fa bene al cuore il

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fa bene al cuore il
reportage
tango
il
fa bene al cuore
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Secondo le ricerche
presentate a un
recente convegno in
Argentina, il tango
aiuta il cuore: sia in
senso stretto
(l’apparato
cardiocircolatorio),
sia in senso
metaforico (la vita di
coppia). In questo
reportage di Patricio
Estay, foto rubate agli
angoli di Buenos Aires
illustrano, come i
versi dei poeti e dei
cantanti, la
sensualità del ballo.
Qui, un’esibizione in
piazza di San Martín.
reportage
Scarpe a punta per
lui, calze a rete e
tacchi speciali per lei.
Così ballano oggi i
tangueros
professionisti per le
strade del quartiere
di San Telmo, nel
cuore di Buenos
Aires. In questo
scatto, un intreccio di
piedi che si sfiorano,
si stringono e poi si
liberano in un
momento di un tango
«al piso», cioè a terra,
quello più
tradizionale.
Gioia V., Palmi (E-mail arrivata in redazione il 30 agosto 2008)
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il servizio è dell’agenzia nazca pictures
La mia mamma
e il mio papà
purtroppo
non vanno d’accordo e io
temo che prima o poi
arrivino da me dandomi
lanotiziadellaseparazione.
Da tre anni frequento un
corso di tango e la maestra
ci ripete che è un ballo
perfetto per rinsaldare le
unioni in frantumi. Lo
consiglio ai miei?
«Il tango
è l’espressione
verticale
di un desiderio
orizzontale»
George Bernard Shaw
A
reportage
Testo di
Maria
Zuppello
Foto di
Patricio
Estay
Ah, il tango. Quelle gambe che si intrecciano, quegli
sguardi fieri, quei corpi eretti come fusi che si flettono
perfetti sulle note del bandoneón.
Ah, il tango. «Un pensiero triste che si balla», la definizione più poetica che mai ne sia stata data, da un grande della letteratura di tutti i tempi, Jorge Luis Borges, il
massimo scrittore argentino.
Ah, il tango. Che si danza nelle milonghe dall’aria malfamata, agli angoli delle strade di Buenos Aires, nei
teatri di tutta Europa.
Ah, il tango. Col suo sapore di nostalgia della patria
perduta dagli emigranti approdati in America latina,
con il suo portato di cultura elevato a musica alta da
quel mito contemporaneo che è Astor Piazzolla, con la
sua carica di sensualità sancita da una regola primitiva:
l’uomo che guida, la donna che segue.
E come se non bastassero questi universi racchiusi in
una sola forma d’arte, ci si mette la scienza a guadagnarsi uno scomparto suo. Il tango fa bene al cuore,
assicurano gli studiosi. In senso metaforico e in senso fisiologico. Stretta stretta, la coppia rinsalda l’intimità. Passo a due dopo passo a due, il muscolo cardiaco
si rinvigorisce.
Lo studio: un ballo che riduce il rischio di infarto
I risultati di una ricerca del cardiologo Roberto Peidro
possono sorprendere. Ballare il tango in modo regolare aiuta a diminuire la frequenza dei battiti a riposo e ad aumentare la quantità di sangue pompata: in
altre parole, un esercizio per il cuore utile a prevenire
vari scompensi. Come dire, chi non ce la fa a praticare
il jogging può trasferire i suoi allenamenti in balera.
«Secondo alcuni ricercatori, il tango riduce il rischio di
infarto e di ischemie cerebrali», precisa Ricardo Edgar
Comasco, cardiologo di Buenos Aires e autore con Peidro di un saggio sul tema, Con il cuore nel tango. «La
danza argentina fa rinvigorire la circolazione del sangue, che (unita a un’alimentazione adeguata) aiuta a
spazzare via dalle arterie le placche formate dal colesterolo cattivo e gli eventuali coaguli. Non solo: combatte le vene varicose e, su un versante più ampio,
migliora la risposta immunologica del corpo».
Quanto concedersi al ritmo di Carlos Gardel? Secondo
Peidro, «l’ideale sarebbe tre volte alla settimana, in
pista tra i 45 e i 60 minuti».
