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SESTIERI Secondo una tradizione, la divisione della città in sestieri fu attuata dapprima per ragioni tributarie: nel 1171, sotto il dogato di Vitale Michiel II, la città dovette armare una grande flotta per contrastare le ostilità promosse dall’imperatore bizantino Emauele Comneno. La flotta fu di 120 navi e, per fronteggiare l’ingente spesa, si fece ricorso ad un’imposta straordinaria. In questa occasione la città fu divisa in sei parti (sestieri), per permettere alla competente magistratura di accertare la disponibilità di ciascun cittadino ed in seguito di provvedere alla parziale restituzione delle somme riscosse ( gli imprestidi). Da quel momento i sestieri rappresentarono la base dell’ordinamento cittadino: tre si trovano al di qua e tre al di là del Canal Grande, de citra (Cannaregio, San Marco e Castello) e de ultra (Santa Croce, San Polo e Dorsoduro con la Giudecca). Un unico ponte quello di Rialto,univa le due parti della città. Ogni sestiere, sin dal Medioevo,dava un Procuratore di San Marco: la procuratia di San Marco fu sempre, sino alla caduta della Serenissima, la carica politica più importante dello Stato, dopo quella dogale.La carica era a vita e vi accedevano solo i patrizi più ricchi e prestigiosi; tra di essi veniva scelto il Doge. Fra i loro compiti c’erano la tutela degli orfani , il sovrintendere alle esecuzioni testamentarie e la gestione di beni di alcune istituzioni pubbliche. A partire dall’inizio del Trecento si aggiunsero altri tre Procuratori ( de supra) per l’amministrazione e la cura della Basilica. Ogni sestiere veniva poi rappresentato, ai massimi livelli dello Stato, da un Consigliere dogale, che durava in carica un anno e affiancava il doge, limitandone in effetti l’autorità, dato che assieme presiedevano a tutte le magistrature della Repubblica. Questi sei Consiglieri costituivano il cosiddetto Minor Consiglio,che sovrintendevano all’amministrazione della città e dirimeva ogni eventuale conflitto di competenza tra i diversi organismi dello Stato. Alla morte del Doge, tutte le funzioni di governo rimanevano nelle mani del Minor Consiglio ed il Consigliere più anziano aveva il compito di presiedere e organizzare le complesse operazioni per l’elezione del nuovo capo dello stato. Vi erano poi i Capita sexteriorum cui spettavano, inizialmente, funzioni di ordine pubblico, ma persero con il tempo potere a favore di altre magistrature. Le autonomie gestionali dei sestieri ( come provvedere alla pulizia di strade e rii) e rimasero in vita, sino alla caduta della Serenissima. Sestiere di Cannaregio In origine Cannaregio veniva chiamato Cannaregium essendo composto da isolette piene di canne e di zone paludose, le cannelle venivano usate come coperture per le imbarcazioni,per i casoni ed altri usi locali. Inoltre la località era percorsa dal Canal Regio, nome così antisonante perchè si congiunge con il Canal Grande .Nel suo aspetto idrogeologico morfologico lagunare, questo canale sembra sia la continuazione delle acque del fiume Marzenego con la diramazione del fiumicello Oselino.* Cannaregio si stende dall’imboccatura occidentale del Canal Grande,sino al Rio deiMendicanti, a sud è delimitato dal Canal Grande,a nord dalla laguna.* E’ per estensione il maggiore .* non è caratterizzato da una particolare funzione, ma riunisce in se, fin dai tempi lontani,diverse funzioni. San Marco fu soprattutto centro politico della città; San Polo, con Rialto,quello finanziario, Castello era fortemente caratterizzato in senso industriale,per la presenza dell’Arsenale, Dorsoduro e Santa Croce si presentavano a fitta destinazione residenziale. Cannaregio sembrava mescolare caratteri diversi: edilizia aulica sul Canal Grande,edilizia residenziale minore,e anche minima, presenze industriali (chiovere di San Geremia –terreni dove dopo la tintura venivano stesi i panni ad asciugare) e commerciali. Stretto tra laguna e Canal Grande, i suoi assi viari principali si snodano per lo più paralleli a quelle via acqua. Il settore occidentale , di san Giobbe, era connotato da un fronte edilizio compatto e fortemente qualificato,che si estendeva lungo il rio de Cannaregio: Palazzo Labia, Palazzo Priuli Venier volgarmente detto Manfrin, Palazzo Testa, Palazzo Cendon ,Palazzo Amadi, Palazzo Nani Palazzo Pozzo,Palazzo Savorgnan . Dal XIX sec trova un’altra importante qualificazione con la Stazione Ferroviaria. Proseguendo ad est si incontra il Ghetto con il grande scoperto del campo del Ghetto Nuovo, seguito poi da un sistemi di rii paralleli: rii di Sant’Alvise, della Madonna dell’Orto, della Sensa, della Misericordia che definiscono un insieme di lunghe isole A sud è caratterizzato dai grandi palazzi sul Canal Grande e dall’edilizia che si estendeva dietro sino a Lista di Spagna, asse viario di grande importanza,al quale fa seguito con un intervento ‘800 la Strada Nuova. Lungo tale asse si sviluppano vari campi con relative chiese San Leonardo, San Marcuola,della Maddalena,Santa Fosca. Il rio da Noal, collegamento assai importante tra il Canal Grande e la laguna segna un confine tra i due settori ovest e est del sestiere. La parte centrale del sestiere è caratterizzata dal sistema canali - isole più complesso quasi a pettine.Difficile da leggere l’antico disegno urbano per le demolizioni operate con la costruzione della Strada Nuova . Infine l’area compresa tra il rio dei Santi Apostoli e quello dei Fondago dei Tedeschi (rio che segna il termine del sestiere e l’inizio di quello di San Marco) vede un insieme di campi e campielli che non sembra presentare caratteri costanti ,a nord di quest’area ci sono il rio di San Canciano ,il rio della Panada e quello dei Mendicanti (confine con Castello) per la viabilità acquea e un l’asse viario principale pedonale (calle della Testa e poi calle dello Squero) che si dirige verso le Fondamente Nuove. CENNI STORICI Nell’epoca in cui Venezia si andava aggregando attorno al nucleo dell’antico Rivo Alto primi insediamenti sorsero vicino al rio da Noal e nelle aree di Santa Fosca e San Felice. Nel XI e XII secolo il sestiere si comincia a conformare con gli attuali lineamenti , con la fondazione delle chiese di San Leonardo, San Geremia, Santa Caterina, San Giovanni Grisostomo, Santa Marina e Santa Sofia. Si delineano definitivamente le isole allungate verso nord, lungo i rii paralleli alla laguna, dove sorge un monastero che diventerà quello della Madonna dell’Orto.Per tutto questo periodo continua la bonifica delle barene (ultimo sarà quello delle Fondamente Nuove) che vengono trasformate in aree edificabili visto l’aumento della popolazione. Assunse sempre in questo periodo una precisa configurazione l’isola del Ghetto, e in legno si costruisce il Ponte delle Guglie.E’ la città che potrebbe chiamarsi bizantina i cui resti sono in cà del Mosto, cà Lion, cà Falier, nonché, anche se con caratteri diversi, le case dei Polo. I due secoli successivi la città gotica diventa più compatta l’edificato più fitto e organizzato meno polarizzata verso i riferimenti urbani più importanti. In questo periodo vengono ricostruiti San Girolamo, Madonna dell’Orto, la Scuola Vecchia della Misericordia, cà Mastelli del Cammello, Cà Donà Cà Giovannelli ed altri edifici. Le varie parti del sestiere precisano la loro funzione: il Canal di Canaregio ingresso da terra della città, i grandi rii ( da Noal, dei Santi Apostoli,dei Mendicanti) sono i collegamenti tra il Canal Grande e Murano, il bordo lagunare è centro di raccolta e lavorazione del legname,a San Girolamo sono sorte numerose chiovere (la tintura dei tessuti diventa un settore trainante per la città nel XVI sec.). E’ di questo sec. anche la bonifica dell’area che va dalla sacca della Misericordia a rio terrà dei Mendicanti. Nel seicento si completa la bonifica delle Fondamente Nuove e si può dire conclusa il processo di formazione del sestiere. Nel XIX sec con l’ansia di rendere la città “ moderna” ecco nuovi importanti cambiamenti La costruzione della Strada Nuova, interramento del rio di San Leonardo e altri rii. La costruzione del ponte translagunare (1846) porta alla trasformazione delle arre più occidentali di San Giobbe, ove nasce la Stazione di santa Lucia. La costruzione sempre a San Giobbe del nuovo Macello,oggi archeologia industriale.Altri rii interrati per far posto a complessi di edilizia popolare a san Giobbe, san Leonardo alla Baia del Re, agli Scalzi sino alla attuale realizzazione dell’area ex Saffa. GLI ITINERARI PONTE DELLA COSTITUZIONE Il ponte,quarto ad attraversare il Canal Grande dopo il ponte di Rialto, quello dell’Accademia e degli Scalzi, collega piazzale Roma e la stazione ferroviaria Venezia Santa Lucia. Il progetto fu affidato all’architetto spagnolo Santiago Calatrava, famoso per aver progettato altri importanti ponti. In ottemperanza allo stile di Calatrava il ponte veneziano ha forma arcuata con una campata di 81 metri, larghezza di 6 metri alla base e 9 al centro per una altezza di 10 metri al culmine, la struttura è in acciaio ,i pavimenti in vetro e pietra d’Istria .Anche i parapetti sono in vetro e i corrimano in bronzo. Passato e presente si fondono in questo progetto e il risultato è armonioso , integrato perfettamente nello scenario urbano in cui è ubicato grazie alla sua colorazione “ terrea” che richiama perfettamente le tinte degli intonaci dei palazzi circostanti. Una passerella di luci come definisce Calatrava. Il nome proviene dall’anniversario 60 anni della Carta della Costituzione italiana. STAZIONE FERROVIARIA S. LUCIA La stazione ferroviaria 1952-55 arch. Paolo Perilli e ufficio tecnico FFSS L’edificio viene eretto a vent’anni da un concorso (1934) rimasto senza esito. Dopo Pz Roma, anche l’altra porta di Venezia si pone in modo dirompente rispetto alle