek Stefan 205 C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 629 TABULA MATERIARUM PERIODICI «ACTA ORDINIS» FRATRUM MINORUM (An. CXXVI, IANUARII - DECEMBRIS 2007 – N. 1-3) EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS Fasc. 1 1. Messaggio per la quaresima 2007 ............................3 2. Pace e Bene ...............................................................4 3. Omelia a conclusione della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani ........................5 4. Messaggio per la xxii Giornata Mondiale della Gioventù del 1° aprile 2007 .......................7 5 Discorso in occasione della Giornata Mondiale della Vita consacrata .........................................10 6. Incontro con il Seminario Maggiore di Roma .........12 7. Discorso ai Penitenzieri delle quattro Basiliche pontificie romane .............................................13 8. Incontro di Benedetto XVI con i Parroci ed il Clero di Roma...................................................14 9. Discorso ai partecipanti al Congresso promosso dalla Commissione degli Episcopati della Comunità Europea (COMECE) .......................15 10. Francesco di Assisi: traduzione del «Beati i poveri in spirito»..................................17 11. Carta del Prefecto de la Congregación para las Iglesias Orientales a los Obispos católicos con motivo de la colecta “pro Terra Sancta” .....18 Fasc. 2 1. Discorso all’Assemblea plenaria dell’Unione Internazionale Superiore generali ...................223 2. Discorso di Benedetto XVI in occasione della visita alla “Fazenda da Esperança” ........224 3. Saluto di Benedetto XVI alle Clarisse...................226 4. Discorso all’Udienza generale del mercoledì .......227 5. Lettera al Primate di Ungheria, Card. Péter Erdő, per l’VIII Centenario della nascita di santa Elisabetta di Turingia o d’Ungheria ................230 6. Visita pastorale di Benedetto XVI ad Assisi in occasione dell’ottavo centenario della conversione di san Francesco.................231 1. Saluto alle Clarisse......................................231 2. Omelia nella concelebrazione eucaristica ...231 3. Angelus .......................................................235 4. Saluto alle Suore cappuccine tedesche........236 5. Discorso al Capitolo generale OFMConv ...237 6. Discorso al clero, religiosi e religiose ........238 7. Discorso ai giovani .....................................242 7. Messaggio per la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù ................................................246 8. Angelus, ................................................................251 CONVENTUS CARDINALIUM ET EPISCOPORUM OFM Fasc. 2 1. Programma............................................................253 2. Partecipanti ...........................................................253 3. Cronaca .................................................................253 4. Saluto di benvenuto del Ministro generale............256 5. Riflessioni sul carattere ecclesiale del carisma francescano ..................................257 6. La vita e la missione dell’Ordine...........................266 7. Espiritualidad del Obispo franciscano...................270 8. Omelia alla Concelebrazione conclusiva ..............277 9. Il «grazie» del Ministro generale...........................280 10. Cardenales y los Obispos OFM a los hermanos de la Orden de Frailes Menores ......................281 11. Lettera del Ministro generale a Benedetto XVI.....282 12. Lettera di ringraziamento al Card. Giovanni Battista Re .........................283 EX ACTIS MINISTRI GENERALIS Fasc. 1 1. Encuentro del Definitorio general con los Obispos OFM ..............................................21 2. Informe al encuentro de los nuevos Ministros provinciales ..........................21 3. Verso l’VIII centenario: inizio della seconda tappa ...........................................29 4. Inaugurazione del nuovo Archivio Storico OFM ....32 5. Informe al encuentro con las Conferencias de Ministros provinciales de América Latina....34 6. Omelia per la conclusione del Capitolo delle Stuoie delle Case dipendenti dal Ministro generale ..............................................41 7. Carta del Ministro general con motivo de la Pascua 2007..............................................43 8. Lettera a Benedetto XVI in occasione del suo compleanno ..........................................47 9. Informe al encuentro con la Conferencia de Ministros provinciales de España y Portugal ....48 10. Lettera per la Canonizzazione di due Frati Minori.....56 Fasc. 2 1. Informe al encuentro de Presidentes de las Conferencias 2007 ................................285 2. Omelia per la festa di S. Maria Mediatrice............291 3. Carta a los Hermanos jóvenes de la Orden con ocasión del 3er. Capítulo de la Esteras .....292 4. Saluto ai giovani in occasione della Visita di Benedetto XVI ad Assisi ..................320 5. Omelia per l’invio di nuovi missionari..................322 6. Discorso in occasione del bicentenerio della canonizazione di san Benedetto il Moro .........324 7. Carta a las Hermanas de la Orden de la Inmaculada Concepción con motivo de la fiesta de Santa Beatriz de Silva ......................326 8. Omelia in occasione della Festa del Perdono d’Assisi.............................................328 9. Discorso in occasione