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SESTIERI
Secondo una tradizione, la divisione della città in sestieri fu attuata
dapprima per ragioni tributarie: nel 1171, sotto il dogato di Vitale
Michiel II, la città dovette armare una grande flotta per contrastare
le ostilità promosse dall’imperatore bizantino Emauele Comneno.
La flotta fu di 120 navi e, per fronteggiare l’ingente spesa, si fece
ricorso ad un’imposta straordinaria. In questa occasione la città fu
divisa in sei parti (sestieri), per permettere alla competente
magistratura di accertare la disponibilità di ciascun cittadino ed in
seguito di provvedere alla parziale restituzione delle somme riscosse
( gli imprestidi).
Da quel momento i sestieri rappresentarono la base dell’ordinamento
cittadino: tre si trovano al di qua e tre al di là del Canal Grande, de
citra (Cannaregio, San Marco e Castello) e de ultra (Santa Croce,
San Polo e Dorsoduro con la Giudecca). Un unico ponte quello di
Rialto,univa le due parti della città. Ogni sestiere, sin dal
Medioevo,dava un Procuratore di San Marco:
la procuratia di San Marco fu sempre, sino alla caduta della Serenissima, la carica politica più importante dello Stato, dopo quella dogale.La
carica era a vita e vi accedevano solo i patrizi più ricchi e prestigiosi; tra di essi veniva scelto il Doge. Fra i loro compiti c’erano la tutela degli
orfani , il sovrintendere alle esecuzioni testamentarie e la gestione di beni di alcune istituzioni pubbliche. A partire dall’inizio del Trecento si
aggiunsero altri tre Procuratori ( de supra) per l’amministrazione e la cura della Basilica.
Ogni sestiere veniva poi rappresentato, ai massimi livelli dello Stato, da un Consigliere dogale, che durava in carica un anno e affiancava il
doge, limitandone in effetti l’autorità, dato che assieme presiedevano a tutte le magistrature della Repubblica. Questi sei Consiglieri
costituivano il cosiddetto Minor Consiglio,che sovrintendevano all’amministrazione della città e dirimeva ogni eventuale conflitto di
competenza tra i diversi organismi dello Stato.
Alla morte del Doge, tutte le funzioni di governo rimanevano nelle mani del Minor Consiglio ed il Consigliere più anziano aveva il compito di
presiedere e organizzare le complesse operazioni per l’elezione del nuovo capo dello stato.
Vi erano poi i Capita sexteriorum cui spettavano, inizialmente, funzioni di ordine pubblico, ma persero con il tempo potere a favore di altre
magistrature.
Le autonomie gestionali dei sestieri ( come provvedere alla pulizia di strade e rii) e rimasero in vita, sino alla caduta della Serenissima.
Sestiere di Cannaregio
In origine Cannaregio veniva chiamato Cannaregium essendo composto da isolette piene di canne e di zone paludose, le cannelle venivano
usate come coperture per le imbarcazioni,per i casoni ed altri usi locali. Inoltre la località era percorsa dal Canal Regio, nome così
antisonante perchè si congiunge con il Canal Grande .Nel suo aspetto idrogeologico morfologico lagunare, questo canale sembra sia la
continuazione delle acque del fiume Marzenego con la diramazione del fiumicello Oselino.* Cannaregio si stende dall’imboccatura
occidentale del Canal Grande,sino al Rio deiMendicanti, a sud è delimitato dal Canal Grande,a nord dalla laguna.* E’ per estensione il
maggiore .*
non è caratterizzato da una particolare funzione, ma riunisce in se, fin dai tempi lontani,diverse funzioni. San Marco fu
soprattutto centro politico della città; San Polo, con Rialto,quello finanziario, Castello era fortemente caratterizzato in senso industriale,per
la presenza dell’Arsenale, Dorsoduro e Santa Croce si presentavano a fitta destinazione residenziale. Cannaregio sembrava mescolare
caratteri diversi: edilizia aulica sul Canal Grande,edilizia residenziale minore,e anche minima, presenze industriali (chiovere di San Geremia
–terreni dove dopo la tintura venivano stesi i panni ad asciugare) e commerciali. Stretto tra laguna e Canal Grande, i suoi assi viari principali
si snodano per lo più paralleli a quelle via acqua.
Il settore occidentale , di san Giobbe, era connotato da un fronte edilizio compatto e fortemente qualificato,che si estendeva lungo il rio de
Cannaregio: Palazzo Labia, Palazzo Priuli Venier volgarmente detto Manfrin, Palazzo Testa, Palazzo Cendon ,Palazzo Amadi, Palazzo Nani
Palazzo Pozzo,Palazzo Savorgnan .
Dal XIX sec trova un’altra importante qualificazione con la Stazione Ferroviaria.
Proseguendo ad est si incontra il Ghetto con il grande scoperto del campo del Ghetto Nuovo, seguito poi da un sistemi di rii paralleli: rii
di Sant’Alvise, della Madonna dell’Orto, della Sensa, della Misericordia che definiscono un insieme di lunghe isole
A sud è caratterizzato dai grandi palazzi sul Canal Grande e dall’edilizia che si estendeva dietro sino a Lista di Spagna, asse viario di
grande importanza,al quale fa seguito con un intervento ‘800 la Strada Nuova. Lungo tale asse si sviluppano vari campi con relative chiese
San Leonardo, San Marcuola,della Maddalena,Santa Fosca. Il rio da Noal, collegamento assai importante tra il Canal Grande e la laguna
segna un confine tra i due settori ovest e est del sestiere.
La parte centrale del sestiere è caratterizzata dal sistema canali - isole più complesso quasi a pettine.Difficile da leggere l’antico disegno
urbano per le demolizioni operate con la costruzione della Strada Nuova .
Infine l’area compresa tra il rio dei Santi Apostoli e quello dei Fondago dei Tedeschi (rio che segna il termine del sestiere e l’inizio di
quello di San Marco) vede un insieme di campi e campielli che non sembra presentare caratteri costanti ,a nord di quest’area ci sono il rio di
San Canciano ,il rio della Panada e quello dei Mendicanti (confine con Castello) per la viabilità acquea e un l’asse viario principale
pedonale (calle della Testa e poi calle dello Squero) che si dirige verso le Fondamente Nuove.
CENNI STORICI
Nell’epoca in cui Venezia si andava aggregando attorno al nucleo dell’antico Rivo Alto primi insediamenti sorsero vicino al rio da Noal
e nelle aree di Santa Fosca e San Felice.
Nel XI e XII secolo il sestiere si comincia a conformare con gli attuali lineamenti , con la fondazione delle chiese di San Leonardo, San
Geremia, Santa Caterina, San Giovanni Grisostomo, Santa Marina e Santa Sofia. Si delineano definitivamente le isole allungate verso
nord, lungo i rii paralleli alla laguna, dove sorge un monastero che diventerà quello della Madonna dell’Orto.Per tutto questo periodo
continua la bonifica delle barene (ultimo sarà quello delle Fondamente Nuove) che vengono trasformate in aree edificabili visto
l’aumento della popolazione. Assunse sempre in questo periodo una precisa configurazione l’isola del Ghetto, e in legno si costruisce il
Ponte delle Guglie.E’ la città che potrebbe chiamarsi bizantina i cui resti sono in cà del Mosto, cà Lion, cà Falier, nonché, anche se con
caratteri diversi, le case dei Polo.
I due secoli successivi la città gotica diventa più compatta l’edificato più fitto e organizzato meno polarizzata verso i riferimenti urbani
più importanti. In questo periodo vengono ricostruiti San Girolamo, Madonna dell’Orto, la Scuola Vecchia della Misericordia, cà
Mastelli del Cammello, Cà Donà Cà Giovannelli ed altri edifici.
Le varie parti del sestiere precisano la loro funzione: il Canal di Canaregio ingresso da terra della città, i grandi rii ( da Noal, dei Santi
Apostoli,dei Mendicanti) sono i collegamenti tra il Canal Grande e Murano, il bordo lagunare è centro di raccolta e lavorazione del
legname,a San Girolamo sono sorte numerose chiovere (la tintura dei tessuti diventa un settore trainante per la città nel XVI sec.). E’ di
questo sec. anche la bonifica dell’area che va dalla sacca della Misericordia a rio terrà dei Mendicanti.
Nel seicento si completa la bonifica delle Fondamente Nuove e si può dire conclusa il processo di formazione del sestiere.
Nel XIX sec con l’ansia di rendere la città “ moderna” ecco nuovi importanti cambiamenti La costruzione della Strada Nuova,
interramento del rio di San Leonardo e altri rii. La costruzione del ponte translagunare (1846) porta alla trasformazione delle arre più
occidentali di San Giobbe, ove nasce la Stazione di santa Lucia. La costruzione sempre a San Giobbe del nuovo Macello,oggi
archeologia industriale.Altri rii interrati per far posto a complessi di edilizia popolare a san Giobbe, san Leonardo alla Baia del Re, agli
Scalzi sino alla attuale realizzazione dell’area ex Saffa.
GLI ITINERARI
PONTE DELLA COSTITUZIONE
Il ponte,quarto ad attraversare il Canal Grande dopo il ponte di Rialto, quello dell’Accademia e degli
Scalzi, collega piazzale Roma e la stazione ferroviaria Venezia Santa Lucia. Il progetto fu affidato
all’architetto spagnolo Santiago Calatrava, famoso per aver progettato altri importanti ponti. In
ottemperanza allo stile di Calatrava il ponte veneziano ha forma arcuata con una campata di 81
metri, larghezza di 6 metri alla base e 9 al centro per una altezza di 10 metri al culmine, la struttura
è in acciaio ,i pavimenti in vetro e pietra d’Istria .Anche i parapetti sono in vetro e i corrimano in bronzo.
Passato e presente si fondono in questo progetto e il risultato è armonioso , integrato perfettamente
nello scenario urbano in cui
è ubicato grazie alla sua colorazione “ terrea” che richiama
perfettamente le tinte degli intonaci dei palazzi circostanti.
Una passerella di luci come definisce Calatrava. Il nome proviene dall’anniversario 60 anni della
Carta della Costituzione italiana.
STAZIONE FERROVIARIA S. LUCIA
La stazione ferroviaria 1952-55
arch. Paolo Perilli e ufficio tecnico FFSS
L’edificio viene eretto a vent’anni da un concorso (1934) rimasto senza esito.
Dopo Pz Roma, anche l’altra porta di Venezia si pone in modo dirompente rispetto
alle preesistenze, scandito in senso orizzontale, il lungo fronte in pietra d’Istria
costituisce
l’unica
intersezione
radicalmente
moderna
sul
Canal
Grande.Architettura funzionalista degli anni ’50.