preesistenze, scandito in senso orizzontale, il lungo fronte in pietra d’Istria costituisce l’unica intersezione radicalmente moderna sul Canal Grande.Architettura funzionalista degli anni ’50. PONTE DEGLI SCALZI Ponte degli Scalzi o della Ferrovia Con la costruzione del ponte ferroviario che univa stabilmente Venezia alla terraferma e dopo l’inaugurazione della ferrovia avvenuta l’11 febbraio 1846, si sentì l’esigenza di un altro ponte sul Canal Grande che riducesse il tragitto tra i sestieri “oltre il canal” e la Stazione ferroviaria. Si realizzò prima una passerella in ferro,con campata piatta, lanciata tra la Fondamenta di San Simeon Piccolo e quella di Santa Lucia, per attraversarla bisognava pagare un pedaggio; la stessa cifra dei due traghetti limitrofi esistenti all’epoca e con l’occasione soppressi. Dopo qualche decennio si pensò di costruire un nuovo ponte, l’incarico fu affidato all’ing. Eugenio Miozzi che provvide a gettare il nuovo ponte a campata unica in pietra d’Istria, in un’area di qualche decina di metri più lontana di fronte alla chiesa degli Scalzi nel tratto dove il canale è più stretto(40 metri). Venne inaugurato il 28 ottobre 1934 era costato 3.500.000 lire dell’epoca. CHIESA DEGLI SCALZI Gli Scalzi Santa Maria di Nazareth 1660-89 B. Longhena e Giuseppe Sardi L’interno progettato dal Longhena è a una navata con cappelle laterali. Sardi aggiunge dopo il 1672 una facciata a doppio ordine con colonne binate che delimitano gli spazi per le nicchie. L’indubbia ricchezza ornamentale non toglie equilibrio alla composizione. All’interno marmi policromi scuri e statue barocche e movimentate colonne tortili, come nell’altare maggiore, opera di fra’ G.Pozzo in marmo rosso di Verona, rendono il luogo suggestivo. Il settecentesco soffitto affrescato dal Tiepolo venne distrutto da una bomba austriaca.Nel 1933 sostituito con un’opera di Ettore Tito pittore veneziano del ‘900. La tomba dell’ultimo doge Ludovico Manin (1802),nel secondo altare a sinistra, con una semplice scritta Manini cineres rispecchia la chiara scarsa stima nutrita dai veneziani per l’ultimo doge che consegnò senza esitare ai francesi le insegne dogali poi pubblicamente bruciate PALAZZO PISANI Palazzo Pisani Civ 119 XIV sec Costruito per la nobile famiglia Pisani originaria dai Conti Bassi di Pisa. Arrivati a Venezia nel XI sec, ricoprirono alte cariche tra cui nel 1735 un membro divenne il doge Alvise Pisani .L’edificio conserva elementi gotici di pregevole fattura. PALAZZO DA LEZZE Palazzo Da Lezze Civ 134 Edificato nel XIV dalla n.f Da Lezze, proveniente da Lecce nel 973. Nel 1005 si riunì a questo ramo della famiglia anche gli appartenenti alla nobile casata di Ravenna. Numerose sono le opere realizzate dalla nobile casata nella città tra cui un mausoleo nella chiesa dei Gesuiti e alla Misericordia un bellissimo Palazzo nelle vicinanze della Scuola Nuova sansoviniana. PALAZZO MOROSINI Palazzo Morosini Civ 233 Edificato nel XV sec per la n.f. Morosini proveniente dall’oriente e stabilitasi a Venezia già nel 900, diede alla Repubblica quattro dogi , tre dogaresse e altri valorosi condottieri. Fecero erigere, grazie ai loro lasciti, il Monastero di S. Giorgio. Parte dell’edificio fu demolito nel XIX sec., rimane una piccola parte tra cui lo splendido portale di ingresso, con uno stemma sorretto da putti, rinascimentale. PALAZZO SCERIMAN Palazzo Frizier- Zeno Sceriman Civ 168 Edificato dalla n.f. Frizier, divenne poi sede dell’ambasciata di Spagna. Ampliato dai Renier– Zeno nel XVII sec venne poi ricostruito nel XVIII sec e nel XIX divenne proprietà della ricchissima famiglia ebraica degli Sceriman. E’ caratterizza da un notevole sviluppo verticale che parte dall’ampio portale e che continua con l’ampia finestra balconata sovrastante.Si accostano simmetricamente a questo asse verticale quattro finestre dai timpani rettangolari e altre sei ingentilite da timpani curvilinei spettati o continui. L’interno è barocco settecentesco con un piccolo giardino nella corte interna. Oggi è sede di un ente pubblico La tradizione vuole che nel VII in questo luogo abitasse San Magno Vescovo di Oderzo fondatore numerose chiese veneziane PALAZZO LABIA Palazzo Labia (1720-50) Edificato nel XVII sec per la famiglia originaria spagnola Lasbias che comprò la nobiltà per 300.000 ducati dalla Repubblica nel 1650. Ha due importanti facciate: sul canal di Cannaregio realizzato dall’arch. Cominitelli e la facciata sul campo dall’ arch Tremignon. costruito secondo modi tardo barocchi è uno dei rari palazzi veneziani a tre facciate: una sul Campo San Geremia,una sul rio di Cannaregio e l’altra sul Canal Grande tutte rivestite da grossi blocchi di pietra d’Istria e adornate in modo fastoso. Esso presenta un ordine di dorico a bugnato liscio e due ordini di lesene ioniche e corinzie ai piani superiori. Fra le lesene trovano spazio finestroni arcuati e balconi. Negli attici,tra finestra e finestra, sono scolpite le aquile araldiche, simbolo della fam. Labia. Questa famiglia era davvero ricchissima tanto che per adornare questo palazzo spese somme favolose All’interno meravigliosi affreschi adornano le sale dai nomi evocativi (Sala dello Zodiaco,Sala del Trionfo, Sala di Venere e Marte, Sala degli specchi, Sala dell’Aurora…) Sarà G.B. Tiepolo, nella seconda metà del settecento a completare questo ciclo con gli affreschi dei soffitti del salone da ballo e delle stanze adiacenti (circa 500mq di affreschi) Zefiro e Flora, Bacco e Arianna e le Storie di Antonio e Cleopatra, le scene sono inquadrate in finte architetture, trompe-l’oeil , eseguite da Gerolamo Mengozzi Colonna. Si deve all’impegno della Rai,che nel 1964 circa acquistò il palazzo per 350 milioni ,se oggi questi lavori sono ancora godibili. CHIESA DI SAN GEREMIA Chiesa di San Geremia Santa Lucia Antica fondazione del 1174 a pianta basilicale demolita e ricostruita, nel 1753, a pianta a croce greca con absidi semicircolari. Il progetto di Corbelli prese a modello la Chiesa della Salute, L’architetto ruotò di 90° l’asse originale in modo che l’edificio si affacciasse sul campo preceduto da un’alta scalinata. All’interno al centro si alza un alta cupola ovoidale sostenuta da fasci di pilastri. Verso il Canal Grande un braccio si allunga per ospitare la cappella di Santa Lucia costruita dopo l’abbattimento della chiesa omonima (nella seconda metà dell’ottocento per costruire la stazione ferroviaria) con materiale di riporto della stessa chiesa. La chiesa fu terminata nel 1871 grazie a lasciti vennero con cui vennero concluse le facciate marmoree. Il campanile del X sec è uno dei più antichi della città. CACCIA AL TORO RIO DE CANNAREGIO PONTE DELLE GUGLIE Già esistente in legno e levatoio fin nel Quattrocento,venne ricostruito in pietra,dal proto Marchesin Marchesini nel 1580 e più volte restaurato(ultimi restauri nel 1987) .Presenta come caratteristica principale le quattro guglie ai vertici delle spallette, due scudi della casata del doge Pasquale Da Ponte, sotto il cui governo venne realizzato e i molteplici mascheroni che ornano la ghiera esterna della volta. PALAZZO MANFRIN Palazzo Venier-Manfrin Andrea Tirali 1735 Andrea Tirali edificò questo edificio con uno schema semplice non tripartitico, come era d’uso fino allora nei palazzi veneziani, ma con riquadri a fasce parallele senza decorazioni, preannunciando lo stile neoclassico. L’edificio possedeva uno splendido giardino, oggi inglobato nel parco pubblico Savorgnan. PALAZZO SAVORGNAN Palazzo Savorgnan Giuseppe Sardi 1680 Nel prospetto del canale troviamo gli elementi tipici dell’architettura seicentesca (il bugnato, le specchiature, le finestre centinate con testine in chiave gli stemmi) così come codificati dal Longhena. Gli interni, con decorazioni scultoree e marmi policromi in rosso di Verona rispondono al gusto del tempo.L’atrio verso il fondo immette nel vastissimo giardino ,ancora oggi in gran parte conservato. I proprietari, ricca famiglia veneziana, godevano nella città di un credito tale che, quando un membro di questa famiglia, si accasò con i nobili Rezzonico, quest’ultimi commissionarono al Tiepolo un affresco per festeggiare l’evento, oggi a Cà Rezzonico. Nel 1788 il palazzo venne gravemente danneggiato da un incendio iniziò il suo degrado che solo in parte i Galvagna che lo acquistarono nel 1826 riuscirono a contenere. Altre trasformazioni si imposero quando l’edificio venne adibito in collegio femminile( all’inizio del novecento) della Provincia italiana della società del Sacro Cuore . Oggi ospita l ‘Istituto “Francesco Algarotti”. Delle molte decorazioni interne affidate ad artisti importanti quali Marco Ricci, lo Schiavone, Palma il Giovane nulla resta e neppure della ricca pinacoteca raccolta dal barone Francesco Galvagna che nel 1855 venne messa all’asta e acquistata dalla National Gallery di Londra. PALAZZO BOFADINI VIVANTI Palazzo Bonfadini Vivante Civ.462 Importante edificio affacciato sul rio di Cannaregio. Ad un esterno non troppo appariscente corrisponde un interno decorativo databile agli ultimi decenni del Settecento e ai primi anni del secolo successivo che ben poche dimore veneziane possono vantare. La facciata intonacata di bianco, realizzata tra il 1648 –1661, si presenta semplice,con un unico elemento di rilievo la serliana del piano nobile,che insiste nel centro, tra due coppie di monofore,mentre due mezzanini si sviluppano sopra e sotto.Le altre finestre sono tutte rettangolari sottolineate dai marcapiani i due portali hanno un cornicione piuttosto evidente. Nell’interno è un tripudio di stucchi, eseguiti da Giuseppe Castelli che fanno da cornice ad un ciclo di affreschi neoclassici veramente notevoli eseguiti dai pittori Andrea Pastò, Carlo Bevilacqua, Giuseppe Borsato e Gianbattista Canal. L’edificio subì nell’Ottocento molte