Avvertenza: chi soffre già di patologie cardiache non
deve buttarsi nella mischia senza aver consultato uno
specialista. Visita utile, peraltro, a chiunque voglia cominciare a studiare in uno dei tanti corsi che ormai
proliferano in Italia a un ritmo esponenziale.
Il tango come musica da ascoltare, come ballo da prati-
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Una coppia di
ballerini in abiti
tradizionali chiude
con un caschè
un’esibizione nel
quartiere di San
Telmo davanti a un
pubblico
improvvisato di
turisti. Scene del
genere sono
abituali nel centro
storico della
capitale argentina.
«Il tango, una ventata, una follia
che sfida gli anni frettolosi»
Jorge Luis Borges
Per le strade di San
Telmo può anche
capitare di vedere
ballare Carlos Lujan,
un sosia di Carlos
Gardel (1887-1935),
considerato il primo
cantante di tango, un
mito per gli argentini.
A destra, un concerto
di bandoneón, una
specie di fisarmonica
che guida le melodie
dei tanghi più
classici. Gardel vigila
in un poster alle
spalle del musicista.
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reportage
«Il bandoneón
frigna, geme,
piange, graffia,
ruggisce,
minaccia, morde
e ignora il riso,
non si permette
un momento
di gioia»
Horacio Salas
reportage
care e ora, per certi aspetti, anche come terapia da seguire. A Rosario, in Argentina, si è appena concluso un
congresso internazionale, il primo al mondo sull’argomento, zeppo di medici prodighi di consigli per pazienti tra i più vari.
Astor Piazzolla contro il mal di schiena
Alcuni ricercatori della Washington University di
St. Louis, negli Stati Uniti, hanno perfino sperimentato la danza su persone al primo stadio del Parkinson: i movimenti si sono rivelati utili perché hanno migliorato equilibrio e deficit dell’andatura, molto più di
quanto non facciano il Tai chi o altre attività fisiche. E
in alcuni centri del Paese sembrano trarre benefici
dal ballo i malati di Alzheimer (nella forma ancora
lieve), perché seguire un’attività di coordinazione motoria come quella li obbliga a esercitare la memoria per
ricordare i passi.
E pillole di Piazzolla sono un toccasana per chi, più
banalmente, è afflitto dal mal di schiena. «La pratica
rafforza i muscoli centrali e aumenta la flessibilità del
tronco e la tonicità dei glutei», spiega Patricia Mc Kinley, professore associato di terapia fisica e occupazionale all’Università Mc Gill di Montréal, in Canada.
«Ma soprattutto è l’unica danza basata in modo completo sul principio dell’equilibrio. Grazie ai movimenti
in avanti e all’indietro, il corpo impara a non smarrirsi
nello spazio». Un esercizio che si rivela prezioso nella
vita di tutti i giorni. I numerosi gesti improvvisi del
tango insegnano a non perdere stabilità fuori dalla milonga (il locale tipico dove si balla), come in autobus in
caso di calca, o di frenate brusche della metropolitana.
Le figure come terapia di coppia
Anche in questo caso, un’avvertenza. «Vietato provarci
per chi ha problemi al ginocchio», continua Mc Kinley.
«I movimenti bruschi potrebbero essere fatali per le
articolazioni precarie. Anche chi ha delle forti lombalgie in corso deve astenersi».
Non esistono distinzioni di età per i ballerini provetti.
Gli anziani acquisiscono maggiore agilità e i più giovani possono sfruttare il tango come una sorta di terapia
coniugale. France Potvin, psicologa di Montréal, balla
dal 2000. Attraverso la sua esperienza diretta si è resa
conto che esiste una corrispondenza tra le tensioni
nei passi di una coppia di danzatori e le loro difficoltà relazionali. Da qui l’idea di approfondire l’argomento fino a elaborare una cura per i suoi pazienti.
«È un’alternativa alla terapia verbale tradizionale», racconta. «Ed è per questo che incuriosisce soprattutto gli
uomini, meno a loro agio delle donne nel parlare e più
propensi a esprimersi con il movimento fisico». Lo
scopo è quello di insegnare alle coppie un modo nuovo
di ascoltarsi e di perdonarsi.
«L’obiettivo è che la relazione si armonizzi in modo
naturale, assecondando il ritmo e i suoni», continua Mc
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La danza degli emigranti
arrivati in America Latina
I
l tango nasce come danza degli emigranti giunti
in Argentina da ogni angolo d’Europa, costretti a
vivere in quartieri poveri ed emarginati. La parola
tango iniziò a diffondersi verso il 1820, riferendosi a
un tipo di percussione usata dagli afroamericani.