PONTE DEGLI SCALZI
Ponte degli Scalzi o della
Ferrovia
Con la costruzione del
ponte ferroviario che univa
stabilmente Venezia alla
terraferma
e
dopo
l’inaugurazione
della
ferrovia
avvenuta
l’11
febbraio 1846, si sentì
l’esigenza di un altro ponte
sul Canal Grande che
riducesse il tragitto tra i
sestieri “oltre il canal” e la
Stazione ferroviaria. Si
realizzò
prima
una
passerella
in
ferro,con
campata piatta, lanciata tra
la Fondamenta di San
Simeon Piccolo e quella di
Santa Lucia, per attraversarla bisognava pagare un pedaggio; la stessa cifra dei due traghetti limitrofi
esistenti all’epoca e con l’occasione soppressi. Dopo qualche decennio si pensò di costruire un
nuovo ponte, l’incarico fu affidato all’ing. Eugenio Miozzi che provvide a gettare il nuovo ponte a
campata unica in pietra d’Istria, in un’area di qualche decina di metri più lontana di fronte alla chiesa
degli Scalzi nel tratto dove il canale è più stretto(40 metri). Venne inaugurato il 28 ottobre 1934 era
costato 3.500.000 lire dell’epoca.
CHIESA DEGLI SCALZI
Gli Scalzi
Santa Maria di Nazareth 1660-89
B. Longhena e Giuseppe Sardi
L’interno progettato dal Longhena
è a una navata
con cappelle
laterali. Sardi aggiunge dopo il
1672 una facciata a doppio ordine
con colonne binate che delimitano
gli spazi per le nicchie. L’indubbia
ricchezza ornamentale non toglie
equilibrio
alla
composizione.
All’interno marmi policromi scuri e
statue barocche e movimentate
colonne tortili, come nell’altare
maggiore, opera di fra’ G.Pozzo in
marmo rosso di Verona, rendono il
luogo suggestivo.
Il settecentesco soffitto affrescato dal Tiepolo venne distrutto da una bomba austriaca.Nel 1933 sostituito
con un’opera di Ettore Tito pittore veneziano del ‘900.
La tomba dell’ultimo doge Ludovico Manin (1802),nel secondo altare a sinistra, con una semplice scritta
Manini cineres rispecchia la chiara scarsa stima nutrita dai veneziani per l’ultimo doge che consegnò senza
esitare ai francesi le insegne dogali poi pubblicamente bruciate
PALAZZO PISANI
Palazzo Pisani
Civ 119 XIV sec
Costruito per la nobile famiglia Pisani originaria dai Conti Bassi di Pisa.
Arrivati a Venezia nel XI sec, ricoprirono alte cariche tra cui nel 1735 un
membro divenne il doge Alvise Pisani .L’edificio conserva elementi gotici
di pregevole fattura.
PALAZZO DA LEZZE
Palazzo Da Lezze
Civ 134
Edificato nel XIV dalla n.f Da
Lezze, proveniente da Lecce nel
973. Nel 1005 si riunì a questo
ramo della famiglia anche gli
appartenenti alla nobile casata
di Ravenna. Numerose sono le
opere realizzate dalla nobile
casata nella città tra cui un
mausoleo
nella chiesa dei
Gesuiti e alla Misericordia un
bellissimo
Palazzo
nelle
vicinanze della Scuola Nuova
sansoviniana.
PALAZZO MOROSINI
Palazzo Morosini
Civ 233
Edificato nel XV sec per la
n.f. Morosini proveniente
dall’oriente e stabilitasi a
Venezia già nel 900, diede
alla Repubblica quattro
dogi , tre dogaresse e altri
valorosi condottieri. Fecero
erigere, grazie ai loro
lasciti, il Monastero di S.
Giorgio.
Parte
dell’edificio
fu
demolito nel XIX sec.,
rimane una piccola parte
tra cui lo splendido
portale di ingresso, con
uno stemma sorretto da
putti, rinascimentale.
PALAZZO SCERIMAN
Palazzo Frizier- Zeno Sceriman
Civ 168
Edificato dalla n.f. Frizier, divenne
poi sede dell’ambasciata di
Spagna. Ampliato dai Renier–
Zeno nel XVII sec venne poi
ricostruito nel XVIII sec e nel
XIX divenne proprietà della
ricchissima famiglia ebraica degli
Sceriman. E’ caratterizza da un
notevole sviluppo verticale che
parte dall’ampio portale e che
continua con l’ampia finestra
balconata
sovrastante.Si
accostano simmetricamente a
questo asse verticale quattro
finestre dai timpani rettangolari e
altre sei ingentilite da timpani
curvilinei spettati o continui.
L’interno è barocco settecentesco con un piccolo giardino nella corte interna. Oggi è sede di un ente
pubblico La tradizione vuole che nel VII in questo luogo abitasse San Magno Vescovo di Oderzo fondatore
numerose chiese veneziane
PALAZZO LABIA
Palazzo Labia (1720-50)
Edificato nel XVII sec per la famiglia
originaria spagnola Lasbias che comprò
la nobiltà per 300.000 ducati dalla
Repubblica nel 1650. Ha due importanti
facciate: sul canal di Cannaregio
realizzato dall’arch. Cominitelli e la
facciata
sul
campo
dall’
arch
Tremignon. costruito secondo modi
tardo barocchi è uno dei rari palazzi
veneziani a tre facciate: una sul Campo
San Geremia,una sul rio di Cannaregio
e l’altra sul Canal Grande tutte rivestite
da grossi blocchi di pietra d’Istria e
adornate in modo fastoso. Esso
presenta un ordine di dorico a bugnato
liscio e due ordini di lesene ioniche e
corinzie ai piani superiori.
Fra le lesene trovano spazio finestroni arcuati e balconi. Negli attici,tra finestra e finestra, sono scolpite le
aquile araldiche, simbolo della fam. Labia.
Questa famiglia era davvero ricchissima tanto che per adornare questo palazzo spese somme favolose
All’interno meravigliosi affreschi adornano le sale dai nomi evocativi (Sala dello Zodiaco,Sala del Trionfo, Sala
di Venere e Marte, Sala degli specchi, Sala dell’Aurora…) Sarà G.B. Tiepolo, nella seconda metà del
settecento a completare questo ciclo con gli affreschi dei soffitti del salone da ballo e delle stanze adiacenti
(circa 500mq di affreschi) Zefiro e Flora, Bacco e Arianna e le Storie di Antonio e Cleopatra, le scene sono
inquadrate in finte architetture, trompe-l’oeil , eseguite da Gerolamo Mengozzi Colonna. Si deve all’impegno
della Rai,che nel 1964 circa acquistò il palazzo per 350 milioni ,se oggi questi lavori sono ancora godibili.
CHIESA DI SAN GEREMIA
Chiesa di San Geremia
Santa Lucia
Antica fondazione del 1174 a pianta
basilicale demolita e ricostruita, nel
1753, a pianta a croce greca con
absidi semicircolari. Il progetto di
Corbelli prese a modello la Chiesa
della Salute, L’architetto ruotò di 90°
l’asse originale in modo che l’edificio
si affacciasse sul campo preceduto da
un’alta scalinata. All’interno al centro
si alza un alta cupola ovoidale
sostenuta da fasci di pilastri. Verso il
Canal Grande un braccio si allunga
per ospitare la cappella di Santa Lucia
costruita dopo l’abbattimento della
chiesa omonima (nella seconda metà
dell’ottocento per costruire la stazione
ferroviaria) con materiale di riporto
della stessa chiesa. La chiesa fu
terminata nel 1871 grazie a lasciti
vennero con cui vennero concluse le
facciate marmoree. Il campanile del X
sec è uno dei più antichi della città.
CACCIA AL TORO
RIO DE CANNAREGIO
PONTE DELLE GUGLIE
Già esistente in legno e levatoio fin nel Quattrocento,venne ricostruito in pietra,dal proto Marchesin
Marchesini nel 1580 e più volte restaurato(ultimi restauri nel 1987) .Presenta come caratteristica
principale le quattro guglie ai vertici delle spallette, due scudi della casata del doge Pasquale Da
Ponte, sotto il cui governo venne realizzato e i molteplici mascheroni che ornano la ghiera esterna
della volta.
PALAZZO MANFRIN
Palazzo Venier-Manfrin
Andrea Tirali 1735
Andrea Tirali
edificò
questo edificio con uno
schema
semplice
non
tripartitico, come era d’uso
fino allora nei palazzi
veneziani, ma con riquadri
a fasce parallele senza
decorazioni,
preannunciando lo stile
neoclassico.
L’edificio
possedeva uno splendido
giardino, oggi inglobato nel
parco pubblico Savorgnan.
PALAZZO SAVORGNAN
Palazzo Savorgnan
Giuseppe Sardi 1680
Nel prospetto del canale troviamo gli elementi tipici
dell’architettura seicentesca (il bugnato, le specchiature,
le finestre centinate con testine in chiave gli stemmi) così
come codificati dal Longhena. Gli interni, con decorazioni
scultoree e marmi policromi in rosso di Verona
rispondono al gusto del tempo.L’atrio verso il fondo
immette nel vastissimo giardino ,ancora oggi in gran
parte conservato. I proprietari, ricca famiglia veneziana,
godevano nella città di un credito tale che, quando un
membro di questa famiglia, si accasò con i nobili
Rezzonico, quest’ultimi commissionarono al Tiepolo un
affresco per festeggiare l’evento, oggi a Cà Rezzonico.
Nel 1788 il palazzo venne gravemente danneggiato da un
incendio iniziò il suo degrado che solo in parte i Galvagna
che lo acquistarono nel 1826 riuscirono a contenere. Altre
trasformazioni si imposero quando l’edificio venne adibito
in collegio femminile( all’inizio del novecento) della
Provincia italiana della società del Sacro Cuore . Oggi
ospita l ‘Istituto “Francesco Algarotti”. Delle molte
decorazioni interne affidate ad artisti importanti quali
Marco Ricci, lo Schiavone, Palma il Giovane nulla resta e
neppure della ricca pinacoteca raccolta dal barone
Francesco Galvagna che nel 1855 venne messa all’asta
e acquistata dalla National Gallery di Londra.
PALAZZO BOFADINI VIVANTI
Palazzo Bonfadini Vivante
Civ.462
Importante edificio affacciato sul rio di
Cannaregio. Ad un esterno non troppo
appariscente corrisponde un interno
decorativo databile agli ultimi decenni
del Settecento e ai primi anni del
secolo successivo che ben poche
dimore veneziane possono vantare. La
facciata
intonacata
di
bianco,
realizzata
tra il 1648 –1661, si
presenta semplice,con un unico
elemento di rilievo la serliana del piano
nobile,che insiste nel centro, tra due
coppie di monofore,mentre due
mezzanini si sviluppano sopra e
sotto.Le altre finestre sono tutte
rettangolari sottolineate dai marcapiani
i due portali hanno un cornicione
piuttosto evidente.
Nell’interno è un tripudio di stucchi, eseguiti da Giuseppe Castelli che fanno da cornice ad un ciclo di
affreschi neoclassici veramente notevoli eseguiti dai pittori Andrea Pastò, Carlo Bevilacqua, Giuseppe
Borsato e Gianbattista Canal.
L’edificio subì nell’Ottocento molte trasformazioni e frazionamenti dal 1992 è iniziato,a cura della Vesta,
che ne è proprietaria un attento restauro conservativo
PALAZZO TESTA
Palazzo Testa
Civ 468
Certamente
di
impianto
quattrocentesco, segnato da
stilemi tardo gotici,è stato
rimaneggiato notevolmente
nel XVI e XIX secolo. La
facciata è ingentilita da una
bella quadrifora riquadrata al
secondo piano con,ai lati,
due
graziose
monofore.
