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Data : Lun, 08 Luglio 2013 @ 21:24
Categoria : Comunicati S. Stampa Giunta
Nardoni, acquacoltura a Taranto fondamentale per tutela ambiente e sviluppo
Parlare dello sviluppo di questo settore e parlarne a Taranto ha un significato importantissimo.
Perché la pesca e tutte le attività legate al mare sono fortemente dipendenti dall’accesso allo spazio
marittimo e all’esistenza di ecosistemi marini sani. Qui queste criticità esistono appieno, ecco
perché da Taranto bisogna ripartire rilanciando una sfida che non è solo di diversificazione
economico-produttiva ma anche di salvaguardia e tutela della salute e dell’ambiente. E’ una parte
della relazione conclusiva dell’Assessore Fabrizio Nardoni, che in qualità di responsabile delle
politiche legate alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia ha fortemente sostenuto la
realizzazione di una intera giornata di studio e confronto sui temi della pesca e dell’acquacoltura
nel Mediterraneo, richiamando proprio a Taranto esperti in ambito nazionale ed europeo. Il
FEAMP (Fondo Europeo per le Politiche UE nell’ambito della pesca) definisce infatti non solo
uno spazio finanziario importante per le politiche di settore (circa 6,5 miliardi di euro) ma
stabilisce anche un orientamento preciso verso l’ambientalizzazione e l’eco-sostenibilità – ha detto
Gabriele Papa Pagliardini, direttore del’area per le politiche dello sviluppo Rurale della Regione
Puglia. Una leva verso la sostenibilità ambientale – ha spiegato poi Pietro Gasparri, della
Direzione Generale Pesca e Acquacoltura del MIPAAF – che fa il paio anche con la richiesta
sempre più pressante da parte dell’Unione europea di processi di innovazione di processo e di
prodotto, dal marketing al no-food. Una tavola rotonda estremamente pragmatica e operativa che
ha fornito il quadro d’assieme delle sfide in ambito locale, regionale, nazionale ed europeo che
attendono il settore nell’ambito di programmazione economica e ambientale dei prossimi cinque
anni. Una sfida che parte dalla tutela dell’ambiente e dalla sua bonifica – ha detto Nardoni – che
sia in grado anche di andare oltre l’emergenza ma studi e attui finalmente le migliori pratiche
possibili per salvare, ad esempio, insieme al Mar Piccolo anche la filiera economica-produttiva di
un marchio di qualità come le nostre cozze. Filiera da rilanciare se è vero che, come confermano i
dati enunciati da Francesca Carbonari, responsabile settore pesca dell’ISMEA (Istituto di servizi
per il mercato agricolo alimentare), “continuiamo ad importare dai paesi esteri (Spagna in
particolare) circa 40.000 tonnellate di mitili relativi al fabbisogno del mercato italiano, ma a prezzi
bassissimi, ma che registriamo un sensibile aumento nelle esportazioni in altri paesi europei”
L’acquacoltura tra mercato, burocrazia e sostenibilità ambientale. Bisogna tornare a fare i mitili in
Mar Piccolo – ha detto il prof. Ferdinando Boero del CoNISMa (Consorzio Nazionale
Interunivesitario per le scienze del mare) che coordina le attività di ricerca sul campo tra 32
università consociate – ma per farlo bisogna riportare l’ambiente nelle condizioni ottimali,
smaltendo anche la giungla delle competenze divise in troppi uffici. Si tratta di creare una nuova
armonia dei poteri e vincere la globalizzazione dell’indifferenza – ha detto Mons. Filippo Santoro,
nell’intervento fuori programma che ha aperto i lavori del pomeriggio nel Convento di San
Francesco – e per farlo c’è bisogno di un lavoro comune come quello che oggi la comunità
scientifica, di ricerca e istituzionale sta compiendo in questa sede. Lavoro di sintesi che
l’Assessore Nardoni intende rendere pratica operativa e fattuale. Il tavolo tecnico di questa mattina
ha focalizzato il grande problema delle concessioni demaniali con iter spesso complicati e di
difficile componimento specie nell’ambito di una pianificazione integrata – ha detto l’assessore
regionale – per questo occorre riprendere le fila del Piano regionale delle coste e dei relativi piani
comunali, guardando con attenzione all’integrazione delle potenzialità e delle vocazioni, a
cominciare proprio da quelle legate alla pesca e alla mitilicoltura. Per questa ragione l’Assessore
Nardoni nei prossimi giorni avvierà contatti con i colleghi assessori regionali competenti in tema
di demanio, ambiente e salute, per accelerare il processo di definizione dei piani in questione
chiedendo anche il coinvolgimento dell’ANCI,Associazione Nazionale Comuni Italiani. Infine
l’Assessore Nardoni ha dedicato un passaggio delle sue conclusioni al Distretto della Pesca. Come
tutti i distretti – ha detto -è un progetto cristallizzato e inoperoso che invece potremmo riprendere
in considerazione proprio puntando su Taranto, ma anche su tutte le forme di sostegno che il
nuovo FEAMP potrà mettere a disposizione.
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