La danza come si è tramandata nella tradizione (i
cui strumenti musicali erano il pianoforte, la
chitarra e il flauto) si sviluppa invece intorno al
1880, con l’aggiunta del bandoneón, una sorta di
fisarmonica. Curiosità: agli inizi era ballata solo
dagli uomini.
Il tango è la rappresentazione di tanti sentimenti
umani e della vita stessa, dell’odio per il
tradimento della donna amata, del passato che
non tornerà più, della passione, dell’intimità
dell’uomo e della donna, della nostalgia,
dell’amore per la vita e per gli amici. Proprio per
questo ancora oggi sembra essere terapeutico. E
suonano allora veramente lontane le parole di un
giornalista francese che nel 1914, sul quotidiano
argentino La Razón, si scagliò contro la danza:
«Raggrinzisce la cute e invecchia (…). Girando
troppo spesso la testa, fa sì che il collare di Venere
si trasformi in un orribile solco».
Al microfono, si esibisce
Fernando Soler, cantante e
direttore del locale di Buenos
Aires Tango mio. A sinistra,
Hector Lucci, collezionista di
reperti del tango del primo
Novecento, mostra
orgoglioso una copia di un
vinile originale di Gardel. Qui
sotto, il fotografo Carlos
Lujan con un ritratto del
mitico cantante. In basso,
Osvaldo Piro, compositore di
tango, nella sua casa della
capitale argentina.
reportage
Dove imparare
i passi in Italia
I
n Italia è tangomania. Da Milano a
Palermo impazzano le milonghe, i
locali per il dopocena dove, a suon di
bandoneón, coppie dai 25 ai 70 anni si
esibiscono in volcadas, sacadas e
colgadas, alcuni dei passi più
coreografici che si possono provare
nei tre minuti di un tango. Il boom una
decina di anni fa. La capitale
indiscussa oggi è Milano, dove ogni
sera si trova una milonga aperta per
scatenare i piedi o prendere lezioni.
Tra gli storici ritrovi, la Comuna
Baires di via Parenzo (tel.
02.89121317), il Principe di viale
Jenner (tel. 02.69018437), il Frida di
via Pollaiuolo (tel. 02.680260). A
Torino si balla all’Arca di via Assarotti
(tel. 011.9813730), a Roma al
Tangopolis di via Cupa (tel.
06.30894152) e al Tangoinprogress di
via Adenauer (tel. 06.5911700), a
Palermo al Palermotango di via delle
Madonie (tel. 339.7076592).
Il costo medio per un trimestre di
corso, con una lezione a settimana,
si aggira intorno ai 150 euro.
L’ingresso in milonga varia dai 5 ai 20
euro, spesso comprende l’esibizione
dal vivo di un gruppo musicale o di
una coppia di maestri. Prima di
buttarsi in pista, per uomini e donne,
d’obbligo l’acquisto delle scarpe da
sala, da scegliere nei negozi
specializzati: il costo va dai 30 ai 150
euro. Per le donne, l’abbigliamento
prevede gonne morbide al ginocchio,
con ampi spacchi che lascino libere le
gambe. Per lui, un pantalone stretto
che non impedisca il movimento.
L’importante, come vuole l’etichetta
del tango, è sempre l’eleganza.
Maestri della prestigiosa scuola Los dinzel academy
di Buenos Aires si esibiscono in una sequenza acrobatica
in volo. Nella foto a pagina 76, giovanissimi
allievi della stessa accademia provano alcuni passi.