della XXVII marcia francescana ad Assisi ..........................329 C07nterno:ACTAORDINIS 630 24-01-2008 16:37 Page 630 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 10. Lettera del Ministro generale per la Festa di santa Chiara .......................................332 Fasc. 3 1. Carta a todos los Ministros y Custodios................431 2. Omelia in occasione della Festa dell’impressione delle Stimmate.....................431 3. Lettera del Ministro e Definitorio generale per la Festa di san Francesco 2007..................433 4. Celebrazione in onore della Beata Maria della Passione .................................................436 5. Omelia in occasione della Festa di san Francesco..............................................438 6. Relazione del Ministro generale all’Assemblea dell’UFME ..............................440 7. Discorso ai Frati della Provincia “San Leopoldo” ..............................................448 8. Incontro con le Suore francescane ........................450 9. Omelia per la festa del beato Giovanni Duns Scoto ......................................452 10. Saluto all’atto accademico per il 60° della Pont. Accademia Mariana Internazionale .......454 11. Omelia in occasione del 60° anniversario della Pontificia Accademia Mariana ...............455 12. Carta con ocasión de la solemnidad del Nacimiento de nuestro Señor Jesucristo....457 CAPITULUM GENERALE EXTRAORDINARIUM Fasc. 1 1. Quelques impressions... .........................................59 2. Au suivant!..............................................................60 3. Il Documento del Capitolo generale straordinario .....62 E SECRETARIA GENERALI Fasc. 1 1. Statuta peculiaria de Visitatione canonica deque Praesidentia Capituli provincialis...........69 2. Capitulum Intermedium Prov. S. Pauli Apostoli in Columbia..................85 3. Capitulum Prov. S. Casimiri in Lithuania ...............85 4. Electio extra Capitulum Prov. Ss. Petri et Pauli de Michocán in Mexico........................86 5. Capitulum Intermedium Prov. S. Mariae Reginae Sinarum in Taivania ............................86 6. Capitulum Prov. S. Petri Baptistae in Philippinis.....................................................86 7. Cust. «Immculatae Conceptionis BMV» in Madagascaria erectio ....................................86 8. Capitulum Prov. Assumptionis BMV in Brasilia..........................................................87 9. Prov. S. Thomae Apostoli in India nova ordinatio ..................................................87 10. Capitulum Prov. ss. Martyrum Marochiensium in Portugallia.....................................................88 11. Visitatores generales ...............................................88 12. Notitiae particulares ................................................89 1. Nuova Fondazione ..............................................89 2. Delegato generale ...............................................89 3. Fond. della Prov. S. Croce negli USA..................89 4. Custodie ..............................................................89 5. Casa dipendente dal Ministro generale...............89 6. Commissioni........................................................89 Fasc. 2 1. Capitulum Intermedium Prov. Aprutiorum S. Bernardini Senensis in Italia .......................337 2. Capitulum Intermedium Prov. S. Ioseph Sponsi BMV in Belgio ....................337 3. Capitulum Prov. Assumptioni BMV in Herzegovina................................................337 4. Capitulum Intermedium Prov. Trium Regum in Germania .............................337 5. Capitulum Prov. Saxoniae S. Crucis in Germania .....................................338 6. Capitulum Prov. Thuringiae S. Elisabet in Germania...................................338 7. Capitulum Fed. Franciscanae in Marokio .............338 8. Capitulum Prov. Ss. Martyrum Marochiensium in Portugallia.........................338 9. Capitulum Prov. S. Iacobi a Compostela in Hispania ......................................................339 10. Capitulum Prov. Calabriae Ss. Septem Martyrum in Italia ........................339 11. Capitulum Prov. S. Antonii Patavini in Germania ....................................................339 12. Capitulum Prov. Neapolitanae Ss. Cordis Iesu in Italia ...................................339 13. Electio extra Capitulum Prov. Ss. Cordis Iesu in F.C.A.S...............................339 14. Capitulum Intermedium Prov. Valentiae et Aragoniae S. Ioseph in Hispania .................340 15. Electio Cust. S. Antonii Tatavini in Philippinis.....340 16. Capitulum Prov. ss. Martyrum Gorcomiensium in Nederlandia ......................340 17. Capitulum Prov. Samnito-Hirpiniae S. Mariae Gratiarum in Italia ..........................341 18. Capitulum Intermedium Prov. Mediolanensis S. Caroli Borromaei ...............341 19. Capitulum Intermedium Prov. S. Crucis in Slovenia.......................................341 20. Capitulum Prov. Baeticae in Hispania...................341 21. Capitulum Prov. Verbi Incarnati in Togo...............341 22. Capitulum Prov. Catalauniae S. Salvatoris ab Horta in Hispania ..................342 23. Visitatores generales .............................................342 24. Domus suppressae.................................................342 25. Notitiae particulares ..............................................342 Fasc. 3 1. Electio extra Capitulum Prov. ss. Petri et Pauli de Michoacán in Mexico ...........461 2. Capitulum Intermedium Prov. Assumptionis BMV in Polonia .............................461 3. Electio extra Capitulum Cust. Aut. Christis Regis in Helvetia .....................................461 4. Capitulum Prov. S. Michaëlis Arcangeli in Ucraina..............................................................461 5. Capitulum Prov. Christis Regins in Canada ..........461 6. Fund. Thailandiæ electio ......................................462 7. Capitulum intermedium Cust. Terræ Sanctæ in Israel..................................462 8. Capitulum Intermedium Prov. Salernitano-Lucanæ Immaculatæ Conceptionis BMV in Italia .............462 9. Capitulum intermedium Prov. Venetæ S. Antonii Patavini in Italia ...................................462 10. Capitulum Cust. Boni Pastoris in Zimbabua.........463 11. Prov. S. Leopoldi in Austria/Italia electiones........463 C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 631 TABULA MATERIARUM 12. Prov. S. Bernardini Senensis in Austria suppressio.......................................463 13. Prov. B. Engelberti Kolland in Austria/Italia suppressio..............................463 14. Prov. S. Leopoldi in Austria erectio.......................464 15. Capitulum Intermedium Prov. S. Familiæ in Aegypto.....................................465 16. Capitulum intermedium Prov. S. Salvatoris in Slovachia ...............................465 17. Capitulum Prov. S. Francisci Solano in Argentina.........................................465 18. Capitulum Prov. S. Francisci Assisiensis in Brasilia........................................................466 19. Capitulum Sancti Spiritus in Australia .................466 20. Capitulum Prov. S. Michaëlis Archangeli in Indonesia ..................................466 21. Capitulum Intermedium Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV in USA........466 22. Extra Capitulum electio Prov. Assumptionis BMV in USA ...........................467 23. Visitatores generales..............................................467 24. Domus suppressae .................................................468 25. Notitiae particulares ..............................................468 E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS Fasc. 1 1. Apertura del Noviciado Interprovincial de la Conferencia del Cono Sur ........................91 2. Conferimento del dottorato honoris causa a Fr. Cesare Cenci.......................92 3. The XI International Council for Formation and Studies ......................................93 4. Visita alle Prov. in Slovacchia e nella Rep. Ceca ..101 5. Notitiae particulares ..............................................102 Fasc. 2 1. Corso per Formatori OFM ....................................343 2. Incontro dei Formandi e Formatori della Conferenza Nord-Slavica .......................343 3. Notitiae particulares ................................................345 1. Pontificia Università Antonianum.....................345 2. «Studium Biblicum Franciscanum» Hong Kong a Ministro generale dependens .............346 3. Case di Noviziato ....................................................346 Fasc. 3 1. Il 2° Congresso Internazionale dei Moderatori di Formazione Permanente OFM .......471 2. Saluto del Ministro generale per l’apertura dell’Anno Accademico 2007-2008.......482 3. Discorso del Ministro generale in occasione dell’Atto Accademico della PUA .....485 4. Notitiae particulares..............................................487 1. Pontificia Università Antonianum.....................487 2. Casa di Noviziato ..............................................490 3. Formazione e Studi ...........................................490 E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE Fasc. 1 1. Statuti Peculiari del Segretariato generale per l’Evangelizzazione e Missioni (SGEM) .........105 631 2. Statuti Peculiari del Consiglio Internazionale per l’Evangelizzazione (CIE)..........................108 Fasc. 2 1. Incontro dei missionari in Asia..............................349 2. Invio di nuovi Missionari ......................................350 3. Corso di formazione missionaria in Colombia......351 Fasc. 3 1. Primer Congreso de Educadores Franciscanos de Europa...............491 2. Convenzione tra i Vicariati Apostolici di Tripoli e Benghazi in Libia e l’Ordine dei Frati Minori..............................502 3. Il Ministro generale invia nuovi missionari ..........504 E POSTULATIONE GENERALI Fasc. 1 1. Ponens in Causa Beatae Alfonsae ab Immaculata nominatur................................111 2. Iuridica validitas Inq. in Causa SD Miradei a Prov. declaratur.............................................111 3. Ponens in Causa SD Cleonildis Guerra nominatur ........................................................112 4. Facultas sepulcra Martyrum Felicis Echevarria et SS. aperiendi..................112 5. Facultas Transumptum inq. super miro in Causa Beatae Transitus aperiendi ...............113 6. Iuridica validitas declaratur Inquisitionis in Causa SD Petri Pavlicek .............................113 7. Facultas Transumptum inquisitionis super miro in Causa Ven. SD Caesaris Guasti aperiendi ...113 8. Iuridica validitas Inquisitionis super miro in Causa SD Antonii Antic