Notevole è il poggiolo
conservato nella sua struttura
gotica,poggiante su mensole
a testa leonina.
Al primo piano, completamente rifatto nell’Ottocento e particolarmente elevato per la presenza di un
mezzanino,la quadrifora è stata sostituita da una semplice bifora rettangolare uguale alle altre monofore allo
stesso piano. Presenta il portale e la facciata di pregevole marmo rosso.
PALAZZO CEDON
Palazzo Cendon
Civ 534-535
Interessante esempio di
casa gotica del ‘300. I
Cendon, ricchi mercanti, si
imparentarono con nobili
famiglie
e
costruirono
numerosi edifici nella zona.
I
palazzetti
affiancati
presentano
facciate
asimmetriche,diverse anche
in altezza (nonostante una
gronda
continua
che
sembra voler uniformare la
percezione degli edifici).
Raffinata risulta l’esecuzione degli elementi stilistici delle aperture seppur nel lato sinistro, segnate da
anomalie costruttive e da cedimenti che li rendono curiosi nel disegno inconsueto delle monofore.Sono stati
restaurati molto recentemente un po’ pesantemente.
CHIESA DI SAN GIOBBE
Chiesa di San Giobbe
Antonio Gabello e Pietro Lombardo 1450-93
Dedicata a una figura dell’Antico Testamento, fu
fondata nel 1378 come oratorio e ospizio istituito
dal doge Zuane Contarini per l’assistenza agli
anziani. Iniziato dal Gabello in forme archiacute,
rimangono, del primitivo progetto, alcune bifore
sul fianco sud, le lesene esterne dell’abside, il
campanile, l’ala superstite del chiostro con portico
e sala capitolare. La fabbrica è poi continuata e
trasformata con il Lombardo secondo modelli del
Primo Rinascimento ed è dei primi esempi di
questo nuovo stile a Venezia .Di questo periodo
sono: il portale, la zona del presbiterio e le due
cappelline laterali . Sul lato sinistro
c’è la
Cappella Martini ( ricchi mercanti originari di
Lucca) con decorazione dei Della Robbia e un
altare di Antonio Rossellino. Di fronte, non
potendo esserci delle cappelle per l’ingresso al
chiostro esterno, c’erano le tele di Giovanni
Bellini, del Carpaccio e del Basaiti, oggi
all’Accademia che le riproducevano in pittura . E’
un edificio che nella facciata risulta un po’ ibrido,
salvato dall’importante e aggraziato portale del
Lombardo.
PALAZZO NANI
Palazzo Nani Civ 1105
Opera della rinascenza (sec XVI) , con
aggiunte postume.
( sede del Sit- laurea breve in architettura,
diventerà un hotel prestigioso)
La n.f. provenienti da Altino si trasferì prima
a Torcello poi
nell’VIII sec a Venezia
scegliendo questa zona per far erigere la
propria dimora .I membri ebbero molte
cariche dalla Serenissima, per sette volte
divennero Ambasciatori del Peloponeso.
Il palazzo presenta una tipica struttura
cinquecentesca rielaborata poi in epoca
successiva secondo il progetto dell’architetto
e scultore Alessandro Vittoria.( il suo
intervento decorativo con stucchi e affreschi
è ancora oggi visibile nel portego del primo
piano).La facciata oggi si presenta
disadorna e fastidiosamente asimmetrica per
lo sviluppo tardo ottocentesco della parte
destra(quando divenne edificio scolastico)si
sviluppa su un mezzanino, due piani nobili e
un mezzanino sottotetto.
Gli elementi più decorativi sono le due quadriforme con balconi e un portale rettangolare in asse e due
vistosi stemmi . La proprietà rimase ai Nani fini al 1810, nel 1859 il palazzo venne occupato dalle truppe
austriache e trasformato in caserma, Tutti i decori asportabili andarono dispersi,venduti o sottratti.
PALAZZO SURIAN
Palazzo Surian Bellotto (Civ 947)
Grandiosa costruzione del Sardi della
fine dell’600. Un tempo il Palazzo
godeva di uno splendido giardino ora
andato
distrutto
e
fu
dimora
dell’ambasciata francese nel 1700.
Nel 1743 J.J.Rousseau fu segretario, e
nell’opera Confessioni descrive episodi
di vita politica ed anche amorosa che
avvenivano in questo palazzo. Della n.f.
Surian che eresse il palazzo si ricorda il
valoroso
condottiero Andrea Surian
che nel 1571 partecipò alla Battaglia d
Lepanto
e salvò il procuratore di
S.Marco Barbarigo colpito da una
freccia nemica assumendo poi il
comando della flotta contribuì alla
vittoria. Per questo venne nominato
Gran Cancelliere di San Marco e onore
ne ebbe per sempre il nobile casato.
La facciata principale si caratterizza per la sua asimmetria,in quanto l’asse decorativo incentrato sul doppio
portale di terra e le doppie serliane dei paini nobili è spostato sulla sinistra,avendo a sinistra due monofore
e a destra quattro finestre; ogni apertura è chiusa da archi a tutto sesto con testa antropomorfa in
chiave.Chiude in alto un mezzanino sottotetto. Alla fine del XVII il palazzo passò ai Bellotto ( per soldo
erano stati iscritti al patriziato veneziano) ricchi commercianti bergamaschi di cuoio.Dopo essere diventata
sede dell’ambasciata francese alla caduta della Serenissima dal 1801 venne assegnato alla Deputazione
degli Oggetti Militari e da quella data iniziò il suo declino.
PONTE DEI TRE ARCHI
Ponte dei Tre Archi
Andrea Tirali 1688
E’ la prima costruzione dell’ arch. Tirali appena nominato viceproto della
Magistratura alle Acque.Il ponte, unico a Venezia a campata multipla, è
di quelli concepiti alla maniera antica con l’imposta dell’arco centrale
rialzata, rammenta il modello dello Scamozzi per Rialto, progettato
cent’anni prima.
EX MACELLO
Ex Macello
1841-43
Giuseppe Salvatori
Risale al 1834 il progetto redatto
dall’Ufficio
Tecnico
in
collaborazione con il Meduna. Il
complesso è costituito da una
serie di bassi corpi di fabbrica
disposti a pettine.Dalla parte
della laguna il fronte è continuo
con decorazioni neoclassiche,
visibile anche dal ponte della
Libertà.Nei timpani sono presenti
rilievi con il caratteristico decoro
dorico del bucranio.Il complesso
oggi ospita aule e uffici
universitari.
CAMPO DELLE BECCHERIE
LE PENITENTI
Patrocinio della SS Vergine
(le Penitenti)
Arch:. Massari 1725
Nel 1703 fu istituito,in una
casa presso Santi Giovanni e
Paolo, un asilo che ospitavaa
donne traviate e pentite,ma
ben
presto
si
rivelò
insufficiente. Venne trasferito
in
questo
luogo
nel
1705.Autore un sacerdote
Rinaldo Bellini che grazie a
lasciti
della
nobilefam.Da
Lezze e altre offerte potè dare
avvio alla costruzione.
Il progetto è di Giorgio Massari che si ispira al complesso palladiano della Zitelle alla Giudecca.Il
convento con le ali prospicienti al rio di Canal Regio è su tre piani con finestre decorate con pietra
d’Istria. La facciata non fu mai terminata .La chiesa,ideata simile a San Marcuola, venne consacrata nel
1763 ,ma già aperta al culto nel 1744. La decorazione pittorica degli interni fu affidata a Jacopo
Marieschi che ne affrescò il soffitto e la volta sopra l’altare. Attualmente è oratorio non utilizzato
CASE NUOVE
Case nuove
1987-90
arch.Bortoluzzi
Edilizia comunale nell’area dell’Istituto ex San Marco
47 alloggi ispirati alla tradizione locale, grandi camini a cono rovesciato che ne
dominano il profilo preannunciando l’organizzazione interna in corti chiuse simili a
campielli
SCUOLA LEVANTINA
Il Ghetto
A Venezia,grande centro di scambi tra l’oriente e l’occidente gli
ebrei giunsero, secondo la tradizione, verso gli inizi dell’XI sec .
E’ del 1386 il documento attestante il permessero ,accordato
dalla Serenissima agli ebrei di adibire a cimitero un tratto di
terra a S. Nicolò del Lido.A poco a poco,nonostante l’alternarsi
di divieti di permessi di soggiorno in città,gli ebrei divennero
un nucleo considerevole, sia come numero che come
importanza.Avvertendo la necessità di organizzare la loro
presenza,il governo della Repubblica,con decreto 29 marzo
1516,stabilì che questi dovessero abitare tutti in una zona della
città,scegliendo a tale scopo l’area dove erano antiche fonderie
di rame “geti” in veneziano,inoltre stabilì che dovessero portare
segni di distinzioni (un cerchio giallo e un cappello di panno
rosso) e lì obbligò a gestire banchi di pegno a tassi stabiliti
dalla Serenissima ,concedendo in cambio protezione in caso di
guerra e libertà di culto.Il Ghetto veniva chiuso durante la notte,
mentre custodi cristiani percorrevano in barca i canali
circostanti per impedire sortite notturne. Le sinagoghe,o
“Scole” vennero costruite tra il primo quarto del 1500 e la metà
del 1600 dai vari gruppi etnici,sorsero così le Scole Tedesca e
Canton secondo il rito askenazita,la Scola Italiana, secondo il
rito italiano, le Scole Levantina e Spagnola secondo il rito
sefardita. Le altissime case divise in piani più bassi della
norma,dimostrano quanto fosse aumentata attraverso i secoli
la densità della popolazione.
SCUOLA SPAGNOLA
A Venezia, grande centro di scambi tra
l’oriente e l’occidente gli ebrei giunsero,
secondo la tradizione, verso gli inizi
dell’XI sec . E’ del 1386 il documento
attestante il permisero ,accordato dalla
Serenissima agli ebrei di adibire a
cimitero un tratto di terra a S. Nicolò del
Lido.A
poco
a
poco,nonostante
l’alternarsi di divieti di permessi di
soggiorno in città,gli ebrei divennero un
nucleo considerevole, sia come numero
che come importanza.Avvertendo la
necessità di organizzare la loro presenza,
il governo della Repubblica,con
decreto 29 marzo 1516, stabilì che
questi dovessero abitare tutti in una zona
della città, scegliendo a tale scopo l’area
dove erano antiche fonderie di rame “geti”
in veneziano.
Inoltre stabilì che dovessero portare segni di distinzioni (un cerchio giallo e un cappello di panno rosso) e lì
obbligò a gestire banchi di pegno a tassi stabiliti dalla Serenissima ,concedendo in cambio protezione in caso
di guerra e libertà di culto.Il Ghetto veniva chiuso durante la notte, mentre custodi cristiani percorrevano in
barca i canali circostanti per impedire sortite notturne. Le sinagoghe,o “Scole” vennero costruite tra il primo
quarto del 1500 e la metà del 1600 dai vari gruppi etnici,sorsero così le Scole Tedesca e Canton secondo il
rito askenazita,la Scola Italiana secondo il rito italiano,le Scole Levantina e Spagnola secondo il rito sefardita.