trasformazioni e frazionamenti dal 1992 è iniziato,a cura della Vesta, che ne è proprietaria un attento restauro conservativo PALAZZO TESTA Palazzo Testa Civ 468 Certamente di impianto quattrocentesco, segnato da stilemi tardo gotici,è stato rimaneggiato notevolmente nel XVI e XIX secolo. La facciata è ingentilita da una bella quadrifora riquadrata al secondo piano con,ai lati, due graziose monofore. Notevole è il poggiolo conservato nella sua struttura gotica,poggiante su mensole a testa leonina. Al primo piano, completamente rifatto nell’Ottocento e particolarmente elevato per la presenza di un mezzanino,la quadrifora è stata sostituita da una semplice bifora rettangolare uguale alle altre monofore allo stesso piano. Presenta il portale e la facciata di pregevole marmo rosso. PALAZZO CEDON Palazzo Cendon Civ 534-535 Interessante esempio di casa gotica del ‘300. I Cendon, ricchi mercanti, si imparentarono con nobili famiglie e costruirono numerosi edifici nella zona. I palazzetti affiancati presentano facciate asimmetriche,diverse anche in altezza (nonostante una gronda continua che sembra voler uniformare la percezione degli edifici). Raffinata risulta l’esecuzione degli elementi stilistici delle aperture seppur nel lato sinistro, segnate da anomalie costruttive e da cedimenti che li rendono curiosi nel disegno inconsueto delle monofore.Sono stati restaurati molto recentemente un po’ pesantemente. CHIESA DI SAN GIOBBE Chiesa di San Giobbe Antonio Gabello e Pietro Lombardo 1450-93 Dedicata a una figura dell’Antico Testamento, fu fondata nel 1378 come oratorio e ospizio istituito dal doge Zuane Contarini per l’assistenza agli anziani. Iniziato dal Gabello in forme archiacute, rimangono, del primitivo progetto, alcune bifore sul fianco sud, le lesene esterne dell’abside, il campanile, l’ala superstite del chiostro con portico e sala capitolare. La fabbrica è poi continuata e trasformata con il Lombardo secondo modelli del Primo Rinascimento ed è dei primi esempi di questo nuovo stile a Venezia .Di questo periodo sono: il portale, la zona del presbiterio e le due cappelline laterali . Sul lato sinistro c’è la Cappella Martini ( ricchi mercanti originari di Lucca) con decorazione dei Della Robbia e un altare di Antonio Rossellino. Di fronte, non potendo esserci delle cappelle per l’ingresso al chiostro esterno, c’erano le tele di Giovanni Bellini, del Carpaccio e del Basaiti, oggi all’Accademia che le riproducevano in pittura . E’ un edificio che nella facciata risulta un po’ ibrido, salvato dall’importante e aggraziato portale del Lombardo. PALAZZO NANI Palazzo Nani Civ 1105 Opera della rinascenza (sec XVI) , con aggiunte postume. ( sede del Sit- laurea breve in architettura, diventerà un hotel prestigioso) La n.f. provenienti da Altino si trasferì prima a Torcello poi nell’VIII sec a Venezia scegliendo questa zona per far erigere la propria dimora .I membri ebbero molte cariche dalla Serenissima, per sette volte divennero Ambasciatori del Peloponeso. Il palazzo presenta una tipica struttura cinquecentesca rielaborata poi in epoca successiva secondo il progetto dell’architetto e scultore Alessandro Vittoria.( il suo intervento decorativo con stucchi e affreschi è ancora oggi visibile nel portego del primo piano).La facciata oggi si presenta disadorna e fastidiosamente asimmetrica per lo sviluppo tardo ottocentesco della parte destra(quando divenne edificio scolastico)si sviluppa su un mezzanino, due piani nobili e un mezzanino sottotetto. Gli elementi più decorativi sono le due quadriforme con balconi e un portale rettangolare in asse e due vistosi stemmi . La proprietà rimase ai Nani fini al 1810, nel 1859 il palazzo venne occupato dalle truppe austriache e trasformato in caserma, Tutti i decori asportabili andarono dispersi,venduti o sottratti. PALAZZO SURIAN Palazzo Surian Bellotto (Civ 947) Grandiosa costruzione del Sardi della fine dell’600. Un tempo il Palazzo godeva di uno splendido giardino ora andato distrutto e fu dimora dell’ambasciata francese nel 1700. Nel 1743 J.J.Rousseau fu segretario, e nell’opera Confessioni descrive episodi di vita politica ed anche amorosa che avvenivano in questo palazzo. Della n.f. Surian che eresse il palazzo si ricorda il valoroso condottiero Andrea Surian che nel 1571 partecipò alla Battaglia d Lepanto e salvò il procuratore di S.Marco Barbarigo colpito da una freccia nemica assumendo poi il comando della flotta contribuì alla vittoria. Per questo venne nominato Gran Cancelliere di San Marco e onore ne ebbe per sempre il nobile casato. La facciata principale si caratterizza per la sua asimmetria,in quanto l’asse decorativo incentrato sul doppio portale di terra e le doppie serliane dei paini nobili è spostato sulla sinistra,avendo a sinistra due monofore e a destra quattro finestre; ogni apertura è chiusa da archi a tutto sesto con testa antropomorfa in chiave.Chiude in alto un mezzanino sottotetto. Alla fine del XVII il palazzo passò ai Bellotto ( per soldo erano stati iscritti al patriziato veneziano) ricchi commercianti bergamaschi di cuoio.Dopo essere diventata sede dell’ambasciata francese alla caduta della Serenissima dal 1801 venne assegnato alla Deputazione degli Oggetti Militari e da quella data iniziò il suo declino. PONTE DEI TRE ARCHI Ponte dei Tre Archi Andrea Tirali 1688 E’ la prima costruzione dell’ arch. Tirali appena nominato viceproto della Magistratura alle Acque.Il ponte, unico a Venezia a campata multipla, è di quelli concepiti alla maniera antica con l’imposta dell’arco centrale rialzata, rammenta il modello dello Scamozzi per Rialto, progettato cent’anni prima. EX MACELLO Ex Macello 1841-43 Giuseppe Salvatori Risale al 1834 il progetto redatto dall’Ufficio Tecnico in collaborazione con il Meduna. Il complesso è costituito da una serie di bassi corpi di fabbrica disposti a pettine.Dalla parte della laguna il fronte è continuo con decorazioni neoclassiche, visibile anche dal ponte della Libertà.Nei timpani sono presenti rilievi con il caratteristico decoro dorico del bucranio.Il complesso oggi ospita aule e uffici universitari. CAMPO DELLE BECCHERIE LE PENITENTI Patrocinio della SS Vergine (le Penitenti) Arch:. Massari 1725 Nel 1703 fu istituito,in una casa presso Santi Giovanni e Paolo, un asilo che ospitavaa donne traviate e pentite,ma ben presto si rivelò insufficiente. Venne trasferito in questo luogo nel 1705.Autore un sacerdote Rinaldo Bellini che grazie a lasciti della nobilefam.Da Lezze e altre offerte potè dare avvio alla costruzione. Il progetto è di Giorgio Massari che si ispira al complesso palladiano della Zitelle alla Giudecca.Il convento con le ali prospicienti al rio di Canal Regio è su tre piani con finestre decorate con pietra d’Istria. La facciata non fu mai terminata .La chiesa,ideata simile a San Marcuola, venne consacrata nel 1763 ,ma già aperta al culto nel 1744. La decorazione pittorica degli interni fu affidata a Jacopo Marieschi che ne affrescò il soffitto e la volta sopra l’altare. Attualmente è oratorio non utilizzato CASE NUOVE Case nuove 1987-90 arch.Bortoluzzi Edilizia comunale nell’area dell’Istituto ex San Marco 47 alloggi ispirati alla tradizione locale, grandi camini a cono rovesciato che ne dominano il profilo preannunciando l’organizzazione interna in corti chiuse simili a campielli SCUOLA LEVANTINA Il Ghetto A Venezia,grande centro di scambi tra l’oriente e l’occidente gli ebrei giunsero, secondo la tradizione, verso gli inizi dell’XI sec . E’ del 1386 il documento attestante il permessero ,accordato dalla Serenissima agli ebrei di adibire a cimitero un tratto di terra a S. Nicolò del Lido.A poco a poco,nonostante l’alternarsi di divieti di permessi di soggiorno in città,gli ebrei divennero un nucleo considerevole, sia come numero che come importanza.Avvertendo la necessità di organizzare la loro presenza,il governo della Repubblica,con decreto 29 marzo 1516,stabilì che questi dovessero abitare tutti in una zona della città,scegliendo a tale scopo l’area dove erano antiche fonderie di rame “geti” in veneziano,inoltre stabilì che dovessero portare segni di distinzioni (un cerchio giallo e un cappello di panno rosso) e lì obbligò a gestire banchi di pegno a tassi stabiliti dalla Serenissima ,concedendo in cambio protezione in caso di guerra e libertà di culto.Il Ghetto veniva chiuso durante la notte, mentre custodi cristiani percorrevano in barca i canali circostanti per impedire sortite notturne. Le sinagoghe,o “Scole” vennero costruite tra il primo quarto del 1500 e la metà del 1600 dai vari gruppi etnici,sorsero così le Scole Tedesca e Canton secondo il rito askenazita,la Scola Italiana, secondo il rito italiano, le Scole Levantina e Spagnola secondo il rito sefardita. Le altissime case divise in piani più bassi della norma,dimostrano quanto fosse aumentata attraverso i secoli la densità della popolazione. SCUOLA SPAGNOLA A Venezia, grande centro di scambi tra l’oriente e l’occidente gli ebrei giunsero, secondo la tradizione, verso gli inizi dell’XI sec . E’ del 1386 il documento attestante il permisero ,accordato dalla Serenissima agli ebrei di adibire a cimitero un tratto di terra a S. Nicolò del Lido.A poco a poco,nonostante l’alternarsi di divieti di permessi di soggiorno in città,gli ebrei divennero un nucleo considerevole, sia come numero che come importanza.Avvertendo la necessità di organizzare la loro presenza, il governo della Repubblica,con decreto 29 marzo 1516, stabilì che questi dovessero abitare tutti in una zona della città, scegliendo a tale scopo l’area dove erano antiche fonderie di rame “geti” in veneziano. Inoltre stabilì che dovessero portare segni di distinzioni (un cerchio giallo e un cappello di panno rosso) e lì obbligò a gestire banchi di pegno a tassi stabiliti dalla Serenissima ,concedendo in