declaratur .................114 9. Relator in Causa SD Clarae Ricci nominatur ........114 10. Relator nominatur in Causa SD Miradei a Providentia ...................................................115 11. Facultas Transumptum aperiendi Inq. dioec. super miro in Causa B. Ludovici a Casaurea ..115 12. Facultas Transumptum aperiendi Inq. dioec. super martyrio SS D Petri de Corpa et Sociorum......................................115 13. Validitas iuridica declaratur Inq. dioec. super miro in Causa Ven. Seraphinae Gregoris.........116 14. Postulationis generalis vota pro Summi Pontificis prosperitate .....................................116 15. Notitiae particulares...............................................117 Fasc. 2 1. Canonizzazione del Beato Antonio di Sant’Anna Galvão.......................................353 1. Note di cronaca..........................................353 2. Omelia di Benedetto XVI ............................354 3. Antônio di Sant’Anna Galvão .....................357 2. Decretum super miraculo B. Alfonsae ab Immaculata Conceptione............................358 3. Decretum super virtutibus SD Cleonildis Guerra......................................359 4. Decretum super virtutibus SD Mariae Fidelis Weiss.................................361 5. Canonizzazione del Beato Simone da Lipnica ......363 1. Cronaca ......................................................363 2. Omelia di Benedetto XVI ............................364 3. Simone da Lipnica ......................................366 C07nterno:ACTAORDINIS 632 24-01-2008 16:37 Page 632 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 Fasc. 3 1. Beatification de Sœur Marie-Céline de La Présentation...........................................505 2. La beatificazione di ventinove Martiri Frati Minori.........................................511 3. Decretum super miraculo Beatæ Mariæ Bernardæ Bütler..............................................522 4. Decretum super miraculo SD Mariæ Rosæ Flesch...................................523 5. Nuntium de beatificatione Ven. SD M. Cælinæ a Secretaria Status datur .........525 6. Congregatio de Causis Sanctorum nuntium papale confirmat ...............................525 7. Facultas conceditur Transumptum Inq. Dioec. super miro in Causa M. Iosephæ Micarelli aperiendi..........................................525 8. Relator in Causa SD Petri Pavlicek nominatur .....526 9. Facultas datur exuvias SD Alfredi Morganti Ostrae transferrendi.........................526 10. Facultas datur Transumptum Inq. Suppl. super virtutibus in Causa SD M. Franciscæ a I. Infante aperiendi ......................526 11. Facultas cenceditur Transumptum Inquisitionis super miro in Causa B. Juniperi Serra aperiendi..............................527 12. Ponens in Causa Ven. SD Mariæ Rosæ Flesch nominatur........................................................527 13. Postulator generalis gratias Summo Pontifici pro canonizationæ B. Simonis agit .................528 14. Facultas Transumptum Inq. dioec. super miro aperiendi in Causa Beatæ Baptistæ Varano.....528 15. Facultas datur Transumptum Inq. dioec. Suppletivae aperiendi in Causa SD A. Lesino.529 16. Facultas conceditur Transumptum Inq. dioec. super martyrio aperiendi in Causa Reginæ M. Vattalil ..........................................529 17. Ponens in Causa SD Francisci Mottola nominatur ..........................................529 18. Facultas datur Transumptum Inq. dioec. super virtutibus in Causa SD F. Gei aperiendi.........................................530 19. Validitas iuridica declaratur Processus Ap. super miro in Causa Ven. SD Mariae Christinae a Sabaudia ...................530 20. Validitas iuridica declaratur Inquisitionis super miro in Causa B. Ludovici.....................531 21. Notitiae particulares ..............................................531 STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM (31 Decembris 2006) Fasc. 1 I. Relatio de statu personali et locali Ordinis............119 II. Fratres omnes unicuique Provinciae vel Cust. Aut. adscripti ........................................123 III. Fratres et domus secundum regiones ...................127 IV. Status domum et presentia fratrum in singulis nationibus ..........................................130 V. Provinciae vel Cust. Aut. juxta numerum fratrum et novitiorum......................133 VI. Incrementum vel decrementum numeri fratrum ..136 VII. Inter 2006 et 2005 comparatio .............................140 VIII. Alumni cursus Philosophiae, Theologiae et ad Gradus Academicos....................................143 EX OFFICIO PRO “IUSTITIA, PACE ATQUE INTEGRITATE CREATI” Fasc. 3 1. 