MUSEO EBRAICO
Le altissime case divise in piani più bassi della
norma,dimostrano quanto fosse aumentata attraverso i
secoli la densità della popolazione. Nel 1797,dopo la
caduta della Serenissima Napoleone decretò la fine
della segregazione l’equiparazione degli ebrei agli altri
cittadini. Le persecuzioni nazi-fasciste portarono alla
deportazione di 204 ebrei veneziani:di cui solo otto
fecero ritorno.
Dalla Fondamenta di Cannaregio,attraverso un portico
su cui sono visibili ai lati i segni dei cancelli che si
chiudevano di notte e delle due finestrelle,oggi murate,
da dove le guardie controllavano,ci si immette in una
calle lunga a sinistra una lapide ricorda delle regole e
delle proibizione,tra cui quella per qualsiasi ebreo
convertito di praticare il ghetto.Nel campo del Ghetto
Vecchio si affacciano la
Scuola Ponentina e quella Levantina. La prima detta anche Spagnola progettata con probabilità dal Longhena ,
venne ultimata nel 1660 circa,.l’esterno è scandito da quattro finestroni posti sopra il portale di ingresso. La Scuola
Levantina, sempre nel medesimo campo, databile al 1683-1700 offre un prospetto con specchiature , ampie finestre
e finestre a baccello nella parte terminale. All’interno spicca la tevà ,altare ligneo a baldacchino con colonne
tortili.Avanzando si arriva al campo del Ghetto Nuovo,l’alta concentrazione di abitanti, accanto all’obbligo di lasciare
lo spazio centrale libero,è all’origine della caratteristica conformazione spaziale.Le Scuole Tedesche e Canton (152832) e la Scola Italiana
( 1581-87) si confondono con l’abitato.
Il monumento all’Olocausto opera Arbit Blatas a memoria della Shoà è sulla sinistra del campo.
ARBIT BLATAS
CHIESA DI SAN GIROLAMO
San Girolamo
Attorno al 1375 alcune
monache di San Agostino
si insediarono in questa
zona periferica destinata alle
chiovere
dei
tintori.
Costruirono
un
ampio
convento, la chiesa e un
oratorio. Nel 1456 un
incendio distrusse gran
parte degli edifici che
vennero
prontamente
ricostruiti con l’aiuto della
Serenissima. Nella pianta
del de’ Barbari si può notare
una grande area con orti ed
edifici circondata da una
alta recinzione muraria che
si estendeva dal canale di
San Girolamo al
rio
attiguo.
Un ulteriore incendio nel 1705 distrusse la chiesa ricostruita poi dall’arch. Domenico Rossi . Il
complesso dopo le soppressioni napoleoniche venne destinato ad altri usi, divenne una fabbrica e
il campanile servì come ciminiera. L’edificio fu riaperto al culto nel 1952.
CHIESA DI SANTA MARIA DEL REDENTORE
Santa Maria del Redentore
Nel 1612 un gruppo di monache
dell’ordine dei Cappuccini si insediò in una
casa lungo la fondamenta della Croce, quasi
di fronte a San Girolamo. Due anni più tardi si
costruì un convento con chiostri ed orti che
arrivavano al bordo lagunare. La chiesa
venne consacrata nel 1623. Nell’Ottocento
con le soppressioni napoleoniche, venne
chiuso l’intero complesso. Il municipio
acquistò dal demanio il convento lo abbatté e
costruì una scuola. La chiesa venne riaperta
al culto . La facciata con timpano sorretto
da paraste corinzie si presenta molto
semplice come l’interno.
CHIESA DI S. ALVISE
Chiesa di S. Alvise
Dedicata a San Ludovico Luigi di Tolosa
nel 1388 per volontà della nobile veneziana
Antonia Venier ( la leggenda vuole che le
apparve in sogno il Santo), venne costruita in
una zona marginale della città ottenuta con
l’interramento di barene e di bassi fondali.
L’inizio dell’urbanizzazione dell’area si
deve proprio ad ordini conventuali come
questo.La chiesa presenta una struttura
gotica a navata unica il convento annesso si
articola su due chiostri, uno dei quali
conserva ancora nei portici degli splendidi
capitelli gotici. La facciata della chiesa è del
tipo a capanna, suddivisa in verticale da sei
lesene collegate tra loro da archetti ciechi
ogivali che seguono il profilo superiore
dell’edificio, al centro il portare con protiro,
una lunetta incornicia la statua del santo.
L’interno è stato rimaneggiato nel Seicento conserva ancora solo nella parte absidale l’originale struttura, il soffitto ora
è piano con affreschi con illusioni prospettiche . Il coro in controfacciata è notevole conserva ancora il barco
sostenuto da colonne e barbacani del XV sec, tra i più antichi di Venezia, qualche aggiunta settecentesca nella
fascia inferiore (le finestre con grate ) . Pregevoli sono i dipinti del Tiepolo (1740) e piccole opere del XV sec
attribuite erroneamente al Carpaccio.
Il campanile trecentesco in cotto dalla tipica cuspide conica con pigna e dei campaniletti ai lati.
PALAZZO MASTELLI
Palazzo Mastelli
detto del Cammello
edificato nel XIII –XIV.
Sono
presenti
forme
gotiche, frammenti bizantini
e un’ara romana che
sostituisce una colonna nel
primo piano. Fu proprietà
dei
fratelli
Mastelli,
mercanti provenienti dalla
Morea nel 1200, presenti
anche nel campo dei Mori,
poco distanti scolpiti su
delle
colonne
di
un
palazzo.
CAMPO DEI MORI
Attraversando il Ponte dei Mori si entra in
un’affascinante Venezia Minore,Campo dei
Mori.
Il nome è dovuto alla presenza nei dintorni
del fondaco, delle abitazioni di mercanti
arabi. Tre statue del XIII secolo poste
contro le facciate delle case nel campo e
poggianti
su
frammenti
romani
raffigurerebbero i tre fratelli mori Rioba,
Sandi e Afani. Una quarta statua è un po’
discosta,sulla fondamenta. I mercanti,
fuggiti dalla Morea (Peloponeso) a causa
delle guerre civili, erano giunte a Venezia
nel 1112. Qui erano stati chiamati Mastelli
perché, secondo le cronache,”possedevano
migliaia di mastelli pieni di zecchini d’ oro”.
Sior Antonio Rioba ( il cui naso di ferro fu applicato nel XIX sec) , fu per lungo tempo chiamato dal popolo il
Pasquino di Venezia e fungeva da portavoce del dissenso in caso di critiche alla politica della Repubblica.
Altre leggende vogliono questi mercanti dediti all’usura e per la crudeltà dimostrata verso una povera
vedova che non poteva restituire il prestito, trasformati in pietra proprio come il loro cuore e costretti a
portano sulle spalle un pesante fardello. Poco distante un bassorilievo sulla facciata di Palazzo
Mastelli(sul Rio della Madonna dell’Orto )raffigurante un uomo con il turbante ,in veste orientale, che
conduce un cammello, farebbe riferimento al commercio delle spezie esercitato dalla famiglia.
Sulla fondamenta ai piedi del ponte il n.3399,casa gotica del XV secolo, fu dimora del pittore
Tintoretto,dove morì nel 1594.
CASA DEL TINTORETTO
CHIESA MADONNA DELL’ORTO
Chiesa di Santa Maria dell’Orto
Eretta nel 1365 per volontà di fra’
Tiberio da Parma, appartenente
all’ordine degli Umiliati,
che
acquistò quest’area per costruirvi
una chiesa e l’annesso convento.La
chiesa fu dedicata a S.Cristoforo .
chiamata poi Madonna dell’Orto,
perchè custodiva una statua molto
venerata, trovata in un orto vicino.
Nel 1399 un crollo rese necessaria
una ristrutturazione che durò fino a
tutto il XV sec., ecco come nella
facciata
convivano
particolari
architettonici romanici,. gotici e
rinascimentali .
La facciata a salienti rivela le tre navate interne contrassegnate all’esterno da importanti contrafforti
terminanti con edicole abitate, la parte centrale della facciata è dominata dal rosone e dal portale dove un
arco ogivale è associato ad uno a tutto sesto.Le ali laterali sono caratterizzate da ampie finestre ad arco
ogivale in stile gotico e dalla galleria delle statue degli Apostoli. Nella chiesa sono conservate tele del
Tintoretto, qui sepolto,e di Cima da Conegliano. Il campanile terminato nel 1503 ha una singolare cupola a
forma orientaleggiante.
SCUOLA VECCHIA DELLA MISERICORDIA
Scuola vecchia della
Misericordia
Costruzione gotica realizzata
dal B.Bon (XV) con elegante
facciata
a coronamento
mistilineo edicolette ai lati e
con due grandi finestre con
inferriate a cesta
Il ricco
portale
a
baldacchino
accoglieva nel lunettone una
scultura sempre del B.Bon ,
smontato nel 1612, i pezzi si
trovano al Victoria & Albert
Museun di Londra. A fianco
sul rio il portico ricavato nel
1503
vivifica
in
senso
urbanistico l’antico edificio.
Tra la scuola e la chiesa vi è un bel chiostrino avanzo dell’antica abbazia Nel XVI sec la scuola venne ceduta
dopo la realizzazione del nuovo edificio sansoviniano, alla confraternita dei Tessitori di seta. Ora abitazione
atelier di un famoso pittore .
SCUOLA VECCHIA DELLA MISERICODIA
ABAZIA DELLA MISERICORDIA
Chiesa S. Maria di Val Verde
Nonostante il primo insediamento
in questa zona avvenga attorno
all’anno 1000, è solo dopo la
progressiva bonifica delle barene
che inizia l’edificazione del
complesso
della Misericordia
costituito dalla scuola, l’ospedale,
il monastero e la chiesa che
prende il nome dall’isola dove
sorge. Durante il XIII sec la chiesa
fu interamente rinnovata rispetto
alla
preesistente
struttura
bizantina e assunse la nuova
forma gotica con pianta a navata
unica e facciata a capanna.
L’attuale facciata barocca fu interamente progettata tra il 1651/59 da Clemente Moli seguace del
Bernini. Diverse sculture
la ornano tra cui, una Madonna orante con
putto trecentesca
bizantineggiante sopra il portale, accanto una lapide, il busto del senatore Gaspare Moro il priore e
amministratore dell’abbazia nel trecento.
SCUOLA NUOVA DELLA MISERICORDIA
Scuola nuova della Misericordia 1532-1583 Jacopo Sansovino.
Iniziata nel 1532, fu terminata all’interno nel 1538, anno in cui venne inaugurata dal doge N. Da Ponte,
l’esterno rimase incompiuto. Nonostante questo rivela una maschia solidità, l’alta muraglia in mattoni è
scandita da sporgenze e rientranze .All’interno il piano terra è diviso in navate da alte colonne,non perde
per questo la sua grandiosa unità spaziale completata da un monumentale scalone. Oggi è adibita a
depositi e palestre.