cambio protezione in caso di guerra e libertà di culto.Il Ghetto veniva chiuso durante la notte, mentre custodi cristiani percorrevano in barca i canali circostanti per impedire sortite notturne. Le sinagoghe,o “Scole” vennero costruite tra il primo quarto del 1500 e la metà del 1600 dai vari gruppi etnici,sorsero così le Scole Tedesca e Canton secondo il rito askenazita,la Scola Italiana secondo il rito italiano,le Scole Levantina e Spagnola secondo il rito sefardita. MUSEO EBRAICO Le altissime case divise in piani più bassi della norma,dimostrano quanto fosse aumentata attraverso i secoli la densità della popolazione. Nel 1797,dopo la caduta della Serenissima Napoleone decretò la fine della segregazione l’equiparazione degli ebrei agli altri cittadini. Le persecuzioni nazi-fasciste portarono alla deportazione di 204 ebrei veneziani:di cui solo otto fecero ritorno. Dalla Fondamenta di Cannaregio,attraverso un portico su cui sono visibili ai lati i segni dei cancelli che si chiudevano di notte e delle due finestrelle,oggi murate, da dove le guardie controllavano,ci si immette in una calle lunga a sinistra una lapide ricorda delle regole e delle proibizione,tra cui quella per qualsiasi ebreo convertito di praticare il ghetto.Nel campo del Ghetto Vecchio si affacciano la Scuola Ponentina e quella Levantina. La prima detta anche Spagnola progettata con probabilità dal Longhena , venne ultimata nel 1660 circa,.l’esterno è scandito da quattro finestroni posti sopra il portale di ingresso. La Scuola Levantina, sempre nel medesimo campo, databile al 1683-1700 offre un prospetto con specchiature , ampie finestre e finestre a baccello nella parte terminale. All’interno spicca la tevà ,altare ligneo a baldacchino con colonne tortili.Avanzando si arriva al campo del Ghetto Nuovo,l’alta concentrazione di abitanti, accanto all’obbligo di lasciare lo spazio centrale libero,è all’origine della caratteristica conformazione spaziale.Le Scuole Tedesche e Canton (152832) e la Scola Italiana ( 1581-87) si confondono con l’abitato. Il monumento all’Olocausto opera Arbit Blatas a memoria della Shoà è sulla sinistra del campo. ARBIT BLATAS CHIESA DI SAN GIROLAMO San Girolamo Attorno al 1375 alcune monache di San Agostino si insediarono in questa zona periferica destinata alle chiovere dei tintori. Costruirono un ampio convento, la chiesa e un oratorio. Nel 1456 un incendio distrusse gran parte degli edifici che vennero prontamente ricostruiti con l’aiuto della Serenissima. Nella pianta del de’ Barbari si può notare una grande area con orti ed edifici circondata da una alta recinzione muraria che si estendeva dal canale di San Girolamo al rio attiguo. Un ulteriore incendio nel 1705 distrusse la chiesa ricostruita poi dall’arch. Domenico Rossi . Il complesso dopo le soppressioni napoleoniche venne destinato ad altri usi, divenne una fabbrica e il campanile servì come ciminiera. L’edificio fu riaperto al culto nel 1952. CHIESA DI SANTA MARIA DEL REDENTORE Santa Maria del Redentore Nel 1612 un gruppo di monache dell’ordine dei Cappuccini si insediò in una casa lungo la fondamenta della Croce, quasi di fronte a San Girolamo. Due anni più tardi si costruì un convento con chiostri ed orti che arrivavano al bordo lagunare. La chiesa venne consacrata nel 1623. Nell’Ottocento con le soppressioni napoleoniche, venne chiuso l’intero complesso. Il municipio acquistò dal demanio il convento lo abbatté e costruì una scuola. La chiesa venne riaperta al culto . La facciata con timpano sorretto da paraste corinzie si presenta molto semplice come l’interno. CHIESA DI S. ALVISE Chiesa di S. Alvise Dedicata a San Ludovico Luigi di Tolosa nel 1388 per volontà della nobile veneziana Antonia Venier ( la leggenda vuole che le apparve in sogno il Santo), venne costruita in una zona marginale della città ottenuta con l’interramento di barene e di bassi fondali. L’inizio dell’urbanizzazione dell’area si deve proprio ad ordini conventuali come questo.La chiesa presenta una struttura gotica a navata unica il convento annesso si articola su due chiostri, uno dei quali conserva ancora nei portici degli splendidi capitelli gotici. La facciata della chiesa è del tipo a capanna, suddivisa in verticale da sei lesene collegate tra loro da archetti ciechi ogivali che seguono il profilo superiore dell’edificio, al centro il portare con protiro, una lunetta incornicia la statua del santo. L’interno è stato rimaneggiato nel Seicento conserva ancora solo nella parte absidale l’originale struttura, il soffitto ora è piano con affreschi con illusioni prospettiche . Il coro in controfacciata è notevole conserva ancora il barco sostenuto da colonne e barbacani del XV sec, tra i più antichi di Venezia, qualche aggiunta settecentesca nella fascia inferiore (le finestre con grate ) . Pregevoli sono i dipinti del Tiepolo (1740) e piccole opere del XV sec attribuite erroneamente al Carpaccio. Il campanile trecentesco in cotto dalla tipica cuspide conica con pigna e dei campaniletti ai lati. PALAZZO MASTELLI Palazzo Mastelli detto del Cammello edificato nel XIII –XIV. Sono presenti forme gotiche, frammenti bizantini e un’ara romana che sostituisce una colonna nel primo piano. Fu proprietà dei fratelli Mastelli, mercanti provenienti dalla Morea nel 1200, presenti anche nel campo dei Mori, poco distanti scolpiti su delle colonne di un palazzo. CAMPO DEI MORI Attraversando il Ponte dei Mori si entra in un’affascinante Venezia Minore,Campo dei Mori. Il nome è dovuto alla presenza nei dintorni del fondaco, delle abitazioni di mercanti arabi. Tre statue del XIII secolo poste contro le facciate delle case nel campo e poggianti su frammenti romani raffigurerebbero i tre fratelli mori Rioba, Sandi e Afani. Una quarta statua è un po’ discosta,sulla fondamenta. I mercanti, fuggiti dalla Morea (Peloponeso) a causa delle guerre civili, erano giunte a Venezia nel 1112. Qui erano stati chiamati Mastelli perché, secondo le cronache,”possedevano migliaia di mastelli pieni di zecchini d’ oro”. Sior Antonio Rioba ( il cui naso di ferro fu applicato nel XIX sec) , fu per lungo tempo chiamato dal popolo il Pasquino di Venezia e fungeva da portavoce del dissenso in caso di critiche alla politica della Repubblica. Altre leggende vogliono questi mercanti dediti all’usura e per la crudeltà dimostrata verso una povera vedova che non poteva restituire il prestito, trasformati in pietra proprio come il loro cuore e costretti a portano sulle spalle un pesante fardello. Poco distante un bassorilievo sulla facciata di Palazzo Mastelli(sul Rio della Madonna dell’Orto )raffigurante un uomo con il turbante ,in veste orientale, che conduce un cammello, farebbe riferimento al commercio delle spezie esercitato dalla famiglia. Sulla fondamenta ai piedi del ponte il n.3399,casa gotica del XV secolo, fu dimora del pittore Tintoretto,dove morì nel 1594. CASA DEL TINTORETTO CHIESA MADONNA DELL’ORTO Chiesa di Santa Maria dell’Orto Eretta nel 1365 per volontà di fra’ Tiberio da Parma, appartenente all’ordine degli Umiliati, che acquistò quest’area per costruirvi una chiesa e l’annesso convento.La chiesa fu dedicata a S.Cristoforo . chiamata poi Madonna dell’Orto, perchè custodiva una statua molto venerata, trovata in un orto vicino. Nel 1399 un crollo rese necessaria una ristrutturazione che durò fino a tutto il XV sec., ecco come nella facciata convivano particolari architettonici romanici,. gotici e rinascimentali . La facciata a salienti rivela le tre navate interne contrassegnate all’esterno da importanti contrafforti terminanti con edicole abitate, la parte centrale della facciata è dominata dal rosone e dal portale dove un arco ogivale è associato ad uno a tutto sesto.Le ali laterali sono caratterizzate da ampie finestre ad arco ogivale in stile gotico e dalla galleria delle statue degli Apostoli. Nella chiesa sono conservate tele del Tintoretto, qui sepolto,e di Cima da Conegliano. Il campanile terminato nel 1503 ha una singolare cupola a forma orientaleggiante. SCUOLA VECCHIA DELLA MISERICORDIA Scuola vecchia della Misericordia Costruzione gotica realizzata dal B.Bon (XV) con elegante facciata a coronamento mistilineo edicolette ai lati e con due grandi finestre con inferriate a cesta Il ricco portale a baldacchino accoglieva nel lunettone una scultura sempre del B.Bon , smontato nel 1612, i pezzi si trovano al Victoria & Albert Museun di Londra. A fianco sul rio il portico ricavato nel 1503 vivifica in senso urbanistico l’antico edificio. Tra la scuola e la chiesa vi è un bel chiostrino avanzo dell’antica abbazia Nel XVI sec la scuola venne ceduta dopo la realizzazione del nuovo edificio sansoviniano, alla confraternita dei Tessitori di seta. Ora abitazione atelier di un famoso pittore . SCUOLA VECCHIA DELLA MISERICODIA ABAZIA DELLA MISERICORDIA Chiesa S. Maria di Val Verde Nonostante il primo insediamento in questa zona avvenga attorno all’anno 1000, è solo dopo la progressiva bonifica delle barene che inizia l’edificazione del complesso della Misericordia costituito dalla scuola, l’ospedale, il monastero e la chiesa che prende il nome dall’isola dove sorge. Durante il XIII sec la chiesa fu interamente rinnovata rispetto alla preesistente struttura bizantina e assunse la nuova forma gotica con pianta a navata unica e facciata a capanna. L’attuale facciata barocca fu interamente progettata tra il 1651/59 da Clemente Moli seguace del Bernini. Diverse sculture la ornano tra cui, una Madonna orante con putto trecentesca bizantineggiante sopra il portale, accanto una lapide, il busto del senatore Gaspare Moro il priore e amministratore dell’abbazia nel trecento. SCUOLA NUOVA DELLA MISERICORDIA Scuola nuova della Misericordia 1532-1583 Jacopo Sansovino. Iniziata nel 1532, fu terminata all’interno nel 1538, anno in cui venne inaugurata