3° Incontro Europeo degli Animatori OFM di GPIC..................................................535 E “SERVITIO PRO DIALOGO” Fasc. 3 1. Seminario de Estudio sobre los «Franciscanos entre los Musulmes hoy» ........539 2. Il Cairo: un festival del dialogo.............................555 EX OFFICIO OFS Fasc. 1 1. Argentina - Visita fraterna e pastorale e Capitoli.........................................................147 2. Assisi - Corso per Assistenti spirituali dell’OFS-GiFra d’Italia ..................................147 3. Panama - Capitolo nazionale elettivo ...................148 4. Roma - Presidenza CIOFS e Benedizione della Sede........................................................148 5. Roma - Assemblea precapitolare dell’OFS d’Italia .............................................148 6. Croazia - Corso di formazione per gli Assistenti spirituali dell’OFS e della GiFra ....148 7. Vietnam - Capitolo nazionale elettivo dell’OFS ...150 8. Malesia - II° Congresso dell’OFS-GiFra dell’Asia e Oceania ........................................150 Fasc. 2 1. Isole Mauritius - Corso di formazione, Visita e Capitolo elettivo dell’OFS .................369 2. Australia - Capitolo nazionale elettivo dell’OFS di Oceania........................................369 3. Croazia - I° Congresso nazionale OFS-GiFra ed Incontro nazionale della GiFra...................369 4. Sicilia - Incontro con gli Assistenti e il Capitolo delle Stuoie dell’OFS ......................370 5. Spagna - 1ª Assemblea Internazionale della GiFra ......................................................371 6. Ucraina - Capitolo nazionale elettivo e costituzione della Fraternità nazionale dell’OFS .........................................................371 Fasc. 3 1. Madagascar – Capitolo nazionale elettivo e Congresso.....................................................563 2. Paraguay – Capitolo nazionale elettivo.................563 3. Ecuador – Capitolo nazionale elettivo ..................563 4. Ungheria – Capitolo nazionale elettivo ................564 5. Zambia – Celebrazioni varie in occasione del giubileo di santa Elisabetta........................564 6. Tanzania – Capitolo nazionale elettivo dell’OFS..564 7. Messico – Capitolo Nazionale elettivo dell’OFS e della GiFra ...................................565 8. Croazia – Visita fraterna e Capitolo nazionale elettivo ...........................................565 9. Spagna – Assemblea del Consiglio nazionale OFS ...............................565 10. Benvenuto a Fr. Amando Trujillo Cano, TOR, il nuovo Assistente generale ...........................565 11. Grazie ed auguri a Michael! .................................566 C07nterno:ACTAORDINIS 24-01-2008 16:37 Page 633 TABULA MATERIARUM EX OFFICIO PRO MONIALIBUS Fasc. 1 1. Lettera alle Clarisse...............................................153 2. Carta a las Hermanas Presidentas de las Sederaciones OSC ................................154 Fasc. 2 Lettera alle Sorelle Presidenti OSC .............................373 EX OFFICIO IURIDICO Fasc. 3 Activitas Officii Iuridici una cum Commissione Iuridica (Ian.-Dec. 2007)................567 AD CHRONICAM ORDINIS Fasc. 1 1. De itineribus Ministri Generalis............................157 1. Visit to the “John the Baptist” Custody in Pakistan........................................157 2. Il Ministro generale all’Aracoeli....................158 3. Crónica de la Visita a la Provincia de San Felipe de Jesús, México ......................158 4. Visita ai Frati della Svizzera e dell’Austria....160 5. Partecipazione all’incontro dei Formatori della Custodia di Terra Santa.........................161 6. Incontro con i Frati veneti..............................161 7. Partecipazione ai funerali di Fr. F. Locatelli ....162 8. Visita fraterna a la Custodia de las Siete Alegrías de N.tra S.ra en Brasil.............163 9. Encontro do Definitório geral com as Conferências do Brasil e do Cone sul ...........164 10. Encuentro del Gobierno general con las Conferencias de Santa María de Guadalupe y de la Bolivariana ......................171 11. Visita a la Prov. de s. Francisco de Quito ......174 12. Visit to the Province of the Netherlands .........177 13. Encuentro del Definitorio general con CONFRES ...............................................178 14. Visita del Ministro general al Santuario de Santo Toribio de Liébana (Cantabria).......180 15. Partecipazione al Capitolo delle Stuoie della Provincia di S. Maria degli Angeli in Polonia .......................................................181 16. Visita alla Provincia dell’Immacolata Concezione in Polonia ..................................182 2. Incontro con i Ministri provinciali e Custodi eletti recentemente ..........................................182 3. Laurea Honoris Causa a Fr. Cesare Cenci .............184 4. La Curia generale OFM ha un nuovo Archivio storico ..............................................185 5. Convegno internazionale di studi per l’VIII centenario della nascita di santa Elisabetta d’Ungheria .....................................186 6. Capitolo delle Stuoie delle Case dipendenti dal Ministro generale ......................................188 7. Capitulo de las Esteras de la Provincia del santo Evangelio de Mexico .......................190 8. Nuevo volumen de Sinica Franciscana .................193 9. Notitiae particulares ..............................................195 Fasc. 2 1. De itineribus Ministri Generalis............................375 633 1. Visit to the Philippines ....................................375 2. Visita al Perú.....................................................377 3. Il Ministro generale al Capitolo spirituale della Provincia S. Michele Arcangelo ......................................378 4. Il Ministro generale alla Marcia Francescana 2007 ..........................................379 5. Partecipazione alle celebrazioni della Provincia dell’Immacolata in Polonia ............................381 2. Secondo incontro “Under 5/10” della COMPI-Sud ...........................................381 