STRADA NUOVA targa
Strada nuova
1867-71
Concepita come collegamento pedonale rapido tra Rialto e la Stazione. L’arteria è costruita da due tronconi
rettilinei convergenti sul campo San Felice; notevoli sventramenti e riallineamenti servirono a realizzarne la
cospicua sezione di circa 10 m che rappresenta il primo radicale intervento di modernizzazione a scala
urbana.
CHIESA DI SAN LEONARDO
Chiesa di San Leonardo
Fondata
nell’XI secolo venne
successivamente
riedificata
più
volte.La chiesa era solennemente
visitata ogni anno dai confratelli
della Scuola Grande della Carità in
occasione della festa del Santo
titolare. Odierna costruzione risale
al ‘700 su progetto dell’allievo del
Massari Berbardino Maccaruzzi. che
impresse
all’edificio
uno
stile
classicheggiante e semplice,con una
bella facciata a due ordini conclusa
da un frontone triangolare,con
colonne fortemente aggettanti che
incorniciano
il
portale
di
ingresso.Soppressa nel 1807 e
spogliata di altari e dipinti venne
adibita a deposito di carbone. In
epoca recente il Comune di Venezia,
divenuto proprietario, dopo la
ristrutturazione
utilizza
l’edificio
come sala polivalente.
TEATRO ITALIA
TEATRO ITALIA
Ex Teatro Italia
Campiello de l’Ancoretta 19441945
Ben
composta
costruzione
neogotica, realizzata nel 1915 su
disegno attributo all’architetto
Giovanni Sardi, con una facciata
che si innalza su due piani,
ingentilita da una trifora e due
monofore,
che
si
rifanno
chiaramente a quelle di Palazzo
Ducale e di Ca’ Foscari a
Dorsoduro. Al livello del primo
piano sono presenti due stemmi
e, al centro della balaustra un
leone marciano. Il vecchio teatro,
dopo essere stato trasformato in
cinema, venne chiuso e oggi
ospita uffici universitari.
CHIESA DELLA MADDALENA
Chiesa S. Maria Maddalena
La chiesa fu eretta nel 1222 presso il
canale della Maddalena per volere della
famiglia Baffo qui residente già dal X
sec.Il campanile fu ottenuto da una delle
torri della casa fortificata di questa
famiglia. Demolita nel 1760 venne
ricostruita dall’arch Tommaso Temanza
,illustre
rappresentante
del
neoclassicismo veneziano e
storico
dell’arte che si ispirò per la costruzione al
Pantheon a Roma (assemblaggio di una
cupola ribassata e di un tamburo,
preceduta da un pronao) e alla chiesa di
San Simeon Piccolo(di fronte alla stazione
ferroviaria) , riducendo rispetto a
quest’ultima, il pronao e la cupola e
ottenendo dunque una costruzione più
equilibrata. All’interno la pianta diventa
esagonale con quattro altari radiali che
racchiudono nicchie e rilievi.La facciata
presenta coppie di colonne ioniche che
sorreggono un timpano e racchiudono il
portale. Il campanile originale è stato
abbattuto nel 1881.
SOTTOPORTEGO DEL VOLTO SANTO
Sottoportico del Volto Santo
La faccia enigmatica del Volto Santo,
che si ripete quasi cabalisticamente
per tre volte: sul pozzo in corte,sopra
l’architrave del sottoportico e sulla
facciata
della
casa,
iscrizioni,
bassorilievi e patere raccontano la vita
di una comunità di lucchesi, rifugiati
politici tra il 1309 e il 1317, che
vennero ospitati dalla Serenissima. Qui
essi portarono, oltre la conoscenza
dell’arte della filatura,tessitura e tintura
della seta, anche le loro tradizioni
religiose tra le quali la venerazione del
Volto Santo,un fiero e virile volto con
barba fluente L’opera risente di
risonanze stilistiche greche romane.
PALAZZO DIEDO
Palazzo Diedo
1710-20
Tirali
Circondato da canali e da basse
costruzioni,ha quattro ingressi uno su
ogni quattro facciate, disposti su un
atrio a crociera .I fronti appaiono poco
decorati solo specchiature e fasce
marcapiani, spiccano così le finestre
allungate centinate.Oggi è sede di
una scuola elementare
RIO NOAL
CHIESA DI SAN MARZIALE
Chiesa di S Marziale
S. Marcialiano vescovo
L’edificio,a causa delle ridotte
dimensioni dell’insula dove
sorse, già nel IX sec e anche
nella seconda riedificazione
del XIII sec, mantenne la
medesima struttura : l’asse
longitudinale parallelo ai due
rii e il fianco sinistro
direttamente sull’acqua e
l’altro su uno slargo che funge
da campo, mentre la facciata
e il retro sono strettamente
serrate da una fitta linea di
case.
Verso la fine del
seicento
inizia la nuova
riedificazione che conservò
le
linee
dell’antica
fondazione,
venne
terminata nel 1721.
Il dimesso aspetto con facciate lisce intonacate.prive di elementi architettonici a eccezione del piccolo
campanile a vela,non fa presagire la ridondanza dello spazio interno, a una navata con soffitto a vela
ornato dai riquadri pittorici di Sebastiano Ricci,gli altari barocchi sono arricchiti da marmi e
statue,come l’ imponente altare maggiore realizzato da Giuseppe Pozzi, lo stesso artista che realizzò
gli altari agli Scalzi e ai Gesuiti.
PALAZZO GIOVANELLI
Palazzo Giovanelli, XV secolo, ricostruito nel 1847-48
Eccezionale confronto tra gotico e neogotico, il palazzo presenta un
fronte,particolarmente ricco di motivi a a traforo, sul rio di Noale. Rifatti in parte da
Meduna durante il restauro ottocentesco della Ca d’Oro, gli interni si presentano in
forma neogotiche. Un tempo era famosa la collezione di opere d’arte dei Principi
Giovanelli, tra cui La tempesta del Giorgine,oggi esposta alle Gallerie dell’Accademia
SANTA MARIA DEI SERVI
Ex Convento di Santa Maria
dei Servi
La chiesa, fondata con il
convento nel XIV sec, ricca di
memorie storiche capolavori
d’arte,fu soppressa
nel
periodo
napoleonico
e
demolita in parte. Acquistata
l’area dall’abate Daniele Canal
nel 1862 per fondarvi i suoi
istituti femminili,si poterono
salvare i resti dell’antica
costruzione tra cui il portale
gotico dell’ex-convento e la
chiesa
gotica con il bel
rosone.Nel convento visse Fra’
Paolo Sarpi.
SANTA MARIA DEI SERVI
CHIESA S. FOSCA
Chiesa di Santa
Fosca
Arch. Domenico
Rossi anno 1730
Già nel X sec il corpo
di
S.
Fosca
da
Sabastra
venne
trasportata a Torcello e
il culto della santa si
diffuse in tutta Venezia.
L’edificazione del primo
edificio risale dunque al
1300. Nel 1410 una
tremenda bufera fece
crollare
il campanile
che si abbatte sulla
chiesa.
La
nuova
edificazione venne poi
riedificata nel 1679
quando nuovi canoni
estetici si imposero a
Venezia.
La costruzione venne terminata da Rossi nel 1730 grazie a lasciti della n.f Donà. L’interno è a navata
unica con cappelle laterali,la facciata a capanna è modulata da quattro colonne che sostengono il
timpano triangolare con ai vertici statue di santi. Sopra il coronamento curvilineo del portale d’ingresso,
l’anno 1741 indica la fine dei lavori.
PALAZZO CORRER CONTARINI
Palazzo Correr Contarini
Quando,nella seconda metà del Seicento,
l’edificio passò di mano,dai Contarini ai
Correr,la proprietà consisteva di due
palazzi contigui e intercomunicanti
(quattrocentesco
quello di sinistra,
cinquecentesco l’altro) che i Correr fecero
completamente rimodernare. Il complesso
si estende da campo S. Fosca , la calle
Correr e il rio della Maddalena. La
fabbrica quattrocentesca presenta nella
facciata principale stupende finestre
trilobate con eleganti capitelli fioriti in
elaborate volute, raffinate protomi umani
che si protendono
sui pilastrini che
incorniciano la polifora centrale e
somigliano moltissimo a quelle scolpite da
Bartolomeo Bon per Palazzo Ducale.
L’edificio cinquecentesco presenta un monumentale portale d’ingresso che inquadra la polifora sovrastante
con aperture ad arco a tutto sesto e balconcino con balaustri elaborati. Da notare che i balconcini sono
uguali sia nel primo che nel secondo edificio e sono presenti anche nella facciata sul rio della Maddalena. A
causa del mancato completamento dei lavori il cornicione interrotto sopra il piano nobile viene continuato
nell’edificio gotico da un cordolo attorcigliato , solitamente usato per risaldare gli spigoli dei palazzi. Bella la
porta sormontata da una rimarchevole testa in chiave d’arco. Attualmente il palazzo appare decaduto , con
quel pianterreno adibito a botteghe che hanno invaso l’edificio anche in profondità e che danno l’idea quasi di
uno sfregio irrimediabile.
STATUA DI PAOLO SARPI
Statua di Paolo Sarpi
Bronzo di Marsilli 1892
Quando incarcerò
due
preti per crimini comuni
rifiutandosi di rimetterli al
giudizio del papa, nel 1606
Venezia fu posta sotto
un’interdizione papale. Frà
Paolo Sarpi ribattè che il
Papa era il capo del potere
spirituale, mentre il potere
temporale
si
doveva
occupare della salvezza
della Repubblica. Venezia
vinse la diatriba, ma la
curia di
Roma non
dimenticò,e
proprio
in
questo luogo, alcuni sicari
accoltellarono
il
frate.
Sarpi guarì e con un gioco
di parole disse d’aver
riconosciuto lo stile(stiletto)
del papa.
CHIESA SAN FELICE
Chiesa di San Felice
La fondazione risale all’anno 1000 , l’edificio
subì durante i secoli varie riedificazioni. Nella
pianta del de’ Barbari (1500) la chiesa appare a
pianta rettangolare con l’asse longitudinale
perpendicolare al canale .Nel 1531 l’ultima
riedificazione ad opera di un allievo di M.
Codussi,
(l’architetto
che
influenzò
il
rinnovamento stilistico veneziano dal gotico al
rinascimento).La chiesa presenta due facciate,
la principale sul rio di San Felice e l’altra
sull’attuale
campo
omonimo,ottenuto
dall’interramento ottocentesco del canale
preesistente. Sulla facciata esterna intonacata a
sanguigna emerge il doppio ordine di lesene in
pietra d’Istria con capitelli corinzi.
La facciata sul rio è tripartitica e termina con un frontone circolare e raccordata alle ali da due
timpani a quarto di cerchio tipici motivi codussiani. L’interno è caratterizzato da una pianta di tipo
centrale( quadrato con inscritto una croce greca sormontata da una grande cupola) elaborata dal Condussi
per altre chiese veneziane (S. Maria Formosa, San Giovanni Crisostomo). Spogliata degli altari in epoca
napoleonica custodisce tele di J. Tintoretto e sculture di Giulio Dal Moro, sopra il portale della sagrestia una
lapide a ricordo di Carlo Rezzonico, futuro Papa Clemente XIII, qui battezzato.