dal doge N. Da Ponte, l’esterno rimase incompiuto. Nonostante questo rivela una maschia solidità, l’alta muraglia in mattoni è scandita da sporgenze e rientranze .All’interno il piano terra è diviso in navate da alte colonne,non perde per questo la sua grandiosa unità spaziale completata da un monumentale scalone. Oggi è adibita a depositi e palestre. STRADA NUOVA targa Strada nuova 1867-71 Concepita come collegamento pedonale rapido tra Rialto e la Stazione. L’arteria è costruita da due tronconi rettilinei convergenti sul campo San Felice; notevoli sventramenti e riallineamenti servirono a realizzarne la cospicua sezione di circa 10 m che rappresenta il primo radicale intervento di modernizzazione a scala urbana. CHIESA DI SAN LEONARDO Chiesa di San Leonardo Fondata nell’XI secolo venne successivamente riedificata più volte.La chiesa era solennemente visitata ogni anno dai confratelli della Scuola Grande della Carità in occasione della festa del Santo titolare. Odierna costruzione risale al ‘700 su progetto dell’allievo del Massari Berbardino Maccaruzzi. che impresse all’edificio uno stile classicheggiante e semplice,con una bella facciata a due ordini conclusa da un frontone triangolare,con colonne fortemente aggettanti che incorniciano il portale di ingresso.Soppressa nel 1807 e spogliata di altari e dipinti venne adibita a deposito di carbone. In epoca recente il Comune di Venezia, divenuto proprietario, dopo la ristrutturazione utilizza l’edificio come sala polivalente. TEATRO ITALIA TEATRO ITALIA Ex Teatro Italia Campiello de l’Ancoretta 19441945 Ben composta costruzione neogotica, realizzata nel 1915 su disegno attributo all’architetto Giovanni Sardi, con una facciata che si innalza su due piani, ingentilita da una trifora e due monofore, che si rifanno chiaramente a quelle di Palazzo Ducale e di Ca’ Foscari a Dorsoduro. Al livello del primo piano sono presenti due stemmi e, al centro della balaustra un leone marciano. Il vecchio teatro, dopo essere stato trasformato in cinema, venne chiuso e oggi ospita uffici universitari. CHIESA DELLA MADDALENA Chiesa S. Maria Maddalena La chiesa fu eretta nel 1222 presso il canale della Maddalena per volere della famiglia Baffo qui residente già dal X sec.Il campanile fu ottenuto da una delle torri della casa fortificata di questa famiglia. Demolita nel 1760 venne ricostruita dall’arch Tommaso Temanza ,illustre rappresentante del neoclassicismo veneziano e storico dell’arte che si ispirò per la costruzione al Pantheon a Roma (assemblaggio di una cupola ribassata e di un tamburo, preceduta da un pronao) e alla chiesa di San Simeon Piccolo(di fronte alla stazione ferroviaria) , riducendo rispetto a quest’ultima, il pronao e la cupola e ottenendo dunque una costruzione più equilibrata. All’interno la pianta diventa esagonale con quattro altari radiali che racchiudono nicchie e rilievi.La facciata presenta coppie di colonne ioniche che sorreggono un timpano e racchiudono il portale. Il campanile originale è stato abbattuto nel 1881. SOTTOPORTEGO DEL VOLTO SANTO Sottoportico del Volto Santo La faccia enigmatica del Volto Santo, che si ripete quasi cabalisticamente per tre volte: sul pozzo in corte,sopra l’architrave del sottoportico e sulla facciata della casa, iscrizioni, bassorilievi e patere raccontano la vita di una comunità di lucchesi, rifugiati politici tra il 1309 e il 1317, che vennero ospitati dalla Serenissima. Qui essi portarono, oltre la conoscenza dell’arte della filatura,tessitura e tintura della seta, anche le loro tradizioni religiose tra le quali la venerazione del Volto Santo,un fiero e virile volto con barba fluente L’opera risente di risonanze stilistiche greche romane. PALAZZO DIEDO Palazzo Diedo 1710-20 Tirali Circondato da canali e da basse costruzioni,ha quattro ingressi uno su ogni quattro facciate, disposti su un atrio a crociera .I fronti appaiono poco decorati solo specchiature e fasce marcapiani, spiccano così le finestre allungate centinate.Oggi è sede di una scuola elementare RIO NOAL CHIESA DI SAN MARZIALE Chiesa di S Marziale S. Marcialiano vescovo L’edificio,a causa delle ridotte dimensioni dell’insula dove sorse, già nel IX sec e anche nella seconda riedificazione del XIII sec, mantenne la medesima struttura : l’asse longitudinale parallelo ai due rii e il fianco sinistro direttamente sull’acqua e l’altro su uno slargo che funge da campo, mentre la facciata e il retro sono strettamente serrate da una fitta linea di case. Verso la fine del seicento inizia la nuova riedificazione che conservò le linee dell’antica fondazione, venne terminata nel 1721. Il dimesso aspetto con facciate lisce intonacate.prive di elementi architettonici a eccezione del piccolo campanile a vela,non fa presagire la ridondanza dello spazio interno, a una navata con soffitto a vela ornato dai riquadri pittorici di Sebastiano Ricci,gli altari barocchi sono arricchiti da marmi e statue,come l’ imponente altare maggiore realizzato da Giuseppe Pozzi, lo stesso artista che realizzò gli altari agli Scalzi e ai Gesuiti. PALAZZO GIOVANELLI Palazzo Giovanelli, XV secolo, ricostruito nel 1847-48 Eccezionale confronto tra gotico e neogotico, il palazzo presenta un fronte,particolarmente ricco di motivi a a traforo, sul rio di Noale. Rifatti in parte da Meduna durante il restauro ottocentesco della Ca d’Oro, gli interni si presentano in forma neogotiche. Un tempo era famosa la collezione di opere d’arte dei Principi Giovanelli, tra cui La tempesta del Giorgine,oggi esposta alle Gallerie dell’Accademia SANTA MARIA DEI SERVI Ex Convento di Santa Maria dei Servi La chiesa, fondata con il convento nel XIV sec, ricca di memorie storiche capolavori d’arte,fu soppressa nel periodo napoleonico e demolita in parte. Acquistata l’area dall’abate Daniele Canal nel 1862 per fondarvi i suoi istituti femminili,si poterono salvare i resti dell’antica costruzione tra cui il portale gotico dell’ex-convento e la chiesa gotica con il bel rosone.Nel convento visse Fra’ Paolo Sarpi. SANTA MARIA DEI SERVI CHIESA S. FOSCA Chiesa di Santa Fosca Arch. Domenico Rossi anno 1730 Già nel X sec il corpo di S. Fosca da Sabastra venne trasportata a Torcello e il culto della santa si diffuse in tutta Venezia. L’edificazione del primo edificio risale dunque al 1300. Nel 1410 una tremenda bufera fece crollare il campanile che si abbatte sulla chiesa. La nuova edificazione venne poi riedificata nel 1679 quando nuovi canoni estetici si imposero a Venezia. La costruzione venne terminata da Rossi nel 1730 grazie a lasciti della n.f Donà. L’interno è a navata unica con cappelle laterali,la facciata a capanna è modulata da quattro colonne che sostengono il timpano triangolare con ai vertici statue di santi. Sopra il coronamento curvilineo del portale d’ingresso, l’anno 1741 indica la fine dei lavori. PALAZZO CORRER CONTARINI Palazzo Correr Contarini Quando,nella seconda metà del Seicento, l’edificio passò di mano,dai Contarini ai Correr,la proprietà consisteva di due palazzi contigui e intercomunicanti (quattrocentesco quello di sinistra, cinquecentesco l’altro) che i Correr fecero completamente rimodernare. Il complesso si estende da campo S. Fosca , la calle Correr e il rio della Maddalena. La fabbrica quattrocentesca presenta nella facciata principale stupende finestre trilobate con eleganti capitelli fioriti in elaborate volute, raffinate protomi umani che si protendono sui pilastrini che incorniciano la polifora centrale e somigliano moltissimo a quelle scolpite da Bartolomeo Bon per Palazzo Ducale. L’edificio cinquecentesco presenta un monumentale portale d’ingresso che inquadra la polifora sovrastante con aperture ad arco a tutto sesto e balconcino con balaustri elaborati. Da notare che i balconcini sono uguali sia nel primo che nel secondo edificio e sono presenti anche nella facciata sul rio della Maddalena. A causa del mancato completamento dei lavori il cornicione interrotto sopra il piano nobile viene continuato nell’edificio gotico da un cordolo attorcigliato , solitamente usato per risaldare gli spigoli dei palazzi. Bella la porta sormontata da una rimarchevole testa in chiave d’arco. Attualmente il palazzo appare decaduto , con quel pianterreno adibito a botteghe che hanno invaso l’edificio anche in profondità e che danno l’idea quasi di uno sfregio irrimediabile. STATUA DI PAOLO SARPI Statua di Paolo Sarpi Bronzo di Marsilli 1892 Quando incarcerò due preti per crimini comuni rifiutandosi di rimetterli al giudizio del papa, nel 1606 Venezia fu posta sotto un’interdizione papale. Frà Paolo Sarpi ribattè che il Papa era il capo del potere spirituale, mentre il potere temporale si doveva occupare della salvezza della Repubblica. Venezia vinse la diatriba, ma la curia di Roma non dimenticò,e proprio in questo luogo, alcuni sicari accoltellarono il frate. Sarpi guarì e con un gioco di parole disse d’aver riconosciuto lo stile(stiletto) del papa. CHIESA SAN FELICE Chiesa di San Felice La fondazione risale all’anno 1000 , l’edificio subì durante i secoli varie riedificazioni. Nella pianta del de’ Barbari (1500) la chiesa appare a pianta rettangolare con l’asse longitudinale perpendicolare al canale .Nel 1531 l’ultima riedificazione ad opera di un allievo di M. Codussi, (l’architetto che influenzò il rinnovamento stilistico veneziano dal gotico al rinascimento).La chiesa presenta due facciate, la principale sul rio di San Felice e l’altra sull’attuale campo omonimo,ottenuto dall’interramento ottocentesco del canale preesistente. Sulla facciata esterna intonacata a sanguigna emerge il doppio ordine di lesene in pietra d’Istria con capitelli corinzi. La facciata sul rio è tripartitica e termina con un frontone circolare e raccordata alle ali da due timpani a quarto di cerchio tipici motivi codussiani. L’interno è