3. XIII Sessione plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali ......................................382 4. Incontro dei Presidenti delle Conferenze con il Definitorio generale ..............................383 5. L’incontro di Benedetto XVI con le Clarisse e con i giovani della «Fazenda da Esperança» ........................385 6. Visita di Benedetto XVI ad Assisi in occasione dell’ottavo centenario della conversione di san Francesco.................392 La visita al Santuario di San Damiano .................392 La visita alla Basilica di Santa Chiara .................392 La visita alla Basilica di Santa Maria degli Angeli ................................392 7. Terzo Capitolo Internazionale delle Stuoie per i Frati “Under ten” ....................................393 1. Cronaca.............................................................393 2. Discorso conclusivo del Ministro generale.......400 3. Messaggio ai Ministri, Custodi e a tutti i Frati .................................................403 8. Giovani di 19 Nazioni all’«European franciscan meeting» ................405 1. Cronaca.............................................................405 2. Omelia del Ministro generale............................407 9. Notitiae particulares ................................................409 Fasc. 3 1. De itineribus Ministri Generalis............................569 1. Il Ministro generale partecipa all’incontro dei Ministri provinciali del Nord Italia.................................................569 2. Visita ai Vicariati apostolici in Libia ..............570 3. Visita fraterna alla Provincia S. Carlo Borromeo di Lombardia in Italia ....................570 4. Festa giubilare con le Francescane Missionarie di Maria ......................................573 5. Visita alla Provincia dell’Assunzione della BVM in Erzegovina................................574 6. A visit to the Province of St. John the Baptist, USA .............................................576 7. È sorta una nuova Provincia in Austria..........577 8. Visita a la Provincia franciscana de Cartagena ..................................................578 9. Visita alla Provincia di santa Elisabetta a Fulda in Germania.......................................580 10. Partecipazione alla conclusione delle celebrazioni dei 50 anni della presenza francescana nell’Africa occidentale ...............581 11. Visit to the Province of “Our Lady Queen of Peace” in South Africa ....................582 12. Visita a la Federación Franciscana de Marruecos..................................................583 C07nterno:ACTAORDINIS 634 24-01-2008 16:37 Page 634 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 2. Provincial Retreat and Intermediate Chapter of the Prov. of the Immaculate Conception, USA ........................585 3. VIII Assemblea dell’UFME..................................586 4. La nuova Fraternità san Francesco d’Assisi a Khartoum (Sudan) .......................................588 5. Incontro del Definitorio con i Visitatori generali ...................................588 6. Incontro del Custode di Terra Santa con la Conferenza Transalpina........................590 7. Notitiæ particulares...............................................591 BIBLIOGRAPHIA Fasc. 1 1. Libri ......................................................................197 2. Extracta .................................................................198 Fasc. 2 1. Libri.......................................................................411 2. Extracta .................................................................412 Fasc. 3 1. Libri ......................................................................595 2. Extracta .................................................................596 NECROLOGIA Fasc. 1 1. Fr. Bonaventura Lionetti .......................................199 2. Fr. Fiorenzo Locatelli ............................................200 3. Anno 2006 mortui sunt..........................................205 4. Anno 2007 mortui sunt..........................................207 Fasc. 2 1. Mons. Laurent R. Guibord OFM...........................413 2. Fr. Costantino Ruggeri ..........................................415 3. Anno 2007 mortui sunt .........................................418 Fasc. 3 1. Fr. Hermann-Josef (Ewald-Hans) Lauter ..............597 2. Fr. Christopher Coelho..........................................598 3. Fr. Joseph Benedictus Xuereb...............................598 4. Fr. Simpliciano (Mario Virginio) Olgiati ..............599 5. Fr. Aloísio Card. Lorscheider, OFM, ....................600 6. Fr. Seán Collins.....................................................605 7. Anno 2006 mortui sunt .........................................607 8. Anno 2007 mortui sunt .........................................607 C07Indice:Indice 2° e 3° copertina 24-01-2008 16:44 Page 2 SUMMARIUM FASCICULI (An. CXXVI, SEPTEMBRIS - DICEMBRIS 2007 – N. 3) EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 1. Carta a todos los Ministros y Custodios................431 2. Omelia in occasione della Festa dell’impressione delle Stimmate...........................431 3. Lettera del Ministro e Definitorio generale per la Festa di san Francesco 2007........................433 4. Celebrazione in onore della Beata Maria della Passione .......................................................436 5. Omelia in occasione della Festa di san Francesco....................................................438 6. Relazione del Ministro generale all’Assemblea dell’UFME ....................................440 7. Discorso ai Frati della Provincia “San Leopoldo” ....................................................448 8. Incontro con le Suore francescane ........................450 9. Omelia per la festa del beato Giovanni Duns Scoto ............................................452 10. Saluto all’atto accademico per il 60° della Pontificia Accademia Mariana Internazionale ......454 11. Omelia in occasione del 60° anniversario della Pontificia Accademia Mariana .....................455 12. Carta con ocasión de la solemnidad del Nacimiento de nuestro Señor Jesucristo .........457 E SECRETARIA GENERALI 1. Electio extra Capitulum Prov. ss. Petri et Pauli de Michoacán in Mexico ...........461 2. Capitulum Intermedium Prov. Assumptionis BMV in Polonia .............................461 3. Electio extra Capitulum Cust. Aut. Christis Regis in Helvetia .....................................461 4. Capitulum Prov. S. Michaëlis Arcangeli in Ucraina..............................................................461 5. Capitulum Prov. Christis Regins in Canada..........461 6. Fund. Thailandiæ electio ......................................462 7. Capitulum intermedium Cust. Terræ Sanctæ in Israel .................................462 8. Capitulum Intermedium Prov. Salernitano-Lucanæ Immaculatæ Conceptionis BMV in Italia .............462 9. Capitulum intermedium Prov. Venetæ S. Antonii Patavini in Italia...................................462 10. Capitulum Cust. Boni Pastoris in Zimbabua.........463 11. Prov. S. Leopoldi in Austria/Italia electiones........463 12. Prov. S. Bernardini Senensis in Austria suppressio.............................................463 13. Prov. B. Engelberti Kolland in Austria/Italia suppressio....................................463 14. Prov. S. Leopoldi in Austria erectio ......................464 15. Capitulum Intermedium Prov. S. Familiæ in Aegypto ..........................................465 16. Capitulum intermedium Prov. S. Salvatoris in Slovachia .....................................465 17. Capitulum Prov. S. Francisci Solano in Argentina ..............................................465 18. Capitulum Prov. S. Francisci Assisiensis in Brasilia..............................................................466 19. Capitulum Sancti Spiritus in Australia .................466 20. Capitulum Prov. S. Michaëlis Archangeli in Indonesia ........................................466 21. Capitulum Intermedium Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV in USA .............466 22. Extra Capitulum electio Prov. Assumptionis BMV in USA .................................467 23. Visitatores generales..............................................467 24. Domus suppressae.................................................468 25. Notitiae particulares ..............................................468 E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS 1. Il 2° Congresso Internazionale dei Moderatori di Formazione Permanente OFM.......471 2. Saluto del Ministro generale per l’apertura dell’Anno Accademico 2007-2008.......482 3. Discorso del Ministro generale in occasione dell’Atto Accademico della PUA.....485 4. Notitiae particulares..............................................487 1. Pontificia Università Antonianum ....................487 2. Casa di Noviziato..............................................490 3. Formazione e Studi ...........................................490 E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE 1. Primer Congreso de Educadores Franciscanos de Europa.....................491 2. Convenzione tra i Vicariati Apostolici di Tripoli e Benghazi in Libia e l’Ordine dei Frati Minori....................................502 3. Il Ministro generale invia nuovi missionari ..........504 Copertina: Vetrata nella Chiesa di San Francesco (Guadalajara, Jalisco - Messico) CCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCC Directio Commentarii DISTRIBUTIO «ACTA ORDINIS FRATRUM MINORUM» CURIA GENERALIS O.F.M. Via S. Maria Mediatrie, 25 00165 ROMA (Italia) Fax +39.06.68.491.364 / e-mail: [email protected] GRATUITA – DISTRIBUZIONE GRATUITA FUORI COMMERCIO C07Indice:Indice 2° e 3° copertina 24-01-2008 16:44 Page 3 E POSTULATIONE GENERALI 1. Beatification de Sœur Marie-Céline de La Présentation.................................................505 2. La beatificazione di ventinove Martiri Frati Minori...............................................511 3. Decretum super miraculo Beatæ Mariæ Bernardæ Bütler....................................................522 4. Decretum super miraculo SD Mariæ Rosæ Flesch.........................................523 5. Nuntium de beatificatione Ven. SD M. Cælinæ a Secretaria Status datur ...............525 6. Congregatio de Causis Sanctorum nuntium papale confirmat .....................................525 7. Facultas conceditur Transumptum Inq. Dioec. super miro in Causa M. Iosephæ Micarelli aperiendi................................................525 8. Relator in Causa SD Petri Pavlicek nominatur .....526 9. Facultas datur exuvias SD Alfredi Morganti Ostrae transferrendi...............................526 