CHIESA DI SANTA SOFIA
Chiesa di Santa Sofia
Fondata
IX
sec.,
ultima
riedificazione fine XVII sec.
Arch. Antonio Gaspari
Fondata nell’anno 1000, subì
diversi
interventi
di
ristrutturazione. La veduta del de’
Barbari documenta che la chiesa
aveva tre navate con absidi
poligonali e come oggi all’edificio
si addossavano su più lati edifici
che occultavano gran parte della
facciata a capanna difficilmente
individuabile. L’ingresso avviene
attraverso un portale che si trova
sull’odierna Strada Nova, si entra
poi in un vestibolo oltre il quale si
sviluppa il vero e proprio corpo
della chiesa suddiviso da sei
colonne in tre navate.Le volte a
crociera, le finestre semicircolari
centinate e la cupola risentono del
gusto classicheggiante.
Dell’antico
campanile
si
è
mantenuta solo la zona inferiore
della canna.
CHIESA DEI SANTI APOSTOLI
Chiesa Ss. Apostoli
La chiesa fu fondata nel IX secolo in
uno
dei
primi
nuclei
di
urbanizzazione della città.Già nel
1021 avviene una prima riedificazione,
l’edificio si presentava allora a pianta
basilicale; nel 1450 furono aggiunti
sul lato del campo un portico,ora
scomparso, e la cappella Corner
attribuita a Mauro Codussi e
commissionata dalla famiglia di
Caterina Cornaro regina di Cipro.
Nel 1575
tutto
l’edificio venne
ricostruito da Alessandro Vittoria
che inglobò alcune preesistenze e
rimaneggiato ulteriormente nel XVIII
sec., ma l’aspetto, nonostante tutto è
ancora cinquecentesco. La facciata è
a capanna in mattoni a vista con tre
portali e timpano triangolare con
iscrizione lapidea al centro. All’interno
un affresco trecentesco,di gusto
ancora bizantino,e alcune opere di
Paolo Veronese e GB Tiepolo ( La
comunione di Santa Lucia). Il
campanile del 1672 fu completato nei
primi decenni del secolo successivo.
CAMPANILE DELLA CHIESA DEI SANTI APOSTOLI
SCUOLA DELL’ANGELO CUSTODE
Scuola dell’Angelo Custode
Oggi Chiesa evangelico- luterana
L’edificio
apparteneva
alla
Confraternita dell’Angelo Custode
fondata nel 1657. Costruito nel
1713 su
progetto dell’arch
Andrea Tirali,venne acquistata nel
1806 dai mercanti del vicino
Fondaco dei Tedeschi come sede
della loro comunità. La scuola
presenta un fronte a due piani,con
portale decorato dal piccolo gruppo
marmoreo di Heinrich Meyring
raffigurante
l’Angelo
Custode.
All’interno Madonna in gloria e
arcangelo Raffaele di Sebastiano
Ricci e un Cristo Benedicente di
scuola tizianesca.
La scuola
dell’Angelo Custode
venne
chiusa
in
epoca
napoleonica, è dal 1813 sede delle
celebrazioni
della
comunità
evangelico –luterana .
PALAZZO FALIER
Palazzo Falier
La prima costruzione risale al
1000, il palazzo fu ricostruito
nel 1105 e rimaneggiato in
epoche successive. Di antico
conserva il
finestrato
centrale di tipo venetobizantino
ed
avanzi
architettonici e decorativi del
1200 e 1300. In questo
palazzo viveva il Doge Marin
Faliero,che, avendo tramato
di rendersi signore assoluto di
Venezia, fu decapitato nel
1355. A Palazzo Ducale, nella
Sala del Maggior Consiglio, al
posto del suo ritratto,c’è un
panno nero con l’accusa della
sua indegnità.
CHIESA DI SAN GIOVANNI CRISOSTOMO
Chiesa Giovanni Crisostomo
Eretta durante il IX sec in una zona molto popolata
vicino all’isola di Rialto,polo mercantile e
amministrativo della Repubblica, di fronte all’attuale
edificio rinascimentale fu dedicata prima a Santa
Cecilia poi a S. Giovanni Crisostomo per una
preziosa reliquia del celebre patriarca trasportata
dall’Oriente dove veniva venerata. L’edificio
originario venne distrutto da un rovinoso incendio e
ricostruito grazie ai denari raccolti attraverso una
speciale indulgenza concessa nel 1488 da papa
Innocenzo VIII, il progetto venne affidato all’arch
Mauro Codussi nel 1495 .La pianta a croce greca
inscritta in una struttura quadrata. All’incrocio dei
bracci su alti pilastri si erge la cupola emisferica i
quattro bracci sono coperte da volte a vela. Le
navate si concludono con tre cappelle absidali. La
facciata tripartitica e suddivisa in due ordini
presenta la tipica soluzione codussiana con raccordi
laterali curvilinei e timpano semicircolare.Nella parte
inferiore il portale sorregge un timpano triangolare
sorretto da colonne corinzie affiancato da grandi
finestre nella parte superiore un rosone centrale.
All’interno opere di Giovanni Bellini e Sebastiano
del Piombo
CHIESA DI SAN CANCIANO
Chiesa di San Canciano
Secondo la tradizione esisteva una chiesa
fondata nel IX sec da alcuni profughi da
Aquileia e dedicata ai tre fratelli
Canziano,Canzio e Canzianella, martiri
romani nel 304.La primitiva edificazione,
dopo parecchi restauri, fu abbattuta
definitivamente nella seconda metà del
cinquecento e ricostruita in forme tardo
rinascimentali . L’interno mantiene
l’impianto basilicale a tre navate e due
cappelle laterali che furono aggiunte ai
lati del presbiterio,una apparteneva alla
famiglia Widmann che ne affidò la
realizzazione a B. Longhena ,mentre la
decorazione scultorea fu affidata a
Clemente Moli. La facciata venne
conclusa nel 1705 da Antonio Gaspari.
Nel centro sopra il portale il busto del
Michele Tommasi.
CHIESA DEI MIRACOLI
Chiesa di S. Maria dei Miracoli
L’origine della chiesa è legata alla venerazione
di una immagine miracolosa della Madonna con
bimbo esposta all’angolo di una casa presso la
vicina Corte Nuova.La devozione crebbe a tal
punto che fu necessario spostare l’immagine in
una piccola cappella allestita nelle vicinanze.In
seguito fu acquistato un terreno ed edificata la
chiesa nel 1480 con le offerte popolari ad opera
dell’arch. Pietro Lombardo che in breve tempo
ultimò l’opera. La pianta è rettangolare a navata
unica con volta a botte a cassettoni, rivestita
all’esterno con lastre di marmi policromi
provenienti dalla basilica di San Marco. All’interno
,sopra l’ingresso, rimane il coro pensile sino al
1865 collegato al monastero delle Clarisse da
un passaggio aereo. L’alta gradinata e
l’arcone trionfale separano la navata dal
presbiterio che ospita l’altare maggiore a
baldacchino, sormontato da una cupola
emisferica con lanterna. La facciata è ripartita
in due ordini di lesene che corrono lungo tutto il
perimetro.Il frontone semicircolare
ospita il
rosone circondato da tre occhi e due rondelle.Il
campanile a canna a sezione ottagonale.
TEATRO MALIBRAN
Teatro Malibran
Eretto nel 1677 a spese della
famiglia Grimani, era noto
come Teatro
di
San
Giovanni Crisostomo. Venne
radicalmente ristrutturato nel
1834 dall’architetto Giuseppe
Salvadori, per conto dellla
famiglia Gallo e fu in quella
occasione che
venne
intitolato alla celeberrima
cantante
lirica
Maria
Malibran,
anche
in
ringraziamento del generoso
gesto dell’artista che volle
devolvere il ricavato di due
spettacoli per sostenere le
ingenti spese dei restauri.
Ancora ristrutturato nel 1920,
venne poi trasformato in
cinema. Oggi le luci del
teatro
sono
tornate
a
risplendere con spettacoli di
ottima levatura.
CASA DEI POLO
Case dei Polo
Corte seconda del Milion 5845-5847
Purtroppo la casa dove Marco Polo,
tornato dal suo memorabile viaggio in
Cina, visse gli ultimi venticinque anni
della sua vita, dal 1299 al 1324, non
esiste più: essa bruciò nel 1597 e,
proprio nel luogo dove sorgeva, oggi si
trova il Teatro Malibran. Probabilmente
dell’antico edificio rimane la splendida
ghiera veneto-bizantina che attualmente
costituisce uno dei fornici del sottoportico
che unisce il Campiello del teatro
Malibran alla Corte seconda del Milion. I
Polo erano appellati con il nominativo del
Emilione, che solo in seguito passò a
designare il celeberrimo scritto. E’ molto
probabile che gli edifici trecenteschi,
ornati di patere e di archi venetobizantini, che insistono su questa corte
appartengano al corpo di fabbrica
costruito dagli eredi di Marco Polo il
vecchio ,zio del
più celebre
viaggiatore,nel XIV secolo.
PALAZZO VAN AXEL
Palazzo Soranzo Van Axel
Fondamenta Sanudo, 6099
Per comprendere la maestosità dell’edificio, basti
pensare che, nell’atto di compravendita risalente al
1473, si parla di domus magna, e costò a Marco
Soranzo che l’acquistò dai Gradenigo quattromila
ducati d’oro!Originali sono ancora: la porta scolpita
col battente a forma di pesce e ornata da una
cornice dentro la quale campeggia lo stemma della
famiglia Van Axel, i caminetti e le stupenda scala
scolpita la cui balaustra è adorna di piccole teste
antropomorfe in pietra d’Istria e che risulta essere
l’elemento più significativo della bella corte gotica
fiorentina cui si accede proprio dalla porta citata.
Nei primi anni del Seicento i Van Axel acquistarono il
Palazzo. Ricchi mercanti fiamminghi entrarono a far
parte del patriziato veneziano nel 1665. I Van Axel
fecero “vivere “ il palazzo aprendolo per feste e
ricevimenti e mantenendolo con cura fino al 1920
quando venne venduto all’antiquario Dino Barozzi
che ne fece un vero scrigno di opere d’arte. Il
palazzo presenta alcune anomalie dovute al fatto
che fu diviso in due unità distinte per due diverse
esigenze abitative e presenta dunque due ingressi
di terra, due ingressi d’acqua, due corti e due pozzi e
due scale, ma ciò non toglie nulla al suo fascino.
PALAZZO DONA’ DELLE ROSE
Edificato nel 1610-11 conserva nella sobrietà delle linee architettoniche,
quel carattere austero che il doge Leonardo Donà volle dare alla sua
residenza, in aperta polemica nei confronti del lusso e del dilagante gusto
“romanista”.
E’ uno dei pochi casi in cui la famiglia originaria ne è a tutt’oggi
proprietaria, mantenendone intatti arredi e decorazioni.