caratterizzato da una pianta di tipo centrale( quadrato con inscritto una croce greca sormontata da una grande cupola) elaborata dal Condussi per altre chiese veneziane (S. Maria Formosa, San Giovanni Crisostomo). Spogliata degli altari in epoca napoleonica custodisce tele di J. Tintoretto e sculture di Giulio Dal Moro, sopra il portale della sagrestia una lapide a ricordo di Carlo Rezzonico, futuro Papa Clemente XIII, qui battezzato. CHIESA DI SANTA SOFIA Chiesa di Santa Sofia Fondata IX sec., ultima riedificazione fine XVII sec. Arch. Antonio Gaspari Fondata nell’anno 1000, subì diversi interventi di ristrutturazione. La veduta del de’ Barbari documenta che la chiesa aveva tre navate con absidi poligonali e come oggi all’edificio si addossavano su più lati edifici che occultavano gran parte della facciata a capanna difficilmente individuabile. L’ingresso avviene attraverso un portale che si trova sull’odierna Strada Nova, si entra poi in un vestibolo oltre il quale si sviluppa il vero e proprio corpo della chiesa suddiviso da sei colonne in tre navate.Le volte a crociera, le finestre semicircolari centinate e la cupola risentono del gusto classicheggiante. Dell’antico campanile si è mantenuta solo la zona inferiore della canna. CHIESA DEI SANTI APOSTOLI Chiesa Ss. Apostoli La chiesa fu fondata nel IX secolo in uno dei primi nuclei di urbanizzazione della città.Già nel 1021 avviene una prima riedificazione, l’edificio si presentava allora a pianta basilicale; nel 1450 furono aggiunti sul lato del campo un portico,ora scomparso, e la cappella Corner attribuita a Mauro Codussi e commissionata dalla famiglia di Caterina Cornaro regina di Cipro. Nel 1575 tutto l’edificio venne ricostruito da Alessandro Vittoria che inglobò alcune preesistenze e rimaneggiato ulteriormente nel XVIII sec., ma l’aspetto, nonostante tutto è ancora cinquecentesco. La facciata è a capanna in mattoni a vista con tre portali e timpano triangolare con iscrizione lapidea al centro. All’interno un affresco trecentesco,di gusto ancora bizantino,e alcune opere di Paolo Veronese e GB Tiepolo ( La comunione di Santa Lucia). Il campanile del 1672 fu completato nei primi decenni del secolo successivo. CAMPANILE DELLA CHIESA DEI SANTI APOSTOLI SCUOLA DELL’ANGELO CUSTODE Scuola dell’Angelo Custode Oggi Chiesa evangelico- luterana L’edificio apparteneva alla Confraternita dell’Angelo Custode fondata nel 1657. Costruito nel 1713 su progetto dell’arch Andrea Tirali,venne acquistata nel 1806 dai mercanti del vicino Fondaco dei Tedeschi come sede della loro comunità. La scuola presenta un fronte a due piani,con portale decorato dal piccolo gruppo marmoreo di Heinrich Meyring raffigurante l’Angelo Custode. All’interno Madonna in gloria e arcangelo Raffaele di Sebastiano Ricci e un Cristo Benedicente di scuola tizianesca. La scuola dell’Angelo Custode venne chiusa in epoca napoleonica, è dal 1813 sede delle celebrazioni della comunità evangelico –luterana . PALAZZO FALIER Palazzo Falier La prima costruzione risale al 1000, il palazzo fu ricostruito nel 1105 e rimaneggiato in epoche successive. Di antico conserva il finestrato centrale di tipo venetobizantino ed avanzi architettonici e decorativi del 1200 e 1300. In questo palazzo viveva il Doge Marin Faliero,che, avendo tramato di rendersi signore assoluto di Venezia, fu decapitato nel 1355. A Palazzo Ducale, nella Sala del Maggior Consiglio, al posto del suo ritratto,c’è un panno nero con l’accusa della sua indegnità. CHIESA DI SAN GIOVANNI CRISOSTOMO Chiesa Giovanni Crisostomo Eretta durante il IX sec in una zona molto popolata vicino all’isola di Rialto,polo mercantile e amministrativo della Repubblica, di fronte all’attuale edificio rinascimentale fu dedicata prima a Santa Cecilia poi a S. Giovanni Crisostomo per una preziosa reliquia del celebre patriarca trasportata dall’Oriente dove veniva venerata. L’edificio originario venne distrutto da un rovinoso incendio e ricostruito grazie ai denari raccolti attraverso una speciale indulgenza concessa nel 1488 da papa Innocenzo VIII, il progetto venne affidato all’arch Mauro Codussi nel 1495 .La pianta a croce greca inscritta in una struttura quadrata. All’incrocio dei bracci su alti pilastri si erge la cupola emisferica i quattro bracci sono coperte da volte a vela. Le navate si concludono con tre cappelle absidali. La facciata tripartitica e suddivisa in due ordini presenta la tipica soluzione codussiana con raccordi laterali curvilinei e timpano semicircolare.Nella parte inferiore il portale sorregge un timpano triangolare sorretto da colonne corinzie affiancato da grandi finestre nella parte superiore un rosone centrale. All’interno opere di Giovanni Bellini e Sebastiano del Piombo CHIESA DI SAN CANCIANO Chiesa di San Canciano Secondo la tradizione esisteva una chiesa fondata nel IX sec da alcuni profughi da Aquileia e dedicata ai tre fratelli Canziano,Canzio e Canzianella, martiri romani nel 304.La primitiva edificazione, dopo parecchi restauri, fu abbattuta definitivamente nella seconda metà del cinquecento e ricostruita in forme tardo rinascimentali . L’interno mantiene l’impianto basilicale a tre navate e due cappelle laterali che furono aggiunte ai lati del presbiterio,una apparteneva alla famiglia Widmann che ne affidò la realizzazione a B. Longhena ,mentre la decorazione scultorea fu affidata a Clemente Moli. La facciata venne conclusa nel 1705 da Antonio Gaspari. Nel centro sopra il portale il busto del Michele Tommasi. CHIESA DEI MIRACOLI Chiesa di S. Maria dei Miracoli L’origine della chiesa è legata alla venerazione di una immagine miracolosa della Madonna con bimbo esposta all’angolo di una casa presso la vicina Corte Nuova.La devozione crebbe a tal punto che fu necessario spostare l’immagine in una piccola cappella allestita nelle vicinanze.In seguito fu acquistato un terreno ed edificata la chiesa nel 1480 con le offerte popolari ad opera dell’arch. Pietro Lombardo che in breve tempo ultimò l’opera. La pianta è rettangolare a navata unica con volta a botte a cassettoni, rivestita all’esterno con lastre di marmi policromi provenienti dalla basilica di San Marco. All’interno ,sopra l’ingresso, rimane il coro pensile sino al 1865 collegato al monastero delle Clarisse da un passaggio aereo. L’alta gradinata e l’arcone trionfale separano la navata dal presbiterio che ospita l’altare maggiore a baldacchino, sormontato da una cupola emisferica con lanterna. La facciata è ripartita in due ordini di lesene che corrono lungo tutto il perimetro.Il frontone semicircolare ospita il rosone circondato da tre occhi e due rondelle.Il campanile a canna a sezione ottagonale. TEATRO MALIBRAN Teatro Malibran Eretto nel 1677 a spese della famiglia Grimani, era noto come Teatro di San Giovanni Crisostomo. Venne radicalmente ristrutturato nel 1834 dall’architetto Giuseppe Salvadori, per conto dellla famiglia Gallo e fu in quella occasione che venne intitolato alla celeberrima cantante lirica Maria Malibran, anche in ringraziamento del generoso gesto dell’artista che volle devolvere il ricavato di due spettacoli per sostenere le ingenti spese dei restauri. Ancora ristrutturato nel 1920, venne poi trasformato in cinema. Oggi le luci del teatro sono tornate a risplendere con spettacoli di ottima levatura. CASA DEI POLO Case dei Polo Corte seconda del Milion 5845-5847 Purtroppo la casa dove Marco Polo, tornato dal suo memorabile viaggio in Cina, visse gli ultimi venticinque anni della sua vita, dal 1299 al 1324, non esiste più: essa bruciò nel 1597 e, proprio nel luogo dove sorgeva, oggi si trova il Teatro Malibran. Probabilmente dell’antico edificio rimane la splendida ghiera veneto-bizantina che attualmente costituisce uno dei fornici del sottoportico che unisce il Campiello del teatro Malibran alla Corte seconda del Milion. I Polo erano appellati con il nominativo del Emilione, che solo in seguito passò a designare il celeberrimo scritto. E’ molto probabile che gli edifici trecenteschi, ornati di patere e di archi venetobizantini, che insistono su questa corte appartengano al corpo di fabbrica costruito dagli eredi di Marco Polo il vecchio ,zio del più celebre viaggiatore,nel XIV secolo. PALAZZO VAN AXEL Palazzo Soranzo Van Axel Fondamenta Sanudo, 6099 Per comprendere la maestosità dell’edificio, basti pensare che, nell’atto di compravendita risalente al 1473, si parla di domus magna, e costò a Marco Soranzo che l’acquistò dai Gradenigo quattromila ducati d’oro!Originali sono ancora: la porta scolpita col battente a forma di pesce e ornata da una cornice dentro la quale campeggia lo stemma della famiglia Van Axel, i caminetti e le stupenda scala scolpita la cui balaustra è adorna di piccole teste antropomorfe in pietra d’Istria e che risulta essere l’elemento più significativo della bella corte gotica fiorentina cui si accede proprio dalla porta citata. Nei primi anni del Seicento i Van Axel acquistarono il Palazzo. Ricchi mercanti fiamminghi entrarono a far parte del patriziato veneziano nel 1665. I Van Axel fecero “vivere “ il palazzo aprendolo per feste e ricevimenti e mantenendolo con cura fino al 1920 quando venne venduto all’antiquario Dino Barozzi che ne fece un vero scrigno di opere d’arte. Il palazzo presenta alcune anomalie dovute al fatto che fu diviso in due unità distinte per due diverse esigenze abitative e presenta dunque due ingressi di terra, due ingressi d’acqua, due corti e due pozzi e due scale, ma ciò non toglie nulla al suo fascino. PALAZZO DONA’ DELLE ROSE Edificato nel 1610-11 conserva nella sobrietà delle linee architettoniche, quel carattere austero che il doge Leonardo Donà volle dare alla sua residenza, in aperta polemica nei confronti del lusso e del dilagante gusto “romanista”. E’ uno dei pochi casi in cui la famiglia originaria ne è a tutt’oggi