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«Come
una lucertola
è il riassunto
di un coccodrillo,
così il tango
è il riassunto
di una vita»
Paolo Conte
reportage
Patricio
Estay
fotografo
Viaggi in Argentina
al ritmo di Gardel
P
er gli amanti del tango, il sogno
proibito è una notte di follia a
Buenos Aires, dove si dice che le
milonghe non chiudano mai prima
delle quattro del mattino. Per
volare in Argentina, la stagione
migliore è l’inverno italiano: a
dicembre a Buenos Aires troverete
28 gradi di media, mentre in
autunno il clima sarà più simile alla
primavera. Per festeggiare il Natale
a passo di tango, un volo MilanoBuenos Aires con partenza il 20
dicembre e rientro il 6 gennaio
costa da 2.500 euro con la
compagnia Tam (Transportes
aereos meridionais). Per chi invece
volesse concedersi un viaggio di
mezzo autunno, i prezzi sono più
bassi: meno di mille euro per un
volo con partenza intorno al 15
ottobre. Un pacchetto completo lo
propone l’agenzia Squirrel viaggi di
Milano (www.squirrelviaggi.it). Si
chiama «A passo di tango» e per
una tariffa di 2.700 euro circa a
persona offre otto giorni con
sistemazione in un albergo del
centro storico di Buenos Aires,
visite della città a tema tango,
quattro notti di milonga, due serate
in locali di tango con cena e
spettacolo incluso, e cinque lezioni
da 90 minuti ciascuna. Una volta in
città potete visitare alcune delle
scuole più prestigiose: la Escuela
de tango argentina, al Centro
cultural Borges, nel quartiere di
San Nicolas; la Virtuta, al quartiere
Palermo, o la scuola El Amague, in
zona Congresso, dove si balla il
nuovo stile milonguero.
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Kinley. «E il tango è l’ideale perché propone sei temi
ricorrenti nella terapia di coppia, cioè la distribuzione di potere e dei ruoli, la negoziazione della distanza e
della vicinanza, l’essere presente a se stessi e all’altro,
la comunicazione e l’espressione delle emozioni, la gestione dei conflitti e la sicurezza nella relazione».
In milonga per combattere gli attacchi di panico
Un vantaggio può esserci anche a livello personale. Per
i manager oberati di lavoro come per i disoccupati frustrati. Le figure funzionano come antistress.
Perché il tango scioglie le tensioni più che altri tipi di
ballo? «Perché è di forte intimità, e l’abbraccio intenso
stimola i recettori della pelle e attiva nel cervello il rilascio di ossitocina, l’ormone che combatte l’ansia e lo
stress», spiega Federico Trassero, uno dei primi psicologi argentini ad aver promosso la tangoterapia. «È
possibile curarsi con il tango, perché l’improvvisazione
consente una libertà espressiva che non esiste in nessun’altra forma artistica».
Chi balla esprime la sua personalità, i conflitti interiori,
le proprie inibizioni. E permette al terapeuta, che assiste alla seduta-lezione, di decifrare i messaggi del corpo. «La tangoterapia si è rivelata utilissima per combattere gli attacchi di panico e i disturbi alimentari»,
dice ancora Trassero.
Ma farebbe bene a tutti sperimentare l’ebbrezza della
milonga. «Il tango ci insegna la vita e la vita ci insegna
il tango», come scrive Trassero nel suo saggio, Tangoterapia. «È l’espressione di tanti sentimenti umani: dell’intimità dell’uomo e della donna, della nostalgia, dell’allegria con gli amici, dei vizi, delle perdite, del tempo
che passa, della passione». n
Cileno, classe 1953,
si è laureato in
etnomusicologia e poi
ha intrapreso la
carriera di
fotoreporter, senza
dimenticare la
passione e la
curiosità per la
tardizione culturale e
musicale dei Paesi
dell’America Latina,
come mostra il
reportage di queste
pagine. Suoi servizi
sono stati pubblicati
su Le Figaro
magazine, Libération,
L’Express,
Newsweek.
Hanno collaborato gli specialisti:
● Ricardo Edgar Comasco, membro della American fertility society e della Sociedad argentina de andrología, e
supervisore del progetto Tango-Salud
● Patricia Mc Kinley, professore associato presso la scuola di terapia fisica e occupazionale della McGill University
di Montréal (Canada)
● Roberto Peidro, cardiologo, primario di prevenzione e riabilitazione cardiovascolare della Fondazione Favaloro a
Buenos Aires (Argentina) e coautore, con Ricardo Edgar Comasco, del libro Con il cuore nel tango
● France Potvin, psicologa, professore incaricato al dipartimento di psicologia dell’Université de Sherbrook (Canada)
● Federico Trossero, docente di psichiatria all’Universidad Nacional di Rosario (Argentina) e coordinatore del gruppo
di studio sulla tangoterapia
ottobre 2008

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