CHIESA DEI GESUITI
Chiesa Santa Maria Assunta o dei Gesuiti
La chiesa originaria, eretta il 1150 e dedicata a S. Maria
Assunta, faceva parte di un complesso costituito
dall’ospedale e dal monastero appartenente all’ordine
dei Crociferi. Nel XV sec tutti i locali conventuali ,per
la condotta scandalosa di questo ordine, passarono in
commenda .Il monastero fu concesso al cardinale
Bessarione. Nel 1514 e nel settecento il complesso
venne amplificato e nel XVII una disposizione papale
decretò la definitiva soppressione dell’ordine dei
Crociferi le cui rendite incamerate dalla Serenissima,
finanziarono le spese per la guerra di Candia. La città
nel 1657 riammise l’ordine dei Gesuiti,allontanato nel
1606, poiché aveva sostenuto il papato in una disputa
con il governo.
Nel 1715 i Gesuiti,a cui venne concessa l’area,
abbatterono la chiesa per costruire un nuovo edificio
secondo i principi teologici del Concilio di Trento
espressi in sintesi nella chiesa del Gesù a Roma, in cui
arch Vignola definì il modello tipologico di tutte le
chiese dei Gesuiti. Il progetto fu affidato a Domenico
Rossi. La pianta è a croce latina a navata unica con
cappelle laterali intercomunicanti.
Con un grande
arcone che separa la navata dal presbiterio occupato
dall’altar maggiore a baldacchino di fra’ Giuseppe Pozzo, sormontato da cupola con stucchi. Giambattista
Fattoretto terminò la facciata in pietra nel 1728:divisa in due ordini,con colonne e statue in forte aggetto, è
conclusa da un frontone triangolare. All’interno importanti opere come Il martirio di San Lorenzo del Tiziano
La presentazione di Gesù al tempio e l’Assunzione di Maria del Tintoretto e dipinti di Palma il Giovane , di
Pietro Liberi e di Andrea Balestra.
CAMPO DEI GESUITI
ORATORIO DEI CROCIFERI
Oratorio dei Crociferi
Di fronte alla chiesa dei Gesuiti
sorge il piccolo oratorio dei
Crociferi
vicino
all’antico
ospedale istituito per i poveri
della città. L’edificio fu costruito
nel 1268 con lasciti del Doge
Renier Zen. La facciata ha un
portale
d’ingresso
incorniciato
da
un
bassorilievo quattrocentesco
in marmo, ma conserva la
semplicità
che tende a
confonderla con la modesta
edilizia abitativa del luogo.
Verso il 1583 e il 1592 Jacopo
Palma il Giovane esegue le
grandi tele che raffigurano con
forte realismo le vicende legate
alla storia dell’ospedale e
dell’Ordine e alcuni momenti
della tradizione cristiana.
L’intervento di comitati stranieri ha permesso il restauro dell’intero ciclo pittorico inaugurato nel 1984 alla
presenza della Regina Madre d’Inghilterra.
FONDAMENTA ZEN -GESUITI
Palazzo Zen
1537-53
Originale edificio dove si mescolano elementi rinascimentali e motivi archiacuti di
derivazione orientale,il dato è percepibile soprattutto nel prospetto verso il rio di
Santa Caterina,nella sequenza alternata di stili diversi.Autori ne furono gli stessi
proprietari,patrizi veneti in contatto con l’arte e la cultura d’Oriente.La facciata era
ricoperta di affreschi dello Schiamone e di J. Tintoretto
PALAZZO COLBO
PALAZZO COLBO GROTTA
Dopo il ponte degli Scalzi si incontra uno dei primi palazzi del Canal
Grande. Originariamente di stile bizantino,fu più volte rimaneggiato. I
Colbo Grotta lo dotarono di splendidi arredi,oggi esposti a Ca’ Rezzonico,
nel Museo del Settecento Veneziano (salone in lacca verde e oro con
preziose cineserie):il palazzo accoglie oggi l’Hotel Principe.
PALAZZO FLANGINI
PALAZZO FLANGINI
Fu fatto costruire negli decenni del
XVII secolo dalla famiglia Flangini di
origine
cipriota,ammessa
al
patriziato nel 1664. Il palazzo fu
progettato dall’architetto Giuseppe
Sardi, che si ispirò ai moduli stilistici
del Longhena , ed è rimasto
incompiuto dell’ala sinistra per
mancanza di spazio o di mezzi.La
severa facciata in pietra d’Istria è
caratterizzata dal bugnato che
ricopre il basamento, costituito dal
piano terra e dall’ammezzato, e dai
due altissimi piani nobili le cui
finestre, incorniciate da colonne,
hanno l’arco interrotto in chiave da
teste aggettanti e i poggioli continui
a colonnine.
SCUOLA DEI MORTI
SCUOLA DEI MORTI
Accostata alla chiesa di San Geremia
(l’abside ospita le spoglie di Santa
Lucia ), sulla sinistra vi è una bassa
costruzione chiamata Scuola dei Morti
perché
era
occupata
da
una
confraternita, come è scritto sullo
stemma sormontato da un teschio
inserito in facciata, che si occupava di
accompagnare i funerali.
CHIESA DI SAN GEREMIA
Chiesa di San Geremia
Santa Lucia
Antica fondazione del 1174 a pianta
basilicale demolita e ricostruita, nel
1753, a pianta a croce greca con
absidi semicircolari : Il progetto di
Corbelli prese a modello la Chiesa
della Salute, L’architetto ruotò di 90°
l’asse originale in modo che l’edificio
si affacciasse sul campo preceduto da
un’alta scalinata. All’interno al centro
si alza un alta cupola ovoidale
sostenuta da fasci di pilastri. Verso il
Canal Grande un braccio si allunga
per ospitare la cappella di Santa Lucia
costruita dopo l’abbattimento della
chiesa omonima (nella seconda metà
dell’ottocento per costruire la stazione
ferroviaria) con materiale di riporto
della stessa chiesa. La chiesa fu
terminata nel 1871 grazie a lasciti
vennero con cui vennero concluse le
facciate marmoree. Il campanile del X
sec è uno dei più antichi della città. .
PALAZZO EMO
PALAZZO EMO
Alla confluenza tra rio di
Cannaregio e Canal Grande
spicca per il bel color rosso
tiziano del suo intonaco.
Ricostruito
su
precedenti
strutture, ha una gradevole
facciata
settecentesca
segnata da linee orizzontali
continue di pietra d’Istria.con
un largo portale eccentrico. Il
piano nobile ha due coppie di
monofore ad arco allungate e
sovrastate da cornici.
PALAZZO CORRER CONTARINI
PALAZZO CORRER CONTARINI
Detto anche Ca’ dei Cuori per via
degli stemmi cuoriformi presente
sulle facciate e in ferro battuto sui
due portali. L’edificio divenne
proprietà
dell’illustre
famiglia
Contarini nel 1768 prima di passare
un secolo dopo a un generale di
Garibaldi. Due grandi portali, con
teste in chiave d’arco, si alzano
dall’acqua fino al primo piano. Due
piani nobili segnati entrambi da
trifore con balconcino e coppie di
monofore a sinistra e doppie a
destra. Cornici in pietra d’Istria
mettono in
risalto la perfetta
simmetria dei pieni e vuoti.
Pregevole è la bianca balaustra che
delimita una fantastica terrazza.
CHIESA DI SAN MARCUOLA
CHIESA DI SAN MARCUOLA
Dedicata da alcuni profughi di
Aquileia ai Santi Ermagora e
Fortunato gia nel 569. Nel
primitivo assetto la chiesa si
disponeva
con
l’asse
longitudinale parallelo al Canale
e un ampio campo
su cui
rivolgeva il fianco sinistro. Verso
la metà del seicento le precarie
condizioni statiche imposero una
ristrutturazione
iniziata
da
Antonio Gaspari e terminata ,
dopo la sua morte (1730), da
Giorgio Massari.
Lo spazio interno è a pianta quadrata a navata unica voltata a botte, è scandito da colonne e pilastri e da
otto altari impreziositi da tele e reliquie e alcune statue del Morlaiter. Tra le opere pittoriche va ricordata
L’ultima cena del Tintoretto. La facciata avrebbe dovuto riproporre lo schema della chiesa della Pietà a
Castello, ma non venne mai conclusa.
PALAZZO MEMMO MARTINENGO
PALAZZO MEMMO MARTINENGO
Si affaccia sul campo San Marcuola.
Proprietà fino dal X secolo dei Memmo,
venne completamente restaurato in epoca
ottocentesca. La grande volumetria del
palazzo non si palesa dalla facciata, ma
guardandolo di fianco dal campo oltre al
giardino. La
sua caratteristica
è di
presentare la finestra maggiore e il portale
d’acqua fortemente spostati
sul lato
sinistro. Cornici e fasce di pietra d’Istria si
dispongono linearmente sopra il bugnato.
PALAZZO GATTI CASAZZA
PALAZZO GATTI CASAZZA
E’ affacciata sul Canal Grande,
oltre che sul campo di San
Marcuola,
e
dimostra
chiaramente delle preesistenze
gotiche,
belle
monofore
trilobate disposte sul fianco che
si
affaccia
sul
campo.
Rimaneggiato
in
epoche
successive, la sopraelevazione
di un piano con terrazza è
ottocentesca.
Il palazzo attiguo presenta un
bel prospetto gotico con due
trifore e altre monofore era
anch’esso parte del complesso
di Casa Gatti Casazza.
PALAZZO VENDRAMIN CALERGI
PALAZZO VENDRAMIN CALERGI
Tra il 1481 e il 1509
Arch Mauro Codussi
Campiello Vendramin -2040
In questa facciata sul Canal Grande, uno
dei più importanti esempi dell’architettura
rinascimentale a Venezia, arch.
M.
Condussi, dispone in doppio ordine le
sequenze di bifore che sono scandite da
semicolonne sia singole che binate e
appaiono
comprese
entro
robusti
marcapiani.Venne completato dopo il
1504 dai Lombardo e nel primo Seicento
dal
arch.
Scamozzi.
Il palazzo,
commissionato da Andrea Loredan , fu
ereditato dai nipoti ed
inseguito
appartenne al duca Brunswick, al
marchese di Mantova Guglielmo III
Gonzaga e alla famiglia Grimani Calergi.
La palazzina sul giardino seicentesca
ospitò nel XIX secolo per alcuni anni
Richard Wagner, che vi morì nel 1883. Il
palazzo ospita nei suoi fastosi saloni il
Casinò municipale.
PALAZZO MARCELLO
PALAZZO MARCELLO
Ricostruito verso la fine del
Seicento su strutture più
antiche. La
facciata è
caratterizzata da due grandi
e arcuate pentafore centrali
ad archi a tutto sesto poste
al livello dei piani nobili. La
presenza dei due portali
d’acqua e la tripartizione
della facciata farebbero
pensare
ad
un
uso
bifamiliare dell’edificio.
In questo palazzo nacque nel 1686 il compositore Benedetto Marcello e, nel 1603 Lorenzo Marcello,
audace capitano da mar,che durante la guerra di Candia, combattuta contro i turchi, con la sua flotta
bloccò lo stretto dei Dardanelli e quasi entrò nel porto di Costantinopoli , solo un malaugurato colpo
di cannone che straziò il valoroso capitano riuscì a fermare l’assalto delle navi veneziane da lui
guidate.