proprietaria, mantenendone intatti arredi e decorazioni. CHIESA DEI GESUITI Chiesa Santa Maria Assunta o dei Gesuiti La chiesa originaria, eretta il 1150 e dedicata a S. Maria Assunta, faceva parte di un complesso costituito dall’ospedale e dal monastero appartenente all’ordine dei Crociferi. Nel XV sec tutti i locali conventuali ,per la condotta scandalosa di questo ordine, passarono in commenda .Il monastero fu concesso al cardinale Bessarione. Nel 1514 e nel settecento il complesso venne amplificato e nel XVII una disposizione papale decretò la definitiva soppressione dell’ordine dei Crociferi le cui rendite incamerate dalla Serenissima, finanziarono le spese per la guerra di Candia. La città nel 1657 riammise l’ordine dei Gesuiti,allontanato nel 1606, poiché aveva sostenuto il papato in una disputa con il governo. Nel 1715 i Gesuiti,a cui venne concessa l’area, abbatterono la chiesa per costruire un nuovo edificio secondo i principi teologici del Concilio di Trento espressi in sintesi nella chiesa del Gesù a Roma, in cui arch Vignola definì il modello tipologico di tutte le chiese dei Gesuiti. Il progetto fu affidato a Domenico Rossi. La pianta è a croce latina a navata unica con cappelle laterali intercomunicanti. Con un grande arcone che separa la navata dal presbiterio occupato dall’altar maggiore a baldacchino di fra’ Giuseppe Pozzo, sormontato da cupola con stucchi. Giambattista Fattoretto terminò la facciata in pietra nel 1728:divisa in due ordini,con colonne e statue in forte aggetto, è conclusa da un frontone triangolare. All’interno importanti opere come Il martirio di San Lorenzo del Tiziano La presentazione di Gesù al tempio e l’Assunzione di Maria del Tintoretto e dipinti di Palma il Giovane , di Pietro Liberi e di Andrea Balestra. CAMPO DEI GESUITI ORATORIO DEI CROCIFERI Oratorio dei Crociferi Di fronte alla chiesa dei Gesuiti sorge il piccolo oratorio dei Crociferi vicino all’antico ospedale istituito per i poveri della città. L’edificio fu costruito nel 1268 con lasciti del Doge Renier Zen. La facciata ha un portale d’ingresso incorniciato da un bassorilievo quattrocentesco in marmo, ma conserva la semplicità che tende a confonderla con la modesta edilizia abitativa del luogo. Verso il 1583 e il 1592 Jacopo Palma il Giovane esegue le grandi tele che raffigurano con forte realismo le vicende legate alla storia dell’ospedale e dell’Ordine e alcuni momenti della tradizione cristiana. L’intervento di comitati stranieri ha permesso il restauro dell’intero ciclo pittorico inaugurato nel 1984 alla presenza della Regina Madre d’Inghilterra. FONDAMENTA ZEN -GESUITI Palazzo Zen 1537-53 Originale edificio dove si mescolano elementi rinascimentali e motivi archiacuti di derivazione orientale,il dato è percepibile soprattutto nel prospetto verso il rio di Santa Caterina,nella sequenza alternata di stili diversi.Autori ne furono gli stessi proprietari,patrizi veneti in contatto con l’arte e la cultura d’Oriente.La facciata era ricoperta di affreschi dello Schiamone e di J. Tintoretto PALAZZO COLBO PALAZZO COLBO GROTTA Dopo il ponte degli Scalzi si incontra uno dei primi palazzi del Canal Grande. Originariamente di stile bizantino,fu più volte rimaneggiato. I Colbo Grotta lo dotarono di splendidi arredi,oggi esposti a Ca’ Rezzonico, nel Museo del Settecento Veneziano (salone in lacca verde e oro con preziose cineserie):il palazzo accoglie oggi l’Hotel Principe. PALAZZO FLANGINI PALAZZO FLANGINI Fu fatto costruire negli decenni del XVII secolo dalla famiglia Flangini di origine cipriota,ammessa al patriziato nel 1664. Il palazzo fu progettato dall’architetto Giuseppe Sardi, che si ispirò ai moduli stilistici del Longhena , ed è rimasto incompiuto dell’ala sinistra per mancanza di spazio o di mezzi.La severa facciata in pietra d’Istria è caratterizzata dal bugnato che ricopre il basamento, costituito dal piano terra e dall’ammezzato, e dai due altissimi piani nobili le cui finestre, incorniciate da colonne, hanno l’arco interrotto in chiave da teste aggettanti e i poggioli continui a colonnine. SCUOLA DEI MORTI SCUOLA DEI MORTI Accostata alla chiesa di San Geremia (l’abside ospita le spoglie di Santa Lucia ), sulla sinistra vi è una bassa costruzione chiamata Scuola dei Morti perché era occupata da una confraternita, come è scritto sullo stemma sormontato da un teschio inserito in facciata, che si occupava di accompagnare i funerali. CHIESA DI SAN GEREMIA Chiesa di San Geremia Santa Lucia Antica fondazione del 1174 a pianta basilicale demolita e ricostruita, nel 1753, a pianta a croce greca con absidi semicircolari : Il progetto di Corbelli prese a modello la Chiesa della Salute, L’architetto ruotò di 90° l’asse originale in modo che l’edificio si affacciasse sul campo preceduto da un’alta scalinata. All’interno al centro si alza un alta cupola ovoidale sostenuta da fasci di pilastri. Verso il Canal Grande un braccio si allunga per ospitare la cappella di Santa Lucia costruita dopo l’abbattimento della chiesa omonima (nella seconda metà dell’ottocento per costruire la stazione ferroviaria) con materiale di riporto della stessa chiesa. La chiesa fu terminata nel 1871 grazie a lasciti vennero con cui vennero concluse le facciate marmoree. Il campanile del X sec è uno dei più antichi della città. . PALAZZO EMO PALAZZO EMO Alla confluenza tra rio di Cannaregio e Canal Grande spicca per il bel color rosso tiziano del suo intonaco. Ricostruito su precedenti strutture, ha una gradevole facciata settecentesca segnata da linee orizzontali continue di pietra d’Istria.con un largo portale eccentrico. Il piano nobile ha due coppie di monofore ad arco allungate e sovrastate da cornici. PALAZZO CORRER CONTARINI PALAZZO CORRER CONTARINI Detto anche Ca’ dei Cuori per via degli stemmi cuoriformi presente sulle facciate e in ferro battuto sui due portali. L’edificio divenne proprietà dell’illustre famiglia Contarini nel 1768 prima di passare un secolo dopo a un generale di Garibaldi. Due grandi portali, con teste in chiave d’arco, si alzano dall’acqua fino al primo piano. Due piani nobili segnati entrambi da trifore con balconcino e coppie di monofore a sinistra e doppie a destra. Cornici in pietra d’Istria mettono in risalto la perfetta simmetria dei pieni e vuoti. Pregevole è la bianca balaustra che delimita una fantastica terrazza. CHIESA DI SAN MARCUOLA CHIESA DI SAN MARCUOLA Dedicata da alcuni profughi di Aquileia ai Santi Ermagora e Fortunato gia nel 569. Nel primitivo assetto la chiesa si disponeva con l’asse longitudinale parallelo al Canale e un ampio campo su cui rivolgeva il fianco sinistro. Verso la metà del seicento le precarie condizioni statiche imposero una ristrutturazione iniziata da Antonio Gaspari e terminata , dopo la sua morte (1730), da Giorgio Massari. Lo spazio interno è a pianta quadrata a navata unica voltata a botte, è scandito da colonne e pilastri e da otto altari impreziositi da tele e reliquie e alcune statue del Morlaiter. Tra le opere pittoriche va ricordata L’ultima cena del Tintoretto. La facciata avrebbe dovuto riproporre lo schema della chiesa della Pietà a Castello, ma non venne mai conclusa. PALAZZO MEMMO MARTINENGO PALAZZO MEMMO MARTINENGO Si affaccia sul campo San Marcuola. Proprietà fino dal X secolo dei Memmo, venne completamente restaurato in epoca ottocentesca. La grande volumetria del palazzo non si palesa dalla facciata, ma guardandolo di fianco dal campo oltre al giardino. La sua caratteristica è di presentare la finestra maggiore e il portale d’acqua fortemente spostati sul lato sinistro. Cornici e fasce di pietra d’Istria si dispongono linearmente sopra il bugnato. PALAZZO GATTI CASAZZA PALAZZO GATTI CASAZZA E’ affacciata sul Canal Grande, oltre che sul campo di San Marcuola, e dimostra chiaramente delle preesistenze gotiche, belle monofore trilobate disposte sul fianco che si affaccia sul campo. Rimaneggiato in epoche successive, la sopraelevazione di un piano con terrazza è ottocentesca. Il palazzo attiguo presenta un bel prospetto gotico con due trifore e altre monofore era anch’esso parte del complesso di Casa Gatti Casazza. PALAZZO VENDRAMIN CALERGI PALAZZO VENDRAMIN CALERGI Tra il 1481 e il 1509 Arch Mauro Codussi Campiello Vendramin -2040 In questa facciata sul Canal Grande, uno dei più importanti esempi dell’architettura rinascimentale a Venezia, arch. M. Condussi, dispone in doppio ordine le sequenze di bifore che sono scandite da semicolonne sia singole che binate e appaiono comprese entro robusti marcapiani.Venne completato dopo il 1504 dai Lombardo e nel primo Seicento dal arch. Scamozzi. Il palazzo, commissionato da Andrea Loredan , fu ereditato dai nipoti ed inseguito appartenne al duca Brunswick, al marchese di Mantova Guglielmo III Gonzaga e alla famiglia Grimani Calergi. La palazzina sul giardino seicentesca ospitò nel XIX secolo per alcuni anni Richard Wagner, che vi morì nel 1883. Il palazzo ospita nei suoi fastosi saloni il Casinò municipale. PALAZZO MARCELLO PALAZZO MARCELLO Ricostruito verso la fine del Seicento su strutture più antiche. La facciata è caratterizzata da due grandi e arcuate pentafore centrali ad archi a tutto sesto poste al livello dei piani nobili. La presenza dei due portali d’acqua e la tripartizione della facciata farebbero pensare ad un uso bifamiliare dell’edificio. In questo palazzo nacque nel 1686 il compositore Benedetto Marcello e, nel 1603 Lorenzo Marcello, audace capitano da mar,che durante la guerra di Candia, combattuta contro i turchi, con la sua flotta bloccò lo stretto dei Dardanelli e quasi entrò nel porto di Costantinopoli , solo un malaugurato colpo di cannone che straziò il valoroso capitano riuscì a fermare l’assalto delle navi veneziane da lui guidate. PALAZZO MOLIN ERIZZO PALAZZO MOLIN ERIZZO La sua costruzione risale alla seconda