10. Facultas datur Transumptum Inq. Suppl. super virtutibus in Causa SD M. Franciscæ a I. Infante aperiendi ............................526 11. Facultas cenceditur Transumptum Inquisitionis super miro in Causa B. Juniperi Serra aperiendi...527 12. Ponens in Causa Ven. SD Mariæ Rosæ Flesch nominatur..............................................................527 13. Postulator generalis gratias Summo Pontifici pro canonizationæ B. Simonis agit .......................528 14. Facultas Transumptum Inq. dioec. super miro aperiendi in Causa Beatæ Baptistæ Varano...........528 15. Facultas datur Transumptum Inq. dioec. Suppletivae aperiendi in Causa SD A. Lesino ......529 16. Facultas conceditur Transumptum Inq. dioec. super martyrio aperiendi in Causa Reginæ M. Vattalil ................................................529 17. Ponens in Causa SD Francisci Mottola nominatur ................................................529 18. Facultas datur Transumptum Inq. dioec. super virtutibus in Causa SD F. Gei aperiendi...............................................530 19. Validitas iuridica declaratur Processus Ap. super miro in Causa Ven. SD Mariae Christinae a Sabaudia .........................530 20. Validitas iuridica declaratur Inquisitionis super miro in Causa B. Ludovici ..........................531 21. Notitiae particulares ..............................................531 EX OFFICIO PRO “IUSTITIA, PACE ATQUE INTEGRITATE CREATI” 1. 3° Incontro Europeo degli Animatori OFM di GPIC........................................................535 E “SERVITIO PRO DIALOGO” 1. Seminario de Estudio sobre los «Franciscanos entre los Musulmes hoy» ..............539 2. Il Cairo: un festival del dialogo ............................555 EX OFFICIO OFS 1. Madagascar – Capitolo nazionale elettivo e Congresso...........................................................563 2. Paraguay – Capitolo nazionale elettivo.................563 3. Ecuador – Capitolo nazionale elettivo ..................563 4. Ungheria – Capitolo nazionale elettivo ................564 5. Zambia – Celebrazioni varie in occasione del giubileo di santa Elisabetta .............................564 6. Tanzania - Capitolo nazionale elettivo dell’OFS ..564 7. Messico - Capitolo Nazionale elettivo dell’OFS e della GiFra .........................................565 8. Croazia - Visita fraterna e Capitolo nazionale elettivo .................................................565 9. Spagna - Assemblea del Consiglio nazionale OFS .....................................565 10. Benvenuto a Fr. Amando Trujillo Cano, TOR, il nuovo Assistente generale .................................565 11. Grazie ed auguri a Michael! .................................566 EX OFFICIO IURIDICO Activitas Officii Iuridici una cum Commissione Iuridica (Ian.-Dec. 2007) ...............567 AD CHRONICAM ORDINIS 1. De itineribus Ministri Generalis ...........................569 1. Il Ministro generale partecipa all’incontro dei Ministri provinciali del Nord Italia...........569 2. Visita ai Vicariati apostolici in Libia ..............570 3. Visita fraterna alla Provincia S. Carlo Borromeo di Lombardia in Italia....................570 4. Festa giubilare con le Francescane Missionarie di Maria ......................................573 5. Visita alla Provincia dell’Assunzione della BVM in Erzegovina................................574 6. A visit to the Province of St. John the Baptist, USA .............................................576 7. È sorta una nuova Provincia in Austria..........577 8. Visita a la Provincia franciscana de Cartagena ..................................................578 9. Visita alla Provincia di santa Elisabetta a Fulda in Germania ......................................580 10. Partecipazione alla conclusione delle celebrazioni dei 50 anni della presenza francescana nell’Africa occidentale...............581 11. Visit to the Province of “Our Lady Queen of Peace” in South Africa....................582 12. Visita a la Federación Franciscana de Marruecos..................................................583 2. Provincial Retreat and Intermediate Chapter of the Prov. of the Immaculate Conception, USA.....585 3. VIII Assemblea dell’UFME..................................586 4. La nuova Fraternità san Francesco d’Assisi a Khartoum (Sudan) .............................................588 5. Incontro del Definitorio con i Visitatori generali..588 6. Incontro del Custode di Terra Santa con la Conferenza Transalpina..............................590 7. Notitiæ particulares...............................................591 BIBLIOGRAPHIA 1. Libri ......................................................................595 2. Extracta .................................................................596 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. NECROLOGIA Fr. Hermann-Josef (Ewald-Hans) Lauter..............597 Fr. Christopher Coelho..........................................598 Fr. Joseph Benedictus Xuereb...............................598 Fr. Simpliciano (Mario Virginio) Olgiati ..............599 Fr. Aloísio Card. Lorscheider, OFM, ....................600 Fr. Seán Collins.....................................................605 Anno 2006 mortui sunt .........................................607 Anno 2007 mortui sunt .........................................607