PALAZZO MOLIN ERIZZO
PALAZZO MOLIN ERIZZO
La sua costruzione risale alla
seconda
metà
del
Quattrocento. Costruito per la
famiglia Molin, passò agli
Erizzo in seguito a un
matrimonio tra Giacomo e
Cecilia Molin avvenuto nel
1650.La
facciata
è
impreziosita dalla presenza di
una notevolissima pentafora
inquadrara con trilobi slanciati
che non è posta al centro della
facciata .Al piano nobile ha le
stanze decorate con opere
settecentesche.
PALAZZO SORANZO PIOVENE
PALAZZO SORANZO PIOVENE
L’edificio risale al primo decennio del
Cinquecento. Il progetto viene attribuito
all’architetto
Sante
Lombardo
che
ha
impreziosito la facciata con una trifora con
balcone al piano nobile e in modo analogo altre
tre monofore ai lati (una a sinistra e due a
destra). Si possono notare sei decorazioni a
targhe o cerchi incorniciati. Oggi è sede della
Guardia di Finanza.
PALAZZO EMO
PALAZZO EMO
Il prospetto che guarda sul
Canal Grade a un duplice
orientamento , con uno spigolo
ben evidente accorgimento
costruttivo che permetteva di
seguire la sinuosità del canale
senza stravolgere con linee
rette l’andamento delle correnti
e il libero flusso e riflusso delle
maree. La costruzione risale al
Seicento con accenni ancora
cinquecenteschi. Ampia serliana
nel piano nobile che sovrasta il
grande portale d’acqua.
PALAZZO MOLIN QUERINI
PALAZZO MOLIN QUERINI
Eretto nel XVII secolo, posto in
confluenza tra il Canal Grande e il rio
del’Ogio, mostra una facciata non
continua
in modo di adeguare la
fabbrica alla sinuosità della via d’acqua.
Presenta
proprio alla sinistra dello
spigolo, a livello del piano nobile, sopra
alla porta d’acqua, una bella serliana con
balcone.
PALAZZO GUSSONI GRIMANI DALLA VIDA
PALAZZO GUSSONI GRIMANI
DELLAVIDA
Tra il 1548 e il 1556 la nobile
famiglia dei Gussoni decise di
incaricare l’architetto Michele
Sanmicheli della ristrutturazione
del precedente palazzo gotico, al
fine di farne un palazzo di
rappresentanza.
Il risultato fu questa elegante e
nobile architettura tripartitica con
due balconi con quadrifora
sovrapposti nella parte centrale.
Il piano nobile con poggiolo
aggettante ha una bella cornice
superiore, bei timpani curvilinei
abbelliscono le finestre laterali.
Si notino gli stemmi gentilizi che contribuiscono a dare rilievo chiaroscurale al fronte concepito
abbastanza piatto per permettere a Jacopo Tintoretto di decorarlo con affreschi oggi perduti. La famiglia
Gussoni si estinse nel 1735. Verso la metà del Settecento il palazzo fu acquistato dai Grimani e poco
dopo da Cesare Della Vida, un ricco affarista ebreo. Attualmente è dello Stato italiano e vi à la sede del
Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto.
PALAZZO FONTANA REZZONICO
PALAZZO FONTANA
REZZONICO
Il palazzo fu fatto costruire
dalla famiglia Fontana, ricchi
mercanti piacentini
tra gli
ultimi anni del XVI e i primi
del XVII secolo, da allievi del
Sansovino. L’edificio è un
nobile esempio dello stile
rinascimentale maturo, con
grandi quadriforme ad arco
nei piani nobili, riquadrate da
cornici in rilievo e fasce
marmoree che sottolineano le
divisioni dei piani e collegano
tra loro i diversi elementi
architettonici.
Verso la fine del XVII secolo passò di proprietà dei Rezzonico, che vi abitarono per un periodo, in attesa
di trasferirsi nel palazzo che porta il loro nome (oggi Museo del Settecento veneziano). Qui nacque, nel
1693, Carlo Rezzonico, futuro papa Clemente XIII.
PALAZZO MIANI COLETTI GIUSTO
PALAZZO MIANI COLETTI GIUSTI
Realizzato da Antonio Vicentini nel 1776 ,
la data è incisa sulla facciata. Molte famiglie
si sono passati la proprietà grazie alla sua
posizione privilegiata accanto a Ca’ d’Oro.
La sua facciata verdastra è caratterizzata
da quattro portali d’acqua intervallati da tre
nicchie contenenti statue di personaggi
d’epoca, due piani nobili che stranamente
non presentano polifore
ma monofore
raggruppate, una linea di gronda molto
accentuata e un vistoso abbaino a filo di
facciata a cui lati stanno due terrazze con
balaustra a colonnine. Due nicchie circolari,
oggi vuote, stanno a livello del secondo
piano nobile. Oggi fa parte della Galleria
Franchetti con l’attigua Ca’ d’Oro.
CA’d’ORO
CA’ d’ORO
1421-43
calle della Ca d’Oro, 3933
arch. M. D’Amadio
Con i suoi marmi policromi, con le sue
dorature (ormai rimaste solo nel nome), la
facciata sul Canal Grande appare come
manifestazione sfarzosa, quasi virtuosistica ,
del cosiddetto gotico fiorito. Al palazzo,
costruito per Marino Contarini, lavorarono
maestranze già nel cantiere di Palazzo
Ducale; l’arte del traforo murario raggiunse
però in questo caso i vertici di perizia tecnica
e di fantasia decorativa. Oltre alla celebrata
bellezza della facciata, da tappeto orientale, è
da notare anche la sua coerenza costruttiva.
La asimmetria infatti non è casuale , ma deriva dalla struttura tradizionale della casa mercantile (si veda il
loggiato del fronte e la corte interna), che denunciano chiaramente la disposizione dei vani interni e il loro
diverso uso. Anche i trafori del portico e dei loggiati seguono la logica della statica e ne fanno motivo
espressivo con il loro progressivo diminuire, dal basso verso l’alto, delle dimensioni e degli spessori delle
colonne, e degli archi intrecciati. L’articolazione degli spazi , al piano terra: cortile, androne e portico, ai
piani superiori con salone e loggia, offre una straordinaria complessità e varietà di soluzioni ambientali e di
prospettive.Dal 1927 il palazzo, dopo vari trascorsi, ospita le collezioni d’arte della Galleria Franchetti .
PALAZZO SAGREDO a S.Sofia
PALAZZO SAGREDO a Santa Sofia.
XIV secolo
Strada Nova, 4199
Nella facciata sul Canal Grande e in
quella sul Campo di Santa Sofia, il
palazzo
presenta
due
parti
chiaramente distinte. Il piano terra e il
primo piano conservano tracce del
primitivo
edificio bizantino con
l’esafora incorniciata da colonnine
sottili,
il
piano
superiore
e
quattrocentesco, ed è caratterizzato da
una quadrifora contornata
da una
cornice scolpita e sormontata da
quadrilobi decorati. Acquistato dalla
famiglia Sagredo nel XVII secolo, fu
decorata
internamente nel secolo
successivo da opere di G.B. Tiepolo e
Pietro Longhi.
Dopo la morte dell’ultimo discendente fu spogliato delle sue opere e di recente convertito in albergo.
PALAZZETTO FOSCARI
PALAZZETTO FOSCARI
Costruito in stile gotico nel XV
secolo, il palazzo di modeste
dimensioni
conserva
una
bellissima esafora con archi
acuti sormontati da una
decorazione fiorita. Vi abitò nel
1520 il duca di Mantova. Dopo
essere stato per anni sede del
consolato tedesco è stato
convertito in albergo.
PALAZZO MICHIEL DELLE COLONNE
PALAZZO MICHIEL DELLE COLONNE
Ultimato nel 1697
Arch Antonio Gaspari
Calle del Duca,4314
La facciata sul Canal Grande evidenzia la
vicenda di questo palazzo modificato
nell’aspetto dall’arch. Gaspari alla fine del
Seicento, all’origine del nome è l’alto (e
sproporzionato ) portico lungo tutta la
facciata al piano terreno che rileva la
struttura veneto –bizantina della casa –
fondego e quindi anche l’antica origine della
fabbrica, poiché questa tipologia era propria
dei palazzi del XIII. Nel Settecento diventò
residenza della famiglia Gonzaga duchi di
Mantova
in fuga dagli austriaci che
avevano conquistato la città lombarda, qui
si rifugiarono portando appresso le ingenti
collezioni d’arte. Passò poi
alla nobile
famiglia Michiel. Oggi ospita la sede
dell’Ufficio del Registro.
PALAZZO MICHIEL DEL BRUSA’
PALAZZO MICHIEL DEL BRUSA’
I Michiel appartenevano a una delle
famiglie più antiche di Venezia ; tra
il XI e XII secolo diedero tre dogi
alla città, due dei quali uccisi
durante le tragiche rivolte che
scossero in quei secoli
la
Serenissima. La denominazione del
brusà deriva dal terribile incendio
che semidistrusse il palazzo nel
1774. La facciata fu poi restaurata
con il contributo della Repubblica,
proprio per le benemerenze
politiche della famiglia , così venne
ripristinata la struttura gotica del XV
secolo, con le alte finestre
archiacute dei piani nobili.
PALAZZO MARGILI VALMARANA
PALAZZO MARGILI VALMARANA
All’angolo del
rio di Santi Apostoli, fu
edificato verso la metà del Settecento per
volontà del console inglese a Venezia
Joseph Smith, l’architetto Visentini finì la
costruzione 1751. La proprietà passò ai conti
Mangilli che finanziarono nuovi lavori portati
a termine da Gianantonio Selva ( l’architetto
che realizzò la Fenice) che lo sopraelevò del
secondo e terzo piano e gli diede l’aspetto
neoclassico con una preziosa balaustra e
finestre con timpano triangolare intervallate
da coppie di lesene e da colonne corinzie.
Sul retro un bel giardino preserva l’edificio
dai rumori della Strada nuova. La nobile
famiglia Valmarana subentrò nella proprietà.
CA’ DA MOSTO
CA’ DA MOSTO
XIII sec
Corte del Leon Bianco,5628
Uno dei più antichi palazzi sul Canal
Grande e tra i più ben conservati, la
sua costruzione risale al XII sec e fu
dimora dell’antica famiglia di navigatori
Da Mosto.
I primi due piani hanno la tipica
ripartizione
di aperture della casa
veneto –bizantina con il bel loggiato al
primo piano.Le zone più piene ai lati
della facciata sono ornate da eleganti
arcatelle cieche, la decorazione
prosegue sopra gli archi del loggiato
con la ricca serie di patere e la cornice
marcapiano. Gli archi del primo piano,
a peducci rialzati, presentano la ghiera
con l’estradosso appuntito primo
annuncio dell’arco inflesso, che troverà
così larga applicazione nel periodo
gotico. Nel XVII secolo divenne sede
del albergo il Leon Bianco , dove
alloggiarono
molti
importanti
viaggiatori.
CA’ LION
CA’ LION
XIII sec
Campiello del Remer
E’ ancora percepibile la struttura della
casa da stazio con magazzeni articolata
attorno a una corte; la scala esterna
conduce alle residenze situate sopra i
volti destinati a magazzino. Gli archi
ogivali denunciano un’ormai marcata
influenza dei modelli orientali.

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