metà del Quattrocento. Costruito per la famiglia Molin, passò agli Erizzo in seguito a un matrimonio tra Giacomo e Cecilia Molin avvenuto nel 1650.La facciata è impreziosita dalla presenza di una notevolissima pentafora inquadrara con trilobi slanciati che non è posta al centro della facciata .Al piano nobile ha le stanze decorate con opere settecentesche. PALAZZO SORANZO PIOVENE PALAZZO SORANZO PIOVENE L’edificio risale al primo decennio del Cinquecento. Il progetto viene attribuito all’architetto Sante Lombardo che ha impreziosito la facciata con una trifora con balcone al piano nobile e in modo analogo altre tre monofore ai lati (una a sinistra e due a destra). Si possono notare sei decorazioni a targhe o cerchi incorniciati. Oggi è sede della Guardia di Finanza. PALAZZO EMO PALAZZO EMO Il prospetto che guarda sul Canal Grade a un duplice orientamento , con uno spigolo ben evidente accorgimento costruttivo che permetteva di seguire la sinuosità del canale senza stravolgere con linee rette l’andamento delle correnti e il libero flusso e riflusso delle maree. La costruzione risale al Seicento con accenni ancora cinquecenteschi. Ampia serliana nel piano nobile che sovrasta il grande portale d’acqua. PALAZZO MOLIN QUERINI PALAZZO MOLIN QUERINI Eretto nel XVII secolo, posto in confluenza tra il Canal Grande e il rio del’Ogio, mostra una facciata non continua in modo di adeguare la fabbrica alla sinuosità della via d’acqua. Presenta proprio alla sinistra dello spigolo, a livello del piano nobile, sopra alla porta d’acqua, una bella serliana con balcone. PALAZZO GUSSONI GRIMANI DALLA VIDA PALAZZO GUSSONI GRIMANI DELLAVIDA Tra il 1548 e il 1556 la nobile famiglia dei Gussoni decise di incaricare l’architetto Michele Sanmicheli della ristrutturazione del precedente palazzo gotico, al fine di farne un palazzo di rappresentanza. Il risultato fu questa elegante e nobile architettura tripartitica con due balconi con quadrifora sovrapposti nella parte centrale. Il piano nobile con poggiolo aggettante ha una bella cornice superiore, bei timpani curvilinei abbelliscono le finestre laterali. Si notino gli stemmi gentilizi che contribuiscono a dare rilievo chiaroscurale al fronte concepito abbastanza piatto per permettere a Jacopo Tintoretto di decorarlo con affreschi oggi perduti. La famiglia Gussoni si estinse nel 1735. Verso la metà del Settecento il palazzo fu acquistato dai Grimani e poco dopo da Cesare Della Vida, un ricco affarista ebreo. Attualmente è dello Stato italiano e vi à la sede del Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto. PALAZZO FONTANA REZZONICO PALAZZO FONTANA REZZONICO Il palazzo fu fatto costruire dalla famiglia Fontana, ricchi mercanti piacentini tra gli ultimi anni del XVI e i primi del XVII secolo, da allievi del Sansovino. L’edificio è un nobile esempio dello stile rinascimentale maturo, con grandi quadriforme ad arco nei piani nobili, riquadrate da cornici in rilievo e fasce marmoree che sottolineano le divisioni dei piani e collegano tra loro i diversi elementi architettonici. Verso la fine del XVII secolo passò di proprietà dei Rezzonico, che vi abitarono per un periodo, in attesa di trasferirsi nel palazzo che porta il loro nome (oggi Museo del Settecento veneziano). Qui nacque, nel 1693, Carlo Rezzonico, futuro papa Clemente XIII. PALAZZO MIANI COLETTI GIUSTO PALAZZO MIANI COLETTI GIUSTI Realizzato da Antonio Vicentini nel 1776 , la data è incisa sulla facciata. Molte famiglie si sono passati la proprietà grazie alla sua posizione privilegiata accanto a Ca’ d’Oro. La sua facciata verdastra è caratterizzata da quattro portali d’acqua intervallati da tre nicchie contenenti statue di personaggi d’epoca, due piani nobili che stranamente non presentano polifore ma monofore raggruppate, una linea di gronda molto accentuata e un vistoso abbaino a filo di facciata a cui lati stanno due terrazze con balaustra a colonnine. Due nicchie circolari, oggi vuote, stanno a livello del secondo piano nobile. Oggi fa parte della Galleria Franchetti con l’attigua Ca’ d’Oro. CA’d’ORO CA’ d’ORO 1421-43 calle della Ca d’Oro, 3933 arch. M. D’Amadio Con i suoi marmi policromi, con le sue dorature (ormai rimaste solo nel nome), la facciata sul Canal Grande appare come manifestazione sfarzosa, quasi virtuosistica , del cosiddetto gotico fiorito. Al palazzo, costruito per Marino Contarini, lavorarono maestranze già nel cantiere di Palazzo Ducale; l’arte del traforo murario raggiunse però in questo caso i vertici di perizia tecnica e di fantasia decorativa. Oltre alla celebrata bellezza della facciata, da tappeto orientale, è da notare anche la sua coerenza costruttiva. La asimmetria infatti non è casuale , ma deriva dalla struttura tradizionale della casa mercantile (si veda il loggiato del fronte e la corte interna), che denunciano chiaramente la disposizione dei vani interni e il loro diverso uso. Anche i trafori del portico e dei loggiati seguono la logica della statica e ne fanno motivo espressivo con il loro progressivo diminuire, dal basso verso l’alto, delle dimensioni e degli spessori delle colonne, e degli archi intrecciati. L’articolazione degli spazi , al piano terra: cortile, androne e portico, ai piani superiori con salone e loggia, offre una straordinaria complessità e varietà di soluzioni ambientali e di prospettive.Dal 1927 il palazzo, dopo vari trascorsi, ospita le collezioni d’arte della Galleria Franchetti . PALAZZO SAGREDO a S.Sofia PALAZZO SAGREDO a Santa Sofia. XIV secolo Strada Nova, 4199 Nella facciata sul Canal Grande e in quella sul Campo di Santa Sofia, il palazzo presenta due parti chiaramente distinte. Il piano terra e il primo piano conservano tracce del primitivo edificio bizantino con l’esafora incorniciata da colonnine sottili, il piano superiore e quattrocentesco, ed è caratterizzato da una quadrifora contornata da una cornice scolpita e sormontata da quadrilobi decorati. Acquistato dalla famiglia Sagredo nel XVII secolo, fu decorata internamente nel secolo successivo da opere di G.B. Tiepolo e Pietro Longhi. Dopo la morte dell’ultimo discendente fu spogliato delle sue opere e di recente convertito in albergo. PALAZZETTO FOSCARI PALAZZETTO FOSCARI Costruito in stile gotico nel XV secolo, il palazzo di modeste dimensioni conserva una bellissima esafora con archi acuti sormontati da una decorazione fiorita. Vi abitò nel 1520 il duca di Mantova. Dopo essere stato per anni sede del consolato tedesco è stato convertito in albergo. PALAZZO MICHIEL DELLE COLONNE PALAZZO MICHIEL DELLE COLONNE Ultimato nel 1697 Arch Antonio Gaspari Calle del Duca,4314 La facciata sul Canal Grande evidenzia la vicenda di questo palazzo modificato nell’aspetto dall’arch. Gaspari alla fine del Seicento, all’origine del nome è l’alto (e sproporzionato ) portico lungo tutta la facciata al piano terreno che rileva la struttura veneto –bizantina della casa – fondego e quindi anche l’antica origine della fabbrica, poiché questa tipologia era propria dei palazzi del XIII. Nel Settecento diventò residenza della famiglia Gonzaga duchi di Mantova in fuga dagli austriaci che avevano conquistato la città lombarda, qui si rifugiarono portando appresso le ingenti collezioni d’arte. Passò poi alla nobile famiglia Michiel. Oggi ospita la sede dell’Ufficio del Registro. PALAZZO MICHIEL DEL BRUSA’ PALAZZO MICHIEL DEL BRUSA’ I Michiel appartenevano a una delle famiglie più antiche di Venezia ; tra il XI e XII secolo diedero tre dogi alla città, due dei quali uccisi durante le tragiche rivolte che scossero in quei secoli la Serenissima. La denominazione del brusà deriva dal terribile incendio che semidistrusse il palazzo nel 1774. La facciata fu poi restaurata con il contributo della Repubblica, proprio per le benemerenze politiche della famiglia , così venne ripristinata la struttura gotica del XV secolo, con le alte finestre archiacute dei piani nobili. PALAZZO MARGILI VALMARANA PALAZZO MARGILI VALMARANA All’angolo del rio di Santi Apostoli, fu edificato verso la metà del Settecento per volontà del console inglese a Venezia Joseph Smith, l’architetto Visentini finì la costruzione 1751. La proprietà passò ai conti Mangilli che finanziarono nuovi lavori portati a termine da Gianantonio Selva ( l’architetto che realizzò la Fenice) che lo sopraelevò del secondo e terzo piano e gli diede l’aspetto neoclassico con una preziosa balaustra e finestre con timpano triangolare intervallate da coppie di lesene e da colonne corinzie. Sul retro un bel giardino preserva l’edificio dai rumori della Strada nuova. La nobile famiglia Valmarana subentrò nella proprietà. CA’ DA MOSTO CA’ DA MOSTO XIII sec Corte del Leon Bianco,5628 Uno dei più antichi palazzi sul Canal Grande e tra i più ben conservati, la sua costruzione risale al XII sec e fu dimora dell’antica famiglia di navigatori Da Mosto. I primi due piani hanno la tipica ripartizione di aperture della casa veneto –bizantina con il bel loggiato al primo piano.Le zone più piene ai lati della facciata sono ornate da eleganti arcatelle cieche, la decorazione prosegue sopra gli archi del loggiato con la ricca serie di patere e la cornice marcapiano. Gli archi del primo piano, a peducci rialzati, presentano la ghiera con l’estradosso appuntito primo annuncio dell’arco inflesso, che troverà così larga applicazione nel periodo gotico. Nel XVII secolo divenne sede del albergo il Leon Bianco , dove alloggiarono molti importanti viaggiatori. CA’ LION CA’ LION XIII sec Campiello del Remer E’ ancora percepibile la struttura della casa da stazio con magazzeni articolata attorno a una corte; la scala esterna conduce alle residenze situate sopra i volti destinati a magazzino. Gli archi ogivali denunciano un’ormai marcata influenza dei modelli orientali.
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